Vita da cani

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Vita da cani
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EDITO DA ME
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EDITATI DA TE
Mariluna
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(riflessioni profonde di uno yorkshire doc)
Vita da cani
Mariluna
Il mondo di Mahel
foglio 1a
lei, mi riportano. Ora che fa freddo mi porta in giro
col cappottino e mi vergogno come uno struzzo.
Vorrei tanto non uscire da casa, ho anche provato a
dirglielo, che voglio tenermela la pipì, che non la farò
mai più, lo giuro, basta che non mi porti fuori con la
palandrana e il fiocchettino. Gliel’ho detto in tutte le
lingue, in cagnesco, in topolinesco, in leonesco, anche
in gattesco, che per un cane del mio livello credetemi
è veramente il massimo, ma questa non capisce proprio niente! Guinzaglietto, “Andiamo a fare la pipì,
picci” “Fai la pupù, picci”, come se ‘ste cose si potessero fare a comando lì in mezzo alla strada, senza un
minimo di privacy, con lei che nel frattempo ti osserva con quel sorriso ebete come se la tua fosse la pupù
più bella e profumata del mondo! Ci ho anche provato, per farla contenta, a farla con i ghirigori, mi sono
impegnato davvero, ma falla come vuoi sempre m…
è! Eppure è soddisfatta lo stesso, non fa che dirmi
“Bravo, picci, bravo.” Boh, sarà che gli altri non la
fanno… Ma girati, cavolo, guarda le vetrine, guarda
com’è vestita la gente, concentrati sulla fontana di
Piazza Dante e ripassatene la storia, anziché guardarmi fisso! E se nel frattempo passa Bracco, il boss, e
vede la scena, non vi posso raccontare… per una settimana almeno sono promosso a barzelletta del
momento. Ormai per gli amici del quartiere io sono
Maxime… sarò anche uno yorkshire, ma questa cosa
mi fa incavolare come un pitbull.
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Stasera vengono a cena i Poscia, e ci sarà anche
Spillo, finalmente una notizia buona. È il mio migliore amico, Spillo, un chiuaua nano e non si permette
certo di prendermi in giro, lui. Lo mordo sulla punta
del naso, lo azzanno per il collo, lo sbatto a destra e
sinistra e poi lo butto in aria, gli frego l’osso, e se ne
sta sempre zitto, bravo cagnetto, neanche un “caì”.
Purtroppo deve scontarle tutte, quelle che mi fanno
passare in questa casa, ma che può farci, povero diavolo, il mondo funziona così. Peccato che lui possa
rivalersi solo sugli scarafaggi… e di questi tempi non
se ne vedono poi tanti!
La signora Poscia parla di mio fratello con la scimmia … “Ma davvero non ti sei accorta finora che la
razza non è pura? Non vedi che il corpo è troppo
allungato, il muso schiacciato… ma dove si è visto
mai uno yorkshire così?” Sarai bella tu, sarai! Oh oh,
anche i primati piangono, non per niente l’uomo
discende da loro… “Ma allora sono dei bastardini”
dice in lacrime. Non so perché mi suona male, questo
termine. A scimmia, che sei scema? La mamma è di
là, ci hai visti nascere, la senilità colpisce presto di
questi tempi? “Bastardini di padre” sentenzia la
Poscia annuendo. Ahh, questo non lo so, penso io. A
me questa comincia a starmi davvero antipatica. “Li
darò via tutti!” Evviva, questo si è un bel regalo di
Natale, la mamma tutta per me senza quei rompiscatole in mezzo ai piedi!
“Proprio tutti.”
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foglio 1b
25 settembre1991
“Ma che carino carino carino!”
