organizzazione ufficio export logistica e qualita` per l`export
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organizzazione ufficio export logistica e qualita` per l`export
QUADERNI PER LA FORMAZIONE ISTITUTO COMMERCIO ESTERO TITOLO: ORGANIZZAZIONE UFFICIO EXPORT LOGISTICA E QUALITA’PER L’EXPORT E. Kustermann ek/ 0 Siae n. 9702168 del 24.06.97 ek/ 1 ek/ 1 A... AGENTI La gestione é la più creativa di tutte le arti. E’l’arte dell’arte: perché organizza il talento. J.Jacques Servan-Schreiber Prima di dedicarsi agli agenti il manager deve perfezionare se stesso, incrementando la produttività del proprio lavoro. Questo è un risultato che si può ottenere con la formula delle "3 D": Do, Delegate, Dump. Do (svolgere) rapidamente le attività necessarie, per poter riservare la maggior parte del tempo disponibile a quelle che sono essenziali; Delegate (delegare) alcune attività, il che permette di accrescere la responsabilità e la motivazione degli altri, risparmiando tempo; Dump (eliminare) alcune attività non necessarie, cioè che hanno scarso peso sulla performance finale. Per scoprire quali attività siano da considerare tali è sufficiente porsi la domanda «Cambia qualcosa rinunciando a fare questo?». L’esempio tipo é quello di un dirigente, che si dimenticò di trasmettere la solita relazione mensile. Nessuno si preoccupò di ek/ 2 chiedergliela, così decise di consegnarla solo ogni due mesi. Lo fece per anni e non se ne accorse nessuno. E' meglio “disobbedire” che essere schiavi di procedure inutili... e, far un uso più “selettivo” del ... cestino. I compiti del direttore commerciale sono molteplici: pianificare, organizzare, controllare, reclutare, formare e motivare. Quelli che hanno un maggiore effetto sui risultati sono la formazione e la motivazione. E’ di fondamentale importanza la motivazione: molti dirigenti sono ancora convinti che l'unico mezzo per incentivare le vendite sia quello di incrementare le provvigioni. Ma il denaro, pur rappresentando uno stimolo fondamentale, non è l'unico sistema per motivare la forza vendita. La regola base della motivazione è: «Ottenere che il lavoro venga fatto volentieri e bene». Una considerazione che appare scontata, ma che spesso in azienda viene smentita dai fatti. Molti dirigenti adottano stili di leadership rigidi con risultati spesso insoddisfacenti. Imparare a motivare è dunque uno degli scopi che ogni buon manager deve prefiggersi. Come si valuta il grado di motivazione? E come ci si accorge della necessità di intervenire? Verificando nei comportamenti degli agenti la presenza di alcuni indicatori. Quelli positivi sono: ek/ 3 costanza di rendimento, risultati, energia, entusiasmo, determinazione al successo, cooperazione per il superamento delle difficoltà, attitudine ad assumere responsabilità, disposizione ad agevolare il cambiamento. Al contrario, indicano scarsa motivazione: indifferenza nei confronti del lavoro, esagerazione dei problemi, continui contrasti e lamentele, resistenza ai cambiamenti. Per adottare le contromisure più efficaci al fine di raggiungere il meglio del meglio, il dirigente deve mantenere un “canale di comunicazione" costantemente aperto tra sé e gli altri. E' necessario ipotizzare e progettare un preciso percorso motivazionale. Le ricerche più recenti indicano le seguenti: i risultati, i riconoscimenti, la qualità del lavoro, le responsabilità, le promozioni, la crescita personale. Si tratta di elementi che hanno poco a che fare con il denaro e molto con il contenuto della professione. Questo significa che il loro potenziamento garantisce una soddisfazione consistente e duratura. Agire su altri parametri quali la sola provvigione o lo status genera invece una soddisfazione soltanto momentanea, incapace di creare un vero clima motivante. Una volta stabilito che cosa potrebbe essere di stimolo, il manager deve stendere un elenco delle azioni da intraprendere. Un esempio? Nella categoria "riconoscimenti" si possono mettere in lista la distribuzione di un numero maggiore di elogi (di persona, per telefono, per lettera, durante le riunioni), l'eliminazione di critiche ek/ 4 superflue, l'assegnazione di premi o di riconoscimenti onorifici, le citazioni nella newsletter aziendale. In sintesi: - utilizzare le loro energie creative - dedicare più' tempo e impegno alla motivazione - fissare obiettivi chiari - rivedere il sistema di pianificazione-controllo delle vendite - utilizzare nuovi canali per ridurre i costi e accrescere la copertura dei mercati - training commerciale e se, nel caso tecnico. Secondo Stewart “le aziende illuminate cercano di essere il più possibile orientate agli agenti “. Ciò significa che in tali strutture gli agenti sono addestrati con cura, costantemente informati, resi partecipi delle decisioni e sostenuti con prodotti e sistemi di consegna innovativi. Chiare mansioni e precisi obiettivi devono essere i pilastri nella gestione della Risorsa/Vendita. Riuscire a mantenere un rapporto vivo con l’agente nel tempo ed a non perdere colui in cui si é investito é basilare. ek/ 5 Punti di riflessione: 1) Assegnazione a ciascuno di un’area e di clienti. Quando si richiede un vero sforzo di vendita, più che semplici visite formali ai clienti, rimane difficile, per mancanza di tempo, seguirli tutti e bene .Più é specifica la copertura del cliente, più é efficace. 2) Precisazione della gestione della clientela. Si devono fissare per ciascun cliente precisi obiettivi. Più i risultati sono misurabili, più chiara è la definizione dei compiti . Essenziale è che gli obiettivi siano realistici. 3) Informazione tempestiva. Una comunicazione inadeguata impedisce all'agente di conoscere il rapporto tra l'impegno prestato e i risultati ottenuti. Alla lunga la mancanza di riscontri genera insoddisfazione e impedisce di definire obiettivi quantificabili. Alcune idee pratiche per rendere efficaci le riunioni con l’agente:: * focalizzare l’ordine del giorno sull’azione (futuro) e non solo sulla comunicazione dei dati (passato) * distribuzione del tempo: il 75% alla pianificazione delle attività ed il 25% alle comunicazioni * informare preventivamente degli obiettivi della riunione * ridurre al massimo il tempo da dedicare a ciascun argomento (l’attenzione viene mantenuta per brevi periodi) ek/ 6 * mantenere “vivo” il colloquio per tutta la riunione * riportare tutte le idee su lavagne a fogli mobili od altro * chiamare a partecipare alla riunione, se nel caso, i responsabili delle varie aree aziendali per discutere le problematiche emerse siano esse risoluzioni di controversie oppure nuove progettualità * fare in modo che i singoli partecipanti si sentano parte di un team * non criticare mai apertamente l’operato dei singoli reparti (i problemi vanno risolti in ...privato) * rispettare i tempi preventivati per la riunione * ricapitolare quanto deciso e passare ad esporre un altro argomento * sviluppare uno stile capace di coinvolgere: non parlare sempre ma, far parlare * i verbali devono essere brevi, al limite concertati e scritti al momento (la consegna sarà diversificata ad personam secondo l’implicazione). ek/ 7 A... ASSISTENZA Un miglior servizio al cliente é nell’interesse del pubblico ed é il vero scopo dell’attività. Konosuke Matsushita “Tutto ciò che fa parte del prodotto, tutto ciò che l’end user riceve (escludendo promozioni, prezzi e distribuzione) cioè il prodotto in sé, la sua confezione, il finanziamento e/o altri servizi, la consulenza e qualsiasi altra cosa che abbia per lui un valore” é oggi il modo più semplice di intendere e pensare al PRODOTTO definendolo PRODIZIO (un prodotto arricchito da un insieme di servizi). In base a questa concezione, un robusto fusto di plastica usato per spedire acido cloridrico é parte integrante del prodotto e, può rappresentare un pregio se il cliente lo può riutilizzare ad esempio per confezionarvi un proprio prodotto, analogamente é un difetto se un PCB (Poli-Cloro-Bifenile) viene fornito in fusti che non si possono ”svelenare” e, che perciò non si possono né riutilizzare né gettare tra i rifiuti mentre, si considera un plus se viene fornito in cisternette a rendere che possono nuovamente venir riempite. Un corso di velasurfing é considerato parte del prodotto surf, anche se potrebbe venir offerto indipendentemente dall’acquisto di un surf, a condizioni molto allettanti per attirare potenziali clienti. In tal caso l’assistenza diventa un vero e proprio strumento pubblicitario ed a ek/ 8 rigore dovrebbe venir considerato parte della promozione oppure come uno strumento di un diverso marketing. L’impostazione classica delle quattro P (product/promotion/price/placement) del mktng mix aiuta nel ben comprendere la filosofia dell’assistenza quale nuova leva di competitività. Una valida assistenza tecnica intesa quale garanzia per il miglior uso del prodotto, comporta differenze organizzative notevoli per beni di consumo e beni industriali. I criteri di base sono tuttavia gli stessi: mettere l’end user attuale o potenziale in grado di utilizzare il prodotto al meglio e diventare quindi, attraverso la fidelizzazione... strumento di promozione. In campo industriale il servizio di assistenza tecnica é studiare e proporre la soluzione ottimale di un problema, per esempio relativamente ai trasporti interni di una fabbrica mentre, nei beni di consumo si può usare per convincere una persona a portare lenti a contatto, dopo aver esaminato la vista e, trovato la lente più idonea per tipologia. La dimostratrice di cosmetici non é forse un eccellente esempio di assistenza tecnica usata come strumento di promozione? Se si é fornitori di beni industriali, necessariamente si devono instaurare rapporti continuativi con i clienti, poiché tale numero é relativamente limitato e, spesso la percentuale maggiore del fabbisogno é concentrata su pochissimi molto importanti. ek/ 9 Tale rapporto diviene possibile solo se si viene considerati un “partner fidato”, che risolve i problemi. L’impresa che acquista un sistema computerizzato, non é affatto interessata alle sole caratteristiche tecniche dell’hardware in sé piuttosto, é propensa a scegliere il computer che viene fornito con la migliore assistenza tecnica, che comprende non solo l’installazione ma anche la fornitura di programmi, l’addestramento del personale etc. Sul mercato dove esistono molti prodotti simili i fornitori si distinguono proprio per il servizio. L’assistenza tecnica, intesa anche come informazioni fornite al cliente, influenza - a volte in modo decisivo - l’uso che il cliente fa del prodotto Importanza dell’assistenza tecnica Servizio al cliente Design Materiali di costruzione installazione manutenzione riparazione ek/ 10 Informazione Influenza l’uso che il cliente fa del prodotto e perciò, ne aumenta il valore PRODOTTO SOLUZIONE DEI PROBLEMI CLIENTE ek/ 11 Nel campo dei beni di consumo l’assistenza personalizzata (il meccanico della Rolls Royce a domicilio) é resa molto più difficile ma, attraverso supporti interattivi (video,CD...numero verde) l’end user si sente seguito quindi... sicuro. In definitiva, l’assistenza deve assicurare il buon funzionamento e la continua disponibilità dei beni venduti (rifornimento dei pezzi di ricambio, riparazioni etc). In apparenza si potrebbe pensare a ciò come un “post-sale” mentre, molto spesso, é quel qualcosa che mette in moto il processo d’acquisto. Ciò avviene quando un cliente soddisfatto decide il riacquisto di determinati beni oppure, quando il problema di un potenziale cliente viene studiato addirittura in collaborazione tra questo ed il potenziale fornitore. L’assistenza é uno degli strumenti più validi per desensibilizzare” il cliente nei confronti del prezzo: la decisione d’acquisto é influenzata dalla Qualità e dal rendimento del prodotto, dal prestigio del fornitore e dall’assistenza oltre che dal prezzo. L’impresa che non é in grado di fornire un prodotto od un servizio migliore della concorrenza può giocare solo sul prezzo (é ciò che succede alle imprese italiane, con risultati disastrosi, perché l’azienda che vende solo grazie al prezzo non guadagna abbastanza per investire nella Ricerca e, prima o poi, si troverà sui mercati esteri con prodotti superati, che deve vendere a prezzi ancor più bassi fino al limite della capacità di sopravvivenza). I principali aspetti si possono così elencare: - preparare il prodotto per l’impiego ek/ 12 - assicurare un impiego ottimale del prodotto - risolvere, se nel caso problemi - spiegare ogni specifica tecnica - mettere a disposizione accessori, informazioni ed eventuale altro materiale - predisporre cataloghi delle parti di ricambio - provvedere alla standardizzazione dei ricambi (ove possibile) - raccogliere tutte le informazioni disponibili all’interno dell’impresa e renderle accessibili per vendere ...bene. Inoltre non si può prescindere dall’addestramento del personale sia commerciale che tecnico. Formalizzando quanto detto l’ASSISTENZA si può distinguere in: COMMERCIALE - training della forza vendita - promozione - pubblicità. TECNICA - training del personale tecnico - assistenza specifica durante l’installazione e la fase di start-up - manualistica chiara e di completa informazione per l’uso del prodotto. ek/ 13 LOGISTICA - veloce riassortimento del prodotto finito - pronto invio delle parti di ricambio - gestione coordinata della catena distributiva. La maggiore difficoltà é coordinare le attività di “ servizio”, tenendo presente che si devono fronteggiare diverse abitudini e differenti leggi a seconda dei Paesi ma, comunque si dovrà rendere ogni operazione la più competitiva. L’obiettivo dovrebbe essere: ciò che chiede il cliente che sia a misura del cliente e, ciò che compete all’azienda che sia a misura dell’azienda. Un flusso di informazioni sempre più intenso tra la fabbrica ed il mercato é la giusta metodologia per sintonizzarsi in modo consono sulle aspettative dei clienti. ek/ 14 ek/ 15 B...BUYER L’adulazione è la fanteria dei negoziati. Lord Chandos Schema di interazione fra fornitore e cliente. Una delle due parti ha questo tipo di potere per richiedere e fornire beni intangibili Fornitore - unicità nella fornitura di un servizio con conseguente dominio sul mercato. --compenso -- rispetto Cliente consenso e pagamento del servizio. Non riacquisto. Ricorso legale. -- qualità, rispetto -- cortesia Entrambi morale, psico -- non applicabile -- non applicabile ek/ 16 logico, sociale, politico. Evoluzione della figura del Buyer Passaggio da una logica di Gestione di Fornitura ad una politica di Gestione dei Fornitori. *Capacità di stipulare contratti che si caratterizzano sempre più come accordi strategici fra imprese. *Capacità di concordare con i fornitori obiettivi di miglioramento concreti. *Visione di medio-lungo termine. *Forte connotazione tecnica unita ad una forte capacità di integrazione con il mondo esterno. ek/ 17 B ... BUYERSHIP Il processo di trasformazione inizia a casa del fornitore per terminare in quella del cliente finale. Anita Roddick Strategie di acquisizione ed approvvigionamenti (in un mondo globalizzato in cui l’importazione di propri semilavorati é all’ordine del giorno) sono al centro di studi e riflessioni da parte dei più accreditati analisti internazionali. Sintetizzando il punto fondamentale, che tocca l’attuale scenario della domanda e dell’offerta é la sostanziale evoluzione del rapporto “fornitore-cliente”. Un rapporto che da più aziende é già stato identificato in una drastica riduzione del numero dei fornitori (privilegiando quelli Certificati) e dalla constatazione, che la nuova parola d’ordine é basarsi su una “disorganizzazione creativa” alla Tom Peters in cui la vecchia mentalità burocratica possa venir distrutta a favore di un abbattimento dei confini delle funzioni aziendali decentrando al massimo per velocizzare i tempi di risposta a mercati così turbolenti. Gli aspetti salienti di tale evoluzione in atto possono ritrovarsi in alcune affermazioni divenute ormai, patrimonio culturale della grande industria internazionale. ek/ 18 Dire infatti che, la Qualità del prodotto finale é il risultato della “Qualità” di tutta la catena fornitore-cliente di un business significa solo sottolineare la tendenza crescente di ogni azienda, a seconda del proprio ruolo di cliente o fornitore, a richiedere o dare una serie di servizi. Diversa é la posizione che volendo, può dimostrare l’attitudine culturale dell'impresa stessa di fronte ai cambiamenti in atto: una visione “riduttiva” potrebbe infatti, interpretare i servizi come una ulteriore richiesta nata dalla competitività del mercato ad erosione dei margini e della profittabilità dell’azienda e quindi, come ulteriore difficoltà e modifica obbligatoria delle logiche di approvvigionamento verso modelli più rischiosi e (a prima vista) meno economici. Per contro una visione “strategica” dovrebbe interpretare le stesse richieste come stimoli per migliorare la propria capacità concorrenziale e come un’opportunità per un ulteriore business. Il divenire fornitore selezionato, nel pieno rispetto della Qualità, può anche far lievitare il Prezzo1 con delle formulazioni del tipo ”questa nuova tecnologia necessita di una messa a punto più lunga del previsto”. Tale visione di cooperazione, che comporta un’integrazione con i clienti ancor più a monte del processo di progettazione dei prodotti stessi tanto da far affiorare tecniche d’acquisto decisamente moderne. ek/ 19 Concetti di codesign e di comakership2 ben esprimono forme di collaborazione che sono al di là del mero interesse economico. Naturalmente la competizione sul mercato finale può creare esclusività di rapporto. L’attenzione sul partner e l’economicità globale conseguibile (relazione volumi-costi-margini) sono elementi di profonda riflessione, che solo i vertici aziendali possono valutare nella loro interezza e nella visione di lungo periodo. Ne consegue immediatamente che una simile decisione comporta una vendita non più di articoli ma, di capacità produttiva. L’esportatore/fornitore si attrezza per offrire al cliente/socio una fornitura di Qualità superiore, a costi contenuti, con consegne rapide e con aggiornamenti tecnologici orientati alla soddisfazione del cliente finale. Vengono attrezzate vere e proprie celle o fabbriche focalizzate, che scardinano vecchie logiche del tipo ”primo arrivato... primo servito”. Diventa inoltre, più facile la gestione delle priorità, delle modifiche tecniche e, soprattutto degli investimenti/disinvestimenti di capacità produttiva. Non é però necessario essere dei partner veri concretamente (azionipartecipazioni incrociate) per operare. ek/ 20 Regole di fornitura eccellente I CAMBIAMENTI IN ATTO da a relazioni a livelli intermedi relazioni di vertice ek/ 21 vendita di articoli vendita di capacità produttiva ordini per articoli ordini per categorie merceologiche più fonti per articolo singola fonte per classe di oggetti 1 Nell’economia di produzione, il prezzo di vendita di un prodotto é la somma dei costi dell’azienda più un margine di profitto. Nell’economia di mercato il prezzo di vendita é determinato dalla legge di mercato per cui il prezzo di acquisto più basso diventa l’obiettivo da raggiungere.(Roger Perrotin) 2 é la strategia in base alla quale i fornitori di una azienda vengono coinvolti nel processo di miglioramento della Qualità di servizi e prodotti, nella ricerca innovativa e nel contenimento dei costi. Il principio su cui la comakership si fonda é quello di una partnership (un rapporto, dunque, di reciproco interesse) tra cliente e fornitore. Richiede rapporti ben consolidati, una valutazione globale ed una scelta oculata dei fornitori con una collaborazione interattiva ek/ 22 ek/ 23 C... CLIENTE Fare affari é il mio modo di fare arte. Donald Trump I clienti non sempre sono persone fortunate, molte delle tecniche di vendita spesso trascurano le loro esigenze per incentrarsi sul prodotto, sulle caratteristiche, sulla tecnologia costruttiva, sulla tecnica di presentazione della vendita. Eppure il mercato dei beni e servizi industriali (ma non solo questo) tende oggi, a caratterizzarsi sempre più marcatamente, per l'offerta di soluzioni anziché di prodotti. In questa prospettiva la strategia di riconoscimento delle reali esigenze del cliente diventa il vero punto critico per il successo in una trattativa di vendita. L'importanza della fase di scoperta delle esigenze del cliente è tanto più evidente quanto più la vendita è complessa. In trattative più semplici infatti, il successo è influenzato dallo charme psicologico del venditore, dalla spinta sul prodotto/servizio proposto, dall'offerta di particolari condizioni di fornitura. Nelle trattative più complesse conta invece un’attenta e approfondita analisi delle esigenze presenti e saper cogliere i processi decisionali formali e informali, il capire la mappa del potere di chi può influenzare ek/ 24 la scelta finale, l'analisi dell'offerta della concorrenza, il mutare delle esigenze nel durante, le implicazioni derivanti dalle varie opzioni di scelta possibile. Si può con ragionevole certezza dire che, in questo tipo di trattativa la rigorosità del piano di acquisto della clientela talvolta si scontra con l'estemporaneità dei piani di vendita dei fornitori. Nell'approccio all '“orientamento verso il cliente”, esistono nuovi modi di relazione con il mercato, nuove abilità nella gestione delle trattative e di conduzione in ogni singolo contatto. Come migliorare soddisfazione e fidelizzazione del mercato servito al fine di attivare una relazione fornitore-cliente di lungo periodo? La prima risposta razionale al problema viene dai ricercatori dell'Huthwaite Research Croup (HRC) di Sheffield, United Kingdom: il team di ricerca si è proposto di individuare le cause di successo (o di insuccesso) di una trattativa, al fine di costruire un modello razionale e scientifico utile ad ottimizzare i risultati dell'azione di vendita. Il gruppo della Huthwaite, tra i primi ad utilizzare e sviluppare gli strumenti di ricerca dell'analisi comportamentale, ha analizzato più di 35.000 colloqui di vendita in 27 nazioni, studiando i fattori che giocano un certo ruolo nel miglioramento della prestazione dei venditori. Il successivo passaggio dalla teorizzazione all'applicazione pratica (metodo Spin) è stato rigorosamente filtrato attraverso una accurata sperimentazione condotta con le forze di vendita delle aziende ek/ 25 sponsorizzatrici del progetto, tra le quali, la IBM, la Honeywell, la Rank Xerox. Alcune interessanti scoperte della Huthwaite Research Croup: *Esiste una distinzione critica tra esigenze, che sono espresse sotto forma di insoddisfazione (esigenze implicite) ed esigenze, che sono invece espresse come desiderio per una soluzione (esigenze esplicite). *Le esigenze implicite non hanno di per sé una grande correlazione con il successo. Sono invece le esigenze esplicite i veri indicatori che consentono di raggiungere un risultato positivo. *Per scoprire le esigenze del cliente, l'addestramento tradizionale di vendita distingue tra due tipi di domande: chiuse (che hanno come risposta un SI oppure un NO, o comunque una risposta ben definita) od aperte (che consentono suggerimenti e commenti). ek/ 26 C ... COMPETENZE Non é quello che fai o dici che conta, ma il tuo atteggiamento quando lo dici o lo fai. Robert Ringer Oggi le competenze diventano importanti perché, viviamo in una situazione evolutiva, in cui é impossibile misurare i risultati come avviene nei periodi di stabilità. Le competenze sono un complemento, non una sostituzione delle prestazioni. Oltre che sulla persona occorre mantenere l’enfasi sugli aspetti organizzativi, cioè sulle esigenze del ruolo aziendale. Secondo il sistema HAY-McBER il modello delle competenze é’stato suddiviso in tre sottomodelli. Il primo raggruppa le competenze per il miglioramento continuo. E’ cioè’per gli export manager: - pensiero strategico - conoscenza del business - capacità tecniche - flessibilità’ - orientamento al risultato ek/ 27 - decisionalità - iniziativa. il secondo modello è relativo alla capacità’di influenzare. Tra le competenze di spicco emerse vanno segnalate: - gestione di un gruppo - argomentazione persuasiva - uso del concetto di ruolo. L'ultimo modello riguarda l'efficacia. L’unica competenza di successo individuata è la fiducia in se stessi. Aggiungendo il fattore energia ai fattori intelligenza e senso della realtà’si può misurare il potenziale della Risorsa Uomo. Se si valuta un individuo su ogni tipo di energia, come presentata qui di seguito, si può tracciare il profilo energetico e formulare così un’ipotesi di corrispondenza tra questo e l’area lavorativa ottimale: - un'energia di movimento (analoga all'energia cinetica in fisica); - un'energia di accumulazione (analoga all'energia potenziale); - un'energia di trasmissione (analoga all'energia termica in fisica); - un'energia di reazione (analoga all'energia chimica). ek/ 28 L'energia di movimento è’quella, che manifesta la persona instancabile, superattiva, che si entusiasma facilmente, che segue tutti gli stimoli. L'energia di accumulazione caratterizza le persone puntigliose nel seguire un problema fino alla soluzione, e, quindi molto dedite alla riflessione, allo studio. L'energia di trasmissione è’quella di chi muove gli altri, contagiandoli con le proprie idee ed il proprio comportamento. L’energia di reazione e’posseduta da chi reagisce con nuove idee, al minimo stimolo, da chi esce dagli schemi con improvvise espressioni di genialità. Le quattro correlazioni con le aree lavorative sono: * energia di movimento: produzione, amministrazione; * energia di accumulazione: ricerca, lavoro professionale caratterizzato dal problem solving; * energia di trasmissione: guida e conduzione di personale, ruoli matriciali trasversali alla struttura funzionale (per esempio, product manager); * energia di reazione: marketing creativo, strategia di prodottomercato, management innovativo. ek/ 29 C... COMUNICAZIONE La maggior parte dei mezzi di comunicazione hanno radici nelle loro culture nazionali o locali. Ruperth Murdoch Si consideri per un attimo un'azienda di medie dimensioni, di buona tradizione, che abbia prodotti tecnologicamente avanzati e, che venda a un numero ristretto di clienti che, sono a loro volta imprese. Apparentemente, ed è una convinzione piuttosto diffusa in casi come questo, l'impresa non ha alcuna necessità di comunicare: a garanzia del suo successo sembra, anzi, concorrere la sua proverbiale sobrietà, la sua riconosciuta riservatezza, il suo badare al concreto. Esistono almeno sette valide ragione per stimolare questa impresa ad investire una parte dei suoi ricavi in comunicazione. Vediamole. 1 Il mondo industriale è sempre più competitivo e non basta far bene le cose, ma occorre farlo sapere. Un concorrente potrebbe, meglio di quanto faccia tale azienda tipo, far conoscere le proprie qualità e i propri prodotti ai pur pochi e fedeli clienti. ek/ 30 Ed ecco allora che, quanto era parso fino a quel momento un vantaggio -l'avere pochi e buoni clienti, che non richiedevano investimenti in comunicazione- diventa una minaccia esistenziale perché si scopre, di colpo, che il rischio commerciale non è stato ripartito e nessun canale privilegiato d'informazione verso i clienti/mercato è attivo e collaudato. 2 I clienti acquistano oggi solo se sono già mentalmente disponibili a comprare anche domani dallo stesso fornitore. Tale impresa tipo ha bisogno che, i clienti consolidino la stima nei suoi confronti non solo per i prodotti che sa realizzare nell'immediato, ma soprattutto per le prospettive che essa riesce a dimostrare di possedere, per il senso di sicurezza che, riesce a trasmettere e per la volontà di migliorare, che riesce a garantire. Tutti plus che, se ben comunicati, diventeranno per il cliente garanzia di continuità per il futuro. 3 L’ impresa tipo non deve solo vendere, deve anche comperare. Si trova in mezzo a una catena dove, quel che viene prima (i fornitori) non è meno importante di quel che viene dopo (i clienti). Ha dunque bisogno che, i suoi fornitori abbiano di essa un'immagine capace di generare quel rispetto, che si dimostrerà indispensabile nelle fasi di trattativa. 4 Per acquisire e conservare la credibilità di cui ha bisogno presso la comunità finanziaria, all'impresa non bastano bilanci ben redatti. ek/ 31 Alla nostra impresa tipo serve che, le banche e gli operatori finanziari percepiscano non solo la sua solidità economica, ma anche il suo dinamismo nell'espandere le aree d'influenza, la sua creatività nel reagire alle provocazioni dei mercati e della concorrenza, la volontà di emergere. 5. Non si può restare a lungo i migliori senza disporre del personale migliore. L’impresa in questione necessita di una immagine così positiva sul mercato del lavoro da attrarre facilmente risorse qualificate e giovani capaci di conservare florido il vivaio dei talenti, necessari a rivitalizzare le capacità creative dell'impresa. Nel mondo industriale esiste un alto tasso di disoccupazione, ma è altrettanto vero che, forse più che in passato, è estremamente difficile reclutare le persone giuste per il posto giusto. 6 L’impresa tipo vive il quotidiano ed ha bisogno di far capo a una comunità socio-politica ed ha alcuni imprescindibili organismi di coordinamento. Ha bisogno che la sua immagine sia autorevole nell'ambito delle associazioni di categoria e nelle associazioni territoriali, presso le comunità locali a contatto con le quali si svolge la sua vita di ogni giorno. 