Censimento del LA GEOREFERENZIAZIONE DEI TERRENI

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Censimento del LA GEOREFERENZIAZIONE DEI TERRENI
Censimento del
LA GEOREFERENZIAZIONE DEI TERRENI DELLE AZIENDE AGRICOLE
NELLA PROSPETTIVA CENSUARIA
Fabio Crescenzi
Direzione Centrale dei Censimenti Generali1, ISTAT
[email protected]
Abstract: The objective of this paper is to study the problem of farms
localisation in the perspective of the 2010 census considering both the
case of complete parcels georeferencing and the case of headquarters
localisation.
Riassunto: L’obiettivo di questo lavoro è quello di svolgere alcuni
approfondimenti sul tema della localizzazione delle aziende agricole in
vista del censimento del 2010 considerando sia la georeferenziazione
“completa” dei terreni aziendali, sia la localizzazione del centro
aziendale.
1. Introduzione
Le basi territoriali della tornata censuaria 2000-2001, realizzate con il progetto
“CENSUS 2000”, sono state disegnate con il duplice obiettivo di consentire la migliore
organizzazione delle operazioni di raccolta dei dati e con il proposito di far svolgere
proprio al “territorio” una funzione primaria per l’integrazione e l’analisi dell’informazione
ottenuta nei censimenti generali.
La ricerca di specifiche compatibili con questi obiettivi ha da subito incontrato
particolari problemi nella conciliazione delle esigenze del censimento generale della
popolazione e delle abitazioni, di quello dell’industria e dei servizi da un lato con le
esigenze del censimento dell’agricoltura dall’altro.
La frequente frammentazione dei terreni delle aziende agricole ha reso la associazione
dei dati del censimento dell’agricoltura al territorio particolarmente onerosa e articolata. E’
possibile georeferenziare l’azienda, attribuendo tutti i dati alla microzona in cui è ubicato il
centro aziendale, oppure procedere ad una più completa georeferenziazione dei terreni.
Nel presente lavoro sono proposte alcune riflessioni ed alcuni approfondimenti su
questi temi nella prospettiva della determinazione delle scelte metodologiche, tecnologiche
e organizzative per i prossimi censimenti generali2. Questi gli aspetti che saranno trattati:
a) aspetti generali e caratteristiche specifiche della localizzazione delle aziende
agricole nel contesto normativo nazionale e internazionale;
1
Servizio Metodi, Tecniche e Organizzazione dei censimenti.
Si deve tuttavia tener presente che le considerazioni presentate in questo lavoro riflettono idee dell’autore e
non impegnano in alcun modo l’Istituto Nazionale di Statistica.
2
b) complessità operativa della territorializzazione dei terreni e problemi emersi nella
precedente tornata censuaria;
c) percorsi alternativi alla territorializzazione per soddisfare con complessità minore
almeno parte delle istanze informative ed analitiche (es. quesiti aggiuntivi sulla
morfologia dei terreni, etc.);
d) possibilità di conseguire la territorializzazione dei terreni delle aziende, almeno in
prospettiva.
2. La localizzazione sul territorio dei soggetti fisici e giuridici nel contesto nazionale.
Aspetti generali e caratteristiche specifiche della localizzazione delle aziende agricole
Nel presente paragrafo si intendono richiamare alcuni concetti generali sulla
localizzazione nel territorio dei soggetti fisici e giuridici al fine di evidenziare la
applicabilità di alcuni di questi al caso delle aziende agricole.
Il vigente regolamento anagrafico3, è il principale riferimento normativo nazionale in
materia di localizzazione dei soggetti fisici e giuridici ai fini della loro reperibilità sul
territorio e, pur non trattando esplicitamente gli aspetti relativi alla localizzazione delle
aziende agricole, rappresenta un riferimento generale di grande importanza.
