Donne - Monza Club

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Donne - Monza Club
EDITORIALE
L’altra metà del cielo
L
’8 marzo 1908 uno stabilimento
tessile situato in Washington Square
a New York venne devastato da un
incendio e le 129 operaie presenti,
che protestavano da giorni per
le condizioni disumane in cui erano costrette a
lavorare, non ebbero via di scampo e andarono
incontro ad una morte orribile. Il proprietario della
fabbrica, un certo Donald Johnson, per ritorsione,
aveva bloccato tutte le vie d’uscita impedendo alle
donne di salvarsi. Questo gravissimo episodio, una
vera e propria strage commessa a sangue freddo,
diede origine alla Giornata Internazionale della
Donna, un anniversario che ancora oggi si celebra
in tutto il mondo a favore delle donne e delle loro
conquiste sociali e civili.
Sono passati cento anni da quella data: eppure
ancora oggi, mai come oggi, la cronaca racconta
storie di violenza, di emarginazione e di
sopraffazione di cui molte donne sono vittime.
Non passa giorno che le tv e i giornali non entrino
nelle nostre case raccontando fatti e mostrando
immagini che ci lasciano sgomenti e ci provocano
un senso di angoscia difficile da rimuovere. Roma,
Bologna, Milano: squallide location dove si sono
perpetrati fatti di violenze inaudite su giovani
vittime che avevano l’unico torto di camminare per
la strada, sole o in compagnia dei loro fidanzati.
Non è tutto. A fronte di questi crimini, amplificati
dalla stampa per il clamore che hanno suscitato
nell’opinione pubblica, vi sono i dati pubblicati
dall’Istat su uno studio effettuato recentemente
su commissione del Ministero dei Diritti e delle
Pari Opportunità: numeri agghiaccianti, che fanno
riflettere e che ci obbligano ad interrogarci su un
fenomeno che inquieta le nostre coscienze di gente
civile. I numeri raccontano che oltre 14 milioni
di donne italiane sono state oggetto di violenza
fisica, sessuale e psicologica nella loro vita: con
l’aggravante che oltre il 94% di queste violenze
non è mai stata denunciata e che solo l’8%
degli autori, quando sono denunciati, vengono
condannati con pene irrisorie.
Lo stupro resta l’arma preferita e più efficace del
razzismo sessuale. E di solito funziona. Le donne,
spaventate, si ritirano, perdono fiducia. Insomma,
disarmano. La pubblicità, i fumetti, la moda e
molte trasmissioni televisive sembra che difendano
una mentalità davvero poco educativa: il mondo
pare fatto per i più forti che devono dominare sui
più deboli, i ricchi sui poveri, coloro che hanno
la verità in mano su coloro che dubitano, i vecchi
sui giovani, gli adulti sui bambini, gli uomini sulle
donne. Fin quando questa gerarchia è accettata, e
più o meno applicata, le guerre di genere, più che
taciute, vengono rimosse. Ma quando la gerarchia
viene messa in discussione, quando le donne
entrano in settori tradizionalmente affidati agli
uomini, quando si mostrano autonome, capaci,
indipendenti in ogni campo dello scibile, quel
mare limaccioso che giace nel fondo della cultura
patriarcale sale in superficie e ribolle minaccioso.
C’è anche chi tenta la carta dell’ipocrita adulazione
nel diffondere accattivanti modelli femminili dediti
al sacrifico e all’obbedienza. Ma quando nemmeno
quella carta funziona, si passa alle armi più efficaci
del disprezzo pubblico, della denigrazione. E, in
un clima di diffamazione culturale, i più deboli e
spaventati si buttano sullo stupro che fomenta in
loro i sentimenti dell’onnipotenza virile.
Da piccoli abbiamo sentito narrare una storia per
cui la donna è stata creata dalla costola dell’uomo,
«Dal lato per essere uguale, da sotto il braccio per
essere protetta. Vicino il cuore per essere amata».
Questa storia bellissima ci dice che uomo e donna
sono le metà dello stesso cielo. Vorremmo che
fosse veramente così, come vorremmo che il
rispetto e la condivisione dei ruoli aiutasse tutti,
donne e uomini, a diventare migliori.
di Toni Liguori
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MONZA YOUNG
MONZACLUB
www.monzaclub.it
PERIODICO REALIZZATO DA
Monza Club Edizioni srl
Piazza Carrobiolo, 5 - Monza
Tel. 039/5961872
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Prezzo di copertina: 5 euro
DIRETTORE
EDITORIALE
Pietro Fortunato
DIRETTORE
RESPONSABILE
Toni Liguori
SEGRETERIA
DI REDAZIONE
Chiara Bramati
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DONNE &
A volte non serve avere
la bacchetta magica,
basta un pizzico di
organizzazione e la
convizione di voler
essere madri senza
rinunciare a se stesse.
Altre volte invece, tra
urla, pianti e pappe da
scaldare, la bacchetta
magica è proprio
indispensabile...
Ecco le storie di cinque
giovani mamme che,
tra pannolini, giochi
e riunioni in ufficio
trovano anche il tempo
per divertirsi
REDAZIONE
Sara Re (caporedattore)
Francesca Barzaghi
Chiara Bramati
Sara Franchini
Greta La Rocca
Laura Marinaro
Francesco Pozzi
Martina Primavesi
Valentina Rigano
Valentina Terruzzi
Elisa Tosi
Benedetta Trabattoni
Paola Vanni
GRAFICA
Andrea Giarola
Ilaria Nigro
FOTOGRAFIE
Marco Brioschi
Foto di copertina:
Marco Brioschi
Gaetano Galbiati
PUBBLICITÀ
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STAMPA
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Periodico registrato presso il
Tribunale di Milano al n.242 Registro stampa periodica
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Un diavolo per capello
oppure un taglio
invidiabile? I consigli di
un hair stylist, tra nuove
tendenze e qualche
pettegolezzo
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La solidarietà è un appuntamento fisso
per i tanti amici che, anche quest’anno,
si sono raccolti intorno alla Fondazione
Niños de Quito
Annamaria
Di Oreste è
approdata da
poco a Monza
con la qualifica
di Presidente
del settimo
tribunale d’Italia
92
40
74
Campionessa del Mondo di super
G negli Special Olympics: risultato
niente male per Alessandra
Riboldi, ventenne tutta grinta
e voglia di vincere
Chi l’ha detto che la Brianza non ha il
calore del Sud? Senza dimenticare la sua
terra, qui Mino Reitano ha costruito una
vita ricca di affetti
SOMMARIO
WHAT’S ON
8 - Progetti, turismo e cultura
12 - Una cena solidale per i bambini dell’Ecuador
16 - Donne e lavoro: ora è possibile
19 - Regione Lombardia, la cultura della fede
20 - Il jazz racconta Matisse
22 - Rotary Club Monza Est, un compleanno con i giovani
24 - I circoli del Buongoverno
25 - Laura Valagussa, un medico per il cuore
27 - Immagini dal mondo dei ghiacci
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
28 - Cover: Vanna Balestrieri Buelli,
lady wine
34 - Briancar, assistenza
d’avanguardia
39 - Sette donne molto speciali
56 - Samantha Ceccardi, una donna, un’amica
MONZA YOUNG
62 - Elena, la mia passione per la tv
65 - Lady Dior, un trucco da diva
66 - Elisa, un angelo sui pattini
68 - Cinque mamme per sette bebè
102
Design di scarpe negli
States, ma produzione
in Italia.
La moda, secondo
Tania Spinelli
I quadri materici,
intensi e pieni di forza, di
una donna colma
di delicatezza:
Federica Varotto
100
FASHION
BRIANZA CLUB
74 - Mino Reitano, un calabrese in 102 - Tania Spinelli, talento su misura
105 - Ombrello, english style
Brianza
106 - Gemelli, classe nei gioielli
78 - Emanuela Sironi, passione
108 - Una piega impeccabile
politica
82 - Adealide Asnaghi, il futuro IL CONSULENTE
della ricerca
112 - Impresa
85 - Silvia Redaelli, quando il
113 - Lavoro
business è di famiglia
114 - Legale
115 - Dentista
PASSIONI
116 - Finanza
88 - Il francese anche sul web
117 - Assicurazioni
92 - Federica Varotto, quando il
quadro è scultura
97 - Daniela Sangalli, la danza che TEMPO LIBERO
6 - Chi sale
comunica
118 - Dove&Come
99 - Mulino a Vino
Ombrello e gemelli:
100 - Alessandra, una campionessa 119 - Mostre&Eventi
quale il modello giusto
per essere un vero
120 - Oroscopo
molto Special
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gentleman?
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TEMPO LIBERO
Chi sale
WAVE TANGRAM
PAVIMENTI IN ACCIAIO PER L’ARCHITETTURA
Dalla politica all’imprenditoria, la Brianza e i suoi protagonisti assurgono alla
ribalta di palcoscenici internazionali. Una volta di più a dimostrazione che idee
nuove e grande qualità manifatturiera riescono ancora a scacciare la parola “crisi”
di Elisa Tosi
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artina Sassoli
Dal pubblico monzese a quello internazionale. La
notizia che a Monza in queste settimane 200 scatole
rosa verranno installate in via sperimentale sulle vetture di
atrettante donne, ha fatto il giro delle diverse filiali europee della
BBC, che hanno dato risalto alla notizia soprattutto attraverso
il loro sito internet. Le edizioni di Inghilterra, Portogallo e
Brasile hanno infatti pubblicato un’intervista a Martina Sassoli,
assessore alle Pari Opportunità del Comune di Monza ed editore
di Monza Club, in cui anticipa che si sta lavorando anche allo
sviluppo di un prodotto che consenta alle donne che viaggiano
sui mezzi pubblici o camminano per strada di farlo in sicurezza.
«Tuttavia - aggiunge - sappiamo che il maggiore problema da
affrontare è che i crimini commessi siano poi effettivamente
denunciati, in particolare quando si tratta di violenze e aggressioni
compiute all’interno dell’alveo familiare». La cultura del rispetto,
insomma, deve ancora farsi strada, ma - che si chiami securidad
o security - ben venga l’attenzione sempre più vigile da parte dei
media verso la sicurezza delle donne.
M
atteo Parravicini
Dopo Canali che veste Barack Obama, l’imprenditoria
brianzola mette a segno un altro colpo oltreoceano,
anche questa volta nientemeno che nel cuore dell’amministrazione
democratica. Sarà infatti Arazzo, azienda biellese appartenente al
Gruppo Parà Tempotest di Sovico, ad arredare con i suoi tessuti
la Casa Bianca, secondo quanto deciso dal designer incaricato
dal Presidente stesso di effettuare il tradizionale restyling degli
ambienti. Una tradizione che questa volta premia una solida realtà
italiana, con sede in Brianza ma partecipazioni e controllate anche
in altri distretti d’Italia, tra cui quello particolarmente rinomato per
i tessuti del biellese. I duecento metri di stoffa ordinati (color ecrù,
90% seta e 10% cotone, soffice e vellutato al tatto) sono già arrivati
a destinazione. Il Gruppo Parà, guidato da Matteo Parravicini,
che è anche a capo dell’Aimb Giovani di Monza e Brianza, vanta
un fatturato di circa 80 milioni di euro e garantisce occupazione a
600 persone.
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WHAT’S ON
WHAT’S ON
Progetti e cultura verso l’estate
Il Brianza
Malpensa Express
al via
Sta per nascere il nuovo centro per la mamma e il bambino e intanto la Brianza
si prepara alle elezioni provinciali con nuove infrastrutture, turismo e tanta cultura
a cura della redazione
La Brianza e il turismo
Culle al Nuovo
La data è ormai fissata. Dal 10 marzo i reparti di Ostetricia e Ginecologia del San Gerardo si
trasferiranno definitivamente dalla vecchia sede di via Solferino all’Ospedale Nuovo, in attesa
che venga completato il nuovo centro di Monza per il bambino e la sua mamma (progetto della
Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma, insieme all’opera del Comitato
Maria Letizia Verga). I due reparti continueranno ad essere diretti dal dottor Paolo Tagliabue,
per la Neonatologia e dal dottor Rodolfo Milani per l’Ostetricia e verranno dotati di nuove e
moderne attrezzature all’interno di ambienti completamente ristrutturati ed accoglienti. Queste
unità andranno ad affiancare l’Unità di Pediatria ed Ematologia Pediatrica (fiore all’occhiello
dell’ospedale monzese, Ndr) diretta dal professor Giuseppe Masera. Per il momento i reparti
saranno sistemati al terzo piano dei settori B e C, insieme a Ginecologia (che si trova nel settore
A), con 4 sale operatorie ostetriche nuove, 4 sale parto di cui 2 con possibilità di parto in acqua.
L’Unità ostetrico ginecologica comprende anche 9 ambulatori e sale per medici e prericovero
chirurgico. L’Ostetricia potrà contare anche su un Pronto soccorso dedicato. Il nuovo Istituto
per madri e figli, che sorgerà in una nuova palazzina, verrà completato in almeno tre anni e
costerà 21 milioni di euro: sarà dotato di 115 posti letto, 7 sale parto, 2 sale operatorie, 18
ambulatori e una casa del parto con 4 posti per le mamme.
I nuovi pacchetti turistici proposti per la prima volta in Brianza
sono stati presentati durante la scorsa edizione della Bit, la Borsa
Internazionale del Turismo, che si è svolta dal 19 al 22 febbraio.
Anche quest’anno la Brianza ha avuto la sua vetrina nel Padiglione
della Regione Lombardia, dove ha fatto bella mostra di sè una moto
Ducati del Campionato Superbike. I 7 pacchetti sviluppati in gite,
fine settimana e vacanze intelligenti costituiscono la formula
per valorizzare al meglio il territorio, promuovendo lo sviluppo del
turismo sociale e culturale, insieme alla “mobilità dolce”. Durante
la Fiera è stata presentata, infatti, anche Go-slow, fiera del turismo
lento e della mobilità dolce, che si terrà presso l’Autodromo
di Monza, il 19 e 20 settembre 2009. Anche il Touring Club ha
presentato la nuova Guida Verde dedicata a Monza e alla Brianza.
Una riedizione della guida del 2001, oggi più snella e arricchita da
una sezione dedicata alle imprese storiche del territorio, come la
Carrier, la Canali, la Candy, la Rovagnati e la Colmar, che sono un
simbolo imprescindibile dell’identità della Brianza.
In treno diretti fino a Malpensa.
Il sogno del “Brianza Malpensa
Express” sta per diventare realtà.
Il Ministero delle Infrastrutture
ha dato il via libera al progetto
- nato da un’interpellanza del
deputato leghista brianzolo Paolo
Grimoldi - di ristrutturazione
della tratta ferroviaria Saronno
- Seregno, oggi adibita a merci,
e della costruzione del nodo di
interscambio di Cesano Maderno.
Il progetto, finanziato con 70
milioni di euro per la prima
parte e 7 milioni circa per la
nuova stazione, costituirà la
nuova linea tra la Brianza e
l’hub più importante del Nord.
Il percorso dovrebbe coprire
l’intera tratta partendo da Monza,
per poi fermarsi a Seregno,
Saronno, Cesano Maderno e
da lì riprendere la linea che da
Milano va a Malpensa, il tutto
in circa 40 minuti, quasi un’ora
in meno dell’attuale ora e
mezza. Soddisfatti soprattutto i
rappresentanti delle imprese.
Design in luce
Arredare con la Luce. Questo il tema della
seconda edizione del Concorso Internazionale
“Premio Lissone Design”, patrocinato dal
Comune e appena concluso in città. I 187
progetti pervenuti dai giovani designer di tutto
il mondo, sono stati esposti in una mostra
al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone
lo scorso primo marzo, quando sono stati
premiati i primi dieci. Questi ultimi saranno
poi protagonisti alla prossima fiera Euroluce.
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In aiuto dei papà
Decine e decine di scatoloni pieni di generi alimentari
per bambini e adulti sono stati distribuiti, lo scorso 2
marzo, nella Casa del Volontariato dall’associazione
Papà Separati Lombardia Onlus. Grazie ad una
convenzione con la Fondazione Banco Alimentare,
l’associazione ha aiutato decine di papà separati che, a
causa del divorzio, si sono trovati in stato di povertà.
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WHAT’S ON
WHAT’S ON
Nardi lascia
a Meregalli
Sulle orme di Sant’Agostino
Un nuovo pellegrinaggio che collega nelle sue tappe i 25 Santuari mariani in Brianza, partendo
da Monza e ritornandoci dopo 350 chilometri, in 14 giorni. Un percorso che, oltre ai santuari,
offre la possibilità di visitare i più importanti siti artistici del territorio brianzolo che si
incontrano sulla strada. L’itinerario, molto ricco dal punto di vista paesaggistico, riprende il
più celebre Cammino di Santiago de Compostela, malgrado la sua matrice sia marcatamente
mariana. Infatti nel territorio della Brianza, la venerazione della Madonna si è manifestata in
una serie di edifici di culto e più in generale di testimonianze popolari di fede, tuttora evidenti
nella miriade d’icone, edicole, cappelle, grotte mariane ammirabili in una passeggiata non
distratta per uno qualsiasi dei comuni del territorio. Ad arricchire questo patrimonio pressoché
unico di testimonianze di fede nella Vergine, va a unirsi l’attestato domicilio di Sant’Agostino
di Ippona in Brianza, nel Comune brianzolo di Cassago, documentato dal Santo nelle sue
Confessioni. A differenza di altri cammini religiosi, quello di Sant’Agostino ha la caratteristica
di essere chiuso e circolare, quindi da vivere anche solo semplicemente come momento di
svago e di vacanza intelligente a piedi o in bicicletta, un vero e proprio percorso di turismo
sostenibile. Informazioni www.camminodiagostino.com.
Mici in piazza
Arriva la provincia
“Storie di uomini col cappello” è il titolo della
mostra che la Provincia di Milano dedica a tutti
i lavoratori e alla nuova Provincia di Monza e
Brianza (dal 7 al 17 marzo, ingresso libero).
La mostra è la prima occasione per il pubblico
di accedere alla futura sede del Consiglio
Provinciale, ovvero la palazzina della ex Pastori
e Casanova di via Tommaso Grossi. La mostra
è curata per la parte storica da Mito in Villa,
istituto che si occupa di beni culturali.
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Una giornata tutta dedicata ai nostri amici gatti. In
occasione della giornata internazionale del felino,
lo scorso 21 febbraio, l’Ente Nazionale Protezione
Animali di Monza e Brianza ha organizzato una serie
di iniziative in Arengario per grandi e piccini. Grazie
agli animatori del Truccabimbi, i piccoli si sono
improvvisati in gattini, nello stesso tempo sotto i portici
dell’Arengario una mostra fotografica ha illustrato il
mondo dei gatti. Nel gattile di Monza sono migliaia i
felini abbandonati in attesa di aiuto e adozione.
Mille artisti in mostra a
Cesano Maderno
Nelle magnifiche sale affrescate di Palazzo Arese Borromeo è
stata inaugurata il 7 marzo, e rimarrà aperta al pubblico fino
al 13 aprile, la grande festa dell’arte e del colore di Cesano
Maderno.
Ideata da Fiorenzo Barindelli, detentore del Guinness World
Record dal 1998 per il maggior possesso di orologi Swatch, la
mostra, che trasmette una grande sensibilità verso il panorama
artistico contemporaneo, vede la partecipazione di 1200 artisti
rappresentativi del mondo dell’arte internazionale del primo
decennio del terzo millennio, che hanno donato le loro opere,
realizzate in svariate tecniche e nei più diversi stili. Tante
opportunità d’espressione, per avviare un confronto tra artisti in
ampiezze d’orizzonti culturali che si allargano in molte nazioni
del pianeta. Curatore della mostra e del catalogo, è un nome di
rilevanza nel mondo dell’arte, il famoso critico d’arte Luciano
Caramel. Grande la soddisfazione espressa nei confronti
dell’iniziativa sia da parte del sindaco di Cesano, Paolo Vaghi,
che dall’assessore alla Cultura, Turismo e Biblioteche, Luciano
Guazzarini, che hanno sottolineato la vocazione artistica della
città. Durante la kermesse d’arte è stato anche effettuato un
annullo postale ad opera delle Poste Italiane, con l’utilizzo di
cartoline realizzate appositamente per l’evento e disponibili nel
corso della manifestazione per chi ne facesse richiesta.
Per coinvolgere nell’evento artistico l’intera città, grazie alla
collaborazione con i commericanti, nei negozi e nei bar sono
state allestite delle vetrine originali con svariati colori che
richiamano in un certo senso le opere d’arte.
Infine un laboratorio artistico per i bambini sotto i dieci anni
rimarrà attivo ogni domenica pomeriggio, durante l’orario di
apertura della mostra, dalle ore 15,00 alle 18,00.
Per informazioni: World Museum, Piazza Arese n. 12, tel. e fax.
0362/570971, oppure www.worldmuseum2000.com.
Cambio al vertice dell’Unione
Commercianti di Monza e
Brianza. Luigi Nardi, titolare
dell’Hotel de la Ville, ha lasciato
il suo incarico lo scorso 15
febbraio. Una decisione presa al
termine della scadenza del suo
mandato e anche per far fronte
ai suoi impegni di imprenditore.
L’Unione Commercianti, dopo
aver accettato le dimissioni,
ha affidato l’incarico per la
conduzione dell’associazione
a Giuseppe Meregalli, titolare
dell’omonimo gruppo enologico.
Nardi, dopo 18 mesi di mandato,
rimarrà comunque in carica
come vicepresidente. Durante
il suo mandato si è impegnato
nel consolidamento dei rapporti
istituzionali e nello sviluppo
dell’associazione che si sta
trasformando. «Ora, però, il
suo hotel - come ha dichiarato
- ha bisogno del suo massimo
impegno a causa della crisi».
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WHAT’S ON
WHAT’S ON
Hana Da Ros, Sandra D’Angelo e Dino Musio
Donatella Colombo e Gianbattista Begnini
Los Niños de Quito
Solidarietà e divertimento
Gianandrea Sassoli
Sandra D’Angelo
L’annuale appuntamento di fund raising consente di sostenere
la formazione scolastica dei bambini dell’Ecuador
di Francesca Barzaghi - foto Marco Brioschi
Valerio Merola, padrino dell’Associazione da
diversi anni, ha guidato la gara di solidarietà
V
enerdì 20 febbraio, alla presenza
di 150 amici, si è svolta la
tradizionale cena charity a favore
dell’Associazione Los Niños de Quito.
Diventata ormai un’immancabile consuetudine,
l’evento ha coniugato il piacere di ritrovarsi tra
tanti amici e la volontà di contribuire al progetto
di scolarizzazione dei bambini meno fortunati.
La Onlus, infatti, attiva da oltre quindici anni,
si propone di garantire finanziamenti per il
mantenimento della Missione, fondata nel 1993
da Suor Serafina Ferrari, ex insegnante del
Collegio Paola di Rosa di Desio, nel barrio de
’Yaguachi, alle porte di Quito. Qui si lavora
per offrire un aiuto concreto per migliorare le
condizioni di vita dei bambini, puntando tutto
sulla preparazione e formazione scolastica.
Attraverso il sostegno di tanti amici, infatti,
in questi anni oltre 60 ragazzi sono stati
adottati a distanza, garantendo loro continuità
scolastica dall’asilo all’università, e più di 300
bambini sono seguiti giornalmente nelle attività
di sostegno scolastico presso la casa delle
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suore, dove trovano anche un pasto garantito.
Proprio grazie alla generosità dimostrata, anno
dopo anno, dai sostenitori, la Missione ha
potuto estendere il proprio raggio di azione,
realizzando anche le prime opere pubbliche
di canalizzazione dell’acqua, costruzione
dell’infermeria e del presidio di polizia, oltre che
intraprendendo percorsi di assistenza medica,
psicologica e di inserimento lavorativo volto
alle giovani donne per le quali, diversamente,
non ci sarebbero prospettive. La cena conviviale
è anche l’occasione per realizzare una raccolta
fondi senza la quale questi obiettivi resterebbero
solo grandi sogni. Anche quest’anno battitore
d’eccellenza dell’asta è stato Valerio Merola,
padrino dell’Associazione, a cui ha fatto
da spalla la meravigliosa Patrizia Hnatek,
conduttrice di Domenica Stadio in onda ogni
domenica su Italia 1 e modella internazionale.
A contribuire al successo della cena anche la
performance di Alberto Caiazza, professionista
“rumorista” del Bagaglino, che ha regalato ai
presenti delle vere e proprie perle musicali.
Martina Sassoli, assessore alle Pari Opportunità
del Comune di Monza ed editore di Monza Club
Da sinistra, Giovanni Trapattoni, Andrea Sassoli,
Marco Lanzetta e Graziella Sassoli
Rosalba Citterio e Fortunato Galbiati
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WHAT’S ON
WHAT’S ON
Da sinistra, Giovanni Trapattoni, Andrea Sassoli, Marco Lanzetta; in piedi, da sinistra, Gianandrea Sassoli e Valerio Merola
Alberto Caiazza, rumorista del Bagaglino
e artista di Zelig e Colorado Cafè
L’ex Ct della Nazionale, Giovanni Trapattoni,
ha contribuito alla raccolta fondi
Simone D’Angelo con la fidanzata
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Vanna Buelli e Gianni Mainardi
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Valerio Merola e Patrizia Hnatek
Patrizia Hnatek, Martina Sassoli e Doda Gulfi
Monsignor Giuseppe Arosio
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WHAT’S ON
Pari
opportunità
Pronto?
Risponde
la mamma
La conciliazione di famiglia
e lavoro, l’imprenditoria e la
formazione sono al centro di
un’iniziativa promossa dalle
istituzioni monzesi
di Elisa Tosi
foto Marco Brioschi
D
a una parte il telefono che
squilla, dall’altra un bambino
affamato e urlante; da un lato
il pc portatile, dall’altro il biberon da
scaldare; insomma, di qua il lavoro,
di là la maternità. È così, in versione
decisamente “casalinghe disperate”,
che siamo abituati a immaginare le
donne che non rinunciano nè ai figli
nè alla carriera. Una vita complessa
e intensa la loro, costellata di
difficoltà quotidiane tra spostamenti,
orari molto poco flessibili e scarso
aiuto da parte di aziende e istituzioni. Per
aiutarle, lo scorso 3 febbraio, è stato firmato
il Protocollo d’Intesa per lo Sviluppo di
Azioni di Pari Opportunità nella Provincia
di Monza e Brianza; un documento
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promosso e sottoscritto da Martina Sassoli,
che ricopre la carica di assessore alle Pari
Opportunità per il Comune di Monza, Mina
Pirovano, presidente del Comitato per la
promozione dell’Imprenditoria, femminile
in seno alla Camera di Commercio di
Monza e Brianza, Giusy Mingolla,
dirigente Area Imprenditorialità e Scuola
Formaper, Laura Cesena, responsabile
Area Relazioni Esterne e Stampa per
Confindustria di Monza e Brianza. Non
una semplice dichiarazione d’intenti, ma
un aiuto concreto per conciliare maternità
e attività lavorativa, da realizzarsi in
particolare attraverso la creazione di micro
asili nido aziendali. In particolare la Camera
di Commercio mette a disposizione 120
mila euro, attraverso un bando per aziende
che presenteranno adeguati progetti per la
cura dei bambini da 0 a 4 anni all’interno
dei propri spazi. «Centomila euro – ha
spiegato l’assessore Sassoli – sono destinati
all’adeguamento degli immobili e saranno
concessi in conto capitale, i rimanenti 20
mila sono invece stanziati per sostenere
percorsi formativi per il personale che sarà
chiamato a prendersi cura dei bambini».
Un investimento che, secondo uno studio
elaborato dalla Camera di Commercio,
consentirà alle famiglie interessate di
risparmiare fino a 4 mila euro l’anno, il
costo da sostenere
per ottenere lo stesso
servizio presso una
struttura privata, a cui
occorre aggiungere
il non quantificabile
sollievo per le madri
che sanno di avere i
propri figli vicino:
«Sono frequenti i
casi in cui le madri si
licenziano o passano al
part time al momento
della maternità –
spiega Mina Pirovano
– con questa iniziativa
vogliamo dare la
possibilità, qualora
una madre lo volesse,
di poter continuare a
lavorare nelle migliori >
“
WHAT’S ON
Centomila euro sono destinati
all’adeguamento degli immobili;
20 mila sono stati stanziati per
sostenere percorsi formativi per
il personale che sarà chiamato a
prendersi cura dei bambini
Sotto, i rappresentanti delle istituzioni
coinvolte nel progetto al momento della
firma del Protocollo
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WHAT’S ON
WHAT’S ON
A sinistra, Giusy Minghella, dirigente
Area Imprenditorialità e Scuola
Formaper.
Sotto, Martina Sassoli, assessore
alle Pari Opportunità del
Comune di Monza
Sopra, Mina Pirovano, del
Comitato imprenditoria femminile
della Camera di Commercio.
A lato, Laura Cesana, responsabile
Area Relazione Esterne e Stampa di
Confindustria di Monza e Brianza
condizioni, garantendo la massima cura e
sicurezza per il proprio figlio, in modo tale
che la maternità non sia più vista come una
malattia, ma come un’occasione di sviluppo
sociale».
Tuttavia, non solo la maternità è al centro
dei contenuti del Protocollo d’intesa, che
prevede anche iniziative volte a sostenere
e promuovere l’imprenditoria femminile,
cresciuta del 5,4% in Brianza nel periodo
2006/2007 (dati Camera di Commercio).
Verranno realizzate, infatti, attività di
formazione, con incontri e seminari pensati
per aspiranti imprenditrici (e, ovviamente,
imprenditori), ma anche convegni ed
eventi che focalizzano l’attenzione e
mirano a promuovere il dibattito sul
complesso mondo delle pari opportunità.
In programma, dunque, la nuova edizione
di “Ottobre in rosa”, contenitore di attività
dedicate al mondo femminile, che lo scorso
anno ha riscosso un notevole successo:
autodifesa, salute, life skills, imprenditoria,
sono solo alcuni dei temi che verranno
affrontati, mentre saranno organizzati
anche gli stati generali dell’imprenditoria
femminile, un evento di respiro
internazionale che si propone come luogo di
riflessione sulle prospettive e le potenzialità
per il rilancio economico.
Regione Lombardia
Protagonista della fede
Pontefici legati alla loro terra e che da essa sanno prendere il meglio:
laboriosità, capacità di innovare e, soprattutto, coraggio
di Sara Re
«
Esempio di grande spiritualità, di profonda
cultura, fede e carità cristiana, ma anche di
intelligenza e capacità». Queste le peculiarità
che Massimo Zanello, assessore alle Culture,
Identità e Autonomie della Regione Lombardia,
riconosce come tipiche della cultura lombarda nei
Papi del Novecento che, proprio da questo suolo
hanno preso i natali: Pio XI, Giovani XXIII, Paolo
VI. «Tre in cento anni, fatto rarissimo, – continua
Zanello – segno di grande vitalità da molteplici
punti di vista e che ha reso la nostra cultura
protagonista della storia recente della Chiesa».
Pio XI, al secolo Achille Ratti, ha inaugurato un
secolo in cui sono stati protagonisti ben tre Papi
originari della Lombardia.
