SCHEDA PROGETTO PER L`IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO

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SCHEDA PROGETTO PER L`IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO
Allegato 2
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN
SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO
ENTE
1) Ente proponente il progetto:
ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII
NZ00394
2) Codice di accreditamento:
3) Albo e classe di iscrizione:
NAZIONALE
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CARATTERISTICHE PROGETTO
4) Titolo del progetto:
CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2015 – EURASIA
5) Settore e area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
Settore: F, Servizio civile all’estero
Area di intervento: 07 – Assistenza
11 – Educazione e promozione culturale
6) Descrizione del contesto socio politico ed economico del paese o dell’area
geografica dove si realizza il progetto; precedente esperienza dell’ente
proponente il progetto nel paese o nell’area geografica anche in relazione alla
propria mission; presentazione dei partner esteri:
1
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII presenta 10 progetti di servizio civile
all’estero, che interessano i seguenti paesi: Albania, Australia, Bangladesh, Bolivia,
Brasile, Cile, Croazia, Francia, Georgia, Haiti, Paesi Bassi, Romania, Russia, Sri Lanka,
Zambia. Si ritiene utile richiamare il carattere unitario della proposta, che si rifà al
modello di Servizio civile all’estero denominato “Servizio Civile in missioni umanitarie e
corpi civili di pace – Caschi Bianchi” , elaborato dagli enti aderenti alla Rete Caschi
Bianchi (Focsiv, Caritas Italiana, Gavci, oltre all’Associazione Comunità Papa Giovanni
XXIII) e depositato presso l’UNSC.
Il carattere unitario che si intende sottolineare deriva dal fatto che alla base delle
specifiche progettualità c’è una storia e una metodologia di intervento comuni caratterizzata dal desiderio di “abitare i conflitti”, esplorarli e favorirne una possibile
trasformazione positiva con modalità nonviolente.
I contesti in cui si realizzano i progetti denominati con il prefisso Caschi bianchi sono
accomunati da conflittualità e da violazioni di diritti umani e concorrono alla
realizzazione di finalità condivise, iscrivibili nelle finalità sancite dall’ art. 1 della legge
64/01. Al fine di rendere più agevole la comprensione ed il senso della proposta
contenuta nel singolo progetto si ravvede la necessità di elencare alcuni elementi
caratteristici del Modello di servizio civile a cui si rifanno.
GLOBALIZZAZIONE E NUOVO CONCETTO DI DIFESA:
La proposta progettuale non può essere avulsa dalla lettura della società attuale con
particolar attenzione ai fenomeni globali che l’attraversano. Sempre più i destini delle
persone e dei popoli sono legati fra loro ed interconnessi. Tale interconnessione
inevitabilmente si trasforma in interdipendenza ma ancor di più produce
contaminazione reciproche dal punto di vista sociale e culturale. Diversi studiosi hanno
teorizzato ciò, non solo recentemente, ma oggi tale situazione è quanto mai palpabile.
Il contesto in cui sempre più ci si trova ad operare è una società in cui è impensabile
attuare politiche avulse dal contesto europeo e mondiale, perché ogni nostra azione ha
delle ricadute anche in luoghi lontani: non solo nel “macro”, attraverso interventi di
politica estera o scelte economiche, ma anche nel “micro”, attraverso le implicazioni
delle varie filiere economiche e commerciali.
Per tale ragione ciascun progetto denominato Caschi Bianchi cerca di assumere un
approccio definibile con il termine “Glocale”, sviluppandosi in contesti territorialmente
definiti e con specifiche proprie, ma al tempo stesso frutto di un’analisi che cerca di
considerare i legami fra essi e le varie dimensioni regionali e mondiale. Quanto finora
descritto riafferma la necessità di promuovere una cittadinanza planetaria, basata su
principi di solidarietà, di cooperazione, di promozione di una cultura di pace. Un’idea di
cittadinanza che favorisca la realizzazione di quanto sancito nella Costituzione Italiana,
Europea ma anche nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Un esercizio di
cittadinanza attiva che possa contribuire, a partire da servizi civile, a rafforzare il
legame fra cittadino ed Istituzioni.
Tale esercizio di cittadinanza riassume, in parte, la necessità di declinare la Difesa della
Patria in impegno concreto anche nei paesi più poveri. Ecco perché riteniamo che
abbia senso intervenire, in un’ottica di difesa della Patria, sia nei territori del Sud del
Mondo, consapevoli che le nostre scelte economiche, politiche, ecc. hanno delle
conseguenze anche in questi paesi; sia nel primo mondo, al fine di mettere in evidenza
le contraddizioni e le povertà presenti anche nei paesi sviluppati, e nell’ottica di
sensibilizzare su stili di vita alternativi.
Il concetto di difesa della patria, pertanto si declina come difesa della società
globale dal rischio del degrado, della povertà, dell’esclusione e della
contrapposizione, attraverso progetti che si innestino in processi di prevenzione e
trasformazione dei conflitti attraverso la costruzione di relazioni nonviolente basate sul
dialogo e la mediazione.
I progetti Caschi Bianchi tendono quindi alla costruzione di una
comunità/società solidale, capace di gestire e trasformare le conflittualità -sia di
tipo personale che di tipo comunitario- con metodi nonviolenti. Ciò riguarda non solo le
comunità dei luoghi di realizzazione dei progetti, ma in termini più generali la società
nel suo insieme, con attenzione quella di provenienza dei volontari.
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RIFERIMENTI STORICI DEL MODELLO “CASCHI BIANCHI”
Il termine “Caschi Bianchi” richiama volutamente la denominazione data dall’ONU per
la “partecipazione di volontari in attività delle Nazioni Unite nel campo dell'aiuto
umanitario, riabilitazione e cooperazione tecnica per lo sviluppo”. Anche se non
immediatamente riconducibile al profilo previsto dall’ONU per tali corpi, il modello
“caschi bianchi” richiama in parte il ruolo previsto dal mandato dei corpi civili di pace,
in quanto:
- si tratta di un’occasione privilegiata di formazione dei giovani, protagonisti della
costruzione di una cultura di pace vissuta in prima persona;
- prevede l’inserimento di giovani in specifici progetti di intervento realizzati all’estero
in situazioni di conflitto armato o di violenza strutturale, caratterizzate da condizioni
socio economiche disagiate, dall’impoverimento e dalla violazione dei principali diritti
fondamentali, politici o di cittadinanza;
- prevede la realizzazione di processi di coscientizzazione, educazione, informazione
dal basso e relazioni basate su un confronto empatico, sul dialogo, secondo una
metodologia nonviolenta;
- si tratta di un modello che sperimenta forme di
difesa civile non armata e
nonviolenta.
Il percorso dei Caschi Bianchi italiani inizia nei primi anni novanta con la guerra nel
Golfo persico e successivamente attraverso una campagna di “disobbedienza civile”
durante il conflitto nei Balcani, condotta dagli “obiettori al servizio della pace”. Tale
percorso ha contribuito alla realizzazione della riforma legislativa in materia di
obiezione di coscienza, l’art. 9 della legge 230/1998, che per prima ha sancito la
possibilità di svolgere servizio civile all’estero.
Molti sono gli enti che hanno contribuito a questo percorso. Fra questi , anche grazie
alle richieste da parte dell'UNSC di un soggetto unitario come interlocutore sulla
materia, vi sono all’Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, Caritas Italiana, Volontari nel
Mondo - FOCSIV, GAVCI di Bologna che insieme costituiscono la Rete Caschi Bianchi.
Molti sono i fatti che hanno determinato e continuano a determinare l’evoluzione di
questa esperienza, ormai pluriennale, fra questi:
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la fase sperimentale avviata in collaborazione con la Regione Emilia Romagna nel
1999-2000, che prevedeva l’intervento in Kossovo e Albania; cfr. ass. Adusu,
Caschi Bianchi difensori dei diritti umani e atti del convegno “Servire la Pace,
difendere i diritti umani” 2003;
la partecipazione ai bandi regionali per la valorizzazione dei progetti di servizio
civile e la nascita della Rete Caschi Bianchi nel 2001;
la sottoscrizione di un accordo specifico da parte della Rete Caschi Bianchi e
l’elaborazione di un progetto generale di “Servizio civile in missioni umanitarie e
corpi civili di pace – Caschi Bianchi”, depositato presso l’UNSC nel 2001 e
aggiornato nel 2007 dal documento “Caschi Bianchi e Rete Caschi Bianchi, un
modello di servizio civile”.
Il documento redatto dal Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta2005 : Criteri e requisiti per la valutazione di progetti sperimentali di servizio civile
all'estero nell'ambito della DCNAN;
Il progetto sperimentale di servizio civile Caschi Bianchi oltre le Vendette conclusosi
nel 2012;
La pubblicazione della ricerca Caschi Bianchi oltre le vendette, sperimentare il
Servizio civile e la DCNAN per conoscere e trasformare i conflitti nel corso del
2013;
Il convegno “La miglior difesa è la Pace “ febbraio 2014
Diversi sono i documenti internazionali che legittimano il modello di servizio civile
“Caschi Bianchi [..]” oltre la normativa relativa al Servizio Civile. Fra questi il rapporto
“Un’Agenda per la pace” (1992/95) del Segretario Generale delle Nazioni Unite, la già
citata risoluzione ONU n. 49/139/B (1994),il documento del Segretario generale
dell’ONU (1995) inviato al Consiglio Economico e Sociale, il rapporto del Segretario
Generale dell’ONU (1997).
Per quanto riguarda nello specifico l’esperienza dell’Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII
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con il progetto Caschi Bianchi, in seguito all’esperienza nei Balcani, e alle prime
sperimentazioni in Kosovo e Albania, l’Ass. ha inviato Caschi Bianchi anche in contesti
di violenza strutturale -primi fra tutti Zambia e Cile- oltre che di conflitto armato- nei
Territori Palestinesi. Nel corso degli anni e con l’avvento della legge 64 del 2001,
l’esperienza si è allargata ad altre destinazioni, prevalentemente caratterizzate da
violenza strutturale (Bolivia, Brasile, Bangladesh, Tanzania, Kenya, Venezuela, Russia,
Albania), oltre che da situazioni di conflitto (Palestina) o post- conflitto (Kossovo).
Dopo i primi gruppi sperimentali di obiettori, il numero di caschi bianchi che ogni anno
aderisce ai progetto Caschi Bianchi è aumentato nel corso degli anni fino a raggiungere
il numero di 50 negli ultimi anni.
Infine, nel corso dell’anno 2012 si è realizzato il progetto sperimentale “Caschi Bianchi
Oltre le vendette”, nell’ambito dei conflitti legati alle vendette di sangue e al Kanun in
Albania.
Nei circa 15 anni di intervento dei Caschi Bianchi, si sono potuti riscontrare importanti
risultati:
Contributo al sostanziale miglioramento delle condizioni generali di vita
delle persone incontrate nelle aree di intervento;
Accresciuta attività di informazione e sensibilizzazione nelle comunità di
destinazione ma anche nella comunità di provenienza dei giovani, in grado
di sviluppare un bacino di attenzione rispetto alle
problematiche
riscontrate;
Il risveglio nei giovani di un senso di responsabilità e di partecipazione che
li spinge ad adoperarsi per rimuovere le cause che generano le ingiustizie;
Contributo alla promozione di una sensibilità diffusa, in una dimensione di
lungo periodo, rispetto ad attività connesse alla prevenzione dei conflitti e
alla costruzione della pace, con particolare riferimento alla tutela dei diritti
umani, alla mobilitazione umanitaria, alle attività di ricostruzione e alle
politiche di cooperazione allo sviluppo.
Contributo alla definizione di un modello di intervento di servizio civile
riconducibile alla DCNAN applicato a situazioni di conflitto.
Contributo nel favorire il dialogo in contesti internazionali di giovani in
servizio civile e giovani locali, che sperimentano la decostruzione di
pregiudizi e stereotipi, il decentramento del punto di vista, l’empatia e
l’accoglienza reciproca fra culture;
Descrizione del contesto socio politico ed economico del paese
GEORGIA
CONTESTO POLITICO, SOCIALE ED ECONOMICO
La Georgia è uno stato
transcaucasico
che
confina a nord con la
Russia, a sud con la
Turchia e l'Armenia, a
sud/est con l'Azerbaigian
e ad ovest con il Mar
Nero.
La capitale è Tbilisi, la
lingua
ufficiale
è
il
Georgiano, parlato dal
71% della popolazione,
seguito da un 9% che
parla russo, da un 7%
Armeno ed un 6% Azeri.
Il
Paese
ha
una
popolazione
di
4,931,226 persone costituita da un 83.8% di Georgiani, un 6.5% di Azeri, un 5.7 %
di Armeni, un 1.5% di Russi ed un restante 2.5% di origini differenti. Ha una superficie
di 69,700 kmq. La moneta ufficiale è il Lari georgiano. La religione più diffusa è
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quella Ortodossa georgiana (83,9%) seguita da un 10% di musulmani, e da
minoranze armene-gregoriane e
cattoliche (www.cia.org “World factbook” –
aggiornamento 2015).
La Georgia diventa una Repubblica indipendente nel 1991, dopo la disgregazione
dell'URSS e, in base alla Costituzione del 17 maggio 1995, è una Repubblica
presidenziale. I primi anni di indipendenza hanno visto al potere l’ex-ministro degli
Esteri dell’Unione Sovietica, Eduard Shevardnadze, fino al 2003: anno di dimissioni a
seguito di accuse di brogli e corruzione.
A livello amministrativo la Georgia comprende, oltre alle 9 regioni, la provincia
autonoma dell'Ossezia Meridionale, le due Repubbliche autonome dell'Abkhazia e
dell'Ajaria e la città di Tbilisi.
Gli anni della transizione alla democrazia e all’economia di mercato sono stati
accompagnati da tassi di crescita lenti e sanguinosi conflitti interni con le Regioni
separatiste di Abkhazia e Ossezia del Sud, fino ad arrivare al 2008, anno in cui viene
firmato un cessate il fuoco tra Russia e Georgia, che continuavano a contendersi i
territori, supportati anche dalle due fazioni interne alle due Regioni. Abkhazia ed
Ossezia del sud sono ad oggi regioni de facto indipendenti, reclamate come proprie da
Tbilisi, la cui posizione è appoggiata da tutti gli stati membri dell’UE e dall’Alleanza
Atlantica, oltre che dalle Nazioni Unite.
Dal 2008 l’Unione Europea ha sviluppato una missione di monitoraggio (European
Monitoring Mission, Eumm) in Georgia, per contribuire al ristabilimento dell’area,
all’osservazione e al rispetto dei diritti umani ed al rispetto dell’accordo Russia-Georgia.
Nonostante la presenza internazionale ed il cessate il fuoco, ancora oggi continuano
gli scontri in entrambe le Regioni, si accentua la militarizzazione dei confini e nel
novembre 2014 e nel marzo 2015 sono stati firmati dei trattati di avvicinamento con la
Russia da entrambe le Regioni. Intanto continua la lenta avanzata russa in
Georgia, con l’impossessarsi nel luglio 2015 di un tratto dell’oleodotto Baku-Supsa,
che trasporta il petrolio azero fino alla costa del Mar Nero.
Con le dimissioni di Shevardnadze è salito alla presidenza Mikheil Saakashvili (centro
destra), che ha inseguito una politica di avvicinamento agli Stati Uniti, all’Europa ed
alla Nato. Dal 2013 è presidente Giorgi Margvelashvili, con il partito “Sogno
Georgiano”.
Nel gennaio 2013 la Georgia ha presentato la domanda ufficiale di ingresso nella
Comunità europea dell’Energia, nel giugno 2014 è stato firmato un Accordo di
Associazione con l’Ue che prevede un accordo di Libero scambio. Ad oggi il Paese è
membro delle Nazioni Unite, del Consiglio d’Europa, dell’Organizzazione mondiale del
commercio (Wto) e dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa
(Osce).
A conseguenza dei violenti conflitti dagli anni 90 al 2008 ed oltre, il numero di profughi
e rifugiati, di persone che non possono fare ritorno alle proprie case, è in continuo
aumento. Secondo le statistiche di UNHCR attualmente in Georgia si contano 265,588
persone tra rifugiati, richiedenti asilo e sfollati, ed il 40% di essi vive tuttora in
condizioni precarie all’interno di campi profughi, spesso senza luce ed acqua.
L’insufficiente azione da parte del Governo nell’assegnazione di abitazioni adeguate a
sfollati, ha portato ad una diffusa occupazione di case abbandonate, che ha
conseguentemente portato a sgomberi forzati violando di fatto i diritti internazionali dei
rifugiati.
Nonostante i passi in avanti degli ultimi anni, la Georgia rimane un Paese dalle forti
conflittualità politiche e sociali interne e caratterizzato da una spiccata ingiustizia e
violenza. Secondo il Rapporto 2014/15 di Amnesty International perdurano ed
aumentano situazioni di discriminazione anche violente in particolare per quanto
riguarda forti limitazioni nella libertà di culto, violenza su donne e ragazze,
forti limitazioni nella libertà di pensiero e diritto alla privacy, torture. Si
descrive un’incapacità di tutela da parte delle autorità, che non riescono a contenere i
conflitti che sfociano in violenza, ne sono al contrario motore. Il Rapporto annuale di
Human Rights, ONG Georgiana che monitora ed aggiorna la condizione dei diritti umani
in Georgia, conferma le problematiche sopra citate, aggiungendo la difficile condizione
legata ai rifugiati politici, soprattutto durante gli anni 2013-14, ed ai diritti di persone
disabili.
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Il 2 maggio 2014 il Parlamento ha approvato la Legge per abolire ogni forma di
discriminazione. Il Parlamento ha delegato al Ministero della Giustizia la stesura del
disegno di legge, in collaborazione con diverse Ong. Il testo della legge è stato
modificato rispetto la proposta, è venuto a mancare il provvedimento di una multa per
chi commettesse atti discriminatori. (www.humanrights.ge)
Nel 2014 il Ministero degli Affari Interni Georgiano ha pubblicato le statistiche
riguardanti le violenze domestiche riferite al periodo 2007/2014. Nel periodo in
questione si sono verificati 1.102 episodi di violenza domestica, con 2.223 persone
coinvolte dove nella maggior parte dei casi i trasgressori erano uomini.
In base alle statistiche ufficiali del MIA, le forme più frequenti di violenza erano fisiche
(47,2%) seguite da quelle psicologiche (42,8%).
Sono state uccise nel corso del 2014/15 almeno 25 donne per violenza
domestica, nella maggior parte dei casi queste donne avevano chiesto protezione da
parte della polizia.
Molte sono le torture documentate nelle prigioni e su persone sotto custodia delle forze
dell’ordine. In diversi casi di denuncia nei confronti della polizia non ci sono state
indagini, verifiche o conseguenze legali per gli accusati. (Rapporto Amnesty
International 2014/15)
L’Onu, dopo una visita in Armenia nell’estate del 2015 di Maud De Boer Buquicchio,
inviata speciale per il traffico e prostituzione dei minori, ha lanciato l’allarme sul traffico
e sullo sfruttamento di donne e minori in tutta l’area Caucasica, in particolare nei Paesi
confinanti, tra i quali la Georgia. I conflitti locali peggiorano le cose: dall'Armenia il
crocevia delle rotte è la città georgiana di Batumi o la regione separatista
dell'Abkhazia, entrambe sul Mar Nero, da cui si arriva facilmente in Turchia e quindi in
Europa.
Secondo Index Mundi il tasso di mortalità infantile in Georgia è del 16.68%,
posizionando la Georgia al centesimo posto su 222 Paesi.
Il 9.2 % della popolazione in Georgia vive al di sotto della soglia di povertà. La
crescita economica, dopo il crollo del 2008, è costantemente in lenta ma difficoltosa
crescita, perdura vicina al 2.5%. Il tasso di disoccupazione, dopo un abbassamento nel
2011, rimane costante attorno al 15% senza prospettiva di miglioramento.
E’ interessante notare come, secondo l’Indice della Libertà Economica 2015, gli
investimenti da parte del Governo (73.8%) rispetto l’anno precedente siano aumentati
ma la libertà fiscale (87.2%) sia diminuita; la libertà di mercato (88.6%) sia aumentata
ma la libertà dei lavoratori (79.9%) sia diminuita. (www.indexmundi.com)
La Georgia, inoltre, è tra gli stati ex-sovietici colpiti dall'effetto a cascata dell’attuale
crisi economica greca. Con 204.780.000 dollari nel 2014, secondo la Banca Nazionale
georgiana, la Grecia è la seconda più grande fonte di rimesse della Georgia dopo la
Russia. Questa cifra si riferisce solo alle rimesse ufficiali, mentre un rapporto pubblicato
nel 2011 dall'Economic Policy Research Center di Tbilisi (EPRC) stima che le rimesse
non dichiarate ammontano al 40% del bilancio ufficiale. Ci sono circa 250.000
georgiani che vivono e lavorano in Grecia, e che hanno trasferito in media circa 14,6
milioni di dollari al mese ai parenti a casa durante la prima metà del 2015. Il reddito
medio pro capite in Georgia è pari a circa 380,91 dollari mensili (855,9 laris), un sesto
circa della media in Grecia. Con il vacillare dell'economia greca, la quantità di denaro
che viene rispedito in Georgia si è ridotta. Nel mese di maggio, l'ultimo mese per il
quale sono disponibili dati, le rimesse dalla Grecia alla Georgia, secondo la Banca
nazionale della Georgia, ammontano a a 15,3 milioni di dollari, con un calo del 14%
rispetto allo stesso mese del 2014.
ESPERIENZA DELL’ENTE PROPONENTE IL PROGETTO
L’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII è presente in Georgia dal 2007, da quando il
Vescovo veronese Monsignor Giuseppe Pasotto - amministratore apostolico della
Georgia – ha richiesto al fondatore Don Oreste Benzi lo specifico intervento a Batumi.
La richiesta è stata quella di aprire una casa d’accoglienza per sostenere le poche
realtà locali in favore di profughi, famiglie e minori in gravi condizioni di povertà e
disagio sociale ed economico presenti sul territorio.
Dopo diversi viaggi di monitoraggio da parte di alcuni volontari di Operazione Colomba
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– corpo nonviolento di Pace dell’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII che ha avuto
un'attenzione nei confronti del Caucaso fin dal 2001 quando si è interessato alle
conseguenze del conflitto ceceno – nell’agosto del 2008, a Gori, Tbilisi, Nikosi e
Sukhumi, sono stati raccolti dati e testimonianze sulle condizioni di vita di sfollati e
profughi in fuga, e pianificate attività di emergenza ed accompagnamento nei territori
di origine, grazie anche ad un contatto locale con Caritas Georgia.
E’ stata aperta nel campo profughi di Batumi, oggi baraccopoli, la casa famiglia “Don
Oreste” che accoglie mamme con bambini, adolescenti e giovani orfani o in condizioni
di emarginazione sociale. L’80% delle accoglienze proviene dalla Regione Ajara ed il
restante 20% dal resto della Georgia, in particolare dalla Regione dell’Abkhazia, esiliati
dal governo dopo la guerra del 1992.
Oltre l’accoglienza, nel 2009 sono iniziate anche attività di sostegno domiciliare alle
famiglie presenti nella baraccopoli. Recentemente è stato costituito un gruppo di
sostegno domiciliare rivolto nello specifico a minori.
A seguito delle costanti visite domiciliari, riscontrata la mancanza di risposte adeguate
ai bisogni primari di famiglie e bambini, nel 2013 è stata aperta una seconda Casa
Famiglia.
Le strutture dell'ente si trovano nella prima periferia di Batumi poco distanti una
dall'altra (circa 2-3 km) ed attualmente ospitano 14 minori accolti.
In programma c’è l’apertura di una mensa per i più poveri e un progetto per i profughi
della guerra degli anni ’90.
Parallelamente si continuano a portare avanti azioni di monitoraggio volte a rilevare i
bisogni del territorio e a qualificare il tipo di intervento.
PARTNERS
L’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII collabora fin dall’inizio della sua presenza in
Georgia a Batumi, dal 2007, con Caritas Georgia.
Caritas Georgia è stata fondata nel 1994 e conta 62 progetti su tutto il territorio
Georgiano. La sua mission è promuovere lo sviluppo umano e la giustizia sociale,
sostenere persone vulnerabili e svantaggiate, assicurare dignità umana e rispetto dei
diritti fondamentali ad ogni bambino, donna e uomo. A Batumi Caritas Georgia gestisce
il dormitorio “Cuore amico” destinato all’accoglienza di senza tetto, ai quali viene
offerto un rifugio d’emergenza, un pasto per 28/30 persone, consulenza e supporto
legale e la possibilità di curare la propria igiene personale ed usufruire della lavanderia.
L’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII collabora con Caritas attraverso il sostegno ai
senza tetto e nella distribuzione di beni di prima necessità alle famiglie della
baraccopoli (vestiti, coperte, materiale scolastico).
Durante il 2014 si sono tenuti insieme dei training formativi su due piani: una tipologia
di corsi sul volontariato destinati ai giovani georgiani, della durata di tre giorni con
gruppi di massimo 10 persone. Sono coinvolte in questo caso anche le associazioni
cattoliche dell’Azerbejan e dell’Armenia. La seconda tipologia di formazione è rivolta a
tutti i collaboratori di Caritas, il numero di partecipanti ruota attorno alle 60-70
persone. Questi corsi si svolgono 3 volte all’anno e coinvolgono il presidente della
Caritas Europa, Caritas Polacca, Caritas Germania, UNICEF Georgia ed alcuni politici
locali.
Parte del partenariato con Caritas Georgia si concretizza anche attraverso la
concessione in comodato d’uso gratuito da parte di Caritas della struttura che ospita
una delle due Case Famiglia della Comunità.
Anche l’ass. San Camillo di Tbilisi collabora con ass. Comunità Papa Giovanni XXIII
attraverso un lavoro di informazione su casi di persone in difficoltà da inserire come
accoglienze. L’associazione è presente in Georgia da 20 anni ed ha sede centrale a
Tbilisi, la capitale. Gestisce diverse strutture per disabili, un ospedale ed un
poliambulatorio. La collaborazione si sviluppa anche attraverso un reciproco e costante
scambio di volontari, che permette anche una diffusa comunicazione ed un lavoro in
rete sul territorio georgiano. Il Centro ospedaliero San Camillo di Tbilisi fornisce
prestazioni medico sanitarie gratuitamente agli accolti delle due strutture.
Con la “Casa dei giornalisti liberi”, fondata dai giornalisti del quotidiano
“Batumelebi” nel 2001 e registrata ufficialmente presso la Corte di Batumi City,
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l’associazione collabora quotidianamente nelle attività ludico-ricreative ed educative
rivolte ai minori. Vengono realizzati insieme due spettacoli teatrali all’anno e vengono
regalati dei libri destinati ai minori della baraccopoli.
Nessuna accoglienza o attività di sostegno familiare procede senza la stretta e positiva
collaborazione con Servizi Sociali e Polizia locale in particolare per gestire e
formalizzare le varie richieste di accoglienza, così da garantire diritti in primo luogo agli
accolti.
Per i Servizi Sociali l’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII a Batumi ricopre un ruolo
unico e fondamentale in quanto si tratta dell’unica associazione presente capace di
garantire una risposta immediata, senza dover passare per prassi burocratiche lunghe
e complesse che non permettono la risposta al problema in condizioni di emergenza. Al
bisogno l’Ente mette a disposizione anche i propri mezzi di trasporto di cui i Servizi
Sociali sono sforniti.
ROMANIA
CONTESTO POLITICO SOCIALE ECONOMICO
DEL PAESE
La Romania è una Repubblica Democratica, situata
nell’Europa dell’Est, crocevia tra Europa centrale e
sud-orientale con una superficie di 229,891km2.
Ha una popolazione di 21.666.350 abitanti, per
l’83,4% romeni, per il 6,1% bulgari, per il 3,1%
rom seguiti da minoranze di ucraini (0,3%), turchi
e tartari (0,23%), tedeschi (0,2%), russi-lipoveni
(0,11%) e serbi (0,11%). La religione più diffusa è
quella Ortodossa, praticata dall’81,9% della
popolazione, seguita da un 6,4% di Protestanti, un
4,3% di Cattolici Romani e da un 0,9% di altre
religioni minori, inclusa quella Musulmana. (CIA
World Factbook 2015)
Dopo anni di tensioni politiche, caratterizzate da accuse di corruzione e violazione della
Costituzione, dalla ripetuta caduta del governo durante il 2012, la dimissione del
gabinetto di Emil Boc (Partito democratico liberale) a febbraio, seguita dalla dimissione
del gabinetto del primo ministro Mihai Razvan Ungureanu ad aprile ed alla nomina di
un primo ministro ad interim, Victor Ponta, il cui partito ha poi conquistato la
maggioranza nelle elezioni di dicembre 2012, la sospensione del Presidente della
Repubblica Traian Basescu nel luglio2012, con le elezioni del dicembre 2014 la
Romania ha votato il conservatore Klaus Werner Iohannis, appartenente alla minoranza
di tedeschi luterani, che attualmente continua a ricoprire il ruolo di Presidente. La
partecipazione al voto è stata di oltre il 62% della popolazione, rispecchiando il
desiderio di cambiamento del Paese, ma anche la strenua lotta tra i due candidati. In
Romania i media hanno sottolineato che per gli elettori non ha contato né l’etnia, né la
religione del candidato. Il voto romeno è stato un voto contro il socialdemocratico
Ponta, il cui governo si è caratterizzato da episodi di corruzione ed ingiustizia
giudiziaria. Victor Ponta ad oggi ricopre il ruolo di Primo Ministro. (Cia World Factbook
2015; Osservatorio Balcanico)
La Romania fa parte dell’Unione Europea dal 1° gennaio 2007 e dopo una lenta
fase di transizione dal comunismo, iniziata nel 1989 con un’industria obsoleta ed
un’economia inadatta alle esigenze del Paese, recentemente si sta stimolando la
creazione di una classe media anche per far fronte al grave problema della diffusa
povertà che continua a caratterizzare il Paese, oltre a corruzione e burocrazia
fortemente presenti anche nell’ambiente imprenditoriale. Dopo una contrazione del PIL
fino al 2011, nel 2013 la crescita economica ha avuto un rimbalzo spinto da forti
esportazioni industriali. Nel 2014 l’economia ha chiuso con una crescita del 2,8
%, in calo dal 3,5 % del 2013. Le esportazioni sono rimaste il motore della crescita
economica della Romania, in particolare con i Paesi dell’UE, che costituiscono circa il
70% del commercio romeno. Il debito pubblico è aumentato nel 2014, passando
dal 38% del PIL (2013) AL 39,6% del PIL (2014)
Nonostante questa fase di crescita, l’economia romena è ancora vulnerabile agli shock
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esterni, vulnerabilità data dall’invecchiamento della popolazione media, la debole
domanda interna, l’evasione fiscale e l’insufficiente assistenza sanitaria.
Il problema della povertà è ancora molto diffuso, ad oggi il 22.6% di abitanti in
Romania vive al di sotto della soglia di povertà. (CIA – World Factbook 2015)
Secondo il Terzo rapporto sull'impatto della crisi nei paesi deboli dell'Unione Europea
redatto da Caritas Europa, in Romania il 40,4% della popolazione è a rischio di
povertà, dato confermato anche da Eurostat che stima circa nove milioni di persone in
condizioni di povertà, posizionando la Romania tra gli stati più poveri dell’Unione
Europea, mentre il tasso di disoccupazione si mantiene a livelli contenuti, attorno al
5,2% (novembre 2014).
Secondo il Rapporto 2014/15 di Amnesty International sono ancora molti i problemi
legati al rispetto dei diritti umani in Romania. Nel mese di gennaio 2014 la
Commissione Europea ha espresso preoccupazioni circa l’indipendenza del sistema
giudiziario. Nel mese di dicembre 2014, il Comitato ha criticato il fallimento del
Governo nel garantire l’effettiva tutela di una vasta gamma di diritti umani,
quali il diritto ad un alloggio adeguato, acqua e servizi igienici e diritti sessuali e
riproduttivi. Oltre a questo, il Country Reports on Human Rights Practices for 2014,
registra gravi problematiche legate alla violenza utilizzata da parte delle forze
dell’ordine, in particolare nei confronti di detenuti e Rom, tra cui la morte di almeno
una persona per mano della polizia, la grave condizione legata al traffico di essere
umani ed il perpetuarsi di continue segnalazioni di violenza e discriminazione
contro le donne. La corruzione del Governo rimane un problema diffuso che colpisce
tutti i settori della società. Nel dicembre 2014, un ex capo del servizio di
intelligence ha confermato che la Romania ha collaborato con la CIA per
stabilire una prigione segreta nel Paese nel 2002.
Le condizioni carcerarie rimangono dure e non rispettano gli standard internazionali, si
registrano continui abusi da parte delle autorità e di altri prigionieri. Secondo
l’Amministrazione Nazionale dei Penitenziari del Ministero della Giustizia, al 31 agosto
2015 tra i detenuti in Romania – in carcere, centri di detenzione o strutture di
detenzione minorile - si contavano 1568 donne e 338 minori.
La corruzione tocca tutti gli ambiti della società, in particolare risulta problematica nel
sistema scolastico rumeno dove si registra un 97,7% di popolazione alfabetizzata, ma
questo dato è accompagnato da un vero e proprio sistema di regali a favore dei
professori, da materiali ad oggetti fino ad arrivare al pagamento in denaro. Va detto
che i salari degli insegnanti dopo la caduta del comunismo non sono aumentati quanto
il costo della vita e si stima che in Romania, a causa dei forti tagli al budget
scolastico ed ai sussidi per l’istruzione, la popolazione scolastica sia diminuita
del 9,4%, dal 2010 al 2014. (Osservatorio Balcani, 2014)
I Rom continuano a subire fenomeni di discriminazione sistematica, che
influenzano il loro accesso ad un’istruzione adeguata, all’alloggio, all’assistenza
sanitaria ed alle opportunità di occupazione. Nel mese di febbraio 2014 l’ormai ex
Presidente Traian Băsescu, è stato multato per la seconda volta dal Consiglio Nazionale
per la lotta contro la discriminazione. Nel settembre 2013, 101 persone rom, tra
cui 55 bambini, sono rimaste senza tetto in difficili condizioni climatiche, quando le
loro case sono state demolite a seguito di un ordine municipale. Ad alcune famiglie è
stato offerto rifugio temporaneo in due edifici scolastici abbandonati ed in condizioni di
vita altamente inadeguate. Nel mese di luglio 2014, sette delle 10 famiglie che
vivevano in una delle due ex scuole, sono state trasferite in container separati ed
inadeguati alla periferia di Eforie Sud, mentre le restanti tre sono state lasciate
concretamente nella condizione di senzatetto. Nessuna delle famiglie ha ricevuto
un risarcimento per le violazioni subite e per le perdite o i danni ai loro possedimenti.
In particolare i minori sono oggetto di discriminazione anche all’interno degli
istituti scolastici, nell’ottobre 2013 il Comitato Consultivo della Convenzione quadro
per la protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d’Europa ha stabilito che i
bambini rom erano ancora inseriti in scuole per minori disabili ed in scuole o
classi separate. (Rapporto 2014/15 di Amnesty International)
Secondo il Trafficking in Persons Report 2015 la Romania è origine, transito e
destinazione di uomini, donne e bambini vittime di traffico di persone, in particolare
9
donne e bambini sono coinvolti nel traffico sessuale. I Paesi di destinazione sono
principalmente Regno Unito, Italia, Spagna e Francia nell’Europa dell’ovest e
Repubblica ceca centrale, Ungheria e Grecia nell’Europa meridionale. I minori sono
anche in larga parte forzati ad accattonaggio ed attività criminali. La Romania è anche
Paese di destinazione di vittime di tratta straniere, provenienti per la maggior parte da
Moldavia e Polonia per quanto riguarda la tratta sessuale e da Bangladesh e Serbia per
quanto riguarda la tratta persone per manodopera. Le autorità romene hanno
rilevato 875 casi di tratta nel 2014, in aumento dai 714 del 2013. Sono sotto
investigazione ed accusa 534 imputati nel 2014 per traffico di essere umani, e sono
stati condannati 269 trafficanti, poco più dei 252 del 2013.
Tra i Paesi europei, la Romania ed in particolare Bucarest, è una delle
principali mete turistiche per chi pratica turismo sessuale e nella maggior parte
dei casi le prime vittime sono i bambini di strada. Si stima una percentuale del 5%
di bambini senza patria come rom e nomadi che in Romania sono coinvolti
forzatamente nello sfruttamento sessuale.
Il dramma dei bambini di strada, in rumeno copiii strazii, è una piaga che continua a
riguardare il Paese, solo nella capitale Bucarest si stima una presenza di 1.395
bambini di strada ad ottobre 2007 (Autorità nazionale per la tutela del bambino) e
l’organizzazione Save the Children stima nel 2009 ancora la presenza di 1.270
bambini di strada sempre a Bucarest. Secondo i dati ufficiali della Direzione
Generale per l'Assistenza Sociale e la Protezione del Bambino, alla fine di marzo
2014 si contano 715 bambini senza casa in tutta la nazione, ma le ONG che
lavorano con i bambini senza tetto ritengono che se ne contino due o tre volte
quel numero. Nei primi sei mesi dell'anno, secondo le statistiche ufficiali, i genitori
hanno abbandonato un numero di 750 bambini nei reparti di maternità degli ospedali.
(Country Reports on Human Rights Practices for 2014)
Queste cifre, necessariamente approssimative, non riescono ad offrire un panorama
completo del dramma di migliaia di bambini che vivono in strada o nelle fogne,
riscaldandosi durante l’inverno con i tubi e drogandosi con la colla per dimenticare il
dolore. L’età media dei bambini e dei giovani di strada è di 18 anni a Bucarest,
di cui il 48% al di sotto di questa soglia, 15 anni a Brasov , con un 65% di minorenni,
e 13 anni a Costanza, con l’85% di minorenni. Il 70% di questi, in tutte e tre le città,
sono maschi. I bambini in questione vivono in strada per un periodo medio di 9
anni. Reti criminali li hanno portati in altri paesi, dove sono sfruttati ed abusati.
Sopravvivono mendicando, scippando o prostituendosi in cambio di cibo. Un altro
fenomeno legato ai bambini di strada è quello riguardante le famiglie che emigrano in
altri paesi e a volte lasciano i propri figli affidati a parenti che spesso li sfruttano o li
costringono a mendicare. Una leggere recente obbliga i genitori ad indicare a chi
affidano i bambini prima di lasciare il Paese.
In Italia sono presenti 2500 minori romeni non accompagnati, che secondo un
accordo tra i due stati dovrebbero essere rimpatriati. Questi bambini una volta arrivati
in Romania saranno affidati ad istituti oppure alle “assistenti maternali” (educatrici
pagate dallo Stato), nella migliore delle ipotesi torneranno alla propria famiglia.
(Osservatorio Balcanico e Caucaso, 2009)
Più in generale, per quanto riguarda la violazione dei diritti dei minori, sempre grazie
al Country Reports on Human Rights Practices for 2014, si apprende che secondo le
statistiche del Ministero del Lavoro, Famiglia, della protezione sociale, e gli anziani,
entro la fine del mese di marzo 2014, i servizi di tutela dei minori hanno identificato
3.202 casi di abusi sui minori, di questi: 264 casi di abuso fisico, 465 di abuso
emotivo, 146 di abuso sessuale, 39 di sfruttamento del lavoro, sei di sfruttamento
sessuale, 27 coinvolgimento in attività criminali, e 2.255 di abbandono. Tra i casi
segnalati, 1.532 sono i ragazzi coinvolti e 1.670 le ragazze.
Per quanto riguarda la violazione dei diritti della donna, molti sono i casi di stupro, di
violenza, di difficoltà d’accesso ai servizi sanitari in particolare per le donne Rom, di
discriminazione sia nel settore privato che pubblico. Secondo Eurostat, il divario
salariale tra uomini e donne è stato del 9,7% nel 2012.
Lo stupro in Romania, anche coniugale, è illegale e secondo il nuovo codice penale
entrato in vigore dal 1 febbraio, punibile fino ad un massimo di 15 anni di reclusione.
Nonostante questo provvedimento legale, l’accusa nei casi di stupro presenta un
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processo difficile e spesso abbandonato dalle vittime ancora prima di intraprenderlo: la
legge richiede un certificato medico e la collaborazione attiva della vittima e di un
testimone, questo mette la donna, soprattutto se non accompagnata, in condizioni
difficili e pericolose nella comunità e nel suo nucleo familiare dove spesso subisce la
violenza, condizioni che la maggior parte delle donne non si sente in grado di
affrontare. Secondo le statistiche del Ministero dell’Interno, dall’inizio dell’anno al 31
luglio 2014, si sono verificati 1.274 casi di stupro, ed entro il 1° maggio 2014,
104 persone, di cui 6 minorenni, sono state condannate da tribunali di primo grado per
stupro, mentre al 1° agosto 78 persone, delle quali 7 minorenni, hanno ricevuto
condanne definitive per stupro. (Country Reports on Human Rights Practices for 2014)
In Romania la prostituzione è stata depenalizzata un anno fa. Poco è cambiato però
con le forze dell'ordine che spesso sono quelle che perpetuano gli abusi. Intanto è
sempre meno la prostituzione per strada e cresce quella negli appartamenti.
(Osservatorio Balcani – 6 maggio 2015).
Ogni due minuti in Romania una donna viene picchiata. Queste le statistiche di
una società dove la violenza si vive prima di tutto in famiglia e dove la prima causa è
data dall’alcolismo. Alla radice delle violenze c’è spesso un problema di autorità ed
esercizio del controllo. Molte donne subiscono traumi psicologici e fisici destinati a
segnarle per tutta la vita. (Osservatorio Balcani, 2010)
Secondo molte ONG che lavorano nel Paese, la violenza contro le donne, comprese le
violenze coniugali, continua ad essere un problema molto serio, attuale e sottovalutato
dal Governo che non riesce a trovare una modalità efficace di intervento.
a. Bucarest
ESPERIENZA DELL’ENTE PROPONENTE IL PROGETTO
L’Associazione Comunità Papa Giovanni è presente in Romania a Bucarest e Mătăsari
dal 2004 circa dapprima attraverso campi estivi di un paio di settimane rivolti a minori
dei quartieri più poveri della città. Durante i campi estivi venivano proposte attività
ludico-ricreative e di socializzazione per 8h giornaliere con il coinvolgimento di un
gruppo di circa 20 volontari dall’Italia.
La realizzazione dei campi estivi ha permesso di creare gradualmente una serie di
contatti con associazioni del territorio, fino a portare all’avvio di una presenza e vera e
propria da parte dell’ente a
Bucarest nel 2009. Dopo una prima fase di
approfondimento dei bisogni del territorio, grazie anche ai contatti pre-esistenti, è stata
aperta una casa famiglia per l'accoglienza di persone adulte (maschi) provenienti da
situazione di forte disagio sociale. Quasi tutti, oltre ad avere un trascorso di “vita in
strada”, presentano una qualche disabilità fisica o mentale, più o meno grave.
L’intervento dell’ente dal 2009 è orientato prevalentemente al disagio adulto, non solo
attraverso l’accoglienza, ma anche attraverso diverse attività:
- supporto a nuclei familiari in situazione di forte povertà a Bucarest o
nell'interland;
- partecipazione all’unità di strada realizzata dai “frati missionari della Carità”;
Negli ultimi anni, col rafforzarsi delle reti con altri soggetti locali, si sono attivati anche
degli interventi rivolti anche ai minori:
- attività di doposcuola rivolto a circa 20 minori a Chitila, nella periferia di
Bucarest;
- attività di animazione rivolti a minori e disabili dell’istituto “Don Orione” a
Bucarest;
- dal gennaio 2014, in continuità con le prime esperienze dell’ente in Romania, è
stata aperta una nuova casa sempre a Bucarest destinata all’accoglienza
durante il periodo estivo di gruppi di volontari che supportano l’ente
nell’organizzazione e realizzazione di campi estivi sia a Bucarest che a
Mătăsari.
PARTNERS
Sono diverse le associazioni con cui l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
collabora. Le principali sono:
- “Acuma" (significa: "adesso") associazione che si rivolge alle famiglie disagiate del
comune di Chitila, periferico alla citta di Bucarest, con attività di supporto materiale,
11
accanto a interventi di sostegno educativo e sociale. Con Acuma l’ente collabora
nell’ofrrire sostegno a due mamme zingare rispettivamente una con tre e una con
quattro figli; inoltre una volta a settimana viene realizzato un doposcuola nel piccolo
centro urbano di Chitila, alle porte di Bucarest, dove ci sono soprattutto bambini di
etnia rom;
- l’ente collabora inoltre con i "frati missionari della Carità" nella realizzazione di un
servizio di strada per senza fissa dimora, in particolare adulti, e nelle attività del centro
diurno dei missionari, attivo due giorni alla settimana con attività di pronta assistenza.
Spesso i frati inviano alla struttura adulti in situazione di disagio perché siano accolti;
- l’ente collabora anche con i frati maristi di Bucarest, che spesso inviano richieste di
accoglienza;
- collabora con "Fabrica de mozaic", un associazione che si occupa di inserimenti
lavorativi per adulti provenienti da situazioni di disagio. Spesso gli accolti delle
strutture dell’ente vengono inseriti nelle attività di composizione di mosaici;
- collabora anche con Parada, associazione più strutturata per quanto riguarda
interventi integrati a favore dei minori e delle famiglie che vivono nelle fogne di
Bucarest. Alcune richieste di accoglienza arrivano proprio da Parada, che a sua volta
provvede agli inserimenti lavorativi degli accolti dell’ente;
- infine collabora con l’Associazione “Don Orione”, che gestisce un centro permanente
per anziani, minori e minori con disabilità. Gli operatori dell’Associazione Comunità
Papa Giovanni XXIII spesso fanno visita agli accolti del centro e durante i campi estivi
organizzano attività di animazione per gli utenti.
b. Timisoara
ESPERIENZA DELL’ENTE
PARTNER ESTERO
PROPONENTE IL
PROGETTO
– PRESENTAZIONE
L’Associazione Papa Giovanni XXIII collabora da diversi anni con l’ONG romena
Generatie Tanara, che funge da sede del progetto, attraverso un accordo tramite
il quale si impegna a sostenere, a vario livello, le attività della ONG, in particolare
quelle relative al programma di reintegrazione e protezione della vittime di tratta e
sfruttamento provenienti dai paesi terzi, dall’Italia o fermate dalla polizia di frontiera
rumena.
Generatie Tanara è un'organizzazione non governativa, apolitica, non religiosa
e senza scopo di lucro fondata a Timisoara nel 2001. Opera in favore della tutela
dei diritti dei minori, delle vittime della tratta di esseri umani e dei rifugiati politici e
richiedenti asilo, attraverso programmi di accoglienza, assistenza sanitaria e legale,
reinserimento socio-professionale e prevenzione e sensibilizzazione.
Generatie opera sull’intero territorio nazionale rumeno e ha al suo interno tre uffici:
ufficio reintegrazione vittime (reintegrazione sociale, educativa, professionale,
famigliare e comunitaria); ufficio assistenza sociale per le vittime (servizi socioassistenziali per le vittime che si trovano nelle strutture protette); ufficio assistenza
sociale e giuridica per i richiedenti asilo e per i rifugiati.
Dal 2001 Generatie Tanara si occupa di vittime della tratta, su vari livelli:
offre assistenza alle vittime tramite i centri di accoglienza, provvedendo alle
cure sanitarie;
sostiene le vittime nel reinserimento socio-professionale;
attua una campagna di prevenzione e sensibilizzazione sulla tratta.
Sempre dal 2001 l’Associazione interviene nell’ambito dei minori vittime della tratta e
minori non accompagnati che si trovano fuori dal paese: dopo averli individuati,
provvede, con l’aiuto dei partner esteri- tra cui l’Associazione Papa Giovanni XXIII- al
loro reinserimento nella famiglia naturale o allargata, alla creazione di programmi di
reinserimento sociale e professionale con il governo o partner non governativi.
Da marzo 2012 l’ONG ha cominciato a offrire protezione alle donne vittime di violenza.
Oltre a queste attività legate alla tutela delle donne vittime di violenza e di
sfruttamento sessuale, l’associazione opera in altri ambiti di intervento: tra il 2005 e
2006 Generatie Tanara è diventata partner operativo dell’ UNHCR e ha offerto
assistenza a 440 profughi uzbeki che sono stati regolarizzati a Timisoara.
Nel 2007, quando l’UNHCR apre a Timisoara un campo di transizione per l’accoglienza
di rifugiati- il primo in Europa-, Generatie continua la collaborazione offrendo sostegno
12
ai richiedenti asilo e ai rifugiati, al fine di valutare la corretta ed efficace applicazione di
asilo (tenendo conto anche dell'età e del sesso della ricorrente), e di tutelare i loro
diritti.
Dal 2008 inoltre l’associazione interviene anche nell’ambito della tutela dei diritti delle
persone di etnia rom con cittadinanza rumena.
La sede principale della ONG si trova nella città di Timisoara dove è presente l’Ufficio
reintegrazione sociale delle vittime, ma l’organizzazione da qualche anno svolge attività
anche nelle città di Recas, dove sviluppa attività di prevenzione e sensibilizzazione
contro la tratta rivolte a minori.
Recentemente Generatie, pur continuando a intervenire a sostegno delle vittime di
tratta, sta potenziando le attività di prevenzione a favore dei minori dai 3 ai 12 anni,
soprattutto i minori che vivono in condizioni familiari ed economiche precarie,
maggiormente esposti al rischio della tratta. In quest’ottica si stanno avviando due
centri per minori nelle città di Calacea e Carani, a pochi km da Timisoara. I due centri
offrono sia accoglienza ai minori, sia attività educative e ludiche.
Sempre a Calacea è stata recentemente avviata una cooperativa agricola dove inserire
vittime di tratta, ma anche rifugiati o richiedenti asilo.
PARTNERS
Per quanto riguarda i partner, Generatie Tanara ha sviluppato collaborazioni con diversi
soggetti istituzionali sia a livello nazionale che internazionale. Grazie alla stretta
collaborazione con queste organizzazioni internazionali è nata una fitta rete di rapporti
ed una collaborazione transfrontaliera che permette di trasferire informazioni in tempo
reale della situazione dei casi identificati nei singoli paesi in relazione a vittime rumene
o di altra nazionalità e di organizzare i rimpatri.
A livello nazionale , per quanto riguarda la lotta al traffico di esseri umani, Generatie
collabora con la Polizia Romena (Dipartimento per il Contrasto alla Criminalità
Organizzata), la Polizia di Frontiera di tutti i distretti amministrativi del Paese,
il Dipartimento Protezione dei Minori di tutti i distretti amministrativi del Paese, i
comuni di tutti i distretti amministrativi del Paese e altre associazione che si occupano
di tratta. Sono questi soggetti a richiedere l’inserimento delle vittime nei progetti di
protezione dell’ONG e collaborano nella gestione dei programmi di protezione.
Colabora inoltre con l’Agenzia Nazionale contro il Traffico di Persone (ANITP), che
ha diverse funzioni, principalmente di coordinamento delle attività di cooperazione
svolte dagli enti pubblici con le ONG e di studio e ricerca sulla diagnosi e l'evoluzione
del fenomeno del traffico di esseri umani. Sviluppa programmi per lo svolgimento delle
attività di prevenzione del il traffico di persone e di assistenza alle vittime di tratta,
elabora e fonda programmi di interesse nazionale per la prevenzione della tratta di
persone e l'assistenza alle vittime, ai fini del reinserimento sociale. In particolare
Generatie Tanara collabora con ANITP nello studio e nell’approfondimento del
fenomeno e nella condivisione di informazioni e report.
A livello internazionale Generatie Tanara collabora con il Segretario Generale dei
Servizi Sociali Internazionale con sede a Ginevra e con le sue sedi europee,
statunitensi, canadesi, australiane. In particolare collabora con i Servizi Sociali
italiani, francesi e tedeschi, nel tentativo di organizzare il rimpatrio delle vittime e/o
i ricongiungimenti familiari e di costituire una rete internazionale attiva soprattutto nei
confronti del fenomeno del traffico di esseri umani.
Generatie Tanara è partner operativo dell'Ufficio dell'Alto Commissariato delle
Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), in collaborazione con il quale gestisce dal
2005 l’assistenza e la regolarizzazione di profughi di diverse etnie e dal 2007 il campo
di transizione per l’accoglienza dei rifugiati. Oltre all’UNHCR, per l’accoglienza dei
rifugiati all’interno del campo Generatie collabora anche con ORI (Ispettorato generale
per l’Immigrazione)- che interviene nei settori della migrazione, dell'asilo e
l'integrazione degli stranieri - e OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni)il principale organismo intergovernativo in ambito migratorio-..
Partner della ONG per quanto riguarda le attività di prevenzione con i minori sono
inoltre: Save the Children Moldova; OFII (Ufficio per l’Immigrazione francese);
Unga Liv Sweden (associazione che si occupa della tutela dei minori e delle ragazze
vittime della tratta della prostituzione) e Fondazione King Baudouin (associazione di
difesa della democrazia e per il rispetto delle diversità).
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Recentemente GTR ha firmato un partenariato pubblico-privato con la Direzione
Generale di Assistenza Sociale e Protezione del Bambino della provincia di Timis
che prevede l’inserimento dei minori del territorio di Recas all’interno del centro di
Generatie allo scopo di sviluppare progetti per bambini in situazioni di rischio. Per la
realizzazione del Centro Generatie ha collaborato con l’associazione americana Bob
Gass, che ne ha finanziato la ristrutturazione.
RUSSIA
La Federazione Russa (in russo: Российская Федерация, traslitterato: Rossijskaja
Federacija), chiamata comunemente anche Russia, nasce il 26 Dicembre 1991 dalle
ceneri dell’ URSS. È un paese transcontinentale che si estende tra l'Europa e l'Asia, il
più vasto stato del pianeta con una superficie di 17 098 242 km² (per oltre la metà
quasi disabitato). La vastità del territorio oltre ai 9 fusi orari che la spezzettano ha dato
vita a quella multiculturalità che ad oggi comprende sul territorio ben 190 gruppi
etnici, con una popolazione di 143 975 923 abitanti (Rosstat 14/15), la lingua ufficiale
è il russo, e la valuta il Rublo Russo.
CONTESTO POLITICO
Secondo la Costituzione, il paese è composto da ottantacinque soggetti federali,
compresa la Repubblica di Crimea e la città federale di Sebastopoli, la cui recente
istituzione è contestata a livello internazionale e indicata come una annessione illegale.
Nel 1993, quando la Costituzione è entrata in vigore, vi erano ottantanove soggetti
federali, ma in seguito alcuni di loro sono stati uniti.
- 46 oblast (province): tipologia più comune di soggetti federali, con il governatore
eletto a livello locale e legislatore
- 22 repubbliche: nominalmente autonome; ognuna ha il compito di redigere una
propria costituzione, elezione diretta del Presidente e del parlamento. Le Repubbliche
sono autorizzate a riconoscere la propria lingua ufficiale oltre a quella russa, ma sono
rappresentati dal governo federale negli affari internazionali. Le Repubbliche sono
pensate per essere la patria di specifiche minoranze etniche.
- 9 Kraj (territori): essenzialmente lo stesso degli oblast. La denominazione "territorio"
è storico, originariamente dato alle regioni di frontiera e in seguito anche alle divisioni
amministrative che componevano circondari autonomi o oblast autonomi.
- 4 circondari autonomi: creati per le minoranze etniche, il loro status fu elevato a
quella dei soggetti federali nel 1990. Con l'eccezione del Circondario autonomo della
Čukotka, tutti i circondari autonomi sono ancora amministrativamente subordinati a un
krai o a un oblast di cui fanno parte.
- 1 regione autonoma ebraica: storicamente, gli oblast autonomi erano unità
amministrative subordinate ai krais. Nel 1990, tutti tranne per l'Oblast' ebraica sono
stati elevati allo status di Repubblica.
- 3 città federali (Mosca, San Pietroburgo e Sebastopoli): le principali città che
funzionano come regioni separate.
I soggetti federali sono raggruppati in nove distretti federali, ognuno amministrato da
un inviato nominato dal Presidente della Russia. A differenza dei soggetti federali, i
distretti federali non sono un livello subnazionale di governo, ma sono un livello di
amministrazione del governo federale. Gli inviati ai distretti federali fungono da
collegamento tra i soggetti federali e il governo federale e sono i primi responsabili
della supervisione della conformità dei soggetti federali con le leggi federali.
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Dalla dissoluzione dell’ U.R.S.S., la Russia ha intrapreso notevoli sforzi per costruire un
sistema politico democratico e per avvicinarsi a un modello di economia di mercato allo
scopo di sostituire il severo controllo politico, economico e sociale che aveva
caratterizzato il periodo comunista. Il primo presidente della Russia fu Boris El’Cin, il
quale, eletto per due mandati consecutivi, finì il suo mandato ( 31 Dicembre 1999)
lasciando un’economia in rovina, la corruzione pubblica in aumento e crisi militari
sempre più aspre. Da allora, se sul fronte economico furono fatti notevoli passi avanti,
su quello politico si è assistito ad una nuova centralizzazione del potere con il governo
di Vladimir Putin (tutt’oggi Capo di Stato, ed in carica per la terza volta) e alla
creazione di un sistema di “democrazia controllata”. Inoltre grazie ad una nuova
legge elettorale il suo mandato è stato prolungato da 4 a 6 anni. L’assetto decisionale è
suddiviso in potere esecutivo e potere legislativo, il primo esercitato principalmente
dalla figura del Presidente della Federazione o altresì da quella del Primo Ministro,
mentre quello legislativo viene
gestito dall’Assemblea Federale. Quest’ultima è
composta dal Consiglio Federale (camera Alta) e dalla Duma di Stato (camera Bassa):
la Duma ha la facoltà di ratificare o meno la nomina del Primo Ministro e, nel caso in
cui dovesse essere respinta per ben tre volte l’assegnazione, il Presidente avrebbe la
facoltà di sciogliere l’Assemblea Federale. C’è da sottolineare il fatto che il
Presidente è anche capo delle Forze Armate e del Consiglio Nazionale di
Sicurezza, con potere decisionale di approvazione di decreti legge senza il consenso
dell’Assemblea Federale. Motivi questi che hanno determinato una definizione del
modello di governo russo come “Presidenzialistico”.
Come principale successore dell'Unione Sovietica, la Russia ha mantenuto il seggio
di membro permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Resta
ancora secondo alcuni accademici una grande potenza, tra i protagonisti della storia del
XX secolo, sia nel secondo conflitto mondiale, sia nel secondo dopoguerra, con la
Guerra fredda e l'opposizione attraverso il blocco sovietico al cosiddetto blocco
occidentale, che annoverava anche l'altra superpotenza, gli Stati Uniti. È uno stato
con una forte influenza politica all'interno della CSI (Comunità degli Stati
Indipendenti) che comprende tutte le ex repubbliche dell'Unione Sovietica tranne le
tre repubbliche baltiche, la Georgia (uscita nel 2008) e l'Ucraina (uscita nel 2014). È
inoltre uno degli stati fondatori dell'Unione eurasiatica, che comprende oltre la
Russia, la Bielorussia, l'Armenia e il Kazakistan.
Recentemente la vicina Ucraina è stata teatro di proteste e scontri che hanno portato
l’ex Primo Ministro Yanukovych alla deposizione avvenuta il 22 febbraio, con la fuga in
Russia.. A seguito di queste altalene politiche il 27 febbraio la Federazione Russa
interviene militarmente in Crimea (penisola a sud dell’Ucraina) rivendicando
l’appartenenza del territorio, occupando di fatto gli edifici del governo locale. Il 6
marzo il parlamento della Crimea si
pronuncia all’unanimità per l’adesione alla
Federazione Russa staccandosi così dall’Ucraina, il 16 marzo 2014 questa decisione
viene ratificata dai cittadini attraverso il referendum che con il 96 % di voti a favore di
fatto ufficializza la Crimea come nuova realtà costituente russa. Nei giorni
seguenti si registrano scontri a fuoco in varie città della Crimea, che portano la morte
di alcuni soldati filo-russi e ucraini. Il 21 Marzo 2014 Vladimir Putin dichiara
ufficialmente che la Crimea è parte della Federazione Russa, a questo punto lo
stato Ucraino ordina lo sgombero di tutte le basi militari occupate da i propri soldati.
Dopo l’annessione illegittima secondo l’Europa, il 24 Marzo la Federazione Russa
viene esclusa dal G8.
CONTESTO ECONOMICO - CONTESTO SOCIALE
La Russia ha subito cambiamenti significativi dal crollo dell'Unione Sovietica, passando
da un livello globale-isolato ed una economia centralizzata verso un'economia più
basata sul mercato globale integrato, anche se rimane una economia statalista con
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una elevata concentrazione della ricchezza nelle mani di ufficiali.
Le riforme economiche del 1990 privatizzarono molto il settore industriale, ad
eccezione dei settore dell'energia e della difesa. La Russia è un paese ricco di
risorse minerarie ed energetiche, che costituiscono l’80 % dell’export, e non a
caso è il primo produttore mondiale di gas, il secondo per petrolio e carbone. Inoltre
vengono estratti grandi quantità di altri minerali come uranio, ferro, manganese,
diamanti, oro e platino. Le risorse sono parte fondamentale di sostentamento
dell’economia russa, queste però condizionano molto i rapporti di cooperazione e
scambio internazionale, in particolare con l’UE e gli stati confinanti dell’Asia Centrale.
Anche il settore primario è parte integrante dell’economia grazie principalmente ad
aiuti statali che hanno supportato privati e grandi Farms Corporation. Grazie a questi
input la produzione di cereali è aumentata, come anche l’allevamento di bestiame che
in 10 anni è aumentato del 50 %, senza tralasciare che la Federazione Russia è il
maggior produttore di pesce al mondo. Il settore manifatturiero della Russia è
generalmente non competitivo sui mercati mondiali ed è orientata verso il consumo
interno. La dipendenza della Russia dalle esportazioni di materie prime lo
rende vulnerabile a flussi e riflussi di chi segue le oscillazioni volatili dei
prezzi a livello mondiale.
L'economia russa, che ha avuto in media il 7% di crescita dal 1998 al 2008, è stata una
delle più colpite dalla crisi economica globale del 2008-09, i prezzi del petrolio sono
crollati e i crediti stranieri delle banche e imprese russe sono stati prosciugati.
Nel 2014, la crescita economica è ulteriormente calato, quando la Russia ha
interferito negli affari interni dell'Ucraina. Nella seconda metà del 2014, il rublo
russo ha perso circa la metà del suo valore, contribuendo ad una maggiore
deflusso di capitali. Tuttora il rublo rimane instabile.
Il calo dei prezzi del petrolio, la mancanza di riforme economiche, e l'imposizione di
sanzioni stranieri hanno contribuito alla crisi e alle aspettative sull'economia che
continua a crollare. Nel mese di aprile 2015 il Ministero dello Sviluppo Economico
russo ha previsto che l'economia della Russia avrà una contrazione del 3% nel
2015 e in media del 2,5% di crescita fino al 2030 (Cia World Factbook 2015).
Questa situazione ha creato un’evidente disparità che caratterizza la società
Russa, difatti è presente una classe composta da ricchi e super ricchi, solitamente
facenti parte della sfera politica o affini, ed un’ampia fascia della popolazione che
vive vicina o sotto la soglia di povertà. Come noto è alquanto discutibile il rapporto
diretto che lega le sfere politiche ai fedelissimi Oligarchi: 110 persone controllano il 35
% della ricchezza nazionale, principalmente attraverso la gestione delle maggiori
industrie energetiche.
Secondo gli ultimi dati il numero di russi con reddito al di sotto del minimo di
sussistenza è cresciuto a 22,9 milioni di persone (Rosstat 2015). e sale quindi al
16% il numero totale di cittadini che vive al di sotto della soglia di povertà. Tra le
ragioni, la crescita dei prezzi. In realtà, il numero dei poveri potrebbe essere
anche più consistente, poichè non sono state incluse nel calcolo Crimea e
Sebastopoli.
Il numero dei poveri in Russia nel corso del primo trimestre del 2015 è
aumentato del 15,7% anno su anno. Rispetto al primo trimestre dello scorso anno,
il numero di russi con reddito al di sotto del livello di sussistenza è aumentato di 3,1
milioni, da 19,8 a 22,9 milioni (Rosstat 2015), senza contare il tasso di
disoccupazione al 5,1%, e al 14.8% quella giovanile (Cia World Factbook 2015).
La povertà inoltre è un problema molto diffuso nelle zone urbane russe che
all’inizio degli anni ’90 ha avuto un boom del fenomeno legato ai senza fissa dimora, il
crollo dell’Unione Sovietica a svuotato di ogni potere lo stato permettendo di fatto una
spinta verso la privatizzazione del mercato immobiliare, condizionando di fatto
16
l’accesso abitativo con costi contenuti ad un gran numero di persone. Questo richiesta
di assistenza secondo le stime riguarda più di 5 milioni di persone, che viene affrontata
da parte dello stato con un nulla di fatto lasciando nelle sole mani di ONG ed Enti
caritatevoli la responsabilità di fronteggiare il problema.
La situazione dal punto di vista socio-politico è delicata, secondo l’Indice di percezione
della corruzione, che definisce “l'abuso di pubblici uffici per il guadagno privato” la
Federazione Russa risulta tra i paesi più corrotti, attestandosi al 136° posto su
175 paesi, con un punteggio di 27/100, dove 100 indica l’assenza di corruzione
(Corruption Perceptions Index 2014 - Transparency International). Elemento questo
che conferma la scarsa democraticità già denunciata da molte Associazioni Locali ed
Internazionali dovuto alla politica del Presidente Vladimir Putin, che pur cambiando
incarichi ne è oramai alla guida del paese da più di un decennio. Dubbi e perplessità
sono stati avanzate rispetto alla trasparenza delle tornate elettorali degli ultimi anni,
che hanno visto il semplice alternarsi di nomi tra la figura di Primo Ministro e Capo di
Stato (portando un unico partito al potere). A questo si aggiunge il monopolio quasi
dittatoriale dei mezzi di comunicazione (tv e carta stampata), ottenuto
imponendo misure restrittive-repressive e limitando ampiamente la libertà
d’espressione. La maggior parte dei mezzi di comunicazione che non sono
dichiaratamente sotto il controllo statale esercitato un crescente grado di autocensura,
raramente o mai danno spazio per i punti di vista non comodi alle autorità. Le
organizzazioni di notizie con linee divergenti al governo affrontano una notevole
pressione sotto forma di avvertimenti ufficiali, rimozione di editori e la rottura di legami
commerciali. I media di comunicazione sociale statali e privati simpatici al
governo sono stati utilizzati per diffamare gli avversari politici e critici del
governo, comprese le ONG indipendenti (Amnesty Internatonal – Report 2014/15).
Gli attivisti, giornalisti e avvocati che denunciano le violazioni di diritti umani
dal Caucaso del Nord alla Crimea e in molti altri luoghi, hanno subito intimidazioni e
minacce da parte di funzionari di polizia, ed alcuni addirittura sono stati
uccisi. L’uso della forza, congiunto con le prassi di tortura e maltrattamenti utilizzato
dalle autorità di polizia, apparentemente per immobilizzare i detenuti o sospetti
criminali, da poi modo agli investigatori di negare ai fermati l’accesso ad avvocati di
propria scelta e di favorire avvocati d’ufficio di nomina statale, noti per ignorare i segni
delle torture.
La situazione generale di crisi all’interno della Federazione, ha conseguenze importanti
per quei gruppi della popolazione più vulnerabili come minori, donne, disabili,
senzatetto, che vivono una situazione di forte esclusione sociale e non curanza da
parte degli organismi statali.
Per quanto riguarda la disabilità, questa è una problematica inesistente agli occhi
dello Stato e degli stessi cittadini, di conseguenza non si investe in politiche adatte a
garantire i diritti fondamentali delle persone con handicap.
In Russia, ci sono 12,8 milioni di persone con disabilità, si tratta di poco meno
del 9 per cento della popolazione (Fonte: Grigory, Direttore del Dipartimento per
Ministero del Lavoro, 2014).
Il diritto di accesso al mondo del lavoro non è garantito, infatti quasi l'80% delle
persone con disabilità non riesce a trovare lavoro. Di 3,39 milioni di persone
con disabilità che sono in età lavorativa, sono solo 816.200 persone quelle che
hanno un impiego, mentre il numero dei disoccupati disabili è 2,6 milioni di
persone, quasi l'80% (Fonte: www.gazeta.ru – 2012). Secondo la legge russa, una
società che impiega più di 100 persone sono tenuti a dare alle persone con disabilità
tra il 2% e il 4% dei seggi disponibili. Il numero minimo di posti di lavoro speciali per le
persone con disabilità è stabilita dal potere esecutivo delle regioni per ciascuna delle
impresa, istituzione o organizzazione nell'ambito del contingente per l'assunzione di
17
persone con disabilità. Tuttavia, i datori di lavori redditizi preferiscono pagare
multe trascurabili pur di non assumere persone con disabilità.
In generale in Russia, se per le persone normodotate le possibilità di trovare un impego
sono molto limitate (vedi squilibri economici, povertà, corruzione, etc.) per le persone
con disabilità sono limitate ancora di più, perché oltre alle politiche sociali inadeguate,
gli ostacoli tecnologici (totale arretratezza delle infrastrutture, in alcune regioni del
Paese le abitazioni vecchie e inadeguate raggiungono l’80% delle abitazioni totali) e la
loro malattia si aggiunge anche lo stato terribile della medicina interna, che non è in
grado di raggiungere un livello decente di riforma permanente (Fonte: www.gazeta.ru
– 2012).
Nonostante il numero dei bambini abbandonati ogni anno sia in diminuzione
(negli ultimi 7 anni è calato del 46%, passando da 127mila a 68.800 minori
abbandonati in un anno) la situazione dei minori rimane preoccupante. Nella
Federazione Russa inafatti ci sono più di 600.000 bambini cosiddetti “orfani
sociali” ,dove con “orfano sociale” si intende un bambino che di solito vive in istituto,
ma che non ha, per forza , perso i genitori, i quali spesso non sono deceduti ma hanno
perso la patria potestà per via dell’alcolismo, della disoccupazione, della miseria, della
malattia, per trascuratezza o abuso, o perché hanno problemi con la legge. Altri sono
stati "abbandonati" o lasciati in modo indeterminato da una madre giovane che non ce
la faceva ad accudirli. Ogni anno circa 100.000 mila bambini (il 2% dei bambini
russi) vengono abbandonati, in più ci sono anche 2 milioni di bambini senza
tetto, che vivono per strada (Fonte: www.figlidallarussia.altervista.org).
Diminuiscono anche i bambini in attesa di essere accolti da nuove famiglie.
Nell’apposita Banca dati statale, stando all’ultimo aggiornamento, effettuato il 1° marzo
2014, risultano attualmente registrati 104.841 minori rimasti senza tutela
genitoriale e quindi ancora da collocare presso famiglie accoglienti, in affido o in
adozione. Anche in questo caso, si tratta di un dato in continuo decremento: erano
infatti 106.646 nel 2013, 119.070 nel 2012 e addirittura 126.574 nel 2011. Il numero
di minori fuori famiglia è quindi calato del 17% in soli 3 anni ( Fonte: “Su alcuni
provvedimenti per la realizzazione della politica statale nell’ambito della tutela dei
bambini orfani e dei minori rimasti senza tutela genitoriale” - Report del governo della
Federazione Russa).
A questi bisogna aggiungere anche i minori con bisogni speciali. Secondo le statistiche
del Ministero dell’Educazione Russo sarebero almeno un milione e mezzo di
bambini con bisogni specifici in età scolare, di questi solo 500,000 vengono
reputati ufficialmente disabili. Sempre rispetto ai report del Ministero
dell’Educazione, solo 200,000 di questi minori frequentano normalmente la scuola, più
di 30,000 ricevono un’educazione approssimativa a casa e altri 70,000 siano inseriti in
scuole speciali. Rimane esclusa una fascia di quasi 200,000 che non ricevono
nessun accesso a strutture scolastiche o formative di nessun tipo. Senza contare
poi che in Russia abbandonare i bambini con patologie è pratica comune. Nel
2013 sono nati 1 milione e 900mila bambini; 623.000 hanno avuto un qualche tipo di
problema di salute; 5.757 neonati sono stati rifiutati dai genitori. Nel 2012 il numero
dei neonati abbandonati era 6.230. Tra i bambini che vengono più frequentemente
abbandonati ci sono quelli nati con la sindrome di Down. Quindici anni fa, veniva
abbandonato il 95%, oggi le cifre sono tra il 20% e il 80%, a seconda della regione e
città.
Un successo solo parziale, visto che nel 2013 il numero di aborti è aumentato del
130% rispetto all’anno prima. Le mamme di fronte a prognosi prenatali nefaste
scelgono di liberarsi dei bimbi che portano in grembo. Sotto accusa la categoria dei
medici. Il personale dei reparti di maternità non dà alle donne- è l’accusa di Elena
Klochko, un membro del Consiglio di Tutela- il necessario supporto psicologico ed
18
educativo di cui hanno bisogno.
I portatori della sindrome di Down rappresentano una delle più grandi
categorie di neonati abbandonati nei reparti di maternità, raramente adottati, e più
della metà di questi bambini crescono negli orfanotrofi (Ai.Bi. Associazione Amici
dei Bambini ONG, 2015).
In questa situazione di forte disparità sociale, si aggiunge anche la situazione dei
senza tetto , che sono completamente trascurati. Medici senza Frontiere denuncia
come in Russia vivano oltre 4 milioni di senza tetto. Secondo stime sociologiche i
senzatetto sarebbero tra 1,5 e 3 milioni di persone, mentre dell'Interno ha stimato il
numero dei senzatetto nel paese di 4 milioni, e altri scienziati stimano tra i 3 e 5 milioni
di senzatetto (Fonte: www.rb.ru).
In Russia, per non si diventa a seguito di disavventure familiari, rovesci finanziari,
immigrazioni da
paesi stranieri, oppure di scelte di vita ma è sovente il prodotto delle leggi statali,
dell’incuria e dell’arbitrio di funzionari governativi e pubblici ufficiali.
Nonostante ciò non esiste un approccio sociale al problema e nessuna risposta sociale,
e dal momento che lo stato finge di ignorare il problema, per capire chi sono i
senzatetto bisogna rivolgersi alle organizzazioni umanitarie.
ESPERIENZA DELL’ENTE PROPONENTE IL PROGETTO
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è presente in Russia dal 1992 in seguito
ad un invito della Caritas Italiana per dare un sostegno a famiglie con minori e adulti
portatori di Handicap cognitivo, sensoriale o fisico causa di pregiudizi sociali che non
facilita l’integrazione scolastica e sociale. Attualmente, gli operatori dell’Associazione
realizzano interventi in tre diverse realtà cittadine (Volgograd, Astrakhan, Elista), la
presenza si traduce nei vari programmi di accoglienza, in particolar modo a
sostegno di disabili fisici e psichici, persone senza fissa dimora e minori in
situazioni di povertà. Essendo problemi invisibili agli occhi delle istituzioni e della
società, l’intervento a sostegno di questi soggetti è pressoché inesistente.
Nello specifico l’Associazione Papa Giovanni XXIII gestisce:



1 struttura Casa Famiglia a Volgograd (dal 2002), che accoglie senza fissa
dimora;
2 strutture Casa Famiglia ad Astrakhan (dal 2008 e dal 2009) per senza
fissa dimora e minori in situazione di disagio;
1 struttura Casa Famiglia ad Elista dal (2007) che accoglie persone con
disabilità. Negli ultimi anni, l’accoglienza di persone con disabilità nella
struttura di Elista e l’approfondimento delle problematiche connesse all’essere
disabile in Russia, ha spinto l’associazione ad aprire un centro disabili ad
Elista (dal 2009) che, attraverso la creazione di oggettistica e la realizzazione
di laboratori ludico ricreativi, ha l’obiettivo di valorizzare le potenzialità delle
persone con disabilità. Il centro ha anche l’obiettivo di sensibilizzare la
comunità locale rispetto ai diritti dei disabili e alla loro integrazione nella
società.
Dal 1995 l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII esercita un’azione di
monitoraggio e assistenza dei senza fissa dimora sul territorio attraverso progetti di
Unità di Strada.
PARTNERS
In Russia la collaborazione tra istituzioni locali ed Enti di stampo cattolico è resa
complicata dalla diffidenza e il timore da parte dello Stato al legame che si può creare
con movimenti religiosi o enti associazionisti.
Nonostante ciò, ad Elista l’ente collabora con “l’Associazione dei disabili locale” di
19
Elista e con l’Associazione della Repubblica di Calmucchia” che attraverso il
Ministero dello Sport organizza per i ragazzi portatori di handicap delle giornate di
sport con gare e tornei sia a livello regionale che nazionale, a cui partecipano anche i
disabili del centro diurno dell’ente.
Inoltre il Ministero della Salute segnala all’ente eventuali casi critici di persone con
disabilità, richiedenti aiuto sia economico che d’integrazione nel tessuto sociale: l’ente
di volta in volta valuta l’eventuale accoglienza nella propria struttura di Elista o
l’inserimento nel centro diurno.
Infine collabora con il gruppo giovani della parrocchia locale che occasionalmente
invia volontari per svolgere attività con i disabili nel centro diurno.
L’ente ad Astrakan collabora con la Parrocchia Locale per quanto riguarda alcune
attività settimanali con studenti stranieri e con i giovani della parrocchia attraverso le
attività del coro e dei gruppi educativi. Mentre per quanto riguarda i minori orfani in
affido si lavora coi
Servizio Sociali territoriali. Infine si tengono contatti
istituzionali esterni con il servizio sanitario locale, il servizio scolastico e con
la Chiesa Ortodossa.
7) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si
realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante
indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del
progetto:
GEORGIA
CONTESTO TERRITORIALE, SETTORIALE E DEI BISOGNI SPECIFICI
Il progetto si sviluppa nella città di Batumi, città di 160.000 abitanti (censo 2012)
situata nella parte sud-occidentale del Paese, capoluogo della Repubblica autonoma
dell'Adžaristan (Adjara), 256 km ad ovest di Tbilisi, sulle coste del Mar Nero.
Già appartenente alla Turchia, l'Adžaristan fu annesso alla Russia nel secolo scorso e
istituito in Repubblica autonoma della Georgia nel 1921. In seguito alla dissoluzione
dell'URSS e alla proclamazione dell'indipendenza georgiana, la Repubblica non ha
manifestato forti tendenze all’Indipendenza, tanto più che il riavvicinamento politico
della Georgia stessa alla Russia preclude ogni tentativo. Il porto di Batumi sul Mar Nero
ha assunto una grande importanza strategica ed economica all'interno della Comunità
di Stati Indipendenti (CSI) e per questo la Russia ha schierato nel 1994 proprie
truppe, affiancando quelle georgiane, a guardia del confine turco-georgiano,
quindi lungo il confine meridionale dell'Adžaristan.
L’economia di Batumi ruota attorno la cantieristica navale, le industrie manifatturiere e
di trasformazione alimentare. Con il porto più importante della Georgia, l’ultima tappa
della ferrovia Transcaucasica dell’oleodotto di Baku ed uno dei tre aeroporti
internazionali georgiani, in questi ultimi anni Batumi è stata molto valorizzata anche
dal punto di vista turistico, la città è stata trasformata con imponenti e nuovi edifici di
cemento dedicati ad attività ricettive e per il tempo libero (particolare è il caso dei
numerosissimi casinò).
Questa trasformazione della città ai fini di una valorizzazione turistica volta a
risollevare l’economia di Batumi, fa si che le problematiche legate alla città passino in
secondo piano o vengano addirittura mascherate e nascoste ai fini di presentare una
facciata di benessere sufficientemente appetibile ai turisti.
Un grave ed attuale problema, è quello legato alla tratta di persone. Numerose donne
provenienti dall’Azerbaigian e dai Paesi dell'Asia centrale, sono sottoposte
alla prostituzione forzata soprattutto nelle zone turistiche di Batumi e Gonio,
altra cittadina turistica sempre nella provincia dell'Adžaristan. Molte di queste donne
non hanno raggiunto la maggiore età. Si ripresenta anche in questo caso
20
l’inefficienza delle forze dell’ordine e degli investigatori ingaggiati dallo Stato, i quali nel
fare giustizia si concentrano più sugli interrogatori alle vittime per accertarsi che siano
effettivamente da considerarsi tali, anche in casi di palese ingiustizia, piuttosto che
indagare sui reali colpevoli. (2015 Trafficking in Persons Report – US Department of
State)
La città presenta anche problemi legati all’urbanistica ed a mancanze strutturali:
edifici decadenti ospitano ospedali e scuole. In particolare nella baraccopoli sono
presenti strutture abbandonate ed in condizioni precarie, dove molte famiglie hanno
costruito baracche di legno e lamiera.
Un elevato numero di persone vive sotto la soglia di povertà, in base alla
media Nazionale si tratta di un 10% (indexmundi), ma grazie ad associazioni
che operano in loco, in particolare Caritas Georgia, è possibile stimare una
percentuale più alta che si aggira attorno al 20%. Queste condizioni di estrema
povertà si riversano sulle fasce deboli della popolazione, costituite da nuclei familiari
divisi, costituiti solo da madri o nonni, ed in modo ancora più estremo sui minori , il
27% dei minori di Batumi vive in condizioni precarie, in abitazioni senza acqua
corrente, luce o servizi, in famiglie che non sempre riescono a garantire almeno un
livello minimo di cure sanitarie e un’adeguata educazione.
La progettazione dell’Ente su Batumi si rivolge quindi in particolare alle problematiche
legate ai minori ed al relativo supporto. Vi è una forte difficoltà a reperire dati, gli
stessi Servizi Sociali a Tbilisi rilasciano difficilmente dati e statistiche, giustificando i
ritardi con motivazioni legate alla burocrazia ed alle insufficienti motivazioni dei
richiedenti.
Nella baraccopoli di Batumi si contano circa 1000 baracche. Ogni famiglia ha di media
dai 3 ai 6 figli e pur non essendoci dati ufficiali, grazie alla radicata esperienza dell’Ente
ed alla condivisione diretta con le famiglie che permette una conoscenza profonda della
realtà della baraccopoli, si stima la presenza di circa 2000 minori in condizioni di
povertà, senza un’adeguata educazione ed alimentazione di base, oltre al difficile
accesso alle cure sanitarie.
L’Ente negli ultimi due anni ha registrato a Batumi, in particolare nella baraccopoli, un
aumento delle violenze familiari a danno di donne e minori. Gli episodi di
violenza spesso non vengono denunciati per paura e per un concetto di “normalità”
legato al ruolo della donna in quanto tale. Non aiuta la quasi assenza di un appoggio da
parte delle autorità locali e della maggior parte del personale medico-sanitario.
Secondo un Rapporto Ombra elaborato dall’Ente nel 2013, essendo Batumi un territorio
di frontiera, un fenomeno che si è sviluppato in questi ultimi anni è quello delle madri
di famiglia che si vedono costrette a causa di disoccupazione e gravi condizioni
economiche a trasferirsi all’estero alla ricerca di un lavoro, lasciando i propri figli ad
altri parenti ed inviando mensilmente del denaro per il loro sostegno. Questa fascia di
minori non rientra in quella dei “poveri”, non viene quindi presa in considerazione da
istituzioni e Servizi Sociali. La conseguenza è che la gestione di somme di denaro
anche alte considerato lo standard di vita locale, è in mano ai minori, nella maggior
parte poco seguiti, che spesso spendono queste risorse economiche in sostanze
stupefacenti e gioco d’azzardo illegale.
BISOGNO SPECIFICO
I 460 minori individuati dall’Ente in condizioni di estrema povertà, disagio familiare,
sociale ed educativo non ricevono l’adeguato sostegno dal punto di vista della
sanità, della scolarizzazione e della tutela dalla violenza familiare. A questi si
aggiungono i circa 2000 minori delle famiglie che attualmente abitano nella
baraccopoli le quali vivono in condizioni di disagio e quotidianamente richiedono un
intervento dell’Ente o dei Servizi Sociali, ma a cui non si riesce a dare adeguata
risposta a causa di insufficienti risorse umane ed economiche.
Durante il 2014/15 l’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII ha cercato di rispondere ai
bisogni attraverso diverse progettualità riportate di seguito:
-
Apertura di una nuova casa famiglia nella periferia di Batumi a circa 2 km dalla
prima struttura dell’Ente con conseguente aumento della capacità di
21
accoglienza da 10 a 14 minori;
-
Attività di tutoraggio scolastico 3 volte a settimana ai 14 minori accolti nelle
strutture;
-
Visite e sostegno quotidiano ad un totale di circa 230 minori nella baraccopoli,
che vivono in condizioni di disagio. Durante le visite vengono portati alle
famiglie beni di prima necessità e si effettua un monitoraggio rispetto ad
educazione, condizioni di salute e violenze. Settimanalmente, in modo
continuativo, vengono seguite dalle 80 alle 90 famiglie con minori in difficoltà;
-
Attività di doposcuola 3 volte alla settimana con 30/40 minori nella baraccopoli.
Il doposcuola si svolge presso le “case” più ampie delle stesse famiglie dei
minori, all’interno della baraccopoli;
-
Attività ludico-ricreative 2 volte alla settimana nella baraccopoli, indirizzate a
circa 150 minori di diverse età fino ad un massimo di 14/15 anni;
-
Dalle 10 alle 15 visite di sostegno settimanali ad altrettante famiglie con 30
minori in gravi difficoltà, specificatamente segnalate dai Servizi Sociali, nella
città di Batumi. Le famiglie in questione vivono gravi condizioni economiche ed
il nucleo familiare è spesso costituito dalla sola madre. Quattro di queste
famiglie sono composte dalla sola nonna, a causa di morte delle madri durante
il parto;
Durante le visite alle famiglie, i volontari dell’associazione perseguono un costante
lavoro di sensibilizzazione, spingendo le donne ad usufruire di programmi statali a loro
poco conosciuti, in particolare del programma che attraverso i Servizi Sociali permette
alle famiglie di ricevere un compenso di 90 Lari mensili per il primo anno di età del/la
figlio/a e di ottenere sconti e prodotti gratuiti in una serie di farmacie convenzionate.
Tra la richiesta di finanziamento e l’effettiva attivazione del programma, passano
mediamente 3-4 mesi, destinati a pratiche burocratiche complesse e a cui non viene
data nessun tipo di priorità, riducendo così sostanzialmente la fruibilità del servizio.
L’Ente dona un particolare sostegno a queste famiglie che decidono di partecipare al
programma nei primi mesi di vita dei bambini.
La sensibilizzazione e la protezione delle famiglie e dei minori avvengono anche dal
punto di vista delle sempre crescenti violenze su donne e minori, rispetto alle quali è
molto difficile reperire dati, in quanto nella maggior parte dei casi non vengono
denunciate da un lato per paura, dall’altro per la mancanza di sostegno da parte delle
forze dell’ordine e della sanità che tendono a giustificare e minimizzare l’atto violento.
L’Ente interviene con un continuo monitoraggio e sostegno psicologico, oltre che
tramite l’accompagnamento fisico di donne e minori presso ospedali e questure, che
forti del sostegno di una presenza internazionale riescono ad avere maggiori possibilità
di tutela. Durante l’ultimo anno l’Ente ha accompagnato e supportato 10 casi di
violenza domestica che ha visto coinvolti donne e bambini.
DESTINATARI
I 14 minori accolti nelle strutture residenziali dell’Ente, che hanno un’età che va
dai 4 mesi di vita ai 17 anni. Tra questi, una ragazza-madre di 16 anni. I minori
in casa oltre a ricevere accoglienza e supporto scolastico, vengono anche
coinvolti in attività sportive con il fine di aumentare la capacità di
socializzazione ed in piccoli lavori di manutenzione con i quali si vuole educare
ad una serietà sul lavoro e favorire un inserimento in un ambiente lavorativo
esterno;
-
I circa 230 minori che abitano nella baraccopoli, che vivono in condizioni di
estrema povertà e beneficiano di visite di sostegno e tutoraggio quotidiane, di
beni di prima necessità quali alimenti, vestiti, farmaci e cure di base, materiale
scolastico;
-
I 30/40 minori che abitano in baraccopoli e che partecipano al doposcuola
organizzato dall’Ente in collaborazione con le famiglie locali;
22
-
I circa 150 minori che abitano nella baraccopoli in condizioni di povertà, che
partecipano alle attività ludico-ricreative organizzate dall’Ente;
-
I 30 minori in gravi difficoltà appartenenti alle famiglie specificatamente
segnalate dai Servizi Sociali, nella città di Batumi Gli viene assicurato un
sostegno alimentare, sanitario, psicologico ed educativo.
BENEFICIARI
-
Le 8 famiglie d’origine dei 14 minori accolti dalle strutture dell’Ente, supportate
in termini di equilibri famigliari, supporto nelle relazioni e nella gestione delle
responsabilità;
-
Le circa 150 famiglie dei 460 minori della baraccopoli direttamente coinvolti
dall’Ente nelle attività di supporto quotidiano (80-90 famiglie ogni settimana),
doposcuola e ludico-ricreative, che beneficiano di un sostegno economico
indiretto, di un supporto socio-psicologico costante e di un continuo contatto
con attività volte alla socializzazione ed alla condivisione reciproca;
-
Le 10-15 famiglie dei 30 minori supportati dall’Ente nella città di Batumi,
specificatamente segnalate dai Servizi Sociali, che beneficiano di
accompagnamento, ascolto e supporto economico indiretto per il
soddisfacimento dei bisogni primari quali alimentazione e cure mediche di base,
vestiario, oltre che di supporto psicologico;
-
La comunità di Batumi, nello specifico della baraccopoli costituita da circa 1000
baracche, che beneficia di un progressivo aiuto per la diminuzione della povertà
e per la denuncia di ingiustizie;
-
I Servizi Sociali di Batumi, costituiti da soli 15 operatori e 2 avvocati, i quali
non hanno a disposizione mezzi di trasporto, hanno stipendi molto bassi e non
riescono a coprire il forte bisogno del contesto. Grazie all’Ente, essi beneficiano
di un supporto in termini di volontari, di disponibilità di accoglienze, di
intervento nelle famiglie dei e con i minori, di una pronta risposta a situazioni
di emergenza e di mezzi di trasporto al bisogno;
-
Le istituzioni e le associazioni (Caritas Georgia, Unicef, World Vision, ass. San
Camillo di Tbilisi) presenti sul territorio di Batumi che beneficiano di dati
concreti ed informazioni autentiche relative alle condizioni di vita ed alle
problematiche di minori e famiglie, rilasciate dall’ass. Comunità Papa Giovanni
XXIII, caratterizzate da una profonda conoscenza del contesto dovuta alla
quotidiana condivisione diretta con i destinatari ed i beneficiari.
DOMANDA DEI SERVIZI ANALOGHI
Rispetto alle condizioni dei minori nel territorio di Batumi, si individua la domanda dei
seguenti servizi analoghi:
Necessità di sostenere i minori della baraccopoli per quanto riguarda
alimentazione, vestiario e cure mediche di base. Le condizioni di estrema
povertà che vivono le famiglie della baraccopoli portano spesso a casi di
malnutrizione e malattia diffusi, il poco aiuto che si riesce a dare sopperisce
solo in minima parte al bisogno del contesto;
Necessità di opportunità educative. L’accesso ad un’istruzione comunque
scadente, è anche limitato sia per motivi economici che sociali, vi è la necessità
di scolarizzazione e di sostegno allo studio
volto a diffondere
un’alfabetizzazione di base per garantire ai minori, anche in particolari
condizioni di disagio fisico e psicologico, una opportunità di studio, una
maggiore consapevolezza del contesto, uno spazio di condivisione
dell’apprendimento tra minori stessi e tra minori e famiglie, un’opportunità di
uscire da condizioni di emarginazione sociale ed un futuro migliore. La richiesta
di supporto allo studio è molto più alta di quella che si riesce a soddisfare;
Necessità di spazi ed opportunità di socializzazione per favorire l’inserimento
23
-
-
-
del minore nella comunità, per dare opportunità di svago, gioco ed incontro
dell’altro, anche per favorire un clima di accettazione ed aiuto reciproci, in un
contesto caratterizzato da discriminazione sociale e violenza;
Necessità di percorsi di sensibilizzazione della cittadinanza e di sostegno nelle
complesse e lunghe pratiche burocratiche, rispetto alle opportunità offerte dallo
Stato e dai Servizi Sociali per usufruire dei pochi servizi presenti, come sussidi
familiari o sostegno nel primo anno di età dei figli. Molte famiglie non
usufruiscono di tali servizi solo per mancanza di consapevolezza o per difficoltà
di comprensione;
Necessità di più strutture d’accoglienza e supporto ai Servizi Sociali. Le poche
risorse umane ed economiche investite nei Servizi Sociali rispetto al bisogno
del territorio e la sola ass. Comunità Papa Giovanni XXIII come realtà
d’accoglienza stabile a Batumi, fa si che non si riesca a dare sufficiente risposta
a situazioni di disagio anche gravi e diffuse, come abbandono familiare,
violenza domestica, disabilità, analfabetismo;
Necessità di percorsi di sensibilizzazione rispetto abbandono di minori, violenza
domestica e disabilità. Le difficili condizioni di vita, ma anche la carente
consapevolezza rispetto ai diritti dei minori e delle donne, producono situazioni
di emarginazione e violenza strutturale.
OFFERTA DEI SERVIZI ANALOGHI
La principale offerta di servizi analoghi è costituita dalla presenza e dal lavoro dei
Servizi Sociali che individuano le situazioni problematiche e le indirizzano alle
strutture d’accoglienza, oltre ad occuparsi di pratiche burocratiche e di mediazione con
le istituzioni. I Servizi Sociali di Batumi dispongono di 15 operatori e 2 avvocati i quali
devono coprire il bisogno di tutto il territorio, che ha una popolazione di 125.800
abitanti secondo l’ultimo censo del 2011. Come ripetuto più di una volta, il numero
troppo limitato di personale coinvolto in relazione al bisogno, di risorse ed i bassi
stipendi, che provocano un alto numero di licenziamenti, uniti alla sempre crescente
richiesta da parte delle famiglie, fa si che i Servizi Sociali non riescano a rispondere in
maniera adeguata alle necessità del contesto incontrando ogni famiglia in maniera
sporadica e discontinua. L’Ente è l’unica realtà che si occupa di minori e famiglie sul
territorio che riesce a dare una risposta ed un supporto efficaci ed immediati ai Servizi
Sociali.
Durante gli ultimi anni si è registrato a Batumi un calo dei due terzi delle ONG che si
occupano di tutela e diritti dei minori, dovuto alla sempre minore disponibilità di
finanziamenti. Questa dipendenza delle associazioni dai fondi statali ed Europei,
provoca l’improvviso chiudersi di progetti iniziati pochi anni prima ed una conseguente
discontinuità del sostegno dato al territorio e del lavoro svolto.
Unicef ha un ufficio a Batumi che si limita ad attività di monitoraggio, mentre World
Vision, Ong di orientamento cristiano che lavora con minori, giovani e famiglie, con
l’obiettivo di ridurre disuguaglianza e povertà, presente in Georgia dal 1994, ha l’ufficio
centrale nella captale Tbilisi ed ha portato avanti negli anni diversi progetti sulla tratta
e sui diritti dei minori a Batumi. Ad oggi prosegue la sua presenza a Batumi solo
attraverso un’attività di monitoraggio portata avanti da una psicologa all’interno del
carcere minorile. A livello nazionale, World Vision nel 2014 ha raggiunto 52.916
persone, di cui 10.589 minori.
L’associazione Step Forward a Batumi offre assistenza sanitaria e spazi per attività
ricreative a bambini residenti nell’area montagnosa fuori Batumi.
La “Casa dei giornalisti liberi”, fondata dai giornalisti del quotidiano “Batumelebi”
nel 2001 e registrata ufficialmente presso la Corte di Batumi City, organizza attività
ludico-ricreative ed educative rivolte ai minori. Offre un inserimento lavorativo
all’interno di un bar/libreria per ragazzi provenienti da contesti familiari e sociali
difficoltosi. Organizza con l’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII due spettacoli teatrali
all’anno e regala libri destinati ai minori della baraccopoli.
Piccoli gruppi informali, in particolare nelle scuole, fanno attività di promozione e
sensibilizzazione per la tutela dei minori e dei giovani. Il gruppo universitario “Giovani
24
democratici nell’Università” costituito da circa 100 studenti dell’Università statale
ha organizzato una raccolta cibo, da destinare alle famiglie ed ai minori in gravi
condizioni di povertà. Una iniziativa simile svoltasi nel 2014/15 grazie a gruppi
informali di studenti è stata anche “Pane per tutti”, che ha incluso attività ludicoricreative e propaganda nelle scuole, volte alla raccolta alimentare.
Nella vicina città di Kutaisi, l’ass. “SOS Villaggi dei Bambini”, è presente dal gennaio
2001 ed attualmente comprende 12 case famiglia, un ufficio amministrativo, un
laboratorio, una casa per gli ospiti e gli alloggi per il personale. Il Villaggio accoglie
attualmente circa 100 minori.
Le poche realtà che si occupano di minori a Batumi quindi, sono legate principalmente
ad attività di monitoraggio, offrendo servizi leggermente più ampi solo in modo
discontinuo. L’Ente dispone dell’unica realtà nella baraccopoli di Batumi in grado di
garantire accoglienza, cure e servizi in un ambiente familiare dove vi è anche la
presenza di due figure genitoriali fisse.
INDICATORI DI CONTESTO
-
N. minori accolti nelle due strutture d’accoglienza dell’Ente;
N. di attività settimanali di tutoraggio scolastico a favore dei minori accolti nelle
strutture dell’Ente;
N. minori che vivono nella baraccopoli coinvolti nelle progettualità dell’Ente;
N. di interventi ludico-ricreativi settimanali a favore dei minori della
baraccopoli;
N. minori che necessitano di supporto educativo nella baraccopoli individuati
dall’Ente;
N. minori in gravi difficoltà facenti parte delle famiglie che vivono nella città di
Batumi, specificatamente segnalate dai Servizi Sociali;
N. di visite settimanali a favore di minori e famiglie in gravi difficoltà nella città
di Batumi, specificatamente segnalati dai Servizi Sociali;
N. di accompagnamenti a favore di donne e minori vittime di violenze
domestiche
ROMANIA
a. Bucarest
CONTESTO TERRITORIALE E SETTORIALE DI RIFERIMENTO E
INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI SPECIFICI
Il contesto territoriale in cui avviene l’intervento dell’ente è quello della città di
Bucarest e dintorni, capitale e città più popolata della Romania con ben 22.279 milioni
di abitanti, (considerando l’area metropolitana), secondo gli ultimi dati dell’Ufficio di
statistica nazionale (Gennaio 2015). Situata a sud del Paese, è il maggiore centro
industriale e commerciale del paese. Dal 1989 ha conosciuto un rapido sviluppo urbano
e le zone che prima erano rurali, hanno lasciato spazio a nuovi quartieri intorno alla
città. Le zone periferiche a Nord (Pipera, Băneasa) sono più ambite dalla ristretta
fascia più ricca della popolazione, mentre nelle zone a Sud vivono soprattutto i cittadini
a basso reddito.
L’economia di Bucarest produce da sola il 21% del PIL del paese, essendo la zona più
sviluppata e industrializzata dell'Europa dell'est. La città possiede un quarto della
produzione industriale del paese. Anche dal punto di vista dei trasporti, Bucarest è il
più importante nodo ferroviario, stradale ed aereo del paese. IL suo progresso
economico è legato in particolare allo sviluppo e alla costruzione di centri immobiliari e
commerciali.
Dai primi anni del 2000 si sono diffusi velocemente i grandi ipermercati
cui Carrefour e Metro AG, oltre a numerosi centri commerciali. Questo quadro
economico apparentemente molto positivo potrebbe far pensare a un paese sviluppato,
dominato dal progresso e dal benessere. In realtà, l’economia di Bucarest, così come
quella rumena in generale, negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo impetuoso che ha
generato squilibri sociali e, di conseguenza, esclusioni e problematiche sociali. La
forbice sociale tra chi possiede e chi invece non ha niente continua ad aumentare con
25
l’aumentare della crisi attuale.
L’ambito di intervento del progetto è quello dei disagio legato alla vita di strada, che
colpisce adulti, minori, a volte anche famiglie. Il mondo sotterraneo che popola le fogne
di Bucarest è in parte conseguenza delle politiche di Nicolae Ceausescu, finalizzate ad
aumentare i livelli di natalità nel paese, vietando l'aborto e i metodi contraccettivi,
aumentando le tasse per le persone di entrambi i sessi che, compiuti i 25 anni, non
avessero figli. Queste politiche, implementate all’interno di un contesto caratterizzato
da un’economia debole e da una forte povertà, ha avuto come conseguenza
l’abbandono di migliaia di figli abbandonati al momento della nascita da parte delle
famiglie, per poi venire rinchiusi negli orfanotrofi, veri e propri lager, ove regnavano
violenze, malnutrizione ed estrema sporcizia e povertà.
Dopo la caduta di Ceausescu negli anni ’90, e con lui del welfare garantito dal regime,
questi stessi minori si sono rifugiati nelle condotte sotterranee del teleriscaldamento,
in particolare nelle stanze sotterranee progettate per la manutenzione dei canali del
riscaldamento centralizzato della città: chilometri di cuniculi bui e maleodoranti dove
trovavano riparo e calore, aggrappati alle tubature, per combattere il freddo.
Molti di loro oggi sono adulti, a loro volta hanno avuto dei figli che vivono nelle stesse
precarie condizioni. L’unico «sollievo» è annusare la colla, una resina sintetica che aiuta
ad attenuare i crampi della fame, ma con rischi gravissimi per la salute, in casi estremi
gravi danni cerebrali. Oltre alla colla viene fatto ampio uso di eroina e di una nuova
droga che si chiama aurolac, con effetti ancora più tossici delle altre droghe.
Essi popolano diversi quartieri degradati della città, in particolare la stazione “Gare du
Nord”,
dove
scompaiono
e
ricompaiono
continuamente
dai
tombini.
Sono i più forti a dettare le regole nei sotterranei di Bucarest: ci sono bande che
controllano tutto, dai posti per il bivacco notturno, al controllo della prostituzione, fino
all'organizzazione di gruppi che lavorano in città come questuanti o topi
d'appartamento.
Molti di quanti vivono in strada hanno gravi problemi di salute, in quanto esposti a
pericoli, spesso sono malati di AIDS, senza avere alcun accesso alle cure sanitarie.
L’unica attività consiste nel raccogliere materiali riciclabili, per ricevere qualche misero
compenso dal comune.
Lo Stato tende a nascondere questa grave problematica, diffondendo cifre poco
veritiere che tendono a minimizzare il fenomeno, intervenendo saltuariamente con la
forza su un problema di ordine sociale, senza pensare a una politica di integrazione o a
una collaborazione con i servizi sociali. Nell’ottobre 2013, per esempio le forze
dell'ordine di Bucarest sono intervenute per sgomberare 35 ragazzi di strada che si
rifugiavano nei condotti del canale fognario della stazione Nord.
Dopo qualche
settimana gli stessi canali brulicavano di senza tetto, dimostrando come gli interventi
del governo non siano orientati a intervenire sul lungo periodo.
In un’intervista rilasciata nel novembre 2014, Franco Aloisio, presidente
dell’Associazione Parada, la principale associazione che interviene con i ragazzi e gli
adulti di strada a Bucarest, dichiara che ci sono poco più di 1.000 persone che
vivono nelle fogne della città e per strada, tra minori, adulti e a volte famiglie.
Secondo l’ente, il fenomeno è in riduzione rispetto a una decina di anni fa quando se ne
contavano fino a 5.000, ma la situazione rimane comunque grave.
Tra le cause principali del fenomeno le scarse opportunità educative rivolte ai
minori: oltre il 65% di chi vive in strada non ha terminato le scuole primarie e
circa il 25% non è mai andato a scuola. Soltanto il 5% ha finalizzato le scuole
dell’obbligo. Questa situazione fa si che i giovani non possano accedere alla
formazione professionale, che prevede appunto la conclusione del ciclo scolastico
dell’obbligo.
Le autorità non intervengono più di tanto, lo stesso vale per i servizi sociali, soprattutto
in seguito ai recenti tagli sul sociale a causa della crisi economica.
(http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/2014
ehttp://piattaformainfanzia.org/dalleuropa/bambini-di-strada-a-bucarest/2012)
26
BISOGNO SPECIFICO 1 DEL TERRITORIO:
Nell’ottobre 2014 sono state identificate poco più di 1.000 persone che vivono
nelle fogne e per le strade di Bucarest in situazioni di forte povertà ed
emarginazione, prive di cure sanitarie, di un’abitazione, di beni materiali di prima
necessità e di supporto psicologico. Si rileva altresì come una delle cause principali
del fenomeno sia rappresentata dalle scarse opportunità educative rivolte ai
minori di Bucarest.
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXII interviene dal 2009 con adulti in
situazione di disagio, molti dei quali arrivano dal mondo sotterraneo di Bucarest. Come
segnalato anche da Parada e da altre associazioni che operano sul territorio, la maggior
parte di questi adulti presenta problematiche di dipendenza, problemi sanitari più o
meno gravi, patologie psichiatriche derivate dall’uso e dall’abuso di alcool e droghe.
L’Associazione è presente sul territorio con una struttura che offre accoglienza ad adulti
con questi trascorsi. Si tratta di offrire loro un contesto familiare sano, con due figure
educative presenti h24 nella struttura, cercando di garantire un ambiente accogliente,
sicuro, in cui le persone possano maturare pian piano una loro autonomia.
L’associazione in questi ultimi anni ha lavorato per creare significative collaborazioni
con altre associazione di Bucarest che operano con questo tipo di utenza. Collabora
quindi con i “Fratelli missionari della Carità” che gestiscono un centro diurno attivo due
giorni la settimana, uno per gli uomini, uno per le donne, per un totale di circa 100
persone assistite. Durante la giornata si offre agli utenti una pronta assistenza, un
pasto caldo, docce, vestiti puliti, e si ascoltano e raccolgono i bisogni. I frati inoltre
gestiscono settimanalmente un’unità di strada per offrire assistenza mediamente a 250
persone.
Tra ottobre 2014 e il primo semestre del 2015 la struttura ha accolto in totale
10 adulti senza fissa dimora, di cui 5 tuttora inseriti nella casa. Si tratta di adulti in
situazione di disagio di vario tipo: chi con problematiche fisiche, chi con problematiche
mentali, chi con problemi di dipendenza. Tutti questi accolti arrivano dal mondo
sotterraneo e di strada di Bucarest, e le patologie fisiche e a volte mentali che
riportano sono strettamente legate a questa esperienza provante. Di questi adulti
accolti, 5 sono andati in autonomia, dopo aver trovato lavoro o altre opportunità.
Sono stati assistiti supportati materialmente e psicologicamente 3 nuclei familiari
formati da una mamma e 3 bimbi e di una coppia anch'essa con 3 bimbi nelle loro
abitazioni in Bucarest o nell'interland. Si tratta di situazione di estrema povertà.
Di seguito le attività svolte tra fine 2014 e primo semestre del 2015:
-
-
Attività di assistenza e di sviluppo delle autonomie per gli accolti nella struttura
3h per 3 volte la settimana;
un servizio di strada per senza fissa dimora, una volta la settimana, in
collaborazione con i frati missionari della Carità: durante ogni uscita vengono
supportati almeno 30 soggetti tra adulti e minori, in tutto l’anno vengono
supportati circa 250 persone di strada;
Collaborazione saltuaria con l’associazione "Fabrica de mozaic" nella realizzazione
di attività occupazionali rivolte a 10 soggetti emarginati, alcuni dei quali siero
positivi.
Nell’ultimo anno, inoltre, nell’ottica di prevenire il disagio di strada, strettamente legato
a povertà estrema, ma anche a carenze educative, l’associazione ha realizzato le
seguenti attività:
-
un servizio di doposcuola per 8 h la settimana per circa 20 minori di una scuola di
Chitila, in periferia di Bucarest, in collaborazione con l’associazione Acuma;
attività di animazione saltuaria per circa 10 minori accolti dall’Associazione don
Orione;
Infine, nell’estate 2015 sono stati realizzati 2 campi estivi rivolti a circa 100 minori a
rischio grazie al coinvolgimento di un gruppo di volontari dall’Italia. I campi si sono
svolti a Bucarest.
27
DESTINATARI
- 10 adulti in situazione di disagio accolti ogni anno nella struttura dell’ente,
provenienti dal mondo delle fogne di Bucarest e con problematiche sanitarie e
mentali di diversa gravità;
- 140 adulti in situazione di disagio destinatari dell’intervento dei “Missionari
fratelli della Carità” alle cui attività l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
collabora. Di questi 40 sono destinatari dell’intervento di prossimità in strada,
con un incremento previsto di almeno 10 destinatari, gli altri sono uomini e
donne destinatari del centro diurno. Nel prossimo anno si inizierà, infatti, a
collaborare alle attività di assistenza del centro diurno, 2 volte la settimana, per
100 adulti;
- 10 adulti destinatari delle attività occupazionali che con questo progetto l’ente
promuoverà una volta la settimana in collaborazione con "Fabrica de mozaic";
- 10 minori destinatari delle attività di animazione e di prevenzione dell’ente in
collaborazione con l’Associazione don Orione;
- 100 minori destinatari delle attività estive di prevenzione e di animazione sociale
organizzati dall’ente a Bucarest
BENEFICIARI
- Le altre associazioni del territorio con cui l’ente collabora, in quanto le sue azioni
supportano anche interventi di queste associazioni, tra cui in particolare Parada,
Fabrica de Mozaic, Acuma, i frati Missionari della Carità e l’associazione Don
Orione;
- Le famiglie dei minori destinatari delle attività di animazione e di prevenzione
del disagio, in quanto sostenuti dall’ente nel loro ruolo educativo;
- la società civile e le istituzioni, in quanto l’intervento dell’associazione ha delle
ricadute positive in termini di supporto sociale, e di fatto porta indirettamente
alla diminuzione della criminalità, del traffico di droga, delle povertà di strada
ecc.;
- la società civile, in quanto sensibilizzata dall’intervento e dallo stile dell’ente: la
presenza di figure che volontariamente accolgono persone con varie
problematicità diventa una testimonianza e una provocazione per cittadinanza
stessa, rispetto ai temi della solidarietà sociale e della tolleranza.
DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI
Rispetto al target previsto dal progetto, persone e in particolare adulti che vivono in
strada, con tutti i disagi che questa comporta, si possono individuare, oltre agli
interventi dell’ente, la seguente richiesta di servizi analoghi:
-
-
interventi di assistenza sanitaria, considerando che la vita di strada, nelle fogne
di Bucarest porta a uno stato di abbandono fisico e di esposizione alle rigidità
del clima, causa di numerose malattie. Oltretutto, sembra che tra i minori e gli
adulti di strada sia molto diffusa l’HIV;
campagna di prevenzione sull’HIV rivolte a minori e adulti che vivono in strada;
campagna di prevenzione e sensibilizzazione rispetto alla dipendenza da droghe
e alcool, considerando che molti destinatari hanno problema di dipendenze;
percorsi di riabilitazione per quanti sono dipendenti da droghe e alcool;
interventi di inserimento lavorativo per gli adulti che escono dalla strada e
pertanto vanno accompagnati nel difficile percorso di reinserimento sociale;
politiche di sostegno alle famiglie, in particolare quelle a basso reddito,
maggiormente esposte al rischio di finire in strada;
potenziare i servizi educativi a favore dei minori, in quanto è dimostrato che il
fenomeno dei bambini di strada va a colpire maggiormente minori con un livello
di istruzione molto basso;
servizi che favoriscono il reinserimento a scuola dei minori che escono dalla
strada;
attività di socializzazione e di integrazione sociale per gli adulti e minori che
escono dalla strada e che devono reinserirsi nel tessuto sociale;
interventi educativi di comunità, per responsabilizzare la comunità rispetto alle
situazioni di emarginazione e di disagio sociale, e per diffondere una controcultura fondata sulla solidarietà sociale e la tolleranza.
28
OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI
Per quanto riguarda le offerte di servizi rivolti a minori e adulti e famiglie che vivono in
strada, i principali interventi sono quelli di Parada, il cui scopo è proprio quelli di
portare i minori e gli adulti “fuori dalla strada” , e lavorare per un loro reinserimento
sociale. Parada prevede una serie di interventi diversificati e complementari:
- l’unità mobile notturna per realizzare un primo incontro e fornire un primo aiuto
(cibo, assistenza sociale e sanitaria) ai ragazzi e alle famiglie che vivono nelle strade di
Bucarest;
- il centro diurno, frequentato quotidianamente da ragazzi, bambini, e famiglie
contattati dagli operatori che lavorano sulla strada, che offre servizi di igiene
personale, pasti caldi, assistenza medica e sociale e differenti attività educative e
ricreative volte ad un piano di intervento personalizzato. Tra il centro diurno e l’unità
mobile
si
parla
di
circa
250
minori
raggiunti
da
Parada;
- attività artistiche e spettacoli che rappresentano un’occasione di reiserimento
sociale;
- una comunità alloggio per il reinserimento socio-professionale dei giovani;
- un centro educativo rivolto a 80 minori con attività di tipo educativo-scolastico, e di
sostegno
psicologico.
Oltre a Parada, vi sono poi associazioni quali:
la già citata Acuma, associazione che si rivolge alle famiglie disagiate di Chitila,
periferica alla citta di Bucarest, con attività di supporto materiale, accanto a
interventi di sostegno educativo e sociale.
i "frati missionari della Carità" che hanno implementato un servizio di strada
per minori e adulti e un centro diurno attivo due giorni la settimana che assiste
circa 100 adulti provenienti dal mondo delle fogne e della strada;
l’associazione “Fabrica de mozaic” che organizza attività occupazionali rivolte
a 10 soggetti emarginati, la maggior parte affetti da HIV;
Caritas Bucarest che è presente nel territorio attraverso la struttura
accoglienza per minori orfani e abbandonati "Casa S.Giovanni";
l'organizzazione Save the children Romania che prevede in diverse città della
Romania, tra cui Bucarest, programmi educativi, di protezione, di assistenza
sociale e medica, riconoscimento i diritti dei minori;
l’Associazione Serviciul APEL che dal 2001 interviene a Bucarest con un
servizio di
Formazione e Integrazione Professionale per giovani di
Bucarest che vivono in situazione di grave emarginazione sociale.
Nel territorio di Bucarest, come si può constatare da questo breve excursus, ci sono
diverse associazioni che intervengono rispetto alla problematica del disagio di strada,
tuttavia nessuna associazione offre un contesto familiare agli utenti, come invece fa
l’ente. Inoltre, la maggior parte degli interventi sono sbilanciati a favore dei minori,
mentre secondari sono gli interventi per gli adulti e per le famiglie.
A dimostrazione del fatto che la domanda di questi servizi non è per nulla soddisfatta,
si consideri che Parada stessa, che pur prevede numerose progettualità, chiede
supporto all’associazione per quanto riguarda l’accoglienza.
INDICATORI UTILIZZATI PER MISURARE IL CONTESTO
n. persone che attualmente vivono nelle fogne di Bucarest;
n. accolti annualmente nella struttura dell’ente;
n. Attività di assistenza e di sviluppo delle autonomie per gli accolti nella
struttura;
n. accolti che ogni anno hanno completato il percorso nella struttura dell’ente
per andare in autonomia;
n. destinatari dell’intervento dei “Frati missionari della Carità” e frequenza di
realizzazione delle attività;
n. persone di strada destinatari del servizio di strada realizzato in
collaborazione con i “Frati missionari della Carità”;
n. persone destinatarie delle attività occupazionali promosse in collaborazione
con “Fabrica de mozaic” e frequenza attività;
n. minori destinatari degli interventi di animazione sociale e di prevenzione (in
collaborazione con il Don Orione e durante i campi estivi);
n. personale impiegato per la realizzazione delle attività;
29
b. Timisoara
CONTESTO TERRITORIALE E SETTORIALE DI RIFERIMENTO E
INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI SPECIFICI
Il contesto territoriale in cui si realizza il progetto è circoscritto alla città di Timisoara e
ad alcuni paesi nei pressi di Timisoara, ovvero Carani, Calacea. Città di confine tra i
più importanti poli urbani del paese, Timisoara conta 307.347 abitanti e si trova a nel
distretto di Timis, nella parte più occidentale della Romania, a pochi chilometri dalla
Serbia. Per questa sua collocazione di confine tra Europa Occidentale e Europa
Orientale, è stata al centro di varie influenze, dall’impero ottomano all’impero austroungarico, in un via-vai continuo di persone e di popoli. Questo crogiolo di culture nelle
varie epoche storiche ha reso questa città un polo urbano moderno e un vivace centro
culturale nella regione storica del Banato. Questo aspetto si riflette anche
nell’urbanistica, come mostrano i palazzi storici, che vanno dallo stile Secessionista al
Barocco, dall’Art Nouveau del periodo austro-ungarico (per cui è chiamata la “piccola
Vienna”) agli agglomerati di cemento edificati sia in centro che in periferia da
Ceaucescu.
Dopo la caduta del regime comunista, nonostante il declino di alcuni settori economici
tradizionali, sostituiti da attività industriali più moderne, la città ha conosciuto una fase
di rinascita. Il settore industriale continua ad assicurare più del 3% della produzione
industriale
nazionale,
mentre
il
terziario
è
in
continua
espansione.
Negli ultimi anni l'economia di Timişoara ha conosciuto una crescita economica
significativa, dovuta agli investimenti di diverse imprese straniere delocalizzate, in
particolare tedesche, statunitensi e anche italiane. Fra le maggiori industrie presenti si
possono
citare
il
produttore
di
pneumatici Continental,
la
compagnia
americana Solectron (telefonia, elettronica), Draexelmaier (componenti auto per BMW
e Audi), Linde Gas (gas industriali), Procter & Gamble (detergenti), Nestlè, Siemens e
molte altre.
Lo sviluppo industriale ha prodotto stipendi e nuovi consumatori; non da meno sono le
rimesse degli emigrati, presenti quasi in ogni famiglia timisoreana, che alimentano i
consumi locali.
Tuttavia, nonostante la crescita economica e l’entrata della Romania nell’Unione
Europea nel 2007, situazioni di povertà ed emarginazione sono ancora diffuse, con
conseguenze a volte pesanti per quanto riguarda le fasce più deboli della società,
ovvero donne , bambini, immigrati e rom. Coloro che sono ai margini possono però
essere riciclati nel circuito perverso di una società che affronta le contraddizioni legate
a un pesante cambiamento, cadendo in situazioni ancor peggiori. Sono proprio questi
emarginati a diventare spesso vittima del traffico di essere umani.
L’intervento di Generatie Tanara non si limita tuttavia al territorio di Timisoara. Al
contrario, le vittime provengono da tutta la Romania, in alcuni casi anche da quei paesi
esteri destinatari della tratta di esseri umani (Italia, Francia, Germania). La Romania è
in parte una fonte di transito, in parte di destinazione per donne e bambini vittime di
traffico sessuale. Donne e bambini provenienti dalla Romania sono vittime della
prostituzione forzata nei paesi europei, tra cui Belgio, Croazia, Cipro, Finlandia,
Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo,
Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, e il Regno Unito, così come in Canada.
Proprio per questo non si può prescindere dai dati nazionali sulle vittime di tratta, molti
dei quali sono elaborati dall'Agenzia Nazionale contro la Tratta (ANITP), che si occupa
tra le altre cose della ricerca e dell’approfondimento del fenomeno.
In base al report US 2014 Trafficking in Persons Report realizzato dall’ambasciata degli
Stati Uniti in Romania, un terzo delle vittime della tratta rumene sono minorenni.
(http://en.antitrafic.ro/informative-materials/us-2014-trafficking-in-persons-report-a332.html)
Le vittime di accattonaggio forzato sono in genere di etnia rom.
Il dato significativo è che la maggior parte (circa i 2/3) sono stati reclutate da
conoscenti, quindi da persone di fiducia, a volte i familiari stessi, aspetto che ha delle
pesanti ricadute a livello psicologico.
La Romania è anche un paese di destinazione per un piccolo numero di vittime della
30
tratta estera, comprese le vittime della tratta del sesso da Moldavia e Polonia.
Nel 2014 secondo l’ANITP grazie all’intervento congiunto di funzionari pubblici e ONG
sono state segnalate 757 vittime della tratta di esseri umani, ovvero sia sfruttate per
il sesso, sia per mandopera e accattonaggio. Dal report 2014 realizzato da ANITP sul
fenomeno della tratta emergono i seguenti dati:
- delle 757 vittime individuate, 440 vivono in villaggi o comuni rurali, e
rappresentano quindi i soggetti più vulnerabili. 302 provengono dalle aree urbane e
cinque dalla capitale;
- Nonostante rispetto agli anni precedenti aumenti il numero di adulti vittime di
tratta (467), il numero di minori tra i 14 e i 17 anni rimane comunque
considerevole (290);
- le carenze educative rappresentano uno dei principali fattori di rischio. Il
47% delle vittime non ha terminato le scuole secondarie di primo grado; il 32% ha
completato il ciclo di istruzione secondaria di primo grado quando sono state
trafficate; l’1% ha terminato l’istruzione superiore; il 5% (37 vittime) è senza
istruzione; il 14% (106 vittime ) possiede istruzione primaria;
- altre cause rilevate: la mancanza di opportunità di lavoro nei contesti rurali, la
mancanza di valori sociali, famiglie disfunzionali, il desiderio di fuggire un
ambiente violento o la ricerca di opportunità di lavoro o di viaggio;
- per il periodo analizzato dal rapporto 2014 l’attività di traffico è orientata più
all'estero, a causa del maggiore sviluppo economico di questi paesi. I primi 10
paesi di destinazione sono stati l'Italia con 93 vittime, Germania con 75 vittime, 45
le vittime Spagna, Austria 32, Repubblica Ceca con 29, Irlanda 29, Portogallo 22,
Grecia 19 vittime e Regno Unito 18 vittime. Tuttavia, vi è un aumento della
quota di traffico interno dal 38% al 45%, per un totale di 339 vittime sfruttate
in Romania.
Gli sforzi del governo non sono sufficienti a offrire l’identificazione delle vittime, a tal
punto che il ruolo delle ONG in questi interventi è diventato fondamentale. Secondo il
report US 2014 Trafficking in Persons Report hanno beneficiato di assistenza nel
2013 soltanto 291 vittime su un totale di 896, anche a causa della scelta da parte
del governo di non fornire finanziamenti alle ONG. Non ci sono stime più recenti, ma le
ONG confermano le stesse percentuali anche per il 2014 e per il primo semestre del
2015, ovvero circa il 68% di vittime identificate che non ricevono assistenza.
Molti dei centri finanziati dai governi locali dovrebbero garantire assistenza medica,
consulenza psicologica, reinserimento scolastico, la formazione professionale, e la
consulenza legale. Tuttavia gli osservatori hanno rilevato alcune criticità quali:
la scarsità di psicologi disponibili per le vittime;
difficoltà ad accedere alla copertura sanitaria, in quanto molte vittime non
erano in precedenza parte del mercato del lavoro formale, e non avevano
quindi versato contributi;
Per quanto riguarda le azioni di prevenzione, è l'Agenzia Nazionale contro la tratta di
persone che coordina l'attuazione delle politiche anti-tratta, attraverso le seguenti
azioni:
pubblicazione regolare di rapporti e statistiche sul traffico;
realizzazione nel 2013 di sei campagne di sensibilizzazione nazionali e 49
campagne regionali e locali;
L’intervento di Generatie Tanara a Timisoara e nei villaggi vicini si articola in:
servizi di emergenza rivolti alle vittime di tratta;
programmi di protezione a lungo termine a favore delle vittime di tratta,
finalizzati a garantire la protezione fisica, emotiva ed economica della vittima;
programmi di prevenzione rivolti ai minori dei territorio di Calacea, Carani,
Recas.
Le vittime inserite nei programmi di GT vengono prevalentemente da situazioni di
povertà e da situazioni familiari destrutturate, coerentemente col report dell’ANITP.
Quasi tutte sono originarie da zone rurali, che offrono scarse opportunità alle famiglie e
ai giovani stessi. Possono essere orfani, o minori i cui genitori o parenti spesso
faticano a garantire cure e attenzioni necessarie, per incapacità o impossibilità.
Ci sono casi di giovani vittime proveniente da famiglie in situazioni di disagio sociale:
genitori divorziati e risposati, a volte protagonisti di atti di violenza domestica (botte,
31
abusi sessuali, ecc..), casi di madri o padri alcolisti, promiscuità ecc.. Spesso le
problematiche si intrecciano, tanto da poter parlare di famiglie multiproblematiche.
Come confermato dai dati dell’ANITP spesso sono i conoscenti a costringerli ad entrare
nella rete della tratta. Le vittime spesso vengono maltrattate, malnutrite, violentate.
Si tratta per la maggior parte di minori di età compresa tra i 14 e i 16 anni ( anche se
ve ne sono alcune maggiorenni), molte delle quali sono state “sfruttate” in Romania,
all’interno dei centri urbani, in mano alla criminalità organizzata. Alcune invece sono
finite
all’estero,
e
rimpatriate
una
volta
rintracciate
dalla
polizia.
Dopo essere state identificate dalla polizia, sono state portate a Generatie, dove hanno
intrapreso il percorso di reintegrazione sociale. GTR fornisce alle vittime della violenza
domestica un supporto iniziale, in caso d`emergenza, quindi per un peridio limitato.
L'assistenza fornita alle vittime da parte dell’ONG si fonda su un approccio olistico che
soddisfa una serie di esigenze, ovvero garantire l’ assistenza, in conformità alla
Decisione del Governo n. 1238/2007, un ambiente a disposizione delle vittime
adeguato, risorse umane necessarie, servizi educativi e di reinserimento sociale di
qualità.
Nel 2015 sono state assistite presso GRT 40 vittime di tratta, di cui 18 minorenni e 22
adulti. Inoltre l’associazione ha assistito 32 vittime di violenza domestica, di cui 23
minorenni.
A tutte è stata garantita assistenza e sono state inserite in programmi individuali di
reintegrazione sociale all’interno delle sedi di Timisoara, Recas, Calacea e Carani.
Nel 2015 sono stati implementati 40 programmi di protezione delle vittime di tratta. I
programmi di protezione prevedono:
Il rimpatrio delle vittime e laddove possibile la reintegrazione nelle famiglie
d’origine;
Attività quotidiane di assistenza;
Supporto sanitario e psicologico alle vittime garantendo settimanalmente
incontri con figure professionali competenti;
Attività di supporto per questioni burocratiche (preparazione dei documenti
d’ identità, supporto nell’inserimento nei percorsi scolastici o professionali);
Supporto legale alle vittime : servizi di mediazione tra la vittima e la
famiglia fatti da un mediatore autorizzato;
Attività espressive e creative 2 volte la settimana:
o
1 laboratorio di arte terapia;
o
1 laboratorio di bigiotteria;
Attività ludico ricreative e culturali sul territorio a cadenza bisettimanale:
o
(cinema, visita alla città, visita ai musei, teatro, ecc.);
o
Attività ricreative, come festeggiamenti in occasioni di ricorrenze
particolari, compleanni ecc., escursioni;
Per quanto riguarda gli interventi di prevenzione, si concentrano in particolare nei
piccoli centri di Calacea, Carani e Recas. A 25 km da Timisoara si trova la città di
Calacea nel distretto di Timiş, nella regione storica del Banato. Appartiene al comune di
Ortisoara ed ha una popolazione di 674 abitanti (2004). Si tratta di una città termale in
parziale declino. L’economia del villaggio dipende soprattutto dal petrolio e dal gas.
La città di Carani, confina con Calacea, dista circa 18 km da Timisoara, e conta circa
1794 abitanti.
Infine Recaş, anch’essa ubicata nel distretto di Timis, a circa 25 km da Timisoara, ha
una popolazione di circa 8.289 abitanti.
Pur avendo iniziato una certa diversificazione dell'attività economica, Recaş rimane
ancora strettamente legata all'agricoltura ed in particolare alla produzione di vini,
piuttosto rinomati in tutto il Paese.
Questi 3 centri rurali sono accomunati, oltre che da un economia prevalentemente
agricola, da condizioni di vita piuttosto precarie. Almeno il 50% delle famiglie vive in
condizioni di povertà, con ricadute notevoli rispetto all’accesso all’istruzione e
all’esposizione ai rischi legati al traffico di esseri umani, soprattutto per quanto
riguarda i minori. I minori che vivono nelle zone rurali sono soggetti vulnerabili e a
rischio di finire nel giro del traffico di esseri umani, pertanto l’attività di prevenzione è
fondamentale per rimuovere le cause del fenomeno.
32
Generatie Tanara da qualche anno ha implementato un centro aggregativo per minori a
Recas, dove sviluppa attività di prevenzione e sensibilizzazione contro la tratta rivolte
a minori.
Inoltre, in collaborazione con i Servizi Sociali delle comunità di Calacea e Carani, ha
avviato tra il 2014 e il 2015 due centri destinati all’accoglienza da lunedì e venerdì di
minori tra i 3 e i 12 anni esposti al rischio della tratta. Oltre a offrire un contesto
protetto e familiare, i centri avvieranno attività di prevenzione finalizzate allo sviluppo
della personalità sociale dei minori, e che si articoleranno in attività di sostegno
scolastico, educative, ludico ricreative. Nei centri vengono accolte e coinvolte nelle
attività anche 3-4 vittime di tratta inserite nei programmi di protezione dell’ente.
Tra fine 2014 e inizio 2015 l’ONG ha realizzato le seguenti attività nei 3 centri:
-
Accoglienza da lunedì a venerdì di 60 minori considerati a rischio;
Attività espressive e creative 2 volte la settimana:
o 1 laboratorio di arte terapia;
o 1 laboratorio di bigiotteria;
Attività di tutoraggio scolastico 2h al giorno da lunedì a venerdì;
Attività ludico ricreative e culturali sul territorio a cadenza bisettimanale:
o
(cinema, visita alla città, visita ai musei, teatro, ecc.);
o Attività ricreative, come festeggiamenti in occasioni di ricorrenze
particolari, compleanni ecc., escursioni;
BISOGNO SPECIFICO DEL TERRITORIO:
Circa il 68% delle 757 vittime di tratta identificate nel 2014 dal Governo e dalle
ONG non beneficia dei programmi di assistenza. Di queste 290 sono minori, per
la maggior parte provenienti da zone rurali molto povere, con significative carenze
educative e situazioni familiari difficili.
DESTINATARI
Circa 50 vittime di tratta, la maggior parte minori, che verranno inserite nei
programmi di protezione e di reinserimento sociale dell’ONG nel 2015;
60 minori a rischio tra i 3 e i 12 anni individuati da GT nel territorio di Calacea,
Carani, Recas che verranno accolti nel Centro e a cui verranno indirizzate
attività educative e ricreative
BENEFICIARI
Le famiglie delle vittime di tratta, con le quali avviene il ricongiungimento delle
vittime e che possono contare su una rete sociale nella quale trovare un
sostegno reale di fronte alle difficoltà relative alle problematiche economiche e
alla cura ed educazione dei figli;
le istituzioni nazionali (ANITP, polizia di stato ecc.) ed internazionali di settore e
quelle che interagiscono con l’Ente, affiancate nel compito di protezione,
assistenza e re-inserimento sociale delle vittime di tratta e di violenza
domestica;
la società civile, in quanto l’intervento dell’associazione opera una contro-cultura
che promuove il riconoscimento della dignità e il rispetto dell’essere umano e
della donna in particolare;
le famiglie e i parenti dei minori destinatari delle attività di prevenzione a
Calacea, a Carani, a Recas che sono sostenute dall’ONG nella responsabilità
educativa e possono affidare i figli a figure educative di fiducia;
DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI
L’intervento di GT è integrato, e incide sui diversi livelli e bisogni delle vittime e dei
minori a rischio: bisogni materiali, istruzione, cure sanitarie, alimentazione adeguata.
Gli interventi di prevenzione, infatti, vanno a incidere sulle cause della tratta, che sono
legate a diversi fattori.
Oltre agli interventi di prevenzione, i minori destinatari del progetto necessitano:
- di cure sanitarie adeguate, per quanto riguarda in particolare i minori disabili:
Amnesty International, Centre for Legal Resources e Save the Children-Romania
sostengono che in Romania molti disabili psichici non ricevano cure adeguate
e che molti ospedali, essendo sotto organico e non dotati di personale
33
-
specializzato, non rispettino gli standard internazionali sui diritti umani. Del
diritto a non essere discriminati dai coetanei e dalla comunità locale: vi sono
infatti problemi di di discriminazione contro i rom, che continuano a veder loro
negata parità di accesso all’istruzione, all’abitazione, ai servizi sanitari e
all’impiego.
E’ necessario implementare sul territorio percorsi di coscientizzazione sui diritti
della donna e dei minori e programmi di protezione per le vittime di violenza.
È necessario sostenere le famiglie nell’esercizio della genitorialità, per
preservare il diritto del minore alla famiglia.
È necessario qualificare l’offerta formativa, in particolare quella formale.
Per quanto riguarda le vittime, oltre al supporto offerto dall’associazione,
necessiterebbero ancora:
Di una rete sociale capace di sostenerle e di favorire la loro reintegrazione;
Di un tutoraggio delle attività professionali, anche al termine del programma
protettivo dell’ente;
Di una famiglia capace di valorizzarle e di favorire il loro reinserimento sociale. A
questo proposito i familiari stessi avrebbero bisogno di un sostegno formativo, e
di un accompagnamento nell’esercizio della loro genitorialità.
Di formazione professionale che possa facilitare il loro ingresso nel mondo del
lavoro.
OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI
Per quanto riguarda l’offerta di servizi analoghi si focalizzerà non solo l’offerta di servizi
presente a Timisoara e nel distretto di Timis, ma anche nelle diverse aree della
Romania. Questo perché il fenomeno della tratta è estremamente dinamico e le vittime
inserite nei programmi di prevenzione provengono dal territorio nazionale.
In generale il coordinamento delle attività nazionali di attuazione delle politiche antitratta è realizzato dall'Agenzia Nazionale contro la Tratta (ANITP), Dipartimento
nell'ambito del Ministero dell'Amministrazione e dell'Interno. L’ANITP ha diverse
funzioni, principalmente di coordinamento delle attività di cooperazione svolte dagli
enti pubblici con le ONG, per la realizzazione degli obiettivi della Strategia nazionale e
di studio e ricerca sulla diagnosi e l'evoluzione del fenomeno del traffico di esseri
umani. Sviluppa programmi per lo svolgimento delle attività di prevenzione del il
traffico di persone e di assistenza alle vittime di tratta, elabora e fonda programmi di
interesse nazionale per la prevenzione della tratta di persone e l'assistenza alle vittime,
ai fini del reinserimento sociale.
Rispetto a queste azioni ci sono diversi contatti e forme di collaborazione con Generatie
Tanara.
In particolare le istituzioni gestiscono le seguenti strutture:
9 centri di protezione ed assistenza alle persone vittime di tratta, istituiti ai
sensi della Legge nr. 678/2001, e subordinati ai Consigli provinciali, nelle città di
Arad, Botosani, Galati, Giurgiu, Iasi, Ilfov, Mehedinti, Satu-Mare, Timis.
11 centri di transito / centri di prima accoglienza per i minori non
accompagnati e vittime di tratta, istituiti ai sensi della legge nr. 678/2001, e
subordinati ai Consigli provinciali, nelle città di Arad, Bihor, Botosani, Bucuresti,
Galati, Giurgiu, Iasi, Mehedinti, Neamt, Satu-Mare, Suceava,Timis.
A questi si aggiungono diversi centri di protezione ed assistenza per le vittime di tratta
costituiti da ONG, che offrono servizi complessi e specializzati di assistenza alle vittime
di tratta per un lungo tempo, da un periodo minimo di sei mesi, fino al raggiungimento
della loro autonomia.
Tra le principali associazioni che si occupano di tratta ci sono:
ADPARE (Association for Developing Alternative Practices for Reintegration and
Education): associazione presente a Bucarest, che offre diversi servizi alle vittime
di tratta, tra i quali assistenza sociale, legale, medica, sostegno psicologico e
terapia di gruppo, terapia occupazionale, art therapy, inserimenti professionali;
Associazione “Reaching out” a Pitesti, che presenta uno shelter con soggiorno
medio di un anno per le vittime di tratta, a cui viene offerta terapia occupazionale,
assistenza, formazione professionale;
La Chiesa Ortodossa Rumena, che fornisce servizi residenziali per le vittime;
L’associazione “Betania” a Bacau, che tra le varie strutture presenta un centro
per l'inserimento e l'integrazione dei giovani che sono stati protetti dalla Direzione
Generale della previdenza sociale e la protezione dei bambini di Bacau previdenza
sociale e la protezione dei bambini, e altri soggetti a rischio, tra cui vittime del
34
-
traffico di esseri umani. Il centro mette a disposizione 22 posti in 3 case di tipo
familiare.
“Fundatia Filantropia” a Timisoara che offre assistenza e programmi di
protezione alle vittime di tratta e integrazione socio-professionale.
Per quanto riguarda le attività per minori a rischio, nel territorio è presente una
Direzione dei Servizi Sociali/Assistenza Sociale, che dovrebbe erogare servizi di
prevenzione per tutelare i minori e, laddove possibile, evitare di separarli dalle loro
famiglie. Tuttavia per realizzare questi interventi, i Servizi non possono fare a meno
della collaborazione dell’ONG, come conferma il partenariato realizzato a Recas. Oltre a
GT, sono poi presenti:
“Save the Children”, che sviluppa progetti di prevenzione e intervento su abusi,
counseling per bambini e famiglie, informazioni sull‟abuso sui media e durante vari
eventi organizzati per
professionisti e gente comune.
La Caritas della Chiesa cattolica a Timisoara, che fornisce un ambiente sicuro
grazie all‟accoglienza in strutture di alloggio di donne e bambini vittime di violenza.
Come si evince dalla descrizione di cui sopra, ci sono diverse ONG presenti sul territorio
che garantiscono protezione alle vittime, tuttavia Generatie Tanara è una delle poche
davvero attive in termini di identificazione e trattamento delle vittime di tratta,
monitorando e gestendo casi di vittime del traffico di esseri umani segnalate dalla
polizia all’interno del paese, ma anche quelle che vengono individuate nei paesi esteri,
grazie alle collaborazioni con istituzioni e associazioni internazionali, tra le quali
l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII o
“Save the Children” per quanto
riguarda la Moldavia.
I dati del report US 2014 Trafficking in Persons Report confermano comunque che gli
interventi del governo non sono ancora sufficienti a proteggere le vittime, il
cui numero supera di gran lunga i servizi disponibili per assisterli, come già
descritto nel contesto settoriale.
La continua richiesta di accoglienza di vittime di tratta, che si aggira tra le 60 e le 90
richieste, dimostra comunque che la domanda di servizi di questo tipo non viene
soddisfatta dall’offerta e richiede un intervento più efficace in termini quantitativi e
qualitativi.
I Servizi stessi hanno appena stretto un partenariato a Recas, e sono in collaborazione
con l’ente anche a Carani e Calacea, chiedendo all’associazione un supporto concreto
nella prevenzione con i minori, in quanto gli interventi istituzionali e delle altre
associazioni, non sono sufficienti.
INDICATORI UTILIZZATI PER MISURARE IL CONTESTO
-
N. vittime di tratta identificate nel 2014;
Percentuale delle vittime che non ricevono assistenza;
N. minori vittime di tratta;
N. programmi di protezione attivati da Generatie Tanara nel 2015;
N. minori inseriti nei centri di Recas, Calacea e Carani e destinatari delle
attività di prevenzione;
N. attività espressive e creative realizzate settimanalmente;
N. ore di tutoraggio scolastico realizzate;
N. attività ludico ricreative e culturali sul territorio e frequenza con cui
vengono realizzate;
RUSSIA
In Russia, il progetto “Caschi Bianchi, Corpo civile di pace 2015 - Eurasia” si
sviluppa nelle città di Astrakhan ed Elista e ha l’obiettivo di rafforzare e
qualificare gli interventi rivolti ai minori, ai disabili e alle persone senza fissa
dimora che vivono situazioni di forte disagio ed esclusione sociale, attraverso
attività educative e monitoraggio. L’intervento dell’Ente a favore di questi gruppi
più vulnerabili della società ha un forte impatto nelle città in cui si opera e di cui sotto
descriviamo il contesto territoriale, settoriale e i bisogni specifici.
35
CONTESTO TERRITORIALE E SETTORIALE E DESCRIZIONE DEL BISOGNO
SPECIFICO
Riguardo alla descrizione settoriale dei problemi sociali non è stato possibile trovare dei
dati specifici per i territori coinvolti nel progetto. Il problema dell’informazione
sulle problematiche sociali viene riportato dalle diverse agenzie che lavorano
nell’area dei diritti umani in Russia.
ELISTA:
CONTESTO TERRITORIALE
Elista (100,000 ab. circa), è la capitale della repubblica di Calmucchia, regione
situata nella Russia sud-occidentale, nella pianura prossima al mar Caspio. Formatasi
come cittadina nel 1865 da sole 15 case, nel 1920 è diventata un centro
amministrativo autonomo.
Dopo la Seconda guerra mondiale Stalin costrinse all'esilio in Siberia gran parte
dei Calmucchi residenti nella da poco istituita Repubblica Autonoma Sovietica dei
Calmucchi, con l’accusa di aver appoggiato i tedeschi durante la guerra, e cercò
di ripopolarla con russi. La città, che venne ribattezzata Stepnoj, visse un'altra
"ondata" di sviluppo. La città mantenne quel nome fino al 1957 quando i calmucchi
sopravvissuti alla deportazione furono autorizzati al rientro.
La repubblica (290.000 ab circa) si estende su una superficie di 76,100 km2; oltre il
44 % della popolazione vive in contesti urbani, con una densità di circa 3,8 km2.
Storicamente la predominanza degli abitanti è di provenienza mongola (60%),
Russi (30%) ed il 10% di altre popolazioni che migrarono in questo territorio.
I Calmucchi essendo in prevalenza Buddisti hanno creato un contesto
territoriale dall’aspetto insolito rispetto alle realtà territoriali circostanti, che
in prevalenza è influenzata da una cultura Cristiano Ortodossa e Mussulmana.
Il 50% della popolazione della Calmucchia risiede ad Elista, dove lo sviluppo
urbano ed economico cittadino si basa principalmente sulla raffinazione di materie
minerali e sull’estrazione di oli combustibili, fattore che purtroppo non si traduce nella
sufficiente creazione di significative opportunità lavorative (fonte Kalmykia.eu).
CONTESTO E DESCRIZIONE SETTORIALE DEL BISOGNO SPECIFICO
Ad Elista l’Ente Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII opera prioritariamente
con persone aventi problemi di disabilità, attraverso l’accoglienza residenziale in
strutture di multiutenza, e promuovendo attività educative all’interno di un centro
diurno.
La disabilità in Russia è una condizione che le istituzioni e la società civile non
considerano. Lo stato Russo attraverso i suoi attori istituzionali e sociali non è mai
riuscito a creare una reale integrazione sociale dei soggetti disabili, basata
sull’inserimento delle diverse identità in un contesto all’interno del quale non siano
presenti discriminazioni. Inoltre va considerato che in Russia per disabilità si intende
l’incapacità di lavorare e l’unico strumento di supporto da parte dello Stato è
l’elargizione di una pensione. Infatti il sistema pensionistico russo prevede che
beneficino del contributo statale quei cittadini che per varie ragioni non hanno diritto
alla pensione da lavoro tra cui i disabili di I-II-III gruppo (inclusi i minori) che non sono
stati mai occupati o che non hanno maturato un numero minimo di anni di
contribuzione (pensione statale d’invalidità), dove per III gruppo si intende :
I gruppo: 100% di perdita della capacità lavorativa con assistenza continua
II gruppo: 100% di perdita della capacità lavorativa senza assistenza continua
III gruppo: 50% di perdita della capacità lavorativa senza assistenza continua
(Fonte: “Il sistema pensionistico della Federazione Russa, 2014-2015” - Cristina
Carpinelli, ISPI School - Milano Associazione Italia-Russia Lombardia)
Da questo sistema sono esclusi tutte quelle persone che nonostante la loro disabilità,
non rientrano nel sistema dei gruppi. Questo sistema e lo scarso interesse da parte
delle istituzioni verso i bisogni e le problematiche delle persone con disabilità fa sì che
non siano reperibili stime ufficiali, soprattutto a livello locale. I dati utilizzati, pertanto,
36
sono stati elaborati dall’ente e dalle associazioni che operano da anni nel territorio e
che raccolgono i dati delle persone accolte nelle strutture, inserite nelle progettualità o
che semplicemente prendono contatto per esplicitare un bisogno.
Gli operatori dell’Ente presenti sul territorio di Elista stimano la presenza di
persone con disabilità vicina al 10 % della popolazione locale, dato in linea
con la media nazionale, stima confermata dalla rivista online Elista.org nel
dicembre 2014 quando dichiarò che erano ben 24 mila le persone che nella regione
beneficiavano della pensione statale per le persone con disabilità.
I servizi statali e associativi rivolti a soggetti con disabilità ad Elista - come nella
regione della Calmucchia sono molto limitati. Il percorso di sensibilizzazione della
società nei confronti della disabilità è ancora agli inizi. L’indifferenza rispetto a questa
tipologia di persone è evidente se si considera l’assenza di programmi scolastici e
ricreativi sul territorio che rispondano ai bisogni dei disabili. L’emarginazione ha inizio
già sui banchi di scuola, dove i bambini con disabilità vengono inseriti in strutture ad
hoc (non in classe con bambini normodotati), dato che solo il 3 % delle scuole russe
adotta programmi specifici per persone con disabilità. Anche le infrastrutture cittadine
condizionano
significativamente la vita dei disabili: vi sono numerose barriere
architettoniche, dai trasporti alle strade dissestate, incrementando oltremodo
quell’emarginazione sociale che già porta i disabili e recludersi nelle proprie abitazioni.
Oltremodo emblematico nella Federazione Russa il tasso di Istituzionalizzazione delle
persone con disabilità, soprattutto minori, che secondo i dati dell’Unicef è tra i più alti
al mondo.
L’Associazione comunità Papa Giovanni XXIII interviene ad Elista nell’ambito della
disabilità attraverso l’accoglienza residenziale in una casa famiglia e l’inserimento
diurno in un centro aperto ai disabili presenti sul territorio.
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII ad Elista offre:



Accoglienza residenziale a 7 adulti con disabilità, 2 con invalidità fisica, 1 con
sindrome di Down e 4 in stato di abbandono familiare
Accoglienza residenziale di 1 adulto borderline;
Inserimento di 20 disabili nel centro diurno di Elista;
Fin ad ora nel corso del 2015 sono state realizzate le seguenti attività:

Attività di sviluppo delle autonomie 2 volte a settimana per i disabili accolti e
quelli inseriti nel centro diurno;

Attività di supporto scolastico ed extrascolastico a favore di una ragazza con
disabilità fisica accolta dall’Ente iscritta alle scuole superiori;

Iscrizione all'università di psicologia a Mosca e supporto scolastico nella
preparazione degli esami a favore di una ragazza con disabilità fisica accolta
dall’Ente;

Attività ludico ricreative e di socializzazione 4 volte al mese per i disabili accolti
(gite nei musei, cinema, passeggiate) e per quelli del centro diurno;

2 volta la settimana laboratori manuali con attività di lavorazione della
cartapesta, lana di vetro-cera, legno e creazione di oggettistica (candele,
lavorazione a maglia, bigliettini, braccialetti) per i disabili del centro;

Partecipazione con gli utenti accolti e con gli utenti del centro a feste cittadine
in cui si espongono i lavori creati e partecipazione alla Giornata dell'invalido in
cui si organizzano degli spettacoli di ballo;

Attività sportive nella palestra statale 1 volta a settimana, e ogni 2 mesi
organizzazione di eventi sportivi per i disabili del centro;

Realizzazione di un campo estivo per gli utenti del centro diurno e per i giovani
della città coinvolti durante l’anno in attività di volontariato presso il centro
diurno dell’Ente;
37

2 volte a settimana corso di lingua italiana per 10 ragazzi disabili esterni alle
attività del centro;

Eventi ed attività con banchetti di sensibilizzazione e promozione sul territorio
finalizzati alla creazione di una cultura della solidarietà 3 volte l’anno.
BISOGNI SPECIFICI
La disabilità in Russia è una condizione che le istituzioni e la società civile non
considerano. Lo stato Russo attraverso i suoi attori istituzionali e sociali non è mai riuscito
a creare una reale integrazione sociale dei soggetti disabili, basata sull’inserimento delle
diverse identità in un contesto all’interno del quale non siano presenti discriminazioni.
L’indifferenza rispetto a questa tipologia di persone è evidente se si considera
l’assenza di programmi scolastici, ricreativi e di occasioni di socializzazione ad Elista,
come nel resto della Russia, che rispondano ai bisogni dei disabili e degli utenti accolti
dall’Ente, che si ritrovano isolati dalla società.
Tale isolamento è aggravato dalla scarsa autonomia degli utenti stessi e dall’assenza di
una rete sociale capace di valorizzare e integrare chi è disabile.
DESTINATARI

7 adulti con disabilità accolti nelle strutture dell’Ente;

1 adulto borderline accolto nelle strutture dell’Ente

20 disabili inseriti nel centro diurno di Elista, e i 3 che verranno inseriti;
BENIFICIARI

le 8 famiglie dei utenti accolti quotidianamente e per le 23 famiglie degli utenti
del centro diurno di Elista, orientandole allo sviluppo di una mentalità
d’integrazione e riconoscimento della diversità come valore positivo;

la popolazione di Elista, ed in particolare i giovani, che attraverso i servizi
forniti dall’ente viene sensibilizzata e coinvolta nello spirito di solidarietà e
rispetto dei più deboli, in particolare dei disabili;

gli attori istituzionali e sociali locali, destinatari del lavoro d’integrazione sociale
e lavoro coordinato in rete fatto dall’ente.
DOMANDA DEI SERVIZI ANALOGHI
Per quanto riguarda il target del progetto, ovvero i disabili, si possono individuare i
seguenti bisogni e quindi la conseguente richiesta di intervento:

lo scarso inserimento nel contesto sociale e l’accesso pressoché inesistente ad
attività educative o ricreative;

la noncuranza delle famiglie, che si materializza con l’abbandono delle persone
con disabilità. E’ necessario un sostegno alle famiglie che fanno fatica a
crescere figli disabili per problemi economici o culturali;

la diffusione di una cultura che si basi sul rispetto delle differenze, sia nei
contesti educativi formali, che in quelli non formali e informali;

lo stato Russo per legge prevede posti di lavoro destinati a soggetti
svantaggiati, che però solitamente si tramuta in un nulla di fatto. Sarebbe
necessaria l’applicazione della normativa prevista;

sarebbe necessario affrontare l’istituzionalizzazione e la reclusione in contesti
casalinghi di questi soggetti attraverso un piano annuale che coinvolga i disabili
in attività lavorative e ricreative, volte ad un’integrazione sociale reale;

manca l’informazione e sensibilizzazione dei disabili e delle famiglie stesse dei
propri diritti.
OFFERTA DEI SERVIZI ANALOGHI
La principale offerta dei servizi analoghi riferiti al target del progetto, quindi a persone
disabili, è costituita dal Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Sociale, che
interviene su quei soggetti disabili ai quali viene diagnosticato un grado elevato di
handicap mentale o fisico, e dai Servizi Sociali.
Il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Sociale, dopo aver individuato i soggetti disabili
e le criticità legate alle singole situazioni, dovrebbe provvedere all’inserimento
lavorativo e sociale delle persone disabili, attraverso percorsi di sviluppo delle
autonomie. Pur essendo questa procedura prevista per legge, nel concreto è molto raro
veder implementato questo programma di inserimento da parte del Ministero.
38
Il Ministero della Salute è l’istituzione che principalmente segnala casi particolari e
gravi di persone con disabilità presenti sul territorio e li segnala alle associazioni locali.
L’Associazione dei disabili locale e l’Ass. della Repubblica Calmucchia,
attraverso anche il Ministero dello Sport, organizzano attività sportive, gare e tornei, a
livello regionale e nazionale, specificatamente dedicate a portatori di handicap.
Sono presenti nella città di Elista 3 centri Dom Rebionka: uno si chiama Dom
Maliutka ed ospita bambini disabili fino ai 3 anni, il secondo ospita bambini disabili dai
3 ai 6 anni e l’ultimo è riservato alle accoglienze per minori fino ai 18 anni.
INDICATORI DI CONTESTO:

n. persone disabili presenti sul territorio;

n. persone disabili che beneficiano della pensione statale;

n. disabili accolti in modalità residenziale nelle strutture dell’Ente;

n. disabili inseriti nelle strutture dell’Ente

n. attività di sviluppo delle autonomie realizzate;

n. attività educative realizzate;

n. attività di sostegno socio-psicologico realizzate;

n. attività ludico-ricreative realizzate;

n. attività laboratoriali realizzate;

n. attività sportive realizzate;

n. eventi ed attività di sensibilizzazione e promozione sul territorio.
ASTRAKHAN:
CONTESTO TERRITORIALE
Astrakhan è una città di circa 500.000 abitanti, è una delle principali città della
parte meridionale della Russia europea, capoluogo dell'omonima regione. La città
è situata sul fiume Volga, presso la sua foce nel Mar Caspio.
La regione di circa 44.000 km2, è situata nel Sud della parte europea della Russia,
confina con le Regioni
di Volgograd e di Samara, con la Repubblica di Calmucchia e con il Kazakistan. La
popolazione é di circa
1 016 516 di abitanti.
La regione di Astrakan è molto ricca di materie prime: nel sottosuolo si trovano ricchi
giacimenti di greggio, di gas metano, di gesso, di sostanze indispensabili per la
produzione di vernici naturali. Il giacimento più importante è “Astrakhanskoe
gasokondensatnoe”, scoperto nel 1976 (Bancaintesa, 2010).
Il clima della regione è continentale, molto arido, con inverni rigidi ed estati molto
calde e secche durante le quali si raggiungono picchi di temperatura fra i più elevati
dell'intera Russia. Nel capoluogo Astrachan' le temperature medie oscillano fra i −7 °C
di gennaio e i 25 °C di luglio, mentre le precipitazioni medie annue ammontano a soli
175 millimetri, senza particolari concentrazioni stagionali. Il clima secco impoverisce la
vegetazione naturale; l'intera oblast' è infatti compresa nella fascia della steppa arida,
che in alcuni punti trapassa nel semideserto che occupa le coste del mar Caspio
(Wikipedia, 2015).
CONTESTO E SETTORIALE E DESCRIZIONE DEL BISOGNO SPECIFICO
Ad Astrakhan l’Ente Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII opera
prioritariamente con minori, disabili, donne con minori e persone senza fissa
dimora che vivono situazioni di forte disagio ed esclusione sociale, attraverso
l’accoglienza residenziale in strutture di multiutenza, promuovendo attività educative e
attraverso le attività dell’Unità di Strada.
Per quanto riguarda i minori, nella regione di Astrakhan è diminuito il numero di
39
bambini che hanno bisogno di un nucleo familiare. Negli istituti per bambini
restano liberi più del 30% dei posti. A fine 2014, nella regione di Astrakhan erano
ospitati in istituti per orfani e bambini rimasti senza cure parentali, circa 900
minori, mentre nel 2013 il loro numero superava i 1,400. I minori abbandonati nel
corso del 2014 sono stati 29, 18 meno rispetto allo scorso anno.
Tuttavia, il numero delle madri single è aumentato: ben 2053 bambini sono nati
in famiglie monoparentali, dove solitamente il genitori è la madre, che è quasi un
terzo in più rispetto al 2013. A questo si aggiunge anche il dato preoccupante dei
padri che riconoscono i propri figli. Infatti nel 2014 il numero si è ridotto da
2336 a 2301 (-35).
Così come la situazione dei padri, si è ridotto il numero di adozioni, infatti nel 2014
sono state registrati 128 atti di adozione, 21 in meno rispetto al 2013.
Secondo l'elaborazione di un censimento nella zona ci sarebbero più di 17 mila
persone disabili in età lavorativa, e 14 mila di loro sarebbero disoccupate. La
situazione risulta paradossale infatti ci sarebbero posti di lavoro reali per
persone disabili ma che alla fine non sono occupati. La ragione di questa situazione
non è chiara, anche se si può spiegare in due modi: le persone con disabilità sono
poco informati sulle possibilità di occupazione e formazione, o hanno paura di
perdere le loro pensioni e le modifiche dello stile di vita.
La situazione dei senza fissa dimora non è tracciabile per l’assenza di dati e di
interventi dello Stato a favore di quest’ultimi. Gli unici dati possibili sono quelli
raccolti dall’Ente attraverso i suoi interventi. L’ente infatti supporta
settimanalmente circa 40 senzatetto, fornendo sostegno alimentare e sociosanitario.
Nel corso del 2015 l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII ha cercato di far fronte
a queste problematiche attraverso i seguenti interventi:

accoglienza di 2 minori orfani in età scolare, provenienti da istituto, nelle
strutture residenziali dell’Ente ad Astrakhan;

accoglienza di 1 madre sola con 2 bambini nelle strutture residenziali dell’Ente
ad Astrakhan;

accoglienza di 2 disabili nella struttura residenziale dell’Ente ad Astrakhan;

accoglienza di 1 adulto disabile senzatetto nella struttura residenziale dell’Ente
ad Astrakhan;

accoglienza di 1 giovane senzatetto nella struttura residenziale dell’Ente ad
Astrakhan;

sostegno a 5 famiglie povere attraverso il progetto delle adozioni a distanza.
Nel corso dell’anno sono state portate avanti le seguenti attività:

attività educative e sanitarie per tutti gli utenti accolti nelle strutture dell’Ente;

attività scolastiche ed extrascolastiche rivolte ai 4 minori accolti nelle strutture
dell’Ente;

laboratorio di igiene personale a favore dell’ adulto disabile senzatetto accolto
nella struttura dell’Ente;

attività di assistenza sanitaria particolare, inserimento lavorativo, sostegno
nell'attività educativa dei figli a favore della ragazza madre accolta nella
struttura dell’Ente;

sostegno nell’ inserimento lavorativo e sociale a favore del giovane senzatetto
accolto nella struttura dell’Ente;
40

sostegno economico e sociale per le 5 famiglie inserite nel progetto delle
adozioni a distanza.
Infine l’Ente nelle città di Astrakhan porta avanti una Unità di Strada che hanno
raggiunto i seguenti risultati:



sostegno a 40 senzatetto presenti sul territorio;
distribuzione di circa 200 pasti a persone che vivono sulla strada;
realizzazione di circa 10 interventi di orientamento socio-sanitario a persone
incontrate sulla strada.
BISOGNO SPECIFICO 2
Presenza nel territorio di Astrakhan di gruppi vulnerabili (minori, disabili, donne con minori e
senzatetto) in stato di abbandono a cui non sono garantite forma di assistenza, percorsi
formativi/educativi, percorsi per l’acquisizione dell’autonomia o il reinserimento sociale
adeguati.
DESTINATARI

2 minori orfani accolti nelle strutture dell’Ente, e i 2 minori che verranno
accolti;

2 disabili accolti in modalità residenziale nelle strutture dell’ente;

40 senzatetto sostenuti dall’ente attraverso l’unità di Strada, e i 10 senzatetto
che verranno inseriti nel progetto;

1 adulto disabile senzatetto accolto nelle strutture dell’Ente;

1 giovane senzatetto accolto nelle strutture dell’Ente;

1 ragazza madre e i 2 bambini accolti nelle strutture dell’Ente;

5 famiglie povere sostenute dal progetto adozioni a distanza, e le 2 famiglie
che verranno inserite nel progetto.
BENIFICIARI

le 5 famiglie degli utenti accolti quotidianamente, che avranno la possibilità di
intraprendere dei percorsi di stabilizzazione che possano portare a un possibile
reinserimento degli utenti nella società civile oltre alla possibilità di orientarle
allo sviluppo di una mentalità d’integrazione e riconoscimento della diversità
come valore positivo;

la popolazione di Astrakhan, che attraverso i servizi forniti dall’ente viene
sensibilizzata e coinvolta nello spirito di solidarietà e rispetto dei più
emarginati;

gli attori istituzionali e sociali locali, destinatari del lavoro d’integrazione sociale
e lavoro coordinato in rete fatto dall’ente.