Nelle istruzioni allegate al regolamento4 si utilizza il concetto di unità ecografica, che è
un luogo fisico definito secondo differenti livelli di complessità. Le unità ecografiche più
semplici sono: l’abitazione, cioè uno o più vani funzionalmente destinati alla vita delle
persone; l’esercizio, cioè uno o più vani funzionalmente destinati allo svolgimento di una
qualsiasi attività economica; l’ufficio e simili. Tali unità sono, di norma, raggruppate in
uno stesso fabbricato, il cui acceso o i cui accessi esterni sono contraddistinti da numeri
civici. I fabbricati o case, a loro volta, si trovano raggruppati, di norma, in un complesso
edificato, normalmente delimitato da spazi destinati alla viabilità, noto sotto il nome di
isolato. E’ evidente che l’isolato - poiché con la sua netta delimitazione permette anche di
costituire sezioni di censimento razionali ed agevolmente individuabili - si dimostra
proficuamente utilizzabile ai fini del censimento.
Nelle citate istruzioni è trattata la localizzazione degli accessi ai fabbricati (indirizzi e
numeri civici) la quale può consentire, sulla base di quanto è memorizzato nella maggior
parte delle basi di dati toponomastici della pubblica amministrazione, la reperibilità nel
territorio dei soggetti fisici e giuridici.
La georeferenziazione “completa” delle unità ecografiche nel territorio, procedura che
consiste nel posizionare il luogo fisico nella rispettiva zona del territorio reale, mediante
punti a coordinate note, secondo un determinato sistema di riferimento, non è ritenuto un
compito di tipo statistico, censuario, o legato ad esigenze anagrafiche, anche se
evidentemente rientra in finalità specifiche di amministrazioni centrali e locali quali ad
esempio il Catasto dell’Agenzia del Territorio del Ministero dell’Economia e delle
Finanze5.
3
Istat, 1992.
Tali istruzioni sono parte integrante del regolamento stesso.
5
Alcune delle considerazioni esposte in questo paragrafo sono tratte dai risultati del progetto sviluppato
nell’ambito dell’accordo di collaborazione per la definizione di criteri guida per la gestione della qualità dei
dati nella pubblica amministrazione, siglato il 23 aprile 2002 dall’Autorità per l’Informatica nella Pubblica
Amministrazione (AIPA, ora CNIPA) e dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). Per approfondire questi
aspetti si veda Contributi n.12, 2005, Istat, “Principi Guida per il Miglioramento della Qualità dei Dati
Toponomastici nella Pubblica Amministrazione”.
4
La georeferenziazione del solo accesso alle unità ecografiche richiede la specificazione
delle coordinate geografiche di un solo punto per ogni accesso ma, comunemente, tali
accessi sono identificati in modo simbolico, attraverso un dato toponomastico puro (o
indirizzo), che è una sequenza di elementi simbolici, che identificano in modo univoco
l’accesso alle unità ecografiche.
Gli elementi simbolici che costituiscono il dato toponomastico puro, corrispondono ad
oggetti di tipo amministrativo e/o topografico universalmente noti. Sono elementi
simbolici i nomi di una località geografica (ad esempio, di un comune o di una frazione di
esso), i nomi di una area di circolazione, i numeri civici6.
La localizzazione di un soggetto fisico o giuridico nel territorio è ottenuta associando
ad esso un dato toponomastico puro.
Mutuando lo stesso schema concettuale è possibile assimilare i terreni di un’azienda
agricola, destinati allo svolgimento di una attività economica di tipo agricolo, ad una unità
ecografica, la cui frequente frammentazione sul territorio determina un rilevante grado di
complessità.
La localizzazione di una azienda agricola nel territorio mediante georeferenziazione
“completa”, rientra certamente nelle finalità di processi di tipo amministrativo come quelli
di interesse per il catasto dell’Agenzia del Territorio del Ministero dell’Economia e delle
Finanze o riconducibili ad esigenze dell’amministrazione centrale o locale, non rientra nei
principali obiettivi che ci si pone con la costruzione di un archivio o registro statistico o
censuario.
E’ possibile, in alternativa, georeferenziare l’azienda attribuendo tutti i dati al luogo
fisico in cui è ubicato il centro aziendale, in modo da rendere l’associazione meno
complessa. In analogia con la localizzazione dell’accesso di una unità ecografica, la
localizzazione del centro aziendale è volta a coprire l’esigenza della reperibilità nel
territorio dell’azienda per corrispondere alle principali esigenze di localizzazione e per
rendere possibile la effettuazione delle indagini statistiche.
