5C BIO 2013 doc

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5C BIO 2013 doc
ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE
“G.GALILEI”
Biologia Chimica Elettronica Elettrotecnica Informatica Meccanica
Via G.Galilei 66 57122 Livorno Tel: 0586 447111 Fax 0586447148
e-mail [email protected] - www.galileilivorno.it
ESAMI DI STATO CONCLUSIVI DEI CORSI DI STUDIO DI ISTRUZIONE SUPERIORE
II CICLO
Documento del Consiglio di classe
Classe V sez. C
Corso BIO
Anno scolastico 2012/13
Contenuto:
•
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•
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o
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◊
◊
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Profilo della classe e sua storia (abbandoni, immissioni, continuità didattica, partecipazione,
impegno, socializzazione)
Aspetti interdisciplinari del percorso formativo (progetto di classe, progetti speciali, visite
guidate ed aziendali, stage in azienda in relazione con lo sviluppo delle conoscenze e delle
competenze degli alunni)
Obiettivi raggiunti, i contenuti, i metodi, i mezzi ,gli spazi e i tempi del percorso formativo
I criteri e gli strumenti di valutazione adottati
o Criteri di valutazione e relative griglie
Documento sui crediti formativi e sui crediti scolastici
Esperienze realizzate in merito alla preparazione degli studenti all'esame di stato:
o esperienze di programmazione e simulazione della prima e della
seconda prova
o esperienze di programmazione e simulazione della terza prova
o esperienze di simulazione sulla conduzione del colloquio
schede informative relative alle prove svolte nelle seguenti date:
Simulazione della prima prova:
___________________
Simulazione della seconda prova:
___________________
Simulazione della terza prova:
___________________
Simulazione del colloquio:
___________________
Relazioni e programmi svolti
Elenco dei candidati
Composizione del Consiglio di classe
Livorno,15 maggio 2013
La Dirigente scolastica
(Prof. Giuliana Ficini)
1. Profilo della classe e sua storia (abbandoni, immissioni, continuità didattica,
partecipazione, impegno, socializzazione)
Profilo generale
La classe 5 C BIO ha avuto un iter scolastico regolare: la classe terza era composta da 34 alunni, di
cui 4 sono stati respinti, la quarta era composta da 32 alunni (2 alunni ripetenti aggiunti al gruppoclasse) di questi 2 alunni si sono ritirati, la quinta, come naturale prosecuzione delle ex 3 e 4 C BIO,
è composta di 30 alunni di cui 24 femmine e 6 maschi, tutti provenienti dalla quarta dell’anno
scorso. E’ da rilevare, inoltre, che nel triennio non vi sono state particolari discontinuità nella
didattica delle materie dell’area comune,ad eccezione del docente di Ed. Fisica, dalla classe quarta
alla quinta e i cambiamenti di docenza nell’area professionalizzante sono stati decisi nell’ambito dei
gruppi disciplinari di tali materie: dalla classe quarta alla quinta sono cambiati i docenti di Impianti,
Lab. Di Microbiologia e di Analisi chimica strumentale.
La classe V C BIO è stato caratterizzata,durante tutto il triennio, nonostante l’elevato numero di
allievi, da un atteggiamento sempre responsabile e consapevole nei confronti dello studio e
dell’impegno personale, caratterizzato da serena correttezza nei confronti dei docenti . La
partecipazione della classe al dialogo educativo è sempre stata nel complesso vivace e proficua, in
quanto gli alunni hanno dimostrato disponibilità al lavoro personale di crescita e di miglioramento,
fornendo,nella maggior parte dei casi, una risposta costante, rispetto agli argomenti proposti.
L’impegno è stato,salvo pochi casi, in genere produttivo .
La classe, molto disciplinata e scolarizzata sin dalla terza, ha sviluppato, nel corso del triennio, un
percorso di maturazione e di responsabilizzazione nei confronti della scuola e , più in generale, dei
propri impegni e doveri nei confronti degli altri che si può senz’altro definire molto soddisfacente,
evidenziando nel corso dell’anno, in generale, comportamenti consoni e sempre adeguati alle
situazioni; tutti gli alunni hanno, inoltre, dimostrato di aver raggiunto un’ autonoma consapevolezza
nell’instaurare rapporti interpersonali corretti e proficui. Sia in classe sia nei Laboratori
l’atteggiamento individuale e collettivo è stato caratterizzato da comportamenti adeguati che, nelle
attività laboratoriali, hanno consentito di realizzare risultati mediamente soddisfacenti ,in termini di
capacità e competenze sviluppate, con alcune punte di eccellenza.
Durante il triennio, gli alunni hanno colmato in gran parte le lacune presenti nella preparazione di
base, dovute, soprattutto, all’adozione di un metodo di studio mnemonico, non sempre adeguato alle
necessità; sul piano del profitto, alcuni studenti si sono distinti per le valide capacità personali e
per l’impegno assiduo e proficuo, riuscendo ad ottenere risultati costantemente positivi e
conseguendo una preparazione globale di ottimo livello; la maggioranza, pur meno brillante e,
talvolta, meno costante nell’impegno e nel rendimento, ha comunque compiuto un percorso di studi
positivo e in progresso, per cui la tendenza al miglioramento è stata evidente; un numero ristretto di
allievi ha compiuto un percorso rallentato, oltre che dalle carenze evidenziate, da una certa passività
con cui ha affrontato gli impegni e le attività didattiche proposte, per cui questa caratteristica ha
condizionato in senso meno positivo i ritmi di apprendimento e i risultati ottenuti.
2. Obiettivi raggiunti, i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso
formativo.
Si riportano gli obiettivi educativi generali,le competenze e le capacità elaborati dal Consiglio di
classe della 5 C BIO come finalità comuni dell’azione didattica nell’anno scolastico e che risultano
nel complesso raggiunti in modo quasi sufficiente da tutti i candidati;
Obiettivi educativi generali
• Sviluppare competenze atte a rendere lo studente autore consapevole di scelte autonome e
responsabili sia nell’ambito personale sia nell’ambito professionale, promuovendone lo
sviluppo e la crescita intellettuale e socio-affettiva.
• Valorizzare e potenziare nello studente atteggiamenti propositivi di orientamento, di
autonomia critica, di gestione ed adattamento flessibile nel sostenere ruoli e funzioni, per
essere persona e cittadino in grado di saper costruire e realizzare un proprio consapevole
progetto di vita.
Conoscenze
•
sia di cultura generale che di area tecnica;
•
generali sull’ambiente naturale e le sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche;
•
sui fenomeni di alterazione ambientale.
Abilità.
• Leggere,interpretare, redigere un argomento culturale o professionale con coerenza e
pertinenza.
• Comunicare efficacemente utilizzando le lingue e/o appropriati linguaggi tecnici
• Utilizzare con pertinenza tecniche operative e strumenti professionali in proprio possesso
per trasferire le conoscenze teoriche alla pratica operativa, eseguendo le opportune analisi
chimiche, biologiche e batteriologiche sui vari comparti ambientali.
• Operare adeguatamente attraverso procedure e sistemi professionali, integrando gli
strumenti concettuali appresi di tipo chimico, biologico, impiantistico in una visione
organica delle problematiche ambientali;
Competenze
• Elaborare dati deducendo possibili implicazioni secondo uno schema logico.
• Documentare adeguatamente il proprio lavoro.
• Completare autonomamente informazioni acquisite.
• Analizzare situazioni diverse stabilendo conclusioni appropriate.
• Interpretare in modo sistematico strutture e dinamiche del contesto in cui si opera.
• Utilizzare le conoscenze e capacità acquisite nelle azioni di controllo, prevenzione e tutela
del territorio.
• Orientarsi nelle scelte in campo impiantistico nell’ambito delle tecnologie di depurazione.
• Presentare adeguatamente i dati analitici necessari alla gestione del risanamento ambientale.
• Valutare con pertinenza i materiali a propria disposizione.
• Partecipare al lavoro organizzato sia individuale sia di gruppo,accettando e favorendo il
coordinamento.
In particolare il percorso formativo proposto alla classe ha mirato a realizzare la seguente figura
professionale:
Profilo professionale
La sperimentazione Biologico-sanitario-ecologico nel nostro Istituto è iniziata nell'anno scolastico
80/81 ed è attualmente articolata su tre corsi triennali.
Il problema affrontato, sia nell'impostazione originaria, sia nelle modifiche richieste ed autorizzate
negli a.s. 84/85 e 90/91, è quello delle metodologie e dei curricoli delle materie per dare un nuovo
profilo al perito chimico attraverso competenze, abilità e saperi nel campo delle problematiche
ambientali.
Infatti, nel corso di frequenti verifiche e di confronti con le esigenze del territorio, è emersa con
forza la necessità di accentuare le competenze di tipo ecologico, poiché gli ambiti entro i quali i
diplomati dovranno operare sono di carattere:
a- biologico
b- chimico
c- tecnologico
Questo tipo di sperimentazione si propone di:
• far acquisire conoscenze e abilità nel campo ecologico (azioni di controllo e tutela del
territorio) e nella prevenzione primaria (salute degli ecosistemi e degli ambienti di vita).
• promuovere le doti di versatilità, adattabilità ed approccio critico ai problemi posti dalla
evoluzione della tecnica e della scienza nella società attuale.
• sollecitare lo sviluppo di autonome capacità applicative nell'uso di metodi e di strumenti.
• corrispondere alle mutate richieste che pervengono dal mondo del lavoro e dal territorio.
• definire un nuovo curricolo di studi nell'ambito della trasversalità del sapere.
Metodi didattici impiegati: il Consiglio di Classe ha condiviso la scelta didattica generale del
Collegio Docenti dell’Istituto nell’adozione di un metodo didattico induttivo, idoneo per
sviluppare negli alunni maggiori capacità di analisi e collegamento tra i diversi settori dell’area
professionalizzante ma, più in generale, per saper analizzare situazioni diverse, stabilendo
conclusioni appropriate, per interpretare e valutare strutture e situazioni del contesto in cui si sta
operando.
In particolare, attraverso le seguenti tipologie di approccio: lezione frontale, lavori di gruppo,
ricerche, studio di casi o problematiche complesse,discussioni.
Mezzi e gli strumenti adottati: l’azione didattica, compatibilmente con le esigenze specifiche
delle singole discipline, si è avvalsa dell’uso di testi e manuali, fotocopie, uso di laboratori sia
settoriali sia multimediali, lavagne luminose, proiettori, sussidi audiovisivi.
Gli spazi e i tempi del percorso formativo: il Consiglio di Classe ha concordato per ciascuna
disciplina verifiche a cadenza bisettimanale o mensile, rispetto alle programmazioni di ciascun
docente, concordando inoltre, i tempi di due esperienze simulate di preparazione agli esami di
stato, relative alla prima,seconda e terza prova scritta.
Sono stati, inoltre, concordati dal Consiglio di Classe gli spazi per iniziative di recupero e
sostegno (IDEI), finalizzati al recupero e all’approfondimento disciplinare che ciascun docente
ha deciso di attuare, durante l’anno scolastico, o alla fine, sia come recupero in itinere sia nella
modalità di ore di lezione pomeridiane.
3. Aspetti interdisciplinari del percorso formativo (area di progetto, progetti speciali, viaggi e
visite guidate ed aziendali, stage in azienda in relazione con lo sviluppo delle conoscenze e
delle competenze degli alunni).
• Partecipazione delle alunne Biricotti e La Bruna al “ Treno della memoria” e di tutta la
classe al convegno, in margine all’iniziativa,organizzato dall’ISTORECO di Livorno “ Una
voce,mille voci. Viaggiare nella memoria” con Carlo Greppi e David Bidussa.
• La classe ha partecipato nel biennio 2011-12 e 2012-13 al progetto “ Orienta”.
• La classe ha assistito alla lezione del prof. Emilio Gentile, dell’Università La Sapienza di
Roma, sui “Valori del Risorgimento confluiti nella Costituzione”,organizzato dal Comitato
livornese per la promozione dei valori risorgimentali.
• La classe ha visitato l’ impianto di smaltimento di Palaia.
• La classe ha partecipato al progetto sullo smaltimento rifiuti organizzato dall’AAMPS
nell’a.s. 2011-2012.
4.Relazioni e programmi svolti relativi alle seguenti materie:
Religione
Lingua e lettere italiane
Storia ed ed. civica
Inglese
Matematica
Ed. Fisica
Analisi chimica e strumentale
Impianti chimici
Igiene e legislazione sanitaria
Lab. Di Microbiologia speciale.
Per favorire una migliore consultazione, le relazioni e i programmi svolti sono posti nella parte
finale del documento.
5.Documento relativo ai crediti formativi e ai crediti scolastici.
Per la valutazione del credito formativo e scolastico si fa riferimento alla circolare interna del
22/04/2005 della quale di seguito viene riportato integralmente il testo:
[………]
… nello scrutinio finale delle classi Terze, Quarte e Quinte, viene assegnato il Credito Scolastico
(CS) calcolato sulla base della media aritmetica dei voti conseguiti nelle singole discipline; tale
media individua un punteggio che può oscillare di uno o due punti .
Qui interviene la valutazione del Credito Formativo (CF) che, ad assoluta discrezione nel
C.d.C., può spostare di un punto il punteggio individuato dalla media dei voti. In sostanza il Credito
Formativo vuol riconoscere (se pur di poco) il valore di attività, impegni, studi ecc… effettuati al di
fuori della scuola.
