sporco burro di caramello
Transcript
sporco burro di caramello
Verona è Quinta Parete www.quintaparete.it cultura e società Mensile on-line Anno 1° - n. 2 Novembre 2010 Direttore responsabile Federico Martinelli Viaggi Musica Arte Il ritorno di Anna Oxa L’occhio della contemporaneità A Recanati ospiti di Giacomo La cantante torna a calcare i palcoscenici con la presentazione del nuovo disco “Proxima” e un tour che toccherà anche Verona. Le opere di Luigi Carboni in esposizione presso la La Galleria Studio “La Città” di Lungadige Galtarossa. L’itinerario di questo mese ci porta a spasso tra i libri e la terra natale del famoso poeta de l’Infinito. A pagina 3 A pagina 6 A pagina 11 Editoriale Ne hanno viste di cose, questi occhi E di nuovo la nostra “cultura” dominante è il gossip. I Rumors, evviva ! C’è da sbizzarrirsi. Si può discuterne per ore, anzi per giorni, ma perché no ? Se venisse voglia di parlare di Tiziano Ferro, tralasciando la sua professionalità per parlare dei suoi fatti personali, si dovrebbe sorvolare sia sui Kymera sia su Nevruz, o su tanti altri fenomeni televisivi stagionali. Dovrei sorvolare persino su Amici o su programmi simili. E Il Grande Fratello? Forse è meglio essere seri o quantomeno provare a esserlo. Tutti ormai sappiamo che con un “massaggio ai piedi” alle persone giuste c’è la possibilità di essere proiettati nel favoloso mondo televisivo: un mostro fluorescente di proporzioni micidiali. Basta guardare su youtube gli spezzoni, sfogliare le riviste “da sala d’aspetto dei parrucchieri” e fare un po’ di zapping, per capire come fare successo e come tirare a campare. Spettacolo. Spettacolo, spettacolo. Quello vero, con la S maiuscola. E quindi televisione e talk show: persone, o meglio tele-mostri all’ennesima potenza che sopravvivono 3 mesi per poi cadere (fortunatamente per noi, e tristemente per loro) nell’oblio. E poi un fiorire di opinionisti, orrore allo stato puro. La società dell’immagine e dell’apparire -già frivola e vuota- si trasforma sotto i nostri occhi nella società dell’irriverenza e della stupidità. E tutti –quasi- ad applaudire, a televotare, a osannare con striscioni e righe di lacrime sul viso. Non serve mica cantare, avere una bella voce o saper scrivere una canzone: non siamo mica negli anni Settanta!!! E quindi... salti su e giù da un palco, linguacce, urli. E Nevruz regna, raccoglie successi. E i Mengoni di turno giocano sull’ambiguità, e giù successo. E i Kymera e ancora di più, sempre di più, e di più e… giù sucSegue a pag. 2 di Federico Martinelli [email protected] Fatevi attrarre anche voi dalla forza magnetica del teatro Quest’inspiegabile calamita! Bisognerebbe andare a teatro più spesso! Abbandonare la pigrizia da poltrona e divano –anche nelle fredde e pungenti serate invernali-, mettersi un bel cappotto e godersi uno spettacolo teatrale. Di occasioni ce ne sono molte, anche troppe se si fa un rapporto di qualità. Gigi Proietti dice: “Benvenuti a teatro. Dove tutto è finto ma niente è falso”. Allora perché fare gli zombie, peraltro passivi, davanti alla “cattiva maestra” televisione dove regna la falsità in ogni suo aspetto? Verona offre molto, ma i cittadini rispondono poco. Dove diavolo sono coloro che si professano cultori quando le sale teatrali hanno poco più di venti persone? Dal centro storico, in cui regna indiscusso il valore delle iniziative proposte dal Teatro Nuovo, fino alle rassegne al Teatro Filippini e al Camploy – che accontentano davvero tutti i gusti, anche gli appassionati di teatro sperimentale- le proposte si estendono anche alla provincia con rassegne più o meno note ma spesso accomunate dalla ricerca di qualità e novità. Non me ne vogliano gli abitanti di certi comuni che sto per citare, ma persino piccoli paesi come Asparetto e Cavaion ogni anno propongono cartelloni di qualità, a dimostrazione che alcune amministrazioni comunali possono essere considerate virtuose della cultura. Da molti anni seguo la Compagnia Teatrale Armathan, coraggiosa compagine di attori che in questi anni non ha mancato di proporre alcuni tra i più significativi testi della drammaturgia sudamericana contemporanea e di mettere in scena o adattare testi meno noti ma d’alto profilo. Sono spesso uscito dispiaciuto al termine dei loro spettacoli perché –talvolta, anzi spesso- la sala non era gremita come invece avrebbe meritato, soprattutto durante le repliche di piccoli gioielli come La fiacca, Con assoluta ingratitudine, Aspettando il lu- nedì e L’aberrazione delle stelle fisse. Sembra incredibile ma il coraggio spesso non premia. Chissà perché! Non premia compagnie che si impegnano per scuotere il “torpore teatrale” che troppo spesso costringe gli spettatori a vedere e rivedere le stesse cose e gli stessi autori. Talvolta -e anche qui troppo spesso- alcuni critici teatrali si lasciano andare in divagazioni piuttosto sgradevoli, accanendosi sulla compagnia per la sola colpa di aver iniziato lo spettacolo con qualche minuto di ritardo o per aver stampato il programma di sala in un formato non gradito al recensore, dimenticando il loro ruolo e non evidenziando il merito di una compagnia che all’autore “da facile consenso” predilige Strindberg, Wedekind, Cossa, Pinter o numerosi altri del panorama teatrale internazionale. Lo stesso coraggio dell’Armathan accomuna compagnie teatrali come La Formica, i Trixtragos e il Teatro Impiria, quest’ultima reduce da alcune partecipazioni a festival internazionali di teatro e vincitrice di numerosi premi e concorsi teatrali. Un coraggio che deve essere premiato. Senza nulla togliere agli immortali maestri come Shakespeare, Goldoni, Pirandello e Moliere, posso dirvi che il teatro è anche altrove, come accaduto sabato 30 ottobre a Bure di San Pietro In Cariano, con la splendida rappresentazione di Novecento, di Alessandro Baricco. Verona è Quinta Parete cultura e società Novembre 2010 Segue dalla prima... cesso. Mossette vergognose e imbarazzanti? Evviva, sei il più votato, hai eliminato uno che invece di talento ne aveva davvero, e anche tanto. Tutto questo fa scalpore, colora i discorsi del giorno dopo. Tutti a parlarne: sondaggi, share, forum. Dai, sediamoci al tavolino di un bar, magari davanti all’Università. Lo scenario: è l’ora dello Spritz (che poi si è estesa dalle 10.00-alle 21.00). E i discorsi? “Finisco le fotocopie e poi ci iscriviamo ad Amici, chissà…” -Io avrei preferito Il Grande Fratello, ma quest’anno cercavano un pugliese leghista nato da madre trentina e padre siciliano, altrimenti dicono che non ci sono novità- O anche: “Senti? Non è che conosci qualcuno che possa darmi una spinta?” -Dove? Sotto il tram?– Ma nooooo, scemo ! Per la televisione, per lo spettacolo, lo sai? A me piace apparire!!! Dai, dai, P.A.F.P – Proviamo a farci Promuovere. Promuovere, promuoversi in tutti i sensi, evvivaaaa! Proseguiamo il viaggio virtuale. Lo sai? Questa sera c’è una sfilata a Milano e partecipa Costantino, meglio correre e prendere il posto attaccato alla pedana. E voi? Cosa state aspettando? Persino io corro a farmi accreditare, non vorrei mai perdere la vera cultura d’oggi. (fed.mar) Verona è Quinta Parete cultura e società Mensile on-line Edito da Quinta Parete Via Vasco de Gama 37024 Arbizzano di Negrar - Verona Direttore responsabile Federico Martinelli Autorizzazione del Tribunale di Verona del 26 novembre 2008 Registro Stampa n° 1821 In redazione Daniele Adami Paolo Antonelli Barbara Donatoni Francesco Fontana Federico Martinelli Lorenzo Magnabosco Ernesto Pavan Alice Perini Erika Prandi Silvano Tommasoli Giordana Vullo Realizzazione grafica Barbara Donatoni Primo piano 2 Il re è nudo di Silvano Tommasoli [email protected] Alcuni giornalisti credono di poter dire e fare qualunque cosa. Invece… C’era una volta un re... Anzi, c’erano dei prìncipi. Principi del giornalismo, quello vero. Autori di grandi inchieste, ma anche di grandi commenti, che aprivano squarci di verità e di buon senso nelle valutazioni che i lettori, attraverso i loro articoli, potevano formulare sui più drammatici fatti di cronaca. Non è solo una questione di “saper scrivere”, giornalisticamente parlando, che se uno non sa scrivere mi domando che cosa ci stia a fare, in un