La società civile e le istituzioni pubbliche che saranno attivate e sensibilizzate
alla costruzione di una cultura di accoglienza e integrazione e che potranno
usufruire di un interlocutore con cui poter lavorare in rete e una risorsa
ulteriore nel rispondere ai bisogni dei cittadini.
DOMANDA DEI SERVIZI ANALOGHI
Per quanto riguarda il target del progetto si possono individuare i seguenti bisogni e
quindi la conseguente richiesta di intervento:

Un problema correlato al fenomeno dei senza tetto e dei minori che vivono in
strada è quello della tossicodipendenza e soprattutto dell’alcolismo, Il governo
lancia campagne contro l’alcool e la droga, ma di fatto mancano una vera
politica di prevenzione e strutture riabilitative per alcolisti e tossicodipendenti.
41

Un problema invece correlato alle condizioni dei minori è quello dell'HIV/AIDS,
ritenuta un'emergenza nazionale. Si sta sperimentando una crescita
rapidissima dell'epidemia, tra le più alte in Europa. Un numero preoccupante di
nuove infezioni è ora riscontrato anche nelle donne in età fertile;

manca l’informazione e sensibilizzazione dei disabili e delle famiglie stesse dei
propri diritti.;

lo stato Russo per legge prevede posti di lavoro destinati a soggetti
svantaggiati, che però solitamente si tramuta in un nulla di fatto. Sarebbe
necessaria l’applicazione della normativa prevista;

Mancanza di dormitori, infrastrutture e percorsi riabilitativi per i senzatetto;

la diffusione di una cultura che si basi sul rispetto delle differenze, sia nei
contesti educativi formali, che in quelli non formali e informali
OFFERTA DEI SERVIZI ANALOGHI
Sul territorio di Astrakhan non vi sono presenti altri enti che svolgono attività di
assistenza ai senza fissa dimora. In occasione delle grandi festività ortodosse (2-3
volte l’anno) i protestanti si recano presso un paio di chiese più famose e distribuiscono
pasti ma non hanno costanza. Sono presenti delle piccole mense per i poveri presso
alcune chiese ortodosse, all’interno delle quali viene sottoposta una selezione
dei beneficiari. Infine sono presenti due dormitori femminili statali e due
dormitori maschili sempre statali, dove per i senzatetto, dopo i primi tre giorni
che la persona viene accolta gratuitamente, i successivi giorni di
pernottamento sono garantiti dal pagamento di una "tangente" giornaliera.
Il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Sociale interviene su quei soggetti disabili
a quali viene diagnosticato un grado elevato di handicap mentale o fisico attraverso
l’inserimento nei “Dom Rebyonka”, e nei “Dom Dyetskii”. I “Dom Rebyonka” accolgono
principalmente minori disabili fino a 4 anni, mentre i “Dom Dyetskii” accolgono minori
fino alla maggiore età e sono caratterizzati però dalla frequenza di episodi di
maltrattamenti e violenza di vario genere. Dopo la maggiore età l’unica opportunità per
i disabili che non hanno nessun tipo di sostegno familiare, sono gli istituti psichiatrici,
dove le numerose mancanze strutturali (sia educative che ambientali) non riescono a
rispondere alle necessità dei disabili accolti.
Ad Astrakhan sono attivi 4 Dom Rebjonka:

Kapelka: che accoglie circa 30 neonati;

Zvjozdochka: che accoglie circa 100 neonati;

Ajstjonok: che accoglie circa 100 neonati;

Ulitka: un orfanotrofio per sole ragazze che accoglie circa 40 ragazzine.
Inoltre sono presenti 8 Detskie Doma, con denominazioni diverse a seconda dei
destinatari (orfanotrofi per minori con problemi all'udito, orfanotrofi di correzione etc.),
diverse scuole-istituti, dove i bambini, provenienti soprattutto da famiglie disagiate
o con genitori con problemi di alcolismo si trovano dal lunedì al venerdì e spesso anche
i fine settimana. Non si trattano di orfanotrofi veri e propri (perché spesso i bambini
hanno i genitori ) ma concettualmente si distinguono poco da essi.
Inoltre nella regione di Astrakhan vi sono circa altri dieci orfanotrofi, di cui il più
famoso è Raznochinovka, dove sono accolti circa 300 bambini disabili, con
patologie diverse, divisi sostanzialmente per età e sesso e non per necessità
di approccio.
Da notare che sia per gli orfanotrofi, per le carceri, per gli internati, per anziani, per
disabili e per tutte le strutture statali vale la regola che nessun ente che porti nella
propria denominazione accenni religiosi o stranieri è accettato, mentre i privati sono
accettati solo se sponsorizzano le leggi, cioè se passano tangenti alle istituzioni.
42
INDICATORI DI CONTESTO
















n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
n.
persone disabili presenti sul territorio;
persone disabili che beneficiano della pensione statale;
disabili accolti in modalità residenziale nelle strutture dell’Ente;
senzatetto presenti sul territorio;
senzatetto accolti dall’Ente;
minori abbandonati;
minori accolti dall’ente;
donne sole con figli presenti sul territorio;
donne sole con figli accolte dall’Ente
attività di sviluppo delle autonomie realizzate;
attività educative realizzate;
attività di sostegno socio-psicologico realizzate;
attività ludico-ricreative realizzate;
attività laboratoriali realizzate;
attività di assistenza sanitaria;
attività di inserimento lavorativo
8) Obiettivi del progetto:
L’obiettivo generale è la realizzazione di un modello di intervento integrato a più
livelli, finalizzato a rimuovere le cause del disagio e della marginalità sociale con una
metodologia nonviolenta. Tale modello si realizza attraverso la condivisione diretta con
vive situazioni di disagio. A partire dalle relazioni concrete, dalla lettura condivisa dei
contesti e dei conflitti che li caratterizzano, vengono sviluppate azioni di educazione,
sensibilizzazione, informazione, finalizzate alla promozione di una cultura di solidarietà
e pace e cooperazione tra i popoli.
Tale obiettivo generale si coniuga in due obiettivi trasversali e comuni a tutti i
progetti denominati Caschi Bianchi oltre che in specifici obiettivi per ciascun progetto e
per ogni territorio:
Obiettivo
Trasversale 1:
Obiettivo
trasversale 2:
Potenziare del 20% la produzione e la diffusione di materiale informativo
prodotto attraverso il sito www.antennedipace.org e le piattaforme social
ad esso collegati utili ad informare la società civile italiana sulle situazioni
di conflitto e violenza strutturale nei paesi di destinazione del progetto.
Qualificare l’azione di ricaduta dei rapporti UPR nei paesi di realizzazione
del progetto incrementando l’azione di diffusione del 10% e il
monitoraggio del recepimento delle indicazioni da parte dello stato in cui
si realizza il progetto
GEORGIA
BISOGNO SPECIFICO
I 460 minori individuati dall’Ente in condizioni di estrema povertà, disagio familiare, sociale ed
educativo non ricevono l’adeguato sostegno dal punto di vista della sanità, della
scolarizzazione e della tutela dalla violenza familiare. A questi si aggiungono i circa 2000
minori delle famiglie che attualmente abitano nella baraccopoli le quali vivono in condizioni di
disagio e quotidianamente richiedono un intervento dell’Ente o dei Servizi Sociali, ma a cui
non si riesce a dare adeguata risposta a causa di insufficienti risorse umane ed economiche.
43
OBIETTIVO SPECIFICO
Inserimento di altri 37 minori nelle progettualità dell'Ente facilitando l'accesso ai controlli
medici di base, alle attività di sostegno scolastico e supporto quotidiano, e qualificazione degli
interventi educativi e di supporto già implementati.
INDICATORI DI CONTESTO
- N. minori accolti nelle due
strutture d’accoglienza
dell’Ente;
- N. di attività settimanali di
tutoraggio scolastico a
favore dei minori accolti
nelle strutture dell’Ente;
- N. minori che vivono nella
baraccopoli coinvolti nelle
progettualità dell’Ente;
- N. di interventi ludicoricreativi settimanali a
favore dei minori della
baraccopoli;
- N. minori che necessitano di
supporto educativo nella
baraccopoli individuati
dall’Ente;
- N. minori in gravi difficoltà
facenti parte delle famiglie
che vivono nella città di
Batumi, specificatamente
segnalate dai Servizi
Sociali;
INDICATORI DI RISULTATO
- Incremento del numero di
accoglienze da 14 a 16
- Garantire l'inserimento delle
nuove accoglienze nelle 3
attività di tutoraggio
scolastico a settimana nelle
strutture dell'Ente;
RISULTATI ATTESI
-
Migliorate le condizioni
di salute, economiche e
psicologiche dei minori
accolti, e delle loro
famiglie, vittime di
estrema povertà
-
Migliorato il rendimento
scolastico e lo sviluppo
cognitivo dei 16 minori
accolti nelle strutture
dell’Ente
-
Migliorata la coesione
sociale, l’educazione, le
condizioni di salute e la
socializzazione dei 490
minori che vivono nella
baraccopoli coinvolti
nelle progettualità
dell’Ente e di
conseguenza delle
relative 110 famiglie e
del tessuto sociale della
baraccopoli
-
Rafforzato il supporto
ai Servizi Sociali,
migliorate le condizioni
di vita dei minori e
delle famiglie segnalati
nella città di Batumi,
per condizioni di grave
disagio sociale, fisico
ed economico
-
Realizzati
allontanamenti
familiari nei casi di
violenza e di
conseguenza migliorato
l’ambiente familiare, le
condizioni di vita di
donne e minori.
-
Stimolata la riflessione
e la denuncia di episodi
di violazione dei diritti
umani
- Incremento del n. di minori
che vivono nella baraccopoli
coinvolti nelle progettualità
dell’Ente da 460 a 490;
- Incremento degli interventi
ludico-ricreativi in
baraccopoli da 2 a 3 volte la
settimana
- Coinvolgimento di 30 nuovi
minori nelle progettualità
dell’Ente, in aggiunta ai 460
attualmente già raggiunti
- Incremento del n. di minori
in gravi difficoltà supportati
dall’Ente e segnalati dai
Servizi Sociali nella città di
Batumi da 30 a 35
- N. di visite settimanali a
favore di minori e famiglie
in gravi difficoltà nella città
di Batumi, specificatamente
segnalati dai Servizi Sociali;
- Incremento delle visite di
sostegno a minori e famiglie
specificatamente segnalati
dai Servizi Sociali da 15 a
20 la settimana
- N. di accompagnamenti a
favore di donne e minori
vittime di violenze
domestiche
- Incremento del n. di
accompagnamenti a donne
e minori vittime di violenze
domestiche da 10 a 13
ROMANIA
a. Bucarest
BISOGNO SPECIFICO DEL TERRITORIO 1:
Nell’ottobre 2014 sono state identificate poco più di 1.000 persone che vivono nelle
fogne e per le strade di Bucarest in situazioni di forte povertà ed emarginazione, prive di
cure sanitarie, di un’abitazione, di beni materiali di prima necessità e di supporto psicologico.
44
Si rileva altresì come una delle cause principali del fenomeno sia rappresentata dalle scarse
opportunità educative rivolte ai minori.
OBIETTIVO SPECIFICO DEL TERRITORIO 1:
Incrementare e qualificare gli interventi di assistenza rivolti ai 150 adulti destinatari
dell’accoglienza nella struttura dell’ente e delle attività esterne in collaborazione con altre
associazioni e implementazione di attività di prevenzione e animazione sociale per 100 minori
INDICATORI
DI CONTESTO
DI RISULTATO
RISULTATI ATTESI
-
-
-
-
-
-
-
-
n. persone che
attualmente vivono nelle
fogne di Bucarest;
n. accolti annualmente
nella struttura dell’ente;
n. Attività di assistenza
e di sviluppo delle
autonomie per gli accolti
nella struttura;
n. accolti che ogni anno
hanno completato il
percorso nella struttura
dell’ente per andare in
autonomia;
n. destinatari
dell’intervento dei “Frati
missionari della Carità” e
frequenza di
realizzazione delle
attività;
n. persone di strada
destinatari del servizio di
strada realizzato in
collaborazione con i
“Frati missionari della
Carità”;
n. persone destinatarie
delle attività
occupazionali promosse
in collaborazione con
“Fabrica de mozaic” e
frequenza attività;
n. minori destinatari
degli interventi di
animazione sociale e di
prevenzione (in
collaborazione con il Don
Orione e durante i campi
estivi);
n. personale impiegato
per la realizzazione delle
attività;
-
Aumento delle attività di
assistenza e di sviluppo
delle autonomie per gli
accolti (da 3 a 5 volte la
settimana)
-
Aumento del n. di accolti
che ogni anno hanno
completato il percorso
nella struttura dell’ente
per andare in autonomia;
-
Avvio di una
collaborazione 2 volte la
settimana con i Frati
missionari della Carità
per le attività di
assistenza del centro
diurno;
-
Aumento da 30 a 40
delle persone di strada
destinatarie del servizio
di strada realizzato in
collaborazione con i
“Frati missionari della
Carità”;
-
Da presenza saltuaria a
una collaborazione a
cadenza settimanale con
“Fabrica de mozaic”;
-
Aumento del personale
impiegato per la
realizzazione delle
attività da 2 a 3;
-
N. minori che
partecipano alle attività
di prevenzione;
-
Aumento dello sviluppo
delle autonomie, del
reinserimento sociale e
miglioramento delle
condizioni di vita dei 10
adulti accolti nel
prossimo anno dalla
struttura;
-
Miglioramento dei
servizi di assistenza
rivolti ai 140 adulti
destinatari delle unità di
strada e delle attività
del centro diurno;
-
Diminuzione dei rischi
correlati alla vita di
strada per i 100 minori
destinatari delle attività
di animazione e di
prevenzione promosse
dall’ente;
b. Timisoara
BISOGNO SPECIFICO DEL TERRITORIO 2:
Circa il 68% delle 757 vittime di tratta identificate nel 2014 dal Governo e dalle ONG non
beneficia dei programmi di assistenza. Di queste 290 sono minori, per la maggior parte
provenienti da zone rurali molto povere, con significative carenze educative e situazioni
familiari difficili.
OBIETTIVO SPECIFICO DEL TERRITORIO 2
Implementazione di 50 nuovi programmi di protezione per altrettanti minori vittime di tratta
individuati da Generatie Tanara e qualificazione delle attività di prevenzione per 60 minori a
rischio appartenenti ai territori di Recas, Calacea e Carani.
45
INDICATORI
DI RISULTATO
DI CONTESTO
-
N. vittime di tratta
identificate nel 2014;
-
Percentuale delle vittime che
non ricevono assistenza;
-
N. minori vittime di tratta;
-
N. programmi di protezione
attivati da Generatie Tanara
nel 2015;
-
N. minori inseriti nei centri di
Recas, Calacea e Carani e
destinatari delle attività di
prevenzione;
-
N. attività espressive e
creative realizzate
settimanalmente;
-
N. ore di tutoraggio
scolastico realizzate;
-
N. attività ludico ricreative e
culturali sul territorio e
frequenza con cui vengono
realizzate;
-
Aumento del n.
programmi di protezione
attivati da Generatie
Tanara da 40 annuali a
50;
-
Aumento delle attività
espressive e creative da
1 a 2 volte la settimana;
-
Aumento delle ore di
tutoraggio scolastico da
2h a 3h al giorno;
-
N. attività ludico
ricreative e culturali da 1
volta ogni due
settimane, a 2 volte la
settimana;
RISULTATI ATTESI
-
miglioramento delle
condizioni di vita (dal
punto di vista
materiale, psicologico e
di integrazione sociale)
delle 50 vittime di
tratta inserite nei
programmi di
protezione dell’ente;
-
riduzione dei rischi
legati alla tratta e alla
violenza domestica per
i 60 minori inseriti nel
programma di
prevenzione di Carani,
Calacea, Recas;
-
riduzione delle
percentuali di vittime
identificate e che non
ricevono assitenza;
RUSSIA
Elista
BISOGNO SPECIFICO 1 :
La disabilità in Russia è una condizione che le istituzioni e la società civile non
considerano. Lo stato Russo attraverso i suoi attori istituzionali e sociali non è mai
riuscito a creare una reale integrazione sociale dei soggetti disabili, basata
sull’inserimento delle diverse identità in un contesto all’interno del quale non siano presenti
discriminazioni. L’indifferenza rispetto a questa tipologia di persone è evidente se si
considera l’assenza di programmi scolastici, ricreativi e di occasioni di socializzazione
ad Elista, come nel resto della Russia, che rispondano ai bisogni dei disabili e degli
utenti accolti dall’Ente, che si ritrovano isolati dalla società.
Tale isolamento è aggravato dalla scarsa autonomia degli utenti stessi e dall’assenza di
una rete sociale capace di valorizzare e integrare chi è disabile.
OBIETTIVO
SPECIFICO 1
Rafforzare e
qualificare gli
interventi di
integrazione e
di sviluppo
delle
autonomie per
le 8 persone
con disabilità
accolte
dall’ente e per
le 23 persone
sostenute dai
progetti
dell’Ente
INDICATORI
DEL CONTESTO
DI RISULTATO
- n. persone
-
- n. persone
-
disabili presenti
sul territorio;
disabili che
beneficiano della
pensione
statale;
- n. disabili accolti
in modalità
residenziale
nelle strutture
dell’Ente;
-
- n. disabili inseriti
centri diurni dell’
Ente;
- n. attività di
-
Incremento del 10% degli
utenti inseriti nei centri diurni
dell’ Ente;
Incremento del 15% delle
attività d sviluppo delle
autonomie;
Aumento del 10% delle
attività educative realizzate;
Aumento del 20% del n. di
attività di sostegno sociopsicologico realizzate;
Aumento del 15% del n. di
attività ludico-ricreative
realizzate;
Incremento del 25% del n. di
attività laboratoriali
realizzate;
RISULTATI
ATTESI
- Miglioramento
della capacità
d’autonomia dei
soggetti disabili
coinvolti;
- Maggio sviluppo
delle capacità
cognitive e
manuali dei
soggetti;
- maggiore
integrazione
sociale dei
disabili inseriti
nel centro e nelle
strutture;
- maggior
sensibilizzazione
46
-
sviluppo delle
autonomie
realizzate;
-
- n. attività
educative
realizzate;
- n. attività di
Incremento del 5% del n. di
attività sportive realizzate;
Aumento del 10% del n. di
eventi ed attività di
sensibilizzazione e
promozione sul territorio
sostegno sociopsicologico
realizzate;
degli attori
istituzionali e
della società
civile sui temi
della dsabilità;
- creazione di una
cultura della
diversità come
valore.
- Realizzazione di
- n. attività ludico-
una rete sociale
tra i vari soggetti
che intervengono
a favore delle
persone con
disabilità.
ricreative
realizzate;
- n. attività
laboratoriali
realizzate;
- n. attività
sportive
realizzate;
- n. eventi ed
attività di
sensibilizzazione
e promozione sul
territorio.
Astrakhan
BISOGNO SPECIFICO 2 :
Presenza nel territorio di Astrakhan di gruppi vulnerabili (minori, disabili, donne con minori e
senzatetto) in stato di abbandono a cui non sono garantite forma di assistenza, percorsi
formativi/educativi, percorsi per l’acquisizione dell’autonomia o il reinserimento sociale
adeguati.
INDICATORI
OBIETTIVO
SPECIFICO 1
Potenziare e
qualificare le
attività di
sostegno e
l’accoglienza a
favore delle 66
persone in
condizioni di
vulnerabilità
accolte nelle
strutture ed
inserite nei
progetti di
sostegno presenti
sul territorio di
Astrakhan.
DEL CONTESTO
-
-
-
n. persone disabili
presenti sul
territorio;
n. persone disabili
che beneficiano
della pensione
statale;
n. disabili accolti in
modalità
residenziale nelle
strutture dell’Ente;
n. senzatetto
presenti sul
territotio;
n. senzatetto
accolti dall’Ente;
n. minori
abbandonati;
n. minori accolti
dall’ente;
n. donne sole con
figli presenti sul
territorio;
n. donne sole con
figli accolte
dall’Ente
n. attività di
DI RISULTATO
- Incremento del 5%
delle attività
educative e sanitarie
per tutti gli utenti
accolti nelle strutture
dell’Ente;
- Aumento del 15%
delle attività
scolastiche ed
extrascolastiche
rivolte ai 4 minori
accolti nelle strutture
dell’Ente;
- Aumento del 10% dei
laboratorio di igiene
personale a favore
dell’ adulto disabile
senzatetto accolto
nella struttura
dell’Ente;
- Incremento dell’ 8%
delle attività a di
assistenza sanitaria
particolare,
inserimento
lavorativo, sostegno
RISULTATI
ATTESI
- Miglioramento
della capacità
cognitive, manuali
e di autonomia dei
soggetti coinvolti;
- maggiore
integrazione
sociale degli
utenti inseriti
nelle strutture;
- inserimento
lavorativo per il
giovane
senzatetto e per
la ragazza madre;
- maggior
sensibilizzazione
degli attori
istituzionali e della
società civile e
creazione di una
cultura della
diversità come
valore.
- Realizzazione di
una rete sociale
tra i vari soggetti
che intervengono
a favore delle
47
-
-
sviluppo delle
autonomie
realizzate;
n. attività
educative
realizzate;
n. attività di
sostegno sociopsicologico
realizzate;
n. attività ludicoricreative
realizzate;
n. attività
laboratoriali
realizzate;
n. attività di
assistenza
sanitaria;
n. attività di
inserimento
lavorativo
nell'attività educativa
dei figli a favore della
ragazza madre
accolta nella struttura
dell’Ente;
persone più
disagiate.
- Aumento del 15%
delle attività di
inserimento
lavorativo e sociale a
favore del giovane
senzatetto accolto
nella struttura
dell’Ente;
- Inserimento di 2
nuove famiglie nel
progetto delle
adozioni a distanza.
- sostegno a 10
senzatetto in più
presenti sul territorio
durante le attività
dell’Unità di Strada;
- aumento del 25% dei
pasti distribuiti a
persone che vivono
sulla strada;
- aumento del 20%
degli interventi di
orientamento sociosanitario a persone
incontrate sulla
strada.
9) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo
puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei
volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista
sia qualitativo che quantitativo:
Il presente punto viene suddiviso, per leggibilità, in due parti:
-una prima parte riguardante le attività, il personale e le attività dei volontari
trasversali, connesse agli obiettivi trasversali a tutti i progetti con prefisso CASCHI
BIANCHI
-una seconda parte riguardante le attività, il personale e le attività dei volontari
connesse agli obiettivi specifici del presente progetto
9.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Riguardo ai due obiettivi generali comuni ai diversi progetti che ripropongono il modello
di intervento “Caschi Bianchi”, sono previste le seguenti azioni:
OBIETTIVO TRASVERSALE 1:
Potenziare del 20% la produzione e la diffusione di materiale informativo prodotto attraverso il
sito www.antennedipace.org e le piattaforme social ad esso collegati utili ad informare la
società civile italiana sulle situazioni di conflitto e violenza strutturale nei paesi di destinazione
del progetto.
48
MESI
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
AZIONI – Attività
Azione 1 – FORMAZIONE
1.1. Modulo formativo: l’informazione e l’informazione
nonviolenta
1.2. Modulo formativo : il potenziale informativo e
comunicativo dell’ individuo il web 2.0
1.3. Confronto periodico con la Redazione e con i tutor
di riferimento
1.4 Approfondimento del contesto politico, socioeconomico
Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE
2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di
attenzione
2.2 Definizione del programma redazionale
2.3.Redazione di articoli, report, gallerie fotografiche,
video Confronto con la Redazione
2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale
informativo prodotto sul sito antennedipace.org e sulle
piattaforme social
2.5 Potenziamento degli strumenti di diffusione
multimediale
Azione 1 – FORMAZIONE
1.1 Modulo formativo: l’informazione e l’informazione nonviolenta
Il mondo dell’informazione è sempre più complesso e sempre più
corresponsabile nella costruzione dell’idea che ciascuno ha del mondo e dei
fenomeni che lo attraversano. Influisce sulle scelte delle istituzioni e su quelle
dei singoli. Così per la costruzione delle strategie militari che per la definizione
di strategie di promozione della Pace è fondamentale sapere come funziona
l’informazione. Quali attori interagiscono e con che ruolo, quali interessi li
muove e saper decodificare i messaggi informativi sono i presupporti necessari
a contribuire attraverso l’informazione alla promozione della Pace ed alla Difesa
Civile Non Armata e Nonviolenta .
Durante la formazione specifica pre-partenza i volontari approfondiscono
l’ambito dell’informazione attraverso un percorso articolato in 2 moduli. Un
primo modulo che li introduce al mondo dell’informazione di massa: cos’è la
notizia, cosa fa notizia, il principio dell’equivicinanza, il rapporto tra
informazione e conflitti. Un secondo più specifico sull’informazione nonviolenta.
Come produrre un’informazione che non risulti violenta, sia nelle modalità che
nei contenuti.
1.2. Modulo formativo : il potenziale informativo e comunicativo dell’ individuo
il web 2.0
Un secondo modulo laboratoriale, favorirà nei volontari la consapevolezza di
essere a tutti gli effetti attori del vasto mondo dell’ informazione. Ciascuno ha
un potenziale informativo, in particolare quando coinvolto in esperienze di
senso. Essendo poi i volontari in servizio civile un valore aggiunto ed un “bene
pubblico”, diviene necessario valorizzarne tale potenziale. Verranno quindi
introdotti alle tecniche di scrittura creativa e collettiva ma anche alla
produzione di contenuti multimediali.
Particolare importanza ricopre questo
modulo in relazione all’evoluzione del Web. Il Web 2.0 infatti facilita non solo
l’informazione ma anche la comunicazione approfondita circa le tematiche
proposte dagli autori. La diffusione dei social network impone un mutamento
delle modalità informative in quanto la fruizione dell’ informazione attraverso i
social network è differente rispetto alla fruizione delle notizie provenienti dai
siti.
Viene fornita una bibliografia sui temi della comunicazione nonviolenta ma
anche degli strumenti propri del web 2.0 utilizzabili dai volontari.
1.3. Confronto periodico con la Redazione e con i tutor di riferimento
Durante il periodo all’estero sarà mantenuto vivo il dialogo con la Redazione
49
che di volta in volta proporrà l’approfondimento di diverse tematiche. Inoltre è
garantito un servizio di tutoraggio: almeno ogni 15-20 giorni il volontario entra
in contatto con il tutor di riferimento che a sua volta lo motiva e stimola
rispetto l’approfondimento delle diverse tematiche.
1.4.
Approfondimento del contesto politico, socio-economico
Nella formazione specifica sarà approfondito il contesto politico, socioeconomico, culturale del paese di destinazione, per preparare i volontari a una
lettura critica della realtà, propedeutica alla redazione di articoli. Questo verrà
fatto attraverso un modulo specifico proposto da un formatore presente in loco
all’arrivo del volontario. Inoltre, durante l’anno di servizio, l’accompagnamento
da parte degli OLP e dei referenti locali favorirà l’approfondimento di questi
aspetti.
Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE
2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di attenzione
Prima dell’espatrio ciascun volontario viene supportato nella costruzione del
suo bacino di attenzione. Si tratta di censire ed organizzare i contatti di
persone o realtà interessate ad essere aggiornati circa l’esperienza del giovane
una volta espatriato. Questa attività è utile a promuovere la tessitura di un “filo
rosso” che unisca le comunità di provenienza e di destinazione dei volontari,
che favorisca la ricaduta dell’ esperienza e la partecipazione seppur indiretta
all’azione di Difesa che il progetto ed i volontari coinvolti esercitano.
I
contatti
individuati
verranno
raccolti
dalla
redazione
del
sito
www.antennedipace.org che costituisce il collettore delle informazioni prodotte
dai volontari.
Periodicamente , anche grazie al rientro intermedio, oltre che alla pubblicazione
di contributi ad opera dei volontari l’elenco dei contatti viene aggiornato e
manutenuto.
2.2 Definizione del programma redazionale
Prima dell’espatrio viene redatto un programma redazionale utile a stimolare i
volontari nella produzione di contenuti. Il programma conterrà delle iniziative
periodiche attorno cui richiamare l’attenzione dei volontari.
Vi sono periodi particolarmente critici nel tempo di permanenza come
l’inserimento e la chiusura. In questi due momenti in particolare i giovani
verranno stimolati a produrre contenuti concernenti i propri vissuti.
Nel corso del periodo all’ estero verranno definiti temi e fenomeni da
approfondire.
In questa fase la Redazione può inviare articoli di
approfondimento rispetto alle zone estere in cui sono inseriti i volontari, o
richiedere l’approfondimento di certe tematiche.
2.3 Redazione di articoli, report, gallerie fotografiche, video Confronto con la
Redazione
Coerentemente al piano redazionale ma anche sulla base delle proprie
sensibilità il volontario di concerto coi riferimenti locali raccoglie dati,
informazioni e materiali di approfondimento, che possano servire alla stesura
degli articoli.
Sulla base dei dati raccolti, i volontari- col supporto dell’OLP- ipotizzano una
programmazione degli articoli da sviluppare, definendo nello specifico
tematiche e tipologia dei vari articoli per poi passare alla redazione vera e
propria.
Una volta predisposta la bozza il volontario la invia alla redazione, che a sua
volta restituisce il feedback, evidenziando eventuali correzioni, tagli,
integrazioni, approfondimenti ecc. che sarebbe opportuno realizzare.
Tale attività ha lo scopo di favorire nei volontari una forma di comunicazione
50
nonviolenta, finalizzata al cambiamento, ed esercizio della funzione di Difesa,
che susciti nel lettore una serie di buoni interrogativi che lo portano via via a
prendere coscienza degli squilibri e delle contraddizioni presenti nella nostra
società.
2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale informativo prodotto sul sito
antennedipace.org e sulle piattaforme social
Il materiale prodotto viene pubblicato sul sito antennedipace.org o sulla pagina
Facebook ad esso collegata. Inoltre possono essere promossi anche tramite
collaborazioni stabili con organi di informazione tradizionale, quali testate
giornalistiche locali e nazionali, anche on-line.
Ai social media ( facebook, twitter ecc.), verrà data particolare attenzione
selezionando i materiali valorizzabili anche su questi contenitori od articolando
percorsi di produzione finalizzata alla comunicazione social. I contenuti
potranno essere valorizzati e divulgati anche attraverso nuove piattaforme
digitali.
Sarà realizzata un’attività di consolidamento di relazioni fra il sito ed altri siti
che promuovono contenuti analoghi al fine di rafforzare l’attività di promozione
dei diritti umani e della Pace .
Ai bacini di attenzione costruiti dai volontari verrà data particolare attenzione
Ottimizzando la gestione della mailing-list per la diffusione periodica della
newsletter del sito antennedipace.org
2.5 Potenziamento degli strumenti di diffusione
multimediale
La diffusione delle notizie in forma testuale trova sempre più difficoltà ad
affermarsi mentre le immagini ed i video manifestano un appeal sempre
crescente fra i frequentatori della rete.
Le informazioni multimediali diffuse, in particolare attraverso social network e
piattaforme di condivisione presentano tassi di utilizzo di gran lunga maggiori
rispetto alle notizie tradizionali. Inoltre la possibilità di condividere i contenuti
ne favorisce l’apprezzamento e la diffusione.
Per tale ragione nel corso del presente progetto verrà potenziata la capacità di
diffusione multimediale e la sua diffusione.
Già dalla fase formativa i laboratori verranno arricchiti di strumentazione
hardware e software utile a tale scopo, ma anche gli interventi di esperti
saranno maggiormente centrati a favorire anceh questo tipo di comunicazione.
Particolare importanza verrà data alle testimonianze fino ad ora realizzate dal
vivo nelle fasi pre-espatrio e post-servizio . Nel corso del presente progetto si
incentiverà la produzione di testimonianze video o audio e verrà promossa la
partecipazione a momenti specifici attraverso l’uso della rete, in particolare
attraverso video clips, slideshow, webinar.
Verranno sviluppate sezioni ah hoc che valorizzino le produzioni multimediali
ed iniziative ad hoc quali interventi in trasmissioni televisive on line. Si veda
ad esempio http://www.apg23.org/it/lifeapg23.tv/
OBIETTIVO TRASVERSALE 2:
Qualificare l’azione di ricaduta dei rapporti UPR nei paesi di realizzazione del progetto
incrementando l’azione di diffusione del 10% e il monitoraggio del recepimento delle indicazioni
da parte dello stato in cui si realizza il progetto
MESI
AZIONI – AttivitàAzione 1 - FORMAZIONE
1.1 Modulo Formativo : i diritti Umani e la loro
tutela
1.2. Modulo formativo: Come funziona l’UPR e
quali indicazioni per il Paese in cui si realizza il
progetto.
1
2
3
4
5
6
7
8
9 10 11 12
51
Azione 2 – RICADUTA E MONITORAGGIO
DEL REPORT UPR
2.1. Definizione dei tempi di validità del rapporto
e delle possibilità di intervento
2.2. Definizione del piano di monitoraggio e degli
strumenti di rilevazione
2.3 attività di rilevazione
2.4 attività di ricaduta e promozione
2.5 redazione di report per la sede di
rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti
Umani
2.6 valutazione e verifica dei piani di azione
rispetto a ricaduta e monitoraggio
Azione 1 - FORMAZIONE
1.1 Modulo Formativo : i diritti Umani e la loro tutela
Si procederà ad un’attività di formazione per operatori in loco e volontari sulla tematica
dei diritti umani e la loro tutela, verrà definita una semantica condivisa ed accessibile
agli attori coinvolti. Verrà oltremodo approfondito il ruolo delle Istituzioni internazionali
e delle altre componenti che concorrono alla politica dei diritti umani. Verranno
presentate le tecniche e le modalità di osservazione della situazione globale di
affermazione dei diritti umani, in particolare nei paesi di realizzazione del progetto.
1.2. Modulo formativo: Come funziona l’UPR e quali indicazioni per il Paese in
cui si realizza il progetto.
Uno strumento significativo attraverso cui le associazioni si fanno promotori della difesa
dei diritti umani all’interno dello Human Right Council è la partecipazione alla Revisione
Periodica Universale (UPR). In questo contesto viene valorizzata l’esperienza diretta di
condivisione nei paesi del mondo in cui si è presenti e c’è lo spazio per dare voce a chi
vede i propri diritti violati.
L' UPR è un processo unico che prevede una revisione della situazione dei diritti umani
di tutti i 192 Stati membri delle Nazioni Unite una volta ogni quattro anni.
Esso prevede la possibilità per tutti gli Stati di dichiarare le azioni intraprese per
migliorare la situazione dei diritti umani nei loro paesi e per superare le sfide per il
godimento dei diritti umani da parte di tutti i loro cittadini.
Le recensioni sono condotte dall' "UPR working group" che è formato dai 47 membri del
Consiglio dei Diritti Umani, ma ogni Stato membro delle Nazioni Unite può prendere
parte alla discussione/dialogo con gli Stati in esame.
I documenti su cui si basano le revisioni sono:
-informazioni fornite dallo Stato in esame, che può assumere la forma di un "rapporto
nazionale";
-informazioni contenute nelle relazioni di esperti indipendenti sui diritti umani.
-informazioni provenienti da altre parti interessate, le organizzazioni non governative e
istituzioni nazionali per i diritti umani.
Le revisioni sono condotte attraverso una discussione interattiva tra lo Stato in esame
e gli altri stati membri delle Nazioni Unite. Questa discussione ha luogo durante una
riunione del gruppo di lavoro UPR. Durante questa discussione tutti gli Stati membri
delle Nazioni Unite possono porre domande, commenti e/o fare raccomandazioni agli
Stati sotto esame. Le ONG possono frequentare le sessioni di lavoro del Gruppo UPR e
possono fare dichiarazioni alla sessione ordinaria del Consiglio dei diritti umani quando
il risultato delle revisioni degli stati sono presi in esame.
In questa fase , operatori e volontari verranno formati su cosa sia e come funzioni
l’Universal Periodic Review e quali azioni sia possibile intraprendere.
Azione 2 – RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR
2.1. Definizione dei tempi di validità del rapporto e delle possibilità di
intervento
Verrà illustrato il calendario di lavoro dell’UPR con particolare riguardo alla validità del
rapporto sullo stato o sugli stati in cui il progetto si realizza. Ciascun rapporto
contenente le raccomandazioni al singolo stato ha la validità di 4 anni. Tale attività
52
verrà realizzata di concerto fra la sede locale dell’Ente operante nello specifico Paese, la
sede Italiana di coordinamento delle attività di osservazione dei diritti umani
denominata Servizio Giustizia e la sede di rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti
Umani a Ginevra. Alla luce della validità del rapporto e delle indicazioni in esso
contenuti verranno definiti obiettivi specifici dell’azione di monitoraggio e ricaduta da
realizzare il loco
2.2. Definizione del piano di monitoraggio e degli strumenti di rilevazione
Alla luce degli obiettivi definiti nell’attività precedente si procederà a pianificare i tempi,
le iniziative e gli strumenti utili all’attuazione del piano di monitoraggio e di ricaduta in
loco dei contenuti e delle indicazioni del rapporto. In questa fase realizzata di concerto
fra la presenza dell’ Ente in loco ed il già citato Servizio Giustizia, sarà di particolare
aiuto il supporto fornito dall’ente partner ADUSU di Padova in ordine alla definizione o
aggiornamento degli strumenti di rilevazione e reportistica.
Verranno in questa fase definite iniziative di advocacy e lobbing da realizzarsi nel Paese
o al di fuori di esso.
2.3 attività di rilevazione
Previa formazione all’uso degli strumenti ed alla modalità di utilizzo, verrà realizzata
l’attività di rilevazione circa le iniziative tese al recepimento delle indicazioni contenute
nel rapporto UPR. Verranno prese in esame le politiche messe in atto ma anche le
iniziative promosse dalla società civile utili a favorire il recepimento di dette indicazioni.
2.4 attività di ricaduta e promozione
Verranno realizzate, coerentemente con quanto pianificato iniziative volte alla
diffusione del rapporto UPR presso realtà aggregative della società civile, al fine di
favorire la conoscenza della situazione di affermazione dei diritti umani nel paese ma
anche delle indicazioni che attraverso il rapporto emergono dalle sedute del Consiglio
per i Diritti Umani .
Potranno essere previsti dibattiti pubblici, la redazione e diffusione di materiale
informativo ma anche incontri con esponenti delle Istituzioni o della società civile.
2.5 redazione di report per la sede di rappresentanza presso il Consiglio dei
Diritti Umani
Al termine delle attività di ricaduta e monitoraggio verrà realizzato uno o più report al
fine di restituire alla sede di rappresentanza dell’Ente presso il Consiglio dei Diritti
Umani a Ginevra informazioni utili all’ elaborazione di interventi in sede di Consiglio od
all’ attività di lobbing presso le rappresentanze diplomatiche del Paese presso il
medesimo Consiglio.
2.6 valutazione e verifica dei piani di azione rispetto a ricaduta e monitoraggio
Nel corso dell’ ultimo mese di attività verranno realizzate sessioni di incontro fra i vari
attori coinvolti nelle attività di ricaduta e monitoraggio al fine di valutare collegialmente
l’operato e l’efficacia delle azioni realizzate. A partire dalla valutazione di efficacia si
aggiorneranno gli obiettivi futuri in ordine alla promozione dei diritti umani
9.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività
previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le
predette attività
RISORSE UMANE NECESSARIE ALL’ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER
GLI OBIETTIVI TRASVERSALI 1 E 2
N°
Ruolo nel progetto - Competenze
Azioni
1
Coordinatore di equipe, con esperienza OBIETTIVO TRASVERSALE 1
nella conduzione di gruppi e gestione di Azione 1 – FORMAZIONE
gruppi di lavoro
1.2. Modulo formativo : il potenziale informativo
e comunicativo dell’ individuo il web 2.0
1.3. Confronto periodico con la Redazione e con
i tutor di riferimento
Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE
2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di
attenzione
2.2 Definizione del programma redazionale
53
5
Operatori, tutors a distanza con
esperienza nell’ambito del servizio
civile e di conduzione dei gruppi e
mediazione dei conflitti interpersonali,
con esperienza di produzione
informazione dal basso e supporto alla
redazione.
2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale
informativo prodotto sul sito antennedipace.org
e sulle piattaforme social
2.5 Potenziamento degli strumenti di diffusione
multimediale
OBIETTIVO TRASVERSALE 1
Azione 1 – FORMAZIONE
1.3. Confronto periodico con la Redazione e con
i tutor di riferimento
1.4 Approfondimento del contesto politico,
socio-economico
Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE
2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di
attenzione
2.2 Definizione del programma redazionale
2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale
informativo prodotto sul sito antennedipace.org
e sulle piattaforme social
1
Redattore, con esperienza nel settore
della promozione e della comunicazione
via web ed esperienza nella produzione
di informazione dal basso, scrittura
collettiva ed uso della rete internet.
OBIETTIVO TRASVERSALE 1
Azione 1 – FORMAZIONE
1.1. Modulo formativo: l’informazione e
l’informazione nonviolenta
1.2. Modulo formativo : il potenziale informativo
e comunicativo dell’ individuo il web 2.0
1.3. Confronto periodico con la Redazione e con
i tutor di riferimento
Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE
2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di
attenzione
2.2 Definizione del programma redazionale
2.3.Redazione di articoli, report, gallerie
fotografiche, video Confronto con la Redazione
2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale
informativo prodotto sul sito antennedipace.org
e sulle piattaforme social
2.5 Potenziamento degli strumenti di diffusione
multimediale
2
Esperti a vario titolo del mondo dell’
informazione
OBIETTIVO TRASVERSALE 1
Azione 1 – FORMAZIONE
1.1. Modulo formativo: l’informazione e
l’informazione nonviolenta
1.2. Modulo formativo : il potenziale informativo
e comunicativo dell’ individuo il web 2.0
1.4 Approfondimento del contesto politico,
socio-economico
Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE
2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale
informativo prodotto sul sito antennedipace.org
e sulle piattaforme social
1
Esperto informatico , svolge attività di
definizione degli strumenti informatico
idonei alle necessità
1
Coordinatore del monitoraggio del
recepimento dei rapporti UPR e della
loro ricaduta.
Avvocato con specializzazione in diritti
umani e delle migrazioni con
OBIETTIVO TRASVERSALE 1
Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE
2.1 Costruzione e mantenimento del bacino di
attenzione
2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale
informativo prodotto sul sito antennedipace.org
e sulle piattaforme social
2.5 Potenziamento degli strumenti di diffusione
multimediale
OBIETTIVO TRASVERSALE 2
Azione 1 – FORMAZIONE
1.2. Modulo formativo: Come funziona l’UPR e
quali indicazioni per il Paese in cui si realizza il
progetto.
54
esperienza pluriennale in contesti di
crisi e violenza strutturale e delle
realizzazione del Report indagine sui
diritti umani, conoscenza approfondita
dei meccanismi di redazione dei
rapporti UPR
2
Rappresentanti presso il Consiglio dei
Diritti Umani dell’ONU a Ginevra.
Avvocato con esperienza di lobbing ed
advocacy in contesti internazionali.
Medico con esperienza pluriennale di
presenza in contesti di violenza
strutturale ed esperienza di
rappresentanza presso gli organismi
delle Nazioni Unite
2
Esperti di ricerca e diritti umani
individuati dall’associazione ADUSU di
Padova
2
Azione 2 – RICADUTA E MONITORAGGIO
DEL REPORT UPR
2.1. Definizione dei tempi di validità del
rapporto e delle possibilità di intervento
2.2. Definizione del piano di monitoraggio e
degli strumenti di rilevazione
2.3 attività di rilevazione
2.4 attività di ricaduta e promozione
2.5 redazione di report per la sede di
rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti
Umani
2.6 valutazione e verifica dei piani di azione
rispetto a ricaduta e monitoraggio
OBIETTIVO TRASVERSALE 2
Azione 2 – RICADUTA E MONITORAGGIO
DEL REPORT UPR
2.1. Definizione dei tempi di validità del
rapporto e delle possibilità di intervento
2.2. Definizione del piano di monitoraggio e
degli strumenti di rilevazione
2.5 redazione di report per la sede di
rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti
Umani
2.6 valutazione e verifica dei piani di azione
rispetto a ricaduta e monitoraggio
OBIETTIVO TRASVERSALE 2
Azione 1 - FORMAZIONE
1.1 Modulo Formativo : i diritti Umani e la loro
tutela
Azione 2 – RICADUTA E MONITORAGGIO
DEL REPORT UPR
2.2. Definizione del piano di monitoraggio e
degli strumenti di rilevazione
2.5 redazione di report per la sede di
rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti
Umani
2.6 valutazione e verifica dei piani di azione
rispetto a ricaduta e monitoraggio
Coordinatore attività di ricaduta e
OBIETTIVI TRASVERSALE 2
monitoraggio indagine in loco, con
Azione 1 - FORMAZIONE
esperienza nell’ambito dell’intervento
1.2. Modulo formativo: Come funziona l’UPR e
sociale in loco e conoscenza della realtà quali indicazioni per il Paese in cui si realizza il
associativa locale
progetto.
Azione 2 – RICADUTA E MONITORAGGIO
DEL REPORT UPR
2.1. Definizione dei tempi di validità del
rapporto e delle possibilità di intervento
2.2. Definizione del piano di monitoraggio e
degli strumenti di rilevazione
2.3 attività di rilevazione
2.4 attività di ricaduta e promozione
2.5 redazione di report per la sede di
rappresentanza presso il Consiglio dei Diritti
Umani
2.6 valutazione e verifica dei piani di azione
rispetto a ricaduta e monitoraggio
9.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
OBIETTIVO TRASVERSALE 1
Potenziare del 20% la produzione e la diffusione di materiale informativo prodotto attraverso il
sito www.antennedipace.org e le piattaforme social ad esso collegati utili ad informare la
società civile italiana sulle situazioni di conflitto e violenza strutturale nei paesi di destinazione
del progetto.
55
AZIONI - Attività
Azione 1 – FORMAZIONE
ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO
1.1
Modulo
formativo:
l’informazione
e
l’informazione nonviolenta
Durante la formazione specifica pre-partenza i volontari
approfondiscono l’ambito dell’informazione attraverso un
percorso articolato in 2 moduli. Un primo modulo che li
introduce al mondo dell’informazione di massa: cos’è la
notizia, cosa fa notizia, il principio dell’equivicinanza, il
rapporto tra informazione e conflitti. Un secondo più
specifico sull’informazione nonviolenta. Come produrre
un’informazione che non risulti violenta, sia nelle
modalità che nei contenuti.
1.2. Modulo formativo : il
potenziale informativo e
comunicativo dell’ individuo il
web 2.0
Un secondo modulo laboratoriale, favorirà nei volontari la
consapevolezza di essere a tutti gli effetti attori del vasto
mondo dell’ informazione. Ciascuno ha un potenziale
informativo, in particolare quando coinvolto in esperienze
di senso. Essendo poi i volontari in servizio civile un
valore aggiunto ed un “bene pubblico” diviene necessario
valorizzarne tale potenziale. Verranno quindi introdotti
alle tecniche di scrittura creativa e collettiva ma anche
alla produzione di contenuti multimediali.
Particolare
importanza ricopre questo modulo in relazione
all’evoluzione del Web. Il Web 2.0 infatti facilita non solo
l’informazione ma anche la comunicazione approfondita
circa le tematiche proposte dagli autori. La diffusione dei
social network impone un mutamento delle modalità
informative in quanto la fruizione dell’ informazione
attraverso i social network è differente rispetto alla
fruizione delle notizie provenienti dai siti.
Viene
fornita
una
bibliografia
sui
temi
della
comunicazione nonviolenta ma anche degli strumenti
propri del web 2.0 utilizzabili dai volontari.
1.3. Confronto periodico con la
Redazione e con i tutor di
riferimento
1.4.
Approfondimento del
contesto politico, socioeconomico
Il volontario durante il periodo di permanenza
all’estero, attraverso i tutor di riferimento sarà
costantemente in dialogo con la Redazione che di volta
in volta proporrà l’approfondimento di diverse
tematiche.
Ogni 15-20 giorni il volontario entra in contatto con il
tutor di riferimento che a sua volta lo motiva e stimola
rispetto l’approfondimento delle diverse tematiche.
Nella formazione specifica sarà approfondito il contesto
politico, socio-economico, culturale del paese di
destinazione, per preparare i volontari a una lettura
critica della realtà, propedeutica alla redazione di articoli.
Questo verrà fatto attraverso un modulo specifico
proposto da un formatore presente in loco all’arrivo del
volontario.
Inoltre,
durante
l’anno
di
servizio,
l’accompagnamento da parte degli OLP e dei referenti
locali favorirà l’approfondimento di questi aspetti.
Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE
2.1 Costruzione e
mantenimento del bacino di
attenzione
Prima dell’espatrio ciascun volontario viene supportato
nella costruzione del suo bacino di attenzione. Si tratta di
censire ed organizzare i contatti di persone o realtà
interessate ad essere aggiornati circa l’esperienza del
giovane una volta espatriato. I contatti individuati
verranno
raccolti
dalla
redazione
del
sito
www.antennedipace.org che costituisce il collettore delle
informazioni prodotte dai volontari.
Periodicamente , anche grazie al rientro intermedio, oltre
che alla pubblicazione di contributi ad opera dei volontari
l’elenco dei contatti viene aggiornato e manutenuto.
56
2.2 Definizione del programma
redazionale
2.3
Redazione di articoli,
report, gallerie fotografiche,
video
Confronto
con
la
Redazione
Nel corso del periodo all’ estero verranno definiti temi e
fenomeni da approfondire. In questa fase la Redazione
può inviare articoli di approfondimento rispetto alle zone
estere in cui sono inseriti i volontari, o richiedere
l’approfondimento di certe tematiche da parte dei
volontari
Sulla base delle proprie sensibilità il volontario di
concerto coi riferimenti locali raccoglie dati, informazioni
e materiali di approfondimento, che possano servire alla
stesura degli articoli.
Sulla base dei dati raccolti, i volontari- col supporto
dell’OLP- ipotizzano una programmazione degli articoli da
sviluppare, definendo nello specifico tematiche e tipologia
dei vari articoli per poi passare alla redazione vera e
propria.
Una volta predisposta la bozza il volontario la invia alla
redazione, che a sua volta restituisce il feedback,
evidenziando eventuali correzioni, tagli, integrazioni,
approfondimenti ecc. che sarebbe opportuno realizzare.
2.4 Divulgazione e
valorizzazione del materiale
informativo prodotto sul sito
antennedipace.org e sulle
piattaforme social
2.5
Potenziamento
degli
strumenti
di
diffusione
multimediale
Il materiale prodotto viene pubblicato sul sito
antennedipace.org o sulla pagina Facebook ad esso
collegata. Inoltre possono essere promossi anche tramite
collaborazioni stabili con organi di informazione
tradizionale, quali testate giornalistiche locali e nazionali,
anche on-line.
Ai social media ( facebook, twitter ecc.), verrà data
particolare
attenzione
selezionando
i
materiali
valorizzabili anche su questi contenitori od articolando
percorsi di produzione finalizzata alla comunicazione
social. I contenuti potranno essere valorizzati e divulgati
anche attraverso nuove piattaforme digitali. Particolare
importanza riveste il ruolo del volontario che in questa
fase potrà rilanciare i propri contenuti prodotti o quelli di
altri volontari del medesimo progetto in modo da fungere
da volano alla diffusione dell’ informazione prodotta.
Il volontario , a supporto dell’azione svolta dalla
redazione centrale potrà inviare anche personalmente le
proprie produzioni al proprio bacino di attenzione
Il volontario potrà realizzare testimonianze circa la
propria esperienza sia di persona che attraverso la
produzione di elaborati multimediali,
in particolare
attraverso video clips, slideshow, webinar.
OBIETTIVO TRASVERSALE 2
Qualificare l’azione di ricaduta dei rapporti UPR nei paesi di realizzazione del progetto
incrementando l’azione di diffusione del 10% e il monitoraggio del recepimento delle
indicazioni da parte dello stato in cui si realizza il progetto
AZIONI - Attività
Azione 1 - FORMAZIONE
1.1 Modulo Formativo : i diritti
Umani e la loro tutela
ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO
I volontari partecipano alla formazione sulla tematica dei
diritti umani e la loro tutela, verrà definita una semantica
condivisa ed accessibile agli attori coinvolti.
1.2. Modulo formativo: Come
funziona l’UPR e quali
indicazioni per il Paese in cui
si realizza il progetto.
I volontari partecipano alla formazione sull’UPR : cos’è e
come funziona l’Universal Periodic Review e quali azioni
è possibile intraprendere.
Azione 2 –RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR
2.1. Definizione dei tempi di
validità del rapporto e delle
possibilità di intervento
Il volontario partecipa all’illustrazione del calendario di
lavoro dell’UPR con particolare riguardo alla validità del
rapporto sullo stato o sugli stati in cui il progetto si
realizza e partecipa alla definizione degli obiettivi specifici
57
dell’azione di monitoraggio e ricaduta da realizzare il loco
2.2. Definizione del piano di
monitoraggio e degli
strumenti di rilevazione
Il volontario partecipa alla definizione del piano di
monitoraggio e delle iniziative di advocacy e lobbing da
realizzarsi nel Paese o al di fuori di esso.
2.3 attività di rilevazione
Il volontario partecipa alla formazione sugli strumenti di
rilevazione ed all’attività di rilevazione circa le iniziative
tese al recepimento delle indicazioni contenute nel
rapporto UPR. Verranno prese in esame le politiche
messe in atto ma anche le iniziative promosse dalla
società civile utili a favorire il recepimento di dette
indicazioni.
2.4 attività
promozione
Il
volontario
partecipa
promuove
e
collabora
all’organizzazione di iniziative volte alla diffusione del
rapporto UPR presso realtà aggregative della società
civile, al fine di favorire la conoscenza della situazione di
affermazione dei diritti umani nel paese ma anche delle
indicazioni che attraverso il rapporto emergono dalle
sedute del Consiglio per i Diritti Umani .
di
ricaduta
e
2.5 redazione di report per la
sede di rappresentanza presso
il Consiglio dei Diritti Umani
Il volontario partecipa alla realizzazione di uno o più
report al fine di restituire alla sede di rappresentanza
dell’Ente presso il Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra
informazioni utili all’ elaborazione di interventi in sede di
Consiglio od all’ attività di lobbing presso le
rappresentanze diplomatiche del Paese presso il
medesimo Consiglio.
2.6 valutazione e verifica dei
piani di azione rispetto a
ricaduta e monitoraggio
Il volontario partecipa alle sessioni di incontro fra i vari
attori coinvolti nelle attività di ricaduta e monitoraggio
utili alla valutazione dell’esito e laddove possibile
dell’efficacia delle azioni realizzate.
Di seguito le attività specifiche del progetto:
GEORGIA
9.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
OBIETTIVO SPECIFICO
Inserimento di altri 37 minori nelle progettualità dell'Ente facilitando l'accesso ai
controlli medici di base, alle attività di sostegno scolastico e supporto quotidiano, e
qualificazione degli interventi educativi e di supporto già implementati.
MESI
AZIONI -Attività
AZIONE 1 – Inserimento ed
accoglienza nelle strutture dell’Ente
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
1.1.
Presa in carico e gestione delle
richieste di sostegno
1.2.
Pianificazione degli interventi
1.3.
Interventi d’inserimento e
d’accoglienza nelle strutture dell’ente
AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei
minori provenienti dalle famiglie
povere della baraccopoli
2.1. Monitoraggio dei minori e delle relative
famiglie nella baraccopoli
2.2 Programmazione ed organizzazione
degli interventi
58
2.3. Attività assistenziali
2.4. Attività di doposcuola e sostegno
psico-sociale
2.5. Attività di sensibilizzazione ed
accompagnamento a donne e minori
vittime di violenza domestica
AZIONE 3 – Realizzazione ed
implementazione di attività ludicoricreative e di socializzazione
3.1. Pianificazione delle attività ricreative e
di socializzazione
3.2. Realizzazione di attività sportive e
ludiche-ricreative
AZIONE 4 – Interventi a supporto
dell’attività dei Servizi Sociali nella
città di Batumi
4.1 Gestione delle richieste di supporto
4.2 Programmazione degli interventi
4.3 Attività assistenziali
AZIONE 5 – Verifica degli interventi
5.1. Valutazione degli obiettivi raggiunti
5.2. Riprogettazione degli interventi
compiuti
AZIONE 1 – Inserimento ed accoglienza nelle strutture dell’Ente
1.1.
Presa in carico e gestione delle richieste di sostegno
In collaborazione con le istituzioni locali, in particolare con i Servizi Sociali,
vengono individuati i bisogni delle famiglie in situazioni di grave disagio
economico e sociale, provenienti dalla baraccopoli, focalizzando l’attenzione
specialmente sulle situazioni di vulnerabilità dei minori.
1.2.
Pianificazione degli interventi
Individuati i bisogni specifici dei minori grazie ai colloqui fatti con le famiglie,
viene compilato un prontuario con i relativi dati anagrafici e le attività a
sostegno del minore o della famiglia. Vengono definiti tempi e modalità di
verifica dell’intervento programmando visite settimanali alle famiglie. Questa
fase avviene con la collaborazione di un’assistente sociale.
1.3.
Interventi d’inserimento e d’accoglienza nelle strutture dell’ente
Dopo l’individuazione delle situazioni più critiche dei minori maggiormente
esposti a situazioni di disagio economico e sociale, l’Ente rispetto alle
opportunità economiche, di risorse umane e disponibilità di posti all’interno
delle strutture, provvede all’accoglienza residenziale dei minori o di nuclei
familiari ristretti, con il conseguente accompagnamento dei destinatari nelle
attività di supporto educativo, medico e psicologico quotidiane.
AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei minori provenienti dalle famiglie povere
della baraccopoli
2.1
Monitoraggio dei minori e delle relative famiglie nella baraccopoli
Durante tutto l’arco del progetto vengono realizzate settimanalmente visite di
monitoraggio alle famiglie della baraccopoli coinvolte nelle progettualità
dell’Ente, con maggiori attenzioni per le situazioni che vedono coinvolti minori
in particolari condizioni di povertà e disagio educativo, sociale, fisico e
psicologico. Oltre a visitare le famiglie già coinvolte nel programma di
sostegno, si accolgono richieste di aiuto da ulteriori famiglie in stato di bisogno
59
e si pianificano incontri a cadenza mensile per la verifica ed il monitoraggio
delle condizioni di vita di queste ultime.
2.2
Programmazione ed organizzazione degli interventi
Ogni tre mesi, in base anche ai risultati delle attività di monitoraggio e grazie
alla collaborazione tra operatori, volontari e famiglie della baraccopoli, vengono
programmate e calendarizzate le visite ed organizzati gli interventi di sostegno
educativo, socio-assistenziale e psicologico a minori e famiglie, definendo le
modalità di distribuzione dei beni di prima necessità, alimenti, vestiti e
medicine, le tempistiche delle diverse progettualità, gli strumenti, i momenti ed
i contenuti volti ad attività di sensibilizzazione, oltre che la ripartizione delle
risorse umane nelle diverse attività.
2.3
Attività assistenziali
Sulla base quanto programmato, vengono attuate durante tutti i mesi dell’anno
le seguenti attività di supporto:
- distribuzione di beni alimentari e di prima necessità;
- distribuzione di materiale sanitario e beni per l’infanzia (medicine, pannolini e
vestiario) ;
- accompagnamento dei destinatari ad eventuali prestazione mediche, in
particolare visite pediatriche;
- sensibilizzazione ed accompagnamento volti a stimolare le famiglie ad una più
attenta cura di sé laddove necessario ma anche ad una più attenta gestione
degli spazi casalinghi.
2.4
Attività di doposcuola e sostegno psico-sociale
Gli operatori dell’Ente dopo aver individuato i minori nella baraccopoli che
hanno un limitato accesso all’istruzione, sulla base di un’attenta analisi delle
difficoltà del minore e delle sue risorse personali, definiscono gli strumenti, le
strategie ed i metodi adeguati per aumentare il profitto scolastico, con
l’obiettivo di lavorare sulle difficoltà di apprendimento e laddove possibile,
superarle.
Le giornate di studio, che si svolgono sia durante l’anno scolastico che durante
le vacanze, vengono strutturate con metodologie che coinvolgono e stimolano il
minore in base ad attitudini personali e caratteriali, per favorire una reale presa
di coscienza delle potenzialità di ognuno.
Nello specifico le attività sono le seguenti:
- corso d’apprendimento dell’inglese;
- ripetizioni di matematica;
- sostegno allo studio ed approfondimento giornaliero degli argomenti trattati a
scuola.
Il sostegno psico-sociale si traduce in attività di empowerment da parte degli
operatori sia con i minori che partecipano al doposcuola, sia con le famiglie ed i
minori che ne fanno richiesta. Questo tipo di metodologia ha come obiettivo
l’identificazione delle criticità nei vari contesti familiari, si propone e si stimola,
durante le visite a domicilio, la risoluzione delle problematiche attraverso la
valorizzazione delle risorse personali, volta alla ricerca di una maggiore
autonomia.
2.5
Attività di sensibilizzazione ed accompagnamento a donne e minori vittime di
violenza domestica
Durante tutto l’arco dell’anno si stimolano le famiglie ed i minori coinvolti nelle
progettualità dell’Ente, e di riflesso la comunità dell’intera baraccopoli, incluse
le istituzioni, a riflettere sugli episodi di violenza domestica e a darne denuncia
ufficiale, attraverso colloqui personali con le vittime e con gli aggressori volti
alla presa di coscienza dei diritti fondamentali dell’individuo ed al sostegno
psicologico, accompagnamenti in questura ed accompagnamenti in ospedale o
dal medico di base.
AZIONE 3 – Realizzazione ed implementazione di attività ludico-ricreative e di
socializzazione
3.1
Pianificazione delle attività ricreative e di socializzazione
60
Ogni due mesi si svolgono incontri di programmazione specifici per le attività
ludico-ricreative e di socializzazione rivolte ai minori della baraccopoli. Si
procede con la stesura di un calendario settimanale con descritte le attività di
gioco e socializzazione rivolte ai diversi gruppi di minori. Vengono individuati gli
spazi e le modalità operative da utilizzare, propedeutiche alla buona riuscita
dell’intervento ed al coinvolgimento creativo e costruttivo di ciascun
destinatario.
3.2
Realizzazione di attività sportive e ludiche-ricreative
Durante tutto l’anno gli operatori dell’Ente individuano settimanalmente degli
spazi-gioco, coinvolgendo anche le famiglie della baraccopoli nella decisione.
Questi spazi si trovano in contesti protetti e vengono utilizzati per lo
svolgimento di attività motorie e di logica, stimolando e valorizzando nei
destinatari le già acquisite capacità cognitive e motori.
Nello specifico, le attività sono le seguenti:
- tornei di Calcio e di Basket;
- giochi cooperativi;
- laboratori artistici, sia di disegno che di riutilizzo di materiali di riciclo;
- visione di cartoni e film, sia in lingua locale che in lingua inglese;
- escursioni connesse ad attività culturali.
AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei Servizi Sociali nella città di
Batumi
4.1
Gestione delle richieste di supporto
Durante tutto l’anno l’Ente accoglie ed approfondisce le richieste di sostegno da
parte dei Servizi Sociali, volte al supporto di famiglie che vivono nella città di
Batumi, caratterizzate da gravi condizioni economiche, sociali, sanitarie o
psicologiche. In base alle proprie risorse economiche ed umane, l’Ente cerca di
rispondere a questa richiesta, in stretta collaborazione con un assistente
sociale.
4.2
Programmazione degli interventi
Ogni tre mesi, dopo aver analizzato di volta in volta le richieste ed incontrato
l’assistente sociale, vengono programmati e riprogettati gli interventi,
pianificando la cadenza con la quale vengono visitate le famiglie ed i minori
coinvolti, le risorse umane ed economiche da impiegare e condividendo i
particolari e differenti bisogni di ciascuna famiglia.
4.3
Attività assistenziali
Le attività assistenziali destinate alle famiglie in grave difficoltà, nella città di
Batumi, sono le seguenti:
- distribuzione di beni di prima necessità, quali alimenti, vestiario e medicine;
- accompagnamento a visite mediche e monitoraggio sullo stato di salute dei
minori, in particolari degli orfani che vivono con la sola nonna materna, dei figli
di genitori con problematiche legate all’alcool o alla violenza domestica o di
minori con ritardi mentali o disabilità;
- attività di sensibilizzazione e formazione rispetto la cura personale di sé e dei
minori, l’abbandono di neonati, l’accesso a servizi statali.
AZIONE 5 – Verifica degli interventi
5.1
Valutazione degli obiettivi raggiunti
Durante tutto l’anno e per ciascuna attività (accoglienze nelle strutture, visite
assistenziali, doposcuola in baraccopoli, attività ludico-ricreative, sostegno ai
Servizi Sociali, sensibilizzazione ed accompagnamenti) vengono raccolti dati
sull’andamento, che vengono poi confrontati con il reale raggiungimento degli
obiettivi.
5.2
Riprogettazione degli interventi compiuti
In base a quanto emerso dalla valutazione degli obiettivi raggiunti e dal
61
confronto tra azioni previste e risultati concretamente ottenuti, viene condivisa
tra responsabili, operatori e volontari una riprogettazione degli interventi,
modificandoli laddove si sono ottenuti risultati parzialmente o totalmente
inefficaci, potenziando in base alle risorse quelle azioni che hanno raggiunto
l’obiettivo prefissato ed implementando nuove attività in base all’eventuale
bisogno registrato.
9.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività
previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le
predette attività
N°
1
Ruolo nella struttura
- Competenza
Responsabile della
struttura e dei progetti
Operatore di Comunità,
esperienza pluriennale
di coordinamento di
strutture residenziali di
accoglienza per minori
Esperienza nella
gestione delle risorse
umane e strumentali a
disposizione dell’Ente
Esperienza nel rapporto
con le Istituzioni sul
territorio
Azioni
AZIONE 1 – Inserimento ed accoglienza nelle strutture
dell’Ente
1.1. Presa in carico e gestione delle richieste di sostegno
1.2. Pianificazione degli interventi
1.3. Interventi d’inserimento e d’accoglienza nelle strutture
dell’ente
AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei minori
provenienti dalle famiglie povere della baraccopoli
2.1. Monitoraggio dei minori e delle relative famiglie nella
baraccopoli
2.2 Programmazione ed organizzazione degli interventi
2.5. Attività di sensibilizzazione ed accompagnamento a
donne e minori vittime di violenza domestica
AZIONE 3 – Realizzazione ed implementazione di
attività ludico-ricreative e di socializzazione
3.1. Pianificazione delle attività ricreative e di socializzazione
AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei
Servizi Sociali nella città di Batumi
4.1 Gestione delle richieste di supporto
4.2 Programmazione degli interventi
AZIONE 5 – Verifica degli interventi
5.1. Valutazione degli obiettivi raggiunti
5.2. Riprogettazione degli interventi compiuti
1
Co-responsabile
Assistente di Comunità,
con esperienza
pluriennale di
coordinamento di
strutture residenziali di
accoglienza per minori.
Esperienza in
animazione di minori e
tutoraggio scolastico.
Esperienza in
accompagnamenti e
supporto con donne e
minori in difficoltà
AZIONE 1 – Inserimento ed accoglienza nelle strutture
dell’Ente
1.1. Presa in carico e gestione delle richieste di sostegno
1.2. Pianificazione degli interventi
1.3. Interventi d’inserimento e d’accoglienza nelle strutture
dell’ente
AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei minori
provenienti dalle famiglie povere della baraccopoli
2.1. Monitoraggio dei minori e delle relative famiglie nella
baraccopoli
2.2 Programmazione ed organizzazione degli interventi
2.3. Attività assistenziali
2.4. Attività di doposcuola e sostegno psico-sociale
2.5. Attività di sensibilizzazione ed accompagnamento a
donne e minori vittime di violenza domestica
AZIONE 3 – Realizzazione ed implementazione di
attività ludico-ricreative e di socializzazione
3.1. Pianificazione delle attività ricreative e di socializzazione
3.2. Realizzazione di attività sportive e ludiche-ricreative
AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei
Servizi Sociali nella città di Batumi
4.1 Gestione delle richieste di supporto
4.2 Programmazione degli interventi
62
4.2 Attività assistenziali
AZIONE 5 – Verifica degli interventi
5.1. Valutazione degli obiettivi raggiunti
5.2. Riprogettazione degli interventi compiuti
1
Educatrice
Laureata in scienze
della formazione, con
esperienza in interventi
sociali in contesti di
marginalità e in
strutture di accoglienza
per minori
Esperienza di
animazione con minori
AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei minori
provenienti dalle famiglie povere della baraccopoli
2.1. Monitoraggio dei minori e delle relative famiglie nella
baraccopoli
2.2 Programmazione ed organizzazione degli interventi
2.3. Attività assistenziali
2.4. Attività di doposcuola e sostegno psico-sociale
AZIONE 3 – Realizzazione ed implementazione di
attività ludico-ricreative e di socializzazione
3.1. Pianificazione delle attività ricreative e di socializzazione
3.2. Realizzazione di attività sportive e ludiche-ricreative
AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei
Servizi Sociali nella città di Batumi
4.2 Programmazione degli interventi
4.2 Attività assistenziali
AZIONE 5 – Verifica degli interventi
5.1. Valutazione degli obiettivi raggiunti
1
Psicologo
Laurea in psicologia
Esperienza con minori in
situazione di disagio e
in affidamento
AZIONE 1 – Inserimento ed accoglienza nelle strutture
dell’Ente
1.3 Interventi d’inserimento e d’accoglienza nelle strutture
dell’ente
AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei minori
provenienti dalle famiglie povere della baraccopoli
2.2 Programmazione ed organizzazione degli interventi
2.4. Attività di doposcuola e sostegno psico-sociale
2.5. Attività di sensibilizzazione ed accompagnamento a
donne e minori vittime di violenza domestica
AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei
Servizi Sociali nella città di Batumi
4.2 Programmazione degli interventi
4.3 Attività assistenziali
AZIONE 5 – Verifica degli interventi
5.1. Valutazione degli obiettivi raggiunti
1
Assistente sociale
Laurea in servizi sociali
Esperienza di interventi
sociali in contesti di
marginalità, esperienza
con minori
AZIONE 1 – Inserimento ed accoglienza nelle strutture
dell’Ente
1.1.
Presa in carico e gestione delle richieste di sostegno
1.2.
Pianificazione degli interventi
AZIONE 4 – Interventi a supporto dell’attività dei
Servizi Sociali nella città di Batumi
4.1 Gestione delle richieste di supporto
4.2 Programmazione degli interventi
9.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
OBIETTIVO SPECIFICO
Inserimento di altri 37 minori nelle progettualità dell'Ente facilitando l'accesso ai controlli
medici di base, alle attività di sostegno scolastico e supporto quotidiano, e qualificazione degli
interventi educativi e di supporto già implementati.
63
AZIONI-Attività
ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO
AZIONE 1 – Inserimento ed
accoglienza nelle strutture
dell’Ente
1.2
Pianificazione degli interventi
1.3
Interventi d’inserimento e
d’accoglienza nelle strutture dell’ente
AZIONE 2 - Interventi a sostegno
dei minori provenienti dalle
famiglie povere della baraccopoli
2.1. Monitoraggio dei minori e delle
relative famiglie nella baraccopoli
2.2
Programmazione
organizzazione degli interventi
ed
2.3. Attività assistenziali
2.4. Attività di doposcuola e sostegno
psico-sociale
2.5. Attività di sensibilizzazione ed
accompagnamento a donne e minori
vittime di violenza domestica
AZIONE 3 – Realizzazione ed
implementazione di attività
ludico-ricreative e di
socializzazione
3.1. Pianificazione delle attività
ricreative e di socializzazione
3.2. Realizzazione di attività sportive
e ludiche-ricreative
AZIONE 4 – Interventi a supporto
dell’attività dei Servizi Sociali
nella città di Batumi
4.3 Attività assistenziali
- è parte dell’equipe che settimanalmente visita i
minori provenienti da famiglie in situazioni di povertà
della baraccopoli
- collabora alla pianificazione delle attività rivolte ai
minori accolti
- partecipa alle attività di tutoraggio scolastico rivolte
ai minori accolti
- supporta gli accompagnamenti dei minori accolti
- contribuisce alla valutazione dei bisogni dei minori
provenienti dalla baraccopoli a cui è rivolto
l’intervento
- prende parte alla programmazione delle attività
della settimana, delineando obiettivi e modalità di
intervento
- partecipa alla distribuzione dei beni alimentari e di
prima necessità, oltre alla consegna di medicine e
beni per l’infanzia;
- all’occorrenza si occupa dell’accompagnamento dei
minori alle visite mediche.
- partecipa all’organizzazione delle attività e alla
preparazione del materiale didattico necessario;
- partecipa al confronto con i vari operatori sul livello
scolastico del minore accolto per comprendere quali
sono i punti deboli che necessitano di essere
potenziati;
partecipa
alla
definizione
delle
attività
d’insegnamento dell’inglese e della matematica
- supporta l’attività di sensibilizzazione rispetto
tematiche legate al rispetto dei diritti umani
- affianca gli operatori nella programmazione delle
attività ludico ricreative e di socializzazione
- contribuisce all’organizzazione delle attività e alla
preparazione dei materiali necessari per la relativa
realizzazione;
- partecipa alle seguenti attività: giochi, attività
sportive; attività artistiche; visione di film e cartoni;
escursioni, attività culturali, vacanze estive.
- collabora nella distribuzione di beni di prima
necessità, quali alimenti, vestiario e medicine;
- all’occorrenza si occupa dell’accompagnamento dei
minori alle visite mediche;
- supporta l’attività di sensibilizzazione a tematiche
quali la cura personale di sé, l’abbandono di neonati,
l’accesso a servizi statali
AZIONE 5 – Verifica degli
interventi
5.1. Valutazione degli obiettivi
raggiunti
- partecipa alla valutazione dei risultati attesi,
focalizzando il target del risultato sul soddisfacimento
dei
bisogni
primari
dei
minori
destinatari
dell’intervento;
- offre un contributo rispetto la definizione degli
aspetti positivi e negativi dell’intervento messo in
atto.
64
5.2. Riprogettazione degli interventi
compiuti
- partecipa alla revisione ed alla riscrittura delle
progettualità
ROMANIA
a. Bucarest
9.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 1:
Incrementare e qualificare gli interventi di assistenza rivolti ai 150 adulti destinatari
dell’accoglienza nella struttura dell’ente e delle attività esterne in collaborazione con altre
associazioni e implementazione di attività di prevenzione e animazione sociale per 100 minori
MESI
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10 11 12
AZIONI-Attività
AZIONE 1- Inserimento di
nuove accoglienze nella
struttura
1.1. Raccolta delle richieste di
accoglienza
1.2. Valutazione e accettazione
richieste
1.3. Inserimento nella struttura
dell’ente
AZIONE 2-Implementazione e
incremento delle attività di
assistenza
2.1. Pianificazione e
programmazione delle attività
2.2. Attività assistenziali e di
sviluppo delle autonomie di
accolti
2.3. Attività occupazionali in
collaborazione con “Fabrica de
mozaic”
2.4. Realizzazione del servizio di
strada con i Frati Missionari della
Carità
2.5. Attività assistenziali in
collaborazione col centro diurno
dei Frati Missionari della Carità
AZIONE 3- Implementazione
di attività di animazione
sociale e prevenzione rivolte
a minori
3.1. Pianificazione e
programmazione delle attività
3.2. Realizzazione delle attività
in collaborazione con
l’Associazione Don Orione
3.3 Realizzazione di campi estivi
rivolti a minori
AZIONE 4- Valutazione delle
attività di assistenza e di
prevenzione
4.1. Valutazione dei risultati
attesi
4.2. Revisione delle attività
programmate e riprogettazione
65
AZIONE 1- Inserimento di nuove accoglienze nella struttura
1.1. Raccolta delle richieste di accoglienza
Periodicamente arrivano richieste di accoglienza, in particolare dai frati Missionari della
Carità e dai frati maristi di Bucarest. Quotidianamente infatti gli indigenti, soprattutto
adulti che vivono in strada e con varie problematiche chiedono aiuto ai frati, che non
hanno la possibilità di provvedere all’accoglienza. In questi casi i frati contattano l’ente,
fornendo informazioni circa il richiedente. Viene organizzato quindi un incontro per
approfondire la richiesta.
1.2. Valutazione e accettazione richieste
Una volta raccolte le informazioni necessarie, gli operatori fanno una valutazione della
situazione interna degli utenti della struttura, in quanto i nuovi inserimenti hanno delle
ricadute negli equilibri della casa. Ci si confronta in particolare sulla richiesta specifica,
valutando la fattibilità e le risorse disponibili. Se necessario, si approfondisce
ulteriormente che chi ha fatto la proposta.
1.3. Inserimento nella struttura o nelle attività dell’ente
Ai nuovi ingressi viene presentata la struttura e gli altri utenti, facendo presenti le
regole di convivenza. Vengono realizzati le visite mediche in ingresso. Gli operatori
effettuano alcuni colloqui con il nuovo utente per ricostruirne la storia e definire i
bisogni individuali. Di conseguenza si provvede alla definizione degli obiettivi del
percorso educativo individualizzato.
AZIONE 2-Implementazione e incremento delle attività di assistenza
2.1. Pianificazione e programmazione delle attività
Gli operatori si riuniscono in equipe per confrontarsi circa i bisogni dei destinatari dei
diversi interventi, quindi: accolti, , persone di strade, destinatari del centro diurno e
delle attività occupazionali. Vengono definite le priorità di intervento, gli obiettivi e le
modalità. Quindi si provvede alla stesura delle attività e alla loro calendarizzazione.
2.2. Attività assistenziali e di sviluppo delle autonomie degli accolti
Gli operatori della struttura affiancano gli utenti in attività quotidiane, dalla
sperimentazione di spostamenti in autonomia laddove possibile, all’assunzione di
terapie in autonomia per gli psichiatrici lievi, alla gestione del denaro ecc. In
particolare, a seconda delle possibilità di ognuno, vengono assegnate piccole
responsabilità e mansioni, da realizzare in semi-autonomia con l’affiancamento
dell’operatore e, gradualmente, in autonomia. Laddove possibile, gli utenti partecipano
ad alcune attività sviluppate dalla struttura, quali le attività dei campi estivi o il servizio
di strada.
2.3. Attività occupazionali in collaborazione con “Fabrica de mozaic”
Gli operatori prendono contatti con le figure di riferimento di “Fabrica de mozaic”, per
individuare i bisogni e le risorse da valorizzare per ciascun adulto inserito nelle attività
occupazionali. Viene realizzata una calendarizzazione delle attività, definendo i ruoli di
ciascuno. Si prepara il setting e i materiali per le attività. Infine si realizzano le attività
assieme agli utenti, cercando di instaurare con loro una relazione di fiducia.
2.4 Realizzazione del servizio di strada con i Frati Missionari della Carità
L’associazione collabora con i frati Missionari della Carità, supportando il servizio di
strada dei frati una volta la settimana. Dopo un confronto con il responsabile del
servizio di strada per i Frati, si definiscono i bisogni dei destinatari, le modalità d
intervento, i luoghi prioritari in cui intervenire, compiti e mansioni. Il servizio di strada
prevede la distribuzioni di alimenti precedentemente reperiti e preparati dall’ente, e di
bevande. Il supporto materiale è anche il pretesto per creare una relazione di fiducia
con i destinatari, per mettersi in ascolto delle loro problematiche, e per informarli
66
rispetto alle alternative alla strada e alle opportunità che l’associazione stessa può
offrire.
2.5. Attività assistenziali in collaborazione col centro diurno dei Frati Missionari della
Carità
L’ente già collabora da diverso tempo con i Frati Missionari della Carità per le unità di
strada. Con questo progetto attiverà una collaborazione più solida, contribuendo alle
attività del centro diurno gestito dai frati 2 volte la settimana, una giornata per gli
uomini adulti e una giornata per le donne, alcune con figli a carico, anch’essi cresciuti
in strada. Si tratta di coordinarsi dapprima con il responsabile del centro per definire
ruoli e compiti. Si fa la spesa e si preparano i pasti, che vengono serviti da alcuni
operatori assieme agli utenti. Viene data la possibilità a ciascun utente di fare una
doccia, di lavare i propri indumenti per ritrovarli puliti la volta seguente. Si cerca in
tutto ciò di responsabilizzare gli utenti e di mettersi in ascolto dei loro bisogni,
instaurando con loro un legame di fiducia.
AZIONE 3- Implementazione di attività di animazione sociale e prevenzione
rivolte a minori
3.1. Pianificazione e programmazione delle attività
Gli operatori si riuniscono in equipe per confrontarsi circa i bisogni dei minori
destinatari dei diversi interventi. Vengono definite le priorità di intervento, gli obiettivi
e le modalità. Quindi si provvede alla stesura delle attività e alla loro calendarizzazione.
3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con l’Associazione Don Orione
Si definiscono le attività, si provvede a raccogliere il materiale necessario (materiale da
cancelleria, da riciclo, palloni, cartapesta, strumenti musicali…) e a preparare il setting.
Vengono quindi realizzate attività creative, espressive, ludiche.
3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori
Durante l’estate, con l’arrivo di gruppi di volontari si organizzano 3 settimane di attività
educative e ludico-ricreative a Bucarest e Matasari. Dapprima i volontari si incontrano
con gli operatori dell’ente, per definire obiettivi e metodologie di intervento ed
eventualmente esplicitare la presenza di situazioni particolare tra i minori. Si
definiscono le attività, si provvede a raccogliere il materiale necessario (materiale da
cancelleria, da riciclo, palloni, cartapesta, strumenti musicali…) e a preparare il setting.
Si realizzano attività espressive, quali:
Attività con la cartapesta e con materiale riciclabile;
Attività artistica;
Attività musicale;
Inoltre vengono organizzati diversi giochi in squadra.
AZIONE 4- Valutazione delle attività di assistenza e di prevenzione
4.1. Valutazione dei risultati attesi
Si fa una valutazione dei risultati e delle abilità conseguite dai destinatari delle varie
attività: di accoglienza , del servizio di strada, del centro diurno, ecc. Per la valutazione
si fa riferimento anche a periodici colloqui tenuti con gli adulti inseriti nelle
progettualità. Si valuta inoltre se effettivamente le attività proposte hanno diminuito i
rischi legati alla strada.
4.2. Revisione delle attività programmate e riprogettazione
Sulla base della valutazione dei risultati attesi, si realizza una verifica delle attività
svolte, mettendo in evidenza i punti di forza e le criticità. Si valuta inoltre se
effettivamente le attività proposte- di supporto materiale, psicologico e educativohanno risposto ai bisogni dei destinatari. Quindi si provvede a una riprogettazione dei
progetti e in particolare delle nuove attività.
67
9.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività
previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le
predette attività
OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 1:
Incrementare e qualificare gli interventi di assistenza rivolti ai 150 adulti destinatari
dell’accoglienza nella struttura dell’ente e delle attività esterne in collaborazione con altre
associazioni e implementazione di attività di prevenzione e animazione sociale per 100 minori
N°
Ruolo nella struttura –
Azioni
Competenze
1
Responsabile dell’associazione
AZIONE 1- Inserimento di nuove accoglienze
Coordinatore delle attività
nella struttura e nelle attività di supporto diurne
1.1. Raccolta delle richieste di accoglienza
Operatore di Comunità, con
1.2. Valutazione e accettazione richieste
esperienza pluriennale nella
1.3. Inserimento nella struttura o nelle attività
gestione della strutture di
dell’ente
accoglienza con adulti, nella
realizzazione di unità di strada e
AZIONE 2- Implementazione e incremento
nelle attività di sviluppo delle
delle attività di assistenza
autonomie. Esperienza di 3 anni
2.1. Pianificazione e programmazione delle attività
come responsabile di un centro
2.2. Attività assistenziali e di sviluppo delle
diurno per psichiatrici e adulti con autonomie degli accolti
disagio in Italia
2.3. Attività occupazionali in collaborazione con
“Fabrica de mozaic”
2.4. Realizzazione del servizio di strada con i Frati
Missionari della Carità
AZIONE 3- Implementazione di attività di
animazione sociale e prevenzione rivolte a
minori
3.1. Pianificazione e programmazione delle attività
3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con
l’Associazione Don Orione
3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori
AZIONE 4- Valutazione delle attività di
assistenza e di prevenzione
4.1. Valutazione dei risultati attesi
4.2. Revisione delle attività programmate e
riprogettazione
1
1
CO-responsabile di struttura
Operatrice di comunità, con
esperienza pluriennale in
strutture di accoglienza, in
particolare con adulti in
situazione di disagio e con
psichiatrici.
Co-responsabile di struttura
Operatrice di comunità, con
esperienza pluriennale in
strutture di accoglienza, in
particolare con adulti in
situazione di disagio e con
AZIONE 2- Implementazione e incremento
delle attività di assistenza
2.1. Pianificazione e programmazione delle attività
2.2. Attività assistenziali e di sviluppo delle
autonomie degli accolti
AZIONE 3- Implementazione di attività di
animazione sociale e prevenzione rivolte a
minori
3.1. Pianificazione e programmazione delle attività
3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con
l’Associazione Don Orione
3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori
AZIONE 4- Valutazione delle attività di
assistenza e di prevenzione
4.1. Valutazione dei risultati attesi
4.2. Revisione delle attività programmate e
riprogettazione
AZIONE 1- Inserimento di nuove accoglienze
nella struttura e nelle attività di supporto diurne
1.2. Valutazione e accettazione richieste
1.3. Inserimento nella struttura o nelle attività
dell’ente
AZIONE 2- Implementazione e incremento
68
psichiatrici. Esperienza in attività
di animazione e prevenzione con
minori
delle attività di assistenza
2.1. Pianificazione e programmazione delle attività
2.3. Attività occupazionali in collaborazione con
“Fabrica de mozaic”
2.4. Realizzazione del servizio di strada con i Frati
Missionari della Carità
2.5. Attività assistenziali in collaborazione col centro
diurno dei Frati Missionari della Carità
AZIONE 3- Implementazione di attività di
animazione sociale e prevenzione rivolte a
minori
3.1. Pianificazione e programmazione delle attività
3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con
l’Associazione Don Orione
3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori
20
Animatori volontari
Esperienze di volontariato in
parrocchie, oratori, scout, con
esperienza in attività di
animazione con minori (presenti
per i mesi estivi, quando sono
attivi i campi estivi con i minori)
AZIONE
4Valutazione delle
attività
di
assistenza e di prevenzione
4.1. Valutazione dei risultati attesi
4.2. Revisione delle attività programmate e
riprogettazione
AZIONE 2- Implementazione e incremento
delle attività di assistenza
2.4. Realizzazione del servizio di strada con i Frati
Missionari della Carità
2.5. Attività assistenziali in collaborazione col centro
diurno dei Frati Missionari della Carità
AZIONE 3- Implementazione di attività di
animazione sociale e prevenzione rivolte a
minori
3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con
l’Associazione Don Orione
3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori
9.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 1:
Incrementare e qualificare gli interventi di assistenza rivolti ai 150 adulti destinatari
dell’accoglienza nella struttura dell’ente e delle attività esterne in collaborazione con altre
associazioni e implementazione di attività di prevenzione e animazione sociale per 100 minori
AZIONI-Attività
ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO
AZIONE 1- Inserimento di nuove
accoglienze nella struttura e nelle
attività di supporto diurne
1.3. Inserimento nella struttura o nelle
- il volontario supporta gli operatori
nell’inserimento dell’utente nella struttura,
attività dell’ente
avendo cura di dedicargli attenzione e di
rassicurarlo;
- affiancherà l’operatore nel condividere e
nel far rispettare le regole di convivenza;
- si confronta con l’operatore rispetto al
percorso individualizzato definito per il
nuovo utente.
AZIONE
2-Implementazione
e
incremento delle attività di assistenza
2.1. Pianificazione e programmazione delle
attività
- con una certa gradualità il volontario
parteciperà alle equipe, dapprima come
osservatore e poi offrendo il suo punto di
vista rispetto ai bisogni dei destinatari dei
diversi interventi;
69
2.2. Attività assistenziali e di sviluppo delle
autonomie degli accolti
2.3. Attività occupazionali in collaborazione
con “Fabrica de mozaic”
- partecipa alla stesura delle attività e alla
loro calendarizzazione.
- il volontario, seguendo i suggerimenti degli
operatori, affianca gli utenti in attività
quotidiane,
dalla
sperimentazione
di
spostamenti in autonomia laddove possibile,
all’assunzione di terapie in autonomia per gli
psichiatrici lievi, alla gestione del denaro
ecc;
- affianca nella realizzazione di piccole
responsabilità e mansioni, da realizzare in
semi-autonomia
e,
gradualmente,
in
autonomia.
In questa fase la dimensione relazione è
centrale: è attraverso la relazione di fiducia
instauratasi che si può rassicurare l’utente e
favorirne l’empowerment;
-
Affianca
gli
operatori
nella
preparazione del setting e dei materiali per
le attività.
-
Affianca gli operatori dell’ente e di
“Fabrica de mozaic” nella realizzazione delle
attività occupazionali assieme agli utenti,
cercando di instaurare con loro una relazione
di fiducia.
2.4 Realizzazione del servizio di strada con i
Frati Missionari della Carità
2.5. Attività assistenziali in collaborazione col
centro diurno dei Frati Missionari della Carità
- il volontario partecipa alla preparazione di
cibo e bevande per l’unità di strada;
- il volontario partecipa alle unità di strada
organizzate dai Frati Missionari della Carità,
durante le quali distribuisce alimenti e offre
supporto materiale, oltre che ascolto.
Anche qui la dimensione relazionale è
centrale: attraverso la relazione di fiducia si
cerca di informare gli utenti delle alternative
alla strada e degli eventuali supporti che si
possono offrire.
Il volontario parteciperà alle attività del centro
diurno dei Frati Missionari della Carità due
volte la settimana:
- Affiancherà gli operatori nella distribuzione
dei pasti assieme ad alcuni utenti;
- Affiancherà
gli
operatori
nell’offrire
informazioni agli utenti rispetto ai servizi
garantiti dal centro (pasti, doccia calda,
pulizia dei vestiti ecc.) e alle regole;
- Si metterà in ascolto degli utenti e dei loro
bisogni, cercando di costruire una relazione
di fiducia
AZIONE 3- Implementazione di attività
di animazione sociale e prevenzione
rivolte a minori
3.2.
Realizzazione
delle
attività
in
collaborazione con l’Associazione Don Orione
- affiancherà gli educatori nel preparare il
materiale
necessario
(materiale
da
cancelleria, da riciclo, palloni, cartapesta,
strumenti musicali…) e il preparare il
setting;
- parteciperà con gli educatori alla
realizzazione
delle
attività
creative,
espressive, ludiche;
70
3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a
minori
- affianca gli educatori nella preparazione del
materiale
necessario
(materiale
da
cancelleria, da riciclo, palloni, cartapesta,
strumenti musicali…) e del setting per i
campi estivi con minori a Bucarest e
Matasari;
- Partecipa all’organizzazione delle attività
educative e ludico-ricreative ed espressive
durante i campi estivi.
AZIONE 4- Valutazione delle attività di
assistenza e di prevenzione
4.1. Valutazione dei risultati attesi
4.2. Revisione delle attività programmate e
riprogettazione
- il volontario offre il suo contributo per
quanto riguarda la valutazione dei risultati
e delle abilità conseguite dai destinatari
delle varie attività
- il volontario partecipa alla valutazione dei
risultati attesi, e offre il suo contributo per
la riprogettazione dei progetti e in
particolare delle nuove attività.
b. Timisoara
9.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 2:
Implementazione di 50 nuovi programmi di protezione per altrettanti minori vittime di tratta
individuati da Generatie Tanara e qualificazione delle attività di prevenzione per 60 minori a
rischio appartenenti ai territori di Recas, Calacea e Carani.
MESI
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10 11 12
AZIONI-Attività
AZIONE 1-Programmazione
degli interventi
1.1. Approfondimento dei
fenomeni della tratta
1.2. Verifica dello stato dell’arte
dei programmi e delle attività
promosse dall’ente
1.3. Pianificazione e
programmazione delle attività
AZIONE 2- Inserimento delle
vittime di tratta nel
programma di protezione di
Generatie Tanara
2.1. Realizzazione di colloqui con
le istituzioni locali e con la polizia
2.2. Valutazione e accettazione
richieste
2.3. Inserimento nel programma
di protezione e aggiornamento
dei beneficiari a carico del
programma
AZIONE 3-Implementazione
del programma di protezione
delle vittime
3.1. Attività assistenziali
3.2. Attività ludico-ricreative e
culturali
3.3. Attività espressive e
71
creative
3.4. Attività di inserimento e
supporto scolastico
AZIONE 4-Implementazione
del programma di
prevenzione dei minori
4.1. Attività assistenziali
4.2. Attività di tutoraggio
scolastico
4.3. Attività ludico-ricreative e
culturali
4.4 Attività espressive e creative
AZIONE 5- Valutazione dei
programmi di protezione e di
prevenzione
5.1. Valutazione dei risultati
attesi
5.2. Revisione delle attività
programmate e riprogettazione
AZIONE 1-Programmazione degli interventi
1.1.Approfondimento dei fenomeni della tratta e della violenza domestica
Questa attività è propedeutica alla verifica dello stato dell’arte e alla
riprogrammazione degli interventi. Le problematiche infatti sono complesse e
dinamiche, è necessario quindi un continuo aggiornamento da parte degli operatori,
raccolta di dati sempre aggiornati sul fenomeno. Questo avviene grazie alla
collaborazione con l’Agenzia Nazionale contro la Tratta (ANITP) a Oradea, e altre
istituzioni che si occupano di tratta e di vittime di violenza domestica. Questo
prevede periodiche visite presso tali realtà al fine appunto di approfondire la
tematica e partecipazioni a seminari organizzati di volta in volta da ONG e
istituzioni. E’ prevista la partecipazione a seminari internazionali sulla tratta in
Ungheria, Bulgaria, Serbia, Moldavia e altri paesi europei.
1.2.Verifica dello stato dell’arte dei programmi e delle attività promosse dall’ente
In relazione agli ultimi report elaborati sulle attività svolte, gli operatori e i soggetti
coinvolti si riuniranno in equipe, analizzando l’allocazione delle risorse impiegate e i
punti di forza e le criticità riscontrate, per le quali si proporranno le opportune
modifiche. Si cercheranno inoltre di individuare e valorizzare le buone pratiche
emerse.
1.3.Pianificazione e programmazione delle attività
Sulla base dei progetti individuali delle vittime, mensilmente si realizza una
programmazione di massima delle attività di reintegrazione sociale, tenendo conto
che la gestione di questi programmi di protezione richiede una grande flessibilità
nell’organizzazione, considerando che le accoglienze nelle strutture subiscono
continuamente modifiche. Per la stesura del programma si tiene conto sia delle
risorse umane e finanziarie a disposizione, sia dei bisogni specifici dei destinatari,
individuati attraverso dei colloqui. Infine si definiscono le attività, la modalità e i
tempi di attuazione.
Anche per la programmazione delle attività legate alla prevenzione, si effettuano
colloqui con i minori per conoscere meglio le aspettative, i problemi e i bisogni, e si
definiscono quindi obiettivi specifici, modalità e tempi delle singole attività.
72
AZIONE 2- Inserimento delle vittime di tratta nel programma di protezione di
Generatie Tanara
2.1.
Realizzazione di colloqui con le istituzioni locali e con la polizia
Nel momento in cui la polizia locale individua una vittima di tratta, come prima
cosa la informa che può essere inserita nei procedimenti giudiziari e anche in un
centro protetto, dove ricevere assistenza. Se la vittima acconsente viene portata da
Generatie Tanara. Quindi vengono realizzati dei colloqui con le istituzioni per
cercare di ricostruire la storia della vittima, risalire alla famiglia e alle condizioni di
vita della famiglia stessa. Queste informazioni vengono raccolte in relazioni
individuali.
2.2.
Valutazione e accettazione richieste
La responsabile dell’ONG valuta se accettare o meno l’inserimento, in base alle
possibilità e alle risorse dell’ente. Generalmente si cerca comunque di dare risposta
affermativa a tutte le segnalazioni. Infine si comunica formalmente alle istituzioni
la presa in carico della vittima.
2.3.
Inserimento nel programma di protezione e aggiornamento dei beneficiari a
carico del programma
Le vittime di tratta e di violenza domestica vengono inserite nel programma di
protezione dell’ente. Viene quindi elaborato un progetto individuale per ciascuna
vittima,
in
base
ai
bisogni
e
alla
situazione
specifica.
I dati anagrafici dei nuovi inserimenti vengono archiviati assieme ai documenti
personali attraverso un’attività di segreteria. Questi dati vengono aggiornati
costantemente e messi a disposizione degli operatori e assistenti sociali che
operano nell’associazione. Viene redatto e aggiornato un registro presenze delle
vittime in programma.
AZIONE 3-Implementazione del programma di protezione delle vittime
3.1.
Attività assistenziali
Le vittime ricevono accoglienza e supporto materiale (abbigliamento, prodotti per la
cura personale, ecc.). Vengono responsabilizzate per quanto riguarda la cura di sé:
questo aspetto è parte fondamentale del programma di reinserimento sociale. Oltre
a ciò, alle vittime viene garantito supporto medico e psicologico grazie alla
presenza costante nella struttura di Timisoara di personale qualificato. Viene offerta
inoltre consulenza giuridica e supporto nelle relazioni con le istituzioni giuridiche e
nella preparazione della documentazione necessaria. In particolare l’associazione
cerca di ottenere i documenti d' identità per i minori inseriti, che li hanno persi o
non li hanno mai avuti. Viene garantito il trasporto e l’accompagnamento per le
visite mediche, psicologiche, legali ecc.
3.2.
Attività ludico-ricreative e culturali
Settimanalmente vengono programmati e calendarizzati alcuni momenti ludici, tra
cui:
Attività culturali sul territorio (cinema, visita alla città ecc.);
Attività ricreative, come festeggiamenti in occasioni di ricorrenze particolari,
compleanni ecc., escursioni;
Si definisce in equipe quali risorse economiche e umane sono disponibili per le tali
attività, si provvede all’organizzazione logistica, infine si realizzano le attività.
3.3.
Attività espressive e creative
in base all’organigramma e ai progetti individuali delle vittime, si definiscono le
attività espressive finalizzate a migliorare le abilità sociali, relazionali e
comunicative. E’ fondamentale la relazione tra utente e educatori: l’educatore cerca
di costruire una relazione di fiducia con la vittima e di educarla informalmente a
una gestione della relazione non strumentale- come avviene nell’ambito della
prostituzione- ma basata sul rispetto reciproco e sulla valorizzazione di sé. Centrale
nell’attività educative è dunque l’approccio dell’educatore alle vittime, approccio
73
basato sull’ascolto attivo e il dialogo.
Si preparano i materiali e il setting per i laboratori di arte terapia e bigiotteria,
infine si procede alla realizzazione delle attività
3.4.
Attività di inserimento e supporto scolastico
In base ai progetti individuali e all’età delle vittime, si prevede l’inserimento
scolastico. Nel caso della scuola o di corsi formativi, l’associazione si preoccupa di
supportare l’orientamento scolastico, di prendere contatto con gli istituti, e di
preparare la documentazione necessaria per l’iscrizione.
E’ prevista la realizzazione di un corso di inglese e il supporto scolastico per le
vittime che decidono di iscriversi a scuola.
AZIONE 4-Implementazione del programma di prevenzione dei minori
Recas, Calacea e Carani
a
4.1. Attività assistenziali
Ai minori inseriti nel programma di prevenzione, viene garantito vitto e alloggio.
Oltre a ciò, verranno accompagnati al bisogno da medici e psicologi, al fine di
garantire un costante supporto psicologico e sanitario. In generale si cerca di
rispondere ai bisogni materiali dei minori, garantendo loro uno spazio protetto.
4.2. Attività di tutoraggio scolastico
In base ai bisogni individuali dei minori, si predispone un programma di supporto
scolastico.
Si predispongono all’occorrenza i materiali didattici, e quotidianamente verrà
offerto il tutoraggio scolastico.
4.3.Attività ludico-ricreative e culturali
Settimanalmente vengono programmati alcuni momenti ludici, tra cui:
Attività culturali sul territorio (cinema, visita alla città, visita ai musei, teatro,
ecc.);
Attività ricreative, come festeggiamenti in occasioni di ricorrenze particolari,
compleanni ecc., escursioni;
Dopo una calendarizzazione delle attività, si verificano gli aspetti logistici quali la
disponibilità dei mezzi, e gli accompagnatori.
4.4 Attività espressive e creative
Tali attività permettono sia di sviluppare le abilità relazionali, sociali e comunicative
dei minori, sia di aumentare la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. Si
preparano i materiali e il setting per i laboratori di arte terapia e bigiotteria, si
valuta chi impegnare nelle attività, infine si procede alla realizzazione dei seguenti
laboratori:
- laboratorio di arte terapia;
- laboratorio di bigiotteria;
AZIONE 5- Valutazione dei programmi di protezione e di prevenzione
5.1.
Valutazione dei risultati attesi
Si valutano i risultati attesi rispetto agli obiettivi di partenza e ai progetti individuali
di ciascun minore e si individuano gli aspetti positivi e le criticità. Vengono coinvolti
in questo momenti di verifica gli operatori coinvolti, le figure specializzate
(assistente sociale e psicologa) e la responsabile dell’associazione. Si considera il
grado di soddisfacimento degli utenti.
5.2.
Revisione delle attività programmate e riprogettazione
sulla base della valutazione svolta, si individuano aspetti da potenziare, e modalità
per ridurre o eliminare le criticità. Si passa quindi alla riprogettazione delle diverse
azioni.
74
9.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività
previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le
predette attività
OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 2:
Implementazione di 50 nuovi programmi di protezione per altrettanti minori vittime di tratta
individuati da Generatie Tanara e qualificazione delle attività di prevenzione per 60 minori a
rischio appartenenti ai territori di Recas, Calacea e Carani.
N°
Ruolo nella struttura –
Azioni
Competenze
1
Responsabile dell’associazione
AZIONE 1-PROGRAMMAZIONE DEGLI
Coordinatore di progetto
INTERVENTI
Esperienza pluriennale nella
gestione della strutture di
accoglienza, nel coordinamento
dei progetti. Esperienza
ventennale in programmi di
protezione per vittime della tratta
Fondatrice e coordinatrice delle
attività dell’ONG e delle risorse
umane
Responsabili dei rapporti con
istituzioni nazionali e
internazionali
AZIONE 2- Inserimento delle vittime di tratta nel
programma di protezione di Generatie Tanara
2.1. Realizzazione di colloqui con le istituzioni locali e
con la polizia
2.2. Valutazione e accettazione richieste
AZIONE 3-Implementazione del programma di
protezione delle vittime
3.1. Attività assistenziali
3.4. Attività di inserimento e supporto scolastico
AZIONE 4-Implementazione del
programma di prevenzione dei minori a
Recas, Calacea e Carani 4.1. Attività
assistenziali
1
Assistente sociale
Dipendente
Laurea in Lavoro Sociale
comunitario. Esperienza
pluriennale nell’ambito
dell’assistenza sociale con
particolari competenze rispetto
l’assistenza alle vittime e gestione
delle relazioni con i servizi sociali
territoriali
1
Assistente sociale
Laurea in Lavoro Sociale
comunitario. Esperienza
pluriennale nell’ambito
dell’assistenza sociale
AZIONE 5- Valutazione dei programmi di
protezione e di prevenzione
5.1. Valutazione dei risultati attesi
5.2. Revisione delle attività programmate e
riprogettazione
AZIONE 1-PROGRAMMAZIONE DEGLI
INTERVENTI
AZIONE 2- Inserimento delle vittime di tratta nel
programma di protezione di Generatie Tanara
2.2. Valutazione e accettazione richieste
2.3. Inserimento nel programma di protezione e
aggiornamento dei beneficiari a carico del programma
AZIONE 3- Implementazione del programma di
protezione delle vittime
3.1. Attività assistenziali
3.4. Attività di inserimento e supporto scolastico
AZIONE 5- Valutazione dei programmi di
protezione e di prevenzione
AZIONE 1-PROGRAMMAZIONE DEGLI
INTERVENTI
AZIONE 4-Implementazione del
programma di prevenzione dei minori a
Recas, Calacea e Carani 4.1. Attività
assistenziali
4.2. Attività di tutoraggio scolastico
4.4 Attività espressive e creative
AZIONE 5- Valutazione dei programmi di
75
protezione e di prevenzione
1
3
Operatore
Esperienza di contabilità e
gestione risorse umane
AZIONE 2- Inserimento delle vittime di tratta nel
programma di protezione di Generatie Tanara
2.3. Inserimento nel programma di protezione e
aggiornamento dei beneficiari a carico del programma
Educatore
Esperienza pluriennale nell’ambito
educativo e assistenziale con
vittime di tratta
AZIONE 1-PROGRAMMAZIONE DEGLI
INTERVENTI
Attività- 1.3. Pianificazione e programmazione delle
attività
AZIONE 3-Implementazione del programma di
protezione delle vittime
AZIONE 5- Valutazione dei programmi di
protezione e di prevenzione
1
Psicologo
Laurea in Psicologia, esperienza
pluriennale con vittime di tratta
AZIONE 3-Implementazione del programma di
protezione delle vittime- Attività-3.1. Attività
assistenziali
1
Giurista
Laurea in diritto comunitario,
esperienza nel supporto legale di
vittime di tratta
Educatore
Esperienza pluriennale nell’ambito
educativo e assistenziale con
minori
AZIONE 3-Implementazione del programma di
protezione delle vittime- Attività-3.1. Attività
assistenziali
3
AZIONE 4-Implementazione del
programma di prevenzione dei minori a
Recas, Calacea e Carani
AZIONE 5- Valutazione dei programmi di
protezione e di prevenzione
1
Autista
AZIONE 3-Implementazione del programma di
protezione delle vittime
3.1. Attività assistenziali
AZIONE 4-Implementazione del
programma di prevenzione dei minori a
Recas, Calacea e Carani 4.1. Attività
assistenziali
2
Operatori
Esperienza pluriennale nelle
attività socio-assistenziali alle
vittime e ai minori.
AZIONE 4-Implementazione del
programma di prevenzione dei minori a
Recas, Calacea e Carani
AZIONE 5- Valutazione dei programmi di
protezione e di prevenzione
9.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 2:
Implementazione di 50 nuovi programmi di protezione per altrettanti minori vittime di tratta
individuati da Generatie Tanara e qualificazione delle attività di prevenzione per 60 minori a
rischio appartenenti ai territori di Recas, Calacea e Carani.
AZIONI-Attività
ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO
AZIONE 1-PROGRAMMAZIONE DEGLI
INTERVENTI
76
1.1. Approfondimento dei fenomeni della
tratta
1.3. Pianificazione e programmazione delle
attività
AZIONE
3-Implementazione
del
programma di protezione delle vittime
3.1. Attività assistenziali
3.2. Attività ludico-ricreative e culturali
3.3. Attività espressive e creative
3.4. Attività di inserimento
scolastico
e supporto
- approfondisce il fenomeno della tratta e
della violenza domestica, raccogliendo dati,
leggendo report sul tema;
- partecipa assieme agli operatori alle visite
presso associazioni o istituzioni che operano
nell’ambito della tratta e della violenza
domestica, presenti sul territorio rumeno, in
particolare l’Agenzia Nazionale contro la
Tratta (ANITP) a Oradea;
- partecipa assieme agli operatori a seminari
nazionali e internazionali;
- partecipa alla programmazione, sulla base
dei progetti individuali delle vittime, dei
programmi di protezione e di prevenzione.
Propone e partecipa alla definizione delle
attività, delle modalità e dei tempi di
attuazione.
- accompagna le vittime alle visite mediche e
psicologiche;
- si confronta con il personale qualificato
presente nelle strutture dell’ente;
- costruisce con le vittime una relazione di
fiducia;
- affianca gli educatori nella programmazione
settimanale delle attività;
- affianca gli educatori nella realizzazione
delle attività culturali e ricreative sul territorio
o dentro la struttura (uscite culturali,
escursioni, cinema ecc.)
- partecipa con gli educatori alla definizione
delle attività espressive e creative da
proporre ai destinatari;
- cerca di creare una relazione di fiducia con
la vittima e di educarla informalmente a una
gestione della relazione basata sul rispetto
reciproco.
- affianca gli operatori nelle attività di
orientamento scolastico, di preparazione dei
documenti. Affianca gli educatori nelle attività
di tutoraggio scolastico
AZIONE
4-Implementazione
del
programma dei prevenzione dei minori
4.1. Attività assistenziali
4.2. Attività di tutoraggio scolastico
- affianca gli operatori nell’accoglienza dei
minori;
- accompagna i minori a visite mediche e
psicologiche;
- si confronta con il personale qualificato
presente nelle strutture dell’ente
- affianca gli operatori nell’individuazione dei
bisogni dei minori;
- offriranno quotidianamente un supporto
scolastico ai minori;
4.3. Attività ludico-ricreative e culturali
- affianca gli educatori nella programmazione
settimanale delle attività;
- affianca gli educatori nella realizzazione
delle attività culturali e ricreative sul territorio
o dentro la struttura (uscite culturali,
escursioni, cinema ecc.)
4.4 Attività espressive e creative
- affianca gli educatori nella preparazione dei
materiali e del setting per i laboratori di arte
terapia e bigiotteria;
- affianca gli educatori nella realizzazione dei
laboratori;
77
RUSSIA
9.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Elista
OBIETTIVO SPECIFICO 1:
Rafforzare e qualificare gli interventi di integrazione e di sviluppo delle autonomie per le 8
persone con disabilità accolte dall’ente e per le 23 persone sostenute dai progetti dell’Ente ad
Elista
MESI
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
AZIONI -Attività
AZIONE 1 - Inserimento nella
struttura e nel centro diurno
1.4.
Monitoraggio e mappatura dei
disabili presenti sul territorio e
raccolta
richieste
di
inserimento .
1.5.
Valutazione e gestione delle
richieste d’inserimento
1.6.
Inserimento
AZIONE 2 - Interventi socioeducativi e riabilitativi
2.1.
Programmazione
ed
organizzazione delle attività
2.2.
2.3.
Laboratori manuali
Attività
di
sviluppo
delle
autonomie
2.4.
Attività ludico ricreative e di
socializzazione
2.5.
Attività sportive
2.6.
Verifica delle attività
AZIONE 3 – Realizzazione di attività
di sensibilizzazione e formazione
sul territorio di Elista
3.1.
3.2.
3.3.
3.4.
Programmazione
ed
organizzazione delle attività di
formazione e sensibilizzazione
Promozione delle attività di
formazione
Realizzazione delle attività di
formazione e sensibilizzazione
Verifica
delle
riprogettazione
attività
e
OBIETTIVO SPECIFICO 1:
Rafforzare e qualificare gli interventi di integrazione e di sviluppo delle autonomie per
le 8 persone con disabilità accolte dall’ente e per le 23 persone sostenute dai progetti
dell’Ente ad Elista.
AZIONE 1 - Inserimento nella struttura centro diurno
1.1.
Monitoraggio e mappatura dei disabili presenti sul territorio e raccolta
richieste di inserimento .
L’equipe dell’Associazione che si occupa della raccolta dei bisogni si incontrerà
per valutare le segnalazioni di persone disabili in difficolta ricevute, per
pianificare un calendario di visite da realizzare. Successivamente ai primi
contatti si pianificheranno delle visite per approfondire la situazione della
persona e porre in essere le risposte più adeguate.
1.2.
Valutazione e gestione delle richieste d’inserimento
Compilazione ed elaborazione di strumenti per l’aiuto, utili ad individuare quali
78
bisogni e con quali modalità poter aiutare la persona. Inoltre attraverso
l’elaborazione di un opuscolo si informerà il territorio sulla struttura, sui suoi
servizi offerti e sull’equipe di lavoro coinvolta e infine anche dell’ampliamento
delle attività del Centro Diurno.
1.3.
Inserimento
Dopo un primo incontro tra la famiglia e gli operatori del centro diurno, vien
effettuato l’inserimento graduale del soggetto con disabilità nelle attività del
centro. Attraverso la compilazione di una scheda individuale, si definiscono gli
obiettivi che il nuovo utente può raggiungere, così da redigere un programma
d’accompagnamento.
AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e riabilitativi
2.1.
Programmazione ed organizzazione delle attività
Con cadenza mensile vengono pianificate le attività dall’equipe di lavoro, la
stesura del calendario viene elaborata in base al raggiungimento degli obiettivi
preposti e alla disponibilità finanziaria del centro.
2.2.
Laboratori manuali
Sulla base della pianificazione vengono attuate le attività creative, che
concretamente sono :

