Paleolitico inferiore

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Paleolitico inferiore
Laura Seragnoli
Corso a.a. 2001-2002
IL PALEOLITICO INFERIORE
ELEMENTI UTILIZZATI per la PROPOSTA
della CRONOLOGIA LUNGA
Sito
Paese
Epoca
Manufatti
Valle del Due- Spagna
ro
Cueva Victoria Spagna
1-1.5
Ciottoli
1-1.5
Ciottoli
?
Venta Micena
Spagna
1-1.5
Manuports
?
Orce
Spagna
0.5-1
Schegge
Atapuerca TD6 Spagna
>0.78
Ciottoli
Chillac
Francia
>1.5
Ciottoli
Soleihac
Francia
0.5-1
Ciottoli/strutture?
Escale
Francia
0.5-1
Fuoco, schegge
Vallonnet
Francia
0.5-1
Ciottoli
Monte Poggio- Italia
lo
Belleroche
Belgio
1-1.5
Ciottoli
0.5-1
Ciottoli
Kärlich A
Germania
0.5-1
Ciottoli
Stranska Skala
Rep. Ceca
1-1.5
Ciottoli
Beroun
Rep. Ceca
>1.5
Ciottoli
Prezletice
Rep. Ceca
0.5-1
Ciottoli
Korolevo
Russia
1-1.5
Ciottoli
(milioni di anni)
— Il Paleolitico Inferiore —
Ominidi
Sì
?
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IL PALEOLITICO INFERIORE
ELEMENTI UTILIZZATI per la PROPOSTA
della CRONOLOGIA LUNGA
Sito
Paese
Epoca
Manufatti
Ubeidiyah
Israele
1-1.5
Yiron gravel
Israele
>2.4
Dmanisi
Georgia
1.6-1.8
Achalkalaki
Georgia
0.7
Riwat
Pakistan
2
Ciottoli,
schegge
Schegge, nuclei
Ciottoli,
schegge
Una singola
scheggia
Ciottoli
Pabbi Hills
Pakistan
1-2
Kuldara
Russia
0.8-1
Casablanca
Marocco
0.9
(milioni di anni)
Ciottoli,
schegge
Schegge
Ciottoli,
schegge
— Il Paleolitico Inferiore —
Resti ominidi
Mandibola
4 crani
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ELEMENTI UTILIZZATI per la PROPOSTA
della CRONOLOGIA CORTA
IL CAMBIAMENTO del RECORD ARCHEOLOGICO dopo 500.000 BP
(da Robreoeks e Kolfschoten 1994)
PRIMA DI 500.000 ANNI FA
DOPO 500.000 ANNI FA
Collezioni di pochi manufatti, sele- Larghe collezioni di manufatti,
zionati, provenienti da un substra- prov enienti da scavi scientifici
to naturale a ciottoli
Possibilità di refitting: scarse o nulle Possibilità di refitting: letti di schegge con refitting che indicano la
lavorazione umana
“geofatti” trovati in matrici grosso- Manufatti trovati in matrice a gralane, contesti secondari disturbati na fine, contesti primari
Assemblage di “aspetto primitivo” Industrie Acheuleane e non Acontestati, con schegge e strucheuleane non contestabili
menti su ciottolo
No resti umani
Resti umani comuni
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il PALEOLITICO INFERIORE
in ITALIA
(da Mussi)
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in ITALIA
— Irsina —
(Da Segre)
La scheggia ritrovata a Irsina – Costa del Forgiane (Basilicata; n. 80
della carta alla pagina precedente) sarebbe il più antico manufatto
ritrovato in Italia Occorre tuttavia ricordare che si tratta di un reperto
isolato, rinvenuto in un livello di ghiaie.
Il terminus ante quem per la datazione è fornito dai prodotti vulcanici
del Vulture, presenti nei livelli superiori delle ghiaie e datati a 850.000
anni fa.
La località di rinvenimento, piuttosto interna, ha spinto alcuni Autori a
ipotizzare che lungo le coste (naturalmente raggiunte per prime dalla
“colonizzazione”) si possano trovare reperti ancora più antichi: la
scheggia di Irsina è pertanto considerata da parte di alcuni un indizio
probante della validità della cronologia “lunga”.
