CARO JAN - Associazione Filarmonica Rovereto
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CARO JAN - Associazione Filarmonica Rovereto
SALA FILARMONICA SABATO 8 NOVEMBRE 2014 - ORE 20.45 ___ CARO JAN ! OMAGGIO A JAN NOVÁK (1921-1984) NEL TRENTESIMO DELLA MORTE LUCIa CoMandeLLa renato SaMUeLLI MaUro tonoLLI chitarra chitarra aLdo CaMPagnarI violino anna BoSCHI dUnJa ILIC eMILIa CaMPagna FranCeSCa aSte pianoforte pianoforte Lucia Comandella 22 renato Samuelli chitarra Mauro tonolli chitarra Rosarium, 10 divertimenti per 2 chitarre renato Samuelli chitarra Cithara poetica, 5 preludi da Orazio Ad Apollinem Ad Faunum Threnus in Quintilium Ad Melpomenen Ad Mercurium ASSOCIAZIONE FILARMONICA DI ROVERETO aldo Campagnari violino Mauro tonolli chitarra Sonata serenata per violino e chitarra Allegro Lento Allegro ____________________ anna Boschi dunja Ilic Propinatio ____________________ Sonata gemella Andante emilia Campagna pianoforte Francesca aste pianoforte Rustica Musa II per pianoforte a 4 mani Carmen amatorium Saltatio epularis De amasio et latronibus Cavillatio Carmen puellare Saltatio “Vertex” Culicum nuptiae STAGIONE DEI CONCERTI 2014-2015 23 Lucia Comandella F. A. Bonporti sotto la guida del prof. L. Palmisano (1982), ha proseguito gli studi con K. Klemm , A. Morini e G. Cambursano. Si è distinta in più concorsi nazionali ed ha al suo attivo concerti in Italia e all’estero, dedicandosi principalmente alla musica da camera e collaborando con giovani compositori. La sua constante attenzione alle problematiche dell’apprendimento la portano a diventare nel 2006 insegnante di Metodo Feldenkrais. È Metodo Feldenkrais presso la Scuola Musicale Jan Novák . renato Samuelli svolge la sua attività di musicista come solista e interprete del vastissimo repertorio originale per chitarra, dai classici alla musica contemporanea. Con l’ensemble Soledad Sonora ha registrato tre cd dedicati agli Inni Spirituali di Padre Turoldo musicati dal compositore bresciano D. Clapasson, e un DVD Rai dal titolo La Via Invisibile; ha registrato in prima assoluta la raccolta Cithara Poetica di J. Novák e gli Appunti di M. Castelnuovo-Tedesco. Renato è nato nel 1963 a Gargnano sul Garda, si è formato musicalmente con M. Andreolli, O. Ghiglia, R. Chiesa, A. Ponce, E. Fisk e il leggendario A. Segovia. Insegna al Conservatorio E. F. Dall’Abaco di Verona. Mauro tonolli si diploma brillantemente in chitarra sotto la guida del M° Mariano Andreolli presso il Conservatorio F. A. Bonporti di Trento, dove consegue poi con il massimo dei voti e la lode la Laurea Specialistica in Chitarra al Biennio Superiore Concertistico-Solistico indirizzo ‘900. Si dedica in particolare alla musica contemporanea collaborando con musicisti e compositori - come M. Pagotto, M. Priori, N. Straffelini, C. Rastelli, A. Giannotti, G. Fiorini, R.M. Masu, D. Lutterotti, M. Zanotti - per la composizione e l’esecuzione di nuove opere, di cui cura anche prime esecuzioni assolute . aldo Campagnari si è diplomato in violino sotto la guida di P. Cazzulani e A. Burattin; si è perfezionato con M. Quarta a Bologna e presso il Conservatorio Superiore di Musica di Lugano. È stato primo violino di spalla nell’Orchestra Giovanile Italiana, diretto da R. Muti, C. M. Giulini, G. G .Rath, G. Sinopoli; ha collaborato con l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano;dal 1997 è membro del Quartetto Prometeo e si esibisce nelle più prestigiose società concertistiche internazionali, collaborando con artisti come M. Brunello, A. Lonquich, M. Campanella, A. Pay, E. Pace, D. Geringas. Ha registrato per Rai Radio 3, ARD, ORF, Radio Ceca, BBC; e ha inciso i quartetti di R.Schumann per la rivista Amadeus e l’ integrale dei quartetti di S. Sciarrino per Kayros e di H. Wolf per Brilliant. È violinista del quintetto Alter Ego con cui sperimenta la musica di oggi, collaborando con i maggiori compositori del nostro tempo in tutto il mondo. Insegna quartetto d’archi presso il Conservatorio Superiore di Lugano, ed ha tenuto corsi all’Orlando Festival in Olanda, alla University della California e presso il Conservatorio di Trento. 