7 ek/ 32 L'impresa riconosce l’importanza infine di gratificare tutti coloro che concorrono a far “marciare” la struttura. E’importante che le persone migliori del suo organico siano motivate anche sul piano dell'appartenenza a un contesto ritenuto più che apprezzabile. E’ stimolante vivere in un ambiente il cui successo è decretato e condiviso da un pubblico stimato e ampio. ek/ 33 C... CUSTOMER MARKETING Negli Stati Uniti un detto afferma che il cliente é re, ma in Giappone il cliente é una deità. Tak Kimoto In un mercato sempre più competitivo il miglior modo di fare business è puntare alla soddisfazione del consumatore. Ecco consigli operativi, regole e miti da sfatare per rendere strategico il Customer Marketing della vostra impresa. In banca per depositare un assegno, in un supermercato per fare la spesa, in aereo, nella hall di un hotel: in queste ed in mille altre situazioni entriamo in contatto con un’organizzazione. La prima impressione, che ne riceviamo dipende dall'atteggiamento delle persone che ci servono. Una banca, un supermercato, una compagnia aerea possono essere giudicati negativamente per un solo contatto sbagliato. Ecco perché è determinante l'organizzazione del servizio al cliente. ek/ 34 Il cosiddetto Customer Marketing è un insieme di tecniche di vendita e di comunicazione con l'obiettivo di identificare, attirare, mantenere e rendere sempre più fedeli i clienti. Se ne parla da almeno vent'anni, ma l'assunto “il cliente è re” nella maggior parte delle imprese italiane è ancora utopia.. Se acquisire un cliente ha un suo prezzo, il servizio scadente genera la perdita del cliente e quindi costi incalcolabili. Secondo una ricerca dello Jacques Horovitz Institute, nato per promuovere la qualità del servizio, il 14% dei clienti nel settore automobilistico cambia fornitore ad ogni acquisto. La qualità del prodotto, in questo caso non è sufficiente: é più importante il servizio, la capacità di mantenere un rapporto con il cliente, di suggerirgli il prodotto giusto e di assicurargli tutta una serie di servizi postvendita. Che cosa fare in concreto? Primo: domandarsi se la propria organizzazione è pronta a gestire un servizio davvero efficiente. Il management deve informare e motivare i collaboratori. Soprattutto quelli a diretto contatto con il cliente. Nella scelta dei nuovi dipendenti da “prima linea” è importante selezionare chi sia naturalmente dotato di cortesia, ottimismo e voglia di piacere. Ma anche il dipendente meglio dotato deve essere istruito, prima del contatto diretto con il pubblico. La formazione può durare da pochi giorni a qualche mese, a seconda dell'impegno richiesto. E' indispensabile, dopo la formazione, l'aggiornamento costante sulle novità dell'organizzazione ed, in particolare, il coinvolgimento di tutti i dipendenti. ek/ 35 La Centax, società che offre una serie di servizi relativi ai mezzi di pagamento, in particolare gestisce Garanzia Assegni, ha definito gli standard del livello di servizio: tempi di connessione sempre più veloci, basso numero di chiamate a vuoto, tempi di transazione compressi. E, soprattutto bassa percentuale di approvazioni cui segue un esito negativo. L’Alitalia ha creato una Direzione Customer Service per applicare il concetto di qualità del servizio da quando il potenziale cliente chiede informazioni a quando raggiunge la destinazione desiderata. (check-in rapido, Volare informati sono alcune delle realizzazioni in tale ambito). La Coop ha attivato un numero verde, gestito attraverso del personale formato in tal senso, per cui la risposta telefonica deve avvenire non oltre il secondo squillo. Riepilogando: - il Customer Marketing, ossia la gestione del servizio al cliente, é un fattore preponderante nella competizione per qualsiasi impresa, anche la più piccola; - prevedere un sistema di premi per i clienti più fedeli; - verificare in prima persona, fingendosi clienti lo stato effettivo del servizio (Mistery Shopping); ek/ 36 - bisogna prestare più attenzione alla “voce dei clienti” e controllare che il servizio sia stato davvero percepito dall’end user. Come? Attraverso, per esempio, questionari inviati a scadenze precise. ek/ 37 ek/ 38 D...DdT: documento di trasporto Ho sempre avuto una destinazione per ogni dollaro che entrava. J.Paul Getty Entrato in vigore con il DPR 472 del 1996 ha introdotto forti modifiche nel campo della contabilità dei beni viaggianti, con notevoli semplificazioni soprattutto nell’export. Questo Documento può essere predisposto su un semplice foglio, senza l’obbligo di registrazione dei numeri dei bollettari sull’apposito registro di carico. Il contenuto minimo è il seguente: - la data del trasporto: deve essere quella della consegna o della spedizione; - le generalità del cedente: occorre indicare ditta, denominazione o ragione sociale o nel caso di persona fisica nome e cognome, residenza o domicilio e la partita IVA del cedente; - le generalità del cessionario; - le generalità dell’eventuale incaricato del trasporto (se il vettore è un dipendente del cedente o del cessionario non vi è obbligo di dichiarare le sue generalità). La numerazione non è obbligatoria ma è necessaria per beneficiare della fatturazione differita, dovendo quest’ultima riportare il numero del documento che ha accompagnato la merce durante il viaggio. ek/ 39 Nel caso di fatturazione immediata, sia che la merce venga trasportata direttamente dal cedente o tramite vettore non esiste nessun obbligo di accompagnare la merce con un Documento di Trasporto, a patto che la fattura sia spedita entro 24 ore dalla consegna. Naturalmente il vettore dovrà compilare una lettera di vettura. Discorso diverso vale per la fatturazione differita, dove per ogni consegna bisogna emettere un D.d.t. e alla fine del mese una fattura differita riepilogativa, richiamando i documenti di trasporto già emessi. Il documento di trasporto può essere sostituito da altri documenti alternativi quali la nota di consegna, la lettera di vettura e la polizza di carico, a patto che tale documentazione contenga tutti gli elementi richiesti dal D.d.t.. Casi in cui è obbligatoria l’emissione di una bolla di accompagnamento. L’abolizione della Bolla di Accompagnamento non tocca il trasporto di alcuni beni particolari: quelli sottoposti ad accise. Si tratta di acquaviti, benzine, birra, bitumi, gas metano, gasolio tabacco vini e spumanti, etc. Il trasferimento di detti prodotti può avvenire: o in sospensione di imposta fra depositi fiscali; o dopo aver pagato l’imposta tra depositi liberi. Nel trasferimento in sospensione di imposta occorre compilare il Daa (Documento amministrativo accise), mentre per la circolazione di merci che hanno già assolto l’imposta Ž previsto il Das (Documento amministrativo semplificato). Ci sono tuttavia prodotti esclusi per legge dall’obbligo di accompagnamento con i documento accise, per i quali la legge non prevede un documento sostitutivo: si tratta degli oli minerali quando ek/ 40 sono trasportati in partite superiori ai mille Kilogrammi e di beni non destinati a impianti soggetti a vigilanza, vale a dire birra e vino. In questo caso è obbligatoria l’emissione di una bolla di accompagnamento ai sensi del DPR 627/1978. I liquori che si movimentano con contrassegno, invece, sono esclusi sia dall’obbligo della bolla di accompagnamento che dal Documento Accise in quanto sottoposti all’obbligo di fascettatura. Il Documento di Trasporto nel commercio internazionale. Nella descrizione della disciplina del Documento di Trasporto occorre distinguere il rapporto fra l’operatore italiano e quello comunitario ed il rapporto fra l’operatore italiano e quello extracomunitario. Nel primo caso i soggetti nazionali che operano con gli altri Stati dell’Unione Europea non sono tenuti ad emettere alcun documento di accompagnamento, ma devono presentare alla dogana il modello chiamato INTRASTAT in cui vengono riportate tutte le operazioni intracomunitarie avvenute in un periodo di tempo prefissato. Nel secondo caso le esportazioni di merci sottoposte al vincolo doganale avvengono sempre scortate da specifico documento che è solitamente la bolletta di legittimazione doganale. Infatti in essa vengono indicate esattamente la tipologia dei beni, il mittente, il destinatario e la dogana a cui sono dirette le merci. Non è obbligatorio quindi compilare un D.d.t., ed una volta sdoganata la merce, nel territorio extra UE tale merce non necessita di nessun documento accompagnatorio. Nel caso di importazione di beni da un paese extracomunitario, una volta che le merci sono state nazionalizzate, non devono essere accompagnate da nessun documento. ek/ 41 La non applicabilità dell’IVA nelle cessioni all’esportazione, con l’abolizione della Bolla d’accompagnamento, viene dimostrata con la fattura di vendita vistata alla Dogana e la dichiarazione doganale di esportazione. Un discorso a parte merita il rapporto con la Repubblica di San Marino. Dal 27/09/96 le merci trasportate verso San Marino dovranno essere scortate da un documento di trasporto o di consegna da cui risulta: - la ditta, la denominazione o la ragione sociale, ovvero il nome e cognome, la sede, la residenza o il domicilio dei soggetti tra i quali è effettuata l’operazione di esportazione; - la natura, la qualità e la quantità dei beni esportati, nonché la data di effettuazione dell’operazione e le generalità dell’eventuale vettore; - la causale del trasporto. Il documento va compilato in triplice copia, di cui una resta in mano al mittente e due vengono conservati dal destinatario per i successivi controlli dell’Ufficio Tributario di San Marino. Lo stesso discorso vale nel caso di importazione di merci da San Marino. Le cessioni triangolari con l’estero. In questo caso a titolo semplificativo facciamo ricorso alla grafica: CEDENTE E CESSIONAR IMPORTAT ORE EXTRA UE CEDENTE ek/ 42 Nel primo caso ipotizziamo una vendita triangolare dove intervengono due operatori italiani ed un soggetto extracomunitario, definitivo acquirente del bene. Per avere la non applicabilità dell’IVA ai sensi dell’art. 8 del DPR 633/72 anche per la cessione interna sarebbe necessario che i beni venissero collocati fuori dal territorio comunitario direttamente dal primo cedente, mentre il cessionario cedente non deve materialmente entrare in possesso del bene nel territorio UE. La disciplina del D.d.t. non ha risolto ancora questo problema, che non si poneva affatto quando era in vigore la Bolla di Accompagnamento. Si attendono ulteriori chiarimenti dal Ministero delle Finanze per vedere come il D.d.t. possa surrogare la Bolla in questo compito. Stesso problema si pone se l’acquirente definitivo è un operatore intracomunitario. ek/ 43 DM... Direct Mailing nuovo advertising La più sicura protezione del consumatore é che il prodotto sia ben pubblicizzato. Lord Robens SFRUTTARE LE INFORMAZIONI Lo slogan degli specialisti del settore è: «non investire di più, ma investire meglio concentrando gli sforzi». Qualunque venditore cerca di raggruppare il maggior numero di informazioni possibile sui clienti da visitare. Analogamente, le tecniche di questa metodologia sfruttano al meglio tutte le notizie di cui l'azienda è in possesso, capitalizzandone i vantaggi. Un momento chiave della comunicazione diretta è dunque la gestione del data base, strumento di segmentazione del mercato e di pianificazione degli interventi promozionali. Il futuro del marketing diretto dipenderà in misura sempre crescente dal numero, dall'importanza e dalla qualità degli schedari. L'ADVERTISING TRADIZIONALE La pubblicità crea immagine e la rafforza, il dm1 costruisce una relazione tesa a cogliere le individualità dei consumatori. I tradizionali canali di comunicazione non vengono surclassati. Si devono semmai diversificare le azioni e non certo abbandonare i vecchi media, che anzi mantengono intatte le loro caratteristiche. ek/ 44 Gli strumenti di comunicazione più classici dovranno però aggiornarsi alle nuove realtà . L'operazione richiederà un grado di professionalità sempre più elevato, che alla lunga obbligherà le aziende a non poter quasi fare a meno degli specialisti. I professionisti del dm hanno a che fare con interlocutori perlopiù inesperti in questi sistemi di rapporto con il mercato che, pure, prima o poi tutte le aziende dovranno padroneggiare con disinvoltura. L'esempio del tv support advertising (ci si insinua in uno spot con la segnalazione di un numero verde) dimostra che per creare sinergie bisogna sapersi districare nel labirinto della comunicazione. 1 = direct mailing ek/ 45 D... DM: messaggio mirato Il dire bugie non rende nella pubblicità. Sir Tim Bell Nella definizione più amata dagli operatori di settore il DM è appunto un sistema dinamico interattivo, che miraad ottenere una risposta misurabile da un target specifico. Centra in pieno infatti l'esigenza di colpire con precisione un gruppo di persone aventi caratteristiche comuni, osservarne il comportamento al fine di anticiparne i bisogni ed infine, creargliene di nuovi. Per Jean-Pierre Lehnisch il DM “rappresenta la giusta risposta ai bisogni imposti dall'attuale contesto socio-economico”. Punto fermo di questa prospettiva è il seguente: il testo prevede e costruisce il proprio destinatario. Lo modella, lo dota di un particolare Sapere, Potere, Volere; si aspetta infine che, questo destinatario ideale condivida quei sistemi di valori veicolati dallo stesso discorso. Il compito di una semiotica applicata alla pubblicità, dunque con forti implicazioni pragmatiche, non è di analizzare i singoli elementi del messaggio, bensì le relazioni che li legano, al fine di evidenziare eventuali disfunzioni del sistema comunicativo o, se esso è ancora in fase di progettazione, di prevedere una corretta impostazione della struttura dell'annuncio. ek/ 46 A differenza dell'approccio psicologico, che considera il linguaggio un mezzo per la propria ricerca e non il punto focale di essa, l'oggetto di una semiotica orientata a comprendere la prassi comunicativa-pubblicitaria in particolare, è il linguaggio in sé e per sé, verbale e non verbale, concretamente usato dai parlanti e denominato testo. Da quest'ottica, il testo è identificabile sia come sistema (insieme strutturato di segni gerarchicamente correlati da nessi funzionali e costanti) sia come processo (mezzo attraverso cui si prevede e si realizza interazione comunicativa tra autore e destinatario del messaggio). Messaggi chiari essenziali dal sapore anglosassone: la nuova tattica delle aziende per conquistare il consumatore del 2000. C’é chi crede nel valore della pubblicità che stupisce e, chi predilige una comunicazione informativa. Il futuro sarà quello di una pubblicità che informa: l’informazione troverà terreno fertile, per esempio, in Internet. La pubblicità d'effetto invecenon avrà lunga vita perché a forza di voler stupire, alla fine, non stupirà più nessuno. Per le emozioni invece ci sarà sempre spazio. Il mercato premierà chi saprà suscitare un grado di emozione elevato e coerente con il prodotto. Il valore della marca si deve esprimere essenzialmente attraverso eccellenti prodotti a buoni prezzi e con un'approfondita informazione sul prodotto. Pertanto la comunicazione è un elemento irrinunciabile, che deve far parte integrante ed armonica di un marketing mix . Puntando su una pubblicità informativa, si fa leva sulla maggiore razionalità del consumatore moderno, tanto che la ek/ 47 comunicazione é divenuta un diritto: il diritto di conoscere a fondo cosa compra e quali sono le innovazioni di prodotto che via via l'azienda presenta sul mercato. Ultima ma non meno importante qualità del messaggio informativo è la sua adeguatezza nell'esprimere una pubblicità corporate sulla quale si stanno orientando gran parte delle aziende., in quanto hanno maggior interesse a creare brand awareness, ossia conoscenza della marca. ek/ 48 D... DISTRETTI Un imprenditore, se esiste, é un programmatore nato e uno che escogita cose. Alan Sugar Negli ultimi anni i distretti industriali di piccola impresa hanno fatto registrare un miglioramento delle loro performance di sviluppo e si sono sempre più caratterizzati come struttura portante dell'economia italiana, in grado di coniugare la specializzazione per fasi produttive tipica delle microimprese, con una forte e crescente apertura sui mercati esteri. Queste realtà produttive, affermatesi fin dagli anni Settanta, sono state “scoperte” ufficialmente anche dagli osservatori internazionali (tra cui Porter), costituiscono sicuramente il cuore del sistema manifatturiero italiano e sono oggetto di una crescente attenzione da parte degli osservatori economici e policy maker. I distretti si caratterizzano per la specializzazione in ben definiti settori di attività economica: così il tessile e abbigliamento (settore che caratterizza oltre un terzo del complesso dei distretti) è fortemente presente in Lombardia, Veneto, Marche e Toscana, mentre in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto si rileva una specializzazione soprattutto nel settore meccanico. Il settore dell'arredamento è particolarmente forte in Veneto, mentre quello dell'industria alimentare è concentrato in Emilia Romagna. ek/ 49 Il rafforzamento della struttura dei nostri distretti emerge in maniera evidente dall'indagine che l'Istituto Tagliacarne e l'Unioncamere effettuano annualmente su un campione di imprese che operano nei distretti industriali e che dà il polso della situazione delle imprese localizzate in tali aree. E infatti distretti come Biella, Sassuolo, Carpi, Prato, Vigevano, la Brianza, per citare solo i più noti, hanno sviluppato (o ulteriormente consolidato) il loro ruolo di leader sui mercati internazionali. In generale, lo “spessore” produttivo e strategico delle imprese distrettuali è superiore alla media delle imprese italiane di minori dimensioni: il 64% ha infatti realizzato negli ultimi anni strategie espansive, finalizzate a ricercare nuovi segmenti di mercato e ad ampliare il mix dell'offerta. Quasi un terzo delle imprese distrettuali, inoltre, si rivolge prevalentemente ai mercati esteri. Queste aree hanno visto negli ultimi anni una sostanziale modificazione nei rapporti tra imprese, con il crescente emergere di aziende leader di medie dimensioni (in termini di fatturato), che hanno assunto un ruolo di spicco nell'organizzazione dei rapporti produttivi tra aziende locali, assumendo spesso una vera e propria funzione di guida per gli orientamenti produttivi (e commerciali) dei distretti industriali. Due sono stati i fenomeni che hanno caratterizzato in maniera più evidente la recente dinamica dei distretti e che spiegano in misura consistente il loro successo: - la ricomposizione dei rapporti di subfornitura - la crescente internazionalizzazione delle imprese. ek/ 50 Entrambi questi fenomeni sono il frutto della tensione continua verso il miglioramento della qualità del prodotto. Il distretto industriale si caratterizza (storicamente) come un'area in cui la divisione del lavoro tra le imprese è molto forte, tanto è vero che la sua peculiarità consiste nello “scomporre” le diverse fasi produttive tra le imprese locali. E ancora oggi si conferma la propensione delle imprese distrettuali a realizzare collegamenti produttivi e ad affidare fasi di lavorazione ad altre imprese. Oltre la metà delle imprese del distretto affida lavorazioni ad altre aziende e, si tratta di un fenomeno che riguarda sia aziende che producono beni per il mercato finale, sia quelle che operano in subfornitura. Sul versante della subfornitura è però sempre più evidente che il maggior fattore di scelta del subfornitore è rappresentato dalla capacità di quest'ultimo di fornire prestazioni aventi un livello qualitativo crescente, e tale fattore fa premio rispetto a quello tradizionale della contiguità fisica. In altri termini la vicinanza fisica del subfornitore al proprio committente non è più fattore prioritario. La qualità della prestazione si rafforza come elemento di valutazione, in quanto è giudicata fattore essenziale nella scelta dai committenti. La costante attenzione alla qualità del prodotto ha contribuito alla decisa affermazione delle imprese dei distretti sui mercati internazionali. A conferma l'acquirente straniero sa di poter ottenere prodotti di elevato standard qualitativo, a condizioni di costo che comunque sono considerate convenienti. E l'apertura sui mercati stranieri sta avendo effetti anche sulla scelta delle funzioni produttive da svolgere all'interno dell'impresa e sulla ek/ 51 selezione dei subfornitori. Se la divisione del lavoro tra imprese è un elemento che continua a caratterizzare la struttura produttiva del distretto, si è ormai anche consolidata una fascia consistente di aziende (generalmente di medie dimensioni) sempre più orientata a riportare all'interno fasi di lavorazione, con ciò dimostrando una forte volontà di controllare il processo produttivo. Si ravvisa dunque una generalizzata propensione ad ampliare i riferimenti della subfornitura a contesti più ampi, anche sviluppando collaborazioni produttive con aziende straniere. In questo senso si coglie una crescente propensione delle imprese operanti nei distretti a stipulare accordi di collaborazione con subfornitori di altri paesi. A valle della produzione, un fattore considerato strategico dalle imprese del distretto per sviluppare la propria presenza all'estero è la creazione o l'acquisizione di unità commerciali all'estero. È inoltre elevato l'interesse mostrato dalle aziende verso la creazione di joint venture, considerate una modalità di internazionalizzazione di priorità strategica. I paesi stranieri di riferimento vengono individuati anche in base alla maggiore convenienza da loro offerta nei fattori di costo. Gli imprenditori tendono infatti a dirigersi verso quelle aree in cui tale vantaggio svolge un ruolo importante nella definizione dell'accordo. Infatti, si pensa di realizzare iniziative di internazionalizzazione allargata verso i Paesi del bacino del Mediterraneo, scalzando i Paesi dell'Est europeo, si stanno sempre più affermando come nuova frontiera delle iniziative di collaborazione aziendale transnazionale. Si mostrano particolarmente orientati a stabilire collegamenti con queste aree gli operatori dei distretti che intendono affidare fasi di lavorazione e quelli che vogliono trasferire tecnologie e know how. ek/ 52 Il rafforzamento della presenza all'estero delle imprese dei distretti è inoltre legato alla possibilità di utilizzare in maniera adeguata alcuni servizi a supporto dell'internazionalizzazione, innanzitutto quelli orientati all'operatività e al conseguimento di risultati nel breve periodo (individuazione clienti, contatti con intermediari, informazioni specifiche sulle potenzialità di mercato dei prodotti aziendali). Tra i soggetti ritenuti più affidabili per l'erogazione di tali servizi figurano in primo luogo operatori privati (in particolare intermediari commerciali e società specializzate). Più contenuto invece, rispetto a quanto si rileva per la media delle imprese, è il ricorso a soggetti pubblici (quali Camere di commercio e Istituto per il Commercio Estero). Sembra, però, che il sistema delle Camere di commercio sia considerato come soggetto di riferimento in particolare per la fornitura di informazioni sui prodotti/mercati, e in questo campo il ricorso delle imprese alle Camere sopravanza tutti gli altri soggetti (pubblici e privati) fornitori di servizi. ek/ 53 D... DISORDINE ORGANIZZATO Cavalieri Bianchi e Cavalieri N eri sono uguali al buio. Michael Sheacao Anche il disordine va organizzato. Riflessioni per non incorrere nelle piccole disattenzioni che all'azienda costano care. Il leggendario Murphy non si é mai reso conto che le sue leggi, in cui va sempre tutto storto, sono sostanzialmente la perfetta descrizione del caos: non si sa il perché, ma va sempre tutto nel verso sbagliato. L'altra caratteristica determinante del caos è legata agli avvenimenti possibili. In genere “Un'azienda è disorganizzata perché satura di lavoro”, oppure “Quando non c'è lavoro, non c'è nulla da organizzare”. Altro aspetto da non sottovalutare é l’importanza del dettaglio. “Signorina, spedisca questa offerta per le 200 mila maniglie di ottone”. La signorina compila il fax con diligenza, salvo per una inversione di cifre nel prezzo delle maniglie: ITL.2.306 invece che 2.360. La differenza sul totale è di 10milioni 800 mila lire. ek/ 54 L'esempio può essere discutibile, ma è utile per capire che i costi di certe disattenzioni sono superiori alle nostre peggiori aspettative. Una delle certezze principali in azienda è che almeno il 70% degli impiegati è poco attento ai particolari. Il restante 30% è composto dai manager di livello più alto, dai proprietari e, solitamente, dagli amministrativi, che devono essere pignoli di mestiere. Uno dei più difficili processi di apprendimento in azienda riguarda l'attenzione ai particolari: come fare? La prima soluzione: istituire una serie di piccoli controlli incrociati sul lavoro altrui. Ogni collega dovrà controllare parti del lavoro di un altro. L'importante è che in caso di errore sarà il controllore ad essere redarguito. Immediatamente tutti lavoreranno con più attenzione, per evitare che le proprie colpe siano attribuite a un altro di pari livello. La seconda soluzione è più originale e non sempre applicabile: chiedete ad un gruppo di universitari di fare una tesi sull'organizzazione dell’azienda. Si avrà così la possibilità di introdurre nuovi sistemi di controllo e di programmazione, per i quali era impensabile trovare tempo per studiarli. ek/ 55 D...DISTRIBUZIONE Fai tutto quello che puoi, risparmia tutto quello che puoi, dai tutto quello che puoi. Margareth Thatcher Seguendo delle direttrici/guida di impegno per i distributori, emergono le seguenti tematiche: 1) Controllo dei flussi logistici. L'esperienza dei maggiori distributori europei insegna che la riduzione dei costi operativi, e l'ottimizzazione del rapporto tra servizio reso (massimo!) e immobilizzo in scorte (minimo!) è tanto maggiore, quanto più essi gestiscono direttamente i flussi di prodotto attraverso un circuito centri distributivi-trasporti-negozi controllato direttamente. In molti casi all'avanguardia ormai il controllo si estende al 95% del flusso di tutte le merci, siano esse surgelate, fresche, freschissime. La ragione dell'efficienza consiste nel dominio che i distributori ottengono, in questo modo, sulle tecnologie e sulle informazioni operative. E la collaborazione con i produttori è indispensabile per calibrare tutti gli aspetti del flusso ed evitare che l'efficienza dell'uno si traduca in inefficienza degli altri. ek/ 56 2) Gestione della micro-informazione. Quasi tutta la distribuzione dispone, in tempo reale, di dati elementari attraverso gli scanner alle casse, ma ne fa ancora un uso modesto. La sfida consiste nell'utilizzare a fondo questi dati, in almeno due direzioni: I) - previsione analitica delle vendite, a livello di referenza/punto vendita/giorno, e conseguenti procedure di riapprovvigionamento da Cedi e da fornitore. La collaborazione con i produttori serve a realizzare insieme il cosiddetto "rifornimento continuo" mettendo questi ultimi "in linea" con le vendite finali e condividendo il beneficio di stockout annullati e di stock minimi (stockout zero e rotazioni di 25-35 volte non sono più una chimera per qualcuno in Europa!); II) - la fidelizzazione del cliente. La micro-informazione consente infatti di riprodurre nella distribuzione moderna il clima ed i servizi tipici del commercio tradizionale "personalizzato", nel quale ogni cliente viene riconosciuto, servito nei bisogni che esprime, ricercato per le sue esigenze potenziali. Le carte personali e i dati Pos consentono di lavorare in questa direzione. E la collaborazione con i produttori consente di approfondire insieme meccanismi e, le aspettative reali di consumo sviluppando promozioni realmente efficaci, ben calibrate ed innovative. 3) Strategie delle categorie. L'acqua minerale è omogenea alle bibite gassate o no? I prodotti vanno esposti secondo marca, oppure per tipologia, o per occasione di consumo? È meglio avere 200 referenze, oppure 50, oppure 10 del prodotto tale nella fascia di prezzo bassa? E, soprattutto, cosa ci ek/ 57 attendiamo "strategicamente" da un prodotto: volumi, margini, attrazione di nuovi clienti, immagine od altro? Risposte analitiche a queste domande consentono di passare da una cultura di "vendo ciò che ho comprato" a "compero quello che voglio vendere", differenziandosi così dalla concorrenza. Il metodo consiste nell'analizzare, progettare, descrivere e comunicare all'organizzazione una strategia per ogni categoria merceologica, e coordinare di conseguenza i comportamenti operativi: è la sfida del Category Management. La collaborazione con i produttori serve a condividere competenze preziose per la loro complementarità ed a concepire insieme alleanze di sviluppo e di redditività altrimenti impensabili. Dall’altro lato le direttrici/guida di impegno per i produttori si evidenziano in: 1) Rifornimenti a flusso continuo. Mentre la distribuzione si attrezza per richiedere il ripristino continuo dei propri Cedi/punti vendita, spingendo al massimo il servizio e riducendo al minimo gli stock, la produzione prende atto che meccanismi, come gli ordini a carico completo, le "caricate promozionali", le consegne "quando possibile" stanno per scomparire. I casi sono due: resistere, facendo leva sul proprio potere di marca e cercare di ottimizzare da soli le proprie variabili operative, oppure "cavalcare la tigre" e, studiare e progettare modalità strategicamente migliorative per entrambi. Per esempio, cercando di ottenere i dati di vendita e di previsione per articolo/punto vendita e concordando criteri di saturazione dei mezzi di trasporto. ek/ 58 2) Riprogettazione di processi e strutture commerciali. Tutto il management discute di Business Process Reengineering ovvero di come riprogettare in modo efficace ed efficiente processi e strutture organizzative. Dalla collaborazione produttori-distributori ecco due suggerimenti concreti e attuabili: - tutto il ciclo dell'ordine può essere ripensato, tenendo conto dei meccanismi di rifornimento continuo e di trasmissione elettronica dei dati. L'obiettivo è l'eliminazione della carta e delle discontinuità negoziali, sostituite da autostrade informatiche percorse da mezzi e prodotti secondo criteri concordati e guidati dalle vendite reali al consumatore; - ruoli e attività delle persone addette alle vendite cambiano drasticamente, e - di conseguenza - si riduce il loro numero e si eleva la loro professionalità. L'esperienza, soprattutto anglosassone, dimostra che esiste un'opportunità di riprogettazione delle mansioni simile alla rivoluzione già apportata in fabbrica da programmi di automazione industriale. 3) Sviluppo e Lancio Prodotti. I produttori rivendicano il compito di realizzare, lanciare nuovi prodotti. Ma è un dato di fatto che oltre il 90% dei loro sforzi ha un contenuto di innovazione basso o nullo, mentre i costi della ricerca crescono al punto da "pretendere” tassi di successo molto più elevati. Anche su questo fronte la collaborazione con i distributori è ricca di sorprese e di benefici, perché mettendo in comune le esperienze sui comportamenti d'acquisto del consumatore e le competenze in ek/ 59 merito a come posizionare e lanciare un articolo, si dimostra di poter innalzare il tasso di successo. ek/ 60 D ... DISTRIBUZIONE INNOVATIVA Se vedo qualcosa che mi piace, lo compro, e poi tento di venderlo. Lord Grade Le catene distributive e l'industria di marca hanno deciso di superare insieme uno storico steccato per definire le politiche di sostegno della domanda, iniziando a studiare come coordinare le politiche promozionali e lo sviluppo di nuovi prodotti. L'iniziativa è stata decisa nell’ambito della ECR Italia, organismo creato da industria di marca e catene distributive (sul modello già sperimentato negli USA) per abbattere i costi lungo la filiera dei prodotti tra produzione e consumo. Intendendo con ciò miglioramento delle relazioni strutturali per l’eliminazione degli sprechi di risorse dovuti alla mancata integrazione e ottimizzazione dei sistemi di trasporto delle merci, di stoccaggio, di controllo e gestione dei flussi di comunicazioni tra imprese e strutture commerciali. Finora sul piano delle politiche commerciali, delle promozioni e dello sviluppo (nonché lancio sul mercato di nuovi prodotti), tra imprese industriali e catene distributive c'é stata un’aperta conflittualità. ek/ 61 Si cercava di vendere al minor costo, mentre ora si vorrebbe vendere di più e soprattutto meglio. Con il consumo al centro di ogni strategia, le catene distributive possono mettere in campo una conoscenza diretta del consumatore, delle esigenze e delle tendenze in atto. L’industria di largo consumo può far leva sulle consolidate capacità di innovazione e di ricerca sui prodotti. Queste competenze vanno integrate per mettere a fuoco maggiori possibilità di sviluppo dei mercati. Il problema di fondo, è quindi quello di utilizzare nel miglior modo possibile le risorse, che vengono impiegate nelle operazioni di marketing così come nel lancio di nuovi prodotti sul mercato. Non va dimenticato, infatti che la percentuale di fallimenti tra i nuovi prodotti, a distanza di qualche anno dal lancio (la permanenza sugli scaffali e la scarsa movimentazione rappresentano dei costi) resta elevata. L’obiettivo è quello di poter costruire regole comuni che vadano dalla classifica dei prodotti alla individuazione delle strategie promozionali, dalle modalità di preparazione del lancio di nuovi prodotti alla movimentazione delle informazioni relative ai consumatori. Si può così estendere l’area di miglioramento dell’efficienza, che altro non é se non la base per una valida competitività, dell’intero sistema per poi arrivare in un futuro prossimo a partnership mirate tra imprese e catene commerciali, come già avviene in altri Paesi Europei. ek/ 62 D...DOCUMENTI: import/export Confida in Allah, ma lega il tuo cammello. Yaquib Alj DAU :DOCUMENTO AMMINISTRATIVO UNICO E’ un apposito formulario su cui viene redatta la dichiarazione dell’operatore circa il regime doganale che intende conferire alle merci in entrata od uscita dallo Stato. Il DAU si compone di otto esemplari da utilizzare a seconda della destinazione doganale, che può essere: - esportazione definitiva; - importazione definitiva; - esportazione temporanea; - importazione temporanea; - transito comunitario; - deposito; - spedizione in cauzione; - cabotaggio e circolazione. (ipotesi residuale concernente merci, che circolano in Italia ma, che per motivi di trasporto escono dalle acque italiane). La dichiarazione dopo la registrazione in dogana assume il valore di bolletta doganale. La bolletta doganale è obbligatoria per tutte le operazioni con i Paesi terzi. ek/ 63 E’ stata invece abolita per gli scambi intracomunitari a partire dall’ 1/1/93 (Mercato Unico Europeo). Le merci comunitarie scambiate tra i Paesi membri viaggiano scortate solo da un documento commerciale (fattura, packing list, ...). ek/ 64 T1 e T2:TRANSITO COMUNITARIO La circolazione delle merci all’interno dell’Unione Europea può avvenire in transito : 1) transito comunitario interno: riguarda le merci originarie dell’UE oppure ivi immesse in c.d. libera pratica (pagamento dazi all’importazione), che sono destinate ad un altro Paese membro e che, nel corso del trasporto via strada, attraversano un Paese EFTA (es. Svizzera). I beni in questa ipotesi viaggiano accompagnati - almeno per il tragitto nel territorio non comunitario - dal T2; documento di transito, che garantisce l’Amministrazione doganale del Paese attraversato, che la merce è solo di passaggio, e non sarà immessa in consumo nello Stato. Contemporaneamente, attesta il carattere comunitario dei beni. Il T2 può essere emesso dallo spedizioniere, dal vettore, o qualora la dogana competente l’avesse autorizzata attraverso la c.d. procedura semplificata dall’impresa esportatrice direttamente. Il documento di transito va compilato utilizzando gli appositi esemplari (1, 4, 5 e 7*) del formulario DAU. Può essere emesso presso una qualunque dogana prima dell’entrata nel Paese EFTA e scaricato presso una qualunque altra dogana nel Paese UE di reingresso. Nessun esemplare del T2 rimane o viene restituito all’esportatore. Il transito comunitario interno può riguardare anche i trasporti ferroviari (la lettera di vettura CIM viene equiparata al T2) ed aerei (manifesto equivale al T2) e, particolari cautele sono previste per quello via mare. ek/ 65 -------------------------* Esemplare 1: trattenuto dalla dogana di partenza; esemplare 4: trattenuto dogana luogo di reingresso UE; esemplare 5: timbrato e rispedito dalla dogana luogo di reingresso alla dogana di partenza; esemplare 7: per statistiche nel Paese di importazione. 