Quindi il Credito Formativo altro non è che una piccola ma significativa parte del più generale
Credito Scolastico il quale è un “bonus“di punti acquisiti in Terza, Quarta e Quinta: la somma dei
tre “bonus” dà il punteggio complessivo di Credito Scolastico (massimo 25 punti) che va a
costituire una parte del punteggio finale dell’Esame di Stato (45 prova scritta, 30 prova orale, 25
credito scolastico =100);
- allo scopo di vedersi attribuita la valutazione del Credito Formativo gli alunni che lo desiderino e
lo possano fare devono consegnare, entro e non oltre il 15 maggio p.v., al Coordinatore di Classe la
documentazione attestante l’attività, l’impegno e gli studi effettuati al di fuori della scuola di
appartenenza. Il Coordinatore allegherà le certificazioni ricevute alla documentazione relativa agli
allievi in segreteria didattica e in sede di scrutinio le proporrà all’approvazione nel C.d.C.
- tali esperienze (ai sensi del D.M. 24/02/00 n. 49 richiamato e confermato dalla C.M. 35 del
04/04/03 e dal D.M. 323/989 devono essere debitamente documentate su carta intestata della
società, azienda, associazione ecc, presso cui l’esperienza si è svolta, deve essere firmata dal
Responsabile dell’Ente e deve contenere una sintetica descrizione dell’esperienza medesima;
- l’autocertificazione è ammessa solo per esperienze svolte presso le Pubbliche Amministrazioni
dello Stato o EE.LL;
- tali esperienze “devono risultare coerenti con gli obiettivi educativi e formativi del tipo di corso
frequentato”. Si ribadisce che le attività integrative e complementari svolte all’interno dell’Istituto (
Olimpiadi della matematica, Giochi della chimica, Teatro ecc.., ecc..) non danno luogo al Credito
Formativo ma concorrono alla formulazione del Credito Scolastico ovvero concorrono alla
valutazione sommativa disciplinare atteso che il voto attribuito nelle singole discipline non è la
media meramente aritmetica delle valutazioni bensì la considerazione complessiva del processo di
apprendimento.
6.Esperienze realizzate in merito alla preparazione degli studenti all'esame di stato:
i criteri e gli strumenti di valutazione adottati e relative griglie
esperienze di programmazione e simulazione della prima
esperienze di programmazione e simulazione della seconda prova
esperienze di programmazione e simulazione della terza prova;
esperienze di simulazione sulla conduzione del colloquio.
6.1 I criteri e gli strumenti di valutazione adottati , comprese le griglie di valutazione.
Per quanto riguarda i criteri di valutazione adottati, il Consiglio di Classe si è uniformato ai criteri
generali di Istituto, ed ogni docente ha seguito, per le proprie discipline, le indicazioni generali
scaturite dalle Riunioni di Dipartimento e stabiliti in termini di sviluppo di conoscenze, abilità e
competenze sviluppate, rispetto ai livelli di partenza dei singoli allievi.
Per la valutazione annuale delle prove di verifica i docenti hanno fatto riferimento alla sottostante
tabella di corrispondenza voto – giudizio sintetico – descrittori presente nel POF di Istituto ed
approvata dal Collegio dei Docenti per l’a.s. 2012/13.
VOTO
GIUDIZIO SINTETICO
DESCRITTORI
9-10
Eccellente
Partecipa in modo propositivo
Lavora in modo assiduo e/o proficuo
Si esprime con linguaggio ricco e appropriato
Ha acquisito conoscenze eccellenti, le rielabora in
modo personale,
dimostrando significative capacità critiche
Sa applicare le conoscenze a situazioni nuove
8
Ottimo
Partecipa in modo attivo
Lavora in modo assiduo
Si esprime con un linguaggio corretto e
appropriato
Ha acquisito conoscenze complete
Sa applicare le conoscenze a situazioni nuove
7
Buono
Partecipa in modo attivo
Lavora in modo assiduo
Si esprime con un linguaggio chiaro e corretto
Ha assimilato le conoscenze in modo più che
sufficiente
Sa applicare le conoscenze a situazioni analoghe a
quelle proposte
6
Sufficiente
5
Insufficiente
Partecipa in modo interessato, ma poco attivo
Lavora in modo regolare, ma poco approfondito
Si esprime con un linguaggio sufficientemente
corretto
Ha acquisito le conoscenze in modo essenziale
Rivela talune difficoltà ad applicare le conoscenze
a situazioni affini a
quelle proposte
Partecipa in modo saltuario
Lavora in modo discontinuo
Si esprime con un linguaggio impreciso
Ha acquisito le conoscenze in modo superficiale e
limitato
Applica le conoscenze minime con errori
4
Insufficienza grave
1-3
Insufficienza molto grave
Partecipa in modo passivo e disinteressato
Lavora in modo inadeguato
Si esprime con un linguaggio scorretto
Le conoscenze sono parziali e disorganiche
Anche se guidato rivela notevoli difficoltà nelle
applicazioni
Non partecipa al dialogo educativo
Lavora in modo incostante e inadeguato
molto frammentarie e lacunose
Non è in grado di applicare le conoscenze
Le tipologie di verifica adottate sono state: prove d’ingresso, prove strutturate e semistrutturate,
prove di tipo formativo e sommativo, temi, relazioni, studi di caso, interrogazioni orali,
In merito alla programmazione delle esperienze relative alle prove di simulazione si
rimanda alle relazioni disciplinari per la specifica preparazione delle singole prove.
Le due simulazioni delle tre prove scritte sono avvenute entrambe concentrate nella
stessa settimana per decisione unanime del Consiglio di Classe.
Il Consiglio ha concordato inoltre di dedicare parte della programmazione disciplinare alla
preparazione degli allievi all’Esame di Stato.
Esperienze di simulazione della prima prova
Sono state effettuate in classe due simulazioni della prima prova secondo
le varie tipologie previste per gli esami di Stato, utilizzando in parte
anche il materiale degli esami precedenti.
Date in cui sono state effettuate le prove: 26 /04/13 e 7/05/11
Esperienze di simulazione della seconda prova
La materia oggetto della seconda prova è Analisi Chimica, elaborazione
dati e laboratorio. E’ stata effettuata una prova di simulazione .
Data in cui è stata effettuata la prova: 2/05/13
Esperienze di programmazione della terza prova
Per la simulazione della terza prova il consiglio di classe ha ritenuto
opportuno verificare le discipline di Inglese, Matematica, Impianti, Igiene
in data 27 /4/ 13 e Matematica, Inglese, Impianti,Microbiologia in data 10
maggio 2013.
La tipologia scelta è stata la B (3 domande a risposta aperta per ciascuna
delle 4 discipline prescelte, max otto righe).
Esperienze sulla conduzione del colloquio
Non si prevede di effettuare simulazioni del colloquio orale.
Si allegano le griglie di valutazione per le prove di italiano, per la seconda e terza prova della
simulazione dell’esame di stato e i testi delle prove simulate proposte agli alunni:
• 2 prove simulate di italiano
• 1 prova simulata di Analisi chimica
• 2 simulazioni di terza prova
SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLA PRIMA PROVA SCRITTA
TIPOLOGIA - A - ANALISI DEL TESTO
Candidato/a:
Macroindicatori
Competenze
linguistiche
Indicatori
Capacità di esprimersi
(Punteggiatura
Ortografia
Morfosintassi
Proprietà lessicale)
Comprensione
complessiva e sintesi
Capacità di sintesi e
rielaborazione delle
conoscenze acquisite
Analisi del testo e delle Capacità di analisi e
strutture formali
interpretazione
Collegamenti e
contestualizzazione
Capacità di
rielaborare,effettuare
collegamenti,contestua
lizzare e operare
riferimenti critici
Classe:
descrittori
Si esprime in modo:
appropriato e complesso
corretto e adeguato
sostanzialmente adeguato
impreciso e/o scorretto
gravemente scorretto
Rielabora in modo:
completo e articolato
chiaro e ordinato
schematico
poco coerente
inconsistente
Analizza e interpreta
Descrive ed analizza
Individua gli elementi base
Individua in modo incompleto
Individua in modo errato
misuratori
punti
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
4
3,5
3
2.5
2
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
5
4
3
2
1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
1
Rielabora in modo:
approfondito e critico
completo ed adeguato
essenziale
parziale
non rielabora
Valutazione
complessiva
Totale punteggio
__________________________Voto complessivo attribuito alla prova _____/15
N.B. Il voto complessivo risultante dalla
somma dei punteggi attribuiti ai singoli
indicatori,in presenza di numeri decimali,
è approssimato in eccesso all’unità superiore.
SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLA PRIMA PROVA SCRITTA
TIPOLOGIA B : ARTICOLO - SAGGIO BREVE
Candidato/a :
Macroindicatori
Competenze
linguistiche
Indicatori
Capacità di esprimersi
( Punteggiatura
Ortografia
Morfosintassi
Proprietà lessicale)
Conoscenza
dell’argomento ed
efficacia
argomentativa
Capacità di formulare
una tesi e/o di
sviluppare proprie
argomentazioni
Classe:
descrittori
Si esprime in modo:
appropriato e complesso
corretto e adeguato
sostanzialmente adeguato
impreciso e/o scorretto
gravemente scorretto
Argomenta in modo:
completo e articolato
chiaro e ordinato
schematico
poco coerente
inconsistente
Competenze rispetto al Capacità di rispettare
Rispetta consapevolmente
genere testuale
consapevolmente i
tutte le consegne
vincoli del genere
Rispetta le consegne
testuale
Rispetta in parte le consegne
Rispetta solo alcune consegne
Non rispetta le consegne
Organizzazione e
Capacità di rielaborare, Rielabora in modo:
presentazione del
di utilizzare in modo
approfondito e critico
contenuto
critico e personale i
completo ed adeguato
documenti a
essenziale
disposizione
parziale
non rielabora
Valutazione
complessiva
misuratori
punti
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
4
3,5
3
2.5
2
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
1
Ottimo/ Eccellente
5
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
4
3
2
1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
1
Totale punteggio
__________________________Voto complessivo attribuito alla prova _____/15
N.B. Il voto complessivo risultante dalla
somma dei punteggi attribuiti ai singoli
indicatori,in presenza di numeri decimali,
è approssimato in eccesso all’unità superiore.
SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLA PRIMA PROVA SCRITTA
Tipologia C Tema di argomento storico.
Candidato/a :
Macroindicatori
Competenze
linguistiche
Indicatori
Capacità di esprimersi
( Punteggiatura
Ortografia
Morfosintassi
Proprietà lessicale)
Conoscenza
dell’argomento ed
efficacia
argomentativa
Capacità di formulare
una tesi e/o di
sviluppare proprie
argomentazioni
Conoscenza
dell’argomento e
pertinenza delle
argomentazioni
Conoscenza degli
eventi storici.
Capacità di trattare in
modo pertinente e
analitico l’argomento
proposto
Organizzazione e
presentazione del
contenuto
Capacità di rielaborare,
di utilizzare in modo
critico e personale i
documenti a
disposizione
Classe:
descrittori
Si esprime in modo:
appropriato e complesso
corretto e adeguato
sostanzialmente adeguato
impreciso e/o scorretto
gravemente scorretto
Argomenta in modo:
completo e articolato
chiaro e ordinato
schematico
poco coerente
inconsistente
Conosce e sviluppa
l’argomento in modo:
pertinente ed esaustivo
pertinente e corretto
essenziale,schematico
incompleto e poco pertinente
non pertinente (fuori tema)
misuratori
punti
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
4
3,5
3
2.5
2
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
Nettamente insufficiente
5
4
3
2
1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
1
Rielabora in modo:
approfondito e critico
completo ed adeguato
essenziale
parziale
non rielabora
Valutazione
complessiva
Totale punteggio
__________________________Voto complessivo attribuito alla prova _____/15
N.B. Il voto complessivo risultante dalla
somma dei punteggi attribuiti ai singoli
indicatori,in presenza di numeri decimali,
è approssimato in eccesso all’unità superiore.
SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLA PRIMA PROVA SCRITTA
Tipologia D Tema di ordine generale.
Candidato/a :
Macroindicatori
Competenze
linguistiche
Indicatori
Capacità di esprimersi
( Punteggiatura
Ortografia
Morfosintassi
Proprietà lessicale)
Coerenza e coesione
testuale Efficacia
argomentativa
Conoscenza
dell’argomento e
pertinenza delle
argomentazioni
Organizzazione e
presentazione del
contenuto
Capacità di formulare
una tesi e/o di
sviluppare proprie
argomentazioni in
modo coerente e coeso
Capacità di trattare in
modo pertinente e
analitico l’argomento
proposto
Classe:
descrittori
Si esprime in modo:
appropriato e complesso
corretto e adeguato
sostanzialmente adeguato
impreciso e/o scorretto
gravemente scorretto
Argomenta in modo:
completo e articolato
chiaro e ordinato
schematico
poco coerente
inconsistente
Conosce e sviluppa
l’argomento in modo:
pertinente ed esaustivo
pertinente e corretto
essenziale,schematico
incompleto e poco pertinente
non pertinente (fuori tema)
Capacità di rielaborare, Rielabora in modo:
di utilizzare in modo
approfondito e critico
critico e personale le
completo ed adeguato
proprie conoscenze
essenziale
parziale
non rielabora
Valutazione
complessiva
misuratori
punti
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
4
3,5
3
2.5
2
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
Nettamente insufficiente
5
4
3
2
1
Ottimo/ Eccellente
Discreto/buono
Sufficiente
Insufficiente
nettamente insufficiente
3
2,5
2
1,5
1
Totale punteggio
__________________________Voto complessivo attribuito alla prova _____/15
N.B. Il voto complessivo risultante dalla
somma dei punteggi attribuiti ai singoli
indicatori,in presenza di numeri decimali,
è approssimato in eccesso all’unità superiore.
