SCHEDA PROGETTO PER L`IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO
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SCHEDA PROGETTO PER L`IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO
Allegato 2 SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO ENTE 1) Ente proponente il progetto: ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII NZ00394 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE 1 CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2015 – EURASIA 5) Settore e area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: F, Servizio civile all’estero Area di intervento: 07 – Assistenza 11 – Educazione e promozione culturale 6) Descrizione del contesto socio politico ed economico del paese o dell’area geografica dove si realizza il progetto; precedente esperienza dell’ente proponente il progetto nel paese o nell’area geografica anche in relazione alla propria mission; presentazione dei partner esteri: 1 L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII presenta 10 progetti di servizio civile all’estero, che interessano i seguenti paesi: Albania, Australia, Bangladesh, Bolivia, Brasile, Cile, Croazia, Francia, Georgia, Haiti, Paesi Bassi, Romania, Russia, Sri Lanka, Zambia. Si ritiene utile richiamare il carattere unitario della proposta, che si rifà al modello di Servizio civile all’estero denominato “Servizio Civile in missioni umanitarie e corpi civili di pace – Caschi Bianchi” , elaborato dagli enti aderenti alla Rete Caschi Bianchi (Focsiv, Caritas Italiana, Gavci, oltre all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) e depositato presso l’UNSC. Il carattere unitario che si intende sottolineare deriva dal fatto che alla base delle specifiche progettualità c’è una storia e una metodologia di intervento comuni caratterizzata dal desiderio di “abitare i conflitti”, esplorarli e favorirne una possibile trasformazione positiva con modalità nonviolente. I contesti in cui si realizzano i progetti denominati con il prefisso Caschi bianchi sono accomunati da conflittualità e da violazioni di diritti umani e concorrono alla realizzazione di finalità condivise, iscrivibili nelle finalità sancite dall’ art. 1 della legge 64/01. Al fine di rendere più agevole la comprensione ed il senso della proposta contenuta nel singolo progetto si ravvede la necessità di elencare alcuni elementi caratteristici del Modello di servizio civile a cui si rifanno. GLOBALIZZAZIONE E NUOVO CONCETTO DI DIFESA: La proposta progettuale non può essere avulsa dalla lettura della società attuale con particolar attenzione ai fenomeni globali che l’attraversano. Sempre più i destini delle persone e dei popoli sono legati fra loro ed interconnessi. Tale interconnessione inevitabilmente si trasforma in interdipendenza ma ancor di più produce contaminazione reciproche dal punto di vista sociale e culturale. Diversi studiosi hanno teorizzato ciò, non solo recentemente, ma oggi tale situazione è quanto mai palpabile. Il contesto in cui sempre più ci si trova ad operare è una società in cui è impensabile attuare politiche avulse dal contesto europeo e mondiale, perché ogni nostra azione ha delle ricadute anche in luoghi lontani: non solo nel “macro”, attraverso interventi di politica estera o scelte economiche, ma anche nel “micro”, attraverso le implicazioni delle varie filiere economiche e commerciali. Per tale ragione ciascun progetto denominato Caschi Bianchi cerca di assumere un approccio definibile con il termine “Glocale”, sviluppandosi in contesti territorialmente definiti e con specifiche proprie, ma al tempo stesso frutto di un’analisi che cerca di considerare i legami fra essi e le varie dimensioni regionali e mondiale. Quanto finora descritto riafferma la necessità di promuovere una cittadinanza planetaria, basata su principi di solidarietà, di cooperazione, di promozione di una cultura di pace. Un’idea di cittadinanza che favorisca la realizzazione di quanto sancito nella Costituzione Italiana, Europea ma anche nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Un esercizio di cittadinanza attiva che possa contribuire, a partire da servizi civile, a rafforzare il legame fra cittadino ed Istituzioni. Tale esercizio di cittadinanza riassume, in parte, la necessità di declinare la Difesa della Patria in impegno concreto anche nei paesi più poveri. Ecco perché riteniamo che abbia senso intervenire, in un’ottica di difesa della Patria, sia nei territori del Sud del Mondo, consapevoli che le nostre scelte economiche, politiche, ecc. hanno delle conseguenze anche in questi paesi; sia nel primo mondo, al fine di mettere in evidenza le contraddizioni e le povertà presenti anche nei paesi sviluppati, e nell’ottica di sensibilizzare su stili di vita alternativi. Il concetto di difesa della patria, pertanto si declina come difesa della società globale dal rischio del degrado, della povertà, dell’esclusione e della contrapposizione, attraverso progetti che si innestino in processi di prevenzione e trasformazione dei conflitti attraverso la costruzione di relazioni nonviolente basate sul dialogo e la mediazione. I progetti Caschi Bianchi tendono quindi alla costruzione di una comunità/società solidale, capace di gestire e trasformare le conflittualità -sia di tipo personale che di tipo comunitario- con metodi nonviolenti. Ciò riguarda non solo le comunità dei luoghi di realizzazione dei progetti, ma in termini più generali la società nel suo insieme, con attenzione quella di provenienza dei volontari. 2 RIFERIMENTI STORICI DEL MODELLO “CASCHI BIANCHI” Il termine “Caschi Bianchi” richiama volutamente la denominazione data dall’ONU per la “partecipazione di volontari in attività delle Nazioni Unite nel campo dell'aiuto umanitario, riabilitazione e cooperazione tecnica per lo sviluppo”. Anche se non immediatamente riconducibile al profilo previsto dall’ONU per tali corpi, il modello “caschi bianchi” richiama in parte il ruolo previsto dal mandato dei corpi civili di pace, in quanto: - si tratta di un’occasione privilegiata di formazione dei giovani, protagonisti della costruzione di una cultura di pace vissuta in prima persona; - prevede l’inserimento di giovani in specifici progetti di intervento realizzati all’estero in situazioni di conflitto armato o di violenza strutturale, caratterizzate da condizioni socio economiche disagiate, dall’impoverimento e dalla violazione dei principali diritti fondamentali, politici o di cittadinanza; - prevede la realizzazione di processi di coscientizzazione, educazione, informazione dal basso e relazioni basate su un confronto empatico, sul dialogo, secondo una metodologia nonviolenta; - si tratta di un modello che sperimenta forme di difesa civile non armata e nonviolenta. Il percorso dei Caschi Bianchi italiani inizia nei primi anni novanta con la guerra nel Golfo persico e successivamente attraverso una campagna di “disobbedienza civile” durante il conflitto nei Balcani, condotta dagli “obiettori al servizio della pace”. Tale percorso ha contribuito alla realizzazione della riforma legislativa in materia di obiezione di coscienza, l’art. 9 della legge 230/1998, che per prima ha sancito la possibilità di svolgere servizio civile all’estero. Molti sono gli enti che hanno contribuito a questo percorso. Fra questi , anche grazie alle richieste da parte dell'UNSC di un soggetto unitario come interlocutore sulla materia, vi sono all’Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, Caritas Italiana, Volontari nel Mondo - FOCSIV, GAVCI di Bologna che insieme costituiscono la Rete Caschi Bianchi. Molti sono i fatti che hanno determinato e continuano a determinare l’evoluzione di questa esperienza, ormai pluriennale, fra questi: - - - la fase sperimentale avviata in collaborazione con la Regione Emilia Romagna nel 1999-2000, che prevedeva l’intervento in Kossovo e Albania; cfr. ass. Adusu, Caschi Bianchi difensori dei diritti umani e atti del convegno “Servire la Pace, difendere i diritti umani” 2003; la partecipazione ai bandi regionali per la valorizzazione dei progetti di servizio civile e la nascita della Rete Caschi Bianchi nel 2001; la sottoscrizione di un accordo specifico da parte della Rete Caschi Bianchi e l’elaborazione di un progetto generale di “Servizio civile in missioni umanitarie e corpi civili di pace – Caschi Bianchi”, depositato presso l’UNSC nel 2001 e aggiornato nel 2007 dal documento “Caschi Bianchi e Rete Caschi Bianchi, un modello di servizio civile”. Il documento redatto dal Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta2005 : Criteri e requisiti per la valutazione di progetti sperimentali di servizio civile all'estero nell'ambito della DCNAN; Il progetto sperimentale di servizio civile Caschi Bianchi oltre le Vendette conclusosi nel 2012; La pubblicazione della ricerca Caschi Bianchi oltre le vendette, sperimentare il Servizio civile e la DCNAN per conoscere e trasformare i conflitti nel corso del 2013; Il convegno “La miglior difesa è la Pace “ febbraio 2014 Diversi sono i documenti internazionali che legittimano il modello di servizio civile “Caschi Bianchi [..]” oltre la normativa relativa al Servizio Civile. Fra questi il rapporto “Un’Agenda per la pace” (1992/95) del Segretario Generale delle Nazioni Unite, la già citata risoluzione ONU n. 49/139/B (1994),il documento del Segretario generale dell’ONU (1995) inviato al Consiglio Economico e Sociale, il rapporto del Segretario Generale dell’ONU (1997). Per quanto riguarda nello specifico l’esperienza dell’Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII 3 con il progetto Caschi Bianchi, in seguito all’esperienza nei Balcani, e alle prime sperimentazioni in Kosovo e Albania, l’Ass. ha inviato Caschi Bianchi anche in contesti di violenza strutturale -primi fra tutti Zambia e Cile- oltre che di conflitto armato- nei Territori Palestinesi. Nel corso degli anni e con l’avvento della legge 64 del 2001, l’esperienza si è allargata ad altre destinazioni, prevalentemente caratterizzate da violenza strutturale (Bolivia, Brasile, Bangladesh, Tanzania, Kenya, Venezuela, Russia, Albania), oltre che da situazioni di conflitto (Palestina) o post- conflitto (Kossovo). Dopo i primi gruppi sperimentali di obiettori, il numero di caschi bianchi che ogni anno aderisce ai progetto Caschi Bianchi è aumentato nel corso degli anni fino a raggiungere il numero di 50 negli ultimi anni. Infine, nel corso dell’anno 2012 si è realizzato il progetto sperimentale “Caschi Bianchi Oltre le vendette”, nell’ambito dei conflitti legati alle vendette di sangue e al Kanun in Albania. Nei circa 15 anni di intervento dei Caschi Bianchi, si sono potuti riscontrare importanti risultati: Contributo al sostanziale miglioramento delle condizioni generali di vita delle persone incontrate nelle aree di intervento; Accresciuta attività di informazione e sensibilizzazione nelle comunità di destinazione ma anche nella comunità di provenienza dei giovani, in grado di sviluppare un bacino di attenzione rispetto alle problematiche riscontrate; Il risveglio nei giovani di un senso di responsabilità e di partecipazione che li spinge ad adoperarsi per rimuovere le cause che generano le ingiustizie; Contributo alla promozione di una sensibilità diffusa, in una dimensione di lungo periodo, rispetto ad attività connesse alla prevenzione dei conflitti e alla costruzione della pace, con particolare riferimento alla tutela dei diritti umani, alla mobilitazione umanitaria, alle attività di ricostruzione e alle politiche di cooperazione allo sviluppo. Contributo alla definizione di un modello di intervento di servizio civile riconducibile alla DCNAN applicato a situazioni di conflitto. Contributo nel favorire il dialogo in contesti internazionali di giovani in servizio civile e giovani locali, che sperimentano la decostruzione di pregiudizi e stereotipi, il decentramento del punto di vista, l’empatia e l’accoglienza reciproca fra culture; Descrizione del contesto socio politico ed economico del paese GEORGIA CONTESTO POLITICO, SOCIALE ED ECONOMICO La Georgia è uno stato transcaucasico che confina a nord con la Russia, a sud con la Turchia e l'Armenia, a sud/est con l'Azerbaigian e ad ovest con il Mar Nero. La capitale è Tbilisi, la lingua ufficiale è il Georgiano, parlato dal 71% della popolazione, seguito da un 9% che parla russo, da un 7% Armeno ed un 6% Azeri. Il Paese ha una popolazione di 4,931,226 persone costituita da un 83.8% di Georgiani, un 6.5% di Azeri, un 5.7 % di Armeni, un 1.5% di Russi ed un restante 2.5% di origini differenti. Ha una superficie di 69,700 kmq. La moneta ufficiale è il Lari georgiano. La religione più diffusa è 4 quella Ortodossa georgiana (83,9%) seguita da un 10% di musulmani, e da minoranze armene-gregoriane e cattoliche (www.cia.org “World factbook” – aggiornamento 2015). La Georgia diventa una Repubblica indipendente nel 1991, dopo la disgregazione dell'URSS e, in base alla Costituzione del 17 maggio 1995, è una Repubblica presidenziale. I primi anni di indipendenza hanno visto al potere l’ex-ministro degli Esteri dell’Unione Sovietica, Eduard Shevardnadze, fino al 2003: anno di dimissioni a seguito di accuse di brogli e corruzione. A livello amministrativo la Georgia comprende, oltre alle 9 regioni, la provincia autonoma dell'Ossezia Meridionale, le due Repubbliche autonome dell'Abkhazia e dell'Ajaria e la città di Tbilisi. Gli anni della transizione alla democrazia e all’economia di mercato sono stati accompagnati da tassi di crescita lenti e sanguinosi conflitti interni con le Regioni separatiste di Abkhazia e Ossezia del Sud, fino ad arrivare al 2008, anno in cui viene firmato un cessate il fuoco tra Russia e Georgia, che continuavano a contendersi i territori, supportati anche dalle due fazioni interne alle due Regioni. Abkhazia ed Ossezia del sud sono ad oggi regioni de facto indipendenti, reclamate come proprie da Tbilisi, la cui posizione è appoggiata da tutti gli stati membri dell’UE e dall’Alleanza Atlantica, oltre che dalle Nazioni Unite. Dal 2008 l’Unione Europea ha sviluppato una missione di monitoraggio (European Monitoring Mission, Eumm) in Georgia, per contribuire al ristabilimento dell’area, all’osservazione e al rispetto dei diritti umani ed al rispetto dell’accordo Russia-Georgia. Nonostante la presenza internazionale ed il cessate il fuoco, ancora oggi continuano gli scontri in entrambe le Regioni, si accentua la militarizzazione dei confini e nel novembre 2014 e nel marzo 2015 sono stati firmati dei trattati di avvicinamento con la Russia da entrambe le Regioni. Intanto continua la lenta avanzata russa in Georgia, con l’impossessarsi nel luglio 2015 di un tratto dell’oleodotto Baku-Supsa, che trasporta il petrolio azero fino alla costa del Mar Nero. Con le dimissioni di Shevardnadze è salito alla presidenza Mikheil Saakashvili (centro destra), che ha inseguito una politica di avvicinamento agli Stati Uniti, all’Europa ed alla Nato. Dal 2013 è presidente Giorgi Margvelashvili, con il partito “Sogno Georgiano”. Nel gennaio 2013 la Georgia ha presentato la domanda ufficiale di ingresso nella Comunità europea dell’Energia, nel giugno 2014 è stato firmato un Accordo di Associazione con l’Ue che prevede un accordo di Libero scambio. Ad oggi il Paese è membro delle Nazioni Unite, del Consiglio d’Europa, dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). A conseguenza dei violenti conflitti dagli anni 90 al 2008 ed oltre, il numero di profughi e rifugiati, di persone che non possono fare ritorno alle proprie case, è in continuo aumento. Secondo le statistiche di UNHCR attualmente in Georgia si contano 265,588 persone tra rifugiati, richiedenti asilo e sfollati, ed il 40% di essi vive tuttora in condizioni precarie all’interno di campi profughi, spesso senza luce ed acqua. L’insufficiente azione da parte del Governo nell’assegnazione di abitazioni adeguate a sfollati, ha portato ad una diffusa occupazione di case abbandonate, che ha conseguentemente portato a sgomberi forzati violando di fatto i diritti internazionali dei rifugiati. Nonostante i passi in avanti degli ultimi anni, la Georgia rimane un Paese dalle forti conflittualità politiche e sociali interne e caratterizzato da una spiccata ingiustizia e violenza. Secondo il Rapporto 2014/15 di Amnesty International perdurano ed aumentano situazioni di discriminazione anche violente in particolare per quanto riguarda forti limitazioni nella libertà di culto, violenza su donne e ragazze, forti limitazioni nella libertà di pensiero e diritto alla privacy, torture. Si descrive un’incapacità di tutela da parte delle autorità, che non riescono a contenere i conflitti che sfociano in violenza, ne sono al contrario motore. Il Rapporto annuale di Human Rights, ONG Georgiana che monitora ed aggiorna la condizione dei diritti umani in Georgia, conferma le problematiche sopra citate, aggiungendo la difficile condizione legata ai rifugiati politici, soprattutto durante gli anni 2013-14, ed ai diritti di persone disabili. 5 Il 2 maggio 2014 il Parlamento ha approvato la Legge per abolire ogni forma di discriminazione. Il Parlamento ha delegato al Ministero della Giustizia la stesura del disegno di legge, in collaborazione con diverse Ong. Il testo della legge è stato modificato rispetto la proposta, è venuto a mancare il provvedimento di una multa per chi commettesse atti discriminatori. (www.humanrights.ge) Nel 2014 il Ministero degli Affari Interni Georgiano ha pubblicato le statistiche riguardanti le violenze domestiche riferite al periodo 2007/2014. Nel periodo in questione si sono verificati 1.102 episodi di violenza domestica, con 2.223 persone coinvolte dove nella maggior parte dei casi i trasgressori erano uomini. In base alle statistiche ufficiali del MIA, le forme più frequenti di violenza erano fisiche (47,2%) seguite da quelle psicologiche (42,8%). Sono state uccise nel corso del 2014/15 almeno 25 donne per violenza domestica, nella maggior parte dei casi queste donne avevano chiesto protezione da parte della polizia. Molte sono le torture documentate nelle prigioni e su persone sotto custodia delle forze dell’ordine. In diversi casi di denuncia nei confronti della polizia non ci sono state indagini, verifiche o conseguenze legali per gli accusati. (Rapporto Amnesty International 2014/15) L’Onu, dopo una visita in Armenia nell’estate del 2015 di Maud De Boer Buquicchio, inviata speciale per il traffico e prostituzione dei minori, ha lanciato l’allarme sul traffico e sullo sfruttamento di donne e minori in tutta l’area Caucasica, in particolare nei Paesi confinanti, tra i quali la Georgia. I conflitti locali peggiorano le cose: dall'Armenia il crocevia delle rotte è la città georgiana di Batumi o la regione separatista dell'Abkhazia, entrambe sul Mar Nero, da cui si arriva facilmente in Turchia e quindi in Europa. Secondo Index Mundi il tasso di mortalità infantile in Georgia è del 16.68%, posizionando la Georgia al centesimo posto su 222 Paesi. Il 9.2 % della popolazione in Georgia vive al di sotto della soglia di povertà. La crescita economica, dopo il crollo del 2008, è costantemente in lenta ma difficoltosa crescita, perdura vicina al 2.5%. Il tasso di disoccupazione, dopo un abbassamento nel 2011, rimane costante attorno al 15% senza prospettiva di miglioramento. E’ interessante notare come, secondo l’Indice della Libertà Economica 2015, gli investimenti da parte del Governo (73.8%) rispetto l’anno precedente siano aumentati ma la libertà fiscale (87.2%) sia diminuita; la libertà di mercato (88.6%) sia aumentata ma la libertà dei lavoratori (79.9%) sia diminuita. (www.indexmundi.com) La Georgia, inoltre, è tra gli stati ex-sovietici colpiti dall'effetto a cascata dell’attuale crisi economica greca. Con 204.780.000 dollari nel 2014, secondo la Banca Nazionale georgiana, la Grecia è la seconda più grande fonte di rimesse della Georgia dopo la Russia. Questa cifra si riferisce solo alle rimesse ufficiali, mentre un rapporto pubblicato nel 2011 dall'Economic Policy Research Center di Tbilisi (EPRC) stima che le rimesse non dichiarate ammontano al 40% del bilancio ufficiale. Ci sono circa 250.000 georgiani che vivono e lavorano in Grecia, e che hanno trasferito in media circa 14,6 milioni di dollari al mese ai parenti a casa durante la prima metà del 2015. Il reddito medio pro capite in Georgia è pari a circa 380,91 dollari mensili (855,9 laris), un sesto circa della media in Grecia. Con il vacillare dell'economia greca, la quantità di denaro che viene rispedito in Georgia si è ridotta. Nel mese di maggio, l'ultimo mese per il quale sono disponibili dati, le rimesse dalla Grecia alla Georgia, secondo la Banca nazionale della Georgia, ammontano a a 15,3 milioni di dollari, con un calo del 14% rispetto allo stesso mese del 2014. ESPERIENZA DELL’ENTE PROPONENTE IL PROGETTO L’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII è presente in Georgia dal 2007, da quando il Vescovo veronese Monsignor Giuseppe Pasotto - amministratore apostolico della Georgia – ha richiesto al fondatore Don Oreste Benzi lo specifico intervento a Batumi. La richiesta è stata quella di aprire una casa d’accoglienza per sostenere le poche realtà locali in favore di profughi, famiglie e minori in gravi condizioni di povertà e disagio sociale ed economico presenti sul territorio. Dopo diversi viaggi di monitoraggio da parte di alcuni volontari di Operazione Colomba 6 – corpo nonviolento di Pace dell’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII che ha avuto un'attenzione nei confronti del Caucaso fin dal 2001 quando si è interessato alle conseguenze del conflitto ceceno – nell’agosto del 2008, a Gori, Tbilisi, Nikosi e Sukhumi, sono stati raccolti dati e testimonianze sulle condizioni di vita di sfollati e profughi in fuga, e pianificate attività di emergenza ed accompagnamento nei territori di origine, grazie anche ad un contatto locale con Caritas Georgia. E’ stata aperta nel campo profughi di Batumi, oggi baraccopoli, la casa famiglia “Don Oreste” che accoglie mamme con bambini, adolescenti e giovani orfani o in condizioni di emarginazione sociale. L’80% delle accoglienze proviene dalla Regione Ajara ed il restante 20% dal resto della Georgia, in particolare dalla Regione dell’Abkhazia, esiliati dal governo dopo la guerra del 1992. Oltre l’accoglienza, nel 2009 sono iniziate anche attività di sostegno domiciliare alle famiglie presenti nella baraccopoli. Recentemente è stato costituito un gruppo di sostegno domiciliare rivolto nello specifico a minori. A seguito delle costanti visite domiciliari, riscontrata la mancanza di risposte adeguate ai bisogni primari di famiglie e bambini, nel 2013 è stata aperta una seconda Casa Famiglia. Le strutture dell'ente si trovano nella prima periferia di Batumi poco distanti una dall'altra (circa 2-3 km) ed attualmente ospitano 14 minori accolti. In programma c’è l’apertura di una mensa per i più poveri e un progetto per i profughi della guerra degli anni ’90. Parallelamente si continuano a portare avanti azioni di monitoraggio volte a rilevare i bisogni del territorio e a qualificare il tipo di intervento. PARTNERS L’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII collabora fin dall’inizio della sua presenza in Georgia a Batumi, dal 2007, con Caritas Georgia. Caritas Georgia è stata fondata nel 1994 e conta 62 progetti su tutto il territorio Georgiano. La sua mission è promuovere lo sviluppo umano e la giustizia sociale, sostenere persone vulnerabili e svantaggiate, assicurare dignità umana e rispetto dei diritti fondamentali ad ogni bambino, donna e uomo. A Batumi Caritas Georgia gestisce il dormitorio “Cuore amico” destinato all’accoglienza di senza tetto, ai quali viene offerto un rifugio d’emergenza, un pasto per 28/30 persone, consulenza e supporto legale e la possibilità di curare la propria igiene personale ed usufruire della lavanderia. L’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII collabora con Caritas attraverso il sostegno ai senza tetto e nella distribuzione di beni di prima necessità alle famiglie della baraccopoli (vestiti, coperte, materiale scolastico). Durante il 2014 si sono tenuti insieme dei training formativi su due piani: una tipologia di corsi sul volontariato destinati ai giovani georgiani, della durata di tre giorni con gruppi di massimo 10 persone. Sono coinvolte in questo caso anche le associazioni cattoliche dell’Azerbejan e dell’Armenia. La seconda tipologia di formazione è rivolta a tutti i collaboratori di Caritas, il numero di partecipanti ruota attorno alle 60-70 persone. Questi corsi si svolgono 3 volte all’anno e coinvolgono il presidente della Caritas Europa, Caritas Polacca, Caritas Germania, UNICEF Georgia ed alcuni politici locali. Parte del partenariato con Caritas Georgia si concretizza anche attraverso la concessione in comodato d’uso gratuito da parte di Caritas della struttura che ospita una delle due Case Famiglia della Comunità. Anche l’ass. San Camillo di Tbilisi collabora con ass. Comunità Papa Giovanni XXIII attraverso un lavoro di informazione su casi di persone in difficoltà da inserire come accoglienze. L’associazione è presente in Georgia da 20 anni ed ha sede centrale a Tbilisi, la capitale. Gestisce diverse strutture per disabili, un ospedale ed un poliambulatorio. La collaborazione si sviluppa anche attraverso un reciproco e costante scambio di volontari, che permette anche una diffusa comunicazione ed un lavoro in rete sul territorio georgiano. Il Centro ospedaliero San Camillo di Tbilisi fornisce prestazioni medico sanitarie gratuitamente agli accolti delle due strutture. Con la “Casa dei giornalisti liberi”, fondata dai giornalisti del quotidiano “Batumelebi” nel 2001 e registrata ufficialmente presso la Corte di Batumi City, 7 l’associazione collabora quotidianamente nelle attività ludico-ricreative ed educative rivolte ai minori. Vengono realizzati insieme due spettacoli teatrali all’anno e vengono regalati dei libri destinati ai minori della baraccopoli. Nessuna accoglienza o attività di sostegno familiare procede senza la stretta e positiva collaborazione con Servizi Sociali e Polizia locale in particolare per gestire e formalizzare le varie richieste di accoglienza, così da garantire diritti in primo luogo agli accolti. Per i Servizi Sociali l’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII a Batumi ricopre un ruolo unico e fondamentale in quanto si tratta dell’unica associazione presente capace di garantire una risposta immediata, senza dover passare per prassi burocratiche lunghe e complesse che non permettono la risposta al problema in condizioni di emergenza. Al bisogno l’Ente mette a disposizione anche i propri mezzi di trasporto di cui i Servizi Sociali sono sforniti. ROMANIA CONTESTO POLITICO SOCIALE ECONOMICO DEL PAESE La Romania è una Repubblica Democratica, situata nell’Europa dell’Est, crocevia tra Europa centrale e sud-orientale con una superficie di 229,891km2. Ha una popolazione di 21.666.350 abitanti, per l’83,4% romeni, per il 6,1% bulgari, per il 3,1% rom seguiti da minoranze di ucraini (0,3%), turchi e tartari (0,23%), tedeschi (0,2%), russi-lipoveni (0,11%) e serbi (0,11%). La religione più diffusa è quella Ortodossa, praticata dall’81,9% della popolazione, seguita da un 6,4% di Protestanti, un 4,3% di Cattolici Romani e da un 0,9% di altre religioni minori, inclusa quella Musulmana. (CIA World Factbook 2015) Dopo anni di tensioni politiche, caratterizzate da accuse di corruzione e violazione della Costituzione, dalla ripetuta caduta del governo durante il 2012, la dimissione del gabinetto di Emil Boc (Partito democratico liberale) a febbraio, seguita dalla dimissione del gabinetto del primo ministro Mihai Razvan Ungureanu ad aprile ed alla nomina di un primo ministro ad interim, Victor Ponta, il cui partito ha poi conquistato la maggioranza nelle elezioni di dicembre 2012, la sospensione del Presidente della Repubblica Traian Basescu nel luglio2012, con le elezioni del dicembre 2014 la Romania ha votato il conservatore Klaus Werner Iohannis, appartenente alla minoranza di tedeschi luterani, che attualmente continua a ricoprire il ruolo di Presidente. La partecipazione al voto è stata di oltre il 62% della popolazione, rispecchiando il desiderio di cambiamento del Paese, ma anche la strenua lotta tra i due candidati. In Romania i media hanno sottolineato che per gli elettori non ha contato né l’etnia, né la religione del candidato. Il voto romeno è stato un voto contro il socialdemocratico Ponta, il cui governo si è caratterizzato da episodi di corruzione ed ingiustizia giudiziaria. Victor Ponta ad oggi ricopre il ruolo di Primo Ministro. (Cia World Factbook 2015; Osservatorio Balcanico) La Romania fa parte dell’Unione Europea dal 1° gennaio 2007 e dopo una lenta fase di transizione dal comunismo, iniziata nel 1989 con un’industria obsoleta ed un’economia inadatta alle esigenze del Paese, recentemente si sta stimolando la creazione di una classe media anche per far fronte al grave problema della diffusa povertà che continua a caratterizzare il Paese, oltre a corruzione e burocrazia fortemente presenti anche nell’ambiente imprenditoriale. Dopo una contrazione del PIL fino al 2011, nel 2013 la crescita economica ha avuto un rimbalzo spinto da forti esportazioni industriali. Nel 2014 l’economia ha chiuso con una crescita del 2,8 %, in calo dal 3,5 % del 2013. Le esportazioni sono rimaste il motore della crescita economica della Romania, in particolare con i Paesi dell’UE, che costituiscono circa il 70% del commercio romeno. Il debito pubblico è aumentato nel 2014, passando dal 38% del PIL (2013) AL 39,6% del PIL (2014) Nonostante questa fase di crescita, l’economia romena è ancora vulnerabile agli shock 8 esterni, vulnerabilità data dall’invecchiamento della popolazione media, la debole domanda interna, l’evasione fiscale e l’insufficiente assistenza sanitaria. Il problema della povertà è ancora molto diffuso, ad oggi il 22.6% di abitanti in Romania vive al di sotto della soglia di povertà. (CIA – World Factbook 2015) Secondo il Terzo rapporto sull'impatto della crisi nei paesi deboli dell'Unione Europea redatto da Caritas Europa, in Romania il 40,4% della popolazione è a rischio di povertà, dato confermato anche da Eurostat che stima circa nove milioni di persone in condizioni di povertà, posizionando la Romania tra gli stati più poveri dell’Unione Europea, mentre il tasso di disoccupazione si mantiene a livelli contenuti, attorno al 5,2% (novembre 2014). Secondo il Rapporto 2014/15 di Amnesty International sono ancora molti i problemi legati al rispetto dei diritti umani in Romania. Nel mese di gennaio 2014 la Commissione Europea ha espresso preoccupazioni circa l’indipendenza del sistema giudiziario. Nel mese di dicembre 2014, il Comitato ha criticato il fallimento del Governo nel garantire l’effettiva tutela di una vasta gamma di diritti umani, quali il diritto ad un alloggio adeguato, acqua e servizi igienici e diritti sessuali e riproduttivi. Oltre a questo, il Country Reports on Human Rights Practices for 2014, registra gravi problematiche legate alla violenza utilizzata da parte delle forze dell’ordine, in particolare nei confronti di detenuti e Rom, tra cui la morte di almeno una persona per mano della polizia, la grave condizione legata al traffico di essere umani ed il perpetuarsi di continue segnalazioni di violenza e discriminazione contro le donne. La corruzione del Governo rimane un problema diffuso che colpisce tutti i settori della società. Nel dicembre 2014, un ex capo del servizio di intelligence ha confermato che la Romania ha collaborato con la CIA per stabilire una prigione segreta nel Paese nel 2002. Le condizioni carcerarie rimangono dure e non rispettano gli standard internazionali, si registrano continui abusi da parte delle autorità e di altri prigionieri. Secondo l’Amministrazione Nazionale dei Penitenziari del Ministero della Giustizia, al 31 agosto 2015 tra i detenuti in Romania – in carcere, centri di detenzione o strutture di detenzione minorile - si contavano 1568 donne e 338 minori. La corruzione tocca tutti gli ambiti della società, in particolare risulta problematica nel sistema scolastico rumeno dove si registra un 97,7% di popolazione alfabetizzata, ma questo dato è accompagnato da un vero e proprio sistema di regali a favore dei professori, da materiali ad oggetti fino ad arrivare al pagamento in denaro. Va detto che i salari degli insegnanti dopo la caduta del comunismo non sono aumentati quanto il costo della vita e si stima che in Romania, a causa dei forti tagli al budget scolastico ed ai sussidi per l’istruzione, la popolazione scolastica sia diminuita del 9,4%, dal 2010 al 2014. (Osservatorio Balcani, 2014) I Rom continuano a subire fenomeni di discriminazione sistematica, che influenzano il loro accesso ad un’istruzione adeguata, all’alloggio, all’assistenza sanitaria ed alle opportunità di occupazione. Nel mese di febbraio 2014 l’ormai ex Presidente Traian Băsescu, è stato multato per la seconda volta dal Consiglio Nazionale per la lotta contro la discriminazione. Nel settembre 2013, 101 persone rom, tra cui 55 bambini, sono rimaste senza tetto in difficili condizioni climatiche, quando le loro case sono state demolite a seguito di un ordine municipale. Ad alcune famiglie è stato offerto rifugio temporaneo in due edifici scolastici abbandonati ed in condizioni di vita altamente inadeguate. Nel mese di luglio 2014, sette delle 10 famiglie che vivevano in una delle due ex scuole, sono state trasferite in container separati ed inadeguati alla periferia di Eforie Sud, mentre le restanti tre sono state lasciate concretamente nella condizione di senzatetto. Nessuna delle famiglie ha ricevuto un risarcimento per le violazioni subite e per le perdite o i danni ai loro possedimenti. In particolare i minori sono oggetto di discriminazione anche all’interno degli istituti scolastici, nell’ottobre 2013 il Comitato Consultivo della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d’Europa ha stabilito che i bambini rom erano ancora inseriti in scuole per minori disabili ed in scuole o classi separate. (Rapporto 2014/15 di Amnesty International) Secondo il Trafficking in Persons Report 2015 la Romania è origine, transito e destinazione di uomini, donne e bambini vittime di traffico di persone, in particolare 9 donne e bambini sono coinvolti nel traffico sessuale. I Paesi di destinazione sono principalmente Regno Unito, Italia, Spagna e Francia nell’Europa dell’ovest e Repubblica ceca centrale, Ungheria e Grecia nell’Europa meridionale. I minori sono anche in larga parte forzati ad accattonaggio ed attività criminali. La Romania è anche Paese di destinazione di vittime di tratta straniere, provenienti per la maggior parte da Moldavia e Polonia per quanto riguarda la tratta sessuale e da Bangladesh e Serbia per quanto riguarda la tratta persone per manodopera. Le autorità romene hanno rilevato 875 casi di tratta nel 2014, in aumento dai 714 del 2013. Sono sotto investigazione ed accusa 534 imputati nel 2014 per traffico di essere umani, e sono stati condannati 269 trafficanti, poco più dei 252 del 2013. Tra i Paesi europei, la Romania ed in particolare Bucarest, è una delle principali mete turistiche per chi pratica turismo sessuale e nella maggior parte dei casi le prime vittime sono i bambini di strada. Si stima una percentuale del 5% di bambini senza patria come rom e nomadi che in Romania sono coinvolti forzatamente nello sfruttamento sessuale. Il dramma dei bambini di strada, in rumeno copiii strazii, è una piaga che continua a riguardare il Paese, solo nella capitale Bucarest si stima una presenza di 1.395 bambini di strada ad ottobre 2007 (Autorità nazionale per la tutela del bambino) e l’organizzazione Save the Children stima nel 2009 ancora la presenza di 1.270 bambini di strada sempre a Bucarest. Secondo i dati ufficiali della Direzione Generale per l'Assistenza Sociale e la Protezione del Bambino, alla fine di marzo 2014 si contano 715 bambini senza casa in tutta la nazione, ma le ONG che lavorano con i bambini senza tetto ritengono che se ne contino due o tre volte quel numero. Nei primi sei mesi dell'anno, secondo le statistiche ufficiali, i genitori hanno abbandonato un numero di 750 bambini nei reparti di maternità degli ospedali. (Country Reports on Human Rights Practices for 2014) Queste cifre, necessariamente approssimative, non riescono ad offrire un panorama completo del dramma di migliaia di bambini che vivono in strada o nelle fogne, riscaldandosi durante l’inverno con i tubi e drogandosi con la colla per dimenticare il dolore. L’età media dei bambini e dei giovani di strada è di 18 anni a Bucarest, di cui il 48% al di sotto di questa soglia, 15 anni a Brasov , con un 65% di minorenni, e 13 anni a Costanza, con l’85% di minorenni. Il 70% di questi, in tutte e tre le città, sono maschi. I bambini in questione vivono in strada per un periodo medio di 9 anni. Reti criminali li hanno portati in altri paesi, dove sono sfruttati ed abusati. Sopravvivono mendicando, scippando o prostituendosi in cambio di cibo. Un altro fenomeno legato ai bambini di strada è quello riguardante le famiglie che emigrano in altri paesi e a volte lasciano i propri figli affidati a parenti che spesso li sfruttano o li costringono a mendicare. Una leggere recente obbliga i genitori ad indicare a chi affidano i bambini prima di lasciare il Paese. In Italia sono presenti 2500 minori romeni non accompagnati, che secondo un accordo tra i due stati dovrebbero essere rimpatriati. Questi bambini una volta arrivati in Romania saranno affidati ad istituti oppure alle “assistenti maternali” (educatrici pagate dallo Stato), nella migliore delle ipotesi torneranno alla propria famiglia. (Osservatorio Balcanico e Caucaso, 2009) Più in generale, per quanto riguarda la violazione dei diritti dei minori, sempre grazie al Country Reports on Human Rights Practices for 2014, si apprende che secondo le statistiche del Ministero del Lavoro, Famiglia, della protezione sociale, e gli anziani, entro la fine del mese di marzo 2014, i servizi di tutela dei minori hanno identificato 3.202 casi di abusi sui minori, di questi: 264 casi di abuso fisico, 465 di abuso emotivo, 146 di abuso sessuale, 39 di sfruttamento del lavoro, sei di sfruttamento sessuale, 27 coinvolgimento in attività criminali, e 2.255 di abbandono. Tra i casi segnalati, 1.532 sono i ragazzi coinvolti e 1.670 le ragazze. Per quanto riguarda la violazione dei diritti della donna, molti sono i casi di stupro, di violenza, di difficoltà d’accesso ai servizi sanitari in particolare per le donne Rom, di discriminazione sia nel settore privato che pubblico. Secondo Eurostat, il divario salariale tra uomini e donne è stato del 9,7% nel 2012. Lo stupro in Romania, anche coniugale, è illegale e secondo il nuovo codice penale entrato in vigore dal 1 febbraio, punibile fino ad un massimo di 15 anni di reclusione. Nonostante questo provvedimento legale, l’accusa nei casi di stupro presenta un 10 processo difficile e spesso abbandonato dalle vittime ancora prima di intraprenderlo: la legge richiede un certificato medico e la collaborazione attiva della vittima e di un testimone, questo mette la donna, soprattutto se non accompagnata, in condizioni difficili e pericolose nella comunità e nel suo nucleo familiare dove spesso subisce la violenza, condizioni che la maggior parte delle donne non si sente in grado di affrontare. Secondo le statistiche del Ministero dell’Interno, dall’inizio dell’anno al 31 luglio 2014, si sono verificati 1.274 casi di stupro, ed entro il 1° maggio 2014, 104 persone, di cui 6 minorenni, sono state condannate da tribunali di primo grado per stupro, mentre al 1° agosto 78 persone, delle quali 7 minorenni, hanno ricevuto condanne definitive per stupro. (Country Reports on Human Rights Practices for 2014) In Romania la prostituzione è stata depenalizzata un anno fa. Poco è cambiato però con le forze dell'ordine che spesso sono quelle che perpetuano gli abusi. Intanto è sempre meno la prostituzione per strada e cresce quella negli appartamenti. (Osservatorio Balcani – 6 maggio 2015). Ogni due minuti in Romania una donna viene picchiata. Queste le statistiche di una società dove la violenza si vive prima di tutto in famiglia e dove la prima causa è data dall’alcolismo. Alla radice delle violenze c’è spesso un problema di autorità ed esercizio del controllo. Molte donne subiscono traumi psicologici e fisici destinati a segnarle per tutta la vita. (Osservatorio Balcani, 2010) Secondo molte ONG che lavorano nel Paese, la violenza contro le donne, comprese le violenze coniugali, continua ad essere un problema molto serio, attuale e sottovalutato dal Governo che non riesce a trovare una modalità efficace di intervento. a. Bucarest ESPERIENZA DELL’ENTE PROPONENTE IL PROGETTO L’Associazione Comunità Papa Giovanni è presente in Romania a Bucarest e Mătăsari dal 2004 circa dapprima attraverso campi estivi di un paio di settimane rivolti a minori dei quartieri più poveri della città. Durante i campi estivi venivano proposte attività ludico-ricreative e di socializzazione per 8h giornaliere con il coinvolgimento di un gruppo di circa 20 volontari dall’Italia. La realizzazione dei campi estivi ha permesso di creare gradualmente una serie di contatti con associazioni del territorio, fino a portare all’avvio di una presenza e vera e propria da parte dell’ente a Bucarest nel 2009. Dopo una prima fase di approfondimento dei bisogni del territorio, grazie anche ai contatti pre-esistenti, è stata aperta una casa famiglia per l'accoglienza di persone adulte (maschi) provenienti da situazione di forte disagio sociale. Quasi tutti, oltre ad avere un trascorso di “vita in strada”, presentano una qualche disabilità fisica o mentale, più o meno grave. L’intervento dell’ente dal 2009 è orientato prevalentemente al disagio adulto, non solo attraverso l’accoglienza, ma anche attraverso diverse attività: - supporto a nuclei familiari in situazione di forte povertà a Bucarest o nell'interland; - partecipazione all’unità di strada realizzata dai “frati missionari della Carità”; Negli ultimi anni, col rafforzarsi delle reti con altri soggetti locali, si sono attivati anche degli interventi rivolti anche ai minori: - attività di doposcuola rivolto a circa 20 minori a Chitila, nella periferia di Bucarest; - attività di animazione rivolti a minori e disabili dell’istituto “Don Orione” a Bucarest; - dal gennaio 2014, in continuità con le prime esperienze dell’ente in Romania, è stata aperta una nuova casa sempre a Bucarest destinata all’accoglienza durante il periodo estivo di gruppi di volontari che supportano l’ente nell’organizzazione e realizzazione di campi estivi sia a Bucarest che a Mătăsari. PARTNERS Sono diverse le associazioni con cui l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII collabora. Le principali sono: - “Acuma" (significa: "adesso") associazione che si rivolge alle famiglie disagiate del comune di Chitila, periferico alla citta di Bucarest, con attività di supporto materiale, 11 accanto a interventi di sostegno educativo e sociale. Con Acuma l’ente collabora nell’ofrrire sostegno a due mamme zingare rispettivamente una con tre e una con quattro figli; inoltre una volta a settimana viene realizzato un doposcuola nel piccolo centro urbano di Chitila, alle porte di Bucarest, dove ci sono soprattutto bambini di etnia rom; - l’ente collabora inoltre con i "frati missionari della Carità" nella realizzazione di un servizio di strada per senza fissa dimora, in particolare adulti, e nelle attività del centro diurno dei missionari, attivo due giorni alla settimana con attività di pronta assistenza. Spesso i frati inviano alla struttura adulti in situazione di disagio perché siano accolti; - l’ente collabora anche con i frati maristi di Bucarest, che spesso inviano richieste di accoglienza; - collabora con "Fabrica de mozaic", un associazione che si occupa di inserimenti lavorativi per adulti provenienti da situazioni di disagio. Spesso gli accolti delle strutture dell’ente vengono inseriti nelle attività di composizione di mosaici; - collabora anche con Parada, associazione più strutturata per quanto riguarda interventi integrati a favore dei minori e delle famiglie che vivono nelle fogne di Bucarest. Alcune richieste di accoglienza arrivano proprio da Parada, che a sua volta provvede agli inserimenti lavorativi degli accolti dell’ente; - infine collabora con l’Associazione “Don Orione”, che gestisce un centro permanente per anziani, minori e minori con disabilità. Gli operatori dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII spesso fanno visita agli accolti del centro e durante i campi estivi organizzano attività di animazione per gli utenti. b. Timisoara ESPERIENZA DELL’ENTE PARTNER ESTERO PROPONENTE IL PROGETTO – PRESENTAZIONE L’Associazione Papa Giovanni XXIII collabora da diversi anni con l’ONG romena Generatie Tanara, che funge da sede del progetto, attraverso un accordo tramite il quale si impegna a sostenere, a vario livello, le attività della ONG, in particolare quelle relative al programma di reintegrazione e protezione della vittime di tratta e sfruttamento provenienti dai paesi terzi, dall’Italia o fermate dalla polizia di frontiera rumena. Generatie Tanara è un'organizzazione non governativa, apolitica, non religiosa e senza scopo di lucro fondata a Timisoara nel 2001. Opera in favore della tutela dei diritti dei minori, delle vittime della tratta di esseri umani e dei rifugiati politici e richiedenti asilo, attraverso programmi di accoglienza, assistenza sanitaria e legale, reinserimento socio-professionale e prevenzione e sensibilizzazione. Generatie opera sull’intero territorio nazionale rumeno e ha al suo interno tre uffici: ufficio reintegrazione vittime (reintegrazione sociale, educativa, professionale, famigliare e comunitaria); ufficio assistenza sociale per le vittime (servizi socioassistenziali per le vittime che si trovano nelle strutture protette); ufficio assistenza sociale e giuridica per i richiedenti asilo e per i rifugiati. Dal 2001 Generatie Tanara si occupa di vittime della tratta, su vari livelli: offre assistenza alle vittime tramite i centri di accoglienza, provvedendo alle cure sanitarie; sostiene le vittime nel reinserimento socio-professionale; attua una campagna di prevenzione e sensibilizzazione sulla tratta. Sempre dal 2001 l’Associazione interviene nell’ambito dei minori vittime della tratta e minori non accompagnati che si trovano fuori dal paese: dopo averli individuati, provvede, con l’aiuto dei partner esteri- tra cui l’Associazione Papa Giovanni XXIII- al loro reinserimento nella famiglia naturale o allargata, alla creazione di programmi di reinserimento sociale e professionale con il governo o partner non governativi. Da marzo 2012 l’ONG ha cominciato a offrire protezione alle donne vittime di violenza. Oltre a queste attività legate alla tutela delle donne vittime di violenza e di sfruttamento sessuale, l’associazione opera in altri ambiti di intervento: tra il 2005 e 2006 Generatie Tanara è diventata partner operativo dell’ UNHCR e ha offerto assistenza a 440 profughi uzbeki che sono stati regolarizzati a Timisoara. Nel 2007, quando l’UNHCR apre a Timisoara un campo di transizione per l’accoglienza di rifugiati- il primo in Europa-, Generatie continua la collaborazione offrendo sostegno 12 ai richiedenti asilo e ai rifugiati, al fine di valutare la corretta ed efficace applicazione di asilo (tenendo conto anche dell'età e del sesso della ricorrente), e di tutelare i loro diritti. Dal 2008 inoltre l’associazione interviene anche nell’ambito della tutela dei diritti delle persone di etnia rom con cittadinanza rumena. La sede principale della ONG si trova nella città di Timisoara dove è presente l’Ufficio reintegrazione sociale delle vittime, ma l’organizzazione da qualche anno svolge attività anche nelle città di Recas, dove sviluppa attività di prevenzione e sensibilizzazione contro la tratta rivolte a minori. Recentemente Generatie, pur continuando a intervenire a sostegno delle vittime di tratta, sta potenziando le attività di prevenzione a favore dei minori dai 3 ai 12 anni, soprattutto i minori che vivono in condizioni familiari ed economiche precarie, maggiormente esposti al rischio della tratta. In quest’ottica si stanno avviando due centri per minori nelle città di Calacea e Carani, a pochi km da Timisoara. I due centri offrono sia accoglienza ai minori, sia attività educative e ludiche. Sempre a Calacea è stata recentemente avviata una cooperativa agricola dove inserire vittime di tratta, ma anche rifugiati o richiedenti asilo. PARTNERS Per quanto riguarda i partner, Generatie Tanara ha sviluppato collaborazioni con diversi soggetti istituzionali sia a livello nazionale che internazionale. Grazie alla stretta collaborazione con queste organizzazioni internazionali è nata una fitta rete di rapporti ed una collaborazione transfrontaliera che permette di trasferire informazioni in tempo reale della situazione dei casi identificati nei singoli paesi in relazione a vittime rumene o di altra nazionalità e di organizzare i rimpatri. A livello nazionale , per quanto riguarda la lotta al traffico di esseri umani, Generatie collabora con la Polizia Romena (Dipartimento per il Contrasto alla Criminalità Organizzata), la Polizia di Frontiera di tutti i distretti amministrativi del Paese, il Dipartimento Protezione dei Minori di tutti i distretti amministrativi del Paese, i comuni di tutti i distretti amministrativi del Paese e altre associazione che si occupano di tratta. Sono questi soggetti a richiedere l’inserimento delle vittime nei progetti di protezione dell’ONG e collaborano nella gestione dei programmi di protezione. Colabora inoltre con l’Agenzia Nazionale contro il Traffico di Persone (ANITP), che ha diverse funzioni, principalmente di coordinamento delle attività di cooperazione svolte dagli enti pubblici con le ONG e di studio e ricerca sulla diagnosi e l'evoluzione del fenomeno del traffico di esseri umani. Sviluppa programmi per lo svolgimento delle attività di prevenzione del il traffico di persone e di assistenza alle vittime di tratta, elabora e fonda programmi di interesse nazionale per la prevenzione della tratta di persone e l'assistenza alle vittime, ai fini del reinserimento sociale. In particolare Generatie Tanara collabora con ANITP nello studio e nell’approfondimento del fenomeno e nella condivisione di informazioni e report. A livello internazionale Generatie Tanara collabora con il Segretario Generale dei Servizi Sociali Internazionale con sede a Ginevra e con le sue sedi europee, statunitensi, canadesi, australiane. In particolare collabora con i Servizi Sociali italiani, francesi e tedeschi, nel tentativo di organizzare il rimpatrio delle vittime e/o i ricongiungimenti familiari e di costituire una rete internazionale attiva soprattutto nei confronti del fenomeno del traffico di esseri umani. Generatie Tanara è partner operativo dell'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), in collaborazione con il quale gestisce dal 2005 l’assistenza e la regolarizzazione di profughi di diverse etnie e dal 2007 il campo di transizione per l’accoglienza dei rifugiati. Oltre all’UNHCR, per l’accoglienza dei rifugiati all’interno del campo Generatie collabora anche con ORI (Ispettorato generale per l’Immigrazione)- che interviene nei settori della migrazione, dell'asilo e l'integrazione degli stranieri - e OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni)il principale organismo intergovernativo in ambito migratorio-.. Partner della ONG per quanto riguarda le attività di prevenzione con i minori sono inoltre: Save the Children Moldova; OFII (Ufficio per l’Immigrazione francese); Unga Liv Sweden (associazione che si occupa della tutela dei minori e delle ragazze vittime della tratta della prostituzione) e Fondazione King Baudouin (associazione di difesa della democrazia e per il rispetto delle diversità). 13 Recentemente GTR ha firmato un partenariato pubblico-privato con la Direzione Generale di Assistenza Sociale e Protezione del Bambino della provincia di Timis che prevede l’inserimento dei minori del territorio di Recas all’interno del centro di Generatie allo scopo di sviluppare progetti per bambini in situazioni di rischio. Per la realizzazione del Centro Generatie ha collaborato con l’associazione americana Bob Gass, che ne ha finanziato la ristrutturazione. RUSSIA La Federazione Russa (in russo: Российская Федерация, traslitterato: Rossijskaja Federacija), chiamata comunemente anche Russia, nasce il 26 Dicembre 1991 dalle ceneri dell’ URSS. È un paese transcontinentale che si estende tra l'Europa e l'Asia, il più vasto stato del pianeta con una superficie di 17 098 242 km² (per oltre la metà quasi disabitato). La vastità del territorio oltre ai 9 fusi orari che la spezzettano ha dato vita a quella multiculturalità che ad oggi comprende sul territorio ben 190 gruppi etnici, con una popolazione di 143 975 923 abitanti (Rosstat 14/15), la lingua ufficiale è il russo, e la valuta il Rublo Russo. CONTESTO POLITICO Secondo la Costituzione, il paese è composto da ottantacinque soggetti federali, compresa la Repubblica di Crimea e la città federale di Sebastopoli, la cui recente istituzione è contestata a livello internazionale e indicata come una annessione illegale. Nel 1993, quando la Costituzione è entrata in vigore, vi erano ottantanove soggetti federali, ma in seguito alcuni di loro sono stati uniti. - 46 oblast (province): tipologia più comune di soggetti federali, con il governatore eletto a livello locale e legislatore - 22 repubbliche: nominalmente autonome; ognuna ha il compito di redigere una propria costituzione, elezione diretta del Presidente e del parlamento. Le Repubbliche sono autorizzate a riconoscere la propria lingua ufficiale oltre a quella russa, ma sono rappresentati dal governo federale negli affari internazionali. Le Repubbliche sono pensate per essere la patria di specifiche minoranze etniche. - 9 Kraj (territori): essenzialmente lo stesso degli oblast. La denominazione "territorio" è storico, originariamente dato alle regioni di frontiera e in seguito anche alle divisioni amministrative che componevano circondari autonomi o oblast autonomi. - 4 circondari autonomi: creati per le minoranze etniche, il loro status fu elevato a quella dei soggetti federali nel 1990. Con l'eccezione del Circondario autonomo della Čukotka, tutti i circondari autonomi sono ancora amministrativamente subordinati a un krai o a un oblast di cui fanno parte. - 1 regione autonoma ebraica: storicamente, gli oblast autonomi erano unità amministrative subordinate ai krais. Nel 1990, tutti tranne per l'Oblast' ebraica sono stati elevati allo status di Repubblica. - 3 città federali (Mosca, San Pietroburgo e Sebastopoli): le principali città che funzionano come regioni separate. I soggetti federali sono raggruppati in nove distretti federali, ognuno amministrato da un inviato nominato dal Presidente della Russia. A differenza dei soggetti federali, i distretti federali non sono un livello subnazionale di governo, ma sono un livello di amministrazione del governo federale. Gli inviati ai distretti federali fungono da collegamento tra i soggetti federali e il governo federale e sono i primi responsabili della supervisione della conformità dei soggetti federali con le leggi federali. 