giornale. È una faccenda assai più delicata, che investe, oltre alla normale funzione informativa, anche la capacità di costruire opinioni, suscitando emozione nel lettore. Già, i fatti separati dalle opinioni, come nel giornalismo inglese. Opzione impossibile in Italia, dove troppo spesso i fatti vengono ignorati e tutto lo spazio e il tempo sono dedicati unicamente alle opinioni dei giornalisti. E fin qui, ci si potrebbe anche stare. Se a scrivere fosse Dino Buzzati. O Enzo Biagi. O Indro Montanelli, e pochi altri, che so io, Silvio Bertoldi, Oriana Fallaci o Paolo Monelli. E nella pagina sportiva, Orio Vergani – vi ricordate quando morì Fausto Coppi e lui attaccò il suo pezzo sul “Corriere d’Informazione” scrivendo «Il grande airone ha chiuso le ali»? Oggi, non ci sono più prìncipi ma nemmeno princìpi. In senso etico, morale. Lo scempio – orribile! – in chiave spettacolistico al quale siamo stati sottoposti in occasione di un fatto di cronaca recentissimo, l’assassinio di una quindicenne per mano di alcuni famigliari mossi da oscuri motivi, rappresenta il punto morto inferiore della storia del giornalismo italiano. Certi giornalisti televisivi l’hanno uccisa altre dieci, cento volte ogni giorno, quella povera, infelice creatura, attraverso collegamenti quotidiani, con approfondimenti (cosa ci fosse ancora da approfondire, poi!) pomeridiani e ricostruzioni serali, plastici della scena del delitto inclusi. Hanno scatenato un voyeurismo morboso – a scanso di equivoci, il Grande Dizionario dell’Uso di De Mauro definisce questo termine come “forma di psicopatia sessuale” – del quale temo siano loro stessi i primi malati. Di tutto questo morboso interesse, ho sentito sempre dare colpa all’Auditel (tutte le trasmissioni sono sottoposte al capestro dell’audience) e quindi allo spettatore, perché tutto questo sarebbe proprio ciò che la gente desidera vedere. A parte il fatto che non ci posso credere, ci sono altre considerazioni da fare. Infatti, se anche così fosse, questo non significa che sia necessario assecondare, sempre, anche gli istinti più bassi dei lettori; al contrario, contenerne gli eventuali impulsi verso quelle che si possono definire vere e proprie psicopatie è una cosa molto diversa dalla censura. Piuttosto, a me sembrerebbe un comportamento molto responsabile sul piano etico e professionale, e, soprattutto, dal punto di vista della civiltà. Senza contare che ci sarebbe anche da tenere in considerazione quel sentimento di pietas, che ci è stato tramandato dai nostri progenitori latini, e che induce l'uomo di nobili sentimenti a rispettare tutto “ciò che abbia avuto la vita in sé”. Tutta questa situazione è peggiorata dai frequenti interventi da parte di conduttrici e di attricette in cerca di rilancio, all’interno di programmi tele giornalistici in onda il pomeriggio di ogni giorno. Senza la minima preparazione professionale, deontologica ed etica, costoro si gettano sul fatto di cronaca nera, meglio se con remote tracce di deviazioni sessuali, conducendo inchieste e interviste, con la delicatezza tipica della iena. C’è qualcuno che, invece di perdere tempo con le limitazioni alle intercettazioni telefoniche disposte dall’autorità giudiziaria, non vorrebbe far osservare le prescrizioni del buon senso e del buon gusto giornalistico ridando dignità a questa professione? Non vado mai al cinema, la vita è troppo breve di Federico Martinelli [email protected] Una rassegna di qualità a Bure, frazione della Valpolicella L’effervescenza teatrale veronese Curata dalla compagnia Teatro Armathan, sotto la guida di Marco Cantieri, giunge al quinto anno la rassegna Vola a teatro, nella piccola frazione di Bure a San Pietro in Cariano di Valpolicella. Il motivo per recarsi in questa piccola sala teatrale è giustificato sia dalla qualità e varietà delle proposte – con numerose presenze di compagnie di altre città- sia per il connubio con l’enogastronomia, tant’è che al termine di ogni spettacolo sarà offerta agli spettatori una degustazione di vini e di prodotti tipici della Valpolicella. Nel mese di novembre sono due gli spettacoli proposti: sabato 13 (ore 21), la Compagnia di Lizzana presenta Nozze, dramma di Paolo Manfrini tratto dal celebre testo di Federico Garcia Lorca, Nozze di sangue, uno dei capolavori del teatro contemporaneo. D’altro genere, più allegro ma con tratti riflessivi sarà Gaber, mon amour, monologo di teatro e canzoni che farà rivivere alcuni tra i momenti più significativi, della carriera di Giorgio Gaber. L’Armathan, tra le altre cose, orga- nizza nei giorni 19, 20 e 21 novembre un interessante e originale stage col regista e drammaturgo argentino Carlos Maria Alsina sul metodo dell’azione fisica applicato al teatro di T. Williams. Il teatro del vissuto sarà dunque il punto di partenza necessario per esprimere e interpretare l’intensità emotiva e la forza espressiva di opere quali Un tram che si chiama desiderio e Lo zoo di vetro, che hanno reso questo autore celebre in tutto il mondo. Info: www.teatroarmathan.it tel. 045 6801682 - 338 6000334. Verona è Quinta Parete cultura e società Novembre 2010 Musica 3 Verso l’infinito e oltre di Francesco Fontana [email protected] La cantante sarà al Teatro Filarmonico il 22 novembre con il suo nuovo tour Il ritorno di Anna Oxa con “Proxima” News dalla musica ...ora è tuo questo insieme di musica e amore dal quale ci faremo scaldare. Tutto l’amore intorno - Anna Oxa A quasi cinque anni dall’ultimo album, Anna Oxa rompe il silenzio artistico e torna a calcare i palcoscenici con la presentazione del nuovo disco “Proxima” e un tour che la porterà nei teatri delle principali città italiane. Una carriera ricca di grandi successi quella della cantante, iniziata con il secondo posto al Festival di Sanremo del 1978 con la canzone Un’emozione da poco e proseguita, oltre che con la pubblicazione di molti album, con le due prestigiose vittorie sul palco dell’Ariston con Ti lascerò, in duetto con Fausto Leali, e Senza pietà, rispettivamente nel 1989 e 1999. Dopo la partecipazione al Festival del 2006 con il brano Processo a me stessa e la pubblicazione, nello stesso anno, dell’album La musica è niente se tu non hai vissuto, che ottenne il disco d’oro per le vendite, la carriera della cantante si era bruscamente interrotta. Con “Proxima” la Oxa si ripresenta con grande forza sulla scena musicale italiana, con un’opera ambiziosa e un tour che, dopo l’esordio al teatro Piccinni di Bari del 4 novembre 2010, farà tappa anche al Teatro Filarmonico di Verona la sera del 22 novembre. L’album presenta undici tracce e alcune inedite collaborazioni per l’artista, come quella con il cantautore Pacifico, che ha firmato i brani Apri gli occhi e Dopo la neve, e quella con Francesco Bianconi, voce e leader del gruppo Bau- stelle e già autore delle canzoni interpretate da Irene Grandi Bruci la città e La cometa di Halley, che ha scritto per “Proxima” il pezzo La tigre. Il brano Scarpe con suole di vento porta invece la firma di Paolo Enrico Archetti Maestri, del gruppo folk rock Yo Yo Mundi. Anche Ivano Fossati, autore per la Oxa del brano Un’emozione da poco che, nel lontano 1978, aveva fatto conoscere la cantante al grande pubblico, collabora all’album: il pezzo Tutto l’amore intorno, primo singolo estratto e trasmesso dalle radio già a partire dal mese di agosto, è infatti composto dal cantautore genovese. Nel tour la cantante barese si esibirà accompagnata da cinque musicisti e proporrà, oltre ai pezzi inediti, una selezione dei grandi successi del passato. Lo spettacolo si prospetta molto suggestivo e caratterizzato da sonorità ricercate e variopinte. I contributi artistici di cantautori così diversi tra loro, affiancati alle note capacità interpretative dell’eclettica cantante, assicurano infatti grande dinamicità e varietà stilistica al nuovo progetto. A quattro anni di distanza da “Fly” è uscito il 3 novembre “Chocabeck”, l’attesissimo nuovo album di Zucchero, composto da 11 inediti. Tornano sulla scena musicale anche i Neri per Caso con il loro “Donne”, nel quale il gruppo salernitano propone duetti con alcune giovani cantanti come, tra le altre, Alessandra Amoroso e Giusy Ferreri. Per gli amanti della