ESAME DI STATO A.S. 12/13
Prova scritta di Analisi Chimica, elaborazione dati e laboratorio
Candidato …………………………………..
………………………….
INDICATORI
PUNTEGGIO
MASSIMO
INDICATORE
LIVELLO
INDICATORE
Conoscenze e
competenze riferite agli
argomenti richiesti
6
Organizzazione degli
argomenti, capacità di
elaborazione critica e/o
di esemplificazione
6
Utilizzazione del
linguaggio specifico
Livorno, il……………….
ATTRIBUITO…………./15
Il Presidente
3
Classe
Grav.
Insuff.
Insufficiente
sufficiente
buono
ottimo
Grav.
Insuff.
Insufficiente
sufficiente
buono
ottimo
Insufficiente
Sufficiente
Buono
PUNTEGGIO
PUNTEGGIO
DEL
ASSEGNATO
LIVELLO
2
3
4
5
6
2
3
4
5
6
1
2
3
VOTO COMPLESSIVO
I commissari
SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLA TERZA PROVA SCRITTA
CANDIDATO ………………………………………………………………………………………..
Banda di
osc.
Conoscenza argomenti * 0 – 9
Lessico e ling./calcolo** 0 – 5
Indicatori
Sintesi
I
A
II
A
III
A
I
B
II
B
III
B
I
C
II
C
III
C
I
D
0–1
Valutazione
* Conoscenza
argomenti
assente
limitata
superficiale
soddisfacente
completa
approfondita
0-9
0
1-2
3-4
5-6
7-8
9
**Lessico e
linguaggio/calcolo
non risponde
inadeguato con errori
semplice ma corretto
adeguato e preciso
0-5
0
1-2
3
4-5
Scheda di valutazione complessiva:
Indicatori
Conoscenza degli argomenti
Correttezza lessicale e uso del
linguaggio specifico/calcolo
Capacità di sintesi
Banda di oscillazione in
180-esimi
0 – 108
Punteggio in
180-esimi
0 – 60
12
TOTALE
Punteggio in
15-esimi
II
D
III
D
Voto
in
15°
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
Voto
in
180°
48
60
72
84
96
108
120
132
144
156
168
180
Banda di
oscillazione
x-54
55-66
67-78
79-90
91-102
103-114
115-126
127-138
139-150
151-162
163-174
175-180
Giudizi sintetici
Inesistente o scarso
Insufficiente
Sufficiente
Buono
Ottimo/eccellente
Banda di
oscillazione
(punti)
0–5
6–9
10
11 – 12
13 – 15
Voto
assegnato
(15-esimi)
1 Prova simulata
Italiano Temi Esame di Stato 2012- 2013
Tracce Italiano 1^ Prova - Maturità
Istruzione Secondaria Superiore - Per tutti gli indirizzi: di ordinamento e sperimentali
Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte.
Tipologia A
Analisi del testo: Giovanni Pascoli Il ponte (Myricae)
Nel sonetto il poeta si interroga sul mistero della vita, rappresentato dallo scorrere del fiume che va dalla nascita («il
fonte») alla morte («il mare»).
4
La glauca1 luna lista l’orizzonte2
e scopre i campi nella notte occulti3
e il fiume errante. In suono di singulti
l’onda si rompe al solitario ponte.
8
Dove il mar, che lo4 chiama? e dove il fonte,
ch’esita mormorando tra i virgulti?
Il fiume va con lucidi sussulti5
al mare ignoto dall’ignoto monte.
11
Spunta la luna: a lei sorgono intenti6
gli alti cipressi dalla spiaggia triste,
movendo insieme come un pio sussurro7.
14
Sostano, biancheggiando, le fluenti
nubi, a lei volte, che salìan8 non viste
le infinite scalée9 del tempio azzurro10.
1. glauca: di colore grigio-azzurro.
2. lista l’orizzonte: (la luna con il suo chiarore) riga il
cielo.
3. occulti: nascosti, a causa del buio notturno.
4. lo: il fiume.
5. lucidi sussulti: la superficie dell’acqua, scorrendo
(sussulti) riflette il chiarore della luna.
6. a lei … intenti: si innalzano attenti alla luna.
7. pio sussurro: una preghiera pronunciata sottovoce.
8. salìan: salivano.
9. scalée: scale.
10. tempio azzurro: volta del cielo.
Comprensione del testo
1.
Nel paesaggio descritto nel componimento gli elementi della natura sono personificazioni cariche di valori
simbolici: a quali significati, secondo la tua interpretazione, alludono il fiume, il fonte, il monte, il mare, il ponte, la
luna, i cipressi, le nubi e il cielo?
Analisi del testo
2.
Il sonetto si apre con un quadro paesistico che potrebbe rappresentare un semplice bozzetto notturno. Quali
sensazioni intende suscitare nel lettore l’allitterazione della consonante liquida “l” nella prima quartina?
3.
Quale diversa connotazione assume questo stesso paesaggio notturno alla luce delle domande e delle riflessioni
suggerite dalla seconda quartina? Perché «il fonte», al verso 5, viene descritto come “esitante”? Quale aggettivo e quale
figura retorica contribuiscono a sottolineare un senso di mistero al verso 8?
4.
L’atmosfera evocata nelle terzine è di tipo religioso: quali immagini metaforiche contribuiscono in particolare
a conferire un significato sacrale al paesaggio? Quale figura retorica riconosci nell’immagine delle «fluenti / nubi» (vv.
12-13) che «Sostano» (v. 12)?
5.
Rintraccia e commenta le sensazioni visive e uditive evocate dalle immagini del sonetto.
Interpretazione complessiva e approfondimenti
6.
Delinea i caratteri del simbolismo pascoliano, mettendo in luce gli elementi di sintonia con il Decadentismo
europeo e gli elementi di originalità.
TIPOLOGIA B
Redazione di un “SAGGIO BREVE” o di un “ARTICOLO DI GIORNALE”
(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)
CONSEGNE: Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in
tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti.
Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue
conoscenze ed esperienze di studio.
Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.
Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi
che l’articolo debba essere pubblicato.
Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.
Ambito artistico-letterario l ‘attesa nell’arte dell’ottocento e del novecento
DOCUMENTI
1.Giacomo Leopardi :Il sabato del villaggio
La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
Col suo fascio dell'erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole,
Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
Su la scala a filar la vecchierella,
Incontro là dove si perde il giorno;
E novellando vien del suo buon tempo,
Quando ai dì della festa ella si ornava,
Ed ancor sana e snella
Solea danzar la sera intra di quei
Ch'ebbe compagni dell'età più bella.
Già tutta l'aria imbruna,
Torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre
Giù da' colli e da' tetti,
Al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
Della festa che viene;
Ed a quel suon diresti
Che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
Su la piazzuola in frotta,
E qua e là saltando,
2. Giovanni Pascoli :X Agosto
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo favilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende
che pigola sempre più piano.
Fanno un lieto romore:
E intanto riede alla sua parca mensa,
Fischiando, il zappatore,
E seco pensa al dì del suo riposo.
Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
E tutto l'altro tace,
Odi il martel picchiare, odi la sega
Del legnaiuol, che veglia
Nella chiusa bottega alla lucerna,
E s'affretta, e s'adopra
Di fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba.
Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia
Recheran l'ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Garzoncello scherzoso,
Cotesta età fiorita
È come un giorno d'allegrezza pieno,
Giorno chiaro, sereno,
Che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
Ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono...
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
3. E Montale: Gloria del disteso mezzogiorno
Gloria del disteso mezzogiorno
quand'ombra non rendono gli alberi
e più e più si mostrano d'attorno
per troppa luce, le parvenze, falbe.
Il sole, in alto, - e un secco greto.
Il mio giorno non è dunque passato:
l'ora più bella è di là dal muretto
che rinchiude in un occaso scialbato.
4 Vincenzo Cardarelli : Oggi che t’aspettavo
Oggi che t'aspettavo non sei venuta.
E la tua assenza so quel che mi dice,
la tua assenza che tumultuava,
nel vuoto che hai lascito,
come una stella.
Dice che non vuoi amarmi.
Quale un estivo temporale
5 C.Rebora :Dall’immagine tesa
Dall'immagine tesa
vigilo l'istante
con imminenza di attesa –
e non aspetto nessuno:
nell'ombra accesa
spio il campanello
che impercettibile spande
un polline di suono –
e non aspetto nessuno:
fra quattro mura
stupefatte di spazio
più che un deserto
non aspetto nessuno:
L'arsura, in giro; un martin pescatore
volteggia s'una reliquia di vita.
La buona pioggia è di là dallo squallore,
ma in attendere è gioia più compita.
S'annuncia e poi s'allontana,
così ti sei negata alla mia sete.
L'amore, sul nascere, ha di quest'improvvisi
pentimenti.
Silenziosamente ci siamo intesi.
Amore, Amore, come sempre,
vorrei coprirti di fiori e d'insulti.
ma deve venire;
verrà, se resisto,
a sbocciare non visto,
verrà d'improvviso,
quando meno l'avverto:
verrà quasi perdono
di quanto fa morire,
verrà a farmi certo
del suo e mio tesoro,
verrà come ristoro
delle mie e sue pene,
verrà, forse già viene
il suo bisbiglio.
6 D. Buzzati :Il deserto dei Tartari
«Un presentimento – o era solo speranza – di cose nobili e grandi lo aveva fatto rimanere lassù, ma poteva essere anche
soltanto un rinvio, nulla in fondo restava pregiudicato. Egli aveva tanto tempo davanti. Tutto il buono della vita pareva
aspettarlo. [...] Quanto tempo davanti! Lunghissimo gli pareva anche un solo anno e gli anni buoni erano appena
cominciati; sembravano formare una serie lunghissima, di cui era impossibile scorgere il fondo, un tesoro ancora intatto
e così grande da potersi annoiare. Nessuno che gli dicesse: “Attento, Giovanni Drogo!”. La vita gli pareva inesauribile,
ostinata illusione, benché la giovinezza fosse già cominciata a sfiorire. Ma Drogo non conosceva il tempo. Anche se
avesse avuto dinanzi a sé una giovinezza di cento e cento anni come gli dei. Anche questo sarebbe stata una povera
cosa. [...] Quanto tempo dinanzi, pensava. Eppure esistevano uomini – aveva sentito dire – che a un certo punto (strano
a dirsi) si mettevano ad aspettare la morte, questa cosa nota e assurda che non lo poteva riguardare».
(Il protagonista del Deserto dei Tartari attende inutilmente tutta la vita l’arrivo dei misteriosi tartari: si spegnerà con un
malinconico sorriso quando la morte gli riserverà l’ultima beffa. Alla fine i Tartari sono arrivati davvero alla fortezza
Bastiani ma troppo tardi: all’inizio dell’attacco una carrozza porta lontano dal campo di battaglia Drogo. Gli anni sono
passati invano, la città s’è fatta sempre più distante. Per raggiungere la fortezza al giovane tenente era bastata una
cavalcata ma il tempo del romanzo si dilata e con esso pure le distanze, la Fortezza Bastiani è un mondo a sé, con le sue
regole. )
7 Hopper: l’attesa
James Hillman ha scritto che le finestre di
Hopper sono come quelle di Rembrandt e di
Vermeer. Forse ha inteso dire che esse
aprono frammenti di speranza ma in realtà
chiudono gli umani in un’angoscia che
sembra inoltrepassabile.
Dagli inizi francesi, in particolare l’assai
amato Degas, Edward Hopper ha costruito
quadro dopo quadro la metafisica degli
Stati Uniti d’America in ciò che essa ha di
migliore e quindi di più straziante.
L’architettura vi diventa tutto lo spazio e la natura mostra il segreto del proprio dolore:la luce. . Perché questa luce di
Hopper illumina il nodo che stringe solitudine e individualismo in un legame che non si può sciogliere. Gli umani, quasi
sempre soli appunto, diventano colore e forma di una struttura unitaria, fatta di cielo e di pali del telefono, di letti in
stanze vuote e di mare. Hopper dà sostanza all’attesa,perenne,sconfinata e tragica di qualcosa che dovrà pur arrivare e il
cui più probabile nome è la morte. La prova che il mondo è privo di senso è del tutto formale, sta nella prospettiva
apparentemente realistica ma intimamente distorta delle scene con le quali questo Maestro ha dipinto un nulla fatto di
luce.
2. AMBITO
SOCIO – ECONOMICO
Argomento: la paura dello straniero
Doc. 1 “Non è necessaria una profonda cultura per sapere che il Capro espiatorio e il razzismo si alleano da sempre nei
momenti più difficili. Si comincia dai più poveri, poi si arriva agli ebrei, agli arabi, agli omosessuali, agli handicappati,
ai deboli, agli intellettuali, ai dissidenti politici.
La grande forza del razzismo è la sua banalità. II razzista, lo xenofobo, non è un mostro che popola il nostro
immaginario. Come Hannah Arendt ha detto del nazismo, evocando la banalità del male, di solito il razzista è un
rispettabile padre di famiglia che, con buone intenzioni, desidera rieducare o isolare queste frange irregolari della
società che sono "brutte, sporche e cattive", per usare il titolo di un film celebre. II maggiore storico contemporaneo del
razzismo, George Mosse, ha osservato che il razzismo tende a diventare il punto di vista della maggioranza. E che la
maggioranza tende a eliminare naturalmente la minoranza, perché il razzismo fa credere che criminali si nasce, non si
diventa.”( da A. Tabucchi E’ facile dare la colpa agli zingari in "Internazionale… 10-09-2010)
Doc 2 <<La sicurezza un diritto di tutti. ed è fondamentale che le persone in fuga da situazioni di guerra, violenza,
persecuzione individuale dove sicurezza non c'è, possano poi accedere a una procedura d'asilo e ottenere protezione>>.