2) Transito comunitario esterno: riguarda le merci di origine di Paesi terzi e non immesse in libera pratica nella UE, destinate ad un Paese comunitario od EFTA e, che transitano attraverso Stati UE od EFTA. Il documento di transito che accompagna la merce è il T1, anch’esso redatto sugli appositi formulari del DAU. CARNET TIR Documento - istituito dalla Convenzione di Ginevra del 1959 - che consente di effettuare trasporti su strada (TIR: Transport International Routier) di merci con attraversamento di stati terzi (e non aderenti al ek/ 66 transito comunitario) senza ispezioni doganali e/o pagamento o deposito di diritti doganali per ogni Paese di passaggio. Il trasporto deve aver inizio o termine in un Paese non comunitario. Il carnet TIR è rilasciato dalla CCIAA (su richiesta delle ditte di spedizione iscritte Registro TIR) e si compone di più fogli interni - c.d. volets - in numero variabile di 6 o 14 a seconda delle frontiere da attraversare e del numero quindi, di dogane di partenza ed arrivo che interessano il trasporto. La nuova Convenzione (Ginevra 1975) prevede la possibilità di applicare il regime TIR anche qualora solo una parte del percorso sia su strada. Di fatto, nell’assenza di ulteriori specifiche, il carnet può essere utilizzato anche per trasporti combinati (strada - rotaia - via mare - aereo). CARNET ATA Documento rilasciato dalla CCIAA, dietro prestazione di apposita garanzia, per la temporanea esportazione di merci e successiva reimportazione (o viceversa). Per: beni destinati a mostre, fiere, dimostrazioni e/o manifestazioni diverse; campioni commerciali; etc. I prodotti devono essere riconoscibili al loro rientro; generalmente quindi in uscita vengono apposte marcature, punzonature o altro. Il carnet ATA ha validità un anno, periodo nel quale può essere utilizzato per un numero illimitato di viaggi. ek/ 67 Il meccanismo di funzionamento ricalca il carnet TIR: il documento è composto da più fogli c.d. volets che vengono di volta in volta timbrati dalle dogane interessate. Il suo impiego esonera l’operatore dal garantire i diritti doganali alle autorità estere (intervento di un ente garante). CERTIFICATI DI CIRCOLAZIONE Accompagnano le merci esportate da Paesi comunitari verso Paesi terzi* con cui l’UE ha stipulato accordi preferenziali, creato aree di libero scambio o unioni doganali che, consentono di effettuare transazioni commerciali in esenzione o riduzione daziaria. Queste agevolazioni doganali sono concesse solo per beni originari in uno dei Paesi dell’accordo. ------------------------* Stati ACP. PVS, Paesi PTOM, Maghreb e Machrak, Paesi EFTA, P.E.C.O., Turchia, Malta, Cipro, Lituania, Lettonia, Estonia, Israele, Romania, Bulgaria, ex Iugoslavia. I certificati di circolazione sono c.d. EUR 1 e, per le spedizioni postali EUR 2. Per la Turchia: A.TR. 1 (spedizione diretta) o l’A.TR. 2 (spedizione indiretta, ossia con passaggio attraverso Paesi terzi). Tali documenti sono rilasciati dalla dogana e costituiscono appunto la prova dell’origine delle merci esportate. ek/ 68 Alcuni Paesi potrebbero richiedere in aggiunta il Certificato d’Origine. CERTIFICATO D’ORIGINE Documento che attesta il Paese di origine delle merci. Viene utilizzato per verificare l’applicazione ed entità dei diritti doganali e/o l’esistenza o meno di divieti all’importazione, per beni di determinati Paesi. Non sempre è obbligatorio e viene generalmente predisposto su specifica richiesta della controparte estera. Lo rilascia la CCIAA su istanza dell’esportatore od, anche, il Consolato del Paese importatore. INTRASTAT: SCAMBI INTRACOMUNITARI La realizzazione del Mercato Unico Europeo ha portato all’eliminazione dei controlli fisici sulle merci (salvo eccezioni) e delle procedure doganali relativamente agli scambi di beni comunitari tra i Paesi membri. Gli operatori devono tuttavia adempiere - per ragioni di carattere fiscale e statistico - alla compilazione di elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti intracomunitari. Gli Intrastat devono essere redatti, direttamente dal soggetto obbligato o da terzi delegati, su appositi moduli: - INTRA 1 per le cessioni (colore verde); ek/ 69 - INTRA 2 per gli acquisti (colore rosso). Ogni modello si compone di un frontespizio (dati dichiarante) e di due sezioni, la sezione 1 (dati relativi acquisti o cessioni) e la sezione 2 (rettifiche alle dichiarazioni precedenti). Gli elenchi devono essere compilati periodicamente e consegnati alla dogana (qualunque ufficio) competente per territorio. La periodicità dipende dall’ammontare annuale degli scambi intracomunitari realizzati dall’operatore: - fino a 50 milioni: dichiarazione annuale; - tra 50 e 150 milioni: elenchi trimestrali; - oltre i 150 milioni: dichiarazioni mensili. CVS: COMUNICAZIONE VALUTARIA STATISTICA Richiesta dall’Ufficio Italiano Cambi (UIC) per finalità statistiche, la CVS è una dichiarazione scritta redatta su appositi moduli contenente dati ed informazioni sulla gestione valutaria delle operazioni con l’estero poste in essere dall’operatore. E’ obbligatoria solo per le transazioni di importo pari o superiore ai 20 milioni di lire (o controvalore). La CVS riguarda le operazioni: - correnti mercantili: esportazioni ed importazioni; - correnti non mercantili: royalties, transiti, licenze, brevetti, etc; - finanziarie; - compensazioni valutarie. Deve essere presentata all’UIC, a cura: ek/ 70 - dei residenti segnalanti o da intermediari abilitati (banche) per le operazioni non canalizzate; - dagli intermediari abilitati per le operazioni canalizzate. I termini di presentazione della CVS sono il 10 del mese successivo nel caso di dichiarazione effettuata direttamente dall’operatore, e l’ultimo giorno del mese successivo a quello di riferimento se redatta dalla banca abilitata. I moduli di segnalazione valutaria sono articolati in due parti: la prima contiene i dati identificativi del soggetto che la presenta (operatore o intermediario), la seconda è suddivisa in quattro sezioni: - sezione 1: contiene i dati dell’operatore segnalante; - sezione 2: concerne le operazioni poste in essere ed è diversa a seconda della tipologia (correnti mercantili, non mercantili, finanziarie, compensazioni valutarie); - sezione 3: relativa al regolamento (tipo, importo, modalità, copertura rischio di cambio); - sezione 4: è da compilare solo nel caso di operazioni in valori mobiliari. ek/ 71 ek/ 72 E... EXPORT: l’abc Mi eccita fare affari: la mia adrenalina sale. Philippe Edmonds Molti operatori vista la situazione del mercato nazionale sono indotti a considerare la possibilità' di esportare. Quali sono le problematiche che deve affrontare un'impresa che si propone di vendere all'estero? Una simile progettualità impone di valutare con molto attenzione il mercato o i mercati esteri nei quali si vuole intervenire e, non solo in un'ottica di marketing, ma anche in una prospettiva di stabilità dei cambi valutari e del sistema economico in generale del Paese straniero. In ogni caso la regola é cautela, per non vanificare ognisforzo inseguendo un ghiotto affare. Questo vale in particolare per i Paesi extra-Ue, nei quali si opera molto spesso tramite intermediari locali privi di scrupoli, oscure società di brokeraggio con sedi in Svizzera o in Liechtenstein e poche informazioni a disposizione sull'affidabilità del cliente estero. Occorre, dunque, uno studio rigoroso: e per questo ci si può avvalere della collaborazione degli Eurosportelli 1 delle Camere di Commercio provinciali, di quelle estere in Italia e dell’ICE. ek/ 73 In particolare, si dovrà approfondire la complessa normativa di import-export con il Paese in cui si intende operare, le procedure doganali, l'entità dei dazi e l'esistenza di vincoli e limitazioni, per considerare infine il problema trasporto e le reti distributive estere, spesso assai diverse dalle nostre. Se le informazioni raccolte ci inducono ad approfondire e/o sviluppare tale progettualità, ci si deve occupare innanzitutto delle normative sul prodotto nel Paese estero: materiali ammessi, certificazioni di qualità, etichettatura e informazioni obbligatorie sul prodotto al consumatore. Le normative Usa in tema di sicurezza del prodotto, per esempio, sono estremamente rigide. E' possibile modificare il prodotto per adeguarlo agli standard richiesti e a quali costi? L'incidenza dei costi di trasporto, assicurazione, imposte e dazi, può esporci al rischio di essere fuori mercato in termini di prezzo finale, così come i costi relativi all'assistenza tecnica e alla garanzia di prodotto offerta possono rappresentare un ulteriore ostacolo. Per iniziare ad operare con l’estero una impresa già costituita deve: 1) richiedere alla locale Camera di Commercio il cosiddetto “numero meccanografico” di qualificazione degli operatori internazionali italiani; 2) verificare la categoria merceologica dei prodotti che si intendono esportare e la categoria di appartenenza, ovvero ek/ 74 se si tratta di merci liberamente esportabili, definite“ a dogana ” o soggette ad autorizzazione ministeriale, dette“a licenza”. Se i prodotti rientrano nella prima categoria, tutto é più facile, mentre nell’altro caso bisognerà richiedere una specifica autorizzazione al MINISTERO COMMERCIO ESTERO, prima di procedere all’esportazione. Può essere utile appoggiarsi ad uno spedizioniere internazionale, il quale oltre ad organizzare il trasporto, se del caso, normalmente si assume- su richiesta2 anche il compito di assistenza nell’espletamento delle operazioni doganali e di preparazione dei documenti di accompagnamento e, talvolta anche nella scelta delle coperture assicurative. Nel caso in cui si riceva una richiesta d'acquisto da parte di un'impresa estera e si dovesse formulare una specifica offerta: quali sono i punti da ricordare? - Descrizione dettagliata della merce ( sia per quantità che per tipologia) - Imballaggio - INCOTERMS - Prezzo unitario in valuta oppure in lire italiane (ITL.) - Modalità di pagamento e tempistica - richiedere particolari licenze di importazione ek/ 75 - Spedizione - Periodo di validità dell’offerta - Informarsi se esistano particolari disposizioni legislative relative al prodotto - Richiedere se esiste un rapporto privilegiato con uno spedizioniere di fiducia - allegare la proforma invoice per - pagamenti anticipati - per aperture di credito Attenzione: molteplici sono ovviamente le modalità di pagamento di un credito e tutte con qualche margine di rischio, maggiore o minore. Per esempio, il bonifico bancario, di norma effettuato via SWIFT, per una più rapida trasmissione dell’ordine di pagamento da banca abanca, è il sistema più semplice ma nonprivo di possibili sorprese. La Lettera di Credito - invece regolamentata dalle Norme Uniformi della CCI pubblicazione 550 é il modo più complesso ma, per esser certi di incassare si deve porre molta cura alle clausole. 1 Il BC-NET (Business Cooperation Network),offerto attraverso l’Eurosportello, é un servizio creato per favorirre gli interscambi nell’ambito UE, in particolare per le PMI, favorendo la cooperazione trasnazionale. Gli sportelli della rete BC-NET si propongono quali intermediari per attivare contatti d’affari ek/ 76 Per esempio un’impresa ricerca un partner in Belgio per la distribuzione dei propri prodotti, può segnalare tale esigenza al locale BC-NET, il quale raccoglie tutte le informazioni utili e le trasmette a Bruxelles, ove ha sede l’elaboratore centrale; laricerca viene attivata incrociando domanda ed offerta garantendo la massima riservatezza. Solo quando esistono le premesse per un effettivo sviluppo di un contratto d’affari verrà divulgata l’identità dei partner affinché la trattativa prosegua autonomamente. 2 ART .1683 COD.CIV. Indicazioni e documenti che devono essere forniti al vettore Il mittente deve indicare con esattezza al vettore il nome del destinatario ed il luogo di destinazione, la natura, il peso, la quantità ed il numero delle cose da trasportare e gli altri estremi necessari per eseguire il trasporto. Se per l’esecuzione del trasporto occorrono particolari documenti, il mittente deve rimetterli al vettore all’atto in cui consegna le cose da trasportare. Sono a carico del mittente i danni che derivano dall’omissione o dall’inesattezza delle indicazioni o dalla mancata consegna o irregolarità dei documenti. ek/ 77 E...EXPORT Il manager deve avere uno scopo, una dedizione e quella dedizione deve avere un impegno emotivo. Harold Geneen Esportare significa sapere anche come muovere i primi passi su mercati esteri: tale decisione dipende principalmente dall e dimensioni, dalle risorse finanziarie e tal tipo di produzione dell'azienda. Le strade possono essere: - istituire un ufficio export responsabile della promozione, distribuzione e spedizione del prodotto sul mercato estero; - incaricare una società commerciale “esportatrice” che svolga il lavoro per la società, retribuita a provvigione. In genere, le PMI optano per la seconda soluzione. Questa scelta offre il vantaggio di sollevare il produttore da tutto il complesso lavoro di esportazione. In qualità di rappresentante, la società ha il compito di visitare periodicamente i clienti situati sui mercati esteri, prestando assistenza durante le loro visite in Italia. Anche l'attività di conferma, spedizione e pagamento delle ordinazioni spetta a questo soggetto. In questa modo l'azienda viene sollevata dalla realizzazione di un ufficio export, che richiederebbe un notevole investimento in strutture e personale. Le aziende di dimensioni maggiori, il cui volume d'affari richiede una gestione più complessa, ingenere danno vita ad ek/ 78 un ufficio export, che per le imprese più grandi può impiegare anche migliaia di dipendenti. Questa struttura si occupa di elaborare e sviluppare i piani commerciali oltre che delle spedizioni, della documentazione e dello remunerazione. Prepararsi in anticipo è indispensabile per minimizzare i rischi. Ecco I dieci passi da compiere per esportare con successo. 1 Decisione di esportazione. L'imprenditore deve valutare a fondo il perché intende operare all'estero. Soltanto quando avrà chiaro in mente l'obiettivo che intende raggiungere e i mezzi che gli saranno necessari sarà veramente motivato all'azione. 2 Analisi delle risorse aziendali. E' indispensabile valutare le risorse produttive, tecnologiche, finanziarie e commerciali disponibili per attuare il programma. 3 Ricerca di opportunità. Per individuare eventuali spazi competitivi è importante che vengano raccolte e analizzate tutte le informazioni sulle caratteristiche dei vari mercati e sulla concorrenza. La ricerca deve essere condotta dall'Italia e in seguito direttamente sul mercato di interesse. Le informazioni indispensabili da raccogliere riguardano le dimensioni del mercato, le tendenze relative alla domanda del prodotto che si intende esportare, i vincoli all'importazione, i canali distributivi, la concorrenza, i prezzi dei prodotti similari, l'esistenza di eventuali agenti o distributori interessati a collaborare per l'introduzione del prodotto sul mercato. 4 Valutazione delle alternative di penetrazione. ek/ 79 L'azienda può scegliere la strada dell'esportazione diretta (contattando autonomamente o tramite intermediari i potenziali clienti), oppure indiretta (cioè facendo acquistare i suoi prodotti da società commerciali che si preoccupano della commercializzazione nel Paese prescelto). Una volta presa questa decisione, occorre esaminare i canali di ingresso nel mercato estero, individuando i metodi distributivi più adatti (agenti, broker, trading company, distributori...). 5 Definizione dei prezzi. Si tratta di un aspetto strategico, perché deve coniugare le esigenze espresse dal mercato con gli obiettivi economico-finanziari dell'azienda. La politica di prezzo deve essere determinata in base a quattro parametri fondamentali: i costi di produzione, i prezzi della concorrenza, il livello di domanda nel mercato di interesse e gli obiettivi aziendali. 6 Scelta delle forme promozionali. Questo passo comprende la definizione della strategia di comunicazione dell'azienda, le iniziative promozionali (fiere, contatti diretti, esposizioni presso centri commerciali, pubblicità sui media...) e gli obiettivi di immagine. 7 Messa a punta del piano d'azione . In questa fase tutte le decisioni relative all'ingresso nel mercato estero devono essere riassunte in un piano operativo che ne definisce i tempi di attuazione e i costi. 8 Organizzazione dell’attività di export Si stabiliscono le responsabilità individuali nella realizzazione dei vari punti del programma 9 Realizzazione del programma. 10 Revisione del programma. Sulla base delle scadenze prefissate si effettuano verifiche sui risultati raggiunti e, se necessario, variazioni al programma. ek/ 80 CHE EXPORT MANAGER SEI? “NEGOZIATORE” attento alle condizioni di vendita ed alla concorrenza, ma desidera comunque chiudere positivamente la trattativa; ama avere sempre ragione e vuole imporsi al cliente mediante l’ astuzia. “PEDALATORE” a chilometraggio illimitato; tempo e sforzo non sono sempre allineati coi risultati, anche se non si comprende il motivo. Conosce tutto il mondo pero' quando arriva alla fine dell'anno i conti non sembrano essere forieri di riconoscimenti. “SODDISFACITORE” soddisfare le esigenze del cliente e' l'obiettivo principe. E’un consulente travestito da responsabile commerciale e questo se da un lato diminuisce l'ampiezza del portafoglio potenziale, dall'altro aumenta le probabilità' di successo: basta saper trovare il bilanciamento giusto. “TECNICO” il "credo" e' il prodotto; adatto ad un'azienda leader dove si possono con facilità raccogliere ordini anziché' vendere. ek/ 81 ek/ 82 F... FATTURATO Se realizzi la vendita, hai vinto il duello, se sei un buon export manager, farai credere al cliente che ha vinto lui, anche se ha comprato il tuo prodotto. Lord Stokes Il fatturato non soddisfa? E' normale che in tempi di crisi si cerchino clienti nei modi e nei luoghi più improbabili, scandagliando tutte le possibilità.. Questo modus operandi può anche rappresentare un punto di svolta interessante, ma spesso comporta più lavoro di quanto immaginato. Le spese pubblicitarie, i mailing diretti a settori o persone, che non conoscete servono solo se avete pazienza, perché i ritorni immediati sono impensabili. Lo stesso vale per i prodotti nuovi, più competitivi, che nelle vostre intenzioni possono rispondere meglio all'evoluzione (o all'involuzione) del mercato. PARCO CLIENTI Attuali. Attenzione in queste fasi difficili ci si dimentica del parco clienti esistente, in cerca del nuovo. Per questo motivo possono accadere due fatti: ek/ 83 *- il cliente vi abbandona, perché si sente meno segui to di prima; * - il cliente non viene a conoscenza di prodotti o servizi offerti dall’azienda. Ciò é ovviamente negativo, soprattutto se si considera che proprio da tali clienti si potrebbero far incrementare le entrate. Come? Attraverso il controllo incrociato, che consiste principalmente nell'individuare i prodotti che i clienti hanno comprato e, in secondo luogo, nel capire se e quali altri prodotti o servizi aggiuntivi potrebbero comprare. Forse per anni si é continuato a proporre lo stesso prodotto allo stesso cliente, solo perché era stato il primo acquisto fatto; forse ci si é dimenticati di controllare quali altre esigenze avesse, e quali prodotti potessero essere adatti a coprirle. In questo modo si é sicuramente limitata la possibilità di fatturato aggiuntivo. Queste considerazioni si basano su una semplice constatazione: il modo in cui é stato "catturato il cliente" può essere legato a differenti metodologie (pubblicità, contatti diretti, fiere etc.) per differenti prodotti. Quindi non è certo che il cliente sia stato informato dell’esistenza di tutta la gamma di prodotti e/o servizi. Si riflette un attimo e, con l’anagrafico clienti.... si inizia una ricerca per evidenziare gli acquisti di ogni cliente, in rapporto ek/ 84 al fatturato, e si studia ogni dettaglio su cui poter “giocare” la prossima mossa. Perduti. Gli ex-clienti sono un potenziale obiettivo, nonostante spesso sia più facile trovarne di nuovi che, recuperarne di vecchi. Un tentativo potrebbe essere fornire loro nuove informazioni sull’azienda in toto: prodotti diversi da quelli a loro conosciuti, listini prezzi aggiornati o sconti per quantità, presentazione del nuovo team manageriale... La gestione dei clienti attuali e degli ex-clienti rimane comunque una variabile importantissima. L'obiettivo è quello di incrementare il fatturato con quello che si ha già a disposizione senza per altro non investire in nuovi clienti/mercato, quindi fidelizzare ma costruire del nuovo. ek/ 85 F ... FEDELTÀ’ La mia filosofia é ottenere gli ordini. Sir Peter Levene Conservare i clienti è quasi più importante che acquisirli. La Rinascente ha stimato che tra i suoi consumatori quelli fedeli, fanno acquisti per importi del 60% superiori alla media e si recano presso i punti vendita con una frequenza cinque volte superiore. Le società emittenti di carte di credito dichiarano di sopportare addirittura una perdita per tutto il primo anno di contatto con il cliente, mentre guadagnano in misura crescente negli anni successivi. Una naturale propensione nelle imprese é ricercare il new business, e a valutare la propria azione sul mercato in termini di ampliamento del portafoglio clienti. Conquistare un nuovo cliente/mercato costa 7 volte di più che conservarne uno vecchio e vari studi dimostrano come sia più profittevole, e richieda minori investimenti, gestire un cliente ''anziano'' rispetto a uno ''giovane". Dopo Total Quality e Customer Satisfaction é emerso un nuovo imperativo per il marketing: Customer Loyalty (fedeltà del cliente). E’un obiettivo non semplice da raggiungere: l'infedeltà è la regola nella relazione acquirente-fornitore non solo tra i clienti insoddisfatti , ma anche tra quelli che si dichiarano soddisfatti. ek/ 86 E’possibile paragonare chi é alla ricerca del nuovo contratto ad un cacciatore, mentre un allevatore può essere la corretta identificazione del responsabile per la Customer Loyalty. Nei mercati maturi la priorità è conservare la clientela acquisita. Per questo scopo si è sviluppato un nuovo tipo di marketing, definito relazionale. Uno studio americano condotto nel mercato automobilistico dimostra che su cento clienti insoddisfatti solo quattro reclamano. Tutti gli altri, invece di rivolgersi direttamente all'azienda, si lamentano con parenti, amici e conoscenti, generando ciascuno oltre dieci contatti negativi, occulti per l'azienda, ma particolarmente efficaci in termini di comunicazione. Un passaparola negativo può neutralizzare anche la più efficace campagna promo-pubblicitaria. Il marketing si muove dalla "gestione della transazione" alla "cura della relazione" per rilevare, anche attraverso il dialogo permesso dalla comunicazione interattiva, tutte le possibili aree di insoddisfazione della clientela e le varie opportunità commerciali per l'azienda. Sempre la stessa ricerca ha individuato e classificato i motivi che inducono i clienti a cambiare fornitore. Le insoddisfazioni critiche, quelle che esasperano il cliente non sono riconducibili alla qualità intrinseca del servizio ricevuto, rapportata al prezzo , ma nell’atteggiamento complessivo che il fornitore manifesta: tanto da tollerare qualche imperfezione nella fornitura, ma non accetta scarso ek/ 87 interesse nei suoi confronti. Sebbene un “cliente acquisito" debba essere considerato a tutti gli effetti più importante per l’ azienda di un “potenziale cliente”,normalmente si evince grandi attenzioni prima dell'acquisto, poco interesse dopo. Le variabili, che irritano i clienti sono spesso gestibili dall’azienda e migliorabili con investimenti quasi sempre inferiori a quelli necessari per abbassare il prezzo o raggiungere un prodotto “'zerodefects”. Fondamentale è far sentire il cliente "importante". A volte basta poco, per esempio: chiedere il giudizio su ciò che ha ricevuto; consentire di offrire suggerimenti su come migliorare l'offerta; porre le scuse in caso di difetti; fare in modo che non debba sostenere costi per chiedere informazioni. Sebbene il reale costo di queste attività é minimo, il valore percepito dal cliente é altissimo (il questionario, l’-mail e per i suggerimenti etc). “Il marketing relazionale è finalizzato a stabilire, mantenere e sviluppare relazioni con la clientela e con gli altri partner affinché i soggetti coinvolti possano perseguire obiettivi e vantaggi comuni. Ciò avviene grazie ad un mutuo, continuo e incrementale scambio di promesse” (definizione di Cristian Gronroos). Si é secondo tale scuola nordeuropea di fronte ad una quarta fase nell'evoluzione del rapporto tra impresa e mercato: * inizialmente l'attenzione verso il prodotto caratterizzava i comportamenti delle imprese; ek/ 88 * successivamente è emerso il confronto continuo con la concorrenza (grandi investimenti in comunicazione); * poi l'interesse per il cliente (Qualità Totale e Customer Satisfaction); *oggi il focus è sulla gestione della relazione, che trova origine nella constatazione che in mercati maturi e altamente competitivi acquisire nuovi clienti è molto più costoso, e meno redditizio, che trattenerli. Con il marketing relazionale, dalle singole transazioni alla relazione complessiva impresa~consumatore nella visione di lungo periodo. In quest' ottica, in termini di marketing non è solo importante "cosa" si vende al cliente, ma soprattutto il livello di fiducia reciproca che si determina. ek/ 89 F... FORNITORI Non puoi costringere le parti ad avere buone relazioni industriali. Proprio come non puoi costringere la gente ad essere buona con i vicini. Lord Gormley Oggi, rispetto al passato, occorre conoscere a fondo i mercati ed avere una maggior preparazione anche in aree collaterali. Non ci si può più limitare alla semplice gestione amministrativa del processo di acquisto. Anzi il compito dell'approvvigionatore non è tanto quello di assicurare il rifornimento dei materiali ma supportare l'azienda nel raggiungere il suo scopo principale: il profitto, attraverso individuazione delle fonti di approvvigionamento e dei mercati di riferimento, con selezione e valutazione dei fornitori. Obiettivo che non si raggiunge non solo “strappando” prezzi bassi per i materiali ed i semilavorati che si acquistano all'esterno, ma puntando al minor costo complessivo possibile. Tenendo conto degli oneri di trasporto, imballo, pagamento ed i relativi controlli sia sul materiale acquistato sia sul prodotto finito. materiali, il loro acquisto, l'individuazione delle fonti di approvvigionamento e dei mercati di riferimento. ek/ 90 Valutazione dei fornitori per il Codesign *Competitività *Attitudine *Capacità di innovazione progettuale e di lavoro in team *Programmi Total Quality *Integrazione logistica *Capacità di crescita ek/ 91 ek/ 92 G... GALATEO Un’oncia di immagine vale una libbra di rendimento. Laurence J. Peter ABBIGLIAMENTO In azienda si va comunque con la giacca: in ufficio però talvolta è consentito se non tacitamente imposto di toglierla (in alcuni casi la visione del manager sbracciato sui tabulati Nielsen è considerata sintomo inequivocabile di impegno lavorativo). Quindi per queste situazioni alcune regole pratiche: - se si indossa il panciotto, anche questo va appeso; - le maniche della camicia non anno mai rimboccate oltre il gomito; - la cravatta non va mai allentata, meglio sfilarla. Se una simile tenuta è consentita la giacca va infilata solo se si è convocati in direzione o per una riunione. Analoghe considerazioni sono valide per le donne: - abiti vistosi od eccentrici (consentiti negli ambienti della moda) sono sconsigliati in tutti gli altri uffici; - così come non risultano indicate tenute troppo maliziose (simile abbigliamento, del tutto sprecato nell’ambiente di lavoro, potrebbe essere fonte di problemi sempre di difficile gestione). ek/ 93 APPUNTAMENTI Vanno sempre onorati con la puntualità e con alcune attenzioni. La prima delle quali è che l’appuntamento va sempre fissato in anticipo.Presentarsi da qualcuno senza che l’appuntamento sia stato concordato in precedenza, oltre che scortese è stupido: la persona che si vuol vedere potrebbe infatti essere occupata od assente: non ricevere chi si presenta senza appuntamento, se si è veramente occupati non è una scortesia. Avendo un appuntamento è bene arrivare con qualche minuto di anticipo, che in genere consente a chi riceve di essere a sua volta puntuale.Se invece intervenisse un contrattempo, chi riceve fa bene a scusarsi di persona col visitatore, che però va ricevuto al più presto. Prima di ricevere una persona occorre accertarsi che ci siano sedie a sufficienza e che il materiale necessario all’incontro sia tutto sulla scrivania alla quale, peraltro il visitatore non appoggerà alcunché. Uomo o donna che sia, chi riceve deve alzarsi in piedi e far accomodare gli ospiti. E’ la persona più importante oppure la donna eventualmente presente ( se è l’unica) che tendono per primi la mano, mentre è alla persona più importante che spetta porre fine all’incontro. AUGURI Loro presupposto è che si conosce la persona a cui si intende farli. Anche in azienda vale la stessa regola: per poter dire di conoscere una persona è indispensabile almeno esserle stati presentati in una ek/ 94 occasione ufficiale. Non basta trovarsi sullo stesso libro paga per poter mandare un biglietto d’auguri al proprio amministratore delegato. Se invece si è in condizioni di poterlo fare, alcune raccomandazioni sono da tener presente. La prima riguarda il tenore del messaggio ed il suo contenuto, che per risultare efficaci possono impegnare quanto un budget meeting. Poi il supporto materiale: evitare la cartoleria aziendale o quella con fronzoli rococò. Il testo va naturalmente scritto a mano, con inchiostro stilografico nero e con grafia chiara. Infine, se proprio non si è rinunciato a fare gli auguri, indirizzo: se si è stati almeno una volta invitati a casa del destinatario, è qui che va spedito il biglietto. In tutti gli altri casi si spedisce il biglietto dall’ufficio postale e indirizzo è quello dell’azienda. Per chi riceve auguri o messaggi di analogo tenore, c’è poi una regola che va sempre rispettata: si ringrazia sempre, e con lo stesso mezzo con cui li si è ricevuti. INVITI A CENA Una buona vita di relazione può essere decisiva per gli affari. Da qui l’importanza di quelle che in genere sono le principali occasioni di incontro all’esterno dell’azienda: le cene. ek/ 95 Organizzate tra colleghi di pari grado non presentano particolari problemi formali; questi invece sorgono se si intende invitare un superiore. Pur non esistendo regole codificate, è però consigliabile attenersi al principio secondo il quale è il superiore che invita il sottoposto. Questi può solo contraccambiare l’invito anzi, deve farlo. Trovandosi a contraccambiare un invito a cena, è bene che vengano ricreate le stesse circostanze (ristorante o casa propria, stessi commensali, identica disposizione a tavola). L’ospite invierà sempre alla padrona di casa (l’indomani non la sera stessa) un mazzo di fiori con un biglietto di ringraziamento. Se poi l’ospite fosse certo di aver intuito i gusti della padrona di casa, l’invio del fiore giusto è indicativo: il manager capace di scoprire chi preferisce le gardenie alle rose, è probabilmente in grado di intuire anche se le attività promozionali di una marca concorrente sono solo ossigeno per far sopravvivere il prodotto oppure l’inizio di un piano di rilancio. RAPPORTI CON COLLEGHI L’iniziativa di chiamarsi col nome di battesimo o di darsi del tu deve sempre partire dal collega più anziano. ek/ 96 Se due colleghi devono incontrarsi per discutere è buona norma che il più giovane di età si offra di andare nell’ufficio del collega più anziano. Se si convoca un collega nel proprio ufficio per presentargli qualcuno, quando il collega entra ci si alza (in modo da far capire all’estraneo che chi entra è almeno un pari grado), si specificano le mansioni e si fa accomodare il nuovo arrivato e soltanto allora ci si siede. Non è invece corretto neppure per un collega più anziano, presentarsi nell’ufficio altrui e reclamare attenzione: se si deve incontrare un collega, si telefona prima, se non è stato possibile, ci si sofferma sulla porta e gli si chiede se ha tempo. Una volta entrati, può capitare che il collega riceva una telefonata: se si è lì senza preavviso, è utile fare un cenno come chi intende togliere il disturbo. Ciò non va fatto se la visita è sta preannunciata o concordata: se la telefonata va per le lunghe, è chi la riceve che deve porle fine facendo presente a chi ha chiamato che si sta ricevendo una persona, di cui non va fatto il nome. RAPPORTI CON L’ALTRO SESSO In azienda si è persone non uomini nè donne. Ciò significa che la donna va trattata secondo il ruolo e la posizione che occupa, non per il suo sesso. Non è quindi indispensabile alzarsi oppure tenerle aperta la porta quando entra in una stanza o cederle il posto a sedere. ek/ 97 Queste cortesie (sempre consigliabili nei confronti di un collega o di una collega più anziani) non per questo vanno automaticamente soppresse. RAPPORTI CON LA SEGRETARIA La prima regola è che se si dà del tu, bisogna accettare il tu. Per evitare di trovarsi in questa situazione di eccessiva familiarità è d’obbligo il lei: ma, la segretaria rimane pur sempre il più stretto e prezioso collaboratore. Di qui l’opportunità di rimarcare questo legame con una formula di uso sempre più largo: il nome di battesimo seguito dal lei. Attenzione deve essere l’interessata a chiedere per prima di essere chiamata per nome. Se si detta una lettera, la dettatura deve essere scorrevole e rapida, è scorretto utilizzare il tempo cercando una forma più efficace , meglio riflettere per approntare il testo giusto da passare alla segretaria. RAPPORTI CON GLI STRANIERI Errori nel comportamento anche formale possono costare caro. E’ importante conoscere usi e costumi tipici delle culture cui appartengono gli interlocutori stranieri. ek/ 98 Questa attenzione è particolarmente raccomandabile nei confronti dei musulmani e dei giapponesi. Per i primi il venerdì è di riposo:la legge religiosa però non vieta di lavorare, così anche in questi giorni si possono organizzare riunioni d’affari. Limitazioni d’altro tipo vanno invece rispettate durante il mese del Ramadan ,periodo in cui va ricordato che è non é cortese invitare un musulmano a cena prima del tramonto. Niente pranzi o cene d’affari nel primo mese dell’anno islamico, mese di lutto in memoria dell’assassinio del nipote di Maometto. Addirittura offensivo inserire in menù carni di maiale od alcolici, così come appoggiare sul tavolo la mano sinistra. Analoghe attenzioni vanno seguite con i giapponesi. Ottenuto un appuntamento, è scortese iniziare a parlare subito d’affari. Questi verranno affrontati successivamente allo scambio dei doni e dei biglietti da visita, sul cui retro è bene far stampare la traduzione in giapponese. Particolarmente apprezzata, questa cortesia potrebbe far perdonare una gaffe ricorrente: tendere la mano durante le presentazioni. I giapponesi infatti non porgono la mano... si inchinano: e tanto più profondamente quanto maggiore è l’importanza della persona a cui ci si rivolge. REGALI Il gesto può comunque essere frainteso da chi lo riceve o quantomeno da chi vi assiste. Per questo, di norma non si fanno regali in azienda, con due sole eccezioni. ek/ 99 La prima è che si tratti di regali collettivi, di circostanza ed in questo caso possono essere anche costosi. La seconda eccezione è anche l’unica in cui é ammesso un regalo fatto singolarmente, che l’oggetto regalato sia simbolico di una caratteristica lavorativa, di un evento su cui l’ufficio ed il destinatario del regalo per primo sono soliti scherzare. TELEFONO Nonostante sia uno strumento di lavoro di uso corrente non sempre viene utilizzato nel giusto modo sfruttandone fino in fondo le potenzialità. Le due cose devono invece venir conciliate ed un buon manager deve saperlo fare sempre. Rispondere con chiarezza e semplicità: un pronto seguito dal cognome va benissimo.Da bandire hallo e sì.... Negarsi al telefono è sempre spiacevole, ma può capitare di non poterne fare a meno Qualunque formula ad esclusione di dire che si è in riunione, é indicata, l’importante è farla accompagnare dalla domanda “vuole che la faccia richiamare?” e cosa, che in caso di risposta affermativa , si deve fare. ek/ 100 Se durante una conversazione cade la linea, spetta alla persona che ha chiamato ritelefonare. Analoghe regole nel fare una telefonata: il