visualizza rivista PDF
Transcript
visualizza rivista PDF
in questo numero Storia di una Nave Giorgio Des Geneys Intervista a un Modellista Carlo Cavaletto Storia di un Modello Yach per correre sul ghiaccio Angolo del Principiante Costruiamo un Gozzo 3ª parte Schede Monografiche Il Luntro Workaholic Notizie dal Web Parola ai Lettori Editoriale Carlo Cavaletto (Artigliere) Sommario In questo numero 2 4 10 14 24 26 28 30 32 34 Editoriale Storia di una nave Giorgio Des Geneys Intervista con un Modellista Carlo Cavaletto Storia di un Modello Yach per correre sul ghiaccio Angolo del Principiante Costruiamo un Gozzo 3ª parte Schede Monografiche Il Luntro Workaholic Notizie dal Web Recensioni dal Web Fiere Parola ai Lettori Redazione Moia Andrea Antoniazzi Pierangelo Bartolacci Ivan Oss Germano Tenti Massimiliano Uboldi Antonio Venturin Roberto Bragonzi Luciano Mattavelli Rodolfo Vassallo Andrea Aglitti Simona Impaginazione grafica Antonini Adriano Contatti Redazione di VM [email protected] Associazione AMN Magellano Via Paravisi, 1 20092 Cinisello Balsamo (Milano) C.F. 94598450156 [email protected] Foto in copertina “Pogoria” modello di Lino Dolcino 2 Con questo numero della nostra rivista ha inizio un nuovo anno modellistico, all’insegna dell’amicizia e della collaborazione. Amicizia: perché, come Magellano, anche questa rivista nasce per gioco e dalla collaborazione di un gruppo di amici e di appassionati di modellismo, in particolare navale, che ha voluto raccontare le proprie esperienze, attraverso queste poche pagine, che cercano di riassumere quelle che sono esperienze e passioni per tutto ciò che riguarda la marineria in tutti i suoi aspetti. Lo scorso anno abbiamo parlato di tecniche modellistiche, trucchi e congegni che tornano utili al modellista. Abbiamo parlato di storia e cultura marinara, di architettura navale e di metodi di costruzione, seguendo alcuni nostri “cantieri”. Il nuovo anno ed il nuovo corso della rivista vuole essere certamente il proseguimento di quanto abbiamo già fatto negli scorsi anni, sebbene sarebbe nostra intenzione implementare le discussioni modellistiche con un incremento di tecniche modellistiche anche con schede dettagliate circa i vari sistemi di costruzione. Vorremmo dare un nuovo impulso alla vita sociale dell’associazione, portando a conoscenza di tutti i lettori sulle varie attività che si vanno a realizzare dai soci. L’associazione, da un anno ha una propria sede nel comune di Cusano Milanino, che da Gennaio sarà aperta a tutti i modellisti nei pomeriggi di Lunedì e Sabato, in modo da permettere a tutti di farci visita e realizzare progetti. La sede è completa di un laboratorio attrezzato per permettere a chiunque di poter eseguire quelle lavorazioni che richiedono l’uso di macchine particolari che possono servire saltuariamente e quindi non acquistate dal modellista. La sede è dotata di cucina e sala ritrovo dove i soci possono trascorrere momenti piacevoli, parlando di modellismo…magari davanti ad un piatto di spaghetti. Nel mese di Dicembre, appena trascorso, sono stati In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Editoriale parecchi i momenti in cui ci si è ritrovati a lavorare per la sede e contemporaneamente, soci volonterosi, hanno cucinato dei meravigliosi piatti di pasta. Come anticipavo in apertura, l’unione del gruppo è data dalla grande e vera amicizia che unisce i soci, che mettono a disposizione di tutti la propria esperienza e la propria manualità. Con questa frase, introduciamo il concetto di collaborazione. La collaborazione è un fattore indispensabile per il proseguimento della vita associativa, che non deve essere trascurato da alcuno, infatti è solo attraverso uno stretto coordinamento delle persona unita alla disponibilità individuale che permette di realizzare un rivista come la nostra e di portare fuori dalle mura domestiche la passione per un’arte quale può essere il modellismo navale. Senza la collaborazione di poche ma indispensabili persone, non sarebbe possibile realizzare nessuna della manifestazioni che ci siamo prefissati. Mi auguro che l’apporto dei soci e dei lettori possa aumentare, per permettere di divulgare maggiormente la nostra passione. L’apporto di ognuno di noi, può avvenire nelle più disparate maniere. Per proseguire nella nostra opera, possono essere utili persone che si occupano di internet (il nostro punto di forza per la divulgazione); Modellisti più o meno esperti che raccontino le proprie esperienze (utili per redigere articoli o pillole di modellismo); persone che dedichino qualche ora nel cercare contatti con enti pubblici per promuovere mostre di modellismo, ciascuno nella propria zona (anche le mostre permettono la divulgazione di informazioni); Persone disponibili (purtroppo valido per i pochi che vivono nella zona di Milano) che abbiano voglia di occuparsi della manutenzione della sede (abbiamo circa 20.000 metri quadri di prato da tagliare almeno 8 volte l’anno). Ecco….per l’anno appena trascorso i volontari di Magellano si sono occupati di tutto quanto è stato fatto, ma possiamo immaginare che le persone, soprattutto se sempre le stesse, a lungo andare possano anche stancarsi; ed è per questo motivo che viene richiesto un piccolo apporto a tutti coloro che hanno disponibilità di tempo, volontà e passione per il modellismo, per permettere ad una grande associazione quale è Magellano, di continuare nell’opera di divulgazione e di conoscenza della meravigliosa arte del “Modellismo”. Concludo questo mio scritto con un ricordo. Nel mese di Novembre scorso, è venuto a mancare un grande modellista e soprattutto un grande amico di tutti noi; sempre disponibile per ogni fabbisogno sia culturale che manuale. Se lo chiamavi…partiva immediatamente e si metteva a completa disposizione, anche per cose che non riguardavano il modellismo. Sempre in prima fila per l’allestimento di mostre e fiere…..un vero amico, sincero e schietto. Francesco….ci mancherai molto! Con questo ricordo nel cuore, ringrazio tutti coloro che collaborano per una sempre migliore riuscita del nostro lavoro e concludo con un caloroso: BUON 2010 In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 3 Storia di una Nave Giorgio Des Geneys Marco Topa (Tricera) GIORGIO DES GENEYS L’ammiraglio Giorgio Des Genays La carriera di Giorgio Des Geneys, nato a Chiomonte il 29 aprile 1761, inizia all’età 12 quando fu arruolato come guardiamarina di 2ª Classe nella Marina Sarda. Notizia curiosa, il suo primo stipendio fu di 13 lire e 18 soldi del Piemonte, corrispondenti all’incirca agli odierni 100 euro. Nel 1776, a soli 15 anni Des Geneys fu imbarcato come 2° ufficiale sul cutter Speditivo, sul quale prese parte alla riuscita azione contro alcune imbarcazioni di pirati tunisini ancorate nella rada di Diserta. Nel 1778, all’età di 17 anni, Des Geneys venne promosso al grado di guardiamarina di 1ª Classe. Nello stesso anno, dopo anni di ritardi, dagli scali di Villafranca uscì la fregata San Vittorio con la quale Giorgio Des Geneys compì tre campagne contro i pirati nordafricani, quasi imprendibili per via delle loro snelle imbarcazioni, molto veloci perché 4 spinte da remi e larghe vele latine. Nel 1780 Des Geneys si segnalò per avere abbordato e catturato una nave barbaresca precedentemente cannoneggiata dalla San Vittorio. In seguito a questa azione venne affidato a Des Geneys il comando della preda che venne condotta un porto sardo. Promosso per concorso luogotenente di fanteria, nel 1783, al ventiduenne Des Geneys, fu dato il comando della Beata Margherita, una mezza galera che, insieme alla gemella Santa Barbara, e ad alcune galeotte e feluconi. Questa “squadra” fu inviata in Sardegna per difendere gli abitanti delle regioni costiere dalle incursioni dei pirati nordafricani. Il 13 luglio 1789, dopo un breve periodo come capo di stato maggiore sulla San Vittorio, Des Geneys tornò sulla Beata Margherita ed intercettò e catturò un tre alberi pirata tunisino, che fu prontamente rimesso in servizio nella Marina Sarda. Due mesi dopo Des Geneys ebbe il suo primo importante incarico a terra in qualità di aiutante del Viceré della Sardegna. Alla fine del settembre 1792, a seguito degli attriti tra Piemonte e Francia, ci fu l’occupazione francese di Nizza e Villafranca; da quest’ultimo porto, solo la San Vittorio riuscì a sottrarsi alla cattura. Dopo