La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 298

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La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 298
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Anno XXI - N° 298
15 Novembre 2016
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Il prolungarsi della bella stagione e il ritardato arrivo delle prime piogge autunnali ha creato una situazione critica
Ritorna l’emergenza siccità
L
Sono stati sbloccati, intanto, ulteriori 14 milioni di euro dei 40 complessivi investiti da Abbanoa per l’acquedotto del Sulcis.
e temperature elevate registrate in quasi
tutto il mese di ottobre e nei primi giorni
di novembre e la totale assenza
di piogge, se da un lato hanno
reso felici quanti amano l’estate e i turisti, perlopiù stranieri, che hanno avuto modo di
allungare la stagione dei bagni,
dall’altro hanno creato non pochi problemi al mondo agricolo ed hanno ridotto sensibilmente i livelli delle scorte negli invasi sardi.
Il 31 ottobre, all’ultimo rilevamento effettuato dalla direzione generale dell’Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna, nei serbatoi dell’Isola erano invasati
783,09 milioni di metri cubi,
il 44,37% del volume di regolazione autorizzato che è pari
a 1.764,83 milioni di metri cubi (un anno fa erano 1.043,08
Mm3, il 59,19%).
La situazione più critica si
registra nei due invasi del Posada Cedrino, ormai praticamente quasi vuoti (con 4,42
milioni di metri cubi si è scesi
all’11,62% del volume invasato), ma subito dopo vengono
l’invaso del Liscia, con 28,22
milioni di metri cubi (27,13%)
e la zona idrografica del Sulcis
Iglesiente (comprendente gli
invasi di Monte Pranu, Bau
Pressiu, Punta Gennarta e Medau Zirimilis) che, su un volume di regolazione autorizzato
complessivo di 75,85 milioni
di metri cubi, ne contiene 20,87
milioni di metri cubi, il 27,51%
(15,93 Mm3 - 32,31% Monte
Pranu, 1,86 Mm3- 22,55% Bau
Pressiu, 2,85 Mm3 - 23,55%
Punta Gennarta e 0,23 Mm3 3,71% Medau Zirimilis). Un
anno fa il volume invasato era
pari a 43,24 Mm3 (57,01%).
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U
L’artista ha conquistato tutti
Tra Morandi e il Sulcis
è scoppiato l’amore
n ineguagliabile sorriso quello che lo
scorso 30 ottobre, al Molo Centrale di
Carloforte, ha scaldato il cuore delle
migliaia di persone accorse da ogni dove per ricevere il suo regalo. Gianni Morandi, infatti, ha voluto donare un puzzle dei successi di
una lunghissima carriera iniziata oltre mezzo secolo fa e non solo, in cambio della splendida ospitalità ricevuta in occasione delle riprese della fiction “Dott. Pietro” che sarà trasmessa dalle Reti
Mediaset la prossima primavera.
Torre Canai (Isola di Sant’Antioco)
Foto di Giuliano Longu
ALL’INTERNO
Gianni Morandi a Carloforte, un concerto indimenticabile.
Pietro Soddu: «Occorre dare un orizzonte alla Sardegna».
I Musei e i Parchi Archeologici di Carbonia vi aspettano
Pagina 3
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Sergio e Mariano: ha vinto l’amore, il resto non conta
Il Carbonia ha perso l’imbattibilità ma resta capolista
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Accompagnato dalle note della sua chitarra e dal
pianoforte di Alessandro Gwins, ha dato vita ad un
concerto di quasi due ore, che la gente avrebbe voluto proseguisse ancora. Incantato dai suoi memorabili pezzi, il pubblico ha cantato e ballato, applaudendo senza sosta il suo idolo, l’eterno ragazzo
di Monghidoro. Dalle sue parole è facile comprendere quanto la nostra terra, ricca di incantevoli luoghi, gli sia entrata nel cuore. La descrive come meravigliosa e per lui indimenticabile.
La sua presenza e quella della troupe ha portato
nel Sulcis un qualcosa che forse ancora mancava per cercare di rilanciare un’isola che soffre il
malessere della crisi e che potrebbe salvarsi facendo conoscere il proprio paradiso oltre mare.
Questa è la speranza che noi riponiamo e cioè
che questa pubblicità possa aiutare il nostro territorio a riprendersi da una ferita che sembra lacerarlo sempre più.
Nadia Pische
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
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Il prolungarsi della bella stagione e il ritardato arrivo delle prime piogge autunnali ha creato una situazione critica
Nel Sulcis Iglesiente ritorna l’emergenza siccità
Sono iniziati i lavori per la realizzazione delle nuove reti idriche nel centro storico di Iglesias, per i quali verranno investiti 761.000 euro.
dalla prima pagina
Non stanno molto meglio gli invasi della zona del Flumendosa-Campidano-Cixerri che conservano il
39,74% del volume autorizzato
(264,95 Mm3) e quelli della zona Coghinas-Mannu-Temo con il 44,73%
(162,47 Mm3). Chi sta meglio sono
la zona Sud Orientale, con 31,28 Mm3
invasati (51,07%) ed il Tirso, con
270,88 Mm3 invasati (59,42%).
