Umberto I, una famiglia
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Umberto I, una famiglia
domenica, 31 ottobre 2010 fism 9 sulla scelta della scuola pesano le rette: un’indagine su famiglie che optano per le statali rileva che molti preferirebbero gli istituti cattolici Parità, percorso ad ostacoli Lungo il complesso percorso per la realizzazione della parità, anche economica, della scuola non statale che fa parte, ai sensi della Legge n. 62 del 2.000, del sistema nazionale d’istruzione, si continuano ad incontrare parecchi ostacoli ed obiezioni per lo più di ordine politico-ideologico, ma anche basati su motivazioni di carattere organizzativo-strutturale e/o economico. La prima obiezione consiste nella previsione/timore che i genitori, nel momento di scegliere tra scuola statale e scuola paritaria senza più le presenti disparità economiche, finirebbero con scegliere massicciamente le scuole non statali, lasciando così le statali prive di un numero di studenti adeguato all’organico del personale docente e delle stesse strutture scolastiche. Spauracchio agitato in particolare dalle organizzazioni sindacali di categoria che da sempre chiedono incrementi di organico nella scuola statale, vista non come luogo di educazione ed istruzione, ma come ammortizzatore occupazionale. La seconda obiezione è di ordine economico. Per garantire a tutti o alla maggior parte dei genitori di scuola paritaria un trattamento equo pari a quello garantito ai genitori di scuola statale, lo Stato e/o gli enti locali, in primo luogo le Regioni, dovrebbero sopportare un sensibile aggravio della spesa pubblica. E questo timore ha bloccato anche politici favorevoli in linea di principio alla parità scolastica. È da tempo che le organizzazioni delle scuole paritarie sostengono che queste riserve di ordine organizzativo ed economico non hanno fondamento, ma servono solo a giustificare o mascherare pregiudizi politici ed ideologici. Per dimostrare con dati oggettivi l’infondatezza delle due obiezioni le principali associazioni di scuola cattolica (Fism, Fidae, Foe, Agesc, ecc.) hanno promosso una specifica ricerca coordinata da due docenti dell’Università di Genova e del Politecnico di Milano: la sociologa Luisa Ribolzi e l’economista Tommaso Agasisti. I risultati della ricerca, condotta su un campione di genitori i cui figli frequentano l’ultimo anno delle scuole statali dell’infanzia, primaria o secondaria di primo grado, sono stati presentati mercoledì 13 ottobre a Roma presso la sede del Senato. Dalle risposte ad un apposito questionario date da genitori i cui figli frequentano la scuola statale emerge che: a. il 75% è orientato a continuare a scegliere la scuola statale, a prescindere dal dato economico; b. il 3,3% dopo un’esperienza nella scuola statale sceglie la scuola paritaria, indipendentemente dal costo; c. le rimanenti famiglie (circa il 20%), pur desiderando mandare i propri figli in una scuola paritaria, non lo possono fare a causa degli ostacoli economici o strutturali (per esempio non esiste nel loro territorio una scuola paritaria!). Questi dati empirici dimostrano l’infondatezza del timore di una «fuga dalla scuola statale» nel caso si attivassero meccanismi di sostegno economico alle fami- Il 20% degli intervistati, pur desiderando per i figli una paritaria, non se lo possono permettere glie. Infatti solo una famiglia su cinque abbandonerebbe la scuola statale per quella paritaria, senza così provocare quegli sconquassi paventati da sindacati e da alcuni politici. Infine questo passaggio dalla scuola statale a quella paritaria, a seguito di un incremento del contributo dello Stato e/o delle regioni a favore delle famiglie o Laboratorio di pittura alla scuola d’Infanzia Umberto I delle scuole paritarie, non comporterebbe un aggravio per la spesa pubblica, ma addirittura determinerebbe alcuni sensibili risparmi, che la ricerca ha quantificato nell’ordine del 20%. Infatti, lo Stato che già oggi risparmia grazie alla presenza della scuola non statale, vedrebbe alleggerito il suo carico finanziario di fronte ad un sistema statale meno congestionato (oggi il ministero dell’Istruzione gestisce circa un milione di dipendenti!) e lo otterrebbe con un impegno di spesa non eccessivo nei confronti del settore paritario. Impegno di spesa che è stato quantificato in 1.500 euro per studente. Quanto speso in più per la scuola pari- taria, verrebbe recuperato con i risparmi realizzati nel comparto statale e addirittura con un saldo attivo di 130 milioni l’anno. A questi risultati, già di per sé significativi, si deve doverosamente aggiungere alcune precisazioni. La ricerca, come già ricordato, ha riguardato solo genitori di scuola statale. Se a livello di scuola primaria e di scuola secondaria di primo