Analizzando comparativamente le due tecniche di localizzazione è possibile
evidenziare quanto segue:
- la georeferenziazione del centro aziendale necessita della identificazione delle
coordinate di un solo punto per ogni azienda, mentre la georeferenziazione dei
terreni necessita della determinazione delle coordinate di tutti i punti di ogni
poligono formato dai terreni che compongono l’azienda.
- Se la frammentazione dei terreni rappresenta la maggiore criticità della
georeferenziazione “completa”, uno dei limiti principali della georeferenziazione
del solo centro aziendale è rappresentato dal fatto che la ubicazione dello stesso
centro aziendale spesso non è sufficientemente rappresentativa della reale
collocazione e articolazione sul territorio dei terreni dell’azienda agricola.
- l’impianto di un sistema del primo tipo presenta di conseguenza anche una
maggiore complessità gestionale ed operativa che necessita dell’impiego
determinante di sistemi e professionalità di tipo GIS (Sistemi informativi
geografici).
6
L’area di circolazione, in un territorio dotato di regolare rete stradale, è l’elemento lineare o areale di
qualsiasi forma o misura destinato alla viabilità. Le aree di circolazione possono essere di tipo diverso, ad
esempio via, strada, corso, viale, vicolo, calle, salita, piazza, piazzale, largo, campiello e simili. La tipologia
dell’area di circolazione è specificata dalla Denominazione Urbanistica Generica (DUG). Ai fini della sua
esatta individuazione, ciascuna area di circolazione, oltre che dalla DUG, è contraddistinta da una propria
denominazione. Il numero civico è la componente che individua l’accesso ad un’unità ecografica nell’ambito
di un’area di circolazione.
-
Visto che la acquisizione o cessione di terreni non necessariamente comporta una
diversa localizzazione del centro aziendale, il secondo metodo è caratterizzato da
una maggiore stabilità temporale rispetto al secondo.
3. La localizzazione delle aziende agricole nelle raccomandazioni e nei regolamenti
internazionali
Il Regolamento (CE) N. 1444/2002 della Commissione del 24 luglio 20027
nell’allegato 1 contiene importanti indicazioni in materia di localizzazione delle aziende
agricole:
“A. Ubicazione geografica dell’azienda
L'azienda, con tutti i relativi dati, viene rilevata nella circoscrizione e nel comune o
sottocircoscrizione d'indagine in cui si trova il centro aziendale. Il centro aziendale è
definito in base alle norme degli Stati membri. Qualora l'azienda agricola sia situata solo
in parte in un certo tipo di zona (ad esempio, una zona svantaggiata), viene classificata
come ubicata in tale zona se in essa è situata la maggior parte del terreno appartenente
all'azienda oppure dove è situato il suo centro aziendale. Uno dei due metodi deve essere
scelto e applicato a tutte le aziende e nel determinare l’appartenenza a tutte le aree di cui
ai punti da A/1 ad A/38 .
7
Recante modifica alla decisione 2000/115/CE relativa alle definizioni delle caratteristiche, alle eccezioni
alle definizioni e alle regioni e circoscrizioni per la realizzazione delle indagini comunitarie sulla struttura
delle aziende agricole
8
A/1 Circoscrizione d'indagine I. L'ubicazione geografica di ogni azienda agricola è descritta da un codice
che indica il paese, la regione e la circoscrizione d'indagine. II. Le regioni e le circoscrizioni utilizzate ai fini
delle indagini sulla struttura agricola figurano nell'allegato IV (elenco delle zone NUTS2-NUTS3, regioniprovince per l’Italia).
