2008/2009 Il Dio di Paolo

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2008/2009 Il Dio di Paolo
Ordo Viduarum Piacenza-Bobbio
” Casa aperta”
2008/2009
Il Dio di Paolo “ So a chi ho dato fiducia” (2Tim. 1,12)
6° Scheda : Il sacramento del matrimonio in S. Paolo
1-Come il mistero di Cristo si fa presente nel matrimonio nel tempo presente della Chiesa
Il testo di Paolo dice: << siate sottomessi gli uni gli altri nel timore di Cristo. Le mogli siano
sottomesse ai mariti come al Signore. Il marito, infatti,è capo della moglie, come anche Cristo è
capo della Chiesa, del cui corpo egli è il salvatore. E come la chiesa sta sottomessa a Cristo, così
anche le mogli siano sottomesse ai loro mariti in tutto.>>(Ef 5,25 -33)
a) -Il testo di Paolo dice:<< Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Le mogli siano
sottomesse al marito come al Signore:il marito infatti è il capo della moglie, come anche Cristo è
capo della Chiesa,così anche le mogli siano sottomesse ai loro mariti>> ( Ef 5,25-33)
b)- Questo passo paolino non manca di urtare la nostra moderna sensibilità. Ma si tratta solo di un
quadro eccezionale inserito in una cornice modesta che dice: << il marito è capo della moglie
(…)le mogli siano sottomesse ai loro mariti in tutto>>. Noi ci aspetteremmo una più esplicita
reciprocità: marito e moglie devono reciprocamente sottomettersi e amarsi.
c) – Due rilievi possono attenuare almeno parzialmente la durezza dell’impatto.
- Il primo è che Paolo è condizionato nel suo modo di esprimersi dallo stesso paragone CristoChiesa, in cui non c’è posto per una rigida reciprocità
- Il secondo è che il nostro passo si apre con l’imperativo della sottomissione ( siate sottomessi gli
uni gli altri nel timore di Cristo), dove appare chiaro che la sottomissione coinvolge nello stesso
modo sia l’uomo che la donna.
2 – Il problema della sottomissione della moglie al marito
a) Ci sono testi paralleli: nella lettera ai Colossesi (3,18-19) si raccomanda alle mogli di stare
sottomesse ai mariti << come si conviene nel Signore>>. La lettera a Tito (2,4) esorta a << formare
le giovani all’amore del marito e dei figli, a essere prudenti e caste, dedite alla famiglia, buone,
sottomesse ai propri mariti>> Anche Pietro ribadisce << voi mogli, state sottomesse ai vostri
mariti>> (1Pt 3,-2)
b) In tutti questi passi ricorre l’imperativo della sottomissione e la preoccupazione per il
comportamento delle donne. Questi << cataloghi domestici>> mostrano che le prime comunità
cristiane non si sono preoccupate di cambiare i quadri giuridici sociali delle relazioni
domestiche,ma accettano le forme che già esistevano.
c) La loro preoccupazione è piuttosto di come vivere in questi quadri “in modo nuovo” . Infatti si
intravede lo sforzo di conciliare due valori non facilmente realizzabili. Da una parte, l’ordine; la
famiglia deve essere ordinata e compatta,con un suo ordine gerarchico preciso e da qui l’insistenza
sulla sottomissione. Dall’altra vi immettono l’amore: che è per sua natura un principio che tende a
superare ogni rigido ordine gerarchico.
d) Se l’imperativo della sottomissione rivela che si accetta l’ordine gerarchico esistente tra uomo e
donna, l’espressione << nel Signore>> ( Ef 5,25) mostra che in questo stesso ordine gerarchico, si
introducono una motivazione e una modalità nuove, che superano la pura categoria del superiore e
dell’inferiore e gli si pone a fondamento un nuovo modello capace di rinnovarlo dall’interno.