saluto, seguito dal nome e cognome e l’indicazione dell’azienda o dell’ufficio di appartenenza, poi chiedere della persona desiderata, indicandola con nome e cognome. Non far precedere queste ultime indicazioni dal titolo accademico o di studio lascia supporre una certa familiarità, che è senz’altro utile per filtrare con minori difficoltà tra le maglie delle varie segretarie, ma va evitata con cura se non esiste almeno una reale consuetudine di contatti telefonici con chi si chiama. Essere concisi è la regola d’oro, per questo è d’uopo preparare un appunto per gli argomenti da trattare. Se si ipotizza una lunga telefonata è opportuno avvertire l’interlocutore informandosi se è il momento adatto o se è il caso di richiamare. ek/ 101 G ...GESTIONE DEL CREDITO COMMERCIALE: affidamento La maggior parte del successo deriva dal saper ignorare l’ovvio. Sir Trevor Holdsworth Quando si deve stabilire il livello del credito da assegnare a ciascun cliente, o l'ammontare complessivo dell’ ”affidamento”, non é facile trovare un accordo: il responsabile amministrativo vorrebbe ridurre sia le “esposizioni” individuali dei clienti, che l'importo totale dei “crediti di fornitura”; quello commerciale, al contrario, afferma che si dovrebbe aumentare i livelli. Sono, questi, problemi comuni a tutte le aziende, anche se in definitiva sono le imprese medio piccole che, per evidenti ragioni, soffrono maggiormente le situazioni di scarsa liquidità.. Naturalmente, quando si esamina ciò sul piano economico e delle risorse aziendali, i responsabili finanziari delle imprese dicono, che non si possono avere due cose insieme: liquidità sufficiente e una forte esposizione della clientela. Un paio di soluzioni in realtà ci sarebbero, e cioè: procurarsi altri capitali o guadagnare molto per potersi autofinanziare. Ma quasi sempre sono solo possibilità teoriche. Che fare? ek/ 102 Intanto è importante mettere bene a fuoco i problemi, che sono più d'uno: il primo è di “rischio”. Si tratta di stabilire, per ciascun cliente, l'ammontare ed il “fido” massimo assegnabile e, naturalmente, qual è il rischio complessivo per il “credito di fornitura” che, l'azienda intende, e può sopportare. Il secondo problema è di natura strettamente finanziaria: occorre stabilire se, e in che misura, l'onere derivante dal “monte crediti” è assorbibile dalla struttura economica dell'impresa. Se l'approccio a questi problemi è sano, è possibile trovare soluzioni adeguate; se invece si annaspa nella ricerca scoordinata e irrazionale dei rimedi, si finisce semplicemente per aumentare la confusione, creando situazioni incompatibili con le esigenze di operatività dell'azienda, od aumentando oneri e costi non assorbibili. Qualsiasi export manager è d'accordo nel riconoscere, che si sono progressivamente modificate le condizioni che un tempo consentivano di stabilire abbastanza correttamente e con buona approssimazione fino a che punto ed entro quali limiti era possibile “rischiare” nel rapporto con un determinato cliente. Le informazioni, assunte nel momento in cui si iniziava il rapporto, e l'osservazione del modo in cui il rapporto stesso si svolgeva, il comportamento del cliente (puntualità nei pagamenti, correttezza e precisione), erano elementi sufficienti a stabilire la linea di affidamento e la “politica” verso un dato nominativo. ek/ 103 Instabilità economica, inflazione, progressivo aumento degli operatori commerciali, sono stati i principali fattori di cambiamento e di incertezza nella determinazione degli «affidamenti». I rischi vanno accettati ma, si deve cercare di ridurli il più possibile e di tenerli sotto controllo. Talvolta cercare di imporre delle condizioni di pagamento “certe” portano all’allontanamento del cliente. Alcune aziende puntano sul frazionamento delle forniture, piccoli ordini abbastanza frequenti, piuttosto che insistere, come solitamente si fa, per ottenere dal cliente un grosso ordine di importo rilevante. Un chiaro esempio di realismo ma, in tal caso si deve anche rinunciare a mantenere fermo quel rapporto “quantità - prezzo” (minor prezzo per una maggiore quantità) che finirebbe per penalizzare quel cliente. ek/ 104 G ... GESTIONE COMMERCIALE DEL CREDITO: misurazione Non credo che il denaro non sia un oggetto. Il denaro é l’oggetto James Gulliver Uno dei temi intorno ai quali si accendono spesso dispute fra le funzioni amministrativo-finanziaria e commerciale di un'azienda, concerne proprio la gestione del credito commerciale E’ evidente come quest’aspetto possa venir considerato un potente strumento di marketing mix, ma, come d’altronde una “liberalizzazione” generalizzata comporta rischio di perdite. L’incidenza dei crediti verso clienti (o A/R acronimo dell’anglosassone “accounts receivable”) é un dato sicuramente indicativo della “salute” di un’azienda e, si comprende immediatamente la necessità per il dirigente amministrativo (o per il credit manager, qualora esista questo ruolo) di controllare con estrema precisione la dimensione e le caratteristiche dell'affidamento concesso ai clienti in modo da poter intervenire, efficacemente e tempestivamente. Metodologie suggerite per adottare criteri significativi attraverso importanti misure di «performance» per le funzioni di concessione e di riscossione dei crediti debbono essere oggetto di riflessione. ek/ 105 . MISURAZIONE CONCESSIONE CREDITO I metodi per effettuare tali misurazioni si possono suddividere in tre gruppi, che in un certo senso si possono riferire ai risultati iniziali, intermedi e finali derivanti dalle operazioni di concessione di credito ai clienti. 1) gruppo: Vendite iniziali perdute Poiché l'ammontare assoluto (sia come numero che valore) delle richieste di credito rifiutate è poco significativo, data la possibilità di ampie oscillazioni nelle vendite da un periodo all'altro, in genere si costruisce il rapporto fra il numero (o fra l'ammontare) delle richieste ed il totale delle richieste pervenute. Spesso si dividono le richieste in: - approvate, - respinte, - parzialmente respinte. (quando la linea di credito accordata é inferiore a quella chiesta dal cliente). ek/ 106 Questi rapporti possono essere anche costruiti limitando l'esame ai nuovi clienti; infatti molte società hanno un numero così rilevante di nuove richieste, che si può ipotizzare che la distribuzione dei crediti per categoria di rischio rimanga costante. ek/ 107 In tali casi, il rapporto di cui sopra potrebbe essere usato per controllare l'aderenza della prassi della sezione crediti alla politica creditizia e/o per comparare la liberalità nell’attuare decisioni in materia di concessione credito rispetto a periodi passati. Il rifiuto di vendere a credito non significa però automaticamente perdere il cliente in quanto questo ultimo potrebbe accettare di acquistare per cassa (o con altri metodi che non implicano l'insorgere di alcun rischio per l'azienda venditrice); sarebbe quindi opportuno tenere registrazioni separate di tali vendite che andrebbero a rettificare il valore dei suddetti rapporti. 2) gruppo: Tipi di clienti accettati Lo scopo di una suddivisione di clienti per categorie di rischio è principalmente quello di analizzare l'elemento di potenziale perdita insito nella voce crediti verso i clienti. Lo schema di classificazione per categorie di rischio può essere inserito in uno più vasto, che divide i clienti per settore di appartenenza oppure in uno schema, che opera una suddivisione dei crediti concessi in base alle linee di prodotti. In genere si calcolano: - il numero dei clienti in ogni categoria di rischio rispetto ai clienti totali; - l'ammontare dei crediti concessi ad ogni categoria (sia in valore assoluto che rapportandolo al valore totale dei crediti concessi). Tramite queste misure si possono verificare se ci sono stati significativi cambiamenti nel modello delle decisioni creditizie ek/ 108 dell'azienda da un periodo all'altro, e le conseguenze sulla potenziale esposizione della società a perdite su crediti; inoltre tali misure potrebbero essere utilizzate per stabilire l'ammontare del fondo rischi e perdite su crediti da inserire nel budget di esercizio. La suddivisione dei clienti per classi di rischio può anche contribuire a migliorare le previsioni riguardo la distribuzione temporale dei pagamenti da parte dei clienti rendendo per tale via più efficiente il “cash management”. Infine tale classificazione può venir affidata al personale più competente ed esperto per gestire le categorie che presentano alti gradi di rischio. 3) gruppo: Perdite su crediti L’ammontare delle perdite per crediti inesigibili è stato a lungo considerato come parametro fondamentale per valutare l'efficacia della gestione dei crediti verso clienti. Il passaggio da una concezione che vedeva l'ufficio crediti come centro di costo (vale a dire dove ci si doveva esclusivamente preoccupare di minimizzare i costi di decisioni prodotte altrove) ad una visione che gli assegna responsabilità in termini di profitto, ha posto in luce la necessità di affiancare altri parametri di giudizio, che non facciano perdere di vista il contributo che il credit manager può dare alla massimizzazione delle vendite. ek/ 109 La misura più utilizzata è il rapporto tra perdite e vendite a credito; vi sono però problemi di misurazione per quanto riguarda il numeratore se vogliamo utilizzare questo indice per comparazioni da un periodo all'altro. Infatti è molto problematico stabilire quando un credito dovrebbe essere dichiarato inesigibile e quindi quando il relativo ammontare dovrebbe essere incluso tra le perdite su crediti; spesso si lascia ciò alla discrezionalità del credit manager; altre volte si attende che sia passato un certo periodo dal giorno in cui il cliente doveva effettuare il pagamento: in ambedue i casi però la certezza che il credito non verrà pagato (almeno in parte) non la si può avere fino a quando non si è conosciuto il risultato dell'eventuale procedura di liquidazione a cui sarà sottoposta l'azienda cliente. Esiste perciò sempre un certo “lag” tra il periodo in cui vengono effettuate le vendite che poi, si rileveranno essere crediti inesigibili ed il momento in cui tali crediti vengono registrati in bilancio tra le perdite. E’ evidente quindi che comparando le perdite rispetto alle vendite a credito si introducono distorsioni tanto più significative quanto maggiore è la fluttuazione delle vendite da un periodo all'altro. Inoltre cambiamenti nelle politiche creditizie, nelle condizioni economiche settoriali e/o generali possono alterare tale indice in modo tale da non permettere di poter esprimere giudizi sul grado di selettività nella concessione di credito. ek/ 110 Per superare tali problemi è stato suggerito di comparare le perdite su crediti con le vendite che le hanno originate, ma questo implica la necessità di tenere complesse registrazioni contabili . Il valore del rapporto perdite su crediti/vendite a credito viene sempre confrontato con i valori relativi agli anni precedenti all'interno della stessa azienda e con i valori dei rapporti di altre aziende operanti in settori simili: questi raffronti aumentano la possibilità di esprimere valutazioni sull'operato dell’ufficio crediti e di estrapolare linee di tendenza. MISURAZIONE RISULTATI CONCESSIONE Molti considerano questa categoria di misure come la più rilevante per una valutazione del credit management, soprattutto in quanto l’efficienza nella riscossione é determinante ai fini dell’ammontare di capitale impiegato in crediti commerciali. Periodo medio di incasso È definito comunemente con il termine inglese “days sales outstanding” (Dso) e viene generalmente elaborato a scadenze mensili. Il Dso è il risultato del rapporto fra i crediti commerciali alla fine dell'esercizio e le vendite giornaliere a credito; esprime in pratica il ek/ 111 periodo necessario per convertire le vendite a credito in denaro, vale a dire il periodo medio di incasso dei crediti commerciali. Nel calcolo di tale rapporto si devono osservare alcune precauzioni ; per quanto riguarda il numeratore, i crediti alla clientela dovrebbero essere calcolati al netto di costi per assicurazione, trasporto e dogane, il denominatore è di solito calcolato dividendo le vendite annue a credito per 365 (o 360) giorni, ma nelle società con vendite molto fluttuanti è spesso più opportuno impiegare periodi di rilevazione più limitati (ad esempio le vendite degli ultimi tre mesi diviso il numero di giorni degli ultimi tre mesi). Il rapporto viene anche utilizzato ribaltando numeratore e denominatore (e cioè vendite annue/crediti commerciali) e ottenendo così il «turnover» dei crediti alla clientela. Quest'ultimo rapporto enfatizza un risultato operativo: l'efficacia dell'attività di riscossione; il primo invece focalizza l'aspetto finanziario, vale a dire per quanto tempo il capitale resta vincolato in crediti a clienti. Fondamentalmente, tuttavia, le informazioni contenute sono le stesse. Il Dso è spesso confrontato con i termini di credito concessi dall'azienda; la validità di tale confronto può essere pregiudicata ad esempio dal cambiamento della percentuale di clienti che usufruiscono di sconti (coprendo in tal modo i clienti che pagano in ritardo). Le maggiori critiche a queste misure sono però altre: la loro estrema dipendenza dalla fluttuazione delle vendite e dal periodo prescelto per calcolare le vendite giornaliere a credito; tale dipendenza fa emergere ek/ 112 segnalazioni di miglioramenti o peggioramenti nell'attività di riscossione pur in presenza di uno schema di pagamento stabile da parte dei clienti (lo schema di pagamento è la distribuzione temporale degli incassi ricevuti a seguito delle vendite a credito). A volte invece tali misure possono non segnalare che la situazione sta cambiando. Inoltre cambiamenti nel peso nelle varie linee di prodotti e/o delle vendite nelle varie aree geografiche (che possono avere diversi termini di pagamento) possono influenzare il risultato e dare così indicazioni fuorvianti. Analisi per età dei crediti commerciali Questo test molto utilizzato nella prassi fornisce una dettagliata analisi dei crediti della società, dividendoli a seconda che essi siano «correnti» (vale a dire non ancora dovuti), oppure scaduti da un periodo compreso fra 1 e 30 giorni, fra 30 giorni e fra 60, fra 60 e 90, e cosi via. La frequenza con cui viene redatto tale report è di solito quella mensile. Informazioni aggiuntive possono essere ottenute costruendo i rapporti fra i crediti derivanti dalle vendite di un certo mese e le vendite a credito in quel mese; ovvero fra i crediti di ogni mese e l'ammontare totale dei crediti. ek/ 113 Si potrebbe inoltre suddividere i clienti per categoria di rischio; calcolare le vendite a credito effettuate ai clienti più importanti nel corso dell'anno e la percentuale di tali vendite non ancora pagate. L'analisi per scadenza (“age analysis”) dei crediti ci permette di: a) sviluppare un elenco dei clienti che richiedono particolare attenzione e una più vigorosa attività di riscossione; b) valutare lo stato degli «accounts receivable» ed il loro valore atteso; c) migliorare la previsione dei periodi in cui avverrà l'incasso di vendite effettuate a credito. Questo metodo, come il precedente, viene distorto dalla fluttuazione delle vendite da un mese all’altro. Dinamica dei crediti rispetto alle vendite E’ un valido strumento analitico per fornire una visione generale dei movimenti delle vendite e dei crediti commerciali in un esteso periodo di tempo. Tale raffronto tra crediti e vendite evidenzia la possibile riduzione del capitale circolante impiegato che può essere utilizzato diversamente. Utilità dei metodi Le molteplici misure sviluppate hanno rilevanza sotto diversi profili: ek/ 114 - innanzitutto il calcolo periodico di rapporti, percentuali ed altre cifre è necessario per misurare i risultati e per valutare dove la società sta andando per quanto riguarda l'intera attività commerciale; - tenere queste registrazioni statistiche rende possibile stabilire standard e mete alle quali puntare in ogni fase della propria attività; - si rende possibile una comparazione fra i risultati di diversi anni e/o una comparazione con i risultati di altre aziende operanti nel medesimo settore e che abbiano simili condizioni gestionali; - se l'attività riguardante i crediti è svolta da più persone si può procedere a raffronti tra le performances dei diversi individui. ek/ 115 G...GLOSSARIO Se ti sembro troppo chiaro è probabile che tu abbia frainteso quello che ho detto. Alan Greenspan Italiano Tedesco Francese Inglese Spagnolo a bordo an Bord à bord on board a bordo a titolo fiduciario/ in fiducia zu getreuen Handen à titre fiduciaire in trust a titulo fiduciario a prima richiesta auf erstes Verlangen à première réquisition on first demand a primera demanda a vista bei Sicht à vue at sight a la vista accessorio akzessorisch accessoire(ment) accessory accesorio accettazione Akzeptierung acceptation acceptance aceptaciòn acquirente/compratore Kaufer acheteur buyer comprador all’ordine an Order à ordre to order a la orden alla rinfusa lose en vrac in bulk a grane annullamento Annullierung annulation cancellation anulaciòn approvazione Zustimmung approbation approval aprobaciòn aprire eròffnen ouvrir to open abrir arrivare/giungere ankommen arriver to arrive Illegar assicurare versichern assurer to insure asegurar assicurazione contro tutti i rischi Versicherung gegen alle Risiken assurance contre tous risques insurance against all risks seguro contra riesgo aumento Erhòhung augmentation increase aumento autorizzazione Ermachtigung autorisation authorization autorizaciòn avallo Aval aval guarantee/surety aval avaria Beschadigung/Havarie avarie average averìa awisare avisieren aviser to advise avisar awiso Avis/Avisierung avis advice/notification aviso ek/ 116 - beneficiario Begùnstigter bénéficiaire beneficiary beneficiario Bid Bond Oflengarantie garantie de soumission (caution provisoire) bid bond (tender bond) cauciòn provisoria bolletta di consegna Lieferschein bon de livraison delivery order orden de entrega cambiale Wechsel lettre de change bili of exchange letra de cambio cambiale tratta gezogener Wechsel lenre de change draft letra de cambio camera di commercio Handelskammer Chambre de commerce chamber of commerce càmara de comercio campione Muster échantillon sample muestra caricare beladen charger to load cargar carico Ladung cargaison cargo carga cassa Kiste caisse case caja certificato di deposito Lagerschein certificat d’entrepot warehouse certificate certificado de almacenaje certificato di peso Gewichtszertifikat certificat de poids weight certificate certiticado de peso certificato d’assicurazione Versicherungszertifikat certificat d’assurance insurance certificate certificado de seguro certificato d’origine Ursprungszeugnis certificat d’origine certificate of origin certificado de origen certificato di avanzamento del lavoro Arbeitsfortschrittsausweis confirmation d’avancement des travaux work progress certificate certificado de progreso de trabajo cessione Zession cession assignment of proceeds cesiòn CIF=costo+ assicurazione + nolo CIF= Kosten + Versicherung + Fracht CAF/CIF= cout+ assurance + fret CIF= cost+ insurance + freight CIF= coste + seguro + flete circa circa COD = incasso alla consegna COD = Nachnahme COD = livraison contre remboursement COD = cash on delivery COD = reembolso collo Kollo=Paket colis package bulto commissione Kommission commission commission comisiòn compagnia marittima Schiffahrtsgesellschaft compagnie maritime shipping company compania maritima concedere un anticipo bevorschussen avancer (de l’argent) to advance anticipar condizioni Bedingungen conditions terms/conditions condiciones conferma Bestatigung confirmation confirmation confirmaciòn confermare bestatigen confirmer to confirm confirmar consegna/rimessa Aushandigung remise/délivrance delivery/handing over/surrender entrega environ ek/ 117 about aproximadam consegnare abliefern délivrer to deliver entregar contratto Kontrakt/Vertrag contrat contract contrato contratto di compravendita Kaufvertrag contrat d’achat contract/bill of sale contrato de compra-venta contratto di noleggio Charter-Partie charte-partie charter party pòliza de fletamento credito documentario Akkreditiv/ Dokumentar-Akkreditiv crédit documentaire documentary credit crédito documentario credito documentario a vista Sichtakkreditiv crédit documentaire à vue sight letter of credit crédito documentario a la vista credito documentario confermato bestatigtes Akkreditiv crédit documentaire confirmé confirmed L/C carta de crédito confirmada credito documentario (dorso a dorso) Gegenakkreditiv crédit documentaire (back-to-back) back-to-back credit contra crédito documentario credito documentario negoziabile Negoziierungsakkreditiv crédit documentaire négociable negotiable documentary credit crédito negociable credito documentario non confermato unbestàtigtes Akkreditiv crédit documentaire non confirmé unconfirmed documentary credit crédito documentario no confirmado credito documentario rotativo revolvierendes Akkreditiv crédit documentaire renouvelable/revolving revolving credit crédito rotativo/ renovable D/A = documenti contro accettazione D/A = Dokumente gegen Akzept D/A = documents contre acceptation D/A = documents against acceptance D/A documentos contra aceptaciòn D/P= documenti contro pagamento D/P= Dokumente gegen Zahlung D/P= documents contre paiement D/P= documents against payment D/P= documentos contra pago data d’imbarco Verschiflungsdatum date d’embarquement date of shipment fecha de embarque data di carico Verladedatum date de chargement date of loading fecha de embarque data di emissione Ausstellungsdatum date d’émission date of issue fecha de emisiòn data di scadenza Verfalldatum date d’expiration expiry date vencimiento (per crediti documentari) (fur Akkreditive) data di scadenza (per tratta) Verfalldatum (fur Wechsel) date d’échéance (pour lettre de change) due date/maturity date fecha de vencimiento debitore principale Hauptschuldner débiteur principal chief debtor (party liable) deudor principal descrizione Bezeichnung désignation description descripciòn ek/ 118 destinatario Empfanger destinataire consignee destinatario dichiarazione d’assicurazione Versicherungsdeklaration déclaration d’assurance insurance declaration declaraciòn seguro diritti doganali Zollgebuhr droits de douane customs duty derechos de aduana distinta d’imballo Packliste liste de colisage packing list lista de embalaje distinta pesi Gewichtsliste liste de poids weight list lista de pesos divise Devisen devises foreign exchange/ foreign currency divisas (monedas extranjeras) documenti Dokumente documents documents documentos duplicato Duplikat duplicata duplicate duplicado eccezioni/obiezioni Einreden/ Einwendungen exceptions/objections rights of objection and defence objeciones emettere ausstellen établir/émettre to issue expedir/establecer esportatore Exporteur exportateur exporter exportador fattura Faktura/Rechnung facture invoice factura fattura commerciale Handelsfaktura facture commerciale commercial invoice factura comercial fattura consolare Konsularfaktura facture consulaire consular invoice factura consular fattura pro forma Proforma-Rechnung facture pro forma proforma invoice factura proforma ferrovia Bahn chemin de fer railway ferrocarril (atto di) fideiussione Burgschaft cautionnement guarantee garantia fornitore Lieferant fournisseur supplier suministrador fornitura parziale Teilsendung/ Teillieferung livraison partielle partial deliverv envìo parcial forza maggiore hohere Gewalt force majeure act of God fuerza mayor franco confine franko Grenze franco frontière free border franco frontera garante Burge garant/caution guarantor garante garanzia bancaria Bankgarantie garantie bancaire bank guarantee garantìa bancaria garanzia di esecuzione Erfullungsgarantie garantie de bonne performance bond garantìa de ek/ 119 exècution cumplimiento garanzia parziale Teilgarantie garantie partielle partial guarantee garantìa parcial garanzia di prestazione Leistungssicherung garantie de prestation securing of performance prestaciòn de garantìa garanzia per la restituzione di acconti Anzahlungsgarantie garantie de restitution d’acompte advance payment guarantee garantìa de pago a cuenta gioco completo voller Satz jeu complet full set juego completo giorno lavorativo Arbeitstag jour ouvrable working day dìa habil girare indossieren endosser to endorse endosar girata lndossament endossement/endos endorsement/ indorsement endoso giurisdizione di tribunale/competenza Gerichtsstand for jurisdiction/venue lugar de jurisdicciòn competente grande velocità Eilgut grande vitesse express goods gran velocidad imballaggio Verpackung emballage packing embalaje imballaggio marittimo seemassige Verpackung emballage maritime seaworthy packing embalaje marìtimo imbarcare verschiffen embarquer to ship embarcar impegno Verpflichtung engagement undertaking compromiso impegno/responsabilità Verbindlichkeit obligation liability obligaciòn impegno di pagamento Zahlungsverpflichtung engagement de paiement payment obligation obligaciòn de pago importatore importeur importateur importer importador incasso lnkasso encaissement collection cobranza incasso documentario Dokumentarinkasso encaissement documentaire documentary collection cobranza documentaria indirizzo in caso Notadresse di necessità représentant du address in case direcciòn en caso de donneur d’ordre d’un encaissement of need necesidad indirizzo per la notifica Meldeadresse (notify) adresse à notifier notify address direcciòn para la notificaciòn inviare senden envoyer to send/dispatch enviar irregolarità Unstimmigkeit divergence discrepancy divergencia irrevocabile unwiderruflich irrévocable irrevocable irrevocable ek/ 120 legalizzare beglaubigen légaliser to legalize legalizar lettera di credito Kreditbrief lettre de crédit letter ot credit carta de crédito lettera di credito commerciale Handelskreditbrief lettre de crédit commerciale commercial letter of credit carta de crédito comercial lettera di trasporto aereo Luftfrachtbrief lettre de transport aérien air consignment note carta de porte aéreo lettera di trasporto Hauslufttrachtbrief lettre de transport house air waybill aereo emessa da uno spedizioniere aérien émise par un transitaire guia aérea expedida por transportador lettera di vettura Bahnfrachtbriet/ lettre de voiture railway bill/railroad bill carta de porte ferroviaria Eisenbahn-Frachtbrief ferroviaire of lading (of lading)/ ferroviaria duplicate of rail/ consignment note lettera di vettura per Lastwagenfrachtbrief lettre de transport trasporto via strada (CMR) (CMR) routier (CMR) magazzino/deposito Lager/Lagerhaus magasin/entrepot warehouse almacén merce Ware marchandise goods/merchandise mercancìa mittente Absender expéditeur consignor expedidor modifica Abanderung modification amendment modificacion modulo di rivalsa Revers (Haftungserklarung) lettre réversale letter of indemnity carta de indemnidad moneta Wahrung monnaie currency moneda negoziazione Negoziierung négociation negotiation negociaciòn netto/pulito rein net clean limpio nolo Fracht fret freight flete nolo aereo Luftfracht fret aérien air freight flete aéreo nolo marittimo Seefracht fret maritime sea freight flete maritimo Norme ed Usi Uniformi Einheitliche Richtlinien Règles et usances Uniform Customs and Reglas y usos relativi ai crediti und Gebrauche für uniformes relatives aux Practice for uniformes para documentari DokumentenAkkreditive crédits documentaires Documentary Credits créditos documentarios Norme Uniformi Einheitliche Richtlinien Règles Uniformes Uniform Rules for Reglas uniformes para relative agli incassi für lnkassi relatives aux Collections cobranzas ek/ 121 truck waybill (CMR) carta de porte de camiòn (CMR) documentari encaissements documentarias ordinante Auftraggeber donneur d’ordre/ commettant principal mandante ordine Order ordre order orden pagamento Zahlung paiement payment pago pagamento a prima presentazione Zahlung bei erster Vorweisung payable sur première présentation payment on first presentation pago a la primera presentaciòn pagamento differito aufgeschobeneZahlung paiement différé deferred payment pago difendo pagare/pagato bezahlen/bezahlt payer/payé to pay/paid pagar/pagado partenza fabbrica ab Fabrik ex usine ex works ex fabrica partenza magazzino ab Lager ex magasin ex warehouse ex almacén partenza stazione ab Station ex gare ex station ex estaciòn partenza/franco vagone ab Waggon ex wagon ex truck/car ex vagòn pesare wiegen peser to weigh pesar peso Gewicht poids weight peso peso lordo Bruttogewicht poids brut gross weight peso bruto peso netto Nettogewicht poids net net weight peso neto piccola velocità Frachtgut petite vitesse by goods train pequena velocidad polizza d’assicurazione Versicherungspolice police d’assurance insurance policy pòliza de seguro polizza di carico Konnossement connaissement bilI of lading conocimiento de embarque polizza di carico per merce a bordo Bordkonnossement connaissement à bord on board B/L conocimiento de embarque a bordo polizza flottante Generalpolice police d’abonnement floating policy pòliza flotante portatore lnhaber au porteur baerer portador porto Hafen port port puerto porto assegnato unfranko port du freight unpaid porte debido porto pagato franko port payé freight paid porte pagado posta aerea Luftpost poste aérienne air mail correo aéreo ek/ 122 prepagato vorausbezahlt payé d’avance prepaid pagado por anticipado presentazione Einreichung/Vorlage Vorweisung présentation presentation presentaciòn proroga Prolongation/ Verlangerung prolongation extension pròrroga protesto Protest protèt protest protesta qualità Qualitat qualité quality calidad quantità Menge quantité quantity cantidad quietanza/ricevuta Quittung recu receipt recibo responsabilità Haftung responsabilité responsibility/ liability responsabilidad revocabile widerruflich révocable revocable revocable ricevuta del Spediteur- récépissé du forwarder’s receipt recibo de un agente de trasportatore bescheinigung transporteur ricevuta di deposito Lagerempfangsschein récépissé d’entrepot warehouse receipt resguardo de almacén ricevuta di presa in Spediteur-Ùbernahme- attestation de prise en fonwarder’s certificate certificado de recibo del consegna dello spedizioniere bescheinigung charge du transitaire of receipt agente de transportes ricevuta postale Postquittung récépissé postal postal receipt, resguardo postal richiesta di pagamento/escussione lnanspruchnahme appel/ demande de paiement claim aviso/ demanda de pago ricorso in garanzia Mangelruge avis pour livraison dèfectueuse notice of defects reclamaciòn por vicios rifiutare zuruckweisen refuser to reject rehusar rischio Risiko risque risk riesgo riserva Vorbehalt réserve reserve reserva rivalsa/regresso Regress recours recourse recurso scadenza Falligkeit échéance maturity/due date vencimiento scadere verfallen/erloschen expirer to expire vencer scaricare abladen/ausladen décharger to unload descargar sciopero Streik grève strike huelga ek/ 123 transportes scontare diskontieren escompter to discount descontar secondo beneficiario Zweitbegunstigter second bénéficiaire second beneficiary segundo beneficiario senza spese kostenfrei sans frais without charges sin gastos somma garantita Garantiesumme somme garantie guarantee amount cantidad de garantia sopra coperta an Deck en pontée on deck sobre cubierta sotto coperta unter Deck sous le pont/en cale under deck bajo cubierta spedire absenden expédier to dispatch expedir spedizioniere Spediteur transitaire forwarder/ fonwarding agent agente de transportes spese Spesen frais charges gastos SRCC = scioperi, SRCC = Streik, Aufruhr, SRCC = grèves, SRCC = strikes, riots. SRCC = huelgas, ammutinamenti e sommosse civili politische Unruhen émeutes, troubles civils civil commotions motines, conmociones civiles stampigliato abgestempelt estampillé stamped timbrar stivare verstauen arrimer to stow estibar termine di consegna Lieferfrist délai de livraison time of delivery plazo de entrega termine di pagamento Zahlungsziel délai de paiement date of payment plazo para el pago through B/L Durchkonnossement through B/L through B/L through B/L timbro di ricezione Empfangsstempel timbre de réception reception stamp sello de recepciòn TPND = furto, TPND = Diebstahl, TPND = vol, pillage, TPND = theft, pilferage. TPND = robo, pillaje y saccheggio, mancata consegna Plunderung, Abhandenkommen non-délivrance non-delivery falta de entrega traduzione Ubersetzung traduction translation traducciòn traente Aussteller (von Wechseln) tireur drawer/maker girador trasbordo Umladung transbordement transhipment transbordo trasferibile ubertragbar transférable transferable transferible trasferimento ubertragung transfert transfer transferencia trasporto combinato kombinierter Transport transport combiné combined transport transporte combinado trassato/trattario Bezogener tirè drawee girado tratta Tratte traite draft letra de cambio vaglia cambiario/ pagherò Eigenwechsel billet à ordre promissory note pagaré ek/ 124 vagone Waggon wagon railway car vagòn vagone collettame Sammelwaggon wagon de groupage combined load vagòn colectivo validità Gultigkeitsdauer validité validity validez valido fino gultig bis valable jusque valid until vàlido hasta valore/valuta Wert valeur value valor valuta Valuta valeur value valor vapore Dampfer vapeur steamer (s/s)vessel vapor venditore Verkàufer vendeur seller vendedor vettore Frachtfuhrer transporteur carrier transportador/ transportista ek/ 125 ek/ 126 H... HI-TECH MARKETING Un negoziatore deve osservare tutto. Deve essere in parte Sherlock Holmes ed in pa rte Sigmund Freud. Victor Kiam L‘Hi-Tech *Marketing, nato come risposta alle esigenze tipiche delle aziende ad alta tecnologia, ha una valenza decisamente più ampia ed allargata ad altri settori. Secondo Regis McKenna , si tratta di un nuovo approccio al marketing ispirato ad un contesto permeato dall’alta tecnologia, ma non si limita ad esso. Le caratteristiche analizzate in tale contesto sono: * ritmo accelerato del cambiamento * prodotti sempre più sofisticati * prodotti a misura di cliente. Quindi, per avere successo, è necessario abbandonare le vecchie strade delle strategie, che si basano su ferree analisi qualitative e sulla