NEV - NOTIZIE EVANGELICHE protestantesimo - ecumenismo
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NEV - NOTIZIE EVANGELICHE protestantesimo - ecumenismo - religioni 31 agosto 2005 settimanale - anno XXVI - numero 35 * Sinodo/1. Si è concluso con l'elezione della nuova moderatora Maria Bonafede * Sinodo/2. Approvate mozioni su: AIDS, striscia di Gaza, ecumenismo, globalizzazione * Sinodo/3. Ecumenismo: non è in discussione quanto già acquisito * Sinodo/4. Guardando a Sud: ingiustizia sociale ed economica, distruzione del Creato * Sinodo/5. La “diaconia” resta una priorità, aspetto centrale della vocazione evangelica * Ferma condanna delle chiese evangeliche latino-americane per le parole di Pat Robertson * TELEGRAFO: Notizie in breve * APPUNTAMENTI * ANTEPRIMA: La religione civile secondo Pera, di Paolo Naso ____________________________________________________________________________ IL PROSSIMO NUMERO DEL NEV USCIRA' IN DATA 14 SETTEMBRE 2005 ____________________________________________________________________________ Sinodo/1. Si è concluso con l'elezione della nuova moderatora Maria Bonafede Collegialità e fiducia, le parole chiave del suo discorso ai membri del Sinodo Roma (NEV), 31 agosto 2005 – Dopo 800 anni di storia, per la prima volta una donna è a capo della Tavola valdese, l’organo esecutivo del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste italiane: la pastora valdese Maria Bonafede è stata eletta venerdì scorso a conclusione del Sinodo, svoltosi a Torre Pellice (TO) dal 21 al 26 agosto. Nata a Milano nel 1954, Maria Bonafede ha due lauree (in filosofia, conseguita presso l’Università statale di Milano ed in teologia, presso la Facoltà valdese di Roma), è sposata con un pastore ed ha un figlio di 17 anni. Bonafede ha svolto il proprio ministero pastorale a Milano, Novara, Brescia e Roma; dal 2000 è stata vice moderatora della Tavola valdese. Recentemente ha pubblicato il volume “Una porta nel cielo” (edizioni CNT), che raccoglie una serie di sue predicazioni e riflessioni biblico teologiche. I membri del Sinodo l’hanno salutata con un lungo applauso alla fine di un discorso nel quale sono emerse due parole chiave: collegialità e fiducia. “Intendo questa elezione – ha detto Bonafede – come una chiamata a una vocazione pastorale che non riguarda una chiesa locale, ma una chiesa nazionale. E sono convinta che i pesi e gli onori di un tale incarico non si portino da soli, ma si condividano. Per questo prediligo un metodo di lavoro collegiale che coinvolga tutti i membri della Tavola e attinga ai doni e alle competenze di ognuno”. “Senza fiducia non si può vivere, non si può lavorare e non si può amare – ha proseguito la neo moderatora -. Oggi siamo spaventati, insicuri; imparare la fiducia è la cosa di cui tutti abbiamo più bisogno. La chiesa è un luogo fondato sulla fiducia che Dio affida alle nostre inadeguate parole, ma anche alla fiducia nella sua fedeltà che possiamo verificare nella nostra quotidianità”. Il Sinodo ha salutato con grande calore il moderatore uscente Gianni Genre che è stato a capo della Tavola valdese negli ultimi cinque anni e che è stato nominato pastore a Milano. Riferendosi all’elezione di Bonafede, Genre ha affermato che "indubbiamente essa ha una valenza simbolica molto forte. I tempi erano maturi per un moderatore donna, che porterà nella chiesa e verso l’esterno una sensibilità nuova. Personalmente mi rallegro moltissimo che l’elezione abbia dato un risultato largamente positivo”. Gli altri membri della Tavola sono: Eugenio Bernardini, vice moderatore; Franca Barlera, Giovanni Carrari, Giuseppe Ficara, Paolo Landi e Piero Trotta. Massimo Aquilante è stato riconfermato presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI); decano della Facoltà valdese di teologia di Roma è il professor Daniele Garrone. Il Sinodo si è concluso nel pomeriggio di venerdì 26 agosto con un culto liturgico presso il tempio di Torre Pellice. Sinodo/2. Lanciato un appello al governo italiano contro l’AIDS Approvate tra le altre mozioni su: striscia di Gaza, ecumenismo, globalizzazione Roma (NEV), 31 agosto 2005 – “Adoperatevi per la revisione sulla normativa dei brevetti e per la sospensione dell’obbligo di brevettabilità per tutti i farmaci salvavita, a partire dai farmaci antiretrovirali dello HIV, per la promozione di campagne di informazione su tutti i mezzi di prevenzione da lanciare in particolare nei paesi più colpiti dalla malattia”: questo l’appello del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste rivolto al governo italiano e alla Commissione dell’Unione Europea (UE). Il Sinodo ha ritenuto