1 laboratorio sulla lavorazione della carta riciclata, e successiva
trasformazione del materiale riciclato in bigliettini regalo per ricorrenze
o festività;

1 laboratorio sulla lavorazione del legno;

2 laboratorio manuali di realizzazione candele attraverso la
trasformazione della cera;

1 laboratorio di lavorazione della lana cotta;

1 laboratorio di taglio e cucito, per le ragazze disabili presenti al
centro;

2 laboratori sulla creazione e realizzazione di braccialetti e collane.
Durante lo svolgimento dei laboratori, vengono apportate modifiche e migliorie,
basandosi sui bisogni e la risposta dei destinatari coinvolti.
2.3.
Attività di sviluppo delle autonomie
Le modalità d’intervento sostanzialmente si distinguono tra gli accolti nelle
strutture dell’ente e gli utenti che frequentano giornalmente il centro diurno.
Nel caso degli accolti si tratta di attività già preesistenti, che con il presente
progetto saranno intensificate da 2 a 4 volte la settimana, per gli utenti del
centro queste attività verranno proposte 3 volte a settimana. Le attività di
sviluppo delle autonomie saranno impostate e monitorate dagli operatori delle
strutture di accoglienza che affiancheranno gli utenti al miglioramento
dell’autonomia nella cura e la pulizia di sé. Affiancandoli nella realizzazione di
compiti specifici, quali la sperimentazioni di spostamenti in autonomia laddove
possibile, all’assunzione in autonomia di terapie, e l’integrazione nella rete
sociale attraverso la conoscenza di spazi di aggregazione dei quali usufruire.
2.4.
Attività sportive
All’interno del programmazione educativa mensile sono previste alcune attività
sia ludiche che sportive così strutturate:

1 volta a settimana attività sportiva al palazzetto cittadino,
bimestralmente si partecipa a tornei di basket, pallavolo e calcio.

