Censimento del LA GEOREFERENZIAZIONE DEI TERRENI
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Censimento del LA GEOREFERENZIAZIONE DEI TERRENI
Censimento del LA GEOREFERENZIAZIONE DEI TERRENI DELLE AZIENDE AGRICOLE NELLA PROSPETTIVA CENSUARIA Fabio Crescenzi Direzione Centrale dei Censimenti Generali1, ISTAT [email protected] Abstract: The objective of this paper is to study the problem of farms localisation in the perspective of the 2010 census considering both the case of complete parcels georeferencing and the case of headquarters localisation. Riassunto: L’obiettivo di questo lavoro è quello di svolgere alcuni approfondimenti sul tema della localizzazione delle aziende agricole in vista del censimento del 2010 considerando sia la georeferenziazione “completa” dei terreni aziendali, sia la localizzazione del centro aziendale. 1. Introduzione Le basi territoriali della tornata censuaria 2000-2001, realizzate con il progetto “CENSUS 2000”, sono state disegnate con il duplice obiettivo di consentire la migliore organizzazione delle operazioni di raccolta dei dati e con il proposito di far svolgere proprio al “territorio” una funzione primaria per l’integrazione e l’analisi dell’informazione ottenuta nei censimenti generali. La ricerca di specifiche compatibili con questi obiettivi ha da subito incontrato particolari problemi nella conciliazione delle esigenze del censimento generale della popolazione e delle abitazioni, di quello dell’industria e dei servizi da un lato con le esigenze del censimento dell’agricoltura dall’altro. La frequente frammentazione dei terreni delle aziende agricole ha reso la associazione dei dati del censimento dell’agricoltura al territorio particolarmente onerosa e articolata. E’ possibile georeferenziare l’azienda, attribuendo tutti i dati alla microzona in cui è ubicato il centro aziendale, oppure procedere ad una più completa georeferenziazione dei terreni. Nel presente lavoro sono proposte alcune riflessioni ed alcuni approfondimenti su questi temi nella prospettiva della determinazione delle scelte metodologiche, tecnologiche e organizzative per i prossimi censimenti generali2. Questi gli aspetti che saranno trattati: a) aspetti generali e caratteristiche specifiche della localizzazione delle aziende agricole nel contesto normativo nazionale e internazionale; 1 Servizio Metodi, Tecniche e Organizzazione dei censimenti. Si deve tuttavia tener presente che le considerazioni presentate in questo lavoro riflettono idee dell’autore e non impegnano in alcun modo l’Istituto Nazionale di Statistica. 2 b) complessità operativa della territorializzazione dei terreni e problemi emersi nella precedente tornata censuaria; c) percorsi alternativi alla territorializzazione per soddisfare con complessità minore almeno parte delle istanze informative ed analitiche (es. quesiti aggiuntivi sulla morfologia dei terreni, etc.); d) possibilità di conseguire la territorializzazione dei terreni delle aziende, almeno in prospettiva. 2. La localizzazione sul territorio dei soggetti fisici e giuridici nel contesto nazionale. Aspetti generali e caratteristiche specifiche della localizzazione delle aziende agricole Nel presente paragrafo si intendono richiamare alcuni concetti generali sulla localizzazione nel territorio dei soggetti fisici e giuridici al fine di evidenziare la applicabilità di alcuni di questi al caso delle aziende agricole. Il vigente regolamento anagrafico3, è il principale riferimento normativo nazionale in materia di localizzazione dei soggetti fisici e giuridici ai fini della loro reperibilità sul territorio e, pur non trattando esplicitamente gli aspetti relativi alla localizzazione delle aziende agricole, rappresenta un riferimento generale di grande importanza. Nelle istruzioni allegate al regolamento4 si utilizza il concetto di unità ecografica, che è un luogo fisico definito secondo differenti livelli di complessità. Le unità ecografiche più semplici sono: l’abitazione, cioè uno o più vani funzionalmente destinati alla vita delle persone; l’esercizio, cioè uno o più vani funzionalmente