Schede dei libri - Liceo Imperia .it

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Schede dei libri - Liceo Imperia .it
PREMIO STREGA 2016
LXX EDIZIONE
Le schede dei libri e le note biografiche degli autori
Eraldo Affinati
L'UOMO DEL FUTURO
Mondadori
A quasi cinquant'anni dalla sua scomparsa don Lorenzo Milani, prete degli ultimi e straordinario italiano,
tante volte rievocato ma spesso frainteso, non smette di interrogarci. Eraldo Affinati ne ha raccolto la
sfida esistenziale, ancora aperta e drammaticamente incompiuta, ripercorrendo le strade della sua
avventura breve e fulminante: Firenze, dove nacque da una ricca e colta famiglia con madre di origine
ebraica, frequentò il seminario e morì fra le braccia dei suoi scolari; Milano, luogo della formazione e
della fallita vocazione pittorica; Montespertoli, sullo sfondo della Gigliola, la prestigiosa villa padronale;
Castiglioncello, sede delle mitiche vacanze estive; San Donato di Calenzano, che vide il giovane
viceparroco in azione nella prima scuola popolare da lui fondata; Barbiana, "penitenziario ecclesiastico",
in uno sperduto borgo dell'Appennino toscano, incredibile teatro della sua rivoluzione. Ma in questo
libro, non si trovano soltanto la storia dell'uomo con le testimonianze di chi lo frequentò. Affinati ha
cercato l'eredità spirituale di don Lorenzo nelle contrade del pianeta dove alcuni educatori isolati,
insieme ai loro alunni, senza sapere chi egli fosse, lo trasfigurano ogni giorno.
Eraldo Affinati è nato a Roma nel 1956. Tra i suoi ultimi libri: La Città dei Ragazzi (Mondadori ,2008), Berlin
(Rizzoli, 2009), Peregrin d'amore. Sotto il cielo degli scrittori d'Italia (Mondadori, 2010), L'11 settembre di Eddy il
ribelle (Gallucci, 2011), Elogio del ripetente (Mondadori, 2013), Vita di vita (Mondadori, 2014). Ha curato
l'edizione completa delle opere di Mario Rigoni Stern, Storie dall'Altipiano, nei Meridiani Mondadori (2003). È
autore, insieme alla moglie Anna Luce Lenzi, di Italiani anche noi. Corso di italiano per stranieri. Il libro della scuola
Penny Wirton (Il Margine vol. 1, 2011, vol. 2, 2015).
Edoardo Albinati
LA SCUOLA CATTOLICA
Rizzoli
Roma, anni Settanta: un quartiere residenziale, una scuola privata. Sembra che nulla di significativo
possa accadere, eppure, per ragioni misteriose, in poco tempo quel rifugio di persone rispettabili viene
attraversato da una ventata di follia senza precedenti; appena lasciato il liceo, alcuni ex alunni si
scoprono autori di uno dei più clamorosi crimini dell’epoca, il Delitto del Circeo. Edoardo Albinati era un
loro compagno di scuola e per quarant’anni ha custodito i segreti di quella “mala educación”. Ora li
racconta guardandoli come si guarda in fondo a un pozzo dove oscilla, misteriosa e deforme, la propria
immagine. Da questo spunto prende vita un romanzo che sbalordisce per l’ampiezza dei temi e la varietà
di avventure grandi o minuscole: dalle canzoncine goliardiche ai pensieri più vertiginosi, dalla
ricostruzione puntuale di pezzi della storia e della società italiana, alle confessioni che ognuno di noi
potrebbe fare qualora gli si chiedesse: “Cosa desideravi davvero, quando eri ragazzo?”. Adolescenza,
sesso, religione e violenza; il denaro, l’amicizia, la vendetta; professori mitici, preti, teppisti, piccoli geni
e psicopatici, fanciulle enigmatiche e terroristi.
Edoardo Albinati è nato a Roma nel 1956. Da oltre vent’anni lavora come insegnante nel penitenziario
di Rebibbia, esperienza narrata nel diario Maggio selvaggio (Mondadori, 2001). Suoi reportage
dall’Afghanistan e dal Ciad sono usciti sul “Corriere della Sera”, “la Repubblica”, “The Washington Post”.
Ha scritto film per il cinema di Matteo Garrone e Marco Bellocchio. Tra gli ultimi libri pubblicati,
ricordiamo Tuttalpiù muoio con Filippo Timi (Fandango, 2006) e Vita e morte di un ingegnere
(Mondadori, 2011).