«Lui è brianzolo doc: nato a Desio nel 1857, studiò
a Monza da seminarista e ricoprì numerosi incarichi
nella Curia milanese, con cui intrattenne stretti
rapporti. Fu prefetto della Biblioteca Ambrosiana
e arcivescovo di Milano, ma solo per qualche
settimana, perché poi, deceduto improvvisamente
Benedetto XV, fu chiamato a Roma a partecipare al
conclave da cui uscì Papa».
Come ricordare la sua figura, come pontefice e
come uomo?
«Papa Ratti è di fondamentale importanza nella
storia della Chiesa: i papi che vennero dopo
il Risorgimento vivevano in uno splendido
isolamento, disdegnando qualsiasi contatto con il
mondo al di là delle mura vaticane. Lui, invece, vi
si aprì completamente, creando uno Stato vero e
proprio, dandogli delle regole, intessendo rapporti
con le nazioni di tutto il mondo e con l’Italia in
particolare: non dimentichiamo che fu l’artefice
dei Patti Lateranensi, che stabilirono il mutuo
riconoscimento tra il Regno d’Italia e lo Stato di
Città del Vaticano. Rispetto ai suoi predecessori,
dunque, egli mise in campo un’attività molto più
18
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incisiva, non solo sul piano religioso, ma anche
su quello organizzativo. Un’impostazione pratica,
concreta, di matrice chiaramente brianzola. Un
affetto per la sua terra che si è portato dietro tutta la
vita e alla cui solidità ha continuato a ispirarsi anche
da lontano».
A Desio c’è ancora la sua casa?
«Sì, è di proprietà della Fondazione casa natale Pio
XI ed è diventata un museo, in cui tra il dicembre e
il gennaio scorsi è stato esposto il manto papale del
pontefice. Inoltre è sede del Centro Internazionale
di Studi e Documentazione Pio XI, nato per tenere
viva la sua memoria promuovendo studi e convegni
che ne mettano in luce l’opera e il magistero, e
dell’Associazione Amici della casa natale
di Pio XI, un gruppo di volontari che si adoperano
per sostenere e valorizzare la dimora papale».
A lato, Pio XI.
Sotto, l’assessore
Massimo Zanello
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WHAT’S ON
WHAT’S ON
Scuola d’Arte
Balletto L
a ritmo di jazz
Un’iniziativa per conoscere
i grandi pittori del passato
attraverso eventi
coinvolgenti e dinamici
di Valentina Rigano
foto Ateneo della Danza
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’ispirazione è un attimo; coglierla e
darle forma è una sublime capacità
che attraverso la pittura, la musica o la
danza, rende magico un momento, un quadro,
una melodia o un passo di danza. L’Arte nelle
sue molteplici forme, compenetrate e complici
di un unico fine, è ciò che ha spinto il Circolo
Arti Figurative di Monza a creare occasioni
di incontro ed approccio alla storia dei grandi
maestri di pittura attraverso il dinamismo della
musica, della danza e della parola. È accaduto
lo scorso 22 febbraio nel Teatrino della Villa
Reale, dove una “lezione di storia dell’arte” su
Henry Matisse si è trasformata in spettacolo,
in collaborazione con la Circoscrizione 5 e il
Comune di Monza. Un grande telo sullo sfondo
ha fatto da specchio alla proiezione delle più
importanti opere del pittore francese, al suo
percorso personale, di studio e d’artista, guidato
dalla voce della giovane attrice monzese Vanessa
Fanelli, su testi di Claudia Poschner e dalle note
del Trio Jazz Nannicini. Le parole e le note del
Jazz, a cui Matisse dedicò un libro, hanno fatto
da sottofondo alla proiezione di opere, schizzi e
fotografie della sua intera produzione. Sulle sue
tele più significative, le ballerine dell’Ateneo
della Danza hanno dato vita a forme e colori.
«La nostra attività consiste nel creare momenti
di cultura e divertimento, oltre che esporre le
nostre opere – spiega il presidente del Circolo
Arti Figurative Enrico Negri – abbiamo pensato
a conferenze “animate”, perché rende piacevole e
interessante ciò che altrimenti sarebbe apprezzato
dai soli appassionati di pittura. La scorsa estate
abbiamo realizzato una conferenza-evento sulla
Gioconda Leonardesca, con attori in costume
e suonatori di strumenti d’epoca. Per Matisse,
che ha scritto un libro sul Jazz e si è ispirato alla
danza, per alcune opere, è venuto naturale inserire
musica e balletto per raccontare la sua storia». Il
Circolo, fondato nel 1982, conta oggi di 45 soci
e si preoccupa di cercare nuovi spazi espositivi
per i suoi artisti, organizzare eventi ed anche
trasferte alla scoperta di musei e mostre «Ci
piacerebbe proseguire su questa strada – aggiunge
Negri – ma attendiamo sponsor che ci permettano
di realizzare le conferenze dinamiche». Per lui
dipingere «è una sensazione individuale, a volte
per un soggetto mi basta una giornata, a volte mi
servono dei mesi. Quando concludo un quadro,
è puro godimento dello spirito, ma tutto dipende
dal momento in cui si dipinge». La magia di
un dipinto, connubio tra le emozioni del pittore
regalate alla tela e le sensazioni che l’osservatore
ne ricava, è analoga a quella scaturita dalle dita
che sfiorano il pianoforte o ai piedi delle ballerine
che calcano la scena. Per raccontare alcune
opere di Matisse, le ballerine di Ateneo Della
Danza, scuola che prepara le allieve secondo il
metodo Royal Academy of Dance di Londra,
si sono esibite sul palco del Teatrino. «È stata
un’esperienza interessante e un modo nuovo di
rappresentare l’arte», spiega Liliana Ventura,
coreografa e direttrice della scuola. I pittori del
Circolo Arti Figurative, a Marzo espongono a
Palazzo Terragni di Lissone.
Alcuni momenti dello
spettacolo tenutosi al
Teatrino della Villa Reale
con Enrico Negri,
presidente del Caf e
Liliana Ventura, direttore
del’Ateneo della Danza
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WHAT’S ON
WHAT’S ON
I responsabili del progetto
Rotary e di Axioma
durante la presentazione
dell’iniziativa
Iniziative
Il compleanno C
si festeggia
con i giovani
Un’iniziativa per promuovere
la consapevolezza delle proprie
aspirazioni lavorative nei giovani
di Toni Liguori
foto Marco Brioschi
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i sono molti modi per festeggiare un
anniversario, ma quello scelto dal
Rotary Club Monza Est è stato
certamente uno dei più singolari. Per celebrare
il quarantennale dalla fondazione, invece
della solita cena di gala, il presidente Raffaele
Cascella, che è anche il direttore generale
dell’Associazione Industriali Monza e
Brianza, ha voluto offrire a 50 giovani monzesi
la possibilità di sottoporsi gratuitamente ad un
test attitudinale in grado di fornire indicazioni
precise e certe sulle loro capacità e propensioni
sia per l’orientamento scolastico, sia per le scelte
professionali. Il titolo dell’iniziativa, “I nostri
quarant’anni per i futuri quarantenni”, sottintende
che il vero scopo è quello di farli arrivare ai loro
quarant’anni soddisfatti e realizzati.
Il test, originario delle università americane,
è stato messo a punto da Axioma, importante
società specializzata in prodotti software e servizi
per le medie imprese appartenenti ai settori
dell’Industria, della Distribuzione, della Moda,
della Finanza, del Turismo e dei Servizi.
Per poter dare all’iniziativa un respiro ed un
impatto rilevante sulla comunità monzese, Rotary
Club Monza Est e Axioma si sono rivolti ad altro
sponsor, in particolare alla Banca di Credito
Cooperativo di Carate Brianza e alla Camera di
Commercio di Monza, che hanno voluto, con
la loro partecipazione, conferire al progetto un
aspetto sociale non trascurabile, riaffermando
il concetto che vede alla base di una società
equilibrata le corrette scelte dei giovani e delle
loro famiglie in merito alla carriera scolastica e
professionale degli stessi.
Mentre i risultati dei singoli test sarà consegnato,
nel rispetto della privacy, a ciascuno degli
interessati, l’insieme dei risultati darà origine ad
uno studio che sarà presentato in un convegno
che si terrà alla conclusione dell’operazione il
23 maggio 2009. In tale occasione sarà verificata
la corrispondenza delle aspettative e delle
potenzialità degli intervistati con la realtà socioeconomica del territorio della Brianza. Un’azione
di alta utilità sociale, capace di disinnescare
molte delle insoddisfazioni giovanili che rendono
difficile l’inserimento di chi inizia ad entrare nel
mondo del lavoro.
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WHAT’S ON
WHAT’S ON
Amico cuore
Prevenire
e conoscere
salva la vita
Personaggi N
Marcello
Dell’Utri battezza
i Circoli del
Buongoverno
Incontro a Canonica di
Triuggio con il senatore e i
circoli culturali brianzoli
di Laura Marinaro
foto Marco Brioschi
Il senatore Marcello Dell’Utri
durante la sua visita a Triuggio
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on vogliono fare politica pura, ma
occuparsi di cultura legata al territorio
e alle amministrazioni locali. Sono
i responsabili dei Circoli del Buongoverno
della Brianza che, venerdì 20 febbraio, si sono
presentati ufficialmente e sono stati battezzati
dal senatore del Pdl Marcello Dell’Utri. Lui
è venuto in Brianza a parlare della sua grande
passione: i cinque diari segreti di Benito
Mussolini trovati per caso nel 2007 a casa di
un ex partigiano e ritenuti autentici da alcuni e
falsi da altri. La descrizione del ritrovamento
e l’illustrazione di questa opera inedita, che
racconta la vita del Duce dal 1934 al 1939, sono
stati il suggello all’attività puramente culturale
dei quattro circoli del Buongoverno appena nati
in Brianza. A capo di quello di Monza città è
l’avvocato Luigi Paganelli, Serenella Corbetta,
donna impegnata nelle pari opportunità guida
il circolo di Brianza Nord, Michele Messina
quello di Muggiò e Claudio Bertani, Brianza
Est. «Vogliamo dimostrare che è possibile aprire
un dialogo con tutti gli esponenti del Pdl sul
territorio e non solo», ha dichiarato Paganelli.
«Non abbiamo tessere di partito, ma siamo
impegnati sul territorio nella cultura, come
collante e cerniera tra le parti – ha aggiunto
la Corbetta – e dimostreremo con discussioni,
incontri e dibattiti culturali che non è vero che
in Brianza non si fa cultura».Alla serata hanno
partecipato Dario Allevi, Martina Sassoli e
Cesare Boneschi, assessori monzesi, e Attilio
Gavazzi, consigliere provinciale di Forza Italia.
Laura Valagussa, alla professione di
cardiologo, affianca la dedizione per
l’Associazione Brianza per il Cuore
di Chiara Bramati - foto Marco Brioschi
È
appena terminata “La settimana del
cuore”, una delle iniziative promosse
a livello nazionale per sensibilizzare la
popolazione sulla prevenzione cardiovascolare
e Brianza per il Cuore Onlus, associazione
di Monza e Brianza impegnata da 13 anni in
prima linea. Ma il sodalizio, nato per volontà
del cardiologo Franco Valagussa, scomparso
circa tre anni fa, va avanti grazie all’impegno
di tanti brianzoli. Tra loro Laura Valagussa,
figlia del fondatore e responsabile del Comitato
Scientifico e dell’organizzazione di corsi di
educazione alla salute e di prevenzione delle
malattie cardiovascolari per insegnanti e
alunni della scuola primaria e secondaria. La
Valagussa è membro del Consiglio direttivo di
IRC Comunità (Italian Resuscitation Council)
e in questa veste sovrintenderà alla definizione
delle principali linee guida di formazione
per l’esecuzione della manovra salvavita di
Rianimazione Cardio Polmonare. E proprio
per la prevenzione, in collaborazione con la
Commissione Sport della Circoscrizione 2 di
Monza, l’Associazione ha appena donato altri
due defibrillatori alla scuola Media Bellani e al
Centro Natatorio Pia Grande.
Come è nata Brianza per il Cuore?
«È nata nel 1995 per promuovere e
coordinare iniziative finalizzate alla
diffusione della prevenzione delle malattie
cardiovascolari in molti ambiti
come quello sanitario, scolastico e della
popolazione in genere».
L’impegno verso il sociale è quindi
un’eredità di famiglia?
«Sì, è una cosa venuta naturalmente; con mio
padre collaborava anche mia madre che si
occupava delle scuole. Quando loro sono
mancati, insieme a Laura Colombo, figlia
di Giancarlo, abbiamo voluto dare una
svolta, per non perdere la potenzialità di
una associazione che era conosciuta».
Ritiene che l’attenzione all’associazionismo
sia adeguata in un territorio come questo?
«Di associazioni ce ne sono molte, ma per
quanto riguarda la nostra otteniamo un discreto
riscontro: la gente riconosce quello che
facciamo e ci dà fiducia nei progetti».
Quali i risultati?
«Decisamente buoni; siamo una realtà
riconosciuta a livello europeo come modello di
effcienza».
Nella foto
Laura Valagussa
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WHAT’S ON
AUTONOLEGGIO
CON
CONDUCENTE
AUTO PRIVATA CON AUTISTA
MILANO
MONZA
TUTTE LE DESTINAZIONI
Immagini della fantasia
Dal mondo dei ghiacci
Torna all’Arengario la rassegna internazionale dedicata
all’illustrazione. Numerose le novità e un grande ospite dal Nord
di Laura Marinaro
T
re percorsi espositivi diversi per narrare
le fiabe e le leggende dei paesi lontani
e artici attraverso l’arte; 39 artisti
provenienti da 20 Paesi e 330 opere originali.
Tutto questo è la rassegna Immagini della
fantasia, giunta alla ventiseiesima edizione e
per il dodicesimo anno ospitata a Monza, come
una delle poche tappe lombarde. Si tratta di
un percorso creativo che va alla scoperta di
opere e pubblicazioni per l’infanzia di grande
valore artistico e spesso introvabili in Italia,
illustrate dalle mani di artisti speciali. Una sorta
di antologia della parola scritta e del dipinto
su tutto quello che ogni anno viene prodotto
a livello internazionale per il mondo dei più
piccoli. Quest’anno all’Arengario il tema è “I
canti dei ghiacci, fiabe delle Regioni Artiche”
e l’ospite è il tedesco Ivan Gantschev, artista
dell’acquerello per eccellenza. Luminosità,
trasparenza ed armonia sono le cifre della
sua arte, impegnata a raccontare le bellezze
della natura in straordinari albi illustrati
tradotti in numerose lingue. L’allestimento
proposto è adatto ad una fruizione a misura
di bambino e un’ immediata visibilità del
legame tra illustrazione e libro cartaceo. Per
gli stessi motivi, sono stati proposti alcuni
nuovi percorsi di visita della mostra, in modo
da offrire ai ragazzi una visione più completa
delle opere e la possibilità di sperimentare, con
un laboratorio pratico, le problematiche che
affrontano gli illustratori. Anche per questa
edizione della rassegna, infatti, nella Galleria
Civica di via Camperio a Monza, verrà ospitata
DiscaricArte (fino al 28 marzo), lo spazio
dove svolgere i laboratori didattici. Infine a
Brughero, in Galleria Civica, saranno esposti
contemporaneamente alla mostra, i lavori degli
allievi della scuola di illustrazione di Sarmede,
la cittadina che ha dato i natali all’evento.
TRASFERIMENTI PER AEROPORTI
SERVIZI AZIENDALI
SERVIZI PERSONALIZZATI
TURISMO
WE SPEAK ENGLISH
Ing. MISHA JANKOVIC
w w w. c l a s s l i m o . i t - i n f o @ c l a s s l i m o . i t
C e l l . 3 3 3 . 1 7 2 11 6 9 - Te l . e F a x 0 3 9 4 9 2 2 3 9
V i a P a r a d a , 4 0 - 2 0 0 5 7 Ve d a n o a l L a m b r o ( M I )
Un acquerello del
tedesco Ivan Gantschev,
ospite della mostra
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Vanna Balestrieri Buelli
La signora dei vini
Una laurea nel cassetto e una passione che profuma
di uva, di mosto e di natura.
Storia di una lady con il gusto per la terra
di Toni Liguori - foto Marco Brioschi
V
anna Buelli: ritratto di
un’imprenditrice di successo
in un settore ritenuto, a torto,
esclusivamente maschile. Tanta grinta, un
pizzico di civetteria e due amori inconfessati: i
figli Filippo e Michele e “La Rocchetta”,
l’azienda di famiglia dove nascono i famosi vini
della Valcalepio.
Lei è una monzese doc?
«No, sono nata a Cremona. Cremonese
purosangue, figlia di agricoltori, che mi hanno
trasmesso un grande amore per la campagna,
per l’agricoltura, per l’aria sana e i grandi spazi
che solo la natura della Val Padana può offrire.
Dopo il Liceo, mi sono laureata in lingue
alla Bocconi, poi ho incontrato mio marito a
Milano, ci siamo sposati e sono venuta a vivere
a Monza».
Perché proprio a Monza?
«Perché mio marito era monzese, figlio di un
bergamasco e di una milanese. Mio suocero
era venuto a Monza negli Anni Trenta, ma
aveva conservato delle vaste proprietà a
Sarnico e a Villongo, una zona immersa nei
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vigneti dove il lago d’Iseo si trasforma nel
fiume Oglio, separata soltanto da un ponte
dalla Franciacorta, terra famosa per i suoi
vini conosciuti in tutto il mondo. Proprio a
Castel Merlo e a La Rocchetta, due antiche
fortezze costruite al tempo dei Longobardi
e situate sulla sommità di una dolce collina
che domina un’immensa vallata, produciamo
i nostri vini e ha sede la nostra azienda
vinicola».
Che cosa l’ha convinta a prendere in mano
fin dall’inizio le redini di questa attività?
«Mio padre era un agricoltore e ho trascorso
la mia infanzia tra i campi del cremonese
a contatto con la natura e ai prodotti che
coltivavamo. Mio marito si era sempre
occupato di assicurazioni e quando, nel
1990, se ne andò l’affittuario della cascina de
La Rocchetta, mi sembrò naturale cogliere
quell’occasione che si presentava e di
occuparmi personalmente di un settore che mi
aveva sempre affascinato».
Si è mai pentita di quella scelta?
«Assolutamente, no perché ho potuto fare >
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
soddisfatta dei risultati ottenuti?
«Direi proprio di sì: il posto è bellissimo,
l’ambiente è piacevole e si mangia piuttosto
bene, specialmente da quando abbiamo avuto la
fortuna di trovare un ottimo Chef. Lo gestisce
mia nuora Sophie, che è molto brava ed è
riuscita a dare al locale quel tocco di classe in
più. Mio figlio
Filippo lo ha fatto
restaurare a sue
spese e sembra che
i monzesi abbiamo
apprezzato i
cambiamenti, visto
che lo considerano
un po’ come la
loro seconda
casa».
a liberarsi dagli impegni legati alla società
assicurativa di cui è responsabile».
Lei è un’imprenditrice di successo che si è
fatta strada in un settore prevalentemente
riservato agli uomini: che cosa prova a
condividere questo palco con altre donne che
hanno fatto la storia dei nostri vini e hanno
contribuito a renderli famosi nel mondo?
«Per fortuna i tempi sono cambiati e anche in
questo mestiere le donne hanno dimostrato di
saperci fare; esiste, infatti, un’associazione,
di cui faccio parte, che si chiama “Le Donne
del Vino” di cui il presidente è Pia Donata
Berlucchi e tra le altre socie vi sono le sorelle
Nonino, Josè Rallo, le sorelle Argiolas e
tante altre ancora che hanno intrapreso questa
carriera portando le loro imprese ai vertici
delle classifiche mondiali. Nel 2002, quando
mio marito è mancato, mi occupavo già da
diversi anni de “La Rocchetta” e seguivo
personalmente tutti i processi legati alla
produzione e, soprattutto, alla distribuzione
sviluppando una strategia di marketing che
nel tempo si è dimostrata vincente. Certo, mio
marito risolveva i problemi più importanti
ma, standogli vicino, imparavo giorno per
giorno a mettere in pratica i suoi insegnamenti
addentrandomi sempre più nei meccanismi,
a volte complicati e difficili, che consentono
a un buon imprenditore di fare impresa
correttamente e di vincere le sfide di una
società sempre più composita e globalizzata.
Anche oggi sono sola sul ponte di comando
e le decisioni più importanti continuano a
ricadere su di me, ma posso contare sull’aiuto
di mio figlio Michele, soprattutto quando riesce
sono arrivata a Monza, gli inizi non sono stati
facili poi, a poco, la gente ha incominciato a
conoscermi meglio e ad apprezzarmi per quello
che realmente sono: una persona semplice e
solare, che fa amicizia anche con i muri ed
è molto disponibile nei confronti degli altri.
Può sembrare un paradosso, ma in fondo sono
stata io ad introdurre mio marito nella società
monzese perché lui, anche se professionalmente
molto rispettato e tenuto in grandissima
considerazione, fuori dall’ambito lavorativo era
molto riservato».
“
Com’è il suo rapporto con Monza?
«Ottimo, anche se Monza è una città piuttosto
chiusa che, prima di accettarti, vuole conoscerti
abbastanza a fondo. Quarant’anni fa, quando
Questo è un mestiere che bisogna
amare, un’arte da affinare giorno dopo
giorno con pazienza e sacrifici, facendo
i conti con i capricci del tempo e della
natura, in attesa di una buona annata
un lavoro bellissimo, faticoso e impegnativo,
ma anche pieno di grandissime soddisfazioni.
L’attività assicurativa ci consentiva di vivere
senza dovere dipendere da quella di viticoltori e
questo, nel contempo, ci permetteva di affinare
la qualità dei nostri vini mantenendo sul
mercato prezzi assolutamente competitivi».
È vero che negli ultimi anni le sono stati
assegnati un’infinità di premi?
«Sì, è vero e le confesso che questi
riconoscimenti, oltre che dare lustro alla mia
azienda, hanno gratificato non poco gli sforzi
e i sacrifici che hanno caratterizzato il mio
percorso di imprenditrice. Sono nove anni che
La Rocchetta è presente al Vinitaly, la rassegna
vinicola più prestigiosa nel nostro Paese e forse
nel mondo, dove ha ottenuto ben 15 premi».
Tra i suoi vini ce ne è uno che ama
particolarmente?
«Il più amato è uno spumante bianco, che
mi ha dato tante soddisfazioni vincendo
tante medaglie d’oro. È un vero e proprio
fiore all’occhiello che ha conquistato molti
consensi tra i clienti più raffinati. Si tratta di
uno spumante italiano realizzato con metodo
champenoise, di altissima qualità, che viene
imbottigliato e lasciato maturare per due
anni sui lieviti (tre per lo spumante rosè)
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M
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nella cantina scavata nei sotterranei di Castel
Merlo: condizione ideale per mantenere
luce e temperatura a livelli costanti. Questa
lavorazione, naturalmente, comporta tempi
piuttosto lunghi, l’impiego di manodopera
specializzata ed ha un’incidenza sui costi
piuttosto elevata. Ma i risultati che ne
conseguono sono davvero straordinari;
inoltre nella nostra azienda i prezzi di vendita
rimangono contenuti e il rapporto qualitàprezzo è più che soddisfacente. Questo mi
consente di fare apprezzare i miei vini sulle
tavole dei locali più prestigiosi d’Italia, come
quelle di Cala di Volpe e Pitrizza in Costa
Smeralda, del Saint Ambroeus e del Baretto di
Milano, del Grand Hotel Villa Torretta di Sesto
San Giovanni, di Villa Oretta a Cortina e del
ristorante Saint Georges Premier di Monza. I
miei vini sono presenti anche negli Stati Uniti,
a Hong Kong, in Ungheria, in Repubblica Ceca
e nei Paesi Baltici. La nostra produzione è
“limitata” a 150 mila bottiglie l’anno; preferisco
selezionare i miei clienti e soddisfare quelli
che apprezzano i miei prodotti e che risentono
meno delle crisi che, inevitabilmente, ogni tanto
scuotono il mercato».
Faceva accenno al ristorante Saint Georges
Premier di cui la sua famiglia ha la gestione e
che si trova nel cuore del Parco di Monza: è
Situata sulla sommità
di una collina che domina
la valle dell’Oglio,
la tenuta “La Rocchetta” è
attiva dal 1990 e occupa
18 ettari di terreno
C’è qualcosa che non è riuscita a realizzare e
di cui ora si pente?
«No, sono sempre stata talmente occupata che >
Tra i vini più importanti
prodotti dalla signora
Buelli figurano La
Rocchetta Spumante
Bianco Brut,
La Rocchetta Spumante
Rosè e La Rocchetta
Rosso Riserva
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Sopra un’immagine di
Castel Merlo.
Sotto, da sinistra Loretta
Zammarchi, Maila
Pelucchi, Gianluca
Baldassarri, Vanna Buelli,
Riccardo Broggi, Bruna
Morina, Franco Brignoli,
Gabriella Cortinovis
la mia vita, praticamente, si è
dipanata come un filo veloce e
inarrestabile, senza soste e senza
pause: un marito impegnatissimo
professionalmente, i suoceri
e due bimbi da accudire, una
laurea riposta nel cassetto in
attesa di poter lavorare. Poi è
arrivata l’occasione di realizzare
un’azienda vinicola in terreni che
si erano liberati dagli affittuari,
ideali per la viticoltura, di natura
morenica ed esposti a sud. Così è
nata “La Rocchetta”, nome della
prima proprietà in cui abbiamo
cominciato. Nel Duemila ci siamo
spostati a Castel Merlo, nel comune di Villongo,
proprietà adiacente dotata di edifici con più ampi
spazi. Da amante dei libri di storia quale sono,
conoscevo le vicende della Valcalepio e sapevo
che fin dal tempo dei Romani, si producevano
buonissimi vini. Abbiamo avuto sin dall’inizio
un ottimo enologo, il dottor Schiavi di Brescia,
che è stato determinante nel farci produrre
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
pure attenuarsi… Certo, ci aspettano un paio
d’anni non bellissimi: dovremo ridimensionare
le nostre ambizioni, continuare ad avere fiducia
nelle nostre capacità di imprenditori, fare
ulteriori sacrifici per tenere in piedi le nostre
aziende senza chiuderle, anche perché poi
riaprirle sarebbe davvero complicato».
Quindi è fiduciosa?
«Per forza, non può andare avanti così per altri
cento anni: se non saranno due, saranno tre, ma
prima o poi usciremo da questa crisi, magari più
forti e più agguerriti di prima».
subito vini eccellenti tanto che nel 1999 al primo
Vinitaly a cui abbiamo partecipato, il nostro Brut
ha vinto la medaglia d’argento internazionale.
Oggi il nostro enologo è il figlio del dottor
Schiavi, Alessandro, altrettanto competente.
A lui e al nostro cantiniere, Franco Brignoli,
va il merito dei tanti premi vinti. Le confesso
che, a parte le difficoltà iniziali, ho capito
subito che quella era la mia strada
e la mia fortuna è stata quella di
dovermi occupare di un settore a me
congeniale. Questo è un mestiere che
bisogna amare molto, è un’arte che
occorre affinare giorno dopo giorno
con pazienza e sacrifici, senza mai
lasciarsi prendere dallo sconforto,
lavorando duramente e senza sosta,
facendo sempre i conti con i capricci
del tempo e della natura, in attesa
di una buona vendemmia e di una
buona annata: fattori questi ultimi
che non dipendono dagli uomini».
Visto che non ha rimpianti, ha almeno
qualche sogno che vorrebbe realizzare?
«Sì, vorrei vedere completato il restauro di
Castel Merlo, una struttura bellissima che risale
al X secolo e che potrebbe essere collegata da
una stradina con una piccola chiesa romanica,
di una bellezza straordinaria, che rimanda ad un
mondo fatto di devozione e di religiosità. Qui
potrebbe sorgere un albergo con 16 camere e
ospitare ricevimenti fino a 150 persone. Volendo
si potrebbe anche utilizzare un altro ambiente per
organizzare matrimoni fino a 300 persone».
Quando parla di quel posto le brillano
gli occhi dalla gioia… Pensa un giorno di
trasferirsi lì, magari insieme ai suoi figli?
«Dipende dalla piega che prenderà la vita, da
quello che accadrà domani. Per adesso i miei
figli sono impegnati nel campo assicurativo e
non credo che abbiano intenzione di cambiare
mestiere. Ma ogni volta che torno a La Rocchetta
e mi immergo nella magia dei vigneti, provo una
felicità immensa, in una dimensione umana che
non ha eguali».
Un’interno della tenuta di
Castel Merlo. In questa
zona si produce vino fin
dal tempo degli antichi
Romani
Che cosa pensa della crisi che il
nostro Paese sta attraversando?
Riusciremo prima o poi a venirne
fuori?
«Innanzitutto, questa è una crisi che
non riguarda soltanto l’Italia ma il
mondo intero. Ciò non significa “mal
comune mezzo gaudio” ma, almeno
ci fa sentire meno colpevoli per una
situazione che, seppure grave, ci
vede tra i paesi meno compromessi
e meno esposti al vento della
recessione che, prima o poi, dovrà
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Briancar G
Una marcia
in più
iancarlo Fundoni è titolare di Briancar,
una delle concessionarie BMW più
importanti della Lombardia. Speranze e
progetti di un imprenditore alle prese con la crisi
che attanaglia il settore delle auto.
C’è chi, non lasciandosi
vincere dalla crisi e dal segno
meno registrato nelle vendite,
risponde investendo
e inaugurando
un’avveniristica officina
di Toni Liguori
foto Marco Brioschi
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Il mercato automobilistico europeo è in
caduta libera: a gennaio, nei Paesi Ue, le
immatricolazioni sono calate del 27% rispetto
allo stesso mese del 2008, mentre quelle che si
riferiscono all’Italia registravano addirittura
un saldo negativo del 32,6%. Che cosa sta
succedendo?
«La crisi che investe tutti i settori dell’economia
mondiale si fa sentire in modo particolare su
quello dell’automobile e quella a cui assistiamo
oggi non è minimamente paragonabile a quella del
’92 e neppure a quella del ’29: è una crisi biblica
gravissima che nessuno è in grado di prevedere
quando finirà».
Eppure lei, a differenza di molti altri suoi
colleghi, continua ad investire e ad avere fiducia
nel futuro: a cosa deve tanto ottimismo?
«Nella mia azienda lavorano circa 60 persone e
dietro di loro ce ne sono almeno il doppio che ogni
mese vivono con lo stipendio che queste portano a
casa. Il mio dovere di imprenditore è quello di fare
il possibile affinché il loro posto di lavoro venga
salvaguardato e la loro esistenza non venga travolta
dal vento di una recessione che è sotto gli occhi di
tutti. Anzi, proprio in questi giorni, sto assumendo
personale specializzato che viene licenziato da
aziende che chiudono. In Brianza, il 76% delle
imprese è in difficoltà e il 64% ha problemi con le
banche che, comunque, continuano ad aumentare i
loro profitti. Dal canto suo, il Governo non adotta
provvedimenti seri per aiutare le imprese in crisi
che rischiano di chiudere per sempre. Il problema
fiscale è ancora insoluto anzi, mai come ora, frena
lo sviluppo delle aziende e le attanaglia in una
spirale irreversibile senza che nessuno riesca a
scioglierle da questo cappio mortale».