1 volta a settimana attività sportive al palazzetto cittadino;

partecipazione alla gare di selezione a Mosca per il tennis a tavola e
agli allenamenti in città;
79
2.5.
Attività ludico-ricreative e di socializzazione




2.6.
mensilmente organizzazione di eventi di festeggiamento in occasioni di
ricorrenze particolari, compleanni ecc.
laboratorio/scuola d’insegnamento della lingua italiana;
laboratorio di musicoterapia;
uscite mensili con gli utenti del centro (cinema, gite o manifestazioni
culturali).
Verifica delle attività
Con cadenza trimestrale vengono organizzati momenti di verifica
dell’andamento delle singole attività, elaborando eventuali modifiche e
variazioni di programma attraverso la riprogettazione delle attività proposte. Le
valutazione sull’andamento vengono supportate da una scheda di valutazione
consegnata alle famiglie degli utenti, che nella compilazione posso esprimere
dubbi o suggerimenti agli operatori per migliorare sostanzialmente le attività
del centro.
AZIONE 3 – Realizzazione di attività di sensibilizzazione e formazione sul
territorio di Elista
3.1.
Programmazione ed organizzazione delle attività di formazione e
sensibilizzazione
L’equipe partendo dai risultati ottenuti nell’esperienze pregresse con i disabili,
si prefigge la realizzazione di un breve percorso didattico da sottoporre agli enti
Associazionisti e Istituzionali del territorio. Focalizzandosi sui contenuti, le
tempistiche, la modalità di svolgimento delle attività e il coinvolgimento dei
destinatari.
3.2.
Promozione delle attività di formazione
La promozione del percorso di sensibilizzazione e formazione preposto
comporta la realizzazione e distribuzione di una brochure esplicativa del
percorso didattico offerto (tempi, modalità e contenuti) e la realizzazione di un
database contenente i riferimenti dei vari interlocutori istituzionali ed
associazionistici del territorio. Inoltre si contattano i soggetti coinvolti
elaborando insieme il calendario, individuando così gli spazi da utilizzare;
3.3.
Realizzazione delle attività di formazione e sensibilizzazione
Organizzazione dei luoghi adibiti allo svolgimento del programma proposto,
realizzazione delle attività, attraverso l’utilizzo del materiale tecnico/didattico
prodotto nella fase di programmazione. Durante l’anno si realizzano 6 eventi in
piazza di sensibilizzazione rispetto la disabilità.
3.4.
Verifica delle attività e riprogettazione
Successivamente ad ogni incontro si eseguirà una valutazione dell’interesse e
esaminando la nuova modalità relazionale prodotta nei soggetti coinvolti in
correlazione alle tematiche trattate. In fine si analizzeranno i punti di forza e le
criticità del percorso, così da poter apportare le necessarie modifiche.
Astrakhan
OBIETTIVO SPECIFICO 2:
Potenziare e qualificare le attività di sostegno e l’accoglienza a favore delle 66 persone in
condizioni di vulnerabilità accolte nelle strutture ed inserite nei progetti di sostegno presenti
sul territorio di Astrakhan.
MESI
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
AZIONI -Attività
AZIONE 1 - Identificazione di
persone
in
condizione
di
vulnerabilità presenti sul territorio
80
1.1.
Monitoraggio della situazione in
contesti di rischio
1.2.
Mappatura
delle
persone
povere e individuazione di
gruppi
vulnerabili
e
di
condizioni di rischio.
AZIONE 2 - Interventi socioeducativi e riabilitativi
2.1.
Programmazione
ed
organizzazione delle attività
2.2.
2.3.
2.4.
Attività educative
Attività di sostegno sanitario
Laboratorio di formazione e
acquisizione delle autonomie
2.5.
Verifica delle attività
AZIONE 3 - Attività di intervento
sociale
3.1.
Programmazione
e
calendarizzazione delle attività
3.2.
Attività di “Unità di strada”
3.3.
Attività di accompagnamento
socio-sanitario particolare.
AZIONE
4
–
Gestione/organizzazione Adozioni a
distanza
4.1.
Programmazione
ed
organizzazione delle attività
4.2.
Mappatura delle famiglie da
inserire nel progetto e raccolta
delle domande .
4.3.
Valutazione/
gestione
delle
richieste
d’inserimento
e
inserimento
4.4.
Attività
di
sostegno
delle
famiglie inserite a progetto
4.5.
Monitoraggio
e
valutazione
della situazione personale delle
famiglie
OBIETTIVO SPECIFICO 2:
Potenziare e qualificare le attività di sostegno e l’accoglienza a favore delle 66 persone
in condizioni di vulnerabilità accolte nelle strutture ed inserite nei progetti di sostegno
presenti sul territorio di Astrakhan.
AZIONE 1 - Identificazione di persone in condizione di vulnerabilità presenti
sul territorio
1.1.
Monitoraggio della situazione in contesti di rischio
Si predisporrà un registro visite utile a tenere memoria delle visite effettuate e
rilevare in maniera standardizzata le situazioni di bisogno. Gli operatori
dell’Ente si incontrano per valutare le segnalazioni di persone in condizioni di
vulnerabilità. Si pianificheranno delle visite per approfondire la situazione della
persona e individuare le risposte più adattate.
1.2.
Mappatura delle persone povere e individuazione di gruppi vulnerabili
e di condizioni di rischio.
Attraverso le visite si valuterà la condizione globale della persona e la presenza
di particolari condizioni di rischio per essa. Con l’osservazione e il colloquio
informale si cercherà di individuare le maggiori criticità ma anche le
potenzialità così da non limitarsi ad una mera funzione di assistenza ma
impegnandosi ad attivare le risorse proprie della persona stessa.
81
AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e riabilitativi
2.1.
Programmazione ed organizzazione delle attività
Si individuano i bisogni e le capacità degli utenti per poi pianificare e
programmare le varie attività da proporre a quest’ultimi. Si passa alla
calendarizzazione delle attività, che costantemente vengono riviste e ripensate
in base al feedback dei beneficiari e ai bisogni che di volta in volta emergono.
2.2.
Attività educative
Gli utenti inseriti nelle scuole sono sostenuti nello svolgimento dell’
apprendimento scolastico e nelle attività extrascolastiche (sport, corsi esterni di
musica, ecc..) Inoltre sarà effettuata una analisi dell’andamento individuando le
carenze principali, in particolare rispetto ad eventuali competenze non
adeguatamente sviluppate. Per ciascuno utente saranno individuati minimi
obiettivi da raggiungere calibrati in relazione alle capacità riscontrate.
Sarà allestito uno spazio apposito con il materiale didattico e di cancelleria
necessario.
2.3.
Attività di sostegno sanitario
Gli utenti vengono sostenuti nella cura igienico sanitaria personale,
accompagnati in strutture sanitarie per accertamenti, analisi mediche e visite
specialistiche. Inoltre sono assistiti ed aiutati durante l’assunzione dei pasti
(quando necessario).
2.4.
Laboratorio di formazione e acquisizione delle autonomie.
Il giovane senzatetto e la ragazza madre accolti all’interno delle strutture
saranno inseriti all’interno di programmi di formazione professionale e per
indirizzarne la professionalità e l’acquisizione di una autonomia globale.
2.5.
Verifica delle attività
Con cadenza trimestrale vengono organizzati momenti di verifica
dell’andamento delle singole attività, elaborando eventuali modifiche e
variazioni di programma attraverso la riprogettazione delle attività proposte. Le
valutazione sull’andamento vengono supportate da una scheda di valutazione
consegnata alle famiglie degli utenti, che nella compilazione posso esprimere
dubbi o suggerimenti agli operatori per migliorare sostanzialmente gli
interventi.
AZIONE 3 - Attività di intervento sociale
3.1.
Programmazione e calendarizzazione delle attività
Gli operatori dell’Ente si incontrano per valutare, programmare e pianificare un
calendario delle varie attività da realizzare che saranno distribuite tra gli
operatori.
3.2.
Attività di “Unità di strada”
Attraverso le uscite in strada, 2/3 volte a settimana, si cercherà un primo
contatto con la persona senza fissa dimora. Si forniranno viveri di prima
necessita, cure mediche, vestiario ed accompagnamento burocratico, inoltre
alcune persone vengono seguite individualmente durante la settimana. Dopo la
distribuzione del cibo e dei beni di primo intervento si cerca attraverso un
colloquio informale di informarsi sulla situazione della persona, si ascoltano le
sue problematiche personali e/o famigliari. Infine si compila una scheda per
monitorare il numero delle persone incontrate.
82
3.3.
Attività di accompagnamento socio-sanitario particolare.
Alcuni senzatetto nell’arco della settimana sono accompagnati in strutture
sanitarie per accertamenti, analisi mediche e visite specialistiche.
AZIONE 4 – Gestione/organizzazione Adozioni a distanza
4.1.
Programmazione ed organizzazione delle attività
Gli operatori dell’Ente si incontrano per valutare, programmare e pianificare un
calendario delle varie attività da realizzare che saranno distribuite tra gli
operatori.
4.2.
Mappatura delle famiglie da inserire nel progetto e raccolta delle
domande.
Attraverso le visite si valuterà la condizione globale delle famiglie e la presenza
di particolari condizioni di rischio, inoltre saranno raccolte le richieste di
possibili inserimento a progetto, provenienti dalle famiglie stesse o da enti e
figure esterne.
4.3.
Valutazione/ gestione delle richieste d’inserimento e inserimento
Compilazione ed elaborazione di strumenti utili a valutare la richiesta di
inserimento. Si fa una valutazione delle risorse economiche disponibili, ricavate
attraverso le donazioni. Per ogni destinatario inserito nel progetto di adozione a
distanza si compila una scheda individuale con i dati personali, la situazione
familiare, sanitaria ecc. Questi dati vengono costantemente aggiornati.
Periodicamente viene redatto un report per rendicontare il progetto e
condividere i risultati con chi sostiene il progetto di adozione.
4.4.
Attività di sostegno delle famiglie inserite a progetto
Periodicamente si distribuiscono alle famiglie inseriti nel progetto di adozione a
distanza vettovaglie, abbigliamento ed un contributo economico raccolto con e
donazioni. Inoltre saranno accompagnate nel disbrigo delle pratiche
burocratiche e sanitarie.
4.5.
Monitoraggio e valutazione della situazione personale delle famiglie
Periodicamente si visiteranno le famiglie inserite a progetto per monitorarne la
situazione (economico e sanitaria). Successivamente l’equipe si riunirà per
analizzare e valutare l’intervento in essere e per apportare possibili modifiche
per migliorare l’intervento stesso.
9.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività
previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le
predette attività
Elistar
N°
1
Ruolo nella Struttura Competenze
Responsabile di struttura
Esperienza pluriennale nella gestione
della strutture di accoglienza, nel
coordinamento dei progetti.
Esperienza nella gestione delle risorse
umane e strumentali a disposizione
dell’Ente.
Azioni
AZIONE 1 - Inserimento nella struttura e nel
centro diurno
1.1. Valutazione e gestione delle richieste
d’inserimento
1.2.Inserimento
AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e
riabilitativi
2.1. Programmazione ed organizzazione delle
attività
2.5. Verifica delle attività
AZIONE 3 – Realizzazione di attività di
83
1
Operatore
Operatore di Comunità, esperienza
pluriennale di coordinamento di
strutture residenziali di accoglienza
per disabili.
2
Volontari
Esperienza pluriennale nell’ambito del
volontariato.
2
1
1
sensibilizzazione e formazione sul territorio
di Elista
3.1 Programmazione ed organizzazione delle
attività di formazione e sensibilizzazione
3.3 Realizzazione delle attività di formazione e
sensibilizzazione
3.4 Verifica delle attività e riprogettazione
AZIONE 1 - Inserimento nella struttura e nel
centro diurno
1.1. Valutazione e gestione delle richieste
d’inserimento
1.2. Inserimento
AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e
riabilitativi
2.1. Programmazione ed organizzazione delle
attività
2.2. Attività laboratoriali di creatività
2.3. Attività di sviluppo delle autonomie
2.4. Attività sportive e ludico ricreative
2.5. Verifica delle attività
AZIONE 3 – Realizzazione di attività di
sensibilizzazione e formazione sul territorio
di Elista
3.1. Programmazione ed organizzazione delle
attività di formazione e sensibilizzazione
3.2. Promozione delle attività di formazione
3.3. Realizzazione delle attività di formazione e
sensibilizzazione
3.4 Verifica delle attività e riprogettazione
AZIONE 1 - Inserimento nella struttura e nel
centro diurno
1.2. Inserimento
AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e
riabilitativi
2.2. Attività laboratoriali di creatività
2.3. Attività di sviluppo delle autonomie
2.4. Attività sportive e ludico ricreative
AZIONE 3 – Realizzazione di attività di
sensibilizzazione e formazione sul territorio
di Elista
3.2. Promozione delle attività di formazione
3.3. Realizzazione delle attività di formazione e
sensibilizzazione
Educatore
AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e
Esperienza pluriennale nell’animazione riabilitativi
di gruppi e l’educazione di soggetti
2.1. Programmazione ed organizzazione delle
con problemi di disabilità
attività
2.2. Attività laboratoriali di creatività
2.3. Attività di sviluppo delle autonomie
Logopedista
Esperienza pluriennale nella
educazioni di soggetti con problemi di
disabilità
Insegnante di Educazione Fisica
Esperienza pluriennale
dell’insegnamento della pratica
sportiva a favore di soggetti con
disabilità
AZIONE 3 – Realizzazione di attività di
sensibilizzazione e formazione sul territorio
di Elista
3.1. Programmazione ed organizzazione delle
attività di formazione e sensibilizzazione
3.3. Realizzazione delle attività di formazione e
sensibilizzazione
3.4 Verifica delle attività e riprogettazione
AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e
riabilitativi
2.3.
Attività di sviluppo delle autonomie
AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e
riabilitativi
2.4.
Attività sportive
84
Astrakhan
N°
1
1
Ruolo nella Struttura Competenze
Responsabile di struttura
Esperienza pluriennale nella
gestione della strutture di
accoglienza, nel coordinamento dei
progetti. Esperienza nella gestione
delle risorse umane e strumentali a
disposizione dell’Ente. Esperienza
pluriennale di lavoro nel disagio
sociale in Italia e all’ estero con
nomadi, invalidi, senza fissa dimora,
migranti, persone con dipendenze,
minori e adulti.
Operatore
Operatore di Comunità, esperienza
pluriennale di coordinamento di
strutture residenziali di accoglienza
per disabili e minori.
Azioni
AZIONE 1 - Identificazione di persone in
condizione di vulnerabilità presenti sul
territorio
AZIONE 2
riabilitativi
-
Interventi
socio-educativi
e
AZIONE 3 - Attività di intervento sociale
AZIONE
4
–
Adozioni a distanza
Gestione/organizzazione
AZIONE 1 - Identificazione di persone in
condizione di vulnerabilità presenti sul
territorio
AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e
riabilitativi
2.1.
Programmazione ed organizzazione delle
attività
2.2.
Attività educative
2.3.
Attività di sostegno sanitario
2.5.
Verifica delle attività
9.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
Elista
OBIETTIVO SPECIFICO 1:
Rafforzare e qualificare gli interventi di integrazione e di sviluppo delle autonomie per le 8
persone con disabilità accolte dall’ente e per le 23 persone sostenute dai progetti dell’Ente ad
Elista.
AZIONI - Attività
ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO
AZIONE 1 - Inserimento nella
struttura e nel centro diurno
1.2.
Valutazione e gestione delle
richieste d’inserimento
AZIONE 2 - Interventi socioeducativi e riabilitativi
2.1.
Programmazione
ed
organizzazione delle attività
2.2.
Laboratori manuali
2.3.
Attività di sviluppo delle
autonomie
Attività ludico ricreative e
di socializzazione
2.4.
2.5.
Attività sportive
- partecipa dell’equipe che segue l’inserimento del
nuovo utente;
- contribuisce alla stesura e compilazione della scheda
individuale
dell’utente
e
all’elaborazione
del
programma di accompagnamento.
- prende parte alle riunioni dello staff di
programmazione e pianificazione delle attività da
proporre ai destinatari.
- collabora nella realizzazione dei laboratori;
- coopera al reperimento del materiale necessario;
- contribuisce all’allestimento degli spazi;
- collabora all’esposizione dei manufatti presso le fiere
locali;
- assiste gli operatori nella spiegazione e realizzazione
delle attività proposte;
- organizza e realizza eventi di festeggiamento;
- collabora nell’organizzazione e nello svolgimento dei
corsi d’italiano
- supporta gli operatori durante i laboratori di
musicoterapia.
- accompagna gli operatori durante le uscite mensili
con gli utenti del centro
-accompagna al palazzetto cittadino gli utenti che
partecipano a tornei sportivi;
85
2.6.
Verifica delle attività
AZIONE 3 – Realizzazione di
attività di sensibilizzazione e
formazione sul territorio di
Elista
3.1.
Programmazione
ed
organizzazione delle attività
di
formazione
e
sensibilizzazione
3.2.
Promozione delle attività di
formazione
3.3.
3.4.
Realizzazione delle attività
di
formazione
e
sensibilizzazione
Verifica delle attività e
riprogettazione
- accompagna gli utenti agli allenamenti presso il
centro sportivo cittadino;
- accompagna gli utenti alle gare e agli allenamenti di
tennis da tavolo;
- partecipa alle riunioni di verifica delle attività.
- collabora alla realizzazione
sensibilizzazione sulla disabilità.
del
percorso
di
- realizza e stampa la brochure informativa;
- stila un registro di contatti delle associazioni e
istituti dove poter promuovere percorsi di formazione
e sensibilizzazione.
- affianca con gli operatori nello svolgimento delle
attività e nell’allestimento dei luoghi, prepara il
materiale necessario alla realizzazione dell’evento.
verifica
in
equipe
delle
attività
svolte,
programmando la riprogettazione dei percorsi da
proporre.
Astrakhan
OBIETTIVO SPECIFICO 2:
Potenziare e qualificare le attività di sostegno e l’accoglienza a favore delle 66 persone in
condizioni di vulnerabilità accolte nelle strutture ed inserite nei progetti di sostegno presenti
sul territorio di Astrakhan.
AZIONI - Attività
ATTIVITA’ DEL VOLONTARIO
AZIONE 1 - Inserimento nella
struttura e nel centro diurno
1.2.
Mappatura delle persone - affianca gli operatori dell’Ente nelle visite alle persona
povere e individuazione di gruppi in condizioni di disagio economico e sociale, presenti
vulnerabili e di condizioni di rischio.
sul territorio
AZIONE 2 - Interventi socioeducativi e riabilitativi
2.1. Programmazione ed
prende parte
alle riunioni
dello
staff
di
organizzazione delle attività
programmazione e pianificazione delle attività da
proporre ai destinatari.
2.2.
Attività educative
- supporta gli utenti nelle attività scolastiche (studio,
svolgimento
dei
compiti,
etc.)
e
in
quelle
extrascolastiche (sport, etc.), inoltre crea e cura uno
spazio apposito con il materiale didattico e di
cancelleria necessario.
2.3.
Attività di sostegno
- supporta gli utenti durante le attività di cura igienico
sanitario
sanitaria personale, li accompagna in strutture
sanitarie per accertamenti, analisi mediche e visite
specialistiche. Inoltre li assista durante l’assunzione dei
pasti (quando necessario).
2.5. Verifica delle attività
- partecipa alle riunioni di verifica delle attività.
AZIONE 3 - Attività di intervento
sociale
3.1.
Programmazione
e prende parte
alle riunioni
dello
staff
di
calendarizzazione delle attività
programmazione e pianificazione delle uscite.
3.2.
Attività di “Unità di strada”
- accompagna gli operatori nelle uscite in strada, ,
fornisce viveri di prima necessita, cure mediche,
vestiario ed accompagna i senzatetto con cui si entra in
contatto nel disbrigo di pratiche burocratico
3.3.
Attività
di - accompagna alcuni senzatetto in strutture sanitarie
accompagnamento
socio-sanitario per
accertamenti,
analisi
mediche
e
visite
particolare.
specialistiche.
AZIONE 4 –
Gestione/organizzazione
Adozioni a distanza
4.1.
Programmazione
ed prende parte
alle riunioni
dello
staff
di
organizzazione delle attività
programmazione e pianificazione delle visite.
4.2.
Mappatura delle famiglie da - accompagnagli operatori nelle visite alle famiglie per
inserire nel progetto e raccolta delle rilevare la presenza di particolari condizioni di rischio,
86
domande .
4.4.
Attività di sostegno delle
famiglie inserite a progetto
4.5.
Monitoraggio e valutazione
della situazione personale delle
famiglie
inoltre si raccolgono le richieste di possibili inserimento
a progetto.
- distribuisce alle famiglie inseriti nel progetto di
adozione a distanza vettovaglie, abbigliamento ed un
contributo economico raccolto con le donazioni. Inoltre
le accompagna nel disbrigo delle pratiche burocratiche
e sanitarie.
- accompagna gli operatori nelle visite alle famiglie
inserite a progetto per monitorarne la situazione
(economico e sanitaria). Successivamente partecipa
alle riunioni dell’equipe in cui si analizza e valuta
l’intervento in essere.
10)Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
12
11)Modalità di fruizione del vitto e alloggio:
12
SEDE
N°vol
69262
4
67755
2
13832
2
115268
2
115278
2
TOT
ALLOGGIO
I volontari saranno alloggiati presso la
sede di attuazione o presso altre
strutture dell’ Ente, idonee all’
accoglienza dei volontari secondo le
vigenti normative locali, presenti nel
territorio di realizzazione delle attività,
nelle vicinanze della sede di servizio.
In ogni sede ove verranno alloggiati i
volontari è garantita la presenza di uno
o più operatori dell’ente
VITTO
Il vitto verrà fornito presso la
sede dove si realizzano le
attività previste. All’
occorrenza, qualora le
attività non fossero
all’interno della sede il vitto
potrà essere fruito presso
locali individuati di concerto
con il personale di
riferimento locale.
12
12)Numero posti senza vitto e alloggio:
13)Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6):
40
6
15) Mesi di permanenza all’estero ed eventuali particolari obblighi dei volontari
durante il periodo di servizio:
Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2015 – EURASIA” richiede ai volontari il
servizio all’estero per un periodo di 10-11 mesi.
Non ci sono particolari obblighi a cui sono soggetti i volontari, tuttavia, viste le
caratteristiche del progetto e dell’ente, ai volontari viene richiesto:

rispettare usi e costumi locali;

mantenere un comportamento e uno stile di vita improntato alla sobrietà,
responsabile ed collaborativo rispetto alla presenza, alla proposta educativa
dell’Ente, al lavoro degli operatori in loco e nel rapporto con i destinatari e i
beneficiari;

elevato spirito di adattabilità;

flessibilità oraria;

disponibilità ad impegni durante i fine settimana;

disponibilità a partecipare a moduli di formazione comunitaria e residenziali:
87





prima della partenza per l’estero, tra il 5° e 6° mese di servizio, in loco e a
distanza;
partecipare a un momento di verifica e valutazione del progetto nell’ultimo
mese di servizio presso la sede di gestione del Servizio Civile a Mercatino
Conca (PU);
attenersi alle disposizioni impartite dai referenti dell’Associazione e/o dei
partner locali e dai loro livelli di coordinamento, osservando attentamente le
indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali, e
di tutela della salute;
comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di là
di quelli già programmati e previsti dal progetto;
partecipazione a situazioni di vita comunitaria;
partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della
promozione dei diritti umani, della solidarietà internazionale e delle tematiche
affrontate dal progetto durante i periodi di permanenza in Italia.
CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE
16) Particolari condizioni di rischio per la realizzazione del progetto connesse alla
situazione politica e sociale esistente nell’area d’intervento prescelta:
I volontari in Servizio Civile impegnati nel presente progetto, nello svolgimento del
proprio servizio, sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio:

Rischi per la sicurezza personale: in particolare nei contesti urbani sono
presenti fenomeni di microcriminalità, con maggior frequenza nelle ore
notturne. Vi possono essere quartieri o strade da evitare in assoluto o in certe
fasce orarie; le infrastrutture stradali possono presentare tratti dissestati o mal
segnalati.
Anche se non si tratta della zona coinvolta a progetto, si segnala che in Georgia
vige la legge del 2008 sui “Territori Occupati” che specifica che l’ingresso nella
Repubblica Autonoma di Abkhazia, nella Regione di Tskhinvali (Ossetia del Sud)
è possibile solo attraverso Zugdidi (verso l’Abkhazia) e Gori (verso l’Ossetia del
Sud). La Legge si applica altresì ai territori di Kurta, Eredvi e Azhara e del
comune di Akhalgori, attualmente sotto il controllo dei regimi separatisti.
L’ingresso da qualsiasi altra direzione è punito ai sensi del Codice penale della
Georgia, salvo casi eccezionali.
In tutta la Romania è frequente il verificarsi di fenomeni sismici, in particolare
nell’area nei dintorni di Bucarest. Negli ultimi anni si sono registrati anche
frequenti cambiamenti climatici con violente perturbazioni, sia Bucarest che
Timisoara sono soggette a nubifragi ed abbondanti nevicate. Questi fenomeni
possono causare difficoltà negli spostamenti urbani e fuori dalla città.
In Russia, sia ad Elista che ad Astrakhan, la microcriminalità (soprattutto scippi
e furti), benché’ largamente inferiore rispetto ad altre metropoli europee, è
sempre più diffusa in particolare nei centri urbani, in aree quali mercati
generali, metropolitane, stazioni ferroviarie etc. Va prestata attenzione negli
spostamenti notturni in zone extra-urbane anche a causa della scarsa
illuminazione.

Rischi sanitari: il livello delle strutture sanitarie ed ospedaliere, soprattutto al
di fuori dai principali centri urbani, è inferiore a quello occidentale, non tanto
per la carenza di professionalità del personale medico, quanto per attrezzature
e medicinali. Saltuariamente, si registrano casi di difterite, epatite virale,
colera, tubercolosi etc.
Sconsigliabile bere acqua corrente, anche se
ufficialmente potabile, per l'alta presenza di sali minerali ed altre sostanze
chimiche (il sistema di depurazione e controllo, fra l'altro, in alcune zone non
funziona in modo ottimale).
In Georgia ed in Romania è ampiamente presente il fenomeno del randagismo
caino, si consiglia di prestare la massima attenzione qualora si circoli a piedi e
di evitare qualsiasi contatto fisico con i cani randagi.
Presenza in Russia di alcuni edifici realizzati parzialmente o totalmente con
88
coperture in eternit.

Rischi di ordine pubblico: ridotta possibilità di trovarsi in territori
caratterizzati da contrapposizioni politiche e/o etniche, e/o religiose con
presenza di dimostrazioni pubbliche.
Sporadiche manifestazioni pubbliche di dissenso in Russia. Attualmente
l’elevata situazione di tensione tra Russia e Ucraina, dovuta all’invasione della
Crimea non ha ripercussioni sull’ordine pubblico e sulla sicurezza della zona
interessata dal progetto.
17) Accorgimenti adottati per garantire i livelli minimi di sicurezza e di tutela dei
volontari a fronte dei rischi evidenziati al precedente punto 16) e di quelli
sanitari:
Al fine di garantire i livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari nell’ambito di tutte
le sedi di attuazione del progetto l’Ente adotta alcuni protocolli e accorgimenti sia di
carattere generale che di carattere specifico in relazione alla tipologia di rischio indicati
al precedente box 16.
Accorgimenti di carattere generale
In generale sia prima della partenza, sia in loco, ci si atterrà alle misure cautelative
indicate dal Ministero Affari Esteri alla voce “Sicurezza” della scheda Paese sul sito
Viaggiaresicuri.it.
Prima della partenza:

Registrazione dei dati relativi alla permanenza nel paese estero prima della
partenza sul sito www.dovesiamonelmondo.it promosso dall’Unità di crisi del
Ministero Affari Esteri Italiano.

Coordinamento del viaggio di espatrio. Il viaggio di espatrio è preventivamente
concordato fra la struttura di gestione e la sede di destinazione: viene comunicata
alla sede locale il giorno e l’ora di arrivo del volontario nel paese di destinazione,
nonché il piano di volo previsto per il volontario.
Gli operatori dell'Associazione nel paese di destinazione si occuperanno
dell’accoglienza dei volontari sin dall’arrivo presso l’aeroporto di destinazione. Per
fare ciò potranno avvalersi di collaboratori locali.

Comunicazione alla Rappresentanza Diplomatica nel paese di destinazione
dei riferimenti dei volontari, oltre alla data di arrivo, i nominativi, i dati anagrafici,
l’indirizzo e riferimenti dell’associazione in loco. Il rapporto di comunicazione con
l’Ambasciata verrà mantenuto durante tutto il periodo di permanenza all’estero dei
volontari.

Informazioni igienico-sanitarie: Prima della partenza i volontari verranno
informati delle norme di sicurezza igienico-sanitarie di base da adottare nel paese
di destinazione. Al loro arrivo nella sede estera il personale di riferimento avrà cura
di ribadire tali norme e gli eventuali accorgimenti da adottare.

Vaccinazioni e profilassi ambientali: Prima della partenza i volontari verranno
informati sulle indicazioni generali dell’OMS e del ministero della Salute rispetto al
paese di destinazione e orientati riguardo alle procedure da seguire, eventualmente
suggerendo la consultazione dei centri di Medicina del Viaggiatore sul territorio
nazionale.
Considerati i rischi sanitari individuati al precedente punto 16 e la possibilità di
entrare in contatto con situazioni caratterizzate da un basso livello di igiene si
consiglia di effettuare vaccinazioni contro l'epatite A e B, il tetano e il tifo, nonché
le vaccinazioni e/o profilassi consigliate dal Ministero della Salute e consultabili all’
indirizzo www.salute.gov.it
89

Informazioni di base sulla presenza all’estero: nel corso delle prime settimane
di formazione , verrà descritto ai volontari il complesso delle attività dell’ente in
loco, le sedi di attuazione, gli operatori dell’associazione, collaboratori etc.
Ai volontari sanno inoltre forniti alcuni elementi generali rispetto a:
prassi generali di carattere interculturale;
norme di comportamento legate a situazioni di ordine pubblico;
informazione e formazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei
progetti di servizio civile;
In loco:

Informazioni sul paese e sullo stile di presenza Il personale nel paese di
destinazione si terrà costantemente aggiornato sulla situazione politica del
paese e all’arrivo dei volontari li informerà su:
situazione politica del paese e del contesto locale;
informazioni di base sullo stile di presenza, in particolare rispetto agli
atteggiamenti da adottare per una gestione positiva della relazione
interculturale;
condizioni sanitarie ed igieniche specifiche del paese e della realtà locale;
informazione e formazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei
progetti di servizio civile;

Accorgimenti di carattere comportamentale e logistico: tutti gli
spostamenti dei volontari vanno concordati con il personale di riferimento della
sede locale. Se necessario il volontario potrà essere accompagnato da una
persona con conoscenza del territorio. In generale si seguiranno attentamente
le direttive impartite dalle Autorità locali e si manterrà un atteggiamento
orientato alla massima prudenza durante tutti gli spostamenti, evitando
manifestazioni e assembramenti. Si inviteranno i volontari a non portare con sé
documenti originali, ma in fotocopia.

Contatti con le Ambasciate: per quanto riguarda il rapporto con le
Ambasciate in loco il personale:
- si terrà in contatto con l’Ambasciata e la informerà di eventuali cambi
d’indirizzo/spostamenti all’interno e all’esterno del Paese, nonché cambi di
recapito telefonico;
- in caso di situazioni politiche delicate avrà cura di essere costantemente
reperibile;
Accorgimenti specifici:
Accorgimenti rispetto ai rischi per la sicurezza personale: Il personale in loco
informerà i giovani sui pericolo dovuti alla microcriminalità, in particolare segnalando
orari, eventuali zone di maggior rischio, comportamenti ed atteggiamenti da evitare.
Saranno inoltre fornite informazioni sulle cautele da adottare se si dovesse entrare in
contatto con situazioni caratterizzate da illegalità o abusi (ad es. corruzione) che
devono essere tempestivamente comunicate al proprio responsabile locale.
Inoltre dai referenti locali saranno forniti i numeri di emergenza, sia delle forze
dell’ordine locali che della rappresentanza consolare Italiana, a cui rivolgersi in caso di
necessità e sarà indicata ai volontari la procedura da seguire nel caso siano vittime di
episodi di questo tipo.
Per prevenire i rischi legati alle precarie condizioni stradali si eviteranno gli spostamenti
dopo il tramonto, in particolare fuori dalla cintura urbana. Ci si assicurerà
costantemente della piena efficienza della propria autovettura ed eventualmente si
effettueranno scorte di carburante. Si raccomanda di adottare comportamenti ispirati
alla massima cautela; non mostrare in pubblico eccessive quantità di denaro o gioielli
vistosi, non mettersi in condizioni di rischio frequentando posti o locali notoriamente
malfamati, in particolare se non accompagnati da guide e gente del posto.
Inoltre i responsabili locali forniranno i numeri di emergenza della rappresentanza
consolare Italiana che delle forze dell’ordine locali, a cui potersi rivolgere in caso siano
vittime di questi episodi. Riguardo la prevenzione legata agli spostamenti stradali,
90
sarebbe preferibile soprattutto per lunghe distanze l’utilizzo del treno, quando non
possibile è preferibile muoversi durante le ore di luce e mai dopo il tramonto, evitando
minimamente i pericoli legati alle precarie condizioni del manto stradale.
Per quanto riguarda la Georgia, anche se non incluse nel contesto territoriale al quale si
riferisce il progetto, si sconsiglia l’ingresso nei territori occupati della Repubblica
Autonoma di Abkhazia ed Ossetia del Sud.
Rispetto ai possibili fenomeni sismici l’Ente formerà i volontari rispetto ai
comportamenti da tenere in casi di emergenza, provvederà alla consegna di contatti da
utilizzare e alla definizione di luoghi di raccolta. Verranno inoltre specificate soluzioni
alternative di struttura in casi di emergenza e di inagibilità degli edifici predisposti per
lo svolgimento delle attività a progetto.
Accorgimenti rispetto ai rischi sanitari: I referenti locali forniranno ai volontari le
istruzioni necessarie sulle norme igienico/sanitarie da adottare e sugli accorgimenti da
avere al fine di evitare intossicazioni alimentari o di contrarre malattie. I collaboratori
in loco faciliteranno l’accesso ai presidi sanitari.
Saranno segnalati il personale medico di fiducia, i presidi sanitari a cui rivolgersi in
caso di necessità e le farmacie a cui fare riferimento, indicando anche i numeri
telefonici per le emergenze sanitarie.
Gli operatori in loco agevoleranno l’accesso alle strutture sanitario/ospedaliere per
controlli e accertamenti di varia natura nel caso di patologie sospette come difterite,
epatite A e B o virale ma soprattutto tubercolosi e rabbia. Si consigliano, previo parere
medico, le vaccinazioni antidifterica e quelle contro l’epatite A e B. Qualora si
dovessero presentare situazioni che coinvolgano eternit, verranno fornite informazioni
al volontario sulle varie modalità utilizzabili d’isolamento del materiale, gli accorgimenti
e le situazioni critiche da segnalare agli enti locali preposti.
Prestare la massima attenzione qualora si circoli a piedi ed evitare qualsiasi contatto
fisico con i cani randagi.
Qualora si dovessero presentare la presenza di eternit, verranno fornite informazioni al
volontario sulle varie modalità utilizzabili d’isolamento del materiale, gli accorgimenti e
le situazioni critiche da segnalare agli enti locali preposti.
Accorgimenti rispetto ai rischi di ordine pubblico: Qualora si dovessero
presentare tensioni tra fazioni opposte i volontari sono tenuti a mantenere un
atteggiamento neutrale tra le parti e a evitare luoghi in cui si prevedono
assembramenti e dimostrazioni.
Se dovessero insorgere gravi problemi di ordine pubblico nel paese, caratterizzati da
episodi di violenza, il personale in loco darà ai volontari indicazioni di comportamento
specifiche, tenendosi costantemente aggiornato sugli sviluppi delle eventuali crisi e sui
possibili sblocchi. Si farà riferimento alle indicazioni della Rappresentanza Diplomatica
in loco, con la quale il contatto diverrà più assiduo (proporzionalmente a quanto la
specifica situazione lo richieda) e con la quale si rivaluterà continuamente la
situazione, definendo eventuali misure straordinarie, considerando la possibilità di
rientro in Italia per i casi più gravi.
Qualora la situazione lo renda necessario, si provvederà a predisporre eventuali sistemi
di protezione supplementari agli accessi della propria abitazione.
Rispetto la situazione di conflitto tra Russia ed Ucraina, in caso di peggioramenti delle
condizioni di sicurezza sul territorio di attuazione del progetto l’ente attuerà in
cooperazione con gli organi Consolari e Istituzionali il protocollo specifico per casi
d’emergenza.
Ospedali e Strutture Sanitarie più vicine alle sedi di realizzazione del progetto:
Paese di
realizzazione
Georgia
Città
Struttura sanitaria più
vicina
Batumi
Ospedale pubblico della
città di Batumi
L’ospedale è pubblico e
dotato di tutti i reparti
specializzati.
Mezzi di trasporto
Tempi di percorrenza
Dista 5 Km dalla sede ed è
raggiungibile in 10 minuti.
A disposizione del
volontario c’è un mezzo
privato dell’Associazione.
91
Clinica privata
Health Center Medina
Mazniashvili str., 18Khelvachauri, Batumi
Clinica privata dotata di
reparti specializzati di
chirurgia e ortopedia.
Clinica privata Batumi
Refferal Hospital
Bagrationi 125 ,Batumi
Clinica privata che offre
servizi sanitari specifici di
cardiologia e TAC e RX
Ospedale pubblico
Offre tutte le prestazioni,
in particolare cure di
base, analisi del sangue,
interventi di emergenza,
servizio di 118, ma
qualità non elevata.
Spitalul Universitar de
Urgenta ELias
Ospedale universitario,
offre tutte le prestazione
ed è specializzato in
medicina d’urgenza;
prestazioni di alta qualità
Bucarest
Spitalul Universitar de
Urgenta Bucuresti
Ospedale Universitario
offre tutte le prestazione
ed è di alta qualità,
consigliato anche da
Viaggiaresicuri
Romania
Dista 7 km dalla sede
progettuale, ed è
raggiungibile in 15 minuti.
Utilizzabile dal volontario
un mezzo privato
dell’Associazione.
Dista 4 km dalla sede
progettuale, ed è
raggiungibile in 10 minuti.
Utilizzabile dal volontario
un mezzo privato
dell’Associazione.
Si trova a 200 metri dalla
sede dell’ente, pertanto
raggiungibile
tranquillamente anche a
piedi.
A disposizione del
volontario c’è un mezzo
privato dell’Associazione.
Si trova a circa 10 km dalla
sede dell’ente, pertanto
raggiungibile in pochi
minuti in auto.
A disposizione del
volontario c’è un mezzo
privato dell’Associazione.
Si trova a circa 5 km dalla
sede dell’ente,
raggiungibile in un’ora con
i mezzi pubblici, e in circa
15 m con l’auto.
A disposizione del
volontario c’è un mezzo
privato dell’Associazione.
Si trova a 9 km dalla sede
Spitalul Clinic de Urgenta di attuazione dell’ente. E’
Militar Central “Dr. CAROL raggiungibile in un’ora con
DAVILA”
i mezzi pubblici, e in circa
20 m con l’auto.
Ospedale Militare, privato,
di alta qualità, offre tutte A disposizione del
le prestazioni, consigliato volontario c’è un mezzo
anche da Viaggiare sicuri privato dell’Associazione.
Timisoara
Hospital Spitalul Clinic
Judetean de Urgenta
Via Iosif Bulbuca, n.10
Dista 10 km dalla sede ed
è raggiungibile in 20 minuti
in auto o con i mezzi
pubblici.
L’ospedale è privato e
dotato di tutti i reparti
specializzati.
A disposizione del
volontario c’è un mezzo
privato dell’Associazione.
Spitalul Clinica municipal
de Urgenta Timisoara
Via Vector, n.1
Offre tutte le prestazioni
Dista 3 km circa dalla sede
è raggiungibile in 5 minuti
in auto, poco più con i
mezzi pubblici.
92
ed è specializzato in
medicina d’urgenza.
Altamente qualificato.
A disposizione del
volontario c’è un mezzo
privato dell’Associazione.
Tranne per il reparto
ortopedico.
Ospedale Cittadino
Ambulatorio per adulti
Astrakhan
Ambulatorio per minori
Studio dentistico
(3 privati e 1 pubblico)
Russia
Repubblican Hospital
Ospedale pubblico con
servizi di diagnostica di
base.
Ospedale Repubblicano P.
Zhemchueva
Elista
Clinica consultiva
“Stavropol”
Dista circa 1 km
dalle strutture dell’ente,
raggiungibile in 5 minuti,
con auto privata dell’ente,
o con i mezzi pubblici.
Facilmente raggiungibile
anche a piedi
Dista circa 1 km
dalle strutture dell’ente,
raggiungibile in 5 minuti,
con auto privata dell’ente,
o con i mezzi pubblici.
Facilmente raggiungibile
anche a piedi
Dista circa 1,5 km
dalle strutture dell’ente,
raggiungibile in 5 minuti,
con auto privata dell’ente,
o con i mezzi pubblici.
Facilmente raggiungibile
anche a piedi
Distanti tutti circa 1 km
dalle strutture dell’ente,
raggiungibile in 5 minuti,
con auto privata dell’ente,
o con i mezzi pubblici.
Facilmente raggiungibile
anche a piedi
Raggiungibile in 20 minuti
circa con auto privata
messa a disposizione
dall’ente
Raggiungibile in 20 minuti
circa con auto privata
messa a disposizione
dall’ente
Ospedale pubblico con
prestazioni e servizi medici
quali ECG, chirurgia,
ortopedia e analisi.
Clinica priva attrezzata di
un laboratorio di analisi e
diagnosi, fornisce
prestazioni di vario genere
(RX,TAC, ECG) di mediaalta qualità. Dista 10 km
dalla sede progettuale, ed
è raggiungibile in circa 20
minuti con un mezzo
privato messo a
disposizione dall’ente.
93
18) Particolari condizioni di disagio per i volontari connesse alla realizzazione del
progetto:
-
Salute: i volontari possono vivere il disagio di ritrovarsi in territori in cui il
contesto sanitario non è eccessivamente qualificato e le condizioni igieniche
non sono sempre ottimali, in particolare a contatto con contesti di disagio.
-
Comunicazioni: le comunicazioni con l’Italia possono risultare difficili, per
periodi limitati, in seguito a problemi di funzionalità delle linee telefoniche,
spesso a causa di fattori climatici.
-
Privacy: nella quasi totalità delle strutture esistenti, si condividono gli spazi
(camera, bagno ecc.) con altre persone (persone accolte, altri volontari,
personale dell’Associazione, ecc), è spesso difficile riuscire a raggiungere
condizioni di perfetta tranquillità.
-
Stile di vita: essenzialità e sobrietà sono le prerogative del modo di vivere del
personale dell’Associazione. La coerenza con questi valori è, secondo lo stile di
vita ed il pensiero dell’Associazione, una via di vicinanza e di condivisione con
le persone più povere che si incontrano e un modo per mettersi in ascolto del
contesto in cui si vive. Non significa vivere privandosi del soddisfacimento dei
bisogni basilari bensì del superfluo.
In particolare si richiede sobrietà per quanto riguarda l’uso di alcool,
soprattutto per i volontari che prestano servizio in comunità terapeutiche,
pronte accoglienze per minori e adulti che provengono dalla strada e che quindi
potrebbe essere usuari di sostanze e alcool. Parlare di sobrietà implica
un’attenzione maggiore alla gestione del tempo libero ( soprattutto per quanto
riguarda i viaggi).
-
Contesto: possono vivere il disagio di ritrovarsi in contesti territoriali,
soprattutto urbani, con presenza di microcriminalità e violenza. Questo può
comportare la necessità di rispettare orari per il rientro la sera e di evitare
certe zone della città o del paese particolarmente pericolosi. Inoltre condizioni
climatiche particolarmente avverse possono, in certe situazioni, ostacolare e
ridurre temporaneamente le attività previste dal progetto.
-
Relazioni: i volontari possono vivere il disagio di ritrovarsi immersi in una
realtà totalmente nuova per loro e non avere le giuste coordinate per
comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi. Il disagio può
derivare: dalla non conoscenza della lingua straniera, dalla necessità di
interagire con una cultura diversa e a volte difficile da comprendere, dalla
difficoltà di lavoro con gruppi di destinatari specifici. Queste difficoltà di tipo
relazionale/comunicativo possono essere mitigate dalla presenza di operatori
locali che parlano italiano e che possono fungere da mediatori tra le diverse
culture e i diversi ruoli. Altra difficoltà può essere quella di dover mantenere un
ruolo educativo, che presuppone un equilibrio tra empatia con i destinatari del
progetto e nello stesso tempo una giusta distanza.
94
19) Sede/i di attuazione del progetto di appoggio in Italia ed Operatori Locali di Progetto:
N.
Sede di
attuazione del
progetto
Nominativi degli Operatori Locali di Progetto
Comune
Indirizzo
Cod. ident.
sede
N. vol.
per sede
Cognome e nome
Data di nascita
C.F.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
95
20) Sede/i di attuazione del progetto all’estero ed ente/i partners:
N.
Ente che ha presentato il
progetto
Paese estero
Città
Cod. ident. N. vol.
sede
per sede
Ente partner paese estero
Personale di riferimento sede
estera (cognome e nome)
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
96
21) Modalità di comunicazione della presenza dei volontari all’autorità consolare o
diplomatica italiana presso il paese in cui si realizza il progetto:

La struttura di gestione per il servizio civile procederà alla registrazione dei
volontari all’interno del portale del Ministero degli Affari Esteri e dall’ Unità di Crisi,
www.dovesiamonelmondo.it, segnalando la presenza nel paese estero nonché i
periodi di espatrio dal paese estero.

Comunicazione alla Rappresentanza Diplomatica: Prima dell’espatrio la
struttura di gestione invia comunicazione, tramite fax o posta elettronica alle
Ambasciate italiane dell’arrivo dei volontari in servizio civile. Il rapporto di
comunicazione con l’Ambasciata verrà mantenuto durante tutto il periodo di
permanenza all’estero dei volontari, anche in occasione di rientri in Italia o
spostamenti fuori dal paese di realizzazione del progetto (che si possono rendere
necessari in alcune circostanze per il rinnovi dei visti, o durante i permessi).
22) Modalità di collegamento e comunicazione con la sede italiana dell’ente
proponente il progetto assicurata ai volontari:
Per ciascuna delle sedi previste dal presente progetto è prevista e garantita la
possibilità per i giovani volontari di comunicare con la sede centrale di gestione del
Servizio Civile per l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in Italia attraverso i
seguenti mezzi di comunicazione: e-mail ([email protected]), telefono
(+39.0541.972477), fax (+39.0541.972466), skype.
I volontari sono inoltre invitati a dotarsi di una scheda telefonica per cellulari così da
poter garantire la comunicazione con la sede dell’Ente in Italia e con i familiari, anche in
caso di allontanamento del volontario dalla sede di attuazione del progetto.
Gli Enti prevedono inoltre una figura di tutoraggio in Italia che accompagnerà i volontari
durante la formazione in Italia e farà da ulteriore riferimento e accompagnamento
durante la permanenza all’Estero.
La comunicazione tra la sede dell’ Ente in Italia e le sedi di attuazione del progetto
avviene regolarmente a cadenza quindicinale. Nell’eventualità in cui nella sede estera si
verifichino situazioni di particolari disagio o di rischio le comunicazioni verranno
intensificate di conseguenza.
23) Modalità e tempi di eventuali rientri in Italia dei volontari durante il periodo di
permanenza all’estero:
Il progetto “Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2015 – EURASIA” prevede la
permanenza all’estero dei volontari per circa 10-11 mesi. L’espatrio è previsto dopo
circa un mese dall’ avvio del progetto. E’ altresì prevista, tra il 5° e 6° mese di servizio,
la realizzazione della formazione intermedia, utile anche alla valutazione dell’andamento
del progetto. Tale formazione potrà realizzarsi in Italia o presso una delle sedi dell’ente
scelte fra quelle a progetto o fra quelle dei progetti che si realizzano nel medesimo
continente.
La possibilità di ulteriori rientri in Italia potrà essere presa in considerazione al
verificarsi di una o più dei seguenti avvenimenti:




problemi legati al progetto (valutazione straordinaria dell’andamento del
progetto);
problemi disciplinari (verifica straordinaria dell’andamento del servizio del
volontario);
problemi legati al visto di permanenza nella sede estera;
motivi familiari e/o di salute.
In qualunque situazione comunque, il rientro sarà concordato tra il volontario, il
personale di riferimento e la struttura di gestione del Servizio Civile.
97
Nel complesso sono previsti 3 periodi di permanenza in Italia :
1- prima dell’ espatrio della durata di circa 1 mese;
2- tra 5° e 6° mese di servizio della durata di circa 10 giorni;
3- durante l’ultimo mese di servizio della durata di 1 settimana circa per il momento di
verifica e valutazione finale del progetto.
Tempi
-
di realizzazione del progetto
Avvio del servizio civile
Formazione generale dei Caschi Bianchi (1 settimana)
Formazione specifica dei Caschi Bianchi (10 giorni)
Periodo formativo di addestramento presso la sede di appoggio(2 settimane)
Partenza per il paese estero di destinazione all’inizio del 2°mese di servizio;
Formazione specifica intermedia tra 5° e 6° mese di servizio;
Rientro in Italia durante l’ultimo mese di servizio;
24) Eventuale assicurazione integrativa a copertura dei rischi indicati alla precedente
voce 16):
NO
25) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:
L’Associazione Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse nella
promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima ai sensi delle leggi 772/72 e
230/98 oggi come Servizio Civile Nazionale, sia in Italia che all’estero.
Per questa ragione, credendo profondamente nel valore Universale del servizio civile e
consci dell’apporto che produce sia a livello sociale che formativo -culturale, si ritiene che
la promozione e la sensibilizzazione non debbano essere limitate al singolo progetto o
strettamente all’arco di emanazione e scadenza del bando, ma siano permanenti e debbano
realizzarsi trasversalmente ad ogni attività dell’Ente.
L’Ente si è dotata da diversi anni di un ufficio centrale con ramificazioni territoriali,
laddove è presente che espleta anche la funzione di struttura di gestione per il Servizio
Civile.
Nel corso di tutto l’anno è attivo uno sportello informativo centralizzato che riceve richieste
di partecipazione ed informazione rispetto al Servizio civile e relativi progetti da parte di
giovani interessati o semplicemente curiosi, che possono disporre anche di un numero
verde dedicato che a tal fine è stato attivato. Durante tutto l’anno l’ente partecipa e
promuove azioni di sensibilizzazione, discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del
SCN. Lo strumento privilegiato per le attività di promozione e sensibilizzazione dell’ente è
la partecipazione diretta dei volontari in servizio civile tramite la loro presenza e la
testimonianza come strumento di apprendimento, scoperta in una prospettiva didattica
attiva, operativa ed immediata.
Il piano di promozione è pertanto composto da un monte ore dedicato alla promozione e
sensibilizzazione del Servizio Civile nel suo complesso ed un secondo monte ore dedicato
alla promozione del singolo progetto. Alla somma di questi , riportati nella tabella seguente,
si dovrebbero aggiungere una serie di attività , non quantificabili che comunque concorrono
alla realizzazione del piano di promozione.
Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del Servizio
Civile Nazionale
Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del progetto
“ CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2015 - EURASIA”
Attività di promozione e pubblicizzazione non quantificabili in ore
TOTALE ORE PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A+B=
A=36
B= 60
C
96
98
Alle suddette 96 ore bisogna aggiungere una serie di attività difficilmente misurabili e
quantificabili ma che ai fini della promozione e sensibilizzazione rivestono, secondo noi, un
elevato grado di rilevanza.
Di seguito si riporta in dettaglio l’elenco delle azioni/attività:
A
B
EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’
Banchetto in occasione della “Tre Giorni Generale” dell’Associazione
Comunità Papa Giovanni XXIII, che si svolge a cadenza annuale ed ha
rilevanza internazionale, a cui partecipano tutte le zone periferiche
dell’associazione. I volontari in servizio civile collaborano alla gestione del
banchetto.
Collaborazione fissa con il mensile ”Sempre” attraverso la rubrica
“Frontiere di Pace”, redatta a cura del Servizio Obiezione di Coscienza e
pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che presenta
testimonianze (e illustra i relativi contesti e progetti dove operano) di
volontari in servizio civile nazionale sia in Italia che all’estero.
Interventi in qualità di relatori o testimonianze di volontari ed ex volontari
in incontri pubblici e seminari, scuole secondarie di secondo grado,
banchetti in numerose manifestazioni nazionali, sportello informativo
telefonico, ecc.
TOTALE ORE QUANTIFICABILI
EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ Quantificabili in ore
Realizzazione infodays e giornate di orientamento
Colloqui di orientamento con giovani interessati
N. ORE
12
12
12
36
N. ORE
24
36
TOTALE ORE QUANTIFICABILI
60
EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ NON QUANTIFICABILI
Attivazione di un numero verde per far fronte alle richieste telefoniche dei giovani
interessati: 800 913 596
Partecipazione ad eventi pubblici e privati di promozione e sensibilizzazione a livello
nazionale.
Invio, tramite mail massiva, di materiale promozionale ad indirizzi privati acquistati
da aziende specializzate in riferimento al target giovani del territorio.
Pubblicizzazione del progetto
Promozione su siti web:
www.apg23.org
www.odcpace.org
www.antennedipace.org
Promozione sui social network:
pagina facebook Antennedipace
pagina facebook Odcpace
C
Newsletters a:
Gruppi scout a livello nazionale
Informagiovani del territorio nazionale
Centri missionari diocesani d’Italia
Giovani tra i 18 e i 28 anni sul territorio nazionale
Promozione con inserti su riviste/quotidiani:
Mensile “Sempre”
Diffusione del materiale promozionale a cura di:
REDATTORE SOCIALE srl
FUSION TRADE srl
ADUSU – Associazione Diritti Umani Sviluppo Umano
Stampa e diffusione volantini (n° copie: 600) e manifesti (n° copie: 60 ) sul servizio
civile nazionale volontario e sul progetto specifico, che viene messo a disposizione
presso tutte le sedi periferiche dell’Ente, e diffuso attraverso gli enti che hanno
sottoscritto partnership inerenti la promozione del servizio civile dell’ente.
TOTALE ORE (A+B) = 96
99
26) Criteri e modalità di selezione dei volontari:
Si rinvia al sistema di reclutamento e selezione presentato dall’ Ente associazione
Comunità Papa Giovanni XXIII in sede di accreditamento
27) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
SI
ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII
28) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del
progetto:
Si rinvia al sistema di monitoraggio presentato dall’ Ente associazione Comunità Papa
Giovanni XXIII in sede di accreditamento
29) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
SI
ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII
30) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre
quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:
Oltre ai requisiti richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n.64, possono essere requisiti
funzionali ed utili al progetto:

