Scheda Nikolaus Hirsch
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Scheda Nikolaus Hirsch
1˜B INSTITUTION BUILDING AS CURATORIAL PRACTICE by Nikolaus Hirsch What defines the contemporary art institution? Who are the authors in the construction of institutional space? Is it possible to built an institution while producing art? In times in which artists create buildings, architects contribute to art exhibitions, and curators act like artists, it seems to be possible to rethink the classical role models, and thus to renegotiate the relation between art production, the exhibition and its spatial envelope. In the following I present four projects that I have been working on in the past years: firstly European Kunsthalle, secondly Exquisite Corpse which is a contribution to the ‘Curating Architecture’ program at Goldsmiths College in London, thirdly unitednationsplaza in Berlin, and lastly Cybermohalla Hub in Delhi. All these works can be understood as attempts that not only concentrate on the spatial presentation of art but that understand the institution as a medium in its own right. European Kunsthalle Spaces of production è uno studio volto a verificare sul piano teorico e pratico una strategia spaziale per la Kunsthalle Europea. L’indagine si è svolta attraverso una “ricerca applicata” durata due anni, dal 2005 al 2007, sulle istituzioni contemporanee Europee. Oltre alle tipologie tradizionali, quali le gallerie, i musei e le kunsthalle, la ricerca considera anche quelle istituzioni che hanno consapevolmente evitato di adottare i modelli istituzionali convenzionali. Dallo studio risulta che le istituzioni artistiche stanno diventando, nella grande maggioranza, dei luoghi di produzione. Il cuore della ricerca diviene, quindi, la relazione fra la configurazione fisico-spaziale dell’istituzione e il suo approccio programmatico. Un confronto fra le istituzioni analizzate apre un nuovo campo di considerazioni basate sui concetti contraddittori di “stabilità” e “instabilità”. Le istituzioni identificate con il modello della kunsthalle tradizionale sono caratterizzate da un ambiente molto controllato. Le istituzioni spazialmente instabili, invece, cercano una fusione con i dintorni urbani quotidiani. Esse sono definite da confini flessibili, dinamici e adoperano temporaneamente i territori esistenti e gli spazi liberi nella città, correndo però il rischio di trasformarsi in attività event-based. L’approccio sviluppato da Spaces of Production cerca di ripensare e ricombinare in maniera costruttiva i concetti di “stabilità” e “instabilità”, implementando un modello di azione che fonda inestricabilmente l’architettura con l’organismo curatoriale. Il punto di partenza consiste nel trovare una strategia architettonica che garantisca sia la presenza fisica su un sito specifico, che una variabilità temporale. Le analisi condotte per questo studio mostrano che la kunsthalle, anche quella di stampo tradizionale, è costantemente soggetta a processi di cambiamento strutturale. Per la costruzione della futura Kunsthalle Europea, la negoziazione permanente fra stabilità e instabilità non deve essere considerata come un problema o come una deviazione da una condizione ideale, quanto piuttosto (come) la possibilità per sviluppare una nuova tipologia di istituzione: una kunsthalle che prende alla lettera le cambiate condizioni artistiche, sociali ed economiche, usandole come punti di partenza per la sua strategia spaziale ed architettonica. All’interno della nuova Kunsthalle Europea i ruoli si aprono: gli artisti potrebbero fungere da architetti, i curatori da artisti e gli architetti da curatori. CYBERMOHALLA Cybermohalla inizia nel maggio 2001 come un progetto educativo di quartiere curato dal Sarai / CSDS e dall’Ankur Society for Alternatives in Education. Ad esso partecipano settanta giovani scrittori e tecnici mediatici, inseriti nel proprio contesto urbano. Nelle lingue Urdu e Hindi, la parola “mohalla” viene tradotta con quartiere; Cybermohalla, quindi, combina il ciberspazio con la realtà quotidiana e locale dei partecipanti. Il progetto nasce come laboratorio digitale a LJNP a Delhi, un insediamento abusivo densamente popolato, presente da quaranta anni. Lo studio è poi allargato a tre laboratori in diversi quartieri della città. I laboratori hanno tessuto un complesso intreccio di pratiche di conversazione, e sono stati in grado di generare un vocabolario adatto ad articolare esperienze difficili grazie all’uso di soluzioni riflessive e giocose e alla grande varietà di stili narrativi usati: l’animazione, il suono, la fotografia, il wall writing, così come le piattaforme online. Nel 2006 il laboratorio nel quartiere di Nangla Manchi viene distrutto dopo aver sfrattato l’intera