newsletter luglio_agosto 2008
Transcript
newsletter luglio_agosto 2008
LUGLIO | AGOSTO 2008 Cinque testi consigliati da un opinion leader del mondo intellettuale - Leggere la Contemporaneità TESTI SCELTI DA LUCA VITONE Questo mese il Centro di Documentazione Arti Visive si è rivolto a Luca Vitone, artista genovese attivo in diverse città sia italiane che straniere, aspetto che incide notevolmente sul suo lavoro, tanto da spingerlo a porre al centro della sua ricerca artistica il complesso rapporto tra il luogo e la mappa, tra la materialità delle cose e dell'esistenza e la loro perdita topologica, e lo fa attraverso una rappresentazione grafica dei luoghi - il procedimento fotostatico - che lo porta ad una spersonalizzazione dello spazio e alla sua ripetibilità illimitata. Un’attenzione particolare è rivolta alle diverse culture e alle trasformazioni sociali in atto, frutto della combinazione tra nuovi caratteri culturali e le tradizioni locali già presenti. Sono a disposizione dei nostri lettori i seguenti titoli. > Elio Grazioli, Piero Manzoni, Bollati Boringhieri, Torino 2007 Dopo Agnetti e Celant, ecco finalmente una monografia tutta italiana, scritta da un critico italiano su un artista italiano, che ripercorre senza preclusioni l'intero lavoro dell'artista, contestualizzandolo negli anni e nell'ambiente, nelle problematiche e nelle interpretazioni che ne sono state date. Una monografia precisa e semplice, che scevra da tutte le banalità psicologiche e freudiane e rende giustizia ad un personaggio del calibro di Manzoni, restituendoci una chiara lettura del suo lavoro. ******************** > Colin Ward, Anarchia come organizzazione. La pratica della traduzione di Giorgio Luppi e Anna Maria Brioni, 3a ed., Elèuthera, Milano 2006 libertà, Un testo programmatico e formativo su cosa voglia dire cooperazione, mutualismo e realizzazione pragmatica di un’utopia; per comprendere una volta per tutte che anarchia non significa confusione e violenza. ******************** Baro romano drom. La lunga strada dei rom, sinti, kale, manouches e romanichals, Meltemi, Roma 2005 > Alexian Santino Spinelli, Affermato musicista, poeta, compositore e docente di Lingua e cultura romana all’Università di Trieste, Alexian Santino Spinelli è il primo, o uno dei primi, a scrivere un libro sulla cultura rom dal punto di vista di chi a questa cultura appartiene. Membro di una famiglia rom che vive in Italia da generazioni, con questo libro Spinelli lascia un segno importante in un periodo in cui l’odio razziale e la paura dell’altro hanno portato i rom ad essere considerati come gli ultimi tra gli stranieri. ******************** > Marco Belpoliti, Settanta, Einaudi, Torino 2001 Un testo significativo che verte sul rapporto tra letteratura e politica per comprendere un decennio che ha trasformato l’esistenza della nostra epoca. ******************** > Primo Levi, La Tregua, Einaudi, Torino 1997 Un sempreverde sul tema del viaggio e sui drammatici aspetti della condizione umana raccontati col sorriso di un’ironia graffiante. e ancora... Vi segnaliamo le nuove acquisizioni del Centro di Documentazione Arti Visive e alcune pubblicazioni di particolare interesse che potete trovare nel nostro catalogo, suddivise per aree tematiche, e News&Links per essere sempre aggiornati sulle nostre attività. ARTI VISIVE *NEW! Sarò il tuo specchio. Interviste ad Andy Warhol, ed. ita. a cura di Alain Cueff, traduzione di Anna Bertolino e Anna Maria Farinato, “Scritti d’artista” 3, Hopefulmonster Editore, Torino 2007 Sarò il tuo specchio smentisce molti dei luoghi comuni che sono nati attorno alla figura eccentrica, mondana e apparentemente superficiale di Andy Warhol. In questa raccolta di interviste, per la maggior parte inedite in Italia e che spaziano dalla pittura, al cinema, alla moda, fino alla mediocrità