destinati allo svolgimento di una qualsiasi attività economica; l’ufficio e simili. Tali unità sono, di norma, raggruppate in uno stesso fabbricato, il cui acceso o i cui accessi esterni sono contraddistinti da numeri civici. I fabbricati o case, a loro volta, si trovano raggruppati, di norma, in un complesso edificato, normalmente delimitato da spazi destinati alla viabilità, noto sotto il nome di isolato. E’ evidente che l’isolato - poiché con la sua netta delimitazione permette anche di costituire sezioni di censimento razionali ed agevolmente individuabili - si dimostra proficuamente utilizzabile ai fini del censimento. Nelle citate istruzioni è trattata la localizzazione degli accessi ai fabbricati (indirizzi e numeri civici) la quale può consentire, sulla base di quanto è memorizzato nella maggior parte delle basi di dati toponomastici della pubblica amministrazione, la reperibilità nel territorio dei soggetti fisici e giuridici. La georeferenziazione “completa” delle unità ecografiche nel territorio, procedura che consiste nel posizionare il luogo fisico nella rispettiva zona del territorio reale, mediante punti a coordinate note, secondo un determinato sistema di riferimento, non è ritenuto un compito di tipo statistico, censuario, o legato ad esigenze anagrafiche, anche se evidentemente rientra in finalità specifiche di amministrazioni centrali e locali quali ad esempio il Catasto dell’Agenzia del Territorio del Ministero dell’Economia e delle Finanze5. 3 Istat, 1992. Tali istruzioni sono parte integrante del regolamento stesso. 5 Alcune delle considerazioni esposte in questo paragrafo sono tratte dai risultati del progetto sviluppato nell’ambito dell’accordo di collaborazione per la definizione di criteri guida per la gestione della qualità dei dati nella pubblica amministrazione, siglato il 23 aprile 2002 dall’Autorità per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (AIPA, ora CNIPA) e dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). Per approfondire questi aspetti si veda Contributi n.12, 2005, Istat, “Principi Guida per il Miglioramento della Qualità dei Dati Toponomastici nella Pubblica Amministrazione”. 4 La georeferenziazione del solo accesso alle unità ecografiche richiede la specificazione delle coordinate geografiche di un solo punto per ogni accesso ma, comunemente, tali accessi sono identificati in modo simbolico, attraverso un dato toponomastico puro (o indirizzo), che è una sequenza di elementi simbolici, che identificano in modo univoco l’accesso alle unità ecografiche. Gli elementi simbolici che costituiscono il dato toponomastico puro, corrispondono ad oggetti di tipo amministrativo e/o topografico universalmente noti. Sono elementi simbolici i nomi di una località geografica (ad esempio, di un comune o di una frazione di esso), i nomi di una area di circolazione, i numeri civici6. La localizzazione di un soggetto fisico o giuridico nel territorio è ottenuta associando ad esso un dato toponomastico puro. Mutuando lo stesso schema concettuale è possibile assimilare i terreni di un’azienda agricola, destinati allo svolgimento di una attività economica di tipo agricolo, ad una unità ecografica, la cui frequente frammentazione sul territorio determina un rilevante grado di complessità. La localizzazione di una azienda agricola nel territorio mediante georeferenziazione “completa”, rientra certamente nelle finalità di processi di tipo amministrativo come quelli di interesse per il catasto dell’Agenzia del Territorio del Ministero dell’Economia e delle Finanze o riconducibili ad esigenze dell’amministrazione centrale o locale, non rientra nei principali obiettivi che ci si pone con la costruzione di un archivio o registro statistico o censuario. E’ possibile, in alternativa, georeferenziare l’azienda attribuendo tutti i dati al luogo fisico in cui è ubicato il centro aziendale, in modo da rendere l’associazione meno complessa. In analogia con la localizzazione dell’accesso di una unità ecografica, la localizzazione del centro aziendale è volta a coprire l’esigenza della reperibilità