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A.T.C.N°1Campobasso–A.T.C.N°2Termoli MONITORAGGIODELLAPOPOLAZIONE SVERNANTEEMIGRATRICEDIBECCACCIA (Scolopaxrusticola) NELLAPROVINCIADICAMPOBASSO Rapportointerno giugno2016 A.T.C. 1 CAMPOBASSO – A.T.C.2 TERMOLI MONITORAGGIO DELLA POPOLAZIONE SVERNANTE E MIGRATRICE DI BECCACCIA (Scolopax rusticola) NELLA PROVINCIA DI CAMPOBASSO Rapporto Interno A CURA DI Giuseppina De Castro e Lorenzo De Lisio GIUGNO 2016 Citazione consigliata: De Castro G.. e De Lisio L. - 2016. Monitoraggio della popolazione svernante e migratrice della Beccaccia (Scolopax rusticola) In Provincia di Campobasso – Rapporto interno A.T.C. 1 Campobasso – A.T.C.2 Termoli Ringraziamenti – Si ringraziano i presidenti degli Ambiti territoriali di Campobasso e Termoli nelle persone di Bruno Arielli e Tito Lastoria per aver reso possibile tale progetto. 2 Sommario Premessa ................................................................................................. 4 Introduzione ............................................................................................. 4 Obiettivi ................................................................................................... 4 Area di studio ........................................................................................... 5 La beccaccia ............................................................................................. 7 Biologia e habitat ...................................................................................... 9 La beccaccia in Italia ............................................................................... 12 Il progetto .............................................................................................. 13 Metodi utilizzati ....................................................................................... 13 Metodo di scelta delle unità campionarie ..................................................... 14 Metodo di censimento .............................................................................. 14 Metodo di analisi dei dati .......................................................................... 15 Metodo di raccolta e analisi delle ali della beccaccia ..................................... 15 Risultati ................................................................................................. 19 Aree campionarie .................................................................................... 23 Censimenti ............................................................................................. 25 Analisi delle ali ........................................................................................ 30 Conclusioni e prospettive future ................................................................ 41 Attività di campo ..................................................................................... 41 Analisi delle ali ........................................................................................ 44 Bibliografia ............................................................................................. 46 Elenco allegati ..................................... Errore. Il segnalibro non è definito. 3 PREMESSA Gli AA.TT.CC. della Provincia di Campobasso, in ottemperanza alla Delibera di Giunta Regionale n°110 del 20/03/2015, hanno aderito al progetto “Censimento della beccaccia (Scolopax rusticola) nelle aree di svernamento mediante cane da ferma” promosso dall’Associazione “Amici di Scolopax”. Gli AA.TT.CC. hanno incaricato i tecnici faunisti Dott. Lorenzo De Lisio, membro dell’A.T.C. n°2 di Termoli, e la Dott.ssa Giuseppina De Castro, membro dell’A.T.C. n°1 di Campobasso, per gestire le attività di campo (individuazione delle unità campionarie, organizzazione delle squadre dei monitoratori, elaborazione della scheda di campo, etc.), raccogliere ed elaborare i dati raccolti dai monitoratori e redigere il report tecnico-scientifico del primo anno di monitoraggio. Il piano di lavoro ha seguito pedissequamente quanto riportato nel Protocollo Operativo per il Censimento della Beccaccia, approvato dell’ISPRA e dalla succitata delibera. INTRODUZIONE Un regolare monitoraggio faunistico quali-quantitativo, consentendo una verifica delle dinamiche delle popolazioni sia in senso spaziale che numerico, rappresenta un valido strumento nel contesto delle azioni di conservazione delle specie e permette di pianificare una gestione più equilibrata dell’attività venatoria, all’interno della provincia di Campobasso. È importante rilevare che la frequenza e la durata dei monitoraggi non dovrà essere inferiore ai tre anni altrimenti non sarà possibile seguire i cambiamenti nell’uso dello spazio e nella densità delle popolazioni svernanti delle specie in generale, e della beccaccia in particolare. OBIETTIVI • Raccogliere dati inerenti la popolazione svernante di beccaccia sul territorio degli AA.TT.CC. • Valutare una stima della consistenza della popolazione della beccac- cia al fine di programmare un prelievo sostenibile della specie. 4 AREA DI STUDIO Il lavoro di monitoraggio si è svolto nel territorio dei due AA.TT.CC. in cui è suddivisa la Provincia di Campobasso. Il territorio provinciale è caratterizzato da un continuo alternarsi di rilievi montuosi, profili collinari e incisioni vallive che dall’Appennino campano-molisano al Mare Adriatico porta a riconoscere tre tipi di paesaggi: montano, collinare, costiero. Dal punto di vista climatico e, in particolare, fitoclimatico, la Provincia di Campobasso ricade in due regioni bioclimatiche, la Regione Mediterranea e la Regione Temperata. La prima si estende nel cosiddetto basso Molise, la seconda comprende gran parte del territorio regionale. L’orografia e il clima, in combinazione con i regimi di disturbo (fuoco, inondazioni, pascolo, etc.) e di uso del suolo passato e presente, ha portato alla formazione di un mosaico di ambienti fortemente antropizzato in cui la pressione antropica, che qui si attua sin da tempi molto antichi, ha rappresentato il principale fattore di trasformazione degli ecosistemi naturali e del paesaggio. Sulla base della Carta