14 Dalla dissoluzione dell’ U.R.S.S., la Russia ha intrapreso notevoli sforzi per costruire un sistema politico democratico e per avvicinarsi a un modello di economia di mercato allo scopo di sostituire il severo controllo politico, economico e sociale che aveva caratterizzato il periodo comunista. Il primo presidente della Russia fu Boris El’Cin, il quale, eletto per due mandati consecutivi, finì il suo mandato ( 31 Dicembre 1999) lasciando un’economia in rovina, la corruzione pubblica in aumento e crisi militari sempre più aspre. Da allora, se sul fronte economico furono fatti notevoli passi avanti, su quello politico si è assistito ad una nuova centralizzazione del potere con il governo di Vladimir Putin (tutt’oggi Capo di Stato, ed in carica per la terza volta) e alla creazione di un sistema di “democrazia controllata”. Inoltre grazie ad una nuova legge elettorale il suo mandato è stato prolungato da 4 a 6 anni. L’assetto decisionale è suddiviso in potere esecutivo e potere legislativo, il primo esercitato principalmente dalla figura del Presidente della Federazione o altresì da quella del Primo Ministro, mentre quello legislativo viene gestito dall’Assemblea Federale. Quest’ultima è composta dal Consiglio Federale (camera Alta) e dalla Duma di Stato (camera Bassa): la Duma ha la facoltà di ratificare o meno la nomina del Primo Ministro e, nel caso in cui dovesse essere respinta per ben tre volte l’assegnazione, il Presidente avrebbe la facoltà di sciogliere l’Assemblea Federale. C’è da sottolineare il fatto che il Presidente è anche capo delle Forze Armate e del Consiglio Nazionale di Sicurezza, con potere decisionale di approvazione di decreti legge senza il consenso dell’Assemblea Federale. Motivi questi che hanno determinato una definizione del modello di governo russo come “Presidenzialistico”. Come principale successore dell'Unione Sovietica, la Russia ha mantenuto il seggio di membro permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Resta ancora secondo alcuni accademici una grande potenza, tra i protagonisti della storia del XX secolo, sia nel secondo conflitto mondiale, sia nel secondo dopoguerra, con la Guerra fredda e l'opposizione attraverso il blocco sovietico al cosiddetto blocco occidentale, che annoverava anche l'altra superpotenza, gli Stati Uniti. È uno stato con una forte influenza politica all'interno della CSI (Comunità degli Stati Indipendenti) che comprende tutte le ex repubbliche dell'Unione Sovietica tranne le tre repubbliche baltiche, la Georgia (uscita nel 2008) e l'Ucraina (uscita nel 2014). È inoltre uno degli stati fondatori dell'Unione eurasiatica, che comprende oltre la Russia, la Bielorussia, l'Armenia e il Kazakistan. Recentemente la vicina Ucraina è stata teatro di proteste e scontri che hanno portato l’ex Primo Ministro Yanukovych alla deposizione avvenuta il 22 febbraio, con la fuga in Russia.. A seguito di queste altalene politiche il 27 febbraio la Federazione Russa interviene militarmente in Crimea (penisola a sud dell’Ucraina) rivendicando l’appartenenza del territorio, occupando di fatto gli edifici del governo locale. Il 6 marzo il parlamento della Crimea si pronuncia all’unanimità per l’adesione alla Federazione Russa staccandosi così dall’Ucraina, il 16 marzo 2014 questa decisione viene ratificata dai cittadini attraverso il referendum che con il 96 % di voti a favore di fatto ufficializza la Crimea come nuova realtà costituente russa. Nei giorni seguenti si registrano scontri a fuoco in varie città della Crimea, che portano la morte di alcuni soldati filo-russi e ucraini. Il 21 Marzo 2014 Vladimir Putin dichiara ufficialmente che la Crimea è parte della Federazione Russa, a questo punto lo stato Ucraino ordina lo sgombero di tutte le basi militari occupate da i propri soldati. Dopo l’annessione illegittima secondo l’Europa, il 24 Marzo la Federazione Russa viene esclusa dal G8. CONTESTO ECONOMICO - CONTESTO SOCIALE La Russia ha subito cambiamenti significativi dal crollo dell'Unione Sovietica, passando da un livello globale-isolato ed una economia centralizzata verso un'economia più basata sul mercato globale integrato, anche se rimane una economia statalista con 15 una elevata concentrazione della ricchezza nelle mani di ufficiali. Le riforme economiche del 1990 privatizzarono molto il settore industriale, ad eccezione dei settore dell'energia e della difesa. La Russia è un paese ricco di risorse minerarie ed energetiche, che costituiscono l’80 % dell’export, e non a caso è il primo produttore mondiale di gas, il secondo per petrolio e carbone. Inoltre vengono estratti grandi quantità di altri minerali come uranio, ferro, manganese, diamanti, oro e platino. Le risorse sono parte fondamentale di sostentamento dell’economia russa, queste però condizionano molto i rapporti di cooperazione e scambio internazionale, in particolare con l’UE e gli stati confinanti dell’Asia Centrale. Anche il settore primario è parte integrante dell’economia grazie principalmente ad aiuti statali che hanno supportato privati e grandi Farms Corporation. Grazie a questi input la produzione di cereali è aumentata, come anche l’allevamento di bestiame che in 10 anni è aumentato del 50 %, senza tralasciare che la Federazione Russia è il maggior produttore di pesce al mondo. Il settore manifatturiero della Russia è generalmente non competitivo sui mercati mondiali ed è orientata verso il consumo interno. La dipendenza della Russia dalle esportazioni di materie prime lo rende vulnerabile a flussi e riflussi di chi segue le oscillazioni volatili dei prezzi a livello mondiale. L'economia russa, che ha avuto in media il 7% di crescita dal 1998 al 2008, è stata una delle più colpite dalla crisi economica globale del 2008-09, i prezzi del petrolio sono crollati e i crediti stranieri delle banche e imprese russe sono stati prosciugati. Nel 2014, la crescita economica è ulteriormente calato, quando la Russia ha interferito negli affari interni dell'Ucraina. Nella seconda metà del 2014, il rublo russo ha perso circa la metà del suo valore, contribuendo ad una maggiore deflusso di capitali. Tuttora il rublo rimane instabile. Il calo dei prezzi del petrolio, la mancanza di riforme economiche, e l'imposizione di sanzioni stranieri hanno contribuito alla crisi e alle aspettative sull'economia che continua a crollare. Nel mese di aprile 2015 il Ministero dello Sviluppo Economico russo ha previsto che l'economia della Russia avrà una contrazione del 3% nel 2015 e in media del 2,5% di crescita fino al 2030 (Cia World Factbook 2015). Questa situazione ha creato un’evidente disparità che caratterizza la società Russa, difatti è presente una classe composta da ricchi e super ricchi, solitamente facenti parte della sfera politica o affini, ed un’ampia fascia della popolazione che vive vicina o sotto la soglia di povertà. Come noto è alquanto discutibile il rapporto diretto che lega le sfere politiche ai fedelissimi Oligarchi: 110 persone controllano il 35 % della ricchezza nazionale, principalmente attraverso la gestione delle maggiori industrie energetiche. Secondo gli ultimi dati il numero di russi con reddito al di sotto del minimo di sussistenza è cresciuto a 22,9 milioni di persone (Rosstat 2015). e sale quindi al 16% il numero totale di cittadini che vive al di sotto della soglia di povertà. Tra le ragioni, la crescita dei prezzi. In realtà, il numero dei poveri potrebbe essere anche più consistente, poichè non sono state incluse nel calcolo Crimea e Sebastopoli. Il numero dei poveri in Russia nel corso del primo trimestre del 2015 è aumentato del 15,7% anno su anno. Rispetto al primo trimestre dello scorso anno, il numero di russi con reddito al di sotto del livello di sussistenza è aumentato di 3,1 milioni, da 19,8 a 22,9 milioni (Rosstat 2015), senza contare il tasso di disoccupazione al 5,1%, e al 14.8% quella giovanile (Cia World Factbook 2015). La povertà inoltre è un problema molto diffuso nelle zone urbane russe che all’inizio degli anni ’90 ha avuto un boom del fenomeno legato ai senza fissa dimora, il crollo dell’Unione Sovietica a svuotato di ogni potere lo stato permettendo di fatto una spinta verso la privatizzazione del mercato immobiliare, condizionando di fatto 16 l’accesso abitativo con costi contenuti ad un gran numero di persone. Questo richiesta di assistenza secondo le stime riguarda più di 5 milioni di persone, che viene affrontata da parte dello stato con un nulla di fatto lasciando nelle sole mani di ONG ed Enti caritatevoli la responsabilità di fronteggiare il problema. La situazione dal punto di vista socio-politico è delicata, secondo l’Indice di percezione della corruzione, che definisce “l'abuso di pubblici uffici per il guadagno privato” la Federazione Russa risulta tra i paesi più corrotti, attestandosi al 136° posto su 175 paesi, con un punteggio di 27/100, dove 100 indica l’assenza di corruzione (Corruption Perceptions Index 2014 - Transparency International). Elemento questo che conferma la scarsa democraticità già denunciata da molte Associazioni Locali ed Internazionali dovuto alla politica del Presidente Vladimir Putin, che pur cambiando incarichi ne è oramai alla guida del paese da più di un decennio. Dubbi e perplessità sono stati avanzate rispetto alla trasparenza delle tornate elettorali degli ultimi anni, che hanno visto il semplice alternarsi di nomi tra la figura di Primo Ministro e Capo di Stato (portando un unico partito al potere). A questo si aggiunge il monopolio quasi dittatoriale dei mezzi di comunicazione (tv e carta stampata), ottenuto imponendo misure restrittive-repressive e limitando ampiamente la libertà d’espressione. La maggior parte dei mezzi di comunicazione che non sono dichiaratamente sotto il controllo statale esercitato un crescente grado di autocensura, raramente o mai danno spazio per i punti di vista non comodi alle autorità. Le organizzazioni di notizie con linee divergenti al governo affrontano una notevole pressione sotto forma di avvertimenti ufficiali, rimozione di editori e la rottura di legami commerciali. I media di comunicazione sociale statali e privati simpatici al governo sono stati utilizzati per diffamare gli avversari politici e critici del governo, comprese le ONG indipendenti (Amnesty Internatonal – Report 2014/15). Gli attivisti, giornalisti e avvocati che denunciano le violazioni di diritti umani dal Caucaso del Nord alla Crimea e in molti altri luoghi, hanno subito intimidazioni e minacce da parte di funzionari di polizia, ed alcuni addirittura sono stati uccisi. L’uso della forza, congiunto con le prassi di tortura e maltrattamenti utilizzato dalle autorità di polizia, apparentemente per immobilizzare i detenuti o sospetti criminali, da poi modo agli investigatori di negare ai fermati l’accesso ad avvocati di propria scelta e di favorire avvocati d’ufficio di nomina statale, noti per ignorare i segni delle torture. La situazione generale di crisi all’interno della Federazione, ha conseguenze importanti per quei gruppi della popolazione più vulnerabili come minori, donne, disabili, senzatetto, che vivono una situazione di forte esclusione sociale e non curanza da parte degli organismi statali. Per quanto riguarda la disabilità, questa è una problematica inesistente agli occhi dello Stato e degli stessi cittadini, di conseguenza non si investe in politiche adatte a garantire i diritti fondamentali delle persone con handicap. In Russia, ci sono 12,8 milioni di persone con disabilità, si tratta di poco meno del 9 per cento della popolazione (Fonte: Grigory, Direttore del Dipartimento per Ministero del Lavoro, 2014). Il diritto di accesso al mondo del lavoro non è garantito, infatti quasi l'80% delle persone con disabilità non riesce a trovare lavoro. Di 3,39 milioni di persone con disabilità che sono in età lavorativa, sono solo 816.200 persone quelle che hanno un impiego, mentre il numero dei disoccupati disabili è 2,6 milioni di persone, quasi l'80% (Fonte: www.gazeta.ru – 2012). Secondo la legge russa, una società che impiega più di 100 persone sono tenuti a dare alle persone con disabilità tra il 2% e il 4% dei seggi disponibili. Il numero minimo di posti di lavoro speciali per le persone con disabilità è stabilita dal potere esecutivo delle regioni per ciascuna delle impresa, istituzione o organizzazione nell'ambito del contingente per l'assunzione di 17 persone con disabilità. Tuttavia, i datori di lavori redditizi preferiscono pagare multe trascurabili pur di non assumere persone con disabilità. In generale in Russia, se per le persone normodotate le possibilità di trovare un impego sono molto limitate (vedi squilibri economici, povertà, corruzione, etc.) per le persone con disabilità sono limitate ancora di più, perché oltre alle politiche sociali inadeguate, gli ostacoli tecnologici (totale arretratezza delle infrastrutture, in alcune regioni del Paese le abitazioni vecchie e inadeguate raggiungono l’80% delle abitazioni totali) e la loro malattia si aggiunge anche lo stato terribile della medicina interna, che non è in grado di raggiungere un livello decente di riforma permanente (Fonte: www.gazeta.ru – 2012). Nonostante il numero dei bambini abbandonati ogni anno sia in diminuzione (negli ultimi 7 anni è calato del 46%, passando da 127mila a 68.800 minori abbandonati in un anno) la situazione dei minori rimane preoccupante. Nella Federazione Russa inafatti ci sono più di 600.000 bambini cosiddetti “orfani sociali” ,dove con “orfano sociale” si intende un bambino che di solito vive in istituto, ma che non ha, per forza , perso i genitori, i quali spesso non sono deceduti ma hanno perso la patria potestà per via dell’alcolismo, della disoccupazione, della miseria, della malattia, per trascuratezza o abuso, o perché hanno problemi con la legge. Altri sono stati "abbandonati" o lasciati in modo indeterminato da una madre giovane che non ce la faceva ad accudirli. Ogni anno circa 100.000 mila bambini (il 2% dei bambini russi) vengono abbandonati, in più ci sono anche 2 milioni di bambini senza tetto, che vivono per strada (Fonte: www.figlidallarussia.altervista.org). Diminuiscono anche i bambini in attesa di essere accolti da nuove famiglie. Nell’apposita Banca dati statale, stando all’ultimo aggiornamento, effettuato il 1° marzo 2014, risultano attualmente registrati 104.841 minori rimasti senza tutela genitoriale e quindi ancora da collocare presso famiglie accoglienti, in affido o in adozione. Anche in questo caso, si tratta di un dato in continuo decremento: erano infatti 106.646 nel 2013, 119.070 nel 2012 e addirittura 126.574 nel 2011. Il numero di minori fuori famiglia è quindi calato del 17% in soli 3 anni ( Fonte: “Su alcuni provvedimenti per la realizzazione della politica statale nell’ambito della tutela dei bambini orfani e dei minori rimasti senza tutela genitoriale” - Report del governo della Federazione Russa). A questi bisogna aggiungere anche i minori con bisogni speciali. Secondo le statistiche del Ministero dell’Educazione Russo sarebero almeno un milione e mezzo di bambini con bisogni specifici in età scolare, di questi solo 500,000 vengono reputati ufficialmente disabili. Sempre rispetto ai report del Ministero dell’Educazione, solo 200,000 di questi minori frequentano normalmente la scuola, più di 30,000 ricevono un’educazione approssimativa a casa e altri 70,000 siano inseriti in scuole speciali. Rimane esclusa una fascia di quasi 200,000 che non ricevono nessun accesso a strutture scolastiche o formative di nessun tipo. Senza contare poi che in Russia abbandonare i bambini con patologie è pratica comune. Nel 2013 sono nati 1 milione e 900mila bambini; 623.000 hanno avuto un qualche tipo di problema di salute; 5.757 neonati sono stati rifiutati dai genitori. Nel 2012 il numero dei neonati abbandonati era 6.230. Tra i bambini che vengono più frequentemente abbandonati ci sono quelli nati con la sindrome di Down. Quindici anni fa, veniva abbandonato il 95%, oggi le cifre sono tra il 20% e il 80%, a seconda della regione e città. Un successo solo parziale, visto che nel 2013 il numero di aborti è aumentato del 130% rispetto all’anno prima. Le mamme di fronte a prognosi prenatali nefaste scelgono di liberarsi dei bimbi che portano in grembo. Sotto accusa la categoria dei medici. Il personale dei reparti di maternità non dà alle donne- è l’accusa di Elena Klochko, un membro del Consiglio di Tutela- il necessario supporto psicologico ed 18 educativo di cui hanno bisogno. I portatori della sindrome di Down rappresentano una delle più grandi categorie di neonati abbandonati nei reparti di maternità, raramente adottati, e più della metà di questi bambini crescono negli orfanotrofi (Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini ONG, 2015). In questa situazione di forte disparità sociale, si aggiunge anche la situazione dei senza tetto , che sono completamente trascurati. Medici senza Frontiere denuncia come in Russia vivano oltre 4 milioni di senza tetto. Secondo stime sociologiche i senzatetto sarebbero tra 1,5 e 3 milioni di persone, mentre dell'Interno ha stimato il numero dei senzatetto nel paese di 4 milioni, e altri scienziati stimano tra i 3 e 5 milioni di senzatetto (Fonte: www.rb.ru). In Russia, per non si diventa a seguito di disavventure familiari, rovesci finanziari, immigrazioni da paesi stranieri, oppure di scelte di vita ma è sovente il prodotto delle leggi statali, dell’incuria e dell’arbitrio di funzionari governativi e pubblici ufficiali. Nonostante ciò non esiste un approccio sociale al problema e nessuna risposta sociale, e dal momento che lo stato finge di ignorare il problema, per capire chi sono i senzatetto bisogna rivolgersi alle organizzazioni umanitarie. ESPERIENZA DELL’ENTE PROPONENTE IL PROGETTO L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è presente in Russia dal 1992 in seguito ad un invito della Caritas Italiana per dare un sostegno a famiglie con minori e adulti portatori di Handicap cognitivo, sensoriale o fisico causa di pregiudizi sociali che non facilita l’integrazione scolastica e sociale. Attualmente, gli operatori dell’Associazione realizzano interventi in tre diverse realtà cittadine (Volgograd, Astrakhan, Elista), la presenza si traduce nei vari programmi di accoglienza, in particolar modo a sostegno di disabili fisici e psichici, persone senza fissa dimora e minori in situazioni di povertà. Essendo problemi invisibili agli occhi delle istituzioni e della società, l’intervento a sostegno di questi soggetti è pressoché inesistente. Nello specifico l’Associazione Papa Giovanni XXIII gestisce: 1 struttura Casa Famiglia a Volgograd (dal 2002), che accoglie senza fissa dimora; 2 strutture Casa Famiglia ad Astrakhan (dal 2008 e dal 2009) per senza fissa dimora e minori in situazione di disagio; 1 struttura Casa Famiglia ad Elista dal (2007) che accoglie persone con disabilità. Negli ultimi anni, l’accoglienza di persone con disabilità nella struttura di Elista e l’approfondimento delle problematiche connesse all’essere disabile in Russia, ha spinto l’associazione ad aprire un centro disabili ad Elista (dal 2009) che, attraverso la creazione di oggettistica e la realizzazione di laboratori ludico ricreativi, ha l’obiettivo di valorizzare le potenzialità delle persone con disabilità. Il centro ha anche l’obiettivo di sensibilizzare la comunità locale rispetto ai diritti dei disabili e alla loro integrazione nella società. Dal 1995 l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII esercita un’azione di monitoraggio e assistenza dei senza fissa dimora sul territorio attraverso progetti di Unità di Strada. PARTNERS In Russia la collaborazione tra istituzioni locali ed Enti di stampo cattolico è resa complicata dalla diffidenza e il timore da parte dello Stato al legame che si può creare con movimenti religiosi o enti associazionisti. Nonostante ciò, ad Elista l’ente collabora con “l’Associazione dei disabili locale” di 19 Elista e con l’Associazione della Repubblica di Calmucchia” che attraverso il Ministero dello Sport organizza per i ragazzi portatori di handicap delle giornate di sport con gare e tornei sia a livello regionale che nazionale, a cui partecipano anche i disabili del centro diurno dell’ente. Inoltre il Ministero della Salute segnala all’ente eventuali casi critici di persone con disabilità, richiedenti aiuto sia economico che d’integrazione nel tessuto sociale: l’ente di volta in volta valuta l’eventuale accoglienza nella propria struttura di Elista o l’inserimento nel centro diurno. Infine collabora con il gruppo giovani della parrocchia locale che occasionalmente invia volontari per svolgere attività con i disabili nel centro diurno. L’ente ad Astrakan collabora con la Parrocchia Locale per quanto riguarda alcune attività settimanali con studenti stranieri e con i giovani della parrocchia attraverso le attività del coro e dei gruppi educativi. Mentre per quanto riguarda i minori orfani in affido si lavora coi Servizio Sociali territoriali. Infine si tengono contatti istituzionali esterni con il servizio sanitario locale, il servizio scolastico e con la Chiesa Ortodossa. 7) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: GEORGIA CONTESTO TERRITORIALE, SETTORIALE E DEI BISOGNI SPECIFICI Il progetto si sviluppa nella città di Batumi, città di 160.000 abitanti (censo 2012) situata nella parte sud-occidentale del Paese, capoluogo della Repubblica autonoma dell'Adžaristan (Adjara), 256 km ad ovest di Tbilisi, sulle coste del Mar Nero. Già appartenente alla Turchia, l'Adžaristan fu annesso alla Russia nel secolo scorso e istituito in Repubblica autonoma della Georgia nel 1921. In seguito alla dissoluzione dell'URSS e alla proclamazione dell'indipendenza georgiana, la Repubblica non ha manifestato forti tendenze all’Indipendenza, tanto più che il riavvicinamento politico della Georgia stessa alla Russia preclude ogni tentativo. Il porto di Batumi sul Mar Nero ha assunto una grande importanza strategica ed economica all'interno della Comunità di Stati Indipendenti (CSI) e per questo la Russia ha schierato nel 1994 proprie truppe, affiancando quelle georgiane, a guardia del confine turco-georgiano, quindi lungo il confine meridionale dell'Adžaristan. L’economia di Batumi ruota attorno la cantieristica navale, le industrie manifatturiere e di trasformazione alimentare. Con il porto più importante della Georgia, l’ultima tappa della ferrovia Transcaucasica dell’oleodotto di Baku ed uno dei tre aeroporti internazionali georgiani, in questi ultimi anni Batumi è stata molto valorizzata anche dal punto di vista turistico, la città è stata trasformata con imponenti e nuovi edifici di cemento dedicati ad attività ricettive e per il tempo libero (particolare è il caso dei numerosissimi casinò). Questa trasformazione della città ai fini di una valorizzazione turistica volta a risollevare l’economia di Batumi, fa si che le problematiche legate alla città passino in secondo piano o vengano addirittura mascherate e nascoste ai fini di presentare una facciata di benessere sufficientemente appetibile ai turisti. Un grave ed attuale problema, è quello legato alla tratta di persone. Numerose donne provenienti dall’Azerbaigian e dai Paesi dell'Asia centrale, sono sottoposte alla prostituzione forzata soprattutto nelle zone turistiche di Batumi e Gonio, altra cittadina turistica sempre nella provincia dell'Adžaristan. Molte di queste donne non hanno raggiunto la maggiore età. Si ripresenta anche in questo caso 20 l’inefficienza delle forze dell’ordine e degli investigatori ingaggiati dallo Stato, i quali nel fare giustizia si concentrano più sugli interrogatori alle vittime per accertarsi che siano effettivamente da considerarsi tali, anche in casi di palese ingiustizia, piuttosto che indagare sui reali colpevoli. (2015 Trafficking in Persons Report – US Department of State) La città presenta anche problemi legati all’urbanistica ed a mancanze strutturali: edifici decadenti ospitano ospedali e scuole. In particolare nella baraccopoli sono presenti strutture abbandonate ed in condizioni precarie, dove molte famiglie hanno costruito baracche di legno e lamiera. Un elevato numero di persone vive sotto la soglia di povertà, in base alla media Nazionale si tratta di un 10% (indexmundi), ma grazie ad associazioni che operano in loco, in particolare Caritas Georgia, è possibile stimare una percentuale più alta che si aggira attorno al 20%. Queste condizioni di estrema povertà si riversano sulle fasce deboli della popolazione, costituite da nuclei familiari divisi, costituiti solo da madri o nonni, ed in modo ancora più estremo sui minori , il 27% dei minori di Batumi vive in condizioni precarie, in abitazioni senza acqua corrente, luce o servizi, in famiglie che non sempre riescono a garantire almeno un livello minimo di cure sanitarie e un’adeguata educazione. La progettazione dell’Ente su Batumi si rivolge quindi in particolare alle problematiche legate ai minori ed al relativo supporto. Vi è una forte difficoltà a reperire dati, gli stessi Servizi Sociali a Tbilisi rilasciano difficilmente dati e statistiche, giustificando i ritardi con motivazioni legate alla burocrazia ed alle insufficienti motivazioni dei richiedenti. Nella baraccopoli di Batumi si contano circa 1000 baracche. Ogni famiglia ha di media dai 3 ai 6 figli e pur non essendoci dati ufficiali, grazie alla radicata esperienza dell’Ente ed alla condivisione diretta con le famiglie che permette una conoscenza profonda della realtà della baraccopoli, si stima la presenza di circa 2000 minori in condizioni di povertà, senza un’adeguata educazione ed alimentazione di base, oltre al difficile accesso alle cure sanitarie. L’Ente negli ultimi due anni ha registrato a Batumi, in particolare nella baraccopoli, un aumento delle violenze familiari a danno di donne e minori. Gli episodi di violenza spesso non vengono denunciati per paura e per un concetto di “normalità” legato al ruolo della donna in quanto tale. Non aiuta la quasi assenza di un appoggio da parte delle autorità locali e della maggior parte del personale medico-sanitario. Secondo un Rapporto Ombra elaborato dall’Ente nel 2013, essendo Batumi un territorio di frontiera, un fenomeno che si è sviluppato in questi ultimi anni è quello delle madri di famiglia che si vedono costrette a causa di disoccupazione e gravi condizioni economiche a trasferirsi all’estero alla ricerca di un lavoro, lasciando i propri figli ad altri parenti ed inviando mensilmente del denaro per il loro sostegno. Questa fascia di minori non rientra in quella dei “poveri”, non viene quindi presa in considerazione da istituzioni e Servizi Sociali. La conseguenza è che la gestione di somme di denaro anche alte considerato lo standard di vita locale, è in mano ai minori, nella maggior parte poco seguiti, che spesso spendono queste risorse economiche in sostanze stupefacenti e gioco d’azzardo illegale. BISOGNO SPECIFICO I 460 minori individuati dall’Ente in condizioni di estrema povertà, disagio familiare, sociale ed educativo non ricevono l’adeguato sostegno dal punto di vista della sanità, della scolarizzazione e della tutela dalla violenza familiare. A questi si aggiungono i circa 2000 minori delle famiglie che attualmente abitano nella baraccopoli le quali vivono in condizioni di disagio e quotidianamente richiedono un intervento dell’Ente o dei Servizi Sociali, ma a cui non si riesce a dare adeguata risposta a causa di insufficienti risorse umane ed economiche. Durante il 2014/15 l’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII ha cercato di rispondere ai bisogni attraverso diverse progettualità riportate di seguito: - Apertura di una nuova casa famiglia nella periferia di Batumi a circa 2 km dalla prima struttura dell’Ente con conseguente aumento della capacità di 21 accoglienza da 10 a 14 minori; - Attività di tutoraggio scolastico 3 volte a settimana ai 14 minori accolti nelle strutture; - Visite e sostegno quotidiano ad un totale di circa 230 minori nella baraccopoli, che vivono in condizioni di disagio. Durante le visite vengono portati alle famiglie beni di prima necessità e si effettua un monitoraggio rispetto ad educazione, condizioni di salute e violenze. Settimanalmente, in modo continuativo, vengono seguite dalle 80 alle 90 famiglie con minori in difficoltà; - Attività di doposcuola 3 volte alla settimana con 30/40 minori nella baraccopoli. Il doposcuola si svolge presso le “case” più ampie delle stesse famiglie dei minori, all’interno della baraccopoli; - Attività ludico-ricreative 2 volte alla settimana nella baraccopoli, indirizzate a circa 150 minori di diverse età fino ad un massimo di 14/15 anni; - Dalle 10 alle 15 visite di sostegno settimanali ad altrettante famiglie con 30 minori in gravi difficoltà, specificatamente segnalate dai Servizi Sociali, nella città di Batumi. Le famiglie in questione vivono gravi condizioni economiche ed il nucleo familiare è spesso costituito dalla sola madre. Quattro di queste famiglie sono composte dalla sola nonna, a causa di morte delle madri durante il parto; Durante le visite alle famiglie, i volontari dell’associazione perseguono un costante lavoro di sensibilizzazione, spingendo le donne ad usufruire di programmi statali a loro poco conosciuti, in particolare del programma che attraverso i Servizi Sociali permette alle famiglie di ricevere un compenso di 90 Lari mensili per il primo anno di età del/la figlio/a e di ottenere sconti e prodotti gratuiti in una serie di farmacie convenzionate. Tra la richiesta di finanziamento e l’effettiva attivazione del programma, passano mediamente 3-4 mesi, destinati a pratiche burocratiche complesse e a cui non viene data nessun tipo di priorità, riducendo così sostanzialmente la fruibilità del servizio. L’Ente dona un particolare sostegno a queste famiglie che decidono di partecipare al programma nei primi mesi di vita dei bambini. La sensibilizzazione e la protezione delle famiglie e dei minori avvengono anche dal punto di vista delle sempre crescenti violenze su donne e minori, rispetto alle quali è molto difficile reperire dati, in quanto nella maggior parte dei casi non vengono denunciate da un lato per paura, dall’altro per la mancanza di sostegno da parte delle forze dell’ordine e della sanità che tendono a giustificare e minimizzare l’atto violento. L’Ente interviene con un continuo monitoraggio e sostegno psicologico, oltre che tramite l’accompagnamento fisico di donne e minori presso ospedali e questure, che forti del sostegno di una presenza internazionale riescono ad avere maggiori possibilità di tutela. Durante l’ultimo anno l’Ente ha accompagnato e supportato 10 casi di violenza domestica che ha visto coinvolti donne e bambini. DESTINATARI I 14 minori accolti nelle strutture residenziali dell’Ente, che hanno un’età che va dai 4 mesi di vita ai 17 anni. Tra questi, una ragazza-madre di 16 anni. I minori in casa oltre a ricevere accoglienza e supporto scolastico, vengono anche coinvolti in attività sportive con il fine di aumentare la capacità di socializzazione ed in piccoli lavori di manutenzione con i quali si vuole educare ad una serietà sul lavoro e favorire un inserimento in un ambiente lavorativo esterno; - I circa 230 minori che abitano nella baraccopoli, che vivono in condizioni di estrema povertà e beneficiano di visite di sostegno e tutoraggio quotidiane, di beni di prima necessità quali alimenti, vestiti, farmaci e cure di base, materiale scolastico; - I 30/40 minori che abitano in baraccopoli e che partecipano al doposcuola organizzato dall’Ente in collaborazione con le famiglie locali; 22 - I circa 150 minori che abitano nella baraccopoli in condizioni di povertà, che partecipano alle attività ludico-ricreative organizzate dall’Ente; - I 30 minori in gravi difficoltà appartenenti alle famiglie specificatamente segnalate dai Servizi Sociali, nella città di Batumi Gli viene assicurato un sostegno alimentare, sanitario, psicologico ed educativo. BENEFICIARI - Le 8 famiglie d’origine dei 14 minori accolti dalle strutture dell’Ente, supportate in termini di equilibri famigliari, supporto nelle relazioni e nella gestione delle responsabilità; - Le circa 150 famiglie dei 460 minori della baraccopoli direttamente coinvolti dall’Ente nelle attività di supporto quotidiano (80-90 famiglie ogni settimana), doposcuola e ludico-ricreative, che beneficiano di un sostegno economico indiretto, di un supporto socio-psicologico costante e di un continuo contatto con attività volte alla socializzazione ed alla condivisione reciproca; - Le 10-15 famiglie dei 30 minori supportati dall’Ente nella città di Batumi, specificatamente segnalate dai Servizi Sociali, che beneficiano di accompagnamento, ascolto e supporto economico indiretto per il soddisfacimento dei bisogni primari quali alimentazione e cure mediche di base, vestiario, oltre che di supporto psicologico; - La comunità di Batumi, nello specifico della baraccopoli costituita da circa 1000 baracche, che beneficia di un progressivo aiuto per la diminuzione della povertà e per la denuncia di ingiustizie; - I Servizi Sociali di Batumi, costituiti da soli 15 operatori e 2 avvocati, i quali non hanno a disposizione mezzi di trasporto, hanno stipendi molto bassi e non riescono a coprire il forte bisogno del contesto. Grazie all’Ente, essi beneficiano di un supporto in termini di volontari, di disponibilità di accoglienze, di intervento nelle famiglie dei e con i minori, di una pronta risposta a situazioni di emergenza e di mezzi di trasporto al bisogno; - Le istituzioni e le associazioni (Caritas Georgia, Unicef, World Vision, ass. San Camillo di Tbilisi) presenti sul territorio di Batumi che beneficiano di dati concreti ed informazioni autentiche relative alle condizioni di vita ed alle problematiche di minori e famiglie, rilasciate dall’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, caratterizzate da una profonda conoscenza del contesto dovuta alla quotidiana condivisione diretta con i destinatari ed i beneficiari. DOMANDA DEI SERVIZI ANALOGHI Rispetto alle condizioni dei minori nel territorio di Batumi, si individua la domanda dei seguenti servizi analoghi: Necessità di sostenere i minori della baraccopoli per quanto riguarda alimentazione, vestiario e cure mediche di base. Le condizioni di estrema povertà che vivono le famiglie della baraccopoli portano spesso a casi di malnutrizione e malattia diffusi, il poco aiuto che si riesce a dare sopperisce solo in minima parte al bisogno del contesto; Necessità di opportunità educative. L’accesso ad un’istruzione comunque scadente, è anche limitato sia per motivi economici che sociali, vi è la necessità di scolarizzazione e di sostegno allo studio volto a diffondere un’alfabetizzazione di base per garantire ai minori, anche in particolari condizioni di disagio fisico e psicologico, una opportunità di studio, una maggiore consapevolezza del contesto, uno spazio di condivisione dell’apprendimento tra minori stessi e tra minori e famiglie, un’opportunità di uscire da condizioni di emarginazione sociale ed un futuro migliore. La richiesta di supporto allo studio è molto più alta di quella che si riesce a soddisfare; Necessità di spazi ed opportunità di socializzazione per favorire l’inserimento 23 - - - del minore nella comunità, per dare opportunità di svago, gioco ed incontro dell’altro, anche per favorire un clima di accettazione ed aiuto reciproci, in un contesto caratterizzato da discriminazione sociale e violenza; Necessità di percorsi di sensibilizzazione della cittadinanza e di sostegno nelle complesse e lunghe pratiche burocratiche, rispetto alle opportunità offerte dallo Stato e dai Servizi Sociali per usufruire dei pochi servizi presenti, come sussidi familiari o sostegno nel primo anno di età dei figli. Molte famiglie non usufruiscono di tali servizi solo per mancanza di consapevolezza o per difficoltà di comprensione; Necessità di più strutture d’accoglienza e supporto ai Servizi Sociali. Le poche risorse umane ed economiche investite nei Servizi Sociali rispetto al bisogno del territorio e la sola ass. Comunità Papa Giovanni XXIII come realtà d’accoglienza stabile a Batumi, fa si che non si riesca a dare sufficiente risposta a situazioni di disagio anche gravi e diffuse, come abbandono familiare, violenza domestica, disabilità, analfabetismo; Necessità di percorsi di sensibilizzazione rispetto abbandono di minori, violenza domestica e disabilità. Le difficili condizioni di vita, ma anche la carente consapevolezza rispetto ai diritti dei minori e delle donne, producono situazioni di emarginazione e violenza strutturale. OFFERTA DEI SERVIZI ANALOGHI La principale offerta di servizi analoghi è costituita dalla presenza e dal lavoro dei Servizi Sociali che individuano le situazioni problematiche e le indirizzano alle strutture d’accoglienza, oltre ad occuparsi di pratiche burocratiche e di mediazione con le istituzioni. I Servizi Sociali di Batumi dispongono di 15 operatori e 2 avvocati i quali devono coprire il bisogno di tutto il territorio, che ha una popolazione di 125.800 abitanti secondo l’ultimo censo del 2011. Come ripetuto più di una volta, il numero troppo limitato di personale coinvolto in relazione al bisogno, di risorse ed i bassi stipendi, che provocano un alto numero di licenziamenti, uniti alla sempre crescente richiesta da parte delle famiglie, fa si che i Servizi Sociali non riescano a rispondere in maniera adeguata alle necessità del contesto incontrando ogni famiglia in maniera sporadica e discontinua. L’Ente è l’unica realtà che si occupa di minori e famiglie sul territorio che riesce a dare una risposta ed un supporto efficaci ed immediati ai Servizi Sociali. Durante gli ultimi anni si è registrato a Batumi un calo dei due terzi delle ONG che si occupano di tutela e diritti dei minori, dovuto alla sempre minore disponibilità di finanziamenti. Questa dipendenza delle associazioni dai fondi statali ed Europei, provoca l’improvviso chiudersi di progetti iniziati pochi anni prima ed una conseguente discontinuità del sostegno dato al territorio e del lavoro svolto. Unicef ha un ufficio a Batumi che si limita ad attività di monitoraggio, mentre World Vision, Ong di orientamento cristiano che lavora con minori, giovani e famiglie, con l’obiettivo di ridurre disuguaglianza e povertà, presente in Georgia dal 1994, ha l’ufficio centrale nella captale Tbilisi ed ha portato avanti negli anni diversi progetti sulla tratta e sui diritti dei minori a Batumi. Ad oggi prosegue la sua presenza a Batumi solo attraverso un’attività di monitoraggio portata avanti da una psicologa all’interno del carcere minorile. A livello nazionale, World Vision nel 2014 ha raggiunto 52.916 persone, di cui 10.589 minori. L’associazione Step Forward a Batumi offre assistenza sanitaria e spazi per attività ricreative a bambini residenti nell’area montagnosa fuori Batumi. La “Casa dei giornalisti liberi”, fondata dai giornalisti del quotidiano “Batumelebi” nel 2001 e registrata ufficialmente presso la Corte di Batumi City, organizza attività ludico-ricreative ed educative rivolte ai minori. Offre un inserimento lavorativo all’interno di un bar/libreria per ragazzi provenienti da contesti familiari e sociali difficoltosi. Organizza con l’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII due spettacoli teatrali all’anno e regala libri destinati ai minori della baraccopoli. Piccoli gruppi informali, in particolare nelle scuole, fanno attività di promozione e sensibilizzazione per la tutela dei minori e dei giovani. Il gruppo universitario “Giovani 24 democratici nell’Università” costituito da circa 100 studenti dell’Università statale ha organizzato una raccolta cibo, da destinare alle famiglie ed ai minori in gravi condizioni di povertà. Una iniziativa simile svoltasi nel 2014/15 grazie a gruppi informali di studenti è stata anche “Pane per tutti”, che ha incluso attività ludicoricreative e propaganda nelle scuole, volte alla raccolta alimentare. Nella vicina città di Kutaisi, l’ass. “SOS Villaggi dei Bambini”, è presente dal gennaio 2001 ed attualmente comprende 12 case famiglia, un ufficio amministrativo, un laboratorio, una casa per gli ospiti e gli alloggi per il personale. Il Villaggio accoglie attualmente circa 100 minori. Le poche realtà che si occupano di minori a Batumi quindi, sono legate principalmente ad attività di monitoraggio, offrendo servizi leggermente più ampi solo in modo discontinuo. L’Ente dispone dell’unica realtà nella baraccopoli di Batumi in grado di garantire accoglienza, cure e servizi in un ambiente familiare dove vi è anche la presenza di due figure genitoriali fisse. INDICATORI DI CONTESTO - N. minori accolti nelle due strutture d’accoglienza dell’Ente; N. di attività settimanali di tutoraggio scolastico a favore dei minori accolti nelle strutture dell’Ente; N. minori che vivono nella baraccopoli coinvolti nelle progettualità dell’Ente; N. di interventi ludico-ricreativi settimanali a favore dei minori della baraccopoli; N. minori che necessitano di supporto educativo nella baraccopoli individuati dall’Ente; N. minori in gravi difficoltà facenti parte delle famiglie che vivono nella città di Batumi, specificatamente segnalate dai Servizi Sociali; N. di visite settimanali a favore di minori e famiglie in gravi difficoltà nella città di Batumi, specificatamente segnalati dai Servizi Sociali; N. di accompagnamenti a favore di donne e minori vittime di violenze domestiche ROMANIA a. Bucarest CONTESTO TERRITORIALE E SETTORIALE DI RIFERIMENTO E INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI SPECIFICI Il contesto territoriale in cui avviene l’intervento dell’ente è quello della città di Bucarest e dintorni, capitale e città più popolata della Romania con ben 22.279 milioni di abitanti, (considerando l’area metropolitana), secondo gli ultimi dati dell’Ufficio di statistica nazionale (Gennaio 2015). Situata a sud del Paese, è il maggiore centro industriale e commerciale del paese. Dal 1989 ha conosciuto un rapido sviluppo urbano e le zone che prima erano rurali, hanno lasciato spazio a nuovi quartieri intorno alla città. Le zone periferiche a Nord (Pipera, Băneasa) sono più ambite dalla ristretta fascia più ricca della popolazione, mentre nelle zone a Sud vivono soprattutto i cittadini a basso reddito. L’economia di Bucarest produce da sola il 21% del PIL del paese, essendo la zona più sviluppata e industrializzata dell'Europa dell'est. La città possiede un quarto della produzione industriale del paese. Anche dal punto di vista dei trasporti, Bucarest è il più importante nodo ferroviario, stradale ed aereo del paese. IL suo progresso economico è legato in particolare allo sviluppo e alla costruzione di centri immobiliari e commerciali. Dai primi anni del 2000 si sono diffusi velocemente i grandi ipermercati cui Carrefour e Metro AG, oltre a numerosi centri commerciali. Questo quadro economico apparentemente molto positivo potrebbe far pensare a un paese sviluppato, dominato dal progresso e dal benessere. In realtà, l’economia di Bucarest, così come quella rumena in generale, negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo impetuoso che ha generato squilibri sociali e, di conseguenza, esclusioni e problematiche sociali. La forbice sociale tra chi possiede e chi invece non ha niente continua ad aumentare con 25 l’aumentare della crisi attuale. L’ambito di intervento del progetto è quello dei disagio legato alla vita di strada, che colpisce adulti, minori, a volte anche famiglie. Il mondo sotterraneo che popola le fogne di Bucarest è in parte conseguenza delle politiche di Nicolae Ceausescu, finalizzate ad aumentare i livelli di natalità nel paese, vietando l'aborto e i metodi contraccettivi, aumentando le tasse per le persone di entrambi i sessi che, compiuti i 25 anni, non avessero figli. Queste politiche, implementate all’interno di un contesto caratterizzato da un’economia debole e da una forte povertà, ha avuto come conseguenza l’abbandono di migliaia di figli abbandonati al momento della nascita da parte delle famiglie, per poi venire rinchiusi negli orfanotrofi, veri e propri lager, ove regnavano violenze, malnutrizione ed estrema sporcizia e povertà. Dopo la caduta di Ceausescu negli anni ’90, e con lui del welfare garantito dal regime, questi stessi minori si sono rifugiati nelle condotte sotterranee del teleriscaldamento, in particolare nelle stanze sotterranee progettate per la manutenzione dei canali del riscaldamento centralizzato della città: chilometri di cuniculi bui e maleodoranti dove trovavano riparo e calore, aggrappati alle tubature, per combattere il freddo. Molti di loro oggi sono adulti, a loro volta hanno avuto dei figli che vivono nelle stesse precarie condizioni. L’unico «sollievo» è annusare la colla, una resina sintetica che aiuta ad attenuare i crampi della fame, ma con rischi gravissimi per la salute, in casi estremi gravi danni cerebrali. Oltre alla colla viene fatto ampio uso di eroina e di una nuova droga che si chiama aurolac, con effetti ancora più tossici delle altre droghe. Essi popolano diversi quartieri degradati della città, in particolare la stazione “Gare du Nord”, dove scompaiono e ricompaiono continuamente dai tombini. Sono i più forti a dettare le regole nei sotterranei di Bucarest: ci sono bande che controllano tutto, dai posti per il bivacco notturno, al controllo della prostituzione, fino all'organizzazione di gruppi che lavorano in città come questuanti o topi d'appartamento. Molti di quanti vivono in strada hanno gravi problemi di salute, in quanto esposti a pericoli, spesso sono malati di AIDS, senza avere alcun accesso alle cure sanitarie. L’unica attività consiste nel raccogliere materiali riciclabili, per ricevere qualche misero compenso dal comune. Lo Stato tende a nascondere questa grave problematica, diffondendo cifre poco veritiere che tendono a minimizzare il fenomeno, intervenendo saltuariamente con la forza su un problema di ordine sociale, senza pensare a una politica di integrazione o a una collaborazione con i servizi sociali. Nell’ottobre 2013, per esempio le forze dell'ordine di Bucarest sono intervenute per sgomberare 35 ragazzi di strada che si rifugiavano nei condotti del canale fognario della stazione Nord. Dopo qualche settimana gli stessi canali brulicavano di senza tetto, dimostrando come gli interventi del governo non siano orientati a intervenire sul lungo periodo. In un’intervista rilasciata nel novembre 2014, Franco Aloisio, presidente dell’Associazione Parada, la principale associazione che interviene con i ragazzi e gli adulti di strada a Bucarest, dichiara che ci sono poco più di 1.000 persone che vivono nelle fogne della città e per strada, tra minori, adulti e a volte famiglie. Secondo l’ente, il fenomeno è in riduzione rispetto a una decina di anni fa quando se ne contavano fino a 5.000, ma la situazione rimane comunque grave. Tra le cause principali del fenomeno le scarse opportunità educative rivolte ai minori: oltre il 65% di chi vive in strada non ha terminato le scuole primarie e circa il 25% non è mai andato a scuola. Soltanto il 5% ha finalizzato le scuole dell’obbligo. Questa situazione fa si che i giovani non possano accedere alla formazione professionale, che prevede appunto la conclusione del ciclo scolastico dell’obbligo. Le autorità non intervengono più di tanto, lo stesso vale per i servizi sociali, soprattutto in seguito ai recenti tagli sul sociale a causa della crisi economica. (http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/2014 ehttp://piattaformainfanzia.org/dalleuropa/bambini-di-strada-a-bucarest/2012) 26 BISOGNO SPECIFICO 1 DEL TERRITORIO: Nell’ottobre 2014 sono state identificate poco più di 1.000 persone che vivono nelle fogne e per le strade di Bucarest in situazioni di forte povertà ed emarginazione, prive di cure sanitarie, di un’abitazione, di beni materiali di prima necessità e di supporto psicologico. Si rileva altresì come una delle cause principali del fenomeno sia rappresentata dalle scarse opportunità educative rivolte ai minori di Bucarest. L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXII interviene dal 2009 con adulti in situazione di disagio, molti dei quali arrivano dal mondo sotterraneo di Bucarest. Come segnalato anche da Parada e da altre associazioni che operano sul territorio, la maggior parte di questi adulti presenta problematiche di dipendenza, problemi sanitari più o meno gravi, patologie psichiatriche derivate dall’uso e dall’abuso di alcool e droghe. L’Associazione è presente sul territorio con una struttura che offre accoglienza ad adulti con questi trascorsi. Si tratta di offrire loro un contesto familiare sano, con due figure educative presenti h24 nella struttura, cercando di garantire un ambiente accogliente, sicuro, in cui le persone possano maturare pian piano una loro autonomia. L’associazione in questi ultimi anni ha lavorato per creare significative collaborazioni con altre associazione di Bucarest che operano con questo tipo di utenza. Collabora quindi con i “Fratelli missionari della Carità” che gestiscono un centro diurno attivo due giorni la settimana, uno per gli uomini, uno per le donne, per un totale di circa 100 persone assistite. Durante la giornata si offre agli utenti una pronta assistenza, un pasto caldo, docce, vestiti puliti, e si ascoltano e raccolgono i bisogni. I frati inoltre gestiscono settimanalmente un’unità di strada per offrire assistenza mediamente a 250 persone. Tra ottobre 2014 e il primo semestre del 2015 la struttura ha accolto in totale 10 adulti senza fissa dimora, di cui 5 tuttora inseriti nella casa. Si tratta di adulti in situazione di disagio di vario tipo: chi con problematiche fisiche, chi con problematiche mentali, chi con problemi di dipendenza. Tutti questi accolti arrivano dal mondo sotterraneo e di strada di Bucarest, e le patologie fisiche e a volte mentali che riportano sono strettamente legate a questa esperienza provante. Di questi adulti accolti, 5 sono andati in autonomia, dopo aver trovato lavoro o altre opportunità. Sono stati assistiti supportati materialmente e psicologicamente 3 nuclei familiari formati da una mamma e 3 bimbi e di una coppia anch'essa con 3 bimbi nelle loro abitazioni in Bucarest o nell'interland. Si tratta di situazione di estrema povertà. Di seguito le attività svolte tra fine 2014 e primo semestre del 2015: - - Attività di assistenza e di sviluppo delle autonomie per gli accolti nella struttura 3h per 3 volte la settimana; un servizio di strada per senza fissa dimora, una volta la settimana, in collaborazione con i frati missionari della Carità: durante ogni uscita vengono supportati almeno 30 soggetti tra adulti e minori, in tutto l’anno vengono supportati circa 250 persone di strada; Collaborazione saltuaria con l’associazione "Fabrica de mozaic" nella realizzazione di attività occupazionali rivolte a 10 soggetti emarginati, alcuni dei quali siero positivi. Nell’ultimo anno, inoltre, nell’ottica di prevenire il disagio di strada, strettamente legato a povertà estrema, ma anche a carenze educative, l’associazione ha realizzato le seguenti attività: - un servizio di doposcuola per 8 h la settimana per circa 20 minori di una scuola di Chitila, in periferia di Bucarest, in collaborazione con l’associazione Acuma; attività di animazione saltuaria per circa 10 minori accolti dall’Associazione don Orione; Infine, nell’estate 2015 sono stati realizzati 2 campi estivi rivolti a circa 100 minori a rischio grazie al coinvolgimento di un gruppo di volontari dall’Italia. I campi si sono svolti a Bucarest. 27 DESTINATARI - 10 adulti in situazione di disagio accolti ogni anno nella struttura dell’ente, provenienti dal mondo delle fogne di Bucarest e con problematiche sanitarie e mentali di diversa gravità; - 140 adulti in situazione di disagio destinatari dell’intervento dei “Missionari fratelli della Carità” alle cui attività l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII collabora. Di questi 40 sono destinatari dell’intervento di prossimità in strada, con un incremento previsto di almeno 10 destinatari, gli altri sono uomini e donne destinatari del centro diurno. Nel prossimo anno si inizierà, infatti, a collaborare alle attività di assistenza del centro diurno, 2 volte la settimana, per 100 adulti; - 10 adulti destinatari delle attività occupazionali che con questo progetto l’ente promuoverà una volta la settimana in collaborazione con "Fabrica de mozaic"; - 10 minori destinatari delle attività di animazione e di prevenzione dell’ente in collaborazione con l’Associazione don Orione; - 100 minori destinatari delle attività estive di prevenzione e di animazione sociale organizzati dall’ente a Bucarest BENEFICIARI - Le altre associazioni del territorio con cui l’ente collabora, in quanto le sue azioni supportano anche interventi di queste associazioni, tra cui in particolare Parada, Fabrica de Mozaic, Acuma, i frati Missionari della Carità e l’associazione Don Orione; - Le famiglie dei minori destinatari delle attività di animazione e di prevenzione del disagio, in quanto sostenuti dall’ente nel loro ruolo educativo; - la società civile e le istituzioni, in quanto l’intervento dell’associazione ha delle ricadute positive in termini di supporto sociale, e di fatto porta indirettamente alla diminuzione della criminalità, del traffico di droga, delle povertà di strada ecc.; - la società civile, in quanto sensibilizzata dall’intervento e dallo stile dell’ente: la presenza di figure che volontariamente accolgono persone con varie problematicità diventa una testimonianza e una provocazione per cittadinanza stessa, rispetto ai temi della solidarietà sociale e della tolleranza. DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI Rispetto al target previsto dal progetto, persone e in particolare adulti che vivono in strada, con tutti i disagi che questa comporta, si possono individuare, oltre agli interventi dell’ente, la seguente richiesta di servizi analoghi: - - interventi di assistenza sanitaria, considerando che la vita di strada, nelle fogne di Bucarest porta a uno stato di abbandono fisico e di esposizione alle rigidità del clima, causa di numerose malattie. Oltretutto, sembra che tra i minori e gli adulti di strada sia molto diffusa l’HIV; campagna di prevenzione sull’HIV rivolte a minori e adulti che vivono in strada; campagna di prevenzione e sensibilizzazione rispetto alla dipendenza da droghe e alcool, considerando che molti destinatari hanno problema di dipendenze; percorsi di riabilitazione per quanti sono dipendenti da droghe e alcool; interventi di inserimento lavorativo per gli adulti che escono dalla strada e pertanto vanno accompagnati nel difficile percorso di reinserimento sociale; politiche di sostegno alle famiglie, in particolare quelle a basso reddito, maggiormente esposte al rischio di finire in strada; potenziare i servizi educativi a favore dei minori, in quanto è dimostrato che il fenomeno dei bambini di strada va a colpire maggiormente minori con un livello di istruzione molto basso; servizi che favoriscono il reinserimento a scuola dei minori che escono dalla strada; attività di socializzazione e di integrazione sociale per gli adulti e minori che escono dalla strada e che devono reinserirsi nel tessuto sociale; interventi educativi di comunità, per responsabilizzare la comunità rispetto alle situazioni di emarginazione e di disagio sociale, e per diffondere una controcultura fondata sulla solidarietà sociale e la tolleranza. 