A/1(a) Comune o sottocircoscrizione d'indagine. I. L'ubicazione geografica è descritta da un codice che
indica il comune o la sottocircoscrizione d'indagine, consentendo un'aggregazione dei risultati per diversi tipi
di zone a livello regionale. II. I codici del comune o della sottocircoscrizione d'indagine utilizzati sono
conformi ai livelli 4 o 5 della nomenclatura NUTS delle unità territoriali per la statistica (si tenga presente
che tali livelli corrispondono, a seguito della approvazione del Regolamento (CE) N. 1059/2003, alle unità
amministrative locali di livello 1 e di livello 2. Per l’Italia Il livello 1 non esiste, il livello 2 è rappresentato
dal comune). Se non è possibile trasmettere tali codici, lo Stato membro comunica invece per ogni azienda
agricola le informazioni relative all’appartenenza alle zone di cui ai punti A/2, A/2(a) e A/3.
A/2 Zona svantaggiata I. Zona considerata, alla data dell'indagine, come svantaggiata ai sensi del
regolamento (CE) n.1257/1999 del Consiglio (1) (e, se del caso, ai sensi della legislazione più recente) e
compresa nell'elenco comunitario delle zone agricole svantaggiate, comunicato dagli Stati membri in
applicazione dell'articolo 21 del regolamento (CE) n. 950/97. II. Le zone svantaggiate includono le zone
montane [A/2(a)], le zone in cui ricorrono svantaggi specifici e le altre zone svantaggiate.
A/2(a) Zona montana I. Zone designate, alla data dell'indagine, come .zone di montagna. ai sensi
dell'articolo 18 del regolamento (CE) n. 1257/1999 (e, se del caso, della legislazione più recente) e comprese
nell'elenco comunitario delle zone agricole svantaggiate, comunicato dagli Stati membri in applicazione di
tale regolamento.
A/3 Zone agricole con vincoli ambientali I. Zone designate, alla data dell'indagine, come zone agricole con
vincoli ambientali ai sensi dell'articolo 16 del regolamento (CE) n. 1257/1999 (e, se del caso, della
legislazione più recente). II. Gli agricoltori possono ricevere compensazioni per i costi e la perdita di reddito
dovuti a vincoli ambientali sulle loro superfici agricole. Tali vincoli devono derivare dall'applicazione di
limitazioni degli usi agricoli basate su disposizioni comunitarie di protezione dell'ambiente. Sono escluse le
zone con vincoli basati solo su disposizioni nazionali o regionali. Esse possono essere ubicate in zone
svantaggiate. Si tratta soprattutto di zone Natura 2000, cioè zone di conservazione/protezione speciale che
ospitano specie e tipi di habitat naturale minacciati (a norma della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21
maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna
selvatiche; GU L 206 del 22.7.1992, pagg. 7.50).
Il World Programme for the Census of Agriculture 20109 assegna al censimento
dell’agricoltura i seguenti compiti:
a)
Fornire dati strutturali sull’agricoltura consentendo la produzione di dettagliate
tavole di dati, specialmente per le unità amministrative minori;
b)
Fornire dati da usare come benchmark per le statistiche agricole correnti;
c)
Fornire frames per i campioni delle indagini agricole;
d)
Fornire dati per il monitoraggio dei progressi verso gli obiettivi di sviluppo
globali, con particolare riferimento ai “Millennium Development Goals”, gli
obiettivi di sviluppo indicati dalle Nazioni Unite10.
In considerazione del fatto che il censimento dell’agricoltura è effettuato con cadenza
decennale, le stesse raccomandazioni evidenziano come sia più conveniente la rilevazione
delle caratteristiche che si mantengono più stabili nel tempo, lasciando alle statistiche
correnti il compito di rilevare le caratteristiche che sono maggiormente soggette a
variazioni congiunturali. La produzione di dati censuari sulle coltivazioni e sugli
allevamenti a livello di forte dettaglio territoriale, essendo soggetta a forti variazioni
congiunturali sarebbe, in base a questa indicazione, sconsigliata.