24 ASSOCIAZIONE FILARMONICA DI ROVERETO anna Boschi con L. Comandella e in seguito con E. Galante presso il Conservatorio Bonporti, dove nel 2008 consegue la con massimo dei voti e lode; nel 2010 si laurea in Discipline musicali presso l’Istituto musicale pareggiato O. Vecchi – A. Tonelli con M. Marasco, G. Betti ed A. Oliva; nel 2011 frequenta l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il corso di laurea specialistica in Conservazione e gestione dei Beni Culturali ad indirizzo musicale, che conclude nel 2014 con massimo ricercatrice in ambito musicologico sul territorio trentino. dunja Ilic Economia e gestione delle arti presso l’Università Ca’ Foscari e continua gli studi musicali a Modena, dove ottiene il Diploma di secondo livello con il massimo dei voti sotto la guida di M. Marasco e A. Oliva. Partecipa a corsi di perfezionamento con maestri come A. Oliva, B. Kuijken, Collabora con l’Orchestra Giovanile Trentina, l’Orchestra J.Futura e l’Orchestra Filarmonica Italiana. E’ docente presso la scuola di musica Il Diapason. emilia Campagna, roveretana, vive un rapporto a tutto tondo con il mondo musicale: svolge attività concertistica in ambito cameristico; è docente di pianoforte presso la Civica Scuola Musicale R. Zandonai; esercita l’attività di critica musicale per il giornale “L’Adige”, su cui scrive dal 1997, per la rivista Amadeus e per la trasmissione Radio 3-Suite (Rai); dirige il corso di giornalismo e critica musicale Parola all’ascolto. Momento fondamentale della sua formazione pianistica è stato il perfezionamento con M. Campanella. È laureata in Lettere moderne con una tesi sugli Studi Pianistici di G. Ligeti. Francesca aste si è formata in musica da camera con P. N. Masi all’Accademia Pianistica di Imola e in masterclass con maestri come B. Canino, A. Cohen e F. Gamba. E’ pianista accompagnatrice per la danza e compone musica per il cinema muto, esibendosi in festival internazionali tra cui Festival del Cinema Ritrovato e Bologna Festival (Bologna 2002, 2004, 2008, 2010, 2011), Festival Musica 900 (Trento, 2001), L’ALTRO SUONO festival (Modena, 2006), Festival du Cinéma Italien di Annecy (Francia, 2005 e 2008). STAGIONE DEI CONCERTI 2014-2015 25 note aL PrograMMa « Il suo pensiero e la sua condotta mi commuovevano, perché erano liberi da condizionamenti. Sono profondamente convinto che la sua vita nello spirito del mondo latino e mediterraneo ed il radicamento nella musica del suo popolo hanno trasformato la sua opera in una moderna Bucolica e Georgica nello stile virgiliano ». Così come Bernhard Rövenstrunck descrive il suo ospite Jan, chiunque lo abbia veramente conosciuto porta nel cuore il medesimo ricordo. Tuttavia dipingere un ritratto di Novák, per poterne comprendere appieno il carattere e la poeche righe non è semplice riassumere un romanzo di vita, così ricco di viaggi in tutta Europa, esperienze forti (come i molteplici esili), inimicizie di natura politica, ma al contempo profonde amicizie nate qui a Rovereto, dove il “compositore boemo” desiderava riposare per sempre. famiglia di commercianti, Jan novák intraprende gli studi classici all’istituto gesuita di Vehelerad, dove ha la possibilità di esercitare la sua vena artistica al pianoforte, all’organo e nell’orchestra della scuola ma, in disaccordo con i genitori, conclude la carriera scolastica al ginnasio di Brno, studiando pianoforte, composizione e direzione d’orchestra al conservatorio della città. L’invasione tedesca, l’avvento del Terzo Reich e i due anni di lavori forzati, da cui riesce a fuggire nascondendosi nella regione d’origine, interrompono bruscamente le sue attività artistiche, riprese brillantemente nel dopo guerra a Praga. Di questo periodo giovanile è fondamentale mentore ed amico, e quello con la pianista Eliska Hanoukovà, sua moglie dal 1949. Seguono anni costellati di successi compositivi e pianistici, ma di grandi compromessi impostigli dagli esponenti del Partito Comunista, che spesso considera il suo operato immorale. Corposo e vario è il repertorio nato negli Anni’50, dalla musica per trasmissioni radiofoniche a colonne sonore 26 per orchestra a quelle per ensemble da camera, … tutte caratterizzate dalla commistione di tendenze neoclassiche e popolareggianti, da sperimentazioni timbriche ed armoniche tipiche della musica contemporanea e dalla nascente passione per la latinità. Nel 1968 il fallimento del “Socialismo dal volda un folto gruppo di politici e di intellettuali