Troppi accanimenti nella circolare dell`INPS sulla
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Troppi accanimenti nella circolare dell`INPS sulla
Rispetta l’ambiente! Non consumare carta e toner: potrai rileggere tutti i lampi su infolampo a cura dello Spi nazionale in collaborazione con Spi Marche 23 marzo 2012 tutti i numeri del mese corrente i due lampi di oggi 1 - Troppi accanimenti nella circolare dell'INPS sulla riforma Monti-Fornero 2 - La crisi sorride agli imprenditori www.cgil.it Troppi accanimenti nella circolare dell'INPS sulla riforma Monti-Fornero A metà marzo l'Istituto nazionale della Previdenza ha diffuso una circolare sull'applicazione della riforma Monti-Fornero. In una nota del Dipartimento Welfare della CGIL si analizzano tutti i principali punti critici, a partire da un'applicazione ancora più restrittiva delle norme soprattutto per quanto riguarda le lavoratrici Dopo aver varato una riforma delle pensioni che sta producendo danni sociali molto pesanti, il governo (in particolare il ministro Fornero) annuncia che si potrà ridiscutere della questione dei cosiddetti “esodati”. Ma si tratta però solo di annunci e di promesse vaghe, mentre la realtà delle cose la ricaviamo dagli atti concreti di questo governo. Specchio della situazione attuale è per esempio la recente Circolare dell'Inps che chiarisce la modalità di applicazione della Riforma Monti-Fornero. In una nota recente del Dipartimento Welfare e Nuovi Diritti della CGIL vengono analizzati i principali punti critici. Si parte dalle deroghe. Secondo l'analisi della CGIL, “mantengono i precedenti requisiti soltanto gli invalidi all'80% e i ciechi”. Ciò significa che tutti coloro (in particolare le donne) che potevano maturare il diritto Il 27 marzo festa per i 100 anni della alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi non partigiana Giovanna Marturano potranno più farlo. Per quanto riguarda l'opzione per il sistema contributivo, si potrà fare, secondo l'INPS, solo per avere il sistema di calcolo contributivo, mentre per il diritto alla pensione si applicano le nuove regole previste dalla legge 214 per i lavoratori in possesso di anzianità contributive al 31 dicembre 1995. “Anche questa interpretazione – si legge nella nota del Dipartimento Welfare – ci sembra una vera e propria assurdità”. Per quanto riguarda le donne che optano per la pensione di anzianità con il sistema del calcolo contributivo, l'opzione stessa è ora possibile solo se la lavoratrice raggiunge entro il 31 dicembre 2015 sia i requisiti per il diritto alla pensione, con l'incremento dell'età relativo alla speranza di vita, sia l'apertura della relativa finestra per la decorrenza della pensione. “Ci sembra – è il commento della CGIL – che questa interpretazione sia veramente assurda e costituisca un vero accanimento nei confronti delle lavoratrici. Nella nota del Dipartimento (che potete leggere nella versione integrale) vengono poi analizzati tutti gli altri punti critici della Circolare INPS: dall'eccezione prevista per la classe 1952, ai trattamenti pensionistici per i lavoratori immigrati rimpatriati, dalla totalizzazione dei periodi assicurativi, ai Leggi tutto: http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=18717 www.internazionale.it La crisi sorride agli imprenditori Frankfurter Rundschau Pressati dalla competizione interna all’Ue, i governi facilitano i licenziamenti e abbassano il costo del lavoro, realizzando sogni coltivati per anni dalle aziende. di Stephan Kaufmann La crisi si fa sentire in Grecia, in Spagna, in Italia e in Portogallo. L’intera Europa del sud è in ginocchio. O quasi. In questi paesi infatti alcune vecchie rivendicazioni finiscono per realizzarsi. Come quelle di Juan Rosell, presidente dell’associazine degli imprenditori spagnoli Ceoe. Per anni Rosell ha chiesto maggiore flessibilità nei licenziamenti. Oggi il governo gli ha dato soddisfazione. “Non sarà l'ultima riforma del mercato del lavoro”, ha profetizzato Rosell, sicuro del suo successo. Per lui la crisi è un’ottima occasione. Le imprese europee si fanno sempre più forti. Sotto