Se la situazione negli invasi comincia a farsi preoccupante e consiglia un po’ tutti ad essere più parsimoniosi che mai nell’utilizzo della
preziosa risorsa e ad evitare gli sprechi,
arrivano buone notizie per la soluzione dei problemi dell’approvvigionamento idrico nei comuni del Sulcis Iglesiente. Sono strati sbloccati,
infatti, ulteriori 14 milioni di euro per
l’acquedotto Sulcis. L’amministratore
unico di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti, ha firmato la determina per
l’affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva dell’opera fondamentale per risolvere le criticità, soprattutto nel Basso Sulcis. L’intervento riguarda la realizzazione della nuova dorsale Nord-Sud dell’acquedotto
e si aggiunge ai lavori da 21 milioni
di euro del primo lotto, già appaltato,
per la realizzazione della dorsale centrale ed alla diramazione tra Santadi e
Masainas, già realizzata, con un ulteriore investimento di tre milioni di
euro. Complessivamente, Abbanoa sta
investendo circa 40 milioni di euro per
l’intero schema acquedottistico del
Sulcis.
La procedura di affidamento della
progettazione definitiva ed esecutiva
consentirà di mandare in tempi brevi
l’appalto per realizzare due tratti di
acquedotto fondamentali per complessivi 14 milioni e 200mila euro. Il
primo riguarda la diramazione dalla
dorsale centrale a partire da Narcao e
fino al partitore di Santadi: circa sette
chilometri e mezzo di condotte. È qui
che si innesta il tratto già realizzato
fino a Masainas dal quale dipendono
tutte le diramazioni per il Basso Sulcis. Il secondo tratto (quasi 8 km di
condotte), riguarda Carbonia: dalla galleria di Perdaxius al partitore di Serbariu, da cui si diramano i rami nord
(verso Portoscuso) ed ovest (verso San
Giovanni Suergiu) dell’acquedotto.
Alla galleria di Perdaxius arriverà la nuova dorsale centrale che partirà dal potabilizzatore di Bau Pressiu. L’impresa aggiudicatrice dell’appalto ha, prima di tutto, concluso la
progettazione definitiva ed esecutiva.
Sono stati acquisiti tutti i pareri dagli
enti preposti e ora il progetto finale è
all’attenzione dell’Ente di governo di
aperto il cantiere in via Baudi di Vesme
per eliminare le vecchie tubature ormai obsolete e non più in grado di
assicurare un servizio adeguato. Per
questo intervento il Gestore unico sta
investendo 36mila euro: sarà sostituito un tratto di cento metri e verranno
rifatte completamente anche le diramazioni che alimentano le utenze della strada. Come materiale sarà utilizzata la ghisa sferoidale che garantisce la migliore tenuta delle condotte.
L’intervento rientra nel piano di
efficientamento delle reti idriche della città di Iglesias che prevede la sostituzione di ben quattro chilometri e
mezzo di vecchie reti per un investi-
Sono 64 domande fin qui presentate nel bando del Piano Sulcis
S
Le risorse del bando per le nuove imprese
sono state rideterminate in 11.480.000 euro
essantaquattro proposte di
investimento presentate, di
cui 49 giudicate ammissibili. Per 36 si sono concluse
le istruttorie di merito ed è in corso
la verifica del merito di credito. Sei
proposte, invece, hanno già tagliato
il traguardo finale e l’esito positivo
è stato comunicato ai soggetti proponenti.
Sono le cifre del bando per l’incentivazione delle nuove imprese
previsto dal Piano Sulcis, con investimenti che comportano spese ammissibili fino a 800mila euro.
Il dato è riferito al 10 novembre
di quest’anno.
Alla luce della notevole richiesta di incentivi, e tenendo conto che
lo sportello telematico è aperto al-
meno fino al 31 dicembre, salvo proroghe, è stato deciso di incrementare la dotazione finanziaria del bando, rideterminata in 11 milioni e 480
mila euro. La determinazione è stata firmata dal Direttore generale del
Centro generale di programmazione, che è anche il soggetto attuatore
del programma di incentivazione
delle imprese.
Giovanni Pilia, nuovo commissario del Geoparco, è già al lavoro
I
Sono iniziati i lavori per il restauro
della Laveria Lamarmora di Nebida
La diga di Bau Pressiu.
Ambito per il via libera definitivo che
consentirà di avviare i lavori.
Saranno raddoppiate le vasche di
accumulo al potabilizzatore e ciò consentirà di avere maggiore disponibilità di risorsa idrica per tutto il Sulcis,
con particolari benefici soprattutto per
il Basso Sulcis, dove è necessario effettuare chiusure notturne dell’erogazione nel periodo estivo.