Così Laura Boldrini, portavoce dell'Unhcr [Alto commissariato per i rifugiati], spiega le ragioni che hanno spinto a
dedicare la Giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno al tema "Home, un luogo sicuro per ricominciare". Perché se
<<nell'immaginario collettivo vengono percepite come minaccia proprio queste persone che sono vittime di conflitti e
di violazioni dei diritti umani>> , si tratta di <<un equivoco che non va alimentato>>. Da Intervista di F. Miranda a
Laura Boldrini in “Left” 18-06-2010
Doc. 3 “ La crisi rivoluzionerà forse il rapporto uomo-donna nelle famiglie straniere, ma il processo d'integrazione è
irreversibile: <<L'immigrato tipo è mosso dalla speranza, non dalla disperazione, e piuttosto che tornare a casa a mani
vuote stringe i denti >. Parola di Maurizio Ambrosini, sociologo dei processi migratori all'Università di Milano, firma
di Lavoce.info e direttore della rivista Mondi migranti.
Qualcuno però a Brescia, fa le valigie. Che succede? <<La crisi ha fatto precipitare il Pil di 5 punti, un balzo all'indietro
di 10 anni che si riflette sugli immigrati, da tempo in fase avanzata d'integrazione, come testimonia il numero dei
ricongiungimenti familiari assai più alto dei permessi di lavoro. Ora si arretra: dall'impiego fisso a quello precario, dalla
stabilità territoriale al nomadismo, dal ricongiungimento ai rimpatri provvisori, specie tra i migranti pin recenti e vicini
come i romeni, agevolati dal passaporto comunitario. Ma è un trend temporaneo. S'illude chi pensa che la crisi metta in
fuga gli stranieri>>.da F. Pavi, 3 Domande a Maurizio Abrosini, La Stampa, 27-07-2010
Doc. 4 <<La crisi economica colpisce con la disoccupazione e le condizioni precarie di lavoro soprattutto migranti e
minoranze etniche. Per di più, incita a comportamenti razzisti, e proprio nel momento in cui le difficoltà di bilancio
inducono numerosi paesi a ridurre gli stanziamenti destinati a combatterli. Sono alcune delle conclusioni dell’ultimo
Rapporto ENAR sul razzismo in Europa.
La Spagna è un esempio di come la disoccupazione colpisca soprattutto i migranti. Tra quelli provenienti dal Marocco e
dall’Africa subsahariana raggiunge all’incirca il 50 per cento. La Lituania, invece, è un esempio di come molti paesi
diminuiscono per le difficoltà economiche le voci di bilancio destinate alla lotta contro le discriminazioni: per l’anno
2010 le attività previste hanno ricevuto meno dell’ 1 per cento di quanto inizialmente stanziato.
Il rapporto sottolinea che sono in aumento le violenze razziali commesse sia da gruppi neonazisti che da altri, così come
i successi, anche elettorali, di partiti e movimenti d’estrema destra, come ad esempio nel Regno Unito, in Danimarca,
Ungheria, Grecia e Polonia.
Il rapporto sottolinea anche che per la loro visibilità le persone di provenienza africana sono le più vulnerabili al
razzismo e alle discriminazioni. Nel Regno Unito il rischio dei neri di subire controlli è più alto di sei volte di quello dei
bianchi e in Lettonia faticano di più a trovare un impiego corrispondente al livello di studi.
Nonostante l’adozione della Direttiva Ue sull’uguaglianza, i Paesi UE di fatto non l’applicano. Anzi, in molti di essi le
politiche migratorie diventano più restrittive>> RAZZISMO E CRISI ECONOMICA VANNO A BRACCETTO di
Fatima Hasani , 2013
Doc. 5 Da tempo immemorabile tutte le comunità umane cercano di mantenere la loro coesione nello spazio e nel tempo
mediante la separazione dei propri componenti dagli “altri”. Più una società è debole e insicura, più la formazione del
“noi” esige rigorosi meccanismi d’esclusione e, generalmente, d’attribuzione al noi di un qualche primato, reale e
immaginario, e, per converso, di degradazione, sospetto e timore riguardo all’altro, al diverso. Eppure, per non
soffocare nel proprio isolamento, ogni comunità (specie se evoluta) prevede meccanismi opposti e complementari di
inclusione degli altri. In ciascuna permane comunque una costitutiva ambiguità… L’incertezza del vivere deriva oggi,
dalla percezione diffusa che lo straniero costituisce un potenziale nemico piuttosto che un possibile ospite (oltre che una
persona che, con il suo lavoro, contribuisce spesso al nostro benessere). Se paura e speranza, nella loro polarità, sono
entrambe alimentate dal bisogno di sfuggire ai pericoli del presente e all’incertezza del futuro, viene da chiedersi se non
vi sia una proporzione inversa tra il diminuire della speranza in un futuro migliore e la crescita di angosce plurime o
senza nome che si catalizzano sullo straniero.. ..
In un mondo che si restringe e le cui parti divengono interdipendenti non c’è oggi alcuna sensata alternativa
all’integrazione, la quale non coincide né con l’assimilazione, né con la creazione di ghetti (e neppure con il cosiddetto
buonismo, un alibi per non assumere concrete responsabilità, o con la xenofobia, un acido che corrode la civile
convivenza). L’integrazione rappresenta piuttosto un lungo e paziente processo di annodamento delle differenze
all’interno di un tessuto sociale che le renda non solo compatibili, ma, in prospettiva, feconde.
La direzione della paura è storicamente cambiata. Nel passato, anche recente, era soprattutto il potere statale a incuterla.
Secondo un detto anglosassone, un Paese è democratico quando chi viene alla vostra porta di primo mattino è il lattaio e
non la polizia politica. Tale regime è quindi definito dell’assenza o della riduzione della paura, che si manifesta anche
nel privilegio accordato all’accettazione del diverso rispetto alla sua espulsione. Le democrazie sviluppano così i semi
gettati dal cristianesimo. L’episodio evangelico del Buon Samaritano mostra, infatti, come si venga talvolta aiutati più
dagli stranieri che dai propri concittadini. In questo senso, il cristianesimo rappresenta il tentativo più elaborato di
abbattere le barriere etniche e statali che separano il “noi” dagli “altri”, il cittadino dallo straniero (il cristiano, del resto,
si considera “peregrinus”, “straniero” a questo mondo e “pellegrino” o viandante di passaggio in esso).
Ma che succede se chi vi entra in casa non è né il lattaio, né il poliziotto, ma un rapinatore che, oltre a impossessarsi dei
vostri beni, attenta anche alla vostra vita? Se vostra figlia viene stuprata a una fermata della metropolitana? La paura
non viene allora più percepita come proveniente dal potere statale, ma, al contrario, da una criminalità che le “forze
dell’ordine” stentano a contrastare. L’insicurezza rende gli individui e l’opinione pubblica meno razionali, creando uno
stato d’animo di allerta o di psicosi collettiva, che fa di ogni erba un fascio, non tiene conto delle esperienze analoghe
nel passato e crea dei capri espiatori.
È evidente che se l’esistenza delle persone fosse resa meno precaria, meno esposta agli imprevisti, la loro tendenza a
comportamenti ragionevoli si rafforzerebbe spontaneamente. La sicurezza è dunque indispensabile per restringere l’area
della paura. Ma quale sicurezza? Quali misure prendere per evitare una militarizzazione della società, una sua chiusura
che la esponga a una sorta di malattia del ricambio, che semini il sospetto, che si pieghi a strumentalizzazioni politiche e
che delegittimi l’accoglienza dell’altro, vedendovi solo un potenziale nemico?” SOTTO IL REGNO DELLA PAURA di
Remo Bodei
3. AMBITO STORICO – POLITICO ARGOMENTO: Bene individuale e bene comune.
Doc.1 «Ora, le leggi devono essere giuste sia in rapporto al fine, essendo ordinate al bene comune, sia in rapporto
all’autore, non eccedendo il potere di chi le emana, sia in rapporto al loro tenore, imponendo ai sudditi dei pesi in ordine
al bene comune secondo una proporzione di uguaglianza. Essendo infatti l’uomo parte della società, tutto ciò che
ciascuno possiede appartiene alla società: così come una parte in quanto tale appartiene al tutto. Per cui anche la natura
sacrifica la parte per salvare il tutto. E così le leggi che ripartiscono gli oneri proporzionalmente sono giuste, obbligano
in coscienza e sono leggi legittime.» ( S.TOMMASO D’AQUINO (1225-1274), La somma teologica, Edizioni
Studio Domenicano, Bologna 1996)
Doc 2 «Da quanto precede consegue che la volontà generale è sempre retta e tende sempre all’utilità pubblica: ma non
ne consegue che le deliberazioni del popolo abbiano sempre la stessa rettitudine. Si vuol sempre il proprio bene, ma non
sempre lo si vede: non si corrompe mai il popolo, ma spesso lo si inganna, ed allora soltanto egli sembra volere ciò che
è male. V’è spesso gran differenza fra la volontà di tutti e la volontà generale: questa non guarda che all’interesse
comune, l’altra guarda all’interesse privato e non è che una somma di volontà particolari […]. Ma quando si creano
fazioni, associazioni parziali a spese della grande, la volontà di ciascuna di queste associazioni diventa generale rispetto
ai suoi membri, e particolare rispetto allo Stato: si può dire allora che non ci sono più tanti votanti quanti uomini; ma
solo quante associazioni. Le differenze diventano meno numerose, danno un risultato meno generale. […] Importa
dunque, per aver veramente l’espressione della volontà generale, che non vi siano società parziali nello Stato,
e che ogni cittadino non pensi che colla sua testa. […] Finché parecchi uomini riuniti si considerano come un solo
corpo, non hanno che una sola volontà, che si riferisce alla comune conservazione e al benessere generale. Allora tutte
le forze motrici dello Stato sono vigorose e semplici, le sue massime chiare e luminose; non vi sono
interessiimbrogliati, contraddittori; il bene comune si mostra da per tutto con evidenza, e non richiede che buon senso
per essere scorto. La pace, l’unione, l’uguaglianza sono nemiche delle sottigliezze politiche.»Jean-Jacques
ROUSSEAU, Del contratto sociale o principi del diritto politico, 1762, in Opere, Sansoni, Firenze 1972
doc 3 «Vi sono certamente due tipi di uomini: coloro che pensano a sé soli e quindi restringono i propositi d’avvenire
alla propria vita od al più a quella della compagna della vita loro. […] Accanto agli uomini, i quali concepiscono la vita
come godimento individuale, vi sono altri uomini, fortunatamente i più, i quali, mossi da sentimenti diversi, hanno
l’istinto della costruzione. [...] Il padre non risparmia per sé; ma spera di creare qualcosa che assicuri nell’avvenire la
vita della famiglia. Non sempre l’effetto risponde alla speranza, ché i figli amano talvolta consumare quel che il padre
ha cumulato [...]. Se mancano i figli, l’uomo dotato dell’istinto della perpetuità, costruisce perché un demone lo urge a
gettare le fondamenta di qualcosa.» Luigi EINAUDI, Lezioni di politica sociale, Einaudi, Torino 1949
doc 4 «La prima [acquisizione] è il superamento del tabù costituito dalla parola “profitto”, in pratica citata solo nella
prima delle undici regole di sintesi, senza nessuna ulteriore sottolineatura di una sua importanza (tecnica, morale,
religiosa) che ha occupato decenni di discussione. La seconda è il coraggio con cui si affronta la necessità di definire
con semplicità il contenuto del termine “bene comune”. Mi è sembrata decisiva, al riguardo, l’importanza attribuita ai
“benefici immateriali che danno all’uomo un appagamento spirituale, come i sentimenti, la famiglia, l’amicizia e la
pace”. Ciò rappresenta una innovazione che supera sia le antiche mura materialistiche del bene comune sia le più recenti
tendenze a valorizzare la sua dimensione istituzionale, nazionale e anche internazionale. E la terza decisiva acquisizione
è quella relativa alla “centralità dell’uomo come cuore pulsante del bene comune”, una acquisizione almeno per me
importante ed inattesa, perché richiama il fatto che noi non dobbiamo sentirci soggetti di domanda di un bene comune,
che altri devono costruire, ma dobbiamo sentirci “motore primario nella organizzazione e valorizzazione del bene
comune, così come Nostro Signore è il motore del creato”.»
Giuseppe DE RITA, Presentazione di Le undici regole del Bene Comune, Marketing Sociale, 2010
Doc 5 <<In quella che denominiamo per eccellenza “società complessa”, indubbiamente il soggettivismo – magari
come reazione e come ultima spiaggia se non per impulso propositivo – ha raggiunto livelli piuttosto alti. L’enfasi sulle
libertà soggettive può arrivare a fare dell’io individuale e empirico il metro di giudizio primo e ultimo (per non dire
unico) del ciò che è vero, del ciò che è buono, del ciò che è bello, oltre del ciò che è uno (vale a dire i famosi
“trascendentali” dell’essere e dell’umano). L’altro, il noi, l’umanità presente e futura, sono messi fuori della visione
personale o ridotte a “oggetto” o comunque a complemento dell’io. La prospettiva dell’autorealizzazione può diventare
talmente assoluta da subordinare a sé ogni altra, assurgendo quasi ad una sorta di “religione dell’io”. Le prospettive
ideali, valoriali e motivazionali dell’impegno pratico e etico, vanno a focalizzarsi – sia per i giovani che per gli adulti
(anzi forse più e prima per gli adulti che per i giovani) – quasi del tutto sulla salute bio-psichica, sul benessere e il
benestare, sull’efficienza e la produttività, sul successo soggettivo ad ogni costo, sopra tutto e prima di tutto.