Altri manufatti antichi, di età superiore a 706.000 BP proverrebbero dai
dintorni di Anagni (Nocicchio, Colle Marino) e da Arce e Fontana Liri.
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in ITALIA
— Monte Poggiolo —
(da Peretto)
Il sito di Ca’ Belvedere di Monte Poggiolo (FO) è stato scoperto nel
1983 ed è ubicato su un colle, a circa 200 m s.l.m.
Prende nome da Casa Belvedere, nella parte alta della collina, a NW
del castello Mediceo. Intorno si trovano affioramenti ghiaiosi contenenti industria litica paleolitica in giacitura primaria.
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— Monte Poggiolo —
(da Peretto)
Lo scavo del deposito, condotto dall’équipe del Prof. C. Peretto, ha
avuto luogo nel 1984 e ha messo in evidenza una sequenza stratigrafica della potenza di 5 metri.
Lo stato “fresco” delle superfici dei manufatti in selce e la possibilità di
effettuare numerosi refitting (17% dell’industria raccolta) sono indizi a
favore della giacitura primaria dei reperti.
Le indagini paleomagnetiche collocano il sito nel periodo di polarità
magnetica inversa di Matuyama (anteriore a 700.000 anni fa). Le analisi condotte con il metodo ESR (Risonanza di Spin Elettronico) hanno
fornito date che si collocano intorno a 800.000 anni fa.
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— Monte Poggiolo —
(da Peretto)
L’analisi paleontologica e sedimentologica dei depositi ha portato a
individuare:
A) una parte superiore di aspetto fluviale, con influenze marine
B) una parte inferiore con situazione di litorale
L’habitat doveva essere caratterizzato da una costa bassa e sabbiosa,
interrotta da un spiaggia ghiaiosa in corrispondenza della foce di un
fiume.
Il clima freddo è indiziato da una copertura vegetale a conifere e a
elementi steppici.
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— Monte Poggiolo —
(da Antoniazzi et. al. 1988)
L’industria litica è costituita da migliaia di reperti, per lo più in selce.
La presenza di contro-bulbi indizia l’uso della tecnica di percussione su
incudine.
Sono stati recuperati soprattutto choppers e chopping tools di fattura
poco accurata e molte schegge.
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— Monte Poggiolo —
(Da Peretto)
Strumenti su ciottolo.
1. grattatoio. 2. strumento scagliato. 3-6. choppers unifacciali.
7-8. choppers bifacciali (chopping tools)
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— Monte Poggiolo —
(Da
Peretto)
1, 4-9
2
3
denticolati
raschiatoio
grattatoio
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lL PALEOLITICO INFERIORE
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— Monte Poggiolo —
(
(da Peretto)
1-7. choppers bifacciali (chopping tools).
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in ITALIA
— Isernia – La Pineta —
Il sito di Isernia-La Pineta è
stato scoperto nel 1978 da
A. Solinas e scavato
dall’équipte del Prof. Peretto dell’Università di Fe rrara.
I resti rinvenuti sono stati
inizialmente ritenuti in giacitura primaria ed è stata
pubblicata quella che si
riteneva
essere
una
“paleosuperficie”
interpretata come una
bonifica realizzata con
migliaia di ossi di animali di
grossa
taglia,
molto
concentrati.
Il livello che ricopriva la
“paleosuperficie”, ricco di
materiali vulcanici, è stato
datato con il metodo del
K/Ar a 736.000±40.000.
(Da AA. VV. 1983)
Le analisi polliniche del suolo “t.3a” indicano la presenza di praterie
con pioppi, salici, platani vicino a un’area fluviale e conifere sulle alture circostanti.
Attualmente si rifiuta l’ipotesi che il materiale ammassato potesse costituire una paleosuperficie di bonifica in quanto esso si trova in posizione secondaria, ridepositato dalle acque del fiume.
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— Isernia – La Pineta —
L’industria litica è composta da migliaia di manufatti su scheggia o su ciottolo, ricavati rispettiv amente da selce locale e
da calcare.