di uso del suolo e delle coperture vegetali in scala 1:250000 (MATTM 2005), secondo la legenda europea CORINE Land Cover al IV livello di dettaglio (V per una classe), emerge quanto segue (Tabella 11): Corine Land Cover (CLC) 111 112 121 131 212 221 222 223 231 241 242 243 322 331 332 512 523 Estensione (ha) 1818,203 489,568 398,271 177,921 12822,984 405,05 0,384 6984,349 1047,185 0,383 50537,184 52928,757 11925,116 15,735 501,385 866,817 13,356 5 % copertura 0,63 0,17 0,14 0,06 4,41 0,14 0,00 2,40 0,36 0,00 17,37 18,19 4,10 0,01 0,17 0,30 0,00 2111 2112 3111 3112 3113 3114 3115 3116 3121 3122 3211 3212 3231 3232 31312 31321 TOTALE 69898,891 23750,437 128,637 39427,339 1350,143 515,329 5679,133 2321,051 344,399 308,481 3034,332 2944,748 1,15 32,782 155,322 84,607 290909,429 24,03 8,16 0,04 13,55 0,46 0,18 1,95 0,80 0,12 0,11 1,04 1,01 0,00 0,01 0,05 0,03 100 Tabella 1 Quadro riassuntivo delle categorie di uso del suolo presenti in Provincia di Campobasso con relativa estensione e copertura percentuale. Dai dati sopra riportati emerge che la matrice paesaggistica è di tipo agricolo, essendo estesa sul 24% circa della superficie provinciale. Quasi il 20% del territorio provinciale è occupato dai boschi, che si localizzano soprattutto lungo la catena appenninica del Matese e, in parte, nel Molise centrale, mentre all’interno della vasta matrice agricola del basso Molise le tipologie di vegetazione naturale spontanea sono state relegate in ambiti ristretti e, per ampie zone, non si riscontrano affatto. 6 LA BECCACCIA La beccaccia eurasiatica (Scolopax rusticola, Linnaeus 1758) appartiene al genere Scolopax, che include sei specie morfologicamente tra loro molto simili. Ad eccezione delle specie rusticola e minor, tutte le altre presentano areali piuttosto ristretti e talvolta puntiformi: Scolopax saturata è presente nelle isole indonesiane; Scolopax rochussenii nelle isole Molucche; Scolopax bukidnonensis nelle isole filippine; Scolopax mira nelle isole del Sud del Giappone; Scolopax celebensis nel nord-est e centro dell’isola Sulawesi (Indonesia); Scolopax minor si estende dal Canada agli Stati Uniti, fino al Golfo del Messico; Scolopax rusticola ha una distribuzione paleartica e in Europa è presente in tutti i paesi, con eccezione dell’Islanda (Figura 1). In Francia e Inghilterra le popolazioni di beccaccia sono residenti, mentre sono svernanti e nidificanti migratrici in Germania, Norvegia, Russia, Slovenia, Bielorussia, Finlandia, Paesi Bassi, Ucraina, Polonia, Turchia, Svizzera, nord della Spagna e nord dell’Italia (Cramp & Simmons 1983). Lo status della beccaccia in Europa non è stato mai chiaramente definito, in ragione delle difficoltà legate al compiere i censimenti, dovute alle abitudini elusive della specie e alla vastità delle aree geografiche interessate. 7 Figura 1 Distribuzione della beccaccia in Europa (in giallo: quartieri di riproduzione; in blu: quartieri di svernamento; in verde: area in cui la specie è stanziale; da Cramp & Simmons 1983). Heath et al. (2000) valutano che la popolazione di beccacce svernanti in Europa sia di circa 2,2 milioni di individui. Più recentemente la popolazione europea è stimata intorno ai 15 milioni di individui (Wetlands International 2002). Tuttavia, poiché nessun conteggio sistematico è attuato nei paesi dove la beccaccia si riproduce o sverna, è più ragionevole affermare che la dimensione della popolazione europea sia ancora da determinare (Ferrand & Gossmann 2001). È possibile, comunque, stimare la tendenza nel tempo della popolazione per mezzo dell’analisi dei dati provenienti dalla caccia, dal monitoraggio dei maschi visibili durante la “croule” e dall’analisi del tasso di sopravvivenza. 8 Ogni anno in Europa vengono abbattuti circa 3-4 milioni di individui attraverso l’attività venatoria, di cui il 93% circa in Francia, Italia e Grecia (Duriez 2003). In Italia viene stimata una media di 1.000.000 di individui cacciati per anno (Spanò 2001). La stagione venatoria sul territorio italiano inizia dalla seconda settimana di settembre e termina a dicembre-gennaio, a seconda del calendario venatorio regionale. Nella maggior parte dei paesi europei, la beccaccia viene cacciata durante la migrazione autunnale e in molti paesi dell’Est Europa anche in primavera. Considerando aree diverse nel complesso dell’areale geografico di presenza, la specie è sottoposta a prelievo venatorio per un periodo di 9 mesi su 12. Per questo motivo in passato la beccaccia è stata considerata come “vulnerabile in inverno” (Tucker & Heath 1994; Heat et al. 2000). Attualmente è ritenuta tra le specie “LC (Minor preoccupazione)” (Red list IUCN). Sebbene il trend della maggior parte delle popolazioni europee sia rimasto stabile nel decennio che intercorre tra il 1990 e il 2000, la popolazione in Russia ha subito un calo drastico e, complessivamente, è stata osservata una significativa diminuzione nel numero degli effettivi (>10%) (BirdLife International 2006). Tale calo è da imputarsi all’intenso prelievo venatorio e alla scomparsa degli habitat idonei alla riproduzione e allo svernamento (Fadat 1986, 1997; Gossmann et al. 1986), causata dalla frammentazione di molte zone boscose e dalla perdita di vaste aree aperte. Biologia e habitat La beccaccia ha un corpo piuttosto tozzo e rotondo (33–35 cm), il becco lungo (6,5–8 cm) e le ali arrotondate (apertura alare 56–60 cm). Il piumaggio presenta un colore simile al sottobosco forestale, col quale la specie si mimetizza perfettamente grazie al marrone rossiccio quale colore dominante, con un misto di tinte brune, rosse, grigie, nere e bianche. Gli adulti e i giovani presentano un piumaggio differente, e i primi compiono la muta completa subito dopo la riproduzione. I sessi non presentano caratteristiche morfologiche distintive. La stagione riproduttiva inizia a febbraio-marzo per terminare circa sei mesi più tardi (Cramp & Simmons 1983). 