canzone d'autore italiana, “Nelson” è invece l’ultimo album di Paolo Conte, in vendita dal 12 ottobre. Anche Pino Daniele a novembre presenta il suo nuovo progetto discografico “Boogie Boogie Man”, costituito da dodici pezzi, tra i quali due inediti, che vedono la collaborazione del cantante napoletano con artisti italiani e internazionali. Grande attesa per ”Casa 69”, il nuovo album dei Negramaro che uscirà il 16 novembre. Dopo i successi di “La Malavita”, “Amen” e il recente “I Mistici dell’Occidente”, i Baustelle hanno deciso di rimasterizzare il loro primo disco “Sussidiario illustrato della giovinezza”, uscito nel 2000. “L’Essenziale” è invece il nuovo album dei Tiromancino che dopo sei anni tornano sulla scena. La cantante Malika Ayane, sull’onda del successo dell’ultimo disco “Grovigli”, con il suo“Grovigli Special Tour Edition” farà tappa nelle principali città italiane a partire da fine novembre. Spostando lo sguardo sul panorama musicale internazionale spicca la nuova proposta musicale di Robbie Williams: un doppio cd, in vendita da ottobre, dal titolo “In and Out of Consciousness: The Greatest Hits 1990-2010” che raccoglie 37 successi della ventennale carriera dell’artista inglese assieme a due inediti. Per quanto riguarda i progetti per il 2011, dopo l’album del 2007 “Safari”, uscirà il prossimo anno “Ora”, il nuovo disco di Jovanotti. Verona è Quinta Parete cultura e società Novembre 2010 Musica/Cinema Verso l’infinito e oltre di Erika Prandi [email protected] Teatro Filarmonico: a breve l’inaugurazione con La Vedova Allegra 4 Dodici note in ogni ottava e la varietà del ritmo mi offrono delle opportunità che tutto il genio umano non esaurirà mai. I. Stravinskij Si apre la stagione di opere e balletti Quest'anno il ciclo di appuntamenti inizierà lunedì 13 dicembre, il mese dedicato all'operetta, e terminerà sabato 26 novembre 2011. Nel frattempo è possibile assistere, fuori abbonamento, alla fiaba musicale per bambini dal titolo Lupus in Fabula su musica di Raffaele Sargenti in collaborazione con Opera Domani. Le date previste sono il 16 e il 17 novembre. La prima opera che debutterà sarà La Vedova Allegra di Franz Lehar, diretta da Julian Kovatchev con la regia di Federico Tiezzi. Lo spettacolo, organizzato in co-produzione con il Teatro Verdi di Trieste, il Carlo Felice di Genova e il San Carlo di Napoli, inizierà alle 20.30. Le altre date del mese di dicembre sono il 15, 18, 22, 29 e 31 mentre per gennaio l'opera è prevista per il giorno 2 alle 15.30. Seguirà, sabato 22 gennaio 2011, Manon Lescaut di Giacomo Puccini per la regia di Graham Vick. La direzione è affidata a Riccardo Frizza in co-produzione con il Gran Teatro La Fenice di Venezia. Le date successive sono il 23, 25, 27 di gennaio e il 1 di febbraio. Il primo balletto, l'Oiseau de feu (L'Uccello di fuoco), su musiche di Igor Stravinsky, inizierà giovedì 17 febbraio e proseguirà tutti i giorni fino al 20 per riprendere il 22. La coreografia, le scene e i costumi sono firmati dal veronese Renato Zanella. Venerdì 4 marzo debutterà Peer Gynt di Edward Grieg per la regia, le scene e i costumi di Pier Paolo Pacini. Lo spettacolo continuerà il 6, 8, 10 e 12 marzo mentre da venerdì 1 aprile sarà possibile assistere a Les Pecheurs de perles (I Pescatori di perle) di Georges Bizet per la regia di Fabio Sparvoli e la direzione di Frédéric Chaslin. Le date dell'opera sono il 3, 5, 7 e 12 aprile. A seguire il terzo appuntamento consacrato alla danza: La Strada su musiche di Nino Rota e coreografie di Maria Grazia Garofoli. Il balletto inizierà venerdì 6 maggio e proseguirà il 7, 8, 10 e 11 maggio. Dal 17 giugno al 3 settembre ci sarà l'89esimo Festival Lirico in Arena che prevede opere quali La Traviata, Aida, Il Barbiere di Siviglia, Nabucco, La Bohème e Roméo et Juliette. La stagione 2010/2011 delle opere e di balletti del Teatro Filarmonico terminerà a novembre con il Rigoletto di Giuseppe Verdi diretto dal veronese Andrea Battistoni. Le date in programma sono il 18, 20, 22, 24 e 26. Visto abbastanza? di Erika Prandi [email protected] Ciclo di incontri per Capire il cinema Nuovo corso di analisi dei film Organizzato dal Centro Audiovisivi della Biblioteca Civica in collaborazione con l'Agiscuola Tre Venezie, il Cineforum è indirizzato ai ragazzi delle scuole medie e superiori. Il tema trattato riguarda la relazione familiare analizzata da cinque diversi punti di vista: il rapporto tra la madre e i figli, tra fratelli, tra padre e figlio, tra famiglia e animali e tra familiari in un contesto di guerra. Le proiezioni, che partiranno a dicembre per terminare ad aprile, saranno effettuate presso il cinema Fiume di vicolo Cere a Verona dalle 9.00 alle 12.30 circa. Seguirà una discussione in sala a cura della prof.ssa Maria Grazia Roccato e una proposta di materiale con questionari didattici per una corretta lettura del film ed eventuale recensione. Il costo di ogni singola proiezione è di € 3,00 e chi volesse aderire all'iniziativa dovrà inviare una lettera o un fax su carta intestata della scuola al Centro Audiovisivi entro il 30 novembre. Dovrà essere specificata la data della proiezione alla quale si vorrebbe partecipare, il numero delle classi con numero degli alunni, il numero e il nome degli insegnanti con recapito telefonico. Il primo film sarà La prima cosa bella di Paolo Virzì previsto per il 14, 15 e 16 dicembre mentre a gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, sarà proiettato L'uomo che verrà di Giorgio Diritti previsto per il 26, 27, 28. A febbraio, in particolare il 9, 10 e 11, sarà la volta di Brothers di Jim Sheridan mentre a marzo, nelle stesse date, sarà presentato Io & Marley di David Frankel. Ultima programmazione: The Road previsto per il 6, 7 e 8 aprile. Per chi volesse approfondire la te- matica di analisi dei film e arrivare preparato alle programmazioni fin qua esposte, può iscriversi al corso istituito presso la Sala Farinati della Biblioteca Civica. Tale corso ha ottenuto il riconoscimento ai fini dell'attività di formazione ed aggiornamento degli insegnanti da parte del Ministero dell'Istruzione, inoltre gli studenti che parteciperanno potranno chiedere un credito formativo. Le iscrizioni sono ancora aperte e prevedono un costo di € 25 da pagare a mezzo del conto corrente postale la cui ricevuta va presentata alla segreteria del Centro Audiovisivi insieme all'apposita domanda. Il corso prevede quattro incontri nei lunedì di novembre dalle 17 alle 19. I film trattati sono gli stessi, nel medesimo ordine, di quelli che saranno visti al cineforum, tranne Io & Marley. Per ognuno di essi sarà ef- fettuata un'analisi approfondita per capirne maggiormente i contenuti, i linguaggi cinematografici adottati e le relazioni tra ciò che è finzione cinematografica e realtà. Per rispondere al meglio ai problemi che saranno affrontati interverranno due relatori: il prof. Claudio Bisoni, docente di Storia e metodologia della critica cinematografica presso il DAMS di Bologna, e il prof. Alessandro Tedeschi Turco, docente di Analisi del linguaggio visuale in riproduzione presso l'Università di Venezia. Tutti i film saranno visionabili gratuitamente a richiesta nello stesso giorno dell'incontro a partire dalle 15. Verona è Quinta Parete cultura e società Novembre 2010 Cinema Visto abbastanza? 