la fuga Des Geneys cercò invano di convincere Ross a portare la sua fregata nell’Atlantico per condurre una guerra di corsa contro il naviglio francese. Ross, invece, condusse la San Vittorio nel neutrale porto di Genova dove essa rimase in disarmo fintantoché, entrata in guerra anche la Gran Bretagna, riprese il servizio sotto il comando dello stesso Ross, che volle Des Geneys suo secondo col grado di capitano. La San Vittorio, prese parte alla difesa di Tolone e quando questa piazza, fu data alle fiamme, mentre il suo equipaggio prendeva il mare sulla più moderna e meglio armata fregata francese Alceste. Purtroppo, non molto tempo dopo Ross e Des Geneys, dopo un accanito combattimento con una squadra francese, furono sconfitti e catturati. In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Storia di una Nave L’anno seguente alla sua liberazione, nel 1796, Genova, ottenendo nel contempo il comando delGiorgio Des Geneys fu nominato comandante del la Marina Sarda, che sotto la sua guida fu rapidaminuscolo Corpo cui la Marina Sarda, ridottasi mente potenziata con la costruzione delle fregate drasticamente a seguito della sconfitta subita dal Commercio di Genova e Maria Teresa da 64 canPiemonte ad opera di Bonaparte durante la cam- noni e della Maria Cristina da 44, della corvetta pagna d’Italia del 1796. Tritone da 22 cannoni, dal brigantino Nereide da A differenza di molti ufficiali piemontesi che ac- 14, più alcune golette ed imbarcazioni cannoniere. cettarono l’arruolamento nell’esercito francese, A questa flotta Des Geneys, aggiunse quattro Des Geneys seguì il Re in Sardegna, dove nel 1801 mezze galere, che seppure già superate per l’epoebbe il comando della minuscola squadra incarica- ca, erano particolarmente adatte per dare la cacta della difesa dell’isola. cia in acque costiere alle veloci feluche piratesche In quegli anni, la marina francese non costituiva nordafricane, che ancora eseguivano scorrerie sui un grosso problema per il Re poiché era impegna- litorali sardi. ta dalla squadra dell’ammiraglio Nelson; la prinL’attuale Accademia Navale di Livorno si deve cipale minaccia era dovuta ai pirati nordafricani, alla volontà del Des Geneys di fornire alla Mariche avevano intensificato le loro incursioni. Il 15 settembre 1804 Des Geneys dopo un lungo combattimento catturò due navi bene armate tunisine. Nel giugno 1806 Des Geneys catturò una imbarcazione con ventisette tunisini, che poi furono scambiati con altrettanti sventurati isolani ridotti in schiavitù. Nel 1811, nonostante la povertà delle proprie finanze Carlo Emanuele riuscì ad aumentare le forze e gli organici della Marina La Fregata Commercio di Genova Sarda, confermando Des Geneys al suo comando con il grado di contrammiraglio. na ufficiali adeguatamente preparati; l’Accademia Riorganizzata la sua flotta in due squadrette forti di Livorno è infatti discendente diretta della Regia complessivamente di una galera, due mezze galere Scuola di Marina, fondata appunto da Des Geneys, e quattro veloci navicelle Des Geneys si dedicò che dal 1816 curò la preparazione dei nuovi uffisoprattutto alla lotta contro la pirateria. ciali. Il 28 luglio 1811, una delle squadrette di Des GeDurante i moti del 1821, l’ormai sessantenne neys al comando del cavaliere Le May intercettò al governatore di Genova corse il rischio di essere largo di Capo Teulada tre navi corsare, catturando- linciato da una folla di insorti con la quale aveva ne due dopo una feroce lotta. cercato di dialogare fidando nella sua fama di perData l’abilità dimostrata anche negli incarichi più sona bene accetta ed equilibrata. delicati l’ammiraglio fu nominato governatore di Scampato il pericoloDes Geneys si dedicò con In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 5 Storia di una Nave ancora maggiore energia alla Regia Marina. Nel 1822 una squadra di tre moderne fregate, scortate da naviglio minore, al comando di Des Geneys incrociò nel Mediterraneo Occidentale toccando i porti di Tunisi, Algeri e Tangeri. Questa presenza nel mediterraneo diede una spinta alla firma di trattati commerciali con tali paesi.. Come già accennato in precedenza, nel 1816 le varie reggenze di Tunisi, Algeri e Tripoli, dietro la corresponsione di alcuni tributi, avevano messo un freno alle scorrerie piratesche. Tuttavia qualche anno dopo il Bey di Tripoli aveva sollecitato al Piemonte un tributo extra, con la sottintesa minaccia di una ripresa della pirateria. Alla fine del 1825, Des Geneys fu incaricato dal governo di Torino di fornirle una scorta adeguata al prestigio della Regia Marina: il 24 settembre le fregate Commercio di Genova e Cristina ed il brigantino Nereide avevano portato a Tripoli gli incaricati delle trattative. Interrotte le trattative, Des Geneys ordinò al comandante la divisione, capitano di vascello Sivori, di attaccare la flottiglia del Bey in porto a Tripoli; nella notte sul 27, dalle fregate piemontesi si era staccata una dozzina di scialuppe, che con circa duecentocinquanta marinai avevano abbordato e messo a fuoco un brigantino, due golette ed altro naviglio minore ancorate alle banchine del porto. Il Bey, a seguito di questa prova di forza, dimezzò subito le pretese, e si rese conto che, vista la forza della Regia Marina gli atti di pirateria contro il Piemonte sarebbero stati inutili. Sulla scia del successo ottenuto a Tripoli, nello stesso anno, la Regia Marina intervenne anche a Tunisi dove ottenne dal locale Bey la restituzione di una nave da carico sequestrata senza valida ragione senza dover neppure sparare un colpo; bastò solo la sua presenza. L’Ammiraglio, Conte e Barone Giorgio Des Geneys morì il 3 gennaio 1839 a Genova, dove fu sepolto nel tempio dell’Annunziata. 6 FREGATA A VELA DES GENEYS (Ex Marina del Regno di Sardegna) Questa unità fu costruita nel 1826-27 in esecuzione del programma di rinnovamento e rafforzamento della flotta sarda voluto, dopo la Restaurazione postnapoleonica, dal Comandante Generale della Marina, contrammiraglio Giorgio des Geneys; programma realizzato, in pochi anni, con la costruzione di cinque fregate, due corvette e tre golette. Una delle nuove fregate ricevette il nome di Hau- L’abazia di Hautecombe tecombe, l’abbazia savoiarda dove è situato il mausoleo dell’antica Famiglia dei Conti di Savoia, divenuti poi Duchi e infine Re. Nel luglio 1831, il Re Carlo Alberto, in onore dell’artefice della ricostruzione della Marina del Regno, ordinò che I’Hautecombe assumesse il nome di Des Geneys. Al momento della incorporazione nella flotta del Regno d’Italia la nave era ormai un’unità piuttosto anziana, e già da qualche anno veniva utilizzata solo come trasporto sbarcando tutti i cannoni della batteria e riducendo l’equipaggio a 156 uomini. Così alleggerita la nave poteva imbarcare 800/900 tonnellate di materiale. Per svolgere il servizio di nave trasporto era però troppo invelata tuttavia non si è a conoscenza di successivi lavori di riduzione dell’alberatura. In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Storia di una Nave La fregata Hautecombe entro in servizio ai primi giorni di ottobre del 1828, quando compì la sua prima missione fra Genova e Cagliari. Negli anni dal 1829 al 1831, al comando del capitano di vascello in 2ª Luigi Serra, svolse una normale attività di addestramento, alternata a periodi di disarmo, compiendo diversi trasferimenti tra i porti del Tirreno . Come già detto in precedenza, il 25 luglio 1831, per disposizione del Re Carlo Alberto fu ribattezzata Des Geneys, in onore dell’Ammiraglio Comandante Generale della Marina – ancora vivente e che morì nel 1839 - il quale aveva retto la Marina sabauda durante il periodo napoleonico e l’aveva ricostruita dopo la Restaurazione. Nel marzo 1833, al comando del capitano di vascello Giuseppe Albini, fece parte della squadra del contrammiraglio Giorgio de Viry che compì una dimostrazione di forza contro la Reggenza di Tunisi, con il bombardamento dei porti e con lo sbarco di truppe. Dal settembre al dicembre 1833, al comando del capitano di vascello in 2ª Tito Olzati, compì un viaggio in Sicilia e nelle Baleari, quindi, recatasi a Livorno, restò a disposizione del Granduca di Toscana in servizio di vigilanza per impedire sbarchi di fuorusciti francesi. Nel febbraio 1834 si recò in missione a Rio de Janeiro - prima nave da guerra sarda a giungere in quelle acque - e