il brevetto sui farmaci anti-AIDS un grave ostacolo alla cura dei malati; di qui l’invito ai governanti di far presente l’emergenza AIDS alla riunione interministeriale del WTO (Hong Kong, dicembre 2005). Il Sinodo si è espresso anche sul ritiro delle colonie ebraiche nella striscia di Gaza e di quattro insediamenti in Cisgiordania: l'evento è considerato di grande “rilevanza politica”. Il Sinodo ha pertanto auspicato che questa azione unilaterale da parte del governo di Gerusalemme possa contribuire alla ripresa di un reale negoziato di pace tra israeliani e palestinesi. Ha quindi rinnovato l’impegno delle chiese valdesi e metodiste a pregare “per una giusta pace a Gerusalemme nel rispetto del diritto all’autodeterminazione e della sicurezza dei due popoli in conflitto”. Le chiese sono state incoraggiate a promuovere iniziative locali tese a sostenere un processo di pace e di riconciliazione dal basso, favorendo l’incontro tra israeliani e palestinesi secondo modalità già sperimentate anche in una prospettiva ecumenica. Molto si è parlato durante questo Sinodo del rapporto con la chiesa cattolica, e in particolare con la gerarchia. E’ stato approvato un ordine del giorno che ne individua alcuni atteggiamenti “vissuti dalle nostre chiese come fortemente problematici” (e si menziona: l’enfatizzazione del papato come centro dell’intera cristianità, le modalità dell’intervento della gerarchia cattolica nel recente dibattito referendario sulla Legge 40, la riproposizione della prassi delle indulgenze in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù). “La parola di Dio, rivelata in Cristo Gesù, è disarmata e manifesta la propria potenza nella debolezza della croce” si afferma. Le chiese valdesi e metodiste auspicano che l’approfondimento del dialogo sul piano teologico e spirituale comprenda il confronto con tali tematiche, condotto con franchezza evangelica e con l’umiltà che a volte è mancata anche agli evangelici italiani, affinché le difficoltà presenti si traducano in uno stimolo, anziché in un freno all’azione ecumenica. In tema di globalizzazione il Sinodo - consapevole dell’importanza della “Confessione di fede” elaborata ad Accra (Ghana) dall'Assemblea dell'Alleanza riformata mondiale (ARM) nell'agosto 2004 - ha riconosciuto in essa un “fedele richiamo alla signoria di Dio sul Creato” e condivide l’”urgente appello a resistere alle idolatrie economiche del mondo presente”. Ha pertanto invitato le chiese ad accogliere il documento preparatorio della prossima Assemblea generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) di Porto Alegre 2006, AGAPE (Alternativa Globale: Ambiente, Pace, Economia). Per il Sinodo questi temi ci interrogano con urgenza; ha quindi invitato i credenti “a mettere in atto comportamenti comunitari familiari e personali coerenti con la vocazione ricevuta da Dio in ordine all'affermazione della giustizia economica e della salvaguardia del Creato”. Sinodo/3. Ecumenismo: Non è in discussione quanto già acquisito "Ora si può parlare frateramente, ma con franchezza, di quanto ancora ci divide" Roma (NEV), 31 agosto 2005 – "L’ecumenismo è una tale certezza ormai, che esprimere eventuali dissensi, seppure con fraterna franchezza, è possibile e necessario": questa l'opinione ormai consolidata espressa da più parti in occasione del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste, svoltosi dal 21 al 26 agosto a Torre Pellice (TO). Lo ha affermato monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Commissione della Conferenza episcopale italiana (CEI) per l'ecumenismo e il dialogo, intervenendo il 22 agosto al Sinodo; lo ha ripetuto il pastore Franco Giampiccoli, presidente del Sinodo (vedi NEV 32-33-34/05). Con questo spirito si è svolta il 23 agosto una conferenza stampa dedicata appunto all’ecumenismo. Presenti il professor Fulvio Ferrario, docente presso la Facoltà valdese di teologia di Roma e coordinatore della Commissione per le relazioni ecumeniche della Tavola valdese, nonché il pastore Luca Negro, segretario per le comunicazioni della Conferenza delle chiese europee (KEK). "In Italia abbiamo vissuto con grande perplessità tutto il dibattito intorno ai referendum sulla fecondazione assistita – ha spiegato Ferrario -. Per noi, l’invito del presidente della CEI, il cardinale Camillo Ruini, a non andare a votare ha costituito un problema grave. E' assolutamente legittimo che la chiesa cattolica si sia inserita nel dibattito, ma il problema è come ha condizionato la partecipazione al voto. Peccato, perché veniamo da una stagione tutto sommato di intenso dialogo ecumenico" ha affermato