Una conferma a livello giovanile viene dal sesto Rapporto Iard dove si mette in luce che presso i giovani sembrano
prevalere i valori individuali e una “socialità ristretta”, mentre viene dichiarata una forte sfiducia nelle istituzioni nella
politica.
Si comprende come in questo clima generale diventi difficile realizzare – anche quando lo si voglia – l’invito di J.F.
Kennedy: «un po’ meno io , un po’ più noi».(L .Alici 45ª Settimana sociale dei cattolici, 2007)
Doc 6 <<… individualismo significa che l'individuo è la misura di tutte le cose. Significa che quando la nostra
costituzione afferma l'interesse della repubblica a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono
"il pieno sviluppo della persona umana", sta parlando di un interesse al fiorire al meglio di una singola vita individuale.
Dunque non regaliamo il termine individualismo a chi vuole renderlo sinonimo di particulare e di egoismo. Anche
perchè è vero esattamente il contrario di quello che spesso si afferma. Si dice ad esempio che gli italiani sarebbero
"individualisti". Non c'è nessuna valorizzazione dell'individuo nella disobbedienza incivile di chi non paga le tasse, i
contributi previdenziali ai propri dipendenti, o commette abusi edilizi: al contrario, c'è l'abdicazione dell'individuo
autonomo agli interessi che lo guidano, in una totale prevedibilità che è il contrario dell'autonomia individuale … .E
tuttavia come può l'individuo avere cura del bene comune? Come si può chiedergli di anteporlo al bene proprio, senza
chiedergli di diventare un santo? Può anteporre il bene comune al bene proprio perchè chi abbraccia l'idea che la
democrazia valorizza l'individualità può benissimo rifiutare l'individualismo atomistico come ideologia. Ovvero può
rifiutare l'idea che l'individuo arrivi in società già "preformato", con doti di razionalità innate, come pensavano Hobbes
e Locke, … se l'individuo pensa a se stesso come il prodotto di relazioni di riconoscimento, può anche sviluppare l'idea
di un debito nei confronti di quelle relazioni cui deve la propria esistenza, di un dovere di favorire il mantenimento e la
riproduzione di quelle condizioni macrosociali e istituzionali che le rendono possibili , Di qui l'ancoramento
motivazionale del bene comune o dell'interesse generale. Perchè senza quella cura del bene comune che fa esistere
queste relazioni di riconoscimento non sarei qui, costituito in quanto soggetto nel modo in cui lo sono. Pensiamo alla
famiglia: senza l'amore che incontriamo nella famiglia non esiste soggetto della politica. Non basta però la famiglia da
sola a fare di me ciò che sono: è necessaria la scuola, l'università, la stampa, la possibilità di viaggiare, di esercitare
sport, di esprimere le mie idee, di tradurle in un voto -- una pluralità di pratiche che richiedono una pluralità di
istituzioni per realizzarsi.
Il bene comune deve accogliere la pluralità di tutti, non può essere il bene ritenuto comune da alcuni. Ma oltre a questa
qualità del bene comune, tutt'altro che banale, va messa in luce una serie di sfumature sul senso in cui il "comune" del
bene comune va inteso. Esistono modi diversi di essere “comune” del bene comune. Un primo modo è attraverso il suo
generare un mutuo vantaggio. Trae origine e si esaurisce nel vantaggio che porta ai singoli attori. Ora alcuni pensano il
bene comune per la società intera lungo queste linee, come un incremento di efficienza con mutuo vantaggio. Ma è
evidente che un bene comune così concepito è instabile e aleatorio. Quando il costo della cooperazione per noi supera il
beneficio ottenibile, a paragone del beneficio ottenibile operando per conto proprio, sparisce ogni incentivo a fare la
propria parte per il bene comune. Quale altro modo di concepire il bene comune esiste? Basta riflettere sull'esistenza di
beni comuni che non si lasciano ridurre al mutuo vantaggio e sono quei beni che non sono fruibili se non "insieme" da
parte dei partecipanti all'interazione. Qui diventa pertinente l'esempio di un'orchestra: ogni membro di un'orchestra,
qualunque strumento suoni, è interessato alla qualità della performance complessiva non perchè gli permette di ottenere
un bene individuale con minore spesa di mezzi (come nel caso dello smaltimento dei rifiuti) ma perchè il proprio bene
(inteso qui come eseguire bene la propria sezione della partitura) acquista il suo senso come parte dell'insieme. A livello
macro vale lo stesso: un ambiente non degradato, un clima politico disteso, la pace internazionale sono beni che non
possono essere goduti isolatamente da un singolo stato (come una valuta forte o la fiducia degli investitori sui propri
government bond) se non ci sono per tutti.>> (A.Ferrara Individualismo e bene comune dal sito Democratica
scuoladipolitica.it)
4.
AmbitoTecnico-scientifico Argomento: Bioetica: quali limiti alle nuove frontiere della scienza
Doc.1 Secondo l'Encyclopedia of Bioethic la bioetica è “lo studio sistematico delle dimensioni morali – comprendenti
la visione morale, le decisioni, la condotta, le politiche – della scienza della vita e della cura della salute, attraverso
una varietà di metodologie etiche in un contesto interdisciplinare” (W.T. Reich, Encyclopedia of Bioethics, New York
1995, vol. I, p. 21).
Doc.2 Il termine deriva da “bìos” (vita) ed “éthos” (costume) e venne coniato all'inizio degli anni ’70 dall'oncologo
statunitense Van Rensselaer Potter, che riteneva scopo di questa scienza “ponte” – come la definisce egli stesso –
portare tutta l'umanità a prender parte attiva e consapevole ai processi dell'evoluzione biologica e culturale (Van R.
Potter, Bioethics. The Science of Survival, in Perspectives in Biology and Medicine, 14 [1970], pp. 120-153).
Doc. 3
Principali problemi aperti dalla bioetica:
1. Manipolazione genetica e clonazione
2. Fecondazione artificiale (omologa – eterologa, intrauterina –
in vitro, “utero in affitto”)
3. Interruzione della gravidanza (entro i 14 giorni – entro i primi tre mesi – oltre i tre mesi)
4. Integrità psico-fisica della persona (omicidio, suicidio, mutilazione e donazione degli organi)
5. Malattia (cure, consenso informato, accanimento terapeutico)
6. Eutanasia (passiva e attiva, consenso)
Doc.4 Definire cosa sia, di preciso, la “bioetica laica” è esso stesso uno dei problemi che oggi i laici si pongono e su
cui il dibattito è tutt’ora in corso, in particolare sulla nostra rivista Bioetica e sulla rivista Notizie di Politeia. Di fatto, la
bioetica laica è oggi un insieme di differenti vedute, anziché un corpus di valori unitario. Tuttavia, anche in mezzo alle
differenze è possibile individuare alcuni comuni denominatori che concorrono a definire l’approccio “laico” alla
bioetica e a distinguerlo dagli approcci religiosamente ispirati. Innanzitutto, la diversità di vedute che i laici riconoscono
prima di tutto al loro interno testimonia come il pluralismo sia per il laico non solo un eliminabile segno dei nostri
tempi, frutto dell’impossibilità di giungere a riconoscere un’unica, condivisa autorità morale. Il pluralismo è per il laico
anche un valore fondamentale da promuovere. Altri aspetti che accomunano e identificano come tali i diversi approcci
“laici” alla bioetica sono:
- la centralità, nelle decisioni circa la vita e la morte, dell’autonomia e della libertà individuale, secondo le diverse
accezioni che tali concetti possono assumere;
- il valore attribuito alla qualità della vita, anch’essa variamente intesa secondo diversi criteri di valutazione;
- la disponibilità della vita, in relazione alle diverse e personali concezioni di valore;
- l’etica intesa come disciplina essenzialmente umana, cioè frutto della riflessione razionale degli uomini e non come un
insieme di principi "dato" una volta per tutte da qualche autorità morale o inscritto nella natura.
Intesa in questo senso, la bioetica laica si distingue per esempio, e soprattutto nel nostro Paese, dalla bioetica cattolica,
che discende dal Magistero della Chiesa Cattolica Romana e affonda le proprie radici in principi quali l’indisponibilità
della vita umana, concepita come dono di Dio e derivante dalla nozione di creaturalità, l’idea di “natura” come criterio
normativo per la riflessione etica, che deve essere conforme al disegno intelligente con cui Dio ha progettato il mondo e
i suoi eventi "naturali", l’inviolabilità della vita umana come principio prioritario rispetto alla considerazione della sua
qualità.
Tuttavia, i confini della bioetica laica sono spesso oggetto di discussione perché, oltre a cattolici che si dichiarano laici
o che di fatto sposano molti dei valori laici, vi sono comunità confessionali che sostengono esplicitamente valori laici, e
in primo luogo l’autonomia morale, come la Chiesa Valdese e il mondo protestante più in generale.
Restano così tuttora aperti i problemi di come conciliare la laicità con le personali vedute religiose e di come tradurre
nella pratica gli approcci laici di chi comunque si riconosce in una certa confessione religiosa. Diverse distinzioni
concettuali sono state avanzate per rispondere a simili domande: per esempio quella fra un’accezione forte e
un’accezione debole di “laicità”, che proprio la bioetica contribuisce a mettere in luce; oppure quella fra un’etica (e una
bioetica) sostanziale e una procedurale; o ancora quella fra etica pubblica e coscienza individuale. Quanto queste
distinzioni siano difendibili sul piano concettuale e quali differenze effettivamente comportino a livello pratico e
giuridico è un problema aperto che ha recentemente suscitato un vivo dibattito, di cui la Consulta di Bioetica si è fatta
promotrice negli ultimi anni e che è desiderosa di incentivare, anche ospitandolo nelle pagine della rivista Bioetica. Dal
sito Consulta di bioetica onlus
Doc.5 Il 9 Giugno 1996 Il Sole 24 Ore pubblicò il Manifesto della bioetica laica, che divenne subito il riferimento
programmatico di questa corrente, per lo meno per la realtà italiana. Portava la firma di Carlo Flamigni (professore di
ginecologia all'Università di Bologna), Armando Massarenti (giornalista de Il Sole 24 Ore, Maurizio Mori (direttore
della rivista Bioetica) e Angelo Petroni (professore di filosofia della scienza all'Università della Calabria e direttore
della rivista Biblioteca della libertà).Secondo questo documento, laicità non significa negazione di fedi e religioni:
“Noi laici non osteggiamo la dimensione religiosa. La apprezziamo per quanto può contribuire alla formazione di una
coscienza etica diffusa. Quando sono in gioco scelte difficili, come quelle della bioetica, il problema per il laico non è
quello di imporre una visione “superiore”, ma di garantire che gli individui possano decidere per proprio conto
ponderando i valori - talvolta tra loro confliggenti - che quelle scelte coinvolgono, evitando di mettere a repentaglio le
loro credenze e i loro valori… La visione laica della bioetica non rappresenta una versione secolarizzata delle etiche
religiose. Non vuole costituire una nuova ortodossia. Anche tra i laici non vi è accordo unanime su molte questioni
specifiche. La visione laica si differenzia dalla parte preponderante delle visioni religiose in quanto non vuole imporsi a
coloro che aderiscono a valori e visioni diverse. Là dove il contrasto è inevitabile, essa cerca di non trasformarlo in
conflitto, cerca l'accordo ”locale”, evitando le generalizzazioni.
Doc.6 Ciò che caratterizza la bioetica cattolica è l'accento posto sul “valore sacro della vita umana, dal primo inizio
fino al suo termine” (Giovanni Paolo II, lettera enciclica Evangelium Vitæ n. 2).
“La vita dell'uomo proviene da Dio, è suo dono, sua immagine e impronta, partecipazione del suo soffio vitale. Di
questa vita, pertanto, Dio è l’unico signore: l'uomo non può disporne [corsivo nel testo]” (Ibid., 39).
“Dalla sacralità della vita scaturisce la sua inviolabilità, inscritta fin dall'origine nel cuore dell'uomo, nella sua
coscienza”(Ibid., 40)
Tipologia C
“Le condizioni ottimali per il trionfo ( del fascismo) furono: un vecchio stato i cui meccanismi direttivi non erano più
in grado di funzionare;una massa di cittadini disorientati, disillusi e scontenti che non sapevano più a che autorità
obbedire;forti movimenti socialisti che minacciavano o sembravano minacciare la rivoluzione sociale…;una forte
ondata di risentimento nazionalistico contro i trattati di pace del 1918-20. In queste condizioni, le vecchie élite dirigenti
… erano tentate di affidarsi all’estrema destra, come fecero i liberali italiani con Mussolini nel 1920-22…queste erano
le condizioni che trasformarono i movimenti in forze potenti e ben organizzate, a carattere militare o paramilitare …
Comunque né in Italia né in Germania il fascismo “ conquistò il potere” , a dispetto di tutta la retorica diffusa …. il
fascismo pervenne al potere grazie alla connivenza del vecchio regime, se non per sua stessa iniziativa, cioè in maniera
“ costituzionale …” (Hobsbawn Il secolo breve,BUR 1997, pagg155-156)
Discuti le affermazioni dello storico Hobsbawn,evidenziando le trasformazioni dal regime liberale monarchico a quello
fascista , le fasi di passaggio e le caratteristiche fondamentali dei due tipi di regime.