Ma lei non demorde, anzi ha ingranato una
marcia in più: qual è la ricetta che le ha
consentito questa inversione di tendenza che
ha dell’incredibile, visto il momento che stiamo
attraversando?
«Non è una ricetta miracolosa, e non è ascrivibile
neppure all’impiego di una bacchetta magica
che non ho mai avuto la fortuna di possedere: è
soltanto il frutto di una strategia dettata da anni
e anni di esperienza e che oggi sto mettendo in
pratica con un buon margine di successo».
Si spieghi meglio.
«Già da tempo ho cominciato a credere che
prima o poi il tempo delle vacche grasse sarebbe
finito e la sostituzione di una macchina per molte
persone avrebbe rappresentato un problema.
Quindi ho puntato molto sull’assistenza ed ho
potenziato questo servizio, investendo in uomini
e mezzi, ampliando l’officina che già esisteva qui
a Desio e creandone una nuova, modernissima
e tecnologicamente molto avanzata, a Mariano
Comense. Entrambe, coprono una superficie
di circa 9 mila metri quadrati e sono in grado
di soddisfare ampiamente le esigenze di una
clientela in continua crescita proveniente da
tutta la Lombardia e anche oltre. È motivo di
soddisfazione sottolineare che le auto che entrano
nelle mie officine non sono state vendute soltanto
dalla Briancar, ma il 46% di queste sono state
acquistate da altre concessionarie che non sono
in grado, evidentemente, di rendere un servizio
efficiente e completo come quello offerto dalla
mia struttura. A tutt’oggi, quella di Desio può
fornire l’assistenza ad una quarantina di macchine
al giorno mentre quella di Mariano Comense,
quando sarà a regime, potrà accoglierne altre 30.
Di più non sarebbe possibile perché diventerebbe
un problema di spazio difficilmente risolvibile. Per
arrivare a questo punto ho dovuto sostenere uno
sforzo che ha comportato molti sacrifici e notevoli
investimenti. Un esempio per tutti: soltanto per la
trasmissione dei dati e per il controllo elettronico >
Sono due le autofficine
Briancar dedicate
all’assistenza: quella di
Desio e quella di Mariano
Comense
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
delle macchine ho speso più di 200 mila Euro,
una cifra che le piccole officine che non potevano
certamente sostenere. Proprio da quelle officine
ho potuto attingere una forza lavoro altamente
qualificata, che è venuta ad ingrossare le fila
dei miei collaboratori specializzati nel settore
dell’assistenza».
Che cosa offre in particolare ai clienti che si
rivolgono alle sue officine?
«Un servizio rapido ed efficiente, accurato e
tempestivo: la sicurezza di un lavoro eseguito
alla perfezione e con grande professionalità.
Quando gli Atd (persone preposte da BMW
per il controllo elettronico delle vetture, Ndr)
effettuano i necessari controlli rimangono molto
soddisfatti di quello che vedono anche perchè,
non lo dimentichiamo, gli operai che svolgono
questo lavoro frequentano periodicamente i corsi di
specializzazione organizzati dalla casa madre che li
tengono costantemente aggiornati sull’evoluzione
tecnologica dei sofisticati apparecchi che vengono
utilizzati nella loro quotidiana attività. Anche
questa è una forma di investimento, di tempo e di
denaro, alla quale mi sottopongo volentieri perché
è una garanzia in più per i clienti che frequentano
la Briancar».
È vero che ai clienti che frequentano i
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
vostri centri di assistenza viene riservata
un’accoglienza particolare?
«Non so se tratta di un’assistenza “particolare”, ma
noi lo interpretiamo come un modo per farli sentire
a casa loro. Da parte nostra, li accogliamo con
molta cordialità cercando di rendere meno noiosi
i tempi di attesa. Possono guardare la televisione,
leggere un giornale, bere una buona tazza di caffè.
Il tutto, in ambienti sobri e rilassanti dove i minuti
scorrono piacevolmente, lontani dallo stress e dai
rumori. Per noi, il cliente è un bene prezioso che
va curato, “coccolato”, fidelizzato con un servizio
efficiente assolutamente ineccepibile ma anche
con un pacchetto “cortesia” che gli viene offerto in
qualità di ospite gradito, indipendentemente dalla
cifra che spende».
Come avete affrontato il problema dei pezzi di
ricambio? Anche in questo caso, grandi spazi e
notevoli investimenti…
«Questo problema l’abbiamo affrontato addirittura
25 anni fa e, visti i risultati, posso affermare di
averlo risolti brillantemente. Oltre naturalmente
a soddisfare le esigenze dei nostri due centri di
assistenza, abbiamo creato un’organizzazione
vendita che si rivolge alle officine di riparazione
e alle carrozzerie del territorio in grado di fornire
loro in tempi velocissimi tutto il materiale che
necessitano. Questo servizio funziona benissimo
Il personale dedito
all’assistenza in Briancar
è continuamente
aggiornato attraverso
corsi di formazione
proposti dalla casa
madre
e le aziende che acquistano da noi i pezzi di
ricambio BMW sono in continuo aumento. Con i
responsabili di queste strutture, abbiamo instaurato
un rapporto di collaborazione particolarmente
proficuo: da parte nostra li riforniamo dei pezzi
di ricambio occorrenti e loro possono usufruire
gratuitamente dei nostri macchinari per effettuare i
necessari controlli sulle macchine sulle quali sono
intervenuti. Un do ut des che consolida i nostri
rapporti e li rende vantaggiosi per entrambi».
Il suo ottimismo è contagioso, tutti si lamentano
e affermano che siamo in piena recessione
eppure lei continua a credere nel suo lavoro e
ad investire quando, invece, potrebbe benissimo
tirare i remi in barca e godersi un lungo e
meritato riposo: qual è la molla che la spinge a
continuare imperterrito per la sua strada?
«Quando mi alzo la mattina e mi reco in azienda,
spesso mi domando chi me la fa fare a continuare a
lavorare dieci ore al giorno quando, magari, potrei
rallentare i ritmi della mia attività e dedicarmi con
più attenzione ai miei hobbies, alla mia famiglia,
a mia moglie che amo da sempre, a tutte quelle
cose che fanno parte integrante della mia natura.
Mi considero un buon maratoneta e, come tale,
quando più di mezzo secolo fa ho iniziato la mia
corsa, decisi di dividere il percorso a tappe: una
tappa per raggiungere un traguardo, un’altra tappa
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per raggiungerne un altro, e così via, alla ricerca
di un traguardo sempre migliore, spesso al di là
dell’orizzonte che mi appariva davanti, ma sempre
con i piedi ben piantati per terra e sempre senza
fare voli pindarici. Così, la mia azienda è cresciuta
e così spero che anche i miei figli e i miei nipoti
la facciano crescere e prosperare e si impegnino a
ricercare nuovi traguardi, non dimenticando mai
che nella vita nulla si conquista se non con la fatica
e il sacrificio, investendo in maniera intelligente e
oculata, amando il proprio lavoro più di se stessi.
Per adesso, e fino a che il buon Dio lo vorrà,
continuo a tenere saldo nelle mie mani il timone
dell’azienda cercando di farla navigare anche in
questo mare che proprio tranquillo non è…
Certo, stiamo attraversando un periodo
difficilissimo e nessuno può prevedere quando
la crisi finirà. È il momento delle incertezze,
delle riflessioni, dell’attesa per i grossi eventi
che certamente ancora si verificheranno e che, in
ogni caso, potranno portare pesanti contraccolpi
sull’economia mondiale. Niente sarà più come
prima, ma sono certo che tutto si risolverà per il
meglio e si potrà progredire su quella strada che
ormai è segnata dalla storia e che non potrà più
essere cambiata, nemmeno dalla cecità e dalla
stupidità degli uomini che antepongono i loro
interessi personali alla serenità e al benessere di
intere popolazioni».
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Club delle Donne
Sette esponenti del gentil sesso dimostrano
come grinta e determinazione, ma soprattutto
passione per quello che si fa, sono doti che
aiutano a vivere la propria femminilità con
successo, giorno per giorno
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Annamaria
Di Oreste
Il fascino P
discreto
della Legge
Dopo 12 anni di assenza, il
magistrato ritorna a Monza a
presiedere un Tribunale che
dovrebbe rappresentare il fiore
all’occhiello della nuova Provincia.
Se non fosse che…
di Toni Liguori
foto Marco Brioschi
residente Di Oreste, non è contenta
di sedere sul gradino più alto del
Tribunale di Monza? Mi sembra un po’
preoccupata…
«Sono molto felice di essere ritornata in
questa città dove avevo già trascorso 26 anni,
prima come giudice dell’allora Pretura, poi
come magistrato della Prima Sezione Civile
e dopo ancora come presidente della Sezione
Fallimentare. Dopo dodici anni passati a dirigere
il Tribunale di Novara, il rientro a Monza mi
ha riempito di soddisfazione, ma mi ha anche
causato una sensazione di grande sconforto».
Perché?
«Ho trovato tutto come prima, con molti
problemi ancora irrisolti, soprattutto per l’assetto
logistico, che non rispetta minimamente la dignità
del personale. Quando sono arrivata qui la prima
volta, questo era considerato un tribunale di
punizione, dove i magistrati non sceglievano
di andare, ma venivano mandati. Con gli anni,
invece, è diventato uno dei primi tribunali italiani
per efficienza e funzionalità grazie ad una leva di
professionisti eccellenti, a partire dal presidente
Lo Turco a Improta, da Belviso a Laudisio e
a giudici come Bibolini, in assoluto il miglior
fallimentarista d’Italia con il quale si sono formati
magistrati della levatura di La Manna, Lapertosa,
Davino, la dottoressa Paluchowski…».
Eppure, Monza continua ad essere vista come
una rarità rispetto al panorama non proprio
edificante dei tribunali sparsi nel resto della
Penisola…
«Sicuramente è un tribunale che ha sempre
mantenuto un ritmo di forte attività ed oggi
il problema più grande che devo affrontare
è proprio quello di mantenere alta questa >
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
produttività, soprattutto la qualità dei servizi che
vengono erogati. I magistrati hanno continuato
a lavorare con grande determinazione e con
assoluta professionalità ma, nel contempo, si
sono ridotte le strutture di base e di supporto
indispensabili per operare dignitosamente. E
allora, per assurdo, io mi trovo nella condizione
di dire ai colleghi di lavorare meno, perché
è inutile emettere una sentenza quando poi
questa rimane in cancelleria per un tempo
indefinito per mancanza di strutture e di supporti
amministrativi».
Questo, comunque, è un problema che investe
tutta la macchina giudiziaria italiana.
«Sì, è vero, ma da Monza tutti si aspettano
risultati sempre più eclatanti, non risultati in
decrescita, ed io ho il compito di non deludere
questa aspettativa».
Da ogni parte si invoca la riforma della
giustizia: i cittadini si lamentano di come
vanno le cose e la politica va in tilt quando
cerca di affrontare questo annoso problema.
Cosa ne pensa?
«La penso anch’io così e aggiungo che dal
quadro che le ho fatto prima, un’azienda privata
che si trovasse nelle stesse condizioni sarebbe
già fallita. Anche qui la gente è insoddisfatta, ci
sono arretrati che restano nel cassetto, i locali
sono angusti, non abbiamo nemmeno un ufficio
informazioni in grado di dare risposte ai cittadini.
Eppure, il personale di questo Tribunale continua
a lavorare con grande professionalità, come
risulta dai rilevamenti di gradimento, continuando
a riscuotere il consenso delle persone che lo
frequentano».
Ho sentito parlare di prossimi cambiamenti
che dovrebbero migliorare tutto il sistema…
«Sono cambiamenti che riguardano la Procura,
da noi non muterà nulla. Quando si dice che la
Giustizia è inefficiente, la prima cosa da fare
sarebbe quella di recuperare risorse umane
aumentando l’organico della cancelleria, che è
insufficiente a fronte delle richieste sempre più
incalzanti che provengono dai cittadini».
Sono solo questi i mali della Giustizia?
«Assolutamente no, ci sono altri aspetti che
riguardano il penale e che andrebbero affrontati
serenamente senza contrapposizioni politiche
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
e senza fare muro contro muro, atteggiamento
che non fa altro che danneggiare il sistema
impedendo quella sana riforma che molti
vorrebbero. Un esempio: il problema delle
intercettazioni telefoniche. Le indagini che
si facevano una volta ormai non rendono
più perchè, dopo avere chiuso le stazioni dei
carabinieri nei piccoli centri o ridotto gli orari
dei commissariati di polizia, è venuto a mancare
quel controllo sul territorio che consentiva agli
investigatori di svolgere le loro indagini in
maniera tempestiva e capillare.
Quando per ragioni economiche queste strutture
vengono smontate, o ridotte al lumicino, tutto
il sistema della giustizia ne risente, rischia di
incepparsi e comunque crea grandi difficoltà al
meccanismo che la fa funzionare».
“
Sono tornata a Monza dopo
dodici anni di assenza e ho
trovato un tribunale con
ottime professionalità
Codice Penale, Codice Civile, due grandi libri
zeppi di leggi e di leggine che risalgono agli
Anni Trenta e che forse nemmeno gli addetti ai
lavori sanno leggere e interpretare con facilità:
a lei non sembra che andrebbero aggiornati?
«Anche per noi, mi creda, non è facile stare
dietro alla quantità enorme di leggi che ogni
giorno si addensano sui nostri tavoli. È un
problema che ci angoscia e che cerchiamo
di risolvere con programmi che aggiorniamo
continuamente, sempre però con il terrore di
prendere una decisione in base ad una norma che
è stata improvvisamente modificata. Pensi che
la riforma del diritto fallimentare, ad esempio,
ha comportato una modifica normativa entrata
in vigore in differita: una parte subito, una parte
dopo e un’altra ancora in un momento successivo.
Una situazione pazzesca, che molto spesso mette
a dura prova pazienza ed quilibrio».
Presidente, quando parla di Legge e di Diritto,
le brillano gli occhi e le si accende una luce
intensissima: lei ama molto il suo lavoro, vero?
«Mio padre era un magistrato, una persona
di vecchio stampo, irreprensibile, rigoroso e
assolutamente riservato. Mi ricordo una sua
frase che ripeteva spesso e che ancora oggi
risuona nelle mie orecchie: “La Legge è sempre
il risultato dell’esperienza e del buonsenso
tradotto in norme codificate, che si forma dal
convincimento comune”. Aggiungeva che quando
il buonsenso non coincide con la norma, ha torto
l’interprete, perché la norma non può essere
diversa da quello che dice il buonsenso.
Mi ha educato a lavorare così, a seguire
certe regole che non ho mai disatteso e che
sono sempre state alla base del mio percorso
professionale».
Che cosa ne pensa dei magistrati che un giorno
sì e l’altro pure vanno in Tv o sui
giornali a parlare di processi che magari sono
ancora in corso e che con le loro dichiarazioni
potrebbero influenzare il parere delle giurie
che poi saranno chiamate a giudicare?
«Mio padre, i suoi colleghi, tutto l’ambiente
giudiziario di Venezia che ho frequentato da
bambina, interpretavano il lavoro come una
missione al servizio della Legge e dei cittadini,
lontana dai clamori e dalle luci della ribalta.
Ho respirato quell’aria, che è entrata nel mio Dna,
ha formato il mio carattere e mi ha resa quella
che sono. Poi, il mio percorso è continuato qui a
Monza, quando presidente del Tribunale era Lo
Turco, quando si facevano le camere di consiglio
e dove i concetti di disciplina e di riservatezza
non erano soltanto optional ma regole
deontologiche da osservare scrupolosamente.
Oggi le cose sono cambiate, i giudici sono
monocratici, godono di molti “diritti”, possono
apparire sui media quando vogliono senza che
nessuno possa richiamarli ad un uso meno
disinvolto della loro immagine. Il Presidente di
un tribunale deve cercare di non entrare mai in
conflitto con loro…».
Un suo giudizio lapidario sul Consiglio
Superiore della Magistratura?
«Credo che ormai la sua autorevolezza si
sia affievolita e che anche questo organismo
andrebbe riformato».
Com’è la vita di un magistrato donna, con
una carica istituzionale così prestigiosa, in un
ambiente da molti definito maschilista come
quello della Brianza?
«Innanzitutto non è vero che i brianzoli sono tutti
maschilisti. Non dimentichi che qui ho vissuto
26 anni, conosco molte persone e credo che la
gente mi rispetti e che mi voglia anche un po’ di
bene. Cerco di essere presente dove è opportuno
e necessario, non voglio passare per scorbutica
anche se, lavorando dieci ore al giorno, spesso
anche il sabato e la domenica, la sera sono
piuttosto stanca e preferisco riposarmi. Ho una
casetta in campagna che amo moltissimo e che
nei fine settimana, quando posso, raggiungo
volentieri per dedicarmi ai miei fiori e alla natura
nella quale mi rigenero e ritrovo le mie forze. E
poi, ho due figli meravigliosi i quali, anche se
non vivono con me, riempiono i miei pochissimi
momenti di solitudine».
Il giudice Di Oreste
nell’ ufficio che ha
arredato lei stessa
Che cosa vorrebbe per il “suo” tribunale,
qualcosa che le manca e che potrebbe renderla
felice? Chiuda per un attimo gli occhi e mi
risponda con sincerità…
«Vorrei completare l’assetto di ogni sezione,
migliorarlo e renderlo funzionale al cento
per cento. Vorrei assumere un dirigente
amministrativo che mi sollevi da questa attività
che mi assorbe moltissimo tempo e che mi
impedisce di continuare a svolgere come vorrei
quell’attività giudiziaria, come le udienze di
separazione o quelle degli accertamenti tecnici
preventivi, che a me piace tanto.
Vorrei un po’ di personale in più per consentire
al Tribunale di Monza di dare risposte rapide e
concrete alle istanze della cittadinanza e al suo
diritto di ottenere soddisfazione dalla Legge e da
chi la legge l’amministra. Chiedo troppo?».
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Mina
Pirovano
Una donna a M
tutto tondo
Presidente del Comitato
per l’Imprenditoria
Femminile della Camera
di Commercio di Monza e
Brianza, è imprenditrice,
mamma e moglie, ma
anche sportiva dentro
di Sara Franchini
foto Marco Brioschi
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ina Pirovano, 39 anni portati
splendidamente è l’esempio lampante
di come una donna possa realizzarsi
al cento per cento, pur sacrificandosi molto,
nel lavoro e nella carriera, ma anche nella vita
privata. Sposata con Roberto, imprenditore nel
settore informatico e mamma di Carlo, 7 anni,
e Giulia, 3, Mina è la titolare della Simpeg,
azienda di famiglia che opera dal 1968 nel settore
della progettazione e costruzione di stampi e
realizzazione di articoli tecnici termoplastici.
Non solo: dal 2008 è presidente del Comitato
per l’Imprenditoria Femminile della Camera
di Commercio di Monza e Brianza e da venerdì
13 febbraio è amministratore di una società tutta
sua, la Mina Design, che si occupa di oggetti di
alto livello per food and beverage. Una delle sue
ultime fatiche, insieme al progetto dei microasili
nelle piccole e medie imprese della Brianza.
e vestiario, mio marito si organizza per
accompagnare a scuola i bambini, poi io mi
preparo ed esco. La sera, per quanto posso,
cerco di arrivare a casa per preparare la cena e
se ho impegni con la Camera di Commercio mi
faccio aiutare da Roberto. Una cosa è certa: il
fine settimana è sacro ed è dedicato soltanto a
famiglia e sport».
Ecco, lo sport, una passione importante nella
sua vita?
«Sono una sportiva nell’anima e il fatto di aver
coltivato da giovane lo squash, l’equitazione
e altre discipline, anche a livello agonistico,
mi ha aiutato ad avere più energia e resistenza
nell’affrontare la vita di mamma, l’allattamento
e persino il lavoro. Oggi non faccio gare ma
adoro sciare, anche in fuoripista con lo sci alpino,
correre e praticare lo sci nautico in estate. Il
tempo per farlo si trova, se si vuole».
Madre, imprenditrice e sportiva: insomma,
tanti modi di essere donna. Ma come si fa?
«Bisogna sfatare il mito che un modo di essere
esclude l’altro; si può essere imprenditrice e
riuscire a gestire la vita familiare, mettendo
insieme il tempo libero con l’attività sportiva: non
credo che bisogna chiudersi in un solo interesse
o in una sola passione, ma bisogna sperimentare
e coltivare sempre quello che ci piace perché ci
rende vivi».
Ci racconta il suo percorso?
«Laureata in Giurisprudenza, con un Master in
Controllo di Gestione organizzato da Istud/Sda
Bocconi, ho iniziato a lavorare nell’azienda di
famiglia dal 1996. Un impegno importante per
me, a 360 gradi. Ma, con la convinzione che
si può fare tutto se ci si organizza, facendosi
muovere dalla passione, ho deciso di andare
avanti e di coltivare la passione per lo sport e
soprattutto la famiglia. Ad esempio, dopo 15
giorni che era nato Carlo, sono dovuta andare
in ufficio e quindi me lo sono portato dietro:
ho allattato sia lui che Giulia fino a 18 mesi.
Naturalmente posso contare sull’aiuto di una tata
e di un marito meraviglioso con cui divido gli
impegni».
Dall’attività agonistica all’impegno: ci parli
del progetto per la creazione di micro asili
aziendali.
«Da quando sono stata eletta alla presidenza
del Comitato per l’imprenditoria femminile
ho lavorato a questo progetto. L’obiettivo di
questa iniziativa, che parte dalla mia esperienza
personale, è quello di creare le condizioni
favorevoli affinché una madre abbia vicino il
proprio bambino e possa continuare a dedicarsi
alla propria attività nel modo più sereno possibile,
riducendo al minimo le perdite di tempo
quotidiane per gli spostamenti. Queste strutture
devono essere attrezzate con una piccola sala
giochi, un bagnetto e un angolo cottura con uno
scaldavivande, un luogo fruibile per bambini da 0
a 4 anni».
Ci racconti una sua giornata tipo.
«La mattina mentre io mi occupo di colazioni
Quindi, secondo lei, conciliare è possibile…
«Sì, ma sono dell’idea che bisogna mettere le
donne nelle condizioni di rendere al massimo,
concedendo loro tutti gli strumenti necessari
affinché la vita lavorativa sia più piacevole. In
questo modo anche l’impegno ne trae giovamento
e nella mia azienda credo che queste condizioni
ci siano».
Mina Pirovano riesce
a reggere la famiglia
come la sua azienda, con
energia e impegno
Quali sono i rischi per una donna che perde
motivazioni nel lavoro?
«Sono frequenti i casi in cui le madri si licenziano
o passano al part time soprattutto nel momento
della maternità. È questo il principio di base che
ci ha fatto pensare all’iniziativa degli asili nido
aziendali».
Da esperta nel settore, come reputa la
condizione attuale dell’imprenditoria
femminile?
«Questo è un grande momento per
l’imprenditoria femminile, i dati dicono che le
donne sono in ascesa e danno vita anche a molte
società per azioni, il che significa che il coraggio
di certo non manca. Mi ha sorpreso anche il boom
nel settore delle costruzioni, ambito nel quale in
precedenza di certo non brillavamo per numero di
presenze».
Nulla è precluso alla carriera di una donna,
insomma?
«In questi anni le potenzialità delle donne sono
sempre state sottovalutate, per fortuna ora stanno
emergendo e ci stiamo riscattando dallo strapotere
maschile; dobbiamo continuare su questa strada.
Adesso gli uomini ci temono».
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
collaboro come libera professionista».
Elena
Viscardi
Il coraggio
D
di volare
Chi l’ha vista in azione sa
quanto può essere grintosa
e determinata, ma chi l’ha
sentita parlare sa anche
quanto possa essere dolce
e spirituale. Una donna in
carriera anno 2009
di Sara Re
foto Marco Brioschi
i lei non si può certo dire che sia una
donna indecisa o titubante. Non è
una che si fa impressionare dai nomi
altisonanti delle persone per cui spesso si trova
a dover lavorare o che lascia trascorrere anche
solo un momento della propria vita senza viverlo
intensamente. Elena Viscardi, 43 anni, ha
deciso tempo fa di sottrarsi alle rassicuranti, ma
soffocanti, certezze dell’azienda di famiglia,
Viscardi Arreda, per intraprendere una strada
tutta sua, che percorre ad ogni passo con
straordinaria energia.
Diciassette anni al lavoro con mamma e
papà… e poi?
«Nove anni fa, da un giorno all’altro ho deciso
che non faceva più per me. Ero orgogliosa di
lavorare in un’azienda che era stata fondata dai
miei genitori e che è stata la prima a proporre
il design e l’arredamento su misura, ma sentivo
ormai il bisogno di trovare un’occupazione che
mi consentisse di esprimermi, di misurarmi con
me stessa senza dovermi sempre confrontare con
loro».
Scelta impegnativa, ha rischiato tutto...
«Si, in effetti, dopo sei mesi e qualche lavoro
più o meno precario sono approdata all’Ufficio
Eventi della Fiera di Milano: tra tanti laureati
hanno scelto me, che ho conseguito un diploma
di Ragioneria, perché avevo già esperienza nel
settore. Sono stata lì due anni, poi ho cominciato
a sentirmi di nuovo stretta, perché non mi
piace l’idea di “timbrare il cartellino”: io amo
dedicarmi senza limiti al mio lavoro, potermi
gestire in maniera autonoma e così ho accettato
l’offerta di Da Vittorio, prestigioso marchio
di ristorazione bergamasco con cui tutt’oggi
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Qual è il suo ruolo?
«Sono responsabile delle PR, mi occupo della
parte commerciale ma soprattutto organizzo in
toto eventi e matrimoni».
Come Jennifer Lopez nel film “The Wedding
Planner”?
«Per nulla, o meglio, anche: la maggior parte
delle persone pensa che lavorare nel mondo degli
eventi sia piacevole ed entusiasmante. Certo lo
è, ma questo è un lavoro fatto anche di grandi
sacrifici, rinunce personali, grande attenzione al
lavoro degli altri, capacità di coordinamento e
gestione… E poi i dettagli non mentono: da un
tovagliolo, un segnaposto, un fiore si può subito
intuire la cura con cui è stato preparato un evento
e, ad alti livelli, non ci si può permettere di
sbagliare».
“
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
I dettagli non mentono: da un
fiore si può subito intuire la
cura con cui è stato preparato
un evento e, ad alti livelli, non
si può sbagliare
Ci vuole talento per gestire tutto o basta
l’esperienza?
«Tante cose le insegna la pratica sul campo, ma
credo che un po’ di talento sia necessario per
dare il proprio valore aggiunto. Io sin da piccola
ho mostrato un grande spirito organizzativo,
pianificavo feste, preparavo sorprese… Mi
è sempre piaciuto mettermi nella testa del
committente o del festeggiato, sforzarmi di
capire cosa gli piacerebbe vedere; e poi io non
mi accontento di fare il mio, sento sempre la
necessità di andare oltre per dare il mio contributo
personale e raggiungere il migliore risultato
possibile, anche se questo significa mettersi in
gioco più di quanto sarebbe dovuto!».
Le sue giornate sono frenetiche, sempre in
giro per sopralluoghi, appuntamenti, incontri,
eventi: trova il tempo per gli affetti?
«Purtroppo non moltissimo, sacrifico molto al
lavoro. Tuttavia sono sposata con Javier, un
meraviglioso trentenne di origine domenicana
che mi capisce e mi lascia libera di vivere la mia
frenesia quotidiana, ma nello stesso tempo sa
essere al mio fianco ogni qualvolta ho bisogno di
lui».
Dal lavoro all’amore, dunque una vita, un
successo…
«Forse, anche se per me successo significa
riuscire a fare quello che si desidera davvero, è un
metro di misura del tutto personale e per quanto
mi riguarda posso certamente affermare di essere
appagata. Ma io so bene che la fonte del mio
successo è un’altra».
Elena ritratta nel giardino
del Relais Gourmand
Da Vittorio
Qual è?
«Dio. È lui la mia forza e la mia certezza. La fede
in Lui mi aiuta ad affrontare le difficoltà».
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Giovanna
Forlanelli
Il mondo L
delle donne
...sulla carta
a forza e la complicità di un gruppo
di donne guida la Johan & Levi, casa
editrice nata a Monza: realtà piccola ma
innovativa, fondata da Giovanna Forlanelli,
una laurea in Medicina e una passione per
l’architettura, i libri e il design. Il suo amore per
l’arte oggi è diventato un lavoro, che assorbe
quasi tutte le energie e porta con sé un obiettivo
ambizioso: divulgare un patrimonio culturale fino
ad ora sconosciuto.
Ha fondato una casa
editrice dedicata all’arte
insieme ad una squadra
di sole donne, «perché
– dice – da un punto di
vista estetico, c’è più
omogeneità»
di Greta La Rocca
foto Marco Brioschi
Quando è nata la Johan & Levi?
«Nel gennaio del 2005. Da moltissimi anni
frequentavo il mondo dell’arte, conoscevo già
diversi architetti e mi ero sempre interessata a
questa forma di espressione. Sentivo, però, la
mancanza di una casa editrice che si occupasse
solo di arte e che desse spazio anche alla realtà
anglosassone, perché da qui ha preso vita l’arte
contemporanea. Per questo motivo ho scelto
di non pubblicare cataloghi, a differenza di
case editrici più famose; ho sposato una scelta
differente, ho cercato di promuovere una
maggiore divulgazione del mondo artistico, anche
attraverso i saggi e la promozione dei giovani».
Quali sono le principali collane pubblicate
dalla casa editrice?
«Abbiamo iniziato con le biografie degli artisti
d’arte contemporanea. In Italia non esistevano,
abbiamo tradotto testi anglosassoni. Le
biografie straniere, a differenza delle italiane,
sono scorrevoli, leggibili, divertenti, hanno un
riscontro di carattere sociale, raccontano storie
di vita: eppure nascono da un attento lavoro
di analisi e ricerca. Abbiamo pubblicato, ad
esempio, “Robert Rauschenberg. Un ritratto”: un
nome poco conosciuto, eppure un grande artista.
L’arte italiana, invece, viene promossa con la
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collana “Laboratori”, per la quale abbiamo scelto
curatori giovani, come Ivan Guaroni. O ancora
abbiamo presentato “Libri Illustrati”, la collana
di promozione “Le monografie”: in questo caso
la Johan & Levi si pone come mecenate nei
confronti di artisti che non hanno avuto ancora
l’occasione per emergere, eppure hanno doti e
capacità».
«Il territorio è fertile, i cittadini mostrano sempre
molto interesse per il panorama artistico e
culturale. La cultura è una risorsa, è linfa vitale
per i ragazzi, ma anche per gli anziani, è un modo
per essere sempre aggiornati e non invecchiare.
Manca però un filo conduttore, il dialogo, la
comunicazione, la promozione: dobbiamo
lavorare in questa direzione».
Qual è la vostra ultima sfida?