28 OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI Per quanto riguarda le offerte di servizi rivolti a minori e adulti e famiglie che vivono in strada, i principali interventi sono quelli di Parada, il cui scopo è proprio quelli di portare i minori e gli adulti “fuori dalla strada” , e lavorare per un loro reinserimento sociale. Parada prevede una serie di interventi diversificati e complementari: - l’unità mobile notturna per realizzare un primo incontro e fornire un primo aiuto (cibo, assistenza sociale e sanitaria) ai ragazzi e alle famiglie che vivono nelle strade di Bucarest; - il centro diurno, frequentato quotidianamente da ragazzi, bambini, e famiglie contattati dagli operatori che lavorano sulla strada, che offre servizi di igiene personale, pasti caldi, assistenza medica e sociale e differenti attività educative e ricreative volte ad un piano di intervento personalizzato. Tra il centro diurno e l’unità mobile si parla di circa 250 minori raggiunti da Parada; - attività artistiche e spettacoli che rappresentano un’occasione di reiserimento sociale; - una comunità alloggio per il reinserimento socio-professionale dei giovani; - un centro educativo rivolto a 80 minori con attività di tipo educativo-scolastico, e di sostegno psicologico. Oltre a Parada, vi sono poi associazioni quali: la già citata Acuma, associazione che si rivolge alle famiglie disagiate di Chitila, periferica alla citta di Bucarest, con attività di supporto materiale, accanto a interventi di sostegno educativo e sociale. i "frati missionari della Carità" che hanno implementato un servizio di strada per minori e adulti e un centro diurno attivo due giorni la settimana che assiste circa 100 adulti provenienti dal mondo delle fogne e della strada; l’associazione “Fabrica de mozaic” che organizza attività occupazionali rivolte a 10 soggetti emarginati, la maggior parte affetti da HIV; Caritas Bucarest che è presente nel territorio attraverso la struttura accoglienza per minori orfani e abbandonati "Casa S.Giovanni"; l'organizzazione Save the children Romania che prevede in diverse città della Romania, tra cui Bucarest, programmi educativi, di protezione, di assistenza sociale e medica, riconoscimento i diritti dei minori; l’Associazione Serviciul APEL che dal 2001 interviene a Bucarest con un servizio di Formazione e Integrazione Professionale per giovani di Bucarest che vivono in situazione di grave emarginazione sociale. Nel territorio di Bucarest, come si può constatare da questo breve excursus, ci sono diverse associazioni che intervengono rispetto alla problematica del disagio di strada, tuttavia nessuna associazione offre un contesto familiare agli utenti, come invece fa l’ente. Inoltre, la maggior parte degli interventi sono sbilanciati a favore dei minori, mentre secondari sono gli interventi per gli adulti e per le famiglie. A dimostrazione del fatto che la domanda di questi servizi non è per nulla soddisfatta, si consideri che Parada stessa, che pur prevede numerose progettualità, chiede supporto all’associazione per quanto riguarda l’accoglienza. INDICATORI UTILIZZATI PER MISURARE IL CONTESTO n. persone che attualmente vivono nelle fogne di Bucarest; n. accolti annualmente nella struttura dell’ente; n. Attività di assistenza e di sviluppo delle autonomie per gli accolti nella struttura; n. accolti che ogni anno hanno completato il percorso nella struttura dell’ente per andare in autonomia; n. destinatari dell’intervento dei “Frati missionari della Carità” e frequenza di realizzazione delle attività; n. persone di strada destinatari del servizio di strada realizzato in collaborazione con i “Frati missionari della Carità”; n. persone destinatarie delle attività occupazionali promosse in collaborazione con “Fabrica de mozaic” e frequenza attività; n. minori destinatari degli interventi di animazione sociale e di prevenzione (in collaborazione con il Don Orione e durante i campi estivi); n. personale impiegato per la realizzazione delle attività; 29 b. Timisoara CONTESTO TERRITORIALE E SETTORIALE DI RIFERIMENTO E INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI SPECIFICI Il contesto territoriale in cui si realizza il progetto è circoscritto alla città di Timisoara e ad alcuni paesi nei pressi di Timisoara, ovvero Carani, Calacea. Città di confine tra i più importanti poli urbani del paese, Timisoara conta 307.347 abitanti e si trova a nel distretto di Timis, nella parte più occidentale della Romania, a pochi chilometri dalla Serbia. Per questa sua collocazione di confine tra Europa Occidentale e Europa Orientale, è stata al centro di varie influenze, dall’impero ottomano all’impero austroungarico, in un via-vai continuo di persone e di popoli. Questo crogiolo di culture nelle varie epoche storiche ha reso questa città un polo urbano moderno e un vivace centro culturale nella regione storica del Banato. Questo aspetto si riflette anche nell’urbanistica, come mostrano i palazzi storici, che vanno dallo stile Secessionista al Barocco, dall’Art Nouveau del periodo austro-ungarico (per cui è chiamata la “piccola Vienna”) agli agglomerati di cemento edificati sia in centro che in periferia da Ceaucescu. Dopo la caduta del regime comunista, nonostante il declino di alcuni settori economici tradizionali, sostituiti da attività industriali più moderne, la città ha conosciuto una fase di rinascita. Il settore industriale continua ad assicurare più del 3% della produzione industriale nazionale, mentre il terziario è in continua espansione. Negli ultimi anni l'economia di Timişoara ha conosciuto una crescita economica significativa, dovuta agli investimenti di diverse imprese straniere delocalizzate, in particolare tedesche, statunitensi e anche italiane. Fra le maggiori industrie presenti si possono citare il produttore di pneumatici Continental, la compagnia americana Solectron (telefonia, elettronica), Draexelmaier (componenti auto per BMW e Audi), Linde Gas (gas industriali), Procter & Gamble (detergenti), Nestlè, Siemens e molte altre. Lo sviluppo industriale ha prodotto stipendi e nuovi consumatori; non da meno sono le rimesse degli emigrati, presenti quasi in ogni famiglia timisoreana, che alimentano i consumi locali. Tuttavia, nonostante la crescita economica e l’entrata della Romania nell’Unione Europea nel 2007, situazioni di povertà ed emarginazione sono ancora diffuse, con conseguenze a volte pesanti per quanto riguarda le fasce più deboli della società, ovvero donne , bambini, immigrati e rom. Coloro che sono ai margini possono però essere riciclati nel circuito perverso di una società che affronta le contraddizioni legate a un pesante cambiamento, cadendo in situazioni ancor peggiori. Sono proprio questi emarginati a diventare spesso vittima del traffico di essere umani. L’intervento di Generatie Tanara non si limita tuttavia al territorio di Timisoara. Al contrario, le vittime provengono da tutta la Romania, in alcuni casi anche da quei paesi esteri destinatari della tratta di esseri umani (Italia, Francia, Germania). La Romania è in parte una fonte di transito, in parte di destinazione per donne e bambini vittime di traffico sessuale. Donne e bambini provenienti dalla Romania sono vittime della prostituzione forzata nei paesi europei, tra cui Belgio, Croazia, Cipro, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, e il Regno Unito, così come in Canada. Proprio per questo non si può prescindere dai dati nazionali sulle vittime di tratta, molti dei quali sono elaborati dall'Agenzia Nazionale contro la Tratta (ANITP), che si occupa tra le altre cose della ricerca e dell’approfondimento del fenomeno. In base al report US 2014 Trafficking in Persons Report realizzato dall’ambasciata degli Stati Uniti in Romania, un terzo delle vittime della tratta rumene sono minorenni. (http://en.antitrafic.ro/informative-materials/us-2014-trafficking-in-persons-report-a332.html) Le vittime di accattonaggio forzato sono in genere di etnia rom. Il dato significativo è che la maggior parte (circa i 2/3) sono stati reclutate da conoscenti, quindi da persone di fiducia, a volte i familiari stessi, aspetto che ha delle pesanti ricadute a livello psicologico. La Romania è anche un paese di destinazione per un piccolo numero di vittime della 30 tratta estera, comprese le vittime della tratta del sesso da Moldavia e Polonia. Nel 2014 secondo l’ANITP grazie all’intervento congiunto di funzionari pubblici e ONG sono state segnalate 757 vittime della tratta di esseri umani, ovvero sia sfruttate per il sesso, sia per mandopera e accattonaggio. Dal report 2014 realizzato da ANITP sul fenomeno della tratta emergono i seguenti dati: - delle 757 vittime individuate, 440 vivono in villaggi o comuni rurali, e rappresentano quindi i soggetti più vulnerabili. 302 provengono dalle aree urbane e cinque dalla capitale; - Nonostante rispetto agli anni precedenti aumenti il numero di adulti vittime di tratta (467), il numero di minori tra i 14 e i 17 anni rimane comunque considerevole (290); - le carenze educative rappresentano uno dei principali fattori di rischio. Il 47% delle vittime non ha terminato le scuole secondarie di primo grado; il 32% ha completato il ciclo di istruzione secondaria di primo grado quando sono state trafficate; l’1% ha terminato l’istruzione superiore; il 5% (37 vittime) è senza istruzione; il 14% (106 vittime ) possiede istruzione primaria; - altre cause rilevate: la mancanza di opportunità di lavoro nei contesti rurali, la mancanza di valori sociali, famiglie disfunzionali, il desiderio di fuggire un ambiente violento o la ricerca di opportunità di lavoro o di viaggio; - per il periodo analizzato dal rapporto 2014 l’attività di traffico è orientata più all'estero, a causa del maggiore sviluppo economico di questi paesi. I primi 10 paesi di destinazione sono stati l'Italia con 93 vittime, Germania con 75 vittime, 45 le vittime Spagna, Austria 32, Repubblica Ceca con 29, Irlanda 29, Portogallo 22, Grecia 19 vittime e Regno Unito 18 vittime. Tuttavia, vi è un aumento della quota di traffico interno dal 38% al 45%, per un totale di 339 vittime sfruttate in Romania. Gli sforzi del governo non sono sufficienti a offrire l’identificazione delle vittime, a tal punto che il ruolo delle ONG in questi interventi è diventato fondamentale. Secondo il report US 2014 Trafficking in Persons Report hanno beneficiato di assistenza nel 2013 soltanto 291 vittime su un totale di 896, anche a causa della scelta da parte del governo di non fornire finanziamenti alle ONG. Non ci sono stime più recenti, ma le ONG confermano le stesse percentuali anche per il 2014 e per il primo semestre del 2015, ovvero circa il 68% di vittime identificate che non ricevono assistenza. Molti dei centri finanziati dai governi locali dovrebbero garantire assistenza medica, consulenza psicologica, reinserimento scolastico, la formazione professionale, e la consulenza legale. Tuttavia gli osservatori hanno rilevato alcune criticità quali: la scarsità di psicologi disponibili per le vittime; difficoltà ad accedere alla copertura sanitaria, in quanto molte vittime non erano in precedenza parte del mercato del lavoro formale, e non avevano quindi versato contributi; Per quanto riguarda le azioni di prevenzione, è l'Agenzia Nazionale contro la tratta di persone che coordina l'attuazione delle politiche anti-tratta, attraverso le seguenti azioni: pubblicazione regolare di rapporti e statistiche sul traffico; realizzazione nel 2013 di sei campagne di sensibilizzazione nazionali e 49 campagne regionali e locali; L’intervento di Generatie Tanara a Timisoara e nei villaggi vicini si articola in: servizi di emergenza rivolti alle vittime di tratta; programmi di protezione a lungo termine a favore delle vittime di tratta, finalizzati a garantire la protezione fisica, emotiva ed economica della vittima; programmi di prevenzione rivolti ai minori dei territorio di Calacea, Carani, Recas. Le vittime inserite nei programmi di GT vengono prevalentemente da situazioni di povertà e da situazioni familiari destrutturate, coerentemente col report dell’ANITP. Quasi tutte sono originarie da zone rurali, che offrono scarse opportunità alle famiglie e ai giovani stessi. Possono essere orfani, o minori i cui genitori o parenti spesso faticano a garantire cure e attenzioni necessarie, per incapacità o impossibilità. Ci sono casi di giovani vittime proveniente da famiglie in situazioni di disagio sociale: genitori divorziati e risposati, a volte protagonisti di atti di violenza domestica (botte, 31 abusi sessuali, ecc..), casi di madri o padri alcolisti, promiscuità ecc.. Spesso le problematiche si intrecciano, tanto da poter parlare di famiglie multiproblematiche. Come confermato dai dati dell’ANITP spesso sono i conoscenti a costringerli ad entrare nella rete della tratta. Le vittime spesso vengono maltrattate, malnutrite, violentate. Si tratta per la maggior parte di minori di età compresa tra i 14 e i 16 anni ( anche se ve ne sono alcune maggiorenni), molte delle quali sono state “sfruttate” in Romania, all’interno dei centri urbani, in mano alla criminalità organizzata. Alcune invece sono finite all’estero, e rimpatriate una volta rintracciate dalla polizia. Dopo essere state identificate dalla polizia, sono state portate a Generatie, dove hanno intrapreso il percorso di reintegrazione sociale. GTR fornisce alle vittime della violenza domestica un supporto iniziale, in caso d`emergenza, quindi per un peridio limitato. L'assistenza fornita alle vittime da parte dell’ONG si fonda su un approccio olistico che soddisfa una serie di esigenze, ovvero garantire l’ assistenza, in conformità alla Decisione del Governo n. 1238/2007, un ambiente a disposizione delle vittime adeguato, risorse umane necessarie, servizi educativi e di reinserimento sociale di qualità. Nel 2015 sono state assistite presso GRT 40 vittime di tratta, di cui 18 minorenni e 22 adulti. Inoltre l’associazione ha assistito 32 vittime di violenza domestica, di cui 23 minorenni. A tutte è stata garantita assistenza e sono state inserite in programmi individuali di reintegrazione sociale all’interno delle sedi di Timisoara, Recas, Calacea e Carani. Nel 2015 sono stati implementati 40 programmi di protezione delle vittime di tratta. I programmi di protezione prevedono: Il rimpatrio delle vittime e laddove possibile la reintegrazione nelle famiglie d’origine; Attività quotidiane di assistenza; Supporto sanitario e psicologico alle vittime garantendo settimanalmente incontri con figure professionali competenti; Attività di supporto per questioni burocratiche (preparazione dei documenti d’ identità, supporto nell’inserimento nei percorsi scolastici o professionali); Supporto legale alle vittime : servizi di mediazione tra la vittima e la famiglia fatti da un mediatore autorizzato; Attività espressive e creative 2 volte la settimana: o 1 laboratorio di arte terapia; o 1 laboratorio di bigiotteria; Attività ludico ricreative e culturali sul territorio a cadenza bisettimanale: o (cinema, visita alla città, visita ai musei, teatro, ecc.); o Attività ricreative, come festeggiamenti in occasioni di ricorrenze particolari, compleanni ecc., escursioni; Per quanto riguarda gli interventi di prevenzione, si concentrano in particolare nei piccoli centri di Calacea, Carani e Recas. A 25 km da Timisoara si trova la città di Calacea nel distretto di Timiş, nella regione storica del Banato. Appartiene al comune di Ortisoara ed ha una popolazione di 674 abitanti (2004). Si tratta di una città termale in parziale declino. L’economia del villaggio dipende soprattutto dal petrolio e dal gas. La città di Carani, confina con Calacea, dista circa 18 km da Timisoara, e conta circa 1794 abitanti. Infine Recaş, anch’essa ubicata nel distretto di Timis, a circa 25 km da Timisoara, ha una popolazione di circa 8.289 abitanti. Pur avendo iniziato una certa diversificazione dell'attività economica, Recaş rimane ancora strettamente legata all'agricoltura ed in particolare alla produzione di vini, piuttosto rinomati in tutto il Paese. Questi 3 centri rurali sono accomunati, oltre che da un economia prevalentemente agricola, da condizioni di vita piuttosto precarie. Almeno il 50% delle famiglie vive in condizioni di povertà, con ricadute notevoli rispetto all’accesso all’istruzione e all’esposizione ai rischi legati al traffico di esseri umani, soprattutto per quanto riguarda i minori. I minori che vivono nelle zone rurali sono soggetti vulnerabili e a rischio di finire nel giro del traffico di esseri umani, pertanto l’attività di prevenzione è fondamentale per rimuovere le cause del fenomeno. 32 Generatie Tanara da qualche anno ha implementato un centro aggregativo per minori a Recas, dove sviluppa attività di prevenzione e sensibilizzazione contro la tratta rivolte a minori. Inoltre, in collaborazione con i Servizi Sociali delle comunità di Calacea e Carani, ha avviato tra il 2014 e il 2015 due centri destinati all’accoglienza da lunedì e venerdì di minori tra i 3 e i 12 anni esposti al rischio della tratta. Oltre a offrire un contesto protetto e familiare, i centri avvieranno attività di prevenzione finalizzate allo sviluppo della personalità sociale dei minori, e che si articoleranno in attività di sostegno scolastico, educative, ludico ricreative. Nei centri vengono accolte e coinvolte nelle attività anche 3-4 vittime di tratta inserite nei programmi di protezione dell’ente. Tra fine 2014 e inizio 2015 l’ONG ha realizzato le seguenti attività nei 3 centri: - Accoglienza da lunedì a venerdì di 60 minori considerati a rischio; Attività espressive e creative 2 volte la settimana: o 1 laboratorio di arte terapia; o 1 laboratorio di bigiotteria; Attività di tutoraggio scolastico 2h al giorno da lunedì a venerdì; Attività ludico ricreative e culturali sul territorio a cadenza bisettimanale: o (cinema, visita alla città, visita ai musei, teatro, ecc.); o Attività ricreative, come festeggiamenti in occasioni di ricorrenze particolari, compleanni ecc., escursioni; BISOGNO SPECIFICO DEL TERRITORIO: Circa il 68% delle 757 vittime di tratta identificate nel 2014 dal Governo e dalle ONG non beneficia dei programmi di assistenza. Di queste 290 sono minori, per la maggior parte provenienti da zone rurali molto povere, con significative carenze educative e situazioni familiari difficili. DESTINATARI Circa 50 vittime di tratta, la maggior parte minori, che verranno inserite nei programmi di protezione e di reinserimento sociale dell’ONG nel 2015; 60 minori a rischio tra i 3 e i 12 anni individuati da GT nel territorio di Calacea, Carani, Recas che verranno accolti nel Centro e a cui verranno indirizzate attività educative e ricreative BENEFICIARI Le famiglie delle vittime di tratta, con le quali avviene il ricongiungimento delle vittime e che possono contare su una rete sociale nella quale trovare un sostegno reale di fronte alle difficoltà relative alle problematiche economiche e alla cura ed educazione dei figli; le istituzioni nazionali (ANITP, polizia di stato ecc.) ed internazionali di settore e quelle che interagiscono con l’Ente, affiancate nel compito di protezione, assistenza e re-inserimento sociale delle vittime di tratta e di violenza domestica; la società civile, in quanto l’intervento dell’associazione opera una contro-cultura che promuove il riconoscimento della dignità e il rispetto dell’essere umano e della donna in particolare; le famiglie e i parenti dei minori destinatari delle attività di prevenzione a Calacea, a Carani, a Recas che sono sostenute dall’ONG nella responsabilità educativa e possono affidare i figli a figure educative di fiducia; DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI L’intervento di GT è integrato, e incide sui diversi livelli e bisogni delle vittime e dei minori a rischio: bisogni materiali, istruzione, cure sanitarie, alimentazione adeguata. Gli interventi di prevenzione, infatti, vanno a incidere sulle cause della tratta, che sono legate a diversi fattori. Oltre agli interventi di prevenzione, i minori destinatari del progetto necessitano: - di cure sanitarie adeguate, per quanto riguarda in particolare i minori disabili: Amnesty International, Centre for Legal Resources e Save the Children-Romania sostengono che in Romania molti disabili psichici non ricevano cure adeguate e che molti ospedali, essendo sotto organico e non dotati di personale 33 - specializzato, non rispettino gli standard internazionali sui diritti umani. Del diritto a non essere discriminati dai coetanei e dalla comunità locale: vi sono infatti problemi di di discriminazione contro i rom, che continuano a veder loro negata parità di accesso all’istruzione, all’abitazione, ai servizi sanitari e all’impiego. E’ necessario implementare sul territorio percorsi di coscientizzazione sui diritti della donna e dei minori e programmi di protezione per le vittime di violenza. È necessario sostenere le famiglie nell’esercizio della genitorialità, per preservare il diritto del minore alla famiglia. È necessario qualificare l’offerta formativa, in particolare quella formale. Per quanto riguarda le vittime, oltre al supporto offerto dall’associazione, necessiterebbero ancora: Di una rete sociale capace di sostenerle e di favorire la loro reintegrazione; Di un tutoraggio delle attività professionali, anche al termine del programma protettivo dell’ente; Di una famiglia capace di valorizzarle e di favorire il loro reinserimento sociale. A questo proposito i familiari stessi avrebbero bisogno di un sostegno formativo, e di un accompagnamento nell’esercizio della loro genitorialità. Di formazione professionale che possa facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro. OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI Per quanto riguarda l’offerta di servizi analoghi si focalizzerà non solo l’offerta di servizi presente a Timisoara e nel distretto di Timis, ma anche nelle diverse aree della Romania. Questo perché il fenomeno della tratta è estremamente dinamico e le vittime inserite nei programmi di prevenzione provengono dal territorio nazionale. In generale il coordinamento delle attività nazionali di attuazione delle politiche antitratta è realizzato dall'Agenzia Nazionale contro la Tratta (ANITP), Dipartimento nell'ambito del Ministero dell'Amministrazione e dell'Interno. L’ANITP ha diverse funzioni, principalmente di coordinamento delle attività di cooperazione svolte dagli enti pubblici con le ONG, per la realizzazione degli obiettivi della Strategia nazionale e di studio e ricerca sulla diagnosi e l'evoluzione del fenomeno del traffico di esseri umani. Sviluppa programmi per lo svolgimento delle attività di prevenzione del il traffico di persone e di assistenza alle vittime di tratta, elabora e fonda programmi di interesse nazionale per la prevenzione della tratta di persone e l'assistenza alle vittime, ai fini del reinserimento sociale. Rispetto a queste azioni ci sono diversi contatti e forme di collaborazione con Generatie Tanara. In particolare le istituzioni gestiscono le seguenti strutture: 9 centri di protezione ed assistenza alle persone vittime di tratta, istituiti ai sensi della Legge nr. 678/2001, e subordinati ai Consigli provinciali, nelle città di Arad, Botosani, Galati, Giurgiu, Iasi, Ilfov, Mehedinti, Satu-Mare, Timis. 11 centri di transito / centri di prima accoglienza per i minori non accompagnati e vittime di tratta, istituiti ai sensi della legge nr. 678/2001, e subordinati ai Consigli provinciali, nelle città di Arad, Bihor, Botosani, Bucuresti, Galati, Giurgiu, Iasi, Mehedinti, Neamt, Satu-Mare, Suceava,Timis. A questi si aggiungono diversi centri di protezione ed assistenza per le vittime di tratta costituiti da ONG, che offrono servizi complessi e specializzati di assistenza alle vittime di tratta per un lungo tempo, da un periodo minimo di sei mesi, fino al raggiungimento della loro autonomia. Tra le principali associazioni che si occupano di tratta ci sono: ADPARE (Association for Developing Alternative Practices for Reintegration and Education): associazione presente a Bucarest, che offre diversi servizi alle vittime di tratta, tra i quali assistenza sociale, legale, medica, sostegno psicologico e terapia di gruppo, terapia occupazionale, art therapy, inserimenti professionali; Associazione “Reaching out” a Pitesti, che presenta uno shelter con soggiorno medio di un anno per le vittime di tratta, a cui viene offerta terapia occupazionale, assistenza, formazione professionale; La Chiesa Ortodossa Rumena, che fornisce servizi residenziali per le vittime; L’associazione “Betania” a Bacau, che tra le varie strutture presenta un centro per l'inserimento e l'integrazione dei giovani che sono stati protetti dalla Direzione Generale della previdenza sociale e la protezione dei bambini di Bacau previdenza sociale e la protezione dei bambini, e altri soggetti a rischio, tra cui vittime del 34 - traffico di esseri umani. Il centro mette a disposizione 22 posti in 3 case di tipo familiare. “Fundatia Filantropia” a Timisoara che offre assistenza e programmi di protezione alle vittime di tratta e integrazione socio-professionale. Per quanto riguarda le attività per minori a rischio, nel territorio è presente una Direzione dei Servizi Sociali/Assistenza Sociale, che dovrebbe erogare servizi di prevenzione per tutelare i minori e, laddove possibile, evitare di separarli dalle loro famiglie. Tuttavia per realizzare questi interventi, i Servizi non possono fare a meno della collaborazione dell’ONG, come conferma il partenariato realizzato a Recas. Oltre a GT, sono poi presenti: “Save the Children”, che sviluppa progetti di prevenzione e intervento su abusi, counseling per bambini e famiglie, informazioni sull‟abuso sui media e durante vari eventi organizzati per professionisti e gente comune. La Caritas della Chiesa cattolica a Timisoara, che fornisce un ambiente sicuro grazie all‟accoglienza in strutture di alloggio di donne e bambini vittime di violenza. Come si evince dalla descrizione di cui sopra, ci sono diverse ONG presenti sul territorio che garantiscono protezione alle vittime, tuttavia Generatie Tanara è una delle poche davvero attive in termini di identificazione e trattamento delle vittime di tratta, monitorando e gestendo casi di vittime del traffico di esseri umani segnalate dalla polizia all’interno del paese, ma anche quelle che vengono individuate nei paesi esteri, grazie alle collaborazioni con istituzioni e associazioni internazionali, tra le quali l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII o “Save the Children” per quanto riguarda la Moldavia. I dati del report US 2014 Trafficking in Persons Report confermano comunque che gli interventi del governo non sono ancora sufficienti a proteggere le vittime, il cui numero supera di gran lunga i servizi disponibili per assisterli, come già descritto nel contesto settoriale. La continua richiesta di accoglienza di vittime di tratta, che si aggira tra le 60 e le 90 richieste, dimostra comunque che la domanda di servizi di questo tipo non viene soddisfatta dall’offerta e richiede un intervento più efficace in termini quantitativi e qualitativi. I Servizi stessi hanno appena stretto un partenariato a Recas, e sono in collaborazione con l’ente anche a Carani e Calacea, chiedendo all’associazione un supporto concreto nella prevenzione con i minori, in quanto gli interventi istituzionali e delle altre associazioni, non sono sufficienti. INDICATORI UTILIZZATI PER MISURARE IL CONTESTO - N. vittime di tratta identificate nel 2014; Percentuale delle vittime che non ricevono assistenza; N. minori vittime di tratta; N. programmi di protezione attivati da Generatie Tanara nel 2015; N. minori inseriti nei centri di Recas, Calacea e Carani e destinatari delle attività di prevenzione; N. attività espressive e creative realizzate settimanalmente; N. ore di tutoraggio scolastico realizzate; N. attività ludico ricreative e culturali sul territorio e frequenza con cui vengono realizzate; RUSSIA In Russia, il progetto “Caschi Bianchi, Corpo civile di pace 2015 - Eurasia” si sviluppa nelle città di Astrakhan ed Elista e ha l’obiettivo di rafforzare e qualificare gli interventi rivolti ai minori, ai disabili e alle persone senza fissa dimora che vivono situazioni di forte disagio ed esclusione sociale, attraverso attività educative e monitoraggio. L’intervento dell’Ente a favore di questi gruppi più vulnerabili della società ha un forte impatto nelle città in cui si opera e di cui sotto descriviamo il contesto territoriale, settoriale e i bisogni specifici. 35 CONTESTO TERRITORIALE E SETTORIALE E DESCRIZIONE DEL BISOGNO SPECIFICO Riguardo alla descrizione settoriale dei problemi sociali non è stato possibile trovare dei dati specifici per i territori coinvolti nel progetto. Il problema dell’informazione sulle problematiche sociali viene riportato dalle diverse agenzie che lavorano nell’area dei diritti umani in Russia. ELISTA: CONTESTO TERRITORIALE Elista (100,000 ab. circa), è la capitale della repubblica di Calmucchia, regione situata nella Russia sud-occidentale, nella pianura prossima al mar Caspio. Formatasi come cittadina nel 1865 da sole 15 case, nel 1920 è diventata un centro amministrativo autonomo. Dopo la Seconda guerra mondiale Stalin costrinse all'esilio in Siberia gran parte dei Calmucchi residenti nella da poco istituita Repubblica Autonoma Sovietica dei Calmucchi, con l’accusa di aver appoggiato i tedeschi durante la guerra, e cercò di ripopolarla con russi. La città, che venne ribattezzata Stepnoj, visse un'altra "ondata" di sviluppo. La città mantenne quel nome fino al 1957 quando i calmucchi sopravvissuti alla deportazione furono autorizzati al rientro. La repubblica (290.000 ab circa) si estende su una superficie di 76,100 km2; oltre il 44 % della popolazione vive in contesti urbani, con una densità di circa 3,8 km2. Storicamente la predominanza degli abitanti è di provenienza mongola (60%), Russi (30%) ed il 10% di altre popolazioni che migrarono in questo territorio. I Calmucchi essendo in prevalenza Buddisti hanno creato un contesto territoriale dall’aspetto insolito rispetto alle realtà territoriali circostanti, che in prevalenza è influenzata da una cultura Cristiano Ortodossa e Mussulmana. Il 50% della popolazione della Calmucchia risiede ad Elista, dove lo sviluppo urbano ed economico cittadino si basa principalmente sulla raffinazione di materie minerali e sull’estrazione di oli combustibili, fattore che purtroppo non si traduce nella sufficiente creazione di significative opportunità lavorative (fonte Kalmykia.eu). CONTESTO E DESCRIZIONE SETTORIALE DEL BISOGNO SPECIFICO Ad Elista l’Ente Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII opera prioritariamente con persone aventi problemi di disabilità, attraverso l’accoglienza residenziale in strutture di multiutenza, e promuovendo attività educative all’interno di un centro diurno. La disabilità in Russia è una condizione che le istituzioni e la società civile non considerano. Lo stato Russo attraverso i suoi attori istituzionali e sociali non è mai riuscito a creare una reale integrazione sociale dei soggetti disabili, basata sull’inserimento delle diverse identità in un contesto all’interno del quale non siano presenti discriminazioni. Inoltre va considerato che in Russia per disabilità si intende l’incapacità di lavorare e l’unico strumento di supporto da parte dello Stato è l’elargizione di una pensione. Infatti il sistema pensionistico russo prevede che beneficino del contributo statale quei cittadini che per varie ragioni non hanno diritto alla pensione da lavoro tra cui i disabili di I-II-III gruppo (inclusi i minori) che non sono stati mai occupati o che non hanno maturato un numero minimo di anni di contribuzione (pensione statale d’invalidità), dove per III gruppo si intende : I gruppo: 100% di perdita della capacità lavorativa con assistenza continua II gruppo: 100% di perdita della capacità lavorativa senza assistenza continua III gruppo: 50% di perdita della capacità lavorativa senza assistenza continua (Fonte: “Il sistema pensionistico della Federazione Russa, 2014-2015” - Cristina Carpinelli, ISPI School - Milano Associazione Italia-Russia Lombardia) Da questo sistema sono esclusi tutte quelle persone che nonostante la loro disabilità, non rientrano nel sistema dei gruppi. Questo sistema e lo scarso interesse da parte delle istituzioni verso i bisogni e le problematiche delle persone con disabilità fa sì che non siano reperibili stime ufficiali, soprattutto a livello locale. I dati utilizzati, pertanto, 36 sono stati elaborati dall’ente e dalle associazioni che operano da anni nel territorio e che raccolgono i dati delle persone accolte nelle strutture, inserite nelle progettualità o che semplicemente prendono contatto per esplicitare un bisogno. Gli operatori dell’Ente presenti sul territorio di Elista stimano la presenza di persone con disabilità vicina al 10 % della popolazione locale, dato in linea con la media nazionale, stima confermata dalla rivista online Elista.org nel dicembre 2014 quando dichiarò che erano ben 24 mila le persone che nella regione beneficiavano della pensione statale per le persone con disabilità. I servizi statali e associativi rivolti a soggetti con disabilità ad Elista - come nella regione della Calmucchia sono molto limitati. Il percorso di sensibilizzazione della società nei confronti della disabilità è ancora agli inizi. L’indifferenza rispetto a questa tipologia di persone è evidente se si considera l’assenza di programmi scolastici e ricreativi sul territorio che rispondano ai bisogni dei disabili. L’emarginazione ha inizio già sui banchi di scuola, dove i bambini con disabilità vengono inseriti in strutture ad hoc (non in classe con bambini normodotati), dato che solo il 3 % delle scuole russe adotta programmi specifici per persone con disabilità. Anche le infrastrutture cittadine condizionano significativamente la vita dei disabili: vi sono numerose barriere architettoniche, dai trasporti alle strade dissestate, incrementando oltremodo quell’emarginazione sociale che già porta i disabili e recludersi nelle proprie abitazioni. Oltremodo emblematico nella Federazione Russa il tasso di Istituzionalizzazione delle persone con disabilità, soprattutto minori, che secondo i dati dell’Unicef è tra i più alti al mondo. L’Associazione comunità Papa Giovanni XXIII interviene ad Elista nell’ambito della disabilità attraverso l’accoglienza residenziale in una casa famiglia e l’inserimento diurno in un centro aperto ai disabili presenti sul territorio. L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII ad Elista offre: Accoglienza residenziale a 7 adulti con disabilità, 2 con invalidità fisica, 1 con sindrome di Down e 4 in stato di abbandono familiare Accoglienza residenziale di 1 adulto borderline; Inserimento di 20 disabili nel centro diurno di Elista; Fin ad ora nel corso del 2015 sono state realizzate le seguenti attività: Attività di sviluppo delle autonomie 2 volte a settimana per i disabili accolti e quelli inseriti nel centro diurno; Attività di supporto scolastico ed extrascolastico a favore di una ragazza con disabilità fisica accolta dall’Ente iscritta alle scuole superiori; Iscrizione all'università di psicologia a Mosca e supporto scolastico nella preparazione degli esami a favore di una ragazza con disabilità fisica accolta dall’Ente; Attività ludico ricreative e di socializzazione 4 volte al mese per i disabili accolti (gite nei musei, cinema, passeggiate) e per quelli del centro diurno; 2 volta la settimana laboratori manuali con attività di lavorazione della cartapesta, lana di vetro-cera, legno e creazione di oggettistica (candele, lavorazione a maglia, bigliettini, braccialetti) per i disabili del centro; Partecipazione con gli utenti accolti e con gli utenti del centro a feste cittadine in cui si espongono i lavori creati e partecipazione alla Giornata dell'invalido in cui si organizzano degli spettacoli di ballo; Attività sportive nella palestra statale 1 volta a settimana, e ogni 2 mesi organizzazione di eventi sportivi per i disabili del centro; Realizzazione di un campo estivo per gli utenti del centro diurno e per i giovani della città coinvolti durante l’anno in attività di volontariato presso il centro diurno dell’Ente; 37 2 volte a settimana corso di lingua italiana per 10 ragazzi disabili esterni alle attività del centro; Eventi ed attività con banchetti di sensibilizzazione e promozione sul territorio finalizzati alla creazione di una cultura della solidarietà 3 volte l’anno. BISOGNI SPECIFICI La disabilità in Russia è una condizione che le istituzioni e la società civile non considerano. Lo stato Russo attraverso i suoi attori istituzionali e sociali non è mai riuscito a creare una reale integrazione sociale dei soggetti disabili, basata sull’inserimento delle diverse identità in un contesto all’interno del quale non siano presenti discriminazioni. L’indifferenza rispetto a questa tipologia di persone è evidente se si considera l’assenza di programmi scolastici, ricreativi e di occasioni di socializzazione ad Elista, come nel resto della Russia, che rispondano ai bisogni dei disabili e degli utenti accolti dall’Ente, che si ritrovano isolati dalla società. Tale isolamento è aggravato dalla scarsa autonomia degli utenti stessi e dall’assenza di una rete sociale capace di valorizzare e integrare chi è disabile. DESTINATARI 7 adulti con disabilità accolti nelle strutture dell’Ente; 1 adulto borderline accolto nelle strutture dell’Ente 20 disabili inseriti nel centro diurno di Elista, e i 3 che verranno inseriti; BENIFICIARI le 8 famiglie dei utenti accolti quotidianamente e per le 23 famiglie degli utenti del centro diurno di Elista, orientandole allo sviluppo di una mentalità d’integrazione e riconoscimento della diversità come valore positivo; la popolazione di Elista, ed in particolare i giovani, che attraverso i servizi forniti dall’ente viene sensibilizzata e coinvolta nello spirito di solidarietà e rispetto dei più deboli, in particolare dei disabili; gli attori istituzionali e sociali locali, destinatari del lavoro d’integrazione sociale e lavoro coordinato in rete fatto dall’ente. DOMANDA DEI SERVIZI ANALOGHI Per quanto riguarda il target del progetto, ovvero i disabili, si possono individuare i seguenti bisogni e quindi la conseguente richiesta di intervento: lo scarso inserimento nel contesto sociale e l’accesso pressoché inesistente ad attività educative o ricreative; la noncuranza delle famiglie, che si materializza con l’abbandono delle persone con disabilità. E’ necessario un sostegno alle famiglie che fanno fatica a crescere figli disabili per problemi economici o culturali; la diffusione di una cultura che si basi sul rispetto delle differenze, sia nei contesti educativi formali, che in quelli non formali e informali; lo stato Russo per legge prevede posti di lavoro destinati a soggetti svantaggiati, che però solitamente si tramuta in un nulla di fatto. Sarebbe necessaria l’applicazione della normativa prevista; sarebbe necessario affrontare l’istituzionalizzazione e la reclusione in contesti casalinghi di questi soggetti attraverso un piano annuale che coinvolga i disabili in attività lavorative e ricreative, volte ad un’integrazione sociale reale; manca l’informazione e sensibilizzazione dei disabili e delle famiglie stesse dei propri diritti. OFFERTA DEI SERVIZI ANALOGHI La principale offerta dei servizi analoghi riferiti al target del progetto, quindi a persone disabili, è costituita dal Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Sociale, che interviene su quei soggetti disabili ai quali viene diagnosticato un grado elevato di handicap mentale o fisico, e dai Servizi Sociali. Il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Sociale, dopo aver individuato i soggetti disabili e le criticità legate alle singole situazioni, dovrebbe provvedere all’inserimento lavorativo e sociale delle persone disabili, attraverso percorsi di sviluppo delle autonomie. Pur essendo questa procedura prevista per legge, nel concreto è molto raro veder implementato questo programma di inserimento da parte del Ministero. 38 Il Ministero della Salute è l’istituzione che principalmente segnala casi particolari e gravi di persone con disabilità presenti sul territorio e li segnala alle associazioni locali. L’Associazione dei disabili locale e l’Ass. della Repubblica Calmucchia, attraverso anche il Ministero dello Sport, organizzano attività sportive, gare e tornei, a livello regionale e nazionale, specificatamente dedicate a portatori di handicap. Sono presenti nella città di Elista 3 centri Dom Rebionka: uno si chiama Dom Maliutka ed ospita bambini disabili fino ai 3 anni, il secondo ospita bambini disabili dai 3 ai 6 anni e l’ultimo è riservato alle accoglienze per minori fino ai 18 anni. INDICATORI DI CONTESTO: n. persone disabili presenti sul territorio; n. persone disabili che beneficiano della pensione statale; n. disabili accolti in modalità residenziale nelle strutture dell’Ente; n. disabili inseriti nelle strutture dell’Ente n. attività di sviluppo delle autonomie realizzate; n. attività educative realizzate; n. attività di sostegno socio-psicologico realizzate; n. attività ludico-ricreative realizzate; n. attività laboratoriali realizzate; n. attività sportive realizzate; n. eventi ed attività di sensibilizzazione e promozione sul territorio. ASTRAKHAN: CONTESTO TERRITORIALE Astrakhan è una città di circa 500.000 abitanti, è una delle principali città della parte meridionale della Russia europea, capoluogo dell'omonima regione. La città è situata sul fiume Volga, presso la sua foce nel Mar Caspio. La regione di circa 44.000 km2, è situata nel Sud della parte europea della Russia, confina con le Regioni di Volgograd e di Samara, con la Repubblica di Calmucchia e con il Kazakistan. La popolazione é di circa 1 016 516 di abitanti. La regione di Astrakan è molto ricca di materie prime: nel sottosuolo si trovano ricchi giacimenti di greggio, di gas metano, di gesso, di sostanze indispensabili per la produzione di vernici naturali. Il giacimento più importante è “Astrakhanskoe gasokondensatnoe”, scoperto nel 1976 (Bancaintesa, 2010). Il clima della regione è continentale, molto arido, con inverni rigidi ed estati molto calde e secche durante le quali si raggiungono picchi di temperatura fra i più elevati dell'intera Russia. Nel capoluogo Astrachan' le temperature medie oscillano fra i −7 °C di gennaio e i 25 °C di luglio, mentre le precipitazioni medie annue ammontano a soli 175 millimetri, senza particolari concentrazioni stagionali. Il clima secco impoverisce la vegetazione naturale; l'intera oblast' è infatti compresa nella fascia della steppa arida, che in alcuni punti trapassa nel semideserto che occupa le coste del mar Caspio (Wikipedia, 2015). CONTESTO E SETTORIALE E DESCRIZIONE DEL BISOGNO SPECIFICO Ad Astrakhan l’Ente Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII opera prioritariamente con minori, disabili, donne con minori e persone senza fissa dimora che vivono situazioni di forte disagio ed esclusione sociale, attraverso l’accoglienza residenziale in strutture di multiutenza, promuovendo attività educative e attraverso le attività dell’Unità di Strada. Per quanto riguarda i minori, nella regione di Astrakhan è diminuito il numero di 39 bambini che hanno bisogno di un nucleo familiare. Negli istituti per bambini restano liberi più del 30% dei posti. A fine 2014, nella regione di Astrakhan erano ospitati in istituti per orfani e bambini rimasti senza cure parentali, circa 900 minori, mentre nel 2013 il loro numero superava i 1,400. I minori abbandonati nel corso del 2014 sono stati 29, 18 meno rispetto allo scorso anno. Tuttavia, il numero delle madri single è aumentato: ben 2053 bambini sono nati in famiglie monoparentali, dove solitamente il genitori è la madre, che è quasi un terzo in più rispetto al 2013. A questo si aggiunge anche il dato preoccupante dei padri che riconoscono i propri figli. Infatti nel 2014 il numero si è ridotto da 2336 a 2301 (-35). Così come la situazione dei padri, si è ridotto il numero di adozioni, infatti nel 2014 sono state registrati 128 atti di adozione, 21 in meno rispetto al 2013. Secondo l'elaborazione di un censimento nella zona ci sarebbero più di 17 mila persone disabili in età lavorativa, e 14 mila di loro sarebbero disoccupate. La situazione risulta paradossale infatti ci sarebbero posti di lavoro reali per persone disabili ma che alla fine non sono occupati. La ragione di questa situazione non è chiara, anche se si può spiegare in due modi: le persone con disabilità sono poco informati sulle possibilità di occupazione e formazione, o hanno paura di perdere le loro pensioni e le modifiche dello stile di vita. La situazione dei senza fissa dimora non è tracciabile per l’assenza di dati e di interventi dello Stato a favore di quest’ultimi. Gli unici dati possibili sono quelli raccolti dall’Ente attraverso i suoi interventi. L’ente infatti supporta settimanalmente circa 40 senzatetto, fornendo sostegno alimentare e sociosanitario. Nel corso del 2015 l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII ha cercato di far fronte a queste problematiche attraverso i seguenti interventi: accoglienza di 2 minori orfani in età scolare, provenienti da istituto, nelle strutture residenziali dell’Ente ad Astrakhan; accoglienza di 1 madre sola con 2 bambini nelle strutture residenziali dell’Ente ad Astrakhan; accoglienza di 2 disabili nella struttura residenziale dell’Ente ad Astrakhan; accoglienza di 1 adulto disabile senzatetto nella struttura residenziale dell’Ente ad Astrakhan; accoglienza di 1 giovane senzatetto nella struttura residenziale dell’Ente ad Astrakhan; sostegno a 5 famiglie povere attraverso il progetto delle adozioni a distanza. Nel corso dell’anno sono state portate avanti le seguenti attività: attività educative e sanitarie per tutti gli utenti accolti nelle strutture dell’Ente; attività scolastiche ed extrascolastiche rivolte ai 4 minori accolti nelle strutture dell’Ente; laboratorio di igiene personale a favore dell’ adulto disabile senzatetto accolto nella struttura dell’Ente; attività di assistenza sanitaria particolare, inserimento lavorativo, sostegno nell'attività educativa dei figli a favore della ragazza madre accolta nella struttura dell’Ente; sostegno nell’ inserimento lavorativo e sociale a favore del giovane senzatetto accolto nella struttura dell’Ente; 40 sostegno economico e sociale per le 5 famiglie inserite nel progetto delle adozioni a distanza. Infine l’Ente nelle città di Astrakhan porta avanti una Unità di Strada che hanno raggiunto i seguenti risultati: sostegno a 40 senzatetto presenti sul territorio; distribuzione di circa 200 pasti a persone che vivono sulla strada; realizzazione di circa 10 interventi di orientamento socio-sanitario a persone incontrate sulla strada. BISOGNO SPECIFICO 2 Presenza nel territorio di Astrakhan di gruppi vulnerabili (minori, disabili, donne con minori e senzatetto) in stato di abbandono a cui non sono garantite forma di assistenza, percorsi formativi/educativi, percorsi per l’acquisizione dell’autonomia o il reinserimento sociale adeguati. DESTINATARI 2 minori orfani accolti nelle strutture dell’Ente, e i 2 minori che verranno accolti; 2 disabili accolti in modalità residenziale nelle strutture dell’ente; 40 senzatetto sostenuti dall’ente attraverso l’unità di Strada, e i 10 senzatetto che verranno inseriti nel progetto; 1 adulto disabile senzatetto accolto nelle strutture dell’Ente; 1 giovane senzatetto accolto nelle strutture dell’Ente; 1 ragazza madre e i 2 bambini accolti nelle strutture dell’Ente; 5 famiglie povere sostenute dal progetto adozioni a distanza, e le 2 famiglie che verranno inserite nel progetto. BENIFICIARI le 5 famiglie degli utenti accolti quotidianamente, che avranno la possibilità di intraprendere dei percorsi di stabilizzazione che possano portare a un possibile reinserimento degli utenti nella società civile oltre alla possibilità di orientarle allo sviluppo di una mentalità d’integrazione e riconoscimento della diversità come valore positivo; la popolazione di Astrakhan, che attraverso i servizi forniti dall’ente viene sensibilizzata e coinvolta nello spirito di solidarietà e rispetto dei più emarginati; gli attori istituzionali e sociali locali, destinatari del lavoro d’integrazione sociale e lavoro coordinato in rete fatto dall’ente. La società civile e le istituzioni pubbliche che saranno attivate e sensibilizzate alla costruzione di una cultura di accoglienza e integrazione e che potranno usufruire di un interlocutore con cui poter lavorare in rete e una risorsa ulteriore nel rispondere ai bisogni dei cittadini. DOMANDA DEI SERVIZI ANALOGHI Per quanto riguarda il target del progetto si possono individuare i seguenti bisogni e quindi la conseguente richiesta di intervento: Un problema correlato al fenomeno dei senza tetto e dei minori che vivono in strada è quello della tossicodipendenza e soprattutto dell’alcolismo, Il governo lancia campagne contro l’alcool e la droga, ma di fatto mancano una vera politica di prevenzione e strutture riabilitative per alcolisti e tossicodipendenti. 41 Un problema invece correlato alle condizioni dei minori è quello dell'HIV/AIDS, ritenuta un'emergenza nazionale. Si sta sperimentando una crescita rapidissima dell'epidemia, tra le più alte in Europa. Un numero preoccupante di nuove infezioni è ora riscontrato anche nelle donne in età fertile; manca l’informazione e sensibilizzazione dei disabili e delle famiglie stesse dei propri diritti.; lo stato Russo per legge prevede posti di lavoro destinati a soggetti svantaggiati, che però solitamente si tramuta in un nulla di fatto. Sarebbe necessaria l’applicazione della normativa prevista; Mancanza di dormitori, infrastrutture e percorsi riabilitativi per i senzatetto; la diffusione di una cultura che si basi sul rispetto delle differenze, sia nei contesti educativi formali, che in quelli non formali e informali OFFERTA DEI SERVIZI ANALOGHI Sul territorio di Astrakhan non vi sono presenti altri enti che svolgono attività di assistenza ai senza fissa dimora. In occasione delle grandi festività ortodosse (2-3 volte l’anno) i protestanti si recano presso un paio di chiese più famose e distribuiscono pasti ma non hanno costanza. Sono presenti delle piccole mense per i poveri presso alcune chiese ortodosse, all’interno delle quali viene sottoposta una selezione dei beneficiari. Infine sono presenti due dormitori femminili statali e due dormitori maschili sempre statali, dove per i senzatetto, dopo i primi tre giorni che la persona viene accolta gratuitamente, i successivi giorni di pernottamento sono garantiti dal pagamento di una "tangente" giornaliera. Il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Sociale interviene su quei soggetti disabili a quali viene diagnosticato un grado elevato di handicap mentale o fisico attraverso l’inserimento nei “Dom Rebyonka”, e nei “Dom Dyetskii”. I “Dom Rebyonka” accolgono principalmente minori disabili fino a 4 anni, mentre i “Dom Dyetskii” accolgono minori fino alla maggiore età e sono caratterizzati però dalla frequenza di episodi di maltrattamenti e violenza di vario genere. Dopo la maggiore età l’unica opportunità per i disabili che non hanno nessun tipo di sostegno familiare, sono gli istituti psichiatrici, dove le numerose mancanze strutturali (sia educative che ambientali) non riescono a rispondere alle necessità dei disabili accolti. Ad Astrakhan sono attivi 4 Dom Rebjonka: Kapelka: che accoglie circa 30 neonati; Zvjozdochka: che accoglie circa 100 neonati; Ajstjonok: che accoglie circa 100 neonati; Ulitka: un orfanotrofio per sole ragazze che accoglie circa 40 ragazzine. Inoltre sono presenti 8 Detskie Doma, con denominazioni diverse a seconda dei destinatari (orfanotrofi per minori con problemi all'udito, orfanotrofi di correzione etc.), diverse scuole-istituti, dove i bambini, provenienti soprattutto da famiglie disagiate o con genitori con problemi di alcolismo si trovano dal lunedì al venerdì e spesso anche i fine settimana. Non si trattano di orfanotrofi veri e propri (perché spesso i bambini hanno i genitori ) ma concettualmente si distinguono poco da essi. Inoltre nella regione di Astrakhan vi sono circa altri dieci orfanotrofi, di cui il più famoso è Raznochinovka, dove sono accolti circa 300 bambini disabili, con patologie diverse, divisi sostanzialmente per età e sesso e non per necessità di approccio. Da notare che sia per gli orfanotrofi, per le carceri, per gli internati, per anziani, per disabili e per tutte le strutture statali vale la regola che nessun ente che porti nella propria denominazione accenni religiosi o stranieri è accettato, mentre i privati sono accettati solo se sponsorizzano le leggi, cioè se passano tangenti alle istituzioni. 