nel territorio dell’azienda per corrispondere alle principali esigenze di localizzazione e per rendere possibile la effettuazione delle indagini statistiche. Analizzando comparativamente le due tecniche di localizzazione è possibile evidenziare quanto segue: - la georeferenziazione del centro aziendale necessita della identificazione delle coordinate di un solo punto per ogni azienda, mentre la georeferenziazione dei terreni necessita della determinazione delle coordinate di tutti i punti di ogni poligono formato dai terreni che compongono l’azienda. - Se la frammentazione dei terreni rappresenta la maggiore criticità della georeferenziazione “completa”, uno dei limiti principali della georeferenziazione del solo centro aziendale è rappresentato dal fatto che la ubicazione dello stesso centro aziendale spesso non è sufficientemente rappresentativa della reale collocazione e articolazione sul territorio dei terreni dell’azienda agricola. - l’impianto di un sistema del primo tipo presenta di conseguenza anche una maggiore complessità gestionale ed operativa che necessita dell’impiego determinante di sistemi e professionalità di tipo GIS (Sistemi informativi geografici). 6 L’area di circolazione, in un territorio dotato di regolare rete stradale, è l’elemento lineare o areale di qualsiasi forma o misura destinato alla viabilità. Le aree di circolazione possono essere di tipo diverso, ad esempio via, strada, corso, viale, vicolo, calle, salita, piazza, piazzale, largo, campiello e simili. La tipologia dell’area di circolazione è specificata dalla Denominazione Urbanistica Generica (DUG). Ai fini della sua esatta individuazione, ciascuna area di circolazione, oltre che dalla DUG, è contraddistinta da una propria denominazione. Il numero civico è la componente che individua l’accesso ad un’unità ecografica nell’ambito di un’area di circolazione. - Visto che la acquisizione o cessione di terreni non necessariamente comporta una diversa localizzazione del centro aziendale, il secondo metodo è caratterizzato da una maggiore stabilità temporale rispetto al secondo. 3. La localizzazione delle aziende agricole nelle raccomandazioni e nei regolamenti internazionali Il Regolamento (CE) N. 1444/2002 della Commissione del 24 luglio 20027 nell’allegato 1 contiene importanti indicazioni in materia di localizzazione delle aziende agricole: “A. Ubicazione geografica dell’azienda L'azienda, con tutti i relativi dati, viene rilevata nella circoscrizione e nel comune o sottocircoscrizione d'indagine in cui si trova il centro aziendale. Il centro aziendale è definito in base alle norme degli Stati membri. Qualora l'azienda agricola sia situata solo in parte in un certo tipo di zona (ad esempio, una zona svantaggiata), viene classificata come ubicata in tale zona se in essa è situata la maggior parte del terreno appartenente all'azienda oppure dove è situato il suo centro aziendale. Uno dei due metodi deve essere scelto e applicato a tutte le aziende e nel determinare l’appartenenza a tutte le aree di cui ai punti da A/1 ad A/38 . 7 Recante modifica alla decisione 2000/115/CE relativa alle definizioni delle caratteristiche, alle eccezioni alle definizioni e alle regioni e circoscrizioni per la realizzazione delle indagini comunitarie sulla struttura delle aziende agricole 8 A/1 Circoscrizione d'indagine I. L'ubicazione geografica di ogni azienda agricola è descritta da un codice che indica il paese, la regione e la circoscrizione d'indagine. II. Le regioni e le circoscrizioni utilizzate ai fini delle indagini sulla struttura agricola figurano nell'allegato IV (elenco delle zone NUTS2-NUTS3, regioniprovince per l’Italia). A/1(a) Comune o sottocircoscrizione d'indagine. I. L'ubicazione geografica è descritta da un codice che indica il comune o la sottocircoscrizione d'indagine, consentendo un'aggregazione dei risultati per diversi tipi di zone a livello regionale. II. I codici del comune o della sottocircoscrizione d'indagine utilizzati sono conformi ai livelli 4 o 5 della nomenclatura NUTS delle unità territoriali per la statistica (si tenga presente