9 Nei paesi più settentrionali ed orientali la riproduzione non inizia, tuttavia, prima di aprile, quando i terreni sono completamente liberi dal ghiaccio. L’habitat di riproduzione è rappresentato dalla foresta mista o caducifoglia non troppo frammentata e con una buona copertura vegetale. Durante tutta la stagione riproduttiva, i maschi eseguono frequenti “parate nuziali” per attirare le femmine. I maschi iniziano a riprodursi dal secondo anno di età, mentre le femmine possono accoppiarsi fin dal primo anno di età (Cramp & Simmons 1983). Non esistono legami di coppia e un maschio può accoppiarsi con diverse femmine (Hirons 1981). Il nido consiste in una leggera depressione nel terreno di 12-15 cm di diametro, riempito da poche foglie ammassate sommariamente e di solito collocato in vicinanza di aree umide; alla collocazione e alla disposizione del nido provvedono solo le femmine. La nidiata è generalmente costituita da 4 uova e la cova inizia con la deposizione dell’ultimo uovo. La durata della cova è di tre settimane e la schiusa è sincrona. I pulcini, precoci e nidifugi, vengono allevati dalla sola femmina per almeno 15 giorni. In condizioni normali, la beccaccia depone una sola covata a stagione, anche se sono stati riportati casi di seconde covate in sostituzione delle prime andate perse. La dieta della beccaccia consiste per la maggior parte di invertebrati, con i lombrichi (Lumbricidae) che spesso rappresentano la porzione dominante. Si è osservato che anche in inverno i lombrichi costituiscono la base principale dell’alimentazione; nella altre stagioni, tuttavia, in presenza di abbondanti prede alternative, la beccaccia si comporta da opportunista. La specie è tipicamente solitaria e viene considerata la meno sociale tra i Caradridi. A differenza di altre specie filogeneticamente vicine, la beccaccia è legata agli ambienti boschivi piuttosto che a quelli palustri. La specie predilige habitat rappresentati da ampie aree boscate non frammentate (Hayman et al. 1986, del Hoyo et al. 1996), caratterizzate da un fitto sottobosco (ad esempio Rubus spp., Ilex aquifolium, Corylus avellana, Ulex spp., Pteridium spp., Vaccinium myrtillus), da un mosaico di zone calde, umide e secche necessarie per il foraggiamento (Johnsgard 1981, Hayman et al. 1986) (ad esempio, corsi d'acqua, sorgenti o umidi, macchie di habitat paludose) e da radure o zone aperte utili per le traiettorie di volo (Hayman et al. 1986) 10 La migrazione è individuale, anche se a volte sono stati notati individui spostarsi in gruppo; comportamenti gregari sono stati riportati in terreni ricchi di cibo nel corso dello svernamento. Durante questo periodo, a causa delle notti più lunghe, la specie è nota per modificare le proprie abitudini comportamentali spostando i propri ritmi di attività di notte. Da studi recenti effettuati con l’ausilio della telemetria, tuttavia, è stato osservato che nei mesi invernali la specie mantiene elevati i livelli di attività diurna, mentre durante le ore notturne spende molto tempo a riposo (Duriez 2003). Le aree frequentate di giorno sono di solito boschi cedui di età non superiore ai 15 anni con un quantità di prede molto abbondante (Imbert 1988; Granval 1988). Di notte le beccacce si distribuiscono soprattutto nelle praterie permanenti, le quali ospitano in media una quantità di prede superiore rispetto ai campi coltivati (Granval 1988). Non è mai stato osservato un comportamento strettamente territoriale e le uniche interazioni aggressive sono state notate durante l’attività di parata nella stagione riproduttiva, quando i maschi mostrano una forte attività vocale di risposta ad altri maschi, seguita da voli difensivi al di sopra dell’area utilizzata per le parate. La beccaccia eurasiatica è principalmente migratrice se si escludono le popolazioni francesi ed inglesi residenti. A queste si aggiungono popolazioni di svernanti provenienti dall’area fenno-scandinava, russa e dal sudest asiatico, le quali si spingono per svernare nel sud dell’Europa e nel Nord Africa. La necessità di migrare è legata alla disponibilità alimentare durante la stagione invernale. Le popolazioni che nidificano nell’Europa settentrionale ed orientale devono necessariamente compiere dei lunghi spostamenti alla ricerca di aree dove il cibo sia abbondante anche in inverno. La modalità con cui avvengono questi lunghi spostamenti, con una velocità di circa 4060 km/h, prevede notti di volo intervallate da brevi soste in aree adatte al riposo ed al foraggiamento. La migrazione verso i quartieri invernali inizia in settembre ed è particolarmente intensa nei mesi di ottobre e novembre. Una spiccata fedeltà ai siti di svernamento è stata confermata da molte ricerche e solo avversità climatiche improvvise possono spingere gli individui alla ricerca di nuove zone (Hoodless & Coulson 1994; Hoodless 2002). È stato ipotizzato che le beccacce seguano spesso un fronte freddo per raggiungere le aree invernali (Ferrand & Gosmann 1995). 11 La migrazione di ritorno verso i quartieri riproduttivi comincia da gennaio fino ad aprile, con un picco in febbraio. Durante l’inverno, la beccaccia è molto sensibile alle variazioni climatiche e soprattutto all’arrivo di fronti gelidi, che possono causare anche massicce perdite tra i giovani (Robin et al. 1999). La beccaccia in Italia La specie è considerata svernante e nidificante parziale (Brichetti & Massa 1989). L’Italia è posta ai limiti meridionali dell’areale di nidificazione e, di conseguenza, il numero di coppie segnalate in periodo riproduttivo è esiguo, nell’ordine di alcune centinaia, principalmente localizzate nella parte settentrionale della penisola (Meschini & Frugis 1993, Spanò 2001). Le informazioni presenti nella letteratura scientifica italiana sono abbastanza scarse (Sorace et al. 1999, Spanò 1997). La popolazione svernante è dell’ordine di circa 50.000-100.000 individui, distribuiti principalmente nelle regioni del centro e sud Italia (Gariboldi et al. 2004). I dati storici indicano che l’Italia è interessata da un ampio fronte di migrazione, con popolazioni provenienti da aree di nidificazione distinte che sembrano svernare in settori differenti della nostra penisola (Garavini 1978). Da recenti ricerche, la popolazione dell’Italia centrale potrebbe avere un asse di migrazione che passa per i Balcani e si spinge fino alle aree più settentrionali della Russia (Aradis et al. 2001). Nella “Nuova Lista Rossa degli uccelli nidificanti in Italia” (Calvario et al. 1999), la beccaccia è considerata come “in pericolo”. Le Categorie di tutela per la specie sono: • SPEC 3W: con tale sigla, acronimo del termine “Species of European Conservation Concern” si intende una specie il cui stato di conservazione non è favorevole, ma la cui distribuzione non è concentrata in Europa. (Unfavourable conservation status in Europe, not concentrated in Europe). • BERNA 3: Specie presente nell’Allegato 3 della Convenzione di Berna del 1979 per la Conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa. • CACCIABILE L.157/92: Legge sulla tutela della fauna selvatica e sulla disciplina della caccia. 