LA PACE Raro è stato l`interesse che nel corso della storia l
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LA PACE Raro è stato l`interesse che nel corso della storia l
LA PACE Di Piergiorgio Pagliaccia Raro è stato l’interesse che nel corso della storia l’accezione e la condizione di Pace declinata nella realtà di ogni giorno hanno riscosso presso gli intelletti migliori e la sensibilità comune; sicuramente non paragonabile alla quantità di speculazioni che vedono la Guerra protagonista nelle più disparate discipline, artistiche e non. Questa mancanza di appeal è un dato incontrovertibile alla cui motivazione concorrono una serie di considerazioni complementari, solo in parte contingenti alla particolare situazione storica e socio economica presente. Se infatti è fuori di dubbio che nella grande maggioranza degli stati europei, seppur in epoca recentissima sconvolti dalle più grandi devastazioni durante le due guerre mondiali, le nuove generazioni abbiano con i conflitti un rapporto puramente televisivo, nel quale immagini di morte e distruzione appaiono pericolosamente spettacolari ed assimilabili ad un film d’azione ed è altresì vero che troppo spesso parla di guerra chi non vi è impegnato in prima persona; tali motivazioni non sembrano sufficienti a spiegare a livello generale la mancanza della dovuta attenzione verso tematiche puramente legate alla Pace. La natura ultima di questo parziale disinteresse crediamo vada ricercata in un errore di valutazione che nel corso dei secoli ha troppo spesso voluto assegnare alla Guerra una spinta energetica rivoluzionaria della storia relegando la Pace; nonostante i ricorrenti auspici relativi al suo mantenimento; ad una sorta di degradazione totale del potenziale energetico nella quale, paradossalmente, la mancanza di conflittualità condurrebbe ad un sistema inerte, praticamente morto, incapace di movimento, di trasformazioni, di evoluzione e quindi di vita. Tale considerazione è figlia di questa errata convinzione, spesso intuibile sottotraccia, che identifica la Pace con il poco appetibile stato di entropia finale travisando completamente l’essenza stessa di una condizione che contrariamente alle percezione comune ha ben poco di quieto. Pace non vuol dire infatti assenza di conflittualità né tantomeno assenza di sofferenza o di tensione energetica. Di Piergiorgio Pagliaccia Pace è libertà e non può esserci l’una senza che l’altra sia altresì presente, è una sfida quotidiana che ogni giorno poniamo a noi stessi, una sfida che ha un prezzo duro da pagare, ma che si paga sorridendo; è il rispetto che ci dobbiamo, perché solo chi è consapevole delle proprie convinzioni è capace di avere rispetto delle convinzioni altrui. Pace è amore per la vita e non può esserci l’una senza che l’altro sia altresì presente, è consapevolezza del bisogno dell’altro, è la forza di gravità che unisce caduchi atomi umani in una realtà difficile da affrontare in solitudine. Pace è curiosità e non può esserci l’una senza che l’altra sia altresì presente, è continuo avvicinarsi all’altro, Pace è avere una domanda molto più che dare una risposta. Pace è uguaglianza di diritti e di doveri e non può esserci l’una senza che gli altri siano altresì presenti perché dove c’è sfruttamento dell’uomo sull’uomo i semi dell’odio troveranno sempre terreno fertile per crescere e moltiplicarsi. Non quindi la mancanza di qualcosa contraddistingue la Pace quanto la presenza simultanea di molte essenze, una condizione di abbondanza e di ricchezza spirituale che porta l’umanità ad indirizzare la sua straordinaria creatività, lo struggimento che caratterizza l’esistenza di ognuno, la volontà di agire che alberga in noi stessi affinché siano forze utilizzate per costruire, non per distruggere, per curare, non per uccidere, per edificare ponti e non muri. Pace è prima di ogni altra cosa rendersi conto che se ci meravigliamo ed apprezziamo le opere d’arte che ammiriamo nelle nostre città, i raggiungimenti della scienza e della tecnica, i gesti d’amore di cui quotidianamente abbiamo testimonianza, a maggior ragione dovremmo sentirci attratti e tenere in considerazione colei che di tali opere è artefice, l’umanità nella sua totalità. L’unica vera opera d’arte che ci circondi quotidianamente.