Le conversioni immobiliari: quando la casa è
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Le conversioni immobiliari: quando la casa è
rassegna stampa Le conversioni immobiliari: quando la casa è… camaleontica g Tratto da www.immobiliare.it del 13 marzo 2012 a cura di Vittoria Giannuzzi I n tempo di crisi lo spirito italico dell’arrangiarsi si fa ancora più creativo. Le ultime rilevazioni di Immobiliare.it hanno messo in evidenza la prassi sempre più comune di chi vuole vendere o affittare immobili di modificarne la destinazione d’uso per adattarsi meglio alle esigenze di un mercato un po’ in sofferenza. Così, il negozio, la soffitta o il garage diventano casa: spariscono le vetrine e le saracinesche cedono il passo a delle porte vere e proprie, mentre soppalchi e divisori aiutano a dividere gli ambienti unici. Vado a vivere… in negozio Le indagini di Immobiliare.it sugli annunci relativi alla vendita di immobili commerciali rivelano che il 12% di questi locali riporta la dicitura “possibile la riconversione in abitazione”. Perché questo? Perché se è sempre più difficile, oggi, spingere la vendita di spazi da adibire a piccoli negozi di città trasformarli in abitazione dà a chi vende maggiori opportunità, oltre al fatto che il cambio di accatastamento può far ricavare anche il triplo della richiesta iniziale. A seguito della progressiva diminuzione delle attività di commercio al dettaglio si è registrato un calo del 12% anche della domanda dei negozi di prossimità: così questi immobili si trasformano in piccoli loft cittadini, molto più piccoli e centrali delle ex strutture industriali che da anni sono state trasformate in abitazioni di pregio. Che piacciono, e tanto, perché permettono a chi compra di acquistare l’agognato bilocale, così ricercato nelle zone centrali delle città, ad un prezzo più basso (circa -10% sul prezzo medio, sia di vendita, sia d’affitto). 28 Vado a vivere… in garage Anche i garage vivono una seconda vita, trasformati in loft: è sempre più comune la decisione di trasformarsi in novelli Fonzie, il protagonista di Happy Days che viveva in un appartamento ricavato dal garage di casa Cunningham. Se i box auto più recenti sono spesso realizzati nei seminterrati, quelli costruiti nei decenni scorsi sono a livello della strada e offrono spazi ampi e di facile trasformazione in ambienti di design. Pensate: spazi senza separazioni, senza ingombri e spesso dai soffitti alti, perché non trasformarli in qualcosa di più redditizio? Si spiega, così, l’aumento delle conversioni: tra gli annunci del sito il numero di loft è cresciuto del 5% nell’ultimo anno, con +9% a Bologna e +7% a Torino. Milano e Roma, in cui il fenomeno non è nuovo, non registrano in questo periodo grandi cambiamenti. Vado a vivere… in soffitta Crescono anche le riconversioni delle vecchie soffitte, trasformate in mansarde di piccole e medie dimensioni. Locali che in passato erano adibiti a deposito, pronti a contenere valigie bauli e cianfrusaglie di ogni tipo, vengono immessi sul mercato con una veste tutta nuova, trasformati in unità abitative vere e proprie. Se mancano di alcuni servizi, come l’ascensore, è possibile però risparmiare, nell’acquisto o nell’affitto, spendendo tra il 10 e il 20% rispetto ad un appartamento della stessa zona. Anche qui, il cinema e la letteratura ci aiutano: una mansarda non potrebbe essere la versione moderna delle soffitte bohèmien in cui dimoravano gli artisti a Parigi, negli anni del fasto del Moulìn Rouge? Quelle attuali saranno più moderne, ma faranno contente le coppie più romantiche. Trend in ascesa, dicevamo: rispetto allo scorso anno l’offerta è cresciuta del 7%, soprattutto nelle città di medie dimensioni come Firenze (+10%) e Parma (+9%). Certamente, però, i paletti normativi esistono e vanno considerati, soprattutto se l’acquisto di un immobile “riconvertito” passa attraverso la richiesta di un mutuo. Un loft, solitamente, è accatastato come C3 e, come tale, non è possibile né utilizzarlo come residenza né acquistarlo ottenendo le agevolazioni di un mutuo prima casa; per le mansarde, invece, occorre esser certi che abbia i requisiti per l’abitabilità e ricordare che i metri quadri commerciali si riducono rispetto alla superficie, per via dei tetti spioventi. Il Testo Unico dell’edilizia offre maggiori chiarimenti e presenta la normativa da seguire, ma la situazione cambia anche in base al comune in cui si trova l’immobile: è il piano regolatore a determinare le procedure da seguire per ottenere il cambio catastale. g