Da quanto complessivamente esposto sia nel Regolamento (CE) N. 1444/2002 che nel
World Programme for the Census of Agriculture si evince come gli obiettivi conoscitivi
del censimento dell’agricoltura siano per massima parte conseguiti avendo la possibilità di
“territorializzare” l’informazione con riferimento ai principali ambiti territoriali di tipo
amministrativo, quali la regione, la provincia o il comune. Resta da verificare se l’ambito
comunale sia sufficiente per la classificazione in tutte le zone contemplate nei punti A/2,
A/2(a) e A/3. Tuttavia l’appartenenza a tali zone, secondo il criterio della prevalenza o
sulla base della localizzazione del centro aziendale, potrebbe essere determinata sulla base
di quesiti specifici aggiuntivi senza implicare una completa georeferenziazione dei terreni.
4. L’esperienza dei precedenti censimenti
Nel 4° censimento dell’agricoltura del 1990 l’obiettivo era quello di ricostruire alcune
principali informazioni territoriali a livello di comune. Gli uffici comunali di censimento
dovevano compilare a tal fine uno specifico modello nel quale erano indicati i terreni delle
aziende comprese nel comune che avevano terreni ricadenti anche in altri comuni ed
inviare tale modello, in formato cartaceo, ad ogni comune coinvolto.
Nel 5° censimento dell’agricoltura del 2000, pur non proponendosi di georeferenziare i
terreni aziendali in modo completo, è stata scelta la strada della localizzazione delle
informazioni censuarie ad un livello di forte dettaglio territoriale al fine di conseguire
l’integrazione dell’informazione di tutti i censimenti generali sull’unico riferimento
microterritoriale rappresentato dalla sezione di censimento.
La strategia è stata duplice, da un lato alcune informazioni sull’azienda agricola sono
state raccolte per foglio di mappa catastale, dall’altro sono state modificate le specifiche di
realizzazione della base territoriale di “CENSUS 2000”, almeno con riferimento alle
sezioni “case sparse” per facilitare il più possibile la corrispondenza fra sezioni di
censimento e fogli di mappa. Nel territorio delle località “case sparse” le basi territoriali
9
A system of integrated agricultural censuses and surveys, World Programme for the Census of Agricolture
2010, Volume 1, FAO Statistical Development Serties, N.11
10
Per approfondimenti su questi aspetti è possibile consultare il sito delle Nazioni Unite all’indirizzo
http://www.un.org/millenniumgoals/
sono state ridisegnate, nel rispetto del citato criterio d'identificabilità, secondo i seguenti
criteri:
• riduzione della superficie delle sezioni di censimento;
• ogni sezione doveva essere almeno approssimativamente ricostruibile come
“somma di fogli di mappa”11.
Nel questionario del 5° censimento dell’agricoltura è stata inclusa la Sezione IX
dedicata all’ubicazione delle coltivazioni e degli allevamenti aziendali. Per ciascun foglio
di mappa catastale in cui ricadono i terreni che costituiscono la superficie totale
dell’azienda agricola oppure in cui sono ricoverati o si trovano gli allevamenti doveva
essere compilato un riquadro fornendo tutte le informazioni richieste. Oltre ai codici Istat e
alla denominazione della provincia e del comune di pertinenza del singolo foglio di mappa,
occorreva precisare il numero identificativo del foglio di mappa catastale considerato,
nonché il numero identificativo della sezione censuaria ed il numero complessivo delle
particelle catastali costituenti la superficie aziendale situata nel foglio di mappa.
La sezione IX del questionario del 5° censimento dell’agricoltura
La compilazione della sezione IX ha determinato un forte aggravio per la rilevazione
censuaria. Si deve considerare infatti che, con riferimento alle informazioni richieste non
tutte le aziende mantengono aggiornata una “contabilità” distinta per foglio di mappa.
11
Oppure, nelle aree dove questo era impossibile per le eccessive dimensioni dei fogli di mappa catastali,
ogni foglio di mappa doveva essere almeno approssimativamente “somma di sezioni di censimento”
Ciò ha creato diversi problemi di acquisizione dell’informazione e, di conseguenza, di
coerenza interna del contenuto informativo del questionario. L’assenza di un “archivio” di
riferimento informatizzato, unico e di sufficiente attendibilità ha impedito, inoltre, la fase
di controllo di congruenza dei codici di foglio di mappa indicati nel questionario.