riformatori, travolge il sostenitore Novák, che glie. Il primo “soggiorno di fortuna” è ad Ulm an der Donau a casa di Rövenstrunck per alcune settimane e successivamente la cittadina di Åarus in Danimarca per alcuni mesi, dove la famiglia richiede asilo politico, negato a causa che afferma “sulla famiglia Novák nessuno ha voluto che proprio in quei giorni Renato Dionisi volesse estendere la commissione di un brano per soprano, clarinetto e pianoforte (destinato al Trio Salvetta) ai compositori dell’Est europeo e, tramite l’Associazione dei musicisti di Milano e quella di Praga, Novák riceve l’invito e accetta con il suo Mimus Magicus. «Invitato per la prima rappresentazione, poiché non conoscevo l’italiano, ho provato a conversare con alcune persone in latino: la cosa è riuscita ed ha stupito sia loro che me, tanto che ho pensato di rimanere in Italia». L’amore per il latino, la calorosa accoglienza ed un’offerta di lavoro in qualità di insegnante di pianoforte alla Civica Scuola di Musica “Riccardo Zandonai” conducono Novák e la famiglia a stabilirsi a Rovereto dal 1970 al 1978. La versatilità compositiva dimostrata a Brno e a Praga sboccia in questi anni in una serie di opere ispirate alla classicità; nascono allora Apicius Modulatus per contralto e chitarra, Amores Sulpiciae per quattro voci pari, Florilegium cantionum latinarum per voce e pianoforte, Odarum concentus per orchestra d’archi, Dulcitius per soli, coro ed orchestra, Rosarium per due chitarre dedicato agli ASSOCIAZIONE FILARMONICA DI ROVERETO allievi del M° Mariano Andreolli, la Sonatina Rustica musa per pianoforte, Meditatio canina per coro di voci bianche, Rustica musa II per pianoforte a quattro mani, Orpheus et Eurydice per soprano, viola d’amore e pianoforte, Corae Vernales moltissimi arrangiamenti e brani per il coro da lui fondato, le Voces Latinae, e numerosi testi poetici in lingua conservati all’Accademia Ro“Janus Novakus”. Novák, nella sua permanenza a Rovereto si impegna a far rivivere la “latinità” e la cultura classica in città; qui, oltre a componimenti poetici, creazioni musicali colte e la partecipazione per l’organizzazione del festival Feriae latinae nel 1972, con la sua Schola cantans riesce ad irretire il pubblico di giovani roveretani adattando la metrica latina ad un linguaggio musicale a L’ultima tappa dell’esilio è Neu Ulm; qui Novák illustri città bavaresi, fra cui il latinista ed amico Wilfried Stroh. Sono anni dediti alla composizione letteraria e musicale, di intensi studi sulla metrica greca applicata alle composizioni (Sonata Super Hoson Zes) e di un costante impegno per far rivivere anche in Germania quelle “lingue morte” che lui stesso ha fatto risorgere in musica. Jan Novák muore il 17 novembre 1984. Le musiche di questo concerto sono un omaggio alla memoria del grande artista ceco, che la città di Rovereto ha avuto il privilegio di ospitare. Come il Professor Stroh sostiene nel saggio Jan Novák, moderner Komponist antiker Texte, non vi è alcun compositore dopo il Rinascimento che, mettendo in musica poesie latine in metrica, sia riuscito a far rivivere la modulazione ritmica di quella poesia e a far riemergere l’antica musica che si riteneva perduta. Negli ultimi quindici anni della sua vita, sono proprio le metriche latine e greche le matrici della creatività poetica e musicale di Novák, anche in creazioni totalmente strumentali. La capacità di fare musica “con poco”, la ricerca musicologica, l’amore per l’antichità e la volontà di riviverla e poterla con- dividere con tutti, fanno di lui un compositore neoclassico a tutti gli effetti; così l’innata verve cile, l’evidenza dei processi tematici e la ricerca di un equilibrio formale, nonché l’atteggiamento (quasi inconsciamente) riformatore, lo avvicinano in maniera totalmente originale agli esponenti del neoclassicismo musicale: Satie, Ravel ed il primo Stravinskij. rustica musa II, deliciae carminum moravorum calvario 4 manibus è una raccolta di divertimenti su melodie popolari morave per pianoforte a quattro mani, composto a Rovereto nel 1975, successivamente a Rustica Musa (1973) per pianoforte solo. Il carattere didattico di questa collezione di otto perle è lampante in De amasio et latronibus (L’amante e il brigante) e Culicum nuptiae (Le nozze delle