poi a Montevideo, dove riparò i danni all’alberatura sofferti nel corso della tempestosa navigazione in Atlantico; tornò quindi a Rio de Janeiro e toccò poi Bahia e Pernambuco. Ritornò infine a Genova il 12 dicembre 1834. Dal 30 dicembre 1835 al marzo 1836 compì navigazioni nel Tirreno al comando del capitano di vascello in 2ª Giuseppe Zicavo. Nell’aprile 1837, di nuovo al comando del capitano di vascello in 2ª Tito Olzati, si recò ad Alessandria d’Egitto e a Marsiglia per eseguire il trasferimento dei Regi Consoli. Nell’ottobre 1841, al comando del capitano di vascello Giorgio Mameli, si recò a Santa Cruz di Tenerife e poi a Montevideo. Risalì poi il Rio della Plata raggiungendo Buenos Aires; toccò di nuovo Montevideo e Bahia per rientrare in patria, ma ricevette invece l’ordine di tornare a Montevideo dove rimase di stazione fino ai primi del 1843. Il 26 aprile 1848, sempre al comando del Mameli, si recò in Adriatico con la squadra agli ordini del contrammiraglio Albini, partecipando al blocco di Trieste e di altri porti della costa istriana. Si trattenne poi a Venezia e ad Ancona per alcune missio- In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 7 Storia di una Nave ni e, nell’aprile 1849, imbarcò a Venezia le truppe sarde che lasciavano la Lombardia. Un ammutinamento dell’equipaggio deluso da1le conseguenze della sconfitta dell’Esercito piemontese, fu represso dal nuovo Comandante dell’unità, il capitano di vascello in 2ª Carlo Pellion di Persano. Nel 1851, al comando del capitano di vascello Augusto Ceva di Noceto, fece parte della Squadra di Evoluzione con la quale compì alcune navigazioni ed esercitazioni nel Mediterraneo. Nel 1854, la fregata, che non era più adeguata a compiti bellici incondizionati, fu utilizzata in “gabarra”, cioè come nave da carico. A tal fine, per aver spazio per trasportare materiali, sbarcò tutto l’armamento in batteria e mantenne solo sei cannoni da 80 libbre e due cannoni-obici da 20 libbre in coperta. Al comando del capitano di fregata Baldassarre Galli della Mantica, trasportò a New York 65 emigrati politici e tornò con un carico di farina destinato alle truppe che operavano in Crimea. Fu poi in Mar Nero, nel febbraio e nel maggio 1856, sempre per recare materiali e rifornimenti, finché, il 10 giugno, imbarcò reparti di truppe sarde che rimpatriavano. Nel 1858 fu inviata in Svezia per caricare cannoni di produzione svedese, legname e catrame. L’anno 8 successivo, armata solo con quattro cannoni-obici da 20 libbre, fu utilizzata, al comando del capitano di vascello Giovanbattista Albini, per rifornire di carbone le unità della divisione sarda che operavano in Alto Adriatico assieme alla squadra francese. Nel novembre 1860 portò a Napoli materiali per la squadra dell’ammiraglio Persano, fu poi impegnata nel trasferimento di prigionieri borbonici da Gaeta a Napoli e, infine, trasportò materiali alla squadra impegnata nell’assedio della cittadella di Messina. La Des Geneys fu iscritta come fregata a vela nel naviglio della Marina del Regno d’Italia il 17 marzo 1861, ma continuò ad essere utilizzata. come trasporto. Nel settembre del 1867, a primo comando del capitano di fregata Michele Pico, fu inviata nuovamente nelle acque del Rio della Plata e a Montevideo, come stazionaria; venne impiegata come nave caserma per gli equipaggi delle navi italiane e come magazzino di rifornimento. Avendo ormai passati i 52 anni di servizio, non essendo conveniente il suo rimpatrio, fu venduta in loco e radiata con R.D. n.5433 del 27 dicembre 1869. In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Storia di una Nave CARATTERISTICHE GENERALI 1400 t 1508 t Dislocamento Carico normale Pieno carico Dimensioni lunghezza fra le perpendicolari larghezza immersione media a carico normale 47,1 m 12,6 m 5,7 m Scafo Legno con carena rivestita in rame Attr ezzatura velica Tre alberi armati a nave (a vele quadre) Armamento Iniziale 24 cannoni F.L. da 24 libbre in batteria 4 cannoni F.L. da 60 libbre in batteria 20 carronate F.L. da 30 libbre in coperta Nel 1854 (dopo declassamento a nave trasporto) Nel 1859 Equipaggio Iniziale Nel 1854 (dopo declassamento a nave trasporto) 6 cannoni F.L. da 80 libbre in coperta 2 cannoni obici F.L. da 20 libbre 4 cannoni obici da 20 libbre 430 uomini circa 156 uomini In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 9 Intervista ad un Modellista Carlo Cavaletto (Artigliere) INTERVISTA A CARLO CAVALETTO Un modellista con tanta esperienza ma anche… con tante opere incompiute... In questo numero della rivista ci occupiamo di una persona che possiede grandi conoscenze ma….ha anche la fama di non concludere mai i lavori che inizia e solo per pochi giorni di lavoro, per cui è interessante capire che cosa lo porta a tenere un tale atteggiamento. DOMANDA:- Da quanto tempo fai modellismo? RISPOSTA: Ho iniziato a fare modellismo navale in legno dall’età di 18 anni ed ho iniziato con i disegni; a quell’età non possedevo certamente le risorse per comperare una scatola kit per cui mi sono procurato i disegni di un clipper “la Croce del Sud” di cui credo possedere ancora i disegni. Poi come capita a tanti….il militare….la morosa….la famiglia….ed infine…dal 1986 ho ripreso il mio hobby preferito con costante attività. D: Che cos’è per te il modellismo e qual’ è l’aspetto che più ti affascina di questo hobby? R: Per me il modellismo è una sorta di terapia contro lo stress della vita. Io svolgo l’attività di consulente informatico e alla sera e nei momenti liberi desidero staccarmi completamente da monitor e tastiera, senza però finire dritto davanti al televisore… Mi raccolgo nel mio angolo di lavoro e la mia mente è concentrata solamente nel particolare che sto costruendo. 10 Per quanto mi riguarda, l’aspetto più affascinante è lo studio e la ricerca nei testi, anche d’epoca, di come l’uomo attraverso le imbarcazioni abbia scambiato la propria cultura e le proprie conoscenze con tutte le popolazioni del globo. D: Qual’ è stato il modello con cui hai ripreso l’attività nell’86? R: Inizialmente ho ripreso con una serie di modelli in plastica; ero affascinato dai modelli della (ormai scomparsa) “Protar” e si trattava in particolare di moto ed auto…..modelli tutti terminati!!!!! Poi mi sono stancato della plastica, anche perché la loro costruzione non richiede particolari conoscenze ma richiede una grande abilità nella colorazione….cosa che a me non è mai riuscita particolarmente bene. Ho pensato bene, allora di ritornare al mio primo amore: il legno ed è così che sono ripartito nell’89 con una scatola kit “il Bounty” della Mamoli…TRAGEDIA. Non avevo In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Intervista ad un Modellista più la mano di un tempo e la costruzione dello scafo è stata una vera tragedia, riparata con chili di stucco, tale da portarmi a buttare lo scafo ed a ricostruirlo partendo dai disegni compresi nella scatola. Ho iniziato ad acquistarmi l’attrezzatura ed ulteriori disegni di quella nave. D: Hai terminato quel modello? R: No! Ho soltanto completato lo scafo perché nel frattempo ho iniziato a studiare tutti gli altri disegni acquistati e mi sono reso conto di tutte le imprecisioni delle scatole kit e gli errori di scala. D: Cosa hai fatto in seguito? R: Ho continuato con altre scatole kit….ma questa volta tutti i kit a cui mi rivolgevo, prevedevano la costruzione dello scafo con una fiancata aperta in modo tale da poter vedere gli interni della nave con particolare riferimento alla suddivisione degli spazi interni. Ha iniziato ad affascinarmi la maniera in cui erano attrezzate le navi e come potevano vivere a bordo le persone. D: Questi studi a cosa ti hanno portato? R: Mi hanno portato ad acquistare un numero impressionante di libri…oggi la mia biblioteca dispone di circa una quarantina di testi che parlano di tecniche costruttive Francesi ed Inglesi in particolare del periodo più affascinante della marineria: il 16° e 17° secolo. D: quali altri modelli hai iniziato? R: Vista la mia tendenza…ho costruito delle sezioni maestre e dei piccoli diorami che riproducono particolari della nave….sempre da scatola kit. La svolta c’è stata quando ho acquistato un bellissimo kit del Bounty che lo riproduceva con una fiancata aperta, pertanto con tutti i locali interni della nave. Però giunto ad un certo punto della costruzione mi sono reso conto