Scambio automatico e norme anti-Beps

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Scambio automatico e norme anti-Beps
formazione/ finanza
Scambio automatico
e norme anti-Beps
L’imminenza dello scambio automatico di informazioni finanziarie ai fini fiscali e le misure
dell’OCSE contro la pianificazione fiscale aggressiva, oltre che le iniziative dell’Unione Europea in
entrambi gli ambiti, stanno comportando una serie di modifiche della normativa fiscale a livello
internazionale senza precedenti con ricadute a livello operativo da analizzare e approfondire.
N
ello scorso numero di Settembre, Ticino Management ha dedicato la sua
inchiesta di copertina all’evoluzione degli orientamenti sulla fiscalità
delle imprese transnazionali. La concorrenzialità tra i sistemi economici di diversi
Paesi è sempre più importante e l’informatica svolge un ruolo fondamentale. Singoli Paesi possono presentare profili atti
ad attrarre investimenti e risorse nel proprio territorio. Viceversa altri Paesi, o la
comunità internazionale o enti sovranazionali possono cercare di intervenire su
questi processi. Pensiamo all’attività dell’Ocse e del G20 con il programma Base
erosion and profits shifting (Beps) o alle recenti
iniziative della Commissione Europea.
«Da una parte l’attività internazionale
riserva effettive opportunità sia per le aziende che per le persone fisiche. Dall’altra gli
Organismi internazionali e le Amministrazioni finanziarie pongono l’attenzione
su quella che viene considerata come ‘pianificazione fiscale aggressiva’», riassume
Karin Meiners, Responsabile dell’area
fiscale del Centro di Studi Bancari.
«Ne deriva la necessità di conoscere la
normativa tributaria internazionale, con
conseguente piena consapevolezza della
gestione del rischio fiscale». Il Centro di
Studi Bancari segue con molta attenzione
l’evolversi di tali aspetti nella consueta prospettiva: verificare gli impatti dei cambia-
Programmi e docenti
Gli executive Master Tax Compliance Internazionale
e Fiscalit internazionale
hanno in comune
i primi 4 moduli dei rispettivi programmi. Questi corsi forniscono le basi concettuali e operative
per comprendere le tematiche di diritto tributario internazionale svizzero trattate, suddivise
nei due differenti percorsi, in funzione delle necessità professionali dei partecipanti.
C1 - Accertamento della residenza fiscale in ambito internazionale (8 ore);
C2 - Il beneficiario effettivo a livello internazionale: un concetto in evoluzione (8 ore);
C3 - Fiscalità finanziaria internazionale (8 ore);
C4 - Cooperazione internazionale e scambio di informazioni: novità a 360 gradi (12 ore).
Il percorso formativo dell’Executive Master Tax Compliance Internazionale
, che si articola in 7
iniziative indipendenti per una durata complessiva di 68 ore, prosegue con i seguenti corsi:
C5 - Lo scambio automatico di informazioni, il recepimento in Svizzera (8 ore);
C6 - US International taxation e Accordi Svizzera - USA (12 ore);
C7 - Pianificazione societaria internazionale. Conformità fiscale delle scelte di business e
Riforma III delle imprese (12 ore).
Il percorso formativo dell’Executive Master Fiscalit internazionale
, che si articola in 9 iniziative
indipendenti per una durata complessiva di 72 ore, prosegue con i seguenti corsi:
C5 - Il Progetto Ocse Base Erosion and Profit Shifting
(BEPS). Final Report (8 ore);
C6 - Pianificazione societaria internazionale. Conformità fiscale delle scelte di business e
Riforma III delle imprese (12 ore);
C7 - La stabile organizzazione: evoluzioni in atto (8 ore);
C8 - Il ‘transfer pricing’: inquadramento alla luce delle modifiche internazionali (4 ore);
C9 - ‘Controlled Foreign Companies’: le novità più recenti (4 ore).
La partecipazione come Docenti di Esperti di fiscalità internazionale presso la Commissione
Europea, di Esponenti della Segreteria di Stato e della Divisione delle Contribuzioni permette la
contestualizzazione delle novità rispetto all’operatività quotidiana, e un loro approfondimento.