della vita americana, c’è una cosa che l’artista non perde mai di vista: le esigenze della propria arte. Maestro delle evidenze, esperto di false sembianze, stratega delle apparenze: in questi dialoghi mediatici Warhol ci offre l’immagine variegata della sua dimensione artistica, nella veste di pittore, cineasta, editore, promotore, fotografo, videasta; alcuni illustrano la sua opinione su altri artisti; altri i suoi sentimenti per New York; o ancora l’esperienza di andare a fare la spesa con lui e il suo essere cattolico. Grazie a questo libro Kenneth Goldsmith, curatore dell’edizione americana, ci porta di fronte ad un artista capace di mostrare e di celare tutto al tempo stesso, anche attraverso il linguaggio rivoluzionario che era solito usare; ciò che resta al di là della superficialità è un senso di interiorità che fa di Warhol lo specchio di un’epoca e l’ultimo mito del XX secolo. ******************** City Art. New York’s Percent for Art Program. New York City Department of Cultural Affairs, essay by Eleanor Heartney, introduction by Adam Gopnik, preface by Michael R. Bloomberg, featured photography by David S. Allee, edited by Marvin Heiferman, Merrell, London | New York 2005 Dal 1983 New York è diventata la sede privilegiata di più di 200 opere site-specific e di installazioni permanenti di public art grazie al “New York’s Percent for Art program”, che devolve l’un per cento del budget cittadino alla realizzazione di progetti artistici all’interno di scuole, tribunali, presidi di polizia, caserme dei pompieri, ospedali, stazioni metropolitane, carceri, parchi. L’obiettivo è quello di mettere a confronto l’artista e la comunità cittadina per dar vita ad un processo complesso e collaborativo attraverso opere capaci di rispondere ai bisogni e ai valori delle comunità newyorkesi e, al tempo stesso, coerenti con quanto previsto dal programma. In una carrellata di installazioni e opere site-specific, tra cui emergono grandi nomi - Vito Acconci, Dennis Adams, Siah Armajani, Alice Aycock, Dawoud Bey, Scott Burton, Jackie Ferrara, Komar & Melamid, Matt Mullican, Pat Steir, Fred Tomaselli, Ursula von Rydingsvard, Carrie Mae Weems, Fred Wilson and Krzysztof Wodiczko - City Art invita l’artista, da un lato, a considerare le opportunità e le sfide che la sfera pubblica gli pone di volta in volta e lo spettatore, dall'altro, a riflettere sul ruolo svolto dalla public art nella realtà quotidiana e sulla sua capacità di modellare l’identità dei cittadini di New York. ARCHITETTURA *NEW! Verb Connection. The changing status of the city, of architecture, of urbanism. The generation of activity, physically linking programs people, and uses, 3rd volume of Actar’s boogazine, edited by Albert Ferré et al., Actar, Barcelona 2004 L’era elettronica e l’impatto della tecnologia moderna sulle città: questi i due focus di questa terza edizione di Verb boogazine, edita da Actar. Connection guarda al cambiamento della città, alle nuove forme di realtà urbana scaturite da quei nuovi fenomeni elettronici che trasformano lo spazio e l’esperienza del vivere la città. Sempre meno evidente e sempre più sfumata è ormai la distinzione tra la dimensione fisica e quella di comunicazione-informazione della città. Ora l’interesse degli autori verte sul rapporto tra le connessioni virtuali - tra cui gli effetti dei networks digitali sullo spazio e sull’uso della città - e il ruolo dell’architettura nel creare delle connessioni fisiche tra persone, programmi e usi. A corredo di questa terza edizione troviamo alcuni testi e lavori relativi al tema trattato di alcuni dei più celebri studi di architettura e pianificazione urbana: oltre ad OMA e all’Atelier Bow-Wow, anche Chip City di Shinobu Hashimoto and Rients Dijkstra a rappresentare il Palast der Republik di Berlino, e Sim City, che mette in contrapposizione