zanzare), rispettivamente il terzo e l’ottavo divertimento; qui il pianista di destra è impegnato a dare sfoggio della capacità di eseguire regolarmente le scale, ma il vero e proprio esercizio è inserito in un vitalismo costante creato da un gioco di ritmi e cambi di tempo proposti dal compagno a sinistra; il tutto è inserito in una geniale e giocosa atmosfera burlesca in cui sono “nascosti” i motivi popolari moravi. Di differente carattere sono Canto amoroso e Canto di Ragazza, dove Novák alterna melodie semplici e delicate e momenti ritmici più energici, quasi rapsodici. Di tutt’altro carattere sono i due preludi e fughe Stroh parla di un “buon umore” evidente nell’operato dell’amico durante la permanenza roveretana, uno stato d’animo che viene meno durante il soggiorno tedesco, dopo l’ennesima “fuga”. Il Preludio e fuga in la è fra le due composizioni la più bucolica; l’introduzione presenta due anime melodiche ben distinte, una dolce e solare estremamente distesa, che pare dipingere una natura arcadica, ed una più ritmica e saettante, più concreta. L’ambientazione naturalistica è ripresa nella fuga costruita sulle note cantate dal cuculo, che si alternano ad una melodia sognante, in un dialogo fra terreno e divino. Differente è il Preludio e fuga in do, un esordio caratterizzato da STAGIONE DEI CONCERTI 2014-2015 27 arpeggiati continuamente alla ricerca della tonalità maggiore, sfocia in un canto sempre in una tensione irrisolta, perché ciclica. La rispettiva fuga ha un geniale incipit bachiano che evolve in un tanghistico gioco di accenti. La Sonata gemella polavoro non solo per il sapiente bilanciamento delle parti, perfettamente “alla pari”, ma soprattutto per il geniale sfruttamento delle possibilità timbriche ed effettistiche dei due strumenti monodici, che creano l’illusione di un terzo esecutore nascosto in qualche angolo del palco. I tre movimenti sono specchio del carattere compositivo di Novák. L’Allegro è un continuum di vitalità, che nasce da un’instancabile attività di semiminime e di brevi dialoghi melodici; l’Andante con il suo sapore arcadico, dove l’antichità è resa dall’impalpabilità dei suoni risultanti che scaturiscono dagli armonici, mentre il Presto è un vero e proprio assaggio di ironia buffonesca. Nella seconda parte del programma predomina la chitarra, strumento caro al Maestro Mariano Andreolli, collega ed amico di Jan Novák, per il quale ha curato l’edizione di Rosarium, una raccolta di dieci divertimenti per due chitarre, composti nel 1974. Ogni breve brano presenta una sua peculiarità, ad esempio nel primo divertimento è manifesta la ricerca di un’atmosfera arcaica, ricreata dall’armonia e dalla timbrica ripresa nella parte conclusiva, ma arricchita armonicamente da delicate dissonanze tipicamente novakiane, mentre nell’ottavo brano spicca 28 l’elemento folkloristico della musica tradizionale dell’Est Europa e la chitarra acquisisce una sonorità tipica della balalaika. Non mancano momenti di semplice cantabilità e dialoghi concitati fra i due strumenti, inseriti in un contesto armonico allargato, che si conclude felicemente con un accordo di re maggiore nel decimo divertimento. Originariamente ideata per voce e chitarra e dedicata ad Anna Baldo e Mariano Andreolli, Cithara poetica (1977) è una raccolta di cinque preludi per chitarra, concepiti sulla metrica di alcune odi oraziane. Qui, musicando gli antichi metri, è sensibilmente documentata l’eterna sopravvivenza dell’antica musica del numerosus Horatius (Orazio ricco di ritmi). Sonata Serenata per violino e chitarra (1978) è di Novák. In questa opera è visibilmente musicata un’umoristica scena di corteggiamento, dove un amante richiama l’attenzione dell’amata Allegro esordisce con una vigorosa accordatura ritmica dei due strumenti, ripresa e rielaborata in tutto il movimento, in cui, nella parte centrale, è citato il topos della serenata latinoamericana; il Lento vuole essere il momento della corte vera e propria, quando i due amanti si congiungono ed è reso da una romantica melodia, che, ahimè, sfocia in un crepitante litigio. Nell’ultimo movimento (Allegro) il “battibeccante” incipit lascia spazio a momenti di serenità sempre più vitali e sempre più concitati, che conducono ad un ener- ASSOCIAZIONE FILARMONICA DI ROVERETO Anna Boschi