La lavorazione è sommaria e realizzata su incudine. I talloni sono molto inclinati rispetto al piano di
distacco (es. n. 3, 6, 7) e le
schegge sono spesso carenate e parzialmente
corticate.
(Da Peretto)
Sono presenti denticolati e
punte di Tayac. Lo studio
delle tracce di usura effettuato da L. Longo ha dimostrato che i denticolati
non erano utilizzati.
1 grattatoio 2-5. raschiatoi denticolati. 6-7. incavi clactoniani.
8-9. choppers
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Le industrie a bifacciali
BIFACCIALI: sono strumenti ottenuti da blocchi di
pietra o da schegge ed elaborati in modo da ricavare due facce convergenti.
In letteratura sono talora citati come “amigdale”, in virtù della loro forma a mandorla.
TIPOLOGIA dei BIFACCIALI (secondo G. Camps)
Bifacciali piatti
Bifacciali spessi
Bifacciali diversi
A:
1. triangolare
2. triangolare allungato
3. subtriangolare
4. cordiforme
5. cordiforme allungato
6. subcordiforme
7. ovalare
8. a mandorla
9. discoide
10. naviforme
B:
1. cuneo
2. amigdaloide
3. lageniforme
4. lanceolato
5. micocchiano
C:
1. a estremità sbiecata
2. parziale
3. misto
4. nucleiforme
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Le industrie a bifacciali
HACHEREAUX: sono strumenti a tranciante o a
fendente, ricavati da schegge spesse, con ritocco che risparmia un margine tagliente. Spesso presentano una caratteristica forma a “U”.
Possono essere ricavati mediante sgrossatura bifacciale o da schegge (rari in Europa)
TIPOLOGIA degli HACHEREAUX (secondo G. Camps)
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Le industrie a bifacciali
Le industrie a bifacciali sono state classificate con nomi diversi a partire dalla fine dell’Ottocento:
CHELLEANO: termine coniato nel 1878 da G. de Mortillet. Prende nome
dal giacimento di Chelles, considerato il sito di riferimento per le industrie di questo periodo. In seguito il Breuil, nel 1939, ipotizzò che le industrie di Chelles non si trovassero in giacitura primaria ma fossero state
ridepositate da fenomeni di soliflusso legati alle epoche glaciali.
ABBEVILLIANO: l’abate Breuil preferì
dunque utilizzare il termine Abbevilliano, dalla località di Abbevi lle dove
aveva ripreso gli scavi nel 1939 (le prime ricerche risalivano infatti al 1880 ed
erano state condotte da D’Ault du
Mesnil).
L’industria di Abbeville, ritrovata in livelli
a “marne bianche” associata a fauna
arcaica, era caratterizzata da bifacciali molto grossolani, con tallone spesso risparmiato, margini laterali sinuosi,
forte spessore e forma ancora mal definita. Spesso questi strumenti conservavano ampie porzioni di cortice, probabilmente allo scopo di facilitare la
presa.
Bifacciali Abbevilliani
(Da Bordes)
NB: il termine “abbevilliano” si usa oggi per indicare le caratteristiche
morfotipologiche di alcuni manufatti di fattura particolarmente grossolana; ha invece perso il significato cronostratigrafico ipotizzato dal
Breuil.
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Le industrie a bifacciali
ACHEULEANO: il termine, derivante dalla località di Saint -Acheul, nel
medio terrazzo della Somme, fu introdotto per la prima volta da G. de
Mortillet nel 1872.
Gli scavi di Breuil avevano evidenziato una sequenza stratigrafica
scandita in 6 fasi. La classificazione adottata successivamente da Bordes prevede invece tre fasi:
- Acheuleano antico
- Acheuleano medio
- Acheuleano superiore
Questa industria è caratterizzata da bifacciali di morfologia varia e da
strumenti su scheggia, con molti denticolati e intaccature.
NMB: Nel secolo scorso e all’inizio del Novecento il recupero dei reperti
litici privilegiava i cosiddetti fossili-guida (in questo caso i bifacciali),
trascurando invece i manufatti su scheggia, che spesso erano abbandonati sul campo.