Ferrario. "Egualmente ci fa problema l’insistenza vaticana sull’affissione del crocefisso nei luoghi pubblici - ammette Ferrario –. I protestanti non hanno niente contro l’universo simbolico del crocefisso, al contrario; ma sulla sua affissione nei luoghi pubblici si gioca una partita teologicamente importante. Le nostre chiese non possono acconsentire al modo in cui la chiesa cattolica pone la questione: il crocefisso prende le veci di un simbolo culturale e diventa segno di uno spazio rivendicato da parte della chiesa, e non da parte di Dio. Si tratta di una brutta strumentalizzazione, così lo stesso crocefisso diventa arma. Siamo al limite della bestemmia". Il pastore Luca Negro ha illustrato il processo che porterà alla terza Assemblea ecumenica europea, che la KEK e il Consiglio delle Conferenze episcopali europee (CCEE) hanno convocato per il settembre 2007 a Sibiu, in Romania. L’Assemblea vera e propria, sul tema "La luce di Cristo illumina tutti – speranza di rinnovamento e unità in Europa", sarà preceduta da due pre-assemblee: la prima a Roma dal 24 al 27 gennaio 2006, la seconda a Wittenberg, la città di Lutero in Germania, nel gennaio del 2007. Parlando dell’impegno delle chiese europee nella costruzione della nuova Europa, ed in particolare della Costituzione dell’Unione Europea, Negro ha sottolineato che "più che insistere sulla menzione delle radici cristiane nel preambolo della Costituzione, la KEK e le chiese europee si sono battute per una Europa fondata su valori condivisi: pace, giustizia, solidarietà sociale, diritti umani. Inoltre la KEK si è battuta con successo, insieme ai suoi partner cattolici, per l’inserimento di un articolo (art. 52 del Trattato costituzionale) che prevede che l’Unione Europea intrattenga un dialogo aperto, trasparente e regolare con le chiese e le altre comunità religiose". Per quanto attiene al dialogo tra le diverse denominazioni evangeliche, Ferrario ha affermato in conclusione della conferenza stampa, che come evangelici storici "non possiamo più chiudere gli occhi di fronte ad una realtà che investe milioni di credenti anche in Europa. E’ giunto il momento di approfondire il rapporto con i fratelli e le sorelle dei movimenti pentecostali ed evangelicali, per trovare i punti di convergenza, e per discutere delle divergenze". Sinodo/4. Guardando a Sud: ingiustizia sociale ed economica, distruzione del Creato Il moderatore uscente Gianni Genre: la povertà non è un problema etico, ma teologico Roma (NEV), 31 agosto 2005 – L'ingiustizia economica e la povertà sono una questione teologica che attiene alla confessione stessa della fede cristiana. E' quanto hanno affermato nel corso di una conferenza stampa - tenutasi il 24 agosto a latere del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste presso la "Casa valdese" di Torre Pellice - il pastore Gianni Genre, moderatore uscente della Tavola valdese, il pastore Claudio Pasquet e il pastore Joseph Mfochive, presidente della Chiesa evangelica del Camerun. Il pastore Genre ha raccontato della sua esperienza di due viaggi in Camerun e in Africa australe. "L'Africa non la si può raccontare – ha detto – bisogna incontrarla per comprenderla. Ci si trova così a contatto con una povertà per noi inimmaginabile e la tragedia di due generazioni di africani che rischiano di essere decimate dall'HIV/AIDS. E allora si comincia a capire come le questioni dell'economia interroghino pesantemente la nostra fede e come i problemi dell'Africa ci riguardino da vicino". Le chiese europee, secondo Genre, devono impegnarsi nell'accoglienza di persone che cercano nei paesi occidentali un futuro più dignitoso, ma anche operando direttamente in Africa. A questo proposito, ha ricordato Genre, il 30% dell'8 per mille dei valdesi e metodisti viene dedicato a progetti di solidarietà nel resto del mondo. "Nel 2005 – ha precisato Genre – l'Unione delle chiese valdesi e metodiste ha ricevuto fondi 8 per mille per circa 5,2 milioni di euro. Quindi, le nostre chiese hanno destinato oltre 1,5 milioni di euro a progetti di cooperazione nel Sud del mondo. Una cifra certamente piccolissima rispetto alle esigenze, ma comunque significativa per i tanti micro-progetti che si sono realizzati". Che la questione della povertà non riguardi l'etica, ma la teologia lo ha ribadito il pastore Claudio Pasquet citando il documento prodotto dall'Assemblea dell'Alleanza riformata mondiale (ARM) – "Confessare Cristo di fronte alla ingiustizia economica e alla distruzione ecologica" svoltasi lo scorso anno ad Accra, in Ghana. "In quell'occasione le chiese riformate hanno posto il problema dell'incompabilità