«Stiamo lavorando ai “Laboratori per Paesi
emergenti”, come la Corea o la Russia: sono
realtà difficili e complesse, per le quali non
esistono critici specializzati. Usciremo con “Arte
e Economia”: analizziamo i diversi mercati
da un punto di vista economico. Desideriamo
sviluppare la parte saggistica, facendo lavorare
artisti più giovani e meno famosi. Crediamo
che sia molto importante divulgare l’arte
contemporanea».
Come riesce a conciliare la vita privata con il
lavoro?
«Mia figlia è una ragazzina, ha quindici anni, la
coinvolgo molto nei miei progetti di carattere
culturale. È importante che i giovani si interessino
all’arte e alle iniziative di questo tipo. I miei hobby
e le mie passioni sono legate a questa realtà, quindi
sono fortunata: ho trasformato un passatempo in
un lavoro. In casa editrice, inoltre, possono contare
su un team di fiducia. Amo viaggiare e anche le
mie trasferte diventano molto importanti per il
lavoro che ho scelto perchè mi consentono di avere
una visione decisamente internazionale».
Lo staff della Johan & Levi è tutto al
femminile: quali sono i pregi e i difetti di
questa complicità?
«Il team è molto snello. Possiamo contare su
una fitta rete di collaboratori, ma la squadra è
composta da un direttore, una grafica, un editor,
una segretaria. Tutte donne. Da un punto di vista
estetico - scelta delle copertine, dei caratteri,
delle fotografie, ad esempio - c’è molto più
feeling e siamo più omogenee nei gusti. Forse,
dal momento che ognuna di noi ha una famiglia
o un fidanzato, c’è il rischio che non sempre la
disponibilità sia totale: tuttavia, a mio avviso, non
è importante quante ore si lavori, ma come lo si
faccia».
La Forlanelli nei locali
della sua creatura: la
Johan & Levi editrice
La casa editrice ha sede a Monza: come
risponde la città risponde agli stimoli di
carattere culturale?
«Monza è molto affascinante, così come
la Brianza. L’interesse per l’arte esiste, ma
purtroppo è vissuto in modo molto isolato e
individuale. Ci sono, infatti, molti collezionisti
privati. Il territorio brianzolo è una locomotiva
di novità che devono essere coltivate e costruite:
manca una rete».
Lei è anche membro del Comitato di
promozione della cultura del Comune di
Monza: quale pensa siano limiti e potenzialità
della città e della nuova provincia?
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Franca
Casati
Stella d’oro F
dello sport
monzese
La presidente del
Panathlon Club racconta
il suo impegno all’interno
di organizzazioni e
associazioni sportive
di Andrea Trentini
foto Marco Brioschi
ranca Casati, monzese doc, presidente
del Panathlon Club di Monza e Brianza,
da decenni si dedica allo sport nelle sue
più svariate forme. Nella sua carriera ha ricoperto
ruoli dirigenziali all’interno di federazioni
sportive nazionali e, da diversi anni, si dedica
anima e corpo all’associazione Panathlon per
l’organizzazione di eventi di divulgazione
sportiva, portando a Monza i grandi campioni
dello sport, anche di discipline poco conosciute,
in modo che possano trasmettere al pubblico
almeno una piccola parte delle proprie esperienze.
L’impegno di Franca Casati è stato riconosciuto
anche dalle massime cariche sportive nazionali
come il Comitato Olimpico Nazionale che ha
recentemente premiato la presidente del Panathlon
con la stella d’oro al merito sportivo, la massima
onorificenza prevista dal comitato (che a Monza
solo due grandi sportivi hanno avuto l’onore di
ricevere: Felice Camesasca e Fiorenzo Magni).
Franca Casati si destreggia abilmente tra gli
impegni in associazione a quelli della attività
commerciale con il negozio “Eliotecnica Casati”
di piazza Carducci, dove è possibile trovarla tutti
i giorni dietro al banco. In effetti il connubio
lavoro e sport deve senz’altro avere anche una
funzione “ringiovanente” per la presidente che il
21 febbraio scorso ha compiuto 81 anni.
Dopo tanti anni e riconoscimenti, possiamo
dire che lei è un simbolo dello sport monzese…
«In effetti in questi anni ho dato molto allo sport
e lo sport mi ha dato molto. Sono più di trent’anni
che me ne occupo, a diversi livelli: insomma,
qualcosa ho fatto. In questi anni ho sempre cercato
di stare vicino allo sport vero, di estrapolarne
sempre la parte più genuina. Questo mio impegno
mi ha regalato tantissime soddisfazioni ed
emozioni».
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Non da ultimo l’onorificenza che il Coni la ha
riconosciuto recentemente a Palazzo Marino
a Milano. La Stella d’oro al merito sportivo
(dopo quella di bronzo e quella d’argento) è
qualcosa che ogni amante dello sport sogna per
la sua carriera: è stato così anche per lei?
«Certo! Quando l’ho ricevuto ero
emozionatissima, non me lo aspettavo, magari
tra qualche anno, ma ora proprio no! Inoltre
essere di fianco a tutti quei grandi campioni dello
sport italiano mi ha resa davvero orgogliosa:
quando Bruno Pizzul, presentatore della serata
ha pronunciato il mio nome, mi tremavano le
gambe».
“
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
In questi anni ho sempre
cercato di stare vicino allo
sport vero, di estrapolarne
la parte più genuina
Franca Casati si
destreggia tra impegni
in associazione e in negozio
Ci racconta la sua carriera da dirigente?
«Sono più di trent’anni che mi dedico anima e
corpo allo sport. Quando una passione è così
forte finisce che poi diventa la vita stessa. Ho
cominciato tanti anni fa alla Federazione Italiana
Sport Invernali come giudice di gara, poi sono
diventata dirigente, presidente provinciale e infine
consigliere regionale della Federazione. Sono
anche stata membro della commissione Sport
del Comune di Monza. Poi mi sono dedicata
interamente al Panathlon di Monza e Brianza e
questo è il sesto anno di presidenza».
Con il Panathlon organizzate serate dove i
campioni dello sport vengono a raccontarsi.
Perché ritiene importante questa attività?
«Gli sportivi, anche quelli di discipline meno
conosciute, vengono a raccontare le proprie
esperienze e noi siamo sempre felici di ascoltare
le loro storie. E anche in questo caso non mancano
le sorprese in positivo. Ad esempio in uno degli
ultimi abbiamo ospitato i campioni della box
thailandese che hanno fatto una dimostrazione
pratica: prima di vederli ero un po’ scettica sulla
riuscita della serata, che è stata invece un grande
successo. Questo è il modo per vivere da vicino lo
sport, in modo vero, reale e senza pregiudizi».
Lavoro e sport, due anime che convivono e che
portano a grandi risultati: si riassume così la
sua vita?
«Direi di sì. Le due cose convivono bene, poi sono
le emozioni che derivano dalla passione che danno
la forza per continuare. Chi l’avrebbe detto che
sarei stata premiata in una cerimonia presentata
da Bruno Pizzul e accanto ad atleti del calibro di
Antonio Rossi e Ivan Cassina!».
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Carmen
Principe
Il lato gentile È
della divisa
Responsabile della Digos
al Commissariato di
Monza, non ha alcuna
difficoltà a muoversi in
un mondo di uomini
di Laura Marinaro
foto Marco Brioschi
affascinante, determinata e tosta. Fa
la poliziotta per un segno del destino
e adora nel suo lavoro scandagliare
l’animo umano. Nata a Milano x anni fa, (dice di
avvalersi della facoltà di non rispondere quando
le chiediamo l’età), ha studiato lingue estere e poi
si è laureata in Scienze Psicologiche. A Monza da
alcuni anni, dopo aver lavorato a Milano e Como,
è Ispettore Capo e, dal 2005, è responsabile
dell’ufficio della Digos.
Come è arrivata in Polizia?
«La mia formazione non mi avrebbe mai
condotto in Polizia, ma per la prima ed unica
volta nella mia vita ho partecipato ad un
concorso pubblico e ho vinto: era proprio
destino. E questo lavoro mi ha appassionato
da subito, lo amo ancora come il primo giorno
malgrado le difficoltà e le frustrazioni che, a
volte, inevitabilmente in ambito lavorativo si
accumulano».
Come è cambiato negli anni il lavoro del
poliziotto?
«Grazie alle nuove tecnologie e alla scienza,
l’attività investigativa ha fatto passi da gigante
ma, per quanto concerne le relazioni sociali e
con le istituzioni, esse sono sempre un work in
progress ed è da quelle che dipende molto di
quello che facciamo».
Quale è il valore aggiunto di una donna nel
lavoro di poliziotto?
«Benchè le mie caratteristiche personali non mi
consentano certo di sentirmi in una posizione
di inferiorità, riconosco le differenze di genere,
ma credo che a fare la differenza sia soltanto
l’intelligenza: che sia donna o uomo, per me
l’importante è il lavoro di squadra.
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Ritengo che, al di là della gerachia, la leadership
sia da conquistare; sono responsabile del lavoro
di quattro uomini con cui lavoro in perfetta
sintonia. In relazione alle pari opportunità, in
Polizia non ci sono grossi problemi. Abbiamo
commissioni apposite (io faccio parte di una di
esse), oltre al fatto che i nostri colleghi hanno
capito che la sensibilità dell’organizzazione è
cambiata. È anche vero che a Monza su circa 80
persone solo 14 sono donne».
Immagino si sia trovata in situazioni di
pericolo. Hai mai avuto paura?
«Se per paura si intende l’istinto di attacco e
fuga, sì, l’ho provato diverse volte. Ma siccome
credo che il vero coraggioso sia colui che ha
paura ma sa superarla, allora diciamo che mi
ritengo abbastanza coraggiosa. Una volta durante
un’operazione contro un traffico internazionale di
armi mi sono ritrovata davanti ad un armadio, un
ex poliziotto jugoslavo; beh, in un attimo aveva la
mia pistola puntata in faccia. In quel caso l’istinto
ha funzionato adeguatamente!».
Quali i ricordi più intensi?
«Gli occhi dei bambini che erano stati abusati e
che dovevamo sottoporre ad audizione protetta.
Per anni mi sono occupata di reati sui minori ed
è stato particolarmente stressante dal punto di
vista emozionale. L’incidenza dello stress nel
nostro lavoro è molto più alta che in altri, primo
perché vi è una transazione emotiva quotidiana
con l’illegalità e, più in generale, perché non
abbiamo un adeguato supporto sociale. A ciò
aggiungiamo che è necessario controllare
sempre le nostre emozioni (a me capitava in
continuazione dovendo lavorare con vittime di
violenze sessuali, Ndr) per non far venir meno
la funzione di sostegno nelle situazioni critiche,
infine nel lavoro non si parla e ci si tiene tutto
dentro».
Adesso in costa consiste il suo lavoro?
«Adesso mi occupo di osservazione del
territorio, di politica, di prevenzione, nell’ottica
della garanzia dei diritti costituzionali di libertà
e manifestazione. È bellissimo tutto ciò. Il
pensiero di lavorare per assicurare questi valori
ti fa sentire importante».
Il lavoro occupa gran parte della sua
giornata ma sicuramente ha spazio per altro.
Innamorata? Coltiva altre passioni?
«Sì sono innamorata. Non sono mai stata
sposata e non ho figli ma approfitterò di tutte
le possibilità che la vita vorrà offrirmi. Mi
piace stare a casa, quando posso, ho anche un
giardinetto dove coltivo le rose. Ho preso lezioni
di tango e adoro leggere e dipingere, delle cose
orribili a dire il vero, olio su tela. Il mio maestro
dice che ho uno stile sgangherato, ma è pur
sempre uno stile no?».
Carmen Principe
nel suo ufficio del
Commissariato
di Monza
Cosa ci dice di Monza?
«La Brianza è la terra dove ho sempre vissuto
e quindi è la mia terra. Monza è una bella città
che guadagnerà moltissimo a livello culturale
con la nuova provincia e soprattutto con i nuovi
progetti, ad esempio l’ampliamento del Polo
universitario che la proietterà in una dimensione
più europea. È un bel gioiellino al quale bisogna
dare lustro.
Intanto ci prepariamo a seguire la campagna
elettorale...il lavoro ci aspetta!».
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Daniela
Greco
Il senso della H
giustizia
nel Dna
Avvocato
specializzato nella
famiglia, ha fondato
un’associazione per le
famiglie in difficoltà
di Laura Marinaro
foto Marco Brioschi
a 42 anni, è bella e ha fatto della sua
professione una vera e propria missione.
Da quando, da ragazzina, viveva in Sicilia
e credeva nella Giustizia, quella con la G maiuscola,
Daniela Greco, monzese d’adozione da vent’anni, è
un avvocato che difende davvero le cause disperate,
soprattutto quelle nelle quali sono coinvolte loro
malgrado famiglie in difficoltà. E così, dopo anni di
professione, ha deciso di fondare un’associazione che
si chiama “Crescere Insieme” con la quale aiuterà
chi ne avrà bisogno. Ma non da sola.
Daniela, come è nata la passione per l’avvocatura
e in particolare per il diritto di famiglia?
«Se sono qui lo devo ad una mia zia che adesso
non c’è più e che mi aveva educato al valore della
Giustizia. Le ho creduto, ho coltivato quel valore
leggendo, studiando e grazie a lei sono arrivata
da Siracusa nel 1986 a Milano. Ho studiato
all’Università Cattolica del Sacro Cuore e mi sono
laureata nel 1992 con una tesi in diritto penale dal
titolo “Il concorso del minore nel reato”. In realtà ho
sempre coltivato più il diritto civile, ma il problema
del diritto applicato ai minori è sempre stato al centro
dei miei interessi».
Come sono stati gli esordi nella professione?
«Difficili, soprattutto perché ero sola a Milano e non
avevo conoscenze altolocate; tuttavia mi sono data da
fare, prima in uno studio milanese, poi a Brugherio
dove lavoravo come corrispondente per uno studio di
Rimini».
E così è arrivata in Brianza...
«Beh, mi ha portato qui anche l’amore, perché ho
conosciuto mio marito, monzese doc e figlio di
una delle storiche famiglie di cappellai...lui non fa
l’avvocato fortunatamente, ma mi sostiene molto in
questo mestiere difficile e impegnativo».
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Come è nato il suo impegno nel sociale?
«Grazie alla conoscenza con il dottor Cambini
(ex consigliere comunale, Ndr) molto impegnato
in quest’ambito, con il quale avevo un’ amicizia e
collaborazione anche politica, mi sono avvicinata a
casi complessi di famiglie in difficoltà...e, da allora,
non ho più smesso».
Ricorda il suo primo caso?
«Si trattava di un ragazzo monzese che era stato
rifiutato dall’Istituto Olivetti perché i genitori erano
anziani e lui era stato affidato ai servizi sociali: riuscii
con mille battaglie a farlo accettare in un’altra scuola
a Vimercate».
Quali sono le caratteristiche di questo tipo di
assistenza legale?
«Prima di tutto si tratta di un lavoro continuo e
costante nel quale non c’è mai una causa vinta
o persa, perché i protagonisti sono tanti: posso,
ad esempio, riuscire a tenere unita una famiglia,
impedendo di far adottare a degli estranei dei bambini
piccoli, perché i genitori hanno bisogno di sostegno;
se poi il tutore è un comune, i servizi sociali, tutto
diventa difficile e insormontabile... una piccola
vittoria poi non sempre significa vittoria totale e
finale.
Ma io non demordo perché nessuno ha diritto di
tenere i bambini lontani dalle proprie famiglie. E poi
i tribunali dei Minori sono oberati di fascicoli, gli
assistenti sociali spesso poco preparati e la burocrazia
troppo lunga e lenta».
Come è nata l’idea dell’associazione?
«Proprio da tutto questo lavoro: non ce la facevo più a
seguire tutti da sola e le stesse persone che ho aiutato
sono stati i primi soci fondatori insieme al mio staff
legale tutto al femminile. Ci occupiamo di assistenza
legale, ma anche psicologica, di informazione sul
gratuito patrocinio o sulle leggi, ad esempio che
regolano gli aiuti alle famiglie dei comuni. Insomma
un sostego gratuito a tutto tondo».
Perché il nome “Crescere Insieme”?
«Cresciamo insieme, perché non solo i bambini
devono crescere, ma noi adulti cresciamo con loro,
nella consapevolezza che le Leggi, quelle vere,
possono aiutarci».
Quali sono i vostri progetti immediati?
«Stiamo pensando di organizzare un evento sportivo
benefico per il prossimo giugno. Grazie alla mia
amicizia con Angelo Bonfrisco, ex arbitro nazionale,
con il quale stiamo lottando contro la Figc per
vedere riconosciuta legalmente la sua professione,
coinvolgeremo personaggi famosi e i fondi che
raccoglieremo li useremo per aiutare le nostre
famiglie in difficoltà».
Lei è anche mamma di due bambine di 9 e 2 anni.
Come fa a conciliare il lavoro e quest’attività di
volontariato?
«Prima di tutto cercando di valorizzare il tempo in cui
sono a casa con loro; non mi sento in colpa perché
quando non lavoro stacco del tutto. Fortunatamente
ho il sostegno del marito e dei suoceri».
Hobbies e interessi?
«Non c’è molto spazio per altro oltre il lavoro, ma,
soprattutto d’estate, mi piace molto leggere».
Danilela Greco,
nel suo studio legale,
si batte per la
vera Giustizia
Monzese d’adozione e residente da qualche anno
a Villasanta, cosa ne pensa di questa città?
«Monza è una città che amo molto, la mia seconda
casa; apparentemente poco vitale perché non ci sono
locali, ma in realtà è molto attiva e la gente preferisce
essere impegnata nel volontariato piuttosto che
andare a divertirsi. Comunque, per questo motivo si
va a Milano che è vicinissima».
Cosa cambierebbe?
«Beh, sicuramente il Tribunale di Monza che ha
degli ambienti fatiscenti, ma anche la sede dei Servizi
Sociali dove non c’è una stanza adatta a tenere gli
incontri protetti. Sembra una cosa irrilevante, in realtà
è fondamentale anche partire da questo per riformare
un sistema fortemente burocraticizzato e troppo
spesso fatto di macchine, non di persone vere e col
cuore».
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Rinaldo, il fratello
Lei e Samantha avete parecchi anni di differenza…
«Infatti le facevo sia da fratello che un po’ da papà; mi occupavo
attivamente della sua vita e delle sue scelte e lei era dolcissima.
Inoltre, anche fisicamente, sembrava una bambola, con i boccoli
lunghi e biondi. Mi ricordo che quando la portavo in giro in
macchina con me, tutte le mie amiche del liceo la adoravano».
Com’è oggi la Samantha adulta?
«Ha tante qualità: è iperattiva, non si scoraggia mai; è molto brava
nel suo lavoro e non perde mai la testa nelle situazioni di stress.
E poi è una persona di un’onestà assoluta, per lei è impensabile
comportarsi scorrettamente, in ogni tipo di situazione o rapporto».
Cosa la fa arrabbiare e cosa le manca quando siete lontani?
«Arrabbiare... nulla. Abbiamo creato un rapporto di tale complicità,
anche sul lavoro, che siamo uno per l’altro una presenza costante,
Samantha A
Ceccardi
Una donna
per amico
Monza è conosciuta per la sua professionalità
e la grinta con cui gestisce l’attività
imprenditoriale da lei fondata: Vision Plus.
Ma chi è davvero Samantha Ceccardi, una volta
smessi i panni della giovane imprenditrice? Avremmo
potuto chiederlo direttamente a lei, ma per curiosare
di più ci siamo rivolti alle persone che le sono vicine;
fratelli e amici, quelli della gioventù e quelli di oggi.
Ne è uscita l’immagine di una donna decisa e grintosa,
ma dall’animo dolce e sensibile.
Barbara Ceccardi, la sorella maggiore
«Per me è sempre stata come una figlia, anche perché abbiamo
Abbiamo chiesto a chi conosce
meglio l’organizzatrice di
eventi più famosa in città
di raccontare questa
donna speciale
di Chiara Bramati
foto Marco Brioschi
13 anni di differenza; era un po’ il mio bambolotto. La portavo
sempre con me, anche al mare. Era molto vivace ed espansiva,
soprattutto quando giocava con i cuginetti, bisognava tenerli
sempre a bada!».
Lei lavora insiema a Samantha. Come si convive?
«È molto determinata, se si prefigge un obiettivo, lo raggiunge;
non si fa mettere i piedi in testa; cerca di instaurare con tutti un
buon rapporto, ma si fa rispettare».
E la sua scrivania? Precisa ed ordinata o regna il caos?
«Un giusto equilibrio tra le due; la sua è la scrivania di una
persona che lavora, ci sono momenti intensi in cui magari ci sono
fogli sparsi e un po’ più di confusione, ma nei periodi tranquilli
tutto torna in ordine».
Già operativa al mattino presto… oppure ha bisogno di un caffè
per cominciare?
«Lei è operativa già da quando è in macchina, e in ufficio arriva
allegra e sveglia, non ha bisogno del caffè».
Chi delle due chiede consigli all’altra?
«Entrambe. Ci confrontiamo sempre sulle decisioni importanti,
perchè ci compensiamo molto. Ognuna ha la sua autonomia
anche se siamo lontani. Oggi, ad esempio io sono in Russia, ma l’ho
già sentita due volte. Siamo lo stesso sempre vicini».
Ci sono comportamenti che le ricordano ancora la sua sorellina?
In questa pagina Samantha Ceccardi
in alcuni momenti del concerto di
José Carreras alla Villa Reale.
In alto a sinistra, una giovanissima
Samantha durante una vacanza
in Thailandia
«Ancor oggi si commuove soprattutto quando si parla di animali. Il
suo è un amore irrefrenabile ed essendo io un cacciatore a volte ci
scontriamo. Di recente mi ha sgridato perché, dopo aver trovato un
topo in una cassapanca, non l’ho fatto uscire dal portone!».
Ermanna Parravicini, l’amica del cuore
Voi vi siete conosciute allo Sporting tanti anni fa, poi vi siente
un po’ perse di vista: ora siete tornate grandi amiche. In tanti
conoscono Samantha nella sua veste professionale, una donna
in carriera che ama il suo lavoro, ma com’è nel privato?
«Quando lavora sembra fredda, distaccata, nella sua vita privata
è l’opposto; è una donna molto dolce, che sa dare tanto affetto,
disponibile all’ascolto, qualità rara. È attenta ai particolari e
alle esigenze delle persone che le stanno vicine».
Cosa compra quando fa shopping?
«Le piacciono le cose belle, raffinate ed eleganti e non segue le
mode».
Ha le mani bucate o è parsimoniosa?
«È attenta, anche se ogni tanto qualche sfizio se lo toglie».
Qual è l’ultimo regalo che lei ha fatto a Samantha?
«Una mantella di cachemire, mentre l’ultimo che lei ha fatto
a me è un rospetto portafortuna in argento. Sul biglietto ha
scritto: “Con l’augurio che si possa trasformare in principe
azzurro!”».
Minigonna o tailleur?
«Tailleur, di sicuro. E con le scarpe senza tacco».
Bon ton o trasgressiva?
«Bon ton, elegante e rigorosa, come lo è con se stessa».
lavorativa e il settore in cui è più specializzata».
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IL CLUB DEI PROTAGONISTI
Michele Pizzi, amico dall’adolescenza
Da quanti anni la conosce?
«Da più di venticinque. Eravamo dei ragazzini perché entrambe
le nostre famiglie frequentavano lo Sporting Club di Monza».
Com’è avere per amica una donna come Samantha?
«È un’ottima amica ed una donna veramente simpatica con cui è
possibile soprattutto fare grandi risate».
Con tutti gli amici ci si irrita per qualcosa: lei per cosa si
arrabbia con Samantha?
«Parla sempre, in continuazione e a volte, per riuscire a parlare,
devo alzare la voce. Questa è una cosa che mi fa proprio
innervosire».
Una cosa che invece la rende unica?
«La fiducia che ha sempre riposto in me da quando ho cominciato
a fare l’avvocato. Avrebbe potuto rivolgersi a persone con più
esperienza, ma mi ha sempre chiesto consigli».
Da adulti il rapporto cambia, si evolve; com’è oggi la vostra
amicizia?
«Oggi la nostra amicizia si può definire intima ma non frequente.
Siamo cresciuti e la vita chiaramente ci ha portato su strade
diverse, ma la confidenza è rimasta quella di sempre».
Marco Marinoni, amico universitario
«Ci siamo incontrati in biblioteca a Monza durante l’Università.
Si passavano intere giornate là e alla fine ci si conosceva un po’
tutti».
Come era in compagnia?
«Spigliata, piacevole e sapeva divertirsi molto. Insieme ad altri
amici abbiamo fatto anche un viaggio in Thailandia, organizzato
da lei, che a quei tempi lavorava nelle agenzie di viaggi. Poi tanti
weekend, in montagna o al mare in barca a vela»
Una di quelle sempre in ritardo?
«No, sempre abbastanza puntuale. Non era certo una di quelle
amiche che all’ultimo momento non si presentano, senza
avvisare».
Ha molti amici maschi?
«Non lo so, ma la mia sensazione è che abbia più amici maschi
che donne».
Oggi com’è la vostra amicizia?
«Ora ognuno ha la sua vita, una famiglia e non abbiamo più
tante occasioni di vederci. Ma se ci si incontra, magari in centro,
si fanno lunghe chiacchierate. Ultimamente ci siamo ritrovati su
Facebook, ci scriviamo promettendoci sempre di vederci… ma non
ci siamo ancora riusciti!».
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Sopra, da sinistra,
Claudia Grasso, Martina
Sassoli, l’assessore
regionale Massimo
Zanello con Samantha.
Sotto, in Thailandia
MONZA
young
Air BAR
DONNE &
MAMME
Pappe, giochi,
biberon...
pc e telefonino
LADY DIOR
Oggetto
del desiderio
Un locale per ogni ora
Sarà per il design all’americana, nuovo e accattivante, fatto di spazi
ampi e chiari; sarà per l’offerta che copre tutte gli orari della giornata,
dalle colazioni al pranzo, dall’aperitivo al dopocena; fatto sta che, a tre
anni dall’apertura, l’Air Bar di via San Gottardo è uno dei locali più
gettonati di Monza. Gestito da Danilo Costa e Matteo Colucci, affiancati
da uno staff di giovani professionisti, è aperto tutti i giorni e propone
un’ ampia gamma di scelte, sia all’interno del locale, con disponibilità
a feste private come compleanni o lauree, sia portando all’esterno i
propri buffet, attraverso un servizio di catering personalizzato secondo
le esigenze del cliente. Da tenere presente, il giovedì sera, la serata
dedicata agli aperitivi regionali, durante i quali è possibile degustare vini
e prelibatezze provenienti da ogni angolo d’Italia.
Elisa, pattinatrice
tra Monza
e New York
I.P.
Via San Gottardo, 66 – Monza – T.039/2308549
PROMESSE
ELENA
La televisione è donna
MONZA YOUNG
MONZA YOUNG
Elena
La tv è tutta
al femminile
•
segni particolari
LENTIGGINI
•
Responsabile editoriale del nuovo canale Lei di Sky, Elena
racconta la passione per il piccolo schermo “imparata” sui
banchi dell’università
•
di Benedetta Trabattoni - foto Marco Brioschi
F
inalmente è arrivata una dimensione
televisiva interamente pensata per
l’universo femminile: si tratta di Lei,
il canale 125 di Sky prodotto da Digicast
(RCS MediaGroup), adatto a tutti i tipi di
donna. “Lei” è la rivincita per tutte coloro
che, stanche di fissare una partita di calcio,
possono sedersi sul divano e assaporare la
bellezze dell’essere l’altra metà del cielo.
Elena Brugola, trentenne di Vedano al
Lambro, è il braccio destro della direttrice
del canale. Solare e intraprendente, nel poco
tempo libero che le rimane, ama leggere e
correre, soprattutto nel Parco di Monza. «Mi
si apre veramente il cuore - ha ammesso
- quando corro nel verde», ma la sua più
grande passione è il diving. Vive a Milano,
ma i suoi abiti sono rimasti a Vedano... «Dove
ci sono i vestiti... c’è casa!», ha esclamato
sorridendo.
Com’è iniziata questa nuova avventura?
«Lavoravo con la direzione della casa di
produzione televisiva italiana Magnolia,
occupandomi dello scouting di format e
marketing internazionale, quando a una mia
collega è stata affidata la direzione del canale
Lei di Sky: lei mi ha fortemente voluta nel
suo team e così, da novembre, vivo in questa
nuova realtà con il ruolo di responsabile
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N.42
•
editoriale della produzione, delle iniziative
speciali e delle sinergie del gruppo.
Il canale è stato messo in piedi praticamente
in quattro mesi, partendo da zero.
Un’esperienza davvero esaltante».
Hai avuto esperienze precedenti nel campo
della comunicazione?
«Mi sono laureata nel 2003 in Scienze della
comunicazione allo Iulm e ho lavorato per
un anno e mezzo per una concessionaria di
pubblicità, una scelta fatta molto con la testa
e poco con il cuore. Il mio grande sogno è
sempre stata la televisione anche perché,
avendo alle spalle una famiglia impegnata
in questo settore, sono praticamente
cresciuta a pane e tv. Così ho fatto una prima
esperienza nel gruppo Einstein, società
leader nella produzione e nella distribuzione
di contenuti, lavorando per “Love Bugs”,
poi mi sono trasferita due anni a Roma per
la ricerca e sviluppo di format televisivi.
Successivamente sono passata in Magnolia».
In genere non è facile per un giovane
trovare un’occupazione nel settore della
comunicazione; hai trovato anche tu
difficoltà all’inizio?
«Sinceramente no, anche perché ai tempi
nessuno si occupava di media. Con il tempo >
data di nascita
19 NOVEMBRE 1978
passioni
LEGGERE, DIVING
e CORSA
pittore
DAMIEN HIRST
•
•
stilIsta
VALENTINO
passioni
LEGGERE, DIVING
e CORSA
•
•
qualifica
LAUREATA IN
SCIENZE DELLA
COMUNICAZIONE
oggetto del desiderio
SCARPE,
IN PARTICOLARE
QUELLE DI CHRISTIAN LOBOUTIN
Elena Brugola nel suo
appartamento di Vedano
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MONZA YOUNG
MONZA YOUNG
Oggetto del desiderio
mi sono creata un profilo così particolare che
in Italia risulta molto interessante: alle case
di produzione serve una figura che conosca
i format e dall’altra parte in televisione è
fondamentale avere qualcuno che sappia
muoversi tra i meccanismi pubblicitari».
Come nasce la volontà di creare un canale
interamente femminile?
«Dall’esigenza di occupare uno spazio
televisivo a nostro parere vuoto, per ritagliare
all’interno del panorama circostante una
dimensione che fosse totalmente “donna”,
anche se ovviamente gli uomini sono i
benvenuti».
Qual è il target a cui si rivolge Lei?
«A donne over 40, trendy, cosmopolite, che
hanno ormai passato la fase dei complessi
interiori, a tutte coloro che hanno capito
che la vita perfetta non può esistere e la
affrontano accettandola così com’è, con una
grandissima voglia di divertirsi».
Essere una donna in carriera oggi è…?
«Faticoso. Molto. Per la società l’uomo
nasce con la scienza infusa, noi donne
dobbiamo sempre dimostrare di saper fare.