che non potevo continuare con siffatto modello in cui tra le parti a vista si notava evidentemente la natura del legno….compensato!! Allora, dopo essermi procurato ulteriori disegni, ho pensato di ricostruire il Bounty…ma questa volta in “ammiragliato” in cui avrei previsto sempre delle aperture sullo scafo tali da mostrare le zone interne della nave. D: Condividi queste tue conoscenze con qualche amico modellista? R: Si! Dal 1999 ho iniziato a partecipare ad un gruppo di discussione trovato casualmente su Internet e fondato da un modellista di Roma con il quale, in seguito, si è venuto a creare un bel gruppo di modellisti con cui si scambiavano un’infinità di informazioni che permettevano ai modellisti di crescere. Purtroppo nel 2003, a seguito di una serie di incomprensioni, io ed alcuni amici abbiamo abbandonato quella nave per costituire un nostro gruppo su Yahoo che parlasse di modellismo navale fine a se stesso senza “pettegolezzi”. E’ nato così “MAGELLANO” che inizialmente era un semplice gruppo su Yahoo a cui ha fatto seguito il me- In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 11 Intervista ad un Modellista te settimanali del “Soleil Royal”. D: Perché fai questo per il modellismo? R: Faccio questo per il modellismo, ma più ampliamente per mantenere vive le tradizioni della marineria, innanzitutto perché sono sospinto da una grande passione e credo fermamente in ciò che faccio ed in secondo luogo perché ho la presunzione di poter insegnare qualcosa ai giovani che vogliono avviarsi a questa grande “arte”. D: Quali sono le conclusioni a cui sei giunto? R: Dopo una vita di esperienze e studi mi sono reso conto della scarsa affidabilità delle scatole raviglioso portale che tutti Noi conosciamo. Nel 2005 l’amicizia e la comune passione ci ha portato a fondare anche la associazione “A.M.N. Magellano” per permetterci di dialogare con le pubbliche istituzioni ed essere più incisivi sul territorio nazionale. Questa presenza ci ha permesso nel 2009 di avere una sede fissa messaci a disposizione dal Comune di Cusano Milanino (MI) offrendoci così l’opportunità di divulgare, anche territorialmente, l’arte del modellismo. Vorrei anche ricordare che dal 2008 ho portato “Magellano” a collaborare con De Agostini, realizzando due corsi di modellismo che vengono pubblicati sulle uscite settimanali della raccolta “la Constitution” e nel 2009 assieme a “Lubra”, l’associazione collabora anche nelle usci12 Kit, sebbene sostanzialmente lo scafo sia corretto, ma i particolari lasciano molto a desiderare. Gli studi eseguiti mi hanno portato a scoprire che un modellista che dedica innumerevoli ore per ricostruire una nave antica, dovrebbe dedicare maggior attenzione alla documentazione poiché per fare un modello attendibile o meno, impiegherebbe sempre lo stesso tempo.Vorrei tanto avere più tempo libero per metterlo a disposizione dei modellisti e tramandare le mie conoscenze. Grazie a “Magellano” per avermi dato l’opportunità di esprimere i miei pensieri. In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Carlo Cavaletto Intervista ad un Modellista In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 13 Storia di un Modello Yach per correre sul ghiaccio Luciano Bragonzi (Lubra) RICERCA E STUDIO PER LA REALIZZAZIONE DI UN MODELLO “PARTICOLARE” PREMESSA. Questo scritto è la traduzione di un articolo di GERARD DELACROIX apparsa sul n° 229 della rivista francese NEPTUNIA. Il modello è stato costruito da GERARD CHATAINIER. Nel 1768, dopo un lungo viaggio in Europa, l’ingegnere svedese Frerik Henrik Chapman (17211808) fa pubblicare a Stoccolma una monumentale raccolta di piani intitolati ARCHITETTURA NAVALIA MERCATORIA. Questo importante lavo- ro comprende sessantadue tavole che dettagliano più di centocinquanta imbarcazioni, dalla semplice jole ai grandi Indiamen Inglesi. Sono rappresentate alcune imbarcazioni francesi come la fregata LA SIRENA di JL Coulomb o la fleuta LE CHAMEAU di B. Ollivier. Tra i piani proposti, si può scoprire sulla tavola 53 una simpatica imbarcazione dotata di una grossa traversa le cui estremità sono attrezzate di pattini. E’ denominata precisamente: YACHT PER CORRERE SUL GHIACCIO. Probabilmente di origine svedese, questo affascinante piccolo yacht misura 13 piedi, 4,20 mt di lunghezza e la sua larghezza è di 4,5 piedi, 1,45 mt. Questo piano particolarmente originale è molto dettagliato pur comportando la sola ordinata maestra, ma la presenza dell’alberatura e della velatura gli da un innegabile interesse. Avendo adocchiato da molto tempo questo piano, ho proposto a Gerard Chatainier di realizzarne un modello. Per questo eccellente modellista, che per il suo gusto verso la “Piccola marina” si è specializzato nei piccoli scafi, questo piccolo yacht corrisponderà esattamente allo stile delle sue realizzazioni I PIANI Ci siamo dunque concentrati sui quattro disegni che determinano questa piccola barca per scoprirne la costruzione. (Copyrite “Plans Architecture Navalis Mercatoria F. H. Chapman) Questo yacht per navigare sul ghiaccio dispone di una grande velatura malgrado le sue ridotte dimensioni. L’albero misura più di 10 mt. A fronte di uno scafo di soli 4 mt. 14 Tavola 1 - Il primo è una vista laterale, poca altezza ed un grande rialzamento della parte posteriore gli danno una certa eleganza, ciò che è raro per questo tipo di imbarcazione, le barche piccole sono generalmente rase sull’acqua. Questo disegno ci ha permesso di segnare certe particolarità che sono: In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Storia di un Modello - prima cosa la traversa munita dei suoi pattini collocato sul primo quarto di prua. - un sistema di frenata costituito da un grosso spuntone che attraversa la chiglia nella sua parte posteriore, questo freno è azionato da un pedale munito di una molla. - infine il timone che che fa anche da pattino per la parte posteriore della barca. Questo timone è mantenuto sulla chiglia nel modo classico ma le cerniere sono invertite, nel senso che quelle fissate al timone (agugliotti), sono poste sotto quelle fissate alla chiglia (femminelle) e quindi servono anche per supportare il peso dell’imbarcazione. Tavola 1 - Elevazione dello scafo . Le scale riportate in alto indicano le misurazioni espresse in piedi svedesi, inglesi e francesi Tavola 2 - La mezza vista da sopra che ha permesso di rilevare le sezioni verticali. Tavola 2 - Il secondo disegno ci mostra una mezza vista da sopra sulla quale si identifica perfettamente la traversa, il ponte, che presenta una grande apertura centrale, la botola di accesso al freno, e l’apertura sullo specchio di poppa per il passaggio del timone e altri particolari. In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 15 Storia di un Modello Tavola 3 - Vista da poppa e sezione della maestra. Tavola 3 – Nella vista della parte posteriore, che completa i due disegni precedenti, si può osservare che questa barca è a fondo piatto e che lo specchio di poppa è contornato da generose decorazioni. Su questo disegno, una sezione permette la vista reale della ordinata maestra che ci aiuterà per la ricostruzione delle altre forme. Tavola 4 – L’ultimo disegno dettaglia infine l’alberatura e la velatura e la poca attrezzatura che necessita l’imbarcazione. La lunghezza dell’albero è significativa, rappresenta 2,5 volte quella dello scafo. Questo albero è completato da un grande boma che arriva allo specchio di poppa e a prua un’asta di fiocco generosa che dota questa barca di una abbondante velatura. Per esigenze di stampa questi piani comportano errori di comparazione tra le varie viste e bisogna constatare che certi dati mancano, ma l’insieme è sufficiente per una ricostruzione corretta di questa imbarcazione. Tavola 4 - Il disegno mostra la generosa velatura di questa piccola barca. 