capacità di anticipare in modo creativo le esigenze del mercato. Ci si deve abituare a ragionare in termini di “creazione di nuovi mercati” piuttosto che “spartizione di quote di mercato”: non solo stimolare i potenziali clienti ma, metterli in grado di capire per essere convinti della validità delle soluzioni proposte. Proporre qualcosa che non appartiene al vissuto sia concettuale sia operativo del mercato, significa che è ek/ 127 indispensabile investire molto tempo e molte energie professionali a preparare il mercato educandolo al “nuovo”. Per Sergio De Vio invece, le caratteristiche costitutive dell’Hi-Tech sono diffusione ed assimilazione di nuove idee e di nuovi modelli di pensiero, cioè del “marketing dei prodotti teorici”. Perciò non prodotti finiti, ma potenzialità in espansione, che raggiungono una loro “compiutezza” al momento del reale e particolare utilizzo, e quindi con il contributo dell’utente finale. E’il campo dei prodotti/servizi, che caratterizza gran parte dell’attuale società, definita appunto società dei servizi, sia ha dunque: * potenzialità dei prodotti piuttosto che attualità effettiva * rapporto di collaborazione fra utente e fornitore. (addirittura per alcuni prodotti comprende attività formative, che si propongono di mettere in grado l’utente di tradurre le potenzialità del prodotto in effettivo utilizzo tanto da arrivare ad una forma di progettazione congiunta*). Interpretare in modo creativo le esigenze del consumatore e, poi impegnarsi a fondo per metterlo in grado, sia intellettualmente che professionalmente, di comprendere e sfruttare a pieno tali potenzialità. Domanda ed offerta non si incontrano, come nelle usuali transazioni di mercato, soltanto nel processo di negoziazione ma,in un processo molto più complesso e più lungo nel quale le parti si educano reciprocamente. ek/ 128 R.T. Motoriarty e T.J. Kosnik vedono nell’incertezza il fattore predominante per tale tipologia di marketing, che consiste nel: * non sapere in realtà cosa può richiedere il mercato alla nuova tecnologia *non sapere se la tecnologia (o l’azienda stessa che vende) può onorare le aspettative. Dunque, le aziende Hi-Tech devono affrontare il mercato con paradigmi assolutamente atipici tra cui il concetto di approccio “futuro perfetto” ovvero per implementare una strategia in un contesto radicalmente nuovo, i leader di una organizzazione si devono comportare come proiettando il loro presente nel futuro. W.L. Shanklin e J.K. Ryans jr. sostengono invece, che nel mercato dominato dall’alta tecnologiaesistono due situazioni tipiche: il mercato dominato dall’offerta ed il mercato dominato dalla domanda. Nella prima situazione, l’evoluzione tecnologica crea la domanda e l’ideaimprenditoriale si basa su informazioni scarse, su un’idea di bisogno presunto non supportabile da dati desunti dall’esperienza. I leader di questa situazione sono gli uomini della R&S. Nel secondo caso, i leader sono gli uomini di marketing. L’essere vincenti è istituire un collegamento continuo ed effettivo tra le funzioni di marketing e R&S. L’estrema complessità e novità dei prodotti, fa sì cheIvan Snehota, esprimendosi su taleargomento, ha posto un’enfasi particolare sulle capacità di utilizzo del prodotto da parte del mercato. ek/ 129 Il successo delle imprese si valuta pertanto, sulla base del posizionamento più o meno forte, che ciascuna impresa riesce a conquistarsi nel network di relazioni sia a monte con i fornitori che a valle con i clienti. Nella capacità di muoversi di questo network di relazioni e, quindi di gestirle e potenziarle nel tempo, risiede il vantaggio competitivo, definito “differenziale di mercato”, e questo non tanto solo per i prodotti strettamente Hi-Tech, ma per tutti quelli caratterizzati da un’elevata complessità nell’utilizzo. La discriminante risiede non tanto nel livello di tecnologie contenute nel prodotto, quanto piuttosto nel livello di esperienza della domanda rispetto alle modalità di utilizzo del prodotto. Infine John F. Cady predispone uno schema teoricodi analisi del mercato per elaborare delle strategie di marketing per aziende Hi-Tech, in particolare del settore informatico. Due sono i fattori chiave, che determinano il posizionamento di ogni singolo prodotto nella matricedelle strategie di marketing: * la maturità tecnologica *l’esperienza della clientela. Tale matrice richiama l’attenzione del management su alcuni elementi che sembrano decisivi per competere nel business informatico e, tra questi assume importanza la capacità dell’azienda di capire le necessità dell’utente e quindi, le reali possibilità di “metabolizzare” il prodotto,nonché di individuare le modalità con le quali soddisfare queste esigenze ed assistere le aziende é processo graduale di assimilazione. Questi fattori piuttosto che le capacità di sviluppo delle tecnologie, costituiscono la base sulla quale gli operatori del ek/ 130 settore devono lavorare per identificare (marketing cognitivo), sviluppare (marketing strategico) e mantenere il vantaggio competitivo (marketing operativo). *Hi-Tech significa: forte base tecnico scientifica, veloce obsolescenza e mercato della domanda molto turbolento. * modello corrispettivo dell’evoluzione delle tecniche di approvvigionamento verso la comakership (vedi notain buyership) ek/ 131 ek/ 132 I... IDEE La concorrenza fa uscire il meglio nei prodotti ed il peggio nelle persone. Charles Revson Tre sono i fenomeni caratterizzanti le aziende, che operano nelle economie avanzate: *la globalizzazione *l'integrazione di fornitori e clienti nel processo di creazione del valore *la gestione per processi trasversali piuttosto che per gerarchie funzionali, creando nuove figure manageriali innovative pur se in netta minoranza rispetto a quelle tradizionali. Il ritardo nell’attuazione di quantodetto da parte della maggioranza delle aziende italiane risulta evidente. Essere globali significa essere capaci di produrre e vendere i propri prodotti e servizi, stringere alleanze e accordi, fare acquisizioni e gestirle poi con successo, in ogni parte del mondo come se si fosse a casa propria. Integrare fornitori e clienti nella creazione del valore significa saper migliorare continuamente anche i processi operativi, gestionali, organizzativi di questi ultimi. Questo comporta saperli analizzare e, gestire insieme programmi comuni di miglioramento. Non soltanto a breve termine ma soprattutto sul lungo periodo e, non soltanto in funzione di una riduzione dei costi ma anche di ricerca e sviluppo per prodotti innovativi ek/ 133 attraverso nuove soluzioni. Gestire per processi significa, in ultima analisi, saper organizzare e far lavorare al massimo delle capacità gruppi di individui (con esperienze, culture, credi e provenienze diverse) con un'attitudine fortemente progettuale, responsabilità chiaramente definite e enso s dell'interdipendenza delle attività che ciascuno svolge. Tutto questo “mondo” necessita di figure che, sappiano non solo motivare un team, ma muoversi interagendo in modo virtuoso in paesi con comportamenti culturali profondamente diversi dal proprio, tanto da conquistare in maniera duratura la fiducia e la collaborazione di un fornitore o di un cliente, impostare e guidare un progetto multifunzionale. Aziende di successo, soprattutto di origine americana o inglese, hanno percepito l’importanza di figure manageriali, per le quali contano molto di più la ricchezza dell'esperienza umana, la cultura, l'equilibrio e l'apertura mentale piuttosto che la competenza tecnica o l'autorità. L'accento viene posto sulla capacità di comunicare e di costruire rapporti umani di qualità. Fattori considerati decisivi nel nuovo scenario. Questo è vero sia per grandi aziende come Shell, General Electric ma anche per medie imprese come Timberland o Devtek. Velocità di pensiero, flessibilità, attitudine progettuale, interesse per la diversità, capacità di lavorare in gruppo, oggettività nella lettura di dati e visione globale sono qualità che distinguono tali nuovi manager. Attitudine da professionista, che mette a disposizione le proprie capacità per risolvere un problema specifico di un cliente: questo é ciò a cui si tende per vincere in una competitività estrema a cui si assiste. ek/ 134 I... INTEGRAL MARKETING Il marketing si affida ad un linguaggio pseudoscientifico che non mostra proprio nulla delle caratteristiche del prodo tto. Bernadette Vallely L'Integral Marketing nasce come base strategica per aiutare le imprese nell'esigenza primaria di essere competitive costantemente nel tempo. E' un modello di orientamento fondato sulla ricerca della massima integrazione tra le imprese produttrici di beni e servizi e gli altri soggetti del marketing (rete distributivaclienti). Ha come obiettivo primario, che tutti i soggetti (produttore, rete distributiva, clienti) diventino un sistema unico, che vive integralmente e, si evolve omogeneamente nel tempo, in sintonia tra tutti i componenti. I soggetti interagiscono insieme in un rapporto operativo e comunicativo multidirezionale in compartecipazione tra loro in un ambiente esistenziale comune di soddisfazione reale. L'Integral Marketing ridefinisce i rapporti ed i legami che intercorrono tra il produttore e gli altri componenti esterni per renderli più profondi, più interattivi, più solidi, più profittevoli e duraturi nel tempo. Le imprese in relazione alle loro caratteristiche,ai loro clienti, alla rete distributiva, devono definire e poi realizzare un ek/ 135 proprio sistema di Integral Marketing, con un mix di elementi e forze integranti da impiegare insieme a quelli utilizzati normalmente, per potersi integrare con gli altri soggetti, in una dinamica sintonia, sviluppando contemporaneamente forze sinergiche, tanto da attrarre sensibili quote di clienti potenziali esterne al sistema. Soddisfazione integrale. Tutte le parti, che partecipano allo scambio di beni e servizi (produttore, rete distributiva, clienti), devono essere integrate tra loro dalla soddisfazione. L'impresa produttrice dovrà confrontare i propri piani strategici con questo principio e, dovrà anticipatamente definire la soddisfazione per ogni componente che partecipa allo scambio: * soddisfazione per il cliente= * soddisfazione per il trade= * soddisfazione per il produttore. Orientamento integrale. I componenti dello scambio devono essere orientati integralmente tra loro: dall'orientamento al cliente all'orientamento lgobale dell'Integral Marketing, dove l'orientamento al cliente è uno dei fondamenti insieme all'orientamento a tutta la struttura produttrice e a tutte le strutture distributive. Partnership integrale. Si deve instaurare un rapporto di partnership integrale tra tutte le entità, finalizzata alla soddisfazione dei singoli componenti attraverso la soddisfazione del sistema nel suo insieme. ek/ 136 Comunicazione integrale. Per la realizzazione di un tale sistema è fondamentale uno scambio integrale e bidirezionale tra i componenti del sistema di informazioni, sensazioni, azioni, effetti, etc..., partendo dai bisogni primari dei clienti che il sistema deve soddisfare. Effetti sul rapporto con il cliente/mercato. L’ampliamento ed il consolidamento del rapporto con il cliente é il presupposto dell’Integral Marketing. L'azienda produttrice deve ridefinire i nuovi obiettivi del rapporto, le modalità operative, i flussi, i supporti, gli strumenti, etc..., affinché il cliente diventi protagonista attivo della competitività del produttore in più momenti importanti, per esempio: 10M - Acquisto sceglie il prodotto, incrementando i ricavi del produttore; 20M - Progettazione di nuovi prodotti o di nuove versionicontribuendo direttamente in partnership con il produttore alla definizione dell'interpretazione del prodotto; 30M - Promozione integrata - come promoter...attraverso un positivo “passaparola”. Effetti sull’interpretazione del prodotto. Le imprese per essere competitive devono realizzare i loro prodotti attraverso l’interpretazione di ciò che il cliente desidera: più il prodotto offerto è simile o superiore all'interpretazione del cliente e più chi lo produce avrà successo. E' fondamentale anticipare costantemente la ek/ 137 concorrenza sull'evoluzione che l'interpretazione del prodotto avrà nel tempo. L'Integral Marketing contribuisce a portare l'azienda verso “la ricerca e sviluppo interpretativa”, per ottenere plus competitivi su prodotti e servizi che interpretino al meglio, e prima della concorrenza, l'evolversi delleesigenze dei clienti nei tempo. Una ricerca e sviluppo interpretativa che spesso dovrà estendersi oltre i limiti dell'esistente. Interpretando bisogni, esigenze, sensazioni inespresse dagli standard e di cui a volte non è consapevole neanche lo stesso cliente. L'Integral Marketing Monitor System è lo strumento operativo per sviluppare prodotti, attraverso l'integrazione tra il produttore ed i clienti nella fase del monitoraggio dinamico del mercato e delle esigenze dei clienti. E' un sistema di rilevamento e di analisi integrale e bidirezionale tra l'azienda produttrice e i clienti basato su una struttura a due livelli operativi: l) Livello: Integral monitor point (Imp) 2)Livello: Base integral monitor system (Bims) L’Imp é composto da: - personale dell'azienda produttrice e da - n. x targetmen (targetmen= clienti 'tipo' per il target di riferimento) che in particolari momenti strategici (es. progettazione di un nuovo prodotto, di nuova versione di prodotto, etc...) si riuniscono, e a prescindere dagli standard esistenti, partendo dalle caratteristiche di base (funzionalità, dimensionamento, ek/ 138 etc...) interpretano insieme il prodotto, definendone e dimensionandone le caratteristiche e le priorità in relazione al loro peso per la maggiore soddisfazione. Rilevazioni ed interpretazioni sviluppate dai vari “Imp” confluiscono nella Bims, che li elabora secondo i criteri che interessano e li trasmette alla struttura di marketing strategico, che entrerà in possesso così di ulteriori ed importanti elementi da valutare prima di scelte definitive. Esempio pratico della contribuzione dell'Integral Marketing monitor system alla produzione di beni: sensore per la temperatura dell’acqua della piscina anche programmabile. Problema di utilizzo (analisi Imp): acqua con una temperatura non consona rispetto alla temperatura esterna dell’aria con un effetto decisamente non rinfrescante. Disagi di utilizzo (analisi Imp):improvviso senso di fastidio “appiccicoso”, mentre accendendo immediatamente il regolatore per la temperatura si possono avere effetti fisici negativi: il corpo accaldato viene ad essere immerso in acqua più fredda. Ipotesi soluzione (analisi Imp):il regolatore programmabile e/o attivabile a distanza dal cliente prima della “fatidica” nuotata permette di trovare la temperatura desiderata. Il prodotto considerato ha un’appetibilità competitiva da verificare tecnicamente e strategicamente. ek/ 139 ek/ 140 J ... JOB ORDER Le limitazioni alle esportazioni sono come l’assuefazione all’oppio. Eiji Toyoda PIANIFICAZIO NE PRODUZIONE CREDITI VERSO CKIENTI FATTURAZIONE AL CLIENTE STATO DELL’ORDINE DEL CLIENTE FUNZIONE COMMERCIALE E MARKETING NO NO CLIENTE ORDINE DEL CLIENTE CONTROLLO SULLA SOLVIBILITA’ CONTROLLO SULLA DISPONIBILITA’ TEMPORALE VERIFICA SULLA PRODUZIONE PROGRAMMATA STATO DELL’ORDINE DEL CLIENTE FONTE: La LONDE ek/ 141 ELABORAZIONE DELL’ORDINE DOCUMENTAZIONE DI SPEDIZIONE PRELIEVO DA MAGAZZINO NO CHECK DISPONIBILITA’ ARTICOLO A MAGAZZINO SI SI SI PROGRAMMAZIONE DEL MAGAZZINO E DEL TRASPORTO ADEGUAMEN TO LIVELLO SCORTE ek/ 142 K... KISS L’innovazione deriva dalla distruzione creativa. Yoshihisa Tabuchi Sigla per indicare: “Keep it simple stupid” espressione derivante dal linguaggio informatico utilizzata per suggerire di evitare inutili complicazioni. ek/ 143 ek/ 144 L... LINGUAGGIO non verbale Tutto ti dà una collocazione, tutto è relazioni pubbliche. Simone Kesseler Alcune differenze di comportamento tra un Paese e l’altro nel linguaggio del corpo: IL VISO Gli europei in genere gli occidentali, sono molto sobri nel regalare sorrisi in pubblico,soprattutto durante le trattative di affari a differenza di malaysiani e tailandesi. I francesi poi, sono quelli che usano di più le espressioni del viso per sottolineare ciò che pensano . Gli americani, gli inglesi ed ancora più i giapponesi tendono a non manifestare nè pensieri nè emozioni. Attenzione ai tic: a Taiwan sbattere le palpebre è segno di maleducazione! GLI OCCHI Gli arabi sono la popolazione che di più al mondo considera fondamentale in un colloquio il contatto visivo: guardano il proprio interlocutore in fondo agli occhi per valutare la sincerità, per giungere fino in fondo all’anima. ek/ 145 Il CONTATTO FISICO I messicani non salutano stringendosi la mano ma, si abbracciano. Gli arabi invece stringono tutte e due le mani ai loro ospiti. I francesi nei rapporti d’affari, più sono lontani e meglio si sentono. Gli inglesi, gli americani ed i giapponesi (gli asiatici in genere) escludono ogni contatto fisico. LE MANI Attenti alle mani quando siete nelle Filippine ed in Medio Oriente. Puntare il dito verso persone o cose è maleducazione. E non usate mai la mano sinistra per spostare cibo od oggetti a Singapore od in Arabia, perché la gente considera la mano sinistra impura rispetto alla destra. LO SPAZIO Non tutti i popoli considerano lo spazio utilizzabile nello stesso modo. Per gli americani chi vive o lavora in ampi spazi appartiene ad un ceto sociale. In USA, le scrivanie si mettono addossate al ek/ 146 muro mentre, gli europei le preferiscono in mezzo all’ufficio, da dove credono di poter avere la situazione sotto controllo. ek/ 147 L...LOGISTICA Noi giapponesi pianifichiamo e sviluppiamo le nostre strategie commerciali con un anticipo di 10 anni mentre l’America sembra essere interessata solo ai profitti entro 10 minuti da ora. Akio Morita Gli argomenti, vista la vastità dell’argomento non sono sottoposti ad una rigida concatenazione ma, pur rimanendo nell'alveo di una precisa tematica, prendono in esame i problemi che in azienda suscitano il maggior interesse. E’opportuno essere precisi su cosa si intende per logistica; questo amore per la chiarezza deriva dal fatto che, molto spesso si riscontra una certa confusione quando si intende definirla. Alcune volte la logistica viene interpretata secondo concetti riduttivi, che riconducono a tematiche, importanti ma limitative, come il material handling, la distribuzione fisica, la gestione delle scorte, la politica degli acquisti, etc. A favorire questa confusione hanno spesso contribuito le definizioni e gli slogan pubblicitari adottati dalle aziende, cheforniscono attrezzature, macchinari, sistemi o servizi nel settore: in questi casi il termine logistica viene utilizzato in modo improprio associandogli ora questo ora quel segmento della logistica stessa. ek/ 148 Non è sbagliato a questo punto fare un po' di storia per capire meglio l'evoluzione, che ha sostenuto tale disciplina sino ad approdare al concetto moderno. Per secoli ha avuto il ruolo umiliante di aggettivo, per di più di uso tutt'altro che comune. Sino ad ieri, infatti solo i militari si vantano di utilizzare reparti di «supporto logistico», il problema logistico civile “emergeva” in occasione dei traslochi e di pochi altri eventi poco significativi. Lo sviluppo dei consumi verificatosi dopo la seconda guerra mondiale ed il conseguente impulso, a livello produttivo, all'aumento delle quantità ha fatto accrescere l'attenzione delle aziende ai problemi del traffico interno agli stabilimenti e, soprattutto alla necessità di dotarsi di una efficiente rete distributiva dei prodotti; spinti da queste necessità lo studio dei trasporti interni, dell'organizzazione dei magazzini, della pianificazione delle consegne ha assunto un ruolo di primo piano, sconosciuto al mondo industriale meno sviluppato dove queste attività venivano solamente subite, perché giudicate non eliminabili. Il successivo rapido modificarsi dello scenario mondiale, la ricerca della massima competitività anche attraverso una maggiore flessibilità produttiva ed un migliore livello di servizio, le possibilità offerte dallo sviluppo econom ico soprattutto dall'utilizzo sempre più diffuso dell'informatica a livello gestionale, di controllo e di processo, hanno fatto ek/ 149 mutare i convenzionali comportamenti aziendali abitualmente disciplinati secondo una rigida compartimentazione specialistica anziché, secondo i principi dell'integrazione delle funzioni, proprie della logistica. È necessario giungere agli anni '60, perché una nuova attenzione all'analisi del costo totale, al servizio offerto al cliente, ai nuovi canali distributivi contribuisse far a sviluppare il concetto di logistica integrata, chiave di volta della moderna interpretazione. Tuttavia bisogna arrivare al 1976 per trovare una definizione di logistica a livello aziendale; in quell'anno infatti il Council of Logistic Management ha provveduto a modificare la precedente definizione, formulata nel 1962 della “gestione della distribuzione fisica” definendo la logistica come “integrazione di due o più attività al fine di programmare, attuare e controllare il flusso delle materie prime, dei prodotti semilavorati e di quelli finiti dal luogo d'origine a quello di consumo in modo da renderlo il più possibile efficiente supportato da un relativo flusso d’informazioni”. La logistica deve essere perciò vista come un'unica logica che guida il processo di pianificazione, assegnazione e controllo delle risorse finanziarie e umane impegnate nelle operazioni di distribuzione fisica, supporto alla produzione e approvvigionamento. Un sistema logistico studiato deve ricercare il migliore equilibrio tra il livello di servizio e quello dei costi, deve tenere sotto controllo la variabilità a livello operativo, ridurre al minimo il livello globale delle scorte, fornire un adeguato ek/ 150 supporto al prodotto durante il suo ciclo vitale senza trascurare le esigenze di marketing e di produzione. Flusso delle scorte a valore aggiunto Azienda Clienti - Distribuzione fisica Supporto alla Approvvigionamento produzione Fornitori Flusso delle informazioni sui fabbisogni Le aziende innovative si rendono conto che, un sistema logistico ben progettato e gestito può fornire un vantaggio competitivo strategico rispetto ai concorrenti. Al di là di queste valutazioni di contenuto generale, è altrettanto necessario sottolineare che, l'incidenza dei costi logistici assume valori di tutto rispetto in quasi tutti i settori aziendali. Non tutte le aziende sanno come quantificare questa incidenza, perché raramente si preoccupano di calcolare con precisione gli indici di costo: il rilievo sistematico del valore di ek/ 151 questi parametri è particolarmente utile per valutare l'entità dei costi in termini assoluti, per controllarne l'andamento col passare del tempo e per stimare la loro variabilità in relazione a possibili mutamenti organizzativi o tecnologici. La realizzazione di una efficiente struttura logistica dipende sostanzialmente dalla volontà aziendale e, di conseguenza, dalla sensibilità che viene dimostrata verso queste problematiche: i risultati che si ottengono sono direttamente proporzionali alladiffusione della cultura logistica in azienda. L'istruzione pubblica ha sostanzialmente sempre ignorato la logistica, che solo ora si affaccia timidamente in alcune facoltà universitarie: é pertanto abbastanza improbabile che al momento dell'inserimento nell'ambito lavorativo si disponga di basi per affrontare tale problematica. Molte aziende, soprattutto quelle di grandi dimensioni, provvedono direttamente alla formazione dei propri addetti con la realizzazione di corsi interni o mediante la partecipazione a corsi promossi da strutture private specializzate ma, queste iniziative riguardano normalmente i livelli professionali intermedi o quelli destinati a ricoprire funzioni di tipo dirigenziale. Queste attività di aggiornamento e/o di formazione sono molto importanti perché diffondono la cultura logistica ai livelli più alti, cioè a coloro che devono essere i promotori delle nuove iniziative e che, devono individuare i più corretti orientamenti; è però anche, necessario disporre di personale operativo che sia preparato e soprattutto motivato e stimolato verso il miglioramento delle prestazioni che, quasi sempre vengono raggiunte attraverso il cambiamento o la modifica di ek/ 152 comportamenti ormai consolidati e l'utilizzo di strumenti di tipo innovativo. ek/ 153 L... LOGISTICA e l’AUDIT esterno I seguenti fattori devono essere considerati nell’effettuare un valido report: - tempo ciclo medio dell’ordine - variabilità del ciclo - ordini evasi completamente - disponibilità a magazzino - accuratezza di compilazione degli ordini - informazioni sullo stato dell’ordine - azioni di risposta alle lamentele - politiche dei resi - trasmissione degli ordini a distanza - capacità di sollecito degli ordini urgenti - procedure di fatturazione - pallettizzazione e standardizzazione dei carichi - velocità ed accuratezza nella fatturazione - disponibilità di dati su stock di - disponibilità prelievo autonomo di merce da parte dei distributori - capacità di scegliere il trasportatore Aggiungendo un rilievo su: *QUALITA’dei PR ODOTTI *PREZZI ek/ 154 *CONDIZIONI di VENDITA *POLITICA di SCONTI *PUBBLICITA’ ek/ 155 L... LOGISTICA e l’AUDIT interno Tenere sotto controllo, le seguenti situazioni - verificandole per avere sempre il “polso” della situazione: a) ACCETTAZIONE ORDINI Cliente - Impresa Impresa - Cliente (Telemarketing e door to door) b) POST-ACCETTAZIONE: richieste di modifiche Cliente - Impresa c) CONSEGNA Impresa - Cliente d) POST-CONSEGNA: danni, mancanze o differenze Cliente - Impresa e) FATTURAZIONE Impresa - Cliente f) PROBLEMI POST-FATTURAZIONE Cliente - Impresa ek/ 156 g) RITARDI DI PAGAMENTO Impresa - Cliente h) PAGAMENTO Cliente - Impresa ek/ 157 L... LOGISTICA componenti Flusso fisico Flusso informativo Programmazione Determinazione dei rifornimenti della produzione della domanda Fornitori Cliente/MKT* Approvvigionamento Produzione Distribuzione Fisica Costi logistici * SERVIZIO Tempestività’ Flessibilità’di risposta ek/ 158 L....LOGISTICA: costo totale La sommatoria dei seguenti fattori definisceil costo totale: CTR = costo trasporto (monte e a valle) CM = costo depositi CC = costo sistema informatico CS = costo scorte CMNE = costo movimentazione e picking CIMB = costo imballi CR = costo risorse umane CDI = costo differenze inventariali CRRE = costo rotture CMSER = costo mancato servizio Il costo logistico totale si scompone in: * costo di gestione degli ordini * costo di avvio ai depositi * costi di deposito. Una studiata riorganizzazione può portare ad ottenere un risparmio, che va dal 3 al 13% del costo logistico iniziale (che ek/ 159 secondo un’indagine europea si attesta fra il 7 ed il 12% del fatturato di ogni azienda). ek/ 160 L...LOGISTICA: cultura aziendale Il MKT può essere servito efficacemente ? Il MKT può essere servito efficientemente? L’efficacia del servizio è associata alla capacità di provvedere un servizio ai clienti, consegnando il prodotto da loro desiderato nei tempi e con le modalità da loro richieste. L’efficienza del servizio è misurata dalla capacità dell’organizzazione logistica di minimizzare i costi connessi al servizio ek/ 161 L...LOGISTICA ed interfacce PRODUZIONE MARKETING Pianificazione aggregata Promozione Programmazione di dettaglio Prezzo Controllo Qualità MIX Prodotto Progettazione Impianti Ricerche di MKT Lay-out LOGISTICA Controllo Produzione Servizio al cliente Schedulazione produzione Imballaggio Acquisti Localiz zazione Magazzini Progettazione Magazzini Gestione Ordini di produzione Gestione Ricambi Materials handling Gestione magazzini e scorte Trasporti Comunicazioni CONTROLLO SCORTE Budget operativo Budget investimenti Acquisizione impianti ek/ 162 F I N A N Z A ek/ 163 L... LOGISTICA POLITICHE DISTRIBUTIVE: una gestione coerente con il MKT-obiettivo presuppone: - SVILUPPO di una strategia di distribuzione definendo gli obiettivi ed i programmi di promozione, merchandising del prodotto o del servizio, prezzo e modalità di trasporto e stoccaggio - SVILUPPO di capacità di leadership nella negoziazione con i diversi canali - SELEZIONE e PIANIFICAZIONE dei canali più adatti al raggiungimento della strategia - CONTROLLO e MISURA delle prestazioni dei diversi canali La LOGISTICA deve preparare un piano che includa ogni specifica esigenza per ciascun canale incluso nel mix. ek/ 164 L... LOGISTICA come servizio al cliente PRODOTTO PREZZO COMUNICAZIONE LIVELLI DI SERVIZIO al cliente nello spazio e nel tempo COSTI di COSTI di Stoccaggio Trasporto COSTI dei COSTI di Lotti Immagazzinaggio (Transito) COSTI DI GESTIONE ORDINI ed INFORMAZIONI - Gestione Ordini - fatturazione - proteste cliente - Evasione del 95% degli ordini ricevuti entro 48 ore ek/ 165 L ... LOGISTICA: indicatori Cambiare un’azienda richiede dinamite. Shigeyasu Sakamoto INDICATORE UNITA' DI MISURA DEFINIZIONE 1) Servizio al cliente % n° ordini evasi ----------------------------- x100 n° ordini perfettibili 2) Servizio da produzione % n° ordini evasi ------------------------------ x 100 n° ordini programmati 3) Servizio da fornitore % n° ordini consegnati --------------------------------- x 100 n° ordini programmati 4) Lead time E-D gg. n° dei giorni intercorrenti fra la data di invio dell'ordine e l'arrivo della merce al cliente 5) Lead time D-B gg. n° dei giorni intercorrenti tra la richiesta della produzione per il rimpiazzo delle scorte e l'arrivo della merce a magazzino 6) Lead time B-A gg. n° dei giorni intercorrenti tra la richiesta al fornitore per il rimpiazzo delle scorte e l'arrivo della merce in magazzino 7) Lead time E-A SCORTE gg. Somma dei Lead times parziali LEAD TIME ek/ 166 8) Industriali Valore del materiale alla fine del mesen ------------------------------ -----------------------Consumo giornaliero di materiale programmato nel mese n-1 gg. gg. Quantità di prodotti finiti esistente a fine mese n ------------------------------------------------------Quantià di prodotti finiti programmati giornalmente per la vendita nel mesen-1 gg. Valore medio delle scorte industriali al mese n ----------------------------------------------------- x 100 Fatturato cumulato al mese n proiettato sull'anno 11) Valore commerciale % Valore medio delle scorte commerciali al mese n ------------------------------------------------------Fatturato cumulato al mese n proiettato sull'anno 12) Valore totale % Indicatore 10 + 11 9) Commerciali 10) Valore industriale PRODUTTIVITÀ' 13) Lavoro m3 -------h Somma dei metri cubi consegnati ----------------------------------------------------Ore effettivamente lavorate nel periodo 14) Area m3 -------m2 Somma dei metri cubi consegnati ----------------------------------------------------------Media dei metri quadrati utilizzati nel periodo 15) Trasporto m3 -------km Somma dei metri cubi consegnati ---------------------------------------------------------Chilometri effettivamente registrati pagati nel periodo 16) Computer m3 -------h - ek/ Somma dei metri cubi consegnati ---------------------------------------------------- Ore di computer effettivamente registrate 167 Fatturato cumulato --------------------------Costi della funzione 17) Costi n 18) tasso annuo % Indice indice anno -------------------------------------------------- x 100 Indice anno xx 19) Ordine % Linee d'ordine consegnate correttamente ---------------------------------------------------- x 100 Linee d'ordine richieste 20) Inventario % Somma delle differenze per articolo ----------------------------------------------100 n° totale prodotti esistenti 21) Danni % Somma prodotti danneggiati ---------------------------------------- x 100 Somma prodotti consegnati QUALITA' ek/ 168 x L ... LOGISTICA INTEGRATA Gestirei le ferrovie se mi pagassero in rondelle. Sir Peter Parker Perché tanto interesse? Michael Porter, docente della Harvard Business School e guru della logistica, la considera, assieme alla produzione, tra le attività dirette in grado di generare valore aggiunto. La teoria é teoria, ma in pratica pochi si sono resi conto che la logistica è diventata uno degli elementi discriminanti rispetto alla concorrenza e, che spesso è meglio affidarla a specialisti esterni, piuttosto che, gestirla in proprio. In effetti, secondo uno studio condotto anni fa dalla società di consulenza A.T. Kearney, l'incidenza del magazzinaggio e trasporto sul costo finale di un prodotto è mediamente pari al 7 %, e questa cifra può essere ridotta della metà grazie a un sistema di logistica integrata. Sempre più aziende sembrano crederci, e si rivolgono a specialisti in grado di gestire tutte le fasi del ciclo di un prodotto non strettamente produttive (come Piaggio, Nike, Nec, Kodak, Ibm, Superga). La Manuli autoadesivi voleva ridurre i tempi di consegna per i piccoli clienti a meno di una settimana, e non poteva farlo direttamente perché, per fare partire le consegne dirette a una determinata area geografica si doveva aspettare di avere ek/ 169 almeno un camion pieno: con la terziarizzazione di questo servizio é stata in grado di supportare solo le attività strategiche per lo sviluppo e ... di riconvertire gran parte del personale addetto alla distribuzione ad altre attività. La Nec Italia, filiale italiana della multinazionale giapponese, ha scelto di terziarizzare i servizi logistici appena sorta per una necessità: era impensabile per il personale in numero così limitato di seguire direttamente un'attività complessa e delicata come quella della gestione di magazzinaggio e trasporto.Oggi la Nec Italia, con un decine e decine di miliardi di fatturato ed un centinaio di dipendenti non considera neppure l’ipotesi di altra strategia. Sono comunque ancora pochi, nel settore, i “competitor” capaci di offrire (a un potenziale cliente interessato a terziarizzare) elementi decisivi quali azionariato stabile, management professionale ed una dimensione europea con una rete capillare di magazzini, il tutto supportato da una rete informatica adeguata. E tra questi, ancor meno sono quelli votati allalogistica pura. I principali limiti delle aziende operanti nel settore sono infatti quelli culturali dovuti al comparto di provenienza, nella maggior parte dei casi il trasporto. Esempio di “logistica