Io ho molte amiche e nel mio staff preferisco
avere le donne: amo come lavorano, come si
gestiscono, come pensano».
Che progetti hai per il futuro?
«Spero di continuare su questa strada, il
massimo per me sarebbe diventare direttrice
di un bel canale televisivo per sperimentare
nuovi linguaggi, metodi innovativi di
comunicazione; lo vedrei come un figlio da
plasmare a mia immagine e somiglianza».
Che genere di televisione ami?
«Vado pazza per le serie televisive e per
“X-Factor”, un format a cui ho creduto
quando ero in Magnolia, perché è un
programma eticamente pulito e offre uno
spazio ai giovani e alla musica. Detesto tutti
quei contenitori vuoti, intellettualmente
poveri tipo “Buona Domenica” e il “Grande
Fratello”, perché fondamentalmente non sono
niente: non sono intrattenimento, non sono
ricchi di contenuti e, a mio avviso, non sono
nemmeno divertenti».
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Alcuni dei volti noti di
Sky, tra cui Ilaria D’Amico
e, a fianco, Maria Latella.
In alto lo studio di
“Protagoniste”, talk show
quotidiano in onda sul
canale Lei in cui sono le
donne a intervistare
ospiti uomini
Porta il nome della principessa che l’ha ispirata Lady Dior,
pezzo forte della nuova collezione primaverile di Christian
Dior: molto più che una semplice trousse. L’idea di omaggiare
Lady D, in visita a Parigi nel 1995 per una mostra, fu di Madame
Chirac, che commissionò alla Maison francese la realizzazione di
un pezzo unico; si decise di optare per la rivisitazione di una celebre
borsa, creando un modello in pelle nera che simboleggiava lo stile
della donna parigina. La Lady Dior 2009, verniciata e trapuntata con
lavorazione Cannage e aggraziata con lettere Dior in metallo color argento,
contiene un make up in due colori utilizzabile per guancia, labbra e occhi;
a questa si aggiunge la versione 5 colori, nelle tonalità “Parisian Lights” e
“Elegante”, nuovo duo di ombretti nude look, una nuova matita occhi
e due per le labbra, due blush, quattro Dior Addict Ultra Gloss
e due High Shine. Infine due nuovi smalti, nelle
tonalità del beige e del rosa. Al suo
interno anche una tasca con zip e
una porta cellulare.
Il costo? 1.450 euro, 285 per la
pochette. Del resto la bellezza,
si sa, non ha prezzo.
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MONZA YOUNG
MONZA YOUNG
Elisa Angeli
Un angelo
in volo per
New York
È stata scelta dai coreografi dell’Ice
Theatre di New York, che per caso
l’hanno vista pattinare ed oggi
è prima ballerina per una delle
compagnie più importanti e più
famose al mondo
di Greta La Rocca
È
nata il giorno di Natale, Angeli è il suo
cognome e oggi Elisa sembra davvero
un angelo che ha coronato i suoi sogni.
Un viso dolce, capelli chiari e lineamenti che
nascondono la sua età: quest’anno spegnerà le
30 candeline. Eppure, quando si infila i pattini
e scende in pista, sfodera una grinta e una
determinazione inaspettate. La giovane monzese,
che ha scoperto il pattinaggio quasi per gioco,
oggi è prima pattinatrice dell’Ice Theatre di New
York.
Quando è iniziata la tua avventura
americana?
«Nel settembre 2005 sono partita per la Grande
Mela per seguire un corso di danza che, oltre ad
essere una mia passione, è anche una disciplina
molto importante per noi pattinatori. In America
esistono tante scuole valide e da lì partono idee
interessanti. Come faccio sempre quando sono
lontana dalla mia città, ho portato i pattini con
me. Un pomeriggio, tre giorni prima del mio
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rientro in Italia, mentre pattinavo, sono stata
avvicinata da due coreografi dell’Ice Theatre di
New York. Stavano provando nuove coreografie
che da lì a breve avrebbero insegnato all’intero
cast. Mi hanno chiesto chi fossi, da dove venissi
e hanno voluto che lasciassi il mio numero
di telefono. Sono partita. Ero molto felice e
orgogliosa, ma non pensavo che mi avrebbero
cercata».
E invece?
«Mi hanno chiamata, un giorno dopo il mio
rientro. E, senza nessuna esitazione, sono ripartita
per partecipare alla tournée autunnale. Ormai da
più di tre anni vado a New York per esibirmi con
la compagnia del teatro due volte all’anno. Nei
mesi autunnali e in primavera. Fino a poco tempo
fa ero una pattinatrice del cast, oggi invece sono
prima ballerina».
Qual è la tua specialità?
«Coppia danza. Ho iniziato a sei anni, mi
accompagnava mio papà agli allenamenti al
Piranesi a Milano, il palazzo del ghiaccio oggi
chiuso. Dopo una pausa di quasi due anni, ho
ripreso all’Agorà di Milano, ho pattinato insieme
a Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio,
allenata da Roberto Pelizzola. Moreno Lafiosca
è stato il mio partner, ma ho deciso di smettere
di gareggiare, quando avevo 21 anni. Insieme
avevamo raggiunto risultati importanti, eravamo
secondi a livello italiano, ma come coppia più
in là non saremmo potuti andare. Ho lasciato
la carriera agonistica, ma abbiamo continuato a
pattinare insieme e a esibirci. Negli ultimi anni,
coreografati da professionisti del teatro La Scala
di Milano, abbiamo preparato un musical insieme
a Barbara Fusar Poli e abbiamo partecipato al
Galà “Stelle di ghiaccio” a Sesto San Giovanni».
In Italia ti esibisci poco?
«Purtroppo sì. L’Italia organizza solo due eventi
in inverno e due in primavera e in quei mesi
sono a New York per esibirmi con la compagnia
del teatro. Quest’anno, per la seconda volta,
siamo stati anche in Francia a Lione. Abbiamo
partecipato a un tour insieme ad alcuni atleti della
nazionale francese».
Atleta della Nazionale italiana e pattinatrice a
New York: come cambia il pattinaggio?
«In Italia prevale l’aspetto atletico, contano molto
le difficoltà. La squadra italiana è cresciuta tanto
a livello tecnico, eppure manca la preparazione
artistica. Non emoziona, come avviene invece
in America. Qui gli spettacoli sono improntati
sulla scenografia, gli show sono molto teatrali
e i pattinatori interpretano un vero e proprio
balletto sui pattini. In futuro vorrei collaborare
con coreografi di danza americani per sviluppare
nuove idee; mi piacerebbe che l’aspetto artistico
ed emozionale aiuti ad acquisire più peso anche
in Italia».
Elisa impegnata in
un’esibizione con la sua
compagnia
E la famiglia?
«Sento la mancanza dei miei genitori e delle
sorelle alle quali sono molto legata. A loro
devo moltissimo, mi hanno sempre sostenuta
e incoraggiata, lasciandomi libera di scegliere,
di sbagliare e di capire, senza essere troppo
invadenti. Loro sono felici e soddisfatti del
mio successo, nonostante sia spesso lontana.
Rimpiango l’intimità della mia città. New York
è bellissima, stravagante, divertente, eppure a
confronto persino Milano mi sembra piccola».
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MONZA YOUNG
MONZA YOUNG
Mamme e donne
Eroine del quotidiano
Cinque mamme e sette bimbi, scatenati, gioiosi, instancabili e... urlanti!
Giovani donne carine, impegnate nel lavoro, nel sociale e nella politica,
che conservano le loro amicizie e riescono a vivere la maternità come una
gioia e non come una limite. Le abbiamo radunate in un pomeriggio di
fuoco (per chi non è abituato a fronteggiare l’energia dei piccoli!) per farci
raccontare come conciliano tutti i loro modi di essere donna
di Greta La Rocca - foto Marco Brioschi
LA POLITICA E L’AIUTO DI UNA FAMIGLIA ALLARGATA
Mamma per la prima volta a 30 anni e, ora che la figlia più grande ne ha
quasi 5, c’è la piccola Catherina, 1 anno. Le principesse di casa sono da
coccolare, da viziare, da sgridare. E da accudire. Cinzia Bertazzo, che
lavora in un’agenzia pubblicitaria a Milano, vive con le sue bambine,
nate da padri diversi. Eppure, per poter far funzionare perfettamente la
macchina organizzativa, conta sul sostegno di una moderna famiglia
allargata: i papà, i nonni, il fidanzato di mamma e l’amica babysitter.
Grazie a loro Cinzia si gode le sue piccole donne, senza rinunciare a hobby
e passioni. Coltiva l’interesse per la politica: un corso una sera a settimana,
un master a Firenze un weekend ogni venti giorni e, tra qualche mese,
anche la campagna elettorale. «Mi dispiace lasciare le mie bambine, ho
dei sensi di colpa, ma cerco di superarli. Ho bisogno di avere i miei spazi,
altrimenti sarei una mamma insoddisfatta». >
Monza Club ringrazia
il Club degli alveari di
Vedano al Lambro che
ci ha ospitato per la
realizzazione del
servizio fotografico
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MONZA YOUNG
UNA MAMMA RIGIDA E ORGANIZZATA
Ha poco più di un anno Giorgia, eppure Fiorenza Rovelli,
mamma giovanissima (26 anni) ha un’agenda ricca di
appuntamenti. Il lavoro al mattino in un negozio di vestiti
per bambini, la palestra due volte a settimana, le serate con le
amiche, la cenetta intima con il marito, le commissioni per le
vie del centro: «Giorgia è una bambina solare, simpatica, ama
uscire, guardare le vetrine, infatti il pomeriggio viene sempre
con me». Oltre all’indispensabile collaborazione delle nonne,
dalle quali nel weekend a volte la nipotina trascorre volentieri
la notte, Fiore ha l’aiuto prezioso del papà: «Quando esco,
mio marito passa la serata in casa con Giorgia e, spesso, per
non restare solo, invita gli amici a cena». Organizzazione e
rigidità sono i segreti di Fiore: «Desidero che Giorgia cresca
con orari e abitudini precise. Se, ad esempio, va a letto tutti
i giorni alla stessa ora, io e mio marito possiamo goderci la
serata, senza rinunciare alla nostra intimità».
CENE A CASA PER NON RINUNCIARE ALLA
COMPAGNIA
Un ristorante in città da gestire insieme al marito e Alessandro,
un bambino di quasi due anni, che vuole l’amore e le attenzioni
della mamma. Caterina Sironi, 31 anni, lavorando di sera,
trascorre le giornate con il piccolo uomo di casa. Nessuna
babysitter sulla quale contare, ma solo due nonne indispensabili
che coccolano volentieri Alessandro quando la mamma ha
bisogno dei suoi spazi e non può portarlo con sé. Mamma e papà
lavorano insieme, ma qualche volta sentono il bisogno della loro
intimità. Per non lasciare solo Alessandro nelle poche serate
libere, Caterina preferisce organizzare gite di un giorno con il
marito, nonostante nel weekend lavori, non rinuncia a trascorrere
il tempo con gli amici: «Amo organizzare cene in casa nei giorni
infrasettimanali, complice il mio desiderio di tranquillità e relax
– racconta – In questo modo Alessandro può andare a letto presto,
senza rinunciare alle coccole di mamma e papà».
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PAUSA PRANZO CON LE AMICHE DI SEMPRE
Giulia ha un anno e tra qualche mese avrà una sorellina
con cui giocare. Alessandra Pancirolli, 35 anni, che
purtroppo non può sempre contare sulla collaborazione
dei genitori che abitano lontano, ha l’aiuto indispensabile
di una tata: «In mancanza dei nonni, e soprattutto in
previsione del nuovo arrivo, è molto importante». Mamma
Alessandra ama coccolare la piccola di casa e trascorrere
le serate e i weekend insieme a Giulia e al marito. Eppure
non rinuncia ai pettegolezzi e alle chiacchiere con le
amiche: «Preferisco prendermi i miei spazi durante la
giornate, soprattutto durante la pausa. Spesso organizzo
pranzi con le mie amiche. È un modo per vedersi e non
perdere i contatti». Alessandra, che prima era più nervosa
e impulsiva, con l’arrivo di Giulia si è riscoperta paziente
e permissiva: «È una bambina solare, felice, brava. Credo
sia inutile un’eccessiva rigidità. Con lei ho scelto di non
impuntarmi, di non essere fiscale, di essere più serena e
tranquilla».
LA FAMIGLIA AL PRIMO POSTO, SENZA
RINUNCIARE ALLA PASSIONE PER LA
MODA
Prima studentessa, poi neolaureata con uno studio
di architettura e ora mamma felice e soddisfatta.
Carlotta Celletti, 34 anni, che oggi lavora come
public relation a Milano per il ristorante di famiglia,
desidera godersi la sua famiglia. Mentre Gregorio,
quasi 6 anni, va all’asilo, la piccola Ginevra, quasi
3, trascorre le giornate con la mamma. Nel weekend
Carlotta, che ama passare il tempo con il marito e i
figli, organizza giornate al mare, passeggiate al lago
o gite fuori porta; dal Castello Sforzesco al Museo
della Scienza e della Tecnica, dal Parco di Monza
al Parco Naturale: è un’idea per stare tutti insieme e
non rinunciare ai propri interessi. Da mamma attenta
e premurosa, quando i nonni o il papà diventano
babysitter insostituibili, Carlotta torna a essere donna
e ritrova la sua femminilità: sceglie le serate con le
amiche piuttosto che le pizzate di classe. «Mal di
pancia e pannolini? Preferisco parlare di scarpe e
borse».
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MR
Marabese&Radici
L’atmosfera
di casa
creata
su misura
Letti, Coordinati, Complementi d’arredo, Oggettistica,Tende,
Progettazione interni
La casa non è casa se non appare vissuta, amata,
creata pezzo per pezzo da chi ci abita, proprio
come se fosse un abito su misura. E curata in ogni
dettaglio, ogni tessuto, ogni piega, ogni sfumatura di
colore. Per farlo, per rendere personale e ambientato
ogni pezzo d’arredamento, ci vuole oltre che grande
professionalità e conoscenza di prodotti e materiali,
anche una grande sensibilità per i gusti del cliente e
la non comune capacità di creare una sintonia tra gli
oggetti. Delicate attenzioni che Michela e Simona
mettono a disposizione della clientela nel negozio MR
Marabese&Radici: non certo un semplice negozio
di arredamento, bensì un atelier vero e proprio,
dal momento che MR accompagna il cliente nella
disposizione degli spazi, nella stesura del progetto, ma
anche nella scelta dei materiali e nella selezione dei
complementi d’arredo. Una lampada, uno specchio, una
tenda… tra gli oggetti uno non vale l’altro e ciascuno
può fare la differenza nell’esprimere il “carattere” di
una casa e di chi vi abita. Non sempre per ottenere lo
scopo è necessario esercitare l’eccentricità; spesso a
fare la differenza sono manufatti e creazioni dal sapore
classico, in stile Retrò: lampade, oggettistica d’arredo,
cornici, letti imbottiti, tavolini di legno, madie…
Un’idea per tutte: per trasformare una angolo vuoto in
un ambiente perfetto per una serata tra amiche, MR
propone un tavolino da gioco in legno con lavorazione
laccata e anticata, al cui interno si celano scacchi di
legno pronti per essere mossi sulla scacchiera… Che
vinca il migliore!
Cortile interno - Via Zucchi, 10/12 - 20052 MONZA
Tel. 039 2209221 - [email protected] - www.mrcollezioni.com/.it
I.P.
Curiamo l’immagine della tua casa
BRIANZA CLUB
BRIANZA CLUB
Mino Reitano
Ragazzo di Brianza
La morte del celebre cantante, che da 40 anni viveva ad
Agrate, ha scosso l’Italia e la sua terra d’adozione
di Laura Marinaro
foto di Gaetano Galbiati
A
d Agrate Brianza era arrivato
alla fine degli Anni Sessanta,
quando la Brianza era una terra
di contadini e di cascine e somigliava
tanto alla sua Fiumara. Suo padre, Rocco,
lavorava la terra, ma da direttore della
banda di Reggio Calabria qual era,
conosceva bene anche la musica; entrambe
le cose le ha portate a mille chilometri
di distanza da casa e così Mino Reitano,
morto a 64 anni, lo scorso 28 gennaio nella
sua villa di Agrate, per tutti è sempre stato
un “Ragazzo di Calabria”, come recitava
una sua celeberrima canzone, ma anche un
ragazzo di Brianza.
Di questo ne sono certi i suoi concittadini,
che a migliaia gli si sono stretti intorno nel
giorno del funerale, ma anche tantissimi
amici monzesi e lombardi.
Ad officiare il rito funebre nella chiesa di
Sant’Eusebio, traboccante di personaggi
famosi, amici e tanti fan, insieme a don
Mauro Radici, è stato don Antonio
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Mazzi. «Mino era un amico speciale - ha
detto sull’altare trattenendo le lacrime il
fondatore di Exodus - era generoso anche
con i miei ragazzi e non dimenticherò mai
quando è venuto a trovarci e ha suonato
con il violino l’Ave Maria cantando in
un modo sublime...». In paese tutti se lo
ricordano come un bravo ragazzo dalla
faccia onesta, che “non se la tirava”. «In
giro non si vedeva tanto perché faceva una
vita ritirata - ha raccontato un agratese ma il fratello Franco ha insegnato musica
a tutti i bambini della città e l’altro,
Gegè, gestiva un ristorante, per cui è una
famiglia che tutti conosciamo e adoriamo,
e che ha fatto tanto bene a tutti noi».
Infatti Mino, quando era ancora agli esordi
della sua carriera, con i primi soldi sonanti
costruì un vero e proprio villaggio fatto di
villette, ancora oggi chiamato Villaggio
Reitano, nel quale chiamò a raccolta la
sua numerosa e colorata famiglia. In quel
villaggio volle poi realizzare un campo >
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BRIANZA CLUB
BRIANZA CLUB
3
1
di calcio per coltivare, con gli amici, la
sua seconda passione oltre alla musica:
il pallone. In quel campo passarono tanti
amici anche importanti. «Conobbi Mino
nel 1971, quando pattugliavo la zona di
Agrate - ha raccontato Gaetano Galbiati,
ex maresciallo dell’Arma di Monza, e
organizzatore di eventi benefici legati al
pallone - Per me è stato un grande amico,
come tutta la sua splendida famiglia: ci
univa il calcio, ma anche la passione per
2
la musica: in passato prendevo la licenza
nei mesi estivi per seguirlo nelle sue
tournée in Calabria». Insieme a Galbiati e
al giudice monzese Piero Calabrò, Mino
Reitano organizzava partite benefiche con
la Nazionale Cantanti e per l’associazione
“Un Calcio al Bisogno”. Si giocava
proprio a Monza. «Mino era una persona
meravigliosa, anche se a calcio non era
un granché - ha ricordato commosso
Alessandro, detto Spillo, Altobelli, ex
campione del Mondo del 1982 - Una volta
nello Stadio Brianteo, durante una partita
di beneficenza, visto che sapevo che ci
teneva a segnare, gli ho servito una palla
imprendibile davanti alla porta e lui ha
fatto gol! La mia emozione più grande
è stata quella di vedere la sua enorme
felicità». La grandezza di questo piccolo
grande uomo che nell’ultimo saluto in
molti hanno voluto omaggiare (da Adriano
Celentano con la moglie Claudia Mori, a
Memo Remigi, Roby Facchinetti e i Pooh,
Gianni Morandi, Little Tony, Nicola
di Bari, Mike Bongiorno e tantissimi
altri vip) era proprio nella modestia,
nell’infinita bontà e nella mancanza di
invidia. Doti che sono state ricordate da
Adriano Poletti, sindaco del paese in cui
risiedeva e suo grande amico, ma anche
dal presidente della Provincia di Milano
Filippo Penati («I calabresi come lui
hanno fatto grande anche la terra che li ha
ospitati», ha detto), dai sindaci di Fiumara
e di Reggio Calabria, ma soprattutto da
migliaia di amici arrivati sia dalla sua terra
di Calabria, che dalla Germania, dove lui
aveva vissuto. In quel giorno triste persino
la sua amata moglie, Patrizia e le figlie
Grazia e Giuseppina hanno avuto una
parola per tutti e una stretta di mano. Su
tutti campeggia ancora quel cartello scritto
da un ammiratore milanese: «Avevi un
cuore che ti amava tanto»...
IL RAGAZZO SEMPLICE CHE
CONOSCEVA LA MUSICA E SUONÒ
CON I BEATLES
Beniamino Reitano, noto come Mino, nasce
a Fiumara (Cz), il 7 dicembre 1944 . Autore
delle musiche di quasi tutte le canzoni da
lui incise, ha scritto anche brani per altri.
Nel 1961 incide il suo primo 45 giri con cui
diviene noto. Alla fine dello stesso anno si
trasferisce in Germania, dove il suo gruppo
è scritturato per una serie di esibizioni,
tra cui un club in cui suonano insieme
ai Beatles (all’epoca The Quarrymen) ai
loro esordi. La sua carriera è sempre stata
piena di successi, fino al 1990 quando
partecipa a Sanremo con Italia.
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4
1- Mino Reitano nel suo campo di calcio con i carabinieri di Monza nel 1986
2- Da sinistra Paolo Villaggio con la moglie Maura, Mino Reitano e Gino Paoli
3- Mino Reitano in una foto del 1985
4- Al centro il cantante con a sinistra il Meresciallo Gaetano Galbiati nel 1994
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BRIANZA CLUB
Emanuela
Sironi
La politica al
femminile, È
missione quasi
impossibile
una delle due donne che ricoprono
l’incarico di Presidente del Consiglio
Comunale in Brianza e l’unica di
centrodestra. Emanuela Sironi, lissonese, 44
anni, la politica ce l’ha nel sangue, come anche
l’arte di comunicare. Dopo una legislatura come
assessore ai Servizi Sociali del Comune, ha
accettato l’incarico di Presidente del Consiglio
Comunale della città al fianco del sindaco
leghista Ambrogio Fossati.
È presidente del Consiglio
comunale di Lissone ed è l’unica
donna del centrodestra a ricoprire
questo incarico in Brianza
di Laura Marinaro
foto Marco Brioschi
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Ci racconti di lei, dei suoi studi, di come è
arrivata alla politica.
«Ho studiato al Liceo linguistico di Como e poi
mi sono messa a lavorare, perché avevamo perso
il papà e mia mamma da sola non ce la faceva
con tre figli… Mi sono sposata e ho avuto due
bambini e nel 2005 mi sono iscritta alla Facoltà
di Scienze dell’Organizzazione della Bicocca,
che ha sede qui a Monza, e conto di laurearmi
a breve! Alla politica mi sono avvicinata a 19
anni, quando sono entrata nella segreteria dei
giovani della Dc, dove sono rimasta fino ai
30 anni, anche con incarichi importanti come
l’organizzazione dei convegni nazionali. Quando
è nata Forza Italia sono subito entrata a farne >
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BRIANZA CLUB
parte: mi affascinava Berlusconi, l’imprenditore
che si da alla politica non certo per fare soldi,
il politico nuovo. Da democristiana ho subito
sentito i valori di Forza Italia vicini ai nostri, la
difesa dei valori cristiani, pur nella laicità».
Un
mondo di coccole per tutti
Una lunga esperienza nel campo del benessere maturata dietro le quinte di famosi programmi
televisivi e con la gestione di centri estetici di prestigio, sia a Milano che a Monza, oltre a una
vera e propria passione per tutto ciò che è bellezza e cura del corpo e della mente; questi sono
gli ingredienti principali che hanno permesso a Gisella Alessi di realizzare il sogno di un centro
tutto suo. Oggi The Natural SPA, che si appresta a compiere il quinto anniversario della nascita,
è frequentato da molte clienti, alcune delle quali seguono il lavoro di Gisella da più di dieci
anni. I trattamenti proposti sono molti e tutti eseguiti con tecniche e metodologie all’avanguardia.
Con grande attenzione sia all’aspetto esteriore che al benessere interiore, il centro offre terapie
di altissimo livello per il viso, fotoringiovanimento, termage, analisi impendenziometriche, ma
anche percorsi di dimagrimento localizzato, tonificazione e modellamento, percorsi di benessere
e relax. Per momenti di piacere, per una pausa pranzo in relax, per prepararsi per una serata
importante… per le mille occasioni, in pieno centro a Monza, un luogo magico in cui rigenerarsi.
Ha detto che si è sposata giovane e ha avuto
due figli che oggi hanno 20 e 17 anni...come
ha fatto a conciliare la famiglia, il lavoro e la
politica?
«È stato difficile ma inevitabile: mio marito
l’ho conosciuto nella segreteria del partito. La
passione per la politica sono riuscita a coltivarla
grazie all’aiuto della famiglia, ma cercando di
essere una madre comunque presente».
Cosa significa la politica nella sua vita oggi?
«Devo confessare un segreto: in realtà la mia
aspirazione era quella di fare la giornalista, ma
quando ho capito che mondo era, ho mollato...
troppo difficile arrivare. La Politica invece mi ha
riservato delle sorprese stupende: prima di tutto
le conoscenze e le opportunità e poi l’impegno
nella mia città».
The Natural SPA
Emanuela Sironi, 44 anni,
lissonese doc alla guida
del Consiglio comunale
della sua città
Come sono state l’esperienza di assessore ai
Servizi Sociali e quella di oggi?
«Beh la prima stupenda e molto faticosa, ma
mi è venuta facile, dato che vengo da una
famiglia da sempre impegnata nel sociale: sono
cresciuta con due fratelli in affido. L’esperienza
di Presidente del Consiglio Comunale è diversa:
gli uomini mi fanno molto ostruzionismo e ho
dovuto moderare la mia impulsività in questo
ruolo, ma comunque mi piace».
Ha delle passioni oltre la politica?
«Da piccola sono stata una ginnasta artistica,
ma oggi più che andare ad ammirare le gare non
posso fare. Sono appassionata di libri e musica,
soprattutto italiana: adoro Zucchero e Battiato ,
che è anche mio amico. Inoltre adoro cucinare
quando ho tempo e viaggiare, ma mai da sola.
Adesso inizio a frequentare un corso di Pizzica
che mi ha regalato il mio amore per San
Valentino: voglio entrare nell’anima salentina e
in quella terra meravigliosa».
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M
C
N.42
Via Carlo Porta, 21 - Centro Monza - Tel. 039 3900528
I.P.
Cosa pensa della Provincia di Monza?
«Vent’anni fa ero una delle giovani che
raccoglievano le firme sotto il palazzo
dell’Upim per la Provincia: non dico altro!».
BRIANZA CLUB
BRIANZA CLUB
corso della mia tesi di laurea in occasione di una
manifestazione fieristica ad Udine. Lì presentavamo
dispositivi per la Medicina Rigenerativa sviluppati
presso il nostro Dipartimento e raccolti in
un progetto comune su (brillante) idea della
professoressa Mantero».
Ha avuto la fortuna di vivere un’esperienza
straordinaria, scientificamente ed umanamente.
«Per evitare debilitanti terapie anti rigetto
nei pazienti, il nostro lavoro ha aperto nuove
prospettive per la medicina. In futuro, l’ingegneria
dei tessuti biologici potrebbe consentire lo sviluppo
in vitro di interi organi, risolvendo l’attuale carenza
cronica di donatori».
Adelaide
Asnaghi N
Il futuro
è nella ricerca
È una giovane scienziata già famosa e
stimata. Porta la sua firma, infatti, il
bioreattore che ha permesso di realizzare il
primo trapianto senza farmaci antirigetto
di Greta La Rocca
on ha ancora trent’anni, eppure il
suo nome è già apparso sulla celebre
rivista scientifica “Lancet”. Perché
il primo trapianto di trachea, senza farmaci
antirigetto, realizzato nell’ottobre dello scorso
anno all’ospedale Clinic di Barcellona da Paolo
Macchiarini, passa anche per la Brianza. Maria
Adelaide Asnaghi, che vive e risiede a Meda, è
dottoranda in Bioingegneria presso il Politecnico
di Milano. Qui, affiancata dalla professoressa Sara
Mantero, ha progettato il bioreattore senza il quale
quell’intervento sarebbe stato possibile.
Adelaide, mi parli della sua importante
scoperta: com’è avvenuta?
«È stato il risultato della virtuosa collaborazione tra
i diversi gruppi di ricerca coinvolti nel lavoro, ed
ancor prima delle straordinarie capacità ed onestà
intellettuale del professor Macchiarini, il quale si
è adoperato per individuare e riunire le eccellenze
europee nei diversi settori».
Il professore l’ha voluta con sé a Barcellona
perché lo affiancasse durante l’intervento.
Come è riuscita ad entrare in un’equipe così
prestigiosa?
«È stato il professor Macchiarini a contattarci,
dopo aver notato il bioreattore sviluppato nel
82
M
C
N.42
È giovane, eppure la sua vita professionale le ha
già regalato grandi soddisfazioni. Come si sente?
«Per mille ragioni, felice. Fortunata: collaboro con
professionisti scientificamente ed umanamente
eccellenti, ai quali devo un ringraziamento
speciale. Certamente sono soddisfatta per l’esito
positivo del trapianto di Claudia Castillo, 31 anni,
cittadina colombiana sulla quale abbiamo per la
prima volta testato il bioreattore, ma ancora non
appagata: il mio percorso è solo all’inizio, ho ancora
moltissimo da imparare e spero di poter contribuire al
raggiungimento di nuovi traguardi».
Oltre ad essere giovane, lei è anche una donna. E,
purtroppo, l’opinione comune crede che questo
settore sia adatto solo agli uomini. Cosa ne pensa?
«È una falsa credenza. La mia esperienza è
ricchissima di figure femminili eccellenti. Fino ad
oggi, non ho subito alcuna discriminazione legata
alla mia sessualità. Credo, però, che una donna
abbia maggiori difficoltà nella gestione quotidiana
dell’attività. Questo percorso non è semplice: ad ora
non ho orari e non pianifico nulla più in là di 2 giorni.
In futuro si tratterà senz’altro di compiere alcune
scelte».
Pensa che i pregi e i difetti del suo lavoro cambino
da uomo a donna? In che modo?
«Credo si tratti di una questione molto personale e
che dipenda dalla predisposizione, dalla passione
e dalle scelte di ciascuno. Certo, l’impegno in
attività sperimentali impone ritmi di vita intensi ed
imprevedibili, che io scelgo quotidianamente con
piacere, ma che possono vincolare il desiderio di una
donna di creare una famiglia. Sul piano economico, si
rivela generalmente una carriera poco vantaggiosa. Il
raggiungimento di ogni piccolo risultato è, però, una
soddisfazione vera».
Che cosa pensa dell’innovazione e della ricerca?
«Credo nel ruolo chiave della ricerca per il
progredire della nostra società e nella necessità
di sostenerla in ogni attività che miri al
miglioramento della vita. La ricerca, nel settore in
cui opero, raggiunge quotidianamente traguardi
importanti, ma si potrebbe ancor più avanzare con
un maggior coinvolgimento di istituzioni e privati
(come già avviene nel resto d’Europa)».
Quali obiettivi ha per il futuro?
«Ho pochi piani ben definiti, ma desidero crescere
ogni giorno e contribuire a restituire soluzioni
concrete al servizio dei pazienti».