42 INDICATORI DI CONTESTO n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. n. persone disabili presenti sul territorio; persone disabili che beneficiano della pensione statale; disabili accolti in modalità residenziale nelle strutture dell’Ente; senzatetto presenti sul territorio; senzatetto accolti dall’Ente; minori abbandonati; minori accolti dall’ente; donne sole con figli presenti sul territorio; donne sole con figli accolte dall’Ente attività di sviluppo delle autonomie realizzate; attività educative realizzate; attività di sostegno socio-psicologico realizzate; attività ludico-ricreative realizzate; attività laboratoriali realizzate; attività di assistenza sanitaria; attività di inserimento lavorativo 8) Obiettivi del progetto: L’obiettivo generale è la realizzazione di un modello di intervento integrato a più livelli, finalizzato a rimuovere le cause del disagio e della marginalità sociale con una metodologia nonviolenta. Tale modello si realizza attraverso la condivisione diretta con vive situazioni di disagio. A partire dalle relazioni concrete, dalla lettura condivisa dei contesti e dei conflitti che li caratterizzano, vengono sviluppate azioni di educazione, sensibilizzazione, informazione, finalizzate alla promozione di una cultura di solidarietà e pace e cooperazione tra i popoli. Tale obiettivo generale si coniuga in due obiettivi trasversali e comuni a tutti i progetti denominati Caschi Bianchi oltre che in specifici obiettivi per ciascun progetto e per ogni territorio: Obiettivo Trasversale 1: Obiettivo trasversale 2: Potenziare del 20% la produzione e la diffusione di materiale informativo prodotto attraverso il sito www.antennedipace.org e le piattaforme social ad esso collegati utili ad informare la società civile italiana sulle situazioni di conflitto e violenza strutturale nei paesi di destinazione del progetto. Qualificare l’azione di ricaduta dei rapporti UPR nei paesi di realizzazione del progetto incrementando l’azione di diffusione del 10% e il monitoraggio del recepimento delle indicazioni da parte dello stato in cui si realizza il progetto GEORGIA BISOGNO SPECIFICO I 460 minori individuati dall’Ente in condizioni di estrema povertà, disagio familiare, sociale ed educativo non ricevono l’adeguato sostegno dal punto di vista della sanità, della scolarizzazione e della tutela dalla violenza familiare. A questi si aggiungono i circa 2000 minori delle famiglie che attualmente abitano nella baraccopoli le quali vivono in condizioni di disagio e quotidianamente richiedono un intervento dell’Ente o dei Servizi Sociali, ma a cui non si riesce a dare adeguata risposta a causa di insufficienti risorse umane ed economiche. 43 OBIETTIVO SPECIFICO Inserimento di altri 37 minori nelle progettualità dell'Ente facilitando l'accesso ai controlli medici di base, alle attività di sostegno scolastico e supporto quotidiano, e qualificazione degli interventi educativi e di supporto già implementati. INDICATORI DI CONTESTO - N. minori accolti nelle due strutture d’accoglienza dell’Ente; - N. di attività settimanali di tutoraggio scolastico a favore dei minori accolti nelle strutture dell’Ente; - N. minori che vivono nella baraccopoli coinvolti nelle progettualità dell’Ente; - N. di interventi ludicoricreativi settimanali a favore dei minori della baraccopoli; - N. minori che necessitano di supporto educativo nella baraccopoli individuati dall’Ente; - N. minori in gravi difficoltà facenti parte delle famiglie che vivono nella città di Batumi, specificatamente segnalate dai Servizi Sociali; INDICATORI DI RISULTATO - Incremento del numero di accoglienze da 14 a 16 - Garantire l'inserimento delle nuove accoglienze nelle 3 attività di tutoraggio scolastico a settimana nelle strutture dell'Ente; RISULTATI ATTESI - Migliorate le condizioni di salute, economiche e psicologiche dei minori accolti, e delle loro famiglie, vittime di estrema povertà - Migliorato il rendimento scolastico e lo sviluppo cognitivo dei 16 minori accolti nelle strutture dell’Ente - Migliorata la coesione sociale, l’educazione, le condizioni di salute e la socializzazione dei 490 minori che vivono nella baraccopoli coinvolti nelle progettualità dell’Ente e di conseguenza delle relative 110 famiglie e del tessuto sociale della baraccopoli - Rafforzato il supporto ai Servizi Sociali, migliorate le condizioni di vita dei minori e delle famiglie segnalati nella città di Batumi, per condizioni di grave disagio sociale, fisico ed economico - Realizzati allontanamenti familiari nei casi di violenza e di conseguenza migliorato l’ambiente familiare, le condizioni di vita di donne e minori. - Stimolata la riflessione e la denuncia di episodi di violazione dei diritti umani - Incremento del n. di minori che vivono nella baraccopoli coinvolti nelle progettualità dell’Ente da 460 a 490; - Incremento degli interventi ludico-ricreativi in baraccopoli da 2 a 3 volte la settimana - Coinvolgimento di 30 nuovi minori nelle progettualità dell’Ente, in aggiunta ai 460 attualmente già raggiunti - Incremento del n. di minori in gravi difficoltà supportati dall’Ente e segnalati dai Servizi Sociali nella città di Batumi da 30 a 35 - N. di visite settimanali a favore di minori e famiglie in gravi difficoltà nella città di Batumi, specificatamente segnalati dai Servizi Sociali; - Incremento delle visite di sostegno a minori e famiglie specificatamente segnalati dai Servizi Sociali da 15 a 20 la settimana - N. di accompagnamenti a favore di donne e minori vittime di violenze domestiche - Incremento del n. di accompagnamenti a donne e minori vittime di violenze domestiche da 10 a 13 ROMANIA a. Bucarest BISOGNO SPECIFICO DEL TERRITORIO 1: Nell’ottobre 2014 sono state identificate poco più di 1.000 persone che vivono nelle fogne e per le strade di Bucarest in situazioni di forte povertà ed emarginazione, prive di cure sanitarie, di un’abitazione, di beni materiali di prima necessità e di supporto psicologico. 44 Si rileva altresì come una delle cause principali del fenomeno sia rappresentata dalle scarse opportunità educative rivolte ai minori. OBIETTIVO SPECIFICO DEL TERRITORIO 1: Incrementare e qualificare gli interventi di assistenza rivolti ai 150 adulti destinatari dell’accoglienza nella struttura dell’ente e delle attività esterne in collaborazione con altre associazioni e implementazione di attività di prevenzione e animazione sociale per 100 minori INDICATORI DI CONTESTO DI RISULTATO RISULTATI ATTESI - - - - - - - - n. persone che attualmente vivono nelle fogne di Bucarest; n. accolti annualmente nella struttura dell’ente; n. Attività di assistenza e di sviluppo delle autonomie per gli accolti nella struttura; n. accolti che ogni anno hanno completato il percorso nella struttura dell’ente per andare in autonomia; n. destinatari dell’intervento dei “Frati missionari della Carità” e frequenza di realizzazione delle attività; n. persone di strada destinatari del servizio di strada realizzato in collaborazione con i “Frati missionari della Carità”; n. persone destinatarie delle attività occupazionali promosse in collaborazione con “Fabrica de mozaic” e frequenza attività; n. minori destinatari degli interventi di animazione sociale e di prevenzione (in collaborazione con il Don Orione e durante i campi estivi); n. personale impiegato per la realizzazione delle attività; - Aumento delle attività di assistenza e di sviluppo delle autonomie per gli accolti (da 3 a 5 volte la settimana) - Aumento del n. di accolti che ogni anno hanno completato il percorso nella struttura dell’ente per andare in autonomia; - Avvio di una collaborazione 2 volte la settimana con i Frati missionari della Carità per le attività di assistenza del centro diurno; - Aumento da 30 a 40 delle persone di strada destinatarie del servizio di strada realizzato in collaborazione con i “Frati missionari della Carità”; - Da presenza saltuaria a una collaborazione a cadenza settimanale con “Fabrica de mozaic”; - Aumento del personale impiegato per la realizzazione delle attività da 2 a 3; - N. minori che partecipano alle attività di prevenzione; - Aumento dello sviluppo delle autonomie, del reinserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita dei 10 adulti accolti nel prossimo anno dalla struttura; - Miglioramento dei servizi di assistenza rivolti ai 140 adulti destinatari delle unità di strada e delle attività del centro diurno; - Diminuzione dei rischi correlati alla vita di strada per i 100 minori destinatari delle attività di animazione e di prevenzione promosse dall’ente; b. Timisoara BISOGNO SPECIFICO DEL TERRITORIO 2: Circa il 68% delle 757 vittime di tratta identificate nel 2014 dal Governo e dalle ONG non beneficia dei programmi di assistenza. Di queste 290 sono minori, per la maggior parte provenienti da zone rurali molto povere, con significative carenze educative e situazioni familiari difficili. OBIETTIVO SPECIFICO DEL TERRITORIO 2 Implementazione di 50 nuovi programmi di protezione per altrettanti minori vittime di tratta individuati da Generatie Tanara e qualificazione delle attività di prevenzione per 60 minori a rischio appartenenti ai territori di Recas, Calacea e Carani. 45 INDICATORI DI RISULTATO DI CONTESTO - N. vittime di tratta identificate nel 2014; - Percentuale delle vittime che non ricevono assistenza; - N. minori vittime di tratta; - N. programmi di protezione attivati da Generatie Tanara nel 2015; - N. minori inseriti nei centri di Recas, Calacea e Carani e destinatari delle attività di prevenzione; - N. attività espressive e creative realizzate settimanalmente; - N. ore di tutoraggio scolastico realizzate; - N. attività ludico ricreative e culturali sul territorio e frequenza con cui vengono realizzate; - Aumento del n. programmi di protezione attivati da Generatie Tanara da 40 annuali a 50; - Aumento delle attività espressive e creative da 1 a 2 volte la settimana; - Aumento delle ore di tutoraggio scolastico da 2h a 3h al giorno; - N. attività ludico ricreative e culturali da 1 volta ogni due settimane, a 2 volte la settimana; RISULTATI ATTESI - miglioramento delle condizioni di vita (dal punto di vista materiale, psicologico e di integrazione sociale) delle 50 vittime di tratta inserite nei programmi di protezione dell’ente; - riduzione dei rischi legati alla tratta e alla violenza domestica per i 60 minori inseriti nel programma di prevenzione di Carani, Calacea, Recas; - riduzione delle percentuali di vittime identificate e che non ricevono assitenza; RUSSIA Elista BISOGNO SPECIFICO 1 : La disabilità in Russia è una condizione che le istituzioni e la società civile non considerano. Lo stato Russo attraverso i suoi attori istituzionali e sociali non è mai riuscito a creare una reale integrazione sociale dei soggetti disabili, basata sull’inserimento delle diverse identità in un contesto all’interno del quale non siano presenti discriminazioni. L’indifferenza rispetto a questa tipologia di persone è evidente se si considera l’assenza di programmi scolastici, ricreativi e di occasioni di socializzazione ad Elista, come nel resto della Russia, che rispondano ai bisogni dei disabili e degli utenti accolti dall’Ente, che si ritrovano isolati dalla società. Tale isolamento è aggravato dalla scarsa autonomia degli utenti stessi e dall’assenza di una rete sociale capace di valorizzare e integrare chi è disabile. OBIETTIVO SPECIFICO 1 Rafforzare e qualificare gli interventi di integrazione e di sviluppo delle autonomie per le 8 persone con disabilità accolte dall’ente e per le 23 persone sostenute dai progetti dell’Ente INDICATORI DEL CONTESTO DI RISULTATO - n. persone - - n. persone - disabili presenti sul territorio; disabili che beneficiano della pensione statale; - n. disabili accolti in modalità residenziale nelle strutture dell’Ente; - - n. disabili inseriti centri diurni dell’ Ente; - n. attività di - Incremento del 10% degli utenti inseriti nei centri diurni dell’ Ente; Incremento del 15% delle attività d sviluppo delle autonomie; Aumento del 10% delle attività educative realizzate; Aumento del 20% del n. di attività di sostegno sociopsicologico realizzate; Aumento del 15% del n. di attività ludico-ricreative realizzate; Incremento del 25% del n. di attività laboratoriali realizzate; RISULTATI ATTESI - Miglioramento della capacità d’autonomia dei soggetti disabili coinvolti; - Maggio sviluppo delle capacità cognitive e manuali dei soggetti; - maggiore integrazione sociale dei disabili inseriti nel centro e nelle strutture; - maggior sensibilizzazione 46 - sviluppo delle autonomie realizzate; - - n. attività educative realizzate; - n. attività di Incremento del 5% del n. di attività sportive realizzate; Aumento del 10% del n. di eventi ed attività di sensibilizzazione e promozione sul territorio sostegno sociopsicologico realizzate; degli attori istituzionali e della società civile sui temi della dsabilità; - creazione di una cultura della diversità come valore. - Realizzazione di - n. attività ludico- una rete sociale tra i vari soggetti che intervengono a favore delle persone con disabilità. ricreative realizzate; - n. attività laboratoriali realizzate; - n. attività sportive realizzate; - n. eventi ed attività di sensibilizzazione e promozione sul territorio. Astrakhan BISOGNO SPECIFICO 2 : Presenza nel territorio di Astrakhan di gruppi vulnerabili (minori, disabili, donne con minori e senzatetto) in stato di abbandono a cui non sono garantite forma di assistenza, percorsi formativi/educativi, percorsi per l’acquisizione dell’autonomia o il reinserimento sociale adeguati. INDICATORI OBIETTIVO SPECIFICO 1 Potenziare e qualificare le attività di sostegno e l’accoglienza a favore delle 66 persone in condizioni di vulnerabilità accolte nelle strutture ed inserite nei progetti di sostegno presenti sul territorio di Astrakhan. DEL CONTESTO - - - n. persone disabili presenti sul territorio; n. persone disabili che beneficiano della pensione statale; n. disabili accolti in modalità residenziale nelle strutture dell’Ente; n. senzatetto presenti sul territotio; n. senzatetto accolti dall’Ente; n. minori abbandonati; n. minori accolti dall’ente; n. donne sole con figli presenti sul territorio; n. donne sole con figli accolte dall’Ente n. attività di DI RISULTATO - Incremento del 5% delle attività educative e sanitarie per tutti gli utenti accolti nelle strutture dell’Ente; - Aumento del 15% delle attività scolastiche ed extrascolastiche rivolte ai 4 minori accolti nelle strutture dell’Ente; - Aumento del 10% dei laboratorio di igiene personale a favore dell’ adulto disabile senzatetto accolto nella struttura dell’Ente; - Incremento dell’ 8% delle attività a di assistenza sanitaria particolare, inserimento lavorativo, sostegno RISULTATI ATTESI - Miglioramento della capacità cognitive, manuali e di autonomia dei soggetti coinvolti; - maggiore integrazione sociale degli utenti inseriti nelle strutture; - inserimento lavorativo per il giovane senzatetto e per la ragazza madre; - maggior sensibilizzazione degli attori istituzionali e della società civile e creazione di una cultura della diversità come valore. - Realizzazione di una rete sociale tra i vari soggetti che intervengono a favore delle 47 - - sviluppo delle autonomie realizzate; n. attività educative realizzate; n. attività di sostegno sociopsicologico realizzate; n. attività ludicoricreative realizzate; n. attività laboratoriali realizzate; n. attività di assistenza sanitaria; n. attività di inserimento lavorativo nell'attività educativa dei figli a favore della ragazza madre accolta nella struttura dell’Ente; persone più disagiate. - Aumento del 15% delle attività di inserimento lavorativo e sociale a favore del giovane senzatetto accolto nella struttura dell’Ente; - Inserimento di 2 nuove famiglie nel progetto delle adozioni a distanza. - sostegno a 10 senzatetto in più presenti sul territorio durante le attività dell’Unità di Strada; - aumento del 25% dei pasti distribuiti a persone che vivono sulla strada; - aumento del 20% degli interventi di orientamento sociosanitario a persone incontrate sulla strada. 9) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: Il presente punto viene suddiviso, per leggibilità, in due parti: -una prima parte riguardante le attività, il personale e le attività dei volontari trasversali, connesse agli obiettivi trasversali a tutti i progetti con prefisso CASCHI BIANCHI -una seconda parte riguardante le attività, il personale e le attività dei volontari connesse agli obiettivi specifici del presente progetto 9.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi Riguardo ai due obiettivi generali comuni ai diversi progetti che ripropongono il modello di intervento “Caschi Bianchi”, sono previste le seguenti azioni: OBIETTIVO TRASVERSALE 1: Potenziare del 20% la produzione e la diffusione di materiale informativo prodotto attraverso il sito www.antennedipace.org e le piattaforme social ad esso collegati utili ad informare la società civile italiana sulle situazioni di conflitto e violenza strutturale nei paesi di destinazione del progetto. 48 MESI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 AZIONI – Attività Azione 1 – FORMAZIONE 1.1. Modulo formativo: l’informazione e l’informazione nonviolenta 1.2. Modulo formativo : il potenziale informativo e comunicativo dell’ individuo il web 2.0 1.3. Confronto periodico con la Redazione e con i tutor di riferimento 1.4 Approfondimento del contesto politico, socioeconomico Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE 2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di attenzione 2.2 Definizione del programma redazionale 2.3.Redazione di articoli, report, gallerie fotografiche, video Confronto con la Redazione 2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale informativo prodotto sul sito antennedipace.org e sulle piattaforme social 2.5 Potenziamento degli strumenti di diffusione multimediale Azione 1 – FORMAZIONE 1.1 Modulo formativo: l’informazione e l’informazione nonviolenta Il mondo dell’informazione è sempre più complesso e sempre più corresponsabile nella costruzione dell’idea che ciascuno ha del mondo e dei fenomeni che lo attraversano. Influisce sulle scelte delle istituzioni e su quelle dei singoli. Così per la costruzione delle strategie militari che per la definizione di strategie di promozione della Pace è fondamentale sapere come funziona l’informazione. Quali attori interagiscono e con che ruolo, quali interessi li muove e saper decodificare i messaggi informativi sono i presupporti necessari a contribuire attraverso l’informazione alla promozione della Pace ed alla Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta . Durante la formazione specifica pre-partenza i volontari approfondiscono l’ambito dell’informazione attraverso un percorso articolato in 2 moduli. Un primo modulo che li introduce al mondo dell’informazione di massa: cos’è la notizia, cosa fa notizia, il principio dell’equivicinanza, il rapporto tra informazione e conflitti. Un secondo più specifico sull’informazione nonviolenta. Come produrre un’informazione che non risulti violenta, sia nelle modalità che nei contenuti. 1.2. Modulo formativo : il potenziale informativo e comunicativo dell’ individuo il web 2.0 Un secondo modulo laboratoriale, favorirà nei volontari la consapevolezza di essere a tutti gli effetti attori del vasto mondo dell’ informazione. Ciascuno ha un potenziale informativo, in particolare quando coinvolto in esperienze di senso. Essendo poi i volontari in servizio civile un valore aggiunto ed un “bene pubblico”, diviene necessario valorizzarne tale potenziale. Verranno quindi introdotti alle tecniche di scrittura creativa e collettiva ma anche alla produzione di contenuti multimediali. Particolare importanza ricopre questo modulo in relazione all’evoluzione del Web. Il Web 2.0 infatti facilita non solo l’informazione ma anche la comunicazione approfondita circa le tematiche proposte dagli autori. La diffusione dei social network impone un mutamento delle modalità informative in quanto la fruizione dell’ informazione attraverso i social network è differente rispetto alla fruizione delle notizie provenienti dai siti. Viene fornita una bibliografia sui temi della comunicazione nonviolenta ma anche degli strumenti propri del web 2.0 utilizzabili dai volontari. 1.3. Confronto periodico con la Redazione e con i tutor di riferimento Durante il periodo all’estero sarà mantenuto vivo il dialogo con la Redazione 49 che di volta in volta proporrà l’approfondimento di diverse tematiche. Inoltre è garantito un servizio di tutoraggio: almeno ogni 15-20 giorni il volontario entra in contatto con il tutor di riferimento che a sua volta lo motiva e stimola rispetto l’approfondimento delle diverse tematiche. 1.4. Approfondimento del contesto politico, socio-economico Nella formazione specifica sarà approfondito il contesto politico, socioeconomico, culturale del paese di destinazione, per preparare i volontari a una lettura critica della realtà, propedeutica alla redazione di articoli. Questo verrà fatto attraverso un modulo specifico proposto da un formatore presente in loco all’arrivo del volontario. Inoltre, durante l’anno di servizio, l’accompagnamento da parte degli OLP e dei referenti locali favorirà l’approfondimento di questi aspetti. Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE 2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di attenzione Prima dell’espatrio ciascun volontario viene supportato nella costruzione del suo bacino di attenzione. Si tratta di censire ed organizzare i contatti di persone o realtà interessate ad essere aggiornati circa l’esperienza del giovane una volta espatriato. Questa attività è utile a promuovere la tessitura di un “filo rosso” che unisca le comunità di provenienza e di destinazione dei volontari, che favorisca la ricaduta dell’ esperienza e la partecipazione seppur indiretta all’azione di Difesa che il progetto ed i volontari coinvolti esercitano. I contatti individuati verranno raccolti dalla redazione del sito www.antennedipace.org che costituisce il collettore delle informazioni prodotte dai volontari. Periodicamente , anche grazie al rientro intermedio, oltre che alla pubblicazione di contributi ad opera dei volontari l’elenco dei contatti viene aggiornato e manutenuto. 2.2 Definizione del programma redazionale Prima dell’espatrio viene redatto un programma redazionale utile a stimolare i volontari nella produzione di contenuti. Il programma conterrà delle iniziative periodiche attorno cui richiamare l’attenzione dei volontari. Vi sono periodi particolarmente critici nel tempo di permanenza come l’inserimento e la chiusura. In questi due momenti in particolare i giovani verranno stimolati a produrre contenuti concernenti i propri vissuti. Nel corso del periodo all’ estero verranno definiti temi e fenomeni da approfondire. In questa fase la Redazione può inviare articoli di approfondimento rispetto alle zone estere in cui sono inseriti i volontari, o richiedere l’approfondimento di certe tematiche. 2.3 Redazione di articoli, report, gallerie fotografiche, video Confronto con la Redazione Coerentemente al piano redazionale ma anche sulla base delle proprie sensibilità il volontario di concerto coi riferimenti locali raccoglie dati, informazioni e materiali di approfondimento, che possano servire alla stesura degli articoli. Sulla base dei dati raccolti, i volontari- col supporto dell’OLP- ipotizzano una programmazione degli articoli da sviluppare, definendo nello specifico tematiche e tipologia dei vari articoli per poi passare alla redazione vera e propria. Una volta predisposta la bozza il volontario la invia alla redazione, che a sua volta restituisce il feedback, evidenziando eventuali correzioni, tagli, integrazioni, approfondimenti ecc. che sarebbe opportuno realizzare. Tale attività ha lo scopo di favorire nei volontari una forma di comunicazione 50 nonviolenta, finalizzata al cambiamento, ed esercizio della funzione di Difesa, che susciti nel lettore una serie di buoni interrogativi che lo portano via via a prendere coscienza degli squilibri e delle contraddizioni presenti nella nostra società. 2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale informativo prodotto sul sito antennedipace.org e sulle piattaforme social Il materiale prodotto viene pubblicato sul sito antennedipace.org o sulla pagina Facebook ad esso collegata. Inoltre possono essere promossi anche tramite collaborazioni stabili con organi di informazione tradizionale, quali testate giornalistiche locali e nazionali, anche on-line. Ai social media ( facebook, twitter ecc.), verrà data particolare attenzione selezionando i materiali valorizzabili anche su questi contenitori od articolando percorsi di produzione finalizzata alla comunicazione social. I contenuti potranno essere valorizzati e divulgati anche attraverso nuove piattaforme digitali. Sarà realizzata un’attività di consolidamento di relazioni fra il sito ed altri siti che promuovono contenuti analoghi al fine di rafforzare l’attività di promozione dei diritti umani e della Pace . Ai bacini di attenzione costruiti dai volontari verrà data particolare attenzione Ottimizzando la gestione della mailing-list per la diffusione periodica della newsletter del sito antennedipace.org 2.5 Potenziamento degli strumenti di diffusione multimediale La diffusione delle notizie in forma testuale trova sempre più difficoltà ad affermarsi mentre le immagini ed i video manifestano un appeal sempre crescente fra i frequentatori della rete. Le informazioni multimediali diffuse, in particolare attraverso social network e piattaforme di condivisione presentano tassi di utilizzo di gran lunga maggiori rispetto alle notizie tradizionali. Inoltre la possibilità di condividere i contenuti ne favorisce l’apprezzamento e la diffusione. Per tale ragione nel corso del presente progetto verrà potenziata la capacità di diffusione multimediale e la sua diffusione. Già dalla fase formativa i laboratori verranno arricchiti di strumentazione hardware e software utile a tale scopo, ma anche gli interventi di esperti saranno maggiormente centrati a favorire anceh questo tipo di comunicazione. Particolare importanza verrà data alle testimonianze fino ad ora realizzate dal vivo nelle fasi pre-espatrio e post-servizio . Nel corso del presente progetto si incentiverà la produzione di testimonianze video o audio e verrà promossa la partecipazione a momenti specifici attraverso l’uso della rete, in particolare attraverso video clips, slideshow, webinar. Verranno sviluppate sezioni ah hoc che valorizzino le produzioni multimediali ed iniziative ad hoc quali interventi in trasmissioni televisive on line. Si veda ad esempio http://www.apg23.org/it/lifeapg23.tv/ OBIETTIVO TRASVERSALE 2: Qualificare l’azione di ricaduta dei rapporti UPR nei paesi di realizzazione del progetto incrementando l’azione di diffusione del 10% e il monitoraggio del recepimento delle indicazioni da parte dello stato in cui si realizza il progetto MESI AZIONI – AttivitàAzione 1 - FORMAZIONE 1.1 Modulo Formativo : i diritti Umani e la loro tutela 1.2. Modulo formativo: Come funziona l’UPR e quali indicazioni per il Paese in cui si realizza il progetto. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 51 Azione 2 – RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR 2.1. Definizione dei tempi di validità del rapporto e delle possibilità di intervento 2.2. Definizione del piano di monitoraggio e degli strumenti di rilevazione 2.3 attività di rilevazione 2.4 attività di ricaduta e promozione 2.5 redazione di report per la sede di rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti Umani 2.6 valutazione e verifica dei piani di azione rispetto a ricaduta e monitoraggio Azione 1 - FORMAZIONE 1.1 Modulo Formativo : i diritti Umani e la loro tutela Si procederà ad un’attività di formazione per operatori in loco e volontari sulla tematica dei diritti umani e la loro tutela, verrà definita una semantica condivisa ed accessibile agli attori coinvolti. Verrà oltremodo approfondito il ruolo delle Istituzioni internazionali e delle altre componenti che concorrono alla politica dei diritti umani. Verranno presentate le tecniche e le modalità di osservazione della situazione globale di affermazione dei diritti umani, in particolare nei paesi di realizzazione del progetto. 1.2. Modulo formativo: Come funziona l’UPR e quali indicazioni per il Paese in cui si realizza il progetto. Uno strumento significativo attraverso cui le associazioni si fanno promotori della difesa dei diritti umani all’interno dello Human Right Council è la partecipazione alla Revisione Periodica Universale (UPR). In questo contesto viene valorizzata l’esperienza diretta di condivisione nei paesi del mondo in cui si è presenti e c’è lo spazio per dare voce a chi vede i propri diritti violati. L' UPR è un processo unico che prevede una revisione della situazione dei diritti umani di tutti i 192 Stati membri delle Nazioni Unite una volta ogni quattro anni. Esso prevede la possibilità per tutti gli Stati di dichiarare le azioni intraprese per migliorare la situazione dei diritti umani nei loro paesi e per superare le sfide per il godimento dei diritti umani da parte di tutti i loro cittadini. Le recensioni sono condotte dall' "UPR working group" che è formato dai 47 membri del Consiglio dei Diritti Umani, ma ogni Stato membro delle Nazioni Unite può prendere parte alla discussione/dialogo con gli Stati in esame. I documenti su cui si basano le revisioni sono: -informazioni fornite dallo Stato in esame, che può assumere la forma di un "rapporto nazionale"; -informazioni contenute nelle relazioni di esperti indipendenti sui diritti umani. -informazioni provenienti da altre parti interessate, le organizzazioni non governative e istituzioni nazionali per i diritti umani. Le revisioni sono condotte attraverso una discussione interattiva tra lo Stato in esame e gli altri stati membri delle Nazioni Unite. Questa discussione ha luogo durante una riunione del gruppo di lavoro UPR. Durante questa discussione tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite possono porre domande, commenti e/o fare raccomandazioni agli Stati sotto esame. Le ONG possono frequentare le sessioni di lavoro del Gruppo UPR e possono fare dichiarazioni alla sessione ordinaria del Consiglio dei diritti umani quando il risultato delle revisioni degli stati sono presi in esame. In questa fase , operatori e volontari verranno formati su cosa sia e come funzioni l’Universal Periodic Review e quali azioni sia possibile intraprendere. Azione 2 – RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR 2.1. Definizione dei tempi di validità del rapporto e delle possibilità di intervento Verrà illustrato il calendario di lavoro dell’UPR con particolare riguardo alla validità del rapporto sullo stato o sugli stati in cui il progetto si realizza. Ciascun rapporto contenente le raccomandazioni al singolo stato ha la validità di 4 anni. Tale attività 52 verrà realizzata di concerto fra la sede locale dell’Ente operante nello specifico Paese, la sede Italiana di coordinamento delle attività di osservazione dei diritti umani denominata Servizio Giustizia e la sede di rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra. Alla luce della validità del rapporto e delle indicazioni in esso contenuti verranno definiti obiettivi specifici dell’azione di monitoraggio e ricaduta da realizzare il loco 2.2. Definizione del piano di monitoraggio e degli strumenti di rilevazione Alla luce degli obiettivi definiti nell’attività precedente si procederà a pianificare i tempi, le iniziative e gli strumenti utili all’attuazione del piano di monitoraggio e di ricaduta in loco dei contenuti e delle indicazioni del rapporto. In questa fase realizzata di concerto fra la presenza dell’ Ente in loco ed il già citato Servizio Giustizia, sarà di particolare aiuto il supporto fornito dall’ente partner ADUSU di Padova in ordine alla definizione o aggiornamento degli strumenti di rilevazione e reportistica. Verranno in questa fase definite iniziative di advocacy e lobbing da realizzarsi nel Paese o al di fuori di esso. 2.3 attività di rilevazione Previa formazione all’uso degli strumenti ed alla modalità di utilizzo, verrà realizzata l’attività di rilevazione circa le iniziative tese al recepimento delle indicazioni contenute nel rapporto UPR. Verranno prese in esame le politiche messe in atto ma anche le iniziative promosse dalla società civile utili a favorire il recepimento di dette indicazioni. 2.4 attività di ricaduta e promozione Verranno realizzate, coerentemente con quanto pianificato iniziative volte alla diffusione del rapporto UPR presso realtà aggregative della società civile, al fine di favorire la conoscenza della situazione di affermazione dei diritti umani nel paese ma anche delle indicazioni che attraverso il rapporto emergono dalle sedute del Consiglio per i Diritti Umani . Potranno essere previsti dibattiti pubblici, la redazione e diffusione di materiale informativo ma anche incontri con esponenti delle Istituzioni o della società civile. 2.5 redazione di report per la sede di rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti Umani Al termine delle attività di ricaduta e monitoraggio verrà realizzato uno o più report al fine di restituire alla sede di rappresentanza dell’Ente presso il Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra informazioni utili all’ elaborazione di interventi in sede di Consiglio od all’ attività di lobbing presso le rappresentanze diplomatiche del Paese presso il medesimo Consiglio. 2.6 valutazione e verifica dei piani di azione rispetto a ricaduta e monitoraggio Nel corso dell’ ultimo mese di attività verranno realizzate sessioni di incontro fra i vari attori coinvolti nelle attività di ricaduta e monitoraggio al fine di valutare collegialmente l’operato e l’efficacia delle azioni realizzate. A partire dalla valutazione di efficacia si aggiorneranno gli obiettivi futuri in ordine alla promozione dei diritti umani 9.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività RISORSE UMANE NECESSARIE ALL’ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER GLI OBIETTIVI TRASVERSALI 1 E 2 N° Ruolo nel progetto - Competenze Azioni 1 Coordinatore di equipe, con esperienza OBIETTIVO TRASVERSALE 1 nella conduzione di gruppi e gestione di Azione 1 – FORMAZIONE gruppi di lavoro 1.2. Modulo formativo : il potenziale informativo e comunicativo dell’ individuo il web 2.0 1.3. Confronto periodico con la Redazione e con i tutor di riferimento Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE 2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di attenzione 2.2 Definizione del programma redazionale 53 5 Operatori, tutors a distanza con esperienza nell’ambito del servizio civile e di conduzione dei gruppi e mediazione dei conflitti interpersonali, con esperienza di produzione informazione dal basso e supporto alla redazione. 2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale informativo prodotto sul sito antennedipace.org e sulle piattaforme social 2.5 Potenziamento degli strumenti di diffusione multimediale OBIETTIVO TRASVERSALE 1 Azione 1 – FORMAZIONE 1.3. Confronto periodico con la Redazione e con i tutor di riferimento 1.4 Approfondimento del contesto politico, socio-economico Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE 2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di attenzione 2.2 Definizione del programma redazionale 2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale informativo prodotto sul sito antennedipace.org e sulle piattaforme social 1 Redattore, con esperienza nel settore della promozione e della comunicazione via web ed esperienza nella produzione di informazione dal basso, scrittura collettiva ed uso della rete internet. OBIETTIVO TRASVERSALE 1 Azione 1 – FORMAZIONE 1.1. Modulo formativo: l’informazione e l’informazione nonviolenta 1.2. Modulo formativo : il potenziale informativo e comunicativo dell’ individuo il web 2.0 1.3. Confronto periodico con la Redazione e con i tutor di riferimento Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE 2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di attenzione 2.2 Definizione del programma redazionale 2.3.Redazione di articoli, report, gallerie fotografiche, video Confronto con la Redazione 2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale informativo prodotto sul sito antennedipace.org e sulle piattaforme social 2.5 Potenziamento degli strumenti di diffusione multimediale 2 Esperti a vario titolo del mondo dell’ informazione OBIETTIVO TRASVERSALE 1 Azione 1 – FORMAZIONE 1.1. Modulo formativo: l’informazione e l’informazione nonviolenta 1.2. Modulo formativo : il potenziale informativo e comunicativo dell’ individuo il web 2.0 1.4 Approfondimento del contesto politico, socio-economico Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE 2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale informativo prodotto sul sito antennedipace.org e sulle piattaforme social 1 Esperto informatico , svolge attività di definizione degli strumenti informatico idonei alle necessità 1 Coordinatore del monitoraggio del recepimento dei rapporti UPR e della loro ricaduta. Avvocato con specializzazione in diritti umani e delle migrazioni con OBIETTIVO TRASVERSALE 1 Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE 2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di attenzione 2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale informativo prodotto sul sito antennedipace.org e sulle piattaforme social 2.5 Potenziamento degli strumenti di diffusione multimediale OBIETTIVO TRASVERSALE 2 Azione 1 – FORMAZIONE 1.2. Modulo formativo: Come funziona l’UPR e quali indicazioni per il Paese in cui si realizza il progetto. 54 esperienza pluriennale in contesti di crisi e violenza strutturale e delle realizzazione del Report indagine sui diritti umani, conoscenza approfondita dei meccanismi di redazione dei rapporti UPR 2 Rappresentanti presso il Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU a Ginevra. Avvocato con esperienza di lobbing ed advocacy in contesti internazionali. Medico con esperienza pluriennale di presenza in contesti di violenza strutturale ed esperienza di rappresentanza presso gli organismi delle Nazioni Unite 2 Esperti di ricerca e diritti umani individuati dall’associazione ADUSU di Padova 2 Azione 2 – RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR 2.1. Definizione dei tempi di validità del rapporto e delle possibilità di intervento 2.2. Definizione del piano di monitoraggio e degli strumenti di rilevazione 2.3 attività di rilevazione 2.4 attività di ricaduta e promozione 2.5 redazione di report per la sede di rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti Umani 2.6 valutazione e verifica dei piani di azione rispetto a ricaduta e monitoraggio OBIETTIVO TRASVERSALE 2 Azione 2 – RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR 2.1. Definizione dei tempi di validità del rapporto e delle possibilità di intervento 2.2. Definizione del piano di monitoraggio e degli strumenti di rilevazione 2.5 redazione di report per la sede di rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti Umani 2.6 valutazione e verifica dei piani di azione rispetto a ricaduta e monitoraggio OBIETTIVO TRASVERSALE 2 Azione 1 - FORMAZIONE 1.1 Modulo Formativo : i diritti Umani e la loro tutela Azione 2 – RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR 2.2. Definizione del piano di monitoraggio e degli strumenti di rilevazione 2.5 redazione di report per la sede di rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti Umani 2.6 valutazione e verifica dei piani di azione rispetto a ricaduta e monitoraggio Coordinatore attività di ricaduta e OBIETTIVI TRASVERSALE 2 monitoraggio indagine in loco, con Azione 1 - FORMAZIONE esperienza nell’ambito dell’intervento 1.2. Modulo formativo: Come funziona l’UPR e sociale in loco e conoscenza della realtà quali indicazioni per il Paese in cui si realizza il associativa locale progetto. Azione 2 – RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR 2.1. Definizione dei tempi di validità del rapporto e delle possibilità di intervento 2.2. Definizione del piano di monitoraggio e degli strumenti di rilevazione 2.3 attività di rilevazione 2.4 attività di ricaduta e promozione 2.5 redazione di report per la sede di rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti Umani 2.6 valutazione e verifica dei piani di azione rispetto a ricaduta e monitoraggio 9.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto OBIETTIVO TRASVERSALE 1 Potenziare del 20% la produzione e la diffusione di materiale informativo prodotto attraverso il sito www.antennedipace.org e le piattaforme social ad esso collegati utili ad informare la società civile italiana sulle situazioni di conflitto e violenza strutturale nei paesi di destinazione del progetto. 55 AZIONI - Attività Azione 1 – FORMAZIONE ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO 1.1 Modulo formativo: l’informazione e l’informazione nonviolenta Durante la formazione specifica pre-partenza i volontari approfondiscono l’ambito dell’informazione attraverso un percorso articolato in 2 moduli. Un primo modulo che li introduce al mondo dell’informazione di massa: cos’è la notizia, cosa fa notizia, il principio dell’equivicinanza, il rapporto tra informazione e conflitti. Un secondo più specifico sull’informazione nonviolenta. Come produrre un’informazione che non risulti violenta, sia nelle modalità che nei contenuti. 1.2. Modulo formativo : il potenziale informativo e comunicativo dell’ individuo il web 2.0 Un secondo modulo laboratoriale, favorirà nei volontari la consapevolezza di essere a tutti gli effetti attori del vasto mondo dell’ informazione. Ciascuno ha un potenziale informativo, in particolare quando coinvolto in esperienze di senso. Essendo poi i volontari in servizio civile un valore aggiunto ed un “bene pubblico” diviene necessario valorizzarne tale potenziale. Verranno quindi introdotti alle tecniche di scrittura creativa e collettiva ma anche alla produzione di contenuti multimediali. Particolare importanza ricopre questo modulo in relazione all’evoluzione del Web. Il Web 2.0 infatti facilita non solo l’informazione ma anche la comunicazione approfondita circa le tematiche proposte dagli autori. La diffusione dei social network impone un mutamento delle modalità informative in quanto la fruizione dell’ informazione attraverso i social network è differente rispetto alla fruizione delle notizie provenienti dai siti. Viene fornita una bibliografia sui temi della comunicazione nonviolenta ma anche degli strumenti propri del web 2.0 utilizzabili dai volontari. 1.3. Confronto periodico con la Redazione e con i tutor di riferimento 1.4. Approfondimento del contesto politico, socioeconomico Il volontario durante il periodo di permanenza all’estero, attraverso i tutor di riferimento sarà costantemente in dialogo con la Redazione che di volta in volta proporrà l’approfondimento di diverse tematiche. Ogni 15-20 giorni il volontario entra in contatto con il tutor di riferimento che a sua volta lo motiva e stimola rispetto l’approfondimento delle diverse tematiche. Nella formazione specifica sarà approfondito il contesto politico, socio-economico, culturale del paese di destinazione, per preparare i volontari a una lettura critica della realtà, propedeutica alla redazione di articoli. Questo verrà fatto attraverso un modulo specifico proposto da un formatore presente in loco all’arrivo del volontario. Inoltre, durante l’anno di servizio, l’accompagnamento da parte degli OLP e dei referenti locali favorirà l’approfondimento di questi aspetti. Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE 2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di attenzione Prima dell’espatrio ciascun volontario viene supportato nella costruzione del suo bacino di attenzione. Si tratta di censire ed organizzare i contatti di persone o realtà interessate ad essere aggiornati circa l’esperienza del giovane una volta espatriato. I contatti individuati verranno raccolti dalla redazione del sito www.antennedipace.org che costituisce il collettore delle informazioni prodotte dai volontari. Periodicamente , anche grazie al rientro intermedio, oltre che alla pubblicazione di contributi ad opera dei volontari l’elenco dei contatti viene aggiornato e manutenuto. 56 2.2 Definizione del programma redazionale 2.3 Redazione di articoli, report, gallerie fotografiche, video Confronto con la Redazione Nel corso del periodo all’ estero verranno definiti temi e fenomeni da approfondire. In questa fase la Redazione può inviare articoli di approfondimento rispetto alle zone estere in cui sono inseriti i volontari, o richiedere l’approfondimento di certe tematiche da parte dei volontari Sulla base delle proprie sensibilità il volontario di concerto coi riferimenti locali raccoglie dati, informazioni e materiali di approfondimento, che possano servire alla stesura degli articoli. Sulla base dei dati raccolti, i volontari- col supporto dell’OLP- ipotizzano una programmazione degli articoli da sviluppare, definendo nello specifico tematiche e tipologia dei vari articoli per poi passare alla redazione vera e propria. Una volta predisposta la bozza il volontario la invia alla redazione, che a sua volta restituisce il feedback, evidenziando eventuali correzioni, tagli, integrazioni, approfondimenti ecc. che sarebbe opportuno realizzare. 2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale informativo prodotto sul sito antennedipace.org e sulle piattaforme social 2.5 Potenziamento degli strumenti di diffusione multimediale Il materiale prodotto viene pubblicato sul sito antennedipace.org o sulla pagina Facebook ad esso collegata. Inoltre possono essere promossi anche tramite collaborazioni stabili con organi di informazione tradizionale, quali testate giornalistiche locali e nazionali, anche on-line. Ai social media ( facebook, twitter ecc.), verrà data particolare attenzione selezionando i materiali valorizzabili anche su questi contenitori od articolando percorsi di produzione finalizzata alla comunicazione social. I contenuti potranno essere valorizzati e divulgati anche attraverso nuove piattaforme digitali. Particolare importanza riveste il ruolo del volontario che in questa fase potrà rilanciare i propri contenuti prodotti o quelli di altri volontari del medesimo progetto in modo da fungere da volano alla diffusione dell’ informazione prodotta. Il volontario , a supporto dell’azione svolta dalla redazione centrale potrà inviare anche personalmente le proprie produzioni al proprio bacino di attenzione Il volontario potrà realizzare testimonianze circa la propria esperienza sia di persona che attraverso la produzione di elaborati multimediali, in particolare attraverso video clips, slideshow, webinar. OBIETTIVO TRASVERSALE 2 Qualificare l’azione di ricaduta dei rapporti UPR nei paesi di realizzazione del progetto incrementando l’azione di diffusione del 10% e il monitoraggio del recepimento delle indicazioni da parte dello stato in cui si realizza il progetto AZIONI - Attività Azione 1 - FORMAZIONE 1.1 Modulo Formativo : i diritti Umani e la loro tutela ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO I volontari partecipano alla formazione sulla tematica dei diritti umani e la loro tutela, verrà definita una semantica condivisa ed accessibile agli attori coinvolti. 1.2. Modulo formativo: Come funziona l’UPR e quali indicazioni per il Paese in cui si realizza il progetto. I volontari partecipano alla formazione sull’UPR : cos’è e come funziona l’Universal Periodic Review e quali azioni è possibile intraprendere. Azione 2 –RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR 2.1. Definizione dei tempi di validità del rapporto e delle possibilità di intervento Il volontario partecipa all’illustrazione del calendario di lavoro dell’UPR con particolare riguardo alla validità del rapporto sullo stato o sugli stati in cui il progetto si realizza e partecipa alla definizione degli obiettivi specifici 57 dell’azione di monitoraggio e ricaduta da realizzare il loco 2.2. Definizione del piano di monitoraggio e degli strumenti di rilevazione Il volontario partecipa alla definizione del piano di monitoraggio e delle iniziative di advocacy e lobbing da realizzarsi nel Paese o al di fuori di esso. 2.3 attività di rilevazione Il volontario partecipa alla formazione sugli strumenti di rilevazione ed all’attività di rilevazione circa le iniziative tese al recepimento delle indicazioni contenute nel rapporto UPR. Verranno prese in esame le politiche messe in atto ma anche le iniziative promosse dalla società civile utili a favorire il recepimento di dette indicazioni. 2.4 attività promozione Il volontario partecipa promuove e collabora all’organizzazione di iniziative volte alla diffusione del rapporto UPR presso realtà aggregative della società civile, al fine di favorire la conoscenza della situazione di affermazione dei diritti umani nel paese ma anche delle indicazioni che attraverso il rapporto emergono dalle sedute del Consiglio per i Diritti Umani . di ricaduta e 2.5 redazione di report per la sede di rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti Umani Il volontario partecipa alla realizzazione di uno o più report al fine di restituire alla sede di rappresentanza dell’Ente presso il Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra informazioni utili all’ elaborazione di interventi in sede di Consiglio od all’ attività di lobbing presso le rappresentanze diplomatiche del Paese presso il medesimo Consiglio. 2.6 valutazione e verifica dei piani di azione rispetto a ricaduta e monitoraggio Il volontario partecipa alle sessioni di incontro fra i vari attori coinvolti nelle attività di ricaduta e monitoraggio utili alla valutazione dell’esito e laddove possibile dell’efficacia delle azioni realizzate. Di seguito le attività specifiche del progetto: GEORGIA 9.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi OBIETTIVO SPECIFICO Inserimento di altri 37 minori nelle progettualità dell'Ente facilitando l'accesso ai controlli medici di base, alle attività di sostegno scolastico e supporto quotidiano, e qualificazione degli interventi educativi e di supporto già implementati. MESI AZIONI -Attività AZIONE 1 – Inserimento ed accoglienza nelle strutture dell’Ente 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 1.1. Presa in carico e gestione delle richieste di sostegno 1.2. Pianificazione degli interventi 1.3. Interventi d’inserimento e d’accoglienza nelle strutture dell’ente AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei minori provenienti dalle famiglie povere della baraccopoli 2.1. Monitoraggio dei minori e delle relative famiglie nella baraccopoli 2.2 Programmazione ed organizzazione degli interventi 58 2.3. Attività assistenziali 2.4. Attività di doposcuola e sostegno psico-sociale 2.5. Attività di sensibilizzazione ed accompagnamento a donne e minori vittime di violenza domestica AZIONE 3 – Realizzazione ed implementazione di attività ludicoricreative e di socializzazione 3.1. Pianificazione delle attività ricreative e di socializzazione 3.2. Realizzazione di attività sportive e ludiche-ricreative AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei Servizi Sociali nella città di Batumi 4.1 Gestione delle richieste di supporto 4.2 Programmazione degli interventi 4.3 Attività assistenziali AZIONE 5 – Verifica degli interventi 5.1. Valutazione degli obiettivi raggiunti 5.2. Riprogettazione degli interventi compiuti AZIONE 1 – Inserimento ed accoglienza nelle strutture dell’Ente 1.1. Presa in carico e gestione delle richieste di sostegno In collaborazione con le istituzioni locali, in particolare con i Servizi Sociali, vengono individuati i bisogni delle famiglie in situazioni di grave disagio economico e sociale, provenienti dalla baraccopoli, focalizzando l’attenzione specialmente sulle situazioni di vulnerabilità dei minori. 1.2. Pianificazione degli interventi Individuati i bisogni specifici dei minori grazie ai colloqui fatti con le famiglie, viene compilato un prontuario con i relativi dati anagrafici e le attività a sostegno del minore o della famiglia. Vengono definiti tempi e modalità di verifica dell’intervento programmando visite settimanali alle famiglie. Questa fase avviene con la collaborazione di un’assistente sociale. 1.3. Interventi d’inserimento e d’accoglienza nelle strutture dell’ente Dopo l’individuazione delle situazioni più critiche dei minori maggiormente esposti a situazioni di disagio economico e sociale, l’Ente rispetto alle opportunità economiche, di risorse umane e disponibilità di posti all’interno delle strutture, provvede all’accoglienza residenziale dei minori o di nuclei familiari ristretti, con il conseguente accompagnamento dei destinatari nelle attività di supporto educativo, medico e psicologico quotidiane. AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei minori provenienti dalle famiglie povere della baraccopoli 2.1 Monitoraggio dei minori e delle relative famiglie nella baraccopoli Durante tutto l’arco del progetto vengono realizzate settimanalmente visite di monitoraggio alle famiglie della baraccopoli coinvolte nelle progettualità dell’Ente, con maggiori attenzioni per le situazioni che vedono coinvolti minori in particolari condizioni di povertà e disagio educativo, sociale, fisico e psicologico. Oltre a visitare le famiglie già coinvolte nel programma di sostegno, si accolgono richieste di aiuto da ulteriori famiglie in stato di bisogno 59 e si pianificano incontri a cadenza mensile per la verifica ed il monitoraggio delle condizioni di vita di queste ultime. 2.2 Programmazione ed organizzazione degli interventi Ogni tre mesi, in base anche ai risultati delle attività di monitoraggio e grazie alla collaborazione tra operatori, volontari e famiglie della baraccopoli, vengono programmate e calendarizzate le visite ed organizzati gli interventi di sostegno educativo, socio-assistenziale e psicologico a minori e famiglie, definendo le modalità di distribuzione dei beni di prima necessità, alimenti, vestiti e medicine, le tempistiche delle diverse progettualità, gli strumenti, i momenti ed i contenuti volti ad attività di sensibilizzazione, oltre che la ripartizione delle risorse umane nelle diverse attività. 