DIPARTIMENTO DI SCIENZE SOCIALI E POLITICHE Collegio

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DIPARTIMENTO DI SCIENZE SOCIALI E POLITICHE Collegio
DIPARTIMENTO DI SCIENZE
SOCIALI E POLITICHE
Collegio didattico di Amministrazioni e Politiche Pubbliche
PROTOCOLLO N. 02/APP/GG/mb
Verbale della riunione del Collegio Didattico
di APP del 21 gennaio 2014
Il Collegio Didattico del corso di laurea magistrale in Amministrazioni e Politiche Pubbliche (APP) si è riunito il
giorno 21 gennaio, alle ore 16.00, presso l‘Aula seminari ‘Conservatorio’ del Dip. di Scienze Sociali e Politiche (ex
DLSW), in via Conservatorio 7 con il seguente ordine del giorno:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Comunicazioni del Presidente
Approvazione del verbale della seduta precedente
Approvazione Rapporto annuale del Riesame APP
Futuro di APP
Pratiche studenti
Varie ed eventuali
Docenti afferenti di I e II fascia:
PRESENTE
ARDUINI R.
BORDOGNA L.
BOTTINO G.
FERRARI P.
GALETTA D.U.
GOBO G.
MARINO G.
PASINI N.
REGONINI G.
AG
A
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Ricercatori afferenti:
PRESENTE
DAMONTE A.
SORRENTINO M.
TURRI M.
AG
X
A
X
X
Rappresentanti degli studenti:
NON ASSEGNATO
Dipartimento di Scienze sociali e politiche – Segreteria Didattica
Via Conservatorio, n 7° - CAP 20122 Milano, Italy
Tel + 39-02-50321166 – Fax +39-02-50321167 – email [email protected]
1. Comunicazioni del Presidente
Il Presidente aggiorna i/le componenti del CD sulla situazione della ristrutturazione dell’offerta didattica,
ricostruendo le vicende degli ultimi mesi e offrendo alcune considerazioni.
Nel Senato Accademico del 19 dicembre 2013 è giunta notizia dell’imminente arrivo del Decreto MIUR 23
dicembre 2013, n. 1059 (Adeguamenti e integrazioni al DM 30 gennaio 2013, n.47: aggiornamenti e indicazioni
per la programmazione didattica e per la revisione dell’Offerta Formativa 2014-2017). Tale decreto ha
modificato profondamente il decreto precedente del 30 gennaio 2013, soprattutto sui requisiti minimi necessari
per l’attivazione di un corso di laurea (9 per un corso triennale, anziché 12; e 6 per un corso magistrale, anziché
8) e sulla possibilità di introdurre modiche anche nei prossimi anni (mentre prima non si prevedevano modiche
per il triennio 2014-2017).
Questo “alleggerimento” dei requisiti ha modificato profondamente lo scenario. Stante la situazione creata dal
nuovo decreto, tutti gli attuali corsi di laurea dell’ex Facoltà di Scienze Politiche potrebbero esistere.
A un sentimento di sollievo per la nuova situazione si aggiunge, però, un profondo rammarico per com’è stata
gestita l’intera vicenda (della ristrutturazione dell’offerta didattica): abbiamo lavorato duramente per mesi con
l’obiettivo (difficilissimo) di adeguarci alle richieste del DM 47/2013 e poi, alla fine di questo lungo lavoro, il
decreto stesso è stato sostituito con un altro, profondamente diverso.
Ovviamente non ci sono parole per stigmatizzare il comportamento del MIUR, primo e principale responsabile di
questa situazione kafkiana. Tuttavia siamo abituati alle giravolte del Ministero (che peraltro negli ultimi 3 anni ha
cambiato 3 ministri, con tutte le conseguenze del caso) e, con l’esperienza che maturata in questi anni, forse
potremmo (a volte) prevenirle.
Ci si può chiedere, quindi, se tutto ciò era (almeno in parte) evitabile. In altre parole se le bizzarrie ministeriali
sono ormai una costante, il nostro Ateneo (la variabile) poteva fare qualcosa per stemperare e mediare la
situazione?