130 · TM Ottobre 2016
menti sull’operatività professionale per
risalire all’individuazione delle autentiche
necessità formative. «L’esercizio quest’anno
è stato più complesso», spiega Karin Meiners, «le modifiche in atto sono tali, sia in
termini qualitativi che quantitativi, che si
è resa indispensabile una rivisitazione della
nostra programmazione complessiva,
anche per agevolare l’aggiornamento che
nei prossimi anni sarà indispensabile. Ci
siamo concentrati, da una parte sulla doppia imposizione internazionale, l’assistenza
amministrativa, lo scambio automatico di
informazioni con il Fatca e dall’altra sui
risultati del progetto Beps».
Tutto ciò ha comportato la modifica del
programma dell’Executive Master Tax
Compliance Internazionale giunto ormai alla
IV edizione, in modo da analizzare l’argomento, non isolandolo, bensì contestualizzandolo rispetto a tutta una serie di tematiche indispensabili affinché lo scambio di
informazioni non rappresenti un rischio
ingestibile. Paolo Arginelli, Professore di
diritto tributario all’Università Cattolica
del Sacro Cuore pur esercitando la sua attività professionale a Lugano, ha maturato
una significativa esperienza nella gestione
di tali problematiche sul lato italiano del
confine, ove le banche hanno dovuto
affrontare l’implementazione delle procedure per lo scambio automatico di informazioni con un anno di anticipo; è docente
proprio sul tema dello scambio automatico
di informazioni nell’ambito dell’Executive
Master Tax Compliance Internazionale. «La
Svizzera ha firmato accordi internazionali
con cui si è assunta l’obbligo di trasmettere
ogni anno, alle autorità fiscali degli altri
Stati contraenti, talune informazioni di
natura finanziaria detenute dai propri ope-
ratori (banche, compagnie di assicurazioni,
gestori patrimoniali, ecc.) e relative a persone residenti in detti Stati», spiega Paolo
Arginelli, ricercatore presso l’International
Bureau of Fiscal Documentation di
Amsterdam. Con riferimento ad un ampio
numero di Paesi, tale obbligo decorre dal
2018 e riguarda le informazioni finanziarie
relative all’anno 2017. Le informazioni
scambiate saranno usate dalle autorità fiscali
estere al fine di verificare se i propri contribuenti abbiano correttamente adempiuto
agli obblighi fiscali imposti dalle rispettive
discipline nazionali. «Per i contribuenti
non in regola con il fisco, lo scambio automatico di informazioni equivale all’apertura
del vaso di Pandora nella mitologia greca.
Esso permetterà alle autorità fiscali competenti di istruire mirate indagini tributarie
sulle attività finanziarie detenute all’estero
dai propri residenti, anche mediante lo
strumento dello scambio di informazioni
su richiesta, che, con riferimento all’Italia,
è oggetto di uno specifico accordo internazionale concluso dalla Svizzera il 23 febbraio 2015 e che esplica i suoi effetti a
decorrere da tale data» ricorda Arginelli.
«Gli accordi internazionali» prosegue,
«per il cui tramite si dà attuazione all’impegno politico sullo scambio automatico
di informazioni, sono tra loro tutti molto
simili, in quanto riproducono in larga parte
lo standard Ocse. Non credo quindi che,
in termini generali, le procedure che
dovranno essere implementate richiederanno di essere specificamente declinate
per ogni singolo Stato estero. Le peculiarità
di tali Stati dovranno essere tenute in considerazione con riferimento esclusivamente
a taluni aspetti tecnici, il più importante
dei quali credo sia il concetto di residenza
fiscale. L’unica eccezione a quanto detto è
costituita dall’accordo Fatca concluso con
gli Stati Uniti, il quale segue logiche parzialmente difformi, trovando la sua origine
e ragion d’essere in una specifica disciplina
nazionale statunitense», nota Arginelli.
La sovrapposizione tra scambio automatico conforme al modello Ocse e Fatca,
peraltro, complica il lavoro per chi si trova
a dover cercare e gestire informazioni parzialmente difformi e aumenta le ragioni
per implementare tempestivamente adeguate procedure interne ed elaborare un
piano per la formazione mirata delle diverse
classi di funzionari che saranno coinvolte.