12 IL PROGETTO Come stabilito nel protocollo Operativo per il Censimento della Beccaccia nelle aree di svernamento mediante cane da ferma, approvato dalla D.G.R. sopra richiamata, il progetto è stato suddiviso in tre fasi. La prima ha previsto la formazione di “monitoratori”, attraverso un corso specifico di 16 ore di lezioni frontali con obbligo di frequenza ed esame finale. Il corso, tenuto da tecnici individuati dall’associazione Scolopax, era mirato a dare informazioni relative alla specie (biologia, ecologia, status, etc.) e alle tecniche di rilievo in campo, al fine di affidare loro il compito del monitoraggio. La seconda fase ha interessato solo i cacciatori che hanno ottenuto, in seguito ad un esame finale, l’attestato di cacciatore-monitoratore della beccaccia. Tale fase ha impegnato i monitoratori in attività pratiche con i cani da ferma per verificarne le attitudini alla ricerca della beccaccia. La terza fase invece, rivolta agli operatori che hanno superato le prime due fasi, ha riguardato la pianificazione operativa del monitoraggio comprendendo l’individuazione delle unità di campionamento, l’identificazione dei gruppi di monitoratori, la programmazione delle attività di campo. Il progetto ha inoltre previsto una fase di analisi delle ali delle beccacce abbattute nella Regione Molise che i cacciatori hanno riconsegnato ai due Ambiti Territoriali di Caccia della Provincia di Campobasso alla fine della stagione venatoria 2014-2015. Tale attività rientra nel progetto denominato “ALIregALI” promosso sempre dall’Associazione gli Amici di Scolopax. METODI UTILIZZATI Il metodo di lavoro prescelto segue pedissequamente quanto scritto nel Protocollo Operativo allegato alla D.G.R., redatto sulla base delle indicazioni dell’ISPRA. 13 Metodo di scelta delle unità campionarie Le unità di rilevamento sono state scelte utilizzando una strategia di campionamento basata su criteri probabilistici e sul tipo di habitat, al fine di selezionare tutte le tipologie di ambienti in maniera proporzionale alla loro frequenza relativa sul territorio, localizzate in ambienti idonei alla rimessa diurna della specie (formazioni boschive con sottobosco di arbusti e/o rovi e felci, aree cespugliate, macchie, noccioleti, rimboschimenti, golene, etc.). L’individuazione delle aree è stata effettuata a partire dalla Carta di uso del suolo e delle coperture vegetali in scala 1:250000 (MATTM 2005), secondo la legenda europea CORINE Land Cover al III livello. Tale base cartografica è stata utilizzata per la costruzione di carte di idoneità ambientale, realizzate per integrare e sintetizzare le relazioni specie – ambiente. Le carte hanno permesso di assegnare alle tipologie ambientali della carta dell’uso del suolo una scala di valori d’idoneità (Boitani et al. 2002), compresi tra 0 e 3: - Nulla - Bassa - Media - Alta Le unità di rilevamento hanno un’estensione non inferiore ai 100 ettari ognuna e sono distanziate di almeno 500 metri in linea d’aria. Dopo l’individuazione delle unità di rilevamento, sono state calendarizzate le uscite in campo. Per standardizzare le informazioni si è deciso di concentrare le attività in una uscita a settimana, per almeno tre ripetizioni. Metodo di censimento Per questo censimento, i responsabili scientifici degli AA.TT.CC. hanno scelto un metodo affidabile e di facile applicazione, al fine di investigare in tempi brevi ampi territori. Le aree campionarie sono state disegnate su base cartografica digitale all’interno di un reticolo costituito da quadrati aventi ogni lato di 10 km. La base cartografica digitale contiene i riferimenti al sistema di riferimento U.T.M. in scala 1:100000. 14 All’interno di ogni quadrato di 10 x 10 km è prevista l’analisi attraverso transetti lineari disposti casualmente all’interno di esso e per ogni transetto vengono registrati, su una scheda appositamente creata, i dati di rinvenimento degli individui di beccaccia e le informazioni sugli ambienti in cui la specie è stata ritrovata necessarie per una caratterizzare degli habitat (Allegato I). I monitoratori, formati attraverso il corso in precedenza menzionato, sono stati divisi in piccoli gruppi di una o due persone per zona, con al massimo due cani per equipaggio e ad ognuno di questi gruppi è stata assegnata una zona da monitorare. In un incontro preliminare, i responsabili scientifici degli AA.TT.CC. hanno edotto gli operatori sul metodo di campionamento, fornendo loro tutte le informazioni necessarie per la compilazione della scheda di campo. I tecnici scientifici degli AA.TT.CC. hanno avuto il compito di pianificare il monitoraggio, coordinare il lavoro dei monitoratori, raccogliere le schede di campo, analizzare i dati ed elaborare una relazione conclusiva. Metodo di analisi dei dati Tutti i dati raccolti dai monitoratori sono stati successivamente vagliati dai tecnici scientifici degli AA.TT.CC ed archiviati in un data base (Microsoft Excel). In una seconda fase si è proceduto alla georeferenziazione dei dati raccolti mediante software GIS (QGIS) per l’analisi e la visualizzazione cartografica. Per gestire i dati spaziali e creare le carte interpolate in scala adeguata, è stato utilizzato il plugin d’interpolazione di QGIS Lyion 2.12 impiegando il metodo dell’Inverse Distance Weight (IDW), basato sull’applicazione di funzioni radiali per interpolare dati puntiformi sparpagliati. Il risultato è una funzione derivabile e continua, visualizzabile sul piano mediante