Dall’impianto di Bau Pressiu partirà il nuovo tratto di acquedotto che
sarà lungo quasi 20 km ed arriverà alla
galleria di Perdaxius.
Sono iniziati i lavori delle nuove
reti idriche nel centro storico di Iglesias. Le squadre di Abbanoa hanno
mento di 761mila euro. Il piano è finalizzato, oltre che a una drastica riduzione delle perdite, all’ammodernamento delle reti tenendo conto delle problematiche riscontrate negli ultimi anni. Riguardano principalmente la realizzazione di nuove condotte
nei tratti dove sono stati registrati frequenti disservizi all’utenza e notevoli perdite di risorsa. In diverse strade
i lavori sono già stati completati con
l’attivazione delle nuove condotte.
Oltre al centro storico, sono interessate anche le zone di Palmari Basso,
Serra Perdosa vecchia, Miniere, Rosa
del Marganai, Fragata e Montesanto.
Giampaolo Cirronis
l dottor Giovanni Pilia, 58 anni,
laureato in Scienze Politiche
con 110/110 e lode, è il nuovo
commissario straordinario del
Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna. Lo ha nominato il 28 ottobre, con apposito
decreto, il ministro dell’Ambiente e
della Tutela del Territorio e del Mare,
Gian Luca Galletti. L’incarico avrà
durata quadrimestrale e, comunque,
non oltre la costituzione degli organi del Consorzio, in particolare del
Presidente e del Consiglio direttivo.
Subentra all’avvocato Francesco Mascia, che a metà marzo era stato nominato in sostituzione del professor
Gian Luigi Pillola.
A poco più di due settimane dal
suo insediamento, Giovanni Pilia
ha annunciato l’avvio dei lavori per
il restauro dell’ex Laveria Lamarmora di Nebida, reso possibile da
un’azione comune del Parco Geominerario, della Sovrintendenza, del
comune di Iglesias, della provincia
del Sud Sardegna, di Igea e del coor-
La Laveria Lamarmora di Nebida.
dinamento del Piano Sulcis.
La somma disponibile di 650mila euro stanziata dal Parco Geominerario, sarà immediatamente utilizzata con un intervento, da effettuarsi in somma urgenza, per la messa in
sicurezza degli edifici a mare.
Questo intervento richiede circa
150mila euro. La somma restante sarà impegnata per un lotto funzionale
sulla base di un progetto che considera l’insieme della laveria e le rampe
di accesso dal mare e dal centro abitato. Sulla base del progetto saranno ricercati altri fondi necessari per
l’intervento complessivo. Il Parco
Geominerario si riserva di integrare
il finanziamento già assegnato.
Il soggetto attuatore dell’intervento è la Sovrintendenza.
La provincia del Sud Sardegna
è impegnata a realizzare il restauro
dell’approdo, sulla base del protocollo per il Piano Sulcis sottoscritto
dall’ex provincia di Carbonia Iglesias, comprendente il programma di
restauro degli approdi minerari.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Alla presentazione del libro “L’ultima Spagna” di Pietro Soddu si è parlato di passato, presente e futuro della Sardegna
«Occorre dare un orizzonte alla Sardegna»
L
Durissime critiche alla Giunta regionale sono arrivate dai giornalisti Anthony Muroni (ex direttore de L’Unione Sarda) e Giacomo Mameli.
’Aula consiliare del comune
di San Giovanni Suergiu ha
ospitato l’11 novembre la
presentazione del libro “L’ultima Spagna”, di Pietro Soddu, ex presidente della Regione Sardegna.
L’incontro, moderato dal sindaco
di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai,
ha visto la partecipazione dell’autore, dei giornalisti Giacomo Mameli ed
Anthony Muroni, e del deputato del
Partito Democratico Francesco Sanna.
“L’ultima Spagna” è il terzo libro
di Pietro Soddu, dopo “Il Regno e
l’azzardo” e “A mala gana”, sulle vicende dei sardi nella storia. «Racconta i due secoli e mezzo della Sardegna
spagnola, tra il 1478 e il 1720. È proprio dopo la sconfitta di Leonardo Alagòn e la definitiva scomparsa delle
ambizioni d’indipendenza che la
Sardegna si può considerare a tutti gli
effetti spagnola, cioè parte integrante
della Spagna di allora, formata sul
vecchio nucleo aragonese-catalano e
dalla Castiglia, che diventerà poi egemone. Una Sardegna sempre oscillante tra autonomia ed integrazione,
che parla spagnolo e sardo, che si
proclama nazione ma esprime piena
fedeltà al re...».
Il dibattito si è sviluppato sulla condizione di sottomissione verso gli invasori o i potenti di turno in cui si è
sempre trovata la Sardegna nell’arco
dei secoli ed ha poi spaziato anche sull’attualità, sull’operato dell’attuale
Giunta regionale, giudicato in termini
assai negativi, indirettamente da Pietro Soddu e più direttamente da Giacomo Mameli, che ha definito la
Giunta Pigliaru la peggiore dal 1948
ad oggi, ed Anthony Muroni.