tra la fede cristiana e l'ingiustizia economica, negli stessi termini come nel passato fu dichiarata l'incompabilità della fede cristiana con il nazismo e l'apartheid". Questo processo di riflessione continua con un nuovo documento "Agape" (Alternativa globale, ambiente, pace, economia), pubblicato come supplemento del numero 30 di Riforma, settimanale delle chiese battiste, metodiste e valdesi – in vista della IX Assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) che si terrà a Porto Alegre, Brasile, nel 2006. "Prima di parlare della povertà vorrei parlare di fraternità – è interventuo così il pastore Mfochive con un toccante discorso – perché le ingiustizie nel mondo nascono dalla mancanza di fraternità tra gli esseri umani. L'Africa ancora oggi subisce la schiavitù dello sfruttamento ed è costretta a combattere guerre scatenate da chi vuole accaparrarsi le ricchezze del nostro continente". Mfochive, che è presidente della più grande denominazione protestante del Camerun con circa 2,5 milioni di membri, ha quindi proseguito: "Apprezzo quanto scrivono nei propri documenti le assemblee delle chiese cristiane, ma ciò che può cambiare la realtà sono gli atti concreti, anche piccoli, di ognuno". Parlando della sua visita in Italia, Mfochive ha detto di aver apprezzato la storia valdese fatta anch'essa di momenti di povertà e di mancanza di libertà, ma sempre animata dalla speranza. "Io non sono venuto tra voi per cercare aiuti materiali – ha concluso ma per esprimere amicizia e fraternità". Sinodo/5. La “diaconia” resta una priorità, aspetto centrale della vocazione evangelica Sugli ospedali valdesi presentata al Sinodo la relazione dell’apposita commissione Roma (NEV), 31 agosto 2005 - “A un anno dalla cessione degli ospedali valdesi alla Regione Piemonte ci pare che la ferita non abbia lasciato tracce profonde”. Lo ha affermato in una conferenza stampa, tenutasi il 25 agosto a latere del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste, il pastore Giorgio Tourn, presidente della commissione incaricata dal Sinodo 2004 di relazionare sulle cause che hanno portato al trasferimento degli ospedali valdesi di Torino, Torre Pellice e Pomaretto alle rispettive ASL di competenza della Regione Piemonte. Tourn ha affermato che, fatte le dovute verifiche, il Sinodo avrebbe dovuto dimostrare più umiltà nel riconoscere di non essere più all’altezza di gestire strutture di tale portata, e soprattutto “avrebbe dovuto dare segno di un maggiore senso della realtà”. Il compito di questa commissione “ad referendum” che ha riferito nell’aula sinodale di Torre Pellice - era appunto quello di capire quale potesse essere l’insegnamento da trarre dall’intera vicenda. “L’insieme delle normative giuridicofinanziarie dell’assistenza pubblica è estremamente complesso. Molto più complesso di quanto noi, con la migliore volontà e dedizione, siamo in grado di gestire”. Ad amministrare le strutture diaconali serve dunque del personale tecnicamente qualificato; questa la conclusione da parte della commissione presieduta da Tourn. Alla conferenza stampa ha partecipato anche la diacona Alessandra Trotta, direttrice del Centro diaconale "La Noce" di Palermo, una delle tante opere sociali delle chiese valdesi e metodiste sparse sul territorio. Trotta, che lavora nella complessa realtà siciliana, ha messo in rilievo le difficoltà che quotidianamente affronta: “Lavorando con i bambini più disagiati del quartiere, stando a stretto contatto con le famiglie, operiamo nella costante tensione tra testimonianza cristiana e la realtà dura e cruda che ci circonda, realtà dalla quale non possiamo prescindere, e con la quale dobbiamo fare i conti anche a livello amministrativo”. Sottolineando il carattere emancipante e non assistenzialista del Centro diaconale “La Noce”, Trotta ne ha poi illustrato la proposta educativa: “L’insegnamento della nostra scuola è basato sull’educazione alla legalità e alla cittadinanza. Una delle nostre esigenze è la costruzione dell’individuo e del suo spirito critico. Vogliamo rendere le persone in grado di camminare sulle proprie gambe. Tentiamo di offrire un servizio che non sia solo un aiuto temporaneo, ma che possa portare al cambiamento e al miglioramento dello status quo. La rassegnazione è il più grave peccato che come cristiani possiamo commettere. Dobbiamo operare nella consapevolezza evangelica di ‘essere nel mondo, ma di non appartenere al mondo’. In questo senso la diaconia è anche politica; e nel dialogo con le amministrazioni cerchiamo di far passare questa visione del nostro impegno”. Condanna delle chiese evangeliche latino-americane