Tipologia D
Il dibattito sull'utilizzo dell'energia nucleare e della sicurezza di essa, si arricchisce di nuove considerazioni dopo il
grave incidente dell'esplosione nel reattore di Fukushima in Giappone. Fa pensare che proprio lo Stato che ha subito, in
prima battuta, gli effetti nefasti della contaminazione, abbia sviluppato lo sfruttamento di questa energia, ignorando tra
le misure di sicurezza da adottare quelle relative alla forte sismicità del proprio territorio. I drammatici fatti accaduti
ripropongono, non solo ai governi, ma anche alla coscienza collettiva riflessioni più rigorose sulle scelte in materia di
politiche nucleari.
2 Prova simulata
Italiano Temi Esame di Stato 2012- 2013
Tracce Italiano 1^ Prova - Maturità
Istruzione Secondaria Superiore - Per tutti gli indirizzi: di ordinamento e sperimentali
Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte.
TIPOLOGIA A
ANALISI DEL TESTO
● E. Montale da Mediterraneo (1924), in Ossi di seppia. In questo componimento il poeta si rivolge
direttamente al Mediterraneo, leggendo la sua vita passata alla luce dell’insegnamento tratto dal moto del
mare. È l’occasione per trarre un bilancio esistenziale sulle aspirazioni e i fallimenti del poeta.
Avrei voluto sentirmi scabro ed essenziale
siccome i ciottoli che tu volvi,
mangiati dalla salsedine;
scheggia fuori dal tempo, testimone
5 di una volontà fredda che non passa.
Altro fui: uomo intento che riguarda
in sé, in altrui, il bollore
della vita fugace uomo che tarda
all’atto, che nessuno, poi, distrugge.
10 Volli cercare il male
che tarla il mondo, la piccola stortura
d’una leva che arresta
l’ordegno universale; e tutti vidi
gli eventi del minuto
15 come pronti a disgiungersi in un crollo.
Seguìto il solco di un sentiero m’ebbi
l’opposto in cuore, col suo invito; e forse
m’occorreva il coltello che recide,
la mente che decide e si determina.
20 Altri libri occorrevano
a me, non la tua pagina rombante.
Ma nulla so rimpiangere: tu sciogli
ancora i groppi interni col tuo canto.
Il tuo delirio sale agli astri ormai.
(E. Montale, L’opera in versi,
Torino, Einaudi, 1980)
Comprensione
1. Individua a chi si rivolge il poeta, quindi effettua una parafrasi esplicativa cercando di decifrare le
metafore significative.
2. Individua il tema di fondo e i temi collaterali.
3. Prova a spiegare il significato delle parole e/o espressioni indicate nel testo.
Analisi e interpretazione
4. Indica gli aspetti metrici e ritmici del testo individuando rime interne, assonanze e consonanze.
5. Individua la struttura del testo.
6. Individua i termini semantici e stilistici della contrapposizione io/tu presente nel testo.
7. «Avrei voluto...» (v. 1) è l’apodosi di un periodo ipotetico qui mancante della protasi. Di quale tipo
sarebbe tale periodo? È significativo tale incipit? Di cosa?
8. Opposto a quell’«Avrei voluto...» è «Altro fui» (v. 6): come si caratterizza tale alterità? Prova ad
istituire e spiegare l’asse oppositivo tra quello che il poeta avrebbe voluto essere e quello che è stato.
9. Individua il campo semantico prevalente nella lirica e che si lega al correlativo oggettivo su cui il
testo è costruito. Indica in particolare gli aspetti connotativi di tale”oggetto” e il valore allegorico di
cui essi si caricano.
Contestualizzazione
10. Dopo avere indicato come si inserisce tematicamente e stilisticamente questa poesia all’interno della
raccolta Ossi di seppia, illustra i caratteri di questa prima raccolta montaliana, ricordando la
datazione e quindi il contesto storico di riferimento, la dimensione narrativa e la struttura della
raccolta nelle sue articolazioni, i temi principali, il paesaggio di riferimento, lo stile e l’uso del
“correlativo oggettivo”
11. Ai vv 17-18 con l’espressione «e forse / m’occorreva il coltello che recide» Montale allude in forma
metaforica all’impegno politico e civile come ad una possibilità di esistenza . Alla luce di quanto da
te letto e studiato cosa puoi dire a proposito di questa dimensione dell’impegno nell’esistenza di
Montale?
TIPOLOGIA B
Redazione di un “SAGGIO BREVE” o di un “ARTICOLO DI GIORNALE”
(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)
CONSEGNE: Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale»,
utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti.
Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue
conoscenze ed esperienze di studio.
Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.
Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi
che l’articolo debba essere pubblicato.
Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.
AMBITO ARTISTICO – LETTERARIO
ARGOMENTO: Il male di vivere nella poesia e nell'arte del Novecento.
D0C 1
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
E. MONTALE, Ossi di Seppia, 1925
DOC 2
Anche questa notte passerà
Questa solitudine in giro
titubante ombra dei fili tranviari
sull'umido asfalto
Guardo le teste dei brumisti
nel mezzo sonno
tentennare
G. UNGARETTI, L'allegria, 1942
DOC.3
Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d'erba, bagnata
dalla pioggia, belava.
Quell'uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.
In una capra dal viso semita
sentivo querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.
U. SABA, La capra, in "Casa e Campagna", 19091910
DOC.4
Gelida messaggera della notte,
sei ritornata limpida ai balconi
delle case distrutte, a illuminare
le tombe ignote, i derelitti resti
della terra fumante. Qui riposa
il nostro sogno. E solitaria volgi
verso il nord, dove ogni cosa corre
senza luce alla morte, e tu resisti.
S. QUASIMODO, Elegia, 1947
Doc 5 "Sento il grido della natura!" (Munch).
"La deformazione della figura è giunta a un
limite sconosciuto per quell'epoca. L'uomo in
primo piano, con la bocca gridante e le mani
strette sulle orecchie per non ascoltare il
proprio incontenibile urlo, che è anche urlo
della natura, è ridotto ad una misera parvenza
ondeggiante in un paesaggio di delirio."
M. DE MICHELI, Le avanguardie artistiche
del Novecento, Feltrinelli 1999
Doc. 6 “Giorgio De Chirico è stato uno dei più sensibili e
originali testimoni del suo tempo, di un'epoca che non amava
perché priva delle tramontate certezze ottocentesche ma
anche incapace di dare un senso profondo e definitivo alla
vita degli individui, un'epoca che ha prodotto due guerre
mondiali, milioni di morti e, infine, la distruzione di ogni
rapporto interpersonale attraverso tecnologie sempre più
avide e alienanti. Non restava, quindi, che cercare una
rappresentazione simbolica della realtà capace di cogliere
metafisicamente, cioè al di là delle cose sensibili, una "realtà
altra" che potesse forse rivelare valori scomparsi e invisibili
significati. Nasce la pittura metafisica, di cui fu lo
stupefacente inventore nel secondo decennio del XX secolo,
quadri che rappresentano deserte piazze d'Italia o struggenti
manichini nel tentativo di cogliere la condizione tristissima
dell'uomo contemporaneo. Il risultato di questa ricerca è
tuttavia desolante, poiché non c'è alcuna finalità spirituale o
trascendente, alcuna metafisica religiosa a colmare il dolore
degli uomini, a giustificare la violenza, l'assurdità della
guerra, a confortare la penosa solitudine del nostro cammino
esistenziale.”
2. AMBITO SOCIO - ECONOMICO
ARGOMENTO: I giovani e la crisi.
1.«La crisi dell’economia ha lasciato per strada, negli ultimi tre anni, più di un milione di giovani lavoratori
di età compresa tra i 15 ed i 34 anni. E sono stati soprattutto loro a pagare il conto della
turbolenza economica e finanziaria che da anni investe l’Europa e l’Italia, fiaccandone la crescita.
Tra il 2008 ed il 2011, infatti, l’occupazione complessiva in Italia è scesa di 438 mila unità, il che
significa che senza il crollo dell’occupazione giovanile ci sarebbe stata addirittura una crescita dei posti di
lavoro. Tra il 2008 e il 2011, secondo i dati dell’Istat sull’occupazione media, i lavoratori di età compresa tra
i 15 e i 34 anni sono passati da 7 milioni e 110 mila a 6 milioni e 56 mila. La diminuzione dei giovani
occupati, pari a 1 milione 54 mila unità, ha riguardato sia gli uomini che le donne, più o meno nella stessa
proporzione (meno 622 mila posti di lavoro tra gli uomini, meno 432 mila tra le giovani donne), ed in modo
più intenso il Nord ed il Sud del Paese che non il Centro.» Mario SENSINI, Crolla l’occupazione tra i 15 e i
35 anni, “Corriere della Sera” - 8/04/2012
2. «Giovani al centro della crisi. In Italia l’11,2% dei giovani di 15-24 anni, e addirittura il 16,7% di quelli
tra 25 e 29 anni, non è interessato né a lavorare né a studiare, mentre la media europea è pari rispettivamente
al 3,4% e all’8,5%. Di contro, da noi risulta decisamente più bassa la percentuale di quanti lavorano: il
20,5% tra i 15-24enni (la media Ue è del 34,1%) e il 58,8% tra i 25-29enni (la media Ue è del 72,2%). A ciò
si aggiunga che tra le nuove generazioni sta progressivamente perdendo appeal una delle figure centrali del
nostro tessuto economico, quella dell’imprenditore. Solo il 32,5% dei giovani di 15-35 anni dichiara di
voler mettere su un’attività in proprio, meno che in Spagna (56,3%), Francia (48,4%), Regno Unito
(46,5%) e Germania (35,2%). La mobilità che non c’è, questione di cultura e non di regole. I giovani sono
oggi i lavoratori su cui grava di più il costo della mobilità in uscita. Nel 2010, su 100 licenziamenti che
hanno determinato una condizione di inoccupazione, 38 hanno riguardato giovani con meno di 35 anni e
30 soggetti con 35-44 anni. Solo in 32 casi si è trattato di persone con 45 anni o più. L’Italia presenta
un tasso di anzianità aziendale ben superiore a quello dei principali Paesi europei. Lavora nella stessa
azienda da più di dieci anni il 50,7% dei lavoratori italiani, il 44,6% dei tedeschi, il 43,3% dei francesi, il
34,5% degli spagnoli e il 32,3% degli inglesi. Tuttavia, solo il 23,4% dei giovani risulta disponibile a
trasferirsi in altre regioni o all’estero per trovare lavoro.» 45° RAPPORTO CENSIS, Lavoro, professionalità,
rappresentanze, Comunicato stampa 2/12/2011
3. «Il lavoro che si riesce a ottenere con un titolo di studio elevato non sempre corrisponde al percorso
formativo intrapreso. La coerenza tra il titolo posseduto e quello richiesto per lavorare è, seppur in lieve
misura, più elevata tra i laureati in corsi lunghi piuttosto che tra quanti hanno concluso corsi di durata
triennale. Infatti, i laureati in corsi lunghi dichiarano di svolgere un lavoro per il quale era richiesto il titolo
posseduto nel 69% dei casi mentre tra i laureati triennali tale percentuale scende al 65,8%. D’altra parte a
valutare la formazione universitaria effettivamente necessaria all’attività lavorativa svolta è circa il 69% dei
laureati sia dei corsi lunghi sia di quelli triennali. Una completa coerenza tra titolo posseduto e lavoro svolto
– la laurea, cioè, come requisito di accesso ed effettiva utilizzazione delle competenze acquisite per lo
svolgimento dell’attività lavorativa – è dichiarata solo dal 58,1% dei laureati nei corsi lunghi e dal 56,1%
dei laureati triennali. All’opposto, affermano di essere inquadrati in posizioni che non richiedono la laurea
sotto il profilo né formale, né sostanziale il 20% dei laureati in corsi lunghi e il 21,4% di quelli triennali.»
ISTAT – Università e lavoro: orientarsi con la statistica http://www.istat.it/it/files/2011/03/seconda_parte.pdf
4. «Che storia, e che vita incredibile, quella di Steve Jobs. […] Mollò gli studi pagati dai genitori adottivi al
college di Portland, in Oregon, dopo pochissimi mesi di frequenza. Se ne partì per un viaggio in
India, tornò, e si mise a frequentare soltanto le lezioni che gli interessavano. Ovvero, pensate un po’, i
corsi di calligrafia. […] Era fuori dagli standard in ogni dettaglio, dalla scelta di presentare
personalmente i suoi prodotti da palchi teatrali, al look ultra minimal, con i suoi jeans e i suoi girocollo
neri alla Jean Paul Sartre. “Il vostro tempo è limitato - disse l’inventore dell’iPod, l’iPhone e l’iPad agli
studenti di Stanford nel 2005 -. Non buttatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciatevi intrappolare
dai dogmi, che vuol dire vivere con i risultati dei pensieri degli altri. E non lasciate che il rumore
delle opinioni degli altri affoghi la vostra voce interiore. Abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la
vostra intuizione. In qualche modo loro sanno già cosa voi volete davvero diventare. Tutto il resto è
secondario”. » Giovanna FAVRO, Steve Jobs, un folle geniale, “La Stampa” - 6/10/2011
Documento del Consiglio di classe– pag. 27/48
Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
5. “Tasso di disoccupazione giovanile ai massimi storici dal 2004. Offerte di impiego sempre più scarse e di
minore di qualità. …Maurizio Sacconi, il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha più volte detto che
i giovani devono darsi da fare e che "qualunque lavoro è meglio del non lavoro". Quali sono le ragioni che
dovrebbero spingere un giovane neolaureato ad accettare qualsiasi impiego anche lontano dalla propria area
di studi e specializzazione?