L’associazione dei codici dei fogli di mappa catastale con i codici delle sezioni di
censimento poteva essere conseguita mediante metodi di sovrapposizione dei poligoni che
compongono gli strati informativi a confronto. L’associazione dei dati doveva basarsi
sull’impiego di metodi di stima basati sulla posizione geografica e la superficie degli stessi
poligoni.
Questi metodi si fondano sulle proprietà degli spazi topologici e sulle operazioni
(inclusione ed intersezione) tra oggetti geometrici ad essi associati, operazioni possibili con
un insieme di funzionalità che caratterizza i sistemi GIS (Sistemi Informativi Geografici)
rispetto ad altri sistemi, quali le cosiddette funzioni di “overlay” o di sovrapposizione di
oggetti geografici. Queste permettono di generare una nuova mappa cartografica che
sintetizza elementi geografici ed attributi ricavati dai dati di partenza.
Una delle applicazioni più interessanti ed utili dal punto di vista statistico è proprio
quella della stima di dati per una mappatura (detta mappatura obiettivo o target) in aree
diverse da quelle di raccolta o disponibilità dei dati12.
La effettiva possibilità di stimare dati per sezione di censimento a partire dai dati
rilevati per foglio di mappa è stata fortemente condizionata da alcuni problemi che di
seguito si elencano. Il catasto dei terreni, gestito dall’Agenzia del territorio, elenca tutti i
terreni esistenti e provvede agli aggiornamenti derivanti dalle eventuali variazioni che si
verificano nel tempo. In particolare, per ogni terreno, i soggetti hanno l’obbligo di
denunciare le variazioni di reddito dominicale e/o agrario al competente Ufficio del
Territorio entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello in cui si sono verificate. La
cartografia digitale dei fogli di mappa del catasto è però soggetta alle principali fonti di
errore con riferimento alla accuratezza posizionale, alla accuratezza tematica, alla
accuratezza temporale, alla congruenza logica, alla completezza (cfr. Biallo, 2002,
Crescenzi, 2002).
Con riferimento all’accuratezza posizionale si devono considerare le deformazioni
originate dalla conversione ad un sistema di coordinate omogeneo per l’intero territorio
italiano che si presentano nei bordi di fogli di mappa contigui (Lipizzi, 2004). Alcune
porzioni di territorio comunale non sono coperte dalla cartografia catastale, dando origine
ad un problema di completezza dell’informazione. Sono stati riscontrati anche dei problemi
di accuratezza temporale. In particolare nel caso di fusioni fra comuni, caso nel quale i
codici dei fogli di mappa dei due comuni originari non sono modificati ed è introdotto un
codice di sezione censuaria. Se tale codice non era riportato o era riportato in modo errato
risultava errata la localizzazione del foglio di mappa. Inoltre non tutte le variazioni
territoriali tra comuni, succedutesi nel corso degli anni, sono state recepite dalla cartografia
digitale del catasto.
Con riferimento all’accuratezza tematica la localizzazione dei terreni sulla base del
codice del foglio di mappa riportato nel questionario non risultava in molti casi possibile a
causa di problemi di aggiornamento dei codici presenti nella cartografia digitale del catasto
12
Le tecniche di overlay devono essere valutate sia dal punto di vista geometrico che dal punto di vista
statistico. Con un GIS si ottiene la mappatura intersezione fra la mappatura di origine e quella obiettivo. Dal
punto di vista geometrico uno dei problemi più rilevanti riguarda la gestione dei micropoligoni che
frequentemente sono originati nella intersezione delle due mappature, da un punto di vista statistico deve
invece essere considerato in modo particolare il problema dei modelli che sono adottati e che possono
influenzare le stime che si producono per le aree obiettivo.
o comunque a causa delle già citate incongruenze fra questi codici e quelli noti al
conduttore e riportati nel questionario.