che tali livelli corrispondono, a seguito della approvazione del Regolamento (CE) N. 1059/2003, alle unità amministrative locali di livello 1 e di livello 2. Per l’Italia Il livello 1 non esiste, il livello 2 è rappresentato dal comune). Se non è possibile trasmettere tali codici, lo Stato membro comunica invece per ogni azienda agricola le informazioni relative all’appartenenza alle zone di cui ai punti A/2, A/2(a) e A/3. A/2 Zona svantaggiata I. Zona considerata, alla data dell'indagine, come svantaggiata ai sensi del regolamento (CE) n.1257/1999 del Consiglio (1) (e, se del caso, ai sensi della legislazione più recente) e compresa nell'elenco comunitario delle zone agricole svantaggiate, comunicato dagli Stati membri in applicazione dell'articolo 21 del regolamento (CE) n. 950/97. II. Le zone svantaggiate includono le zone montane [A/2(a)], le zone in cui ricorrono svantaggi specifici e le altre zone svantaggiate. A/2(a) Zona montana I. Zone designate, alla data dell'indagine, come .zone di montagna. ai sensi dell'articolo 18 del regolamento (CE) n. 1257/1999 (e, se del caso, della legislazione più recente) e comprese nell'elenco comunitario delle zone agricole svantaggiate, comunicato dagli Stati membri in applicazione di tale regolamento. A/3 Zone agricole con vincoli ambientali I. Zone designate, alla data dell'indagine, come zone agricole con vincoli ambientali ai sensi dell'articolo 16 del regolamento (CE) n. 1257/1999 (e, se del caso, della legislazione più recente). II. Gli agricoltori possono ricevere compensazioni per i costi e la perdita di reddito dovuti a vincoli ambientali sulle loro superfici agricole. Tali vincoli devono derivare dall'applicazione di limitazioni degli usi agricoli basate su disposizioni comunitarie di protezione dell'ambiente. Sono escluse le zone con vincoli basati solo su disposizioni nazionali o regionali. Esse possono essere ubicate in zone svantaggiate. Si tratta soprattutto di zone Natura 2000, cioè zone di conservazione/protezione speciale che ospitano specie e tipi di habitat naturale minacciati (a norma della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche; GU L 206 del 22.7.1992, pagg. 7.50). Il World Programme for the Census of Agriculture 20109 assegna al censimento dell’agricoltura i seguenti compiti: a) Fornire dati strutturali sull’agricoltura consentendo la produzione di dettagliate tavole di dati, specialmente per le unità amministrative minori; b) Fornire dati da usare come benchmark per le statistiche agricole correnti; c) Fornire frames per i campioni delle indagini agricole; d) Fornire dati per il monitoraggio dei progressi verso gli obiettivi di sviluppo globali, con particolare riferimento ai “Millennium Development Goals”, gli obiettivi di sviluppo indicati dalle Nazioni Unite10. In considerazione del fatto che il censimento dell’agricoltura è effettuato con cadenza decennale, le stesse raccomandazioni evidenziano come sia più conveniente la rilevazione delle caratteristiche che si mantengono più stabili nel tempo, lasciando alle statistiche correnti il compito di rilevare le caratteristiche che sono maggiormente soggette a variazioni congiunturali. La produzione di dati censuari sulle coltivazioni e sugli allevamenti a livello di forte dettaglio territoriale, essendo soggetta a forti variazioni congiunturali sarebbe, in base a questa indicazione, sconsigliata. Da quanto complessivamente esposto sia nel Regolamento (CE) N. 1444/2002 che nel World Programme for the Census of Agriculture si evince come gli obiettivi conoscitivi del censimento dell’agricoltura siano per massima parte conseguiti avendo la possibilità di “territorializzare” l’informazione con riferimento ai principali ambiti territoriali di tipo amministrativo, quali la regione, la provincia o il comune. Resta da verificare se l’ambito comunale sia sufficiente per la classificazione in tutte le zone contemplate nei punti A/2, A/2(a) e A/3. Tuttavia l’appartenenza a tali zone, secondo il criterio della prevalenza o sulla base della localizzazione del centro aziendale, potrebbe essere determinata sulla base di quesiti specifici aggiuntivi senza implicare una completa georeferenziazione dei terreni. 