Roberto Nicoletti, prorettore agli studenti dell'università di Bologna, è d'accordo solo in parte e ritiene che
per raggiungere un obiettivo di medio termine si debba cercare una strada diversa. “Accettare un lavoro non
dovrebbe essere soltanto una scelta per tutelare un aspetto economico. …, in rispetto delle necessità di
ciascuno e della complessità di tale scelta, dal punto di vista teorico, uno dovrebbe accettare dei lavori
magari non di altissimo profilo ma che sono legati al proprio percorso di studi o a quello che uno vuole che
sia il proprio lavoro futuro. Svolgendo questi incarichi si mette insieme un poco di esperienza e si creano i
vari pezzi che vanno a comporre la professionalità per il lavoro.”
Secondo Laura Aleni Sestito, docente di psicologia dello sviluppo,il primo appuntamento con il lavoro deve
essere trasformato “in un'esperienza personale dalla quale si possono trarre una serie di spunti, elementi
concreti su cui ciascuno di noi progressivamente definisce meglio la propria identità e quindi anche la
propria progettualità"
Per Emiliano Mandrone - responsabile dell'Indagine Isfol Plus e autore di numerose analisi sui temi
dell’occupazione atipica e delle modalità di ricerca del lavoro (leggi intervista integrale) - “Le imprese
devono costruire un posto di lavoro moderno, una domanda di lavoro qualificata, ad alto valore aggiunto, con
una produttività molto forte che non ci metta in concorrenza con i cinesi. Solo chi avrà un capitale umane
strutturato e ricco potrà entrare in questo gioco". Quello che è necessario, è una “politica industriale che dica
basta strade e ponti e investa, invece, nel farmaceutico, nelle cure per le anziani e nelle tecnologie di
comunicazione. Questo creerebbe un effetto cascata di domanda di informatici, di biologi, chimici, medici.
Ma l'una deve precedere l'altra. Altrimenti si creano delle distorsioni. E' la domanda che deve precedere
l'offerta, così anche l'istruzione si ridefinisce in base alla richiesta del mercato. Il contrario è sempre un
esercizio da funamboli. Abbiamo visto che quando sono nate certe facoltà, creano solo disoccupati a tutta
forza. Quello che serve è stimolare la domanda di qualità, sarà poi questa a contaminare il territorio”. “Ogni
posto meglio di niente?” (Giovani, crisi e disoccupazione- di Federico Pace)
3. AMBITO STORICO-POLITICO
ARGOMENTO: la globalizzazione: interdipendenza economica,sociale, politica,a chi compete
governarla?
1. “globalizzazione :Termine adoperato, a partire dagli anni ‘90, per indicare un insieme assai ampio di
fenomeni, connessi con la crescita dell’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del
mondo” .( Enciclopedia Treccani.it)
2 . Effetti della globalizzazione
I fenomeni sopra ricordati hanno suscitato un ampio dibattito. Secondo alcuni studiosi, la g. può esercitare
effetti positivi sull’economia mondiale sotto il profilo sia dell’efficienza sia dello sviluppo: in particolare, la
liberalizzazione e la crescita degli scambi commerciali e finanziari potrebbero stimolare un afflusso degli
investimenti verso le aree meno dotate di capitali e favorire una tendenziale riduzione del divario economico
fra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo. Altri sostengono, invece, che, dati gli squilibri e le forti
differenze (economiche, tecnologiche, culturali, politiche) esistenti tra i diversi paesi, nonché la presenza di
condizioni di mercato assai lontane da quelle di concorrenza perfetta postulate dai modelli tradizionali, gli
eventuali effetti positivi dei processi di g. non si distribuiscono in modo uniforme: in particolare, per i paesi
in via di sviluppo tali processi possono comportare conseguenze anche molto sfavorevoli, mentre negli stessi
paesi sviluppati si verifica un contrasto tra i settori sociali che traggono vantaggio dai processi di g. e quelli
che invece ne sono danneggiati (per es., i lavoratori impegnati in attività produttive che vengono trasferite
all’estero). …..( Enciclopedia Treccani.it)
3.” L'avvento di un'unica civiltà mondiale - cui contribuiscono scienza e tecnica, economia e finanza - e la
contemporanea universalizzazione dei valori, con la presa di coscienza di un'umanità comune e del diritto
incondizionato di ogni uomo a essere rispettato in quanto tale, rappresentano potenti fattori di progresso
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Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
dell'umanità; ma la globalizzazione che ne è alla base implica gravi rischi di deriva incontrollata.
I ‛valori' omogenei di cui la globalizzazione è portatrice sono quelli del consumo di massa. Nonostante le
spettacolari esibizioni di solidarietà, alle nuove generazioni viene trasmesso un messaggio perverso secondo
cui il denaro e il potere sono più importanti della vita. Le industrie dei mass media, operanti su un immenso
mercato mondiale, producono e diffondono dappertutto una sottocultura (o piuttosto una ‛non cultura'),
procedendo a un condizionamento ‛morbido' dei popoli che mira a una mercificazione totale delle attività
umane e a un'omologazione della domanda. La cultura che così sta nascendo è stata da R. J. Barnet e J.
Cavanagh (v., 1994) assimilata a un ‟ centro commerciale mondializzato" (global shopping mall); secondo
P. Ricoeur, l'affermarsi in tutto il mondo di una civiltà dei consumi uniforme e integralmente anonima
corrisponderà, al limite, al ‟ grado zero della cultura creativa", al ‟ nichilismo assoluto nel trionfo del
benessere". L'imposizione di vincoli alla creatività non avviene più soltanto negli Stati totalitari, ma anche
negli Stati cosiddetti ‛liberi', attraverso le costrizioni messe in atto dal potere del denaro e dei gruppi di
pressione e dalla logica del mercato.
In realtà non esiste una cultura ‛universale', ma una cultura ‛dell'universalità', avente come postulati il
rispetto della diversità delle culture e il dialogo tra esse. La globalizzazione tende a generalizzare uno stile di
vita, ritenuto il migliore, e un'ideologia, quella della modernità: l'uno e l'altra portatori di un ordine mondiale
il cui avvento presuppone l'assimilazione da parte di tutti i popoli delle usanze e dei valori così proposti. Si
pone allora il problema dell'erosione e dell'eliminazione delle differenze culturali che già si sono espresse o
che attendono di esprimersi e, a un livello ancora più profondo, delle personalità individuali. Vengono colpiti
modi di vivere che rappresentano una moralità di fatto, e istituzioni che riflettono il pensiero dei vari gruppi
umani in un dato momento della loro storia, come pure immagini, simboli e valori da essi accettati. Si mette
in moto un processo internazionale la cui penetrazione, nel migliore dei casi, consente il mantenimento di
una precaria autonomia, oppure comporta la colonizzazione e l'assoggettamento integrale; esso dà origine a
giustificati risentimenti delle coscienze umiliate e a ripiegamenti sulla propria identità, ma anche a spinte
nazionalistiche, integralistiche o razziste che mettono in pericolo la pace.
L'avvento di un'unica civiltà mondiale può rappresentare un progresso solo se essa, animata da uno slancio di
umanità, permette a un numero crescente di uomini, grazie all'universalizzazione degli strumenti che
continuamente essi inventano, di acquistare la consapevolezza di poter costruire la propria storia e di
appartenere a un'unica comunità. Perché ciò avvenga è necessario che le ragioni di vita siano condivise e che
emerga gradualmente, nel rispetto delle diversità, un fondo comune di valori”. (da “Globalizzazione”
di Henri Bartoli)
4.“ All’interno e all’esterno della comunità, i valori non sono immutabili ma in perenne trasformazione.
Oggi è possibile avvicinarsi ad altri sistemi di valori, distanziandosi un po’ di più dai propri.
Appropriandoci, come membri dell’umanità, di prospettive più ampie, anche i nostri interessi assumono una
dimensione comune. E nella comunità globale, l’individuo, proprio come essere umano, dovrebbe prendere
coscienza anche di diritti che ineriscono all’intera umanità.” (LUBBERS - MORALES, National States,
Global Society and Ethical Values, Conferenza tenuta a Napoli per l’Unesco l’l e il 2 12.1999)
5. L'OCSE definisce la globalizzazione come “un processo attraverso il quale mercati e produzione nei
diversi paesi diventano sempre più interdipendenti, in virtù dello scambio di beni e servizi e del movimento
di capitale e tecnologia”. La globalizzazione si riferisce perciò principalmente ai mercati - più quelli
finanziari che quelli economici - ma in realtà comprende ogni aspetto dalla vita moderna. Sebbene il
processo sia iniziato secoli fa è a partire dagli anni '70 che ha subito una grande accelerazione. La
globalizzazione è stata spesso presentata come la panacea a tutti i mali del mondo - sopratutto per la lotta alla
povertà - dalle grandi organizzazioni internazionali di matrice neoliberista. E' invece criticata e contrastata
dalle organizzazioni della società civile perché accusata di delegare alle grandi multinazionali le sorti del
mondo e relegare il ruolo degli stati a semplici esecutori dei voleri del mercato. E' ormai fuori dubbio che la
globalizzazione abbia portato benefici alquanto limitati alle popolazioni più povere dei Sud del mondo,
mentre non ha favorito la internazionalizzazione dei diritti umani. Le recenti crisi economiche e finanziarie
stanno sollevando nuovi interrogativi sulle politiche finora adottate in nome della globalizzazione. Scheda
"Globalizzazione" di Unimondo:www.unimondo.org/guide/politica/Globalizzazione.
6. “…Sarebbe certo arbitrario pretendere di calcolare e giudicare la globalizzazione solo attraverso misure
cognitive, politiche ed etiche troppo vincolate alla tradizione, e perciò inidonee a dare la giusta
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considerazione alle trasformazioni che le scienze e le tecniche provocano nel mondo della produzione, del
lavoro e nelle stesse concezioni della tutela e dell’equità sociale. Sarebbe però ugualmente abusivo fare della
globalizzazione una realtà destinata a dissolvere valori e strutture ancora essenziali per l’equilibrio dei
rapporti tra nazione, Europa e umanità. La cultura politica europea ha molto da apprendere dai processi di
globalizzazione, ma anche molto da dare su questioni essenziali dell’ordine sociale, economico e giuridico.”
(A. ZANFARINO, GLOBALIZZAZIONE E CULTURA POLITICA EUROPEA)
4. AMBITO TECNICO - SCIENTIFICO
ARGOMENTO: Social Network, Internet, New Media.
1. «Immagino che qualcuno potrebbe dire: “Perché non mi lasciate da solo? Non voglio far parte della vostra
Internet, della vostra civiltà tecnologica, o della vostra società in rete! Voglio solo vivere la mia
vita!” Bene, se questa è la vostra posizione, ho delle brutte notizie per voi. Se non vi occuperete delle
reti, in ogni caso saranno le reti ad occuparsi di voi. Se avete intenzione di vivere nella società, in questa
epoca e in questo posto, dovrete fare i conti con la società in rete. Perché viviamo nella Galassia Internet.»