5. Possibili sviluppi futuri
In prospettiva possiamo distinguere l’obiettivo della localizzazione “essenziale” da
quello della localizzazione “completa”. Definiamo come “essenziale” la localizzazione
finalizzata a corrispondere alle principali esigenze indicate nelle raccomandazioni e nei
regolamenti internazionali. Queste esigenze sono riassunte nei tre punti seguenti:
1) Georeferenziazione dei centri aziendali o almeno loro geocodifica avendo come
riferimento un predeterminato insieme di microzone. La esatta georeferenziazione
mediante specifica delle coordinate richiederebbe un ingente impegno organizzativo e
tecnologico dovendo impiegare in fase di rilevazione strumenti GPS (Global Positioning
System). La geocodifica con riferimento a microzone quali il foglio di mappa o la sezione
di censimento potrebbe risultare meno onerosa, ma richiederebbe comunque un forte
impegno sia nella organizzazione della rilevazione sul campo che nella sperimentazione di
sistemi innovativi di geocodifica. A tal fine occorrerebbe infatti migliorare e personalizzare
le prestazioni di metodi basati sul riconoscimento degli indirizzi (address matching),
mediante i quali è possibile collocare un punto su una mappa non tramite coordinate
classiche (ad es. latitudine e longitudine) ma tramite indirizzo (via, numero civico, ecc.).
2) Territorializzazione delle principali informazioni a livello di comune, in analogia a
quanto fatto nel 1990. Anche tale operazione risulta complessa ed articolata e per questo
motivo sarà necessario sperimentare innovazioni tecnologiche ed organizzative basate
sull’impiego del Web per lo scambio delle informazioni fra i comuni.
3) Classificazione delle aziende in tutti gli ambiti A/2, A/2(a) e A/3 di cui al paragrafo
3. Per tale classificazione è possibile prevedere l’impiego di quesiti specifici per
determinare l’appartenenza, secondo il criterio della prevalenza, delle aziende alle aree
aventi specifico interesse, quali le aree protette, o le altre aree aventi interesse ambientale.
Dato un predeterminato insieme di microzone, la localizzazione “completa” implica la
attribuzione dei terreni aziendali ad ogni microzona in cui questi cadono e la ricostruzione
di informazioni riferibili ad ognuna di queste microzone. Se la localizzazione “essenziale”
dovrà comunque essere prevista, nei prossimi mesi dovranno essere intensificati gli studi
volti a valutare la opportunità di effettuare la localizzazione “completa” dei terreni e a
determinare il modo di effettuarla. Se da un lato è molto pressante la domanda di
informazione a livello di forte dettaglio territoriale, da un altro lato il bilancio
dell’esperienza del 2000, i problemi evidenziati nel precedente paragrafo e il conseguente
forte impatto sui rispondenti e sulla rete di rilevazione, richiedono una attenta riflessione
volta a valutare la possibilità di impiegare strategie alternative a quelle utilizzate nel
precedente censimento.
La territorializzazione dei terreni potrebbe essere perseguita nell’ambito della
costruzione di un registro delle aziende agricole, avendo definito le regole di
aggiornamento dello stesso, qualora fosse possibile includere in esso informazioni sui fogli
di mappa e/o le particelle in cui ricadono i terreni dell’azienda. Uno dei principali problemi
che si presenta in questo caso riguarda proprio le possibili fonti per la acquisizione delle
informazioni sulle particelle e sui fogli di mappa nei quali sono compresi i terreni
aziendali. Il catasto dei terreni, come è noto, contiene informazioni riconducibili ai
proprietari dei terreni che possono non coincidere con i conduttori delle aziende.
Innovazioni metodologiche ed organizzative potrebbero consentire di utilizzare le
informazioni presenti negli archivi esistenti, eventualmente prevedendo la rilevazione
censuaria solo di un insieme ridotto di informazioni definito proprio al fine di sfruttare al
meglio le informazioni presenti negli archivi.
Almeno parte delle istanze informative ed analitiche cui si intende corrispondere con la
territorializzazione, potrebbero essere soddisfatte dalla rilevazione mediante quesiti
specifici di ulteriori caratteristiche morfologiche, quali la prevalente altitudine e pendenza
dei terreni, l’essere costieri rispetto a mari o laghi, l’essere più o meno accessibili.
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