Per la miseria, ma la mia stella se n’è andata in pensione dal momento della mia nascita, se l’è mangiata
l’orsa maggiore o cosa? Siamo sette, gli altri sei scemi
non fanno che balzellare come se avessero le braci
sotto le zampe mentre io me ne sto buono a dormire
per i fatti miei (o così faccio credere, in realtà ogni
tanto apro un occhio per vedere quando cavolo se ne
vanno!), in disparte da tutti per passare inosservato, e
questa chi ti nota? Il sottoscritto! In mezzo a tutti chi?
Me, moi, io!
“Che tesoro!” Questa è più scema della scimmia. Ma
perché non ho mai sentito il padrone di Charlie, il
pastore tedesco, parlargli così, come se fosse un povero cane in piena demenza? Perché ne rispetta la
dignità, ecco perché! È solo questione di riguardo,
Charlie gli azzannerebbe le orecchie, non potendogliele tirare, se gli parlasse così, e lui lo sa! Questa ha
anche i padiglioni cicciuti, quasi quasi…
Ma che fa? Mi toglie il fiocchettino? Oh come ti amo,
ti sarò sempre devoto, puoi credermi, ogni 15 del
mese ti donerò la mia razione di pappa quotidiana,
non ti mordicchierò le ciabatte, lo prometto, non
lascerò mai i miei morsetti da piranha sulle mani dei
tuoi bambini, non vomiterò sul divano mai, mai, davvero, ma per favore PORTAMI VIA DA QUI!
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la più pesante che trovo, non preoccuparti, sai che su
di me puoi sempre contare… siamo parenti mica per
niente, no?
L’unico handicap è che anche la scimmia trova che io
sia il più carino, mi fa mille moine, più mi fa schifo e
più mi bacia, sta tutto il giorno a pettinarmi il pelo con
la spazzola chiodata, e tira, tira, tira che è un piacere,
ci può fare un materasso con quello che mi tira! Dice
che così viene più lucido, ci si spazzolasse lei i capelli e poi vediamo se le escono splendenti, ammesso che
gliene rimangano! M’è venuta l’orticaria. E m’ha
fatto pure la cipollina con il nastrino blu… perché
sono di sangue nobile, razza pura, dice… oh signore,
io non esco più da casa! Mi ficco sotto il letto e ci
resto finché muore!
È il momento del bagnetto… Tre mesi, ci ha messo,
per accorgersi che puzzo, e anziché smettere di darmi
bacetti ha deciso che è meglio far profumare me… a
dicembre, -3° al sole alle tre del pomeriggio… E poi
bagnoschiuma alla vaniglia, neanche al sandalo o
pino silvestre, no, rigorosamente alla vaniglia! Più il
fiocchino… fate voi. Ma non commentate, please, se
no vi azzanno.
24 dicembre 1990
È Natale, e neanche a dirlo che mi ha regalato la
scimmia? Un bel campanellino con la targhetta, così
anche se mi perdo non c’è via di scampo, sempre da
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EDITO DA ME
gatto nonostante le dimensioni, anche se nella vita
calci in culo ne ho presi tanti, in fondo lo so che tu mi
hai guardato, da lassù. Gli voglio bene a ‘sti esauriti
qui, proprio tanto bene. Che vuoi farci, è la natura che
mi ha fatto buono e fesso…
Il balcone si apre, che è, si sono accorti dell’errore?
Macché, mi ha lanciato la cuccia che è pure caduta di
lato, come dovrei coricarmici, così, secondo te?
E poi dicono che il bastardo sono io…
(riflessioni profonde di uno yorkshire doc)
Vita da cani
Mariluna
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mamma, continua pure a farti i cazzi tuoi, eh, mi raccomando, non ti scomporre, per carità, continua pure
a dormire, tu, che me la levo dai piedi da solo, questa.