per le parole di Pat Robertson Il telepredicatore evangelico statunitense aveva auspicato la morte del presidente venezuelano Roma (NEV), 31 agosto 2005 - "Sorpresa e vergogna" è quanto ha espresso il Consiglio delle chiese evangeliche metodiste dell'America Latina e dei Caraibi (CIEMAL) all'indomani delle dichiarazioni del pastore statunitense Pat Robertson. Il 22 agosto durante il suo programma diffuso dal canale televisivo americano CBN, il noto telepredicatore aveva suggerito al presidente George W. Bush di "disfarsi" del presidente venezuelano Hugo Chavez. Ferme le condanne giunte dalle chiese evangeliche del Sudamerica: anche la reazione del Consiglio latino-americano delle chiese (CLAI) - che riunisce più di 150 istituzioni evangeliche in 20 paesi dell'America Latina – non si è fatto attendere: "Da un punto di vista legale e politico si tratta di dichiarazioni altamente pericolose che alimentano il terrorismo internazionale". Questa l'opinione del pastore Israel Batista, segretario generale del CLAI, diffusa in un comunicato stampa. Robertson, di fatto, aveva bollato Chavez quale "pericolo terrorista per gli Stati Uniti". Secondo lui "converrebbe assassinarlo" prima che il Venezuela si trasformi in una piattaforma per l'infiltrazione comunista e l'estremismo musulmano. Robertson, durante il suo show, ha anche affermato: "Abbiamo la capacità di eliminarlo e credo che sia giunto il momento di sfruttare questa possibilità". Di fronte a queste dichiarazioni Il CIEMAL si è indignato nelle persone del suo segretario generale, il vescovo metodista Aldo Echegoyen, e del suo presidente, il vescovo Pablo Lockmann. "Tali dichiarazioni non sono degne di un predicatore, poiché contraddicono la lettera e lo spirito del Vangelo dell'amore e della misericordia di Gesù Cristo" affermano nel loro comunicato stampa. Per loro le affermazioni di Robertson sono il "risultato di un crescente fondamentalismo religioso" che, alla stregua degli altri fondamentalismi, non fanno altro che corrodere le basi di una sana e giusta convivenza internazionale tra nazioni e popoli. Il CLAI sottolinea anch'esso il carattere "anti-evangelico" delle parole di Robertson: "Di fronte alla nostra fede evangelica, ci sorprende e ci indigna che a nome dei nostri valori si pretenda costruire dei principi di fede basati sulla morte e sull'odio, e non sull'amore e la vita – afferma Batista. Le chiese evangeliche – conclude - sono promotrici della pace e della giustizia, dell'amore per tutti e del servizio disinteressato". Successivamente Pat Robertson ha precisato il suo pensiero offrendo le sue scuse per il linguaggio utilizzato. TELEGRAFO (NEV/VE) – Domenica 28 agosto in tutti gli Stati Uniti migliaia di chiese cristiane hanno fatto suonare le proprie campane per ricordare i caduti in Iraq. L'iniziativa è nata da un appello del Consiglio nazionale delle chiese cristiane (NCCC) degli Stati Uniti e fa seguito all’appoggio dato dal NCCC ai familiari dei caduti che, nelle ultime settimane, hanno manifestato pacificamente, di fronte al ranch del presidente Bush a Crawford, in Texas. “Suonare le campane per evidenziare la nostra solidarietà verso i manifestanti di Crawford è un gesto spirituale - ha detto Jim Winkler, della United Methodist Church, la chiesa a cui appartiene il presidente Bush -. Vogliamo lavorare e pregare insieme affinché questa guerra finisca presto”. L'appello, diffuso sul sito internet www.faithfulamerica.org, invita le parrocchie a continuare a suonare le campane, ogni giorno o ogni settimana, finché il conflitto non sarà concluso. Il NCCC è un organismo ecumenico che riunisce 36 diverse denominazioni cristiane degli Stati Uniti. (NEV) – “Le parole della politica nella nostra predicazione: l'etica ha sostituito la teologia?”. E' questo il titolo del Campo teologico che si terrà al Centro metodista Ecumene, presso Velletri (Roma), dall'8 all'11 settembre prossimo. La riflessione ruoterà attorno al tema della predicazione evangelica in un mondo globalizzato che ha mutato, in positivo e in negativo, i propri punti di riferimento e nel quale le religioni, con il loro oscillare tra la coesistenza e il conflitto, sono nuovamente emerse al centro dell'interesse pubblico. In questo nuovo contesto, quale tipo di predicazione può provenire dalle chiese evangeliche? Un messaggio che si limiti a riproporre le parole della politica; o basato primariamente su una proposta etica; oppure, ancora, che poggi su una lettura teologica della realtà? La discussione sarà animata da due interventi di Sergio Rostagno, professore emerito della Facoltà valdese di teologia, sul tema dell'etica. Per