la città reale (prodotto dei processi virtuali) e le città virtuali (create dalla gente reale attraverso simulazioni su computer). FOTOGRAFIA Peter Bialobrzeski, Tigri di luce. Le nuove megalopoli dell’Asia, testi di Florian Hanig e Christoph Ribbat, Contrasto, Roma 2004 Le fotografie di Peter Bialobrzeski ci restituiscono il senso delle nuove megalopoli asiatiche, tra spazi minimi e sovraffollamenti, in una visione solo a prima vista avvenieristica - interessante a tal proposito il parallelo di Florian Hanig tra i lavori fotografici presenti nel volume e la Los Angeles del futuro di Ridely Scott in Blade Runner - ma in realtà quanto mai presente e attuale nella parte più orientale del mondo. Hong Kong, Shenzen, Singapore, Shanghai, Bangkok e Kuala Lumpur vengono immortalate dal fotografo nei loro contrasti più drammatici: i grattacieli, costruiti i tempi record come torri di vetro e luce, in realtà svettano su cantieri fangosi e permanenti, mentre accanto sopravvivono i vecchi edifici; o ancora gli svincoli stradali sopraelevati e i viadotti scavalcano baracche, vecchie case, negozietti effimeri e commerci su stuoie e bancarelle. Con questi scatti analogici, che sembrano avvolgere la città in un’atmosfera sospesa e inquietante, Peter Bialobrzeski coglie sempre, e in modo evidente, il contrasto tra i nuovi ed altissimi edifici, diventati dei veri e propri quartieri dotati di attività e servizi di ogni genere, e la decadenza della città vecchia, conseguenza di un’edificazione inarrestabile e spesso insensata che suscita più sgomento che ammirazione. TERRITORIO, ARCHITETTURA & ARTI VISIVE Territories. Islands, Camps, and other States of Utopia, catalogue of the exhibition (KW – Institute for Contemporary Art, Berlin, June 1-August 25, 2003), edited by Anselm Franke with Rafi Segal, Eyal Weizman and Stefano Boeri, in cooperation with Storefront for Art and Architecture, KW – Institute for Contemporary Art, Berlin; Verlag der Buchhandlung Walter König, Köln, 2003 Territories è un libro e al tempo stesso una mostra, che parla di spazio, politica e potere. Prendendo le mosse dagli stimoli e dalle provocazioni di Documenta X e XI, in un’epoca di frammentazione del territorio tanto fisica quanto culturale, il libro analizza e affronta i processi alla base della produzione dello spazio, con tutte le implicazioni politiche e sociali che ne seguono. Numerose immagini fotografiche aeree e prese dal satellite documentano l’impegno e il coinvolgimento di architetti, critici, artisti, videomakers nelle aree geografiche più delicate e controverse. Si parte dal ruolo dell’architettura e dell’edilizia nei territori israelo-palestinesi attraverso i lavori di Eyal Weizman e Rafi Segal e di Sharon Rotbard e Zvi Efrat: in un contesto estremamente critico, dove l’odio e il conflitto etnico non sembrano mai cessare, l’architettura assume la funzione di un’arma strategica verso la conquista di nuovi spazi. Il collettivo italiano Multiplicity, nel progetto Liquid Europe, Solid Sea, osserva quei movimenti che sembrano rendere il continente più fluido, mentre le migrazioni di lavoro e i sistemi di sicurezza addensano il Mediterraneo in un solido: al di là dell'importanza delle reti globali ed immateriali, che spesso operano senza rispetto del luogo, Multiplicity individua una possibile coesistenza tra questo spazio fluido e la specificità degli spazi locali. E ancora il gruppo berlinese AnArchitektur si sofferma sugli spazi ‘extra-territoriali’: è il caso della Baia di Guantanamo, dove il collettivo ha svolto un lavoro di rilettura e ridefinizione dei diritti internazionali e umani. Questi alcuni dei progetti raccolti all’interno di questo catalogo, che apre nuovi orizzonti e nuove dimensioni verso una maggiore consapevolezza delle criticità del territorio. SAGGISTICA *NEW! Daniel Innerarity, Il