Rossana Campo
DOVE TROVERETE UN ALTRO PADRE COME IL MIO
Ponte alle Grazie
Rossana Campo racconta il rapporto con Renato, il padre amatissimo e difficile scomparso di recente; o
meglio con le molteplici figure, spesso contraddittorie, che Renato ha incarnato lungo tutta la sua
vorticosa esistenza: il maestro di vita che fin da piccola esorta la figlia a rifuggire ogni forma di
condizionamento e ipocrisia, ma anche l’irresponsabile che per niente e nessuno si separerebbe dalla
sua amica più fidata: la bottiglia; l’individuo gioviale e irriducibilmente ottimista, ma anche
l’attaccabrighe, dominato da una rabbia incontenibile; e ancora lo «zingaro» che non sopporta alcuna
imposizione e non riconosce alcuna autorità, il contaballe prodigioso, il casinista indefesso, il terrone
orgoglioso in un Nord che lo respinge… in una parola un essere infinitamente vitale e tremendamente
fragile.
Rossana Campo è nata a Genova nel 1963 e vive fra Roma e Parigi. Ha esordito nel 1992 col romanzo In
principio erano le mutande (Feltrinelli, 1999; da cui il film omonimo di Anna Negri). Sono seguiti una
decina di romanzi, tradotti in molte lingue tra cui: Il pieno di super (Feltrinelli, 1993), Mai sentita così
bene (Feltrinelli, 1995), L’attore americano (Feltrinelli, 1997), Sono pazza di te (Feltrinelli, 2001), L’uomo
che non ho sposato (Feltrinelli, 2003), Duro come l’amore (Feltrinelli, 2005), Più forte di me (Feltrinelli,
2007), Lezioni di arabo (Feltrinelli, 2010), Felice per quello che sei. Confessioni di una buddista emotiva
(Perrone, 2012).
Luciano Funetta
DALLE ROVINE
Tunué
Il collezionista di serpenti Rivera, grazie a un video amatoriale, entra in contatto con l’insolita e
seducente scena della pornografia d’arte. Questa esplorazione si trasforma ben presto nella discesa in
un abisso popolato da figure oscure, tra le quali spicca un argentino a dir poco enigmatico: Alexandre
Tapia. Proprio attraverso la frequentazione di Tapia, Rivera scoprirà un universo di abiezioni private e
catastrofi collettive, vittime invisibili e carnefici rimasti impuniti. Una storia di uomini che, come
scriverebbe Vollmann, «rappresentano un incubo per se stessi», e che scelgono di sublimare le loro vite
in un’ultima, sanguinaria opera d’arte.
Luciano Funetta è nato a Roma nel 1986. Fa parte del collettivo di scrittori TerraNullius. Ha pubblicato
racconti su “WATT”, “Granta Italia”, “Costola”e altre riviste. È tra gli autori di Dylan Skyline – dodici
racconti per Bob Dylan (Nutrimenti, 2015).
Simona Lo Iacono
LE STREGHE DI LENZAVACCHE
e/o
È il 1938. Ululano le sirene che inneggiano al fascio. A Lenzavacche, minuscolo paese della Sicilia, vivono
Felice, un bimbo sfortunato ma vivacissimo, la madre Rosalba e la nonna Tilde. Una famiglia di sole
donne, frutto di una misteriosa discendenza da streghe perseguitate nel 1600. Felice, grazie all’estro e
all’originalità dei familiari, riesce a vivere in pienezza nonostante i disagi fisici e l’emarginazione, in un
periodo come quello fascista in cui è sommamente esaltato il valore della perfezione fisica. Un bel
giorno arriva a Lenzavacche un nuovo maestro elementare. Giovane e innamorato della cultura,
fantasioso ma dominato da un dolore lontano, questo maestro, in aperto contrasto con il regime
dell’epoca, non accetta i luoghi comuni sull’insegnamento e aiuta anche lui il piccolo Felice. In una Sicilia
viziosa, ma pronta a giudicare, carnale e insofferente alla diversità, religiosa e pagana, Felice, sua madre
e il maestro Mancuso finiscono per diventare i simboli di una controtendenza dirompente, quella che
decide di andare al di là delle apparenze e di scommettere sul valore della pietà umana. La loro parabola
finisce allora per somigliare proprio a quella delle streghe, un gruppo di donne vissute a Lenzavacche nel
1600 che decise di vivere in castità e in obbedienza e di riunirsi per fronteggiare eventi difficili della vita,
affratellandosi in un vincolo di solidarietà umana.