16 In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Storia di un Modello DEFINIZIONE DEI SCAFO VOLUMI DELLO L’ assenza delle linee verticali non è veramente un problema, perché a partire da alcune misure date dai piani, è possibile ricostruirle in modo molto simili alla realtà. Osservando la vista di sopra (tavola 2) , si possono segnare tre linee principali che faranno da riferimento per determinare i volumi dello scafo. La linea di massima larghezza è facilmente reperibile, ed è quella che ci darà lo sviluppo massimo dello scafo. Leggermente all’interno di questa linea, si trova una doppia linea che corrisponde al bordo della murata. Infine, tracciata a puntinatura, la forma che costituisce il fondo piatto della barca. Foto 2 Il blocco di balsa che servirà a determinare le linee di sezione verticali. E’ costituito da una dozzina di lastre di balsa fissate tra loro La scelta per la costruzione del modello è 1:20, per cui otterremo uno scafo di 20 cm. di lunghezza circa. Il metodo, per ottenere il volume dello scafo, consiste nel classico “pane e burro” cioè nello “scolpire il volume dello scafo in un blocco, costituito di dodici piani di balsa di 5 mm. ciascuno, tagliati secondo il tracciato della costola maestra. Con gli altri due dati ricavati dalla tavola si potrà quindi procedere. La balsa è stata scelta per la sua estrema lavorabilità. Mantenuto insieme grazie a due barrette filettate, il blocco così composto è tagliato seguendo il profilo verticale conosciuto, quello del fondo e quello della falchetta ( foto 2 e 3 ). Occorre tutta- via badare a mantenere intatto il bocco superiore per utilizzarlo come riferimento e base. Il tracciato del fondo piatto è ricavato in un com- Foto 3 Blocco parzialmente smontato e i disegni ricavati dalle misure delle varie sezioni di balsa. In alto a sinistra la dima per la segnatura dei rialzi del modello. pensato di un millimetro di spessore che sarà aggiunto alla base del blocco per determinare l’arresto inferiore dello scafo. Ultima operazione, dare alla parte posteriore del blocco i profili della poppa e la forma dello specchio rilevati dai piani. Resta allora da scolpire il blocco per dargli una forma armoniosa seguendo le tre linee conosciute. Queste linee è meglio evidenziarle in rosso, e in nessun caso eliminarle durante la lavorazione di taglio delle forme. Per la linea corrispondente alla falchetta, bisogna prendere riferimenti rispetto alla relativa tavoletta per il suo rientro, rialzo e posizione. L’utilizzo di una dima sagomata col profilo e segnata dell’ordinata maggiore permetterà la sua segnatura ed di controllare l’armoniosa rotondità dello scafo. Dopo aver dato la forma ed aver levigato correttamente il blocco, si tracciano le linee delle sagome verticali che serviranno in seguito per la costruzione del cantiere. Una decina di linee bastano per definire i volumi In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 17 Storia di un Modello Foto 6 Il cantiere completamente smontato. Per determinare il profilo di queste sagome, si disegna su un foglio di carta un asse verticale attraversato longitudinalmente da line trasversali con lo spazio uguale e corrispondente alla totalità delle tavolette usate per il blocco. Si smonta allora il blocco per liberare ogni tavoletta. E’ sufficiente poi misurare la larghezza di ogni tavoletta alle segnature ricavate , riportare questa dimensione sulle linee trasversali corrispondenti. Collegando poi tutti i profili di di questi segni fatti, si determinerà la curvatura della sagoma voluta e per tutte quante le altre sagome per la costruzione del cantiere. Foto 7 semplice attrezzo per poter allineare la tracciatura delle ordinate. alla base del cantiere, ma che si possano staccare dalla medesima a scafo terminato. Tutto ciò perché i fianchi della barca sono rientranti. A poppa, il profilo curvo dello specchio è fatto su un piccolo cantiere addizionale che sarà applicato contro l’ultima sagoma. A prua, gli spazi tra le sagome tagliate nel multistato di 2 mm. Sono COSTRUZIONE DEL CANTIERE Le sagome sono tagliate in una lastra di multistato di 5 mm. Per la parte centrale dello scafo ed in multistrato per la parte anteriore. Bisogna badare alla posizione della tavoletta superiore, che è il fondo piatto dello scafo ed è il riferimento comune per le sagome. Il seguito del lavoro si svolge in maniera tradizionale, un cantiere costituito da una base sulla quale si posizionano le sagome, chiglia all’insù. Il controllo ed il mantenimento della distanza e la perpendicolarità tra le sagome è assicurato da semplici spessori in balsa. Bisogna far-sì che le sagome rimangano ben salde 18 Foto 4 Il cantiere sul quale è già stato montata la chiglia, il fondo piatto e lo specchio di poppa. riempiti in balsa seguendo lo stesso profilo. Il fondo piatto, la parte di chiglia piana e lo specchio sono tagliati, poi posizionati sulle sagome verticali. La volta e lo scudo di poppa sono messi poi a posto appoggiandoli sul piccolo cantiere previsto a poppa, la loro forma è allineata secondo il profilo del futuro scafo. Il momento del fasciame è arrivato, il metodo è classico e molte volte descritto. C’è tuttavia una In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Storia di un Modello incollate fra loro,ed al loro posto rispettivo sulle sagome di cui si sarà preso cura di ingrassare la zona per evitare l’incollaggio dei corsi su quest’ultima, Gerard Chatainier ha scelto di non smontare, al termine, le prime tre sagome compresi i pezzi di balsa, che saranno invisibili una volta finito il modello. Questo ha il compito di rinforzare la parte prodiera del modello e di semplificare anche Foto 5 Lo scafo è stato interamente rivestito del fasciame, pronto per essere rimosso dal cantiere. piccola difficoltà, i principali profili dei corsi sono a forma di “S”. Un lavoro sulla forma dei corsi del fasciame è imperativo per dare a questo scafo una linea elegante. Per rilevare la forma esatta dei corsi, si applica una striscia di carta trasparente al posto del futuro corso e si riporta il segno delle larghezze che si erano precedentemente disegnate su tutte le sagome. La striscia è messa poi in piano e basta collegare i punti ricavati per determinare la forma del corso. Dovranno quindi essere ben Foto 8 Il fondo è stato rivestito, le costole sono state sistemate ed è stato fissato il rinforzo per la scassa. Nelle tre sagome di prua si vedono i blocchi di balsa che hanno aiutato l’incollaggio del fasciame e sostituiscono i bagli per il ponticello di prua. Foto 9 Il meccanismo del freno è stato montato prima della collocazione dei bagli. il montaggio del fasciame, che potranno quindi essere direttamente incollati. L’esterno del guscio viene perfettamente levigato In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 19 Storia di un Modello pareggiandolo con lo specchio di poppa. Alcune sagomature adornano le linee del guscio, la prima è posta circa alla linea di massima larghezza, una seconda giusto alla falchetta ed un’ultima delimita il piccolo rialzo della parte poppiera, continuando nel riquadro di poppa con un’altra ricca decorazione. ELIMINAZIONE DEL CANTIERE E SEGUENTI LAVORAZIONI Se si è curato di rendere le sagome impermeabili alla colla è venuto il momento di estrarre il guscio staccando la base. Bisogna poi levare i pezzi di balsa interni tra le sagome e quindi toglierle ruotandole leggermente. L’interno dello scafo può allora essere pulito e grattato e levigato per dargli un aspetto definitivo. Per la segnatura delle linee delle ordinate è determinato poi grazie ad un piccolo manufatto molto semplice ma molto pratico per ottenere una tracciatura precisa ( vedi foto 7). Le ordinate, che saranno tagliate perché è difficile piegarle, sono messe in opera così come il rinforzo dell’albero e i due rinforzi destinati al fissaggio della traversa Prima di cominciare il collocamento al loro posto dei bagli del ponte, bisogna procedere all’istallazione del sistema di frenata. Questo meccanismo Foto 10 Il meccanismo del freno è costituito da una leva imperniata alla poppa, che preme su di uno spuntone che attraversa la chiglia e da una molla per il ritorno. 