una gradazione di colori. Metodo di raccolta e analisi delle ali della beccaccia Il progetto ALIregALI ha previsto la raccolta e l’analisi delle ali attraverso il Metodo Boidot che prende il nome dell’autore Jean Paul Boidot, presidente onorario del CNB (Club National de Bécassiers) e della F.A.N.P.B.O. (Federazione delle Associazioni Nazionali dei Beccacciai del Paleartico Occi15 dentale). Esso consente di determinare con esattezza l’età della beccaccia, dato essenziale per monitorare l’andamento riproduttivo della specie e i suoi flussi migratori. La determinazione dell’età della beccaccia si fonda sull’esame particolareggiato del piumaggio della superficie esterna e interna dell’ala, prendendo in considerazione le piume Remiganti Primarie e Secondarie, le Grandi Copritrici Primarie e Secondarie, nonché il gruppo delle tre piume Polliciali. La diagnosi delle piume attraverso la presenza di usura dell’apice, ossidazione del vessillo, brillantezza dei pigmenti, forme e sfumature, consente di differenziare 15 diverse categorie di beccacce: 1. 5 di classe giovane, tra cui i soggetti precoci (6-8 mesi di età) e i tardivi (4-6 mesi) che ancora non si sono riprodotti; 2. 5 di classe adulta riprodottisi una volta (più di 1 anno di vita); 3. 5 di classe adulta riprodottisi più volte (più di due anni di vi- ta). Per convenzione la lettura viene fatta sull’ala destra, prelevata dal cacciatore e lasciata essiccare per una settimana con un’apertura di circa 130°-160°, e consiste nell’individuare e nel contare il numero di piume non mutate. Le beccacce mutano penne e piume fino al momento della migrazione. Meglio mangiano, più velocemente mutano tutto il piumaggio. In caso di deterioramento degli habitat riproduttivi dovuto ad alluvioni e/o siccità, la reperibilità del cibo diventa difficoltosa e così alcune piume non riescono a mutare. Un minor numero di piume non mutate corrisponde dunque a una beccaccia in buone condizioni generali, al contrario un maggior numero di piume non mutate corrisponde a una beccaccia che ha subito stress e altre difficoltà. E’ interessante notare che gli adulti, in caso di stagione favorevole per la riproduzione, hanno il tempo di completare la muta post-nuziale prima di partire in migrazione. Al contrario, nel caso di cattive condizioni di riproduzione che creano perdite di nidi, di uova e di pulcini, essi sono sottoposti a forte stress ed hanno meno tempo per mutare. Fra gli adulti, la femmina presenta un tasso di sospensione della muta superiore a quello del maschio. Ciò è da mettere in relazione al fatto che la femmina alleva i suoi piccoli e che lascia i luoghi di nidificazione prima del 16 maschio, il quale beneficia di un tempo più lungo per terminare la sua muta, o comunque di avanzarla prima della partenza migratoria. I maschi adulti sono generalmente gli ultimi a migrare, in relazione a grosse ondate di freddo. Per quel che concerne i giovani, si suppone che quelli che non presentano un’usura delle ali siano nati vicino ai luoghi di caccia e pertanto siano autoctoni. Ciò costituisce una novità molto importante che permette di individuare la presenza di beccacce nidificanti, ad esempio nelle valli alpine o in alcune nicchie appenniniche. Il metodo Boidot consente di determinare la cosiddetta Age ratio, ovvero la percentuale di giovani rispetto agli adulti. A valori percentuali uguali o maggiori del 70% corrisponde una stagione riproduttiva buona; in tal caso la caccia non influisce sul capitale beccaccia, bensì sugli interessi, come vuole il principio della caccia sostenibile. Di estrema importanza è la presenza di femmine adulte a muta conclusa (AC0), che permette di confermare la buona stagione riproduttiva, ovvero le femmine hanno avuto condizioni di clima e di cibo ideali per portare a termine le proprie covate. Inoltre, il metodo porta a determinare la Sex ratio, cioè la percentuale di maschi rispetto alle femmine. Qualora questa percentuale si attesti intorno al 50% si può affermare di aver prelevato in maniera sostenibile. La relazione fra età, sesso, peso, luogo e periodo del prelievo, fornisce l’identikit della beccaccia transitante e svernante in Italia; apre pertanto alla conoscenza del flusso migratorio che necessariamente dovrà essere ampliata con l’attività di cattura e inanellamento, per stabilire con esattezza le relazioni con la rotta migratoria, nonché la fedeltà ai luoghi di nidificazione corrispondenti. Il resoconto finale della lettura delle ali viene pubblicato nelle riviste specializzate e inviato alla F.A.N.B.P.O. per l’identikit europeo della stagione venatoria. 17 Figura 2 Scheda utilizzata per registrare informazioni sulle ali restituite. Anche la Regione Molise ha aderito al progetto ALIregALI e in questa relazione si riportano i risultati elaborati e restituiti in forma tabellare e grafica della fase di monitoraggio che si è svolta nella stagione venatoria 2014 – 2015. 18 RISULTATI Al corso di preparazione degli operatori cinofili hanno partecipato 67 aspiranti monitoratori e 14 tecnici naturalisti. Degli aspiranti monitoratori, solo 25 hanno ottenuto l’attestato di cacciatore-monitoratore (Tabella 2, Tabella 3). ELENCO PARTECIPANTI AMMESSI 1 Acciaro Fabio 2 Angelucci Gianluigi 3 Arielli Bruno Nicola 4 Ascolese Angelo Alfonso 5 Aufiero Antonio 6 Basciano Giuseppe 7 Bonifacio Alessandro 8 Caroselli Giovanni 9 Carpinone Aldo 10 Casolino Gabriele 11 Cefaratti Gianluca 12 Ciaramella Luigi 13 Compagnucci Nello 14 Cordisco Franco 15 Corrias Giuseppe 16 D'Acci Antonio 17 D'Addona Franco 18 D'Aloè Luca 19 De Castro Giancarlo 20 De Castro Giovanni 21 De Lerma Di Celenza Di Castelmezzano Giuseppe 22 De Martino Vincenzo 23 De Santis Carmine 24 De Santis Pasquale 25 Di Cera Amedeo Demetrio 26 Di Dodo Christian 27 Di Dodo Michele 28 Di Nonno Alberto 29 Di Renzo Antonio 30 Di Vaio Pasquale 31 Ebreo Andrea 32 Ebreo Giuseppe Ciro 33 Eremita Teodoro 19 34 Ferrone Massimo 35 Franco Vincenzo 36 Fratangelo Alberto 37 Giordano Pierluigi 38 Glave Vincenzo 39 Grassi Franco 40 Greco Francesco 41 Greco Michele 42 Grieco Giovanni 43 Iacurto Amedeo 44 La Porta Alessandro 45 Langiano Pasqualino 46 Lastoria Alfredo 47 Lastoria Marco 48 Lepore Carlo 49 Libertucci Vincenzo 50 Marinelli Nicola 51 Melone Giovanni 52 Nerilli Luigi 53 Orlando Luciano 54 Palladino Libero 55 Parziale Antonio 56 Passarella Carmine 57 Pavone Osvaldo 58 Piano Pasquale 59 Prozzo Pio Pasquale 60 Rauso Antonio 61 Santoianni Vincenzo 62 Sassi Ennio 63 Sforza Luigi 64 Spagnoletti Vincenzo 65 Staniscia Antonio 66 Stuppelli Piero 67 Zurlo Franco ELENCO PARTECIPANTI PERSONALE TECNICO SCIENTIFICO 1 Berardo Fabiana 2 Calabrese Pasquale 3 Casmirro Paolo 4 Cianciullo Antonio 5 Cirucci Lino 20 6 Colacci Marco 7 D'Alessandro Evelina 8 D'Amico Federica 9 De Castro Giuseppina 10 De Lisio Lorenzo 11 Felice Anastasia 12 Marinelli Michele 13 Perone Annalisa 14 Simiele Melissa Tabella 2 Elenco degli aspiranti monitoratori che hanno partecipato alla prima fase del progetto. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 ELENCODEIMONITORATORI(PeriodoFebbraio/Marzo2016) Libertucci Vincenzo Campobasso De Castro Giovanni Campobasso Grassi Franco Campobasso De Martino Vincenzo Campobasso Melone Giovanni Campobasso Passarella Carmine Campobasso Orlando Luciano Portocannone Glave Vincenzo Portocannone Stuppelli Piero Portocannone Di Renzo Antonio Ferrazzano D'addona Franco Larino Langiano Pasqualino S. Martino In Pensilis Colacci Marco Bojano Arielli Bruno Nicola S.Giacomo degli Schiavoni Compagnucci Nello Termoli Carpinone Aldo Termoli D'Acci Antonio Termoli Greco Michele Termoli Caroselli Giovanni Isernia Di Vaio Pasquale Isernia Greco Francesco Chiauci 21 22 23 24 25 Di Dodo Christian Guglionesi Prozzo Pio Pasquale Campomarino Staniscia Antonio Campomarino Lepore Carlo Campomarino Tabella 3 Elenco dei monitoratori individuati durante la prima fase del progetto. 22 Aree campionarie Il lavoro cartografico ha permesso di individuare 10 unità di campionamento, 3 ricadenti nel territorio dell’ATC n°1 di Campobasso e 11 nel territorio dell’ATC n°2 di Termoli (Allegato II). Tali unità sono state in seguito assegnate ai monitoratori per svolgere le attività di campo. Di seguito vengono riportate le carte di idoneità ambientale realizzate per la fenologia migratrice della beccaccia nel territorio dei due AA.TT.CC. e le relative tabelle delle idoneità (Figura 3, Tabella 4). Figura 3 Carta di idoneità ambientale per la beccaccia realizzata per il territorio dell’ATC n°1 Campobasso. Il territorio dell’ATC n°1 Campobasso presenta - su un totale di 1492698997,11 ettari - circa il 30% di aree ad alta idoneità per la beccaccia, essendo costituito prevalentemente dalle seguenti tipologie di uso del suolo: • Aree agricole interrotte da vegetazione naturale; • Aree agro-forestali; § Boschi di latifoglie; § Foreste di conifere; § Boschi misti. 23 Idoneità Non idoneo Bassa Media Alta Classe 0 1 2 3 Area Ha 879015470,94 65457533,03 94495673,05 453730320,09 % 58,88 4,38 6,33 30,39 Tabella 4 Analisi delle idoneità per la beccaccia nel territorio dell’ATC n°1 Campobasso. Stessa analisi è stata effettuata per il territorio dell’ATC n°2 Termoli. I risultati mostrano che su un totale di 2365461767,76 ettari, circa il 32% di aree risulta essere ad alta idoneità per la beccaccia a fenologia migratrice. Figura 4 Carta di idoneità ambientale per la beccaccia realizzata per il territorio dell’ATC n°2 Termoli. Idoneità Non idoneo Bassa Media Alta Classe 0 1 2 3 Area Ha 1324189235,26 73451050,30 187603961,00 778382108,20 % 55,98 3,10 7,93 32,90 Tabella 5 Analisi delle idoneità per la beccaccia nel territorio dell’ATC n°2 Termoli. 24 Censimenti Le indagini sono state svolte nel periodo dal 10/02/16 al 14/03/16, per complessivi 30 giorni di rilievo. Sono stati indagati 22 quadrati di 10x10 km, ricadenti nelle aree dei due AA.TT.CC. della Provincia di Campobasso e corrispondenti a circa il 47% dell’intero territorio provinciale (Figura 5). Figura 5 Particelle di 10x10 km indagate durante il censimento. Sono stati effettuati 104 rilievi di campo e raccolti complessivamente 162 dati per un numero totale di 117 individui di beccacce contate. Tabella 6. Quadrati VF58 VF59 VG51 VF68 VF69 VG60 VG61 VG62 VF79 VG71 Individui censiti 3 24 7 4 1 2 5 2 4 4 Totale uscite 2 12 9 3 1 2 6 4 7 2 25 Indice (ind/uscite) 1,50 2,00 0,78 1,33 1,00 1,00 0,83 0,50 0,57 2,00 VG72 VF89 VG81 VG82 VG83 VG91 VG92 VG94 WG01 WG02 WG03 WG04 Totale 7 1 7 9 2 3 12 3 2 2 5 8 117 5 3 3 6 3 3 13 5 3 3 3 6 104 1,40 0,33 2,33 1,50 0,67 1,00 0,92 0,60 0,67 0,67 1,67 1,33 1,13 Tabella 6 Tabella riassuntiva dei risultati delle attività di campo. Individui censiti per quadrato e numero di uscite per quadrato. Dai dati riportati in tabella, si osserva che il numero medio di beccacce censito per uscita è di 1,13 con valori che oscillano da un minimo di 0,33 a un massimo di 2. Nella prima settimana, in cinque giorni di censimento, sono state indagate 16 località e contattati 34 individui. Nella seconda settimana, in sei giorni di censimento, sono state indagate 16 località e contattati 28 individui. Nella terza settimana, in sei giorni di censimento, sono state indagate 20 località e contattati 25 individui. Nella quarta settimana, in cinque giorni, sono state indagate 12 località e contattati 8 individui. Nella quinta settimana, in 8 giorni di censimento, sono state indagate 11 località e contattati 22 individui (Tabella 7). Settimana 1 2 3 4 5 Data 10-14 febbraio 16-21 febbraio 23-28 febbraio 2-5 marzo 7-14 marzo Giorni individui località Individui/giorno Individui/locali tà 5 34 16 6,8 2,125 6 28 16 4,6 1,75 6 25 20 4,16 1,25 5 8 12 1,6 0,6 8 22 11 2,75 2 Tabella 7 Schema riassuntivo dei risultati delle attività di campo. La riga in arancio evidenzia la settimana in cui sono stati contattati il maggior numero di individui di beccaccia. 26 La settimana con il più alto numero di individui contattati (n°34) è stata la prima, corrispondente al periodo 10-14 febbraio 2016. I dati di presenza, ripartiti per settimana, mostrano un decremento degli individui contattati dalla prima alla penultima settimana con un lieve aumento nell’ultima settimana (Figura 6). 