5 Non voglio dimostrare niente, voglio mostrare. di Barbara Donatoni [email protected] Sbanca il botteghino il fedele remake della commedia francese “Giù al Nord” Federico Fellini Pregiudizi e stereotipi, Benvenuti al Sud! Venezia. Piazza S. Marco. Classica gita della domenica di un’allegra famigliola partita all’alba dalla Brianza per raggiungere la romantica città del Gran Canal. Il padre, Alberto, rilassato e spensierato, guarda il figlio che gioca e… splash! Un piccione lascia sulla sua spalla “un ricordino”… e lui: «Porca trota!» Che si riferisca proprio al figlio del Senatur recentemente entrato in politica? Non sarebbe affatto fuori luogo, dato che la commedia non a caso gioca con i pregiudizi – alimentati dalla Lega – riprendendo vizi e stereotipi usati talvolta dai settentrionali nei confronti dei meridionali. «Benvenuti al Sud», diretto da Luca Miniero, è il remake italiano della singolare commedia francese «Giù al nord» di Dany Boon. La storia racconta le vicende di Alberto (Claudio Bisio), responsabile dell'ufficio postale di una cittadina della Brianza, che, sotto pressione della moglie Silvia (Angela Finocchiaro), orgogliosa “padana”, cerca di ottenere il trasferimento nella grande Milano. Deciso a usare qualsiasi strategia per ottenerlo, Alberto dichiara nella domanda di trasferimento di essere invalido, ma ahilui, il suo imbroglio viene scoperto e per punizione viene spedito a Castellabate, paesino del Cilento. Munito di giubbotto antiproiettile, pieno di pregiudizi, Alberto parte da solo verso quella che ritiene una terra temibile e infestata da malviventi. Ma saranno il calore, Film in uscita consigliati il luogo affascinante, la popolazione ospitale e un nuovo grande amico, Mattia (Alessandro Siani), innamorato della bella Maria (Valentina Lodovini), a cancellare in lui tutti i pregiudizi che fino ad allora lo avevano accompagnato e a fargli scoprire una realtà diversa da quella che immaginava. La commedia di Maniero lascia di proposito intatta l’originale scrittura di Dany Boonm, egli stesso presente in un piccolo cameo nel ruolo di turista all’ufficio postale di Castellabate: un omaggio “all’italiana” al film di grande successo made in France. Anche in Italia possiamo ben dire che il successo non è mancato. Il film ha ottenuto incassi da record al botteghino, più di ventisette milioni di euro, e già si parla del sequel “Benvenuti al Nord”. Speriamo che, visto l’enorme successo, non vogliano toccare tutti i punti cardinali, o nel prossimo film ci troveremo a guardare un postino di Caorle trasferito nelle Langhe: potere alla fantasia, ma non so se ne uscirebbe qualcosa Precious Di Lee Daniels. Con Mo'Nique, Paula Patton, Mariah Carey, Sherri Shepherd, Lenny Kravitz. Drammatico, produzione USA, 2009. The Killer Inside Me Di Michael Winterbottom. Con Casey Affleck, Kate Hudson, Jessica Alba, Ned Beatty, Elias Koteas. Thriller, produzione USA, 2010. La donna della mia vita Di Luca Lucini. Con Luca Argentero, Alessandro Gassman, Stefania Sandrelli, Valentina Lodovini, Giorgio Colangeli. Drammatico, produzione Italia, Gran Bretagna, 2010. Il mio nome è Khan Di Karan Johar. Con Shah Rukh Khan, Kajol, Katie A. Keane, Kenton Duty, Benny Nieves. Drammatico, produzione India, 2010. Da venerdì 3 dicembre di buono! Luca Maniero, in questa divertente commedia, ha volutamente tralasciato i problemi sociali che affliggono il meridione (e non solo…), enfatizzando invece con ironia i disagi più comuni. Un esempio? Picnik e partita di calcio tra gli automobilisti bloccati sulla Salerno-Reggio Calabria. Qui non si parla più di finzione, ma di reportage televisivo. Una commedia che vuole prima di tutto sorridere del conflitto ideologico che l’Italia da sempre si porta dietro. Giocando molto sull’enogastronomia e sulla lingua, un po’ alla Totò, Peppino e la malafemmina (ricordate la famosa gag “Bittescèn, noyo volevàn savuàr l'indiriss... ja?"). Usanze e costumi, dialetti e cibi differenti, è la varietà e l’insieme di queste cose che caratterizza il nostro Paese. Un Paese che per molte cose sta “andando a rotoli”, ma che ritrova nelle persone che vi abitano la propria unicità. Jamme ja! Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni Di Woody Allen. Con Antonio Banderas, Josh Brolin, Anthony Hopkins, Gemma Jones, Freida Pinto. Sentimentale, produzione USA, Spagna, 2010. Nowhere Boy Di Sam Taylor Wood. Con Aaron Johnson, Kristin Scott Thomas, David Threlfall, Anne-Marie Duff, Ophelia Lovibond. Biografico, produzione Gran Bretagna, 2009. We Want Sex Di Nigel Cole. Con Sally Hawkins, Bob Hoskins, Miranda Richardson, Geraldine James, Rosamund Pike. Drammatico, produzione Gran Bretagna, 2010. Il responsabile delle risorse umane Di Eran Riklis. Con Mark Ivanir, Guri Alfi, Julian Negulesco, Rozina Cambos, Bogdan Stanoevitch. Drammatico, produzione Israele, Germania, Francia, 2010. Da venerdì 10 dicembre Cyrus Di Jay Duplass, Marc Dupass. Con John C. Reilly, Jonah Hill, Marisa Tomei, Catherine Keener, Matt Walsh. Commedia, produzione USA, 2010. In un mondo migliore Di Susanne Bier. Con Ulrich Thomsen, Mikael Persbrandt, Trine Dyrholm, Bodil Jørgensen, Camilla Gottlieb. Drammatico, produzione Danimarca, Svezia, 2010. Verona è Quinta Parete cultura e società Novembre 2010 Arte La vita non imita l’arte, imita la cattiva televisione di Erika Prandi [email protected] 6 I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni Pablo Picasso Le opere dell’artista alla Galleria Sudio “La Città” Carboni e l’occhio della contemporaneità La Galleria Studio La Città di Lungadige Galtarossa inaugurerà sabato 27 novembre alle 11.30 una mostra di Luigi Carboni. Curata da Ludovico Pratesi, l'esposizione ha nel titolo L'occhio si nasconde tutta la metafora intrinseca dell'arte contemporanea. È un occhio che si plasma ai segni della veggenza e del visionario per svelare un mondo fatto di parti in contesa tra loro. Il piacere visivo si trasforma in un momento di estraneità e l'oggetto indagato, seppur silenzioso, può diventare molesto senza capirne il perché. Le opere di Carboni, composte da grandi tele annegate nel colore e da sculture plasmate nel vetro, nel legno e nella resina, sono chiara espressione della natura frammentaria ma allo stesso tempo unitaria della nostra epoca in cui convivono sentimenti contrastanti e dove la diversità può trasformarsi in incertezza. Questa sensazione di instabilità la si scorge nelle tele dove un intricatissimo gioco di segni e decori floreali si addensa per creare Mostra alla Galleria Ghelfi Jorn – Lam – Matta Tre selvaggi che facevano avanguardia. Questo il nome della mostra curata dalla Galleria Ghelfi di Verona che aprirà al pubblico venerdì 19 novembre alle 18.30 e terminerà domenica 5 dicembre. Gli artisti coinvolti sono tre delle massime personalità artistiche internazionali del secolo scorso. Li accomuna la stessa formazione giovanile parigina negli anni trenta, allora ricettacolo di nuove idee moderniste che andavano soppiantando gli influssi delle Avanguardie. Seppure lontani i tre giovani pittori guardavano nella medesima direzione, situata al centro delle sperimentazioni cubiste e surrealiste, verso nuove tipologie di espressione artistica come l'astrattismo americano. Per Asger Jorn (1914-1973) importante fu l'incontro con Mirò e Pollock nella sua costante ricerca verso l'astrattismo a cui cercò di arrivare attraverso numerosi viaggi, tra cui a Cuba, punto focale della sua attività artistica policromatica. Wifredo Lam (1902-1982) è considerato il primo pittore di colore a vantare un riconoscimento ufficiale nella storiografia dell'arte occidentale. Questo grazie alla sua costante ricerca verso nuovi modelli espressivi rimanendo sempre ancorato alla tradizione picassiana unita alla vivacità materica mironiana. Sebastián Matta (1911-2002) fu inserito a pieno titolo nel surrealismo su richiesta di Dalì ma nel 1949 assumerà un importante ruolo di raccordo tra l'espressionismo astratto e il nascente astrattismo italiano. In America esercitò, infatti, una rilevante influenza sul “giovane” Pollock e su Gorky. una porzione di mondo. La grafia è sottile, lineare, a tratti vibrante per costruire un tessuto complesso di immagini nascoste, lacerate, ancora immerse nella matrice pittorica ma che stentano ad apparire in uno spazio immateriale. L'attenzione dell'artista è rivolta a quel confine labile tra astrazione lirica e figurazione del quotidiano, tra stile decorativo ed espressione individuale portando l'essenza del lavoro pittorico innanzi alla nostra visuale accompagnandoci fino al limite dell'impenetrabilità. Nelle sculture, invece, è prevalente la contrapposizione tra l'oggetto e la sua trasformazione verso un'estetica del design dominata dalla ricerca del linguaggio. Verona è Quinta Parete cultura e società Novembre 2010 Giochi di ruolo Nessun uomo è un fallito se ha degli amici 7 We're part of a story, part of a tale/Sometimes beautiful, sometimes insane. di Ernesto Pavan [email protected] Sporchi segreti: un gioco di crimini e violenza sotto casa Within Temptation, The Neverending