2.3 Attività assistenziali Sulla base quanto programmato, vengono attuate durante tutti i mesi dell’anno le seguenti attività di supporto: - distribuzione di beni alimentari e di prima necessità; - distribuzione di materiale sanitario e beni per l’infanzia (medicine, pannolini e vestiario) ; - accompagnamento dei destinatari ad eventuali prestazione mediche, in particolare visite pediatriche; - sensibilizzazione ed accompagnamento volti a stimolare le famiglie ad una più attenta cura di sé laddove necessario ma anche ad una più attenta gestione degli spazi casalinghi. 2.4 Attività di doposcuola e sostegno psico-sociale Gli operatori dell’Ente dopo aver individuato i minori nella baraccopoli che hanno un limitato accesso all’istruzione, sulla base di un’attenta analisi delle difficoltà del minore e delle sue risorse personali, definiscono gli strumenti, le strategie ed i metodi adeguati per aumentare il profitto scolastico, con l’obiettivo di lavorare sulle difficoltà di apprendimento e laddove possibile, superarle. Le giornate di studio, che si svolgono sia durante l’anno scolastico che durante le vacanze, vengono strutturate con metodologie che coinvolgono e stimolano il minore in base ad attitudini personali e caratteriali, per favorire una reale presa di coscienza delle potenzialità di ognuno. Nello specifico le attività sono le seguenti: - corso d’apprendimento dell’inglese; - ripetizioni di matematica; - sostegno allo studio ed approfondimento giornaliero degli argomenti trattati a scuola. Il sostegno psico-sociale si traduce in attività di empowerment da parte degli operatori sia con i minori che partecipano al doposcuola, sia con le famiglie ed i minori che ne fanno richiesta. Questo tipo di metodologia ha come obiettivo l’identificazione delle criticità nei vari contesti familiari, si propone e si stimola, durante le visite a domicilio, la risoluzione delle problematiche attraverso la valorizzazione delle risorse personali, volta alla ricerca di una maggiore autonomia. 2.5 Attività di sensibilizzazione ed accompagnamento a donne e minori vittime di violenza domestica Durante tutto l’arco dell’anno si stimolano le famiglie ed i minori coinvolti nelle progettualità dell’Ente, e di riflesso la comunità dell’intera baraccopoli, incluse le istituzioni, a riflettere sugli episodi di violenza domestica e a darne denuncia ufficiale, attraverso colloqui personali con le vittime e con gli aggressori volti alla presa di coscienza dei diritti fondamentali dell’individuo ed al sostegno psicologico, accompagnamenti in questura ed accompagnamenti in ospedale o dal medico di base. AZIONE 3 – Realizzazione ed implementazione di attività ludico-ricreative e di socializzazione 3.1 Pianificazione delle attività ricreative e di socializzazione 60 Ogni due mesi si svolgono incontri di programmazione specifici per le attività ludico-ricreative e di socializzazione rivolte ai minori della baraccopoli. Si procede con la stesura di un calendario settimanale con descritte le attività di gioco e socializzazione rivolte ai diversi gruppi di minori. Vengono individuati gli spazi e le modalità operative da utilizzare, propedeutiche alla buona riuscita dell’intervento ed al coinvolgimento creativo e costruttivo di ciascun destinatario. 3.2 Realizzazione di attività sportive e ludiche-ricreative Durante tutto l’anno gli operatori dell’Ente individuano settimanalmente degli spazi-gioco, coinvolgendo anche le famiglie della baraccopoli nella decisione. Questi spazi si trovano in contesti protetti e vengono utilizzati per lo svolgimento di attività motorie e di logica, stimolando e valorizzando nei destinatari le già acquisite capacità cognitive e motori. Nello specifico, le attività sono le seguenti: - tornei di Calcio e di Basket; - giochi cooperativi; - laboratori artistici, sia di disegno che di riutilizzo di materiali di riciclo; - visione di cartoni e film, sia in lingua locale che in lingua inglese; - escursioni connesse ad attività culturali. AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei Servizi Sociali nella città di Batumi 4.1 Gestione delle richieste di supporto Durante tutto l’anno l’Ente accoglie ed approfondisce le richieste di sostegno da parte dei Servizi Sociali, volte al supporto di famiglie che vivono nella città di Batumi, caratterizzate da gravi condizioni economiche, sociali, sanitarie o psicologiche. In base alle proprie risorse economiche ed umane, l’Ente cerca di rispondere a questa richiesta, in stretta collaborazione con un assistente sociale. 4.2 Programmazione degli interventi Ogni tre mesi, dopo aver analizzato di volta in volta le richieste ed incontrato l’assistente sociale, vengono programmati e riprogettati gli interventi, pianificando la cadenza con la quale vengono visitate le famiglie ed i minori coinvolti, le risorse umane ed economiche da impiegare e condividendo i particolari e differenti bisogni di ciascuna famiglia. 4.3 Attività assistenziali Le attività assistenziali destinate alle famiglie in grave difficoltà, nella città di Batumi, sono le seguenti: - distribuzione di beni di prima necessità, quali alimenti, vestiario e medicine; - accompagnamento a visite mediche e monitoraggio sullo stato di salute dei minori, in particolari degli orfani che vivono con la sola nonna materna, dei figli di genitori con problematiche legate all’alcool o alla violenza domestica o di minori con ritardi mentali o disabilità; - attività di sensibilizzazione e formazione rispetto la cura personale di sé e dei minori, l’abbandono di neonati, l’accesso a servizi statali. AZIONE 5 – Verifica degli interventi 5.1 Valutazione degli obiettivi raggiunti Durante tutto l’anno e per ciascuna attività (accoglienze nelle strutture, visite assistenziali, doposcuola in baraccopoli, attività ludico-ricreative, sostegno ai Servizi Sociali, sensibilizzazione ed accompagnamenti) vengono raccolti dati sull’andamento, che vengono poi confrontati con il reale raggiungimento degli obiettivi. 5.2 Riprogettazione degli interventi compiuti In base a quanto emerso dalla valutazione degli obiettivi raggiunti e dal 61 confronto tra azioni previste e risultati concretamente ottenuti, viene condivisa tra responsabili, operatori e volontari una riprogettazione degli interventi, modificandoli laddove si sono ottenuti risultati parzialmente o totalmente inefficaci, potenziando in base alle risorse quelle azioni che hanno raggiunto l’obiettivo prefissato ed implementando nuove attività in base all’eventuale bisogno registrato. 9.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività N° 1 Ruolo nella struttura - Competenza Responsabile della struttura e dei progetti Operatore di Comunità, esperienza pluriennale di coordinamento di strutture residenziali di accoglienza per minori Esperienza nella gestione delle risorse umane e strumentali a disposizione dell’Ente Esperienza nel rapporto con le Istituzioni sul territorio Azioni AZIONE 1 – Inserimento ed accoglienza nelle strutture dell’Ente 1.1. Presa in carico e gestione delle richieste di sostegno 1.2. Pianificazione degli interventi 1.3. Interventi d’inserimento e d’accoglienza nelle strutture dell’ente AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei minori provenienti dalle famiglie povere della baraccopoli 2.1. Monitoraggio dei minori e delle relative famiglie nella baraccopoli 2.2 Programmazione ed organizzazione degli interventi 2.5. Attività di sensibilizzazione ed accompagnamento a donne e minori vittime di violenza domestica AZIONE 3 – Realizzazione ed implementazione di attività ludico-ricreative e di socializzazione 3.1. Pianificazione delle attività ricreative e di socializzazione AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei Servizi Sociali nella città di Batumi 4.1 Gestione delle richieste di supporto 4.2 Programmazione degli interventi AZIONE 5 – Verifica degli interventi 5.1. Valutazione degli obiettivi raggiunti 5.2. Riprogettazione degli interventi compiuti 1 Co-responsabile Assistente di Comunità, con esperienza pluriennale di coordinamento di strutture residenziali di accoglienza per minori. Esperienza in animazione di minori e tutoraggio scolastico. Esperienza in accompagnamenti e supporto con donne e minori in difficoltà AZIONE 1 – Inserimento ed accoglienza nelle strutture dell’Ente 1.1. Presa in carico e gestione delle richieste di sostegno 1.2. Pianificazione degli interventi 1.3. Interventi d’inserimento e d’accoglienza nelle strutture dell’ente AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei minori provenienti dalle famiglie povere della baraccopoli 2.1. Monitoraggio dei minori e delle relative famiglie nella baraccopoli 2.2 Programmazione ed organizzazione degli interventi 2.3. Attività assistenziali 2.4. Attività di doposcuola e sostegno psico-sociale 2.5. Attività di sensibilizzazione ed accompagnamento a donne e minori vittime di violenza domestica AZIONE 3 – Realizzazione ed implementazione di attività ludico-ricreative e di socializzazione 3.1. Pianificazione delle attività ricreative e di socializzazione 3.2. Realizzazione di attività sportive e ludiche-ricreative AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei Servizi Sociali nella città di Batumi 4.1 Gestione delle richieste di supporto 4.2 Programmazione degli interventi 62 4.2 Attività assistenziali AZIONE 5 – Verifica degli interventi 5.1. Valutazione degli obiettivi raggiunti 5.2. Riprogettazione degli interventi compiuti 1 Educatrice Laureata in scienze della formazione, con esperienza in interventi sociali in contesti di marginalità e in strutture di accoglienza per minori Esperienza di animazione con minori AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei minori provenienti dalle famiglie povere della baraccopoli 2.1. Monitoraggio dei minori e delle relative famiglie nella baraccopoli 2.2 Programmazione ed organizzazione degli interventi 2.3. Attività assistenziali 2.4. Attività di doposcuola e sostegno psico-sociale AZIONE 3 – Realizzazione ed implementazione di attività ludico-ricreative e di socializzazione 3.1. Pianificazione delle attività ricreative e di socializzazione 3.2. Realizzazione di attività sportive e ludiche-ricreative AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei Servizi Sociali nella città di Batumi 4.2 Programmazione degli interventi 4.2 Attività assistenziali AZIONE 5 – Verifica degli interventi 5.1. Valutazione degli obiettivi raggiunti 1 Psicologo Laurea in psicologia Esperienza con minori in situazione di disagio e in affidamento AZIONE 1 – Inserimento ed accoglienza nelle strutture dell’Ente 1.3 Interventi d’inserimento e d’accoglienza nelle strutture dell’ente AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei minori provenienti dalle famiglie povere della baraccopoli 2.2 Programmazione ed organizzazione degli interventi 2.4. Attività di doposcuola e sostegno psico-sociale 2.5. Attività di sensibilizzazione ed accompagnamento a donne e minori vittime di violenza domestica AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei Servizi Sociali nella città di Batumi 4.2 Programmazione degli interventi 4.3 Attività assistenziali AZIONE 5 – Verifica degli interventi 5.1. Valutazione degli obiettivi raggiunti 1 Assistente sociale Laurea in servizi sociali Esperienza di interventi sociali in contesti di marginalità, esperienza con minori AZIONE 1 – Inserimento ed accoglienza nelle strutture dell’Ente 1.1. Presa in carico e gestione delle richieste di sostegno 1.2. Pianificazione degli interventi AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei Servizi Sociali nella città di Batumi 4.1 Gestione delle richieste di supporto 4.2 Programmazione degli interventi 9.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto OBIETTIVO SPECIFICO Inserimento di altri 37 minori nelle progettualità dell'Ente facilitando l'accesso ai controlli medici di base, alle attività di sostegno scolastico e supporto quotidiano, e qualificazione degli interventi educativi e di supporto già implementati. 63 AZIONI-Attività ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO AZIONE 1 – Inserimento ed accoglienza nelle strutture dell’Ente 1.2 Pianificazione degli interventi 1.3 Interventi d’inserimento e d’accoglienza nelle strutture dell’ente AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei minori provenienti dalle famiglie povere della baraccopoli 2.1. Monitoraggio dei minori e delle relative famiglie nella baraccopoli 2.2 Programmazione organizzazione degli interventi ed 2.3. Attività assistenziali 2.4. Attività di doposcuola e sostegno psico-sociale 2.5. Attività di sensibilizzazione ed accompagnamento a donne e minori vittime di violenza domestica AZIONE 3 – Realizzazione ed implementazione di attività ludico-ricreative e di socializzazione 3.1. Pianificazione delle attività ricreative e di socializzazione 3.2. Realizzazione di attività sportive e ludiche-ricreative AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei Servizi Sociali nella città di Batumi 4.3 Attività assistenziali - è parte dell’equipe che settimanalmente visita i minori provenienti da famiglie in situazioni di povertà della baraccopoli - collabora alla pianificazione delle attività rivolte ai minori accolti - partecipa alle attività di tutoraggio scolastico rivolte ai minori accolti - supporta gli accompagnamenti dei minori accolti - contribuisce alla valutazione dei bisogni dei minori provenienti dalla baraccopoli a cui è rivolto l’intervento - prende parte alla programmazione delle attività della settimana, delineando obiettivi e modalità di intervento - partecipa alla distribuzione dei beni alimentari e di prima necessità, oltre alla consegna di medicine e beni per l’infanzia; - all’occorrenza si occupa dell’accompagnamento dei minori alle visite mediche. - partecipa all’organizzazione delle attività e alla preparazione del materiale didattico necessario; - partecipa al confronto con i vari operatori sul livello scolastico del minore accolto per comprendere quali sono i punti deboli che necessitano di essere potenziati; partecipa alla definizione delle attività d’insegnamento dell’inglese e della matematica - supporta l’attività di sensibilizzazione rispetto tematiche legate al rispetto dei diritti umani - affianca gli operatori nella programmazione delle attività ludico ricreative e di socializzazione - contribuisce all’organizzazione delle attività e alla preparazione dei materiali necessari per la relativa realizzazione; - partecipa alle seguenti attività: giochi, attività sportive; attività artistiche; visione di film e cartoni; escursioni, attività culturali, vacanze estive. - collabora nella distribuzione di beni di prima necessità, quali alimenti, vestiario e medicine; - all’occorrenza si occupa dell’accompagnamento dei minori alle visite mediche; - supporta l’attività di sensibilizzazione a tematiche quali la cura personale di sé, l’abbandono di neonati, l’accesso a servizi statali AZIONE 5 – Verifica degli interventi 5.1. Valutazione degli obiettivi raggiunti - partecipa alla valutazione dei risultati attesi, focalizzando il target del risultato sul soddisfacimento dei bisogni primari dei minori destinatari dell’intervento; - offre un contributo rispetto la definizione degli aspetti positivi e negativi dell’intervento messo in atto. 64 5.2. Riprogettazione degli interventi compiuti - partecipa alla revisione ed alla riscrittura delle progettualità ROMANIA a. Bucarest 9.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 1: Incrementare e qualificare gli interventi di assistenza rivolti ai 150 adulti destinatari dell’accoglienza nella struttura dell’ente e delle attività esterne in collaborazione con altre associazioni e implementazione di attività di prevenzione e animazione sociale per 100 minori MESI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 AZIONI-Attività AZIONE 1- Inserimento di nuove accoglienze nella struttura 1.1. Raccolta delle richieste di accoglienza 1.2. Valutazione e accettazione richieste 1.3. Inserimento nella struttura dell’ente AZIONE 2-Implementazione e incremento delle attività di assistenza 2.1. Pianificazione e programmazione delle attività 2.2. Attività assistenziali e di sviluppo delle autonomie di accolti 2.3. Attività occupazionali in collaborazione con “Fabrica de mozaic” 2.4. Realizzazione del servizio di strada con i Frati Missionari della Carità 2.5. Attività assistenziali in collaborazione col centro diurno dei Frati Missionari della Carità AZIONE 3- Implementazione di attività di animazione sociale e prevenzione rivolte a minori 3.1. Pianificazione e programmazione delle attività 3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con l’Associazione Don Orione 3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori AZIONE 4- Valutazione delle attività di assistenza e di prevenzione 4.1. Valutazione dei risultati attesi 4.2. Revisione delle attività programmate e riprogettazione 65 AZIONE 1- Inserimento di nuove accoglienze nella struttura 1.1. Raccolta delle richieste di accoglienza Periodicamente arrivano richieste di accoglienza, in particolare dai frati Missionari della Carità e dai frati maristi di Bucarest. Quotidianamente infatti gli indigenti, soprattutto adulti che vivono in strada e con varie problematiche chiedono aiuto ai frati, che non hanno la possibilità di provvedere all’accoglienza. In questi casi i frati contattano l’ente, fornendo informazioni circa il richiedente. Viene organizzato quindi un incontro per approfondire la richiesta. 1.2. Valutazione e accettazione richieste Una volta raccolte le informazioni necessarie, gli operatori fanno una valutazione della situazione interna degli utenti della struttura, in quanto i nuovi inserimenti hanno delle ricadute negli equilibri della casa. Ci si confronta in particolare sulla richiesta specifica, valutando la fattibilità e le risorse disponibili. Se necessario, si approfondisce ulteriormente che chi ha fatto la proposta. 1.3. Inserimento nella struttura o nelle attività dell’ente Ai nuovi ingressi viene presentata la struttura e gli altri utenti, facendo presenti le regole di convivenza. Vengono realizzati le visite mediche in ingresso. Gli operatori effettuano alcuni colloqui con il nuovo utente per ricostruirne la storia e definire i bisogni individuali. Di conseguenza si provvede alla definizione degli obiettivi del percorso educativo individualizzato. AZIONE 2-Implementazione e incremento delle attività di assistenza 2.1. Pianificazione e programmazione delle attività Gli operatori si riuniscono in equipe per confrontarsi circa i bisogni dei destinatari dei diversi interventi, quindi: accolti, , persone di strade, destinatari del centro diurno e delle attività occupazionali. Vengono definite le priorità di intervento, gli obiettivi e le modalità. Quindi si provvede alla stesura delle attività e alla loro calendarizzazione. 2.2. Attività assistenziali e di sviluppo delle autonomie degli accolti Gli operatori della struttura affiancano gli utenti in attività quotidiane, dalla sperimentazione di spostamenti in autonomia laddove possibile, all’assunzione di terapie in autonomia per gli psichiatrici lievi, alla gestione del denaro ecc. In particolare, a seconda delle possibilità di ognuno, vengono assegnate piccole responsabilità e mansioni, da realizzare in semi-autonomia con l’affiancamento dell’operatore e, gradualmente, in autonomia. Laddove possibile, gli utenti partecipano ad alcune attività sviluppate dalla struttura, quali le attività dei campi estivi o il servizio di strada. 2.3. Attività occupazionali in collaborazione con “Fabrica de mozaic” Gli operatori prendono contatti con le figure di riferimento di “Fabrica de mozaic”, per individuare i bisogni e le risorse da valorizzare per ciascun adulto inserito nelle attività occupazionali. Viene realizzata una calendarizzazione delle attività, definendo i ruoli di ciascuno. Si prepara il setting e i materiali per le attività. Infine si realizzano le attività assieme agli utenti, cercando di instaurare con loro una relazione di fiducia. 2.4 Realizzazione del servizio di strada con i Frati Missionari della Carità L’associazione collabora con i frati Missionari della Carità, supportando il servizio di strada dei frati una volta la settimana. Dopo un confronto con il responsabile del servizio di strada per i Frati, si definiscono i bisogni dei destinatari, le modalità d intervento, i luoghi prioritari in cui intervenire, compiti e mansioni. Il servizio di strada prevede la distribuzioni di alimenti precedentemente reperiti e preparati dall’ente, e di bevande. Il supporto materiale è anche il pretesto per creare una relazione di fiducia con i destinatari, per mettersi in ascolto delle loro problematiche, e per informarli 66 rispetto alle alternative alla strada e alle opportunità che l’associazione stessa può offrire. 2.5. Attività assistenziali in collaborazione col centro diurno dei Frati Missionari della Carità L’ente già collabora da diverso tempo con i Frati Missionari della Carità per le unità di strada. Con questo progetto attiverà una collaborazione più solida, contribuendo alle attività del centro diurno gestito dai frati 2 volte la settimana, una giornata per gli uomini adulti e una giornata per le donne, alcune con figli a carico, anch’essi cresciuti in strada. Si tratta di coordinarsi dapprima con il responsabile del centro per definire ruoli e compiti. Si fa la spesa e si preparano i pasti, che vengono serviti da alcuni operatori assieme agli utenti. Viene data la possibilità a ciascun utente di fare una doccia, di lavare i propri indumenti per ritrovarli puliti la volta seguente. Si cerca in tutto ciò di responsabilizzare gli utenti e di mettersi in ascolto dei loro bisogni, instaurando con loro un legame di fiducia. AZIONE 3- Implementazione di attività di animazione sociale e prevenzione rivolte a minori 3.1. Pianificazione e programmazione delle attività Gli operatori si riuniscono in equipe per confrontarsi circa i bisogni dei minori destinatari dei diversi interventi. Vengono definite le priorità di intervento, gli obiettivi e le modalità. Quindi si provvede alla stesura delle attività e alla loro calendarizzazione. 3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con l’Associazione Don Orione Si definiscono le attività, si provvede a raccogliere il materiale necessario (materiale da cancelleria, da riciclo, palloni, cartapesta, strumenti musicali…) e a preparare il setting. Vengono quindi realizzate attività creative, espressive, ludiche. 3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori Durante l’estate, con l’arrivo di gruppi di volontari si organizzano 3 settimane di attività educative e ludico-ricreative a Bucarest e Matasari. Dapprima i volontari si incontrano con gli operatori dell’ente, per definire obiettivi e metodologie di intervento ed eventualmente esplicitare la presenza di situazioni particolare tra i minori. Si definiscono le attività, si provvede a raccogliere il materiale necessario (materiale da cancelleria, da riciclo, palloni, cartapesta, strumenti musicali…) e a preparare il setting. Si realizzano attività espressive, quali: Attività con la cartapesta e con materiale riciclabile; Attività artistica; Attività musicale; Inoltre vengono organizzati diversi giochi in squadra. AZIONE 4- Valutazione delle attività di assistenza e di prevenzione 4.1. Valutazione dei risultati attesi Si fa una valutazione dei risultati e delle abilità conseguite dai destinatari delle varie attività: di accoglienza , del servizio di strada, del centro diurno, ecc. Per la valutazione si fa riferimento anche a periodici colloqui tenuti con gli adulti inseriti nelle progettualità. Si valuta inoltre se effettivamente le attività proposte hanno diminuito i rischi legati alla strada. 4.2. Revisione delle attività programmate e riprogettazione Sulla base della valutazione dei risultati attesi, si realizza una verifica delle attività svolte, mettendo in evidenza i punti di forza e le criticità. Si valuta inoltre se effettivamente le attività proposte- di supporto materiale, psicologico e educativohanno risposto ai bisogni dei destinatari. Quindi si provvede a una riprogettazione dei progetti e in particolare delle nuove attività. 67 9.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 1: Incrementare e qualificare gli interventi di assistenza rivolti ai 150 adulti destinatari dell’accoglienza nella struttura dell’ente e delle attività esterne in collaborazione con altre associazioni e implementazione di attività di prevenzione e animazione sociale per 100 minori N° Ruolo nella struttura – Azioni Competenze 1 Responsabile dell’associazione AZIONE 1- Inserimento di nuove accoglienze Coordinatore delle attività nella struttura e nelle attività di supporto diurne 1.1. Raccolta delle richieste di accoglienza Operatore di Comunità, con 1.2. Valutazione e accettazione richieste esperienza pluriennale nella 1.3. Inserimento nella struttura o nelle attività gestione della strutture di dell’ente accoglienza con adulti, nella realizzazione di unità di strada e AZIONE 2- Implementazione e incremento nelle attività di sviluppo delle delle attività di assistenza autonomie. Esperienza di 3 anni 2.1. Pianificazione e programmazione delle attività come responsabile di un centro 2.2. Attività assistenziali e di sviluppo delle diurno per psichiatrici e adulti con autonomie degli accolti disagio in Italia 2.3. Attività occupazionali in collaborazione con “Fabrica de mozaic” 2.4. Realizzazione del servizio di strada con i Frati Missionari della Carità AZIONE 3- Implementazione di attività di animazione sociale e prevenzione rivolte a minori 3.1. Pianificazione e programmazione delle attività 3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con l’Associazione Don Orione 3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori AZIONE 4- Valutazione delle attività di assistenza e di prevenzione 4.1. Valutazione dei risultati attesi 4.2. Revisione delle attività programmate e riprogettazione 1 1 CO-responsabile di struttura Operatrice di comunità, con esperienza pluriennale in strutture di accoglienza, in particolare con adulti in situazione di disagio e con psichiatrici. Co-responsabile di struttura Operatrice di comunità, con esperienza pluriennale in strutture di accoglienza, in particolare con adulti in situazione di disagio e con AZIONE 2- Implementazione e incremento delle attività di assistenza 2.1. Pianificazione e programmazione delle attività 2.2. Attività assistenziali e di sviluppo delle autonomie degli accolti AZIONE 3- Implementazione di attività di animazione sociale e prevenzione rivolte a minori 3.1. Pianificazione e programmazione delle attività 3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con l’Associazione Don Orione 3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori AZIONE 4- Valutazione delle attività di assistenza e di prevenzione 4.1. Valutazione dei risultati attesi 4.2. Revisione delle attività programmate e riprogettazione AZIONE 1- Inserimento di nuove accoglienze nella struttura e nelle attività di supporto diurne 1.2. Valutazione e accettazione richieste 1.3. Inserimento nella struttura o nelle attività dell’ente AZIONE 2- Implementazione e incremento 68 psichiatrici. Esperienza in attività di animazione e prevenzione con minori delle attività di assistenza 2.1. Pianificazione e programmazione delle attività 2.3. Attività occupazionali in collaborazione con “Fabrica de mozaic” 2.4. Realizzazione del servizio di strada con i Frati Missionari della Carità 2.5. Attività assistenziali in collaborazione col centro diurno dei Frati Missionari della Carità AZIONE 3- Implementazione di attività di animazione sociale e prevenzione rivolte a minori 3.1. Pianificazione e programmazione delle attività 3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con l’Associazione Don Orione 3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori 20 Animatori volontari Esperienze di volontariato in parrocchie, oratori, scout, con esperienza in attività di animazione con minori (presenti per i mesi estivi, quando sono attivi i campi estivi con i minori) AZIONE 4Valutazione delle attività di assistenza e di prevenzione 4.1. Valutazione dei risultati attesi 4.2. Revisione delle attività programmate e riprogettazione AZIONE 2- Implementazione e incremento delle attività di assistenza 2.4. Realizzazione del servizio di strada con i Frati Missionari della Carità 2.5. Attività assistenziali in collaborazione col centro diurno dei Frati Missionari della Carità AZIONE 3- Implementazione di attività di animazione sociale e prevenzione rivolte a minori 3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con l’Associazione Don Orione 3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori 9.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 1: Incrementare e qualificare gli interventi di assistenza rivolti ai 150 adulti destinatari dell’accoglienza nella struttura dell’ente e delle attività esterne in collaborazione con altre associazioni e implementazione di attività di prevenzione e animazione sociale per 100 minori AZIONI-Attività ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO AZIONE 1- Inserimento di nuove accoglienze nella struttura e nelle attività di supporto diurne 1.3. Inserimento nella struttura o nelle - il volontario supporta gli operatori nell’inserimento dell’utente nella struttura, attività dell’ente avendo cura di dedicargli attenzione e di rassicurarlo; - affiancherà l’operatore nel condividere e nel far rispettare le regole di convivenza; - si confronta con l’operatore rispetto al percorso individualizzato definito per il nuovo utente. AZIONE 2-Implementazione e incremento delle attività di assistenza 2.1. Pianificazione e programmazione delle attività - con una certa gradualità il volontario parteciperà alle equipe, dapprima come osservatore e poi offrendo il suo punto di vista rispetto ai bisogni dei destinatari dei diversi interventi; 69 2.2. Attività assistenziali e di sviluppo delle autonomie degli accolti 2.3. Attività occupazionali in collaborazione con “Fabrica de mozaic” - partecipa alla stesura delle attività e alla loro calendarizzazione. - il volontario, seguendo i suggerimenti degli operatori, affianca gli utenti in attività quotidiane, dalla sperimentazione di spostamenti in autonomia laddove possibile, all’assunzione di terapie in autonomia per gli psichiatrici lievi, alla gestione del denaro ecc; - affianca nella realizzazione di piccole responsabilità e mansioni, da realizzare in semi-autonomia e, gradualmente, in autonomia. In questa fase la dimensione relazione è centrale: è attraverso la relazione di fiducia instauratasi che si può rassicurare l’utente e favorirne l’empowerment; - Affianca gli operatori nella preparazione del setting e dei materiali per le attività. - Affianca gli operatori dell’ente e di “Fabrica de mozaic” nella realizzazione delle attività occupazionali assieme agli utenti, cercando di instaurare con loro una relazione di fiducia. 2.4 Realizzazione del servizio di strada con i Frati Missionari della Carità 2.5. Attività assistenziali in collaborazione col centro diurno dei Frati Missionari della Carità - il volontario partecipa alla preparazione di cibo e bevande per l’unità di strada; - il volontario partecipa alle unità di strada organizzate dai Frati Missionari della Carità, durante le quali distribuisce alimenti e offre supporto materiale, oltre che ascolto. Anche qui la dimensione relazionale è centrale: attraverso la relazione di fiducia si cerca di informare gli utenti delle alternative alla strada e degli eventuali supporti che si possono offrire. Il volontario parteciperà alle attività del centro diurno dei Frati Missionari della Carità due volte la settimana: - Affiancherà gli operatori nella distribuzione dei pasti assieme ad alcuni utenti; - Affiancherà gli operatori nell’offrire informazioni agli utenti rispetto ai servizi garantiti dal centro (pasti, doccia calda, pulizia dei vestiti ecc.) e alle regole; - Si metterà in ascolto degli utenti e dei loro bisogni, cercando di costruire una relazione di fiducia AZIONE 3- Implementazione di attività di animazione sociale e prevenzione rivolte a minori 3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con l’Associazione Don Orione - affiancherà gli educatori nel preparare il materiale necessario (materiale da cancelleria, da riciclo, palloni, cartapesta, strumenti musicali…) e il preparare il setting; - parteciperà con gli educatori alla realizzazione delle attività creative, espressive, ludiche; 70 3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori - affianca gli educatori nella preparazione del materiale necessario (materiale da cancelleria, da riciclo, palloni, cartapesta, strumenti musicali…) e del setting per i campi estivi con minori a Bucarest e Matasari; - Partecipa all’organizzazione delle attività educative e ludico-ricreative ed espressive durante i campi estivi. AZIONE 4- Valutazione delle attività di assistenza e di prevenzione 4.1. Valutazione dei risultati attesi 4.2. Revisione delle attività programmate e riprogettazione - il volontario offre il suo contributo per quanto riguarda la valutazione dei risultati e delle abilità conseguite dai destinatari delle varie attività - il volontario partecipa alla valutazione dei risultati attesi, e offre il suo contributo per la riprogettazione dei progetti e in particolare delle nuove attività. b. Timisoara 9.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 2: Implementazione di 50 nuovi programmi di protezione per altrettanti minori vittime di tratta individuati da Generatie Tanara e qualificazione delle attività di prevenzione per 60 minori a rischio appartenenti ai territori di Recas, Calacea e Carani. MESI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 AZIONI-Attività AZIONE 1-Programmazione degli interventi 1.1. Approfondimento dei fenomeni della tratta 1.2. Verifica dello stato dell’arte dei programmi e delle attività promosse dall’ente 1.3. Pianificazione e programmazione delle attività AZIONE 2- Inserimento delle vittime di tratta nel programma di protezione di Generatie Tanara 2.1. Realizzazione di colloqui con le istituzioni locali e con la polizia 2.2. Valutazione e accettazione richieste 2.3. Inserimento nel programma di protezione e aggiornamento dei beneficiari a carico del programma AZIONE 3-Implementazione del programma di protezione delle vittime 3.1. Attività assistenziali 3.2. Attività ludico-ricreative e culturali 3.3. Attività espressive e 71 creative 3.4. Attività di inserimento e supporto scolastico AZIONE 4-Implementazione del programma di prevenzione dei minori 4.1. Attività assistenziali 4.2. Attività di tutoraggio scolastico 4.3. Attività ludico-ricreative e culturali 4.4 Attività espressive e creative AZIONE 5- Valutazione dei programmi di protezione e di prevenzione 5.1. Valutazione dei risultati attesi 5.2. Revisione delle attività programmate e riprogettazione AZIONE 1-Programmazione degli interventi 1.1.Approfondimento dei fenomeni della tratta e della violenza domestica Questa attività è propedeutica alla verifica dello stato dell’arte e alla riprogrammazione degli interventi. Le problematiche infatti sono complesse e dinamiche, è necessario quindi un continuo aggiornamento da parte degli operatori, raccolta di dati sempre aggiornati sul fenomeno. Questo avviene grazie alla collaborazione con l’Agenzia Nazionale contro la Tratta (ANITP) a Oradea, e altre istituzioni che si occupano di tratta e di vittime di violenza domestica. Questo prevede periodiche visite presso tali realtà al fine appunto di approfondire la tematica e partecipazioni a seminari organizzati di volta in volta da ONG e istituzioni. E’ prevista la partecipazione a seminari internazionali sulla tratta in Ungheria, Bulgaria, Serbia, Moldavia e altri paesi europei. 1.2.Verifica dello stato dell’arte dei programmi e delle attività promosse dall’ente In relazione agli ultimi report elaborati sulle attività svolte, gli operatori e i soggetti coinvolti si riuniranno in equipe, analizzando l’allocazione delle risorse impiegate e i punti di forza e le criticità riscontrate, per le quali si proporranno le opportune modifiche. Si cercheranno inoltre di individuare e valorizzare le buone pratiche emerse. 1.3.Pianificazione e programmazione delle attività Sulla base dei progetti individuali delle vittime, mensilmente si realizza una programmazione di massima delle attività di reintegrazione sociale, tenendo conto che la gestione di questi programmi di protezione richiede una grande flessibilità nell’organizzazione, considerando che le accoglienze nelle strutture subiscono continuamente modifiche. Per la stesura del programma si tiene conto sia delle risorse umane e finanziarie a disposizione, sia dei bisogni specifici dei destinatari, individuati attraverso dei colloqui. Infine si definiscono le attività, la modalità e i tempi di attuazione. Anche per la programmazione delle attività legate alla prevenzione, si effettuano colloqui con i minori per conoscere meglio le aspettative, i problemi e i bisogni, e si definiscono quindi obiettivi specifici, modalità e tempi delle singole attività. 72 AZIONE 2- Inserimento delle vittime di tratta nel programma di protezione di Generatie Tanara 2.1. Realizzazione di colloqui con le istituzioni locali e con la polizia Nel momento in cui la polizia locale individua una vittima di tratta, come prima cosa la informa che può essere inserita nei procedimenti giudiziari e anche in un centro protetto, dove ricevere assistenza. Se la vittima acconsente viene portata da Generatie Tanara. Quindi vengono realizzati dei colloqui con le istituzioni per cercare di ricostruire la storia della vittima, risalire alla famiglia e alle condizioni di vita della famiglia stessa. Queste informazioni vengono raccolte in relazioni individuali. 2.2. Valutazione e accettazione richieste La responsabile dell’ONG valuta se accettare o meno l’inserimento, in base alle possibilità e alle risorse dell’ente. Generalmente si cerca comunque di dare risposta affermativa a tutte le segnalazioni. Infine si comunica formalmente alle istituzioni la presa in carico della vittima. 2.3. Inserimento nel programma di protezione e aggiornamento dei beneficiari a carico del programma Le vittime di tratta e di violenza domestica vengono inserite nel programma di protezione dell’ente. Viene quindi elaborato un progetto individuale per ciascuna vittima, in base ai bisogni e alla situazione specifica. I dati anagrafici dei nuovi inserimenti vengono archiviati assieme ai documenti personali attraverso un’attività di segreteria. Questi dati vengono aggiornati costantemente e messi a disposizione degli operatori e assistenti sociali che operano nell’associazione. Viene redatto e aggiornato un registro presenze delle vittime in programma. AZIONE 3-Implementazione del programma di protezione delle vittime 3.1. Attività assistenziali Le vittime ricevono accoglienza e supporto materiale (abbigliamento, prodotti per la cura personale, ecc.). Vengono responsabilizzate per quanto riguarda la cura di sé: questo aspetto è parte fondamentale del programma di reinserimento sociale. Oltre a ciò, alle vittime viene garantito supporto medico e psicologico grazie alla presenza costante nella struttura di Timisoara di personale qualificato. Viene offerta inoltre consulenza giuridica e supporto nelle relazioni con le istituzioni giuridiche e nella preparazione della documentazione necessaria. In particolare l’associazione cerca di ottenere i documenti d' identità per i minori inseriti, che li hanno persi o non li hanno mai avuti. Viene garantito il trasporto e l’accompagnamento per le visite mediche, psicologiche, legali ecc. 3.2. Attività ludico-ricreative e culturali Settimanalmente vengono programmati e calendarizzati alcuni momenti ludici, tra cui: Attività culturali sul territorio (cinema, visita alla città ecc.); Attività ricreative, come festeggiamenti in occasioni di ricorrenze particolari, compleanni ecc., escursioni; Si definisce in equipe quali risorse economiche e umane sono disponibili per le tali attività, si provvede all’organizzazione logistica, infine si realizzano le attività. 3.3. Attività espressive e creative in base all’organigramma e ai progetti individuali delle vittime, si definiscono le attività espressive finalizzate a migliorare le abilità sociali, relazionali e comunicative. E’ fondamentale la relazione tra utente e educatori: l’educatore cerca di costruire una relazione di fiducia con la vittima e di educarla informalmente a una gestione della relazione non strumentale- come avviene nell’ambito della prostituzione- ma basata sul rispetto reciproco e sulla valorizzazione di sé. Centrale nell’attività educative è dunque l’approccio dell’educatore alle vittime, approccio 73 basato sull’ascolto attivo e il dialogo. Si preparano i materiali e il setting per i laboratori di arte terapia e bigiotteria, infine si procede alla realizzazione delle attività 3.4. Attività di inserimento e supporto scolastico In base ai progetti individuali e all’età delle vittime, si prevede l’inserimento scolastico. Nel caso della scuola o di corsi formativi, l’associazione si preoccupa di supportare l’orientamento scolastico, di prendere contatto con gli istituti, e di preparare la documentazione necessaria per l’iscrizione. E’ prevista la realizzazione di un corso di inglese e il supporto scolastico per le vittime che decidono di iscriversi a scuola. AZIONE 4-Implementazione del programma di prevenzione dei minori Recas, Calacea e Carani a 4.1. Attività assistenziali Ai minori inseriti nel programma di prevenzione, viene garantito vitto e alloggio. Oltre a ciò, verranno accompagnati al bisogno da medici e psicologi, al fine di garantire un costante supporto psicologico e sanitario. In generale si cerca di rispondere ai bisogni materiali dei minori, garantendo loro uno spazio protetto. 4.2. Attività di tutoraggio scolastico In base ai bisogni individuali dei minori, si predispone un programma di supporto scolastico. Si predispongono all’occorrenza i materiali didattici, e quotidianamente verrà offerto il tutoraggio scolastico. 4.3.Attività ludico-ricreative e culturali Settimanalmente vengono programmati alcuni momenti ludici, tra cui: Attività culturali sul territorio (cinema, visita alla città, visita ai musei, teatro, ecc.); Attività ricreative, come festeggiamenti in occasioni di ricorrenze particolari, compleanni ecc., escursioni; Dopo una calendarizzazione delle attività, si verificano gli aspetti logistici quali la disponibilità dei mezzi, e gli accompagnatori. 4.4 Attività espressive e creative Tali attività permettono sia di sviluppare le abilità relazionali, sociali e comunicative dei minori, sia di aumentare la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. Si preparano i materiali e il setting per i laboratori di arte terapia e bigiotteria, si valuta chi impegnare nelle attività, infine si procede alla realizzazione dei seguenti laboratori: - laboratorio di arte terapia; - laboratorio di bigiotteria; AZIONE 5- Valutazione dei programmi di protezione e di prevenzione 5.1. Valutazione dei risultati attesi Si valutano i risultati attesi rispetto agli obiettivi di partenza e ai progetti individuali di ciascun minore e si individuano gli aspetti positivi e le criticità. Vengono coinvolti in questo momenti di verifica gli operatori coinvolti, le figure specializzate (assistente sociale e psicologa) e la responsabile dell’associazione. Si considera il grado di soddisfacimento degli utenti. 5.2. Revisione delle attività programmate e riprogettazione sulla base della valutazione svolta, si individuano aspetti da potenziare, e modalità per ridurre o eliminare le criticità. Si passa quindi alla riprogettazione delle diverse azioni. 74 9.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 2: Implementazione di 50 nuovi programmi di protezione per altrettanti minori vittime di tratta individuati da Generatie Tanara e qualificazione delle attività di prevenzione per 60 minori a rischio appartenenti ai territori di Recas, Calacea e Carani. N° Ruolo nella struttura – Azioni Competenze 1 Responsabile dell’associazione AZIONE 1-PROGRAMMAZIONE DEGLI Coordinatore di progetto INTERVENTI Esperienza pluriennale nella gestione della strutture di accoglienza, nel coordinamento dei progetti. Esperienza ventennale in programmi di protezione per vittime della tratta Fondatrice e coordinatrice delle attività dell’ONG e delle risorse umane Responsabili dei rapporti con istituzioni nazionali e internazionali AZIONE 2- Inserimento delle vittime di tratta nel programma di protezione di Generatie Tanara 2.1. Realizzazione di colloqui con le istituzioni locali e con la polizia 2.2. Valutazione e accettazione richieste AZIONE 3-Implementazione del programma di protezione delle vittime 3.1. Attività assistenziali 3.4. Attività di inserimento e supporto scolastico AZIONE 4-Implementazione del programma di prevenzione dei minori a Recas, Calacea e Carani 4.1. Attività assistenziali 1 Assistente sociale Dipendente Laurea in Lavoro Sociale comunitario. Esperienza pluriennale nell’ambito dell’assistenza sociale con particolari competenze rispetto l’assistenza alle vittime e gestione delle relazioni con i servizi sociali territoriali 1 Assistente sociale Laurea in Lavoro Sociale comunitario. Esperienza pluriennale nell’ambito dell’assistenza sociale AZIONE 5- Valutazione dei programmi di protezione e di prevenzione 5.1. Valutazione dei risultati attesi 5.2. Revisione delle attività programmate e riprogettazione AZIONE 1-PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI AZIONE 2- Inserimento delle vittime di tratta nel programma di protezione di Generatie Tanara 2.2. Valutazione e accettazione richieste 2.3. Inserimento nel programma di protezione e aggiornamento dei beneficiari a carico del programma AZIONE 3- Implementazione del programma di protezione delle vittime 3.1. Attività assistenziali 3.4. Attività di inserimento e supporto scolastico AZIONE 5- Valutazione dei programmi di protezione e di prevenzione AZIONE 1-PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI AZIONE 4-Implementazione del programma di prevenzione dei minori a Recas, Calacea e Carani 4.1. Attività assistenziali 4.2. Attività di tutoraggio scolastico 4.4 Attività espressive e creative AZIONE 5- Valutazione dei programmi di 75 protezione e di prevenzione 1 3 Operatore Esperienza di contabilità e gestione risorse umane AZIONE 2- Inserimento delle vittime di tratta nel programma di protezione di Generatie Tanara 2.3. Inserimento nel programma di protezione e aggiornamento dei beneficiari a carico del programma Educatore Esperienza pluriennale nell’ambito educativo e assistenziale con vittime di tratta AZIONE 1-PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI Attività- 1.3. Pianificazione e programmazione delle attività AZIONE 3-Implementazione del programma di protezione delle vittime AZIONE 5- Valutazione dei programmi di protezione e di prevenzione 1 Psicologo Laurea in Psicologia, esperienza pluriennale con vittime di tratta AZIONE 3-Implementazione del programma di protezione delle vittime- Attività-3.1. Attività assistenziali 1 Giurista Laurea in diritto comunitario, esperienza nel supporto legale di vittime di tratta Educatore Esperienza pluriennale nell’ambito educativo e assistenziale con minori AZIONE 3-Implementazione del programma di protezione delle vittime- Attività-3.1. Attività assistenziali 3 AZIONE 4-Implementazione del programma di prevenzione dei minori a Recas, Calacea e Carani AZIONE 5- Valutazione dei programmi di protezione e di prevenzione 1 Autista AZIONE 3-Implementazione del programma di protezione delle vittime 3.1. Attività assistenziali AZIONE 4-Implementazione del programma di prevenzione dei minori a Recas, Calacea e Carani 4.1. Attività assistenziali 2 Operatori Esperienza pluriennale nelle attività socio-assistenziali alle vittime e ai minori. AZIONE 4-Implementazione del programma di prevenzione dei minori a Recas, Calacea e Carani AZIONE 5- Valutazione dei programmi di protezione e di prevenzione 9.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 2: Implementazione di 50 nuovi programmi di protezione per altrettanti minori vittime di tratta individuati da Generatie Tanara e qualificazione delle attività di prevenzione per 60 minori a rischio appartenenti ai territori di Recas, Calacea e Carani. AZIONI-Attività ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO AZIONE 1-PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI 76 1.1. Approfondimento dei fenomeni della tratta 1.3. Pianificazione e programmazione delle attività AZIONE 3-Implementazione del programma di protezione delle vittime 3.1. Attività assistenziali 3.2. Attività ludico-ricreative e culturali 3.3. Attività espressive e creative 3.4. Attività di inserimento scolastico e supporto - approfondisce il fenomeno della tratta e della violenza domestica, raccogliendo dati, leggendo report sul tema; - partecipa assieme agli operatori alle visite presso associazioni o istituzioni che operano nell’ambito della tratta e della violenza domestica, presenti sul territorio rumeno, in particolare l’Agenzia Nazionale contro la Tratta (ANITP) a Oradea; - partecipa assieme agli operatori a seminari nazionali e internazionali; - partecipa alla programmazione, sulla base dei progetti individuali delle vittime, dei programmi di protezione e di prevenzione. Propone e partecipa alla definizione delle attività, delle modalità e dei tempi di attuazione. - accompagna le vittime alle visite mediche e psicologiche; - si confronta con il personale qualificato presente nelle strutture dell’ente; - costruisce con le vittime una relazione di fiducia; - affianca gli educatori nella programmazione settimanale delle attività; - affianca gli educatori nella realizzazione delle attività culturali e ricreative sul territorio o dentro la struttura (uscite culturali, escursioni, cinema ecc.) - partecipa con gli educatori alla definizione delle attività espressive e creative da proporre ai destinatari; - cerca di creare una relazione di fiducia con la vittima e di educarla informalmente a una gestione della relazione basata sul rispetto reciproco. - affianca gli operatori nelle attività di orientamento scolastico, di preparazione dei documenti. Affianca gli educatori nelle attività di tutoraggio scolastico AZIONE 4-Implementazione del programma dei prevenzione dei minori 4.1. Attività assistenziali 4.2. Attività di tutoraggio scolastico - affianca gli operatori nell’accoglienza dei minori; - accompagna i minori a visite mediche e psicologiche; - si confronta con il personale qualificato presente nelle strutture dell’ente - affianca gli operatori nell’individuazione dei bisogni dei minori; - offriranno quotidianamente un supporto scolastico ai minori; 4.3. Attività ludico-ricreative e culturali - affianca gli educatori nella programmazione settimanale delle attività; - affianca gli educatori nella realizzazione delle attività culturali e ricreative sul territorio o dentro la struttura (uscite culturali, escursioni, cinema ecc.) 4.4 Attività espressive e creative - affianca gli educatori nella preparazione dei materiali e del setting per i laboratori di arte terapia e bigiotteria; - affianca gli educatori nella realizzazione dei laboratori; 77 RUSSIA 9.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi Elista OBIETTIVO SPECIFICO 1: Rafforzare e qualificare gli interventi di integrazione e di sviluppo delle autonomie per le 8 persone con disabilità accolte dall’ente e per le 23 persone sostenute dai progetti dell’Ente ad Elista MESI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 AZIONI -Attività AZIONE 1 - Inserimento nella struttura e nel centro diurno 1.4. Monitoraggio e mappatura dei disabili presenti sul territorio e raccolta richieste di inserimento . 1.5. Valutazione e gestione delle richieste d’inserimento 1.6. Inserimento AZIONE 2 - Interventi socioeducativi e riabilitativi 2.1. Programmazione ed organizzazione delle attività 2.2. 2.3. Laboratori manuali Attività di sviluppo delle autonomie 2.4. Attività ludico ricreative e di socializzazione 2.5. Attività sportive 2.6. Verifica delle attività AZIONE 3 – Realizzazione di attività di sensibilizzazione e formazione sul territorio di Elista 3.1. 3.2. 3.3. 3.4. Programmazione ed organizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione Promozione delle attività di formazione Realizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione Verifica delle riprogettazione attività e OBIETTIVO SPECIFICO 1: Rafforzare e qualificare gli interventi di integrazione e di sviluppo delle autonomie per le 8 persone con disabilità accolte dall’ente e per le 23 persone sostenute dai progetti dell’Ente ad Elista. AZIONE 1 - Inserimento nella struttura centro diurno 1.1. Monitoraggio e mappatura dei disabili presenti sul territorio e raccolta richieste di inserimento . L’equipe dell’Associazione che si occupa della raccolta dei bisogni si incontrerà per valutare le segnalazioni di persone disabili in difficolta ricevute, per pianificare un calendario di visite da realizzare. Successivamente ai primi contatti si pianificheranno delle visite per approfondire la situazione della persona e porre in essere le risposte più adeguate. 1.2. Valutazione e gestione delle richieste d’inserimento Compilazione ed elaborazione di strumenti per l’aiuto, utili ad individuare quali 78 bisogni e con quali modalità poter aiutare la persona. Inoltre attraverso l’elaborazione di un opuscolo si informerà il territorio sulla struttura, sui suoi servizi offerti e sull’equipe di lavoro coinvolta e infine anche dell’ampliamento delle attività del Centro Diurno. 1.3. Inserimento Dopo un primo incontro tra la famiglia e gli operatori del centro diurno, vien effettuato l’inserimento graduale del soggetto con disabilità nelle attività del centro. Attraverso la compilazione di una scheda individuale, si definiscono gli obiettivi che il nuovo utente può raggiungere, così da redigere un programma d’accompagnamento. AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e riabilitativi 2.1. Programmazione ed organizzazione delle attività Con cadenza mensile vengono pianificate le attività dall’equipe di lavoro, la stesura del calendario viene elaborata in base al raggiungimento degli obiettivi preposti e alla disponibilità finanziaria del centro. 2.2. Laboratori manuali Sulla base della pianificazione vengono attuate le attività creative, che concretamente sono : 1 laboratorio sulla lavorazione della carta riciclata, e successiva trasformazione del materiale riciclato in bigliettini regalo per ricorrenze o festività; 1 laboratorio sulla lavorazione del legno; 2 laboratorio manuali di realizzazione candele attraverso la trasformazione della cera; 1 laboratorio di lavorazione della lana cotta; 1 laboratorio di taglio e cucito, per le ragazze disabili presenti al centro; 2 laboratori sulla creazione e realizzazione di braccialetti e collane. Durante lo svolgimento dei laboratori, vengono apportate modifiche e migliorie, basandosi sui bisogni e la risposta dei destinatari coinvolti. 