Simona Lo Iacono è nata a Siracusa nel 1970. Magistrato, ha pubblicato diversi racconti e vinto concorsi
letterari di poesia e narrativa. Cura una rubrica sul blog letterario “Letteratitudine” di Massimo Maugeri.
Il suo primo romanzo, Tu non dici parole (Perrone, 2008), ha vinto il premio Vittorini Opera prima. Nel
2011 ha pubblicato Stasera Anna dorme presto e nel 2013 Effatà (entrambi pubblicati da Cavallo di
Ferro). Attualmente conduce sul digitale terrestre un format letterario dal nome BUC e collabora con le
pagine culturali de “La Sicilia”.
Paolo Malaguti
LA RELIQUIA DI COSTANTINOPOLI
Neri Pozza
1565, Venezia. Il sole non lambisce ancora il camposanto di San Zaccaria, quando il vecchio Giovanni si
cala nella tomba del chierico Gregorio Eparco, il suo antico tutore, appena riesumata dai pissegamorti in
cambio di tre ducati. Sta cercando un libercolo. Un diario «avvolto in una pezza di tela cerata, sigillata da
un nastro nero», che lui stesso, cinquant’anni prima, ha nascosto sotto la nuca del maestro, dopo aver
giurato di non sfogliarlo né di farne parola con nessuno. Il giuramento, però, ora può essere infranto,
poiché le annotazioni contenute in quell’involucro sono l’unico indizio in grado di condurre ad alcune
preziosissime reliquie cristiane andate perdute. Il diario si apre nel 1452, quando Gregorio giunge ad
Adrianopoli insieme con il suo socio d’affari. La città offre uno spettacolo raccapricciante agli occhi dei
due giovani mercanti. Ventotto marinai di una galea da mercado della Serenissima sono stati torturati,
uccisi e lasciati alla mercé dei cani nelle pubbliche vie. L’intento del giovane Sultano è chiaro: offrire una
dimostrazione di forza prima di cingere d’assedio Costantinopoli. Mentre uno sparuto esercito tenta di
respingere l’assalto dei turchi, Gregorio ha un’idea: recuperare tutti «i frammenti di Paradiso»
appartenuti ai santi e disseminati nelle chiese, nei sotterranei e dentro il Grande Palazzo imperiale di
Costantinopoli, per salvare in tal modo la Cristianità. Così tra imboscate, fughe ed enigmi, i due giovani
mercanti si accingono all’impresa…
Paolo Malaguti è nato a Monselice (Padova) nel 1978. Attualmente lavora come docente di Lettere nella
provincia di Treviso e di Vicenza. Con la casa editrice Santi Quaranta ha pubblicato Sul Grappa dopo la
vittoria (2009), Sillabario veneto (2011) e I mercanti di stampe proibite (2013).
Giordano Meacci
IL CINGHIALE CHE UCCISE LIBERTY VALANCE
minimum fax
Nell’immaginario paese di Corsignano – tra Toscana e Umbria – la vita procede come sempre. C’è gente
che lavora, donne che tradiscono i propri uomini e uomini che perdono una fortuna a carte. C’è una
vecchia che ricorda il giorno in cui fu abbandonata sull’altare, un avvocato canaglia, due bellissime
sorelle che eccellono nell’arte della prostituzione e una bambina che rischia la morte. E c’è una comunità
di cinghiali che scorrazza nei boschi circostanti. Se non fosse che uno di questi cinghiali acquista
misteriosamente facoltà che trascendono la sua natura. Non solo diventa capace di elaborare pensieri
degni di un essere umano, ma, esattamente come noi, diventa consapevole anche della morte. Troppo
umano per essere del tutto compreso dai suoi simili e troppo bestia per non essere temuto dagli umani:
«il Cinghiale che uccise Liberty Valance» si ritrova all’improvviso in una terra di nessuno che da una parte
lo getta nella solitudine ma dall’altra gli dà la capacità di accedere ai segreti di Corsignano, leggendo nel
cuore dei suoi abitanti.
Giordano Meacci è nato a Roma nel 1971. Ha pubblicato Fuori i secondi (Rizzoli, 2002) e Tutto quello che
posso (minimum fax, 2005). Alcuni suoi racconti sono in Esc. Quando tutto finisce (Hacca, 2012), Sono
come tu mi vuoi. Storie di lavori (Laterza, 2009), Deandreide (Rizzoli, 2005) e La qualità dell’aria
(minimum fax, 2004). Con Claudio Caligari e Francesca Serafini ha scritto Non essere cattivo (2015) di
Claudio Caligari.