Story I panni sporchi si lavano in famiglia Succede tutto nella vostra città, in questi giorni. Viene commesso un crimine, qualcuno muore, una persona indaga cercando di scoprire la verità. Sporchi segreti (di Seth Ben-Ezra, Narrattiva, € 24,90) tiene fede al suo nome: le storie create dai giocatori sono piene di violenza, miseria e tristezza, e il fatto che si svolgano nella realtà quotidiana rende il tutto più forte e più vicino. Un giocatore assume il ruolo dell'Investigatore. L'investigatore (con la minuscola, per riferirsi al personaggio e non al giocatore che lo interpreta), dal cui punto di vista è narrata la storia, non è necessariamente un agente delle forze dell'ordine, ma può essere una persona qualunque. La creazione di questo personaggio, come quella di tutti gli altri, è collettiva: ciascuno stabilisce un suo dato anagrafico, ossia nome, sesso, provenienza e così via. Si stabilisce quindi qual è il crimine che dà il via all'indagine, chi è la vittima e in che rapporti è l'investigatore con essa (c'è sempre un coinvolgimento personale: può essere un parente della vittima, l'amante, un amico, ecc). A questo punto comincia il gioco vero e proprio, diviso in scene (chiamate “capitoli”). A turno, ciascun giocatore assume il ruolo dell'Autorità, l'individuo che determina tutto quanto non coinvolge direttamente l'investigatore: quali altri personaggi esso incontra, in che modo essi reagiscono alla sua presenza e così via. Attraverso il dialogo fra Investigatore e Autorità di turno si racconta un'inda- Segnalazione Nel numero precedente non abbiamo indicato i nomi degli autori dei giochi citati; colmiamo ora a questa grave lacuna. Annalise è un gioco di Nathan Paoletta; Lo Spirito del Secolo è di Robert Donoghue, Fred Hicks e Leonard Balsera, mentre 1001 Notte è opera di Meguey Baker. Ci scusiamo con i lettori e gli interessati. gine, ma anche e sopratutto si esplorano i lati più oscuri della propria città e ci si diverte a tirare in ballo persone note in diversi ruoli: il giornalaio all'angolo vi sta antipatico? Indicatelo come il sospettato numero uno. La commessa del negozio di scarpe vi ha sempre affascinato, ma non le avete mai rivolto la parola? Inseritela nella vostra storia e forse (ma solo forse) la curiosità di vedere quanto somiglia al personaggio che le avete costruito attorno vi darà il coraggio per parlarle. Alla fine si scoprirà chi è colpevole, ma questo non è lo scopo del gioco: lo scopo ultimo è raccontare il percorso dell'investigatore e, ma- gari, scoprire qualcosa di più sul suo conto (una regola opzionale rende possibile avere un investigatore “bugiardo”, che può essere lui stesso il colpevole del crimine). Se amate le storie noir e avete un gruppo di 2-4 amici interessati, Sporchi segreti è un gioco che ci sentiamo di consigliarvi. Il miglior gioco per vivere eccitanti Avventure in prima serata La più grande serie TV mai realizzata! Guerra Fredda! Spazio! Esplorazione di mondi sconosciuti! Queste e altre cose si dicono (o si urlano) durante la preparazione di una sessione di Avventure in prima serata (di Matt Wilson, Narrattiva, € 16,90), il gioco delle serie televisive. Scopo di questo gioco di ruolo è infatti narrare le vicende dei protagonisti di un serial tv, utilizzando strumenti analoghi a quelli degli sceneggiatori: ciascun Protagonista sarà quindi caratterizzato da un Problema di tipo personale, possiederà Vantaggi e Legami e avrà, in ogni episodio, un determinato valore di Presenza in scena che ne determinerà il “peso” narrativo. Ciascuno dei giocatori assumerà la guida di un Protagonista e si occuperò di costruire le scene che lo riguardano e di guidarlo nel corso di ogni puntata; l'eccezione è il Produttore, ruolo che sarà assunto da un giocatore il quale avrà il compito di facilitare e mediare il gioco, nonché di fornire un'opposizione e delle sfide basate sui Problemi dei Protagonisti. Prima di cominciare bisogna mettersi d'accordo sugli argomenti e i toni della serie; la cosa migliore è che ciascuno citi una serie (reale) che gli piace e ne tragga un elemento distintivo da incorporare in quella che si andrà a creare. Di solito questo è il momento in cui si dicono le cose bizzarre di cui sopra. Avventure in prima serata è l'unico gioco che conosciamo dove si decide anche il numero di giocate: cinque per una “stagione” breve, nove per una stagione lunga. Questo mette i giocatori nella prospettiva di avere solo un certo numero di “episodi” a disposizione per approfondire i loro Protagonisti e creare una bella storia: i limiti, come sempre, alimentano la creatività. Il gioco è molto collaborativo, senza competizione fra giocatori. Le situazioni di conflitto (quando, ad esempio, il Protagonista di Daniele vuole fuggire dal carcere, o quando il Protagonista di Barbara e quello di Silvano hanno idee molto diverse su cosa fare di quella bomba nucleare inesplosa) sono risolte con un sistema semplice e veloce: si estraggono delle comuni carte da gioco e si conta un punto per ogni carta rossa. Chi ha più punti vince, ma chi ha la carta più alta narra le conseguenze del conflitto, il che significa che ci si può trovare a dover narrare una sconfitta del proprio personaggio. I giocatori, inoltre, possono ricompensare i contributi migliori con fanmail che forniscono bonus. Avventure in prima serata è il gioco di ruolo per le serate fra amici (da 4 a 6): si gioca in fretta e con pochissima preparazione. Verona è Quinta Parete cultura e società Novembre 2010 Libri 8 È la stampa, bellezza di Ernesto Pavan [email protected] L'ultimo romanzo di Anne Rice lascia l'amaro in bocca Il sangue non è acqua... ma anche sì Che Anne Rice avesse toccato l'apice con Memnoch il Diavolo, dopo il quale il livello dei suoi romanzi ha cominciato a calare, lo si sapeva già. Sarà stata la riconversione al cattolicesimo, che ci ha portati dal «In questa chiesa io sono l'unica creatura sovrannaturale» di Intervista col vampiro ai colloqui immaginari di Lestat col Papa e all'ambizione del vampiro più famoso al mondo di diventare santo; sta di fatto che il brutto trend preso dallo stile di Rice non si è invertito. Come già Il vampiro Marius e Il vampiro di Blackwood, Blood è un romanzo lento e appesantito dall'esteticismo, pieno di dialoghi fondati sull'accumulo di esclamazioni e aggettivi. L'impressione che abbiamo avuto della trama è quella di un qualcosa piagato da continui blocchi, mandato avanti a col- petti più o meno discreti da parte dell'autrice che tenta di collegare fra loro quelli che paiono episodi slegati. Non manca la voglia di mettersi in gioco, che Rice esprime attra- verso colpi di scena e scelte narrative non banali; il problema è che la storia non va da nessuna parte e, tirando le somme, non succede proprio un bel niente. Non vogliamo insinuare che all'autrice manchino l'esperienza o il talento, ma è nostro dovere giudicare quello che leggiamo e Blood non è un buon romanzo, anche se fra le pagine si intravede il fantasma della Rice di un tempo. Lestat è ancora capace di catturare i suoi vecchi ammiratori attraverso la propria amoralità e il suo comportamento da bambino eterno; il Giardino Selvaggio di Anne Rice è ancora un affresco di istinti scatenati. Ma se anche è vero che i vecchi fan possono godere di un romanzo come Blood, non si può pretendere da un lettore che paghi poco meno di venti euro per un tributo alla gloria passata. In Italia Blood è arrivato con un ritardo spaventevole: uscito nel 2003, lo abbiamo avuto nella nostra lingua solamente quest'anno. Se non altro refusi ed errori di traduzione sono praticamente assenti. Bizzarra la decisione di rimpiazzare il titolo originale, Blood Canticle, con il semplice Blood: una volta scelto di mantenere il titolo in inglese, perché non lasciarlo tutto intero? Può darsi che qualcuno abbia pensato, vista la scarsa conoscenza della lingua inglese da parte dell'italiano medio, che mentre blood (sangue) è una parola nota a molti, canticle (cantico) è di comprensione meno immediata; questo ragionamento non rende comunque il risultato (un titolo tronco solo in Italia) meno ridicolo. Anne Rice, Blood, Longanesi, pp. 358, € 18,60 La storia dei veri pirati dei Caraibi Navigando con