pura” può esser considerata la Mdc, joint-venture tra la giapponese Nyk Line ed una società di trasporti italiana. L'integrazione é completa i giapponesi curano i servizi dalla fabbrica al porto europeo dove subentrano gli italiani, che seguono il singolo impianto hi- fi fino al negozio. ek/ 170 Fra le aziende pioniere la Bosch Italia, che dal 1985, ha deciso di affidare all’esterno l’intero ciclo logistico: dall’import al magazzinaggio, alla distribuzione, agli imballaggi ed all’assemblaggio di kit particolari. L’unica operazione non affidata a terzi del tutto é la gestione contabile. L’incremento della domanda di servizi logistici, sia pure in volumi contenuti, sta mutando anche il ruolo di aziende specializzate come, ad esempio, gli spedizionieri. Lo spedizioniere tradizionale oggi non esiste più, vittima della progressiva integrazione dei servizi logistici. Chi riuscirà ad offrire un pacchetto, che va dalla fabbrica nel paese di origine al singolo punto di utilizzo, avrà un mercato pressoché illimitato». Supportare le strategie aziendali per migliorare il servizio e contenere i costi è dunque sempre più un business a sé stante. In un quadro di riferimento in continua mutazione, anche il miglior sistema logistico è da mettere continuamente in discussione per evitare che, invece di essere un fattore competitivo si trasformi in elemento di rigidità che, potrebbe finir per ritardare il riposizionamento delle aziende rispetto ai nuovi mercati». ek/ 171 L ...LOGISTICA come ruolo strategico Sappiate quello che potete fare meglio, e sappiate quello che è meglio che voi facciate. Margareth Thatcher Le trasformazioni del commercio, come le trasformazioni organizzative hanno enfatizzato il ruolo strategico della funzione logistica, sia per il rifornimento dei punti di vendita, sia per l'estensione della rete da servire, sia per le complesse dimensioni spazio/temporali del servizio distributivo in relazione al flusso delle merci e delle informazioni. Una funzione, quella logistica, che mostra una crescente connotazione di integrazione fra distribuzione, produzione e altri servizi contigui, come funzione di interfaccia informativa e operativa. Un'area che, dunque si configura sempre più come sistema logistico integrato, attivato da una pluralità di agenti cointeressati all'efficienza di unafunzione di produzione congiunta lungo la filiera distributiva. In questa ottica la logistica non si configura semplicemente come uno strumento per ridurre i costi,. ma rappresenta una componente essenziale della dinamica organizzativa per una più efficiente progettazione delle attività di trasferimento fisico e di controllo informativo del flusso delle merci. ek/ 172 Il costo logistico sul piano funzionale si rivela di incidenza crescente per alcuni fattori strutturali di fondo: *- é una componente di valore qualitativamente rilevante del servizio offerto (frequenze di rifornimento, livello di servizio, assortimento); *- é una componente di costo quantitativamente significativa per la tipologia delle merci trasportate (valore unitario prodotto/volume) e per l'eterogeneità dei canali e delle forme distributive da approvvigionare (volumi, dimensione, dispersione spaziale, difformità di assortimento); -* é una componente di costo/valore significativa per le modalità richieste dal rifornimento (tempi/ frequenze consegne, difformità di rotazione delle merci, rischi di stock out, etc.). Componenti di costo e di valore che identificano chiaramente la logistica come una funzione di interconnessioni fra una pluralità di agenti, dotati di tecniche differenziate di controllo (struttura dei magazzini, modalità di trasporto, sistemi informativi) e tali da assumere spesso percorsi strategici difformi, anche se non necessariamente alternativi. Una logistica integrata fra fornitore industriale e distributore svolge il precipuo compito di interfacciare operativamente tali difformità per ridurre i costi di gestione del ciclo logistico sul lato delle merci, delle informazioni e del controllo. ek/ 173 Le aree critiche di possibile riduzione di queste componenti di costo di transazione fra distributori e produttori sono almeno tre: a) la identificazione di fasce per standard di operatività logistica, nella gestione degli ordini, nelle unità di movimentazione e controllo degli stock; b) la definizione di spazi di minimizzazione congiunta dell e scorte organizzative (scorte stagionali, di anticipazione, di dimensionamento del lotto) e di quelle stocastiche o di elasticità-sicurezza (quelle speculative non rivestono attualmente significativa rilevanza per la fase di prezzi non ascendenti); c) la individuazione di “soglie operative di comunicazione”, che consentano la trasmissione rapida ed affidabile di informazioni sul controllo del flusso delle merci. Nel complesso, la dimensione integrata del ciclo logistico si inserisce in un contesto di evoluzione rapida della domanda di consumo e dei comportamenti di acquisto, coerente con un obiettivo di qualità globale e di innovazione congiunta dei servizi offerti. Ciò é in funzione di un allargamento dei benefici a tutti i soggetti costitutivi il sistema logistico integrato (sempre più terziarizzato), che conduca ad univocità crescente acquisti, vendita e domanda dì servizi nelle relazioni fornitore/distributore/consumatore. ek/ 174 L... LOGISTICA ed il marketing Sono i dirigenti che assicurano il nerbo stess o dello Stato e le esportazioni dalle quali dipende la nostra stessa esistenza. Lord Watkinson Un servizio personalizzato e costoso, richiede una rete periferica di distribuzione, controllata in forme dirette o quasi dirette, per assicurare una risposta qualitativamente elevata al punto di vendita (anche tradizionale) in termini di caratteristiche specifiche della fornitura. I vantaggi complessivi risiedono in un controllo più diretto della evoluzione e segmentazione della domanda ed in politiche di marketing multicanale e globale, ad esempio mediante la sollecitazione di un'alta fedeltà alla marca, l'opportunità di politiche di prezzo flessibili, etc. Un altro livello di servizio é quello standardizzato, a costi contenuti con un allentamento della linea di servizio al cliente finale, privilegia la fornitura ai Cedi (Centri di distribuzione), in termini di gestione dei flussi fisici, con livelli di controllo periferici nettamente inferiori alla prima tipologia. In questo caso si utilizzano in maniera piùmassiccia carichi completi, sostenuti da adeguate politiche di sconto quantità e da incentivi conseguenti. ek/ 175 Un comportamento strategico, che necessita spesso di un impegno considerevole in termini di immagine e di marchio (politiche pubblicitarie e di marketing tramite i grandi media), compensato peraltro da rilevanti economie distributive. Una terza modalità di gestione, intermedia fra le prime due, opera in parte una composizione dei vantaggi di entrambe, minimizzando gli svantaggi. Diviene essenziale un accorciamento informativo del canale, attraverso una presenza diretta sui pdv(punti di vendita), una rete diffusa di promoter, merchandiser e agenti. D'altra parte si evidenzia uno spostamento a monte - più rilevante rispetto ai casi precedenti - del controllo informativo del sistema logistico, che consente di esternalizzare alcune delle componenti fisiche, in presenza di aggressive politiche pubblicitarie, di marchio e di merchandising. Ciò può essere favorito da un allentamento del controllo diretto nella produzione, verso forme contrattuali di fornitura di prodotti finiti, recuperando elevati livelli di flessibilità operativa ed impiegando semplicemente la leva del “Total Quality Control” diviene prevalente la qualità del servizio del produttore. Le spinte alla razionalizzazione delle prestazioni logistiche avanzate dalla Gdo (grande distribuzione organizzata) causano importanti modificazioni in ambito produttivo. Infatti, i programmi di space allocation e di ottimizzazione dell'handling del magazzino e de l punto vendita, inducono la Gdo a valutare come variabili dipendenti tutta una serie di parametri e procedure logistiche fino ad allora considerati come indipendenti e non direttamente influenzabili. ek/ 176 Modalità di consegna della merce - in termini di frequenza, affidabilità, tipologia di unità di carico utilizzata , confezionamento, in termini di dimensioni e numero di pezzi per imballo e, in alcuni casi, dimensioni e pesi dei singoli prodotti - diventano oggetto di contrattazione nell'ambito dei rapporti di fornitura proprio perché se ne valutano le influenze sul costo complessivo del servizio. All'interno della produzione, l’avviato processo di rivalutazione della logistica, in quanto funzione trasversale al marketing, alla finanza e alla produzione, subisce una netta accelerazione. Acquistano rilievo gli effetti logistici di ricaduta lungo tutto il canale delle decisioni produttive e di marketing dell'industria. In questo senso, vengono favoriti i riassetti organizzativi già in atto nelle imprese manifatturiere nelle quali, da un lato, produzione, marketing e logistica, diventano funzioni fortemente interrelate, dell'altro, la logistica stessa viene valutata come centro di costo e di servizio, con propri obbiettivi di efficacia ed economicità. ek/ 177 L ... LOGISTICA: tipologia di servizi E’avere il materiale giusto al posto giusto al momento giusto e non troppo o troppo poco. Alan Sugar Fornitore Cliente del servizio logistico Produttore/Distributore Forecasting Inventory Management Politiche di rete Trasporto Immagazzinamento Gestione ordini clienti Picking Consegna al punto vendita (PV) Rifornimento su scaffale Fatturazione attiva Incasso Rifornimenti depositi Responsabilità su - customer satisfaction - tempo di resa - livello di servizio ek/ * * * * * * * * * * * (*) (*) * * * 178 ek/ 179 Ci si deve muovere secondo una matrice che leghi tipologia di prodotto/mercato, il contributo dellalogistica distributiva al valore del prodotto finito, il “core business” delcliente. Le soluzioni vanno poi “spezzettate” tra distribuzione al cliente finale, piuttosto che flusso tra imprese, piuttosto che gestione di parti di ricambio e di impianti e così via. Inoltre non si può dimenticare che la tecnologia, troppo trascurata quando si parla di logistica, é inerente anche ai mezzi impiegati in quanto contribuiscono ad un servizio di qualità. Se è chiaro per la catena del freddo (basta poco per deteriore una partita di merce), non si pensi che spostare tronchi o bobine di carta, maglie o tessuti o televisori, non richieda un’attenzione altrettanto spinta. L’informatica e la telematica che sono oggi parte integrante e sempre più indispensabili per offrire il servizio richiesto (informatica, preparazione degli ordini, movimentazioni). L’elenco seguente evidenzia i settori in cui sono state realizzate le economie più consistenti e le azioni intraprese, tanto più è ampia la funzione logistica, tanto più estesi sono la gamma dei mezzi adoperati ed i risultati ottenuti: - diminuzionedel numero di depositi secondari - razionalizzazione della gestione delle vendite - migliore organizzazione delle consegne ek/ 180 - nuove contrattazioni delle prestazioni e delle tariffe dei trasportatori - subappalto della distribuzione fisica - pallettizzazione dei prodotti da spedire - meccanizzazione dei depositi - automazione della preparazione dei colli - subappalto della preparazione dei colli/cliente - modifica del parco mezzi - aumento della capacità utile degli autocarri ek/ 181 ek/ 182 M ... MEETING Le riunioni sono indispensabili, quando non volete fare nulla. Prof. John Kenneth Galbrith Chiunque non ne indice più di cinque o sei all'anno: mai troppe, perché fornire una gran massa di informazioni non selezionate significa deresponsabilizzare. Ci si dovrebbe riunire formalmente solo per le strategie globali, il budget, le previsioni di metà anno ed i piani operativi e,. sempre andando in ritiro in un luogo tranquillo, con i telefoni rigorosamente staccati. In compenso, almeno una volta la settimana, ci si dovrebbe riunire in nuclei ristretti di collaboratori: riunioni assolutamente informali improvvisate nel giro di pochi minuti ma molto utili. Del resto, che essere in pochi sia sempre meglio é pubblica ammissione, anzi, c'è chi arriva a indicare i numeri ideali: ad una riunione decisionale, per esempio, dovrebbero partecipare da 7 a 20 persone. Con l'equilibrio perfetto a quota 12. Motivo? Se i presenti sono di meno, l’angolo visuale rischia di essere troppo ristretto, se sono di più il meeting diventa difficile da controllare. ek/ 183 Qualcuno afferma che a partecipare dovrebbero essere solo gli addetti ai lavori, per altri la tesi vincente é convocare anche chi non conosce il problema nei dettagli, perché può dare pareri più liberi e creativi. Alla Harvard Business School- ad eccezione dei brainstorming - é importante che tutti i partecipanti siano preparati ad affrontare l’argomento e lo espongano nel modo migliore, restando nei tempi, poiché se non sono ben organizzati non sono efficaci, ed è meglio interromperli . Oggi con la tecnologia e l’utilizzo di teleriunioni e teleconferenze é possibile risparmiare molto tempo e molto denaro. La stesura dell'ordine del giorno ha la sua importanza. Dovrebbe secondo alcuni, venir trasmesso in anticipo e, avere l’indicazione accanto ad ogni argomento se sarà trattato “per informazione”, “per discussione” o “per decisione”: chiudere con questioni non controverse tanto da potersi lasciare fra partecipanti in buona armonia . , Sentenzia infatti il notissimo guru Peter Drucker: “Non tengo mai riunioni che durino più di un'ora e mezzo, perché ho scoperto che dopo 90 minuti la curva della mia attenzione precipita inesorabilmente”. In Europa: FRANCIA* Le riunioni indette dal direttore seguono uno schema prestabilito e si attengono a un dettagliato ordine del giorno: del resto, la loro funzione è distribuire e coordinare le ek/ 184 disposizioni, più che fornire un'occasione di dibattito o condurre a una decisione. I partecipanti arrivano ben preparati e pronti a superare le obiezioni. In ogni caso, mettere in discussione una proposta o un'idea durante un meeting equivale a criticare direttamente la persona che la espone. I meeting non sono l'occasione di scambi spontanei, e quindi risultano più veloci di quelli tipici delle culture, che propongono l'approccio di gruppo. GERMANIA* Salvo casi d'urgenza, qualsiasi tipo di meeting viene fissato con settimane di anticipo. Le riunioni sono particolarmente formali, rispettano l'ordine del giorno e vengono diligentemente messe a verbale. Convenevoli e caffè a parte, sono assolutamente finalizzate: vengono utilizzate per il coordinamento e il briefing, oppure per approvare formalmente le decisioni. Il protagonista è il senior manager, e lo scopo è distribuire gli ordini più che far passare le comunicazioni o raccogliere opinioni divergenti. Nelle riunioni col capo, infatti, i pareri opposti sono raramente apprezzati, e negli incontri formali tra pari livello è sconsigliabile proporre inaspettatamente un nuovo argomento. In ogni caso, è sempre meglio non pronunciarsi affatto se non si ha niente di adeguato da dire. GRAN BRETAGNA* Le riunioni sono lo strumento più importante dei manager britannici, che vi dedicano moltissimo tempo. Sono ek/ 185 considerate vera attività lavorativa, per cui durante il loro svolgimento non è ammesso andarsene, fare telefonate o occuparsi di questioni personali. Solo le decisioni o le istruzioni di minore importanza non vengono espresse, discusse, approvate, ratificate, comunicate e messe in atto durante un meeting. Più i partecipanti sono creativi, e meno gli incontri sono strutturati. La tecnica del briefing di gruppo, che consiste nel trasferimento di informazioni a cascata, dall'alto verso il basso, attraverso le riunioni dei gruppi di lavoro, si sta diffondendo sempre più, favorita sia dal senso della gerarchia sia dalla cultura delle riunioni. ITALIA* Qualsiasi processo di decisione comune è del tutto illusorio. Infatti, le scelte discusse e concordate nelle riunioni formali, nonché verbalizzate per l'attuazione, possono anche non vedere mai la luce: perché nel frattempo, con ogni probabilità, qualcun altro avrà scelto la via opposta e i suoi subordinati l'avranno già intrapresa. In generale, le riunioni sono molto confuse. E’molto difficile imporre un ordine del giorno, ma vale sempre la pena di provarci dato che, in caso contrario, la discussione può essere interminabile. C’é chi fa sfoggio di eloquenza, personalità, status, in un insieme disordinato di opinioni, commenti ed idee. SPAGNA * Gli spagnoli vogliono essere indipendenti e decidere da soli. Quindi non hanno un gran senso delle riunioni, che utilizzano sostanzialmente per comunicare le istruzioni: anche se, con ek/ 186 l'introduzione della metodologia e della filosofia americane, questo tipo di approccio sta lentamente cambiando.I manager spagnoli, del resto, continuano a tenere la porta chiusa, soprattutto quando devono parlare con qualcuno. L'idea che un incontro tra più persone possa essere sfruttato per decidere un piano d'azione, suddividere compiti e responsabilitàe coordinare la realizzazione di un progetto, insomma, in Spagna costituisce una novità assoluta. (dal libro “Il galateo degli affari internazionali» di John Mole Bridge Editore) ek/ 187 ek/ 188 N...NEGOZIATO Quanto fa due più due? Stai comprando o vendendo? Conversazione fra un bambino e Lord Grade Convincere il cliente ad acquistare è un'arte, che si apprende con l'esperienza. Tecniche e strategie (quasi) infallibili sono d’aiuto ma, la difficoltà è metterle in pratica. PRO-CLO, significa semplicemente Professional Sales Closer, ovvero professionisti nella conclusione delnegoziato. * E’importante dare al cliente ciò che vuole. Chiedere ciò che lui considera migliore non è mai inutile. Un giorno, si racconta in un negozio americano, il proprietario divise una cassetta di arance in due mucchi ai lati della vetrina. Quindi pose due cartellini con due diversi prezzi: USD 0.8 e USD 1.00. All’apprendista che gli fece notare che non era giusto, dato che le arance provenivano dalla stessa cassetta. rispose: ”Ogni prodotto ha più di un mercato”. Quindi, non sempre i clienti scelgono il prodotto più economico ed osare può essere molto vantaggioso. * Vincere la “paura” del prezzo. ek/ 189 Molti sono convinti di perdere la vendita a causa del prezzo. In realtà si deve suscitare desiderio, caricando di valore il prodotto affinché il cliente sia disposto a pagare il prezzo richiesto. Fondamentale ricordare, che il prezzo non impedisce mai a un cliente di comperare: sono le condizioni di acquisto a determinare la vendita. * Il luogo in cui avviene la negoziazione incide in modo significativo. E' importante imparare a non sottovalutare I' influenza dell'ambiente ma, al contrario, valorizzarne le potenzialità. Per ottenere il massimo rendimento da unnegoziato meglio pianificarla nei dettagli. Per vincere la partita: - restare “incolIato” all’interlocutore da quando 1o si incontra a quando 1o si saluta. Ogni momento d'assenza può generare ripensamenti o concedere al cliente la possibilità di inventarsi un “No”; - non iniziare subito la presentazione: il cliente non va aggredito ma si deve cercare di creare un’atmosfera piacevole; - coinvolgere il cliente nella presentazione al fine di instaurare un rapporto che lo porti a parlare di ciò che lo appassiona. * Trucchi del mestiere. Mai raggiri ma, azioni di stimolo alla conclusione del negoziato; ek/ 190 - risvegliare l’interesse, se si nota un calo d’attenzione; - l'errore intenzionale; Questa tecnica viene utilizzata dai professionisti per scoprire ciò che il cliente pensa del prodotto e per misurare il grado di orientamento all'acquisto. La strategia consiste nel commettere volontariamente un errore che induca il cliente a esprimere le sue reali esigenze; - l'obbligo: l’asso nella manica. Fare regali inaspettati è un gesto che spesso dà risultati eccellenti. La tecnica dell'omaggio è efficace purché si trovi una giustificazione plausibile. Il dono genera gratitudine. Quest'ultima al momento della conclusione fa sentire il cliente obbligato; - la telefonata. A volte capita di dover telefonare per controllare la disponibiltà di un prodotto a magazzino, ottenere un’autorizzazione, verificare la data di consegna. Una telefonata “costruita” può fare meraviglie. * La presentazione. La presentazione dovrebbe contenere alcune ripetizioni, in modo che i punti essenziali (i vantaggi) restino impressi nel subconscio del cliente. Servirsi di elementi visivi è molto utile. Chi ricorre a grafici o tabelle deve renderli semplici e comprensibili a tutti. ek/ 191 Conoscendo la presentazione a memoria, si possono leggere i cataloghi al contrario. Ed è proprio ciò che va fatto: si dispongono i cataloghi verso il cliente poi, si indicano con la penna i punti più importanti e si leggono. In tal modo il cliente coglie più facilmente ciò che gli viene detto, perchè l'elemento visivo aiuta la memoria. * La tecnica della fretta. Per accelerare la positiva conclusione di unnegoziato si potrebbe “spingere” , imponendo una pronta decisione. Questo sistema è efficace esclusivamente quando il cliente ha già dimostrato un grande interesse al prodotto, altrimenti può rivelarsi controproducente. I mezzi più efficaci per creare una situazione d'urgenza sono: offerta speciale riservata a quel cliente. disponibilità limitata di prodotti che stanno esaurendosi, ultimi giorni per acquistare alle condizioni descritte, sconto aggiuntivo se l'ordine viene eseguito immediatamente, imminente aumento dei prezzi, lista d'attesa molto lunga... * Aspettativa e delusione. Mantenere le proprie posizioni e dire talvolta NO ad un cliente, che normalmente si sente dire sempre SI’, significa conquistare la fiducia del cliente. *Il tempismo. Durante la presentazione gli occhi ben aperti, pronti a cogliere il momento giusto per la conclusione. In genere. è arrivato il momento di concludere quando il cliente: - annuisce alle vostre affermazioni; ek/ 192 - sorride soddisfatto; - pone una domanda che inizia con «E se...?»; - prende e sfoglia i cataloghi; - sposta continuamente lo sguardo dai cataloghi al fornitore e viceversa; -chiede chiarimenti su un argomento già esaminato; -ripete una domanda già fatta. * La pressione del silenzio. Di difficile operatività, poiché consiste nel chiedere espressamente di siglare l’accordo e, quindi di tacere. Più il silenzio che segue è lungo, maggiori sono le probabilità che la vendita si concluda positivamente. * Compilare l’ordinativo. Alcuni non arrivano a concludere la vendita a causa della loro incapacità a compilare correttamente un modulo/ordine. Al contrario, si deve essere in grado di compilare i moduli in pochi secondi senza errori. Questa abilità deriva dall’esercizio costante e denota professionalità, che permette di compilare l’ordine continuando a chiacchierare in un'atmosfera amichevole e spesso si chiacchiera di argomenti del tutto estranei al prodotto. ek/ 193 ek/ 194 O... ON LINE Un venditore deve sognare, ragazzo. Arthur Miller Il commercio virtuale è entrato nel quotidiano utilizzando le autostrade di Internet, che collegano oltre 50 milioni di personal computer, con un ritmo di crescitacalcolato in ragione del 10% mese. IL CONSUMATORE ON LINE Società 12% Uomini 82% Donne 6% Imprenditori 26% Impiegati 22% Liberi professionisti 13% Studenti 9% Dirigenti e quadri 7% Residenza in città 55% Residenza in provincia 45% Fonte: Cybermercato1* - elaborazioni Nielsen Il cyberspazio appetibile per le aziende che, aprendo un sito web su Internet, si assicurano una vetrina su quella che potenzialmente può diventare la strada commerciale più importante del mondo. Oltretutto con costi sostanzialmente contenuti, almeno per ora. E’importante “esserci” specialmente ora in cui il boom é maggiore delle aspettative ed ancora non esistono regole scritte e comportamenti codificati. Qualcuno ha definito questo “territorio” un nuovo Far West... ek/ 195 Questa presenza nella maggior parte dei casi rimane a livello di immagine, per cui nessuna impresa che si rispetti, rinuncia alla nuova frontiera della comunicazione. Su Internet infatti i rapporti codificati e la catena produzioneingrosso-dettaglio non hanno alcun senso proprio per la non fisicità dei luoghi in cui si svolgono le transazioni. Non c'è un industria da cui devono uscire le merci per raggiungere i diversi punti vendita ma, tutto é e rimane in rete: perciò nonostante i costi di spedizione, in media esiste un abbattimento del prezzo finale del bene pari ad un 40%: certo non è questo il caso in cui i siti web fungono da “magazzini”, per cui l’ordine deve poi essere girato al produttore, incidendo naturalmente sul prezzo finale. In rete i centri commerciali attivi sono concepiti come un catalogo di vendita per corrispondenza, che si può sfogliare con il mouse. L’utente entra in un negozio virtuale, sceglie la merce, compila l’ordine, lo completa con i propri dati, con il numero della carta di credito, che sancisce la volontà di acquisto e, tramite posta elettronica, lo invia. La segretezza della transazione: ecco la vera problematica dell’iter descritto. Dovrebbe ovviare a ciò il Set2 (Secure Electronic Transaction), un protocollo internazionale, che dovrebbe venir adottato per tutti i pagamenti con la carta di credito, prevedendo un sistema di doppie chiavi elettroniche necessarie per decrittare i diversi messaggi. I Cybersmall ( primi centri commerciali telematici) nati negli Usa agli inizi degli anni Novanta, avevano optato dei “sistemi chiusi”, che offrivano cioè i prodotti solo a una cerchia di abbonati: in questo modo la segretezza delle transazioni veniva assicurata dal fatto che i gestori dei diversi network conoscevano i dati dei propri abbonati). 1 Cybermercato cinquanta vetrine per uno shopping on line creato in Italia nel 1996 da quaranta partner 2 attualmente in fase dimessa a punto ek/ 196 O... ORDINI gestione E’molto difficile trovare amicizia nel mondo commerciale. Owen Oyston Passo passo come “processare un ordinativo - DEFINIZIONE DEI DATI DELL’ORDINE - MEMORIZZAZIONE DELL’ORDINE -TRASMISSIONE DELL’ORDINE IDENTIFICAZIONE DEL CLIENTE QUANTITA’RICHIESTE per elementi componenti ordine DATA DELL’ORDINE DATA DI CONSEGNA PARTICOLARI INFO: modalità di consegna, sconti etc. ORDER ENTRY (verifica elementi formali) ATTIVITA’di VALIDAZIONE (controlli congruenza dati) ek/ 197 FASE di EVASIONE Prodotto STD su produzione di serie fabbricato su ordine cliente Prodotto SU SPECIFICA DEL CLIENTE * personalizzato tramite moduli std disponibili * produzione su commessa VERIFICA DISPONIBILITA’PRD. A DEFINIZIONE TEMPI DI CONSEGNA PASSAGGIO ORDINE a PRODUZIONE INVIO CONFERMA A CLIENTE INVIO INFO S.A.L. ORDINE GESTIONE dei RESI ek/ 198 Dalla gestione ordini attraverso: - archivio portafoglio ordini - magazzino prodotti finiti - gestore di prodotto si costituisce una fonte insostituibile di info per l’azienda. Dai dati gestiti è possibile estrapolare: * rapporti manageriali sintetizzanti le performances del sistema logistico * il livello di servizio al cliente per identificare TREND di SVILUPPO sia nell’evoluzione dei prodotti che dei clienti Passaggi da standardizzare ek/ 199 ek/ 200 P... PDCA: o ruota di Deming Siamo tutti soldati in una guerra globale. Peter Morgan Per affrontare e risolvere un problema si deve operare come fa uno scienziato: si deve iniziare con la fasePLAN. Individuare bene il problema:, cioè raccogliere dati per conoscerlo meglio, per definire gli obiettivi, per vederne i contorni precisi. Dunque si ipotizza una soluzione, dopo aver studiato le relazioni causa/effetto e la definizione delle cause prioritarie e delle contromisure. La fase DO, conduce alle prove che possono confermare quanto elaborato teoricamente attraverso test. Col CHECK si confronta il pensato col risultato delle prove e, ciò viene svolto con estrema cura, perchè in caso contrario tutto lo sforzo fatto andrà perduto. Verificando quanto ottenuto con il Do, ci si potrà trovare in due situazioni diverse. La prima si ha quando il test attraverso il CHECK conferma l’ipotesi teorica: è un successo, ma il lavoro non è finito perchŽ ciò rimane sul piano sperimentale. Si deve rendere più stabile, quindi si deve passare alla fase di ACT, che vuol dire standardizzare la soluzione e stabilire condizioni, che consentono di mantenerla. Se la soluzione trovata può venir estesa ad altre aree aziendali, ciò andrà fatto immediatamente per sfruttare al meglio il lavoro svolto, attraverso una nuova azione di PLAN. Se il test non conferma le ipotesi, si deve ricominciare un’ulteriore fase di PLAN, che a questo punto sarà più precisa, perchè saranno utilizzate le esperienze fatte con il primo ciclo. ek/ 201 P...PENSIERO LATERALE Vogliamo che la gente abbia idee, che ancora non ha neppure sognato. John Skulley Il Pensiero Laterale sviluppato da Eward de Bono (guru mondiale della creatività), considera che il pensiero basato sulla logica (“verticale”) possa essere affiancato un pensiero basto sulla percezione (“laterale”), generando nuove idee. Ci sono due tipi di creatività, a seconda del risultato che ci si aspetta. Se l’obiettivo è estetico, il processo creativo porterà a realizzare qualcosa di “bello, piacevole”. Se invece si ricerca un risultato nell’innovazione d’impresa, se si desidera creare nuovi prodotti o servizi, si deve raggiungere un obiettivo la cui utilità sia “logicamente” provata. Quando ci si trova di fronte ad un problema od una decisione, si è portati ad usare contemporaneamente vari atteggiamenti di pensiero: la maggiore difficoltà che, si incontra nel pensare è la confusione. Si cerca di fare troppe cose alla volta Emozioni, informazioni, logica, aspettative e creatività affollano la mente. ek/ 202 Con la tecnica dei sei cappelli per pensare invece, i vari tipi di pensiero vengono tenuti rigorosamente separati e, consentono di dirigere la mente come fa il direttore con l’orchestra. Il maggior valore del concetto dei sei cappelli è proprio la sua pura convenienza Si dovrebbero indossare, metaforicamente, uno dopo l’altro sei diversi atteggiamenti mentali, dove dirigere il pensiero. Cappello Bianco Bianco è verginità, obiettività, neutralità. Con questo cappello ci si concentra sui dati di fatto. Niente opinioni, solo fatti. Cappello Rosso E’il cappello del pensiero emotivo: si è autorizzati a dare libero sfogo a sensazioni ed intuizioni, senza darne motivazioni logiche. Cappello Nero Nero significa pessimismo. E’il cappellodel giudizio, del giudizio critico. Il pensiero si concentra sugli aspetti negativi, basati sulla logica. Cappello Giallo ek/ 203 Il giallo è il colore dell’ottimismo. E’il cappello “positivo logico”: serve ad individuare i benefici, i punti di forza di un’idea, secondo la logica. Cappello Verde Il verde è il colore della fertilità, della crescita, delle piante che si sviluppano da piccoli semi.Con il cappello “creativo”, si ha la ricerca di alternative (alternative di percezione, di comprensione, di azione) per la soluzione di un problema. Cappello Blu Stabilisce quando occorre cambiare cappello: la messa a fuoco è una delle funzioni-chiave di tale cappello, pur essendo quello adibito al controllo ed al monitoraggio. ek/ 204 P... PRODUTTIVITA’Impiegati Puoi sentire a fiuto se un’azienda é efficiente. Lord Stockes L’assetto organizzativo spesso caratterizzato da eccessivi livelli gerarchici, da inadeguata assegnazione di compiti e di responsabilità e da elevati organici, ed alle modalità esecutive del lavoro impiegatizio, inutilmente complicate da prassi ormai consolidate ancorché inadeguate alle esigenze di flessibilità ed efficacia operativa. L’eccessiva burocratizzazione del lavoro è a discapito della efficacia, della Q del lavoro svolto ed in ultima analisi del profitto in contrasto con la logica dominante per cui i costi devono tendere ad una crescita minore rispetto ai profitti. L’importanza della comunicazione, che deve essere a due vie, ha un vero processo circolare ed ognuno è allo stesso tempo emittente e ricevente. Il silenzio rappresenta un mezzo per non far emergere problemi e quindi porta all’immobilismo, che è quanto di più deleterio in una struttura necessariamente inserita in un contesto in continuo cambiamento. ek/ 205 PRODUTTIVITÀ’degli IMPIEGATI Cinque le principali tecniche per misurare il lavoro dei dipendenti: AUTORILIEVO Il dipendente misura il tempo che impiega a compiere il lavoro. La rilevazione può avvenire più volte nella giornata, al termine di una prestazione oppure dalle otto ore. Questo tipo di analisi richiede cinque weeks di raccolta info e vengono presi in considerazione soltanto i dati delle ultime quattro ritenuti più attendibili. Punto di debolezza nella sincerità delle dichiarazioni dei dipendenti. Lo studio del materiale permette di confrontare la produttività dei singoli dipendenti con quella media e verificarne l’andamento. RAPPORTO LAVORO ESEGUITO TEMPO IMPIEGATO La rilevazione avviene trascorsi alcuni mesi dall’assegnazione di un lavoro (per dati attendibili almeno tre) consultando l’archivio dell’ufficio e contando il numero di pratiche svolte e di prestazioni compiute. ek/ 206 La valutazione avviene sul risultato del lavoro, per valutare la produttività di un ufficio o per lavori ripetitivi. Si hanno info senza dover per forza coinvolgere gli interessati. I dati risultano assai generici, fotografano la realtà ma non fanno capire cosa funziona male per proporre soluzione adeguate. TEMPI STANDARD Sedere, 34,7 centimillesimi di ora. Inginocchiarsi completamente 69,4. Rialzarsi 76,7 inchinarsi abbassarsi inginocchiarsi 29. Ecco i tempi medi di alcuni movimenti elementari che gli impiegati bancari eseguono nel corso del lavoro, accertati il metodo messo a punto per la rilevazione scompone l’attività impiegatizia in un una cinquantina di microfasi che hanno due requisiti: essere di facile identificazione e misurazione. Il tempo globale richiesto da una prestazione complessa è dato dalla somma dei tempi standard, al risultato va poi aggiunto un altro 25-30% che dovrebbe misurare il tempo di prendere il caffè, telefonare, andare alla toilette, chiacchierare con i colleghi. Il totale così ottenuto viene confrontato con le ore dilavoro, il raffronto permette di misurare la redditività. La metodologia maggiormente applicata, prevede soltanto quattro tempi elementari. ek/ 207 Procedure e tempi di esecuzione cambiano nel giro di poco tempo e occorre un aggiornamento continuo. CAMPIONATURA STATISTICA Consiste nel cercare di misurare l’attività svolta inmomenti scelti a caso durante le ore di lavoro. L’analisi dei dati fornisce informazioni utili per migliorare l’organizzazione riducendo così i costi. Un flusso costante del lavoro da svolgere, ad esempio permette di eliminare sia i tempi morti che il ricorso agli straordinari nei momenti di maggiore attività. SISTEMI INFORMATICI La misurazione della produttività degli impiegati che lavorano al terminale, è possibile quando l’operatore è identificabile attraverso un codice di accesso alla macchina. In questo caso è semplice riepilogare periodicamente il numero di transazioni effettuate, tempo impiegato, errori compiuti, frequenza e durata delle pause. Il controllo fiscale del rendimento singolo o collettivo può essere finalizzato , oltre che alla misura della produttività, anche a due altri obiettivi, legati al primo: ek/ 208 - la verifica dell’organico veramente necessario a svolgere una funzione; - l’individuazione di una necessaria formazione per l’aggiornamento professionale. L’esempio più classico è la sostituzione di segretarie personali con staff di assistenti a disposizione di più manager. L’analisi dei dati sulla produttività può funzionare come campanello d’allarme per evidenziare in quali uffici occorre intervenire per migliorare l’organizzazione studiando modifiche per razionalizzare il lavoro e snellire le procedure. A tal fine tali studi comportano un valido supporto nella scelta di sistemi operativi impegnativi per analisi accurate sul risparmio di lavoro ottenibile. ek/ 209 ek/ 210 Q ... QUALITA’: quality committee Il comitato ideale è composto da una sola persona. Lord Stokes INFORMAZIONE PARAMETRO COMPETITIVO FONTE DEI DATI STANDARD FREQUENZA NOTE Narrativo M Reclami Errata interpretazione della documentazione contrattuale. Mancata presa in carico di commenti del cliente a documenti aziendali Numero interventi Tipologia degli interventi eseguiti Valutazione (supporto previsioni/eventi) 1 Contenzioso col Varia cliente Commerciale 2 chiamata di servizio assistenza N. chiamate del servizio per unità in garanzia. Costo chiamate per unità in garanzia Prestazione in Tasso guasti. esercizio Tempo medio Affidabilità del tra i guasti prodotto Assistenza post Storico vendita Mercato Tabulazion e O Assistenza post Tecnico vendita Storico Mercato Grafici M Conformità del N. collaudi prodotto al negativi per collaudo unità Collaudo Grafici M 3 4 Storico FORMATO Storico Tecnico ek/ 211 Confronto tra il tempo dopo il quale si è verificato il guasto e corrispondenti ritardi di progetto adottati (grossa tipologia di prodotto) Individuazione tipologica dei collaudi negativi e relative frequenze per ogni gruppo di produzione. Correlazione dei collaudi negativi di maggiore frequenza con le possibili cause 5 Qualità basata su verifica del prodotto Parametri per unità Servizio Qualità 6 Prescrizioni qualitative dei fornitori £ costo per £ acquisto Approvvigiona Storico menti Servizio Qualità 7 Indagini, verifiche ispettive Varie Garanzia della Piano di VI Narrativo Qualità. Organizzazion e S 8 relazioni col Varie cliente su aspetti qualitativi (non situazione di crisi) Ritardi nelle £/fatturato consegne Commerciale Assistenza post vendita. Servizio Qualità Narrativo O Commerciale Tabulazion e A 9 ek/ 212 Storico Mercato Grafici M Tabulazion e Narrativo O Analisi dei risultati delle prove funzionali e collaudi finali. Individuazione del numero e dei tipi di parametri non conformi. Valutazione dell'entità dello scostamento del valore accettabile N. collaudi negativi c/o fornitore o all'arrivo. N. collaudi positivi. Ritardi sulla fornitura dovuti ad errata od omessa predisposizione della documentazione prevista. Individuazione tipologica dei colli negativi, frequenze di essi per fornitore e per classe merceologica. Individuazione della causa di collaudo negativo o ritardo (azienda-fornitore) Risultati di VI interne ed esterne. Risultati dell'attività di qualifica dei fornitori. Risultati della verifica di autorizzazione della parte organizzativa del Sistema Qualità Analisi dell'immagine aziendale all'esterno. Dati di marketing. Risultati di VI a visite di qualifica da parte di clienti o potenziali clienti. Costo penali pagate per ritardata consegna. Ritardo medio per classe di produzione ed evidenziazione punti. LEGGENDA: M = mensile; A = annuale; O = trimestrale; S = a richiesta ek/ 213 Q...QUALITA’TOTALE Gli affari sono darwinismo: solo i più abili sopravvivono. Robert Holmes A. Court La Qualità in nove “mosse” come la descrive Galgano: 1. La Qualità paga. Solo le aziende che si contraddistinguono per la qualità dei propri prodotti sopravvivono sui mercati, guadagnano notorietà, prosperano e possono contare su una posizione consolidata. 