«Qual è l’orizzonte? È questo orizzonte che manca in Sardegna - ha
detto in conclusione del suo intervento Pietro Soddu - e se i sardi potessero
studiare meglio la propria storia, se i
professionisti si impegnassero di più
e meglio ad individuare i passaggi,
le ricorrenze, gli errori, i difetti di
questo uomo sardo che ha bisogno di
qualcuno che lo guidi, che lo accompagni, che lo sostenga, che ha bisogno
Pietro Soddu.
Pietro Soddu, nato a Benetutti il
19 giugno 1929, laureato in Legge,
è stato eletto 7 volte presidente della Regione, un record difficilmente
superabile, ed è stato un esponente
di primissimo piano del mondo politico sardo per diversi decenni. Ha
ricoperto diversi incarichi sia di partito, nella Democrazia Cristiana, sia
nelle istituzioni (deputato, consigliere regionale per cinque legislature
dal 1961 - a soli 32 anni - al 1983, assessore regionale della Sanità, della
Rinascita, dell’Industria e delle Finanze, presidente della provincia di
Sassari).
Oggi, a 87 anni, uomo di grande
cultura, conserva un’invidiabile lucidità e, lasciata ormai da anni la politica attiva, si dedica alla scrittura.
futuro lo costruiamo noi con le nostre
mani, con la nostra intelligenza e col
nostro coraggio. Questo è lo scopo
della mia scrittura e dei miei libri.»
Anthony Muroni ha sottolineato,
tra l’altro, la grande distanza tra la
Sardegna ed i suoi amministratori.
«Sono convinto che ci sono stati
presidenti della Regione Sardegna ha detto l’ex direttore de L’Unione
Sarda -, che non sanno o che non hanno saputo nel passato recente dov’è
Albagiara, dov’è Assolo, dov’è Tresnuraghes, dov’è Mogoro, perché sanno quanto fa 2+2, conoscono perfettamente la ragioneria, ma non hanno
cuore, non hanno anima, non sono
innamorati della Sardegna, non amano la Sardegna per quello che è, e lo
dimostrano. Il problema è dare una
missione ai territori, ed oggi chi ci
va ad ascoltarli quei territori, chi ci
va a studiarli?»
Durissime anche le parole di Giacomo Mameli, giornalista e scrittore.
«Mai siamo stati così mal amministrati - ha detto Giacomo Mameli . Oggi abbiamo di potenziamento
delle nostre scuole e questa Giunta
parla di dimensionamento scolastico. È terrificante, è la cosa più devastante che potesse dire questa Giunta.»
«Siamo davvero senza guida - ha
aggiunto Giacono Mameli -, oggi la
Sardegna non ha una visione del futuro, perché la Giunta regionale questo problema non se l’è posto, oggi non
se lo pone il sindacato. Ma esiste la
Confindustria in Sardegna? Esiste
l’Api Sarda? Esistono gli artigiani
politicamente? Esiste qualche volontario ma non c’è un progetto reale di
sviluppo. Ecco perché ogni mese da
Carbonia vanno via da 25 a 30 giovani tra i 18 e i 30 anni, così come
avviene anche nei paesi che si stanno
spopolando. Noi davvero non sappiamo cosa fare domani mattina.»
Giampaolo Cirronis
[email protected]
Cantina Santadi
di qualche padrino, di un feudatario in
un certo senso, ha bisogno di essere
vassallo, se noi non studiamo questo
futuro, non abbiamo futuro, perché il
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dei vigneti ad alberello - antica vigna “Latina” del Basso Sulcis della Sardegna.
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e partecipa a tutti i momenti di incontro e di festa.
Ha ricevuto il “Premio speciale”
“miglior vino dolce dell’anno” 2002
e i 3 bicchieri del “Gambero Rosso”
Miglior vino da dessert al Vinexpò 2001 di Bordeaux.
S
Intesa tra Consorzio Industriale e Movimento Sardegna Zona Franca
Verso la piena operatività della zona franca
ì è tenuto il 4 novembre, nella sede del Consorzio Industriale provinciale del Sulcis Iglesiente, un incontro
tra i vertici del Consorzio ed il Consiglio direttivo del Movimento Sardegna Zona Franca, primo passo fondamentale verso la piena operatività
della zona franca nell’ex provincia
di Carbonia Iglesias, definita nella
delibera della Giunta regionale n.
21/5 dello scorso mese di aprile e
redatta dagli stessi tecnici presenti
alla riunione a Portovesme.
Alla presenza del presidente del
Consorzio, ing. Federico Strina, del
vice direttore generale, ing. Filippo
Baghino e del funzionario amministrativo Learco Fois, l’avvocato Francesco Scifo e la dottoressa Maria Rosaria Randaccio, rispettivamente segretario politico e presidentessa del
Movimento, hanno illustrato dettagliatamente quelle che sono le strade
da percorrere per far partire subito il
processo di creazione ed individuazione delle aree destinate ai depositi
S
doganali ed i documenti da inviare
agli uffici ministeriali di competenza.