2.3. Attività di sviluppo delle autonomie Le modalità d’intervento sostanzialmente si distinguono tra gli accolti nelle strutture dell’ente e gli utenti che frequentano giornalmente il centro diurno. Nel caso degli accolti si tratta di attività già preesistenti, che con il presente progetto saranno intensificate da 2 a 4 volte la settimana, per gli utenti del centro queste attività verranno proposte 3 volte a settimana. Le attività di sviluppo delle autonomie saranno impostate e monitorate dagli operatori delle strutture di accoglienza che affiancheranno gli utenti al miglioramento dell’autonomia nella cura e la pulizia di sé. Affiancandoli nella realizzazione di compiti specifici, quali la sperimentazioni di spostamenti in autonomia laddove possibile, all’assunzione in autonomia di terapie, e l’integrazione nella rete sociale attraverso la conoscenza di spazi di aggregazione dei quali usufruire. 2.4. Attività sportive All’interno del programmazione educativa mensile sono previste alcune attività sia ludiche che sportive così strutturate: 1 volta a settimana attività sportiva al palazzetto cittadino, bimestralmente si partecipa a tornei di basket, pallavolo e calcio. 1 volta a settimana attività sportive al palazzetto cittadino; partecipazione alla gare di selezione a Mosca per il tennis a tavola e agli allenamenti in città; 79 2.5. Attività ludico-ricreative e di socializzazione 2.6. mensilmente organizzazione di eventi di festeggiamento in occasioni di ricorrenze particolari, compleanni ecc. laboratorio/scuola d’insegnamento della lingua italiana; laboratorio di musicoterapia; uscite mensili con gli utenti del centro (cinema, gite o manifestazioni culturali). Verifica delle attività Con cadenza trimestrale vengono organizzati momenti di verifica dell’andamento delle singole attività, elaborando eventuali modifiche e variazioni di programma attraverso la riprogettazione delle attività proposte. Le valutazione sull’andamento vengono supportate da una scheda di valutazione consegnata alle famiglie degli utenti, che nella compilazione posso esprimere dubbi o suggerimenti agli operatori per migliorare sostanzialmente le attività del centro. AZIONE 3 – Realizzazione di attività di sensibilizzazione e formazione sul territorio di Elista 3.1. Programmazione ed organizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione L’equipe partendo dai risultati ottenuti nell’esperienze pregresse con i disabili, si prefigge la realizzazione di un breve percorso didattico da sottoporre agli enti Associazionisti e Istituzionali del territorio. Focalizzandosi sui contenuti, le tempistiche, la modalità di svolgimento delle attività e il coinvolgimento dei destinatari. 3.2. Promozione delle attività di formazione La promozione del percorso di sensibilizzazione e formazione preposto comporta la realizzazione e distribuzione di una brochure esplicativa del percorso didattico offerto (tempi, modalità e contenuti) e la realizzazione di un database contenente i riferimenti dei vari interlocutori istituzionali ed associazionistici del territorio. Inoltre si contattano i soggetti coinvolti elaborando insieme il calendario, individuando così gli spazi da utilizzare; 3.3. Realizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione Organizzazione dei luoghi adibiti allo svolgimento del programma proposto, realizzazione delle attività, attraverso l’utilizzo del materiale tecnico/didattico prodotto nella fase di programmazione. Durante l’anno si realizzano 6 eventi in piazza di sensibilizzazione rispetto la disabilità. 3.4. Verifica delle attività e riprogettazione Successivamente ad ogni incontro si eseguirà una valutazione dell’interesse e esaminando la nuova modalità relazionale prodotta nei soggetti coinvolti in correlazione alle tematiche trattate. In fine si analizzeranno i punti di forza e le criticità del percorso, così da poter apportare le necessarie modifiche. Astrakhan OBIETTIVO SPECIFICO 2: Potenziare e qualificare le attività di sostegno e l’accoglienza a favore delle 66 persone in condizioni di vulnerabilità accolte nelle strutture ed inserite nei progetti di sostegno presenti sul territorio di Astrakhan. MESI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 AZIONI -Attività AZIONE 1 - Identificazione di persone in condizione di vulnerabilità presenti sul territorio 80 1.1. Monitoraggio della situazione in contesti di rischio 1.2. Mappatura delle persone povere e individuazione di gruppi vulnerabili e di condizioni di rischio. AZIONE 2 - Interventi socioeducativi e riabilitativi 2.1. Programmazione ed organizzazione delle attività 2.2. 2.3. 2.4. Attività educative Attività di sostegno sanitario Laboratorio di formazione e acquisizione delle autonomie 2.5. Verifica delle attività AZIONE 3 - Attività di intervento sociale 3.1. Programmazione e calendarizzazione delle attività 3.2. Attività di “Unità di strada” 3.3. Attività di accompagnamento socio-sanitario particolare. AZIONE 4 – Gestione/organizzazione Adozioni a distanza 4.1. Programmazione ed organizzazione delle attività 4.2. Mappatura delle famiglie da inserire nel progetto e raccolta delle domande . 4.3. Valutazione/ gestione delle richieste d’inserimento e inserimento 4.4. Attività di sostegno delle famiglie inserite a progetto 4.5. Monitoraggio e valutazione della situazione personale delle famiglie OBIETTIVO SPECIFICO 2: Potenziare e qualificare le attività di sostegno e l’accoglienza a favore delle 66 persone in condizioni di vulnerabilità accolte nelle strutture ed inserite nei progetti di sostegno presenti sul territorio di Astrakhan. AZIONE 1 - Identificazione di persone in condizione di vulnerabilità presenti sul territorio 1.1. Monitoraggio della situazione in contesti di rischio Si predisporrà un registro visite utile a tenere memoria delle visite effettuate e rilevare in maniera standardizzata le situazioni di bisogno. Gli operatori dell’Ente si incontrano per valutare le segnalazioni di persone in condizioni di vulnerabilità. Si pianificheranno delle visite per approfondire la situazione della persona e individuare le risposte più adattate. 1.2. Mappatura delle persone povere e individuazione di gruppi vulnerabili e di condizioni di rischio. Attraverso le visite si valuterà la condizione globale della persona e la presenza di particolari condizioni di rischio per essa. Con l’osservazione e il colloquio informale si cercherà di individuare le maggiori criticità ma anche le potenzialità così da non limitarsi ad una mera funzione di assistenza ma impegnandosi ad attivare le risorse proprie della persona stessa. 81 AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e riabilitativi 2.1. Programmazione ed organizzazione delle attività Si individuano i bisogni e le capacità degli utenti per poi pianificare e programmare le varie attività da proporre a quest’ultimi. Si passa alla calendarizzazione delle attività, che costantemente vengono riviste e ripensate in base al feedback dei beneficiari e ai bisogni che di volta in volta emergono. 2.2. Attività educative Gli utenti inseriti nelle scuole sono sostenuti nello svolgimento dell’ apprendimento scolastico e nelle attività extrascolastiche (sport, corsi esterni di musica, ecc..) Inoltre sarà effettuata una analisi dell’andamento individuando le carenze principali, in particolare rispetto ad eventuali competenze non adeguatamente sviluppate. Per ciascuno utente saranno individuati minimi obiettivi da raggiungere calibrati in relazione alle capacità riscontrate. Sarà allestito uno spazio apposito con il materiale didattico e di cancelleria necessario. 2.3. Attività di sostegno sanitario Gli utenti vengono sostenuti nella cura igienico sanitaria personale, accompagnati in strutture sanitarie per accertamenti, analisi mediche e visite specialistiche. Inoltre sono assistiti ed aiutati durante l’assunzione dei pasti (quando necessario). 2.4. Laboratorio di formazione e acquisizione delle autonomie. Il giovane senzatetto e la ragazza madre accolti all’interno delle strutture saranno inseriti all’interno di programmi di formazione professionale e per indirizzarne la professionalità e l’acquisizione di una autonomia globale. 2.5. Verifica delle attività Con cadenza trimestrale vengono organizzati momenti di verifica dell’andamento delle singole attività, elaborando eventuali modifiche e variazioni di programma attraverso la riprogettazione delle attività proposte. Le valutazione sull’andamento vengono supportate da una scheda di valutazione consegnata alle famiglie degli utenti, che nella compilazione posso esprimere dubbi o suggerimenti agli operatori per migliorare sostanzialmente gli interventi. AZIONE 3 - Attività di intervento sociale 3.1. Programmazione e calendarizzazione delle attività Gli operatori dell’Ente si incontrano per valutare, programmare e pianificare un calendario delle varie attività da realizzare che saranno distribuite tra gli operatori. 3.2. Attività di “Unità di strada” Attraverso le uscite in strada, 2/3 volte a settimana, si cercherà un primo contatto con la persona senza fissa dimora. Si forniranno viveri di prima necessita, cure mediche, vestiario ed accompagnamento burocratico, inoltre alcune persone vengono seguite individualmente durante la settimana. Dopo la distribuzione del cibo e dei beni di primo intervento si cerca attraverso un colloquio informale di informarsi sulla situazione della persona, si ascoltano le sue problematiche personali e/o famigliari. Infine si compila una scheda per monitorare il numero delle persone incontrate. 82 3.3. Attività di accompagnamento socio-sanitario particolare. Alcuni senzatetto nell’arco della settimana sono accompagnati in strutture sanitarie per accertamenti, analisi mediche e visite specialistiche. AZIONE 4 – Gestione/organizzazione Adozioni a distanza 4.1. Programmazione ed organizzazione delle attività Gli operatori dell’Ente si incontrano per valutare, programmare e pianificare un calendario delle varie attività da realizzare che saranno distribuite tra gli operatori. 4.2. Mappatura delle famiglie da inserire nel progetto e raccolta delle domande. Attraverso le visite si valuterà la condizione globale delle famiglie e la presenza di particolari condizioni di rischio, inoltre saranno raccolte le richieste di possibili inserimento a progetto, provenienti dalle famiglie stesse o da enti e figure esterne. 4.3. Valutazione/ gestione delle richieste d’inserimento e inserimento Compilazione ed elaborazione di strumenti utili a valutare la richiesta di inserimento. Si fa una valutazione delle risorse economiche disponibili, ricavate attraverso le donazioni. Per ogni destinatario inserito nel progetto di adozione a distanza si compila una scheda individuale con i dati personali, la situazione familiare, sanitaria ecc. Questi dati vengono costantemente aggiornati. Periodicamente viene redatto un report per rendicontare il progetto e condividere i risultati con chi sostiene il progetto di adozione. 4.4. Attività di sostegno delle famiglie inserite a progetto Periodicamente si distribuiscono alle famiglie inseriti nel progetto di adozione a distanza vettovaglie, abbigliamento ed un contributo economico raccolto con e donazioni. Inoltre saranno accompagnate nel disbrigo delle pratiche burocratiche e sanitarie. 4.5. Monitoraggio e valutazione della situazione personale delle famiglie Periodicamente si visiteranno le famiglie inserite a progetto per monitorarne la situazione (economico e sanitaria). Successivamente l’equipe si riunirà per analizzare e valutare l’intervento in essere e per apportare possibili modifiche per migliorare l’intervento stesso. 9.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività Elistar N° 1 Ruolo nella Struttura Competenze Responsabile di struttura Esperienza pluriennale nella gestione della strutture di accoglienza, nel coordinamento dei progetti. Esperienza nella gestione delle risorse umane e strumentali a disposizione dell’Ente. Azioni AZIONE 1 - Inserimento nella struttura e nel centro diurno 1.1. Valutazione e gestione delle richieste d’inserimento 1.2.Inserimento AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e riabilitativi 2.1. Programmazione ed organizzazione delle attività 2.5. Verifica delle attività AZIONE 3 – Realizzazione di attività di 83 1 Operatore Operatore di Comunità, esperienza pluriennale di coordinamento di strutture residenziali di accoglienza per disabili. 2 Volontari Esperienza pluriennale nell’ambito del volontariato. 2 1 1 sensibilizzazione e formazione sul territorio di Elista 3.1 Programmazione ed organizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione 3.3 Realizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione 3.4 Verifica delle attività e riprogettazione AZIONE 1 - Inserimento nella struttura e nel centro diurno 1.1. Valutazione e gestione delle richieste d’inserimento 1.2. Inserimento AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e riabilitativi 2.1. Programmazione ed organizzazione delle attività 2.2. Attività laboratoriali di creatività 2.3. Attività di sviluppo delle autonomie 2.4. Attività sportive e ludico ricreative 2.5. Verifica delle attività AZIONE 3 – Realizzazione di attività di sensibilizzazione e formazione sul territorio di Elista 3.1. Programmazione ed organizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione 3.2. Promozione delle attività di formazione 3.3. Realizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione 3.4 Verifica delle attività e riprogettazione AZIONE 1 - Inserimento nella struttura e nel centro diurno 1.2. Inserimento AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e riabilitativi 2.2. Attività laboratoriali di creatività 2.3. Attività di sviluppo delle autonomie 2.4. Attività sportive e ludico ricreative AZIONE 3 – Realizzazione di attività di sensibilizzazione e formazione sul territorio di Elista 3.2. Promozione delle attività di formazione 3.3. Realizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione Educatore AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e Esperienza pluriennale nell’animazione riabilitativi di gruppi e l’educazione di soggetti 2.1. Programmazione ed organizzazione delle con problemi di disabilità attività 2.2. Attività laboratoriali di creatività 2.3. Attività di sviluppo delle autonomie Logopedista Esperienza pluriennale nella educazioni di soggetti con problemi di disabilità Insegnante di Educazione Fisica Esperienza pluriennale dell’insegnamento della pratica sportiva a favore di soggetti con disabilità AZIONE 3 – Realizzazione di attività di sensibilizzazione e formazione sul territorio di Elista 3.1. Programmazione ed organizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione 3.3. Realizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione 3.4 Verifica delle attività e riprogettazione AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e riabilitativi 2.3. Attività di sviluppo delle autonomie AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e riabilitativi 2.4. Attività sportive 84 Astrakhan N° 1 1 Ruolo nella Struttura Competenze Responsabile di struttura Esperienza pluriennale nella gestione della strutture di accoglienza, nel coordinamento dei progetti. Esperienza nella gestione delle risorse umane e strumentali a disposizione dell’Ente. Esperienza pluriennale di lavoro nel disagio sociale in Italia e all’ estero con nomadi, invalidi, senza fissa dimora, migranti, persone con dipendenze, minori e adulti. Operatore Operatore di Comunità, esperienza pluriennale di coordinamento di strutture residenziali di accoglienza per disabili e minori. Azioni AZIONE 1 - Identificazione di persone in condizione di vulnerabilità presenti sul territorio AZIONE 2 riabilitativi - Interventi socio-educativi e AZIONE 3 - Attività di intervento sociale AZIONE 4 – Adozioni a distanza Gestione/organizzazione AZIONE 1 - Identificazione di persone in condizione di vulnerabilità presenti sul territorio AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e riabilitativi 2.1. Programmazione ed organizzazione delle attività 2.2. Attività educative 2.3. Attività di sostegno sanitario 2.5. Verifica delle attività 9.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto Elista OBIETTIVO SPECIFICO 1: Rafforzare e qualificare gli interventi di integrazione e di sviluppo delle autonomie per le 8 persone con disabilità accolte dall’ente e per le 23 persone sostenute dai progetti dell’Ente ad Elista. AZIONI - Attività ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO AZIONE 1 - Inserimento nella struttura e nel centro diurno 1.2. Valutazione e gestione delle richieste d’inserimento AZIONE 2 - Interventi socioeducativi e riabilitativi 2.1. Programmazione ed organizzazione delle attività 2.2. Laboratori manuali 2.3. Attività di sviluppo delle autonomie Attività ludico ricreative e di socializzazione 2.4. 2.5. Attività sportive - partecipa dell’equipe che segue l’inserimento del nuovo utente; - contribuisce alla stesura e compilazione della scheda individuale dell’utente e all’elaborazione del programma di accompagnamento. - prende parte alle riunioni dello staff di programmazione e pianificazione delle attività da proporre ai destinatari. - collabora nella realizzazione dei laboratori; - coopera al reperimento del materiale necessario; - contribuisce all’allestimento degli spazi; - collabora all’esposizione dei manufatti presso le fiere locali; - assiste gli operatori nella spiegazione e realizzazione delle attività proposte; - organizza e realizza eventi di festeggiamento; - collabora nell’organizzazione e nello svolgimento dei corsi d’italiano - supporta gli operatori durante i laboratori di musicoterapia. - accompagna gli operatori durante le uscite mensili con gli utenti del centro -accompagna al palazzetto cittadino gli utenti che partecipano a tornei sportivi; 85 2.6. Verifica delle attività AZIONE 3 – Realizzazione di attività di sensibilizzazione e formazione sul territorio di Elista 3.1. Programmazione ed organizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione 3.2. Promozione delle attività di formazione 3.3. 3.4. Realizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione Verifica delle attività e riprogettazione - accompagna gli utenti agli allenamenti presso il centro sportivo cittadino; - accompagna gli utenti alle gare e agli allenamenti di tennis da tavolo; - partecipa alle riunioni di verifica delle attività. - collabora alla realizzazione sensibilizzazione sulla disabilità. del percorso di - realizza e stampa la brochure informativa; - stila un registro di contatti delle associazioni e istituti dove poter promuovere percorsi di formazione e sensibilizzazione. - affianca con gli operatori nello svolgimento delle attività e nell’allestimento dei luoghi, prepara il materiale necessario alla realizzazione dell’evento. verifica in equipe delle attività svolte, programmando la riprogettazione dei percorsi da proporre. Astrakhan OBIETTIVO SPECIFICO 2: Potenziare e qualificare le attività di sostegno e l’accoglienza a favore delle 66 persone in condizioni di vulnerabilità accolte nelle strutture ed inserite nei progetti di sostegno presenti sul territorio di Astrakhan. AZIONI - Attività ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO AZIONE 1 - Inserimento nella struttura e nel centro diurno 1.2. Mappatura delle persone - affianca gli operatori dell’Ente nelle visite alle persona povere e individuazione di gruppi in condizioni di disagio economico e sociale, presenti vulnerabili e di condizioni di rischio. sul territorio AZIONE 2 - Interventi socioeducativi e riabilitativi 2.1. Programmazione ed prende parte alle riunioni dello staff di organizzazione delle attività programmazione e pianificazione delle attività da proporre ai destinatari. 2.2. Attività educative - supporta gli utenti nelle attività scolastiche (studio, svolgimento dei compiti, etc.) e in quelle extrascolastiche (sport, etc.), inoltre crea e cura uno spazio apposito con il materiale didattico e di cancelleria necessario. 2.3. Attività di sostegno - supporta gli utenti durante le attività di cura igienico sanitario sanitaria personale, li accompagna in strutture sanitarie per accertamenti, analisi mediche e visite specialistiche. Inoltre li assista durante l’assunzione dei pasti (quando necessario). 2.5. Verifica delle attività - partecipa alle riunioni di verifica delle attività. AZIONE 3 - Attività di intervento sociale 3.1. Programmazione e prende parte alle riunioni dello staff di calendarizzazione delle attività programmazione e pianificazione delle uscite. 3.2. Attività di “Unità di strada” - accompagna gli operatori nelle uscite in strada, , fornisce viveri di prima necessita, cure mediche, vestiario ed accompagna i senzatetto con cui si entra in contatto nel disbrigo di pratiche burocratico 3.3. Attività di - accompagna alcuni senzatetto in strutture sanitarie accompagnamento socio-sanitario per accertamenti, analisi mediche e visite particolare. specialistiche. AZIONE 4 – Gestione/organizzazione Adozioni a distanza 4.1. Programmazione ed prende parte alle riunioni dello staff di organizzazione delle attività programmazione e pianificazione delle visite. 4.2. Mappatura delle famiglie da - accompagnagli operatori nelle visite alle famiglie per inserire nel progetto e raccolta delle rilevare la presenza di particolari condizioni di rischio, 86 domande . 4.4. Attività di sostegno delle famiglie inserite a progetto 4.5. Monitoraggio e valutazione della situazione personale delle famiglie inoltre si raccolgono le richieste di possibili inserimento a progetto. - distribuisce alle famiglie inseriti nel progetto di adozione a distanza vettovaglie, abbigliamento ed un contributo economico raccolto con le donazioni. Inoltre le accompagna nel disbrigo delle pratiche burocratiche e sanitarie. - accompagna gli operatori nelle visite alle famiglie inserite a progetto per monitorarne la situazione (economico e sanitaria). Successivamente partecipa alle riunioni dell’equipe in cui si analizza e valuta l’intervento in essere. 10)Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 12 11)Modalità di fruizione del vitto e alloggio: 12 SEDE N°vol 69262 4 67755 2 13832 2 115268 2 115278 2 TOT ALLOGGIO I volontari saranno alloggiati presso la sede di attuazione o presso altre strutture dell’ Ente, idonee all’ accoglienza dei volontari secondo le vigenti normative locali, presenti nel territorio di realizzazione delle attività, nelle vicinanze della sede di servizio. In ogni sede ove verranno alloggiati i volontari è garantita la presenza di uno o più operatori dell’ente VITTO Il vitto verrà fornito presso la sede dove si realizzano le attività previste. All’ occorrenza, qualora le attività non fossero all’interno della sede il vitto potrà essere fruito presso locali individuati di concerto con il personale di riferimento locale. 12 12)Numero posti senza vitto e alloggio: 13)Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6): 40 6 15) Mesi di permanenza all’estero ed eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2015 – EURASIA” richiede ai volontari il servizio all’estero per un periodo di 10-11 mesi. Non ci sono particolari obblighi a cui sono soggetti i volontari, tuttavia, viste le caratteristiche del progetto e dell’ente, ai volontari viene richiesto: rispettare usi e costumi locali; mantenere un comportamento e uno stile di vita improntato alla sobrietà, responsabile ed collaborativo rispetto alla presenza, alla proposta educativa dell’Ente, al lavoro degli operatori in loco e nel rapporto con i destinatari e i beneficiari; elevato spirito di adattabilità; flessibilità oraria; disponibilità ad impegni durante i fine settimana; disponibilità a partecipare a moduli di formazione comunitaria e residenziali: 87 prima della partenza per l’estero, tra il 5° e 6° mese di servizio, in loco e a distanza; partecipare a un momento di verifica e valutazione del progetto nell’ultimo mese di servizio presso la sede di gestione del Servizio Civile a Mercatino Conca (PU); attenersi alle disposizioni impartite dai referenti dell’Associazione e/o dei partner locali e dai loro livelli di coordinamento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali, e di tutela della salute; comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di là di quelli già programmati e previsti dal progetto; partecipazione a situazioni di vita comunitaria; partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della promozione dei diritti umani, della solidarietà internazionale e delle tematiche affrontate dal progetto durante i periodi di permanenza in Italia. CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 16) Particolari condizioni di rischio per la realizzazione del progetto connesse alla situazione politica e sociale esistente nell’area d’intervento prescelta: I volontari in Servizio Civile impegnati nel presente progetto, nello svolgimento del proprio servizio, sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio: Rischi per la sicurezza personale: in particolare nei contesti urbani sono presenti fenomeni di microcriminalità, con maggior frequenza nelle ore notturne. Vi possono essere quartieri o strade da evitare in assoluto o in certe fasce orarie; le infrastrutture stradali possono presentare tratti dissestati o mal segnalati. Anche se non si tratta della zona coinvolta a progetto, si segnala che in Georgia vige la legge del 2008 sui “Territori Occupati” che specifica che l’ingresso nella Repubblica Autonoma di Abkhazia, nella Regione di Tskhinvali (Ossetia del Sud) è possibile solo attraverso Zugdidi (verso l’Abkhazia) e Gori (verso l’Ossetia del Sud). La Legge si applica altresì ai territori di Kurta, Eredvi e Azhara e del comune di Akhalgori, attualmente sotto il controllo dei regimi separatisti. L’ingresso da qualsiasi altra direzione è punito ai sensi del Codice penale della Georgia, salvo casi eccezionali. In tutta la Romania è frequente il verificarsi di fenomeni sismici, in particolare nell’area nei dintorni di Bucarest. Negli ultimi anni si sono registrati anche frequenti cambiamenti climatici con violente perturbazioni, sia Bucarest che Timisoara sono soggette a nubifragi ed abbondanti nevicate. Questi fenomeni possono causare difficoltà negli spostamenti urbani e fuori dalla città. In Russia, sia ad Elista che ad Astrakhan, la microcriminalità (soprattutto scippi e furti), benché’ largamente inferiore rispetto ad altre metropoli europee, è sempre più diffusa in particolare nei centri urbani, in aree quali mercati generali, metropolitane, stazioni ferroviarie etc. Va prestata attenzione negli spostamenti notturni in zone extra-urbane anche a causa della scarsa illuminazione. Rischi sanitari: il livello delle strutture sanitarie ed ospedaliere, soprattutto al di fuori dai principali centri urbani, è inferiore a quello occidentale, non tanto per la carenza di professionalità del personale medico, quanto per attrezzature e medicinali. Saltuariamente, si registrano casi di difterite, epatite virale, colera, tubercolosi etc. Sconsigliabile bere acqua corrente, anche se ufficialmente potabile, per l'alta presenza di sali minerali ed altre sostanze chimiche (il sistema di depurazione e controllo, fra l'altro, in alcune zone non funziona in modo ottimale). In Georgia ed in Romania è ampiamente presente il fenomeno del randagismo caino, si consiglia di prestare la massima attenzione qualora si circoli a piedi e di evitare qualsiasi contatto fisico con i cani randagi. Presenza in Russia di alcuni edifici realizzati parzialmente o totalmente con 88 coperture in eternit. Rischi di ordine pubblico: ridotta possibilità di trovarsi in territori caratterizzati da contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o religiose con presenza di dimostrazioni pubbliche. Sporadiche manifestazioni pubbliche di dissenso in Russia. Attualmente l’elevata situazione di tensione tra Russia e Ucraina, dovuta all’invasione della Crimea non ha ripercussioni sull’ordine pubblico e sulla sicurezza della zona interessata dal progetto. 17) Accorgimenti adottati per garantire i livelli minimi di sicurezza e di tutela dei volontari a fronte dei rischi evidenziati al precedente punto 16) e di quelli sanitari: Al fine di garantire i livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari nell’ambito di tutte le sedi di attuazione del progetto l’Ente adotta alcuni protocolli e accorgimenti sia di carattere generale che di carattere specifico in relazione alla tipologia di rischio indicati al precedente box 16. Accorgimenti di carattere generale In generale sia prima della partenza, sia in loco, ci si atterrà alle misure cautelative indicate dal Ministero Affari Esteri alla voce “Sicurezza” della scheda Paese sul sito Viaggiaresicuri.it. Prima della partenza: Registrazione dei dati relativi alla permanenza nel paese estero prima della partenza sul sito www.dovesiamonelmondo.it promosso dall’Unità di crisi del Ministero Affari Esteri Italiano. Coordinamento del viaggio di espatrio. Il viaggio di espatrio è preventivamente concordato fra la struttura di gestione e la sede di destinazione: viene comunicata alla sede locale il giorno e l’ora di arrivo del volontario nel paese di destinazione, nonché il piano di volo previsto per il volontario. Gli operatori dell'Associazione nel paese di destinazione si occuperanno dell’accoglienza dei volontari sin dall’arrivo presso l’aeroporto di destinazione. Per fare ciò potranno avvalersi di collaboratori locali. Comunicazione alla Rappresentanza Diplomatica nel paese di destinazione dei riferimenti dei volontari, oltre alla data di arrivo, i nominativi, i dati anagrafici, l’indirizzo e riferimenti dell’associazione in loco. Il rapporto di comunicazione con l’Ambasciata verrà mantenuto durante tutto il periodo di permanenza all’estero dei volontari. Informazioni igienico-sanitarie: Prima della partenza i volontari verranno informati delle norme di sicurezza igienico-sanitarie di base da adottare nel paese di destinazione. Al loro arrivo nella sede estera il personale di riferimento avrà cura di ribadire tali norme e gli eventuali accorgimenti da adottare. Vaccinazioni e profilassi ambientali: Prima della partenza i volontari verranno informati sulle indicazioni generali dell’OMS e del ministero della Salute rispetto al paese di destinazione e orientati riguardo alle procedure da seguire, eventualmente suggerendo la consultazione dei centri di Medicina del Viaggiatore sul territorio nazionale. Considerati i rischi sanitari individuati al precedente punto 16 e la possibilità di entrare in contatto con situazioni caratterizzate da un basso livello di igiene si consiglia di effettuare vaccinazioni contro l'epatite A e B, il tetano e il tifo, nonché le vaccinazioni e/o profilassi consigliate dal Ministero della Salute e consultabili all’ indirizzo www.salute.gov.it 89 Informazioni di base sulla presenza all’estero: nel corso delle prime settimane di formazione , verrà descritto ai volontari il complesso delle attività dell’ente in loco, le sedi di attuazione, gli operatori dell’associazione, collaboratori etc. Ai volontari sanno inoltre forniti alcuni elementi generali rispetto a: prassi generali di carattere interculturale; norme di comportamento legate a situazioni di ordine pubblico; informazione e formazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile; In loco: Informazioni sul paese e sullo stile di presenza Il personale nel paese di destinazione si terrà costantemente aggiornato sulla situazione politica del paese e all’arrivo dei volontari li informerà su: situazione politica del paese e del contesto locale; informazioni di base sullo stile di presenza, in particolare rispetto agli atteggiamenti da adottare per una gestione positiva della relazione interculturale; condizioni sanitarie ed igieniche specifiche del paese e della realtà locale; informazione e formazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile; Accorgimenti di carattere comportamentale e logistico: tutti gli spostamenti dei volontari vanno concordati con il personale di riferimento della sede locale. Se necessario il volontario potrà essere accompagnato da una persona con conoscenza del territorio. In generale si seguiranno attentamente le direttive impartite dalle Autorità locali e si manterrà un atteggiamento orientato alla massima prudenza durante tutti gli spostamenti, evitando manifestazioni e assembramenti. Si inviteranno i volontari a non portare con sé documenti originali, ma in fotocopia. Contatti con le Ambasciate: per quanto riguarda il rapporto con le Ambasciate in loco il personale: - si terrà in contatto con l’Ambasciata e la informerà di eventuali cambi d’indirizzo/spostamenti all’interno e all’esterno del Paese, nonché cambi di recapito telefonico; - in caso di situazioni politiche delicate avrà cura di essere costantemente reperibile; Accorgimenti specifici: Accorgimenti rispetto ai rischi per la sicurezza personale: Il personale in loco informerà i giovani sui pericolo dovuti alla microcriminalità, in particolare segnalando orari, eventuali zone di maggior rischio, comportamenti ed atteggiamenti da evitare. Saranno inoltre fornite informazioni sulle cautele da adottare se si dovesse entrare in contatto con situazioni caratterizzate da illegalità o abusi (ad es. corruzione) che devono essere tempestivamente comunicate al proprio responsabile locale. Inoltre dai referenti locali saranno forniti i numeri di emergenza, sia delle forze dell’ordine locali che della rappresentanza consolare Italiana, a cui rivolgersi in caso di necessità e sarà indicata ai volontari la procedura da seguire nel caso siano vittime di episodi di questo tipo. Per prevenire i rischi legati alle precarie condizioni stradali si eviteranno gli spostamenti dopo il tramonto, in particolare fuori dalla cintura urbana. Ci si assicurerà costantemente della piena efficienza della propria autovettura ed eventualmente si effettueranno scorte di carburante. Si raccomanda di adottare comportamenti ispirati alla massima cautela; non mostrare in pubblico eccessive quantità di denaro o gioielli vistosi, non mettersi in condizioni di rischio frequentando posti o locali notoriamente malfamati, in particolare se non accompagnati da guide e gente del posto. Inoltre i responsabili locali forniranno i numeri di emergenza della rappresentanza consolare Italiana che delle forze dell’ordine locali, a cui potersi rivolgere in caso siano vittime di questi episodi. Riguardo la prevenzione legata agli spostamenti stradali, 90 sarebbe preferibile soprattutto per lunghe distanze l’utilizzo del treno, quando non possibile è preferibile muoversi durante le ore di luce e mai dopo il tramonto, evitando minimamente i pericoli legati alle precarie condizioni del manto stradale. Per quanto riguarda la Georgia, anche se non incluse nel contesto territoriale al quale si riferisce il progetto, si sconsiglia l’ingresso nei territori occupati della Repubblica Autonoma di Abkhazia ed Ossetia del Sud. Rispetto ai possibili fenomeni sismici l’Ente formerà i volontari rispetto ai comportamenti da tenere in casi di emergenza, provvederà alla consegna di contatti da utilizzare e alla definizione di luoghi di raccolta. Verranno inoltre specificate soluzioni alternative di struttura in casi di emergenza e di inagibilità degli edifici predisposti per lo svolgimento delle attività a progetto. Accorgimenti rispetto ai rischi sanitari: I referenti locali forniranno ai volontari le istruzioni necessarie sulle norme igienico/sanitarie da adottare e sugli accorgimenti da avere al fine di evitare intossicazioni alimentari o di contrarre malattie. I collaboratori in loco faciliteranno l’accesso ai presidi sanitari. Saranno segnalati il personale medico di fiducia, i presidi sanitari a cui rivolgersi in caso di necessità e le farmacie a cui fare riferimento, indicando anche i numeri telefonici per le emergenze sanitarie. Gli operatori in loco agevoleranno l’accesso alle strutture sanitario/ospedaliere per controlli e accertamenti di varia natura nel caso di patologie sospette come difterite, epatite A e B o virale ma soprattutto tubercolosi e rabbia. Si consigliano, previo parere medico, le vaccinazioni antidifterica e quelle contro l’epatite A e B. Qualora si dovessero presentare situazioni che coinvolgano eternit, verranno fornite informazioni al volontario sulle varie modalità utilizzabili d’isolamento del materiale, gli accorgimenti e le situazioni critiche da segnalare agli enti locali preposti. Prestare la massima attenzione qualora si circoli a piedi ed evitare qualsiasi contatto fisico con i cani randagi. Qualora si dovessero presentare la presenza di eternit, verranno fornite informazioni al volontario sulle varie modalità utilizzabili d’isolamento del materiale, gli accorgimenti e le situazioni critiche da segnalare agli enti locali preposti. Accorgimenti rispetto ai rischi di ordine pubblico: Qualora si dovessero presentare tensioni tra fazioni opposte i volontari sono tenuti a mantenere un atteggiamento neutrale tra le parti e a evitare luoghi in cui si prevedono assembramenti e dimostrazioni. Se dovessero insorgere gravi problemi di ordine pubblico nel paese, caratterizzati da episodi di violenza, il personale in loco darà ai volontari indicazioni di comportamento specifiche, tenendosi costantemente aggiornato sugli sviluppi delle eventuali crisi e sui possibili sblocchi. Si farà riferimento alle indicazioni della Rappresentanza Diplomatica in loco, con la quale il contatto diverrà più assiduo (proporzionalmente a quanto la specifica situazione lo richieda) e con la quale si rivaluterà continuamente la situazione, definendo eventuali misure straordinarie, considerando la possibilità di rientro in Italia per i casi più gravi. Qualora la situazione lo renda necessario, si provvederà a predisporre eventuali sistemi di protezione supplementari agli accessi della propria abitazione. Rispetto la situazione di conflitto tra Russia ed Ucraina, in caso di peggioramenti delle condizioni di sicurezza sul territorio di attuazione del progetto l’ente attuerà in cooperazione con gli organi Consolari e Istituzionali il protocollo specifico per casi d’emergenza. Ospedali e Strutture Sanitarie più vicine alle sedi di realizzazione del progetto: Paese di realizzazione Georgia Città Struttura sanitaria più vicina Batumi Ospedale pubblico della città di Batumi L’ospedale è pubblico e dotato di tutti i reparti specializzati. Mezzi di trasporto Tempi di percorrenza Dista 5 Km dalla sede ed è raggiungibile in 10 minuti. A disposizione del volontario c’è un mezzo privato dell’Associazione. 91 Clinica privata Health Center Medina Mazniashvili str., 18Khelvachauri, Batumi Clinica privata dotata di reparti specializzati di chirurgia e ortopedia. Clinica privata Batumi Refferal Hospital Bagrationi 125 ,Batumi Clinica privata che offre servizi sanitari specifici di cardiologia e TAC e RX Ospedale pubblico Offre tutte le prestazioni, in particolare cure di base, analisi del sangue, interventi di emergenza, servizio di 118, ma qualità non elevata. Spitalul Universitar de Urgenta ELias Ospedale universitario, offre tutte le prestazione ed è specializzato in medicina d’urgenza; prestazioni di alta qualità Bucarest Spitalul Universitar de Urgenta Bucuresti Ospedale Universitario offre tutte le prestazione ed è di alta qualità, consigliato anche da Viaggiaresicuri Romania Dista 7 km dalla sede progettuale, ed è raggiungibile in 15 minuti. Utilizzabile dal volontario un mezzo privato dell’Associazione. Dista 4 km dalla sede progettuale, ed è raggiungibile in 10 minuti. Utilizzabile dal volontario un mezzo privato dell’Associazione. Si trova a 200 metri dalla sede dell’ente, pertanto raggiungibile tranquillamente anche a piedi. A disposizione del volontario c’è un mezzo privato dell’Associazione. Si trova a circa 10 km dalla sede dell’ente, pertanto raggiungibile in pochi minuti in auto. A disposizione del volontario c’è un mezzo privato dell’Associazione. Si trova a circa 5 km dalla sede dell’ente, raggiungibile in un’ora con i mezzi pubblici, e in circa 15 m con l’auto. A disposizione del volontario c’è un mezzo privato dell’Associazione. Si trova a 9 km dalla sede Spitalul Clinic de Urgenta di attuazione dell’ente. E’ Militar Central “Dr. CAROL raggiungibile in un’ora con DAVILA” i mezzi pubblici, e in circa 20 m con l’auto. Ospedale Militare, privato, di alta qualità, offre tutte A disposizione del le prestazioni, consigliato volontario c’è un mezzo anche da Viaggiare sicuri privato dell’Associazione. Timisoara Hospital Spitalul Clinic Judetean de Urgenta Via Iosif Bulbuca, n.10 Dista 10 km dalla sede ed è raggiungibile in 20 minuti in auto o con i mezzi pubblici. L’ospedale è privato e dotato di tutti i reparti specializzati. A disposizione del volontario c’è un mezzo privato dell’Associazione. Spitalul Clinica municipal de Urgenta Timisoara Via Vector, n.1 Offre tutte le prestazioni Dista 3 km circa dalla sede è raggiungibile in 5 minuti in auto, poco più con i mezzi pubblici. 92 ed è specializzato in medicina d’urgenza. Altamente qualificato. A disposizione del volontario c’è un mezzo privato dell’Associazione. Tranne per il reparto ortopedico. Ospedale Cittadino Ambulatorio per adulti Astrakhan Ambulatorio per minori Studio dentistico (3 privati e 1 pubblico) Russia Repubblican Hospital Ospedale pubblico con servizi di diagnostica di base. Ospedale Repubblicano P. Zhemchueva Elista Clinica consultiva “Stavropol” Dista circa 1 km dalle strutture dell’ente, raggiungibile in 5 minuti, con auto privata dell’ente, o con i mezzi pubblici. Facilmente raggiungibile anche a piedi Dista circa 1 km dalle strutture dell’ente, raggiungibile in 5 minuti, con auto privata dell’ente, o con i mezzi pubblici. Facilmente raggiungibile anche a piedi Dista circa 1,5 km dalle strutture dell’ente, raggiungibile in 5 minuti, con auto privata dell’ente, o con i mezzi pubblici. Facilmente raggiungibile anche a piedi Distanti tutti circa 1 km dalle strutture dell’ente, raggiungibile in 5 minuti, con auto privata dell’ente, o con i mezzi pubblici. Facilmente raggiungibile anche a piedi Raggiungibile in 20 minuti circa con auto privata messa a disposizione dall’ente Raggiungibile in 20 minuti circa con auto privata messa a disposizione dall’ente Ospedale pubblico con prestazioni e servizi medici quali ECG, chirurgia, ortopedia e analisi. Clinica priva attrezzata di un laboratorio di analisi e diagnosi, fornisce prestazioni di vario genere (RX,TAC, ECG) di mediaalta qualità. Dista 10 km dalla sede progettuale, ed è raggiungibile in circa 20 minuti con un mezzo privato messo a disposizione dall’ente. 93 18) Particolari condizioni di disagio per i volontari connesse alla realizzazione del progetto: - Salute: i volontari possono vivere il disagio di ritrovarsi in territori in cui il contesto sanitario non è eccessivamente qualificato e le condizioni igieniche non sono sempre ottimali, in particolare a contatto con contesti di disagio. - Comunicazioni: le comunicazioni con l’Italia possono risultare difficili, per periodi limitati, in seguito a problemi di funzionalità delle linee telefoniche, spesso a causa di fattori climatici. - Privacy: nella quasi totalità delle strutture esistenti, si condividono gli spazi (camera, bagno ecc.) con altre persone (persone accolte, altri volontari, personale dell’Associazione, ecc), è spesso difficile riuscire a raggiungere condizioni di perfetta tranquillità. - Stile di vita: essenzialità e sobrietà sono le prerogative del modo di vivere del personale dell’Associazione. La coerenza con questi valori è, secondo lo stile di vita ed il pensiero dell’Associazione, una via di vicinanza e di condivisione con le persone più povere che si incontrano e un modo per mettersi in ascolto del contesto in cui si vive. Non significa vivere privandosi del soddisfacimento dei bisogni basilari bensì del superfluo. In particolare si richiede sobrietà per quanto riguarda l’uso di alcool, soprattutto per i volontari che prestano servizio in comunità terapeutiche, pronte accoglienze per minori e adulti che provengono dalla strada e che quindi potrebbe essere usuari di sostanze e alcool. Parlare di sobrietà implica un’attenzione maggiore alla gestione del tempo libero ( soprattutto per quanto riguarda i viaggi). - Contesto: possono vivere il disagio di ritrovarsi in contesti territoriali, soprattutto urbani, con presenza di microcriminalità e violenza. Questo può comportare la necessità di rispettare orari per il rientro la sera e di evitare certe zone della città o del paese particolarmente pericolosi. Inoltre condizioni climatiche particolarmente avverse possono, in certe situazioni, ostacolare e ridurre temporaneamente le attività previste dal progetto. - Relazioni: i volontari possono vivere il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà totalmente nuova per loro e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi. Il disagio può derivare: dalla non conoscenza della lingua straniera, dalla necessità di interagire con una cultura diversa e a volte difficile da comprendere, dalla difficoltà di lavoro con gruppi di destinatari specifici. Queste difficoltà di tipo relazionale/comunicativo possono essere mitigate dalla presenza di operatori locali che parlano italiano e che possono fungere da mediatori tra le diverse culture e i diversi ruoli. Altra difficoltà può essere quella di dover mantenere un ruolo educativo, che presuppone un equilibrio tra empatia con i destinatari del progetto e nello stesso tempo una giusta distanza. 94 19) Sede/i di attuazione del progetto di appoggio in Italia ed Operatori Locali di Progetto: N. Sede di attuazione del progetto Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Comune Indirizzo Cod. ident. sede N. vol. per sede Cognome e nome Data di nascita C.F. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 95 20) Sede/i di attuazione del progetto all’estero ed ente/i partners: N. Ente che ha presentato il progetto Paese estero Città Cod. ident. N. vol. sede per sede Ente partner paese estero Personale di riferimento sede estera (cognome e nome) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 96 21) Modalità di comunicazione della presenza dei volontari all’autorità consolare o diplomatica italiana presso il paese in cui si realizza il progetto: La struttura di gestione per il servizio civile procederà alla registrazione dei volontari all’interno del portale del Ministero degli Affari Esteri e dall’ Unità di Crisi, www.dovesiamonelmondo.it, segnalando la presenza nel paese estero nonché i periodi di espatrio dal paese estero. Comunicazione alla Rappresentanza Diplomatica: Prima dell’espatrio la struttura di gestione invia comunicazione, tramite fax o posta elettronica alle Ambasciate italiane dell’arrivo dei volontari in servizio civile. Il rapporto di comunicazione con l’Ambasciata verrà mantenuto durante tutto il periodo di permanenza all’estero dei volontari, anche in occasione di rientri in Italia o spostamenti fuori dal paese di realizzazione del progetto (che si possono rendere necessari in alcune circostanze per il rinnovi dei visti, o durante i permessi). 22) Modalità di collegamento e comunicazione con la sede italiana dell’ente proponente il progetto assicurata ai volontari: Per ciascuna delle sedi previste dal presente progetto è prevista e garantita la possibilità per i giovani volontari di comunicare con la sede centrale di gestione del Servizio Civile per l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in Italia attraverso i seguenti mezzi di comunicazione: e-mail ([email protected]), telefono (+39.0541.972477), fax (+39.0541.972466), skype. I volontari sono inoltre invitati a dotarsi di una scheda telefonica per cellulari così da poter garantire la comunicazione con la sede dell’Ente in Italia e con i familiari, anche in caso di allontanamento del volontario dalla sede di attuazione del progetto. Gli Enti prevedono inoltre una figura di tutoraggio in Italia che accompagnerà i volontari durante la formazione in Italia e farà da ulteriore riferimento e accompagnamento durante la permanenza all’Estero. La comunicazione tra la sede dell’ Ente in Italia e le sedi di attuazione del progetto avviene regolarmente a cadenza quindicinale. Nell’eventualità in cui nella sede estera si verifichino situazioni di particolari disagio o di rischio le comunicazioni verranno intensificate di conseguenza. 23) Modalità e tempi di eventuali rientri in Italia dei volontari durante il periodo di permanenza all’estero: Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2015 – EURASIA” prevede la permanenza all’estero dei volontari per circa 10-11 mesi. L’espatrio è previsto dopo circa un mese dall’ avvio del progetto. E’ altresì prevista, tra il 5° e 6° mese di servizio, la realizzazione della formazione intermedia, utile anche alla valutazione dell’andamento del progetto. Tale formazione potrà realizzarsi in Italia o presso una delle sedi dell’ente scelte fra quelle a progetto o fra quelle dei progetti che si realizzano nel medesimo continente. La possibilità di ulteriori rientri in Italia potrà essere presa in considerazione al verificarsi di una o più dei seguenti avvenimenti: problemi legati al progetto (valutazione straordinaria dell’andamento del progetto); problemi disciplinari (verifica straordinaria dell’andamento del servizio del volontario); problemi legati al visto di permanenza nella sede estera; motivi familiari e/o di salute. In qualunque situazione comunque, il rientro sarà concordato tra il volontario, il personale di riferimento e la struttura di gestione del Servizio Civile. 97 Nel complesso sono previsti 3 periodi di permanenza in Italia : 1- prima dell’ espatrio della durata di circa 1 mese; 2- tra 5° e 6° mese di servizio della durata di circa 10 giorni; 3- durante l’ultimo mese di servizio della durata di 1 settimana circa per il momento di verifica e valutazione finale del progetto. Tempi - di realizzazione del progetto Avvio del servizio civile Formazione generale dei Caschi Bianchi (1 settimana) Formazione specifica dei Caschi Bianchi (10 giorni) Periodo formativo di addestramento presso la sede di appoggio(2 settimane) Partenza per il paese estero di destinazione all’inizio del 2°mese di servizio; Formazione specifica intermedia tra 5° e 6° mese di servizio; Rientro in Italia durante l’ultimo mese di servizio; 24) Eventuale assicurazione integrativa a copertura dei rischi indicati alla precedente voce 16): NO 25) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: L’Associazione Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse nella promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima ai sensi delle leggi 772/72 e 230/98 oggi come Servizio Civile Nazionale, sia in Italia che all’estero. Per questa ragione, credendo profondamente nel valore Universale del servizio civile e consci dell’apporto che produce sia a livello sociale che formativo -culturale, si ritiene che la promozione e la sensibilizzazione non debbano essere limitate al singolo progetto o strettamente all’arco di emanazione e scadenza del bando, ma siano permanenti e debbano realizzarsi trasversalmente ad ogni attività dell’Ente. L’Ente si è dotata da diversi anni di un ufficio centrale con ramificazioni territoriali, laddove è presente che espleta anche la funzione di struttura di gestione per il Servizio Civile. Nel corso di tutto l’anno è attivo uno sportello informativo centralizzato che riceve richieste di partecipazione ed informazione rispetto al Servizio civile e relativi progetti da parte di giovani interessati o semplicemente curiosi, che possono disporre anche di un numero verde dedicato che a tal fine è stato attivato. Durante tutto l’anno l’ente partecipa e promuove azioni di sensibilizzazione, discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del SCN. Lo strumento privilegiato per le attività di promozione e sensibilizzazione dell’ente è la partecipazione diretta dei volontari in servizio civile tramite la loro presenza e la testimonianza come strumento di apprendimento, scoperta in una prospettiva didattica attiva, operativa ed immediata. Il piano di promozione è pertanto composto da un monte ore dedicato alla promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile nel suo complesso ed un secondo monte ore dedicato alla promozione del singolo progetto. Alla somma di questi , riportati nella tabella seguente, si dovrebbero aggiungere una serie di attività , non quantificabili che comunque concorrono alla realizzazione del piano di promozione. Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del progetto “ CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2015 - EURASIA” Attività di promozione e pubblicizzazione non quantificabili in ore TOTALE ORE PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A+B= A=36 B= 60 C 96 98 Alle suddette 96 ore bisogna aggiungere una serie di attività difficilmente misurabili e quantificabili ma che ai fini della promozione e sensibilizzazione rivestono, secondo noi, un elevato grado di rilevanza. Di seguito si riporta in dettaglio l’elenco delle azioni/attività: A B EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ Banchetto in occasione della “Tre Giorni Generale” dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che si svolge a cadenza annuale ed ha rilevanza internazionale, a cui partecipano tutte le zone periferiche dell’associazione. I volontari in servizio civile collaborano alla gestione del banchetto. Collaborazione fissa con il mensile ”Sempre” attraverso la rubrica “Frontiere di Pace”, redatta a cura del Servizio Obiezione di Coscienza e pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che presenta testimonianze (e illustra i relativi contesti e progetti dove operano) di volontari in servizio civile nazionale sia in Italia che all’estero. Interventi in qualità di relatori o testimonianze di volontari ed ex volontari in incontri pubblici e seminari, scuole secondarie di secondo grado, banchetti in numerose manifestazioni nazionali, sportello informativo telefonico, ecc. TOTALE ORE QUANTIFICABILI EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ Quantificabili in ore Realizzazione infodays e giornate di orientamento Colloqui di orientamento con giovani interessati N. ORE 12 12 12 36 N. ORE 24 36 TOTALE ORE QUANTIFICABILI 60 EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ NON QUANTIFICABILI Attivazione di un numero verde per far fronte alle richieste telefoniche dei giovani interessati: 800 913 596 Partecipazione ad eventi pubblici e privati di promozione e sensibilizzazione a livello nazionale. Invio, tramite mail massiva, di materiale promozionale ad indirizzi privati acquistati da aziende specializzate in riferimento al target giovani del territorio. Pubblicizzazione del progetto Promozione su siti web: www.apg23.org www.odcpace.org www.antennedipace.org Promozione sui social network: pagina facebook Antennedipace pagina facebook Odcpace C Newsletters a: Gruppi scout a livello nazionale Informagiovani del territorio nazionale Centri missionari diocesani d’Italia Giovani tra i 18 e i 28 anni sul territorio nazionale Promozione con inserti su riviste/quotidiani: Mensile “Sempre” Diffusione del materiale promozionale a cura di: REDATTORE SOCIALE srl FUSION TRADE srl ADUSU – Associazione Diritti Umani Sviluppo Umano Stampa e diffusione volantini (n° copie: 600) e manifesti (n° copie: 60 ) sul servizio civile nazionale volontario e sul progetto specifico, che viene messo a disposizione presso tutte le sedi periferiche dell’Ente, e diffuso attraverso gli enti che hanno sottoscritto partnership inerenti la promozione del servizio civile dell’ente. TOTALE ORE (A+B) = 96 99 26) Criteri e modalità di selezione dei volontari: Si rinvia al sistema di reclutamento e selezione presentato dall’ Ente associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in sede di accreditamento 27) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 28) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto: Si rinvia al sistema di monitoraggio presentato dall’ Ente associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in sede di accreditamento 29) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 30) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: Oltre ai requisiti richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n.64, possono essere requisiti funzionali ed utili al progetto: Interesse verso attività di assistenza, educazione, animazione, microcredito, lavoro di gruppo, microsviluppo economico, tutela dei diritti umani in Italia ed all’ estero; impegno a rendere pubblica l’esperienza derivante dal progetto di servizio civile e a lavorare per la sensibilizzazione del territorio di provenienza sia durante il periodo di formazione in Italia che durante la permanenza all’estero; disponibilità a trascorrere un ampio periodo di tempo all’estero (10 – 11 mesi) con un solo rientro intermedio; interesse per i temi della solidarietà internazionale e della pace; volontà e desiderio di sperimentare concretamente la solidarietà e la condivisione con fasce di popolazione particolarmente svantaggiate e vulnerabili; desiderio di sperimentare modalità concrete di azione e difesa nonviolenta; interesse per percorsi a carattere formativo e di crescita individuale; desiderio di interazione costruttiva con chi è portatore di differenze culturali; volontà e capacità di lavorare in modo cooperativo, in gruppo ed in rete con altri soggetti; disponibilità ad apprendere la lingua del paese dove è ubicata la sede prescelta ed eventualmente a frequentare corsi di lingua; disponibilità a sottoporsi alle previste profilassi mediche; disponibilità ad attenersi alle misure di sicurezza adottate dall’Ente, a rispettare gli orari stabiliti dall’OLP di riferimento per le uscite, e a comunicare gli spostamenti, soprattutto per quelle sedi in cui è presente un alto tasso di 100 delinquenza. disponibilità a trasferirsi in città e distretti diversi da quelli di residenza nell’ambito dello stesso Paese di assegnazione; scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi; rispettare i termini degli accordi con le controparti locali; 31) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate alle attività del progetto elencate nei punti 9.1 e alle risorse tecniche previste alla voce 33 sia per gli obiettivi trasversali che per quelli specifici per i paesi. Si ricorda che a tutti i volontari in servizio civile, per la partecipazione della formazione specifica, in località diverse da quella di residenza vengono rimborsate le spese di trasporto effettuate con mezzi pubblici. L’ente inoltre investe nelle attività di tutoraggio dei volontari in quanto ritiene questa figura particolarmente importante per il buon andamento del servizio. Il tutor infatti coordina e segue la logistica dei momenti formativi specifici e monitora il percorso di servizio civile del volontario all’estero, attraverso una relazione costante con quest’ultimo e un rapporto costante con l’operatore locale di progetto all’estero. Le risorse sono state suddivise, per voci di spesa generali, per obiettivi trasversali e per obiettivi specifici. Le prime sono riferite alle azioni di promozione, all’organizzazione della formazione specifica(secondo quanto previsto ai punti 43-49), al tutoraggio a distanza per qualificare l’andamento del servizio. Le seconde riguardano spese aggiuntive per il raggiungimento degli obiettivi trasversali previsti dal progetto e fra questi i costi derivanti dalle risorse strumentali previste al successivo punto 33. Le ultime fanno riferimento alle spese (e alle relative risorse) aggiuntive per il raggiungimento degli obiettivi specifici. VOCI DI SPESA GENERALI Funzione Descrizione Promozione Spese sostenute per la promozione del progetto, attraverso la stampa di manifesti, volantini, spazi internet. Affitto locali Esperti Materiali Spostamenti volontari Spese di viaggio per la realizzazione di incontri e momenti informativi sul progetto Formazione specifica Tutto il complesso per le spese di affitto di strutture ad hoc per la formazione specifica dei volontari, oltre alle spese di utilizzo dei locali dell’Associazione. Spese per compenso a docenti esperti in specifiche tematiche previste nella formazione specifica Spese per abbonamenti a riviste, per acquisto di tutto il materiale di documentazione messo a disposizione dei volontari nel corso della formazione. Nel corso della prima parte del servizio civile, i volontari svolgono la formazione in Italia. Questa formazione è divisa in: un periodo di formazione generale di gruppo iniziale; un periodo di formazione specifica in gruppi di lavoro e un periodo di addestramento presso varie sedi dell’associazione sul territorio italiano. Si prevede inoltre un periodi formazione intermedia tra 5° e 6° mese ed un momento di valutazione e chiusura Quantità 360 360 1080 600 180 1800 101 dell’esperienza nel corso dell’ultimo mese. I volontari sostengono nell’arco dell’anno alcuni viaggi sul territorio nazionale. Personale dedicato Costi tecnici Totale spesa Tutoraggio a distanza Spese per il personale espressamente dedicato al tutoraggio a distanza dei volontari all’ estero e spese viaggio per la realizzazione di incontri in presenza utili alla verifica dell’andamento del progetto e del servizio dei volontari. telefono, connessione, abbonamento skype 6000 120 10.500 VOCI DI SPESA SPECIFICHE LEGATE AGLI OBIETTIVI TRASVERSALI OBIETTIVO TRASVERSALE 1 Potenziare del 20% la produzione e la diffusione di materiale informativo prodotto attraverso il sito www.antennedipace.org e le piattaforme social ad esso collegati utili ad informare la società civile italiana sulle situazioni di conflitto e violenza strutturale nei paesi di destinazione del progetto. Azione/attività Voce di spesa importo Azione 1 – FORMAZIONE 1.1 Modulo formativo: l’informazione e l’informazione nonviolenta 1.2. Modulo formativo : il potenziale informativo e comunicativo dell’ individuo il web 2.0 1.3. Confronto periodico con la Redazione e con i tutor di riferimento 1.4. Approfondimento del contesto politico, socioeconomico Spese di viaggio e onorario per personale esperto coinvolto nella sessione formativa Spese di viaggio e onorario per personale esperto coinvolto nella sessione formativa 50 Spese per personale preposto all’attività di redazione e spese relative ai contatti telefonici Spese per personale e materiale di informazione necessario 400 50 100 Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE 2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di attenzione Spese di viaggio e di personale deputato alla gestione dei contatti ed all’invio di informazioni ai bacini di attenzione 200 2.2 Definizione del programma redazionale Spese di personale deputato coordinamento ed alla redazione al 100 2.3 Redazione di articoli, report, gallerie fotografiche, video Confronto con la Redazione Spese di personale deputato alla redazione del sito e di materiale informatico di consumo 500 2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale informativo prodotto sul sito antennedipace.org e sulle piattaforme social Spese di personale preposto e di materiale di consumo oltre a costo di connessione internet 150 2.5 Potenziamento degli strumenti di diffusione Spese per esperti, viaggi e per acquisto di strumentazione elettronica 300 102 multimediale ed informatica necessaria alla realizzazione di prodotti multimediali TOTALE 1850 OBIETTIVO TRASVERSALE 2 Qualificare l’azione di ricaduta dei rapporti UPR nei paesi di realizzazione del progetto incrementando l’azione di diffusione del 10% e il monitoraggio del recepimento delle indicazioni da parte dello stato in cui si realizza il progetto Azione attività Voce di spesa Azione 1 - FORMAZIONE 1.1 Modulo Formativo : i diritti Umani e la loro tutela Spese per formazione 1.2. Modulo formativo: Come funziona l’UPR e quali indicazioni per il Paese in cui si realizza il progetto. esperti importo necessari alla 50 Spese per esperti necessari attuazione del modulo formativo all’ 50 Spese per personale, materiale di consumo e spese per la realizzazione dei collegamenti fra le strutture in loco, in Italia ed in Svizzera 50 Spese per personale, viaggi, materiale di consumo e spese per la realizzazione dei collegamenti fra le strutture in loco, in Italia ed in Svizzera 50 Spese di viaggio , strumentazione e materiale di consumo 200 Spese per personale , e materiale di consumo 50 Spese per personale , materiale di consumo, collegamenti telefonici o via web per la realizzazione degli incontri 100 Azione 2 –RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR 2.1. Definizione dei tempi di validità del rapporto e delle possibilità di intervento 2.2. Definizione del piano di monitoraggio e degli strumenti di rilevazione 2.3 attività di rilevazione 2.4 attività promozione di ricaduta e 2.5 redazione di report per la sede di rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti Umani 2.5 valutazione e verifica dei piani di azione rispetto a ricaduta e monitoraggio 600 TOTALE 103 VOCI DI SPESA SPECIFICHE LEGATE AGLI OBIETTIVI SPECIFICI GEORGIA OBIETTIVO SPECIFICO Inserimento di altri 37 minori nelle progettualità dell'Ente facilitando l'accesso ai controlli medici di base, alle attività di sostegno scolastico e supporto quotidiano, e qualificazione degli interventi educativi e di supporto già implementati. AZIONI - Attvità RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE AZIONE 1 – Inserimento ed accoglienza nelle strutture dell’Ente 1.1 Presa in carico e gestione Materiale di cancelleria (penne, 60 euro delle richieste di sostegno matite, carta) usato per la compilazione delle pratiche di accoglienza Quota carburante per le attività di 180 euro presa in carico delle richieste di sostegno 1.2 Pianificazione degli Attrezzatura per l’allestimento 180 euro interventi delle sedi d’ufficio (tastiere, mouse, stampanti) 1.3 Interventi d’inserimento e Arredo per le stanze di 215 euro d’accoglienza nelle strutture accoglienza per nuovi ingressi in dell’ente struttura (letti, armadietti ecc.) Materiale di facile consumo per 195 euro l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per la casa e l’igiene personale). AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei minori provenienti dalle famiglie povere della baraccopoli 2.1. Monitoraggio dei minori e Chiamate, connessione internet e 65 euro delle relative famiglie nella stampe di documenti utili ai fini baraccopoli archiviativi delle richieste di 2.2 Programmazione ed sostegno organizzazione degli interventi Quota carburante per i mezzi usati 280 euro per le attività di monitoraggio dei bisogni nelle baraccopoli dove si presenta il disagio 2.3. Attività assistenziali Quota carburante per gli 420 euro spostamenti effettuati dalle sedi di accoglienza presso le strutture di sostegno sanitario e sociale Generi alimentari, vestiario, 365 euro medicine Materiale di facile consumo per 245 euro l’igiene (guanti monouso, spugnette, carta igienica, saponi monodose, pannoloni, dentifricio ecc.), utilizzato per le azioni di assistenza e sviluppo delle autonomie 2.4. Attività di doposcuola e Materiale didattico per il sostegno 95 euro sostegno psico-sociale scolastico (cd con corsi per l’apprendimento, quaderni, penne, matite ecc.) per lo sviluppo dell’apprendimento Quota carburante i trasferimenti al 130 euro fine di raggiungere le sedi di attuazione delle attività psicosociali 2.5. Attività di Arredo delle sale per i colloqui di 75 euro sensibilizzazione ed sensibilizzazione ed accompagnamento a donne e accompagnamento a donne e minori vittime di violenza minori vittime di violenza domestica domestica 104 AZIONE 3 – Realizzazione ed implementazione di attività ludico-ricreative e di socializzazione 3.1. Pianificazione delle attività ricreative e di socializzazione 3.2. Realizzazione di attività sportive e ludiche-ricreative AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei Servizi Sociali nella città di Batumi 4.1 Gestione delle richieste di supporto 4.2 Programmazione degli interventi 4.3 Attività assistenziali AZIONE 5 – Verifica degli interventi 5.1. Valutazione degli obiettivi raggiunti 5.2. Riprogettazione degli interventi compiuti TOTALE Quota carburante per l’organizzazione e pianificazione delle attività ricreative attuabili sul territorio Cartelline, faldoni, risme di carta e fotocopie per la pianificazione 110 euro giochi in scatola, palloni, biciclette, attrezzature varie, TV, lettori DVD, Playstation per la realizzazione delle attività ludiche all’interno della struttura Quota carburante per l’accompagnamento degli utenti presso le strutture di realizzazione delle attività sportive 190 euro Quota carburante per le attività di mobilità sul territorio di valutazione delle richieste di supporto Cartelline, faldoni per l’archiviazione della gestione delle richieste di supporto Scrivania e sedie per gli allestimenti delle stanze usate pe la programmazione d’equipe Forniture dei beni di prima necessità come derrate alimentari e vestiario; Forniture di materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, carta monouso, detergenti per igiene personale). 190 euro Forniture del materiale di cancelleria penne, cartelloni, pennarelli usato per la riprogettazione delle attività 90 euro 50 euro 310 euro 80 euro 90 euro 510 euro 370 euro 4.495 euro ROMANIA a. Bucarest OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 1 Incrementare e qualificare gli interventi di assistenza rivolti ai 150 adulti destinatari dell’accoglienza nella struttura dell’ente e delle attività esterne in collaborazione con altre associazioni e implementazione di attività di prevenzione e animazione sociale per 100 minori AZIONI-Attività RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE AZIONE 1- Inserimento di nuove accoglienze nella struttura 1.1. Raccolta delle richieste di Connessione internet, stampe di fotocopie, 95 euro telefonate volte alla raccolta delle richieste di accoglienza 1.2. Valutazione e accettazione accoglienza penne, cartelloni, pennarelli, cartelline usati 135 euro richieste per la raccolta e preparazione della 105 1.3. Inserimento nella struttura dell’ente AZIONE 2-Implementazione e incremento delle attività di assistenza 2.1. Pianificazione e programmazione delle attività 2.2. Attività assistenziali e di sviluppo delle autonomie di accolti 2.3. Attività occupazionali in collaborazione con “Fabrica de mozaic” 2.4. Realizzazione del servizio di strada con i Frati Missionari della Carità 2.5. Attività assistenziali in collaborazione col centro diurno dei Frati Missionari della Carità AZIONE 3- Implementazione di attività di animazione sociale e prevenzione rivolte a minori 3.1. Pianificazione e programmazione delle attività 3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con l’Associazione Don Orione 3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori AZIONE 4- Valutazione delle attività di assistenza e di prevenzione 4.1. Valutazione dei risultati attesi 4.2. Revisione delle attività programmate e riprogettazione TOTALE modulistica delle richieste di accoglienza Quota carburante per i mezzi utilizzati al fine d’inserimento delle utenze nelle strutture 415 euro Cartelline, fogli di carta, scaffali e cartelloni usate per la pianificazione delle attività Forniture medici e ausili sanitari 115 euro Quota carburante per l’accompagnamento degli accolti preso le strutture sanitari di competenza 845 euro spazzolino, sapone, bagno schiuma, carta igienica, vestiario per l’assistenza degli accolti nello sviluppo delle autonomie 425 euro stoffe, carta e materiale di cancelleria funzionale all’assemblaggio 115 euro Quota carburante per le attività di servizio di strada 475 euro Vestiario e prodotti per l’igiene (spazzolino, sapone, bagno schiuma, carta igienica ecc.); Forniture medici e ausili sanitari per le cure mediche necessarie 460 euro Derrate alimentari per l’assistenza alimentare 670 euro Allestimento delle sale utilizzate gli incontri di pianificazione e programmazione delle attività, con sedie, tavoli e supporto della lavagna ostacoli, corde, palloni, divise, tappetini utili per le attività sportive Quota carburante per l’accompagnamento delle persone accolte presso le strutture dove si svolgono le attività sportive e di socializzazione cartapesta, filo, perline utili all’attuazione dei laboratori manuali Forniture di materiale per l’organizzazione attività aggregative festoni, palloncini, trombette Quota carburante per i mezzi utilizzati per gli spostamenti durante le attività stagionali 135 euro Affitto struttura di realizzazione di attività residenziali stagionali 620 euro Stampe, cartelline portadocumenti, penne, matite per la realizzazione di report di valutazione 115 euro 415 euro 275 euro 325 euro 410 euro 360 euro 75 euro 240 euro 6.720 euro 106 b. Timisoara OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 2 Implementazione di 50 nuovi programmi di protezione per altrettanti minori vittime di tratta individuati da Generatie Tanara e qualificazione delle attività di prevenzione per 60 minori a rischio appartenenti ai territori di Recas, Calacea e Carani. MESI RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE AZIONI-Attività AZIONE 1-Programmazione degli interventi 1.1. Approfondimento dei Connessione internet, telefoni e 165 euro fenomeni della tratta attrezzature per l’allestimento degli 1.2. Verifica dello stato dell’arte ambienti d’ufficio (scaffali, monitor, dei programmi e delle attività mouse, tastiere ecc.) promosse dall’ente Quota carburante per gli spostamenti 205 euro 1.3. Pianificazione e effettuati dagli operatori per programmazione delle attività l’approfondimento del fenomeno della tratta materiale per la creazione di file di verifica 75 euro fogli, cartelline, foderine, penne, matite, gomme AZIONE 2- Inserimento delle vittime di tratta nel programma di protezione di Generatie Tanara 2.1. Realizzazione di colloqui con Creazione delle schede richieste utilizzando 65 euro le istituzioni locali e con la polizia fogli, cartelline, foderine, penne, matite, 2.2. Valutazione e accettazione gomme, evidenziatori ; richieste Forniture d’arredo per l’allestimento delle 185 euro sale utilizzate per i colloqui (tavoli e sedie) 2.3. Inserimento nel programma Quota carburante per gli spostamenti atti 265 euro di protezione e aggiornamento dei all’inserimento di nuovi beneficiari beneficiari a carico del programma AZIONE 3-Implementazione del programma di protezione delle vittime 3.1. Attività assistenziali Medicine e derrate alimentari 750 euro Forniture di detergenti intimi, saponi, 475 euro carta igienica, sacchi, dentifricio Quota carburante per le attività di 260 euro distribuzione dei beni alimentari e medicine 3.2. Attività ludico-ricreative e culturali Materiale per l’allestimento delle sale usate 240 euro a scopi aggregativi (videoproiettore, festoni, cartelloni, addobbi vari ecc.) 3.3. Attività espressive e creative creta, cartapesta, perline, scatolame di riciclo per attività laboratoriale di arte terapia Giochi didatti per l’apprendimento, CD e DVD formativi, quaderni, libri e penne per le attività di sostegno scolastico 380 euro Forniture di detergenti intimi, saponi, carta igienica, sacchi, dentifricio 410 euro Medicine e derrate alimentari cd con corsi per l’apprendimento, quaderni, penne, matite per il tutoraggio scolastico 305 euro 105 euro 3.4. Attività di inserimento e supporto scolastico AZIONE 4-Implementazione del programma di prevenzione dei minori 4.1. Attività assistenziali 4.2. Attività di tutoraggio scolastico 160 euro 107 4.3. Attività ludico-ricreative e culturali 4.4 Attività espressive e creative AZIONE 5- Valutazione dei programmi di protezione e di prevenzione 5.1. Valutazione dei risultati attesi 5.2. Revisione delle attività programmate e riprogettazione Forniture per l’allestimento delle sale usate a scopi aggregativi (videoproiettore, festoni, cartelloni, addobbi vari, sedie e tavoli) creta, cartapesta, perline, scatolame di riciclo per attività laboratoriale di arte terapia 220 euro Materiale vario per la stesura di report di valutazione (fogli, cartelline, foderine, penne, matite, gomme, evidenziatori ecc.); Allestimento degli spazi d’ufficio per l’archiviazione delle valutazioni 75 euro 295 euro 105 euro TOTALE 4.740 euro RUSSIA a. Elista OBIETTIVO SPECIFICO 1: Rafforzare e qualificare gli interventi di integrazione e di sviluppo delle autonomie per le 8 persone con disabilità accolte dall’ente e per le 23 persone sostenute dai progetti dell’Ente ad Elista MESI RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE AZIONI -Attività AZIONE 1 - Inserimento nella struttura e nel centro diurno 1.1 Monitoraggio e mappatura dei disabili presenti sul territorio e raccolta richieste di inserimento . 1.2 Valutazione e gestione delle richieste d’inserimento 1.3 Inserimento Connessione internet, telefonate fotocopie per le attività d’ufficio e 70 euro Forniture di cancelleria usate per le attività di monitoraggio e valutazione (penne, matite, carta ecc.) 135 euro Quota carburante per gli spostamenti di monitoraggio Forniture d’arredo per la struttura idonea all’accoglienza diurna di soggetti disabili (sedie, tavoli e armadietti) 170 euro Forniture del materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per igiene personale) da distribuire agli utenti 275 euro Forniture per l’allestimento degli ambienti d’ufficio (scrivanie, tastiere, monitor ecc.) Materiale di cancelleria e riciclo per le attività laboratoriali di riuso (cartapesta, scatoline in carta ecc.) Materiale come cera, stampi, fiocchi decorativi per le attività laboratoriali 175 euro perline, filo, bustine per realizzazione del laboratorio creazioni braccialetti 520 euro 210 euro AZIONE 2 - Interventi socioeducativi e riabilitativi 2.1 Programmazione organizzazione delle attività 2.2 Laboratori manuali ed la di 110 euro 385 euro 108 2.3 Attività autonomie di sviluppo delle 2.4 Attività ludico ricreative e di socializzazione 2.5 Attività sportive 2.6 Verifica delle attività AZIONE 3 – Realizzazione attività di sensibilizzazione formazione sul territorio Elista 3.1 Programmazione organizzazione delle attività formazione e sensibilizzazione 3.2 Promozione delle attività formazione Lana, aghi, colla a caldo, spago, coloranti, forbici per lavorazione utili all’attività laboratoriale di lana cotta 365 euro Attrezzatura per l’allestimento di un salone per laboratori, sedie, tavoli da lavoro e scaffali porta materiale 175 euro Forniture del materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, carta igienica, detergenti per igiene personale); Forniture sanitarie (medicine) per le cure terapiche degli accolti 275 euro Reperimento del materiale didattico per corso lingua Italiana (libri, dizionari, quaderni ecc.) 65 euro Materiale per l’allestimento delle sale usate a scopi aggregativi (festoni, cartelloni, addobbi vari ecc.) 115 euro Jambè, xilofono, chitarra, flauto utilizzati nel laboratorio di musico terapia Quota carburante per le gite socializzanti al di fuori della struttura di riferimento Materiale per attività ludiche e sportive palloni, magliette, giochi in scatola, ping pong; 325 euro Quota carburante per l’accompagnamento degli utenti presso le sedi di svolgimento delle attività sportive 565 euro Forniture di cancelleria per le pratiche di archiviazione cartelline, buste, faldoni portadocumenti ecc.) 60 euro 215 euro 300 euro 290 euro di e di ed di e 40 euro software per programmi di grafica, cartoncini, carta lucida e fotocopie 85 euro Quota carburante per la distribuzione del materiale promozionale 165 euro 3.3 Realizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione Forniture per l’arredo delle sale di formazione, sedi tavoli, videoproiettore e cartelline portadocumenti 135 euro 3.4 Verifica delle riprogettazione Forniture di cancelleria per le pratiche di archiviazione cartelline, buste, faldoni portadocumenti ecc.) 45 euro TOTALE attività di Connessione internet, telefonate fotocopie per le attività d’ufficio e 5.270 euro 109 b. Astrakhan OBIETTIVO SPECIFICO 2: Potenziare e qualificare le attività di sostegno e l’accoglienza a favore delle 66 persone in condizioni di vulnerabilità accolte nelle strutture ed inserite nei progetti di sostegno presenti sul territorio di Astrakhan. MESI RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE AZIONI -Attività AZIONE 1 - Identificazione di persone in condizione di vulnerabilità presenti sul territorio 1.1 Monitoraggio della situazione in Forniture di cancelleria per la 95 euro contesti di rischio realizzazione delle attività di 1.2 Mappatura delle persone povere e mappatura e monitoraggio dei individuazione di gruppi vulnerabili e di contesti (carta, penne, matite, condizioni di rischio. gomme, colle, ecc.) Forniture d’arredo per spazi 120 euro d’ufficio AZIONE 2 - Interventi socioeducativi e riabilitativi 2.1 Programmazione ed organizzazione delle attività Allestimento di un salone utilizzato per le riunioni d’equipe 215 euro 2.2 Attività educative Reperimento di materiale didattico per le attività di doposcuola (libri, giochi didattici, schede formative ecc.) Reperimento del materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per igiene personale); Quota carburante per le attività di accompagnamento presso le strutture ospedaliere di riferimento Forniture mediche utilizzate per le cure terapiche degli utenti accolti nella struttura libri didattici, libri e dispense formative Fornitura di guanti monouso, spugnette, detergenti per l’ambiente casalingo, strumenti per la pulizia penne, matite , cartelline e scaffali per l’archiviazione dei file dopo la verifica delle attività 225 euro penne, matite, fogli per la calendarizzazione delle attività Allestimento degli spazi d’ufficio con PC e stampanti Quota carburante per le attività di unità di strada Quota carburante per le attività di accompagnamento degli utenti presso le strutture ospedaliere di riferimento 65 euro Allestimento dello spazio d’ufficio dove vengono registrate e valutate le richieste di sostegno (faldoni portadocumenti e scaffali) Quota carburante per le attività di mappatura del territori e di richieste di sostegno Quota carburante per gli spostamenti effettuati di accompagnamento verso l’inserimento in nuove strutture 85 euro 2.3 Attività di sostegno sanitario 2.4 Laboratorio di formazione e acquisizione delle autonomie 2.5 Verifica delle attività AZIONE 3 - Attività di intervento sociale 3.1 Programmazione e calendarizzazione delle attività 3.2 Attività di “Unità di strada” 3.3 Attività di accompagnamento sociosanitario particolare. AZIONE 4 – Gestione/organizzazione Adozioni a distanza 4.1 Programmazione ed organizzazione delle attività 4.2 Mappatura delle famiglie da inserire nel progetto e raccolta delle domande . 4.3 Valutazione/ gestione delle richieste d’inserimento e inserimento 335 euro 310 euro 385 euro 130 euro 330 euro 95 euro 140 euro 870 euro 365 euro 245 euro 215 euro 110 4.4 Attività di sostegno delle famiglie inserite a progetto 4.5 Monitoraggio e valutazione della situazione personale delle famiglie Allestimento dello spazio di accoglienza delle nuove utenze prese in carico (mobiletti, armadi letti) guanti monouso, spugnette, dentifricio, saponi, carta igienica, detergenti per igiene personale per il sostegno al vivere quotidiano Derrate alimentari e vestiario di vario genere per i bisogni di prima necessità 375 euro Materiale di cancelleria faldoni porta documenti e scaffalature per l’archiviazione delle schede di monitoraggio prodotte 105 euro TOTALE 420 euro 720 euro 5.845 TOTALE RISORSE FINANZIARIE 40.020 euro 32) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners): La rete di partners a sostegno del presente progetto è composta da: SOGGETTI PROFIT: REDATTORE SOCIALE srl Rispetto all’ Obiettivo trasversale 1: Potenziare del 20% la produzione e la diffusione di materiale informativo prodotto attraverso il sito www.antennedipace.org e le piattaforme social ad esso collegati utili ad informare la società civile italiana sulle situazioni di conflitto e violenza strutturale nei paesi di destinazione del progetto. supporta: Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE Attività 2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale informativo prodotto sul sito antennedipace.org e sulle piattaforme social Attraverso: la collaborazione alla divulgazione dei contenuti prodotti dai volontari e presenti nel sito www.antennedipace.org . FUSION TRADE srl Rispetto al medesimo Obiettivo Supporta: Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE Attività 2.5 Potenziamento degli strumenti di diffusione multimediale Attraverso: la fornitura di materiale apparecchiature informatiche ed elettroniche, destinate ai progetti in elenco, a prezzo scontato del 10%. SOGGETTI NO-PROFIT: ADUSU – Associazione Diritti Umani Sviluppo Umano Rispetto all’ Obiettivo trasversale 2: Qualificare l’azione di ricaduta dei rapporti UPR nei paesi di realizzazione del progetto incrementando l’azione di diffusione del 10% e il monitoraggio del recepimento delle indicazioni da parte dello stato in cui si realizza il progetto in cui si realizza il progetto supporta: AZIONE 2 – RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR Attività 2.2. Definizione del piano di monitoraggio e degli strumenti di rilevazione 111 Attraverso: la collaborazione da parte di esperti individuati alla definizione degli strumenti di rilevazione utili al monitoraggio ed alla ricaduta delle indicazioni contenute nel Report Periodico UPR che interessa gli stati coinvolti dai progetti in elenco. 33) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: Risorse tecnico strumentali legate agli obiettivi trasversali: OBIETTIVO TRASVERSALE 1 Potenziare del 20% la produzione e la diffusione di materiale informativo prodotto attraverso il sito www.antennedipace.org e le piattaforme social ad esso collegati utili ad informare la società civile italiana sulle situazioni di conflitto e violenza strutturale nei paesi di destinazione del progetto. AZIONI – Attività RISORSE TECNICHE STRUMENTALI Azione 1 – FORMAZIONE Aula didattica attrezzata con postazione PC con video proiettore , tavoli sedie, lavagna a 1.1 Modulo formativo: l’informazione e fogli mobili e materiale di consumo l’informazione nonviolenta N° 1 uffici attrezzati con 2 postazioni Pc con 1.2. Modulo formativo : il potenziale connessione ad internet , strumentazione e informativo e comunicativo dell’ software necessari a realizzare individuo il web 2.0 videoconferenze ed elaborazione condivisa di 1.3. Confronto periodico con la Redazione testi e con i tutor di riferimento Riviste e materiale di approfondimento vario 1.4. Approfondimento del contesto sui contesti di intervento politico, socio-economico Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE 2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di attenzione 2.2 Definizione redazionale del programma N°1 postazione pc per ogni sede di progetto utile la produzione di testi a carattere informativo ed a garantire il collegamento con i tutor di riferimento e con la redazione centrale 2.3 Redazione di articoli, report, gallerie fotografiche, video Confronto con la Redazione 2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale informativo prodotto sul sito antennedipace.org e sulle piattaforme social 2.5 Potenziamento degli strumenti diffusione multimediale N° 1 ufficio attrezzato con 2 postazioni Pc fisse e 4 postazioni mobili con connessione ad internet , strumentazione e software necessari a realizzare videoconferenze. N°1 automezzo utile a spostamenti in Italia al fine di favorire la divulgazione e la socializzazione dell’attività di informazione dal basso presso realtà interessate o potenzialmente interessate di N° 1 ufficio attrezzato con 3 postazioni PC utili alla produzione di contenuti multimediali e audiovisuali OBIETTIVO TRASVERSALE 2 Qualificare l’azione di ricaduta dei rapporti UPR nei paesi di realizzazione del progetto incrementando l’azione di diffusione del 10% e il monitoraggio del recepimento delle indicazioni da parte dello stato in cui si realizza il progetto AZIONI – Attività Azione 1 - FORMAZIONE 1.1 Modulo Formativo : i diritti Umani e la loro tutela 1.2. Modulo formativo: Come funziona l’UPR e quali indicazioni per il Paese in cui si realizza il progetto. RISORSE TECNICHE STRUMENTALI Aula didattica attrezzata con postazione PC con video proiettore , tavoli sedie, lavagna a fogli mobili e materiale di consumo 112 Azione 2 –RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR 2.1. Definizione dei tempi di validità del rapporto e delle possibilità di intervento 2.2. Definizione del piano di monitoraggio e degli strumenti di rilevazione 2.3 attività di rilevazione 2.4 attività di ricaduta e promozione 2.5 redazione di report per la sede di rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti Umani 2.6 valutazione e verifica dei piani di azione rispetto a ricaduta e monitoraggio N° 2 uffici attrezzati, (uno in Italia ed uno in Svizzera) ciascuno con 2 postazioni Pc con connessione ad internet , strumentazione e software necessari a realizzare videoconferenze N°1 postazione per sede coinvolta a progetto attrezzata di Pc connesso ad internet con strumentazione necessaria alla realizzazione di videoconferenze N°1 postazione per sede coinvolta a progetto attrezzata di Pc connesso ad internet con strumentazione necessaria alla realizzazione di videoconferenze Materiale di consumo e strumenti elettronici utili alla documentazione (fotocamera, cinepresa, notebook) N°1 postazione per sede coinvolta a progetto attrezzata di Pc connesso ad internet con strumentazione necessaria alla produzione di testi e materiale promozionale . Materiale di consumo utile alla realizzazione di attività promozionali N°1 postazione per sede coinvolta a progetto attrezzata di Pc connesso ad internet con strumentazione necessaria alla realizzazione di videoconferenze N°1 postazione per sede coinvolta a progetto attrezzata di Pc connesso ad internet con strumentazione necessaria alla realizzazione di videoconferenze N° 2 uffici attrezzati, (uno in Italia ed uno in Svizzera) ciascuno con 2 postazioni Pc con connessione ad internet , strumentazione e software necessari a realizzare videoconferenze GEORGIA OBIETTIVO SPECIFICO Inserimento di altri 37 minori nelle progettualità dell'Ente facilitando l'accesso ai controlli medici di base, alle attività di sostegno scolastico e supporto quotidiano, e qualificazione degli interventi educativi e di supporto già implementati. AZIONI - Attvità RISORSE TECNICHE STRUMENTALI AZIONE 1 – Inserimento ed accoglienza nelle strutture dell’Ente 1 pulmino per le attività di ricerca e presa in 1.1 Presa in carico e gestione delle carico di nuove utenze; richieste di sostegno n.q Materiale di cancelleria (penne, matite, carta) usato per le pratiche di accoglienza 1 Ufficio attrezzato composto da 2 stanze, 4 computer, connessione Internet ADSL e 4 1.2 Pianificazione degli interventi stampanti, Telefoni, ecc. n.q Materiale di cancelleria (penne, matite, carta) 1 stanza attrezzata per l’accoglienza di nuove utenze (armadi, letti, mobiletti, mensole ecc.) 1.3 Interventi d’inserimento e Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti d’accoglienza nelle strutture dell’ente monouso, spugnette, detergenti per la casa e l’igiene personale). AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei minori provenienti dalle famiglie povere della baraccopoli 2.1. Monitoraggio dei minori e delle relative famiglie nella baraccopoli 2 pulmini per le attività di monitoraggio della situazioni dei minori nel contesto della 113 2.2 Programmazione ed organizzazione degli interventi 2.3. Attività assistenziali 2.4. Attività di doposcuola e sostegno psico-sociale 2.5. Attività di sensibilizzazione ed accompagnamento a donne e minori vittime di violenza domestica baraccopoli; 1 Ufficio attrezzato composto da 2 stanze, 4 computer, connessione Internet ADSL e 4 stampanti, Telefoni, ecc. 1 pulmino utilizzato per le attività assistenziali di accompagnamento; Generi alimentari, vestiario, medicine, pannoloni, ecc.; Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, carta igienica, saponi monodose, dentifricio ecc.). 1 pulmino per gli spostamenti dalle strutture di accoglienza alle sedi per il sostegno scolastico; 1 Ufficio attrezzato da 2 stanze; Materiale didattico per il sostegno scolastico (cd con corsi per l’apprendimento, quaderni, penne, matite ecc.) 1 salone attrezzato con 2 sale per riunioni (10 sedie, 2 tavoli, ecc.) accompagnamento di utenti vittime di violenza domestica AZIONE 3 – Realizzazione ed implementazione di attività ludicoricreative e di socializzazione 3.1. Pianificazione delle attività ricreative e di socializzazione 3.2. Realizzazione di attività sportive e ludiche-ricreative 1 pulmino utile alle attività di mobilità sul territorio 1 Ufficio attrezzato, con 2 stanze, 4 computer, connessione Internet e 4 stampanti, connessione Adsl, telefoni, ecc; n.q materiale di cancelleria (cartelline, fogli, foderine, graffette ecc.) 1 Pulmino utilizzato per l’accompagnamento presso degli utenti accolti; Materiale Ludico ricreativo (6 giochi in scatola, 4 palloni, 6 biciclette, attrezzature varie, 2 TV, 2 lettori DVD, 1 Playstation, ecc.); AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei Servizi Sociali nella città di Batumi 4.1 Gestione delle richieste di supporto 4.2 Programmazione degli interventi 4.3 Attività assistenziali 1 pulmino utile alle attività di mobilità sul territorio di valutazione delle richieste di supporto; 1 Ufficio attrezzato, con 2 stanze, 4 computer, connessione Internet e 4 stampanti, connessione Adsl, telefoni, ecc; n.q materiale di cancelleria (cartelline, fogli, foderine, graffette ecc.) 1 Ufficio attrezzato con 2 stanze e 2 postazioni PC; n.q materiale di cancelleria (faldoni porta documenti, foderine, graffette ecc.) Beni di prima necessità (derrate alimentari) e vestiario; Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, carta monouso, detergenti per igiene personale). AZIONE 5 – Verifica degli interventi 5.1. Valutazione degli obiettivi raggiunti 5.2. Riprogettazione degli interventi compiuti 1 Ufficio attrezzato, con 2 stanze, 4 computer, connessione Internet e 4 stampanti, connessione Adsl, telefoni, ecc; n.q materiale di cancelleria (penne, cartelloni, pennarelli ecc.) usato per la riprogettazione 114 ROMANIA a. Bucarest OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 1 Incrementare e qualificare gli interventi di assistenza rivolti ai 150 adulti destinatari dell’accoglienza nella struttura dell’ente e delle attività esterne in collaborazione con altre associazioni e implementazione di attività di prevenzione e animazione sociale per 100 minori AZIONI-Attività RISORSE TECNICHE STRUMENTALI AZIONE 1- Inserimento di nuove accoglienze nella struttura 1.1. Raccolta delle richieste di accoglienza 1 Ufficio attrezzato, con 2 stanze, 4 computer, connessione Internet e 4 1.2. Valutazione e accettazione richieste stampanti, connessione Adsl, telefoni, ecc; n.q materiale di cancelleria (penne, cartelloni, pennarelli ecc.) usato per la raccolta e preparazione della modulistica delle richieste di accoglienza 1.3. Inserimento nella struttura dell’ente 1 pulmino per l’accompagnamento delle nuove utenze presso le sedi di accoglienza AZIONE 2-Implementazione e incremento delle attività di assistenza 2.1. Pianificazione e programmazione delle attività 1 salone attrezzato con 15 sedie e 3 tavoli per le attività di programmazione; n.q materiale di cancelleria (penne, cartelloni, pennarelli ecc.) 2.2. Attività assistenziali e di sviluppo delle Materiale medici e ausili sanitari; Vestiario e prodotti per l’igiene autonomie di accolti (spazzolino, sapone, bagno schiuma, carta igienica ecc.); 1 pulmino per le attività di accompagnamento presso le strutture sanitarie; 2.3. Attività occupazionali in collaborazione con Materiale di riciclo (lattine, stoffe, carta “Fabrica de mozaic” ecc.); Materiale di cancelleria funzionale all’assemblaggio 2.4. Realizzazione del servizio di strada con i Frati 1 pulmino per le attività di servizio di Missionari della Carità strada; 2.5. Attività assistenziali in collaborazione col centro Materiale medici e ausili sanitari; Vestiario e prodotti per l’igiene diurno dei Frati Missionari della Carità (spazzolino, sapone, bagno schiuma, carta igienica ecc.); beni di prima necessità (derrate alimentari). AZIONE 3- Implementazione di attività di animazione sociale e prevenzione rivolte a minori 1 salone attrezzato con 10 sedie e 2 tavoli per le riunioni di equipe atte alla 3.1. Pianificazione e programmazione delle attività pianificazione delle attività; 3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con Materiale per laboratori manuali l’Associazione Don Orione (cartapesta, filo, perline ecc.) Materiale sportivo (12 ostacoli, corde, 6palloni, 24 divise ecc.); 1 pulmino usato per gli accompagnamenti presso le sedi di svolgimento delle attività 3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori Materiale per l’organizzazione attività aggregative (festoni, palloncini, trombette ecc.) 1 struttura attrezzata per l’accoglienza di gruppi stagionali (sale riunioni, cucine attrezzate, camere arredate ecc.) 1 pulmino gli spostamenti durante le attività ricreative stagionali. 115 AZIONE 4- Valutazione delle attività di assistenza e di prevenzione 4.1. Valutazione dei risultati attesi 4.2. Revisione delle attività programmate e riprogettazione 1 Ufficio attrezzato, con 2 stanze, 4 computer, connessione Internet e 4 stampanti; materiale di cancelleria (penne, matite, risme di carta, cartelline ecc.) b. Timisoara OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 2 Implementazione di 50 nuovi programmi di protezione per altrettanti minori vittime di tratta individuati da Generatie Tanara e qualificazione delle attività di prevenzione per 60 minori a rischio appartenenti ai territori di Recas, Calacea e Carani. MESI RISORSE TECNICHE STRUMENTALI AZIONI-Attività AZIONE 1-Programmazione degli interventi 1.1. Approfondimento dei fenomeni della tratta 2 Uffici attrezzati di 2 stanze con 4 computer, connessione Internet e 4 stampanti; 1.2. Verifica dello stato dell’arte dei programmi e Materiale di cancelleria per l’allestimento delle attività promosse dall’ente dell’ufficio (fogli, cartelline, foderine, penne, 1.3. Pianificazione e programmazione delle matite, gomme, evidenziatori ecc.); attività 2 pulmini per gli spostamenti degli operatori volti all’approfondimento del fenomeno della tratta. AZIONE 2- Inserimento delle vittime di tratta nel programma di protezione di Generatie Tanara 2.1. Realizzazione di colloqui con le istituzioni 2 stanze attrezzate con sedie e tavoli per i locali e con la polizia colloqui con le istituzioni Materiale di cancelleria utile durante i 2.2. Valutazione e accettazione richieste colloqui (fogli, cartelline, foderine, penne, matite, gomme, evidenziatori ecc.); 2.3. Inserimento nel programma di protezione e 1 pulmino per gli spostamenti effettuati per aggiornamento dei beneficiari a carico del l’inserimento delle nuove utenze; programma 1 ufficio attrezzato con 4 computer, connessione internet, 4 stampanti per l’aggiornamento dei beneficiari. AZIONE 3-Implementazione del programma di protezione delle vittime 3.1. Attività assistenziali Medicine e bene alimentari; Materiale di facile consumo igienico (carta igienica, sapone, ecc.); 2 pulmino per la distribuzione dei bene; 3.2. Attività ludico-ricreative e culturali 2 saloni per le attività aggregative con videoproiettore; materiale per l’allestimento degli spazi (festoni, cartelloni, lavagne ecc.) 3.3. Attività espressive e creative Materiale per le attività laboratoriali di arte terapia (creta, cartapesta, perline, scatolame di riciclo ecc.) 3.4. Attività di inserimento e supporto scolastico Materiale didattico (quaderni, libri, penne ecc.); Giochi didatti per l’apprendimento, CD e DVD formativi; AZIONE 4-Implementazione del programma di prevenzione dei minori 4.1. Attività assistenziali Medicine e bene alimentari; Materiale di facile consumo igienico (carta igienica, dentifricio, spazzolini, ciabatte, sapone, ecc.); 4.2. Attività di tutoraggio scolastico Materiale didattico per il tutoraggio scolastico (cd con corsi per 116 l’apprendimento, quaderni, penne, matite ecc.) 2 saloni per le attività aggregative con videoproiettore; materiale per l’allestimento degli spazi (festoni, cartelloni, lavagne ecc.) Materiale per le attività laboratoriali di arte terapia (creta, cartapesta, perline, scatolame di riciclo ecc.) 4.3. Attività ludico-ricreative e culturali 4.4 Attività espressive e creative AZIONE 5- Valutazione dei programmi di protezione e di prevenzione 5.1. Valutazione dei risultati attesi 5.2. Revisione delle attività programmate e riprogettazione 2 Uffici attrezzati di 2 stanze con 4 computer, connessione Internet e 4 stampanti; Materiale di cancelleria per la stesura di report di valutazione (fogli, cartelline, foderine, penne, matite, gomme, evidenziatori ecc.); RUSSIA a. Elista OBIETTIVO SPECIFICO 1: Rafforzare e qualificare gli interventi di integrazione e di sviluppo delle autonomie per le 8 persone con disabilità accolte dall’ente e per le 23 persone sostenute dai progetti dell’Ente ad Elista MESI RISORSE TECNICHE STRUMENTALI AZIONI -Attività AZIONE 1 - Inserimento nella struttura e nel centro diurno 1.1 Monitoraggio e mappatura dei disabili presenti sul territorio e raccolta richieste di inserimento . 1.2 Valutazione e gestione delle richieste d’inserimento 1.3 Inserimento AZIONE 2 riabilitativi - Interventi 2.1 Programmazione attività ed socio-educativi organizzazione e delle 2.2 Laboratori manuali 2.3 Attività di sviluppo delle autonomie 2.4 Attività ludico ricreative e di socializzazione 1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2 computer, connessione Internet Adsl, 2 stampanti, telefoni, fax, ecc.; Materiale vario di cancelleria (faldoni portadocumenti, penne, matite, pennarelli, cartelline, quaderni, ecc.); 1 Pulmino per le attività di monitoraggio. Struttura idonea all’accoglienza diurna di soggetti disabili (salone, materiali medici, ausili per disabili, ecc.); Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per igiene personale). 1 ufficio attrezzato, con computer, stampanti; 2 stanze, 2 1 salone adatto allo svolgimento delle attività laboratoriali (sedie 15, tavoli 3 ecc.); Materiale di cancelleria e da riciclo; Materiale per lavorazione lana cotta (lana, aghi, colla a caldo, spago, coloranti, forbici, ecc.); Materiale per realizzazione braccialetti (perline, filo, bustine ecc.); Materiale per lavorazione delle candele (cera, stampi, fiocchi decorativi ecc.) Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, carta igienica, detergenti per igiene personale); Medicine sanitario (medicine per terapie, ecc.) 1 pulmino per le attività socializzanti esterne alla struttura; Materiale didattico per corso lingua 117 Italiana (libri, dizionari, quaderni ecc.); Materiale per laboratorio di musica terapia: Jambè, xilofono, chitarra, flauto; Materiale per l’allestimento di aventi di festeggiamento (addobbi vari, festoni, cappellini, ecc.) Materiale per attività ludiche e sportive (6 palloni, 18 magliette, giochi in scatola, attrezzature varie, ping pong ecc.); 1 pulmino per le attività di accompagnamento degli utenti; 1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2 computer, stampanti; materiale di cancelleria per le pratiche di archiviazione (cartelline, buste, faldoni portadocumenti ecc.) 2.5 Attività sportive 2.6 Verifica delle attività AZIONE 3 – Realizzazione di attività di sensibilizzazione e formazione sul territorio di Elista 3.1 Programmazione ed organizzazione attività di formazione e sensibilizzazione 3.2 delle Promozione delle attività di formazione 3.3 Realizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione 3.4 Verifica delle attività e riprogettazione 1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2 computer, stampanti; n.q Materiale di cancelleria per la realizzazione del materiale promozionale (software con programmi di grafica, cartoncini, carta lucida, ecc.); 1 pulmino per l’azioni di distribuzione del materiale promozionale prodotto. 1 salone attrezzato con 20 sedie, 2 tavoli e videoproiettore per le attività formative; materiale didattico e di cancelleria (cartelline, cancellini, evidenziatori, penne, fogli ecc.). 1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2 computer, stampanti; OBIETTIVO SPECIFICO 2: Potenziare e qualificare le attività di sostegno e l’accoglienza a favore delle 66 persone in condizioni di vulnerabilità accolte nelle strutture ed inserite nei progetti di sostegno presenti sul territorio di Astrakhan. MESI AZIONI -Attività AZIONE 1 - Identificazione di persone in condizione di vulnerabilità presenti sul territorio 1.1 Monitoraggio della situazione in contesti di 1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2 rischio computer, stampanti; n.q Materiale di cancelleria per la 1.2 Mappatura delle persone povere e individuazione realizzazione delle attività di mappatura di gruppi vulnerabili e di condizioni di rischio. e monitoraggio dei contesti (carta, penne, matite, gomme, colle, ecc.) AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e riabilitativi 2.1 Programmazione ed organizzazione delle attività 2.2 Attività educative 2.3 Attività di sostegno sanitario 1 salone attrezzato con 10 sedie e 2 tavoli per le attività di programmazione in equipe Materiale didattico per le attività di doposcuola (libri, giochi didattici, schede formative ecc.) Materiale di cancelleria per la scuola (quaderni, penne, matite ecc.) Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per igiene personale); Medicine per le utenze che necessitano di cure terapiche; 1 pulmino per gli spostamenti di accompagnamento presso le strutture ospedaliere di riferimento. 118 2.4 Laboratorio di formazione e acquisizione delle autonomie 2.5 Verifica delle attività AZIONE 3 - Attività di intervento sociale 3.1 Programmazione e calendarizzazione delle attività 3.2 Attività di “Unità di strada” 3.3 Attività di accompagnamento socio-sanitario particolare. AZIONE 4 – Gestione/organizzazione Adozioni a distanza 4.1 Programmazione ed organizzazione delle attività 4.2 Mappatura delle famiglie da inserire nel progetto e raccolta delle domande . 4.3 Valutazione/ gestione delle richieste d’inserimento e inserimento 4.4 Attività di sostegno delle famiglie inserite a progetto 4.5Monitoraggio e valutazione della situazione personale delle famiglie n.q Materiale di cancelleria per attività di formazione (libri didattici, libri, dispense formative, ecc.) Materiale di facile consumo (guanti monouso, spugnette, detergenti per l’ambiente casalingo, strumenti per la pulizia); 1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2 computer, stampanti; n.q Materiale di cancelleria per la verifica delle attività (penne, matite , cartelline ecc.) 1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2 computer, stampanti; n.q Materiale di cancelleria per la verifica delle attività (penne, matite, fogli ecc.) 1 pulmino per le attività di unità di strada; 1 pulmino per l’accompagnamento degli utenti presso le strutture ospedaliere di cura. 1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2 computer, stampanti; n.q Materiale di cancelleria per la verifica delle attività; 1 pulmino per le attività di programmazione e mappatura (carta, cartelline, faldoni portadocumenti ecc.) 1 pulmino per le attività d’inserimento; 1 spazio attrezzato per l’accoglienza di nuove utenze (letti, mobiletti, armadi ecc.) n.q Materiale di cancelleria per l’aggiornamento delle schede d’accoglienza (penne, pennarelli, Faldoni portadocumenti ecc.) Materiale di facile consumo(guanti monouso, spugnette, dentifricio, saponi, carta igienica, detergenti per igiene personale); beni di prima necessita (derrate alimentari) e vestiario. 