“Ma che bel maschietto” dice “Lo chiameremo Max”
Si, d’accordo, come il Terranova del vicino. Ma
fammi il favore! Ti do una leccatina sul naso così ti fa
schifo e mi posi, eh? No, non ti fa schifo, sei pure
tutta contenta e… che porcheria, puah!!!! Ma che fai,
mi lecchi anche tu sulla punta del nasino? Ma io sono
un cane, la mia saliva è veicolo di batteri, posso contagiarti la rabbia, l’enterocolite, la toxocariasi, il mio
pelo può farti venire una tremenda allergia che ti può
portare dritta dritta all’ospedale… guarda che io sono
piccolo ma neanche te l’immagini quello che posso
farti, ma che sei l’unica scimmia a non saperlo? E poi
puzzo come un animale, lo sai, dopo non va via neanche col candeggio… Va bè, dammi ‘sto bacetto e facciamola finita. Solo un giorno e già che se deve fa pè
campà!
3 dicembre 1990
Cresco, cresco che è una meraviglia. I miei fratellini
sono rimasti tutti rachitici, ma chi se ne importa, in
fondo? Da che mondo e mondo tra fratelli funziona
così, tutto a me e niente a te, arraffa arraffa più che
puoi arraffa, se stai per cadere ti faccio lo sgambetto,
se stai per suicidarti la pietra al collo te la metto io…
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25 novembre 1991
“Ma che dici, i cani hanno il pelo per proteggersi dal
freddo! Lascialo fuori, ti dico, con i riscaldamenti soffre” Soffri tu, soffri, io mi metto proprio sotto il termosifone. Che calduccio, questo sì che è il paradiso!
25 giugno 1991
“Guarda che ai cani il pelo serve anche per proteggersi dal caldo, se lo tieni in casa con l’aria condizionata gli viene il raffreddore.” Ma i cazzi tuoi no, eh?
Mai, vero? Questo comincio veramente a odiarlo.
30 settembre 1994
Passeggiata al mercatino, ben che vada torno a casa
con una zampa appesa al collo. Qui la gente non fa
che pestarti, non puoi sederti un attimo che ti arrivano tre calci, sempre in movimento devi stare, se vuoi
sperare di uscire con danni limitati! E quella che è?
Mamma mia che sventola, a te sì che ti sta il nastrino,
bambola, con quei capelli tirati sulla testa sei sexy da
morire! Scusa, bella, che ci conosciamo, ti ho forse
vista nei miei sogni, ti ho vista? Ma che razza sei? Ah,
meticcia, roba d’alto rango, meglio di così non poteva andare! Mi fa gli occhioni… slap slap, bocconcino, sei roba da metterti nei kitekat per quanto sei bocconcino… Faccio fessa la vecchia e arrivo, tesoro, un
po’ di pazienza, questa mi ha messo il collare a strappo… sono feroce, io, che ti credi, maschi come me
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sono qua sotto! No, non mi vede proprio, se n’è andata. Ecco che ritorna, forse se saltello… ma che sono
invisibile, oggi? Ti tiro la gonna, allora… nonna,
aspetta, non correre! Il dentino! Niente, non c’è aiuto,
meglio torno a dormire e ci metto una pietra sopra.
Mica facile, questi continuano a urlare e a camminare
avanti e indietro davanti alla mia cuccia… senso doppio di circolazione, poi, non c’è nemmeno uno spiraglio. Se attraverso piano piano… Cos’era, un autotreno? E che è, vi rimbalzo sulle gambe e neanche ve ne
accorgete? Mi fossi rotto la testa nel capitombolo il
rimorso non vi avrebbe roso per tutta la vita? Forse
con un po’ di rincorsa riesco a beccare quella fessura
che si crea ogni frazione di secondo… Perché non
discutete un po’ più in là, per favore? Per favore!
Devo attraversare, ho la precedenza, io! Ce l’ho fatta,
il lettino è tutto mio, buonanotte e a domani.
“Alzati, tu!”
Ma chi, io?
“Si, tu! Vai fuori e non rompere!”
Certo che siete proprio tutti stronzi!