Nel corso dell’incontro, sono state
poste le basi per l’avvio di una stretta
collaborazione tra il Consorzio industriale ed il Movimento Sardegna
trarre i maggiori vantaggi possibili
per tutte le attività produttive che
verranno interessate.
La partenza della zona franca nel
territorio del Sulcis Iglesiente - secondo il Movimento Sardegna Zona
Maria Rosaria Randaccio, Federico Strina, Francesco Scifo e Filippo Baghino.
Zona Franca, in modo da superare
tutte le difficoltà burocratiche ed abbreviare l’iter amministrativo.
A breve è previsto un nuovo incontro, alla presenza di tutti i sindaci
del Sulcis Iglesiente, il cui coinvolgimento si renderà necessario per
Franca - sarà il volano, non solo per
creare un indotto economico senza
precedenti nel territorio dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, ma anche
per attrarre investimenti in altre aree
della Sardegna, nelle quali c’è una
fortissima carenza di posti di lavoro.
È stato compiuto un passo avanti nella procedura autorizzativa
Ok della Regione per la discarica di Genna Luas
u proposta dell’assessore
della Difesa dell’Ambiente
Donatella Spano, la Giunta regionale ha espresso un
giudizio positivo sulla compatibilità ambientale, condizionato a prescrizioni, per la realizzazione del
nono argine che amplia la discarica
L
La discarica di Genna Luas.
di Genna Luas della Portovesme
Srl, ubicata nei territori dei comuni di Iglesias e Carbonia. Si tratta
di un passaggio importante per la
realizzazione dell’intervento che
consentirà alla Portovesme srl di
proseguire la produzione senza interruzioni.
Cambia la guida della società in house del comune di Carbonia
Giuseppe Baghino al vertice della Somica
’ing. Giuseppe Baghino è
ufficialmente dal 3 novembre 2016 il nuovo amministratore unico di Somica,
la società in house del comune di
Carbonia che ha un organico di 33
dipendenti. Prima la firma del contratto davanti ad un notaio, poi la
presentazione ufficiale nella sala polifunzionale di piazza Roma, presenti il sindaco Paola Massidda, alcuni assessori e consiglieri, nonché
alcuni dipendenti ed una rappresentanza sindacale, con Massimo Cara
della Cisl e Aldo Manca della Cgil.
Al vertice della Somica, l’ing.
Giuseppe Baghino succede all’ing.
Giacomo Guadagnini. Con la figura dell’amministratore unico, scelto
con l’affidamento di un incarico fiduciario, Somica cambia radicalmente assetto societario. Spariscono, infatti, sia il consiglio d’amministrazione sia il direttore. Nel suo intervento
di presentazione, Giuseppe Baghino ha rassicurato i lavoratori che da
alcune settimane manifestavano per
chiedere garanzie sul loro futuro, di
avere avuto mandato di guidare la
Somica con l’impegno di mantenere i livelli occupativi e magari, qualora si creassero le condizioni giuste, persino di accrescerli. Ha rico-
I
nosciuto che la società, per quanto ha
avuto modo di verificare in questi
primi giorni di presa di contatto con
il nuovo incarico, è stata fin qui sostanzialmente ben guidata e che il suo
impegno sarà orientato a ottimizzarne la gestione, migliorandola dove
amministratore unico, il nuovo piano
industriale, per capire quale sarà il
futuro della Somica e quindi dei 33
lavoratori, considerato che, dopo la
manifestazione organizzata nella
stessa sala polifunzionale due settimane prima, avevano ricevuto assi-
Il nuovo amministratore Giuseppe Baghino e il sindaco Paola Massidda.
ci sono ancora margini di miglioramento, consapevole che non sarà facile, con la collaborazione dei lavoratori, nell’interesse esclusivo della
città di Carbonia.
I sindacalisti Massimo Cara e Aldo Manca hanno spiegato che speravano di conoscere, oltreché il nuovo
curazione che l’incontro chiesto ci
sarebbe stato appunto dopo due settimane. Sia il sindaco sia il nuovo
amministratore unico, hanno assicurato che a breve il confronto ci sarà
e in quella occasione verranno fornite tutte le informazioni richieste.
G.P.C.
Nuovo prestigioso incarico per il sindaco di San Giovanni Suergiu
Elvira Usai vicepresidente del Consorzio Industriale
l sindaco di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai, è stata eletta vicepresidente del Consorzio Industriale Provinciale Carbonia
Iglesias. Il Consiglio di amministrazione del Consorzio è ora al completo con il presidente Federico Strina, 70 anni, dirigente industriale in
pensione, indicato dal comune di Portoscuso; il vicepresidente Elvira
Usai, 40 anni, eletta sindaco di San
Giovanni Suergiu il 5 giugno 2016;
Elvira Usai.
e 3 consiglieri: Hansel Christian Cabiddu, 40 anni, eletto sindaco di Gonnesa il 5 giugno 2016; l’ingegner Giacomo Guadagnini, 67 anni, ex assessore del comune di Carbonia e della
provincia di Cagliari, rappresentante della provincia del Sud Sardegna,
delegato dal suo amministratore straordinario, Giorgio Sanna, con delibera
n° 12 del 25 luglio 2016; e, infine, Iosto Puddu, 80 anni, rappresentante
degli imprenditori della provincia.