20 Foto 11 Il ponte è stato sistemato, non resta che tagliare i bagli nelle misure dell’apertura sistemando dei braccioli. è costituito semplicemente di una leva articolata sullo specchio di poppa che appoggia su uno punzone che attraversa la chiglia. Una lama di molla permette il ritorno alla posizione iniziale della leva che è azionata col piede. La traversa è istallata poi senza i suoi pattini, per poter posizionare i quatto golfari che agganceranno le sartie. Nove bagli sono istallati per per il sostentamento del ponte. Il primo è applicato contro la piccola paratia della parte anteriore, come a dire contro la terza costola e l’ultimo vicino al meccanismo del freno. Uno sportello è installato anche sul penultimo baglio, l’apertura permette l’accesso alla leva del freno. In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Storia di un Modello Il ponte è fabbricato in due parti simmetriche, di compensato sottile, badando di sagomare il suo profilo seguendo l’allineamento della sagomatura esterna. Per fasciare allora interamente poi il ponte bisogna tagliarne la conseguente apertura con la sagoma definita dalla vista di sopra (piano 2) e non dimenticare di riservare un accesso al meccanismo del freno così come un passaggio della mastra dell’albero. I bagli sono tagliati poi nei limiti dell’apertura il bordo di questo ultimo ricevendo un bracciolo completamento del modello. Contiamo che le molte foto che corredano questo scritto permettano di ultimare il modello rispettando lo spirito del tempo di questa insolita imbarcazione. La realizzazione di questa affascinante imbarcazione cumula più attrattive. Il suo piano inedito, la sua piccola taglia che permette una grande scala e la sua semplicità ne fanno un modello molto piacevole da costruire. Ma proprio la sua originalità di barca “da ghiaccio” che in effetti affascina. Foto 12 Le gallocce per le scotte, la barra del timone e la leva del freno che sporge dal portello incernierato. Foto 13 La traversa con i suoi pattini aumenta in maniera importante la stabilità della barca. Un collare di ferro lega l’asta del fiocco e il suo piede è ancorato in una piccola scassa sul ponticello. curvo sotto il bordo più stretto del ponte e le estremità dei bagli per mantenere bene l’insieme. Dopo avere bordato il piccolo ponte della parte anteriore, si ultimeranno gli elementi che attrezzano lo scafo: la mastra dell’albero, le cerniere dello sportello del freno,il foro nello specchio per il passaggio de timone ed il timone con la lama. Conseguentemente potremo applicare i pattini con le rispettive lame. L’alberatura è semplice e l’attrezzatura è concisa. Due sartie per bordo trattengono l’albero, sono irrigidite da un sistema di paranco incrociato alle estremità della traversa. A prua una generosa asta per il fiocco, ancorata al ponticello di prua e legata allo sperone della ruota di prua. I disegni difettano di alcune attrezzature per il Foto 14 Vista dall’alto del ponte e l’interno dello scafo. Risulta ben visibile il rinforzo per il fissaggio della traversa. In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 21 Storia di un Modello Foto 15 - Si nota la piatta di ferro sul terminale della chiglia e la lamina che guarnisce il timone. Foto 17 - Il timone con la ferramenta invertita. Sopra la poppa curva un pannello con una piacevole guarnitura. Foto 16 - L ‘albero è fasciato in una mastra stretta da un collare metallico slegabile. Sulla mastra le gallocce per le drizze. Foto 18 - Il grosso pattino guarnito della lama che termina posteriormente con un tallone per un miglior fissaggio. Il tutto è ben fissato alla traversa e con i golfari per l’aggancio delle sartie. 22 In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Storia di un Modello Foto 19 - Particolare dell’aggancio del boma all’albero Foto 20 - Parte alta dell’albero con le manovre del picco e relative drizze. Foto 21 - Le due scotte del fiocco passano in un anello che è libero di scorrere sulla barra metallica ricurva, permettendo il cambio automatico delle mura. Foto 22 - Nella chiglia la giunzione della ruota di prua con una palella piatta. Ben visibile il fissaggio sulla ruota dello strallo basso dell’asta del fiocco. Traduzione e adattamento di LUCIANO BRAGONZI ( Lubra ) In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 23 Angolo del Principiante Costruiamo un gozzo parte 3ª Francesco Garofalo (Alimurimeta) PARTE III 1. Per rendere più solida e precisa la giunzione tra impavesata e bordatura del ponte è necessario applicare un listello 1 x 1 mm che dovremo preventivamente sagomare. La sagomatura la realizzo con l’ausilio di un piega listelli elettrico, molto comodo e veloce. Dopo aver sagomato il listello lo incolleremo con colla vinilica, tenendolo in posizione con alcune pinzette e mollette. In questo modo andremo anche a nascondere eventuali imperfezioni nella giunzione bordatura-impavesata. 2. Per realizzare il capo di banda dovremo sagomare ed incollare alla estremità superiore dell’impavesata due listelli 2 x 2 mm. La sagomatura di questi listelli si esegue come descritto al punto 15. 24 In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Angolo del Principiante 3. Dopo l’essiccazione della colla, si procede alla rimozione delle mollette e alla rifilatura del profilo del capo di banda mediante tamponi in carta abrasiva. 4. Procediamo all’applicazione del listello di copertura tra l’impavesata e lo scafo. Per prima cosa dobbiamo sagomarlo per fare in modo che segua il profilo dello scafo. Quindi si passa all’incollaggio che eseguiremo con colla cianoacrilica (tipo Attak, molto rapida), visto che non è possibile utilizzare mollette per tenere il pezzo in posizione durante l’asciugatura della colla. 5. Si può procedere ora alla fase di stuccatura dello scafo. Personalmente la eseguo utilizzando lo stucco della ITALERI, poiché è molto stabile, non ritira e non crepa. Per applicarlo uso un pennello e lo rendo più fluido addizionandolo con l’acetone. Bisognerà applicare un quantitativo di stucco in eccesso lungo la linea di giunzione tra lo scafo e la chiglia (successivamente rimosso con carta abrasiva). N.B. Se optiamo per la finitura dell’impavesata, della pernaccia e del capo di banda “a legno a vista”, prima di procedere alla stuccatura sarà opportuno proteggere i suddetti componenti applicando una mano di vernice trasparente per legno. Dopo aver atteso la perfetta essiccazione della vernice, potremo applicare lo stucco, senza correre il rischio di “sporcare” il legno. 6. Ad essiccazione dello stucco avvenuta, si procede alla carteggiatura dello scafo mediante carta abrasiva a grana fine (> 400) in modo da non produrre antiestetici graffi sullo scafo ed eliminare gli eccessi di stucco ove non necessari. Francesco Garofalo In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 25 Schede Monografiche Giordano Gagianesi IL LUNTRO Usato nello stretto di Messina per la “CACCIA” al pesce spada. Fino all’anno 1950 se ne potevano osservare diverse decine Si trattava di una barca estremamente specializzata, l’impiego era quello della pesca (o meglio della caccia con la fiocina) del pesce spada con l’area di diffusione intorno allo Stretto di Messina. Questa pesca seguiva le abitudini migratorie, il pesce spada proveniente dallo ionio si stabiliva nella zona da maggio a tutto agosto, questo era il periodo di accoppiamento, a settembre tornava nelle acque profonde dello ionio. Questa barca non superava i sei metri, era molto leggera, il fasciame era sottile e la sezione tonda ne facilitava la manovra. Era dotata di quattro remi, di diversa lunghezza e due di questi appoggiavano su dei caratteristici buttafuori. Al centro della barca era posto un albero su cui saliva un uomo per dare gli ordini ai rematori durante l’inseguimento. Il luntro si muoveva con la poppa avanti su cui si posizionava il lanciatore con una lunga asta per colpire il pesce spada, in cima all’asta, lunga quattro metri, era posizionato il ferro, arpione con alette che si aprivano dopo essersi conficcato nel pesce. Al ferro era assicurata una lunga sagola di alcune centinaia di metri, per lasciare correre il pesce spada finché fosse possibile recuperarlo. Questa barca è completamente scomparsa e con essa anche un pezzo di storia Vecchia stampa 26 Piani coatruttivi In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Schede Monografiche Disegno di un luntro in caccia Modello eseguito da Giordano Gagianesi Zona di diffusione Tutta la documentazione è stata tratta dalla rivista Yacht Digest di alcuni anni fa. Ed il modello è stato eseguito seguendo l’articolo. In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 27 Workaholic Massimiliano Tenti Un’articolo di Enrico Caprara mi ha dato lo spunto per parlare della mania lavorativa intesa come “fuga da se”. Termine anglosassone che si compone dalle parola work, lavoro e alcoholic, alcolico, alcolizzato, che potrebbe essere tradotto come alcolizzato di lavoro: è un termine coniato recentemente che esprime con molta efficacia la condizione in cui oggi giorno si vengono a trovare molte persone