Sopra, da sinistra, il
Prof. Anthony Hollander
(University of Bristol),
il Prof. Martin Birchall
(University of Bristol),
Maria Teresa Conconi,
PhD (Università degli
Studi di Padova),
La dottoressa Maria
Adelaide Asnaghi, il
Prof. Paolo Macchiarini
(Hospital Clinic de
Barcelona),
la dottoressa Sara
Mantero, PhD
(Politecnico di Milano),
Prof. Pier Paolo
Parnigotto (Università
degli Studi di Padova)
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C
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BRIANZA CLUB
Regione Lombardia
aiuta occupati e disoccupati a orientarsi
nel mondo del lavoro
Silvia Redaelli
Una maniglia
per aprire «
nuovi orizzonti
G RATUITAMENTE
con:
• Corsi di specializzazione per occupati
(es. corsi di lingue, informatica,
comunicazione, ecc)
Imprenditrice dall’animo gentile,
a capo, insieme ai due fratelli,
della Pamar di Renate fondata
dal padre negli Anni 50
• Percorsi d’inserimento lavorativo
per disoccupati (orientamento,
formazione e certificazione)
Silvia Redaelli, 51 anni,
lavora nell’azienda di
Renate fondata dal padre
POSTI
LIMITATI
Quando ha iniziato a vivere la realtà
dell’azienda di famiglia?
«Ho studiato ragioneria e subito dopo sono
subentrata a mia madre in azienda, al fianco
di mio papà Angelo; avevo 20 anni e sono
partita davvero dalla gavetta toccando tutti i
settori: dalla vendita, all’amministrazione, alla
contabilità. Strada facendo, queste esperienze
mi hanno permesso di avere una visione più
completa dell’azienda che è sempre stata
condotta a livello familiare con i miei due
fratelli. Ora, dopo la scomparsa di papà, siamo
noi a capo dell’azienda».
L’attivazione dei corsi sopra descritti è subordinata all’approvazione del catalogo di formazione
da parte della Regione Lombardia
NZA
E
I FI
E
RT
EM
C
A
GE
ST
MO
BR
UNI EN ISO 9001:2000
D
Aut. Min.
M.P.I.
DM 26/05/1980
Decreto
Min. Istruz. Univ. e Ricerca
27/10/2003
Presa d’Atto
Min. Istruz. Univ. e Ricerca
15/01/2004
N
Accreditamento del 13.11.2008
come Ente Erogatore
Servizi al Lavoro con il n.0111
IS H T E
MA
Accreditamneto del 4.12.2003
come Ente di Formazione
D.D.G.n.21833
IT
M
Regione Lombardia
A
Regione Lombardia
di Benedetta Trabattoni
foto Marco Brioschi
Il cervello delle donne è sempre
impegnato a 360 gradi», esordisce Silvia
Redaelli, titolare insieme ai fratelli
dell’azienda di famiglia, la Pamar, che si
occupa di produzione e commercio di maniglie
per mobili. E c’è da crederle. Impegnata in
prima persona nella vita imprenditoriale,
ricopre il ruolo di vice-presidente “varie e della
piccola industria” nell’Aimb (Associazione
degli Industriali di Monza e della Brianza).
Instancabile e ottimista, Silvia è una donna
che ha saputo rimboccarsi le maniche senza
perdersi mai d’animo. Nemmeno ora con la
crisi che bussa alle porte. «Proseguiamo nella
promozione di nuove idee - afferma - puntando
su articoli interessanti anche di design,
adeguandoci alle esigenze del momento».
Y
M ENT S
Che rapporto si è creato sul lavoro con i suoi
fratelli?
«Io mi occupo della parte amministrativa e
finanziaria, anche se in realtà siamo presenti
tutti, quando è il momento di prendere decisioni
importanti. Tra noi non c’è alcun rapporto di
competizione, non sarebbe intelligente. Nelle
discussioni arriviamo sempre a una conclusione,
alla soluzione migliore per il bene della ditta.
Condividiamo gioie e dolori e questo ritengo sia >
CERTIFICATO N° 98088
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BRIANZA CLUB
LE PECORE NERE...
Spring
La Brianza è uno degli ultimi poli industriali
ad aver risentito della crisi, ma anche qui i
problemi non mancano. Come vive in prima
linea questo momento?
«Siamo in un brutto periodo, sicuramente trovo
più difficoltà oggi, di quanta ne abbia trovata
quando sono
entrata a far parte
dell’azienda. Mio
padre partì con
questa bellissima
avventura da uno
scantinato; erano
gli Anni 50, si
viveva il boom
economico e,
onore al merito, è
arrivato a vedere
la sua azienda crescere e avere una settantina di
dipendenti. Oggi produciamo il 45 per cento per
l’Estero e il resto per l’ Italia, ma i mercati di tutto
il mondo sono fermi ed è questo il problema per
noi».
“
muoverci, essere coinvolti e più presenti nel
lavoro, sapendo cogliere tutte le occasioni che
si presentano. La vita è così bella, ricominciamo
con entusiasmo».
Cosa spera per il suo domani?
«Di diventare sempre più giovane, mantenendomi
al passo con i tempi; i giovani oggi hanno un
linguaggio diverso, ma gli stessi problemi di
sempre, bisogna capirli. Non avendo figli, vedo il
mio futuro nelle mie nipotine».
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M
ai come quest’anno la primavera sarà una vera
esplosione
di
colori:
lo
assicura
Antonella
S a l m o i r a g h i , t i t o l a re d e l n e g o z i o L e P e c o re N e re d i
Lesmo.
Tr a l e t a n t e o ff e r t e d e l l a b o u t i q u e d i c a l z a t u re , è p o s s i b i l e
t ro v a re s f u m a t u re i n e d i t e d i ro s s o , l i l l a , ro s a , v i o l a , c re m a ,
Ha ammesso di
rimanere anche di
notte in azienda,
se avesse avuto
dei figli come
avrebbe vissuto la
realtà aziendale?
«Avrei fatto
comunque la stessa
vita, sicuramente
la famiglia
non avrebbe
compromesso il mio impegno qui, anche se forse
i miei orari sarebbero stati diversi. Ho davanti
agli occhi l’esempio di mia mamma: una donna
che nonostante il suo lavoro in azienda, non
ha mai negato la sua presenza in famiglia. È
importante la qualità, non la quantità del tempo
passato con i propri figli».
Il cervello delle donne è
impegnato a 360 gradi in
tutto, dalla carriera alla vita
privata. Ma per fare tutto
bisogna rinunciare a qualcosa
Come fronteggiare questo periodo di
difficoltà?
«Voglio con tutte le mie forze essere positiva.
Dobbiamo resistere, fare scelte giuste, non
azzardate; in azienda continuiamo a portare
avanti la nostra missione presentando progetti e
materie nuove, ecologiche e meno inquinanti. È
necessario pensare e proporre alternative: non
è il momento di stare alla finestra a guardare,
si rischia di perdere il treno. È nostro interesse
Alcune delle maniglie
d’autore esposte nello
showroom della Pamar
Colori sgargianti e forme inedite per una
primavera da vivere in allegria
Quando riesce a ritagliarsi del tempo solo per
lei, cosa le piace concedersi?
«Amo fare di tutto: leggere, stare in compagnia,
guardare un bel panorama, fare passeggiate,
perdermi a osservare la natura. Dormo pochissimo,
ogni mattina mi alzo e contemplo l’alba, abito
vicino ai laghi e adoro la vista su Resegone e
Grigna e dei paesi riflessi nell’acqua ».
t a c c h i e z e p p e v e r t i g i n o s e m a u l t r a c o m o d e , d i m a rc h i c o m e
L e S i l l a e P a c i o t t i . P e r l e a m a n t i d e g l i s t i v a l i , l a p ro p o s t a s o n o
i texani in pitone ricamati a mano, veramente unici, come solo
G i a n n i B a r b a t o s a c re a re ; g l i i n d i a n i n i m o r b i d i s s i m i d i p i n t i
a m a n o , c o n f r a n g e o t r a f o r i d i E l Va q u e ro e u n a c o l l e z i o n e
estiva e sportiva de La Martina.
L e P e c o re N e re n o n o ff re s o l o c a l z a t u re d a d o n n a ; a n c h e i
piedini dei bambini sono coccolati con scarpe sportive firmate
Paciotti 4US e D&G confortevoli e alla moda, con ballerine per
cerimonia
e per tutti i giorni di Le Ballerine junior e Il Gufo
e t a n t e a l t re i d e e p r a t i c h e e s f i z i o s e f i r m a t e To m m y H i l f i g e r e
molti altri ancora.
Via XXV Aprile,11 - 20050 Lesmo - Tel.039 6069794
I.P.
fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi
impresa. Se c’è una base solida di intelligenza e
rispetto reciproco, come la nostra, allora vale la
pena andare avanti. Anche in momenti difficili
come questo».
2009 Collection
PASSIONI
PASSIONI
A quattro
mani
Il francese
multimediale D
Marie Michèle Santini e Marika
Kullmann presentano “Français
toujours”, innovativo corso di
lingua francese per le scuole
di Andrea Trentini
foto Marco Brioschi
all’amicizia di due donne e soprattutto
di due insegnanti è nato un testo
per le scuole, che verrà distribuito
in tutta Italia a breve e che poi sarà possibile
scaricare anche via internet. Si tratta di
“Français toujours”, corso di lingua francese
multimediale, nato da un’idea di Marie
Michèlle Santini, insegnante madrelingua
francese, che vive in Italia da più di vent’anni,
e insegna al Liceo Bianconi di Monza e di
Marika Kullman, icona del pattinaggio,
non solo monzese, ma nazionale. “Français
toujours” ha avuto una lunga gestazione e, in
questi giorni, vede finalmente la luce per i tipi
dalla casa editrice Trevisini di Milano.
Professoressa Santini, come nasce l’idea di
scrivere un libro di testo di lingua francese?
«È un progetto che coltivo da molto tempo:
leggendo i libri di testo mi è spesso capitato
di trovarli incompleti, da qui è nata l’idea di
lavorare ad un testo personale, che sia chiaro
agli studenti e che sia tagliato proprio sulla
lingua italiana, con particolare attenzione
alle frasi di uso comune. Ho lavorato otto >
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PASSIONI
anni in una casa editrice milanese, che poi
mi ha chiesto di realizzare un corso di lingua
francese».
Qual è l’obiettivo di questo libro di testo?
Come si differenzia rispetto agli altri in
commercio?
«Mi sono posta come obiettivo quello di
proporre un registro unico per una lingua
francese attuale. È necessario che uno studente
abbia ben chiaro come punto di riferimento la
lingua standard, affinché si possa trovare a suo
agio in qualsiasi situazione».
Quali altri elementi innovativi ha il testo?
«È corredato da tutto il materiale multimediale
di supporto e l’abbiamo aggiornato fino al
mese di ottobre 2008. Un elemento di ulteriore
novità è che parte del testo può essere scaricata
da internet, in modo tale da rispondere
alle esigenze del Ministro dell’Istruzione
Mariastella Gelmini che vuole incoraggiare gli
e-book».
Marika Kullmann, la sua collaborazione
è stata indispensabile per la redazione di
questo corso di francese?
Gabetti Franchising Agency Monza
«Sì, abbiamo lavorato molto bene insieme, ci
siamo suddivisi i compiti durante la stesura del
libro, è stata un’esperienza appassionante che
ci ha coinvolto al cento per cento. Non conto i
sabato e le domeniche che abbiamo passato a
rivedere le bozze! È stato un grande impegno,
ma alla fine una grande soddisfazione».
Recentemente è stata eletta all’interno
del consiglio nazionale della Federazione
Italiana Hockey e Pattinaggio. Scuola,
federazione e interessi vari... come si fa a fare
tutto?
«L’impegno da consigliere della Federazione
mi sta impegnando molto ultimamente: negli
ultimi giorni ad esempio sono stata a Roma e a
Bologna; per ora riesco a coniugare l’impegno
scolastico con l’impegno sportivo senza
problemi».
Il vostro legame personale è stato
fondamentale per la stesura del libro? Per il
futuro avete altri progetti insieme?
«Abbiamo lavorato molto bene insieme, ci
conosciamo da anni ed è stato bello condividere
questa esperienza. Per il futuro non escludo che
possiamo scrivere un altro libro insieme».
I
nostri O
ggi la casa è considerata, a ragione, il
bene più sicuro e quindi un investimento
da cui trarre la massima redditività nel
risultati,
al
Vostro
servizio
momento della vendita o della locazione.
Ecco perché, per ottimizzare il valore dell’immobile
e per gestire al meglio tutte le formalità burocratiche,
Roberto Brioschi, Responsabile Territoriale di
Gabetti Monza, consiglia di affidarsi ad uno staff
di professionalità, distinte ma integrate, in grado di
offrire servizi consulenziali esclusivi e ad alto valore
aggiunto.
Roberto Brioschi ed il proprio team sono in grado
di dare risposta a queste ed altre esigenze,
proponendo un ampio ventaglio di strategie
mirate all’ottimizzazione della vendita/locazione
Marika Kullman
(a sinistra), oltre ad
insegnare francese,
è presidente dello
Skating Club Monza.
Michèlle Santini, parigina
di nascita, svolge anche
l’attività di interprete
ed è socia fondatrice
e presidente del Lions
Club Monza Regina
Teodolinda
immobiliare, tra le quali:
Lo studio di fattibilità commerciale, che consiste
nella individuazione del target di riferimento
dell’immobile, nella
progettazione dell’azione di
marketing e della conseguente strategia di vendita.
Il reporting: nel corso della collaborazione, il Cliente
beneficia di un’attività periodica di “reportistica”*
delle azioni commerciali poste in essere e dei
concreti riscontri prodotti dal mercato.
La consulenza tecnico-legale: il team Gabetti
A due passi dal Centro
Monza si avvale della consulenza dell’ Ufficio
Contratti*, un pool di esperti in materia contrattuale,
Per info su questi immobili
chiamare il numero 039/365383
fiscale,
amministrativa,
Nella foto,
Roberto Brioschi,
Responsabile Territoriale
Gabetti Monza
urbanistico-edilizia.
Il servizio consulenziale si struttura in tre
diverse fasi: la “due diligence legal” della
provenienza, l’individuazione di eventuali
problematiche legali (che impediscano o
limitino la commerciabilità dell’immobile) e
delle relative soluzioni, l’assistenza sino al
rogito notarile di compravendita.
I servizi rivolti all’acquirente, i quali,
avendo
l’obiettivo
di
agevolare
la transazione, sono in grado
A due passi dal Parco
di
imprimere
accelerazione
consentendo
un’ulteriore
alla
un
vendita,
coerente
coordinamento tra tempistiche
di pagamento, consegna e
* servizi esclusivi Gabetti
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I.P.
trasferimento di proprietà.
PASSIONI
PASSIONI
Federica Varotto
«L’arte è il mio rifugio»
Federica Varotto si lascia trasportare dalle sue emozioni più profonde per
creare opere di impatto visivo notevole
di Benedetta Trabattoni
U
na formazione alla scuola d’arte poi
studi a Varese e Milano dove Federica
Varotto, padovana di nascita, ma
monzese d’adozione, inizia a creare. Versatile
ed elegante attraverso le sue opere l’artista si
muove sinuosa alla ricerca della bellezza e della
qualità. Un silenzio di anni passati dedicandosi
alla famiglia per poi tornare più forte di prima,
più creativa di ieri. La materia che plasma per
lei è vita, la sente scorrere tra le mani docile nel
lasciarsi modellare e modificare a suo piacimento.
Esprime così la sua interiorità con una forza
che le deriva dallo stomaco per arrivare nelle
mani, passando per la testa. Federica con gesti
più veloci del pensiero, detta le regole per un
approccio immediato e profondamente leggero.
Estroversa, sincera, aperta e molto determinata
«quando inizio una cosa, la devo finire ad ogni
costo», l’artista ha un mondo interiore molto
particolare e ama raccontarlo «alla velocità di
cinquemila parole al secondo».
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Quando è nato questo amore per l’arte?
«Da piccola perchè grazie a mia mamma, che
curava una fondazione d’arte a Varese, ho avuto
la possibilità di crescere in un ambiente artistico
decisamente interessante. Dopo un periodo di
lontananza, da sei anni mi sono riavvicinata
al mio primo amore: nel fare arte mi sento
tranquilla, trovo sia una sorta di rifugio e poi
amo offrire una parte di me agli altri attraverso le
mie opere. Viviamo in una realtà troppo veloce,
c’è una corsa frenetica all’arrivare, gli artisti
invece non vogliono far altro che lasciare un
messaggio».
Cosa vuole trasmettere a chi osserva?
«Cerco di raccontare una storia, un mio
stato d’animo che ovviamente è in continua
evoluzione; sono consapevole dei problemi che ci
affliggono, ma ho sempre una visione positiva del
tutto e questa è la mia più grande forza. Anche
in opere apparentemente catastrofiche, come >
A sinistra una foto di
Federica, sotto e nella
pagina seguente alcune
delle sue opere
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PASSIONI
PASSIONI
Disgelo, non c’è mai una sensazione di angoscia
né di solitudine: la vita mi ha portato diverse
esperienze, alcune belle altre meno e nei miei
lavori manifesto la maturazione che ne è derivata.
Attraverso di loro voglio riuscire ad esprimere e
raccontare quello che sento nel profondo».
L’impatto visivo dei suoi lavori è notevole, che
materiali vengono usati per la realizzazione?
«Date le dimensioni significative, tutte le mie
opere nascono a terra; parto da una base in legno
per poi stendere uno stucco particolare sul quale
intervengo di getto e dopo la sua solidificazione
aggiungo o tolgo altra materia in base al mio
sentire.
In un secondo momento mi preoccupo della
colorazione che ottengo con l’applicazione di più
strati di pigmenti metallici creando un effetto di
profondità o di rotondità. Nella mia testa vedo il
quadro già finito da subito».
Quali colori prediligi?
«Amo tutte quelle tinte che si declinano sui colori
dei metalli perché riescono a produrre splendidi
bagliori: penso all’oro, il bronzo, il rame».
Quando e come arriva l’ispirazione per
un’opera?
«Non vado in automatico, mi esprimo al meglio
quando riesco a ritagliarmi del tempo tutto mio;
fare arte per me è un bisogno, un’esigenza molto
forte che richiede totale libertà mentale. Quando
inizio un’opera mi dedico completamente a lei,
non a più di una contemporaneamente».
Essere una donna in carriera è…?
«Nel mio settore non è stato particolarmente
difficile, c’è un rapporto di parità con gli altri
“colleghi”, non è come una realtà aziendale dove
serve sgomitare per emergere. Diciamo che il
mondo dell’arte è un po’una dimensione fuori dal
comune».
Che progetti ha per il futuro?
«Spero di allestire presto una mostra a Monza.
Inoltre mi piacerebbe molto, ispirandomi alle
sculture di Giò Pomodoro, fare delle vere e
proprie fusioni di bronzo di alcune mie opere,
quello che offro adesso è solo un effetto. E poi
ho un grande desiderio: vorrei che ci fossero
maggiori possibilità di inserimento nel mondo del
lavoro per i nostri figli».
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Spettacolo D
Una passione
per ascoltarsi e
capirsi
Anni di studio, sacrificio e volontà,
non per diventare una ballerina,
ma per insegnare agli
altri a diventarlo
di Chiara Bramati
foto Marco Brioschi
a venticinque anni insegna l’arte della
danza, e il suo futuro è pieno di progetti
e sogni. Daniela Sangalli, grintosa
cinquantatreenne, che ha fatto del ballo la sua
vita, ne ha realizzato uno con il successo della
“serata zero” di Guvot (acronimo di gusto, udito,
vista, olfatto e tatto, ndr), andata in scena al Teatro
Binario 7. Un percorso coreografico attraverso
i sensi, che ha avvolto e coinvolto una platea
ammutolita dalla forza e dallo stupore che ogni
singolo movimento, suono e colore emanava.
Uno spettacolo ideato dalla coreografa Sabrina
Camera, che lei ha subito amato e voluto
produrre. «Perché – ha raccontato – senza amare
ed amarsi, con la danza non si può esprimere
nulla».
La danza le appartiene da sempre?
«L’amore per la danza è nato in me da quando ho
cominciato l’Isef; sono stata la classica bambina
che ha subito il proprio fisico non perfetto e non
avevo i canoni fisici richiesti dalle scuole di danza.
A quei tempi sono stata parecchio forzata dalla mia
famiglia verso lo sport, non amavo molto ciò che
era movimento: ma alla fine li ringrazio perché è
stato un percorso che mi ha fatto guadagnare >
N.42
M
C
95
PASSIONI
amore per me stessa».
E allora come è nata in lei questa passione?
«Anche se non ho potuto praticare la danza,
durante l’adolescenza è venuto fuori tutto il mio
amore per lo sport. Inoltre ho sempre avuto un
grande interesse per l’arte e con l’Isef, questo si è
incanalato verso le discipline artistiche. L’amore
per la danza è nato con i corsi propedeutici per
i bambini e con il desiderio di fare parte di quel
mondo, ma non in prima persona; non ho mai
sognato di diventare una ballerina, ma di aiutare
e supportare psicologicamente gli altri. Mi piace
creare idee, coreografie, spettacoli, costumi,
progetti, in modo che attraverso la danza possa
esserci un percorso culturale».
Come ha fatto a trasformare una passione in un
lavoro?
«Cominciai a lavorare in alcune palestre di Monza,
poi nel 1984, a Sesto San Giovanni, ne fondai
una mia, la Palestra Azzurra. Era una sfida, ci
ho provato ed è andata bene perché abbiamo già
venticinque anni».
Momenti di difficoltà e sconforto ce ne sono
stati?
«Siamo passati da momenti molto facili in cui,
qualsiasi cosa si proponesse, aveva successo a un
momento critico, sei anni fa, in cui ho fermato
tutto per riflettere. Le scuole di danza erano
cresciute di numero; la danza non ha bisogno solo
di tecnica, ma di qualcuno che sappia stimolare,
supportare i ballerini, che sappia essere loro vicino
durante le crisi che porta l’adolescenza. Non
volevo più offrire solamente corsi, ma che la mia
fosse una scuola vera dove proporre un percorso
realmente accademico e cambiare l’impostazione è
stata dura».
Quelli di soddisfazione?
«Adesso, che l’accademia comincia ad essere
conosciuta, anche se sono ancora alla ricerca
di una sede più adatta per gli allievi. Quando
presentiamo i nostri ragazzi alle audizioni
importanti e vengono accettati, proviamo grande
orgoglio e soddisfazione insieme ad un po’ di
dispiacere nel lasciarli andare».
Cosa racconta un corpo attraverso il
movimento e la danza?
«I canoni della danza sono talmente esasperati
che i ballerini, spesso, non riescono ad avere un
buon rapporto con il loro corpo, magari sono
tecnicamente perfetti, ma non si amano e non
comunicano La danza può trasmettere tantissimo,
ma per farlo il ballerino si deve amare, deve fare
un lungo percorso interiore, affiancato da grandi
insegnanti. Trasmettere emozioni con il corpo è
difficilissimo, bisogna guardarsi dentro e a quel
punto si è in grado di trasmettere qualsiasi cosa,
anche quello che è richiesto di trasmettere dal
copione, infilandosi nei ruoli più diversi».
Come è nata la produzione di Guvot?
«Dalla fiducia che ho nella coreografa:
Sabrina Camera, la responsabile del lavoro di
contemporanea dell’accademia e da Corpi Mobili,
una compagnia di danza innovativa, contenitore di
rumori, sentimenti, emozioni di alto livello».
Alcune figure di Guvot,
in programma il 21 aprile
al Teatro Rondinella di
Sesto San Giovanni e il
22 aprile al Nuovo Derby
di Milano
È compreso nella linea Palazzo Ben Essere
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innovativa formula seno “effetto volume”
Risultati ineguagliabili. Già dalle prime applicazioni,
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levigata, dopo 6 settimane di trattamento è visibile
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PASSIONI
PASSIONI
Special
Olympics A
Monza ha la sua
Campionessa
del Mondo
Soddisfazione e gioia per la gara dove chi
arriva ultimo… vince lo stesso
di Francesco Pozzi
98
M
C
N.42
lessandra Riboldi è Campionessa
del Mondo di sci alpino. Dal 7 al
13 febbraio si sono svolti in Idaho,
negli Stati Uniti, i Giochi Mondiali Invernali
Special Olympics, manifestazione sportiva
rivolta al mondo dei disabili, che hanno visto
l’atleta monzese eccellere nel Super G e
aggiudicarsi la tanto ambita medaglia d’oro.
Un evento coinvolgente e un’esperienza
indimenticabile, che ha scosso gli animi di
migliaia di spettatori arrivati anche dall’Italia
per assistere ad un meraviglioso spettacolo.
La delegazione italiana, formata da 41
persone di cui 29 atleti (12 sci nordico, 8
racchette, 6 sci alpino e 2 snowboard), e il
resto accompagnatori e volontari, è arrivata il
6 febbraio a Boise, capitale dell’Idaho, dove
è stata accolta con grande calore dalla gente
del luogo che li ha ospitati nelle proprie
abitazioni. Si chiama infatti Host Town, il
programma educativo nato per creare un
forte legame tra i ragazzi e la cultura, talvolta
molto diversa, che li ospita. «Ogni Paese, ogni
popolo ha qualcosa di grande da dare – spiega
Lucia Zulberti, istruttrice e accompagnatrice
di Special Olympics – Cerchiamo sempre di
trarre il massimo beneficio da ogni esperienza,
perché confrontarsi con altre culture non può
che arricchire i nostri atleti». Le competizioni,
inoltre, si sono svolte in città diverse per
dare la possibilità a un maggior numero di
comunità dell’Idaho di partecipare a questa
iniziativa. Iniziate le gare, per gli Azzurri
sono arrivate le prime vittorie e le tante
medaglie: in totale sono stati vinti 8 ori, 20
argenti e 10 bronzi. Insomma proprio un bel
medagliere!
L’11 febbraio, poi, si è svolta la gara di
Super G che ha visto Alessandra Riboldi
aggiudicarsi il gradino più alto del podio
nel giorno del suo ventesimo compleanno.
Una vittoria importante per Alessandra, che,
con impegno e grande volontà, ha coronato
il suo percorso formativo nel mondo dello
sport. Le congratulazioni sono giunte da ogni
delegazione e i suoi compagni di squadra
hanno condiviso con lei la grande gioia della
vittoria. «Quando sono tornata a Monza tutti
mi chiedevano di Alessandra – continua la
Zulberti – erano tutti felici e non vedevano
l’ora di riabbracciarla e festeggiarla. In
particolare i suoi genitori hanno potuto
notare i progressi fatti da
Alessandra e soprattutto
la grande autonomia e la
maturità acquistate da lei in
quest’avventura».
A differenza di una
comune federazione
sportiva, infatti, in Special
Olympics l’atleta è al centro
dell’attenzione: l’area
tecnica, organizzativa, quella
familiare e la componente
psicomedicopedagocica sono
solo alcuni degli aspetti per
cui l’organizzazione opera
per garantire un percorso
formativo ed educativo completo, sia per il
ragazzo, che per i genitori. Per organizzare
un evento targato Special Olympics,
inoltre, è necessario un impegno maggiore
rispetto a quello richiesto per qualsiasi
altra manifestazione sportiva. Volontari,
accompagnatori, istruttori e genitori,
lavorano insieme per la buona riuscita della
manifestazione e «attraverso numerosi
corsi di formazione e processi educativi
prepariamo sempre più gente che ci aiuti ad
affrontare le stupende avventure sportive,
come quest’ultima – conclude la Zulberti –
Perché Special Olympics è un modo diverso
di praticare lo sport… forse il più vero che
esista!».
Alessandra Riboldi
insieme alla squadra di
sci alpino e da sola
dopo la vittoria
N.42
M
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99
PASSIONI
Raccolti a mano in piccole cassette
e distesi ad appassire, gli Arzimi,
dopo una lunga fermentazione e
riposo in bottiglia, si trasformano
in nettare di vite
PIATTO DELLE MERAVIGLIE:
- Torta di pere e cioccolato,
- Torta paesana
(cioccolato, pane biscotti uvette, pinoli),
- Torta della nonna
con crema pasticcera e pinoli
- Salame di cioccolato
- Frutti di bosco
100
M
C
N.42
LifeStyle Car
Aprire una concessionaria nel cuore della Brianza
è segno evidente della volontà strategica di avvicinare il marchio all’utente attento ed esigente, che
desidera un’auto che rispecchi il proprio stile di vita,
le sue esigenze e i gusti. Da questa convinzione
nasce la nostra scelta di aprire un concessionario
multimarca, che ci consente di proporre ai nostri
Clienti tutta la completezza dell’offerta automobilistica disponibile oggi sul mercato. Grande varietà,
nessuna dispersione: da Life Style Car troverai la
consulenza di esperti specializzati nel settore che
ti guideranno nella scelta della tua auto. Con sede
nella zona centrale di Biassono, Life Style Car
vanta uno spazio espositivo giovane e di recente
apertura. Il servizio offerto è forte dell’esperienza
pluriennale maturata dai titolari, Marco Piazza e
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dedicano all’accoglienza e alla soddisfazione del
Cliente. Competenza, cortesia e completezza
dell’offerta sono i punti di forza di Life Style Car,
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I.P.
Mulino a Vino U
Piccoli
grappoli, per un
gran passito
n tripudio di dolci sapori da
accompagnare ad un calice speciale;
questa è la proposta, per il mese di
marzo, del Gruppo Meregalli e del wine bar
Mulino a Vino. L’Arzimo I.G.T. vede i suoi
natali nell’azienda La Cappuccina, fondata
nel 1890, dalla famiglia Tessari, sulle colline
ad est della provincia di Verona. Avvolto da un
alone di fascino e mistero, il nome dell’azienda
deriva dalla piccola cappella privata, risalente
al XV secolo, ove si pensa officiassero i frati
Cappuccini. Guidata dalla terza generazione
della famiglia Tessari, l’azienda ha il suo
punto forte nell’utilizzo esclusivo del metodo
dell’agricoltura biologica, portata avanti in modo
pionieristico sin dal 1985; ed è proprio grazie
a questa continua ricerca che i vini prodotti
vengono fortemente valorizzati. Come L’Arzimo
I.G.T. che con il suo profumo di dolci toni di
miele, fiori gialli, fichi, frutta candita, vaniglia,
albicocca sciroppata, il colore giallo dorato
con lievi bagliori di ambra e il sapore caldo e
vellutato, riporta alla mente e al palato tutte le
sfumature naturali della terra da cui proviene.
Nella terra che appartenne a Romeo e Giulietta,
i grappoli (arzimi) vengono pigiati in maniera
soffice, come vuole la tradizione, proprio
nel giorno degli innamorati, il 14 febbraio. Il
risultato è un nettare di vite un vino prezioso,
meditativo da assaporare lentamente alternandolo
a deliziosi assaggini di torta e freschi frutti di
bosco del “piatto delle meraviglie”.