4. L’esperienza dei precedenti censimenti Nel 4° censimento dell’agricoltura del 1990 l’obiettivo era quello di ricostruire alcune principali informazioni territoriali a livello di comune. Gli uffici comunali di censimento dovevano compilare a tal fine uno specifico modello nel quale erano indicati i terreni delle aziende comprese nel comune che avevano terreni ricadenti anche in altri comuni ed inviare tale modello, in formato cartaceo, ad ogni comune coinvolto. Nel 5° censimento dell’agricoltura del 2000, pur non proponendosi di georeferenziare i terreni aziendali in modo completo, è stata scelta la strada della localizzazione delle informazioni censuarie ad un livello di forte dettaglio territoriale al fine di conseguire l’integrazione dell’informazione di tutti i censimenti generali sull’unico riferimento microterritoriale rappresentato dalla sezione di censimento. La strategia è stata duplice, da un lato alcune informazioni sull’azienda agricola sono state raccolte per foglio di mappa catastale, dall’altro sono state modificate le specifiche di realizzazione della base territoriale di “CENSUS 2000”, almeno con riferimento alle sezioni “case sparse” per facilitare il più possibile la corrispondenza fra sezioni di censimento e fogli di mappa. Nel territorio delle località “case sparse” le basi territoriali 9 A system of integrated agricultural censuses and surveys, World Programme for the Census of Agricolture 2010, Volume 1, FAO Statistical Development Serties, N.11 10 Per approfondimenti su questi aspetti è possibile consultare il sito delle Nazioni Unite all’indirizzo http://www.un.org/millenniumgoals/ sono state ridisegnate, nel rispetto del citato criterio d'identificabilità, secondo i seguenti criteri: • riduzione della superficie delle sezioni di censimento; • ogni sezione doveva essere almeno approssimativamente ricostruibile come “somma di fogli di mappa”11. Nel questionario del 5° censimento dell’agricoltura è stata inclusa la Sezione IX dedicata all’ubicazione delle coltivazioni e degli allevamenti aziendali. Per ciascun foglio di mappa catastale in cui ricadono i terreni che costituiscono la superficie totale dell’azienda agricola oppure in cui sono ricoverati o si trovano gli allevamenti doveva essere compilato un riquadro fornendo tutte le informazioni richieste. Oltre ai codici Istat e alla denominazione della provincia e del comune di pertinenza del singolo foglio di mappa, occorreva precisare il numero identificativo del foglio di mappa catastale considerato, nonché il numero identificativo della sezione censuaria ed il numero complessivo delle particelle catastali costituenti la superficie aziendale situata nel foglio di mappa. La sezione IX del questionario del 5° censimento dell’agricoltura La compilazione della sezione IX ha determinato un forte aggravio per la rilevazione censuaria. Si deve considerare infatti che, con riferimento alle informazioni richieste non tutte le aziende mantengono aggiornata una “contabilità” distinta per foglio di mappa. 11 Oppure, nelle aree dove questo era impossibile per le eccessive dimensioni dei fogli di mappa catastali, ogni foglio di mappa doveva essere almeno approssimativamente “somma di sezioni di censimento” Ciò ha creato diversi problemi di acquisizione dell’informazione e, di conseguenza, di coerenza interna del contenuto informativo del questionario. L’assenza di un “archivio” di riferimento informatizzato, unico e di sufficiente attendibilità ha impedito, inoltre, la fase di controllo di congruenza dei codici di foglio di mappa indicati nel questionario. L’associazione dei codici dei fogli di mappa catastale con i codici delle sezioni di censimento poteva essere conseguita mediante metodi di sovrapposizione dei poligoni che compongono gli strati informativi a confronto. L’associazione dei dati doveva basarsi sull’impiego di metodi di stima basati sulla posizione geografica e la superficie degli stessi poligoni. Questi metodi si fondano sulle proprietà