2. Qualità significa sviluppo. Qualità significa successo di mercato per i prodotti e servizi dell'azienda, quindi porta allo sviluppo dell'azienda cioè ad elevati volumi di produzione. La qualità totale mira a sposare efficacemente la capacità di produrre elevate quantità con quell'amore per il cliente che è l'unica fonte duratura di successo. 3. La non qualità è pericolosa. Ci vogliono cinque anni per costruire una positiva immagine aziendale e solo un attimo per distruggerla. La non qualità è pericolosa: può distruggere investimenti in marketing e pubblicità di qualunque entità. 4. Qualità è uno dei fattori di marketing più potenti. Tutto sta nel saper cogliere con precisione alcuni specifici bisogni del cliente e nel soddisfarli in maniera eccellente. ek/ 214 Questo fornisce all'azienda quel plus che la rende diversa dalla concorrenza agli occhi del cliente. 5. Il cliente esige Qualità. Il cliente che si trova sui mercati è un cliente evoluto:é un cliente più informato, più attento e razionale nelle scelte, dunque un consumatore più esigente, non è più disposto a tollerare la non qualità, il disservizio e non accetta scuse. 6. La concorrenza punta sulla Qualità. Aziende giapponesi, americane ed europee hanno ormai consolidato la propria leadership all'introduzione dell'approccio Qualità Totale opportunamente adattato alle diverse realtà nazionali. L’integrazione tra mercati nazionali diversi consente infatti al cliente di scegliere senza pietà il prodotto/servizio di qualità migliore al prezzo più competitivo. 7. La Qualità Totale riduce i costi. Qualità Totale significa invece prevenire e, quindi ridurre drasticamente tutti quei costi che possiamo definire di "non qualità" (costi di prevenzione, di valutazione, di insuccesso interno e di insuccesso esterno). Si tratta di costi tangibili e intangibili non necessariamente legati alla produzione (quindi scarti), ma a tutto quello che deve essere corretto o rifatto. Ridurre quindi i costi di non qualità permette di produrre beni/servizi di qualità a prezzi competitivi. 8. Il personale dell'azienda ne sarà entusiasta. La Qualità Totale vuole rivalutare il ruolo dell'uomo in azienda e puntare sulle risorse illimitate che ciascun essere umano possiede. Questo significa che il lavoro di ciascuno in azienda acquista una nuova dimensione. ek/ 215 9. La Qualità Totale migliora il morale del personale. Chi vuole appartenere a un'azienda nota per la pessima qualità dei suoi prodotti? Non molti managers nè molti dipendenti. Dove la qualità è scarsa, è facile che vi siano frustrazioni, conflittualità, confusione. Si generano perdite di tempo, molto lavoro e poca soddisfazione. Alla lunga tutto questo porta, oltre che alla perdita di competitività, anche alla perdita del personale più preparato. ek/ 216 Q... QUESTIONE di Tattica Questa non è una gara ostile. E’unilateralmente amichevole. Peter Muller Una volta stabilita la categoria di prodotto, si apre la possibilità di scegliere trauna serie di strategie da attuare per migliorarne le performance. Muovendo tutte le leve dal prezzo alla logistica ek/ 217 FUNZIONE DELLA CATEGORIA STRATEGIA * DESTINAZIONE * Incrementare il cash flow * ROUTINE * Favorire l’impulso * OCCASIONALE *Sottolineare l’immagine di prezzo TATTICA * PREZZO * PROMOZIONI * SPAZIO * CONVENIENCE * RUOLO DELLE MARCHE *Assortimento * LOGISTICA * Generare profitto *Creare traffico Difendere la market share *Sottolineare l’immagine di varietà ek/ 218 Destinazione = categoria di prodotto sulla quale differenziarsi dai competitor offrendo ai propri consumatori un valore costantemente superiore. Routine = categoria di prodotto sulla quale occorre mantenersi competitivi, ma su cui non c’é spazio per differenziarsi. Occasionale = categoria di prodotto che contribuisce a formare l’immagine del pdv, su cui occorre essere frequentemente competitivi. Convenience = categoria di prodotto, che completa l’immagine del pdv, su cui occorre un’accettabile presenza . ek/ 219 Q... Quick Response Se mente, mente molto bene e questo lo rende un eccellete addetto alle pubbliche relazioni. Matt Zachowski L'attività di riflessione sulla propria strategia e sui processi è sempre utile, in alcuni casi però le regole attuate in modo acritico possono produrre danni anche gravi. Uno dei miti che, da qualche anno si aggira per le imprese industriali e di consumo è il “quick response” ovvero la velocità di risposta alle richieste dei clienti come fonte di vantaggio competitivo. E' certo che l'eliminazione dei tempi morti e delle attività senza valore aggiunto rappresenta un ottimo stimolo per il ridisegno dei processi, rimettendo continuamente in discussione il modo di lavorare dell'impresa. La filosofia della velocità di risposta a tutti i costi può celare trappole pericolose da cui può essere difficile liberarsi. I tre principali filoni a cui il principio si applica sono logistica, produzione e sviluppo prodotto. Sul terzo filone alcune aziende, soprattutto giapponesi, hanno concluso che è, meglio perdere qualche mese in più nelle fasi di definizione dei concept e di testing piuttosto che, uscire sul ek/ 220 mercato un po' prima con un prodotto a rischio di flop, non abbastanza affidabile o con un'estetica inadeguata. Logistica Questa è una funzione di collegamento tra aziende-fornitori, produttori, distributori- per cui qualunque ottimizzazione di flusso operata da uno dei tre attori si riflette automaticamente sugli altri. Se l'obiettivo é velocizzare i flussi tra l'ordine e la consegna, e ridurre lo stock in qualche punto della catena questo, spesso si traduce in maggiori inefficienze, costi o, nella migliore delle ipotesi, aumento del livello di stock degli altri. Queste inefficienze derivate si ritrovano ovviamente, in prezzi di trasferimento più elevati tra un attore e l'altro della catena ed alla fine si riflettono sul consumatore. Solo attraverso una visione integrata del flusso, e una gestione fortemente coordinata del processo, è possibile ottenere un'effettiva efficienza. Che tradotto in pratica significa mettere in linea i processi, le informazioni e le decisioni tra componentisti, produttori, centri distributivi e punti vendita (se ci sono). Occorre coordinamento tra le diverse unità produttive e distributive, programmazione congiunta delle attività e puntualità o precisione nell'esecuzione dei compiti. Non è certo, e comunque non è solo, la rapidità di risposta a permettere di ottenere un vantaggio competitivo, ma una sorta di intesa strategica che consenta di investire per allineare i processi con aziende con cui non si hanno legami formali. ek/ 221 Produzione Nella produzione i fenomeni si amplificano. Qui infatti per rispondere rapidamente alle richieste è necessario dotarsi di flessibilità, che è il contrario dell'efficienza e della riduzione dei costi. Inoltre flessibilizzare la propria capacità produttiva è un'attività che richiede investimenti elevati. Per ottenere risultati brillanti di efficienza e redditività si può utilizzare la metodologia messa a punto da Janice Hammond (Harvard Business School) e denominata “accurate response”. Si tratta di un modello di pianificazione della produzione basato sul progressivo aggiustamento delle previsioni di vendita, sulla riduzione dei lotti e l'anticipazione delle produzioni a basso grado di incertezza. Le chiavi di ottimizzazione del processo, volendone fornire una descrizione molto semplificata, risiedono nella capacità dell'azienda di raggiungere quanto prima possibile una previsione affidabile, tanto affidabile da essere quasi una certezza. I fattor i di correzione delle previsioni vanno cercati in tutti gli elementi della realtà disponibili nei mesi precedenti la produzione. Una tecnica intelligente e già sperimentata è quella di offrire forti sconti per ordini ricevuti in un periodo molto precedente all'inizio delle vendite effettive. La metodologia può essere descritta con un caso molto recente di un'azienda americana produttrice di abbigliamento per lo sport ed il tempo libero, ma è stata utilizzata in una quantità di aziende dell'elettronica ed aziende che servono la grande distribuzione; tutte aziende caratterizzate dall’incertezza nella domanda o lunghezza ek/ 222 nell'approvvigionamento di alcuni componenti. In questa tipologia di aziende, importante é riuscire a calcolare prima e a ridurre poi, l'invenduto o l'obsoleto e l'inevaso. Il concetto di inevaso o di rottura di stock è ancora poco sentito nel sistema produttivo e distributivo e non sono disponibili strumenti per il controllo o la gestione del fenomeno. Nel caso dell'abbigliamento sportivo inparticolare, una volta iniziata la stagione è possibile solo approvvigionare alcuni clienti per alcuni prodotti ma il grosso della gamma deve essere già prodotto od ordinato. Tutti gli errori di previsione si traducono in un danno economico per entrambi, produttore e distributore, e sono irrimediabili. Produrre sul venduto è costosissimo ed impensabile per un'azienda di dimensioni rilevanti. Se a metà ottobre i negozi hanno esaurito gli articoli che vanno, da un lato perderanno tutte le vendite di quei prodotti a favore della concorrenza e dall'altro saranno costretti a vendere in saldo tutti i prodotti invenduti con una perdita economica notevole. Centrare o sbagliare l'offerta, anche di poco, può significare chiudere la stagione in utile od in perdita. La risposta “flessibile” a questo tema consiste nel lanciare il grosso della produzione a stagione avviata quando già le tendenze della domanda si sono manifestate. Per l'impianto di produzione, in questa ipotesi, mesi di fermo si alternano a mesi di superproduzione, dimensionamento degli organici tarati e ritarati etc. Con “accurate response” l'azienda ha lavorato con cura sul ciclo produttivo, sui metodi di affinamento della previsione, ek/ 223 modificando il forecast in base a una piccola quantità di ordini ottenuti un certo tempo prima dell'inizio delle vendite. Già con una quantità di ordini tra il 5 e il 10% le probabilità di errori di previsione si riducono al 5%. Agendo poi sulla standardizzazione dei componenti, sulla produzione anticipata dei lotti a maggiore certezza, sulla riduzione dei lotti minimi degli articoli a rischio, l'azienda riesce ad anticipare una buona parte delle produzioni ed a mantenere una programmazione della produzione stabile nel tempo. Adottando questo sistema si raggiunge un livello di invenduti e inevasi molto vicino allo zero, un livello di servizio giudicato dai clienti come il migliore del settore con un incremento del profitto di alcuni punti. Il tutto senza modificare la capacità degli impianti nei processi in modo drammatico, e senza stressare la capacità di rispondere velocemente a richieste impreviste. Quindi Delegare la risposta al cliente alla capacità di modificare velocemente i programmi è una pratica che, cela due gravi conseguenze. La prima è quella di creare un sistema ipertrofico e costoso per svolgere un lavoro, e questo costo va pagato da qualche parte del sistema spesso dal consumatore senza alcun beneficio economico per il produttore e distributore. La seconda è di non costringere l'azienda a prevedere e ad agire sui processi in modo intelligente, e cioè a lavorare sui trend, sugli elementi di realtà disponibili e ad ottimizzare le fasi a monte del processo di risposta al cliente. ek/ 224 In sintesi la differenza tra una risposta veloce ed una accurata è la quantità di intelligenza necessaria per attuarle. ek/ 225 ek/ 226 R... RETAILER Quando si discute di denaro non essere mai il primo a menzionare cifre Sceicco Ahmed Yamani Trasformare i premi di fine anno, solitamente calcolati in rapporto alle quantità acquistate, in contributi incondizionati, ossia in sconti in fattura, sono le richieste della distribuzione organizzata. Così come la gestione degli assortimenti, poiché i programmi di “space allocation” e “category management” sono serviziofferti dalle catene distributive- per sfruttare lo spazio nel modo più redditizio attraverso la lettura dei dati. Quando la posta è aumentare le vendite, molti fornitori accettano di buon grado. di pagare tale servizio. E le promozioni? Importante, secondo i retailer, non è tanto aumentare i contributi, quanto destinarli ai prodotti che davvero ne hanno bisogno. E inutile, insomma, continuare a investire, per esempio, su un caffè solubile già leader di mercato. Meglio cercare di far ruotare un po' di più le referenze che non vanno, se non si vuole che escano dall'assortimento, pagando una penale per l’insuccesso, come già succede negli USA ed in Francia. ek/ 227 I produttori dovranno affrontare i marketing manager della distribuzione, pronti a mostrare tutti i dati su margini e rotazione. Parola d’ordine per tale categoria é “Basta con i doppioni.” Mentre a fare la differenza tra un fornitore e l’ altro, poi, sarà sempre più spesso il servizio al trade. Da qui, l'accento sulla logistica: la merce dovrà arrivare nella quantità e nel momento desiderati. Natale e Ferragosto compresi. Basta con le circolari che, siccome ad agosto l'azienda chiude, non ci saranno consegne. E lo stesso succede per il periodo natalizio. Queste abitudini dovranno cambiare per dimostrare di essere veramente un’azienda internazionalizzata. Non è tutto. Dalla manica del distributore può saltare fuori un altro asso: la richiesta al fornitore di produrre per la catena. Chi dice di si, sa di poter godere di un trattamento di favore per i propri prodotti. Inevitabilmente si presenterà la questione prezzo: dal momento che la qualità dei prodotti è equivalente, come si giustifica ildifferenziale di prezzo tra marche commerciali e industriali? L’azienda che non troverà una risposta a questo interrogativo e, non si incamminerà verso la private label1 deve essere ben consapevole di aver lasciato spazio ad un concorrente. 1 PLMA’s (RAI EXHIBITION CENTRE - Amsterdam é la fiera europea per incontri tra produttori e catene di ...acquisto) ek/ 228 R... RICERCA Non essere mai un pioniere. E’meglio essere secondo o terzo Sir Mark Weinberg La tendenza emergente è quella di giudicarsi e di giudicare gli altri in funzione del tempo che si impiega a prendere una decisione, ritenendo buona una decisione rapida e cattiva una decisione lenta. Ciò è più che comprensibile. L'obiettivo, in realtà, è, e rimane, quello di prendere una decisione corretta, nel tempo più breve possibile. Sarà pertanto utile, anche se abbiamo solo pochi minuti a disposizione, separare nettamente: *- il tempo per pensare *- il tempo per decidere La fase della riflessione è fondamentale, perché da essa deriverà la miglior decisione, in quanto: *- tutte le informazioni utili saranno considerate, non solo quelle apparentemente prioritarie; *- le variabili pertinenti verranno identificate col proprio peso *- gli scenari plausibili verranno considerati, ciascuno col proprio livello di probabilità; *- si cercherà di percepire e valutare la componente emozionale rispetto a quella razionale. ek/ 229 Un altro aspetto da considerare attentamente è quello relativo al costo dell'acquisizione di informazioni, cioè al costo della ricerca. Il costo dev'essere ottimizzato in funzione del rischio e del beneficio atteso ek/ 230 R... RICERCA DI MERCATO L’iniziativa é una disobbedienza che ha successo. John Fenton Qualche suggerimento per amanti del bricolage. A volte, però ricerche di mercato anche molto costosedanno risultati che poi vengono completamente stravolti dalla realtà, soprattutto quando si tratta di un prodotto innovativo. Nonostante questo limite , non si deve assolutamente sottovalutare il loro potenziale informativo: non si limitano ad indagare le possibilità di successo di un prodotto o di una categoria di prodotti, ma possono anche essere rivolte a raccogliere altre importantissime informazioni utili per definire la strategia di marketing. Chi comprerà il prodotto? Che caratteristiche dovrà avere per piacere? In che modo raggiungerà il cliente? Con quali strumenti di comunicazione verranno promosse le vendite? ek/ 231 Come raccogliere queste informazioni? Lo svolgimento di una buona ricerca di mercato richiede l'utilizzo di tecniche, metodologie e strumenti specifici. Esistono molti modi poco costosi per raccogliere le informazioni che vi servono. - Cercate di scoprire quali sono i livelli di vendita ed i risultati di imprese che svolgono un'attività simile. - Parlate con persone che lavorano in attività simili. Moltissime informazioni utili si possono avere da associazioni di categoria - Consultate le statistiche ufficiali. - Ulteriori informazioni possono essere raccolte tramite inteviste personali, telefoniche, questionari recapitati via fax o per posta. Sistemi che possono dare buoni risultati soprattutto se il prodotto o servizio si rivolge ad un segmento di mercato facilmente identificabile e fortemente motivato a rispondere. Quando invece il target di mercato è più alto è meglio non ricorrere a questi sistemi. L'intervista personale fornisce informazioni più affidabili e richiede un tempo di realizzazione di 30 minuti circa. L'intervista telefonica, invece, è più veloce ek/ 232 e meno costosa rispetto a quella personale ed è quindi più adatta quando è necessario raggiungere un numero più elevato di destinatari. L'intervista può essere libera o seguire un questionario prefissato. Se decidete di utilizzare un questionario, fate molta attenzione: * al modo in cui ponete le domande, * all'ordine delle stesse, * al loro numero (è meglio evitare questionari troppo lunghi), * a formularle in modo da poter effettuare delle elaborazioni statistiche. Nel caso si decida di inviare il questionario per fax e/o posta, si deve cercare di valorizzarlo accompagnandolo con una lettera personalizzata. Un altro modo poco costoso per raccogliere informazioni di mercato consiste nel testare il prodotto. Se avete a disposizione un prototipo del prodotto potete cederlo gratuitamente a potenziali clienti, chiedendo incambio di avere le loro osservazioni su pregi, difetti e/o possibilità di miglioramento. ek/ 233 ek/ 234 S....SCHEDA CLIENTE Devi avere naso ed il tuo naso ti dirà che non è la cosa da fare . Lord Keith Fac-simile di scheda/tipo per la clientela NOME CLIENTE....................................NAZIONE..................Codice.............. RAGIONE SOCIALE ed indirizzo completo ............................................................................................................... Persone da contattare per ordini..................................................... per pagamenti................................................ Corrispondenza in......... .......................( .lingua utilizzata).................................... Fatturazione in............. ..(valuta utilizzata)........................................................... LISTINO............. (applicato e validità)..................................... .......................... Resa.............................. (INCOTERMS)........................................................ Condizioni di pagamento ........(modo e tempo)...................................................... Affidamento max........................................................................................... Banca ....................................................................................................... ESCLUSIVE .................................................... .......................................... NOTE per PRODUZIONE/EVASIONE ordini .................................................................................................................................. ........ ...... ................................................................................. ................................................................................................................................ ................ .............................................................. ................... Informazioni aggiuntive ................................................................................................................................................ .................................................................................. MARCHI............................................... ......................................................NOTE per SPEDIZIONE ................................................................................................................. ek/ 235 S... SERVICE MIX: le diverse teorie La regola é come il sale in cucina: é un ingrediente essenziale. Sir Kenneth Berrill Marini classifica gli elementi che compongono il “pacchetto servizio” in tre gruppi: 1) quelli relativi agli aspetti fisici della distribuzione (cioé,concretamente: gli imballi, le unità di carico, i lotti, le modalità di consegna ed i trasporti); 2) quelli relativi agli aspetti operativi e suscettibili di misurazione e di controllo (lunghezza del ciclo, disponibilità del prodotto,puntualità delle consegne, affidabilità); 3) quelli ancora operativi e che, sono relativi al mantenimento del rapporto con il cliente come l'assistenza post-vendita etc., generalmente non misurabili. Elementi del servizio al cliente secondoCastelli: 1) Puntualità di consegna (rispetto della data di consegna prevista), 2) Frequenza delle consegne (numero di consegne in un periodo prefissato), 3) Velocità di consegna (tempo che intercorre dall’invio dell’ordine al ricevimento dell'ordinato), 4) Affidabilità della consegna (tempi di consegna effettiva attraverso i tempi di consegna prevista e/o quantità e mix evaso attraverso quantità e mix ordinato) ek/ 236 5)Disponibilità a scorta (scorta per conto cliente), 6) Continuità delle forniture (assicurazione della fornitura anche in momenti congiunturalmente sfavorevoli), 7) Accuratezza nella esecuzione ordini (assenza di errori), 8) Minimo d'ordine (quantitativi minimi d’ordinato), 9) Informazioni sullo stato di avanzamento dell'ordine (possibilità di sapere a chestadio del ciclo si trova l'ordine), l0) Flessibilità ed efficienza nell'accettazione ordini (periodicità, mix, quantità, tempi possibili per invio d'ordine), 11) Accettazione resi (possibilità di reso), 12) Richieste ad hoc (possibilità di richieste eccezionali o comunque fuori dal ciclo normale), 13) Package (soddisfacimento a pericoli, esigenze di danni manipolazioni, estetica etc.), 14)Visite venditori (numero visite nel periodo), 15) Informazioni su nuovi prodotti (riguardo prodotti appena lanciati o che sono in procinto di venir presentati sul mercato) , 16) Supporto al punto di vendita (materiale promozionale presso il punto vendita), 17) Procedure di reclamo (procedure per reclami conosciute ed accessibili ai clienti), 18) Accuratezza delle fatture e di ogni altro documento (facilità di lettura, importi, mix, tempi e quantità corretti), ek/ 237 19) Condizioni di pagamento (giorni di dilazione da ricevimento merce e/o data fattura e pagamento importo dovuto) 20) Assistenza post-vendita (assistenza al clientedopo la vendita per assicurare la piena funzionalità del/dei prodotto nel tempo), La Londe rileva gli elementi che compongono il Customer Service Mix nei seguenti: 1) Rapidità ed affidabilità di consegna 2) Assortimento profondo e richieste ad Hoc 3) Minimo d'ordine e frequenza di consegna 4) Efficienza del sistema informativo 5) Assistenza durante e dopo la vendita 6) Imballo 7) Trasporto ek/ 238 S ... SHOWROOM La pubblicità é la più grande espressione artistica del ventesimo secolo. Marshall McLuhan Uno showroom? Deve essere come il palcoscenico:i prodotti vanno presentati in modi e forme sempre più sorprendenti. Per vendere meglio un determinato prodotto occorre creare un luogo adeguato ad esso, che sappia trasmettere al cliente attraverso l'immagine un messaggio chiaro. Le errate trasmissioni di messaggi si possono trasformare in vere e proprie paralisi commerciali. Per evitare ciò non basta affidare ad un architetto lo studio dell'allestimento ma si deve coordinare l’apporto creativo con gli aspetti imprenditoriali e di marketing, progettare e realizzare per garantire stabilità commerciale e profitti. Pensare ad uno showroom quindi, non significa tanto partire dall'aspetto architettonico , quanto dall'individuazione del luogo in cui dovrà essere attivo (spazio urbano, centro, periferia, vie di grande traffico), dal mix merceologico, dal target del cliente/mercato, dalle scelte di linguaggio di comunicazione al pubblico e- perché no? - dalla scelta dell'architetto. ek/ 239 L'immagine del punto vendita dovrà venir creata attraverso attenti esami dello spazio, analisi architettoniche e distributivo-funzionali su facciata, vetrina, spazio di interrelazione tra strada e negozio, spazio espositivo, zona vendita, aree complementari. Lo strumento che offre maggiori possibilità espressive è senza dubbio la vetrina, intesa come sistema di luci, di pavimento, di espositori-contenitori. Dal momento in cui si esce dalla fase progettuale e di avviamento, è il modo di esibire i prodotti il vero fattore critico di successo dell'attività. Attraverso la creatività é importante ripensare tale luogo da semplice “distributore di beni” a protagonista nel ruolo innovatore come proposizione di messaggi e di attiva comunicazione con il cliente. ek/ 240 S... SIM (SISTEMA INFORMATIVO DI MARKETING) Il 20% di qualsiasi gruppo di venditori realizzerà sempre il 90% delle vendite. Robert Townsend Le aziende italiane rivolgono tutta l’attenzione verso sé stesse, trascurando invece di valutare a fondo le reazioni degli interlocutori tanto da rischiare di perdere il polso dei mercati. Le vendite sono sempre sotto controllo, ma si bada troppo poco a chi compra.Come si organizza un validosim? Attraverso un'unità di marketing dedicata, che dipende dalla direzione marketing, e che presuppone la stesura di un report periodico (quasi un’azienda su due non fornisce ai propri export manager un report periodico) La misurazione del volume delle vendite é legata a due elementi principali: le caratteristiche dei prodotti e dei canali distributivi, ai quali si aggiunge la valutazione della forza vendita. Quali dati di vendita si devono tenere sotto controllo? - gli ordini in quantità e valore, - il fatturato in quantità e valore, ek/ 241 - l'efficacia della forza vendita. Veniamo alla redditività’delle vendite. Non é sufficiente possedere dati sul volume, se poi non se ne conosce la redditività. Si dovrebbe essere in grado di determinare il margine di contribuzione per linea, canale e cliente. In base a quali parametri si deve valutare la redditività? - al margine di contribuzione per linea, - al margine di contribuzione per canale, - al margine di contribuzione per cliente. ( due aziende su tre non sanno quanto “conta” il singolo cliente) Su che cosa si deve calcolare il ritorno della comunicazione? - sugli investimenti pubblicitari - sugli investimenti promozionali. Inoltre quasi mai si predispongono dati per leggere in modo analitico il ritorno degli investimenti pubblicitari e promozionali, quindi, non si è in grado di valutare il successo o l'insuccesso derivante dalla comunicazione. A fronte di aziende che misurano costantemente il ritorno di ogni singola pagina (quali Kodak oppure Acqua Vera), ne esistono altre (Aperol o Stefanel) dove solo una volta I’anno viene eseguita una ricerca, quasi sempre qualitativa, finalizzata a verificare il ricordo spontaneo nel consumatore. ek/ 242 Nella filiale milanese della multinazionale americana Kodak, ad esempio, vengono effettuate analisi pre e post campagna, test psicografici, ricerche ad hoc sul ricordo e si comparano el vendite al termine di ogni campagna. All’Aperol si eseguono mensilmente delle analisi degli investimenti pubblicitari e, una volta l’anno viene commissionata una ricerca sul consumatore allo scopo di individuarne il profilo per parametri sociodemografici e psicologici. Impiegabili su prodotti a elevato giro di magazzino, queste metodologie non lo sono però dove il mercato é di dimensioni ridotte. Quando si vendono un numero limitato di pezzi, non si possono effettuare campagne pubblicitarie di prodotto,quindi si opera sulla comunicazione istituzionale tramite le riviste specializzate e la sponsorizzazione di eventi o sportivi o culturali, che rappresentano un forte veicolo pubblicitario a basso prezzo. Il sim ha anche una dimensione esterna, rappresentata dal monitoraggio del mercato e della concorrenza Nel settore farmaceutico si é in grado di rilevare i nuovi prodotti ed i prezzi dei concorrenti, proprio perchè tutti i farmaci sono registrati. In tutti gli altri casi, fonte insostituibile per conoscer e la situazione del mercato è la forza di vendita, soprattutto in quei settori nei quali il prodotto non consente una rilevazione costante e precisa come nel largo consumo. Nel settore dello scarpone da sci, per esempio anche se esiste un istituto incaricato di rilevare i consumi e le quote di ek/ 243 mercato, le fonti principali sono rappresentate dalla rete vendita, ma anche dai fornitori, poiché accade che siano gli stessi per aziende tra loro concorrenti. Cosa verificare? - prezzi della concorrenza - potenzialità del mercato - quota di mercato posseduta - quota di mercato dei concorrenti - calcolo della penetrazione - sconti praticati dalla concorrenza - investimenti pubblicitari dei concorrenti - novità di altri produttori - penetrazione della concorrenza Come controllare il livello di soddisfazione del cliente? - con il tempo medio di evasione degli ordini - in base al livello di gradimento dei prodotti (nella maggior parte dei casi non si controlla quanto il prodotto sia piaciuto). ek/ 244 Strumento apparentemente diffuso e conosciuto: ilsim, sistema informativo di marketing é l'insieme dei sensori, che un'azienda può utilizzare per avere il polso di quanto sta accadendo sui mercati. Se il principio in sé si è affermato, purtroppo restano molte superficialità nella sua utilizzazione. In alcuni casi addirittura il report periodico viene confuso con le statistiche predisposte dal Ced. Il volume delle vendite rappresenta il principale dato da cui le imprese traggono informazioni sul raggiungimento degl i obiettivi, dato che tutte dispongono di una rilevazione statistica dell'ordinato e del fatturato in quantità e in valore. A causa del prodotto trattato e delle caratteristiche del mercato nel quale opera l’Aprilia (motocicli) utilizza l'ordinato a quantità, mentre per esempio nel settore dell’impiantistica l'analisi delle vendite per ordini prevale su quella per fatturato: lavorando per commessa è semplice contare gli ordini, mentre il fatturato viene contabilizzato secondo le condizioni presenti nei contratti di fornitura. Il sim non equivale a una pura fornitura di dati: poche informazioni, ma buone ek/ 245 ek/ 246 T...TELEFONO Quello che dici farà più impressione sulla gente se lo dici gentilmente. Lord Gormley Le «brutte parole» costano care: procurano in chi le sente irritazione od indugio. Eppure sono le più comuni in una telefonata. E' facile lasciarle scivolare nel proprio linguaggio: bisogna respingerle anzi, sostituirle. Espressioni da evitare Espressioni da usare «Lei deve...» «Potrebbe...» «Lei avrebbe dovuto...» «Per favore, potrebbe...» «Proverò a...» «Farò..» «Ha commesso un errore...» «Per favore, dovrebbe...» «La sua lamentela...» «La sua richiesta...» «il suo problema...» «Questa situazione...» «Non può venire qui sabato, «Può venire da lunedì a venerdì» siamo chiusi...» «il più presto possibile...» «Prima delle ore...» «Perché non ha fatto...» «Per favore, farebbe...» ek/ 247 ATTENZIONE: - rispondere al telefono dopo il terzo squillo massimo, - mai usare il tasto per far rimanere il cliente in attesa senza chiedere il permesso (potrebbe voler essere richiamato), - dopo aver messo in attesa la persona, pur con dolce musica, per esser certi che non riattacchi, tornare a parlarle almeno ogni 30 secondi, -mentre la chiamata, viene trasferita, comunicare al cliente il nome della persona che gli si sta passando e dire di cosa si occupa, - sillabare con chiarezza nome dell’azienda quando si risponde e, per avere un approccio più diretto e personale, dare anche il proprio nominativo, - assicurarsi che la persona che prende la chiamata non lasci in attesa troppo a lungo l’utente ma soddisfi prontamente la sua richiesta. ek/ 248 T... TEMPO Quando hai fatto una cosa nello stesso modo per due ani, riguardala attentamente. Dopo cinque guardala con sospetto e dopo dieci anni buttala via e ricomincia tutto dall’inizio. Alfred Edward Pearlman Non basta comprare un daily planner per ottimizzare il tempo ma, si dovrebbe pronunciare la parola “NO” più volte al giorno, e ciò significa non dare priorità acompiti ed attività, che occupano più tempo di quello che si ha a disposizione e che non sono della massima urgenza. Si rivedano alcune operazione del quotidiano: 1) al computer - non spegnere il terminale durante tutta la giornata, si impiega molto tempo ad aspettare che si rimetta in moto tutto il sistema: gli screen saver aiutano a non farsi infastidire dallo schermo accesso, - lavorare con più di un’applicazione aperta, - non usare programmi troppo complicati per scrivere un memo di poche righe, - fare copie di documenti che vi serviranno anche in seguito, usare poi le copie modificando il modificabile, lasciando inalterata la struttura, per esempio nei faxes e nelle lettere commerciali “standard”; ek/ 249 2) lettura della posta con un po’di intuito si riesce a leggere solo ciò che è strettamente connesso coll’attività lavorativa a breve e, si riesce a “cestinare” ogni documentazione superflua, 3) lettura di riviste e giornali leggere è ottimo per informarsi se si legge con uno scopo preciso ma quanto tempo è veramente necessario per raggiungere lo scopo? 