FASHION
Tania Spinelli
Il talento, su misura
Ambiente familiare, gusto personale e determinazione: fortuna, ma anche
tanto impegno alla base del successo di una giovane designer
di Francesca Barzaghi
Q
uesta è la storia, vera, di una splendida
donna che sta vivendo oggi, ancor oggi,
il suo personale sogno e sta costruendo
il suo successo nella sfavillante New York. Un
esempio simbolico, massimamente rappresentativo
di come l’America, ancora oggi, e forse ancor di
più oggi che l’America di Obama è una realtà,
rappresenti il punto di partenza e di arrivo del sogno
delle nuove generazioni. Come se, in cinquant’anni,
nulla sia cambiato. Come se, sulle orme dei nostri
antenati, per lo sviluppo e il consolidamento del
proprio talento, sia indispensabile la benedizione e
il riconoscimento degli USA.
Figlia di una coppia di sarti siciliani, Tania Spinelli
è stata abituata sin dalla primissima infanzia a
vivere in un ambiente in cui la ricerca dei materiali
più pregiati e la dedizione al perfezionismo erano
i fondamenti del lavoro. La familiarità con il gusto
del bello e del raffinato, oltre che della massima
personalizzazione delle creazioni, è dunque il
bagaglio acquisito con grande naturalezza che l’ha
accompagnata per tutta la vita e che le ha consentito
di approdare nel mondo della moda distinguendosi
nettamente da quanti, come lei, ci provavano. Il
desiderio di approfondimento della tecnica e del
disegno la portò al conseguimento della laurea
presso la Philadelphia University in Scienze del
Tessile e Design, segmento moda, e poi alla piena
realizzazione della sua naturale ambizione.
A differenza dei campus newyorkesi, presso la
sua università imparò ben presto a focalizzarsi
sull’importanza, oltre che del disegno e
dell’innovatività del prodotto, fattori di primaria
e oggettiva importanza: dalla scelta dei materiali,
al ciclo di produzione fino alla distribuzione e
commercializzazione. Grazie a quell’esperienza,
infatti, Tania acquisì un know how a tuttotondo,
102
M
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N.42
FASHION
non limitandosi quindi ad essere esclusivamente
il genio creativo, quanto piuttosto una manager
professionista in grado di gestire interamente la
nascita e lo sviluppo delle proprie collezioni. Per
sua stessa ammissione, questi furono, a differenza
della tradizione universitaria americana che
vede il College più come l’ultimo momento di
goliardia giovanile piuttosto che come investimento
culturale, «i quattro anni di intenso studio e
di significativo lavoro che hanno poi reso più
semplice il confronto con la realtà “esterna”, in cui
si impara ben presto che è ammesso nell’arena
della competizione solo chi ha le spalle grosse
e una creatività ben formata». Dal periodo della
formazione universitaria, Tania ha attraversato una
serie di momenti fortunati di grande importanza
che l’hanno portata, oggi, all’affermazione di un
proprio brand di successo. Primo tra tutti, l’incontro
con l’uomo che le ha cambiato la vita, diventando
poi suo compagno di lavoro oltre che suo marito.
«Sin da piccola, ho sempre saputo in cuor mio che
da grande sarei stata una designer. È stato però
l’incontro con Marcello (Spinelli, figlio di Altemio
Spinelli, Ndr) avvenuto durante gli anni del college,
che mi ha illuminato, spingendomi ad sviluppare
un forte interesse per le scarpe. Suo nonno infatti
aveva fondato un’azienda di calzature in Italia, e da
quel momento tutte le successive generazioni sono
state coinvolte nella fabbrica di famiglia. Il padre di
Marcello imparò ben presto tutto ciò che c’era da
sapere del mondo della lavorazione delle scarpe».
Nei primi anni Venti si trasferisce a San Paolo,
esportando il proprio business che in brevissimo
ottenne un enorme successo. Dopo l’introduzione
del mocassino, enorme innovazione nelle abitudini
del Sudamerica dell’epoca, infatti, il marchio
Spinelli divenne un punto di riferimento in tutto il
Brasile. È proprio in Brasile che Tania si trasferisce
con suo marito dopo la laurea e inizia a lavorare
nell’azienda di famiglia, perfezionando le proprie
conoscenze teoriche grazie all’esperienza empirica
maturata sul campo, scoprendo un naturale talento
per la creazione di nuovi modelli. Nel 1998 Tania
torna negli Stati Uniti con un disegno ben preciso:
creare una propria collezione che porti il suo nome.
Prima però era indispensabile completare la propria
esperienza lavorativa inserendosi in un’azienda
già affermata e riconosciuta internazionalmente.
«Avere il coraggio di dare vita a una mia attività
è stato il passo più difficile, perché significava
lasciare un ottimo lavoro sicuro per lanciarmi in un
mare di incertezze. Sono stata Design Director per
Tommy Hilfiger RTW Collezione Donna per 6 anni, ho
amato molto quel lavoro, ma ho sempre creduto nelle
mie potenzialità e sapevo che ben presto avrei trovato
la giusta occasione per mettermi in proprio. Il momento
è arrivato quando, casualmente, ho conosciuto
un’azienda italiana che trattava ottime pelli e lavorava
calzature, con cui avrei potuto dare avvio alla mia
attività.Proprio grazie a quella fortuita circostanza, nel
2005 il brand Tania Spinelli ha visto la luce».
In queste
pagine,
un ritratto
fotografico di
Tania, e alcune
delle sue
creazioni
Perchè produrre in Italia? Semplice richiamo alle
origini o effettivo valore aggiunto?
«Quando ho deciso di lanciare una collezione che porti
il mio nome, sapevo di volere creare un prodotto di
qualità, frutto dell’esperienza e della miglior tradizione
artigianale. Un buon disegno infatti non è sufficiente
se manca la capacità di realizzarlo in maniera
impeccabile. A seguito di queste considerazioni la >
N.42
M
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103
FASHION
FASHION
Gentleman
style/1
L’ombrello
scelta è stata quindi obbligata e ho deciso: Italia!
Quello che mi serviva era infatti il duro lavoro di
intere generazioni che avessero appreso, nel tempo,
a realizzare esemplari perfetti, con dedizione e
sacrificio e io l’ho trovato proprio nella Riviera
del Brenta, in Veneto, dove tuttora produco le mie
calzature».
Quindi nessun legame affettivo con l’Italia?
«Entrambi i miei genitori sono nati e cresciuti in
Sicilia e successivamente trasferitisi nel New Jersey
quando avevano vent’anni. Mio fratello e io siamo
la prima generazione nata negli Stati Uniti della mia
famiglia, ma siamo stati abituati a parlare l’italiano
(anzi il siciliano!) e a mantenere vive le tradizioni
del nostro paese di origine. Il mio è sangue
siciliano, e mi ritengo di diritto al 100% italiana!
Inoltre credo di essere stata particolarmente
fortunata, perché la mia è stata un’educazione
basata sui valori della famiglia e cultura italiana e al
contempo aperta al nuovo e alla diversità in pieno
stile americano. Ho avuto modo di conoscere e
vivere il meglio di entrambi i mondi».
Apertura mentale, accettazione della diversità,
tendenza a seguire i propri sogni. New York
risponde esattamente, almeno nell’immaginario
collettivo italiano, alla città in cui tutto è
possibile: anche per te è stato lo stesso, dal
momento che proprio in questa città hai voluto
misurarti avviando la tua azienda?
«Amo New York per la sua diversità etnica e
culturale, ma più di tutto, per la sua energia. La
città ha un forte impulso, le persone sono sempre in
movimento e le cose sono in costante evoluzione:
in una parola, è dinamismo allo stato puro! È
emozionante e energica, e questo mi motiva. Come
designer, mi piace il fatto che la moda, in questa
città, sia ovunque! A New York non si ha paura di
apparire, di mostrarsi, di sperimentare, e quando
si tratta di moda questo è ciò che amo e che cerco.
Mi piace osservare cosa indossa la gente, perché
per me è stimolante e mi dà immediatamente la
sensazione di cosa sia reale, cosa possa piacere e
cosa no».
Quale è il segreto che sta alla base del successo,
in particolare quale è stato il tuo, che ti ha
permesso di giungere fino a qui?
«Costruire un business di successo non è mai
facile per un giovane designer, in primo luogo
perché si compete in una giungla piena di re
104
M
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N.42
Storia, tra luce e ombre, di un oggetto
cult con alterni usi e fortune
di Francesca Barzaghi
E
leoni, che sono ovviamente i mega marchi, in
particolare quando si tratta di accessori. Attraverso
il duro lavoro, la dedizione, la messa a fuoco
su un prodotto eccezionale, che è artigianale e
customizzato, oltre che un vero amore e passione
per quello si crea, si è in grado di crescere ogni
stagione, non solo in termini di ‘business “,
ma anche come designer. Inoltre, imparare a
conoscere tutti i vari passaggi e le sfaccettature
della produzione è davvero importante, perché ti
da la consapevolezza di quello che stai facendo e
di quello che potresti migliorare. Infine credo che
la mia fortuna sia stata una sana dose di coraggio:
ero pienamente cosciente del fatto che non potevo
sapere e conoscere tutto, ma anche pronta a
imparare giorno per giorno. In fondo, se si aspetta
fino a quando si pensa di sapere tutto, allora non si
potrà mai iniziare!».
Alcuni modelli
di sandali
della designer
Tania Spinelli
’ un oggetto caduto in disgrazia con il
passare del tempo, il cui uso è ormai
confinato esclusivamente alle tristi giornate
di pioggia e non più come accessorio di distinzione
del Gentleman. L’ombrello, infatti, se una volta
rispondeva anche a un’esigenza di stile, oltre che
a una necessità di natura pratica, oggi si trova
spesso relegato nel bagagliaio delle nostre auto
o in qualche recondito anfratto delle nostre case.
Questo pratico accessorio, però, non è nuovo agli
alti e bassi nel campo della moda, perchè, se è vero
che i primi modelli apparirono all’epoca di greci e
romani, da sole e da pioggia, l’ombrello cadde in
disuso fino al XVIII secolo. Infatti solo nel 1756
sir Jonas Hanway ne rilanciò la moda, anche come
vezzo da passeggio, introducendolo come must nei
circoli più prestigiosi di Londra. La reazione del
pubblico, però, del tutto contraria alle aspettative,
fu di netto rifiuto, poiché si riteneva che l’utilizzo
dell’ombrello fosse in contrasto con le abitudini
dell’epoca, in cui il riparo dalle frequenti piogge
era garantito dal trasporto in carrozza. Possedere un
ombrello, pertanto, equivaleva ad una dichiarazione
ufficiale di non possesso di una carrozza, e quindi
di basso lignaggio e ridotta disponibilità economica.
La fortuna di questo oggetto fu il clima tipico
britannico, caratterizzato da frequenti precipitazioni,
che di fatto obbligò ben presto anche il bel mondo
ad adattarsi all’uso dell’ombrello, nonostante la
reticenza iniziale. Così la nascita di una nuova
tradizione, ossia il passeggio con ombrello,
tipicamente londinese, fu poco esportato all’estero,
in particolare in Italia. E oggi sono pressoché spariti
i gentlemen che non rinunciano al proprio oggetto
di culto.
Ombrelli per
tutti i gusti
N.42
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105
FASHION
FASHION
Gentleman style/2
I gemelli
reinventandolo secondo le forme e i materiali
più moderni.
I gemelli però rappresentano anche un tranello
di stile. L’accessorio giusto, perchè di squisita
fattura o di materiale eccellente, ma che non
si intona al contesto infatti può far cadere
nel ridicolo anche la migliore delle mises
maschili. Per evitare il ridicolo basta seguire
poche essenziali regole, prima fra tutte la scelta
della camicia: la prima è quella di indossare
il suo gemello su un polsino doppio, o sulla
camicia da frac, perchè la rigidità del tessuto
permette un effetto di maggior eleganza e
dona importanza al gioiello stesso. Da evitare
assolutamente il polsino combinato, un
compromesso mal riuscito che promette di
conciliare, in un binomio caotico, la comodità
del bottone con il gemello. Anche la scelta
cromatica può essere causa di un passo falso.
La tradizione vuole che l’oro sia il metallo
prezioso per eccellenza, anche se il binomio
argento e blu è decisamente più indicato per
gemelli smaltati o con stemma familiare, oltre
che perfetto in abbinata a camicie azzurre.
La scelta del gemello, inoltre, è felice se esso
rispecchia il tono dell’abbigliamento nel suo
complesso. Dal classico ovale in oro o argento,
passando per i modelli smaltati e arricchiti
con pietre preziose fino ad arrivare ai più
curiosi dalle forme di cavallo, cagnolino e
ogni altro esemplare contemplato nell’universo
Tra gli accessori dei gentlemen, sono il simbolo di elegante
distinzione, ma anche oggetto di invidia da parte delle donne
di Francesca Barzaghi
L
’eleganza passa dai dettagli e da
oltre un secolo e mezzo i gemelli
sono sinonimo di gusto e distinzione.
Nacquero con una funzione pratica, ovvero
quella di sostituire i bottoni con cui non si
riuscivano a chiudere i polsini irrigiditi dagli
eccessi di amido, usanza diffusa tra i lord.
Tuttavia, da gioiello funzionale divennero
presto un elemento identificativo della persona,
trasformandosi nel tempo in un vezzo utile
per esprimere appieno la propria personalità.
Proprio ricercatezza, raffinatezza e personalità,
infatti, sono le caratteristiche essenziali che
meglio descrivono i gemelli, oggetti di culto
del vero gentleman e che, nonostante siano
tanto piccoli da essere facilmente indossato
in un lembo di tessuto, possono assumere
molteplici significati. La loro forza espressiva
risiede nelle dimensioni dell’oggetto in sé,
quanto piuttosto nella scelta cromatica e di
106
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N.42
forma; del resto il gemello ha la stessa valenza
di una piccola spezia in grado di rendere
unico e magnifico un manicaretto culinario.
Un particolare minuscolo, ma senza il quale
il gusto nel suo insieme non sarebbe tanto
squisito e particolare e tenderebbe invece ad
appiattirsi sulla mescolanza degli ingredienti
basilari.
La scelta del gemello è come l’ultima
pennellata che dona significato alla tela
del divisionista, senza la quale il soggetto
non troverebbe quel senso di completezza
armoniosa. Non per nulla vengono scelti da
chi ama il dettaglio e, anche nella scomodità,
desidera mostrarsi al pubblico per quello che
realmente è: un uomo in grado di concedersi
un gioiello, non necessariamente di grande
valore, senza scadere nell’eccentricità di
collane o anelli e che ha mantenuto un legame
con il classicismo estetico del Novecento
Alcuni modelli di
preziosi gemelli
Montblanc
animale, i gemelli possono adattarsi ad ogni
capo e contesto, non solo per completare
un abito elegante, ma anche come elemento
di arricchimento e ricercatezza di una mise
sportiva, magari abbinati a un casual chic
di jeans e mocassini. Il bon ton sconsiglia
di indossare gemelli in assenza di cravatta,
anche se questa regola risuona un po’ retrò
considerando l’ampia scelta di modelli che
possono benissimo interpretare uno stile
elegante che non scada nell’eccesso formale.
La vasta gamma di modelli e forme offerta sul
mercato è quindi in grado di compiacere tutti
i palati e soddisfare le tutte le esigenze, sia di
stile che economiche. Non c’è motivo, dunque,
di rinunciare all’essenzialità di un oggetto tanto
“micro” quanto personale e identificativo del
proprio carattere.
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FASHION
FASHION
Donne
Chi le conosce
meglio dell’hair
stylist?
È un amico, un confidente, un paziente
ascoltatore; conosce vizi e debolezze, sa
dare una svolta ad una pessima giornata.
I suoi alleati? Forbici, phon, spazzole e
tanta pazienza
di Chiara Bramati - foto Marco Brioschi
Cominciamo con una domanda che mi
riguarda: perché per una donna come me ha
scelto proprio questo genere di piega?
«Perché è molto di moda e tanto richiesta
108
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N.42
Veniamo ai consigli per le mie amiche: siamo
alle porte della primavera, quindi cominciamo
dalle novità, quali sono i tagli e i colori di
tendenza?
«I colori più trendy saranno sicuramente i biondi
caldi, con sfumature color terra e legno, che
possono essere realizzati anche con una nostra
tecnica particolare che si chiama shatoush:
una schiaritura, più dolce all’attaccatura e più
forte sulle punte, effetto mare e sole di Miami.
Per i tagli, sono molto di moda le mezze misure,
morbide e armoniose; per i capelli, come per la
moda in genere, si sta puntando molto sul ritorno
ad una sensuale femminilità».
Ci racconti invece di lei… dove ha imparato a
districarsi così bene tra i capelli delle donne?
«Io sono di Bergamo, ma ho fatto la scuola di
Dessange a Torino e per quel marchio ho lavorato
per sei anni a Parigi. Poi sono passato ai saloni
di Aldo Coppola, prima a Como e, da settembre
dello scorso anno, qui a Monza».
C
’è chi va dallo stesso da sempre, chi
lo cambia spesso per provare nuove
esperienze e tagli stravaganti; chi,
invece, è disposto ad aspettare mesi per un
appuntamento per avere un taglio speciale e chi
– ahimè, lo ammetto – è disposto a farsi un bel
viaggetto da Monza a Torino; ma vuoi mettere la
certezza del risultato di un’acconciatura perfetta?
Vera e propria figura di riferimento per le donne,
il parrucchiere di fiducia ci accoglie con gli
immancabili giornali, un caffè e tante chiacchiere:
perché le donne dal parrucchiere si sfogano,
raccontano, fanno i capricci alla ricerca del look
perfetto. Retroscena e pettegolezzi che Andrea
Belotti, titolare del salone Coppola by Monza,
racconta a Monza Club: per una volta il mago
della messa in piega, da paziente ascoltatore, si
trasforma in oratore! A perfetto agio, cominciamo
la chiaccherata, mentre le mani esperte di Andrea
realizzano sui miei capelli la piega del momento:
un torsion morbido.
dalle donne di Monza, ed è molto
versatile, a seconda dell’occasione e
dell’abbigliamento e può essere sia
elegante che grintosa. È quella che
facciamo spesso a Vanessa Incontrada per
le serate di Zelig… lei ha i capelli proprio
come Vanessa…».
Com’è la clientela di Monza?
«Mi piace molto, è proprio adatta al il mio salone:
raffinata, un po’ sciccosa e di buon gusto. E poi
le monzesi si fidano di me e dei miei consigli e
questo è un aspetto che dà grande soddisfazione».
Nel salone si viene
accolti da un profumo
di yasmine sulle scale,
e poi rosa e foglie di
fico rilassanti nella zona
lavatesta, per arrivare alla
zona taglio e piega dove
domina una stimolante
essenza di lemon gloss.
Il tutto per prepararsi
alle coccole di una
pettinatura d’autore
Dalla piazza San Paolo alle passerelle di
Milano: quali personaggi famosi pettina oggi?
«Tra le mie clienti ci sono le mogli e le fidanzate
dei giocatori dell’Inter, Katia Ricciarelli,
Elenoire Casalegno. Ho anche lavorato molto
con Giorgio Armani, nel backstage delle sue
sfilate: sono momenti in cui domina il caos e
in cui tutti sono sotto pressione, ma ci si riesce
anche a divertire».
Lei che conosce bene i gusti di noi donne…
ritiene che siamo capricciose?
«Sì, in effetti un po’ lo siete! Ma questo è anche il
bello del vostro essere ed è per me una continua
fonte di stimoli, idee e voglia di perfezionarmi». >
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FASHION
Ci racconti qualche capriccio che le è rimasto
particolarmente impresso.
«Sono molti gli aneddoti che potrei raccontare
di tanti anni di lavoro, alcuni che non si possono
dire, altri invece più simpatici, come quella volta
che una signora, dalla fretta, in un giorno d’estate,
è uscita dal salone con ancora addosso il camice.
In un’altra occasione, una cliente che prima si era
fatta fare la pedicure, era poi passata al taglio e
aveva messo il camice, senza rimettere la gonna
e quando l’ha tolto, nello stupore generale, è
rimasta solo con i collant!».
Non mi dica che gli uomini sono meno vanesi
di noi: con tutte le creme di cui fanno uso!
«Sono molti gli uomini che frequentano il mio
salone e devo dire che in effetti non sono più
sbrigativi come un tempo. Sono molto pignoli
ed esigenti, sia sul taglio che sul colore; ci sono
molti uomini brizzolati, ad esempio a cui piace
rimanere grigi, ma vogliono tonalità diverse,
più scure: insomma, il grigio può avere le sue
sfumature!».
110
M
C
N.42
Andrea Belotti con
la sua cavia: la nostra
Chiara Bramati si è
prestata al gioco
CONSULENTE D’IMPRESA
CONSULENTE DEL LAVORO
Contratti in forma scritta,
garanzia per l’investitore
Il lavoro
è tutto in un libro
Sono valide le prestazioni di servizi di investimento degli intermediari
finanziari in mancanza di preventivo contratto scritto?
Da febbraio si è chiuso il regime transitorio ed è obbligatorio avvalersi
del Libro Unico del Lavoro
a cura di Eliano Goltara
a cura dello Studio Leoni
I
l primo comma dell’art. 23 del Testo Unico della Finanza del
1998 (T.U.F.), che segue una serie di interventi legislativi in
tal senso, prescrive esplicitamente che i contratti relativi alla
prestazione dei servizi di investimento e accessori debbano essere
redatti per iscritto a pena di nullità. In base a tale articolo, oltre
che per i recenti interventi legislativi dettati in
materia di protezione dell’investitore, dunque,
ben potrebbe sostenersi che l’intermediario
finanziario (ad esempio l’istituto di credito),
prima di prestare qualsiasi servizio di
investimento nei confronti di clienti debba, per
legge, perfezionare per iscritto un contratto con
il cliente (normalmente un “contratto quadro”).
La ratio della norma, come in tutti i casi in cui
la Legge prevede la conclusione di contratti
in forma scritta, appare evidente: mettere in
condizione le parti (qui il cliente) di ponderare la
regolamentazione del rapporto; in altri termini,
la forma scritta assolve qui il compito cosiddetto
di “protezione” dell’investitore, informandolo
preventivamente del contenuto del rapporto che
seguirà nei confronti dell’intermediario.
In tal senso, anche la nostra giurisprudenza di
merito ritiene ormai quasi pacificamente che
l’obbligatorietà di legge della scrittura, a pena di
nullità si badi bene, del contratto di prestazione di
servizi finanziari vada riferita al contratto quadro
(altrimenti chiamato “master agreement”) che,
nella pratica, è l’accordo dal quale nasce il conferimento dell’incarico
e che, quindi, disciplina in via generale le modalità di espletamento
del mandato che si andrà a svolgere nel tempo. Da ciò deriva che la
mancata stipulazione scritta del contratto quadro tra l’intermediario
finanziario (naturalmente a ciò autorizzato dalle competenti Autorità
112
M
C
N.42
di vigilanza e di controllo) ed il cliente determini la nullità “a
cascata” di tutti gli ordini di acquisto (o di vendita) conferiti nel
corso del rapporto. Vero è, per completa informazione del gentile
lettore, che una parte della nostra giurisprudenza ha talvolta ritenuto
che, pur in mancanza della scrittura tra le parti rappresentative del
contratto quadro, allorquando gli ordini siano
poi stati via via autorizzati per iscritto dal cliente,
con l’indicazione degli elementi essenziali
della transazione finanziaria, tale mancanza
del master agreement
non comporterebbe,
automaticamente, la nullità degli ordini
successivi.
L’impostazione, però, non è condivisa dalla
maggioranza delle nostre Corti. La previsione
della norma scritta che riguarda i contratti diretti
alla prestazione di servizi di investimento ha una
finalità specifica, che è quella di fornire la garanzia
della completa informazione al risparmiatore.
A tal proposito la stessa Commissione delle
Società e della Borsa (la Consob) in un proprio
Regolamento (il numero 11522 del 1998) ha
espressamente prescritto il contenuto del contratto
quadro relativo a servizi di investimento. Il
nostro ordinamento, dunque, stabilisce a tutela
del risparmiatore la predisposizione da parte
dell’internediario finanziario di un contratto
che renda esplicite all’investitore le modalità
ed i limiti dell’incarico (il mandato), conferito
a chi presta al pubblico i servizi e le attività di investimento: solo
se scritte tali regole valgono per le successive operazioni e solo
laddove, naturalmente, sia stata soddisfatta la necessaria esigenza
d’informazione relativa ai diversi tipi di investimento, può darsi
corso alle singole operazioni di tale mandato.
I
l Libro Unico del Lavoro (LUL), istituito con gli articoli
39 e 40 del decreto-legge n. 112/2008 (convertito con
legge 6 agosto 2008, n. 133), ha
la funzione di documentare ad ogni
singolo lavoratore lo stato effettivo del
proprio rapporto di lavoro e agli organi
di vigilanza lo stato occupazionale
dell’impresa. Esso costituisce un
valido aiuto per la prevenzione e
il contrasto del lavoro sommerso,
oltre che uno strumento utile per lo
snellimento degli oneri burocratici ed
economici gravanti sulle imprese.
Questo strumento sostituisce il libro
paga, il registro presenze, il libro
matricola, il registro dei lavoranti
a domicilio e il libretto personale
di controllo, il registro di impresa
agricola e il registro dell’orario di
lavoro per i lavoratori mobili nelle
imprese di autotrasporto. I datori di
lavoro obbligati all’istituzione del
libro sono tutti i privati di qualsiasi
settore, compresi i datori di lavoro
agricoli, quelli dello spettacolo,
dell’autotrasporto e marittimi (per
il personale non imbarcato, ndr).
Tra i lavoratori da iscrivere nel
LUL rientrano anche quelli detti
somministrati e distaccati. I lavoratori
somministrati devono essere iscritti
nel Libro Unico del somministrante, che è il datore di lavoro.
L’utilizzatore del lavoratore somministrato deve registrare nel
Libro Unico del lavoro esclusivamente i seguenti dati: nome,
cognome, codice fiscale, qualifica,
livello di inquadramento contrattuale
e agenzia di somministrazione.
Analoghe considerazioni vanno riferite
all’azienda distaccataria relativamente
ai lavoratori distaccati presso essa. Tra
i dati retributivi da registrare nel LUL
si ricorda che sono anche compresi
qualsiasi somma in danaro o erogazione
in natura corrisposta o gestita dal datore
di lavoro, nonché le somme a titolo di
rimborso spese. Rimangono invece
escluse dall’obbligo di registrazione
le somme (che si evincono in base a
documenti di spesa intestati all’azienda
stessa) rimborsate al dipendente e che
costituiscono anticipazioni in nome
e per conto del datore di lavoro. In
materia di tenuta del LUL, si ricorda
che l’affidamento al consulente del
lavoro dell’elaborazione del Libro
Unico non comporta automaticamente
l’affidamento della tenuta. Pertanto i
due momenti posso rimanere distinti
e separati. Mentre per quanto attiene
alla conservazione del Libro Unico, lo
stesso, dopo l’elaborazione e la stampa
da parte dello Studio del Lavoro, dovrà
essere conservato in azienda per la
durata di cinque anni dall’ultima registrazione.
Eliano Goltara
Svolge la professione di avvocato presso i propri studi di Monza e di Milano e si occupa prevalentemente
di diritto dell’impresa. Ricopre l’incarico di consigliere in diversi consigli di amministrazione ed è autore
di numerose pubblicazioni. È titolare di Studio Goltara Avvocati.
Eugenio Leoni
Consulente del lavoro, esperto in materie sindacali e rapporti con gli enti pubblici, case editrici, società
sportive e dello spettacolo. È titolare dello Studio Leoni, attività con 30 dipendenti e 10000 paghe mensili
elaborate.
Studio Legale Goltara - Vicolo Duomo, 1 - 20052 - Monza - Tel. 039 3900081
Studio Leoni - Via Statuto, 4 - 20121 - Milano
Tel. 02 36573500 - Fax. 02 62910074 - [email protected] - www.studioleoni.it
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CONSULENTE LEGALE
DENTISTA
Il processo civile
diventa telematico
Implantologia:
denti fissi in una seduta
Informatizzando alcuni passaggi, la Giustizia potrà essere più veloce,
con benefici per i cittadini e per tutti coloro che ci lavorano
È possibile ridurre i costi garantendo ugualmente
un risultato finale praticamente perfetto
a cura di Giorgio Galbiati
P
ochi giorni fa è arrivata la notizia che presso il Tribunale
di Monza è in fase di attivazione il processo civile
telematico (noto anche con l’acronimo PCT), in cui
tutti gli operatori di settore ripongono le proprie aspettative.
L’ informatizzazione del processo infatti mira, unitamente
alla sua riforma organica di imminente discussione nelle aule
parlamentari e ispirata ad una profonda semplificazione dei riti,
ad uno snellimento delle procedure e quindi ad una abbreviazione
dei tempi di Giustizia.
In dettaglio, con il processo civile telematico si intende giungere
ai seguenti risultati:
1) gestione in forma digitale delle informazioni connesse a tutte
le fasi di un procedimento civile;
2) gestione telematica delle comunicazioni e degli scambi
informativi tra i diversi attori di un procedimento civile;
3) semplificazione delle attività relative ai procedimenti civili;
4) diffusione delle informazioni;
5) riduzione delle attività a basso valore aggiunto;
6) accrescimento della trasparenza e della certezza della
dimensione temporale degli atti e del procedimento.
In altri termini, acquisita la consapevolezza di uno dei mali della
lentezza, ci si è prefissi lo scopo di arginare gli aspetti prettamente
burocratici del processo civile informatizzando alcuni passaggi:
meno carte da creare, da spostare e da gestire. Nello stesso tempo,
l’introduzione del processo civile telematico non cambierà
in alcun modo le regole di celebrazione dei procedimenti,
racchiuse in codici ed in leggi, ma inevitabilmente comporterà
un beneficio anche sui tempi di celebrazione del processo, posto
che il personale degli uffici, spesso impegnato solo per spostare
voluminosi fascicoli tra le stanze dei palazzi di giustizia, potrà
dedicarsi ad attività più proficue a tutto favore dei cittadini, in
attesa di conoscere l’esito del proprio procedimento.
È stato sul punto efficacemente affermato che il dominio del
“cartaceo” condiziona la qualità del lavoro svolto all’interno
dei tribunali, che si traduce in una continua manipolazione e
movimentazione di carte, deprimendo sostanzialmente la qualità
dell’apporto del personale interno, che ben altri contributi di
professionalità, intelligenza e competenza potrebbe offrire.
Il processo civile telematico non darà dunque vita ad un nuovo
tipo di processo civile. Anzi il sistema Giustizia in Italia è già
gravemente penalizzato e paralizzato dall’eccessivo proliferare
dei riti: nel solo ambito civile e a seconda della materia trattata,
se ne contano quasi trenta e spesso i processi si trascinano per
anni e per vari gradi solo per individuare quale sia il rito da
applicare al caso concreto ovvero l’esatta portata applicativa di
una qualche regola procedurale. Ed è di tutta evidenza che di tali
battaglie procedurali ai cittadini importa ben poco.
Si pensi a tale proposito che la durata media di un processo
civile in Italia, dal suo avvio sino al passaggio in giudicato della
sentenza, è stimata in 116 mesi a fronte dei soli 34 dell’Austria.