40 35 30 25 Beccacce 20 Giorni Località 15 10 5 0 1 2 3 4 5 Figura 6 Decremento del numero di beccacce contattate nella quarta settimana corrispondente al periodo che va dal 2 al 5 marzo. Anche l’analisi degli indici relativi a individui/giorno e individui/località mostra una tendenza al decremento con il punto di minimo corrispondente alla quarta settimana (Figura 7). 27 8 7 6 5 giorni 4 Località 3 2 1 0 1 2 3 4 5 Figura 7 Decremento relativo agli indici individui/giorno e individui/località osservato nella quarta settimana. L’andamento evidenziato dai grafici induce a pensare che gli individui osservati abbiano iniziato la migrazione di ritorno verso i quartieri riproduttivi. L’analisi spaziale, effettuata mediante interpolazione dei dati di presenza (individui/località) e riferita a tutto il periodo di indagine, mostra tre aree a più alta densità della specie che corrispondono alla zona pedemontana del Matese, a quella dei Monti Frentani del Molise centrale e a una piccola zona relativa all’area costiera (Figura 8). 28 Figura 8 Aree a più alta densità della specie: zona pedemontana del Matese, Monti Frentani del Molise centrale e zona costiera. Analisi delle ali Bilancio ali ATC n. 1 Campobasso e ATC n. 2 Termoli Nella stagione venatoria 2014-2015, 27 collaboratori dei due AA.TT.CC. hanno consegnato 170 ali, numericamente suddivise per mesi e decadi mensili come da Figura 9: nel complesso, la terza decade di novembre e la prima decade di gennaio mostrano il numero maggiore di ali (Figura 10). Figura 9 Ali riconsegnate agli ATC della Provincia di Campobasso suddivise per mesi e decadi mensili. 35 30 31 30 25 22 21 20 23 15 13 13 12 10 5 0 5 0 0 0 1^dec.2^dec.3^dec.1^dec.2^dec.3^dec.1^dec.2^dec.3^dec.1^dec.2^dec.3^dec. O=. O=. O=. Nov. Nov. Nov. Dic. Dic. Dic. Gen. Gen. Gen. Figura 10 Dettaglio delle ali riconsegnate nella stagione venatoria 2014-2015 agli ATC della Provincia di Campobasso. I due picchi relativi all’inizio (in ascesa) e alla fine (in discesa) della stagione di raccolta sono probabilmente da attribuire alle fasi concomitanti di apertura e chiusura dell’attività venatoria non disponendo dei dati sforzo di campo. Tuttavia, sembrano mostrare un andamento simile a quanto evidenziato a livello nazionale dall’analisi delle ricatture estere in Italia (Spina e Volponi 2008). In relazione alle classi d’età, l’age ratio risulta pari al 63%, a fronte del 37% di adulti, come si desume dal bilancio (Figura 11). Il dato è inferiore a quello nazionale e indica una stagione riproduttiva non particolarmente buona. Fra i giovani prevalgono i precoci rispetto ai tardivi, in particolare quelli con muta parziale delle penne (JC1), mentre fra gli adulti il numero più alto è quello degli individui che hanno completato la muta (AC0), pari a 32 (Figura 12). Sarebbe interessante integrare il dato sull’age ratio col sex ratio al fine di capire quante femmine che hanno portato a termine le proprie covate siano ricomprese nei 32 individui AC0. Il dato darebbe utili indicazioni sulla bontà della stagione riproduttiva. 31 Figura 11 Bilancio demografico da cui si calcola l’age ratio degli AA.TT.CC. n°1 e n°2. Figura 12 Grafico del bilancio demografico negli AA.TT.CC. n°1 e n°2. Bilancio ali ATC n. 3 Isernia Nell’ATC di Isernia sono state riconsegnate 54 ali da parte di 7 collaboratori con l’andamento che risulta dalla Figura 13 e dalla Figura 14. Figura 13 Ali riconsegnate all’ATC n°3 di Isernia, suddivise per mesi e decadi mensili. 34 10 9 9 9 8 8 7 7 6 Quan%tà 6 5 5 5 4 4 3 2 1 0 1 0 0 0 1^dec. 2^dec. 3^dec. 1^dec. 2^dec. 3^dec. 1^dec. 2^dec. 3^dec. 1^dec. 2^dec. 3^dec. O2. O2. O2. Nov. Nov. Nov. Dic. Dic. Dic. Gen. Gen. Gen. Figura 14 Dettaglio delle ali riconsegnate nella stagione venatoria 2014-2015 all’ATC n°3 di Isernia. L’age ratio è pari al 61%, dato molto simile a quello degli altri ATC regionali, e come gli altri al di sotto della media nazionale, ad indicare una stagione riproduttiva non particolarmente 35 buona (Figura 15). Figura 15 Bilancio demografico da cui si calcola l’age ratio dell’ATC n. 3 di Isernia. Come negli AA.TT.CC. n°1 e n°2, anche in questo i giovani precoci (JC1) prevalgono sulle altre classi, mentre fra gli adulti prevalgono gli AC0 (Figura 16). Similmente a quanto sopra detto, sarebbe interessante commentare quest’ultimo dato alla luce del sex ratio. Figura 16 Grafico del bilancio demografico nell’ATC n°3. Bilancio ali Regione Molise La forte similitudine della situazione riscontrata in Provincia di Campobasso e in quella di Isernia produce un andamento regionale che ricalca quanto scritto a proposito dei tre ambiti: nel complesso, in regione il picco di ali prelevate coincide con la fine di novembre e l’inizio di gennaio, andamento che sembra ricalcare i flussi migratori nazionali (Spina e Volponi 2008) Figura 17 e Figura 18. Figura 17 Prospetto riassuntivo delle ali riconsegnate agli ATC della regione nella stagione venatoria 2014-2015. 38 Figura 18 Diagramma delle ali riconsegnate in regione. 224 sono state le ali riconsegnate da 34 collaboratori. Dalla Figura 19 emerge un age ratio pari a 62,5, al di sotto della media nazionale. Sarà importante raccogliere in futuro dati per discriminare fra i sessi e avere un quadro migliore del numero di AC0 di Figura 20. 39 Figura 19 Bilancio demografico da cui si calcola l’age ratio della regione. 71 44 37 28 13 4 JC0 JC1 JC2 JC3 11 6 9 1 A1C1 A1C2 A1C4 AXC1 AXC2 AC0 Figura 20 Grafico del bilancio demografico regionale. Il dato generale non è positivo e il Molise si assesta agli ultimi posti in ambito nazionale, al di sotto della soglia minima del 70%, insieme a Sicilia e Sardegna. CONCLUSIONI E PROSPETTIVE FUTURE Attività di campo Questo rapporto raccoglie il primo dataset sulla presenza della beccaccia nella Regione Molise. I dati raccolti consentono innanzitutto di confermare la presenza della specie sul territorio regionale e in particolare nelle aree ricadenti all’interno dei due Ambiti territoriali di Caccia della Provincia di Campobasso. La finestra temporale in cui sono stati svolti i rilievi permette di osservare e analizzare un breve periodo della stagione fenologica della specie nel territorio provinciale. I risultati ottenuti consentono di asserire che la specie è distribuita in tutto il territorio provinciale, dal