Interesse verso attività di assistenza, educazione, animazione, microcredito,
lavoro di gruppo, microsviluppo economico, tutela dei diritti umani in Italia ed
all’ estero;

impegno a rendere pubblica l’esperienza derivante dal progetto di servizio civile
e a lavorare per la sensibilizzazione del territorio di provenienza sia durante il
periodo di formazione in Italia che durante la permanenza all’estero;

disponibilità a trascorrere un ampio periodo di tempo all’estero (10 – 11 mesi)
con un solo rientro intermedio;

interesse per i temi della solidarietà internazionale e della pace;

volontà e desiderio di sperimentare concretamente la solidarietà e la
condivisione con fasce di popolazione particolarmente svantaggiate e
vulnerabili;

desiderio di sperimentare modalità concrete di azione e difesa nonviolenta;

interesse per percorsi a carattere formativo e di crescita individuale;

desiderio di interazione costruttiva con chi è portatore di differenze culturali;

volontà e capacità di lavorare in modo cooperativo, in gruppo ed in rete con
altri soggetti;

disponibilità ad apprendere la lingua del paese dove è ubicata la sede prescelta
ed eventualmente a frequentare corsi di lingua;

disponibilità a sottoporsi alle previste profilassi mediche;

disponibilità ad attenersi alle misure di sicurezza adottate dall’Ente, a rispettare
gli orari stabiliti dall’OLP di riferimento per le uscite, e a comunicare gli
spostamenti, soprattutto per quelle sedi in cui è presente un alto tasso di
100
delinquenza.

disponibilità a trasferirsi in città e distretti diversi da quelli di residenza
nell’ambito dello stesso Paese di assegnazione;

scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle
problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale
della Rete Caschi Bianchi;

rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;
31) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla
realizzazione del progetto:
Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate alle attività del
progetto elencate nei punti 9.1 e alle risorse tecniche previste alla voce 33 sia per gli
obiettivi trasversali che per quelli specifici per i paesi.
Si ricorda che a tutti i volontari in servizio civile, per la partecipazione della formazione
specifica, in località diverse da quella di residenza vengono rimborsate le spese di
trasporto effettuate con mezzi pubblici. L’ente inoltre investe nelle attività di tutoraggio
dei volontari in quanto ritiene questa figura particolarmente importante per il buon
andamento del servizio. Il tutor infatti coordina e segue la logistica dei momenti
formativi specifici e monitora il percorso di servizio civile del volontario all’estero,
attraverso una relazione costante con quest’ultimo e un rapporto costante con
l’operatore locale di progetto all’estero.
Le risorse sono state suddivise, per voci di spesa generali, per obiettivi trasversali
e per obiettivi specifici.
Le prime sono riferite alle azioni di promozione, all’organizzazione della formazione
specifica(secondo quanto previsto ai punti 43-49), al tutoraggio a distanza per
qualificare l’andamento del servizio.
Le seconde riguardano spese aggiuntive per il raggiungimento degli obiettivi trasversali
previsti dal progetto e fra questi i costi derivanti dalle risorse strumentali previste al
successivo punto 33.
Le ultime fanno riferimento alle spese (e alle relative risorse) aggiuntive per il
raggiungimento degli obiettivi specifici.
VOCI DI SPESA GENERALI
Funzione
Descrizione
Promozione
Spese sostenute per la promozione del progetto,
attraverso la stampa di manifesti, volantini, spazi
internet.
Affitto locali
Esperti
Materiali
Spostamenti
volontari
Spese di viaggio per la realizzazione di incontri e
momenti informativi sul progetto
Formazione specifica
Tutto il complesso per le spese di affitto di strutture ad
hoc per la formazione specifica dei volontari, oltre alle
spese di utilizzo dei locali dell’Associazione.
Spese per compenso a docenti esperti in specifiche
tematiche previste nella formazione specifica
Spese per abbonamenti a riviste, per acquisto di tutto il
materiale di documentazione messo a disposizione dei
volontari nel corso della formazione.
Nel corso della prima parte del servizio civile, i volontari
svolgono la formazione in Italia. Questa formazione è
divisa in: un periodo di formazione generale di gruppo
iniziale; un periodo di formazione specifica in gruppi di
lavoro e un periodo di addestramento presso varie sedi
dell’associazione sul territorio italiano.
Si prevede inoltre un periodi formazione intermedia tra
5° e 6° mese ed un momento di valutazione e chiusura
Quantità
360
360
1080
600
180
1800
101
dell’esperienza nel corso dell’ultimo mese. I volontari
sostengono nell’arco dell’anno alcuni viaggi sul territorio
nazionale.
Personale
dedicato
Costi tecnici
Totale spesa
Tutoraggio a distanza
Spese per il personale espressamente dedicato al
tutoraggio a distanza dei volontari all’ estero e spese
viaggio per la realizzazione di incontri in presenza utili
alla verifica dell’andamento del progetto e del servizio
dei volontari.
telefono, connessione, abbonamento skype
6000
120
10.500
VOCI DI SPESA SPECIFICHE LEGATE AGLI OBIETTIVI TRASVERSALI
OBIETTIVO TRASVERSALE 1
Potenziare del 20% la produzione e la diffusione di materiale informativo prodotto attraverso il
sito www.antennedipace.org e le piattaforme social ad esso collegati utili ad informare la
società civile italiana sulle situazioni di conflitto e violenza strutturale nei paesi di destinazione
del progetto.
Azione/attività
Voce di spesa
importo
Azione 1 – FORMAZIONE
1.1 Modulo formativo:
l’informazione e l’informazione
nonviolenta
1.2. Modulo formativo : il
potenziale informativo e
comunicativo dell’ individuo il
web 2.0
1.3. Confronto periodico con la
Redazione e con i tutor di
riferimento
1.4.
Approfondimento del
contesto politico, socioeconomico
Spese di viaggio e onorario per
personale esperto coinvolto nella
sessione formativa
Spese di viaggio e onorario per
personale esperto coinvolto nella
sessione formativa
50
Spese
per
personale
preposto
all’attività di redazione e spese relative
ai contatti telefonici
Spese per personale e materiale di
informazione necessario
400
50
100
Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE
2.1 Costruzione e
mantenimento del bacino di
attenzione
Spese di viaggio e di personale
deputato alla gestione dei contatti ed
all’invio di informazioni ai bacini di
attenzione
200
2.2 Definizione del programma
redazionale
Spese di personale deputato
coordinamento ed alla redazione
al
100
2.3 Redazione di articoli,
report, gallerie fotografiche,
video Confronto con la
Redazione
Spese di personale deputato alla
redazione del sito e di materiale
informatico di consumo
500
2.4 Divulgazione e
valorizzazione del materiale
informativo prodotto sul sito
antennedipace.org e sulle
piattaforme social
Spese di personale preposto e di
materiale di consumo oltre a costo di
connessione internet
150
2.5
Potenziamento
degli
strumenti
di
diffusione
Spese per esperti, viaggi e per
acquisto di strumentazione elettronica
300
102
multimediale
ed
informatica
necessaria
alla
realizzazione di prodotti multimediali
TOTALE
1850
OBIETTIVO TRASVERSALE 2
Qualificare l’azione di ricaduta dei rapporti UPR nei paesi di realizzazione del progetto
incrementando l’azione di diffusione del 10% e il monitoraggio del recepimento delle indicazioni
da parte dello stato in cui si realizza il progetto
Azione attività
Voce di spesa
Azione 1 - FORMAZIONE
1.1 Modulo Formativo : i diritti
Umani e la loro tutela
Spese per
formazione
1.2. Modulo formativo: Come
funziona l’UPR e quali
indicazioni per il Paese in cui si
realizza il progetto.
esperti
importo
necessari
alla
50
Spese
per
esperti
necessari
attuazione del modulo formativo
all’
50
Spese per personale, materiale di
consumo e spese per la realizzazione
dei collegamenti fra le strutture in loco,
in Italia ed in Svizzera
50
Spese per personale, viaggi, materiale
di consumo e spese per la realizzazione
dei collegamenti fra le strutture in loco,
in Italia ed in Svizzera
50
Spese di viaggio , strumentazione e
materiale di consumo
200
Spese per personale , e materiale di
consumo
50
Spese per personale ,
materiale di
consumo, collegamenti telefonici o via
web per la realizzazione degli incontri
100
Azione 2 –RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR
2.1. Definizione dei tempi di
validità del rapporto e delle
possibilità di intervento
2.2. Definizione del piano di
monitoraggio e degli strumenti
di rilevazione
2.3 attività di rilevazione
2.4 attività
promozione
di
ricaduta
e
2.5 redazione di report per la
sede di rappresentanza presso
il Consiglio dei Diritti Umani
2.5 valutazione e verifica dei
piani di azione rispetto a
ricaduta e monitoraggio
600
TOTALE
103
VOCI DI SPESA SPECIFICHE LEGATE AGLI OBIETTIVI SPECIFICI
GEORGIA
OBIETTIVO SPECIFICO
Inserimento di altri 37 minori nelle progettualità dell'Ente facilitando l'accesso ai controlli
medici di base, alle attività di sostegno scolastico e supporto quotidiano, e qualificazione degli
interventi educativi e di supporto già implementati.
AZIONI - Attvità
RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE
AZIONE 1 – Inserimento ed
accoglienza nelle strutture
dell’Ente
1.1 Presa in carico e gestione
Materiale di cancelleria (penne,
60 euro
delle richieste di sostegno
matite, carta) usato per la
compilazione delle pratiche di
accoglienza
Quota carburante per le attività di
180 euro
presa in carico delle richieste di
sostegno
1.2 Pianificazione degli
Attrezzatura per l’allestimento
180 euro
interventi
delle sedi d’ufficio (tastiere,
mouse, stampanti)
1.3 Interventi d’inserimento e
Arredo per le stanze di
215 euro
d’accoglienza nelle strutture
accoglienza per nuovi ingressi in
dell’ente
struttura (letti, armadietti ecc.)
Materiale di facile consumo per
195 euro
l’igiene (guanti monouso,
spugnette, detergenti per la casa
e l’igiene personale).
AZIONE 2 - Interventi a
sostegno dei minori
provenienti dalle famiglie
povere della baraccopoli
2.1. Monitoraggio dei minori e
Chiamate, connessione internet e
65 euro
delle relative famiglie nella
stampe di documenti utili ai fini
baraccopoli
archiviativi delle richieste di
2.2 Programmazione ed
sostegno
organizzazione degli interventi
Quota carburante per i mezzi usati 280 euro
per le attività di monitoraggio dei
bisogni nelle baraccopoli dove si
presenta il disagio
2.3. Attività assistenziali
Quota carburante per gli
420 euro
spostamenti effettuati dalle sedi di
accoglienza presso le strutture di
sostegno sanitario e sociale
Generi alimentari, vestiario,
365 euro
medicine
Materiale di facile consumo per
245 euro
l’igiene (guanti monouso,
spugnette, carta igienica, saponi
monodose, pannoloni, dentifricio
ecc.), utilizzato per le azioni di
assistenza e sviluppo delle
autonomie
2.4. Attività di doposcuola e
Materiale didattico per il sostegno
95 euro
sostegno psico-sociale
scolastico (cd con corsi per
l’apprendimento, quaderni, penne,
matite ecc.) per lo sviluppo
dell’apprendimento
Quota carburante i trasferimenti al 130 euro
fine di raggiungere le sedi di
attuazione delle attività psicosociali
2.5. Attività di
Arredo delle sale per i colloqui di
75 euro
sensibilizzazione ed
sensibilizzazione ed
accompagnamento a donne e
accompagnamento a donne e
minori vittime di violenza
minori vittime di violenza
domestica
domestica
104
AZIONE 3 – Realizzazione
ed implementazione di
attività ludico-ricreative e
di socializzazione
3.1. Pianificazione delle
attività ricreative e di
socializzazione
3.2. Realizzazione di attività
sportive e ludiche-ricreative
AZIONE 4 – Interventi a
supporto dell’attività dei
Servizi Sociali nella città di
Batumi
4.1 Gestione delle richieste di
supporto
4.2 Programmazione degli
interventi
4.3 Attività assistenziali
AZIONE 5 – Verifica degli
interventi
5.1. Valutazione degli obiettivi
raggiunti
5.2. Riprogettazione degli
interventi compiuti
TOTALE
Quota carburante per
l’organizzazione e pianificazione
delle attività ricreative attuabili sul
territorio
Cartelline, faldoni, risme di carta e
fotocopie per la pianificazione
110 euro
giochi in scatola, palloni,
biciclette, attrezzature varie, TV,
lettori DVD, Playstation per la
realizzazione delle attività ludiche
all’interno della struttura
Quota carburante per
l’accompagnamento degli utenti
presso le strutture di realizzazione
delle attività sportive
190 euro
Quota carburante per le attività di
mobilità sul territorio di
valutazione delle richieste di
supporto
Cartelline, faldoni per
l’archiviazione della gestione delle
richieste di supporto
Scrivania e sedie per gli
allestimenti delle stanze usate pe
la programmazione d’equipe
Forniture dei beni di prima
necessità come derrate alimentari
e vestiario;
Forniture di materiale di facile
consumo per l’igiene (guanti
monouso, spugnette, carta
monouso, detergenti per igiene
personale).
190 euro
Forniture del materiale di
cancelleria penne, cartelloni,
pennarelli usato per la
riprogettazione delle attività
90 euro
50 euro
310 euro
80 euro
90 euro
510 euro
370 euro
4.495 euro
ROMANIA
a. Bucarest
OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 1
Incrementare e qualificare gli interventi di assistenza rivolti ai 150 adulti destinatari
dell’accoglienza nella struttura dell’ente e delle attività esterne in collaborazione con altre
associazioni e implementazione di attività di prevenzione e animazione sociale per 100 minori
AZIONI-Attività
RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE
AZIONE 1- Inserimento di
nuove accoglienze nella
struttura
1.1. Raccolta delle richieste di
Connessione internet, stampe di fotocopie,
95 euro
telefonate volte alla raccolta delle richieste di
accoglienza
1.2. Valutazione e accettazione accoglienza
penne, cartelloni, pennarelli, cartelline usati
135 euro
richieste
per la raccolta e preparazione della
105
1.3. Inserimento nella struttura
dell’ente
AZIONE 2-Implementazione
e incremento delle attività di
assistenza
2.1. Pianificazione e
programmazione delle attività
2.2. Attività assistenziali e di
sviluppo delle autonomie di
accolti
2.3. Attività occupazionali in
collaborazione con “Fabrica de
mozaic”
2.4. Realizzazione del servizio
di strada con i Frati Missionari
della Carità
2.5. Attività assistenziali in
collaborazione col centro diurno
dei Frati Missionari della Carità
AZIONE 3- Implementazione
di attività di animazione
sociale e prevenzione rivolte
a minori
3.1. Pianificazione e
programmazione delle attività
3.2. Realizzazione delle attività
in collaborazione con
l’Associazione Don Orione
3.3 Realizzazione di campi
estivi rivolti a minori
AZIONE 4- Valutazione delle
attività di assistenza e di
prevenzione
4.1. Valutazione dei risultati
attesi
4.2. Revisione delle attività
programmate e riprogettazione
TOTALE
modulistica delle richieste di accoglienza
Quota carburante per i mezzi utilizzati al fine
d’inserimento delle utenze nelle strutture
415 euro
Cartelline, fogli di carta, scaffali e cartelloni
usate per la pianificazione delle attività
Forniture medici e ausili sanitari
115 euro
Quota carburante per l’accompagnamento
degli accolti preso le strutture sanitari di
competenza
845 euro
spazzolino, sapone, bagno schiuma, carta
igienica, vestiario per l’assistenza degli
accolti nello sviluppo delle autonomie
425 euro
stoffe, carta e materiale di cancelleria
funzionale all’assemblaggio
115 euro
Quota carburante per le attività di servizio di
strada
475 euro
Vestiario e prodotti per l’igiene (spazzolino,
sapone, bagno schiuma, carta igienica ecc.);
Forniture medici e ausili sanitari per le cure
mediche necessarie
460 euro
Derrate alimentari per l’assistenza
alimentare
670 euro
Allestimento delle sale utilizzate gli incontri
di pianificazione e programmazione delle
attività, con sedie, tavoli e supporto della
lavagna
ostacoli, corde, palloni, divise, tappetini utili
per le attività sportive
Quota carburante per l’accompagnamento
delle persone accolte presso le strutture
dove si svolgono le attività sportive e di
socializzazione
cartapesta, filo, perline utili all’attuazione dei
laboratori manuali
Forniture di materiale per l’organizzazione
attività aggregative festoni, palloncini,
trombette
Quota carburante per i mezzi utilizzati per gli
spostamenti durante le attività stagionali
135 euro
Affitto struttura di realizzazione di attività
residenziali stagionali
620 euro
Stampe, cartelline portadocumenti, penne,
matite per la realizzazione di report di
valutazione
115 euro
415 euro
275 euro
325 euro
410 euro
360 euro
75 euro
240 euro
6.720 euro
106
b. Timisoara
OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 2
Implementazione di 50 nuovi programmi di protezione per altrettanti minori vittime di tratta
individuati da Generatie Tanara e qualificazione delle attività di prevenzione per 60 minori a
rischio appartenenti ai territori di Recas, Calacea e Carani.
MESI
RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE
AZIONI-Attività
AZIONE 1-Programmazione
degli interventi
1.1. Approfondimento dei
Connessione internet, telefoni e
165 euro
fenomeni della tratta
attrezzature per l’allestimento degli
1.2. Verifica dello stato dell’arte
ambienti d’ufficio (scaffali, monitor,
dei programmi e delle attività
mouse, tastiere ecc.)
promosse dall’ente
Quota carburante per gli spostamenti
205 euro
1.3. Pianificazione e
effettuati dagli operatori per
programmazione delle attività
l’approfondimento del fenomeno della
tratta
materiale per la creazione di file di verifica 75 euro
fogli, cartelline, foderine, penne, matite,
gomme
AZIONE 2- Inserimento delle
vittime di tratta nel
programma di protezione di
Generatie Tanara
2.1. Realizzazione di colloqui con
Creazione delle schede richieste utilizzando 65 euro
le istituzioni locali e con la polizia
fogli, cartelline, foderine, penne, matite,
2.2. Valutazione e accettazione
gomme, evidenziatori ;
richieste
Forniture d’arredo per l’allestimento delle
185 euro
sale utilizzate per i colloqui (tavoli e sedie)
2.3. Inserimento nel programma
Quota carburante per gli spostamenti atti
265 euro
di protezione e aggiornamento dei all’inserimento di nuovi beneficiari
beneficiari a carico del
programma
AZIONE 3-Implementazione
del programma di protezione
delle vittime
3.1. Attività assistenziali
Medicine e derrate alimentari
750 euro
Forniture di detergenti intimi, saponi,
475 euro
carta igienica, sacchi, dentifricio
Quota carburante per le attività di
260 euro
distribuzione dei beni alimentari e
medicine
3.2. Attività ludico-ricreative e
culturali
Materiale per l’allestimento delle sale usate 240 euro
a scopi aggregativi (videoproiettore,
festoni, cartelloni, addobbi vari ecc.)
3.3. Attività espressive e creative
creta, cartapesta, perline, scatolame di
riciclo per attività laboratoriale di arte
terapia
Giochi didatti per l’apprendimento, CD e
DVD formativi, quaderni, libri e penne per
le attività di sostegno scolastico
380 euro
Forniture di detergenti intimi, saponi,
carta igienica, sacchi, dentifricio
410 euro
Medicine e derrate alimentari
cd con corsi per l’apprendimento,
quaderni, penne, matite per il tutoraggio
scolastico
305 euro
105 euro
3.4. Attività di inserimento e
supporto scolastico
AZIONE 4-Implementazione
del programma di prevenzione
dei minori
4.1. Attività assistenziali
4.2. Attività di tutoraggio
scolastico
160 euro
107
4.3. Attività ludico-ricreative e
culturali
4.4 Attività espressive e creative
AZIONE 5- Valutazione dei
programmi di protezione e di
prevenzione
5.1. Valutazione dei risultati attesi
5.2. Revisione delle attività
programmate e riprogettazione
Forniture per l’allestimento delle sale usate
a scopi aggregativi (videoproiettore,
festoni, cartelloni, addobbi vari, sedie e
tavoli)
creta, cartapesta, perline, scatolame di
riciclo per attività laboratoriale di arte
terapia
220 euro
Materiale vario per
la stesura di report di valutazione (fogli,
cartelline, foderine, penne, matite,
gomme, evidenziatori ecc.);
Allestimento degli spazi d’ufficio per
l’archiviazione delle valutazioni
75 euro
295 euro
105 euro
TOTALE
4.740 euro
RUSSIA
a. Elista
OBIETTIVO SPECIFICO 1:
Rafforzare e qualificare gli interventi di integrazione e di sviluppo delle autonomie per le 8
persone con disabilità accolte dall’ente e per le 23 persone sostenute dai progetti dell’Ente ad
Elista
MESI
RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE
AZIONI -Attività
AZIONE 1 - Inserimento nella
struttura e nel centro diurno
1.1 Monitoraggio e mappatura dei
disabili presenti sul territorio e
raccolta richieste di inserimento .
1.2 Valutazione e gestione delle
richieste d’inserimento
1.3 Inserimento
Connessione internet, telefonate
fotocopie per le attività d’ufficio
e
70 euro
Forniture di cancelleria usate per le
attività di monitoraggio e valutazione
(penne, matite, carta ecc.)
135 euro
Quota carburante per gli spostamenti
di monitoraggio
Forniture d’arredo per la struttura
idonea
all’accoglienza
diurna
di
soggetti disabili (sedie, tavoli e
armadietti)
170 euro
Forniture del materiale di facile
consumo per l’igiene (guanti monouso,
spugnette,
detergenti
per
igiene
personale) da distribuire agli utenti
275 euro
Forniture
per
l’allestimento
degli
ambienti d’ufficio (scrivanie, tastiere,
monitor ecc.)
Materiale di cancelleria e riciclo per le
attività
laboratoriali
di
riuso
(cartapesta, scatoline in carta ecc.)
Materiale come cera, stampi, fiocchi
decorativi per le attività laboratoriali
175 euro
perline,
filo,
bustine
per
realizzazione
del
laboratorio
creazioni braccialetti
520 euro
210 euro
AZIONE 2 - Interventi socioeducativi e riabilitativi
2.1
Programmazione
organizzazione delle attività
2.2 Laboratori manuali
ed
la
di
110 euro
385 euro
108
2.3 Attività
autonomie
di
sviluppo
delle
2.4 Attività ludico ricreative e di
socializzazione
2.5 Attività sportive
2.6 Verifica delle attività
AZIONE 3 – Realizzazione
attività di sensibilizzazione
formazione sul territorio
Elista
3.1
Programmazione
organizzazione delle attività
formazione e sensibilizzazione
3.2 Promozione delle attività
formazione
Lana, aghi, colla a caldo, spago,
coloranti, forbici per lavorazione utili
all’attività laboratoriale di lana cotta
365 euro
Attrezzatura per l’allestimento di un
salone per laboratori, sedie, tavoli da
lavoro e scaffali porta materiale
175 euro
Forniture del
materiale di facile
consumo per l’igiene (guanti monouso,
spugnette, carta igienica, detergenti
per igiene personale);
Forniture sanitarie (medicine) per le
cure terapiche degli accolti
275 euro
Reperimento del materiale didattico per
corso lingua Italiana (libri, dizionari,
quaderni ecc.)
65 euro
Materiale per l’allestimento delle sale
usate a scopi aggregativi (festoni,
cartelloni, addobbi vari ecc.)
115 euro
Jambè,
xilofono,
chitarra,
flauto
utilizzati nel laboratorio di musico
terapia
Quota
carburante
per
le
gite
socializzanti al di fuori della struttura di
riferimento
Materiale per attività ludiche e sportive
palloni, magliette, giochi in scatola,
ping pong;
325 euro
Quota
carburante
per
l’accompagnamento degli utenti presso
le sedi di svolgimento delle attività
sportive
565 euro
Forniture di cancelleria per le pratiche
di archiviazione cartelline, buste,
faldoni portadocumenti ecc.)
60 euro
215 euro
300 euro
290 euro
di
e
di
ed
di
e
40 euro
software per programmi di grafica,
cartoncini, carta lucida e fotocopie
85 euro
Quota carburante per la distribuzione
del materiale promozionale
165 euro
3.3 Realizzazione delle attività di
formazione e sensibilizzazione
Forniture per l’arredo delle sale di
formazione, sedi tavoli, videoproiettore
e cartelline portadocumenti
135 euro
3.4
Verifica
delle
riprogettazione
Forniture di cancelleria per le pratiche
di archiviazione cartelline, buste,
faldoni portadocumenti ecc.)
45 euro
TOTALE
attività
di
Connessione internet, telefonate
fotocopie per le attività d’ufficio
e
5.270 euro
109
b. Astrakhan
OBIETTIVO SPECIFICO 2:
Potenziare e qualificare le attività di sostegno e l’accoglienza a favore delle 66 persone in
condizioni di vulnerabilità accolte nelle strutture ed inserite nei progetti di sostegno presenti
sul territorio di Astrakhan.
MESI
RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE
AZIONI -Attività
AZIONE 1 - Identificazione di
persone
in
condizione
di
vulnerabilità presenti sul territorio
1.1 Monitoraggio della situazione in
Forniture di cancelleria per la
95 euro
contesti di rischio
realizzazione delle attività di
1.2 Mappatura delle persone povere e
mappatura e monitoraggio dei
individuazione di gruppi vulnerabili e di
contesti (carta, penne, matite,
condizioni di rischio.
gomme, colle, ecc.)
Forniture d’arredo per spazi
120 euro
d’ufficio
AZIONE 2 - Interventi socioeducativi e riabilitativi
2.1 Programmazione ed organizzazione
delle attività
Allestimento di un salone utilizzato
per le riunioni d’equipe
215 euro
2.2 Attività educative
Reperimento di materiale didattico
per le attività di doposcuola (libri,
giochi didattici, schede formative
ecc.)
Reperimento del materiale di facile
consumo per l’igiene (guanti
monouso, spugnette, detergenti
per igiene personale);
Quota carburante per le attività di
accompagnamento presso le
strutture ospedaliere di riferimento
Forniture mediche utilizzate per le
cure terapiche degli utenti accolti
nella struttura
libri didattici, libri e dispense
formative
Fornitura di guanti monouso,
spugnette, detergenti per
l’ambiente casalingo, strumenti per
la pulizia
penne, matite , cartelline e scaffali
per l’archiviazione dei file dopo la
verifica delle attività
225 euro
penne, matite, fogli per la
calendarizzazione delle attività
Allestimento degli spazi d’ufficio
con PC e stampanti
Quota carburante per le attività di
unità di strada
Quota carburante per le attività di
accompagnamento degli utenti
presso le strutture ospedaliere di
riferimento
65 euro
Allestimento dello spazio d’ufficio
dove vengono registrate e valutate
le richieste di sostegno (faldoni
portadocumenti e scaffali)
Quota carburante per le attività di
mappatura del territori e di
richieste di sostegno
Quota carburante per gli
spostamenti effettuati di
accompagnamento verso
l’inserimento in nuove strutture
85 euro
2.3 Attività di sostegno sanitario
2.4 Laboratorio di formazione e
acquisizione delle autonomie
2.5 Verifica delle attività
AZIONE 3 - Attività di intervento
sociale
3.1 Programmazione e calendarizzazione
delle attività
3.2 Attività di “Unità di strada”
3.3 Attività di accompagnamento sociosanitario particolare.
AZIONE 4 –
Gestione/organizzazione Adozioni a
distanza
4.1 Programmazione ed organizzazione
delle attività
4.2 Mappatura delle famiglie da inserire
nel progetto e raccolta delle domande .
4.3 Valutazione/ gestione delle richieste
d’inserimento e inserimento
335 euro
310 euro
385 euro
130 euro
330 euro
95 euro
140 euro
870 euro
365 euro
245 euro
215 euro
110
4.4 Attività di sostegno delle famiglie
inserite a progetto
4.5 Monitoraggio e valutazione della
situazione personale delle famiglie
Allestimento dello spazio di
accoglienza delle nuove utenze
prese in carico (mobiletti, armadi
letti)
guanti monouso, spugnette,
dentifricio, saponi, carta igienica,
detergenti per igiene personale per
il sostegno al vivere quotidiano
Derrate alimentari e vestiario di
vario genere per i bisogni di prima
necessità
375 euro
Materiale di cancelleria faldoni
porta documenti e scaffalature per
l’archiviazione delle schede di
monitoraggio prodotte
105 euro
TOTALE
420 euro
720 euro
5.845
TOTALE RISORSE FINANZIARIE
40.020 euro
32) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):
La rete di partners a sostegno del presente progetto è composta da:
SOGGETTI PROFIT:
REDATTORE SOCIALE srl
Rispetto all’ Obiettivo trasversale 1: Potenziare del 20% la produzione e la diffusione di
materiale informativo prodotto attraverso il sito www.antennedipace.org e le
piattaforme social ad esso collegati utili ad informare la società civile italiana sulle
situazioni di conflitto e violenza strutturale nei paesi di destinazione del progetto.
supporta:
Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE
Attività 2.4 Divulgazione e valorizzazione del materiale informativo prodotto sul sito
antennedipace.org e sulle piattaforme social
Attraverso:
la collaborazione alla divulgazione dei contenuti prodotti dai volontari e presenti nel sito
www.antennedipace.org .
FUSION TRADE srl
Rispetto al medesimo Obiettivo
Supporta:
Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE
Attività 2.5 Potenziamento degli strumenti di diffusione
multimediale
Attraverso:
la fornitura di materiale apparecchiature informatiche ed elettroniche, destinate ai
progetti in elenco, a prezzo scontato del 10%.
SOGGETTI NO-PROFIT:
ADUSU – Associazione Diritti Umani Sviluppo Umano
Rispetto all’ Obiettivo trasversale 2: Qualificare l’azione di ricaduta dei rapporti UPR nei
paesi di realizzazione del progetto incrementando l’azione di diffusione del 10% e il
monitoraggio del recepimento delle indicazioni da parte dello stato in cui si realizza il
progetto in cui si realizza il progetto
supporta:
AZIONE 2 – RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR
Attività 2.2. Definizione del piano di monitoraggio e degli strumenti di rilevazione
111
Attraverso:
la collaborazione da parte di esperti individuati alla definizione degli strumenti di
rilevazione utili al monitoraggio ed alla ricaduta delle indicazioni contenute nel Report
Periodico UPR che interessa gli stati coinvolti dai progetti in elenco.
33) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
Risorse tecnico strumentali legate agli obiettivi trasversali:
OBIETTIVO TRASVERSALE 1
Potenziare del 20% la produzione e la diffusione di materiale informativo prodotto attraverso il
sito www.antennedipace.org e le piattaforme social ad esso collegati utili ad informare la
società civile italiana sulle situazioni di conflitto e violenza strutturale nei paesi di destinazione
del progetto.
AZIONI – Attività
RISORSE TECNICHE STRUMENTALI
Azione 1 – FORMAZIONE
Aula didattica attrezzata con postazione PC
con video proiettore , tavoli sedie, lavagna a
1.1 Modulo formativo: l’informazione e fogli mobili e materiale di consumo
l’informazione nonviolenta
N° 1 uffici attrezzati con 2 postazioni Pc con
1.2. Modulo formativo : il potenziale
connessione ad internet , strumentazione e
informativo e comunicativo dell’
software
necessari
a
realizzare
individuo il web 2.0
videoconferenze ed elaborazione condivisa di
1.3. Confronto periodico con la Redazione testi
e con i tutor di riferimento
Riviste e materiale di approfondimento vario
1.4.
Approfondimento del contesto
sui contesti di intervento
politico, socio-economico
Azione 2 - ATTIVITA’ REDAZIONALE
2.1 Costruzione e mantenimento del
bacino di attenzione
2.2
Definizione
redazionale
del
programma
N°1 postazione pc per ogni sede di progetto
utile
la produzione di testi a carattere
informativo ed a garantire il collegamento con
i tutor di riferimento e con la redazione
centrale
2.3 Redazione di articoli, report, gallerie
fotografiche, video Confronto con la
Redazione
2.4 Divulgazione e valorizzazione del
materiale informativo prodotto sul sito
antennedipace.org e sulle piattaforme
social
2.5 Potenziamento degli strumenti
diffusione multimediale
N° 1 ufficio attrezzato con 2 postazioni Pc
fisse e 4 postazioni mobili con connessione ad
internet
,
strumentazione
e
software
necessari a realizzare videoconferenze.
N°1 automezzo utile a spostamenti in Italia al
fine di favorire la divulgazione e la
socializzazione dell’attività di informazione dal
basso
presso
realtà
interessate
o
potenzialmente interessate
di
N° 1 ufficio attrezzato con 3 postazioni PC
utili alla produzione di contenuti multimediali
e audiovisuali
OBIETTIVO TRASVERSALE 2
Qualificare l’azione di ricaduta dei rapporti UPR nei paesi di realizzazione del progetto
incrementando l’azione di diffusione del 10% e il monitoraggio del recepimento delle indicazioni
da parte dello stato in cui si realizza il progetto
AZIONI – Attività
Azione 1 - FORMAZIONE
1.1 Modulo Formativo : i diritti Umani
e la loro tutela
1.2. Modulo formativo: Come funziona
l’UPR e quali indicazioni per il Paese in
cui si realizza il progetto.
RISORSE TECNICHE STRUMENTALI
Aula didattica attrezzata con postazione PC con
video proiettore , tavoli sedie, lavagna a fogli
mobili e materiale di consumo
112
Azione 2 –RICADUTA E MONITORAGGIO DEL REPORT UPR
2.1. Definizione dei tempi di validità
del rapporto e delle possibilità di
intervento
2.2. Definizione del piano di
monitoraggio e degli strumenti di
rilevazione
2.3 attività di rilevazione
2.4 attività di ricaduta e promozione
2.5 redazione di report per la sede di
rappresentanza presso il Consiglio dei
Diritti Umani
2.6 valutazione e verifica dei piani di
azione
rispetto
a
ricaduta
e
monitoraggio
N° 2 uffici attrezzati, (uno in Italia ed uno in
Svizzera) ciascuno con 2 postazioni Pc con
connessione ad internet , strumentazione e
software necessari a realizzare videoconferenze
N°1 postazione per sede coinvolta a progetto
attrezzata di Pc connesso ad internet con
strumentazione necessaria alla realizzazione di
videoconferenze
N°1 postazione per sede coinvolta a progetto
attrezzata di Pc connesso ad internet con
strumentazione necessaria alla realizzazione di
videoconferenze
Materiale di consumo e strumenti elettronici utili
alla documentazione (fotocamera, cinepresa,
notebook)
N°1 postazione per sede coinvolta a progetto
attrezzata di Pc connesso ad internet con
strumentazione necessaria alla produzione di
testi e materiale promozionale .
Materiale di consumo utile alla realizzazione di
attività promozionali
N°1 postazione per sede coinvolta a progetto
attrezzata di Pc connesso ad internet con
strumentazione necessaria alla realizzazione di
videoconferenze
N°1 postazione per sede coinvolta a progetto
attrezzata di Pc connesso ad internet con
strumentazione necessaria alla realizzazione di
videoconferenze
N° 2 uffici attrezzati, (uno in Italia ed uno in
Svizzera) ciascuno con 2 postazioni Pc con
connessione ad internet , strumentazione e
software necessari a realizzare videoconferenze
GEORGIA
OBIETTIVO SPECIFICO
Inserimento di altri 37 minori nelle progettualità dell'Ente facilitando l'accesso ai controlli
medici di base, alle attività di sostegno scolastico e supporto quotidiano, e qualificazione degli
interventi educativi e di supporto già implementati.
AZIONI - Attvità
RISORSE TECNICHE STRUMENTALI
AZIONE 1 – Inserimento ed
accoglienza nelle strutture dell’Ente
1 pulmino per le attività di ricerca e presa in
1.1 Presa in carico e gestione delle
carico di nuove utenze;
richieste di sostegno
n.q Materiale di cancelleria (penne, matite, carta)
usato per le pratiche di accoglienza
1 Ufficio attrezzato composto da 2 stanze, 4
computer, connessione Internet ADSL e 4
1.2 Pianificazione degli interventi
stampanti, Telefoni, ecc.
n.q Materiale di cancelleria (penne, matite, carta)
1 stanza attrezzata per l’accoglienza di nuove
utenze (armadi, letti, mobiletti, mensole ecc.)
1.3 Interventi d’inserimento e
Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti
d’accoglienza nelle strutture dell’ente
monouso, spugnette, detergenti per la casa e
l’igiene personale).
AZIONE 2 - Interventi a sostegno dei
minori provenienti dalle famiglie
povere della baraccopoli
2.1. Monitoraggio dei minori e delle
relative famiglie nella baraccopoli
2 pulmini per le attività di monitoraggio della
situazioni dei minori nel contesto della
113
2.2 Programmazione ed organizzazione
degli interventi
2.3. Attività assistenziali
2.4. Attività di doposcuola e sostegno
psico-sociale
2.5. Attività di sensibilizzazione ed
accompagnamento a donne e minori
vittime di violenza domestica
baraccopoli;
1 Ufficio attrezzato composto da 2 stanze, 4
computer, connessione Internet ADSL e 4
stampanti, Telefoni, ecc.
1 pulmino utilizzato per le attività assistenziali di
accompagnamento;
Generi alimentari, vestiario, medicine, pannoloni,
ecc.;
Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti
monouso, spugnette, carta igienica, saponi
monodose, dentifricio ecc.).
1 pulmino per gli spostamenti dalle strutture di
accoglienza alle sedi per il sostegno scolastico;
1 Ufficio attrezzato da 2 stanze;
Materiale didattico per il sostegno scolastico (cd
con corsi per l’apprendimento, quaderni, penne,
matite ecc.)
1 salone attrezzato con 2 sale per riunioni (10
sedie, 2 tavoli, ecc.) accompagnamento di utenti
vittime di violenza domestica
AZIONE 3 – Realizzazione ed
implementazione di attività ludicoricreative e di socializzazione
3.1. Pianificazione delle attività ricreative
e di socializzazione
3.2. Realizzazione di attività sportive e
ludiche-ricreative
1 pulmino utile alle attività di mobilità sul
territorio
1 Ufficio attrezzato, con 2 stanze, 4 computer,
connessione Internet e 4 stampanti, connessione
Adsl, telefoni, ecc;
n.q materiale di cancelleria (cartelline, fogli,
foderine, graffette ecc.)
1 Pulmino utilizzato per l’accompagnamento
presso degli utenti accolti;
Materiale Ludico ricreativo (6 giochi in scatola, 4
palloni, 6 biciclette, attrezzature varie, 2 TV, 2
lettori DVD, 1 Playstation, ecc.);
AZIONE 4 – Interventi a supporto
dell’attività dei Servizi Sociali nella
città di Batumi
4.1 Gestione delle richieste di supporto
4.2 Programmazione degli interventi
4.3 Attività assistenziali
1 pulmino utile alle attività di mobilità sul
territorio di valutazione delle richieste di supporto;
1 Ufficio attrezzato, con 2 stanze, 4 computer,
connessione Internet e 4 stampanti, connessione
Adsl, telefoni, ecc;
n.q materiale di cancelleria (cartelline, fogli,
foderine, graffette ecc.)
1 Ufficio attrezzato con 2 stanze e 2 postazioni
PC;
n.q materiale di cancelleria (faldoni porta
documenti, foderine, graffette ecc.)
Beni di prima necessità (derrate alimentari) e
vestiario;
Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti
monouso, spugnette, carta monouso, detergenti
per igiene personale).
AZIONE 5 – Verifica degli interventi
5.1. Valutazione degli obiettivi raggiunti
5.2. Riprogettazione degli interventi
compiuti
1 Ufficio attrezzato, con 2 stanze, 4 computer,
connessione Internet e 4 stampanti, connessione
Adsl, telefoni, ecc;
n.q materiale di cancelleria (penne, cartelloni,
pennarelli ecc.) usato per la riprogettazione
114
ROMANIA
a. Bucarest
OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 1
Incrementare e qualificare gli interventi di assistenza rivolti ai 150 adulti destinatari
dell’accoglienza nella struttura dell’ente e delle attività esterne in collaborazione con altre
associazioni e implementazione di attività di prevenzione e animazione sociale per 100 minori
AZIONI-Attività
RISORSE TECNICHE STRUMENTALI
AZIONE 1- Inserimento di nuove accoglienze
nella struttura
1.1. Raccolta delle richieste di accoglienza
1 Ufficio attrezzato, con 2 stanze, 4
computer, connessione Internet e 4
1.2. Valutazione e accettazione richieste
stampanti, connessione Adsl, telefoni,
ecc;
n.q materiale di cancelleria (penne,
cartelloni, pennarelli ecc.) usato per la
raccolta e preparazione della modulistica
delle richieste di accoglienza
1.3. Inserimento nella struttura dell’ente
1 pulmino per l’accompagnamento delle
nuove utenze presso le sedi di
accoglienza
AZIONE 2-Implementazione e incremento delle
attività di assistenza
2.1. Pianificazione e programmazione delle attività
1 salone attrezzato con 15 sedie e 3
tavoli per le attività di programmazione;
n.q materiale di cancelleria (penne,
cartelloni, pennarelli ecc.)
2.2. Attività assistenziali e di sviluppo delle
Materiale medici e ausili sanitari;
Vestiario e prodotti per l’igiene
autonomie di accolti
(spazzolino, sapone, bagno schiuma,
carta igienica ecc.);
1 pulmino per le attività di
accompagnamento presso le strutture
sanitarie;
2.3. Attività occupazionali in collaborazione con
Materiale di riciclo (lattine, stoffe, carta
“Fabrica de mozaic”
ecc.);
Materiale di cancelleria funzionale
all’assemblaggio
2.4. Realizzazione del servizio di strada con i Frati
1 pulmino per le attività di servizio di
Missionari della Carità
strada;
2.5. Attività assistenziali in collaborazione col centro Materiale medici e ausili sanitari;
Vestiario e prodotti per l’igiene
diurno dei Frati Missionari della Carità
(spazzolino, sapone, bagno schiuma,
carta igienica ecc.);
beni di prima necessità (derrate
alimentari).
AZIONE 3- Implementazione di attività di
animazione sociale e prevenzione rivolte a
minori
1 salone attrezzato con 10 sedie e 2
tavoli per le riunioni di equipe atte alla
3.1. Pianificazione e programmazione delle attività
pianificazione delle attività;
3.2. Realizzazione delle attività in collaborazione con Materiale per laboratori manuali
l’Associazione Don Orione
(cartapesta, filo, perline ecc.)
Materiale sportivo (12 ostacoli, corde,
6palloni, 24 divise ecc.);
1 pulmino usato per gli accompagnamenti
presso le sedi di svolgimento delle attività
3.3 Realizzazione di campi estivi rivolti a minori
Materiale per l’organizzazione attività
aggregative (festoni, palloncini, trombette
ecc.)
1 struttura attrezzata per l’accoglienza di
gruppi stagionali (sale riunioni, cucine
attrezzate, camere arredate ecc.)
1 pulmino gli spostamenti durante le
attività ricreative stagionali.
115
AZIONE 4- Valutazione delle attività di
assistenza e di prevenzione
4.1. Valutazione dei risultati attesi
4.2. Revisione delle attività programmate e
riprogettazione
1 Ufficio attrezzato, con 2 stanze, 4
computer, connessione Internet e 4
stampanti;
materiale di cancelleria (penne, matite,
risme di carta, cartelline ecc.)
b. Timisoara
OBIETTIVO SPECIFICO TERRITORIALE 2
Implementazione di 50 nuovi programmi di protezione per altrettanti minori vittime di tratta
individuati da Generatie Tanara e qualificazione delle attività di prevenzione per 60 minori a
rischio appartenenti ai territori di Recas, Calacea e Carani.
MESI
RISORSE TECNICHE STRUMENTALI
AZIONI-Attività
AZIONE 1-Programmazione degli interventi
1.1. Approfondimento dei fenomeni della tratta
2 Uffici attrezzati di 2 stanze con 4
computer, connessione Internet e 4
stampanti;
1.2. Verifica dello stato dell’arte dei programmi e
Materiale di cancelleria per l’allestimento
delle attività promosse dall’ente
dell’ufficio (fogli, cartelline, foderine, penne,
1.3. Pianificazione e programmazione delle
matite, gomme, evidenziatori ecc.);
attività
2 pulmini per gli spostamenti degli operatori
volti all’approfondimento del fenomeno della
tratta.
AZIONE 2- Inserimento delle vittime di
tratta nel programma di protezione di
Generatie Tanara
2.1. Realizzazione di colloqui con le istituzioni
2 stanze attrezzate con sedie e tavoli per i
locali e con la polizia
colloqui con le istituzioni
Materiale di cancelleria utile durante i
2.2. Valutazione e accettazione richieste
colloqui (fogli, cartelline, foderine, penne,
matite, gomme, evidenziatori ecc.);
2.3. Inserimento nel programma di protezione e
1 pulmino per gli spostamenti effettuati per
aggiornamento dei beneficiari a carico del
l’inserimento delle nuove utenze;
programma
1 ufficio attrezzato con 4 computer,
connessione internet, 4 stampanti per
l’aggiornamento dei beneficiari.
AZIONE 3-Implementazione del programma
di protezione delle vittime
3.1. Attività assistenziali
Medicine e bene alimentari;
Materiale di facile consumo igienico (carta
igienica, sapone, ecc.);
2 pulmino per la distribuzione dei bene;
3.2. Attività ludico-ricreative e culturali
2 saloni per le attività aggregative con
videoproiettore;
materiale per l’allestimento degli spazi
(festoni, cartelloni, lavagne ecc.)
3.3. Attività espressive e creative
Materiale per le attività laboratoriali di arte
terapia (creta, cartapesta, perline,
scatolame di riciclo ecc.)
3.4. Attività di inserimento e supporto scolastico
Materiale didattico (quaderni, libri, penne
ecc.);
Giochi didatti per l’apprendimento, CD e
DVD formativi;
AZIONE 4-Implementazione del programma
di prevenzione dei minori
4.1. Attività assistenziali
Medicine e bene alimentari;
Materiale di facile consumo igienico (carta
igienica, dentifricio, spazzolini, ciabatte,
sapone, ecc.);
4.2. Attività di tutoraggio scolastico
Materiale didattico per il tutoraggio
scolastico (cd con corsi per
116
l’apprendimento, quaderni, penne, matite
ecc.)
2 saloni per le attività aggregative con
videoproiettore;
materiale per l’allestimento degli spazi
(festoni, cartelloni, lavagne ecc.)
Materiale per le attività laboratoriali di arte
terapia (creta, cartapesta, perline,
scatolame di riciclo ecc.)
4.3. Attività ludico-ricreative e culturali
4.4 Attività espressive e creative
AZIONE 5- Valutazione dei programmi di
protezione e di prevenzione
5.1. Valutazione dei risultati attesi
5.2. Revisione delle attività programmate e
riprogettazione
2 Uffici attrezzati di 2 stanze con 4
computer, connessione Internet e 4
stampanti;
Materiale di cancelleria per la stesura di
report di valutazione (fogli, cartelline,
foderine, penne, matite, gomme,
evidenziatori ecc.);
RUSSIA
a. Elista
OBIETTIVO SPECIFICO 1:
Rafforzare e qualificare gli interventi di integrazione e di sviluppo delle autonomie per le 8
persone con disabilità accolte dall’ente e per le 23 persone sostenute dai progetti dell’Ente ad
Elista
MESI
RISORSE TECNICHE STRUMENTALI
AZIONI -Attività
AZIONE 1 - Inserimento nella struttura e nel
centro diurno
1.1 Monitoraggio e mappatura dei disabili presenti
sul territorio e raccolta richieste di inserimento .
1.2 Valutazione e gestione delle richieste
d’inserimento
1.3 Inserimento
AZIONE 2
riabilitativi
-
Interventi
2.1 Programmazione
attività
ed
socio-educativi
organizzazione
e
delle
2.2 Laboratori manuali
2.3 Attività di sviluppo delle autonomie
2.4 Attività ludico ricreative e di socializzazione
1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2
computer, connessione Internet Adsl, 2
stampanti, telefoni, fax, ecc.;
Materiale vario di cancelleria (faldoni
portadocumenti,
penne,
matite,
pennarelli, cartelline, quaderni, ecc.);
1 Pulmino per le attività di monitoraggio.
Struttura idonea all’accoglienza diurna di
soggetti
disabili
(salone,
materiali
medici, ausili per disabili, ecc.);
Materiale di facile consumo per l’igiene
(guanti monouso, spugnette, detergenti
per igiene personale).
1 ufficio attrezzato, con
computer, stampanti;
2 stanze, 2
1 salone adatto allo svolgimento delle
attività laboratoriali (sedie 15, tavoli 3
ecc.);
Materiale di cancelleria e da riciclo;
Materiale per lavorazione lana cotta
(lana, aghi, colla a caldo, spago,
coloranti, forbici, ecc.);
Materiale per realizzazione braccialetti
(perline, filo, bustine ecc.);
Materiale per lavorazione delle candele
(cera, stampi, fiocchi decorativi ecc.)
Materiale di facile consumo per l’igiene
(guanti monouso, spugnette, carta
igienica,
detergenti
per
igiene
personale);
Medicine sanitario (medicine per terapie,
ecc.)
1 pulmino per le attività socializzanti
esterne alla struttura;
Materiale didattico per corso lingua
117
Italiana (libri, dizionari, quaderni ecc.);
Materiale per laboratorio di musica
terapia: Jambè, xilofono, chitarra, flauto;
Materiale per l’allestimento di aventi di
festeggiamento (addobbi vari, festoni,
cappellini, ecc.)
Materiale per attività ludiche e sportive
(6 palloni, 18 magliette, giochi in
scatola, attrezzature varie, ping pong
ecc.);
1 pulmino per le attività di
accompagnamento degli utenti;
1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2
computer, stampanti;
materiale di cancelleria per le pratiche di
archiviazione (cartelline, buste, faldoni
portadocumenti ecc.)
2.5 Attività sportive
2.6 Verifica delle attività
AZIONE 3 – Realizzazione di attività di
sensibilizzazione e formazione sul territorio di
Elista
3.1 Programmazione ed organizzazione
attività di formazione e sensibilizzazione
3.2
delle
Promozione delle attività di formazione
3.3 Realizzazione delle attività di formazione e
sensibilizzazione
3.4 Verifica delle attività e riprogettazione
1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2
computer, stampanti;
n.q Materiale di cancelleria per la
realizzazione del materiale promozionale
(software con programmi di grafica,
cartoncini, carta lucida, ecc.);
1 pulmino per l’azioni di distribuzione del
materiale promozionale prodotto.
1 salone attrezzato con 20 sedie, 2 tavoli
e videoproiettore per le attività
formative;
materiale didattico e di cancelleria
(cartelline, cancellini, evidenziatori,
penne, fogli ecc.).
1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2
computer, stampanti;
OBIETTIVO SPECIFICO 2:
Potenziare e qualificare le attività di sostegno e l’accoglienza a favore delle 66 persone in
condizioni di vulnerabilità accolte nelle strutture ed inserite nei progetti di sostegno presenti
sul territorio di Astrakhan.
MESI
AZIONI -Attività
AZIONE 1 - Identificazione di persone in
condizione
di
vulnerabilità
presenti
sul
territorio
1.1 Monitoraggio della situazione in contesti di
1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2
rischio
computer, stampanti;
n.q Materiale di cancelleria per la
1.2 Mappatura delle persone povere e individuazione
realizzazione delle attività di mappatura
di gruppi vulnerabili e di condizioni di rischio.
e monitoraggio dei contesti (carta,
penne, matite, gomme, colle, ecc.)
AZIONE 2 - Interventi socio-educativi e
riabilitativi
2.1 Programmazione ed organizzazione delle attività
2.2 Attività educative
2.3 Attività di sostegno sanitario
1 salone attrezzato con 10 sedie e 2
tavoli per le attività di programmazione
in equipe
Materiale didattico per le attività di
doposcuola (libri, giochi didattici,
schede formative ecc.)
Materiale di cancelleria per la scuola
(quaderni, penne, matite ecc.)
Materiale di facile consumo per l’igiene
(guanti monouso, spugnette,
detergenti per igiene personale);
Medicine per le utenze che necessitano
di cure terapiche;
1 pulmino per gli spostamenti di
accompagnamento presso le strutture
ospedaliere di riferimento.
118
2.4 Laboratorio di formazione e acquisizione delle
autonomie
2.5 Verifica delle attività
AZIONE 3 - Attività di intervento sociale
3.1 Programmazione e calendarizzazione delle
attività
3.2 Attività di “Unità di strada”
3.3 Attività di accompagnamento socio-sanitario
particolare.
AZIONE 4 – Gestione/organizzazione Adozioni
a distanza
4.1 Programmazione ed organizzazione delle attività
4.2 Mappatura delle famiglie da inserire nel progetto
e raccolta delle domande .
4.3 Valutazione/ gestione delle richieste
d’inserimento e inserimento
4.4 Attività di sostegno delle famiglie inserite a
progetto
4.5Monitoraggio e valutazione della situazione
personale delle famiglie
n.q Materiale di cancelleria per attività
di formazione (libri didattici, libri,
dispense formative, ecc.)
Materiale di facile consumo (guanti
monouso, spugnette, detergenti per
l’ambiente casalingo, strumenti per la
pulizia);
1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2
computer, stampanti;
n.q Materiale di cancelleria per la
verifica delle attività (penne, matite ,
cartelline ecc.)
1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2
computer, stampanti;
n.q Materiale di cancelleria per la
verifica delle attività (penne, matite,
fogli ecc.)
1 pulmino per le attività di unità di
strada;
1 pulmino per l’accompagnamento
degli utenti presso le strutture
ospedaliere di cura.
1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2
computer, stampanti;
n.q Materiale di cancelleria per la
verifica delle attività;
1 pulmino per le attività di
programmazione e mappatura (carta,
cartelline, faldoni portadocumenti ecc.)
1 pulmino per le attività d’inserimento;
1 spazio attrezzato per l’accoglienza di
nuove utenze (letti, mobiletti, armadi
ecc.)
n.q Materiale di cancelleria per
l’aggiornamento delle schede
d’accoglienza (penne, pennarelli,
Faldoni portadocumenti ecc.)
Materiale di facile consumo(guanti
monouso,
spugnette,
dentifricio,
saponi, carta igienica, detergenti per
igiene personale);
beni di prima necessita (derrate
alimentari) e vestiario.
1 ufficio attrezzato, con 2 stanze, 2
computer, stampanti;
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
34) Eventuali crediti formativi riconosciuti:
NO
35) Eventuali tirocini riconosciuti:
NO
119
36) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del
servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:
Il progetto “CASCHI BIANCHI CORPO CIVILE DI PACE 2015 - EURASIA” rende possibile
l'acquisizione delle seguenti competenze, riferibili e contenute nel Repertorio delle
Qualifiche previsto dal “Sistema Regionale di formalizzazione e certificazione delle
competenze”, ai sensi della Delibera della Giunta Regionale Emilia Romagna del
19/04/2006 n.530
Le competenze indicate di seguito rappresentano due delle quattro Unità di Competenza
che compongono la qualifica relativa alla figura professionale dell’Animatore Sociale,
figura inscritta nel area professionale ”Erogazione servizi socio-sanitari” prevista dal
citato sistema.
UNITÀ DI
COMPETENZA
CAPACITÀ
(ESSERE IN GRADO DI)
Stimolare capacità di
socializzazione ed
emancipazione per
ostacolare l'isolamento
socio-affettivo
Tradurre bisogni, manifesti e
non, di singoli e gruppi, in
2. Animazione azioni di scambio e confronto
sociale
reciproco
Individuare ed incoraggiare
occasioni di incontro ed
integrazione sociale
Riscontrare il livello di
partecipazione e
coinvolgimento dei fruitori
individuando ulteriori ambiti
di intervento
Interpretare dinamiche
comportamentali e criticità
latenti dell'utente con
approccio empatico e
maieutico
Trasmettere modelli
comportamentali positivi per
contrastare fenomeni di
3. Animazione devianza e disadattamento
educativa
Innescare processi di
conoscenza e di
consapevolezza del sé e di
riconoscimento dei propri
bisogni e motivazioni
Stimolare dinamiche di
crescita personale attraverso
riflessioni ed elaborazione di
atteggiamenti e
comportamenti
CONOSCENZE
(CONOSCERE)
 Caratteristiche evolutive e dinamiche di
cambiamento di individui e gruppi.
 Strumenti e tecniche di analisi e rilevazione
dei bisogni: colloqui individuali e di gruppo,
interviste, questionari.
 Il rapporto individuo-società: processi di
marginalizzazione e devianza.
 Caratteristiche psicopedagogiche dei diversi
modelli familiari.
 Strumenti e tecniche di analisi e verifica degli
interventi: test, schede di analisi, report, ecc.
 Metodologie della ricerca sociale: analisi
territoriale, analisi dei dati, la ricerca di
intervento, ecc.
 Tecniche di comunicazione e relazione con
l'utente.
 Principali riferimenti legislativi e normativi in
materia
di
assistenziali.
servizi
socio-sanitari
ed
 Organizzazione dei servizi socio-assistenziali
e delle reti informali di cura.
 Tecniche di animazione: teatrale, espressiva,
musicale, motoria, ludica.
 Tipologie di laboratorio manuale: disegno,
pittura, lavori a maglia, cartapesta, creta,
ecc.
 Principali tecniche di analisi della personalità
e della relazione d'aiuto.
 Principi comuni e aspetti applicativi della
legislazione vigente in materia di sicurezza.
 La sicurezza sul lavoro: regole e modalità di
comportamento (generali e specifiche).
L’acquisizione delle seguenti competenze verrà certificata e riconosciuta, su richiesta
dell’ interessato, dall’ente OSFIN - F.P. OPERA SAN FILIPPO NERI - FORMAZIONE
PROFESSIONALE, ente accreditato dalla Regione Emilia Romagna (cod. organismo 742),
ai sensi della delibera della Giunta Regionale n. 177/2003 e integrata successivamente
con le delibere n. 266/2005 e 645/2011 tramite il rilascio di apposito “Certificato di
competenze“
CFR ALLEGATI
120
Formazione generale dei volontari
37) Sede di realizzazione:
La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei
progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione di
tipo residenziale.
Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi:
a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013
Mercatino Conca (PU)
b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Rimini (RN)
c)
Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN)
d) Hotel Royal Sands, V.le Carducci, 30, Cattolica
e) Casa per gruppi San Michele, via Strada La Ciarulla, 124, Borgo Maggiore
(RSM)
38) Modalità di attuazione:
La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in quanto
l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima classe nell’albo
nazionale.
39) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:
SI
ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII
40) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
La metodologia di realizzazione della formazione generale rispetta le indicazioni
contenute nel decreto N. 160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e
del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in
servizio civile nazionale”.
La metodologia alterna lezioni frontali (almeno per il 40% del monte ore
complessivo) a dinamiche non formali (almeno per il 60% del monte ore
complessivo) che comprendono: training, teatro dell’oppresso (Tdo), simulazione, roleplay, brainstorming, lavori di gruppo, cineforum, confronti in plenaria, visite di realtà
presenti sul territorio.
Lezioni frontali e dinamiche non formali si completano a vicenda, al fine di valorizzare
l’esperienza e l’opinione di ciascun volontario, in un rapporto educativo che tenda ad
essere più maieutico che trasmissivo. Anche i moduli più teorici e frontali cercheranno
comunque di favorire la riflessione e il dibattito sulle tematiche affrontate,
responsabilizzando i volontari all’interno del processo formativo.
La metodologia scelta, dunque, è attiva e partecipativa, in quanto si parte dalla
consapevolezza che su alcune tematiche trattate nella formazione generale- quali per
esempio il concetto di gruppo e la sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva, la
gestione dei conflitti- tutti possediamo delle pre-conoscenze, convincimenti e opinioni.
E’ quindi importante che i momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al
confronto e allo scambio di questo bagaglio formativo pre-esistente, al fine di
permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni.
La formazione generale si effettua in modo residenziale favorendo la creazione di un
ambiente eterogeneo, pedagogicamente adeguato all’apprendimento e alla condivisione
di contenuti utili a comprendere, rielaborare e contestualizzare l’esperienza di Servizio
121
Civile, e funzionale al confronto e all'arricchimento reciproco.
La dimensione di gruppo sperimentata attraverso la residenzialità è essa stessa
esperienza formativa informale, che favorisce lo sviluppo di competenze sociali e
trasversali quali il rispetto dell’altro, la collaborazione, la gestione dei conflitti, la tutela
del bene comune.
Durante la formazione sarà garantita la presenza di un tutor d’aula con gli specifici
compiti di gestire il gruppo, facilitare le relazioni interpersonali, valutare l’efficienza e
l’efficacia dei moduli, gestire eventuali situazioni conflittuali all’interno del gruppo.
Oltre al tutor sarà presente la figura del formatore, con il compito di progettare,
coordinare, supervisionare il percorso formativo.
41) Contenuti della formazione:
Il percorso formativo proposto si compone dei contenuti previsti dal decreto N. 160/2013 del
19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per
la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale” e quindi dal sistema di
formazione accreditato da questo ente. Con il percorso formativo proposto l’ente vuole
permettere ai volontari di acquisire competenze utili allo svolgimento delle attività previste
dal progetto, ma anche una maggiore consapevolezza del proprio ruolo di cittadini attivi,
attuatori del sacro dovere di difesa della patria sancito dall’art.52 della Costituzione italiana,
con mezzi ed attività non militari e nonviolenti. Durante il percorso formativo verranno
trattati il tema della Difesa della Patria e della cittadinanza attiva, in quanto il servizio civile,
oltre ad essere difesa della Patria con modalità nonviolenta, è anche un percorso di
formazione civica. Per questo ai volontari verranno offerti gli strumenti per potenziare la
consapevolezza del proprio ruolo all’interno della società. Questi temi hanno particolare
risalto nella formazione proprio perché l’intervento nonviolento nelle situazioni di conflitto è
un aspetto specifico del progetto caschi bianchi.
Come previsto dal sistema di formazione accreditato, si prevede l’erogazione di tutta la
formazione entro il 6° mese, erogando circa l’80% delle ore all’avvio del servizio e il restante
20% tra 5° e 6° mese. Si è preferito questa soluzione a quella indicata nelle linee guida
(ovvero di riprendere tra 7° e 9° mese alcune tematiche) perché si ritiene che un rientro in
Italia a metà percorso sia importante per i caschi bianchi, per accompagnare la ripresa di
alcuni temi di formazione generale con la valutazione e la riprogettazione in itinere previste
dalla formazione specifica intermedia (cfr. formazione specifica).
I contenuti della formazione saranno trattati attraverso una sequenza logica che rispetta il
criterio delle aree tematiche suggerito dalle linee guida.
1. “Valori e identità del servizio civile”
I moduli appartenenti a quest’area vengono realizzati all’inizio dell’esperienza di servizio
civile, in quanto approfondiscono gli aspetti valoriali su cui si basa il SCN. Forniscono quindi
fin da subito ai volontari una chiave di lettura con cui leggere la propria esperienza.
L’identità del gruppo in formazione e patto formativo
1.1