Con l’acronimo PCT si intende più semplicemente indicare
l’introduzione armonizzata di strumenti informatici
nell’impianto tradizionale del processo civile, finalizzata alla
creazione di una efficiente cooperazione telematica tra gli attori
pubblici (personale di cancelleria, giudici, ufficiali giudiziari,
Avvocatura della Stato e delle amministrazioni pubbliche) e
privati (avvocati, CTU, CTP e notai) coinvolti nel processo, i
quali quindi, per una maggiore efficienza del sistema Giustizia,
saranno in grado di creare, depositare, comunicare e consultare
i documenti del processo in formato elettronico ed attraverso
strumenti telematici. In particolare gli avvocati, senza dover
accedere fisicamente agli uffici giudiziari, avranno la possibilità
consultare l’intero fascicolo processuale, prendendo conoscenza
delle attività processuali della controparte e dei provvedimenti
del giudice. E potranno fare tutto ciò non solo dal proprio studio,
ma anche da qualsiasi luogo collegato alla rete internet.
Avv. Giorgio Galbiati
È iscritto all’Albo degli Avvocati di Monza dal 2001. Avvocato civilista, si occupa di diritto commerciale,
societario e fallimentare. È membro del direttivo della Camera Civile di Monza, associazione di avvocati
dedita allo studio e all’approfondimento del diritto civile. Collabora con L’Ordine Avvocati di Monza per
lo sviluppo del processo civile telematico. Dal 2000 è socio dello studio Galbiati Pozzoli Radaelli.
a cura di Filiberto Vago
N
egli ultimi anni la necessità di trattamenti
dentali veloci e risolutivi nel tempo, è sempre
maggiore. La richiesta di
poter essere sottoposti a terapie che
comportino il minor numero possibile
di sedute dal dentista e che permettano
al contempo di avere una dentatura
fissa, in un solo appuntamento, in
alternativa alla fastidiosa dentiera
tradizionale, è ormai un’esigenza a cui
si deve e si può dare una soluzione.
Nel nostro studio è possibile oggi
risolvere questo problema mediante
la tecnica denominata “ all-on-four”.
Tale tecnica, che viene proposta
principalmente a pazienti con poca
struttura ossea disponibile, consiste
nel posizionare in una sola seduta
quattro impianti endossei al posto
dei denti. Su questi viene avvitata
un’arcata protesica completa fissa.
I due impianti posteriori vengono
inseriti nell’osso con un’inclinazione
di 35 gradi circa, garantendo così un
maggior supporto all’arcata fissata
su di essi. In questo modo è possibile
trattare anche quei casi in cui il
volume osseo residuo della mascella o della mandibola è
esiguo. Inoltre, nei pazienti che sono già privi di denti e
portatori di dentiera completa, la tecnica “all-on-four” è
eseguibile mediante una pianificazione tridimensionale
studiata al computer con l’utilizzo
di radiografia TAC. Ciò permette di
ottenere una mascherina guida con
la quale è possibile inserire i quattro
impianti evitando di dover incidere
la gengiva. Ciò riduce enormemente
i fastidi post operatori al paziente
che, fin da subito, può riprendere
qualsiasi normale attività.
In entrambi i casi, ovvero sia
che i quattro impianti siano stati
posizionati con o senza chirurgia
gengivale, durante la stessa giornata
viene avvitata ai suddetti impianti
l’arcata protesica fissa provvisoria.
A distanza di tre mesi circa, si
eseguono le impronte tradizionali
che servono al tecnico per preparare
l’arcata dentale definitiva che andrà a
sostituire quella provvisoria. Pertanto
la rapidità di esecuzione, il numero
esiguo di impianti e la riduzione del
numero di appuntamenti in Studio
permettono di abbassare in modo
significativo i costi rispetto ad una
terapia implantologica convenzionale, senza peraltro
modificare in alcun modo il risultato finale.
Dottor Filiberto Vago
Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano nel 1979 e Specializzato in Odontostomatologia
presso la stessa Università nel 1983. Nei primi anni di attività si è occupato prevalentemente di Chirurgia parodontale,
seguendo corsi in Italia e all’estero; si è poi dedicato all’Implantologia e ha tenuto vari corsi come relatore. Ha sempre
svolto la libera professione in studi dentistici come collaboratore e poi come associato. Dal 1991 è titolare dello
“ Studio Dentistico Dott. Filiberto Vago” in Monza dove si occupa prevalentemente di protesi.
Studio Dentistico Dr. Filiberto Vago - Via Anita Garibaldi, 1 20052 - Monza
Tel. 039/386654 - Fax 039/386725 - [email protected] - www.vago.it
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CONSULENTE FINANZIARIO
L
CONSULENTE ASSICURATIVO
ETF e fondi,
quali scegliere?
L’assicurazione facoltativa
contro gli infortuni
Tra “tradizione” e novità,
i pro ed i contro di due categorie di investimenti
La vita è sempre caratterizzata da una certa dose di rischio,
che lascia aperto il varco alla possibilità di un danno
a cura di Aldo Varenna
a cura di Vittorio Massardi
’ETF è un Fondo Comune a cosiddetta “gestione
passiva”, perché non c’è un professionista che gestisce
giornalmente il patrimonio.
Con l’ETF si acquista un indice che può rappresentare un
mercato azionario, per esempio italiano (S&P Mib), europeo
(Eurostoxx) o in titoli di stato con differenti scadenze (Euro
MTS), obbligazioni societarie (corporate Bond) o ancora
strumenti di liquidità (ETF Euro cash) in perfetta concorrenza
con i nostri Bot. È quotato sul mercato e come un titolo la
negoziazione è giornaliera. Negli ultimi anni sono nati anche
ETF sui lontani mercati emergenti (Vietnam, Brasile) ma anche
sulle commodities quali petrolio, zinco, platino e anche l’oro
giallo!
FONDO COMUNE
Sono nati oltre 40 anni fa, il loro capostipite Fonditalia, creato
alla fine Anni 60 e sono il maggiore esempio di finanza evoluta
dell’epoca. Allora si investiva solo in libretti di risparmio
e in Posta, non esistevano neanche i Titoli di Stato, e poter
investire in azioni o bond Usa era incredibilmente innovativo
e affascinante. Negli anni lo strumento Fondo Comune ha
avuto alterne fortune, prima osannato come negli Anni 80 e
90 per poi essere, ultimamente, eccessivamente demonizzato.
Rappresenta la gestione attiva e i suoi critici più acerrimi
sostengono - talvolta a ragione - che molti team di gestione non
sono all’altezza del ruolo. Anche i fondi hanno una varietà di
tipologie, settoriali e geografiche quasi infinite!
COSTI ETF
L’ETF, non avendo costi né di distribuzione né di gestione
(essendo passivo), ha costi minori che variano da un minimo
dello 0,15 % (monetari) sino ad arrivare a quasi 1% per gli ETF
azionari emergenti o settoriali. Vi è poi da aggiungere il costo di
acquisto/vendita che se per i monetari è di circa lo 0,30% per gli
azionari arriva anche ad un’ulteriore 1%.
COSTI FONDI COMUNI
È ormai in disuso la commissione front fee (di sottoscrizione)
e molte società hanno abbassato le commissioni annue (MFee).
Il costo è anche in questo caso più alto per i fondi azionari
(media del 2%) e nettamente inferiore per i monetari (0,30%). Il
costo maggiore rispetto all’ETF deve, a mio parere, prevedere
una gestione di qualità del team di gestione che ne migliora
la performance unita ad un’eccellente e costante attività di
consulenza finanziaria.
PRO E CONTRO
In determinati momenti di “stress di mercato” (e sono ormai
frequenti) l’ETF può avere un’eccessiva divaricazione tra il
prezzo denaro e il prezzo lettera, a scapito della liquidabilità
dell’investimento. Questo a causa di scambi giornalieri che su
alcuni ETF possono essere ridotti. Il fondo, avendo una massa
gestita più elevata, non ha questo inconveniente.
PUNTARE AL RIBASSO
Con l’ETF short si può addirittura scommettere al ribasso, se
si ritiene che un mercato in futuro scenderà e nel 2008 è stata
l’unica tipologia di ETF ad aver guadagnato!
Ma ricordate che è sempre sana abitudine non improvvisare,
i mercati sono complessi e se si trascura l’equazione rischiorendimento si può incorrere in cocenti delusioni, sia investendo
in fondi, che nei glamour ETF.
Aldo Varenna
Inizia l’attività nel 1985 come Private Banker e addetto ai Rapporti Istituzionali in Banca Fideuram. Dal
1998 è membro del Comitato Esecutivo e del Consiglio Nazionale ANASF (Associazione di Categoria).
Dal 2003 è responsabile Area Rapporti con l’estero ANASF. Inoltre è membro del Comitato Esecutivo
CIFA (Convention of Indipendent Financial Advisor), associazione no profit con sede a Ginevra. Da maggio 2007 ricopre la carica di Segretario Generale delegato del FECIF, associazione con sede a Bruxelles.
Da aprile 2005 è professionista Certificato €FA (€uropean Financial Advisor). Svolge l’attività professionale su tutto il territorio nazionale, con paticolare focalizzazione su Milano e l’hinterland.
Aldo Varenna - Private banker - tel. 039/2358011
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L
’uomo, fin dalle origini, è stato esposto a mille pericoli che
minacciavano e minacciano la sua incolumità. Con il trascorrere
del tempo e con il mutamento delle condizioni ambientali,
i pericoli sono cambiati, ma non si sono attenuati: oggi le malattie
professionali, gli infortuni sul lavoro, quelli sulla strada e quelli legati ai
prodotti delle più recenti scoperte scientifiche, sono gli
aspetti patologici di una realtà che va affrontata con
i mezzi più idonei. L’esperienza, infatti, insegna che
anche i più perfezionati sistemi di prevenzione non
sono sufficienti ad eliminare del tutto i rischi di danno.
Da qui la necessità di integrare le forme di prevenzione
con appropriati interventi di tipo risarcitorio, che la
Legge contempla in alcuni casi, lasciando altrimenti
alla libera iniziativa privata di provvedere. In questo
ambito si inserisce l’assicurazione facoltativa contro
gli infortuni, la quale è deputata alla tutela del cittadino
leso nei suoi interessi economici, laddove i meccanismi
di legge non giungono ad operare. Attualmente nel
nostro Paese, come quasi in tutti gli Stati Europei,
coesistono due branche di assicurazione contro gli
infortuni: l’assicurazione facoltativa e l’assicurazione
obbligatoria. L’intera materia è attualmente regolata
dal D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124, e successive
modificazioni, che raccoglie in un testo unico tutte
le disposizioni relative, demandando all’Istituto
Nazionale Assicurazioni contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.) il
compito di attuare la legge.
Per quanto riguarda l’assicurazione facoltativa, assicurarsi contro
gli infortuni con una polizza assicurativa, significa proteggersi dalle
conseguenze economiche che può avere un infortunio sulla vita
dell’assicurato. L’infortunio in senso tecnico-assicurativo è l’evento
dovuto a causa fortuita, violenta ed esterna, che produce lesioni fisiche
obiettivamente constatabili, le quali abbiano per conseguenza il decesso,
un’invalidità permanente oppure un’inabilità temporanea. L’assicurazione
infortuni è pertanto assicurazione di persone e non di cose; tuttavia essa
può avere ad oggetto valori economici, allorché si assuma quale parametro
di riferimento la perdita o la riduzione dell’integrità fisica in funzione
del danno pecuniario che la mancata utilizzazione delle energie, venute
meno a causa dell’infortunio, provoca, in quanto va
ad incidere direttamente sulla sfera di produttività
del reddito. Quindi l’oggetto del contratto è, appunto,
l’attitudine dell’assicurato alla produzione di beni o,
in altre parole, la sua capacità lavorativa, che della
produzione di beni è condizione necessaria.
La polizza infortuni si rivolge a tutte le persone ed
opera per gli infortuni che l’assicurato subisca nello
svolgimento delle attività professionali principali e
secondarie dichiarate e nello svolgimento di ogni
altra attività che non abbia carattere professionale. La
limitazione della garanzia ai soli rischi professionali o
extra professionali è possibile solamente quando esiste
una netta separazione tra le due tipologie di rischio (in
pratica quasi solamente per i lavoratori dipendenti).
È invece molto importante che le garanzie di polizza
coincidano con le necessità dell’assicurato: mentre per
un lavoratore autonomo o per un libero professionista
può essere importante assicurare i casi di invalidità
permanente e di inabilità temporanea (a cui possono
essere aggiunte quali garanzie accessorie la diaria in caso di ricovero in
ospedale o clinica oppure il rimborso delle spese medico ospedaliere in
conseguenza di infortunio), a favore del lavoratore dipendente è sufficiente
prevedere il caso di invalidità permanente. L’assicurazione vale per i danni
che avvengono in tutti i Paesi del mondo.
Il costo di una polizza infortuni è variabile e dipende dalla situazione
personale di ciascun individuo e dai capitali assicurati; ovviamente il
premio è tanto maggiore quanto più elevati sono i capitali.
Vittorio Massardi
Ha iniziato l’attività assicurativa nel 1968 come agente di città della Toro Assicurazioni. Nel 1980 passa
al brokeraggio assicurativo entrando come partner in una società del Gruppo GPA . Dal 1995 è partner ed
amministratore delegato della GPG, gruppo Puricelli & Ghezzi.
Gruppo Puricelli & Ghezzi - Via Camperio, 9 - 20123 - Milano
Tel. 02 30322700 - Fax. 02 30322722 - www.gpg-broker.it
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TEMPO LIBERO
Il 2-Emporio del Gusto:
Via del Gelsi - 20046
Biassono
T. 039/2494791
email [email protected]
LifeStyle Car: Via Cesana e Villa 96 - Biassono
T. 039/5970926
www.lifestylecar.it
WHAT’S ON
Azienda Ospedaliera
S.Gerardo: Via Pergolesi,
33 - Monza - Tel. 039/ 2331
www.hsgerardo.org
Aimb: Via Petrarca, 10
20052 Monza
T.039/36381 - www.aimb.it
Comune di Monza:
Piazza Trento e Trieste
Monza - T. 039/ 2372309
www.comune.monza.mi.it
ENPA Sezione Provinciale Monza e Brianza:
Via Lecco, 164 - Monza
T. 039/388304
www.enpamonza.it
Museo d’ arte contemporanea di Lissone:
Viale Padania, 4 - Lissone
T. 039/2145174
www.comune.lissone.mi.it
Papà Separati Lombardia Onlus: Via Salvo
d’Acquisto 12 - 20037
Paderno Dugnano - www.
papaseparatilombardia.org
Assessorato alle Politiche Giovanili e Pari
Opportunità: Piazza
Trento e Trieste - 20052
Monza - T. 039/2372544
www.monzagiovani.it
Regione Lombardia, assessorato alle Culture,
Identità e Autonomie
della Lombardia:
Via Pola, 12/14 - Milano
T. 02/67652292
Associazione Brianza
per il Cuore ONLUS:
Villa Serena - Via Pergolesi, 33 - Monza
T. 039/ 2333487
www.brianzaperilcuore.org
PROTAGONISTI
Attualità: Via Cimabue, 1
Monza - T. 039/839136
Axioma: V. De Vizzi,
35/39 - 20092 Cinisello
Balsamo (MI)
T. 02/618061
www.axioma.it
Circolo Arti Figurative
Monza: c/o Enrico Negri
V.le Elvezia, 14 - Monza
T. 039/384387 - www.circoloartifigurativemonza.it
Class Limousine:
Via Prada, 40 - 20057
Vedano al Lambro
T. 039/492239
M
C
N.42
www.poliziastato.it
Fototecnica Casati:
Piazza Carducci Giosuè,
3 - Monza - T. 039/323996
www.casatifototecnica.it
Johan & Levi Editore:
via Valosa di Sopra 9
20052 Monza
T. 039/7390330
www.johanandlevi.com
Ristorante “Da Vittorio’’:
Via Cantalupa, 17 24060
Brusaporto (BG)
T. 035/681024
www.davittorio.com
Azienda agricola La
Rocchetta s.r.l. Castel
Merlo:
Via Verdi, 4 - 24060
Villongo (BG)
T. 035/936318
www.larocchetta.it
Briancar: Via Milano, 33
Desio - T. 0362/3981.Via
Como, 68 - Mariano Comense - T. 031/3551808
www.briancar.it
Camera di Commercio
di Monza e Brianza:
Piazza Cambiaghi, 9
Monza - T. 039/28071
www.mb.camcom.it
Commissariato di P. S.:
V. Romagna, 40 - Monza
T. 039/2410
veari”: Via Randaccio, 11
(ang. Via Lecco) Monza,
Via Resegone, 3
Vedano al Lambro
T. 039/2328692
349/3198303
M.R. Snc Di Radici
Michela E Marabese
Simona: Via Zucchi
Bartolomeo, 10/12
Monza - T. 039/2209221
www.mrcollezioni.com
BRIANZA CLUB
Beauty life s.r.l:
Via Montello, 226 - 20038
Seregno - T. 0362/240424
British Team S.r.l. Corsi
Di Lingue:
Via Vittorio Emanuele II, 1
Monza
T. 039/364966
www.britishteam.it
Palazzo Arese Jacini:
Piazza Arese, 12
Cesano Maderno
T. 333/8594496 - www.
worldmuseum2000.com
Antico Ristorante Fossati: Via Filiberto, 1 - ang.
Via Taverna, 1 - Triuggio
T. 0362/997799
Associazione Los Niños
De Quito ONLUS:
Via Volta 56 - Monza
118
C. 333/1721169
www.classlimo.it
Comune di Lissone: Via
Gramsci, 21 - Lissone
T. 039/73971
www.comune.lissone.mb.it
Le Pecore Nere: Via
XXV Aprile, 11 - Lesmo
T. 039/6069794
S.I.M.P.E.G. (s.R.L.)
Stampi Stampaggio
Termoplastici:
Via Sesia, 10 - 20020 Cesate (MI) - T. 02/9940283
www.simpeg.it
Studio Legale Greco:
Via Manzoni, 36 - Monza
T. 039/2328015 - www.
studioavvocatogreco.com
Stainless Products:
Viale delle industrie, 9
20040 Cambiago
T. 02/959499640
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Tribunale di Monza:
Piazza Garibaldi, 1
Monza - T. 039/23721
www.tribunaledimonza.net
Vision Plus srl: Piazza
San Pietro Martire, 6
Monza - T. 039/2326183
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MONZA YOUNG
Asili nido “Club degli Al-
PASSIONI
Air Bar:
Via San Gottardo, 66
Monza - T. 039/2308549
Enoteca Il Mulino a
Vino: Via De Amicis,21
Monza - T. 039/384180
www.enotecailmulino.it
Federica Varotto:
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Gabetti Franchising
Agency Monza:
Sede legale e operativa:
Via XX Settembre, 2
Monza - T. 039/365383
[email protected].
Sede operativa:
Via Romagna, angolo Via
V. Giulia, 1 - Monza
T. 039/2726184
[email protected]
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Palestra Azzurra:
Piazza della Resistenza,
53 Sesto San Giovanni
T. 02/2405657
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The Natural Spa Di
Alessi G.: Via Carlo
Porta, 21 - Monza
T. 039/3900528
U.S.Brianza Silvia
Tremolada: Via Enrico da
Monza, 6 - Monza
T. 039/9204219
www.usbrianza.org
CONSULENTI
Aldo Varenna: Banca Fideuram Piazza Garibaldi, 8
Monza - T. 039/2358001
Galbiati Pozzoli Radaelli
avvocati associati:
Via Marengo, 22 - Carate
Brianza - Via Tiziano 9/a,
20145 Milano (MI)
T. 0362/804105
[email protected]
Gruppo Puricelli &
Ghezzi Srl:
Via Camperio, 9 - Milano
T. 02/ 30322700
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a cura di Chiara Bramati
VILLASANTA
LA FORZA DI UN LAMPO
Ovvero la breve historia di Andrea di Giusto,
allievo e garzone di Ser Tommaso Cassai,
detto Masaccio.
Tel. 039/6084811
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SEREGNO
GIORGIO GRIFFA
Esposizione di opere dell’artista
torinese tra i più interessanti di
quella tendenza che, sviluppatasi
verso la fine degli anni Sessanta,
fu detta “Pittura analitica” o
“Pittura Pittura”.
Tel. 0362/231648
www.artesilva.com
Studio Dentistico dr.
Filiberto Vago: Via Anita
Garibaldi, 1- Monza
T. 039/386654 - www.vago.it
Studio Legale Goltara:
Vicolo Duomo, 1- Monza
T. 039/3900081
Studio Leoni:
Via Statuto, 4 - Milano
T. 02/36573500
www.studioleoni.it
Venus S.p.A.: Viale
Sicilia, 98 - Monza
T. 039/2830.1
www.venus-spa.it
ERRATA CORRIGE
Nel servizio sulla visita a Monza del ministro Giorgia Meloni,
pubblicato sul numero 41 di
Monza Club (pagg. 28-29) la
prima e la terza fotografia sono
state erroneamente attribuite a
un evento diverso da quello in
cui sono state effettivamente
scattate: le foto riguardano
invece un incontro organizzato
durante la stessa giornata da
Argonauti, associazione di
formazione politica e culturale
(www.associazioneargonauti.
com). Ci scusiamo per l’errore
con gli interessati e i lettori.
marzo
TEMPO LIBERO
Aldo Coppola by Monza:
Piazza S. Paolo,2
Monza - T. 039/2308698
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TEMPO LIBERO
MONZA
IL VANGELO
SECONDO GIOTTO
Una mostra itinerante in grado
di fare percepire il fascino del
sito originale, la Cappella degli
Scrovegni, attraverso una fedele
riproduzione fotografica, effettuata
dopo i restauri del 2002, in scala
1:4.
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RACCONTI
DI DONNA
Iniziativa promossa
dall’Assessorato alle Pari
Opportunità e Assessorato
alla Cultura di Monza,
in collaborazione con
Il Teatrino dell’Allodola
che mette in scena i testi
classici rivisitati in versione
di monologhi per voce
femminile.
Tel. 039/2372544
[email protected]
Assessorato
alle Pari Opportunità
Assessorato
alla Cultura
teatrino
IlIl teatrino
dellʼallodola
dellʼallodola
racconti
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Con la collaborazione di
Con la collaborazione di
CONCOREZZO
IL TROVATORE
Parte della cosiddetta trilogia popolare, assieme
a Rigoletto e La traviata, è un’opera di Giuseppe
Verdi rappresentata in prima assoluta il 19 gennaio 1853.
Tel. 039/6040948
www.cineteatrosanluigi.it
VIMERCATE
NORMANNO SOSCIA/SERGIO BAN
In mostra opere del pittore Normanno Soscia, dipinte in
acrilico su tela e su tavola, e sculture lignee, su cui agisce
con interventi pittorici, materici, chimici, di Sergio Ban.
Tel. 039/660768
www.magenta52.it
MONZA
LIBERTÀ ECONOMICA
ED EMOTIVITÀ
Il filosofo Matteo Motterlini è il protagonista
dell’ultimo degli incontri della rassegna Abitatori
del tempo, che ha visto coinvolti alcuni tra i più
grandi intellettuali contemporanei.
Tel. 039/2302192
www.provincia.milano.it
MONZA
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THE MUSICAL
Uno spettacolo da non perdere con
nomi brillanti del teatro italiano
come Marisa Laurito, Fioretta Mari,
Fiordaliso e Manuela Metri.
Tel. 039/386500
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ROGER WARDIN
INTO THE WOODS
Tele che raccolgono la tradizione
romantica della Germania del XVIII secolo, con
uno sguardo fotografico alla David Lynch.
Tel. 039/5960355
www.galleriasix.it
N.42
M
C
119
TEMPO LIBERO
OROSCOPO
ARIETE - 21 Marzo - 20 Aprile
È il momento dell’amore, anche perché Venere inizia un
lungo soggiorno nel vostro segno che durerà molti giorni.
Per i single, può nascere qualunque cosa, se lo vorranno.
Nel lavoro potranno esserci novità, un salto di qualità, una decisione destinata a portare davvero fortuna. Aumentate il livello di attenzione, perché
all’improvviso qualcosa di eclatante potrebbe succedere e non bisogna
farselo sfuggire. Un mese promettente per tutti anche perché Sole, Mercurio e Marte favoriscono il benessere psicofisico.
TORO - 21 Aprile - 20 Maggio
In ambito di coppia continuerà a regnare una perfetta armonia se entrambi i partner non si faranno impantanare
nelle sabbie mobili della gelosia. Nel lavoro ci saranno momentanei arretramenti: le quadrature di Marte e Mercurio non stendono
tappeti rossi alle iniziative. Ma si tratta solo di questo mese perché, con
l’avvicinarsi della bella stagione, riconquisterete fiducia nelle vostre qualità
e prenderete iniziative che vi porteranno alla conquista di risultati sorprendenti. Sarete soggetti a fastidiosi raffreddori.
GEMELLI - 21 Maggio - 21 Giugno
Sfruttando la positività del momento, proponetevi, presentate le vostre idee, mettete in atto quello che sentite.
Grande è il miglioramento sociale, perfetto il lavoro d’equipe: il risultato che offrite verrà apprezzato e il successo può essere dietro
l’angolo. In amore, con la protezione di Giove e Venere nel segno, progetti
comuni, affetti, sentimenti, seduzioni ed emozioni, saranno in primo piano.
È il mese dell’amore, mettete da parte il cervello. Chi vive una salda situazione di coppia, rafforzerà l’armonia.
CANCRO - 22 Giugno - 22 Luglio
Superlavoro in vista per molti: incontri, appuntamenti, telefonate, cose da scrivere o da fare sono all’ordine del giorno ma anche il segnale che il successo sta per premiare
il vostro impegno. Fate ordine nelle questioni burocratiche e nella vostra
agenda e gestite con più diplomazia i rapporti con gli altri. In amore, evitate
di fare i prepotenti con chi vi sta accanto, esigendo un’attenzione totale.
Siate più pazienti e comprensivi con chi ha bisogno di voi: un giorno la
situazione potrebbe ribaltarsi e potreste pagarne le conseguenze…
LEONE - 23 Luglio - 23 Agosto
Venere diventa questo mese il vostro pianeta di riferimento.
Il desiderio di amore si mescola ad una strana inquietudine.
Ma se Venere vi rende affascinanti e magnetici, dovrete fare
i conti anche con gli altri pianeti, Giove in testa, che non
sono proprio dalla vostra parte e sono pronti ad ostacolarvi. Nel lavoro, impegnatevi di più: non perdete la calma e non fatevi trascinare dagli impulsi.
La salute è ottima, ma non esagerate con gli eccessi. Per mantenervi in
forma, fate un po’ di moto e seguite una dieta a base di frutta e cereali.
VERGINE - 24 Agosto - 22 Settembre
Potrete contare sul trigono di Plutone, forte e potente come
non mai. Significa più carica, maggiore sicurezza sia nel
vivere il desiderio sia nell’esprimere l’amore. Sarete più
estroversi, meno riservati, meno rigidi. Ottimo mese per portare avanti con
successo progetti e programmi. La congiunzione con Saturno è una rassicurazione per una navigazione professionale con velocità regolare. Approfittate del momento favorevole per risolvere qualche problema lasciato in
sospeso. Qualcuno, tra poco, si farà vivo e vi renderà estremamente felici.
120
M
C
N.42
di Antoninus
BILANCIA - 23 Settembre - 22 Ottobre
È un momento d’oro che vi proietterà con successo nel
campo di nuovi affari e conquiste professionali. Le vostre
idee saranno apprezzate dalle persone con le quali lavorate
e che cominciano a vedere in voi un punto di riferimento piuttosto importante per raggiungere gli obiettivi fissati. Le entrate lieviteranno e potrete
soddisfare i vostri desideri lasciati in sospeso. In amore, tutto vi sarà dato
in cambio di una piccola dimostrazione di umiltà: non tiratevi indietro, anzi,
rendetevi più disponibili regalando al partner il meglio di voi stessi.
SCORPIONE - 23 Ottobre - 22 Novembre
Marzo sarà per voi un mese di impegni e prove da affrontare: un percorso un po’ faticoso ma decisivo per il futuro
della vostra vita sentimentale e lavorativa. Alla fine riuscirete
a raggiungere tutti gli obiettivi a cui tenete davvero: basterà solo un pizzico
di pazienza e lungimiranza. L’amore, all’insegna delle grandi emozioni grazie al transito positivo di Venere, vi aiuterà a prendere decisioni importanti,
destinate a cambiare la vostra vita. Il partner attende soltanto un segnale
per regolarizzare il vostro rapporto di coppia: non deludetelo.
SAGITTARIO - 23 Novembre - 21 Dicembre
Saturno contrario esce dal vostro segno e lascia il campo
libero alla felicità e all’appagamento dei desideri. Ansie e
occupazioni cedono il passo a grandi soddisfazioni in campo professionale, ripagandovi dei sacrifici e delle frustrazioni che avete
dovuto subire negli ultimi mesi. Uscite allo scoperto e fate valere le vostre
ragioni, specialmente nei confronti di chi non merita la vostra stima. Ora
che il coltello è nelle vostre mani usatelo con forza e determinazione senza,
comunque, cercare la vendetta: il perdono è sempre stato l’arma dei forti.
CAPRICORNO - 22 Dicembre - 20 Gennaio
Quante novità, quante sorprese! Dopo un inizio anno all’insegna della tranquillità, già a marzo la presenza positiva
di Venere libera il cuore alle gioie dell’amore. Per chi è alla
ricerca di quello vero un solo consiglio: uscite di casa, divertitevi, fate nuove amicizie! L’amore nasce quando meno ve lo aspettate.
Per tutti una piccola pausa di riflessione: Saturno è nervoso e tutte le cose
non chiarite potranno spuntare dal nulla, procurando agitazione. Ma niente
paura: Mercurio e il Sole favoriranno il dialogo con chi vi ha sottovalutato.
ACQUARIO - 21 Gennaio - 19 Febbraio
Conferme e meritati successi. Dopo qualche scontro in
ufficio a febbraio, da marzo col meraviglioso passaggio di
Venere nel Sagittario fino a giugno, inizia la vostra scalata. Chi ha da poco
cambiato lavoro inizia subito ad ingranare e a chi ancora non l’ha trovato
si aprono nuove, interessanti prospettive. Tra poco, raccoglierete i cocci di
una grande storia finita male. Dopo mesi di smarrimento, l’ottima quadratura di Venere vi rimetterà in piedi e farà nascere legami duraturi. Insomma,
è il momento di riprendere in mano le redini della vostra vita…
PESCI - 20 Febbraio - 20 Marzo
Non ci sono scappatoie: per raggiungere i grandi obiettivi
nella vita professionale bisognerà investire tempo e fatica.
Fin da gennaio c’è stata un po’ di incertezza, ma ora è arrivato il momento di guardarsi intorno con attenzione e tenere sempre gli
occhi bene aperti per non lasciarsi sfuggire le ottime occasioni che Giove,
Marte e Venere, mai così benevoli con voi, vi offrono con generosità. Questo bellissimo marzo, oltre a non deludervi, vi permetterà di dare una svolta
alla vostra vita professionale e consoliderà quella sentimentale.