nuovo spazio pubblico, Meltemi, Roma 2008 Cos’è il bene comune? E cosa può significare oggi una cultura pubblica comune? Come deve essere la politica per un mondo comune, che si è lasciato alle spalle le comunità nazionali per aprirsi agli spazi della globalizzazione? Come possiamo adattare i nostri ideali di democrazia alle attuali società? Queste sono solo alcune delle domande che si pone Daniel Innerarity nel considerare lo spazio pubblico, cioè la sfera dove si articolano gli interessi comuni e si amministrano le differenze. Lo spazio pubblico, afferma l’autore, non è mai una realtà precostituita, ma al contrario una costruzione fragile, variabile, impegnativa, che esige continuamente un lavoro di rappresentazione e di argomentazione, lontana dall’immediatezza di una politica meramente strategica e dagli spazi globali astratti. Nel seguire le trasformazioni dell’idea di spazio pubblico nella società contemporanea, l’autore esplora gli scenari attuali in cui si svolge la vita pubblica, propone una concezione delle questioni relative all’identità e alla differenza in consonanza con le esigenze democratiche di una società plurale e auspica una trasformazione del potere politico verso una nuova articolazione degli spazi comuni, la cooperazione, la responsabilità e l’integrazione nella nuova società mondiale. PAESAGGIO Overlook. Exploring the internal fringes of America with the Center for Land Use Interpretation, edited Matthew Coolidge and Sarah Simons, essay by Ralph Rugoff, Metropolis Books, New York 2006 Un libro che ci guida alla scoperta del paesaggio Americano, a noi così poco familiare; un libro che tuttavia ci dimostra come poter capire noi stessi e la nazione americana esaminando gli indizi presenti e chiaramente visibili nel territorio, ma spesso ignorati. Tutto questo grazie al Center for Land Use Interpretation, un’organizzazione per la ricerca e l’educazione che promuove e sviluppa progetti pubblici, con l’obiettivo di incrementare e di migliorare l’informazione sul territorio nazionale e su come viene suddiviso, utilizzato e percepito. In un tour virtuale questo libro ci accompagna tra differenti temi e luoghi. Dal paesaggio dell’Ohio ("the most all-American state"), osservato con un occhio attento e ‘interiore’, si passa all’esemplificazione dei tre modelli idraulici più grandi al mondo attraverso panoramiche e slittamenti di scala, per arrivare ai centri di addestramento considerati come simulazioni dello spazio pubblico. E ancora i lettori possono tuffarsi nell'ignoto e nel mondo incantevole delle caverne e dei bacini d’acqua, altro volto sotterraneo del paesaggio americano. Seguendo linee ed orli, attraversando città, sobborghi, paesi e spazi sbarrati, il Center for Land Use Interpretation ci guida controcorrente, verso il cuore di un'altra America. NEWS & LINK > Il Centro di Documentazione Arti Visive di Connecting Cultures resterà chiuso al pubblico dal 4 agosto al 24 agosto 2008. Buone vacanze a tutti! > Dalla prossima settimana potrete scaricare la Newsletter di Luglio | Agosto 2008 direttamente dal sito di Connecting Cultures alla pagina dedicata al Centro di Documentazione Arti Visive. *************** New York’s Percent for Art Program | New York City Department of Cultural Affairs www.nyc.gov Verb Connection | Actar www.actar.com Peter Bialobrzeski, Tigri di luce | Contrasto http://www.contrasto.it/ComunicatiStampa/comstampa.asp KW – Institute for Contemporary Art | Berlin www.kw-berlin.de Center for Land Use Interpretation www.clui.org INFO Catalogo on-line disponibile dal nostro sito www.connectingcultures.info Centro di Documentazione Arti Visive di Connecting Cultures Via Giorgio Merula, 62 - 20142 Milano tel 02.89181326 | [email protected] LUNEDì h.10-17 MARTEDì h. 10-17 GIOVEDì h. 10-17 (sempre su appuntamento) Con il contributo di