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Il tracollo economico temuto per il territorio rischia di riproporre una situazione di abbandono simile a quella di 4 secoli fa
Il ripopolamento del Sulcis iniziò nel XVIII secolo
I primi nuclei dei futuri paesi si consolidarono intorno alle chiese campestri, numerose in tutto il territorio, da Iglesias al Basso Sulcis.
(Continua 2)
Correva l’anno 1759 quando,
l’arcivescovo di
Cagliari, nonché
vescovo di IgleGiuseppe Mura.
sias, monsignor
Natta, giunse nella sede diocesana alla quale, il pontefice Clemente XIII, lo aveva destinato.
Nonostante la nomina, effettuata
come di consueto su richiesta règia,
risalisse, al 3 di luglio, il presule raggiunse la sua sede solamente il 30 di
Settembre, arrivandovi però in pessime condizioni di salute, tanto che,
temendo per la sua vita, gli furono
somministrati i Sacramenti.
Recuperate un poco le forze, il presule si dedicò con grande impegno
a raccogliere le notizie che gli rendessero possibile la cura d’anime delle
genti a lui affidate e, data la vastità
delle diocesi che amministrava, pensò bene di incaricare suoi emissari
allo scopo di conoscere preliminarmente lo stato e la situazione delle
diverse chiese locali, prima di effettuare le visite pastorali che riteneva
indispensabili per comprendere le
necessità morali e materiali del gregge a lui affidato.
Non possiamo, infatti, dimenticare il ruolo, non solo spirituale, che
l’istituzione ecclesiastica rivestiva in
quegli anni.
Incaricò, dunque, il vicario generale della diocesi ecclesiense, arcidiacono don Nicola Diego Salazar,
nominato in quell’occasione visitatore delegato, di compiere, in tempi
brevi una “Sacra visita” nelle chiese e nei territori della diocesi e quindi
di stendere una relazione dettagliata
da far pervenire al più presto nella
sede dell’arcivescovado di Caller (Cagliari). I ricercatori moderni di storia locale gli sono debitori di un interessante elenco di luoghi sacri della diocesi di Iglesias nonché di una
relazione della visita pastorale che
ebbe inizio il 6 maggio 1761.
I due codici manoscritti, tuttora
inediti, pervenutici attraverso padre
Filippo Pili, il quale li recuperò da
un archivio in cui erano stati misteriosamente portati attraverso vie sconosciute, costituiscono un documento insostituibile per ricostruire la situazione della chiesa Sulcitana nella metà del XVIII secolo, ed insieme
risultano utilissimi per comprendere la situazione in cui si trovavano
quei territori.
La conoscenza ed ubicazione degli edifici sacri e la loro frequentazione ci può infatti aiutare a valutare quanti e quali luoghi fossero frequentatati e da quante persone, dandoci in più qualche indizio utile a
capire quali di questi insediamenti
si consolidarono, trasformandosi da
furriadroxius in boddeus e, infine,
in ville, concludendo la metamorfosi nel 1853 quando vennero eretti i
primi comuni del Basso Sulcis.
Per la successiva trattazione utilizzeremo essenzialmente tre diverse documentazioni:
- Un foglio, presente nell’Archivio diocesano di Cagliari nel registro III DIVERSORUM fol. 35.
- Il Codice manoscritto del 1761,
parzialmente inedito.
- Il noto “Cabreo delle Baronie”
fatto redigere dal vescovo di Iglesias,
monsignor Porqueddu, a scopi fiscali nel 1794 dal cartografo astigiano
Giuseppe Maina.
Nel documento proveniente dal-
l’Archivio dell’Arcidiocesi di Cagliari,
risalente all’anno 1529, con il titolo
“Los salts que son obligats pagar al
bisbat δ Igl(esia)s p(ri) mitias 1529”,
riporta un elenco di “salti” che erano
tenuti a pagare al Vescovo tributi in
primizie e portadie, peraltro già pubblicato ed analizzato dallo scrivente
nelle pagine del giornale “La Provincia del Sulcis Iglesiente”,
I nomi riportati non sono altro che
i toponimi di salti ereditati da quelli
di antichi villaggi, da tempo scomparsi in quel 1529, anno in cui venne redatto, in lingua catalana, il documento citato. Questi nomi risultano essere, in gran parte gli stessi
ricavati da altri documenti ed in particolare dagli elenchi fatti dal Fara,
il quale scrisse il suo trattato una cinquantina di anni dopo. Alcuni dei documenti citati, risultano però, non essere presenti nei diversi elenchi già
noti e riportati da numerosi studiosi.