Conoscenza fra i volontari
Costruire un’identità di gruppo
Condivisione di motivazioni e aspettative
Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile e in particolare dei
Caschi Bianchi
Il formatore lavorerà con i volontari alla definizione di un’identità di gruppo dei volontari,
che esprimeranno le proprie idee sul servizio civile, le proprie aspettative, le motivazioni
e gli obiettivi. Partendo dal concetto di patria, di difesa senza armi e di difesa
nonviolenta, il formatore cercherà di accompagnare i volontari nell’acquisizione della
consapevolezza che questo è il contesto che legittima lo Stato a sviluppare l’esperienza di
Servizio Civile.
Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione
storica, affinità e differenze tra le due realtà
1.2
La storia del servizio civile e la sua evoluzione:
o
La storia dell’Obiezione di Coscienza
122
Dalla legge 772/72 alla legge 230/98
I valori e le finalità della legge 64/2001
Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e
differenze
 Gli attori del servizio civile: UNSC, Enti, Volontari
Il formatore metterà in evidenza il legame storico e culturale del servizio civile nazionale
con l’obiezione di coscienza, ripercorrendo la storia del fenomeno in Italia a partire dalla
legge n. 772/72, passando per la legge di riforma n. 230/98, fino ad arrivare alla sua
attuale configurazione così come delineata dal legislatore del 2001, ovvero di difesa civile
della Patria con mezzi ed attività non militari, dimensione che lo caratterizza e differenzia
da altre forme di intervento ed impegno sociale. Si darà un particolare rilievo alle
sentenze della corte costituzionale, agli atti di disobbedienza degli obiettori durante il
conflitto nell’ex-jugoslavia, all’istituzione del Comitato DCNAN, alla recente
sperimentazione sui corpi civili di pace, in quanto la difesa nonviolenta è aspetto centrale
nel modello di intervento dei Caschi Bianchi.
o
o
o
Il dovere di difesa della patria – difesa civile non armata e nonviolenta
-
La Costituzione italiana:
o Art. 52 della costituzione
o Sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05
Concetto di difesa della Patria:
o Excursus storico sul concetto di patria, fino ad approfondire l’idea di patria
nella società post-moderna;
o Significato attuale di difesa della patria a partire dalla Costituzione e dalla
Dichiarazione dei diritti umani
Excursus storico sulle esperienze di difesa nonviolenta e forme attuali di difesa
civile non armata e nonviolenta
Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili
Difesa civile non armata e nonviolenta e SCN
1.3
-
Si approfondirà il concetto di Patria e di difesa civile della Patria attraverso mezzi ed
attività alternativi a quelli militari a partire dai principi costituzionali della solidarietà (art.
2 Cost.), dell’uguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.), del progresso materiale o spirituale
della società (art. 4 Cost.), della promozione dello sviluppo della cultura, della tutela del
paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della nazione (art. 9 Cost.) e della pace
tra i popoli (art. 11 Cost.).
Si presenteranno inoltre le attuali forme di realizzazione della difesa nonviolenta sul
piano istituzionale, di movimento e della società civile. Si potranno approfondire le
tematiche relative alla “gestione e trasformazione nonviolenta dei conflitti”, alla
prevenzione della guerra e ai concetti di “peacekeeping” e “peacebuilding”.
Nell'affrontare i temi suddetti, l'utilizzo di una modalità frontale è finalizzata a
trasmettere i fondamenti dei temi in oggetto e sarà poi alternata a una metodologia
euristica- tramite brainstorming, lavori di gruppo, discussione in plenaria- in modo da
approfondire le conoscenze pregresse dei volontari rispetto a temi trattati, soprattutto i
concetti di patria e difesa che rischiano oggi di essere svuotati di significato e il cui
campo semantico è influenzato dai recenti mutamenti socio-culturali.
Questa modalità permette di condividere saperi, ma anche di decostruire stereotipi e
preconcetti, ri-attribuendo valore e significato a questi temi alla luce dell’esperienza di
servizio civile.
Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra 5° e 6° mese di servizio e
riletto alla luce dei primi mesi di esperienza dei volontari all’estero.
La normativa vigente e la carta di impegno etico
1.4


La carta di impegno etico
Le norme attuali
Il formatore illustrerà gli obiettivi e i valori dell’esperienza di servizio civile espressi nella
“Carta di impegno etico”. Verranno illustrate le norme legislative che regolano il
sistema del servizio civile, nonché quelle di applicazione riguardanti l’ordinamento e le
attività del servizio civile nazionale. In particolare si evidenzierà l’importanza della
sottoscrizione della Carta di Impegno Etico da parte del legale rappresentante
dell’Ente, che rappresenta l’impegno a rispettare i valori fondanti del scn.
123
2. “La cittadinanza attiva”
L’esperienza di SCN è esperienza civica, finalizzata alla tutela del bene comune, alla
riscoperta della dimensione comunitaria, nonché delle responsabilità civiche di ciascuno.
La formazione civica
 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
2.1
 Carta costituzionale
 Gli organi costituzionali italiani (funzione, ruolo, rapporti)
La formazione civica consiste nell’approfondimento della conoscenza della Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani e della Carta costituzionale, che contengono i principi e le
norme che sono alla base della civile convivenza e quadro di riferimento per i volontari
quali cittadini attivi. Saranno analizzati funzione e ruolo degli organi costituzionali, in
particolare l’iter legislativo.
Questo modulo formativo aiuterà i volontari ad accrescere le competenze civiche e sociali
indispensabili per vivere come cittadini attivi, parte integrante di un corpo sociale e
istituzionale in continua crescita e trasformazione.
Le forme di cittadinanza

Concetto di cittadinanza attiva
o
condivisione di conoscenze ed esperienze;
o
Concetto di cittadinanza planetaria
Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al sottosviluppo
Ruolo del volontario in servizio civile nella società
Visita a realtà locali che rappresentano forme di cittadinanza attiva
2.2



Il formatore illustrerà ai volontari le forme di partecipazione, individuali e collettive, che
ogni cittadino può attuare in un’ottica di cittadinanza attiva.
Saranno proposte ai volontari esperienze pregresse di cittadinanza attiva e saranno
forniti
gli
strumenti
utili
alla
loro
stessa
attivazione.
Si cercherà di offrire ai volontari una visione più ampia della società e delle possibili
risposte di fronte a problematiche quali povertà, esclusione sociale e sottosviluppo. Si
allargherà inoltre la riflessione al più ampio concetto di cittadinanza planetaria, cercando
di favorire un approccio “glocale” alle problematiche sociali: è necessario agire a livello
locale in modo adeguato per rispondere ai bisogni della comunità, ma con uno sguardo
che si allarga a livello mondiale, consapevoli della complessità che caratterizza la società
globalizzata.
Questo modulo sarà ripreso tra il 5° e 6° mese per essere riletto alla luce dei mesi di
servizio precedenti attraverso un approccio riflessivo e per mettere in evidenza come il
servizio civile sia un’esperienza di cittadinanza.
La protezione civile
2.3




Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile
Concetto di rischio: P x V x E
Il metodo Augustus
Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni
Collegato al tema della difesa della Patria, in quanto risponde all’articolo 52 della
Costituzione (tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente
dai danni o pericoli legati a calamità naturali), il modulo sulla protezione civile partirà
dall’importanza della tutela e della valorizzazione dell’ambiente e del territorio,
considerati come il substrato necessario delle attività umane. Si mostrerà l’azione della
protezione civile attraverso la previsione e prevenzione dei rischi, l’intervento in
emergenza e la ricostruzione post emergenza. Si sottolineerà il rapporto tra prevenzione
e tutela, ambiente e legalità, ricostruzione e legalità. Infine, si illustreranno le norme di
comportamento da seguire nella gestione delle emergenze.
La rappresentanza dei volontari nel servizio civile
2.4

Elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in servizio
civile: valore e funzionamento
 Consulta Nazionale per il Servizio civile
Ai volontari in servizio civile verrà presentata la possibilità di partecipare e di candidarsi
alle elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in servizio civile come
124
una delle forme di partecipazione e cittadinanza attiva presentate nei moduli precedenti.
Verranno illustrati funzionamento ed importanza della rappresentanza dei volontari
attraverso l’intervento di ex volontari, rappresentanti in carica o di delegati regionali.
3 “Il giovane volontario nel sistema del servizio civile”
I seguenti moduli saranno affrontati nei primi mesi del servizio civile. Essi infatti presentano
i vari soggetti – enti, UNSC, OLP, RLEA - che compongono il sistema del servizio civile, le
relazioni stesse tra questi soggetti e la disciplina che regola queste relazioni.
Presentazione dell’Ente



3.1
-
Approfondimenti rispetto alla storia, i valori, la mission dell’Ente;
Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi;
L’intervento sociale dell’ente
o
Modus operandi
o
Ambiti e tipologie d’intervento
o
Beneficiari
o
Il progetto Caschi Bianchi
I fondamenti: dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause:
o
La differenza tra condividere e prestare un servizio
o
Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società nuova
o
La società del gratuito
La presentazione dell’ente avviene attraverso la testimonianza di uno dei suoi
rappresentanti. Un membro dell’ente presenta l’associazione, soffermandosi sulla storia,
sulla mission e i valori, sulle modalità organizzative, affinché i volontari siano in grado di
comprenderne le modalità di intervento. Si cercheranno di toccare i diversi ambiti di
intervento, con particolare attenzione per quelli che coinvolgono l’intervento dei caschi
bianchi.
Infine, si approfondiranno i fondamenti alla base dell’ attività dell’Associazione, ovvero la
condivisione diretta con gli “ultimi”- con chi è emarginato e versa in situazioni di grave
disagio- e la rimozione delle cause che generano l’ingiustizia e i conflitti sociali.
Il lavoro per progetti

3.2
-
Metodologia della progettazione:
o
dal rilevamento del bisogno e della domanda, alla valutazione dei
risultati attesi;
o
Monitoraggio e valutazione di esito, efficacia ed efficienza del
progetto;
Valutazione della formazione;
L’obiettivo del modulo è di rendere partecipi i volontari del processo di progettazione,
presentandone le varie fasi dall’ideazione, al rilevamento del bisogno presente nel
territorio, alla formulazione di obiettivi e attività che rispondano a tale bisogno. Si
presenterà quindi ai volontari il progetto di servizio civile nel quale sono inseriti
illustrandone la struttura generale con particolare attenzione agli obiettivi e alle attività. I
volontari in servizio civile sono parte integrante del progetto e il loro buon
coinvolgimento è un elemento essenziale per la buona riuscita dello stesso e per la loro
crescita personale.
Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno gli
strumenti del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire l’andamento dei
progetti e per apportare eventuali migliorie in itinere.
Alla fine del corso formativo si effettua il monitoraggio della formazione attraverso i
moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e una verifica più
approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne
verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore efficacia della
proposta formativa.
L’organizzazione del servizio civile e delle sue figure
Il Sistema di servizio civile: UNSC, Enti di scn, Regioni e province autonome;
3.3 Figure che operano nel progetto: OLP, RLEA, altre figure professionali coinvolte
nei progetti;
Il modulo approfondisce “il sistema del servizio civile” in tutte le sue parti- gli enti di
125
SCN, l’UNSC, le Regioni e le Province autonome- e le relazioni tra le stesse: è
fondamentale infatti cogliere il contesto relazionale in cui si inserisce il servizio civile, che
coinvolge
appunto
soggetti
diversi.
Il raggiungimento degli obiettivi del progetto inoltre è riconducibile anche alle figure che
operano al suo interno, pertanto la conoscenze di queste figure, del loro ruolo e della loro
interazione è fondamentale.
Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale

Ruolo del volontario

Diritti e doveri del volontario in servizio civile
In tale modulo verrà presentato e illustrato ai volontari il “Prontuario concernente la
disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizi civile nazionale” (DPCM 4 febbraio
2009
e
successive
modifiche)
in
tutti
i
suoi
punti.
Nel corso del modulo il volontario acquisisce consapevolezza sulle proprie responsabilità,
in quanto la sua esperienza non è solo individuale, ma pubblica.
3.5 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
 La comunicazione e i suoi elementi costitutivi (contesto, emittente,
messaggio, canale, destinatario)
 Elementi di comunicazione nonviolenta
 La comunicazione nel gruppo
 Il conflitto come strumento di autoregolazione dei gruppi
 Gestione nonviolenta dei conflitti
In questo modulo formativo verrà affrontata una parte teorica rispetto alla formazione
del processo di comunicazione e verranno quindi illustrati i concetti basilari (contesto,
emittente, messaggio, canale, destinatario) per permettere ai volontari di comprendere
al meglio l’argomento trattato. Poiché il servizio si svolge in un contesto di gruppo, in
cooperazione con operatori ed altri volontari, i volontari verranno guidati nella
comprensione dell’importanza della comunicazione all’interno di un gruppo e di come si
possa lavorare in gruppo comunicando in maniera positiva ed efficace ai fini degli
obiettivi preposti. Spesso, infatti, il gruppo può diventare il luogo in cui si verificano i
conflitti e le incomprensioni proprio per un difetto di comunicazione tra i membri. Il
formatore accompagnerà i volontari nella comprensione delle dinamiche legate
all’insorgere dei conflitti, dell’interazione con altri soggetti e della loro risoluzione in modo
costruttivo. Aiuterà a considerare il conflitto come opportunità e risorsa, come strumento
per l’apprendimento e l’autoregolazione dei gruppi.
3.4
42) Durata:
Quando
Moduli formativi
L’identità del gruppo in formazione Settimana residenziale
e patto formativo
all’avvio del servizio
Presentazione dell’Ente
Settimana residenziale
all’avvio del servizio
Disciplina dei rapporti tra enti e
Settimana residenziale
volontari del servizio civile
all’avvio del servizio
nazionale (diritti e doveri)
Dall’Obiezione di Coscienza al
Settimana residenziale
Servizio Civile Nazionale:
all’avvio del servizio
evoluzione storica, affinità e
differenze tra le due realtà
Il dovere di difesa della patria –
Settimana residenziale
difesa civile non armata e
all’avvio del servizio
nonviolenta
Ripreso Tra 5° e 6° mese
Il lavoro per progetti
Settimana residenziale
all’avvio del servizio
L’organizzazione del servizio civile e Settimana residenziale
Ore
lezioni
frontali
40%
Ore dinamiche
non form.
60%
Totale
ore
0
4
4
3
1
4
2
0
2
1
2
3
3
4
7
1
2
3
1
1
2
126
le sue figure
all’avvio del servizio
La normativa vigente e la carta di
impegno etico
La formazione civica
Le forme di cittadinanza
La protezione civile
Settimana residenziale
all’avvio del servizio
Settimana residenziale
all’avvio del servizio
Settimana residenziale
all’avvio del servizio
Ripreso Tra 5° e 6° mese
Settimana residenziale
all’avvio del servizio
La rappresentanza dei volontari nel Settimana residenziale
servizio civile
all’avvio del servizio
Comunicazione interpersonale e
Tra 5° e 6°
gestione dei
conflitti
TOTALE ORE FORMAZIONE
GENERALE
2
0
2
2
1
3
0
6
6
1
1
2
2
0
2
0
4
4
18
26
44
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
43) Sede di realizzazione:
La formazione specifica in Italia è di tipo residenziale, di conseguenza la sede è scelta in
base
alla
disponibilità
di
fruizione
della
struttura
stessa.
Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi:
f)
Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013
Mercatino Conca (PU)
g) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Rimini (RN)
h) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN)
i)
Hotel Royal Sands, V.le Carducci, 30, Cattolica
j)
Casa per gruppi San Michele, via Strada La Ciarulla, 124, Borgo Maggiore
(RSM)
Per la formazione specifica in loco, invece le sedi individuate sono le seguenti:
CASA FAMIGLIA ROBERTO VITTORI
Via Khimshiashvili, 11
Georgia
TATAL NOSTRU
Via Alessandro Arubium – Bucarest, 2
Romania
GENERATIE TANARA SUCURSALA TIMISOARA
Via Molidului, n.8,
c.a.p. 300262 Timisoara
Romania
CASA FAMIGLIA GIOVANNI BATTISTA
Via Piatimorskaia, 58
Federazione Russa
CASA FAMIGLIA PADRE FRENADEMETZ
Via Volgograd, 83
Federazione Russa
127
CASA MADONNA DELLA TENEREZZA
Via Stiempovskaia 31
Volgograd
Federazione Russa
44) Modalità di attuazione:
In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente
45) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:
Nome e cognome
Luogo di
nascita
Data di
nascita
Codice fiscale
Cotignola (RA)
05/07/1963
CPLMNL63L45D121H
Campobasso
(CB)
15/02/1982
CFLNDR82B15B5198
Bra (CN)
09/04/1974
LPNNCL74D09B111P
Bologna (BO)
07/04/1954
PRILCU54D07A944U
MILANI LAURA
Thiene (VI)
15/05/1982
MLNLRA82E56L157V
PANERAI ALFREDO
Ivrea (TO)
17/08/1971
PNRLRD71M17E379J
FOSCOLI LUCIA
Sassocorvaro
(PU)
16/07/1988
FSCLCU88L56I459K
PERDONCINI DAMIANA
Bonavigo (VR)
17/06/1966
PRDDMN66H57A964B
RAMBALDI DAVIDE
Bologna (BO)
04/05/1959
RMBDVD59E04A944G
SCALETTARI LUCIANO
Venezia (VE)
20/03/1961
SCLLCN61C20L736N
Rimini (RN)
26/04/1948
SLDRRT48D26H294P
Milano
26/1/1962
ZNCLSN62A26F205F
SIMONCELLI LAILA
Pesaro (PU)
24/01/1968
SMNLLA68A64G479L
COFANO GIANPIERO
Fasano (BR)
22/10/1975
CFNGPR75R22D508Y
Ors.Borsa
Jud.Maramures
(ROMANIA)
Forli (FC)
02/09/1982
MRCVRC82P42Z129W
27/04/1978
GVNMRC78D27D704C
Volpiano (TO)
01/12/1949
MTSGPP49T01M122U
Crema (CR)
13/07/1961
SLNGNN61L13D142S
Forlì (FC)
19/11/1968
BLDMNL68S59D704V
CAPELLARI EMANUELA
COFELICE ANDREA
LAPENTA NICOLA
PIERI LUCA
SOLDATI ROBERTO
ZANCHETTIN ALESSANDRO
MARCUT VIORICA
GIOVANNETTI MARCO
GIUSEPPE AMATEIS
SALINA GIOVANNI
BALDASSARI MARINELLA
46) Competenze specifiche del/i formatore/i:
Cognome nome
CAPELLARI
EMANUELA
Competenze specifiche
Laureata in pedagogia, dal 1995 ad oggi ha
svolto diversi incarichi in qualità di pedagogista e
formatrice presso scuole medie, elementari e
superiori, centri di formazione professionale,
associazioni, comuni, Ausl. E’ operatrice di
Teatro dell’Oppresso dal 1997. Ha svolto
docenze nei centri di formazione sull’educazione
Modulo svolto
Il Teatro
dell’oppresso
128
COFELICE ANDREA
LAPENTA NICOLA
PIERI LUCA
MILANI LAURA
interculturale. Dal 2010 collabora con la “Casa
delle culture” di Ravenna come consulente e
formatrice dei mediatori culturali, oltre a
proporre interventi di teatro dell’oppresso al
Festival
delle
Culture
organizzato
dall’Associazione.
Laureato in Istituzioni e Politiche dei Diritti
Umani e della Pace presso l’Università di Padova.
Coordinatore di progetti per L’Università di
Padova, per il Centro interdipartimentale di
ricerca e servizi sui diritti della persona e dei
popoli . Esperienza pluriennale nella formazione
dei volontari in servizio civile per quanto
riguarda il modulo sui diritti umani.
Responsabile
del
servizio
civile,
con
esperienza pluriennale di intervento in aree
e situazioni di conflitto, formazione al
servizio civile di obiettori di coscienza,
volontari ed operatori, educazione alla pace.
Laureato in Scienze Politiche con indirizzo
politico sociale, collabora con l'Associazione
Comunità Papa Giovanni XXIII nell'ambito delle
attività formative per i giovani in servizio civile
volontario affrontando le tematiche relative alla
relazione d'aiuto, a partire dall’esperienza
personale, in quanto spastico dalla nascita. Da
35 anni membro dell'Associazione italiana
assistenza Spastici (AIAS) Bologna ONLUS.
Laureata in Lettere antiche e pedagogia, con una
tesi sperimentale “l’educazione alla pace
attraverso i conflitti”, con particolare attenzione
agli aspetti interculturali. Esperienza pluriennale
nella realizzazione di percorsi educativi sulla
“Gestione nonviolenta del conflitto” attraverso
metodologie interattive e tecniche di Teatro
dell’oppresso. Esperienze pluriennale nella
gestione del servizio civile all’estero, in
qualità di progettista, selettore, formatore,
tutor dei caschi bianchi. Possiede un ottima
conoscenza delle realtà progettuali dell’ente
all’estero.
I diritti umani
ConflittoApprofondimenti
La relazione
d’aiuto
Il casco bianco
Il teatro
dell’oppresso
Verifica
intermedia
Riprogettazione in
itinere
FAD:
Ruolo del
volontario nel
progetto specifico
Approccio
interculturale
La figura del
casco bianco nel
progetto specifico
PANERAI ALFREDO
FOSCOLI LUCIA
Laureato in filosofia a Milano, ha in seguito
conseguito la qualifica in "Tecnico esperto in
Mediazione sociale e penale" (Regione Toscana)
e il Dottorato in Scienze della Formazione presso
l’Università di Firenze. Da diversi anni lavora,
soprattutto presso scuole, in progetti di
formazione alla nonviolenza e alla comunicazione
efficace con corsi rivolti ad insegnanti, studenti e
genitori.
Lavora spesso anche come facilitatore dei
processi comunicativi di gruppo in diversi ambiti,
proponendo
un
approccio
maieutico
e
partecipativo. Da diversi anni collabora con l’ente
nella formazione dei volontari.
Operatrice a partire da primavera 2015 nel
progetto “Antenne di pace” e nella gestione del
portale www.antennedipace.org: pubblicazione
articoli, formazione e comunicazione con i Caschi
Bianchi
nella
realizzazione
congiunta
di
contenuti, con focus specifico sull’informazione e
la comunicazione nonviolenta.
La comunicazione
nonviolenta nel
gruppo e la
gestione dei conflitti
La funzione di
antenna
Verifica della
formazione
129
PERDONCINI
DAMIANA
RAMBALDI DAVIDE
SCALETTARI
LUCIANO
SOLDATI ROBERTO
ZANCHETTIN
ALESSANDRO
SIMONCELLI
LAILA
GIOVANNETTI
MARCO
SALINA GIOVANNI
Attività di tutoraggio durante le formazione di
volontari in servizio civile in Italia e all’Estero.
Esperienza
in
attività
di
promozione
e
sensibilizzazione.
Membro
dell’associazione,
possiede
un’esperienza pluriennale sia nella gestione dei
volontari in servizio civile in Veneto, sia
all’estero, nei ruoli di formatrice, selettrice, tutor
di riferimento dei volontari all’estero. Possiede
un ottima conoscenza delle realtà progettuali
dell’ente
all’estero e delle modalità di
intervento.
Educatore professionale dapprima nell’ambito
della disabilità mentale adulta, in seguito nelle
tossicodipendenze, attualmente responsabile
degli interventi di prevenzione all’uso di sostanze
per il Sert dell’ USL di Bologna. Pedagogista,
formatore, conduttore di gruppi dal 1996. Da 4
anni circa collabora con l’Associazione Papa
Giovanni XXIII nelle formazioni dei caschi
bianchi, in qualità di esperto di relazione d’aiuto
e di affettività.
Laureato in filosofia, inviato speciale di Famiglia
Cristiana, si occupa prevalentemente del
Continente Africano e del giornalismo
d’inchiesta. Ha vinto vari premi giornalistici (
2006:Premio Saint Vincent di Giornalismo per
sezione periodici, 2006: Premio Lucchetta).
Esperienza pluriennale di formazione con
volontari in servizio civile sul tema
dell’informazione.
Laureato in ingegneria elettronica, ha
frequentato il corso per Responsabile della
Prevenzione e Protezione. Dal 2009 è il
Responsabile per la sicurezza per l’ente
Comunità Papa Giovanni XXIII, con il compito di
organizzare la formazione dei dipendenti e dei
volontari, e sovrintendere all’organizzazione
delle squadre di primo soccorso e antincendio.
Pedagogista esperto in interventi socio-educativi
di strada e in centri di aggregazione, analisi dei
conflitti, mediazione interpersonale e sociale,
intercultura, promozione delle risorse individuali
e di gruppo. Dal 1992 organizza e conduce
laboratori di Tatro dell’oppresso.
Laureata in giurisprudenza, svolge attività
giudiziale e stragiudiziale. Offre in particolare
consulenze legali su “Diritto all’immigrazione” e
in materia di “Diritti Umani”. Offre supporto alla
presenza dell’Associazione a Ginevra presso le
Nazioni Unite. Approfondita conoscenza in
materia di Politiche Europee.
Membro dell’Associazione vive a Volgograd
(Russia) dal 2000, responsabile per conto
dell’Associazione dei progetti presenti sul
territorio, gestisce una struttura di prima
accoglienza per senza fissa dimora. Partecipa
alla stesura dei progetti e alla loro realizzazione,
verificandone il percorso, le finalità e gli obiettivi
finali. Ha un’ottima conoscenza del territorio
degli aspetti socio – politico, collabora con Enti e
Associazioni sia del territorio che Estere.
Responsabile della gestione dei giovani in
Servizio Civile nel progetto Caschi Bianchi in
Russia,cura in particolare modo l’accoglienza,
l’accompagnamento nel territorio e il percorso
personale e di gruppo.
Membro
dell’Associazione
Comunità
Papa
Giovanni XXIII, dal 2007 è responsabile per le
strutture e le progettualità dell’ente in Russia, a
Volgograd, Elista e Astrakan. Ogni due mesi
realizza una supervisione in loco degli operatori
Verifica
intermedia e
finale
Riprogettazione in
itinere
La relazione
d’aiuto
La funzione di
antenna
Formazione e
informazione sui
rischi connessi
all’impiego dei
volontari nei
progetti di
servizio civile
Approccio
interculturale
Il rapporto UPR
L’Ente e il suo
intervento nel
progetto Estero.
Indicazioni di
comportamento e
stile di presenza.
Il progetto “Caschi
Bianchi Corpo Civile
di Pace 2015 EURASIA”
Contesto socioeconomico e politico
della Russia
130
COFANO GIANPIERO
BEPPE AMATEIS
MARCUT VIORICA
BALDASSARI
MARINELLA
e dei progetti, curando le relazioni con altri
soggetti sul territorio, come Caritas Russi o i
servizi sociali. Ha maturato negli anni una buona
conoscenza della lingua russa, nonché del
contesto
politico,
sociale,
culturale
ed
economico.
Membro dell’Associazione dal 1996, cura e
gestisce per conto dell’Associazione numerosi
progetti,vanta una decennale esperienza in
progetti Italiani o Esteri a favore della riduzione
del traffico degli esseri umani. Responsabile
legale della filiale dell’Associazione presente in
Georgia da diversi anni, ha approfondito il
contesto georgiano grazie anche a periodici
viaggi in loco. Collabora alla gestione dei giovani
in Servizio Civile nel progetto Caschi Bianchi in
Georgia, cura in particolare modo l’accoglienza,
l’accompagnamento nel territorio e il percorso
personale e di gruppo.
L’Ente e il suo
intervento nel
progetto Estero.
Indicazioni di
comportamento e
stile di presenza.
Il progetto “Caschi
Bianchi Corpo Civile
di Pace 2015 EURASIA”
Contesto socioeconomico e politico
della Georgia
Laureato in Scienze dell’Educazione, è membro
dell’Associazione e dal 1999 è il responsabile per
l’area territoriale biellese di tutte le attività
dell’ente, delle strutture residenziali e delle
accoglienze. Da diversi anni è responsabile della
struttura e dei progetti dell’ente a Bucarest,
effettuando visite trimestrali finalizzate al
coordinamento delle attività, alla supervisione
degli operatori e alle relazioni con i partners.
L’Ente e il suo
intervento nel
progetto Estero.
Assistente Sociale e coordinatrice dei progetti
nell’Associazione “Generatie Tanara” presente in
Romania, è Responsabile dell’equipe operatori ,
della progettazione, dell’accoglienza degli utenti.
Cura e mantiene i contatti con le Associazioni
del territorio e quelle Straniere. Cura e mantiene
i contatti con le Istituzioni Pubbliche e Private del
territorio. Tutor per la Romania dei giovani in
Servizio Civile nel progetto “Caschi Bianchi”,cura
in
particolare
modo
l’accoglienza,
l’accompagnamento nel territorio e il percorso
personale e di gruppo.
L’Ente e il suo
intervento nel
progetto Estero.
Dal 2002 al 2014 animatrice nazionale del
“Servizio giovani” dell’Associazione “Comunità
Papa Giovanni XXIII”. Da diversi anni coordina e
realizza progetti di prevenzione del disagio
sociale con gruppi informali, nelle discoteche, nei
pub, nelle sale giochi. Dal 1996 ad oggi è
Responsabile
e
animatrice
di
campi
di
condivisione e lavoro per giovani, sia in Italia sia
all’estero, per l’Associazione Comunità Papa
Giovanni XXIII. In particolare dal 2004 coordina i
Campi di animazione estivi rivolti a minori a
Matasari e Bucarest, in Romania. Questa
esperienza sul campo le ha permesso di
approfondire
il
contesto
socio-economico,
politico e culturale della Romania.
Contesto sociopolitico-economico
della Romania
Indicazioni di
comportamento e
stile di presenza.
Il progetto “Caschi
Bianchi Corpo Civile
di Pace 2015 EURASIA”
Indicazioni di
comportamento e
stile di presenza.
Il progetto “Caschi
Bianchi Corpo Civile
di Pace 2015 EURASIA”
131
47) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
La formazione si realizza privilegiando una metodologia partecipativa e attiva, che
favorisca il coinvolgimento dei volontari e l’instaurarsi di una relazione interpersonale
costruttiva fra chi forma e chi viene formato.
La metodologia adottata rende i volontari protagonisti e co- costruttori del percorso
formativo: la formazione infatti favorisce la condivisione all’interno del gruppo formativo
di conoscenze pregresse, esperienze e riflessioni personali nonché la decostruzione di
stereotipi e pregiudizi, al fine di sviluppare nei volontari un certo approccio critico.
Come per la formazione generale, si alternano lezioni frontali e modalità non formali
che permettono di valorizzare le esperienze e le pre-conoscenze relative alle tematiche.
Come previsto dal sistema di formazione accreditato dall’ente, il 70% delle ore di
formazione specifica saranno realizzate entro il 3° mese di servizio, il restante 30% tra
il 4° e il 9° mese. E’ vero infatti che la formazione specifica fornisce gli strumenti e le
competenze necessarie per affrontare al meglio le attività e pertanto è importante che
venga realizzata all’inizio del servizio. Si ritiene, tuttavia, qualificante riprendere alcune
tematiche già trattate nei primi tre mesi di servizio anche successivamente, proprio
perché l’esperienza di servizio civile è un imparare facendo, e pertanto richiede una
costante riflessione sull’azione. Riflessione che dovrebbe essere garantita dall’OLP, in
quanto “maestro”, ma che è opportuno sia sviluppata in contesti formativi ad hoc,
anche oltre il 3° mese, che vanno ad integrare e rinforzare il bagaglio di competenze
acquisito all’inizio. Questo permetterebbe di approfondire alcune tematica alla luce
dell’esperienza maturata dai volontari, con una maggiore consapevolezza da parte di
quest’ultimi.
Tra le metodologie e tecniche non formali utilizzate vi sono:
● Training nonviolenti, simulazioni, giochi di ruolo, attribuzione di responsabilità
nel processo formativo;
● Dibattiti, brainstorming, lavoro di gruppo, elaborazione di report ed articoli;
● Discussione in piccoli gruppi;
● Cineforum;
● Teatro dell’oppresso (TDO);
● Formazione individuale con tutor d’aula, incontri con realtà formative outdoor,
utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne agli enti ed offerte
dal territorio, laboratori tematici;
● Verifiche periodiche.
Oltre a lezioni frontali e non formali, si prevede anche una formazione a distanza (di 6h,
pari a circa il 7% delle ore) attraverso una specifica piattaforma, finalizzata a creare
uno spazio di confronto per rileggere, analizzare, rielaborare l’esperienza di servizio
civile, operando costantemente- con il supporto dei formatori e del materiale formativo
a disposizione- un’ autoriflessione costante sul proprio servizio.
Le formazione in Italia sono residenziali: i volontari vivono in una stessa struttura
condividendo gli spazi, con una corresponsabilità nella gestione degli stessi.
La dimensione di gruppo sperimentata attraverso la residenzialità è essa stessa
esperienza formativa informale, che favorisce lo sviluppo di competenze sociali e
trasversali quali il rispetto dell’altro, la collaborazione, la gestione dei conflitti, la tutela
del bene comune.
Durante la formazione sarà garantita la presenza di un tutor d’aula con gli specifici
compiti di gestire il gruppo, facilitare le relazioni interpersonali, valutare l’efficienza e
l’efficacia dei moduli, gestire eventuali situazioni conflittuali all’interno del gruppo.
Oltre al tutor sarà presente la figura del formatore, con il compito di progettare,
coordinare, supervisionare il percorso formativo.
Il percorso formativo specifico prevede:
una formazione pre-espatrio in Italia, entro il primo mese di servizio;
Una formazione intermedia, tra 5° e 6° mese di servizio, come occasione di
verifica e riprogettazione in itinere dell’esperienza;
Una formazione specifica in loco suddivisa in un momento iniziale al momento
dell’inserimento nella sede estera e un altro momento tra 8°e 9° mese;
Una formazione a distanza tra 3° e 8°mese;
132
L’attività di monitoraggio è considerata parte integrante del percorso formativo. Il
processo di verifica / valutazione / riprogettazione effettuato è costante ed è realizzato
in forma interattiva con i volontari, i formatori e gli esperti coinvolti nei progetti e nei
percorsi formativi.
48) Contenuti della formazione:
I contenuti caratterizzanti la formazione specifica pre- espatrio sono:
La relazione d’aiuto
In questo modulo verranno trattati i fondamenti teorici utili all’ instaurazione di una
relazione d'aiuto, in particolare, fra gli elementi generali ed introduttivi. Verranno
forniti ai volontari gli strumenti per attuare una costante autoriflessione del proprio
approccio all’altro nell’ambito della relazione educativa che caratterizza il progetto.
 Il rapporto “aiutante-aiutato”
 le principali fasi della relazione di aiuto
 la fiducia e le difese all’interno della relazione di aiuto
 presa in carico della persona aiutata
 ascolto ed empatia, gestione della rabbia e dell’aggressività
 Il Burn-Out come rischio nelle relazioni educative
Contesto socio-economico e politico di Georgia, Romania e Russia
Questo modulo focalizza l’attenzione sugli assetti geopolitici che caratterizzano i paesi a
progetto, con uno sguardo che si allarga agli assetti mondiali, alla luce delle
interdipendenze legate alla globalizzazione. Riteniamo fondamentale infatti che il casco
bianco assuma una prospettiva “glocale” , con uno sguardo pronto a cogliere i molteplici
legami che i contesti specifici del progetto sviluppano con la dimensione mondiale.
Il modulo in particolare approfondirà:
 i principali assetti geopolitici, economici e sociali nell’area in cui è inserito il
progetto;
 descrizione dei contesti dei paesi specifici;
 Approfondimento sui conflitti dei territori in cui il progetto si sviluppa e sulle
modalità di intervento attuate.
Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari
nei progetti di servizio civile:
Il modulo offre ai volontari una puntuale informativa dei rischi connessi allo svolgimento
alle attività pratiche in cui sono impegnati i volontari, con particolare attenzione alle
misure di prevenzione e di emergenza.
Riferimento alla normativa sulla sicurezza in loco;
informativa dei rischi connessi all’ambiente di servizio e allo svolgimento delle
attività pratiche in cui sono impegnati i volontari, alle possibili interferenze
con altre attività che si svolgono in contemporanea nello stesso luogo ;
misure di prevenzione e di emergenza previste, in relazione alle attività
del volontario e alle possibili interferenze tra queste e le altre attività che
si svolgono in contemporanea.
Il casco bianco
Il presente modulo, utile a collocare il servizio prestato dai caschi bianchi verterà sui
seguenti aspetti:
 Approfondimento dell’evoluzione e le caratteristiche della figura del Casco
Bianco: il mandato , i compiti, il modello di servizio civile CASCHI BIANCHI
condiviso dall’ omonima rete di enti;
 ruolo del volontario in servizio civile nella società;
 Stile di presenza dei CB all’estero ;
 Strumenti per la conoscenza della realtà in cui si va ad operare.
133
La funzione di antenna
Caratteristica fondamentale dell’operatività del Casco bianco è la “funzione di antenna”,
secondo la quale ad ogni CB spetta il compito di produrre informazione dal basso,
rispetto alle situazioni dove opera al fine di informare e sensibilizzare un “bacino di
attenzione”, definito prima dell’ espatrio. Tale bacino si sostanzia nella propria comunità
inviante (città , quartiere gruppi di appartenenza…).
1. Modulo introduttivo sull’informazione e sul “ruolo di antenna”:
 il mondo/mercato dell’ informazione, attori dell’informazione;
 il legame fra conflitto ed informazione, l’uso dei media ad uso propagandistico;
 analisi ed approfondimento di testi;
 sensibilizzazione sul territorio d’origine: sviluppo di un “bacino d’attenzione.
2.Laboratorio di scrittura:
 L’informazione nonviolenta, scopi e strumenti;
 Laboratorio di scrittura;
 Uso della macchina fotografica e della videocamera come strumenti di
documentazione;
 L’utilizzo degli strumenti di comunicazione web 2.0.
I diritti umani
In questo modulo verranno presentati ed approfonditi alcuni strumenti di osservazione
e monitoraggio dei diritti umani nel contesto territoriale in cui si sviluppa il progetto,
nonché strumenti e tecniche di tutela dei diritti umani.
Si approfondiranno in particolare:
 gli elementi di riferimento teorici rispetto ai diritti umani, del quadro normativo
internazionale di riferimento, degli organismi e degli strumenti di tutela;
 strumenti di osservazione, monitoraggio e tutela dei diritti umani;
 parte laboratoriale di analisi dei diritti violati nell’area nel contesto paese in cui
si sviluppa il progetto;
 presentazione attività di mappatura dei diritti umani;
Il teatro dell’ oppresso
Il teatro dell’oppresso è una tecnica teatrale che favorisce il cambiamento sociale
tramite la coscientizzazione degli attori e degli spettatori. E’ molto utilizzata come
tecnica formativa nei percorsi educativi per gruppi e per la gestione di situazioni
conflittuali, in particolare verranno affrontati i seguenti temi:
 La demeccanizzazione, concetto, tecniche e loro applicazione;
 I ruoli definiti: l’oppresso, l’oppressore, le figure vivine, il giolli;
 La tecnica del Teatro-forum e il teatro immagine;
 Analisi di situazioni di oppressione e sperimentazione di possibili soluzioni
attraverso l’uso delle tecniche presentate.
Il conflitto - approfondimenti
Verrà approfondito il conflitto e la sua gestione nonviolenta in relazione a tipiche
situazioni conflittuali riscontrabili nei territori di destinazione. In relazione a tali
situazioni verrà affrontato:
 Elementi fondamentali del conflitto:
o conflitti a più livelli: macro, meso, micro;
o violenza, forza, aggressività;
o l'escalation della violenza;
 Individuazione di strumenti e strategie di gestione nonviolenta dei conflitti;
 Approfondimento sulla MEDIAZIONE nel conflitto;
 Il conflitto interpersonale e all’interno del gruppo di lavoro.
Verifica della formazione
Alla fine della formazione generale si effettua il monitoraggio della formazione
attraverso i moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e una
verifica più approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e
dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore
efficacia della proposta formativa.
134
Contenuti della formazione specifica intermedia in Italia:
Verifica intermedia
Il modulo prevede una rielaborazione dei vissuti legati all’esperienza, rielaborazione
propedeutica poi alla valutazione intermedia rispetto agli obiettivi e attività del
progetto.
Si prevede in particolare:
 Rilettura dell’esperienza a partire dai vissuti personali;
 Rilettura dell’esperienza a partire dalle relazioni (con beneficiari, OLP, volontari)
 Condivisione delle esperienze: punti di forza e punti critici
 Valutazione obiettivi e attività del progetto;
 Valutazione attività comuni previste dal progetto;
Riprogettazione in itinere
Questa fase è fondamentale per la buona riuscita del progetto perché permette di
apportare delle migliorie al progetto in itinere. E’ strettamente legata alla verifica e
valutazione del progetto stesso.
 Partendo dalla valutazione (dai punti di forza e di debolezza rilevati) pensare a
una riprogettazione
 Ripresa obiettivi del progetto
Relazione aiuto/affettività:
In genere i primi mesi sono impegnativi per i volontari, soprattutto da punto di vista
affettivo: alla lontananza dagli affetti, si sommano le difficoltà legate alle differenze
culturali, la difficoltà di mantenere la giusta distanza/vicinanza nella relazione
educativa. Il modulo cerca di fornire degli strumenti per attuare un’autoriflessione sul
proprio operato e per rielaborare l’esperienza finora vissuta. Si approfondiranno i
seguenti temi:
 la conquista della fiducia e la gestione dell’aggressività nella relazione di aiuto
 La gestione dello stress e il Burn-Out, a partire dalle esperienze concrete dei
volontari;
 Condivisione delle criticità emerse durante l’esperienza.
Approccio interculturale:
I contenuti del presente modulo sono funzionali all’ acquisizione di competenze utili a
relazionarsi in maniera positiva con le differenti realtà culturali nei contesti in cui si
opera. Tale modulo viene preceduto da un modulo propedeutico a distanza. Viene
affrontato nella formazione intermedia per poter riflettere sulle criticità nella relazione
interculturale, partendo dalle esperienze concrete dei volontari.




acquisizione di competenze utili a relazionarsi positivamente con le differenti
realtà culturali;
approfondimento dei concetti di individuo, altro , giudizio e pregiudizio;
Confronto su pregiudizi e difficoltà nell’incontro con la cultura locale;
Rilettura dell’esperienza da un punto di vista interculturale;
Il rapporto UPR
Uno strumento significativo attraverso cui le associazioni si fanno promotori della difesa
dei diritti umani all’interno dello Human Right Council è la partecipazione alla Revisione
Periodica Universale (UPR).
-
Cos’è l’Universal Periodic Review e come funziona;
Come l’esperienza diretta di condivisione nei paesi del mondo in cui si è presenti
qualifica l’UPR;
Presentazione degli strumenti per l’attuazione del piano di monitoraggio dei
diritti umani e per la ricaduta in loco dei contenuti e delle indicazioni del
rapporto;
Verifica della formazione
Alla fine della formazione intermedia si effettua il monitoraggio della formazione
attraverso i moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e una
135
verifica più approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e
dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore
efficacia della proposta formativa.
Contenuti della formazione specifica in loco:
1° incontro all’arrivo (2° mese di servizio):
L’ente e il suo intervento nel progetto estero
Il modulo approfondisce le realtà dell’ente a progetto, con particolare attenzione a
quella che sarà la collocazione del volontario in quel contesto. Questa parte prevede la
visita delle progettualità e l’approfondimento della modalità d’intervento dell’ente.
 Storia della presenza dell’ente in loco, mission, attività, stile di presenza;
 Il progetto Caschi Bianchi nel contesto specifico del progetto;
 Progetti e modalità di intervento;
 Attività e ruolo del casco bianco nel progetto specifico
 Visita alle diverse realtà progettuali dell’ente, con particolare attenzione alle
realtà a progetto;
Indicazioni di comportamento e stile di presenza



indicazioni e norme di comportamento, in relazione al contesto culturale, socioeconomico e politico in cui si realizza il progetto;
informazioni sui rischi presenti nel contesto di riferimento (sanitari, per la
sicurezza personale, di ordine pubblico e ambientali);
informazione sulle misure per prevenire i rischi e per le emergenze.
Tra 8° e 9° mese:
Il progetto “Caschi bianchi corpo civile di pace 2015- EURASIA”
 ripresa degli obiettivi e delle attività previste dal progetto;
 verifica dell’andamento del servizio;
 verifica attività generali ( antenne e mappatura);
 riprogettazione in itinere.
Contenuti della FAD :
Ruolo del volontario nel progetto specifico:
-
Il ruolo del volontario nel progetto e grado di inserimento;
La relazione con i destinatari del progetto;
Il ruolo del volontario nel lavoro d’equipe;
L’attività di competenza del volontario ricondotta agli obiettivi del progetto, con
attenzione sul COME si fanno le cose.
Approccio interculturale:
le cornici culturali che condizionano le interpretazioni di un contesto complesso;
analisi dei condizionamenti culturali a partire dalle esperienze concrete dei
volontari;
l’ascolto attivo come strumento per superare i pregiudizi culturali e
comprendere la complessità del contesto.
La figura del casco bianco nel progetto specifico:
analisi e approfondimento delle conflittualità presenti nel territorio;
approccio del cb rispetto ai conflitti meso e micro, a partire dal mandato del cb;
-
buone prassi per la gestione dei conflitti.
136
49) Durata:
Durata formazione specifica pre- espatrio in Italia:
Moduli formativi
La relazione d’aiuto
Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei
progetti di servizio civile
Contesto socio-economico e politico di Georgia, Romania e Russia
Il casco bianco
La funzione di antenna
I diritti umani
Il teatro dell’oppresso
Conflitto- approfondimenti
Verifica della formazione
TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA A
Totale
ore
8
4
4
4
8
4
8
10
2
52
Durata formazione specifica intermedia in Italia:
Moduli formativi
Verifica intermedia
Riprogettazione in itinere
Relazione aiuto/affettività
Approccio interculturale
Il rapporto UPR
Verifica della formazione
TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA B
Totale ore
4
2
4
4
3
1
18
Durata formazione specifica in loco:
Moduli formativi
L’ente e il suo intervento nel progetto estero
Indicazioni di comportamento e stile di presenza
Il progetto “Caschi bianchi corpo civile di pace 2015-Eurasia”
TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA C
Totale ore
3
2
3
8
Durata formazione a distanza:
Moduli formativi
Ruolo del volontario nel progetto nel progetto specifico
Approccio interculturale
La figura del casco bianco nel progetto specifico
TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA D
Totale ore
2
2
2
6
TOTALE ORE FORMAZIONE SPECIFICA A+B+C+D= 52+18+8+6=84
Di queste 84 h, 59 verranno realizzate entro il 3° mese ( 70% del totale) e le
restanti 25 entro il 9° mese (30%)
137
Altri elementi della formazione
50) Modalità di monitoraggio del percorso di formazione (generale e specifica)
predisposto:
Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato in sede di accreditamento
Lì 14 OTTOBRE 2015
Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Nicola LAPENTA
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