informazioni: Ecumene, contrada Cigliolo 141, Velletri; 06.9633310; [email protected] (NEV) – Sabato 3 e domenica 4 settembre avrà luogo a Torre Pellice, presso Torino, il XLV Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia, sul tema “I tribunali della fede: continuità e discontinuità dal Medioevo all'età contemporanea”. Scopo del Convegno è proporre una riflessione sulla storia dell'Inquisizione - dalla giustizia ecclesiastica medievale, all'Inquisizione di età moderna, fino agli ultimi interventi del "tribunale della fede" in età contemporanea – che metta a confronto inquisiti ed inquisitori, e focalizzi l'immagine di un'istituzione che non può essere valutata nella quantità di roghi o autodafé ma “nella qualità della repressione” che “costringe a rinnegare le proprie idee e a tradire la propria coscienza”. Intervengono, tra gli altri, Grado Giovanni Merlo, Peter Biller, Massimo Firpo. Il convegno è organizzato dalla Società di studi valdesi in collaborazione con il Centro di ricerca sull'Inquisizione di Trieste. Per informazioni: 0121.932765. (NEV/LWF) – Si è aperto ieri a Gerusalemme, con un culto solenne presieduto dal vescovo Munib A. Younan della Chiesa evangelica luterana di Giordania e Terra Santa (ELCJHL), l'incontro annuale del Consiglio della Federazione luterana mondiale (FLM) che avrà come tema generale “La chiesa, chiamata ad un ministero di riconciliazione”. Nel sermone di apertura, Younan si è soffermato su una critica alla costruzione del muro che divide Israele dai Territori affermando che la pace “non ha bisogno di muri ma di ponti” tra le diverse comunità. Il Consiglio, composto da 49 membri eletti dall'Assemblea della FLM del 2003 e da invitati e ospiti per un totale di 170 persone, sarà ospite fino al 6 settembre al Centro internazionale di Betlemme, appartenente alla ELCJHL. Tra gli argomenti in discussione: il futuro della FLM nell'ambito dei cambiamenti del “panorama ecumenico”; il rapporto del gruppo di lavoro su famiglia, matrimonio e sessualità; la sede dell'Assemblea della FLM del 2010. Il Consiglio prevede anche un incontro con le autorità israeliane e palestinesi. La FLM riunisce 138 chiese di 77 nazioni del mondo in rappresentanza di circa 66 milioni di luterani. (NEV/VE) – Non cessano in Irlanda del Nord gli attacchi da parte di gruppi radicali, malgrado la recente dichiarazione dell’IRA (l’esercito repubblicano irlandese) di deporre le armi e rinunciare a ogni forma di lotta violenta. Sia la comunità unionista protestante che la comunità repubblicana cattolica annunciano di avere subito aggressioni nelle ultime settimane. Il leader della Chiesa (anglicana) d’Irlanda, arcivescovo Robin Eames, ha dichiarato che “non sussiste nessuna giustificazione e nessuna scusa” per gli attacchi compiuti quotidianamente. “Persone innocenti e intere famiglie sono esposte a pericoli gravi solamente a causa della loro appartenenza confessionale o delle loro idee politiche. Protestanti e cattolici”, ha detto ancora Eames, “devono condannare ogni forma e ogni atto di violenza”. Allo stesso modo, si sono espressi i tre pastori presbiteriani – tra loro anche Harry Uprichard, moderatore della Chiesa presbiteriana in Irlanda - di Ahoghill, contea di Arntrim, condannando “senza riserve i recenti attacchi” avvenuti nella loro cittadina e chiedendo a coloro che li hanno provocati di “recedere dai propri violenti propositi”. (NEV/Réforme) - “E' stato molto bello ma, allo stesso tempo, non privo di ambiguità”. E' il giudizio di Daniel Jouve, presidente della regione Alpi centrali-Rodano della Chiesa riformata di Francia, sui funerali di frère Roger Schutz, priore della Comunità di Taizè. I protestanti francesi hanno infatti espresso il loro sincero cordoglio per la perdita di un uomo che ha dato così tanto all'intera cristianità, ma pure evidenziato il loro dispiacere per il fatto che la cerimonia funebre sia consistita in una messa cattolica alla cui eucaristia non si sono sentiti di partecipare. “Non siamo ingenui – ha dichiarato il pastore Jean-Arnold de Clermont –, c'è una volontà da parte del Vaticano di ben sottolineare le cose. Frère Roger ha ricevuto l'eucarestia da Ratzinger durante i funerali di Giovanni Paolo II. Per il Vaticano egli era cattolico. A suo tempo – ha aggiunto de Clermont – chiederemo chiarimenti alla comunità di Taizè”. Roger Schutz, pastore riformato francese, durante la sua vita si era progressivamente avvicinato al cattolicesimo senza tuttavia mai aderirvi. Al cordoglio per la morte di frère Roger si sono unti anche i valdesi e metodisti italiani che, durante il loro Sinodo tenutosi a Torre Pellice (To) dal 21 al 26 agosto scorso, hanno approvato un ordine del giorno in cui esprimono “il proprio cordoglio e la propria solidarietà ai fratelli della Comunità di Taizé e a quanti hanno trovato in essa un punto di riferimento per il proprio percorso spirituale”. (NEV) – L'Associazione “Piero Guicciardini” ha pubblicato gli atti del convegno, tenutosi a Genova il 15 e 16 ottobre 2004, “Il protestante come personaggio nella letteratura italiana del novecento” (ed. Caroggio, pagg. 108, euro 12). Si tratta di una raccolta di interventi e riflessioni che, esplorando le opere di autori come Beppe Fenoglio, Fulvio Tomizza, Piero Jahier ed altri, puntano a far emergere “il contributo specifico che 'l'evangelico', 'il protestante', ora un semplice credente, ora un ministro di culto, ha saputo dare alla storia, alla cultura e alla spiritualità del nostro Paese”. Ne emerge un “tesoro nascosto” in cui “il protestante viene di volta in volta definito come 'un diverso', 'un eretico', 'un settario', 'un fratello separato' o altro ancora, in quanto non è possibile ridurlo agli schemi correnti della cultura e della religiosità”. L'Associazione “Piero Guicciardini” ha sede a Genova, in piazza Costanzo Laura 1, tel. 010.660246. (NEV) – Si apre con un editoriale del direttore Elia Landi (“L'Iddio sovrabbondante”) il numero 78 de “L’Araldo apostolico”, periodico bimestrale della Chiesa Apostolica. In sommario un profilo del pastore William Roger Thomas, studi biblici, notizie dalle comunità, testimonianze e l’inserto “Infomissione”. L’Araldo apostolico, via del Commendone 35, 58100 Grosseto. APPUNTAMENTI TORINO – Venerdì 2, incontro di musica e preghiera. Arie e brani d'organo di Bach e Haendel eseguiti dal maestro Olaf Joksch. Meditazione biblica a cura del pastore Giuseppe Platone. Alle 21 nel tempio valdese di corso Vittorio Emanuele II 23. TORRE PELLICE (Torino) – Sabato 3 e domenica 4, XLV Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia, sul tema “I tribunali della fede: continuità e discontinuità dal Medioevo all'età contemporanea”. Intervengono, tra gli altri, Grado Giovanni Merlo, Massimo Firpo, Peter Biller. A partire dalla 15 del sabato presso la Casa valdese, via Beckwith 2. MEANA (Torino) – Domenica 4, conferenza pubblica su “Attualità di Guglielmo Jervis, martire della Resistenza”. Con Luciano Boccalatte, Lorenzo Tibaldo e Giorgio Bouchard. Alle 16.30 presso la chiesa battista, frazione Campo del Carro. ROMA – Da giovedì 8 a sabato 10, “Conferenza evangelica nazionale” della Chiesa evangelica internazionale. A partire dalle 16 del giovedì, in via Chiovenda 57. VELLETRI (Roma) – Da giovedì 8 a domenica 11, al Centro metodista Ecumene, campo teologico sul tema "Le parole della politica nella nostra predicazione: l'etica ha sostituito la teologia?”. Per informazioni e iscrizioni: tel. 06.9633310; [email protected]; www.centroecumene.it PADOVA – Venerdì 9 e sabato 10, per le Giornate teologiche organizzate dall'Istituto di formazione e documentazione evangelica (IFED), incontro sul tema “Le sfide della laicità”. Intervengono, tra gli altri, Gianni Long, Pietro Bolognesi, Jean Bauberot, Massimo Introvigne e Leonardo De Chirico. BIELLA – Sabato 10, il Centro di studi dolciniani invita alla conferenza di Ferdinando Battistutta su “Trittico eretico. Sentieri interrotti del '900 religioso: Ernesto Bonaiuti, Primo Vannutelli e Ferdinando Tartaglia”. Alle 17,30 presso la chiesa valdese di via Fecia di Cossato 9/c. TELEVISIONE – Lunedì 5 settembre, su RAIDUE alle 7, la rubrica “Protestantesimo” manda in onda la replica della puntata con il servizio “150 anni di testimonianza evangelica delle chiese battiste in Italia” e la rubrica “Dietro le parole”. Domenica 11 settembre, su RAIDUE dopo mezzanotte, nuova puntata di “Protestantesimo” con i servizi “Democrazia e fiducia: il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste”, “Le banche dei poveri: il 2005 anno del microcredito”, e la rubrica “Dietro le parole”. Repliche lunedì 12 settembre, sempre su RAIDUE dopo mezzanotte. RADIO – Ogni domenica mattina alle 7.30 su RAI Radiouno, “Culto Evangelico” propone una predicazione (4 settembre, pastore Enos Mannelli; 11 settembre, pastora Letizia Tomassone), notizie dal mondo evangelico, appuntamenti e commenti di attualità. Le trasmissioni possono essere riascoltate collegandosi al sito di RAI Radiouno, attraverso il link alla pagina www.fedevangelica.it/servizi/ssrtv03.asp. ANTEPRIMA La religione civile secondo Pera di Paolo Naso L'editoriale che presentiamo in anteprima sarà pubblicato sul numero del settimanale "Riforma" del 2 settembre. L'autore è