Sin da settembre 2013 avevamo avvertito gli organi istituzionali dell’Ateneo (il consiglio di dip. SPS, i direttori dei
dipartimenti della nostra ex Facoltà, il comitato di direzione di facoltà, i presidenti dei corsi di laurea afferenti al
dip. SPS) che il DM 47/2013 era in procinto di essere cambiato. Se ne discuteva al Miur, al Cun, alla Crui e
all’Anvur stessa.
All’inizio dell’a.a. 2013-14, le cifre del DM 47/2013 che riguardavano il numero minimo di docenti di riferimento
per l’a.a. 2016-17 erano da più parti considerate una norma al tramonto, in corso di superamento. Gli argomenti
erano quelli poi riassunti dall’Anvur nella Delibera n. 132 del 03/12/2013. Altri avevano notato la dubbia
legittimità dell’estensione dei vincoli all’a.a. 2016-17, dato che la programmazione copre il periodo 2013-15.
Circolavano quindi precise e formali indicazioni delle nuove linee d’intervento. Infatti se si scorrono i
‘Visto..Visto..Visto..” " che precedono l'art. 1 del (nuovo) D.M. 1059/2013, si nota che:
 il 22 novembre 2013, viene emanata la nota MIUR n. 1338 del Capo Dipartimento per l’Università,
l’AFAM e la Ricerca;
 il 3 dicembre 2013 usciva la delibera ANVUR, n. 132 avente ad oggetto “Revisione dei requisiti di
accreditamento per i corsi di studio e le sedi definiti dal DM 30 gennaio 2013, n. 47..”;
 il 13.12.2013 appariva la nota MIUR sulla Programmazione dell’Offerta Formativa 2014-2015, in cui veniva
preannunciato il successivo D.M. (n.1059, emanato il 23 dicembre), e venivano fissate le nuove scadenze
per la programmazione dell’offerta;
 il 19.12.2013 (giorno del Senato Accademico) venivano presentate Linee-Guida ANVUR del per la preattivazione di nuovi Corsi di Studio convenzionali;
 infine il 23.12.2013 il MIUR emanava il nuovo decreto.
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Per cui a partire dal 22 novembre, tutti le voci annunciate da mesi cominciavano a diventare atti formali. E,
 mentre, fra i principali attori del processo di revisione dell’offerta didattica di unimi, si negoziava,
discuteva e laceravano i rapporti con i/le collegh*, per “salvare” corsi di laurea di qualità (come APP e
MAP), a cui però mancavano i requisiti del “vecchio” decreto,
 mentre si chiedevano proroghe (facendo infuriare alcun* collegh*) alla scadenza del 30 novembre,
tassativamente imposta dall’Ateneo per concludere la revisione dell’offerta didattica
 mentre il 25 novembre si litigava al tavolo tecnico di Ateneo
 mentre il 29 novembre si incontravano le Parti Sociali per presentare la nuova offerta didattica
il “vecchio” decreto era già lettera morta e noi stavamo combattendo, come il giapponese Hiroo Onoda, una
“guerra” ormai finita, per l’abbondanza di docenti che il nuovo decreto offriva.
Anziché accettare supinamente, e applicare altrettanto pedissequamente, il vecchio decreto, forse il nostro
Ateneo poteva agire diversamente, sia esternamente che internamente: da una parte svolgendo proattivamente
un’attività di mediazione con il MIUR e con gli altri Atenei italiani (magari facendoci promotore di una proposta
di modifica del decreto); dall’altra facendo tutto il possibile per alleggerire il peso del vecchio decreto sui nostri
cdl (ad es. chiedendo la cooperazione tra le facoltà in modo che, quelle con un surplus di docenti rispetto ai loro
cdl, aiutassero quelle più in sofferenza; e/o accettando che si andasse a regime al terzo anno, in modo da poter
usufruire dei nuovi arrivi di ricercatori TD, di prof. associati proveniente dall’esterno dell’ateneo e altre risorse in
arrivo entro il 2016, e di un nuovo decreto in arrivo…).