1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2 computer, stampanti; CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 34) Eventuali crediti formativi riconosciuti: NO 35) Eventuali tirocini riconosciuti: NO 119 36) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: Il progetto “CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2015 - EURASIA” rende possibile l'acquisizione delle seguenti competenze, riferibili e contenute nel Repertorio delle Qualifiche previsto dal “Sistema Regionale di formalizzazione e certificazione delle competenze”, ai sensi della Delibera della Giunta Regionale Emilia Romagna del 19/04/2006 n.530 Le competenze indicate di seguito rappresentano due delle quattro Unità di Competenza che compongono la qualifica relativa alla figura professionale dell’Animatore Sociale, figura inscritta nel area professionale ”Erogazione servizi socio-sanitari” prevista dal citato sistema. UNITÀ DI COMPETENZA CAPACITÀ (ESSERE IN GRADO DI) Stimolare capacità di socializzazione ed emancipazione per ostacolare l'isolamento socio-affettivo Tradurre bisogni, manifesti e non, di singoli e gruppi, in 2. Animazione azioni di scambio e confronto sociale reciproco Individuare ed incoraggiare occasioni di incontro ed integrazione sociale Riscontrare il livello di partecipazione e coinvolgimento dei fruitori individuando ulteriori ambiti di intervento Interpretare dinamiche comportamentali e criticità latenti dell'utente con approccio empatico e maieutico Trasmettere modelli comportamentali positivi per contrastare fenomeni di 3. Animazione devianza e disadattamento educativa Innescare processi di conoscenza e di consapevolezza del sé e di riconoscimento dei propri bisogni e motivazioni Stimolare dinamiche di crescita personale attraverso riflessioni ed elaborazione di atteggiamenti e comportamenti CONOSCENZE (CONOSCERE) Caratteristiche evolutive e dinamiche di cambiamento di individui e gruppi. Strumenti e tecniche di analisi e rilevazione dei bisogni: colloqui individuali e di gruppo, interviste, questionari. Il rapporto individuo-società: processi di marginalizzazione e devianza. Caratteristiche psicopedagogiche dei diversi modelli familiari. Strumenti e tecniche di analisi e verifica degli interventi: test, schede di analisi, report, ecc. Metodologie della ricerca sociale: analisi territoriale, analisi dei dati, la ricerca di intervento, ecc. Tecniche di comunicazione e relazione con l'utente. Principali riferimenti legislativi e normativi in materia di assistenziali. servizi socio-sanitari ed Organizzazione dei servizi socio-assistenziali e delle reti informali di cura. Tecniche di animazione: teatrale, espressiva, musicale, motoria, ludica. Tipologie di laboratorio manuale: disegno, pittura, lavori a maglia, cartapesta, creta, ecc. Principali tecniche di analisi della personalità e della relazione d'aiuto. Principi comuni e aspetti applicativi della legislazione vigente in materia di sicurezza. La sicurezza sul lavoro: regole e modalità di comportamento (generali e specifiche). L’acquisizione delle seguenti competenze verrà certificata e riconosciuta, su richiesta dell’ interessato, dall’ente OSFIN - F.P. OPERA SAN FILIPPO NERI - FORMAZIONE PROFESSIONALE, ente accreditato dalla Regione Emilia Romagna (cod. organismo 742), ai sensi della delibera della Giunta Regionale n. 177/2003 e integrata successivamente con le delibere n. 266/2005 e 645/2011 tramite il rilascio di apposito “Certificato di competenze“ CFR ALLEGATI 120 Formazione generale dei volontari 37) Sede di realizzazione: La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione di tipo residenziale. Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi: a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino Conca (PU) b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Rimini (RN) c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN) d) Hotel Royal Sands, V.le Carducci, 30, Cattolica e) Casa per gruppi San Michele, via Strada La Ciarulla, 124, Borgo Maggiore (RSM) 38) Modalità di attuazione: La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in quanto l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima classe nell’albo nazionale. 39) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 40) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La metodologia di realizzazione della formazione generale rispetta le indicazioni contenute nel decreto N. 160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”. La metodologia alterna lezioni frontali (almeno per il 40% del monte ore complessivo) a dinamiche non formali (almeno per il 60% del monte ore complessivo) che comprendono: training, teatro dell’oppresso (Tdo), simulazione, roleplay, brainstorming, lavori di gruppo, cineforum, confronti in plenaria, visite di realtà presenti sul territorio. Lezioni frontali e dinamiche non formali si completano a vicenda, al fine di valorizzare l’esperienza e l’opinione di ciascun volontario, in un rapporto educativo che tenda ad essere più maieutico che trasmissivo. Anche i moduli più teorici e frontali cercheranno comunque di favorire la riflessione e il dibattito sulle tematiche affrontate, responsabilizzando i volontari all’interno del processo formativo. La metodologia scelta, dunque, è attiva e partecipativa, in quanto si parte dalla consapevolezza che su alcune tematiche trattate nella formazione generale- quali per esempio il concetto di gruppo e la sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva, la gestione dei conflitti- tutti possediamo delle pre-conoscenze, convincimenti e opinioni. E’ quindi importante che i momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio di questo bagaglio formativo pre-esistente, al fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni. La formazione generale si effettua in modo residenziale favorendo la creazione di un ambiente eterogeneo, pedagogicamente adeguato all’apprendimento e alla condivisione di contenuti utili a comprendere, rielaborare e contestualizzare l’esperienza di Servizio 121 Civile, e funzionale al confronto e all'arricchimento reciproco. La dimensione di gruppo sperimentata attraverso la residenzialità è essa stessa esperienza formativa informale, che favorisce lo sviluppo di competenze sociali e trasversali quali il rispetto dell’altro, la collaborazione, la gestione dei conflitti, la tutela del bene comune. Durante la formazione sarà garantita la presenza di un tutor d’aula con gli specifici compiti di gestire il gruppo, facilitare le relazioni interpersonali, valutare l’efficienza e l’efficacia dei moduli, gestire eventuali situazioni conflittuali all’interno del gruppo. Oltre al tutor sarà presente la figura del formatore, con il compito di progettare, coordinare, supervisionare il percorso formativo. 41) Contenuti della formazione: Il percorso formativo proposto si compone dei contenuti previsti dal decreto N. 160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale” e quindi dal sistema di formazione accreditato da questo ente. Con il percorso formativo proposto l’ente vuole permettere ai volontari di acquisire competenze utili allo svolgimento delle attività previste dal progetto, ma anche una maggiore consapevolezza del proprio ruolo di cittadini attivi, attuatori del sacro dovere di difesa della patria sancito dall’art.52 della Costituzione italiana, con mezzi ed attività non militari e nonviolenti. Durante il percorso formativo verranno trattati il tema della Difesa della Patria e della cittadinanza attiva, in quanto il servizio civile, oltre ad essere difesa della Patria con modalità nonviolenta, è anche un percorso di formazione civica. Per questo ai volontari verranno offerti gli strumenti per potenziare la consapevolezza del proprio ruolo all’interno della società. Questi temi hanno particolare risalto nella formazione proprio perché l’intervento nonviolento nelle situazioni di conflitto è un aspetto specifico del progetto caschi bianchi. Come previsto dal sistema di formazione accreditato, si prevede l’erogazione di tutta la formazione entro il 6° mese, erogando circa l’80% delle ore all’avvio del servizio e il restante 20% tra 5° e 6° mese. Si è preferito questa soluzione a quella indicata nelle linee guida (ovvero di riprendere tra 7° e 9° mese alcune tematiche) perché si ritiene che un rientro in Italia a metà percorso sia importante per i caschi bianchi, per accompagnare la ripresa di alcuni temi di formazione generale con la valutazione e la riprogettazione in itinere previste dalla formazione specifica intermedia (cfr. formazione specifica). I contenuti della formazione saranno trattati attraverso una sequenza logica che rispetta il criterio delle aree tematiche suggerito dalle linee guida. 1. “Valori e identità del servizio civile” I moduli appartenenti a quest’area vengono realizzati all’inizio dell’esperienza di servizio civile, in quanto approfondiscono gli aspetti valoriali su cui si basa il SCN. Forniscono quindi fin da subito ai volontari una chiave di lettura con cui leggere la propria esperienza. L’identità del gruppo in formazione e patto formativo 1.1 Conoscenza fra i volontari Costruire un’identità di gruppo Condivisione di motivazioni e aspettative Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile e in particolare dei Caschi Bianchi Il formatore lavorerà con i volontari alla definizione di un’identità di gruppo dei volontari, che esprimeranno le proprie idee sul servizio civile, le proprie aspettative, le motivazioni e gli obiettivi. Partendo dal concetto di patria, di difesa senza armi e di difesa nonviolenta, il formatore cercherà di accompagnare i volontari nell’acquisizione della consapevolezza che questo è il contesto che legittima lo Stato a sviluppare l’esperienza di Servizio Civile. Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà 1.2 La storia del servizio civile e la sua evoluzione: o La storia dell’Obiezione di Coscienza 122 Dalla legge 772/72 alla legge 230/98 I valori e le finalità della legge 64/2001 Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e differenze Gli attori del servizio civile: UNSC, Enti, Volontari Il formatore metterà in evidenza il legame storico e culturale del servizio civile nazionale con l’obiezione di coscienza, ripercorrendo la storia del fenomeno in Italia a partire dalla legge n. 772/72, passando per la legge di riforma n. 230/98, fino ad arrivare alla sua attuale configurazione così come delineata dal legislatore del 2001, ovvero di difesa civile della Patria con mezzi ed attività non militari, dimensione che lo caratterizza e differenzia da altre forme di intervento ed impegno sociale. Si darà un particolare rilievo alle sentenze della corte costituzionale, agli atti di disobbedienza degli obiettori durante il conflitto nell’ex-jugoslavia, all’istituzione del Comitato DCNAN, alla recente sperimentazione sui corpi civili di pace, in quanto la difesa nonviolenta è aspetto centrale nel modello di intervento dei Caschi Bianchi. o o o Il dovere di difesa della patria – difesa civile non armata e nonviolenta - La Costituzione italiana: o Art. 52 della costituzione o Sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05 Concetto di difesa della Patria: o Excursus storico sul concetto di patria, fino ad approfondire l’idea di patria nella società post-moderna; o Significato attuale di difesa della patria a partire dalla Costituzione e dalla Dichiarazione dei diritti umani Excursus storico sulle esperienze di difesa nonviolenta e forme attuali di difesa civile non armata e nonviolenta Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili Difesa civile non armata e nonviolenta e SCN 1.3 - Si approfondirà il concetto di Patria e di difesa civile della Patria attraverso mezzi ed attività alternativi a quelli militari a partire dai principi costituzionali della solidarietà (art. 2 Cost.), dell’uguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.), del progresso materiale o spirituale della società (art. 4 Cost.), della promozione dello sviluppo della cultura, della tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della nazione (art. 9 Cost.) e della pace tra i popoli (art. 11 Cost.). Si presenteranno inoltre le attuali forme di realizzazione della difesa nonviolenta sul piano istituzionale, di movimento e della società civile. Si potranno approfondire le tematiche relative alla “gestione e trasformazione nonviolenta dei conflitti”, alla prevenzione della guerra e ai concetti di “peacekeeping” e “peacebuilding”. Nell'affrontare i temi suddetti, l'utilizzo di una modalità frontale è finalizzata a trasmettere i fondamenti dei temi in oggetto e sarà poi alternata a una metodologia euristica- tramite brainstorming, lavori di gruppo, discussione in plenaria- in modo da approfondire le conoscenze pregresse dei volontari rispetto a temi trattati, soprattutto i concetti di patria e difesa che rischiano oggi di essere svuotati di significato e il cui campo semantico è influenzato dai recenti mutamenti socio-culturali. Questa modalità permette di condividere saperi, ma anche di decostruire stereotipi e preconcetti, ri-attribuendo valore e significato a questi temi alla luce dell’esperienza di servizio civile. Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra 5° e 6° mese di servizio e riletto alla luce dei primi mesi di esperienza dei volontari all’estero. La normativa vigente e la carta di impegno etico 1.4 La carta di impegno etico Le norme attuali Il formatore illustrerà gli obiettivi e i valori dell’esperienza di servizio civile espressi nella “Carta di impegno etico”. Verranno illustrate le norme legislative che regolano il sistema del servizio civile, nonché quelle di applicazione riguardanti l’ordinamento e le attività del servizio civile nazionale. In particolare si evidenzierà l’importanza della sottoscrizione della Carta di Impegno Etico da parte del legale rappresentante dell’Ente, che rappresenta l’impegno a rispettare i valori fondanti del scn. 123 2. “La cittadinanza attiva” L’esperienza di SCN è esperienza civica, finalizzata alla tutela del bene comune, alla riscoperta della dimensione comunitaria, nonché delle responsabilità civiche di ciascuno. La formazione civica Dichiarazione Universale dei Diritti Umani 2.1 Carta costituzionale Gli organi costituzionali italiani (funzione, ruolo, rapporti) La formazione civica consiste nell’approfondimento della conoscenza della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e della Carta costituzionale, che contengono i principi e le norme che sono alla base della civile convivenza e quadro di riferimento per i volontari quali cittadini attivi. Saranno analizzati funzione e ruolo degli organi costituzionali, in particolare l’iter legislativo. Questo modulo formativo aiuterà i volontari ad accrescere le competenze civiche e sociali indispensabili per vivere come cittadini attivi, parte integrante di un corpo sociale e istituzionale in continua crescita e trasformazione. Le forme di cittadinanza Concetto di cittadinanza attiva o condivisione di conoscenze ed esperienze; o Concetto di cittadinanza planetaria Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al sottosviluppo Ruolo del volontario in servizio civile nella società Visita a realtà locali che rappresentano forme di cittadinanza attiva 2.2 Il formatore illustrerà ai volontari le forme di partecipazione, individuali e collettive, che ogni cittadino può attuare in un’ottica di cittadinanza attiva. Saranno proposte ai volontari esperienze pregresse di cittadinanza attiva e saranno forniti gli strumenti utili alla loro stessa attivazione. Si cercherà di offrire ai volontari una visione più ampia della società e delle possibili risposte di fronte a problematiche quali povertà, esclusione sociale e sottosviluppo. Si allargherà inoltre la riflessione al più ampio concetto di cittadinanza planetaria, cercando di favorire un approccio “glocale” alle problematiche sociali: è necessario agire a livello locale in modo adeguato per rispondere ai bisogni della comunità, ma con uno sguardo che si allarga a livello mondiale, consapevoli della complessità che caratterizza la società globalizzata. Questo modulo sarà ripreso tra il 5° e 6° mese per essere riletto alla luce dei mesi di servizio precedenti attraverso un approccio riflessivo e per mettere in evidenza come il servizio civile sia un’esperienza di cittadinanza. La protezione civile 2.3 Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile Concetto di rischio: P x V x E Il metodo Augustus Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni Collegato al tema della difesa della Patria, in quanto risponde all’articolo 52 della Costituzione (tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o pericoli legati a calamità naturali), il modulo sulla protezione civile partirà dall’importanza della tutela e della valorizzazione dell’ambiente e del territorio, considerati come il substrato necessario delle attività umane. Si mostrerà l’azione della protezione civile attraverso la previsione e prevenzione dei rischi, l’intervento in emergenza e la ricostruzione post emergenza. Si sottolineerà il rapporto tra prevenzione e tutela, ambiente e legalità, ricostruzione e legalità. Infine, si illustreranno le norme di comportamento da seguire nella gestione delle emergenze. La rappresentanza dei volontari nel servizio civile 2.4 Elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in servizio civile: valore e funzionamento Consulta Nazionale per il Servizio civile Ai volontari in servizio civile verrà presentata la possibilità di partecipare e di candidarsi alle elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in servizio civile come 124 una delle forme di partecipazione e cittadinanza attiva presentate nei moduli precedenti. Verranno illustrati funzionamento ed importanza della rappresentanza dei volontari attraverso l’intervento di ex volontari, rappresentanti in carica o di delegati regionali. 3 “Il giovane volontario nel sistema del servizio civile” I seguenti moduli saranno affrontati nei primi mesi del servizio civile. Essi infatti presentano i vari soggetti – enti, UNSC, OLP, RLEA - che compongono il sistema del servizio civile, le relazioni stesse tra questi soggetti e la disciplina che regola queste relazioni. Presentazione dell’Ente 3.1 - Approfondimenti rispetto alla storia, i valori, la mission dell’Ente; Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi; L’intervento sociale dell’ente o Modus operandi o Ambiti e tipologie d’intervento o Beneficiari o Il progetto Caschi Bianchi I fondamenti: dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause: o La differenza tra condividere e prestare un servizio o Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società nuova o La società del gratuito La presentazione dell’ente avviene attraverso la testimonianza di uno dei suoi rappresentanti. Un membro dell’ente presenta l’associazione, soffermandosi sulla storia, sulla mission e i valori, sulle modalità organizzative, affinché i volontari siano in grado di comprenderne le modalità di intervento. Si cercheranno di toccare i diversi ambiti di intervento, con particolare attenzione per quelli che coinvolgono l’intervento dei caschi bianchi. Infine, si approfondiranno i fondamenti alla base dell’ attività dell’Associazione, ovvero la condivisione diretta con gli “ultimi”- con chi è emarginato e versa in situazioni di grave disagio- e la rimozione delle cause che generano l’ingiustizia e i conflitti sociali. Il lavoro per progetti 3.2 - Metodologia della progettazione: o dal rilevamento del bisogno e della domanda, alla valutazione dei risultati attesi; o Monitoraggio e valutazione di esito, efficacia ed efficienza del progetto; Valutazione della formazione; L’obiettivo del modulo è di rendere partecipi i volontari del processo di progettazione, presentandone le varie fasi dall’ideazione, al rilevamento del bisogno presente nel territorio, alla formulazione di obiettivi e attività che rispondano a tale bisogno. Si presenterà quindi ai volontari il progetto di servizio civile nel quale sono inseriti illustrandone la struttura generale con particolare attenzione agli obiettivi e alle attività. I volontari in servizio civile sono parte integrante del progetto e il loro buon coinvolgimento è un elemento essenziale per la buona riuscita dello stesso e per la loro crescita personale. Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno gli strumenti del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire l’andamento dei progetti e per apportare eventuali migliorie in itinere. Alla fine del corso formativo si effettua il monitoraggio della formazione attraverso i moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e una verifica più approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore efficacia della proposta formativa. L’organizzazione del servizio civile e delle sue figure Il Sistema di servizio civile: UNSC, Enti di scn, Regioni e province autonome; 3.3 Figure che operano nel progetto: OLP, RLEA, altre figure professionali coinvolte nei progetti; Il modulo approfondisce “il sistema del servizio civile” in tutte le sue parti- gli enti di 125 SCN, l’UNSC, le Regioni e le Province autonome- e le relazioni tra le stesse: è fondamentale infatti cogliere il contesto relazionale in cui si inserisce il servizio civile, che coinvolge appunto soggetti diversi. Il raggiungimento degli obiettivi del progetto inoltre è riconducibile anche alle figure che operano al suo interno, pertanto la conoscenze di queste figure, del loro ruolo e della loro interazione è fondamentale. Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale Ruolo del volontario Diritti e doveri del volontario in servizio civile In tale modulo verrà presentato e illustrato ai volontari il “Prontuario concernente la disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizi civile nazionale” (DPCM 4 febbraio 2009 e successive modifiche) in tutti i suoi punti. Nel corso del modulo il volontario acquisisce consapevolezza sulle proprie responsabilità, in quanto la sua esperienza non è solo individuale, ma pubblica. 3.5 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti La comunicazione e i suoi elementi costitutivi (contesto, emittente, messaggio, canale, destinatario) Elementi di comunicazione nonviolenta La comunicazione nel gruppo Il conflitto come strumento di autoregolazione dei gruppi Gestione nonviolenta dei conflitti In questo modulo formativo verrà affrontata una parte teorica rispetto alla formazione del processo di comunicazione e verranno quindi illustrati i concetti basilari (contesto, emittente, messaggio, canale, destinatario) per permettere ai volontari di comprendere al meglio l’argomento trattato. Poiché il servizio si svolge in un contesto di gruppo, in cooperazione con operatori ed altri volontari, i volontari verranno guidati nella comprensione dell’importanza della comunicazione all’interno di un gruppo e di come si possa lavorare in gruppo comunicando in maniera positiva ed efficace ai fini degli obiettivi preposti. Spesso, infatti, il gruppo può diventare il luogo in cui si verificano i conflitti e le incomprensioni proprio per un difetto di comunicazione tra i membri. Il formatore accompagnerà i volontari nella comprensione delle dinamiche legate all’insorgere dei conflitti, dell’interazione con altri soggetti e della loro risoluzione in modo costruttivo. Aiuterà a considerare il conflitto come opportunità e risorsa, come strumento per l’apprendimento e l’autoregolazione dei gruppi. 3.4 42) Durata: Quando Moduli formativi L’identità del gruppo in formazione Settimana residenziale e patto formativo all’avvio del servizio Presentazione dell’Ente Settimana residenziale all’avvio del servizio Disciplina dei rapporti tra enti e Settimana residenziale volontari del servizio civile all’avvio del servizio nazionale (diritti e doveri) Dall’Obiezione di Coscienza al Settimana residenziale Servizio Civile Nazionale: all’avvio del servizio evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà Il dovere di difesa della patria – Settimana residenziale difesa civile non armata e all’avvio del servizio nonviolenta Ripreso Tra 5° e 6° mese Il lavoro per progetti Settimana residenziale all’avvio del servizio L’organizzazione del servizio civile e Settimana residenziale Ore lezioni frontali 40% Ore dinamiche non form. 60% Totale ore 0 4 4 3 1 4 2 0 2 1 2 3 3 4 7 1 2 3 1 1 2 126 le sue figure all’avvio del servizio La normativa vigente e la carta di impegno etico La formazione civica Le forme di cittadinanza La protezione civile Settimana residenziale all’avvio del servizio Settimana residenziale all’avvio del servizio Settimana residenziale all’avvio del servizio Ripreso Tra 5° e 6° mese Settimana residenziale all’avvio del servizio La rappresentanza dei volontari nel Settimana residenziale servizio civile all’avvio del servizio Comunicazione interpersonale e Tra 5° e 6° gestione dei conflitti TOTALE ORE FORMAZIONE GENERALE 2 0 2 2 1 3 0 6 6 1 1 2 2 0 2 0 4 4 18 26 44 Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 43) Sede di realizzazione: La formazione specifica in Italia è di tipo residenziale, di conseguenza la sede è scelta in base alla disponibilità di fruizione della struttura stessa. Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi: f) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino Conca (PU) g) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Rimini (RN) h) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN) i) Hotel Royal Sands, V.le Carducci, 30, Cattolica j) Casa per gruppi San Michele, via Strada La Ciarulla, 124, Borgo Maggiore (RSM) Per la formazione specifica in loco, invece le sedi individuate sono le seguenti: CASA FAMIGLIA ROBERTO VITTORI Via Khimshiashvili, 11 Georgia TATAL NOSTRU Via Alessandro Arubium – Bucarest, 2 Romania GENERATIE TANARA SUCURSALA TIMISOARA Via Molidului, n.8, c.a.p. 300262 Timisoara Romania CASA FAMIGLIA GIOVANNI BATTISTA Via Piatimorskaia, 58 Federazione Russa CASA FAMIGLIA PADRE FRENADEMETZ Via Volgograd, 83 Federazione Russa 127 CASA MADONNA DELLA TENEREZZA Via Stiempovskaia 31 Volgograd Federazione Russa 44) Modalità di attuazione: In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente 45) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: Nome e cognome Luogo di nascita Data di nascita Codice fiscale Cotignola (RA) 05/07/1963 CPLMNL63L45D121H Campobasso (CB) 15/02/1982 CFLNDR82B15B5198 Bra (CN) 09/04/1974 LPNNCL74D09B111P Bologna (BO) 07/04/1954 PRILCU54D07A944U MILANI LAURA Thiene (VI) 15/05/1982 MLNLRA82E56L157V PANERAI ALFREDO Ivrea (TO) 17/08/1971 PNRLRD71M17E379J FOSCOLI LUCIA Sassocorvaro (PU) 16/07/1988 FSCLCU88L56I459K PERDONCINI DAMIANA Bonavigo (VR) 17/06/1966 PRDDMN66H57A964B RAMBALDI DAVIDE Bologna (BO) 04/05/1959 RMBDVD59E04A944G SCALETTARI LUCIANO Venezia (VE) 20/03/1961 SCLLCN61C20L736N Rimini (RN) 26/04/1948 SLDRRT48D26H294P Milano 26/1/1962 ZNCLSN62A26F205F SIMONCELLI LAILA Pesaro (PU) 24/01/1968 SMNLLA68A64G479L COFANO GIANPIERO Fasano (BR) 22/10/1975 CFNGPR75R22D508Y Ors.Borsa Jud.Maramures (ROMANIA) Forli (FC) 02/09/1982 MRCVRC82P42Z129W 27/04/1978 GVNMRC78D27D704C Volpiano (TO) 01/12/1949 MTSGPP49T01M122U Crema (CR) 13/07/1961 SLNGNN61L13D142S Forlì (FC) 19/11/1968 BLDMNL68S59D704V CAPELLARI EMANUELA COFELICE ANDREA LAPENTA NICOLA PIERI LUCA SOLDATI ROBERTO ZANCHETTIN ALESSANDRO MARCUT VIORICA GIOVANNETTI MARCO GIUSEPPE AMATEIS SALINA GIOVANNI BALDASSARI MARINELLA 46) Competenze specifiche del/i formatore/i: Cognome nome CAPELLARI EMANUELA Competenze specifiche Laureata in pedagogia, dal 1995 ad oggi ha svolto diversi incarichi in qualità di pedagogista e formatrice presso scuole medie, elementari e superiori, centri di formazione professionale, associazioni, comuni, Ausl. E’ operatrice di Teatro dell’Oppresso dal 1997. Ha svolto docenze nei centri di formazione sull’educazione Modulo svolto Il Teatro dell’oppresso 128 COFELICE ANDREA LAPENTA NICOLA PIERI LUCA MILANI LAURA interculturale. Dal 2010 collabora con la “Casa delle culture” di Ravenna come consulente e formatrice dei mediatori culturali, oltre a proporre interventi di teatro dell’oppresso al Festival delle Culture organizzato dall’Associazione. Laureato in Istituzioni e Politiche dei Diritti Umani e della Pace presso l’Università di Padova. Coordinatore di progetti per L’Università di Padova, per il Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli . Esperienza pluriennale nella formazione dei volontari in servizio civile per quanto riguarda il modulo sui diritti umani. Responsabile del servizio civile, con esperienza pluriennale di intervento in aree e situazioni di conflitto, formazione al servizio civile di obiettori di coscienza, volontari ed operatori, educazione alla pace. Laureato in Scienze Politiche con indirizzo politico sociale, collabora con l'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII nell'ambito delle attività formative per i giovani in servizio civile volontario affrontando le tematiche relative alla relazione d'aiuto, a partire dall’esperienza personale, in quanto spastico dalla nascita. Da 35 anni membro dell'Associazione italiana assistenza Spastici (AIAS) Bologna ONLUS. Laureata in Lettere antiche e pedagogia, con una tesi sperimentale “l’educazione alla pace attraverso i conflitti”, con particolare attenzione agli aspetti interculturali. Esperienza pluriennale nella realizzazione di percorsi educativi sulla “Gestione nonviolenta del conflitto” attraverso metodologie interattive e tecniche di Teatro dell’oppresso. Esperienze pluriennale nella gestione del servizio civile all’estero, in qualità di progettista, selettore, formatore, tutor dei caschi bianchi. Possiede un ottima conoscenza delle realtà progettuali dell’ente all’estero. I diritti umani ConflittoApprofondimenti La relazione d’aiuto Il casco bianco Il teatro dell’oppresso Verifica intermedia Riprogettazione in itinere FAD: Ruolo del volontario nel progetto specifico Approccio interculturale La figura del casco bianco nel progetto specifico PANERAI ALFREDO FOSCOLI LUCIA Laureato in filosofia a Milano, ha in seguito conseguito la qualifica in "Tecnico esperto in Mediazione sociale e penale" (Regione Toscana) e il Dottorato in Scienze della Formazione presso l’Università di Firenze. Da diversi anni lavora, soprattutto presso scuole, in progetti di formazione alla nonviolenza e alla comunicazione efficace con corsi rivolti ad insegnanti, studenti e genitori. Lavora spesso anche come facilitatore dei processi comunicativi di gruppo in diversi ambiti, proponendo un approccio maieutico e partecipativo. Da diversi anni collabora con l’ente nella formazione dei volontari. Operatrice a partire da primavera 2015 nel progetto “Antenne di pace” e nella gestione del portale www.antennedipace.org: pubblicazione articoli, formazione e comunicazione con i Caschi Bianchi nella realizzazione congiunta di contenuti, con focus specifico sull’informazione e la comunicazione nonviolenta. La comunicazione nonviolenta nel gruppo e la gestione dei conflitti La funzione di antenna Verifica della formazione 129 PERDONCINI DAMIANA RAMBALDI DAVIDE SCALETTARI LUCIANO SOLDATI ROBERTO ZANCHETTIN ALESSANDRO SIMONCELLI LAILA GIOVANNETTI MARCO SALINA GIOVANNI Attività di tutoraggio durante le formazione di volontari in servizio civile in Italia e all’Estero. Esperienza in attività di promozione e sensibilizzazione. Membro dell’associazione, possiede un’esperienza pluriennale sia nella gestione dei volontari in servizio civile in Veneto, sia all’estero, nei ruoli di formatrice, selettrice, tutor di riferimento dei volontari all’estero. Possiede un ottima conoscenza delle realtà progettuali dell’ente all’estero e delle modalità di intervento. Educatore professionale dapprima nell’ambito della disabilità mentale adulta, in seguito nelle tossicodipendenze, attualmente responsabile degli interventi di prevenzione all’uso di sostanze per il Sert dell’ USL di Bologna. Pedagogista, formatore, conduttore di gruppi dal 1996. Da 4 anni circa collabora con l’Associazione Papa Giovanni XXIII nelle formazioni dei caschi bianchi, in qualità di esperto di relazione d’aiuto e di affettività. Laureato in filosofia, inviato speciale di Famiglia Cristiana, si occupa prevalentemente del Continente Africano e del giornalismo d’inchiesta. Ha vinto vari premi giornalistici ( 2006:Premio Saint Vincent di Giornalismo per sezione periodici, 2006: Premio Lucchetta). Esperienza pluriennale di formazione con volontari in servizio civile sul tema dell’informazione. Laureato in ingegneria elettronica, ha frequentato il corso per Responsabile della Prevenzione e Protezione. Dal 2009 è il Responsabile per la sicurezza per l’ente Comunità Papa Giovanni XXIII, con il compito di organizzare la formazione dei dipendenti e dei volontari, e sovrintendere all’organizzazione delle squadre di primo soccorso e antincendio. Pedagogista esperto in interventi socio-educativi di strada e in centri di aggregazione, analisi dei conflitti, mediazione interpersonale e sociale, intercultura, promozione delle risorse individuali e di gruppo. Dal 1992 organizza e conduce laboratori di Tatro dell’oppresso. Laureata in giurisprudenza, svolge attività giudiziale e stragiudiziale. Offre in particolare consulenze legali su “Diritto all’immigrazione” e in materia di “Diritti Umani”. Offre supporto alla presenza dell’Associazione a Ginevra presso le Nazioni Unite. Approfondita conoscenza in materia di Politiche Europee. Membro dell’Associazione vive a Volgograd (Russia) dal 2000, responsabile per conto dell’Associazione dei progetti presenti sul territorio, gestisce una struttura di prima accoglienza per senza fissa dimora. Partecipa alla stesura dei progetti e alla loro realizzazione, verificandone il percorso, le finalità e gli obiettivi finali. Ha un’ottima conoscenza del territorio degli aspetti socio – politico, collabora con Enti e Associazioni sia del territorio che Estere. Responsabile della gestione dei giovani in Servizio Civile nel progetto Caschi Bianchi in Russia,cura in particolare modo l’accoglienza, l’accompagnamento nel territorio e il percorso personale e di gruppo. Membro dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, dal 2007 è responsabile per le strutture e le progettualità dell’ente in Russia, a Volgograd, Elista e Astrakan. Ogni due mesi realizza una supervisione in loco degli operatori Verifica intermedia e finale Riprogettazione in itinere La relazione d’aiuto La funzione di antenna Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile Approccio interculturale Il rapporto UPR L’Ente e il suo intervento nel progetto Estero. Indicazioni di comportamento e stile di presenza. Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2015 EURASIA” Contesto socioeconomico e politico della Russia 130 COFANO GIANPIERO BEPPE AMATEIS MARCUT VIORICA BALDASSARI MARINELLA e dei progetti, curando le relazioni con altri soggetti sul territorio, come Caritas Russi o i servizi sociali. Ha maturato negli anni una buona conoscenza della lingua russa, nonché del contesto politico, sociale, culturale ed economico. Membro dell’Associazione dal 1996, cura e gestisce per conto dell’Associazione numerosi progetti,vanta una decennale esperienza in progetti Italiani o Esteri a favore della riduzione del traffico degli esseri umani. Responsabile legale della filiale dell’Associazione presente in Georgia da diversi anni, ha approfondito il contesto georgiano grazie anche a periodici viaggi in loco. Collabora alla gestione dei giovani in Servizio Civile nel progetto Caschi Bianchi in Georgia, cura in particolare modo l’accoglienza, l’accompagnamento nel territorio e il percorso personale e di gruppo. L’Ente e il suo intervento nel progetto Estero. Indicazioni di comportamento e stile di presenza. Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2015 EURASIA” Contesto socioeconomico e politico della Georgia Laureato in Scienze dell’Educazione, è membro dell’Associazione e dal 1999 è il responsabile per l’area territoriale biellese di tutte le attività dell’ente, delle strutture residenziali e delle accoglienze. Da diversi anni è responsabile della struttura e dei progetti dell’ente a Bucarest, effettuando visite trimestrali finalizzate al coordinamento delle attività, alla supervisione degli operatori e alle relazioni con i partners. L’Ente e il suo intervento nel progetto Estero. Assistente Sociale e coordinatrice dei progetti nell’Associazione “Generatie Tanara” presente in Romania, è Responsabile dell’equipe operatori , della progettazione, dell’accoglienza degli utenti. Cura e mantiene i contatti con le Associazioni del territorio e quelle Straniere. Cura e mantiene i contatti con le Istituzioni Pubbliche e Private del territorio. Tutor per la Romania dei giovani in Servizio Civile nel progetto “Caschi Bianchi”,cura in particolare modo l’accoglienza, l’accompagnamento nel territorio e il percorso personale e di gruppo. L’Ente e il suo intervento nel progetto Estero. Dal 2002 al 2014 animatrice nazionale del “Servizio giovani” dell’Associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII”. Da diversi anni coordina e realizza progetti di prevenzione del disagio sociale con gruppi informali, nelle discoteche, nei pub, nelle sale giochi. Dal 1996 ad oggi è Responsabile e animatrice di campi di condivisione e lavoro per giovani, sia in Italia sia all’estero, per l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. In particolare dal 2004 coordina i Campi di animazione estivi rivolti a minori a Matasari e Bucarest, in Romania. Questa esperienza sul campo le ha permesso di approfondire il contesto socio-economico, politico e culturale della Romania. Contesto sociopolitico-economico della Romania Indicazioni di comportamento e stile di presenza. Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2015 EURASIA” Indicazioni di comportamento e stile di presenza. Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2015 EURASIA” 131 47) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione si realizza privilegiando una metodologia partecipativa e attiva, che favorisca il coinvolgimento dei volontari e l’instaurarsi di una relazione interpersonale costruttiva fra chi forma e chi viene formato. La metodologia adottata rende i volontari protagonisti e co- costruttori del percorso formativo: la formazione infatti favorisce la condivisione all’interno del gruppo formativo di conoscenze pregresse, esperienze e riflessioni personali nonché la decostruzione di stereotipi e pregiudizi, al fine di sviluppare nei volontari un certo approccio critico. Come per la formazione generale, si alternano lezioni frontali e modalità non formali che permettono di valorizzare le esperienze e le pre-conoscenze relative alle tematiche. Come previsto dal sistema di formazione accreditato dall’ente, il 70% delle ore di formazione specifica saranno realizzate entro il 3° mese di servizio, il restante 30% tra il 4° e il 9° mese. E’ vero infatti che la formazione specifica fornisce gli strumenti e le competenze necessarie per affrontare al meglio le attività e pertanto è importante che venga realizzata all’inizio del servizio. Si ritiene, tuttavia, qualificante riprendere alcune tematiche già trattate nei primi tre mesi di servizio anche successivamente, proprio perché l’esperienza di servizio civile è un imparare facendo, e pertanto richiede una costante riflessione sull’azione. Riflessione che dovrebbe essere garantita dall’OLP, in quanto “maestro”, ma che è opportuno sia sviluppata in contesti formativi ad hoc, anche oltre il 3° mese, che vanno ad integrare e rinforzare il bagaglio di competenze acquisito all’inizio. Questo permetterebbe di approfondire alcune tematica alla luce dell’esperienza maturata dai volontari, con una maggiore consapevolezza da parte di quest’ultimi. Tra le metodologie e tecniche non formali utilizzate vi sono: ● Training nonviolenti, simulazioni, giochi di ruolo, attribuzione di responsabilità nel processo formativo; ● Dibattiti, brainstorming, lavoro di gruppo, elaborazione di report ed articoli; ● Discussione in piccoli gruppi; ● Cineforum; ● Teatro dell’oppresso (TDO); ● Formazione individuale con tutor d’aula, incontri con realtà formative outdoor, utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne agli enti ed offerte dal territorio, laboratori tematici; ● Verifiche periodiche. Oltre a lezioni frontali e non formali, si prevede anche una formazione a distanza (di 6h, pari a circa il 7% delle ore) attraverso una specifica piattaforma, finalizzata a creare uno spazio di confronto per rileggere, analizzare, rielaborare l’esperienza di servizio civile, operando costantemente- con il supporto dei formatori e del materiale formativo a disposizione- un’ autoriflessione costante sul proprio servizio. Le formazione in Italia sono residenziali: i volontari vivono in una stessa struttura condividendo gli spazi, con una corresponsabilità nella gestione degli stessi. La dimensione di gruppo sperimentata attraverso la residenzialità è essa stessa esperienza formativa informale, che favorisce lo sviluppo di competenze sociali e trasversali quali il rispetto dell’altro, la collaborazione, la gestione dei conflitti, la tutela del bene comune. Durante la formazione sarà garantita la presenza di un tutor d’aula con gli specifici compiti di gestire il gruppo, facilitare le relazioni interpersonali, valutare l’efficienza e l’efficacia dei moduli, gestire eventuali situazioni conflittuali all’interno del gruppo. Oltre al tutor sarà presente la figura del formatore, con il compito di progettare, coordinare, supervisionare il percorso formativo. Il percorso formativo specifico prevede: una formazione pre-espatrio in Italia, entro il primo mese di servizio; Una formazione intermedia, tra 5° e 6° mese di servizio, come occasione di verifica e riprogettazione in itinere dell’esperienza; Una formazione specifica in loco suddivisa in un momento iniziale al momento dell’inserimento nella sede estera e un altro momento tra 8°e 9° mese; Una formazione a distanza tra 3° e 8°mese; 132 L’attività di monitoraggio è considerata parte integrante del percorso formativo. Il processo di verifica / valutazione / riprogettazione effettuato è costante ed è realizzato in forma interattiva con i volontari, i formatori e gli esperti coinvolti nei progetti e nei percorsi formativi. 48) Contenuti della formazione: I contenuti caratterizzanti la formazione specifica pre- espatrio sono: La relazione d’aiuto In questo modulo verranno trattati i fondamenti teorici utili all’ instaurazione di una relazione d'aiuto, in particolare, fra gli elementi generali ed introduttivi. Verranno forniti ai volontari gli strumenti per attuare una costante autoriflessione del proprio approccio all’altro nell’ambito della relazione educativa che caratterizza il progetto. Il rapporto “aiutante-aiutato” le principali fasi della relazione di aiuto la fiducia e le difese all’interno della relazione di aiuto presa in carico della persona aiutata ascolto ed empatia, gestione della rabbia e dell’aggressività Il Burn-Out come rischio nelle relazioni educative Contesto socio-economico e politico di Georgia, Romania e Russia Questo modulo focalizza l’attenzione sugli assetti geopolitici che caratterizzano i paesi a progetto, con uno sguardo che si allarga agli assetti mondiali, alla luce delle interdipendenze legate alla globalizzazione. Riteniamo fondamentale infatti che il casco bianco assuma una prospettiva “glocale” , con uno sguardo pronto a cogliere i molteplici legami che i contesti specifici del progetto sviluppano con la dimensione mondiale. Il modulo in particolare approfondirà: i principali assetti geopolitici, economici e sociali nell’area in cui è inserito il progetto; descrizione dei contesti dei paesi specifici; Approfondimento sui conflitti dei territori in cui il progetto si sviluppa e sulle modalità di intervento attuate. Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile: Il modulo offre ai volontari una puntuale informativa dei rischi connessi allo svolgimento alle attività pratiche in cui sono impegnati i volontari, con particolare attenzione alle misure di prevenzione e di emergenza. Riferimento alla normativa sulla sicurezza in loco; informativa dei rischi connessi all’ambiente di servizio e allo svolgimento delle attività pratiche in cui sono impegnati i volontari, alle possibili interferenze con altre attività che si svolgono in contemporanea nello stesso luogo ; misure di prevenzione e di emergenza previste, in relazione alle attività del volontario e alle possibili interferenze tra queste e le altre attività che si svolgono in contemporanea. Il casco bianco Il presente modulo, utile a collocare il servizio prestato dai caschi bianchi verterà sui seguenti aspetti: Approfondimento dell’evoluzione e le caratteristiche della figura del Casco Bianco: il mandato , i compiti, il modello di servizio civile CASCHI BIANCHI condiviso dall’ omonima rete di enti; ruolo del volontario in servizio civile nella società; Stile di presenza dei CB all’estero ; Strumenti per la conoscenza della realtà in cui si va ad operare. 133 La funzione di antenna Caratteristica fondamentale dell’operatività del Casco bianco è la “funzione di antenna”, secondo la quale ad ogni CB spetta il compito di produrre informazione dal basso, rispetto alle situazioni dove opera al fine di informare e sensibilizzare un “bacino di attenzione”, definito prima dell’ espatrio. Tale bacino si sostanzia nella propria comunità inviante (città , quartiere gruppi di appartenenza…). 1. Modulo introduttivo sull’informazione e sul “ruolo di antenna”: il mondo/mercato dell’ informazione, attori dell’informazione; il legame fra conflitto ed informazione, l’uso dei media ad uso propagandistico; analisi ed approfondimento di testi; sensibilizzazione sul territorio d’origine: sviluppo di un “bacino d’attenzione. 2.Laboratorio di scrittura: L’informazione nonviolenta, scopi e strumenti; Laboratorio di scrittura; Uso della macchina fotografica e della videocamera come strumenti di documentazione; L’utilizzo degli strumenti di comunicazione web 2.0. I diritti umani In questo modulo verranno presentati ed approfonditi alcuni strumenti di osservazione e monitoraggio dei diritti umani nel contesto territoriale in cui si sviluppa il progetto, nonché strumenti e tecniche di tutela dei diritti umani. Si approfondiranno in particolare: gli elementi di riferimento teorici rispetto ai diritti umani, del quadro normativo internazionale di riferimento, degli organismi e degli strumenti di tutela; strumenti di osservazione, monitoraggio e tutela dei diritti umani; parte laboratoriale di analisi dei diritti violati nell’area nel contesto paese in cui si sviluppa il progetto; presentazione attività di mappatura dei diritti umani; Il teatro dell’ oppresso Il teatro dell’oppresso è una tecnica teatrale che favorisce il cambiamento sociale tramite la coscientizzazione degli attori e degli spettatori. E’ molto utilizzata come tecnica formativa nei percorsi educativi per gruppi e per la gestione di situazioni conflittuali, in particolare verranno affrontati i seguenti temi: La demeccanizzazione, concetto, tecniche e loro applicazione; I ruoli definiti: l’oppresso, l’oppressore, le figure vivine, il giolli; La tecnica del Teatro-forum e il teatro immagine; Analisi di situazioni di oppressione e sperimentazione di possibili soluzioni attraverso l’uso delle tecniche presentate. Il conflitto - approfondimenti Verrà approfondito il conflitto e la sua gestione nonviolenta in relazione a tipiche situazioni conflittuali riscontrabili nei territori di destinazione. In relazione a tali situazioni verrà affrontato: Elementi fondamentali del conflitto: o conflitti a più livelli: macro, meso, micro; o violenza, forza, aggressività; o l'escalation della violenza; Individuazione di strumenti e strategie di gestione nonviolenta dei conflitti; Approfondimento sulla MEDIAZIONE nel conflitto; Il conflitto interpersonale e all’interno del gruppo di lavoro. Verifica della formazione Alla fine della formazione generale si effettua il monitoraggio della formazione attraverso i moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e una verifica più approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore efficacia della proposta formativa. 134 Contenuti della formazione specifica intermedia in Italia: Verifica intermedia Il modulo prevede una rielaborazione dei vissuti legati all’esperienza, rielaborazione propedeutica poi alla valutazione intermedia rispetto agli obiettivi e attività del progetto. Si prevede in particolare: Rilettura dell’esperienza a partire dai vissuti personali; Rilettura dell’esperienza a partire dalle relazioni (con beneficiari, OLP, volontari) Condivisione delle esperienze: punti di forza e punti critici Valutazione obiettivi e attività del progetto; Valutazione attività comuni previste dal progetto; Riprogettazione in itinere Questa fase è fondamentale per la buona riuscita del progetto perché permette di apportare delle migliorie al progetto in itinere. E’ strettamente legata alla verifica e valutazione del progetto stesso. Partendo dalla valutazione (dai punti di forza e di debolezza rilevati) pensare a una riprogettazione Ripresa obiettivi del progetto Relazione aiuto/affettività: In genere i primi mesi sono impegnativi per i volontari, soprattutto da punto di vista affettivo: alla lontananza dagli affetti, si sommano le difficoltà legate alle differenze culturali, la difficoltà di mantenere la giusta distanza/vicinanza nella relazione educativa. Il modulo cerca di fornire degli strumenti per attuare un’autoriflessione sul proprio operato e per rielaborare l’esperienza finora vissuta. Si approfondiranno i seguenti temi: la conquista della fiducia e la gestione dell’aggressività nella relazione di aiuto La gestione dello stress e il Burn-Out, a partire dalle esperienze concrete dei volontari; Condivisione delle criticità emerse durante l’esperienza. Approccio interculturale: I contenuti del presente modulo sono funzionali all’ acquisizione di competenze utili a relazionarsi in maniera positiva con le differenti realtà culturali nei contesti in cui si opera. Tale modulo viene preceduto da un modulo propedeutico a distanza. Viene affrontato nella formazione intermedia per poter riflettere sulle criticità nella relazione interculturale, partendo dalle esperienze concrete dei volontari. acquisizione di competenze utili a relazionarsi positivamente con le differenti realtà culturali; approfondimento dei concetti di individuo, altro , giudizio e pregiudizio; Confronto su pregiudizi e difficoltà nell’incontro con la cultura locale; Rilettura dell’esperienza da un punto di vista interculturale; Il rapporto UPR Uno strumento significativo attraverso cui le associazioni si fanno promotori della difesa dei diritti umani all’interno dello Human Right Council è la partecipazione alla Revisione Periodica Universale (UPR). - Cos’è l’Universal Periodic Review e come funziona; Come l’esperienza diretta di condivisione nei paesi del mondo in cui si è presenti qualifica l’UPR; Presentazione degli strumenti per l’attuazione del piano di monitoraggio dei diritti umani e per la ricaduta in loco dei contenuti e delle indicazioni del rapporto; Verifica della formazione Alla fine della formazione intermedia si effettua il monitoraggio della formazione attraverso i moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e una 135 verifica più approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore efficacia della proposta formativa. Contenuti della formazione specifica in loco: 1° incontro all’arrivo (2° mese di servizio): L’ente e il suo intervento nel progetto estero Il modulo approfondisce le realtà dell’ente a progetto, con particolare attenzione a quella che sarà la collocazione del volontario in quel contesto. Questa parte prevede la visita delle progettualità e l’approfondimento della modalità d’intervento dell’ente. Storia della presenza dell’ente in loco, mission, attività, stile di presenza; Il progetto Caschi Bianchi nel contesto specifico del progetto; Progetti e modalità di intervento; Attività e ruolo del casco bianco nel progetto specifico Visita alle diverse realtà progettuali dell’ente, con particolare attenzione alle realtà a progetto; Indicazioni di comportamento e stile di presenza indicazioni e norme di comportamento, in relazione al contesto culturale, socioeconomico e politico in cui si realizza il progetto; informazioni sui rischi presenti nel contesto di riferimento (sanitari, per la sicurezza personale, di ordine pubblico e ambientali); informazione sulle misure per prevenire i rischi e per le emergenze. Tra 8° e 9° mese: Il progetto “Caschi bianchi corpo civile di pace 2015- EURASIA” ripresa degli obiettivi e delle attività previste dal progetto; verifica dell’andamento del servizio; verifica attività generali ( antenne e mappatura); riprogettazione in itinere. Contenuti della FAD : Ruolo del volontario nel progetto specifico: - Il ruolo del volontario nel progetto e grado di inserimento; La relazione con i destinatari del progetto; Il ruolo del volontario nel lavoro d’equipe; L’attività di competenza del volontario ricondotta agli obiettivi del progetto, con attenzione sul COME si fanno le cose. Approccio interculturale: le cornici culturali che condizionano le interpretazioni di un contesto complesso; analisi dei condizionamenti culturali a partire dalle esperienze concrete dei volontari; l’ascolto attivo come strumento per superare i pregiudizi culturali e comprendere la complessità del contesto. La figura del casco bianco nel progetto specifico: analisi e approfondimento delle conflittualità presenti nel territorio; approccio del cb rispetto ai conflitti meso e micro, a partire dal mandato del cb; - buone prassi per la gestione dei conflitti. 136 49) Durata: Durata formazione specifica pre- espatrio in Italia: Moduli formativi La relazione d’aiuto Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile Contesto socio-economico e politico di Georgia, Romania e Russia Il casco bianco La funzione di antenna I diritti umani Il teatro dell’oppresso Conflitto- approfondimenti Verifica della formazione TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA A Totale ore 8 4 4 4 8 4 8 10 2 52 Durata formazione specifica intermedia in Italia: Moduli formativi Verifica intermedia Riprogettazione in itinere Relazione aiuto/affettività Approccio interculturale Il rapporto UPR Verifica della formazione TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA B Totale ore 4 2 4 4 3 1 18 Durata formazione specifica in loco: Moduli formativi L’ente e il suo intervento nel progetto estero Indicazioni di comportamento e stile di presenza Il progetto “Caschi bianchi corpo civile di pace 2015-Eurasia” TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA C Totale ore 3 2 3 8 Durata formazione a distanza: Moduli formativi Ruolo del volontario nel progetto nel progetto specifico Approccio interculturale La figura del casco bianco nel progetto specifico TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA D Totale ore 2 2 2 6 TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA A+B+C+D= 52+18+8+6=84 Di queste 84 h, 59 verranno realizzate entro il 3° mese ( 70% del totale) e le restanti 25 entro il 9° mese (30%) 137 Altri elementi della formazione 50) Modalità di monitoraggio del percorso di formazione (generale e specifica) predisposto: Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato in sede di accreditamento Lì 14 OTTOBRE 2015 Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Nicola LAPENTA 138