La formazione manageriale per la competitività nel Mezzogiorno
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La formazione manageriale per la competitività nel Mezzogiorno
LLL Per le imprese e p er c hi l a v o r a Laformazionemanagerialeperla competitivitànelMezzogiorno La qualità del management delle imprese pubbliche e private è tra i fattori che più incidono sullo sviluppo di un’economia sostenibile ed innovativa e va perseguita a partire dalle necessità del territorio I dirigenti e i quadri in Italia, nel 2009, rappresentano il 9,6% del personale dipendente. L’elaborazione Isfol dei dati Forze lavoro Istat evidenzia come i processi di riorganizzazione in corso nelle imprese – in cui assume particolare rilievo l’obiettivo della riduzione dei costi – abbiano determinato una flessione particolarmente elevata del numero di dirigenti (circa 35.000, il 7% sul totale della categoria) rispetto all’anno precedente, dato superiore sia a quello relativo ai quadri (-2,4%, pari a circa 30.000 quadri) che agli altri dipendenti (-0,6%). Nelle regioni interessate dall’obiettivo convergenza Fse (Campania, Puglia, Calabra, Sicilia) e nella Basilicata operano il 22,5% dei dirigenti e il 20,6% dei quadri, percentuali sostanzialmente coerenti con la distribuzione del personale dipendente totale nelle medesime regioni (21,8%). Il numero di dirigenti, in termini percentuali, è però superiore a quello medio nazionale, forse per la maggiore incidenza del settore pubblico nelle regioni considerate. Una riflessione simile, ma di segno opposto, può essere avanzata per la minore incidenza di quadri, più caratteristici del settore privato. In tali regioni si assiste, rispetto alla media nazionale, ad una maggiore distribuzione nelle classi di età più elevate: i manager con 55 anni e oltre sono il 29% nelle regioni ob. convergenza e Basilicata, a fronte del 22,9% a livello nazionale. Anche le fasce più giovani (25-44 anni di età), che potrebbero garantire il ricambio, sono il 31,2% a fronte del 39,3% a livello nazionale. Comparando la distribuzione dei titoli di studio – in valori percentuali – con quella analoga a livello nazionale, si evidenzia la maggiore presenza (oltre 6 punti di scarto) di manager con laurea nelle regioni del sud. Per quanto attiene al ricorso alla formazione continua, di cui dirigenti e quadri sono importanti fruitori, rispetto ad una media nazionale1 del 2,9% di formati, i dirigenti e i quadri che hanno partecipato ad almeno un’iniziativa formativa risultano essere rispettivamente il 12,7% e il 10,7% delle relative categorie professionali, anche se nel 2009 c’è stata una diminuzione nella partecipazione. Peraltro, nelle regioni del Mezzogiorno, le aziende tendono a organizzare meno facilmente corsi per i propri dipendenti, con uno scarto di oltre 3 punti percentuali rispetto al valore medio nazionale. Inoltre l’offerta di formazione manageriale del Mezzogiorno si trova spesso in situazioni competitive asimmetriche, non solo rispetto all’offerta presente in altre aree del paese, ma anche all’interno delle stesse regioni. È indubbio che il rafforzamento del tessuto manageriale debba essere perseguito a livello locale, livello che rende possibile declinare efficacemente politiche capaci di Dirigenti e quadri nelle regioni obiettivo convergenza e Basilicata (v.a. e % sul totale dei lavoratori dipendenti dell’area) - Anno 2009 Dirigenti Quadri Totale dipendenti % Dirigenti Regioni ob. convergenza e Basilicata 104.973 Italia 465.651 % Quadri 246.603 3.763.405 2,79 6,55 1.198.564 17.276.720 2,70 6,94 1 Calcolata su popolazione adulta dai 15 anni in su. 21 L LL Per le imprese e p er c hi l a v o r a tenere conto degli orientamenti di sviluppo dei mercati e dell’economia, delle opportunità di crescita occupazionale, delle sinergie con altre politiche