Francesco e i suoi debiti di gioco.

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Francesco e i suoi debiti di gioco.
Francesco e i suoi debiti di gioco.
di Alex Vecchio
Francesco era un uomo alto, brizzolato, magro e sulla quarantina d’anni. E’ stato licenziato da
quasi tre mesi e da quel giorno non fa altro che sperperare i suoi soldi guadagnati
precedentemente in giochi online o in casinò. Il gioco d’azzardo era ormai l’unica cosa che contava
per lui, era impazzito. Francesco vive in una casa di 50 metri quadri ricevuta come patrimonio dalla
madre 2 anni prima della sua morte. Si alzava ogni mattina alle 4.30, accendeva il computer e si
connetteva a qualche sito di gioco per poi restarci fino alla sera, fino a quando si recava al casinò
del paese più vicino. I suoi progressi di gioco andarono bene fino a 3 o 3 mesi e mezzo, periodo in
cui aveva aacumulato numerose vincite.
Da quel momento iniziò a perdere tutti i soldi, sia quelli vinti che quelli suoi, guadagnati lavorando.
Rimase senza un soldo, iniziò così per lui un periodo bruttissimo, prese a rubare nei piccoli
negozietti per potersi permettere il gioco. Chiedeva prestiti a tutte le banche locali, ma essendo
disoccupato nessuna gli passava un euro. Gli toccò quindi l’alternativa dell’usura. Chiedeva soldi di
qua e di là per poterli restituire poi con gli interessi con le vincite, che secondo lui sarebbero
arrivate come un tempo. Perdeva ogni giorno di più, ma questo non gli dava nessun imput a finire
di giocare. Purtroppo per lui, per farsi prestare soldi e quindi permettersi il gioco, si era rivolto a
persone che per riavere i loro soldi nelle date stabilite con gli interessi alti avrebbero fatto di
tutto.
A pochi giorni dalla scadenza e con i pochi soldi che gli erano rimasti, lasciò tutto e partì con la
speranza di sfuggire a questi uomini. Secondo lui questa era la soluzione che lo avrebbe salvato.
Abitando in Puglia si trasferì in Campania. Gli andò tutto bene fino a quando non venne a sapere
che le persone a cui si era rivolto facevano parte di un’organizzazione criminale molto vasta e
molto diffusa in tutta Italia. Era consapevole del fatto che lo avrebbero trovato in poco tempo e se
non avessero avuto i loro soldi lo avrebbero ucciso. Intanto, Francesco aveva conosciuto una
ragazza di cui si era innamorato. Avevano iniziato a frequentarsi. Francesco una sera venne
fermato da una banda di uomini incappucciati, i quali lo pestarono pesantemente e gli diedero un
il limite massimo di una settimana per saldare i su7oi debiti. La stessa sera Francesco, insieme alla
sua ragazza, partì per Bologna, paese in cui aveva amicizie e sarebbe stato messo al sicuro. Passò
la settimana e Francesco decise di non recarsi nel luogo d’incontro con il capo dell’organizzazione.
Il capo dell’orgasnizzazione criminale si sentì preso in giro e impegnò tutti i suoi uomini nella
ricerca di Francesco. Francesco si sentiva intelligente, capace di superare la situazione e astuto per
il modo e la facilità con cui, secondo lui, era riuscito a farla franca. Non passò neanche un mese e
Francesco, al ritorno a casa dei suoi amici, dopo essersi recato al mercato con Sasha, trovò la casa
incendiata e i suoi amici impiccati alle travi del salone. Trovò un foglietto con su scritto: “Non
dovevi metterti contro di noi, ma soprattutto non dovevi prenderci in giro, ci rivedremo presto”. Il
giorno dopo,nella notte,mentre dormiva con Sasha in un motel avvertì dei rumori provenienti dal
bagno. Si recò in bagno, ma non trovò nessuno, ritornò a letto e trovò la ragazza sgozzata, non
fece in tempo a girarsi e si trovò una pistola ben carica alla testa. In quell’attimo pensò a tutta la
sua vita, agli errori che aveva commesso, alla debolezze a cui si era lasciato andare e alla sua
incapacità di rendesi conto di essere giunto al limite. I pensieri furono tanti,in poco tempo,quando
cessarono dopo lo sparo.