Mi tocca dormire fuori, stanotte, il perché non lo so
ma mi hanno buttato sotto le stelle, ‘sto freddo boia
certo non fa bene alla mia età. Ahi ahi, gli acciacchi!
In fondo poteva andare peggio, penso a Bracco, poverino. Va bè, dormiamoci su, domani gli sarà passato
tutto, troverò il modo di farmi perdonare. Buonanotte,
stellina. Anche se ho due padroni che più pazzi non si
può, anche se la pappa fa schifo e non c’è modo di
farglielo capire che odio il pesce perché non sono un
© Editodame / Editodate
giugno 2004
foglio 2b
non ne trovi neanche a cercarli col lanternino. “Non ci
pensare nemmeno!” Non ci penso proprio. Mi viene
da piangere, mi viene.
La nonna ha capito che ormai sono un cane maturo,
con i miei istinti e le mie pulsioni, così oggi viene
Frufrù, la yorkshairina dei Lettonzo… Il campanello,
deve essere lei, non sto nella pelle. Una spruzzatina di
Eau de Tonnin… eccomi, sono pronto, bambola. Ma
quanti anni hai? Dove ti hanno trovata, negli scavi di
Pompei? Sai, carina, non te l’ho detto prima ma ho
fatto anche voto di castità. Si, lo so, un vero peccato
per un maschio come me, ma che vuoi farci, una promessa è una promessa. Però quest’essenza di pesce…
quasi quasi mi faccio il gatto… vieni, micetto bello,
micino… dove sei?
20 dicembre 2002
Mi hanno lasciato qui da solo… che tristezza, ogni
volta è come la prima volta. Ecco, la porta, sono tornati… quanto son contento, nonna, neanche te l’immagini, vengo a leccarti subito le scarpe. Mamma che
botta, chiuderla piano no, quella porta, che qui c’è
gente che dorme? Urlano, tira un’arietta… vado a fargli le feste così si rilassano. Prima a lui, così me lo
levo subito dai piedi e poi mi dedico alla nonna. “E
togliti, tu!” Oh, ma che mi prendi a calci? Certo sei
proprio stronzo, aveva ragione il mio sesto senso, la
prima volta che ti ho visto! Nonnina… mi vedi…
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3 settembre 1990
Acc… Icc… Acc… Porca la miseria, che fatica! E
levati… Prima io… ohhhhhhh! Ce l’ho fatta, cavolo,
è stata dura ma son venuto fuori! E questo chi è? Un
fratello! Che bello ho un fratello! Non uno… ce n’è
un altro! Che bello, ho due fratelli! Non due, siamo in
tre… mamma! Mamma, basta, oh, basta, dico! Un
altro… ancora un altro. Mi viene da piangere,
mamma, che cazz… hai fatto? 7 fratelli come nella
bibbia, tu c’hai le manie di grandezza e noi ci scanniamo per le tettine? Già tutte occupate, neanche il
tempo, ma vergognatevi! Sarà dura, santa pazienza,
sento già che sarà dura. Va beh, diamoci da fare, un
morsetto ciascuno e me li levo dai piedi, ‘sti cagnotti.
Tiè tiè e tiè. Gnamm gnamm, ohhh, ora sì che si ragiona. Non t’avvicinare, sai, che te ne arriva un altro
sulla punta della coda! Vedi, già mi rispettano, è questo l’importante: fargli capire subito chi comanda.
Dopo la pappa un bel sonnellino è quello che ci
vuole, ho la pancia che strofina a terra e gli occhietti
che si chiudono da soli. Buonanotte, mammina …
Ahhhh! E questa chi è? Gigantesca… brrrr! E brutta
come la morte, per di più, c’ha pure i baffi, c’ha. Ma
che sei un pechinese anche tu? La sorella brutta di
King Kong? La controfigura di Cita? No, no, che fai,
mettimi giù, rimettimi nello scatolone, ti dico!
Mammaaaaa! Mammina, il mostro mi rapisce! Ciao,
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