della nostra civiltà. La mania lavorativa come “fuga da se”. Alcune volte quando lavorando su un certo modello cerco solo di finirlo, quando su internet ricerco tra i cataloghi delle varie case costruttrici quale sarà la prossima “vittima”, ecco in quei momenti, se riesco ad essere abbastanza onesto con me stesso dovrei pensare a questa parola: workaholic. Nessuno mi obbliga a lavorare sul modello, non ho scadenze, lo sto facendo per il mio piacere, ma se tutto il mio interesse è ri- più, allora, dov’è il piacere in quello che sto facendo? Workaholic. Enrico Caprara scrive: “Ciò che accade a queste persone, io lo spiegherei così. Quella componente profonda, nucleare, spirituale dell’essere umano - la quale da nessuno, e in nessun modo, può essere mai del tutto bandita dentro se – non può che esprimere del disagio per certe situazioni, certe forme di conduzione dell’esistenza, in cui facilmente oggi ci si viene a trovare, per pseudo-scelta o per sostanziale imposizione. Questo “disagio della modernità” lo si può affrontare o fuggire. Per certi versi può apparire più facile fuggirlo. ”Workaholic: La mania lavorativa come “fuga da se”. volto al prossimo modello, se l’unica cosa a cui sto pensando è di finire questo modello prima possibile perché non mi interessa 28 No, non è cosi che credo sia giusto impegnare il proprio tempo, se stasera ho deciso di non uscire con gli amici per finire la vela, se domani sera arrivo tardi dalla mia ragazza In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Workaholic per incollare quel pezzo, se un domani ruberà tempo da passare con mio figlio o mio nipote voglio che sia perché provo piacere da quello che faccio, non perché lo devo fare, non perché non vedo l’ora di vedere il modello finito e posto nella teca, non perché non vedo l’ora di cominciarne un altro. Deve essere un piacere concentrarsi nelle singole parti del modello, godere del lavoro manuale, godere del contatto con le varie essenze del legno. Il modello finito verrà con il tempo, non dobbiamo metterci fretta. Dobbiamo complimentarci con noi quando i gesti più ripetitivi che compiamo per realizzare parti uguali diventano più precisi, più veloci. Possiamo accantonare il modello per dedicarci ad altro quando non proveremo piacere a lavorarci. Possiamo dedicarci a piccole imbarcazioni se il lavoro ripetitivo su un grande vascello ci fa solo pensare “non vedo l’ora di finire”. E sempre meglio una piccola imbarcazione terminata con passione che da vicino rivela tutta la sua cura che non un grande modello che da lontano impressiona ma da vicino denota la fretta del modellista, il suo “disammoramento”. Il modellismo è un hobby, una passione, un passatempo, matto allora chi vi si dedica con la massima passione e senza sconti, ma forse allora ancora più matto chi vi impegna centinaia di ore inconsapevole se quello che mette assieme è corretto o consapevole delle omissioni ma soprattutto chi non lo ha curato in tutte le sue parti, fino all’ultimo bozzello. In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 29 Notizie dal Web Recensioni dal Web Antonio Uboldi Barche lariane una flotta lacustre Tra le barche lariane la gondola era tra le più grandi delle “barche coi cerchi”, che, uniti da un travetto centrale, detto “mantaula”, sostenevano la tenda. Era la barca da trasporto più diffusa sul lago e le sue dimensioni potevano variare in funzione dei carichi che si dovevano trasportare: mediamente si può considerare una lunghezza di circa quindici metri ed una larghezza inferiore ai cinque. Si distingueva per il suo particolare profilo ed il caratteristico becco lavorato della controasta. Aveva fondo piatto e fianchi rotondi molto svasati, con la prua sottile ben slanciata e poppa rigonfia e rotonda; risultava più aggraziata nelle forme e dava più solidità in acqua rispetto al comballo. Munita di un lungo timone scorrevole sugli agugliotti, che a poppa scendeva oltre lo scafo, era provvista di lunghi remi, che per la voga venivano bilanciati con sassi. Si remava volgendo le spalle alla prua, tirando il remo legato allo scalmo di legno, facendo quattro passi indietro e tre in avanti. Ma la barca solitamente procedeva utilizzando la grande vela rettangolare tipica del Lario, sollevata sul grande albero sistemato proprio davanti ai cerchi; successivamente furono motorizzate utilizzando i motori a testa calda che la Proserpio aveva iniziato a produrre a Bellano, copiando i Weber provenienti dall’America. Con la gondola si approdava direttamente sulla riva sfruttando lo slancio di prua dello scafo, che per questo era esternamente rinforzato con una controasta, detta “dolfén”, che fungeva da pattino per poter strisciare sugli approdi e che, una volta consumato, poteva facilmente essere sostituito; l’asta di prua restava quindi interna al fasciame. Per caricare e scaricare la barca si usava un lungo asse di legno denominato “panca”. Risorse internet http://blog.libero.it/nauticaonline/1213073.html http://www.euronautica.net/barche-epoca/barche-lariane.asp http://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Imbarcazioni_lariane http://www.usderviese.it/varie/barche/metodocostruttivo.htm Un veliero inabissato nelle acque delle Tremiti? Ad individuarlo l’ingegnere sipontino Michelangelo De Meo che rivolge appello alle istituzioni locali affinché si possano effettuare i primi rilevamenti. Dopo aver individuato il punto nei pressi delle Tremiti dove nel 1825 si inabissò un brigantino austriaco, l’ingegnere sipontino Michelangelo De Meo sta lavorando ora sul ritrovamento accanto alle diomedee del relitto di un mercantile pugliese diretto nel porto di Vasto, in provincia di Chieti. “Manfredonia.net “ 15 maggio 2009 Risorse internet h t t p : / / w w w. m a g e l l a n o. o r g / i t / m a g e l l a n o / n e w s / d e f a u l t . asp?idnews=181 http://www.istrianet.org/istria/navigation/sea/boats/cherini-index.htm http://www.istrianet.org/istria/navigation/sea/boats/cherini-pielego.htm http://www.webalice.it/cherini/UltimeBarche_file/Barche_adriatiche/index.html Video http://www.youtube.com/watch?v=ZkxxGKc6jmM 30 In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Notizie dal Web De Andrè e la “London Valour” “Il vento si farà lupo, il mare sciacallo. Le ancore hanno perso la scommessa e gli artigli...” Con le parole di Fabrizio De Andrè, scritte su una targa affissa nel Porto Antico, Genova ricorda la tragedia del 9 aprile 1970. La “London Valour”, mercantile britannico in rada all’ imboccatura del porto di Genova, viene sorpresa dall’ improvviso aggravarsi delle condizioni meteo... Cerchiamo qui di ricostruire cosa successe quel giorno. Attraverso la documentazione che siamo riusciti a reperire: testi, fotografie, video e con un occhio sempre rivolto a come Fabrizio ci raccontò quei fatti. Risorse internet http://www.creuzadema.net/deandre/index.php?option=com_content&view=article&id=95&Itemid=234 http://www.scmncamogli.org/pagine/nlond_sag.htm http://www.publifoto.net/mod/rps/art.php?key=yes&RCCrps=LONDON%20VALOUR Video http://www.youtube.com/watch?v=u6U95pHb95U&feature=related Sardegna: identificato relitto cacciatorpediniere da noli, piu’ vicino ritrovamento corazzata ROMA Note operative: Svolse 208 missioni di guerra per 70.466 miglia. Il 18/9/1941 scortava le motonavi Oceania e Neptunia che vennero silurate e affondate dal sommergibile inglese Upholder. Il giorno prima aveva lanciato bombe di profondità contro un sommergibile a scopo dissuasivo, assieme al Gioberti. Scortò nel febbraio 1942 gli incrociatori Gorizia, Trento e Bande Nere nell’operazione K7 di scorta convogli per Tripoli. Il 11/4/1942 venne investito nella nebbia dal piroscafo Honestas, durante una scorta, riportando danni che richiesero mesi di riparazioni. Trasportò il 10/12/1942 truppe da Trapani a Biserta, in Tunisia. Nel febbraio 1943, assieme ai caccia Zeno e Pigafetta, posò lo sbarramento di mine S62 nel canale di Sicilia, con la presenza di Legionario, Mitragliere, Malocello. Il 28/2/1943 entrò in collisione con il caccia Zeno, riportando gravi danni alla prora. Al momento dell’armistizio, salpò da La Spezia e si portò nella zona delle Bocche di Bonifacio, dove si scontrò con unità tedesche, alcune delle quali vennero danneggiate o affondate. Fu colpito da batterie tedesche da terra e, allontanandosi, saltò su una mina. Risorse