la bandiera nera al vento Edward Teach, Henry Morgan, William Kidd: questi e altri avventurieri che hanno navigato sotto la bandiera nera sono i protagonisti della Storia della pirateria di David Cordingly, fra i maggiori esperti mondiali dell'argomento. Da ignoranti (ma amanti della buona divulgazione) quali siamo, il saggio ci è piaciuto, anche se la presentazione editoriale non è del tutto onesta: nei Caraibi, lo scenario su cui l'autore si dilunga maggiormente, ci sono stati pirati di molte nazionalità, mentre egli tratta quasi solo di quelli di origini britanniche. Ciò non toglie che il libro sia una miniera di curiosità, citazioni e biografie di bucanieri famosi: le imprese criminali di questi ultimi, in particolare, sono riccamente dettagliate, con tanto di stazza, numero di cannoni e di uomini delle navi che co- mandavano, i tracciati delle loro rotte e persino le trascrizioni dei resoconti a opera delle autorità navali. Non mancano però altri elementi che rendono il volumetto interessante, come un elenco degli stereotipi sulla pirateria e le loro conferme o smentite, trascrizioni degli atti dei processi ai pirati, la descrizione della vita quotidiana in mare e molto altro ancora. Il tutto trattato in poco più di trecento pagine, con grande sintesi e precisione (anche se, a onor del vero, il fatto che il corpo del testo non sia fra i più grandi contribuisce probabilmente a questa impressione di sinteticità). Per quanto riguarda la documentazione, la bibliografia riportata è molto ricca per un saggio così breve; purtroppo le note, invece che a piè di pagina, si trovano concentrate in un capitolo a parte, col risultato fastidioso di avere i riferimenti specifici accanto alla bibliografia generale. Evidentemente, il fatto che a nessuno piaccia sfogliare duecento pagine nel bel mezzo della lettura per controllare a cosa si riferisce il numero in apice nel testo non è ancora chiaro a tutti gli editori. A parte questo dettaglio, non proprio trascurabile, il testo è ben curato e la traduzione discreta. Questa Storia della pirateria è, appunto, un testo di Storia e non un romanzo d'avventura, quindi potrebbe deludere chi la prende in mano con l'intenzione di svagarsi un po'; la consigliamo invece a chi, per un motivo o per l'altro, è affascinato dai film sui pirati e vorrebbe saperne di più. Se poi la vostra definizione di “svago” coincide con la nostra, leggendo questo libro unirete l'utile al dilettevole. David Cordingly, Storia della pirateria, Mondadori, pp. 317, € 10,50 Verona è Quinta Parete cultura e società Novembre 2010 FuoriVerona 10 Giro giro tondo, io giro intorno al mondo di Alice Perini [email protected] Tutto il mondo è paese. Ma tutti i bambini son bambini? Il caso di Huachipa Coraggio bambini, tutti al lavoro! Ero un bambino, cioè uno di quei mostri che gli adulti fabbricano con i loro rimpianti. Jean Paul Sartre “Il fanciullo merita il massimo rispetto” scriveva il poeta latino Decimo Giunio Giovenale nelle Satire. Per noi uomini occidentali del ventunesimo secolo, generalmente sensibili alle disgrazie altrui e facilmente sopraffatti da sentimenti di compassione per i più sfortunati, è tutto già così chiaro, che quelle paroline scontate di Giovenale quasi ci infastidiscono. Paroline scritte quasi 2000 anni fa da un uomo della cui vita ignoriamo tutto o quasi: sembra fosse un misogino convinto, oltre ad avere come bersa- glio dei suoi versi l’omosessualità. Chissà allora cosa lo avrà portato a scrivere che il bambino ha diritto al più grande rispetto; frase, questa sì, pienamente condivisibile. Cos’è il rispetto nei confronti dei più piccoli? C’è una quota minima di rispetto, un livello sufficiente che, una volta raggiunto, ci fa dormire sonni tranquilli? Chi vi scrive non è ancora entrata a far parte della schiera “genitori” e non ha mai avuto modo di trovarsi circondata da bambini. Ma ascolta, osserva, pensa. Si chiede, per esempio, dove si trova Huachipa, questa località dal nome curioso, quasi da cartone animato, dove i bambini (veri), per contribuire alle scarse risorse familiari, si dedicano alla raccolta e selezione dei rifiuti, alla coltiva- zione di ortaggi o alla fabbricazione di mattoni. È in Perù, vicino alla capitale, Lima. Pensa che soprattutto laggiù, da quelle parti, il mondo funziona così, in modo sbagliato; così come le sembra che le cose non vadano per il verso giusto in tanti altri stati, dall’India alla Thailandia, dal Pakistan alla Nigeria fino al Brasile. Pensa che per il momento la faccenda sia questa, ma sa che di gente seria al mondo ce n’è tanta: persone che non solo sperano che il mondo cambi direzione e si metta finalmente “in riga”, girando per il verso giusto. Gente che lavora per questo, come accade a Huachipa. Qui, i bambini non sempre vanno a scuola, di rado fanno i compiti; non hanno il tempo per giocare. Incredibile. I bambini che non hanno tempo per giocare! Devono contribuire al sostentamento della famiglia e devono lavorare. Tra i rifiuti o circondati da mattoni non importa, visto che sono bravi in tutte e due le mansioni: con le loro mani piccole, le dita sottili e le gambe svelte, girano e rigirano i mattoni con molta più facilità e agilità di quanto non farebbe un adulto. Li caricano su un camion con leggerezza, come se avessero in mano un secchiello di sabbia. Ma all’età di 5 o 6 anni, si sa, il corpo si sta ancora formando. E quelli non sono sforzi per bambini. Così come la discarica non è un parco giochi salubre. Ed ecco allora che in questo paese dal nome da favola c’è bisogno di una fatina in carne ed ossa che sappia trasformare quelle montagne di rifiuti in giocattoli, libri, matite, quaderni; che sappia costruire con quei mattoni non solo le strutture per attività creative, come il disegno, la danza e il canto, ma anche delle basi solide per questi bambini. Perché i bambini, lo diceva anche Giovenale, vanno rispettati. Aiuta anche tu le popolazioni alluvionate del veronese Per un versamento a favore del Comune di Monteforte d'Alpone FONDO CONCORDIA IBAN COORDINATE BANCARIE: IT 57F 02008 59580 000041174711 CODICE BIC SWIFT: UNCRITB1M30 PRESSO L'AGENZIA UNICREDIT BANCA SPA DI MONTEFORTE D'ALPONE (VR) Verona è Quinta Parete cultura e società Novembre 2010 Viaggi 11 Houston, abbiamo un problema di Alice Perini [email protected] A spasso tra i libri e la terra natale del famoso poeta A Recanati, ospiti di Giacomo Nell’itinerario di questo mese il viaggio incontra il Giacomo della poesia italiana dell’Ottocento, quello scrittore di Recanati che generazioni di studenti hanno etichettato (e come dar loro torto?) “pessimista”, “infelice”e “sfortunato”, per non usare altri aggettivi più coloriti ma che si addicono meno al tema del nostro articolo. Di fronte all’intelligenza straordinariamente precoce di Leopardi e alla sua vastissima cultura, si avverte forte la sensazione di essere ignoranti, presentimento che diventa una certezza nel momento in cui si entra nella biblioteca della casa di famiglia, un palazzo signorile che si affaccia sulla piazzetta Il Sabato del Villaggio. Fu il padre di Giacomo, Monaldo, uomo molto colto, a raccogliere e ordinare gran parte di quei 20.000 volumi che affollano le pareti della stanza. Ci si sente avvolti dalla cultura, quasi imprigionati: lo sguardo non trova altro su cui appoggiarsi se non libri, perfettamente ordinati sugli scaffali; l’olfatto incontra il leggero odore della carta e dell’inchiostro, un profumo per il bibliofilo e per il lettore assiduo. Lettore appassionato e divoratore di libri: noi o il Leopardi? Di quei 20.000 volumi, nessuno riuscì a sfuggire all’analisi attenta del poeta. Tra i 14 e i 15 anni, età che segna oggi il passaggio alle scuole superiori, Leopardi dichiara di aver letto tutto, di non aver tralasciato nemmeno una riga. In tempi fortunati per i precettori chiamati all’erudizione dei nobili fanciulli, casa Leopardi non poteva che rimanere un’eccezione: il padre assunse vari educatori che, vista la preparazione di Giacomo, non avevano proprio nulla da insegnargli. A quel punto, ai poveri precettori non rimaneva altra scelta se non quella di andarsene frustrati. Leopardi imparò in breve tempo il latino, il greco, l’ebraico