Antonio Moresco
L’ADDIO
Giunti
Il protagonista di L’addio è un uomo pieno di dolore, delicatezza e furore, chiamato a compiere una
missione impossibile. La città dei vivi e quella dei morti sono vicine, comunicanti, e si assomigliano
molto. La polizia dei vivi e la polizia dei morti sono in contatto e collaborano, quando devono risolvere i
casi più difficili. Dispongono di cellulari tarati per la comunicazione tra vivi e morti, e di e-mail criptate.
Ma c’è un’altra cosa, che però nessuno sa dire: quale dei due mondi venga prima. Ora D’Arco deve
tornare nel mondo dei vivi, nel quale fu ucciso, per fermare un massacro di vittime innocenti. Ma, se la
morte venisse davvero prima della vita e il male prima del bene, come si potrà invertire la spirale?
D’Arco ci proverà perché è uno che non si arrende, perché ha una formidabile guida e un alleato: un
bambino dal cranio rasato, gli occhi spalancati e i denti serrati, una creatura senza più voce e con il collo
percorso da una cicatrice prodotta da una collana di filo spinato, ma con la volontà attraversata dalla
stessa indomabile sete di giustizia. Una coppia di eroi fragili e indistruttibili, individui solitari e disillusi
ma disposti a mettere in gioco tutto per difendere chi sia stato umiliato e offeso: un uomo che si è
gettato alle spalle le speranze e un bambino muto ma capace di guardare e vedere nel futuro e
nell’abisso, come quei fanciulli straordinari cari all’apologetica di alcune fedi religiose.
Antonio Moresco è nato a Mantova nel 1947. Della sua vasta opera romanzesca, saggistica e teatrale, si
ricordano almeno Gli esordi (Feltrinelli, 1998), Canti del caos (Feltrinelli, 2001), Gli increati (Mondadori,
2015).
Demetrio Paolin
CONFORME ALLA GLORIA
Voland
Amburgo, 1985. Rudolf Wollmer fa il sindacalista, ha una moglie, un figlio adolescente e l’incubo di un
padre scomodo, una ex SS che morendo gli ha lasciato in eredità la casa di famiglia. Deciso a
sbarazzarsene subito, ritrova, tra gli oggetti del vecchio, un quadro intitolato La gloria. L’immagine è
minacciosa ma nasconde un segreto ancora più terrificante. Nel tempo, la vicenda di Rudolf e del quadro
si intreccia con quella di Enea Fergnani ‒ ex prigioniero a Mauthausen sfuggito allo sterminio del lager
grazie alla sua abilità artistica e proprietario di un negozio di tatuaggi a Torino ‒ e della giovane modella
Ana…
Demetrio Paolin è nato nel 1974, vive e lavora a Torino. Ha pubblicato il romanzo Il mio nome è Legione
(Transeuropa, 2009), i saggi Una tragedia negata. Il racconto degli anni di piombo nella narrativa italiana
(il Maestrale, 2008) e Non fate troppi pettegolezzi (LiberAria, 2014) e diversi studi critici su Primo Levi.
Ha collaborato con il “Corriere della Sera” e “il manifesto”. Conforme alla gloria, il suo secondo romanzo,
esce a sette anni di distanza dal primo.
Raffaella Romagnolo
LA FIGLIA SBAGLIATA
Frassinelli
Un sabato sera come tanti in una cittadina della provincia italiana. La tv sintonizzata su uno show
televisivo, nel lavandino i piatti da lavare. Un infarto fulminante uccide il settantenne Pietro Polizzi, ma
Ines Banchero, sua moglie da oltre quarant'anni, non fa ciò che ci si aspetta da lei: non chiede aiuto, non
avverte amici e famigliari, non si preoccupa di seppellire l'uomo con cui ha condiviso l'esistenza.
Comincia così un viaggio dentro la vita di una coppia normale: un figlio maschio, una figlia femmina, un
appartamento decoroso, le vacanze al mare, la televisione e la Settimana Enigmistica. Ma è una
normalità imposta e bugiarda, che per quarantacinque anni, per una vita, ha nascosto e silenziato
rancori, rimpianti, rimorsi e traumi. E mentre giorno dopo giorno la morte si impadronisce della scena, il
confine fra normalità e follia si fa labile.
