Un libro di cucina del 1541 venuto a Piacenza dal IV secolo
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Un libro di cucina del 1541 venuto a Piacenza dal IV secolo
APRILE 2005 www.piacenzamusei.it L’ANGOLO pagina 4 DELLA CUCINA Un libro di cucina del 1541 venuto a Piacenza dal IV secolo Un’opera in dieci libri, dedicata ai cuochi e alla cucina signorile N el numero di aprile 2004 si è partiti da un trattato del tardo Cinquecento per descrivere gli ortaggi principali, tradizionali e consigliati per cucinare piatti quotidiani. Questo secondo intervento vuole invece dare alcuni cenni sui metodi dell’arte culinaria, dal momento che la cucina fin dall’antichità non era un’improvvisazione, ma si basava su scelte di cibi e composizioni di condimenti rivolte al gusto, ma anche ai benefici nutrizionali e medicinali degli alimenti. La cucina moderna, infatti, discende da una lunga catena di trattati teorico-pratici nei quali erano dati gli elementi della migliore cucina. Per fare un esempio significativo si può seguire il percorso storico del più famoso trattato di cucina dell’antichità fino all’età moderna, per verificare come il nuovo si sia innestato sulla tradizione classica in modo sorprendente. Si tratta del De re coquinaria in dieci libri di Marco Gavio Apicio, composto nel I secolo ai tempi di Tiberio e dedicato ai cuochi di professione e alla cucina signorile; insieme al nucleo originario compaiono anche ricette riferibili a personaggi successivi e alla cucina ordinaria inseriti da un redattore del IV secolo. Un’edizione di Lione del 1541 si trova nel Fondo landiano della Biblioteca Passerini-Landi di Piacenza è APRILE 2005 www.piacenzamusei.it pagina 6 sti simili. Per mostrare più i apparentemente non si capipunti di unione che altro, si sce come possa essersi forsono scelte due ricette di parmata dodici secoli dopo. ticolare importanza per la Ecco come. I testi più lontani loro sopravvivenza attraverso dell’opera di Apicio si ritroi secoli successivi e fino ad vano in un manoscritto oggi. (Phillips 275) di Glouchester del IX secolo, eseguito a Salsicce della Lucania. La Fulda, e nel Vaticano preparazione delle salsicce Urbinate Lat. 1146, eseguito della Lucania è la seguente: nello scriptorium del monasi tritano del pepe, del comistero di Tours sempre dello no, della santoreggia, della stesso secolo. Questo passa ruta, del prezzemolo, delle all’umanista Perotto e quindi droghe, delle bacche di allonella biblioteca urbinate, per ro, del brodo e si mescola essere trascritto in sette tutto con polpa bene sminuzesemplari umanistici, di cui zata, che si deve pestare quattro fiorentini. bene di nuovo con il preceIl manoscritto di Fulda ritordente: aggiungi salsa, pepe na alla luce nel 1490 e giunintero, molto grasso e pinocge nelle mani del Poliziano, chi [germe, nucleo del uno dei massimi umanisti, grano]. Insacca in un budelche lo copia nella villa lo, dopochè la massa è ancosuburbana di Lorenzo di Pier ra assottigliata il più possibile, e, così, si sospenda al Francesco De Medici nelfumo (è da notare che la sall’aprile dello stesso anno, siccia in dialetto piacentino confrontandolo con l’esemsi rifà ancora allo stesso plare di Tours; egli ne fece etimo romano, chiamandosi una seconda redazione nel ‘luganega’, cioè della dicembre del 1493 nel conLucania). vento di San Paolo di Firenze, di cui era priore. Companatico, che fa bene al Poiché le due versioni di ventre. Lessa delle piccole Fulda e di Tours concordavabietole e dei porri ben matuno, si desume che entrambi ri, mettili in una cazzeruola: Servitore con un vassoio di vivande (secolo XVIII) discendevano da uno stesso Trita del pepe, del comino, Biblioteca Passerini Landi archetipo, andato perduto. La versavi del brodo, del vino prima edizione a stampa è molto vicina ed è quella di d’uva passa, perché prenda un po’ di dolce. Fa che tutto Venezia dell’aprile 1498, la seconda sempre di Venezia bolla: quando avrà bollito, servi. del 1503, la terza di Luguduni (Lione) del 1541, messa Piatto giornaliero [Pasta ripiena]. Prendi dei pezzi di in relazione con la celebre opera di Bartolomeo Sacchi mammella di scrofa per cuocerli, delle polpe di pesci detto il Platina cremonese e quella di Paolo Egineta, cotte, delle polpe di pollo cotte. Taglia con diligenza interpretate da Albano Torino. Questa è l’edizione pre- tutto questo. Prendi una casseruola di rame, schiaccia sente nel Fondo Landi di Piacenza e questa, che si è delle uova in una pignatta e scioglile. Aggiungi in un voluta raccontare, è una storia importante per far capi- mortaio del pepe, del ligustico: trita, bagna con brodo, re come l’arte culinaria, cui soprattutto in Italia teniamo con vino, con passito, con un po’ d’olio, vuota di nuovo molto, venga da lontano. nella pignatta, fa che tutto bolla. Quando il tutto sarà Le ricette di Apicio rimandano alle condizioni ambien- bollito, allora tu rendilo più denso (con dell’amido). tali e tecniche dell’antica Roma, che non sono poi Metti nella salsa le polte sminuzzate. Copri il fondo diversissime da quelle del secolo XVI, in cui ci stiamo della casseruola di rame con doppio involucro di pasta aggirando, per cui il trattamento dei cibi riguardava sia e così versavi un ramaiolo pieno di polpa, e spargivi la migliore commestibilità sia la conservazione. I dell’olio, parimenti ponivi un pasticcio di farina. Quanti Romani facevano largo uso di miele, di spezie, di vino pasticcini farina porrai, altrettanti ramaioli della compoe di aceto, nel quale immergevano le carni (a volte unite sizione aggiungi. Assottiglia una sfoglia con lo spianatoai pesci: ma il nostro, pur raffinato, vitello tonnato non io e stendila arrovesciata in un piatto e adattala a modo è forse una mescolanza di carne e di pesce?) e i loro di coperta al pasticcio, versavi del pepe e servi. composti per conservarli per più giorni, per cui il forte contrasto/fusione di sapori al nostro palato risulterebbe inconsueto, se non disgustoso; bisogna ammettere però Stefano Pronti che certe cotture e certi condimenti vegetali sono rima-