e, ancora adolescente, scrisse una quantità ingente di sonetti, canzonette, componimenti poetici. In questi anni di studio, il futuro poeta non era del tutto solo: assieme a lui, infatti, i fratelli minori Carlo e Paolina, più giovani di Giacomo e nati a un anno di distanza l’uno dall’altro trascorrevano le ore sui libri. Periodicamente, ogni sei mesi, il padre verificava il sapere dei figli, all’epoca di 8-9 anni, con delle prove (tutt’oggi conservate nello studio di Monaldo) che oggi farebbero sudare gli studenti dei primi anni delle superiori di liceo. La biblioteca, così come il suo abitante il libro, era il fulcro attorno al quale si svolgeva la vita familiare, come testimonia il registro dettagliato sul quale il padre annota la nascita e la crescita della biblioteca stessa: un’ossessione per la cultura e i libri rari, per i quali Monaldo arriva fino a indebitarsi. Il borgo di Recanati apparteneva ancora, nella prima metà dell’Ottocento, allo Stato Pontificio, una delle zone più attardate e retrive d’Italia: Leopardi mal sopportava quell’atmosfera chiusa e stagnante tanto da azzardare una fuga, poi sventata, all’età di vent’anni. Una giovinezza trascorsa sui libri, divorati alla luce flebile della candela o davanti alla finestra che si affaccia su quella piazzetta poi battezzata “Il Sabato del Villaggio”. La finestra segna per Leopardi il contatto con l’esterno, gli dà la possibilità di ammirare “il ciel sereno,/le vie dorate e gli orti,/ e quinci il mar da lungi, e quindi il monte”. Sono versi tratti dalla lirica A Silvia, la fanciulla, figlia del cocchiere di casa Leopardi, che, con il suo canto, distoglie l’attenzione del poeta dalle sue letture. Una curiosità: la Silvia più famosa della poesia italiana si chiamava in realtà Teresa “Né mi diceva il cor che l’età verde Sarei dannato a consumare in questo Natio borgo selvaggio, intra una gente Zotica, vil”. Giacomo Leopardi Fattorini e morì giovanissima di tubercolosi. Lasciato il mondo dei libri, scendiamo nelle cantine della Leopardi, la quale iniziò la coltivazione della vite ad uso vinicolo già nel 1500. Il mondo rurale era molto caro al poeta, tanto che in alcune opere si fa riferimento alla produzione del vino e alle sue conseguenze sull’animo umano. Nello Zibaldone si legge “Il piacere del vino è misto di corporale e spirituale. Non è corporale semplicemente. Anzi consiste principalmente nello spirituale”. Ancora oggi, i discendenti di Leopardi sono i proprietari di numerosi vigneti a Valdice, località del versante marino-collinare di Recanati. Passeggiando per la graziosa cittadina, si possono incontrare altri luoghi di leopardiana memoria. Il colle dell’infinito, meta delle passeggiate del poeta e punto dal quale si può ancora godere della vista delle colline digradanti verso il mare o la torre campanaria della chiesa di Sant’Agostino, conosciuta con il nome di “Torre del passero solitario”. Ciò che è più importante è provare ad accostarsi a questi luoghi con gli occhi di Giacomo, magari tenendo a portata di mano qualche sua poesia, qualche indizio per andare oltre il giudizio superficiale di un poeta pessimista. Verona è Quinta Parete cultura e società Novembre 2010 Sport 12 Quando il gioco si fa duro di Daniele Adami [email protected] Il calciatore brasiliano è indeciso sul suo futuro. Ecco il nostro suggerimento “Ronnie, davvero smetti di giocare?” Biografia Quando stacchi tutti e arrivi da solo, la vittoria ha il sapore del trionfo, A proposito del Fenomeno... Marco Pantani Lo ammetto. Quando alcune settimane fa ho letto la notizia secondo cui il calciatore brasiliano Ronaldo stava meditando il ritiro dai campi da gioco mi sono dato più di uno schiaffo in faccia, perché non lo ritenevo possibile. Ma poi ho riflettuto. Ha già 34 anni, che non sono pochi per un calciatore. Però non sono nemmeno troppi. Dopotutto ce ne sono di giocatori che, anche se passata abbondantemente la soglia dei 30, non sono nemmeno sfiorati dall’idea di appendere le proprie scarpe a un chiodo. In quella notizia menzionata all’inizio si leggeva che il “Fenomeno” aveva affidato a Twitter una particolare confessione: «Il mio corpo chiede ferie eterne. È molto triste. Ma se lanciate una grande campagna, tipo “Gioca ancora Ronaldo”, potreste anche convincermi. Perché muoio dalla voglia di tornare in campo». Queste parole intrise di dura e fragile malinconia sono probabilmente state dettate da una forma fisica che da tempo non lo assiste al meglio, aggravata da una pubalgia che a stento gli permette di correre per una intera partita. Dopo aver lasciato l’Europa per tornare in Brasile (oggi milita tra le fila del Corinthians) la stampa di casa nostra un po’ si è dimenticata di lui. Lo si tirava fuori dalla tasca non appena si veniva a conoscenza che il suo peso era aumentato ancora di qualche chilo. Non molto interessante da un punto di vista puramente sportivo! Ci siamo dimenticati del tutto del Ronaldo calciatore? Rinfreschiamo la memoria. Pallone d’Oro nel 1997 e nel 2002, tre volte nominato Fifa World Player, miglior marcatore in assoluto nella storia dei Mondiali, con 15 reti. Al primo anno in Italia, con la maglia dell’Inter, ha realizzato più di 30 gol. Meraviglioso quello al Parco dei Principi di Parigi nella finale di Coppa Uefa contro la Lazio. Era il 6 maggio 1998. Da dimenticare, per i tifosi nerazzurri, quello segnato qualche anno fa in un derby vestendo i colori rossoneri. Ma la sua carriera è stata attraversata anche da numerosi e gravi infortuni, che lo hanno costretto a rimanere Cucina tradizionale veneta Gnocchi di malga al tartufo Carne alla brace Dolci fatti in casa Pizzeria con forno a legna fermo per svariati mesi. Le ginocchia sono state il suo tallone d’Achille. Tuttavia, dopo ogni stop si è rialzato in piedi, continuando a fare quello che gli riusciva meglio, segnare. Rientrato in patria nel 2009 ha subito contribuito alla conquista del titolo della sua nuova squadra, con 13 goal in 21 gare. Non male. Questa richiesta di “ferie eterne” è allora da prendere sul serio oppure dobbiamo considerarla solo una battuta, col solo intento di far sorridere? Non lo so. Potrebbe sentirsi così stanco e svuotato da voler smettere con la professione che lo fatto conoscere in tutto il mondo. Potrebbe invece sentire dentro di sé il pallone che ancora batte accanto al cuore. Un pallone collegato al cervello che sottovoce gli dice: “non sei finito, hai ancora qualcosa da dare a questo sport”. Noi vogliamo credere in queste ultime parole. Luís Nazário de Lima, da tutti conosciuto come Ronaldo, nasce a Rio de Janeiro il 22 settembre del1976, nel povero quartiere di Bento Ribeiro. Le sue doti di calciatore vennero presto alla luce e già a 17 anni venne ingaggiato dalla prestigiosa squadra del Cruzeiro. Nell’estate del 1994, prima di sbarcare in Europa tra le fila del Psv Eindhoven, fece parte della trionfale spedizione della propria nazionale nell’edizione statunitense dei Campionati del Mondo. Egli, però, non giocò neanche un minuto. Dopo due anni in terra olandese e uno in Catalogna con il Barcellona, nell’agosto del 1997 il Presidente dell’Inter Massimo Moratti riuscì a portarlo a Milano, dove vi rimase sino al 2002. Il 2002 fu inoltre l’anno della sua grande prova ai Mondiali svoltisi in Corea del Sud e Giappone. Con 8 reti, di cui 2 in finale con la Germania, Ronaldo guidò la nazionale brasiliana alla vittoria del suo quinto titolo iridato. Lasciata l’Italia, il Fenomeno tornò in Spagna, ma stavolta nel Real Madrid. Dopo una breve parentesi nel Milan tra il 2007 e il 2008, Luís Nazário de Lima decise di ritornare in patria e fu ingaggiato dal Corinthians, dove tuttora gioca. Pranzo di Natale San Rocco di Piegara Roverè Veronese (VR) Tel. 045 7848004 www.cristinahotel.it Verona è Quinta Parete cultura e società Novembre 2010 Società 13 Vi diremo qualsiasi cazzata vorrete sentire di Silvano Tommasoli [email protected] Sono in video, ergo sum Tutti vediamo la volgarità del Grande Fratello, ma nessuno ne parla Omologati in TV. Peggio, omogeneizzati. No, non mi riferisco ai programmi televisivi, che sembrano tutti “fatti con lo stampino” da almeno dieci anni, peggio ancora dei vari telegiornali che sono