3 – La vera novità del matrimonio cristiano
Dopo aver esaminato la cornice dobbiamo ora concentrare l’attenzione sul quadro che dice:<<
amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa(..) .Per questo l’uomo lascerà suo padre e
sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande
:lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa>> (Ef 5,25-32)
a) Come i profeti , anche Paolo instaura un parallelo tra l’alleanza dell’uomo con la donna e
l’alleanza di Dio con il popolo che ora diventa l’alleanza di Cristo con la Chiesa. Ma il parallelo di
Paolo è rovesciato rispetto a quello dei profeti. Questi salivano dall’amore dell’uomo per la donna
al mistero dell’amore di Dio per il suo popolo; Paolo invece discende dall’amore di Cristo per la
Chiesa all’amore dell’uomo per la donna; l’interesse diretto dei profeti non era il matrimonio, ma
l’alleanza di Dio; l’interesse di Paolo,invece, è come leggere il matrimonio alla luce del mistero di
Cristo.
b) Come quasi tutta la tradizione biblica anche Paolo cita la Gen 2,24 :<< per questo l’uomo
abbandonerà suo padre e sua madre e i due saranno una sola carne >> ma con una profonda
differenza: nell’unione di Adamo con Eva Paolo non scorge l’archetipo del matrimonio, bensì <<la
figura>> dell’unione di Cristo con la Chiesa. Infatti il mistero che è definito<<grande>>,non è il
matrimonio in sé, ma le nozze di Cristo con la Chiesa:<< lo dico in riferimento a Cristo e alla
Chiesa>>: amando la sua Chiesa e sacrificando se stesso per lei Cristo ha compiuto il progetto di
alleanza sponsale di cui le nozze di Adamo ed Eva erano profezia: è nelle nozze di Cristo con la
Chiesa che si è pienamente realizzata l’idea di alleanza coniugale: di conseguenza l’archetipo della
società coniugale non è più Adamo ed Eva, ma Cristo e la Chiesa.
c) La prima conseguenza che scaturisce dal discorso di Paolo è che lo sposalizio Cristo-Chiesa
costituisce il modello, o la norma a cui ogni matrimonio cristiano deve ispirarsi. I cristiani di Efeso
sanno benissimo quali sono i tratti che caratterizzano l’amore di Cristo verso la Chiesa. Gli basta
perciò dire << amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei>>.
Il <<come>> apre un panorama vastissimo: l’amore disinteressato, la fedeltà definitiva, il completo
dono di sé, il perdono.
d) Prima e più che modello a cui ispirarsi lo sposalizio Cristo-Chiesa rivela cioè che Dio opera in
ogni matrimonio cristiano: in ogni matrimonio Dio << fa rivivere>> la misteriosa unione di Cristo
con la Chiesa. Nel matrimonio non si rivela soltanto una pienezza di umanità come il racconto della
creazione ci ha indicato, ma un mistero divino (sacramento):lo spazio coniugale diventa luogo in
cui il mistero salvifico di Cristo si riattualizza e si visibilizza : luogo di salvezza, di profezia e di
testimonianza
4 – Il matrimonio è mistero divino e luogo di salvezza, di profezia e di testimonianza
a) luogo di salvezza: perché è nella loro concreta esperienza matrimoniale che i coniugi sono
raggiunti dall’amore salifico di Cristo, che li strappa dall’egoismo e li apre al dono completo di sè
stessi.
b) Luogo di profezia: perché l’esperienza del dono di sé nel reciproco amore è di esperienza
umana, concreta, che anticipa e prefigura la comunione piena e definitiva con Dio
c) Luogo di testimonianza: perché proprio attraverso l’amore completo e visibile degli sposi
cristiani il mondo viene a contatto col <<vero amore>> che è il cuore della novità cristiana e il
segno più credibile della morte e risurrezione di Cristo.
d) Inserendo il matrimonio nel mistero di Cristo e della Chiesa Paolo apre su orizzonti grandiosi e
impensati . Il matrimonio è il luogo storico, concreto, in cui le nozze Cristo/Chiesa si ripresentano,
ma il matrimonio non occupa tutto lo spazio in cui le nozze di Cristo con la Chiesa si ripresentano;
c’è l’ampio spazio della comunità ecclesiale. (altre vocazioni)
Il mistero dell’amore non si vive soltanto nell’alleanza tra l’uomo e la donna, ma anche nella totale
dedicazione a Cristo e alla Chiesa: una pienezza questa che Paolo ha espressamente sottolineato
nella prima lettera ai Corinti (7ss.).