grado la percentuale di alunni frequentanti la scuola paritaria è minima (rispettivamente il 10 e il 4%), a livello di istruzione infantile le scuole paritarie sono frequentate dal 41% dei bambini scolarizzati in età 3-5 anni. Pertanto il campione rappresenta solo una parte, seppur maggioritaria, delle famiglie e quindi i dati finali di un’indagine rivolta a tutte le famiglie, sia di scuola statale, sia di scuola paritaria, rivelereb- bero che l’utenza potenziale della scuola paritaria sarebbe molto più alta, ma che oggi è limitata dalla disparità di trattamento economico. Infatti dalla ricerca emerge che solo il 50,6% dei genitori di scuola statale intervistati ritiene che dovrebbe esistere solo la scuola statale, come unica istituzione formativa delle future generazioni. Dato che diventerebbe minoritario se inserito nel più ampio contesto dei genitori di tutto il sistema nazionale di istruzione. Per quanto riguarda lo strumento economico, quello del buono scuola non risulta adeguato per le scuole dell’infanzia a differenza dell’istituto della convenzione con lo Stato e/o la Regione. Le scuole, in base alla loro autonomia e ad una migliore conoscenza del territorio, sanno meglio differenziare le rette scolastiche a seconda della situazione socioeconomica delle famiglie. A meno che lo Stato e/o le Regioni diano un identico buono scuola a tutti i genitori che permetta di coprire interamente i costi dell’iscrizione e della frequenza, diventa difficile attribuire con equità buoni scuola sulla base di indicatori di reddito non sempre facili da determinare. E poi se il costo della scuola deve essere differenziato sulla base del reddito familiare, questo meccanismo deve essere applicato anche nella scuola statale. I diritti ed i doveri dei genitori sono identici, sia che i loro figli frequentino la scuola statale, sia che frequentino quella paritaria. Redi SANTE DI POL La scuola materna È stata donata nel 1882 dal re alla zona Crocetta dove non c’erano asili Umberto I, una famiglia 120 bambini affidati a preparate educatrici che collaborano con i genitori nella crescita dei piccoli Scuola dell’infanzia Umberto I… ricordo ancora, come se fosse ieri, il giorno in cui vidi per la prima volta quella che sarebbe poi diventata «la mia scuola», come a me piace definirla. Una mattina di fine settembre eccomi nel viale alberato di corso Matteotti, nel centro di Torino, a guardare pochi minuti prima di entrare, un edificio austero. Davanti a me un casermone, grigio, con le inferriate alle finestre e solo il rumore delle automobili nel corso. «Che scuola sarà mai questa?» È ora, mi avvicino, suono il campanello, il portone si apre ed entro; salgo i quattro scalini che mi separano da una porta a vetri, la supero e…tiro un sospiro di sollievo: risate di bambini, una maestra che canta, qualcuno che mi saluta correndo, alle pareti disegni dai colori vivaci. Da allora sono passati tanti anni ma il ricordo dell’emozione del primo giorno con i bambini è ancora vivo, ricordo il brusio delle loro voci mentre dal corridoio li ascolto giocare nelle loro aule, è un rumore unico, che dà vita a tutta la scuola. La scuola Umberto I è nata nel 1882, come dono del re Umberto I alla zona Crocetta che era priva di scuole materne. Inizialmente la formazione e l’educazione dei bambini venne affidata alel suore cottolenghine che nel corso degli anni vennero poi affiancate da insegnanti laiche. In questi ultimi anni la direzione è stata affidata all’ordine delle Suore Francescane Angeline e le religiose educatrici rimaste sono sta- te sostituite da insegnanti laiche. A prendersi cura di 120 bambini, un’amorevole coordinatrice, nove valide insegnanti e quattro preziose operatrici scolastiche, tutte insieme per un obiettivo comune: i bambini, preziosi bambini, perchè tutto comincia piccolo! A noi il grande compito di portarli al potenziamento delle competenze individuali, dell’autonomia e a sentirsi riconosciuti e accettati per quello che sono. Entrando nell’edificio si è accolti da un piccolo ingresso dove una bacheca colorata aggiorna sugli appuntamenti e sugli eventi della scuola a cui tutte le famiglie sono invitate, infatti oltre ad avvisi riguardanti le attività scolastiche per i bambini vi sono anche avvisi di incontri formativi con esperti per i genitori così da rispondere a quesiti e confrontarsi su discorsi riguardanti l’educazione dei figli e i rapporti in famiglia. La famiglia rappresenta la base sicura cui il bambino si riferisce per familiarizzare con il mondo esterno, e così negli anni all’Umberto I abbiamo preso a cuore il contatto con le famiglie invitandole a partecipare alle attività della scuola per renderle parte della vita scolastica dei loro figli. Per questo motivo durante l’anno vengono organizzate