e strumenti, degli ostacoli sociali e culturali. Recentemente l’Isfol, in collaborazione con Asfor (Associazione italiana per la formazione manageriale), ha avviato in Puglia azioni pilota di ricerca e di sensibilizzazione, allo scopo di promuovere la qualificazione dell’offerta rivolta ai manager. Nel settembre 2010, in occasione della Fiera del Levante, è stato realizzato un workshop che ha permesso di fare il punto sui temi della formazione dei manager nel Mezzogiorno, catalizzando l’attenzione di un’ampia platea di qualificati attori, sia a livello nazionale che locale, impegnati nella promozione e programmazione della qualità degli interventi nonché nella loro realizzazione. Si tratta di un primo, necessario, passo per la promozione di tavoli regionali sulla formazione manageriale, finalizzati a creare convergenza tra: gli strumenti di promozione della formazione di titolari, manager e alte professionalità coinvolte nei processi di sviluppo dell’innovazione e della competitività di impresa; le strategie per la promozione dello sviluppo locale; l’offerta di formazione manageriale presente sul territorio. Pierluigi Richini – Isfol [email protected] PMIpiùsicureconleLineeguida231 L’iniziativa formativa di Confapi per rafforzare la sicurezza e la responsabilità amministrativa di impresa L a Confapi, Confederazione della piccola e media industria privata, ha deciso, per rafforzare la sicurezza nelle Pmi, di impegnarsi anche nell’ambito del quadro normativo sulla responsabilità amministrativa d’impresa, secondo il D.lgs. 231/2001. Da qui è nata l’esigenza di creare uno strumento per le aziende e per tutte le piccole imprese associate: le Linee guida per la responsabilità amministrativa nelle Pmi, adatte e adattabili alle peculiarità delle Pmi. Approvate il 15 giugno 2010 dal Ministero della giustizia, esse rappresentano uno strumento di conoscenza, approfondimento, orientamento e adeguamento alle prescrizioni normative e sanzionatorie previste dal decreto. Le Linee guida si aprono con la puntuale descrizione e spiegazione degli aspetti più prettamente giuridici e normativi legati al decreto: la responsabilità amministrativa degli enti, l’ambito soggettivo ed oggettivo di applicazione della norma e gli aspetti sanzionatori. Di particolare interesse, per gli operatori del sistema, è la parte dedicata alle ipotesi di esclusione di responsabilità dell’ente, relativa alla definizione e adozione dei modelli di organizzazione che, sebbene non obbligatoria, è condizione necessaria per beneficiare della clausola esimente prevista dalla normativa. Difatti, la mancata adozione del modello espone l’ente al rischio di sanzioni, anche significative, per i reati eventualmente commessi dalle persone fisiche che operano per l’ente stesso; l’adozione del modello organizzativo può costituire, viceversa, un’opportunità di sviluppo per le imprese, sia in termini di efficienza e affidabilità delle procedure interne, che del miglioramento dell’immagine. Peraltro, uno dei requisiti indispensabili per poter essere esenti da responsabilità 22 amministrativa è la nomina dell’Organismo di vigilanza che, nell’ipotesi di enti di piccole dimensioni, può coincidere con l’organo dirigente. Gli enti di piccole dimensioni, secondo il dettato normativo, possono pertanto far svolgere direttamente i compiti di vigilanza sul funzionamento e l’osservazione dei modelli all’organo dirigente, facendo a meno dell’organo di vigilanza creato ad hoc. Un’ulteriore e rilevante parte delle Linee guida 231 Confapi è il focus sicurezza: il decreto prevede una forma di esonero dalle responsabilità se l’ente o l’impresa è in grado di dimostrare di aver adottato e attuato un modello organizzativo e di controllo adeguato a prevenire l’evento dannoso. A tal proposito, il D.lgs n. 81/2008 – così come