Raffaella Romagnolo è nata a Casale Monferrato nel 1971, vive a Rocca Grimalda con il marito. Ha
scritto L'amante di città (Fratelli Frilli, 2007) e, per Piemme, La masnà (2012, divenuto anche uno
spettacolo teatrale) e Tutta questa vita (2013, finalista al Premio Peradotto).
Vittorio Sermonti
SE AVESSERO
Garzanti
Una mattina di maggio del 1945 tre (o quattro) partigiani si presentano col mitra sullo stomaco in un
villino zona Fiera di Milano alla caccia d'un ufficiale della Repubblica Sociale (o forse di tre), lo scovano,
segue un ampio scambio di vedute, e se ne vanno. Da questo aneddoto domestico, sincronizzato bene o
male ai grandi eventi della Storia, si dipanano settant'anni di ricordi di un fratello quindicenne, confusi
ma puntigliosi, affidati come sono agli «intermittenti soprusi della memoria»: il nero-sangue e il gelo
della guerra, la triste farsa di sognarsi eroe, poi il «passaggio dalla parte del nemico» (iscrizione al PCI), e
poi ancora un titubante far parte per se stesso; e il rapporto di reciproca protezione con il padre fascista;
e la famiglia «feudale» della strana mamma; ma anche una collana di amori malriposti, le letture, il
teatro, la musica, il calcio, gli amici. Testa e cuore però non fanno che tornare a quella mattina di maggio,
a quell'ipotesi sospesa, a quell'eccidio mancato.
Vittorio Sermonti è nato a Roma nel 1929. Freelance ostinatissimo, nelle vesti più disparate - narratore,
saggista, traduttore, regista di radio e tv, giornalista, docente di Italiano-Latino al liceo Tasso di Roma e di
tecnica del verso teatrale all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, consulente CEE, poeta e lettore di
poesia -si occupa da sempre del rapporto fra la scrittura e la voce. Tra il 1987 e il 1992 ha registrato per
Raitre l'intera Commedia introdotta da cento racconti critici. Tra il 1995 e il 1997 ne ha replicato la
lettura nella basilica di San Francesco a Ravenna. Fra il 2009 e il 2010 ha registrato per la versione
definitiva dei cento commenti-racconto e delle cento letture della Commedia di Dante, dei dodici libri
dell'Eneide e di 14 «racconti verdiani». Se avessero è il suo primo romanzo.
Elena Stancanelli
La femmina nuda
La nave di Teseo
Anna è una donna intelligente, bella, con un lavoro interessante, ma di colpo tutto questo non serve più.
Dopo cinque anni la sua storia d’amore con Davide affonda in una palude di tradimenti, bugie, ricatti. E
la sua vita va in pezzi. Si trasforma in un’isterica, non dorme, non mangia, fuma e si ubriaca ogni sera per
riuscire ad addormentarsi. Compulsivamente inizia a frugare nel telefonino di lui, nelle chat, sui social.
Non sa cosa sta cercando, non sa perché lo sta cercando. Per un anno rimarrà prigioniera di quello che
lei stessa chiama il regno dell’idiozia, senza riuscire a dirlo a nessuno. Questo racconto è la sua
confessione, sotto forma di lettera, a Valentina, la sua più cara amica, che l’ha vista distruggersi sera
dopo sera. Anna dice tutto, senza pudore. I dettagli umilianti e ridicoli, l’ossessione, la morbosità. Anna
somiglia a tutti noi, che combattiamo questa guerra paradossale che chiamiamo amore. Ogni tanto
vinciamo, più spesso perdiamo. L’unica cosa su cui possiamo sempre contare, l’unica capace di indicarci i
nostri confini, i nostri bisogni, è il corpo. E sarà al corpo che Anna si aggrapperà per sconfiggere il
dolore.
Elena Stancanelli è nata a Firenze nel 1965. È autrice di romanzi e racconti. Tra i romanzi: Benzina
(Einaudi, 1998; premio Giuseppe Berto), da cui è tratto l'omonimo film del 2001, diretto da Monica
Stambrini; Le attrici (Einaudi, 2001); Firenze da piccola (Laterza, 2006); Mamma o non Mamma con
Carola Susani (Feltrinelli, 2009) e Un uomo giusto (Einaudi, 2011). I suoi racconti sono pubblicati su
riviste come “Max”, “Amica”, “Gulliver”, “Tutte Storie”, “Cosmopolitan”, “Marie Claire”. Collabora inoltre
con diversi quotidiani tra i quali “la Repubblica”, “il manifesto” e “L'Unità”.