Lo scritto, redatto in catalano cinquecentesco, anche a causa della calligrafia del compilatore, risulta di difficile lettura e, pertanto, la mia interpretazione (coincidente con quella
datane da padre Filippo Pili) è suscettibile di successive correzioni:
Piras Lanas - Planopedana - Laladjsj o Baladjsj (?) - Ida Longa - Ullastas - Bausteri - Subrumende asunj canj (?)
Sono i nomi delle località che mi
pare non esistano in altre pubblicazioni (quelli accompagnati da un punto interrogativo sono risultati di lettura incerta); questo farebbe pensare che il numero reale di villaggi sia
stato anche maggiore di quello supposto a tutt’oggi.
Accanto al primo elenco ne è presente un secondo, scritto da altra mano e di più agevole lettura ma che
presenta una singolarità che è quella di riportare per due volte lo stesso
vocabolo, il primo con una sola erre
il secondo con due: Siraj e Sirraj. Ora,
poiché non è probabile un errore
dello scrivano che avrebbe riportato
la stessa località per due volte consecutive, dopo appena quattro righe
commettendo per di più un errore di
ortografia, si deve giustamente desumere che si trattasse di due diversi
luoghi.
Il primo toponimo non presenta
alcuna difficoltà di interpretazione
essendo riferito alla località ancor
oggi nota con lo stesso nome. Per
quanto attiene al secondo, dobbiamo,
allo scopo di risolvere il problema,
volgere la nostra attenzione ai Quinque Libri dell’archivio diocesano e,
più precisamente al Liber Mortuorum, il registro in cui venivano annotati i decessi e i relativi seppellimenti. Si deve precisare che in quegli anni lontani esisteva, per i territori del Sulcis, una sola parrocchia
e, pertanto, tutte le annotazioni venivano fatte nei registri della chiesa
di Santa Chiara, cattedrale e sede
parrocchiale. Di conseguenza, quando i fedeli che abitavano nei Salti si
sposavano o battezzavano un nuovo nato, dovevano rassegnarsi a un
lungo e disagevole viaggio, portandosi anche appresso il bambino ancora in fasce. Se, in sovrappiù, teniamo presente che non vi erano strade percorribili da mezzi che potessero
offrire una certa comodità, ne consegue che ogni spostamento costituiva un grosso sacrificio, costringendo i poveri cussorgiali a dover
spesso rimandare il viaggio per le più
diverse cause di forza maggiore, come ad esempio le avverse condizioni del tempo, quando i sentieri si
trasformavano in ruscelli ed i torrenti
in piena impedivano il guado.
Si trattava, comunque, di disagi
superabili ma, quando qualcuno passava, suo malgrado, a miglior vita,
in modo inatteso, talvolta, come spesso accadeva, per una estocada o per
una schioppettata, non si poteva attendere il tempo favorevole, né era
pensabile un trasporto del cadavere
fino ad Iglesias, attraverso boscaglie e percorsi accidentati. Era allora giocoforza seppellire la salma in
prossimità o all’interno della chiesa
più vicina tra quelle sparse nei salti.
La chiesa di Sant’Elena.
Per fare questo era però necessaria
l’autorizzazione del Vicario Generale, che se non era già presente in loco, provvedeva ad inviare sul posto
un cappellano o un domero per benedire la salma e sovraintendere alle esequie. In questi casi, oltre la registrazione nel libro dei morti, si allegava un foglio con l’autorizzazione
del Vicario al seppellimento nella
chiesa campestre. Questa pratica,
utilizzata per tutto il XVIII secolo e
l’inizio del XIX, ci ha lasciato una
documentazione composta di annotazione ed autorizzazione per i decessi avvenuti in luoghi sperduti, privi di una cappellania stabile.
Una di queste autorizzazioni al
seppellimento, datata 11 febbraio 1744,
riguarda un decesso avvenuto nel
salto di Sirraj; il documento, firmato
salto di Sirri. Poiché la chiesa campestre di Santa Lucia è presente ancora oggi presso il piccolo abitato
di Sirri, è più che plausibile che il
termine originale Sirraj(y), abbia perso nel tempo la (a) per assumere il
nome attuale. Sarebbe così spiegata
l’assenza del toponimo fino alla seconda metà del ‘700.
***
L’elenco compilato dall’arcidiacono e seconda dignità del Capitolo,
don Nicola Salazar, riporta prima di
tutto le chiese della città di Iglesias,
poi le chiese extra Muros e, infine,
quelle rurali. Per il nostro studio non
sono necessarie quelle interne al tessuto urbano, mentre sono utili alcune tra quelle citate extra moenia:
- La chiesa di Bingiargia, che il
codice manoscritto indica come Santa
Maria di Monserrato, il cui nome è
una corruzione di Binaria, ossia vinaria, o forse di Balnearia, con riferimento ad un luogo ricco di acque,
intorno alla quale sorgeva un villaggio abitato almeno fino al 1420. Il
ricordo della chiesa è rimasto nella
la festa che si celebra l’otto di settembre nella vicina chiesa di Sant’Antonio.