Non si sa con precisione a cosa fossero destinati i bifacciali acheuleani, ma è probabile che fossero legati ad attività particolari. La loro a ssenza in taluni contesti non sembra dunque costituire un valido indicatore cronologico e potrebbe piuttosto essere dovuta al fatto che in alcune aree certe attività non erano praticate.
Le prove sperimentali mostrano che questi strumenti potevano essere
eccellenti nella macellazione di animali di grossa taglia.
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Le industrie a bifacciali
(Da Bordes)
Industria acheuleana da Cagny-la-Garenne:
1. bifacciale amigdaloide
2. hachereau
3. bifacciale cordiforme
4. hachereau
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Le industrie a bifacciali in ITALIA
— Fontana Ranuccio —
(da Biddittu et al.)
La più antica testimonianza di industria di tipo Acheuleano in Italia è
quella di Fontana Ranuccio, nei pressi di Anagni.
In questo sito sono stati rinvenuti anche denti umani attribuiti a Homo
erectus e datati a 458.000±5700 anni fa (K/Ar).
L’industria comprende bifacciali e manufatti su scheggia di dimensioni
ridotte, oltre che grandi schegge di osso ritoccate lungo uno dei bordi
(è attestato anche un bifacciale ricavato da un osso di elefante).
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Le industrie a bifacciali in ITALIA
— Notarchirico —
(da Cassoli et al.)
Il giacimento di Notarchirico, ubicato nel bacino di Venosa, fu scoperto nel 1979. Gli scavi, effettuati
durante gli anni Ottanta da M. Piperno con la collaborazione della
Soprintendenza Speciale al Museo
Nazionale Preistorico-etnografico
“L. Pigorini”, hanno messo in luce
una serie di livelli archeologici per i
quali si dispone di datazioni ottenute con il metodo della termoluminescenza (TL) o del disequilibrio
dell’Uranio.
- Uno strato sovrapposto al livello alfa è stato datato 230.000±50.000 BP
- Nel livello “alfa” si sono recuperati resti di femore di Homo erectus
datati intorno a 360.000 anni fa.
- i livelli basali hanno datazioni contrastanti: 304.000±50.000 e
640.000±70.000
Le industrie dei diversi livelli sono caratterizzate da bifacciali (non molto
numerosi e talora assenti), strumenti su ciottolo e su scheggia.
Poco sopra il livello B si è rilevata la presenza di un cranio di elefante
capovolto, con le difese ancora in posizione anatomica e circondato
da strumenti. La mandibola era invece rotolata a breve distanza. Questi indizi inducono a pensare che si tratti di un sito di macellazione ( o
butchering place), nel quale si lavorava all’estrazione delle parti molli
del cranio. Occorre tuttavia rilevare che sul teschio non sono stati riscontrati segni di taglio, ma sono evidenti i segni di frattura. Gli scav atori escludono comunque che questa associazione tra resti faunistici e
industria litica possa essere il frutto di una rideposizione (come nel caso
di Isernia-La Pineta).
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Le industrie a bifacciali in ITALIA
— Torre in Pietra —
Industria litica dal livello M
(da Piperno e Biddittu)
Il sito di Torre in Pietra (Lazio) presenta due livelli di interesse archeologico (M e D). Lo strato più antico (M) presenta materiali in posizione
secondaria: si tratta di bifacciali ricavati da ciottoli di calcare e in parte corticati, di tipologia più o mento evoluta. Sono presenti anche
choppers ritoccati e vari strumenti su scheggia.
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Le industrie a bifacciali in ITALIA
— Castel di Guido —
Industria litica da Castel di Guido
(da Fornaciari et al.)
Il sito di Castel di Guido (Lazio) è ubicato a metà strada tra quello di
Torre in Pietra e quello di Malagrotta.
Oltre ad abbondante industria litica e a resti faunistici, si sono recuperati anche frammenti ossei umani appartenenti ad almeno due indiv idui adulti di Homo erectus con caratteri già preneandertaliani.
L’industria appare simile a quella di Torre in Pietra.
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