Quanto al progetto Beps, Karin Meiners
specifica che «il pacchetto di azioni previsto
dal progetto Ocse comprende nuovi stan-
dard minimi in numerose questioni di fiscalità internazionale. Per questa ragione,
abbiamo deciso di implementare un percorso ad hoc organizzato dall’Istituto di
Formazione delle Professioni Fiduciarie,
intitolato Fiscalità Internazionale».
Il Beps rappresenta oggi un fattore di
impulso delle politiche fiscali europee senza
precedenti. La fiscalità dell’UE sta cambiando e l’aspetto più interessante di questo
cambiamento è che esso non nasce all’interno dell’Unione stessa, ma è indotto da
un cambiamento che arriva da fuori, ossia
i lavori del Beps avviati sotto l’egida dell’Ocse e del G20. In merito alle novità che
si stanno susseguendo in tale ambito, Mario
Tenore, Associato presso lo studio Maisto
e Associati, Dottore di Ricerca in Diritto
tributario alle Università di Vienna e di
Salerno e docente all’Executive Master
Fiscalità internazionale, osserva: « la fiscalità
internazionale e comunitaria è in continuo
cambiamento. Da una fase iniziale in cui
le politiche fiscali erano orientate alla ‘realizzazione’ del mercato interno attraverso
l’eliminazione degli ostacoli fiscali, si è
passati, sotto la spinta del Beps, ad una fase
in cui le politiche fiscali europee diventano
vieppiù rivolte alla ‘protezione’ del suddetto
mercato. Le politiche europee di protezione del mercato interno si sono così
manifestate secondo due diverse varianti:
da un lato, la spinta verso la maggiore trasparenza fiscale (‘increased tax transparency’)
e dall’altro la ricerca di un’imposizione più
equa (‘fairer taxation’).
I segnali di questo cambiamento di direzione si colgono a tutti i livelli dell’integrazione fiscale europea. Senza pretesa di
esaustività, eccone alcune esempi di palmare
evidenza.In tema di integrazione positiva
(armonizzazione delle regole impositive)
vanno ricordate in ottica di ‘fairer taxation’
Da sinistra, Paolo Arginelli, Docente
di diritto tributario all’Università
Cattolica del Sacro Cuore, e Mario
Tenore, Associato presso lo studio
Maisto e Associati, Dottore di Ricerca
in Diritto tributario in varie università.
le modifiche alla Direttiva Madre Figlia
con cui è stata introdotta:
la disposizione anti-ibridi (Direttiva 2014/86/EU)
formulata alla stregua di quanto previsto
dall’azione 2 del progetto Beps, e la norma
generale antiabuso di portata simile a quella
suggerita sempre in ambito Beps con l’azione 6. Va segnalata inoltre, la recente
approvazione della Direttiva anti-Beps finalizzata al recepimento negli Stati UE dei
risultati di alcune azioni del Beps.
«In parallelo» aggiunge Mario Tenore
«in ottica di trasparenza fiscale, sono state
portate a termine modifiche alla Direttiva
in materia di mutua assistenza con cui si
è giunti allo scambio automatico di informazioni, allo scambio di ‘tax ruling’ e APA
e all’introduzione del ‘country by country
reporting’. Muovendo ora lo sguardo all’integrazione negativa (libertà fondamentali
e aiuti di stato), non possono non citarsi
le decisioni di recupero assunte in materia
di aiuti dalla Commissione UE con riferimento agli accordi amministrativi di alcuni gruppi multinazionali». Ma in fondo,
conclude il docente del CSB, «l’attività
della Commissione UE si inserisce nel solco
dell’imposizione più equa ed è un’ulteriore
riprova che le politiche fiscali sono oggi
più che mai orientate alla protezione del
mercato interno. Le azioni di annullamento
presentate dagli Stati membri coinvolti
hanno avviato un filone giurisprudenziale
che si trascinerà per anni.
Federico Introzzi
TM Ottobre 2016 · 131