direttore della rivista "Confronti" e della rubrica televisiva "Protestantesimo" di RAIDUE. Ad alzo zero: contro l’incontro tra culture e religioni, contro la società multiculturale, contro “laicisti di varia estrazione” che, dopo la sconfitta ai referendum sulla procreazione medicalmente assistita, “ancora si accarezzano la guancia dopo lo schiaffone ricevuto”. L’intervento del presidente del Senato Marcello Pera al recente meeting di Comunione e liberazione a Rimini è stato di quelli che lasciano il segno. Il presidente del Senato, nella cui biografia ufficiale si legge che è un “laico”, discepolo del filosofo Karl Popper – il teorico delle società “aperte” – ha parlato con la foga di un predicatore fondamentalista denunciando la crisi dell’Occidente, malato di relativismo: “la dottrina – ha affermato – secondo cui tutte le culture sono uguali” e tutte “hanno la stessa dignità etica”, e che produce un distruttivo “meticciato” culturale. Ognuno ha i teocons che merita e, se gli americani hanno Pat Robertson (il telepredicatore cui è scappato un appello ad uccidere il presidente del Venezuela Chavez, ndr.) e Franklin Graham (figlio del grande Billy ma più noto per il suo entusiastico sostegno all’intervento militare in Iraq e per le sue crociate contro l’islam), a noi italiani è toccato Marcello Pera: un non credente a cui però piace proporre il cristianesimo cattolico come religione dell’identità nazionale e dell’ordine sociale. Come noto in questa missione il presidente del Senato non è solo: altri “pagani” si sono convertiti sulla via di Rimini. La frase di Pera che più ha fatto discutere è stata quella sul meticciato: incontrandosi e fecondandosi con altre culture l’Occidente starebbe per rischiare la sua anima in un drammatico gioco d’azzardo. L’oracolo è chiaro: se l’Occidente vuole salvarsi deve recuperare e difendere le sue origini cristiane. Ed in Italia questo vuol dire esporre crocifissi nelle aule, pellegrinare al santuario di Pietralcina, finanziare la scuola cattolica e assecondare un processo di confessionalizzazione “ambientale”. E dal mondo cattolico, come prevedibile, qualcuno applaude con grande soddisfazione. Lo ha fatto il rettore della Pontificia Università lateranense nonché cappellano di Montecitorio mons. Rino Fisichella: “Il presidente del Senato ha parlato con lucidità e una responsabilità che obbligano a riflettere. E io lo difendo”, ha dichiarato. Altri, nel mondo cattolico, la pensano ben diversamente e forse, alla fine, la voce di Fisichella risulterà più isolata di quanto il suo alto rango ecclesiastico faccia immaginare. Ma intanto il laico Pera ha avuto la sua ambita benedizione. Nonostante il grande clamore sul tema del meticciato, però, credo che il tema più interessante e provocatorio proposto dal presidente del Senato sia un altro: mi riferisco al suo ripetuto richiamo al cristianesimo come “religione civile” degli italiani. In una ormai famosa conversazione con l’allora cardinale Ratzinger, il presidente del Senato aveva infatti teorizzato che la tradizione cristiana – che, almeno in Italia, egli identifica con quella cattolica – costituisce la radice identitaria fondante della comunità nazionale. La denuncia del “meticciato” multiculturale è così da leggersi – nel Pera pensiero - in relazione all’affermazione di una “religione civile non confessionale”, ma che ha la forma e le parole del cattolicesimo. Ben strano destino per quella “religione civile” esplicitamente teorizzata da Rousseau, poi citata da de Tocqueville in riferimento alla solidità del sistema politico americano e quindi ripresa alcuni decenni fa dal sociologo americano Robert Bellah. In tutte queste formulazioni teoriche – che il presidente Pera certamente conosce ma che evidentemente non accetta – la “religione civile” altro non è che l’espressione simbolica del nucleo di valori politici e culturali che fondano la comunità politica. E’ “religione” perché richiama solennemente un “patto di convivenza” sacro ed inviolabile; ma è “civile” perché non ha nulla di trascendentale. Lega gli uomini sulla terra, il cielo non c’entra nulla. Ed infatti quando nel contesto anglosassone si parla di “religione civile” si pensa alla bandiera ed all’inno nazionale, alla Costituzione e ai monumenti ai caduti. Può piacere o no, ma questo è. La “religione civile” dei teocons italiani è un’altra cosa: è un impasto di devozionalismo religioso e di conformismo etico; è un cristianesimo senza Dio e con poca misericordia. E per giunta una laicità senza tolleranza di cui, onestamente, non sentivamo alcun bisogno. 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