popolazione, che si disperde in tutta la città. I partecipanti di Cybermohalla registrano questa enorme turbolenza utilizzando diverse forme di espressione. Nel maggio del 2007 Nikolaus Hirsch e Michel Müller si inseriscono nel progetto, analizzando i parametri spaziali utilizzati e mettendo in moto il nuovo Cybermohalla Hub. Studiano gli unici due laboratori rimasti e insieme a venti partecipanti del Cybermohalla e iniziano a disegnare quello che diventerà un ibrido fra scuola, centro comunitario, galleria e studio. Il Centro (Hub) diventerà uno spazio di mediazione, in una dinamica che comprenderà momenti di reinvenzione dello stesso, e partecipando alla costruzione di un nuovo quartiere, Ghevra, dove verrà riallocata la popolazione sfrattata da Nangla Manchi. Essendo situato in un’area il cui utilizzo stesso è incerto, il Centro inizia il suo viaggio attraverso percorso inesplorato. Il prototipo del Cybermohalla Hub, esposto a Vienna e precedentemente a Manifesta 7 a Bolzano, è il risultato di un lungo processo volto a mostrare come un edificio possa diventare uno strumento di produzione del sapere. Fondazione Antonio Ratti, Villa Sucota, Via per Cernobbio, 19, 22100 Como, Italia. www.fondazioneratti.org Sabato, 23 ottobre 2010 dalle 17 alle 20 I. The centres for contemporary art and the European cities NIKOLAUS HIRSCH Nikolaus Hirsch (*1964) è un architetto che vive a Francoforte. Ha insegnato alla Architectural Association a Londra (2000-2005), è stato visiting professor all’Institute of Applied Theater Studies alla Giessen University, alla Hochschule für Gestaltung Karlsruhe e alla University of Pennsylvania a Philadelphia. I suoi lavori, acclamati a livello internazionale, includono la Sinagoga di Dresda, l’Hinzert Document Center, la Kunsthalle Europea a Colonia, unitednationsplaza (progettato con Anton Vidokle) a Berlino, e il laboratorio artistico Cybermohalla Hub a Delhi, un progetto per Rags Media Collective, presentato a Manifesta 7. Nikolaus Hirsch ha curato ErsatzStadt: Repräsentationen des Urbanen al Volksbühne di Berlino. Il suo lavoro è stato insignito di numerosi premi, fra cui il German Critics Award 2001, il World Architecture Award 2002 e il BDA-Prize nel 2006, ed è stato esposto in esibizioni quali Neue Welt alla Frankfurter Kunstverein nel 2001, New German Architecture a Berlino nel 2003, Utopia Station alla Biennale di Venezia nel 2003 e Can Buildings Curate (Architectural Association London/Storefront Gallery a New York nel 2005). BIBLIOGRAFIA On Boundaries, Sternberg Press, 2007 On Boundaries è una collezione di saggi, riflessioni sul proprio lavoro e dialoghi riguardanti i progetti di collaborazione in cui Hirsch esplora le trasformazioni critiche dello spazio contemporaneo e il loro effetto sul modo di rapportarsi ad esso. Sfiorando la soglia di discipline quali le arti visive e performative, Hirsch discute il concetto di “boundary”, confine: esso viene visto come un fenomeno del discorso sociale e politico, come un conflitto fra collaborazione e autorialità e come un limite fisico (che negozia) costantemente in bilico fra condizioni stabili e instabili. STÄDELSCHULE/PORTIKUS Nikolaus Hirsch è stato nominato successore di Daniel Birnbaum nel ruolo di rettore alla Städelschule. L’accademia possiede uno spazio espositivo, il Portikus - creato nel 1987 da Kaspar König - che ha portato alla scuola una reputazione internazionale per la sua importanza come centro per arte sperimentale. Hirsch sta dando una lettura del padiglione in luce dei suoi ultimi progetti. Facendo riferimento a Exquisite Corpse, un modello istituzionale crescente da lui ideato per la Kunsthalle Europea, e a Cybermohalla Hub, l’architetto mette in discussione la relazione fra configurazioni spaziali stabili e instabili. Institution Building Artists, Curators, Architects in the Struggle for Institutional Space, Nikolaus Hirsch, Philipp Misselwitz, Markus Miessen, Matthias Görlich (Eds.), Sternberg Press, 2007 Institution building è uno studio che concettualizza, verifica e applica nuovi modelli per le istituzioni di arte contemporanea. Gli autori discutono l’idea di “stabilità” e “instabilità” proponendo una strategia specifica per la Kunsthalle Europea che la posiziona all’interno di un discorso contemporaneo locale, regionale, nazionale e internazionale. Hirsch, Misselwitz, Miessen, e Görlich, hanno sviluppato tre strategie spaziali: una configurazione instabile, una strategia stabile e un modello che combina i potenziali di entrambe le varianti, verso il consolidamento di un’istituzione in lenta ma costante crescita. Gli autori propongono una struttura collettiva con numerose configurazioni spaziali, frutto della combinazione di numerose componenti individuali create da autori diversi.