degli spazi topologici e sulle operazioni (inclusione ed intersezione) tra oggetti geometrici ad essi associati, operazioni possibili con un insieme di funzionalità che caratterizza i sistemi GIS (Sistemi Informativi Geografici) rispetto ad altri sistemi, quali le cosiddette funzioni di “overlay” o di sovrapposizione di oggetti geografici. Queste permettono di generare una nuova mappa cartografica che sintetizza elementi geografici ed attributi ricavati dai dati di partenza. Una delle applicazioni più interessanti ed utili dal punto di vista statistico è proprio quella della stima di dati per una mappatura (detta mappatura obiettivo o target) in aree diverse da quelle di raccolta o disponibilità dei dati12. La effettiva possibilità di stimare dati per sezione di censimento a partire dai dati rilevati per foglio di mappa è stata fortemente condizionata da alcuni problemi che di seguito si elencano. Il catasto dei terreni, gestito dall’Agenzia del territorio, elenca tutti i terreni esistenti e provvede agli aggiornamenti derivanti dalle eventuali variazioni che si verificano nel tempo. In particolare, per ogni terreno, i soggetti hanno l’obbligo di denunciare le variazioni di reddito dominicale e/o agrario al competente Ufficio del Territorio entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello in cui si sono verificate. La cartografia digitale dei fogli di mappa del catasto è però soggetta alle principali fonti di errore con riferimento alla accuratezza posizionale, alla accuratezza tematica, alla accuratezza temporale, alla congruenza logica, alla completezza (cfr. Biallo, 2002, Crescenzi, 2002). Con riferimento all’accuratezza posizionale si devono considerare le deformazioni originate dalla conversione ad un sistema di coordinate omogeneo per l’intero territorio italiano che si presentano nei bordi di fogli di mappa contigui (Lipizzi, 2004). Alcune porzioni di territorio comunale non sono coperte dalla cartografia catastale, dando origine ad un problema di completezza dell’informazione. Sono stati riscontrati anche dei problemi di accuratezza temporale. In particolare nel caso di fusioni fra comuni, caso nel quale i codici dei fogli di mappa dei due comuni originari non sono modificati ed è introdotto un codice di sezione censuaria. Se tale codice non era riportato o era riportato in modo errato risultava errata la localizzazione del foglio di mappa. Inoltre non tutte le variazioni territoriali tra comuni, succedutesi nel corso degli anni, sono state recepite dalla cartografia digitale del catasto. Con riferimento all’accuratezza tematica la localizzazione dei terreni sulla base del codice del foglio di mappa riportato nel questionario non risultava in molti casi possibile a causa di problemi di aggiornamento dei codici presenti nella cartografia digitale del catasto 12 Le tecniche di overlay devono essere valutate sia dal punto di vista geometrico che dal punto di vista statistico. Con un GIS si ottiene la mappatura intersezione fra la mappatura di origine e quella obiettivo. Dal punto di vista geometrico uno dei problemi più rilevanti riguarda la gestione dei micropoligoni che frequentemente sono originati nella intersezione delle due mappature, da un punto di vista statistico deve invece essere considerato in modo particolare il problema dei modelli che sono adottati e che possono influenzare le stime che si producono per le aree obiettivo. o comunque a causa delle già citate incongruenze fra questi codici e quelli noti al conduttore e riportati nel questionario. 