proprio tutti uguali. Sto parlando dei concorrenti del Grande Fratello, tutti conformi a un modello standard tristissimo, quello della volgarità estrema. Sì, la volgarità dei gesti, delle parole, degli atteggiamenti è il denominatore comune che unisce, tra loro, quasi tutti i reclusi della “casa”. E li unisce anche alla presentatrice, Alessia a gambe sempre aperte Marcuzzi. Ma possibile che nessuno abbia mai fatto notare a questa povera ragazza – addirittura capace la scorsa edizione di sedersi sul pavimento dello studio, sempre rigorosamente a gambe aperte, spalancando un’ampia panoramica sulle propria biancheria intima – che, in video, assume delle posture che fanno a pugni con un minimo di eleganza e di buon gusto? Oddio, non è che siano tanto più signorili gli autori della trasmissione, che ricordano a ogni piè sospinto il premio finale di alcune centinaia di migliaia euro, come fosse l’unica molla a spingere questa variopinta umanità a esporre le proprie miserie alla vista di qualche milione di guardoni. E qui cominciano le rogne vere, perché sarebbe necessaria una commissione di psicologi, sociologi e antropologi per cercare di capire che cosa possa indurre alcuni milioni di persone normali ad abbruttire il proprio spirito davanti alle incredibili esibizioni dei “ragazzi della casa”. Forse la solita voglia di sentirsi migliori? A farci respirare, fortunatamente, c’è la Gialappa, che non ne lascia passare una sia alla conduttrice sia ai concorrenti. Di più, per farci capire il livello di squallore (o di crudeltà?) dell’ufficio casting del programma, non ha mancato di proporre una selezione – mammamia! Una selezione… Chissà gli altri! – dei provini, dove quasi nessuno dei candidati, per esempio, ha saputo dare una risposta sensata, o almeno non insensata, alla richiesta di dichiarare il proprio “tallone di Achille”. A ben pensarci, coloro che ne escono meno peggio sono proprio i reclusi del Grande Fratello. Perché fanno pena, fino alla tenerezza. Abbagliati dal miraggio di diventare Vip, e di guadagnare un sacco di quattrini, si prostituiscono fino a un punto di non ritorno, rimanendo marchiati a vita da quel suffisso – “del Grande Fratello” appunto – che li accompagnerà per tutta la vita. Pochi finora hanno avuto la capacità di affrancarsene, e di far dimenticare questa squallida origine mediatica. Per tutti, Luca Argentero; e pochi altri che si possono contare sulle dita di una sola mano. Non ritengo sia indenne da questo baratro di volgarità l’editore di tanto spettacolo. Vorrei chiedergli – se mai fosse persona abituata a rispondere alle domande – se sarebbe contento di far assistere i suoi figli adolescenti, o i suoi nipoti, a una porcheria simile. Ma forse conosco la risposta, direttamente ispirata dal dio denaro. Mi sono sempre ribellato a ogni forma di censura, come espressione della più proterva volontà di annientare, nella gente, il senso e la capacità di critica. Ma devo dire che, di fronte a questo osanna alla volgarità, comincio a capire quella striscia di carta bianca, incollata, ai tempi della mia adolescenza, sui manifesti e le locandine dei film e degli spettacoli più “sconvenienti”, che prescriveva «V.M. di 16 anni». Forse, adesso, sul cartellone del Grande Fratello si dovrebbe scrivere «V.M. di 99 anni»… Per continuare con il giro di volgarità e stupidità sui media di oggi, vi rimando all’ultima pubblicità di Marc Jacobs. Ma tenetevi forte, eh! Progettazione e realizzazione web Realizzazione software aziendali Web mail - Account di posta Via Leida, 8 37135 - Verona Tel. 045 82 13 434 www.ewakesolutions.it Verona è Quinta Parete cultura e società Novembre 2010 Cucina 14 Serviti il pasto, cowboy di Silvano Tommasoli [email protected] Per una prima colazione come a Manhattan. Anche se abitate a Camacici L’originale Pancake americano Esistono varianti di questo tipica frittella per la prima colazione, che differenziano i pancake inglesi da quelli americani. Di seguito, vi fornisco la ricetta americana. In una ciotola capiente, setacciate insieme la farina, lievito, il sale e lo zucchero, avendo cura che il recipiente in cui setacciate gli ingredienti in polvere sia assolutamente asciutto e privo di umidità. Fate il solito “vulcano” e al centro versate il latte, le uova e burro che avrete accuratamente fuso a fuoco lento o a bagno maria; mescolare il tutto a fondo. Ma prima di unire le uova, il latte e il burro fuso agli altri ingredienti, sbatteteli insieme ben bene ottenendo un unico composto. Sicuramente avrete una ciotola in più da lavare, ma noterete che così i pancake risulteranno più soffici. Inoltre, abbiate cura di miscelare delicatamente e non troppo a lungo gli ingredienti secchi e quelli umidi, per limitare la formazione del glutine che rende più duri i pancake. Fate scaldare, a fiamma medio-alta, la padella precedentemente oliata con olio vegetale (il burro brucia troppo in fretta). Versate l’impasto un po’ alla volta, prendendolo con un mestolo. Quando si formano delle bolle, è probabile che sia giunto il momento di girare la frittella, ma prima sbirciate sotto. Se è stato raggiunto un bel colore bruno, potete girare. Lasciate dorare entrambi i lati e togliete il pancake dalla padella quando i bordi sono asciutti. Se non avete intenzione di mangiarli subito, non lasciateli impilati uno sull’altro e non copriteli: l’umidità li renderà duri. Disponeteli in un vassoio, su un unico piano e copriteli solo dopo che si saranno raffreddati. Servite il pancake caldo, guarnendo ogni frittella con ciò che più vi piace: gli americani mettono per lo più sciroppo d’acero, ma po- La ricetta 2 uova 250 g di farina 30 g di burro 400 cc di latte 1 cucchiaino lievito in polvere 1 pizzico di sale 1 cucchiaino di zucchero tete provare anche con marmellata, burro, nutella, caramello, miele, burro di noccioline, succo di limone, zucchero a velo, panna montata o frutta fresca. Meglio ancora, disponete varie soluzioni sulla tavola di modo che ogni persona possa scegliere la propria guarnizione. Non premete mai i vostri pancake! È difficile resistere alla tentazione, ma i pancake non vanno mai schiacciati o andranno persi tutti gli sforzi per ottenere un prodotto morbido e soffice. Gnam. Cotto e sbafato! (per lo più dagli ospiti)… Valo Valore ore italiano italian allevatorii Italiani solo da a allevator ani Pretendi Pr retendi e fai tornare tornar n e sulla tavola a degli italiani il Vero, o Autentico Autentico utentico latte Italiano aliano Vero, (IRXVS YR PMXVS (IRXVS PMXVS HM H PEXXI :IVS :IIVS -XEPMERS -XEPMERS XV XVSZIVIXI SZIVIXI MP MP ZZEPSVIHIPPEWEPYFVMXkHIPPEKIRYMRMXkIHIPPEFSRXk EPSVI HIPPE WEPYFVMMXk HIPPE KIRYMRMXk I HIPPE FSRXk GLI ZMIRI HMVIXXEQIRXI HMVIXXE EQIRXI HEM RSWXVM EPPIZEQIRXM EPPIZEQIRXM E --R R EPPIZEXSVM TM PE KEVER^ME XSXEPI XXSXEPI GLI WSPS RSM KPM EPPIZ EXSVM HM : :IVS IVS -XEPMERS I -XEPMERS TSWWMEQS TSWWMEQS HEVZM HEVZM EERGLI RGLI WWYP YP RSWXVS RSWXVS PEXXI9,8YRMGSMR-XEPMEIRIPQSRHSXVEGGMEFMPII PEXXI 9,8 8 YRMGS MR -XEPME I RIP QSRHS XVEGGGMEFMPI I VMRXVEGGMEFMPI VMRXVEGGMEFMPI GGLI LI ZM ZM H Hk k PPE E T TSWWMFMPMXk SWWMFMPMXk H HM M ¨ZIHIVI ¨ZIHIVI MMR R JEGGME© WXEXI JEGGME E© P«EPPIZEXSVI P«EPPIZEXSVI GLI LE QYRXS MP PEXXI GLI WXEXI FIZIRHS FIZIRHS 5 5YERHSEGUYMWXIVIXIPIGSRJI^MSRMHM:IVS-XEPMERS YERHS EGU VS -XEPMERS R RSM SM RSR RSR T TSXVIQS SX GLI IWWIVI ´IVM HM UYIWXE WXE ZZSWXVE SWXVE WGIPXE WGIPXE:IVS-XEPMERSrP«YRMGSPEXXIGLIZMHkUYIWXS :IIVS HkUYIWXS WWXVESVHMREVMS XVESVHMREVMS MRWMIQI HM ZEPSVM PIKEXM EPPE KVERHI KVERHI XXVEHM^MSRI VEHM^MSRI H HIPP«EPPIZEQIRXS IP MXEPMERS I WSPMHEQIRXI HEQIRXI VETTV VETTVIWIRXEXMZM IWIRXEXMZZM HM XYXXM M RSWXVM TVSHSXXM MHIRXM´GEXM RXM´GEXM HEPP HEPP«MQQEKMRIHIPPEQYGGE)VGSPMRE «MQQEKMRI I 5YIWXSrP«EYXIRXMGSZEPSVIHM:IVS-XEPMERS 5 YIWXSrP P«EYXXI % +))8888% 0-+ %00:% %: 00% 0 0 % 2--(% 32 --3 '32'32*)> -78 9-7 3 59 '5 %' %' ¿92% 288) +))2 288))00--+ --2 %98)28-'3-8%0-%23WVP:ME1SPMRIPPS'EWEPSPHS12 % 98)28 9 -'3-8%0-%23 3WVP:ME1SPMRIPPS'EWEPSPHS12 7IHIEQQMRMWXVEXMZE:ME1ERXSZEREE1EHSRREHM(SWWSFYSRS:6 7 IHIEQQMRMWXVEXMZE:ME1ERXS E ZEREE1EHSR RREHM (SWWSFYSRS:6 [[[ [ZI ZIVVSMXEPMERSMX SMXE XEPMMERSMX 8IP I MRJS$Z IVSMXEPMERSMX[[[ 8IPMRJS$ZIVSMXEPMERSMX[[[ZIVSMXEPMERSMX