la pressione della recessione e dei debiti pubblici, i governi cercano di ridurre i diritti dei lavoratori e i costi salariali. L’obiettivo è quello di arrivare a un lavoro più accessibile e quindi più attraente per gli investitori. “L’Europa sta diventando un paradiso per gli imprenditori. E tutto a spese dei lavoratori”, si rammarica Apostolos Kapsalis dell’istituto di ricerca della confederazione sindacale greca Gsee. Di fronte all’esplosione della disoccupazione e al rigore imposto dall’Ue i sindacati sono sulla difensiva. In particolare in Grecia, dove il governo ha dato un taglio netto ai minimi salariali e ai sussidi di disoccupazione. “Ci saranno consistenti riduzioni degli stipendi”, avverte Michala Marcussen della banca Société Générale. L’età pensionabile è stata innalzata. In questo modo non solo lo stato evita di pagare delle pensioni, ma aumenta anche il numero di candidati sul mercato del lavoro rendendo ancora più dura la concorrenza occupazionale. “La Grecia è la cavia da laboratorio delle riforme europee”, afferma Kapsalis. “Qui si testano le misure di rigore che possono passare”. Programmi analoghi sono già stati applicati in altri paesi, avverte il sindacalista. In Spagna, per esempio, dove senza negoziare con i sindacati il governo a febbraio ha riformato il mercato del lavoro “in modo molto aggressivo", come ha riconosciuto lo stesso ministro dell’economia Luis de Guindos. I primi beneficiari di queste riforme sono le imprese: “Di fatto si tratta di aumentare i loro margini di profitto, e sul breve termine questo può essere fatto solo attraverso una riduzione dei costi salariali”, fa osservare Patrick Artus, economista presso la banca francese Natixis. Ma l’ondata di riforme non riguarda solo i paesi più piccoli. Anche in Italia Mario Monti sta pensando di ridurre le garanzie per i lavoratori, fra cui gli ostacoli ai licenziamenti. Un primo tentativo era stato fatto nel 2002, ma era fallito di fronte alla reazione popolare. Una nuova occasione si presenta oggi – e il presidente del consiglio non vuole sprecarla. “Sulle questioni di politica economica, Monti si trova esattamente sulla nostra linea”, si felicita Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria. Fate come Berlino I politici europei hanno preso come modello la Germania, dove l’Agenda 2010 e la moderazione salariale hanno aumentato la redditività delle imprese e dove la crisi è stata superata da molto tempo. “Sul piano della concorrenza internazionale l’unica soluzione di cui dispone l’Europa per affrontare le potenze emergenti come la Cina e il Brasile è diventare competitiva come la Germania”, ha dichiarato a gennaio Angela Merkel.Il livello degli stipendi e la produttività tedesca servono anche da unità di misura per la concorrenza europea – anche per la Francia, che ha perso quote di mercato internazionale, mentre la Germania rafforzava la sua posizione. Secondo i calcoli della Commerzbank la produzione di automobili francesi e italiane è crollata di quasi il 30 per cento fra il 2004 e il 2011, mentre nello stesso periodo i costruttori tedeschi vedevano la loro produzione crescere del 22 per cento. Le riforme del mercato del lavoro non sono misure contro la crisi di breve periodo, ma devono essere considerata sul lungo termine. Gli Stati si stanno mettendo reciprocamente sotto pressione attraverso le loro strategie di riduzione dei costi. Anche paesi con salari bassi come la Croazia e la Repubblica Ceca devono introdurre maggiore flessibilità nel loro mercato del lavoro e ridurre i costi salariali per rilanciare la competitività, avverte l’Fmi. Questa competizione tra stati membri è ben vista dall’Ue, che vuole fare dell’Europa la regione più competitiva del mondo entro il 2020. “Abbiamo l’obbligo di definire una strategia di crescita”, ha dichiarato il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. Questo rilancio della competitività attraverso una riduzione dei costi salariali è perseguito a scapito dei Traduzione di Andrea De Ritis Leggi tutto: http://www.presseurop.eu/it/content/article/1679911-la-crisi-sorride-agli-imprenditori