5. Possibili sviluppi futuri In prospettiva possiamo distinguere l’obiettivo della localizzazione “essenziale” da quello della localizzazione “completa”. Definiamo come “essenziale” la localizzazione finalizzata a corrispondere alle principali esigenze indicate nelle raccomandazioni e nei regolamenti internazionali. Queste esigenze sono riassunte nei tre punti seguenti: 1) Georeferenziazione dei centri aziendali o almeno loro geocodifica avendo come riferimento un predeterminato insieme di microzone. La esatta georeferenziazione mediante specifica delle coordinate richiederebbe un ingente impegno organizzativo e tecnologico dovendo impiegare in fase di rilevazione strumenti GPS (Global Positioning System). La geocodifica con riferimento a microzone quali il foglio di mappa o la sezione di censimento potrebbe risultare meno onerosa, ma richiederebbe comunque un forte impegno sia nella organizzazione della rilevazione sul campo che nella sperimentazione di sistemi innovativi di geocodifica. A tal fine occorrerebbe infatti migliorare e personalizzare le prestazioni di metodi basati sul riconoscimento degli indirizzi (address matching), mediante i quali è possibile collocare un punto su una mappa non tramite coordinate classiche (ad es. latitudine e longitudine) ma tramite indirizzo (via, numero civico, ecc.). 2) Territorializzazione delle principali informazioni a livello di comune, in analogia a quanto fatto nel 1990. Anche tale operazione risulta complessa ed articolata e per questo motivo sarà necessario sperimentare innovazioni tecnologiche ed organizzative basate sull’impiego del Web per lo scambio delle informazioni fra i comuni. 3) Classificazione delle aziende in tutti gli ambiti A/2, A/2(a) e A/3 di cui al paragrafo 3. Per tale classificazione è possibile prevedere l’impiego di quesiti specifici per determinare l’appartenenza, secondo il criterio della prevalenza, delle aziende alle aree aventi specifico interesse, quali le aree protette, o le altre aree aventi interesse ambientale. Dato un predeterminato insieme di microzone, la localizzazione “completa” implica la attribuzione dei terreni aziendali ad ogni microzona in cui questi cadono e la ricostruzione di informazioni riferibili ad ognuna di queste microzone. Se la localizzazione “essenziale” dovrà comunque essere prevista, nei prossimi mesi dovranno essere intensificati gli studi volti a valutare la opportunità di effettuare la localizzazione “completa” dei terreni e a determinare il modo di effettuarla. Se da un lato è molto pressante la domanda di informazione a livello di forte dettaglio territoriale, da un altro lato il bilancio dell’esperienza del 2000, i problemi evidenziati nel precedente paragrafo e il conseguente forte impatto sui rispondenti e sulla rete di rilevazione, richiedono una attenta riflessione volta a valutare la possibilità di impiegare strategie alternative a quelle utilizzate nel precedente censimento. La territorializzazione dei terreni potrebbe essere perseguita nell’ambito della costruzione di un registro delle aziende agricole, avendo definito le regole di aggiornamento dello stesso, qualora fosse possibile includere in esso informazioni sui fogli di mappa e/o le particelle in cui ricadono i terreni dell’azienda. Uno dei principali problemi che si presenta in questo caso riguarda proprio le possibili fonti per la acquisizione delle informazioni sulle particelle e sui fogli di mappa nei quali sono compresi i terreni aziendali. Il catasto dei terreni, come è noto, contiene informazioni riconducibili ai proprietari dei terreni che possono non coincidere con i conduttori delle aziende. Innovazioni metodologiche ed organizzative potrebbero consentire di utilizzare le informazioni presenti negli archivi esistenti, eventualmente prevedendo la rilevazione censuaria solo di un insieme ridotto di informazioni definito proprio al fine di sfruttare al meglio le informazioni presenti negli archivi. Almeno parte delle istanze informative ed analitiche cui si intende corrispondere con la territorializzazione, potrebbero essere soddisfatte dalla rilevazione mediante quesiti specifici di ulteriori caratteristiche morfologiche, quali la prevalente altitudine e pendenza dei terreni, l’essere costieri rispetto a mari o laghi, l’essere più o meno accessibili. Riferimenti bibliografici Biallo G. (2002) Introduzione ai Sistemi Informativi Geografici. I Quaderni di MondoGIS Crescenzi F., Gargano O., Lipizzi F. (2000) Basi territoriali, in Dossier: I censimenti generali degli anni 2000-2001. Giornale del Sistan, anno 5, n. 14 pp. 8-13. Crescenzi F. 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