almeno due serate durante le quali i genitori possono divertirsi a cucinare i loro piatti preferiti da condividere poi a scuola con le altre famiglie della sezione. Bambini e genitori trascorrono la serata cenando insieme in un’atmosfera di serenità e festa, i piccoli così vedendo i loro genitori sereni negli spazi della scuola comprendono che a scuola si sta bene. Queste serate che sono anche motivo di chiacchiere e conoscenze tra vecchi e nuovi genitori sono organizzate nelle aule del primo dei due piani in cui è strutturata la scuola; superato l’ingresso si accede a un lungo e luminoso corridoio che per la sua spaziosità permette di rendere visibili gran parte dei lavori svolti con i bambini in aula e poi appunto esposti per coinvolgere le famiglie sul programma che viene seguito, quindi su un lato di questo corridoio si affacciano le quattro luminose e ampie aule rispettivamente delle sezioni dei Rossi, Arancioni, Verdi, Azzurri, sul fondo del corridoio vi è poi una piccola aula per i laboratori. Sull’altro lato del corridoio, un piccolo bagno per i bambini, uno per gli adulti e poi un bellissimo cortile, ampio e attrezzato con diversi giochi adeguati anche ai più piccoli, luogo per le attività ludiche spontanee che viene utilizzato gran parte dell’anno, in cui trionfa maestoso un albero secolare contribuendo a fornire ristoro in estate, e un modesto terrazzo da cui si accede al cortile che in un sabato del mese di ottobre ospita le famiglie della scuola per una festosa merenda di benvenuto ai nuovi arrivati. Sull’altro lato dell’edificio, che si affaccia anch’esso sul cortile così da racchiuderlo, si trovano la cucina, da cui escono tutti i giorni deliziosi e invitanti profumi culinari, e un vasto salone con servizi igienici attigui. Questo locale si presta a diverse attività, durante la festa dell’accoglienza viene colorato dai foulard dei colori delle sei sezioni, i vecchi frequentanti fra canti e balli, danno il loro benvenuto ai nuovi amici consegnando loro il foulard colorato; nel mese di dicembre, in occasione della festa di Natale diviene teatro di piccoli spettacoli in cui i bambini danno prova di grande coraggio affrontando la platea numerosa dei genitori commossi; a Pasqua accoglie le famiglie invitate per una Messa cantata dai bambini; e poi funge per mille altre attività, come sala nanna, sala ricreazione, laboratorio di psicomotricità... Salendo al piano superiore si trovano le aule delle sezioni dei Gialli e dei Rosa, più piccole delle aule del piano di sotto ma anch’esse molto accoglienti e colorate, la sala igienica per i bambini, il bagno e un piccolo spogliatoio per il personale. Nonostante la scuola sia così ampia, a giugno per la festa di fine anno, abbiamo bisogno di un luogo ancora più vasto per l’ormai classica e attesa uscita fuori porta con tutte le famiglie della scuola, possono partecipare tutti, fratelli, nonni, zii. L’occasione nasce dal desiderio di festeggiare e salutare i bimbi dell’ultimo anno che si preparano ad andare alla scuola primaria terminando così l’esperienza della scuola dell’infanzia. Ma partiamo dall’inizio, perchè prima di quel giorno a scuola iniziano i grandi preparativi! I bimbi grandi si trasformano in grandi attori e le maestre in registe per preparare un simpatico spettacolino collegato alla programmazio- Giochi nel cortile della scuola d’infanzia Umberto I in corso Matteotti 48 ne dell’anno scolastico, è un’avventura di grande emozione. Quando tutto è pronto si parte e si comincia: Messa tutti insieme animata e cantata dai bambini, pranzo al sacco condiviso nel prato, esibizione dei bambini, lacrime commosse di genitori e insegnanti, e poi giochi di squadra e grandi saluti. E quando si torna a casa siamo tutti sì stanchi, ma felici di aver condiviso una giornata di grande emozione con tanti amici. Riflettendo su tutto questo devo ammettere che c’è grande emozione da quando i bambini arrivano il primo giorno a scuola, un pò preoccupati in questo nuovo ambiente sconosciuto, all’ultimo dove ci salutano dopo tre lunghi anni con un bagaglio di competenze, autonomia, amici, curiosità, saperi. Ma l’emozione più grande è quando ti trovi davanti alla porta dell’aula un gruppo di adolescenti che ti guarda sorridente e tu ti domandi chi siano, poi all’improvviso nei loro sguardi riscopri quei bambini che sono stati tuoi allievi, quei bambini che tu hai visto ridere, giocare, che hai consolato e coccolato quando tristi cercavano la loro mamma. E ora sono lì davanti a te, tu li vedi sorridenti e sei certo che quell’esperienza abbia contribuito a formare ragazzi consapevoli delle proprie emozioni, delle proprie capacità, dei propri limiti così da cominciare ad affacciarsi alle esperienze della vita sentendosi forti e capaci. Eliana VOMMARO