internet http://www.libero-news.it/adnkronos/view/180369 http://groups.google.com/group/sci.military.naval/browse_thread/thread/36ea62f0dea7523b http://www.trentoincina.it/dbunita2.php?short_name=Da%20Noli http://www.regiamarina.net/others/roma/roma_it.htm http://www.ilportaledelsud.org/roma.htm http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_da_Noli_%28cacciatorpediniere%29 Video http://www.youtube.com/watch?v=Qy8GyOsCZbc&feature=PlayList&p=D87D50CE6CD0CD09&playnext=1&playnext_ from=PL&index=13 http://www.youtube.com/watch?v=W0qxo5Oc6ts http://www.youtube.com/watch?v=bVqHRRT_rU0 In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 31 Fiere La manifestazione in programma a Veronafiere sabato 6 e domenica 7 marzo 2010 6° MODEL EXPO ITALY, TUTTE LE NOVITA’ DEL MODELLISMO IN UN’UNICA GRANDE FIERA SPECIALIZZATA Tutte le ultime novità del settore in anteprima assoluta, alla 6ª edizione di Model Expo Italy in programma sabato 6 e domenica 7 marzo 2010 a Veronafiere (www.modelexpoitaly.it). La rassegna è la più grande esposizione italiana, e la seconda in Europa, dedicata al modellismo in tutte le sue forme: aereo, automobilistico, ferroviario, navale statico e dinamico. Il classico appuntamento di marzo, si presenta per tutte le aziende del settore, italiane ed estere come un’occasione commerciale da non perdere, con la possibilità di presentare a tutti gli operatori italiani le novità che appariranno sul mercato nel corso del 2010. A Model Expo Italy gli oltre 35 mila metri quadri di superficie all’interno dei 5 padiglioni espositivi e i 5 mila mq all’esterno si trasformeranno in un immenso centro commerciale, dove gli appassionati troveranno oltre 250 tra associazioni, aziende produttrici, tra le quali diverse big dalla Germania, importatori e grossisti italiani ed europei. Saranno inoltre presenti oltre 160 dettaglianti da cui acquistare direttamente i migliori componenti e le ultimissime novità del mercato. La rassegna pensa anche ai neofiti, con dimostrazioni, laboratori ed eventi speciali dedicati in particolare ai più giovani. Bambini e ragazzi (fino a 12 anni l’ingresso è gratuito) potranno provare l’emozione di realizzare in prima persona e collaudare aeromodelli nello spazio allestito dalla Federazione italiana di aeromodellismo, radiocomandare auto elettriche in pista (7 le gare sportive previste), così come pilotare via radio una barca a vela sotto la guida di istruttori specializzati, alla quale si aggiungeranno due vasche per gli scafi elettrici. Sarà aumentata ulteriormente l’area dei plastici ferroviari e l’area dedicata al modellismo statico che vedrà, fra l’altro esposto uno dei più grandi diorama di Europa., mentre come ulteriore novità sarà organizzato per la prima volta un grande concorso riservato ai soldatini. Nel sito della manifestazione www.modelexpoitaly.it troverete l’elenco di tutti gli eventi collaterali in programma. Al suo 6° anno Model Expo Italy è ormai il vero polo del modellismo italiano, con “tutti i numeri” per diventare la più importante fiera Europea del settore. Per ulteriori informazioni contattate Veronafiere (Marco Rocca Tel. 0458298311 – Fax 0458297311 E-mail: [email protected] - www.modelexpoitaly.it) 32 In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 Fiere “MAGELLANO” ALLA 11ª EDIZIONE DELLA RASSEGNA “HOBBY MODEL EXPO PROFESSIONAL” E’ un’edizione con i fiocchi quella che si sta preannunciando al Parco Esposizioni Novegro. Nel suo decennale, l’HOBBY MODEL EXPO PROFESSIONAL, in programma dal 27 al 29 marzo 2010 si presenta particolarmente ricco di partecipazioni ed elementi di interesse commerciale. Tutta l’ampia superficie del centro fieristico è occupata dagli stand dei vari produttori e importatori a cui è dedicata la manifestazione con un corollario di una qualificata serie di rivenditori. La formula perseguita infatti fin dal suo esordio è quella di costituire non solo una vetrina delle novità in tutti i settori modellistici dopo il tradizionale appuntamento di Norimberga, ma anche l’occasione per tenere alta e costante la fidelizzazione del pubblico al proprio amato hobby. Sotto questo profilo HOBBY MODEL EXPO PROFESSIONAL 2010 mostra di fare nuovamente centro e un intero padiglione è infatti riservato ad aziende specializzate nella vendita di figurini, auto miniature, fermodellismo, e relativi accessori oltre che attrezzature per il modellismo nelle sue varie applicazioni. Se il reparto commerciale tuttavia è quanto mai nutrito e soddisfacente, è nell’enorme padiglione centrale dove sono alloggiati gli stand dei big della produzione e degli importatori che si respira l’aria degli appuntamenti professionali che contano. Qui ogni branca del modellismo ha il suo tempio organizzato in stand favolosi e se le ampie vetrine non bastano a soddisfare l’insaziabile appetito dei visitatori ci pensano le aree spettacolo a dare concreta dimostrazione di quanto sia coinvolgente la passione modellistica attraverso le dimostrazioni delle associazioni modellistiche. Elicotteri e auto sono in libera visione nel corso delle tante dimostrazioni che animano il ricco calendario. Fra queste, particolarmente degne di nota, sono le iniziative promosse da Club Monster Truck Suzara su piste per monster truck, truck, drift e carri armati r.c. Una grande vasca poi, installata all’interno del padiglione centrale, costituisce il realistico specchio d’acqua per il modellismo navale navigante. In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 33 Parola ai Lettori Fino ad oggi l’Associazione Magellano ha cercato di fornire molte informazioni sul Modellismo Navale e sui suoi segreti. Sono stati dati consigli, spiegazioni, proposte, idee sull’approccio che ognuno di noi ha o dovrebbe avere con questo fantastico hobby. Attraverso il portale, con Articoli, News, Forum, e altre “tecnologie” si è cercato di dare maggior possibilità a tutti di apprendere e di “far apprendere”. Questa si chiama “Comunicazione”. E lo scopo principale di Magellano è la divulgazione della passione, delle tecniche e dei segreti di questa arte che è il Modellismo Navale in tutte le sue forme. Con la Rivista “In Viaggio con Magellano”, l’Associazione si è data un forte impegno per poter essere sempre più accanto a tutti i nostri Amici modellisti e per cercare di aprire questo orizzonte anche ai giovani, interessandoli sempre più a questo hobby, cercando di coinvolgerli al massimo. Da oggi si è deciso di iniziare a sviluppare una nuova Rubrica: “La Parola ai Lettori” L’idea di una nuova Sezione dedicata ai lettori che potranno porre delle domande a cui la nostra Redazione cercherà in tutti i modi di rispondere. Queste domande e le relative risposte verranno pubblicate sui prossimi numeri della Rivista, per dare la possibilità a tutti di leggerle ed eventualmente commentarle in seguito. Le domande (come le nostre risposte) dovranno essere pertinenti ed educate, e si cercherà di pubblicare tutte le pervenute all’indirizzo di posta [email protected] Chiunque volesse dire la sua e aiutarci ad approfondire alcuni argomenti, oppure semplicemente porre delle domande sull’Associazione o altri temi riguardanti il modellismo navale, potrà farlo! Naturalmente tutti i nostri lettori possono mandare una mail alla redazione per chiedere chiarimenti o esporre i propri problemi o semplicemente dire la propria. Potete intervenire e rispondere anche alle domande di altri lettori, può essere che qualche altro utente possa risolvere il vostro problema o ci sia già passato e darvi semplicemente un consiglio! Attenzione: Per un problema di privacy, saranno inserite solo le Domande e Risposte dove si chiede esplicitamente di dare il consenso a tal fine. Con questa Sezione speriamo vivamente di dare, ancora una volta, un forte contributo alla comunicazione riguardante il Modellismo Navale; e speriamo di avere parecchio ancora da dire Vi Ringrazio 34 La Redazione In viaggio con Magellano n. IX - Gennaio 2010 35 “In viaggio con Magellano” О una testata di intrattenimento senza scopo di lucro Non rappresenta una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicitИ e non essendo un prodotto editoriale non П sottoposto alla disciplina di cui all’art. 1, comma III della legge n. 62 del 7/3/2001 Riproduzione anche parziale vietata - www.magellano.org diffusione riservata ai Soci iscritti all’Associazione AMN Magellano