M. CASTELLS¸ Galassia Internet, trad. it., Milano 2007 2
2. «C’è una mutazione in atto ed ha a che fare con la componente “partecipativa” che passa attraverso i
media. Quelli nuovi caratterizzati dai linguaggi dell’interattività, da dinamiche immersive e grammatiche
connettive. [...] Questa mutazione sta mettendo in discussione i rapporti consolidati tra produzione e
consumo, con ricadute quindi sulle forme e i linguaggi dell’abitare il nostro tempo. Questo processo incide
infatti non solo sulle produzioni culturali, ma anche sulle forme della politica, sulle dinamiche di mercato,
sui processi educativi, ecc. [...] D’altra parte la crescita esponenziale di adesione al social network ha
consentito di sperimentare le forme partecipative attorno a condivisione di informazioni e pratiche di
intrattenimento, moltiplicando ed innovando le occasioni di produzione e riproduzione del capitale sociale.»(
G. BOCCIA ARTIERI, Le culture partecipative dei media. Una introduzione a Henry Jenkins, Prefazione a
H. JENKINS, Fan, Blogger e Videogamers. L’emergere delle culture partecipative nell’era digitale, Milano
2008 )
3. «Ciò che conosciamo, il modo in cui conosciamo, quello che pensiamo del mondo e il modo in
cui riusciamo a immaginarlo sono cruciali per la libertà individuale e la partecipazione politica. Il fatto che
oggi così tanta gente possa parlare, e che si stia raggruppando in reti di citazione reciproca, come la
blogosfera, fa sì che per ogni individuo sia più facile farsi ascoltare ed entrare in una vera conversazione
pubblica. Al contempo, sulla Rete ci sono un sacco di sciocchezze. Ma incontrare queste assurdità è
positivo. Ci insegna a essere scettici, a cercare riferimenti incrociati e più in generale a trovare da soli ciò che
ci serve. La ricerca di fonti differenti è un’attività molto più coinvolgente e autonoma rispetto alla ricerca
della risposta da parte di un’autorità.» (Y. BENKLER, Intervista del 10 maggio 2007, in
omniacommunia.org )
4. «Siamo in uno stato di connessione permanente e questo è terribilmente interessante e
affascinante. È una specie di riedizione del mito di Zeus Panopticon che sapeva in ogni momento dove era
nel mondo, ma ha insito in sé un grande problema che cela un grave pericolo: dove inizia il nostro
potere di connessione inizia il pericolo sulla nostra libertà individuale. Oggi con la tecnologia cellulare
è possibile controllare chiunque, sapere con chi parla, dove si trova, come si sposta. Mi viene in mente
Victor Hugo che chiamava tomba l’occhio di Dio da cui Caino il grande peccatore non poteva fuggire. Ecco
questo è il grande pericolo insito nella tecnologia, quello di creare un grande occhio che seppellisca l’uomo
e la sua creatività sotto il suo controllo. [...] Come Zeus disse a Narciso “guardati da te stesso!” questa frase
suona bene in questa fase della storia dell’uomo.» (D. DE KERCKHOVE, Alla ricerca dell’intelligenza
connettiva, Intervento tenuto nel Convegno Internazionale “Professione Giornalista: Nuovi Media, Nuova
Informazione” – Novembre 2001 )
5.«Agli anziani le banche non sono mai piaciute un granché. Le hanno sempre guardate col cipiglio di chi
pensa che invece che aumentare, in banca i risparmi si dissolvono e poi quando vai a chiederli non
ci sono più. [...] È per una curiosa forma di contrappasso che ora sono proprio gli anziani, e non i loro
risparmi, a finire dentro una banca, archiviati come conti correnti. Si chiama “banca della memoria” ed è un
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Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
sito internet [...] che archivia esperienze di vita raccontate nel formato della videointervista da donne e
uomini nati prima del 1940. [...] È una sorta di “YouTube” della terza età.» (A. BAJANI, «YouTube» della
terza età, in “Il Sole 24 ORE”, 7 dicembre 2008)
6. «Una rivoluzione non nasce dall’introduzione di una nuova tecnologia, ma dalla conseguente
adozione di nuovi comportamenti. La trasparenza radicale conterà come forza di mercato solo se riuscirà a
diventare un fenomeno di massa; è necessario che un alto numero di consumatori prendano una quantità
enorme di piccole decisioni basate su questo genere di informazioni. […] Grazie al social networking, anche
la reazione di un singolo consumatore a un prodotto si trasforma in una forza che potrebbe innescare un
boicottaggio oppure avviare affari d’oro per nuove imprese. [...] I più giovani sono sempre in contatto,
attraverso Internet, come non è mai accaduto prima d’ora e si scambiano informazioni affidabili,
prendendosi gioco, al contempo, di quelle fonti su cui si basavano le generazioni precedenti. Non appena i
consumatori – specialmente quelli delle ultime generazioni – si sentono compiaciuti o irritati per la cascata di
rivelazioni che la trasparenza offre sui prodotti, diffondono istantaneamente le notizie.»
(D. GOLEMAN, Un brusio in rapida crescita, in Intelligenza ecologica, Milano 2009)
7.
Certo, i blog e le testate giornalistiche online non sono ancora in grado di battere la televisione come fonte
primaria di informazioni ma, secondo uno studio di Pew Research Center, negli Stati Uniti c’è stato un
aumento dal 33% nel 2010 al 39% nel 2012 degli utenti americani che leggono news in Rete. Se si considera
la fascia di utenza più giovane, quella compresa tra i 18 e 29 anni, si nota che solo il 33% guarda notiziari in
televisione, tutti gli altri si affidano ad Internet.“ (I social network sono la fonte di informazione preferita
online” 29/09/2012 Gaetano Abatemarco)
Tipologia C
"In questa Costituzione c'è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, i nostri dolori, le nostre
sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui in questi articoli"(P. Calamandrei, da un discorso tenuto a
Milano nel 1955).
Tipologia D
Nel secolo XX le lotte per l’emancipazione femminile hanno portato alla crisi del vecchio modello di donna
che si realizza come “casalinga, in coppia, con figli” ed hanno aperto la strada al pieno inserimento della
donna nella vita economica, sociale e politica. Oggi, nel secondo decennio del XXI secolo, il nuovo modello
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Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
femminile, nell’attuale società italiana, stenta ancora ad imporsi per le forti resistenze, sedimentate
culturalmente in ogni strato sociale e drammaticamente evidenziatesi nella cronaca più recente, a riconoscere
alla donna l’avvenuta emancipazione e l’ effettiva capacità di assumere e gestire compiti di organizzazione e
di direzione in ogni settore.
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Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
I.T.I. “GALILEI” - LIVORNO
Simulazione II prova scritta – esame di Stato 2012-2013
classe V C Biologico 02/05/13
Nell’ultimo decennio il consumo di acqua minerale in bottiglia si è largamente diffuso; la pubblicità
ha fortemente condizionato i consumi e larga parte della popolazione ritiene oggigiorno l’acqua in
bottiglia migliore di quella che, dagli acquedotti pubblici, arriva fino ai rubinetti delle nostre case.
In realtà la legislazione che definisce i requisiti delle acque potabili è, in Italia, più severa per le
acque di rubinetto che per quelle minerali che acquistiamo in bottiglia. Il D.Lgs. 31/2001, e s.m.i., è
il riferimento normativo italiano che, recependo la direttiva europea 98/83/CE, disciplina il campo
delle acque potabili e definisce anche i criteri e i parametri analitici ai quali un'acqua deve sottostare
per potere essere definita potabile.
Il candidato descriva i parametri chimico-fisici che vengono determinati su una acqua potabile,
commenti l’importanza di questi parametri e si soffermi su quelli a lui direttamente noti
descrivendo, almeno in termini generali, le tecniche e le metodiche atti alla loro determinazione.
Il candidato si soffermi quindi sulla determinazione di un particolare parametro e discuta in
dettaglio le modalità della sua determinazione, utilizzando come riferimento le seguenti tabelle che
riportano alcuni dati tratti dal decreto legislativo suddetto.
Parametro
Valore limite (DLgs 31/2001)
Calcio (Ca)
non previsto
Cloruri (Cl)
250 mg/l
Parametro
Valore
limite
(DLgs
31/2001)
10 µg/l
Solfati (SO4)
250 mg/l
Arsenico (As totale)
Nitrati (NO3)
50 mg/l
Benzene
1,0 µg/1
Nitriti (NO2)
0,50 mg/l
Cromo
50 µg/l
Potassio (K)
non previsto
Piombo
10 µg/l
Sodio (Na)
200 mg/l
Nichel
10 µg/l
Durezza (°F)
14-50 °F
Antiparassitari
0,10 µg/l
Idrocarburi policiclici aromatici
0,10 µg/l
Tetracloroetilene Tricioroetilene
10 µg/l
(trielina + tetracloroetilene)
Trialometani-Totale (cloroformio,
bromoformio, dibromoclorometano e
bromodiclorometano)
Documento del Consiglio di classe– pag. 33/48
Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
30 µg/l
ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE
“G.GALILEI” LIVORNO
prove di simulazione dell’Esame di Stato
classe V C BIO
anno scolastico 2012-2013
Classe V C BIO
1° Simulazione Terza prova
Discipline :
Matematica
Inglese
Igiene
Impianti
Livorno 27/03/2013
Documento del Consiglio di classe– pag. 34/48
Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
MATEMATICA
Alunno……………………………………..
1) Determina le coordinate degli eventuali punti di massimo e di minimo relativi della funzione
y=
x2 + x + 4
x +1
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2) Date le seguenti funzioni y1 =
x 2 + 2x − 1
x 2 + 3x
y
=
;
, stabilisci per ognuna quali tipi di
2
x2 + 4
4 − x2
asintoti potrebbe avere giustificando la risposta.
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3) Enuncia il Teorema di Lagrange e rappresenta il suo significato geometrico
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Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
COMPLEMENTI DI LINGUA INGLESE
alunno………………………………………….
1) Which useful jobs do microbes perform?
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.....……………
2) What is the object of a microbiologist?
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3) Describe the main classes of eukaryotic microorganisms making reference to their role in the natural
environment.
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Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
IGIENE E LEGISLAZIONE SANITARIA
alunno…………………………………………………..
1 Malattie infettive: profilassi diretta e indiretta
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2 Tossicità dell'agente patogeno nel rapporto tra ospite e parassita
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3 Epidemiologia dell'Epatite A
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Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
materia: Impianti Chimici.
1) Un impianto ha una vasca di sedimentazione di Volume di 240 litri con portata
Q = 10 l/h e un BOD5 di 300 mg/l. Sono state effettuate 4 prove variando la concentrazione dei solidi
sedimentabili (Ca), Per ogni prova è stato determinato inoltre il valore del BOD 5 (u) in uscita e la massa
dei fanghi di supero prodotti in un giorno (��SS). I valori trovati sono riportati nella tabella
sottostante
prova n.
1
2
3
4
Ca g/l
1,0
2,0
3,0
4,0
��SS
49,1
49,1
49,1
49,1
BOD5 (U) (ppm)
64,8
64,8
64,8
64,8
Sulla base dei dati forniti costruire il grafico per determinare il valore del coefficiente totale di
crescita del fango (y + f) e della costante di decadimento (kd).
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Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
prova n.
1
2
3
4
SSMA (g)
Q org abb(g/gg)
��SS/SSMA
Q org abb/SSMA
Coefficiente totale di crescita del fango (y + f) =
Costante di decadimento kd=
2) Cos’è l’Indice del Volume del Fango (SVI) e come si ottiene sperimentalmente?
3) Descrivi il Rapporto di riciclo dei fanghi:
Documento del Consiglio di classe– pag. 39/48
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Documento del Consiglio di classe– pag. 40/48
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ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE
“G.GALILEI” LIVORNO
prove di simulazione dell’Esame di Stato
classe V C BIO
anno scolastico 2012-2013
Classe V C BIO
2° Simulazione Terza prova
Discipline :
Matematica
Inglese
Microbiologia
Impianti
Livorno 10 /05/2013
Documento del Consiglio di classe– pag. 41/48
Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
Matematica
alunno………………………………….
Determina: il campo di esistenza,studio del segno e lo studio della concavità della seguente
funzione
x2 +1
y=
x
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________________________________________________________________________________
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________________________________________________________________________________
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________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________
Dai la definizione di discontinuità di prima e seconda specie di una funzione in un punto x0
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________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________
Differenziale di una funzione e suo significato geometrico. Calcola il differenziale di cos3x
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Documento del Consiglio di classe– pag. 42/48
Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
Inglese
alunno………………………………….
4) Describe some recent forms of pollution and indicating how to prevent them
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
5) How does water treatment work?
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
6) Discuss about the different sources of energy taking into account advantages and disadvantages.
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
Documento del Consiglio di classe– pag. 43/48
Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
Microbiologia speciale
alunno………………………………….
La struttura della microfauna di un impianto di depurazione è indicatore del suo funzionamento. Il
candidato analizzi le caratteristiche quantitative e la struttura della microfauna di un impianto a
fanghi attivi che funziona in modo efficiente.
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Il candidato individui un percorso per la ricerca di Escherichia coli in acque minerali.
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Il candidato spieghi quali informazioni si ottengono con il metodo EBI e perché tale metodo si
affianca alle analisi chimico-fisiche e microbiologiche per esprimere un giudizio complessivo di
qualità ambientale delle acque superficiali.
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Documento del Consiglio di classe– pag. 44/48
Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
Impianti
alunno………………………………….
1) Considerando un impianto a fanghi attivi descrivi un sistema continuo con ricircolo del fango.
2) Descrivi il funzionamento di un Filtro Percolatore.
3) Illustra il funzionamento dei Biodischi.
Documento del Consiglio di classe– pag. 45/48
Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
Relazioni e programmi svolti relativi alle seguenti materie:
Religione
Lingua e letteratura italiana
Matematica
Educazione fisica
Lingua Inglese
Storia
Elettrotecnica
Sistemi Automatici
Impianti elettrici
Tecnologia Progettazione
Disegno
Diritto e Economia
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Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
3. Elenco dei candidati.
1
Badari Chiara
2
Baroncini Alessandra
3
Baroni Camilla
4
Bientinesi Sharon
5
Biglio Gianluca
6
Biricotti Gaia
7
Dall’Asta Giorgia
8
De Pascalis Noemi
9
Contini Mattia
10
Gadducci Lucia
11
Garzella Marco
12
Genovesi Elisa
13
Ingallinesi Martina
14
La Bruna Silvia
15
Maraviglia Gaia
16
Menicucci Pamela
17
Meschini Luigi
18
Novelli Ylenia
19
Proietti Marchetti Giulia
20
Ruggi Ilaria
21
Salvadorini Chiara
22
Sandri Nicola
23
Solfanelli Asia
24
Spadaccini Fabio
25
Terreni Valentina
26
Tinagli Sara
27
Tognotti Cristina
28
Ucciardello Valeria
29
Vitale Annalisa
30
Zanobini Arianna
Documento del Consiglio di classe– pag. 47/48
Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno
Composizione del Consiglio di Classe
Disciplina
Religione
Docente
Pucci Paola
Lingua e letteratura italiana
Villani Rossana
Lingua Inglese
Dani Raffaella
Storia
Villani Rossana
Matematica
Percoco Savina
Educazione fisica
Gigli Ambra
Analisi Chimica e strumentale
Barabotti Paoli
Analisi Chimica e strumentale Lab.
Lo Frano Leonardo
Laboratorio di Microbilogia speciale
Ansaldo Carla
Laboratorio di Microbilogia speciale Lab.
Petrucci Mauro
Igiene e legislazione sanitaria
Bini Stefania
Impianti chimici
Agen Federico
Documento del Consiglio di classe– pag. 48/48
Esami di Stato a.s. 2010/2011 - ITI “Galilei” di Livorno