Questo, infatti, è quello che stavano facendo altri atenei che, anziché accelerare la ristrutturazione dell’offerta
didattica, hanno decelerato attrezzandosi in vista dell’imminente nuovo decreto. Perché questo non è avvenuto
anche nel nostro Ateneo? Forse non ne era informato (è forse diventato così periferico ed emarginato dai canali
di comunicazione istituzionale più importanti?) oppure ha nascosto intenzionalmente queste informazioni per
chiudere, il prima possibile, l’intero processo.
Tuttavia il colpo di grazia è arrivato nella seduta allargata della Commissione per la didattica, tenutasi mercoledì
15 gennaio 2014, quando “Il Prorettore premette e sottolinea come le recenti novità introdotte non portino a
stravolgere il lavoro sinora svolto nel nostro Ateneo…” (dal verbale della seduta).
In altre parole si è deciso di non tener conto del nuovo decreto e di non toccare il lavoro fatto, anche si basava
su un decreto defunto. Si è così deciso di non riaprire più i giochi. E i direttori dei dipartimenti della nostra ex
facoltà hanno seguito questa decisione.
In conclusione, questo processo di ristrutturazione ha comportato una riduzione (anziché un mantenimento o
ampliamento) dell’offerta didattica, passando da 134 cdl a 120 (come è stato comunicato nella seduta allargata
della Commissione per la didattica).
APP è uno dei (pochi) cdl che è stato soppresso; proprio mentre la Bocconi apre un dottorato in (udite, udite)
Public Policy & Administration, la Cattolica ha una laurea magistrale in Politiche Pubbliche e la Bicocca in Scienze
e Gestione dei Servizi.
Ma l’aspetto più paradossale è che APP chiude pur avendo una valutazione ottima da parte degli studenti e
performando ben al di sopra della media di facoltà. Viene quindi chiuso non in conseguenza di una valutazione
della sua qualità, ma per la mancanza dei requisiti minimi previsti dal vecchio decreto che (paradossalmente) ora
non esistono più, perché cancellati dal nuovo!
Qual è il senso del lavoro di tutti questi anni, per rendere APP un corso di alta qualità, quando alla fine il criterio
della qualità non conta e viene sostituito da un mero calcolo ragionieristico? Le energie spese e il lavoro fatto in
questi anni (spesso a detrazione dell’attività di ricerca, studio e pubblicistica) non hanno avuto alcun senso.
Tempo buttato. Certamente non un bel modo di gestire e valorizzare le risorse umane.
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Il rammarico è che si poteva fare diversamente anche a vecchio decreto vigente. Si potevano, ad esempio, usare
i risultati del Nucleo di Valutazione dell’Università per individuare i corsi meno performanti e chiedere loro (e
solo a loro) di apportare modifiche sostanziali alla loro offerta. Altrimenti a cosa serve il Nucleo? Cosa ce ne
facciamo di tutte le schede che compiliamo, se non ha ricadute pratiche al momento opportuno?
Essendo questo, molto probabilmente, l’ultimo CD di questo corso di laurea (per le pratiche studenti e altre
pratiche burocratiche sono sufficienti le riunioni telematiche), il Presidente ringrazia tutt* per il lavoro svolto e la
dedizione prestata in questi anni. E annuncia che, esaurito questo compito, non s’impegnerà più in compiti
istituzionali finché non cambieranno le condizioni.
2. Approvazione del verbale della seduta precedente
Il verbale è approvato.
3. Approvazione Rapporto annuale del Riesame APP
Il Collegio didattico discute i contenuti del rapporto di riesame e, dopo una partecipata discussione,
approva all’unanimità i contenuti generali del medesimo rapporto, dando contestualmente mandato al
gruppo di riesame di stendere la versione definitiva dello stesso.
4. Futuro di APP
Si apre la discussione sulle conseguenze della chiusura del corso di APP.
Viene presentato il progetto di costituzione di una laurea magistrale bi-classe (LM-62 e LM-63),
denominata Scienze di governo e dell’amministrazione, il cui acronimo dovrebbe essere GAM.
Il CD approva la sua costituzione, purché il manifesto GAM sia compatibile con le norme esistenti.
5. Pratiche studenti
Nessuna
6. Varie ed eventuali
Nessuna.
Il collegio si chiude alle ore 18.05.
il Presidente
prof. Giampietro Gobo
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