livello del mare fino agli 800 m s.l.m. circa (limite altitudinale dei rilievi), e che è maggiormente concentrata nelle aree pedemontane del Matese e dei Monti Frentani. Dall’analisi dei dati sembra che la beccaccia sia soggetta ad andamenti fluttuanti, con una riduzione degli individui presenti che va da febbraio a marzo; inoltre, tale andamento temporale sembra essere associato a movimenti spaziali. I movimenti della beccaccia sul territorio, osservati nel periodo di riferimento, sembrano indicare che la specie si sposti dalle aree centrali a quelle costiere presumibilmente in seguito ai movimenti migratori (Figura 21). Si osserva come la riduzione nel numero di individui censiti, durante la quarta settimana, corrisponde a una mancanza degli stessi nelle aree dei Monti Frentani e, viceversa, una concentrazione sulla costa. Figura 21 Confronto della distribuzione della specie sul territorio tra la seconda e la quarta settimana. Le indagini effettuate quest’anno sono coincise con la coda della presenza della specie sul nostro territorio (Figura 22) nazionale e dunque consentono di poter formulare solo un’ipotesi sugli spostamenti spaziali e temporali della beccaccia. 42 Figura 22 Fenologia delle ricatture estere in Italia e delle ricatture italiane all’estero (Fonte Spina F. & Volponi S. 2008 - Atlante della Migrazione degli Uccelli in Italia. 1. Non Passeriformi). Per confermare le ipotesi su cui si basano i risultati di questo rapporto è necessario ripetere le indagini di campo per almeno altri due anni consecutivi e svolgere la fase di rilevamento nell’arco di una finestra temporale molto più ampia. Così facendo sarà possibile raccogliere dati relativi a tutto il periodo di presenza della specie sul nostro territorio (novembre - marzo) e 43 avere dunque un quadro più significativo dei movimenti e della fenologia della beccaccia in Molise. Analisi delle ali I risultati dall’analisi delle ali evidenziano una age ratio della popolazione di beccacce svernanti in Molise pari al 62,5%, valore che, sulla base del metodo utilizzato, indica una stagione riproduttiva non buona per la specie, inducendo così a sostenere che la caccia abbia influito negativamente sul capitale beccaccia. L’utilità di questi dati è legata a una programmazione e gestione dell’attività venatoria, in modo da ottenere un prelievo sostenibile sulla specie. La stima ottenuta in questo lavoro spinge a mirare a un miglioramento complessivo su due fronti, quello della gestione della caccia alla beccaccia e quello dell’incremento del dato. Il primo obiettivo si raggiunge con una sinergia migliore fra gli AA.TT.CC. regionali e con investimenti sul miglioramento degli habitat essenziali per la beccaccia. In particolare, se si considera la fedeltà delle subpopolazioni della specie alle aree di riproduzione e di svernamento, ben si comprende come sia indispensabile circoscrivere a queste stesse aree l’applicazione di strategie di miglioramento e gestione. Il secondo obiettivo si raggiunge con un impegno concreto in una raccolta dati di lungo periodo, ovvero nel prosieguo del monitoraggio. Sarà molto utile effettuare nel prossimo futuro un confronto fra dati di stagioni venatorie diverse e sarà necessario aumentare il numero di cacciatori che riconsegnano le ali. Ciò poiché incrementare il numero delle ali riconsegnate nel lungo periodo vuol dire aumentare la consistenza e il significato del dato statistico. Le considerazioni conclusive riportate sia per il censimento della specie che per le analisi delle ali, confermano la necessità di proseguire il monitoraggio per almeno altri due anni consecutivi con l’obiettivo di confermare le ipotesi su cui si basano i risultati dei censimenti e per confrontare i dati ricavati dalle analisi delle ali in diverse stagioni di caccia al fine di perseguire un prelievo venatorio sostenibile. 44 45 BIBLIOGRAFIA Akaike, H. 1970. Statistical predictor identification. Ann. Inst. Statist. Math., 22: 203-217. Anderson, D.R., & Burnham, K.P. 1976. Population ecology of the mallard: VI. The effectof exploitation on survival. United States Fish and Wildlife Service Resource Publication 128. Anzalone, B., Lattanzi, E. & Lucchese, F. 1991. La Flora della Tenuta di Castelporziano.– In: Accademia Nazionale dei Lincei (ed), Ricerche Ecologiche, Floristiche,Faunistiche sulla fascia mediotirrenica italiana. Quad. 2641. pp. 133-218. 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Rilevatore (Cognome e nome) ................................................................................................. data uscita ................... Area n° ........... Orario (dalle _________ alle __________) Località ................................................................. Comune ....................................... Cane n. 1 razza ............................. età ............ microchip ...................................... Cane n. 2 razza ............................. età ........... microchip ...................................... Coordinate inizio e fine ............................................................................................... SI RACCOMANDA DI: • • • • • OASI Z.R.C. Z.A.C. CONDIZIONIMETEO Sereno Coperto SIC ZONALIBERA Non ribattere mai le beccacce monitorate Legare il cane all’atto della ferma Usare il campano ( è ammesso l’uso del beeper esclusivamente col suono a ferma Indicare per ogni beccaccia levate la corrispondente categoria ambientale (in modo esteso o il numero corrispondente relativo riportato sotto) Compilare la schede anche in caso di nessun avvistamento TEMPERATURAINIZIORILIEVO Q(mslm) TIPOSUOLO Z.P.S. Pioggia Roccioso Argilloso Ghiaioso Sabbioso Nebbia Assente N° Debole VENTOSITÀ Media PENDENZA SUOLO% Forte UMIDITÀSUOLO Asciutto Umido Bagnato Innevato Gelato OSSERVAZIONI DIRETTE Coordinate Gps Orario N° beccacce avvistate per transetto TIPOLOGIA AMBIENTE: specificare bosco (alto fusto-ceduo-boscaglia rada-bosco idofilo) arbusteto, prato, colture arboree, zone agricole,cespugliati. Distanza dai corsi d’acqua Altro Direzione di spostamento Altri animali avvistati vivi o morti [email protected];[email protected] Note Altro