aggiornato dal D.lgs n. 106/2009 – offre la possibilità di un supporto alle imprese da parte degli organismi paritetici. Le imprese potranno ricorrere all’ausilio della bilateralità per attestare l’adozione e l’efficace attuazione dei modelli organizzativi. L’intervento della bilateralità – da sempre vicina alla piccola dimensione aziendale – può incidere sensibilmente sull’efficacia dell’adozione dei modelli organizzativi nelle Pmi, nonché limitare i costi dell’adozione dei modelli di organizzazione e gestione nelle Pmi. È in quest’ambito di sviluppo e promozione di strumenti reali per le Pmi che Confapi, partendo dall’adozione di un modello organizzativo asseverato, offre all’imprenditore, oltre ad una tutela, anche un’opportunità di sviluppo dell’impresa, sia in termini di efficienza, che di affidabilità delle procedure interne. Soprattutto in questa fase applicativa delle Linee guida, l’importanza della formazione è predominante. In tal senso, il sistema Confapi si è attivato attraverso il proprio fondo interprofessionale Fapi, per promuovere le attività di formazione continua dei dipendenti delle Pmi, con iniziative mirate alle imprese aderenti al sistema. Solo a titolo esemplificativo si riporta il progetto Sicurezza nei luoghi di lavoro e buone prassi, promosso dall’Enfea (Ente nazionale per la formazione e l’ambiente), ente bilaterale di Confapi, Cgil, Cisl, Uil, coadiuvato da operatori e ricercatori del mondo universitario e scientifico, per sviluppare buone prassi in materia di sicurezza del lavoro e miglioramento della gestione aziendale della sicurezza e del clima relazionale e per sviluppare competenze aziendali che permettano alle aziende di accedere a percorsi premianti o modelli organizzativi in armonia con le Linee guida 231 Confapi. Armando Occhipinti – Confapi [email protected] Esperienza QUALE INFORMAZIONE E FORMAZIONE EFFICACE? IN UN CONVEGNO A MODENA, PREMI E NOVITÀ IN TEMA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO Organizzato da Azienda Usl di Modena, Regione Emilia Romagna, Inail Emilia Romagna in collaborazione con Ispesl, si è svolto a Modena il 6 e 7 ottobre 2010 il convegno conclusivo della rassegna/concorso Inform@zione che, dal 2002, è dedicata a prodotti informativi e formativi per la crescita della cultura della prevenzione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Come nelle edizioni precedenti, anche per il 2010 sono stati selezionati i progetti più significativi per qualità tecnica, rilevanza e originalità del tema, efficacia della comunicazione e dell’azione formativa. Il convegno è stato inoltre l’occasione per approfondire tre tematiche: la valutazione dell’efficacia dell’intervento informativo o formativo; la “manutenzione sicura” (oggetto della Campagna europea per la salute e la sicurezza sul lavoro indetta per il 2009-2010) e l’informazione e formazione per dirigenti e preposti. Il primo aspetto ha stimolato la riflessione degli esperti sull’efficacia degli interventi formativi basati su un’articolazione di sistemi e programmi meglio definiti e che cominciano a prevedere in maniera organizzata percorsi di valutazione e monitoraggio. Il secondo aspetto, più tecnico, ha fornito l’occasione per confrontarsi e individuare percorsi condivisi sulla cosiddetta “direttiva macchine”. Da ultimo, ma non ultimo, è stata affrontata la formazione per dirigenti e preposti, ad oggi oggetto di confronto tra Ministero del lavoro, Regioni e Province autonome e parti sociali. Il dibattito, in considerazione del ruolo centrale di dirigenti e preposti nel sistema lavoro e rispetto alla prevenzione e sicurezza, è stato particolarmente vivace e ha evidenziato, ancora una volta, tutta l’attenzione e le aspettative dei soggetti coinvolti. Donato Lombardi – Agenzia del lavoro di Trento [email protected] 23