4) “perditempo” cercare di non rimanere coinvolti in conversazioni futili d’ufficio, anche se naturalmente si trova il tempo per fare amicizia; 5) pile di carte sulla scrivania un tavolo disordinato è perdita di tempo, poiché quando si cerca un documento qualsiasi non lo si trova. Riflettere se tutto ciò che è appoggiato sulla scrivania, non può essere collocato altrove, inoltre è una sana abitudine come cercare di liberare il tavolo alla fine della giornata. 6)programmazione ek/ 250 non lasciare che altri monopolizzino il tempo già pianificato, con le corrette priorità stabilite. ek/ 251 T ... TEST Inizia a ristrutturare quando le cose vanno bene e non quando l’acqua ti arriva già al collo. Fritz Leutwiler VALUTATE IL LIVELLO DI SERVIZIO AL CLIENTE mai = 1 ogni tanto = 2 la metà delle volte = 3 spesso = 4 molto spesso = 5 sempre = 6 1) Le telefonate vengono prese prima del quarto squillo? 2) La persona che risponde é cortese ed amichevole? 3) Chi chiama viene tenuto in sospeso per meno di 20 secondi? 4) Le telefonate vengono passate alla persona giusta? 5) I1 personale dell'azienda é cortese ed amichevole? 6) L'atmosfera dell’azienda é confortevole ed accogliente? 7) L'orario di lavoro è comodo per la clientela? 8) Chi deve essere ricevuto aspetta meno di 15 minuti? 9) I prezzi sono proporzionati ai prodotti ed ai servizi forniti? 10)I termini di pagamento dei prodotti e servizi sono flessibili? 11) Vengono accettate varie modalità di pagamento? 12) Trattamenti e servizi sono personalizzati? ek/ 252 13)I reclami sono risolti velocemente e con soddisfazione? 14)Le persone addette al servizio/reclami prendono a cuore le situazioni? 15) Gli addetti al servizio sono qualificati per svolgere il loro lavoro? 16)Il cliente si sente a proprio agio con gli addetti al servizio? 17)I clienti sono informati su tutti i dettagli riguardanti gli acquisti? 18) Preferiscono i vostri servizi a che quelli di altri? 19) Raccomandereste ad altri l’azienda in cui operate? 20) La qualità complessiva del servizio è alta? SOMMATE IL PUNTEGGIO Sotto i 60 punti La qualità' del servizio nella vostra impresa è davvero scadente. Dovete impegnare tutte le risorse per riorganizzarla. A partire dalla formazione interna dei collaboratori e dipendenti e dall'analisi delle esigenze della clientela. Tra i 60 ed i 100 punti La gestione della Customer Satisfaction nella vostra impresa ha raggiunto livelli medi. Si può fare molto di più per gestire un servizio di qualità al cliente. Sopra i 100 punti La vostra impresa ha un servizio al cliente davvero eccellente. Quello che dovete fare è: mantenerlo. ek/ 253 T...TRASPORTO INTERMODALE Vi sono alcune linee ferroviarie dove costerebbe meno dare a ciascun viaggiatore una Bentley per andare al lavoro. Richard Marsh L’intermodalità é un’esigenza sentita non solo dall’Unione Europea in toto ma, soprattutto é indispensabile strumento di competitività. Il trasporto intermodale si basa sul principio elementare di far viaggiare le merci con il sistema (strada, ferrovia, nave od aereo) di volta in volta più conveniente, ossia più rapido ed economico. La Svizzera è all’avanguardia nel campo dei trasporti “ecologici”, attraverso la realizzazione di “autostrade ferroviarie” che, cancelleranno il passaggio sul territorio elvetico dei camion stranieri, caricati su treni merci. In Francia la costruzione delle autostrade ferroviarie ha programmi ambiziosi da completare nei prossimi trent'anni. In Olanda la logistica (distribuzione fisica) è al centro dei rapporti tra governo e imprese private con notevoli investimenti nel sistema dei trasporti e nelle infrastrutture. Negli Stati Uniti, infine, l’11% del prodotto interno lordo é destinato al settore dei trasporti. L’intermodalità necessita di strutture elastiche e che vengano gestite nel migliore dei modi. L’enorme difficoltà é data dal coordinamento delle molte figure attrici in tale scenario. L’Unione Europea é consapevole dell’importanza di ek/ 254 rapidi interventi dei singoli stati membri onde evitare un probabile ma non impossibile collasso, che si potrebbe verificare sulle strade. Una riflessione sulla situazione italiana, dove emerge soprattutto una spaventosa carenza di infrastrutture capaci di rispondere alle esigenze del mercato, é doverosa. Nei trasporti comunitari la quota dell'Italia è scesa negli ultimi anni, ma il dato più preoccupante é che il 75% delle merci spedite per via aerea dal Nord viene trasportato su gomma ad un aeroporto estero (Zurigo, Parigi, Bruxelles, Lussemburgo, Amsterdam e Francoforte) e parte con... un vettore straniero. Eppure l'opinione prevalente è che nel nuovo millennio il settore chiave di ogni azienda, indipendentemente dalle dimensioni, sarà proprio la distribuzione. La nuova sfida, dopo quella per la produttività degli impianti e la qualità dei prodotti, si è spostata sul fronte della logistica (flusso fisico e flusso informativo). Nella concorrenza tra le imprese avrà sempre più importanza la capacità di trasportare prodotti nel tempo più breve possibile e a costi sempre più contenuti, sostenuta da un continuo flusso circolare informativo. Attendibili scenari di sviluppo indicano, nei prossimi anni, una crescita nell’esigenza di mobilità di persone e merci superiore del 50%. Inoltre una direttiva europea, entrata in vigore nel 1993, concede la possibilità dal 1 luglio 1998 a qualsiasi operatore titolare di una licenza comunitaria l’autorizzazione ad effettuare trasporti nazionali di merci su strada in qualunque stato membro dell’Unione Europea. Come affrontare l’ingresso dell’agguerrita concorrenza? Sono stati previsti investimenti che serviranno per potenziare il trasporto combinato ferroviario ed il cabotaggio marino. ek/ 255 Inoltre sono stati predisposti sostegni allo sviluppo tecnologico ed all'impiego dei collegamenti satellitari per migliorare la sicurezza e l'efficienza dei servizi, oltre ad aiuti alle imprese trasportatrici per riconvertire il parco mezzi con l'acquisto di veicoli a minore impatto ambientale e di maggiore flessibilità. Ed ulteriore proposta é l’incentivare non solo aggregazione per evitare l’attuale micropolverizzazione del settore ma, anche formare professionalmente gli addetti al settore. La Regione Lombardia (genera il 30% del traffico merci nazionale ed oltre la metà del materiale movimentato con la tecnica strada-rotaia) ha progettato e presentato una proposta innovativa per una soluzione globale del trasporto merci nell'hinterland di Milano - già sottoscritta da tutte le strutture coinvolte - che comprende: -interporto di Lacchiarella con una serie di poli intermodali e logistici pubblici e/o privati, - a Segrate l'ex- dogana trasformata in centro intermodale, - Rho-Certosa e Pioltello-Melzo con impianti privati di stoccaggio, -.l'utilizzo di strutture esistenti come il centro di Busto Arsizio, - la costruzione degli interporti di Novara, Bergamo-Montello, - la cargo-city, cioé un terminal per il passaggio delle merci, prevista nell’ampliamento dell’aeroporto di Milano-Malpensa, - l'area dismessa di Bertonico, integrata con il terminale di Pizzighettone, costruito sul canale navigabile, collegherà l'hinterland di Milano all'Adriatico. ek/ 256 ek/ 257 U ... UFFICI CON FUNZIONI MODELLO Spietato nel decidere, attento nell’eseguire. Jim Slater FUNZIONI SOTTOFUNZIONI Gestione ordini di vendita Immissione/manutenzione ordini Controllo crediti Controllo disponibilità ed allocazione merce Gestione listini/condizioni di vendita Interfaccia terminali portatili Reporting commerciale Gestione offerte/trattative Gestione ordini intergruppo Gestione delle scorte Pianificazione scorte Controllo e contabilità scorte Gestione scorte su più depositi Gestione materiali di consumo e manutenzione Gestione ordini di trasferimento Gestione spedizioni/trasporti Schedulazione spedizioni Gestione manutenzione veicoli Programmazione percorsi Analisi performances trasporti ek/ 258 Gestione aspetti amministrativi ek/ 259 Fatturazione Interfaccia E.D.I. Contabilità clienti lmport export Documentazione internazionale Fatturazione in valuta Magazzini doganali Gestione forza vendita Budget delle vendite Gestione provvigioni Vendita supportata da terminale portatile Gestione delle visite Gestione campagne e promozioni Definizione tipo azione/offerta Elaborazione budget Controllo risultati Gestione punto vendita Gestione rifornimenti Gestione immesso Gestione clean-up Gestione display Gestione casse e rilevazione vendite Gestione operazioni di magazzino Gestione ubicazioni Gestione mezzi di movimentazione Schedulazione e gestione del picking Gestione automatismi di prelievo ek/ 260 Ottimizzazione dei percorsi di magazzino Schedulazione risorse di magazzino Gestione inventari Pianificazione risorse distribuzione (D.R.P) Definizione rete distributiva (bill of distribution) Previsione vendite Gestione piano approvvigionamenti Generazione automatica ordini acquisto/trasferimento Pianificazione dei trasporti/spazi di magazzino Pianificazione dei fabbisogni (M.R.P.) Calcolo fabbisogni Programmazione a flusso Programmazione a lotti Programmazione per commessa Generazione automatica ordini Rigenerazione parziale del programma Gestione legami domanda/fabbisogno Calcolo carico impianti e capacità Ingegneria di prodotto e di fabbricazione Gestione della distinta base Gestione prodotti con tecniche JIT o miste Standard di attrezzaggio, lavorazione. utensileria ek/ 261 Gestione centri di lavoro Gestione celle di produzione Cicli di fabbricazione primari e alternativi Definizione tempi di manodopera e macchina Pianificazione della produzione (M.P.S.) Previsione della produzione Coordinamento flussi interstabilimento Generazione piano di produzione Verifica risorse produttive critiche Lancio e controllo della produzione Controllo a lotti Controllo flusso Generazione documentazione operativa Istruzioni operative on-line Raccolta on-line dei dati avanzamento produzione Raccolta dati con lettori ottici od altri dispositivi Scambio dati con altri livelli di controllo Gestione rilavorazioni Gestione lavorazioni presso terzi Controllo giacenze per terzista Gestione della distinta di trasformazione Programmi per terzista ek/ 262 Gestione approvvigionamenti Gestione richieste d'offerta lnserimento/manutenzione ordini Ordini aperti e gestione rilasci Valutazione del fornitore e programmi Gestione quotazione articolo Gestione ricevimenti Verifica fatture Gestione qualità Gestione capitolato Produzione documentazione operativa Gestione e manutenzione impianti Magazzino ricambi ed anagrafica impianti Elaborazione dei dati rilevati Blocco/sblocco automatici dei materiali Raccolta on-line dati funzionamento impianti Pianificazione interventi di manutenzione Modelli di simulazione od ottimizzazione Politiche di gestione scorte Ottimizzazione dei trasporti Layout ed operazioni di magazzino Schedulazione fine della produzione ek/ 263 U ... UFFICIO: controllo documenti A tutti piace l’innovazione fino a che non ne sono coinvolti personalmente. Walter Wriston Fac-Simile di situazione operativa DOCUMENTO (GESTIONALE & ORGANIZZATIVO) Manuale di GO Procedure di GO per specifiche richieste estere Procedure esecutive e di controllo Calibrazione e taratura apparecchi e strumenti Riparazione, difetti Ttrattamenti previstia Approntamento camionature Montaggi, assemblaggi Prove, collaudi statici e dinamici Controlli non distruttivi Specifiche di GO dei fornitori Richieste di approvvigionamento Distinta materiali Ordini di acquisto Programma dei controlli e prove Schemi di lavorazione Piani di controllo qualità Elenco di attività di fabbricazione e controllo Specifiche materiali Disegni e schemi REDAZIONE E CONVALIDA GO GO APPROVA ZIONE INTERFACCE EMISSIONE DIR GO Tutte le direzioni Tutti i settori interessati GO GO GO CO DIR GO GO GO CO CO CO ING ING CO GO UPR ING ACQ ING UPR CO CO GO GO GO ING ING GO GO UPR ING DIR ING UPR GO GO GO/OFF/ING GO/OFF/ING GO/OFF/ING GO/CO GO/CO GO GO GO/CO OFF/CO GO/ING/UPR CO OFF CO/ING/UPR/OFF CO/ING/UPR/OFF GO GO o ING GO ING ING GO GO UPR ING ACQ ING UPR GO GO CO ING GO ING ING/OFF GO ING ek/ 264 Elenco disegni di commessa Lista dei documenti di commessa ING GO ING GO ING/UPR ING GO Legenda: DIR=Direzione; ING= Ufficio tecnico; ACQ= Ufficio acquisti; OFF= Officina; UPR= Uffico produzione ek/ 265 ek/ 266 V ... VENDITA Vendere gioielli é proprio come vendere fagioli in scatola. Gerald Ratner I clienti non sempre sono persone fortunate. Molte delle tecniche di vendita spesso trascurano le loro esigenze per incentrarsi sul prodotto, sulle caratteristiche, sulla tecnologia costruttivae e sulla tecnica di presentazione della vendita. Eppure il mercato dei beni e servizi industriali (ma non solo questo) tende oggi a caratterizzarsi sempre più marcatamente, per l'offerta di soluzioni anziché di prodotti. In questa prospettiva la strategia di riconoscimento delle reali esigenze del cliente diventa il vero punto critico per il successo in una trattativa di vendita. L'importanza della fase di scoperta delle esigenze del cliente è tanto più evidente quanto più la vendita è complessa. In trattative più semplici infatti, il successo è influenzato dallo charme psicologico del venditore, dalla spinta sul prodotto/servizio proposto e dall'offerta di particolari condizioni di fornitura. Nelle trattative più complesse conta invece una attenta e approfondita analisi delle esigenze presenti ed il cogliere i processi decisionali formali e informali, il capire la mappa del potere di chi può influenzare ek/ 267 la scelta finale, l'analisi dell'offerta della concorrenza, il mutare delle esigenze nel durante, le implicazioni derivanti dalle varie opzioni di scelta possibile. Si può con ragionevole certezza dire che, in questo tipo di trattativa la rigorosità del piano di acquisto della clientela talvolta si scontra con l'estemporaneità dei piani di vendita dei fornitori. Nell'approccio alla vendita stiamo assistendo allo spostamento di atteggiamento e di comportamento all’orientamento verso il cliente. Non è solo un cambiamento concettuale. Implica nuovi approcci, nuovi modi di relazione con il mercato, nuove abilità nella gestione delle trattative e di conduzione in ogni singolo contatto. Ma come sviluppare nell’export manager la capacità di identificare e interpretare con efficacia le esigenze del cliente? Come attuare una strategia di vendita che, influenzi con efficacia le decisioni di acquisto? Come migliorare soddisfazione e fidelizzazione del mercato servito al fine di attivare una relazione fornitore-cliente di lungo periodo? La prima risposta razionale al problema viene dai ricercatori dell'Huthwaite Research Croup (HRC) di Sheffield, Gran Bretagna. Il team di ricerca si è proposto di individuare le cause di successo (o di insuccesso) di una trattativa, al fine di costruire un modello razionale e scientifico utile ad ottimizzare i risultati dell'azione di vendita. Il gruppo della Huthwaite, tra i primi a utilizzare e sviluppare gli strumenti di ricerca dell'analisi comportamentale, ha analizzato più di ek/ 268 35.000 colloqui di vendita in 27 nazioni, studiando i fattori che giocano un certo ruolo nel miglioramento della prestazione di chi offre. Il successivo passaggio dalla teorizzazione all'applicazione pratica (metodo Spin) è stato rigorosamente filtrato attraverso una accurata sperimentazione condotta con le forze di vendita delle aziende sponsorizzatrici del progetto, tra le quali IBM, Honeywell e Rank Xerox. Ecco alcune interessanti scoperte: * Esiste una distinzione critica tra esigenze, che sono espresse sotto forma di insoddisfazione (esigenze implicite) ed esigenze, che sono invece espresse come desiderio per una soluzione (esigenze esplicite). Le esigenze implicite non hanno di per sé una grande correlazione con il successo. Sono invece le esigenze esplicite i veri indicatori, che consentono di raggiungere un risultato positivo. * Per scoprire le esigenze del cliente, l'addestramento tradizionale di vendita deve distinguere tra due tipi di domande: chiuso (che hanno come risposta un SI oppure un NO, o comunque una risposta ben definita) ed aperto a seconda della finalità da raggiungere. ek/ 269 ek/ 270 W ... Writing Negli affari é una legge immutabile che le parole siano le parole, le spiegazioni siano le spiegazioni, le promesse siano le promesse, ma solo il risultato sia la realtà. J.Paul Getty Vendere? Impariamo a scrivere.... Nella società dove regna l’immagine si riscopre l’attualità della parola scritta a cui si confeziona una veste inedita: quella promozionale. L’efficacia di questo rivisitato veicolo dimostra che, quanto più é integrato in una rete variegata e completa di attività promozionali tanto più ottiene risultati positivi. I molteplici vantaggi di saper utilizzare al meglio le risorse della parola scritta si possono ricondurre principalmente a due fattori: - bassi costi della comunicazione diretta rispetto alla pubblicità di massa, - la possibilità di raggiungere un’utenza selezionata. Un marketing svolto sul singolo con un’ottimizzazione del messaggio: la segmentazione dell’azione riduce gli sprechi. ek/ 271 Esiste un altro punto da tener presente, il cliente stesso sente sempre più il bisogno di informazioni ed il più delle volte, prima di scegliere, si fa sentire. Dunque una richiesta proveniente dal basso non può andar delusa. Come scegliere tra tanti mezzi? Come costruire un buon messaggio? Non esistono regole precise mentre una metodologia basata sull’uso contemporaneo di più media accresce l’interesse così come il messaggio deve essere un mix di ingredienti per dare maggiore redditività. In Italia il catalogo tradizionale occupa il 99% dello spazio riservato alla comunicazione mentre in altri Paesi Europei prevale quello telematico. Per attirare attenzione e farsi ricordare: - stupire, - informare, - coinvolgere il destinatario dando la possibilità di interloquire (Internet docet). Ci si deve rivolgere al cliente a più riprese. Il primo contatto é scritto e tende a meravigliare oppure ad incuriosire grazie ad un forte apporto di creatività. Il secondo può consistere in un colloquio telefonico e, se si tratta di una nuova comunicazione scritta può essere rafforzata con l’invio di ek/ 272 un gadget, in modo da assicurarsi la simpatia del consumatore e, fissare un incontro (magari solo virtuale), stimolandolo a contattarci. La parola scritta é talvolta usata anche fini educativi per spiegare come si compila un buono d’ordine. Le finalità pedagogiche della scrittura sono evidenti: come e più dei cataloghi di vendita, riviste che, presentano la vita aziendale e/od i suoi nuovi prodotti oltre a testi di garantita scientificità, hanno indici di gradimento altissimi. Testate di tale tipologia danno persistenza ai contenuti ed ai valori che li ispirano trattasi dunque, di operazioni a metà tra la cultura e l’immagine, la cui riuscita si misura nell’arco di due/tre anni. n tale contesto le PMI si possono inserire, in quanto con percentuali di investimento minime si hanno notevoli ritorni Un discorso a sé per il pieghevole sul punto vendita: cosa lo distingue da un’offerta spedita a domicilio? Quando si raggiunge il cliente lo si deve spingere a muoversi... a decidere di acquistare, invece se é nel posto giusto, non resta che farlo acquistare senza indugio alcuno. In vista del secondo millennio si é alle prese coll’onda di un cambiamento irrefrenabile innescato dalla nuova filosofia del marketing, che impone a tutti l’esigenza di comunicare in maniera innovativa. A tal fine si dovrà essere autodidatti per comprendere la trasformazione in atto relativamente alla parola scritta, che sta mutando da strumento da tattico a strategico . ek/ 273 Uno strumento che non vuole e, non può limitarsi al copywriting ma, si muove velocemente da questo per colpire il consumatore da più parti nell’universo integrato della comunicazione. Sofisticazioni nel messaggio, senza però arrivare ad ingannare, sono e saranno sempre possibili ma, tutto dipende da come si imposta non dallo strumento in sé. Tutto comunque dipende e dipenderà dalle realtà delle nuove tecnologie dell’informazione, che attraverso nuovi mezzi di comunicazione modificano l’approccio sistemico al mercato ogni giorno. Una curiosità, mentre in Francia il successo del Minitel ha trascinato in modo esponenziale la comunicazione scritta, in Italia ad occupare le linee telefoniche sono stati e sono tuttora numeri “bollenti”, colorati di rosso e vietati ai minori oppure numeri verdi per stringere ancor più un legame tra azienda e consumatore al fine di fornire un aggiornamento attraverso una corretta informazione. ek/ 274 ek/ 275 X e Y ... TEORIE Ho migliaia di cattive idee in continuazione. Sir Clive Sinclair Messe a fuoco dallo psicologo sociale americano D. McGregor , sono due opposte teorie sulla natura umana fondate sull'osservazione dell'uomo nell'ambito del luogo di lavoro. La Teoria X sostiene che gli esseri umani sono per loro natura pigri e vogliono evitare il lavoro e le responsabilità. Di conseguenza, afferma che essi devono essere costretti all'impegno attraverso quattro condizioni: *ferreo controllo, * autorità molto accentrata, * leadership indiscussa ed indiscutibile, * nessun coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni del management. Secondo la Teoria Y, viceversa, gli uomini per natura sono portati al lavoro e alle responsabilità, vogliono raggiungere dei risultati e di conseguenza devono essere lasciati liberi nella realizzazione dei loro compiti. ek/ 276 In questo senso, quindi, dal punto di vista storico, la Teoria X può servire a descrivere la società di Sparta, quella Y l'Atene di Pericle. Secondo McGregor, la prima trovava il suo originario fondamento nella descrizione della cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre, che li aveva spinti in un mondo in cui potevano vivere solo con fatica e impegno. Questa formula applicata alle aziende spiega da quale punto di vista parta il management quando pone l'accento sui mali derivanti da un inutile impiego di manodopera, sugli incentivi materiali ai lavoratori per un maggior rendimento. McGregor sosteneva che gli uomini hanno un potenziale molto superiore a quello che i manager della sua epoca individuavano, con poca fiducia, nei lavoratori, sposando la Teoria X. Secondo lo studioso americano, invece, la Teoria Y, da lui sostenuta, lanciava una sfida al management: quella “dell'innovazione, della scoperta di nuovi modi di organizzare ed incanalare gli sforzi degli individui, pur riconoscendo che l'organizzazione perfetta, come del resto il vuoto perfetto, va in verità molto al di là delle nostre possibilità”. Se la Teoria X dava al management un comodo alibi ai propri insuccessi (la natura innata limitata e pigra degli uomini), la Teoria Y faceva ricadere tutti i problemi sulle spalle dei manager. ek/ 277 Per tutti valeva il detto:non esistono cattivi soldati, ma solo cattivi ufficiali. ek/ 278 ek/ 279 Z... ZERO-DEFECTS Ti darò un definitivo forse. Sam Goldwyn Alcuni esempi di sprechi,relativi ai diversi reparti,a dovuti ad un non aver ben predisposto prima ogni genere di lavoro: *Produzione: - scarti di lavorazione / rilavorazioni; - fermi macchine per guasti o mancanza materie prime; - prodotti scartati al collaudo o rottamati; - eccessivo uso di lubrificanti. *Contabilità: -ritardo nella presentazione di situazioni e rapporti; - dati errati passati al computer; - errori inseriti nelle situazioni e nei rapporti; - fatture errate. *Progettazione: - ordini di variazioni dovuti a errori; - errori di progettazione; ek/ 280 - ritardi di emissione che generano costi superflui. * Elaborazioni dati: - tempi morti del computer per errori; - rielaborazioni. *Vendite: - errori sui contratti; - errori di descrizione sugli ordini per la produzione; - programmi dispersivi di visite. - superficialità nel prendere informazioni sulla legislazione MKTS * Acquisti: - ordini di variazioni dovuti a errori; - ritardi nel ricevimento del materiale; - descrizione incompleta dei materiali. Z ... ZERO-DEFECTS: caratterizzazione difetti Ho sempre considerato un cammello come un cavallo progettato da un comitato. Sir Freddie Laker ek/ 281 DEFINIZIONE DESCRIZIONE DEI CRITERI PER L'ATTRIBUZIONE DEI DIFETTI PRESCRIZIONI DEFINIZION E GENERALE Difetto critico Difetto che può creare condizioni di pericolo per l'utilizzatore o per l'ambiente Difetto A E' in grado di pregiudicare il funzionamento pur non inficiandolo è facilmente rilevabile dal cliente e renderlo inaccettabile dallo stesso. Difetto B Difetto C SICUREZZA FUNZIONA MENTO AFFIDABILITA' Mancanza di una o più caratteristiche tali da renderlo inutilizzabile. Mancanza di una o più caratteristiche che pur non indicando il funzionamento porterà ad un intervento di riparazione straordinaria durante la "vita" del prodotto Stessa definizione del difetto A ma per il cliente "critico" Stessa definizione del difetto A ma per il cliente "critico" Mancato raggiungimento delle caratteristiche del prodotto o del componente in forma da non pregiudicare l'uso, ma con caratteristiche diverse da quelle specificate Carenze che comporteranno una futura riduzione delle caratteristiche senza che si creino condizioni di intervento straordinario ESTETICA DOCUMENTA ZIONE E SPEDIZIONE Mancanza di requisiti di sicurezza Stessa definizione del difetto A ma per il cliente "critico" Stessa definizione che riduce le prestazioni in forma non rilevabile dal cliente ek/ 282 Carenza estetica tale da rendere inaccettabile il prodotto al cliente Accessori, documenti, imballaggio errati o mancanti che possono far rifiutare il prodotto Stessa definizione del difetto A ma per il cliente "critico" Stessa definizione del difetto A ma per il cliente "critico" Garanzia estetica tale da non provocare l’inaccessibilità del prodotto da parte del cliente "medio" Accessori, documenti, imballaggio errati o mancanti tali da non rendere inaccettabile il prodotto ek/ 283 BIBLIOGRAFIA AA.VV.: “Developement models and word views” 1996 AA.VV.: “Il Commercio Internazionale” Il Sole 24 ore 1996 AA.VV.: “I Pagamenti Internazionali” Il Sole 24 ore ,1994 AA.VV.: “Saper negoziare” Il sole 24 ore, 1996 Acts of European Federation of Inland Ports (EFIP), 1994 Antonini G.: “ IVA Le operazioni intracomunitarie” Pirola Fisco, 1996 Booth R.: “Share deal” Logistics Europe n. 6 / 96 Castelli G.: “Servizio al cliente “dispense ad uso interno del corso di Logistica Distributiva ISTUD, 1989 CCI Norme ed Usi Uniformi relative ai Crediti Documentari (NUU)- Pubblicazione n.500. Ed. CCI 1993 CCI Norme Uniformi relative agli Incassi (NUI) - Pubblicazione n.522. Ed. CCI, 1995 Centro Estero Camere di Commercio Piemontesi: “Il Commercio Internazionale”, Il Sole 24 ore,1996 De Bono E.:”Sei cappelli per pensare” Manuali Bur, 1995 Ferrozzi C., Shapiro R., Heskett J.: “Logistica & Strategia” Isedi, 1990 Galgano A.: “La Qualità Totale” Il Sole 24 ore , 1992 ISTAT: “Intrastat. Guida al nuovo sistema di raccolta delle statistiche intracomunitarie” Lombardi L. “Guida pratica per l’esportatore” Franco Angeli, 1994 Lo spedizioniere doganale, n.5/1994 Marini G.B.: “Il servizio nella Logistica” Logistica Management n; 2/1990Mc McKenna R.:”Il tocco di Regis” Ipsoa, 1988 Merlino M.: “La fabbrica competitiva negli anni ‘90” Logistica Management n.7/8, 1990 Mogorovich S.: “IVA nei rapporti con l’estero”, Maggioli Editore, 1995 Pezzinga A.: “Nuove norme sul transito comunitario” Progetto Impresa, n. 10/1993 Robenson J.F, House R.G.:”The Distribution Handbook” Sven R.Hed,1985 Rocco G. : “Trasporto internazionale col TIR” Progetto Impresa, n.10/1993. Rocco G.: “Manuale di Commercio estero” Pirola, 1996 Santacroce B.: “Il regime degli scambi intra-UE sarà provvisorio fino al 2000” Articolo Il Sole 24 ore 8-11-96 Toffler A.: “L’Azienda flessibile” Sperling & Kupfer Editori, 1990 Toscano A.: “Appunti di legislazione e tecnica doganale” dispense CORCE ek/ 284 ek/ 285 INDICE A... AGENTI 2 A... ASSISTENZA 8 B...BUYER 16 B ... BUYERSHIP 18 C... CLIENTE 24 C ... COMPETENZE 27 C... COMUNICAZIONE 30 C... CUSTOMER MARKETING 34 D...DDT: DOCUMENTO D I TRASPORTO 39 DM... DIRECT MAILING NUOVO ADVERTISING 44 D... DM: MESSAGGIO MIRATO 46 D... DISTRETTI 49 D... DISORDINE ORGAN IZZATO 54 D...DISTRIBUZIONE 56 D ... DISTRIBUZIONE INNOVATIVA 61 D...DOCUMENTI: IMPOR T/EXPORT 63 E... EXPORT: L’ABC 73 E...EXPORT 78 F... FATTURATO 83 ek/ 286 F ... FEDELTÀ’ 86 F... FORNITORI 90 G... GALATEO 93 G ...GESTIONE DEL CR EDITO COMMERCIALE: AFFIDAMENTO 102 G ... GESTIONE COMMERCIALE DEL CREDITO: 105 MISURAZIONE G...GLOSSARIO 116 H... HI-TECH MARKETING 127 I... IDEE 133 I... INTEGRAL MARKETING 135 J ... JOB ORDER 141 K... KISS 143 L... LINGUAGGIO NON VERBALE 145 L...LOGISTICA 148 L... LOGISTICA E L’A UDIT ESTERNO 154 L... LOGISTICA E L’A UDIT INTERNO 156 L... LOGISTICA COMPO NENTI 158 L....LOGISTICA: COST O TOTALE 159 L...LOGISTICA: CULTU RA AZIENDALE 161 L...LOGISTICA ED INT ERFACCE 162 L... LOGISTICA POLIT ICHE DISTRIBUTIVE: 164 ek/ 287 L... LOGISTICA COME SERVIZIO AL CLIENTE 165 L ... LOGISTICA: IND ICATORI 166 L ... LOGISTICA INTE GRATA 169 L ...LOGISTICA COME RUOLO STRATEGICO 172 L... LOGISTICA ED IL MARKETING 175 L ... LOGISTICA: TIP OLOGIA DI SERVIZI 178 M ... MEETING 183 N...NEGOZIATO 189 O... ON LINE 195 O... ORDINI GESTIONE 197 P... PDCA: O RUOTA D I DEMING 201 P...PENSIERO LATERAL E 202 P... PRODUTTIVITA’I MPIEGATI 205 Q ... QUALITA’: QUAL ITY COMMITTEE 211 Q...QUALITA’TOTALE 214 Q... QUESTIONE DI TA TTICA 217 Q... QUICK RESPONSE 220 R... RETAILER 227 R... RICERCA 229 R... RICERCA DI MERCATO 231 ek/ 288 S....SCHEDA CLIENTE 235 S... SERVICE MIX: LE DIVERSE TEORIE 236 S ... SHOWROOM 239 S... SIM (SISTEMA INFORMATIVO DI MARKETING) 241 T...TELEFONO 247 T... TEMPO 249 T ... TEST 252 T...TRASPORTO INTERMODALE 254 U ... UFFICI CON FUN ZIONI MODELLO 258 U ... UFFICIO: CONTR OLLO DOCUMENTI 264 V ... VENDITA 267 W ... WRITING 271 X E Y ... TEORIE 276 Z... ZERO-DEFECTS 280 Z ... ZERO-DEFECTS: CARATTERIZZAZIONE DIFETTI 281 BIBLIOGRAFIA 284 INDICE 286 ek/ 289