Viene poi citata la chiesa di San
Bartolomeo, la cui posizione è affatto sconosciuta ma, che intorno alla metà del ‘700 era frequentata da mu-
La chiesa di San Giuliano e, sullo sfondo, quella di Santa Maria di Loreto.
dal Vicario Generale, arciprete Espisa Manchin, autorizza il domero1 de
esta asseo cathedral affinché il corpo
del defunto sia enterrado dentro de la
Iglesia della Gloriosa Santa Lucia
de dicho salto (di Sirraj).
Una successiva registrazione di
morte, riguardante certo Sisinnio Garau, deceduto nel salto di Sirray, nel
1792, riporta che il defunto fue enterrado en la iglesia de Santa Lucia
de Sirray. Un successivo documento del 1799, questa volta relativo ad
un battesimo, attesta, per la prima
volta, il battesimo della bambina,
Maria Teres Lucia Trulu, nata nel
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chos fieles christianos, in occasione
della festa, definita “tam sublime”.
Tra le chiese situate nel territorio
detto “de la montana”, solamente
quella dedicata a San Benedetto Abate, la cui festa che si celebrava, organizzata da un obriere incaricato dal
Capitolo la prima domenica di settembre, vide il consolidarsi di un
omonimo villaggio, sorto nella seconda metà del XIX secolo, per il
rinascere dell’attività mineraria2.
È interessante ricordare, in particolare, alcuni dei restanti luoghi sacri, ancora utilizzati nel ‘700:
- La SS. Vergine di Loreto, tito-
lare di un canonicato, nota popolarmente come Santa Maria Doloretta,
che insieme a quella di San Giuliano,
poste entrambe nel sito noto oggi come Arco di Sant’Angelo, segnato sulle carte dell’IGM come Genna Bogai. Le costruzioni delle due chiese
sono ancora intatte anche se è mutata
la “destinazione d’uso”, essendo divenute abitazioni occasionali per i proprietari dei terreni su cui sorgono. San
Giuliano ha addirittura la piccola abside trasformata in forno a legna.
Le chiese, oggi ridotte a poche
pietre della Vergine SS. Del Carmine e dello Spirito Santo, ancora officiata come chiesa dei minatori almeno fino al 1946
Lontano da queste, ma sempre nel
salto di Gessa, non lontano dal piccolo insediamento di Grugua, era
presente la chiesa di Sant’Elena, in
sardo sant’Areni.
Negli anni in cui venne redatto il
nostro manoscritto, era ancora consacrata e il canonico Juan Cogoti, ci
informa l’arcidiacono Salazar, ne era
il prebendato, anzi lo stesso canonico, qualche anno prima aveva provveduto a restaurarla. Il santo titolare
veniva festeggiato nella prima domenica di agosto. La festa era organizzata dal canonico Cogoti a sue spese, in quanto la chiesa non disponeva di alcun legato. Oggi l’antico edificio, situato su un verde declivio, privo del tetto e con le aperture tamponate è ridotto a porcilaia.
San Pietro apostolo era un’antica
chiesa rimasta praticamente intatta
nella sua struttura, compresa la volta a botte originale e la nicchia, ancora esistente, in cui era collocata la
statua del Santo titolare, sita sul versante del monte omonimo, trasformata, ahimè, in pagliaio e ricovero
per somari3.
Assai numerose furono le chiese
citate dall’arcidiacono Salazar, che qui
si riportano in lingua originale escludendo dall’elenco quelle completamente distrutte e ridotte a rudere:
Chiese canonicali esistenti
nel 1762 nei salti del Sulcis
* La Iglesias de Santiago de Astia
prebenda del Ill.re Archidean D.n
Nicolas Diego Salazar.
* La Iglesia dela Virgen de Nives
salto de Barega prebenda del M.R.
Priore y Canonigo Juan Maria Murrony.
* La Iglesia de San Andrey salto
de Conesy prebenda del M.R. Canonigo Antiogo Josef Sulas.
* La Iglesia de la Virgen del salto
de Palmas, prebenda del M.R. Canonigo Fran.co Antonio Loy, y por
lo mismo la Iglesia de Santa Marta
contenida enla prebenda salto de
Villa Rios
* La Iglesia de San Nicolas, salto
de Narcao, prebenda del M.R. Canonigo Ignacio Brundo(?).
* La Iglesia de San Pedro salto de
Nuxis prebenda del M.R. D.n Canonigo Fran.co Fontana.
*La Iglesia dela Virgen del Carmen salto dela Montana prebenda del
M.R. Canonigo Juan Maria Cogody.
*La Iglesias de San Nicolas salto de Sebatzus prebenda del M.R.
Canonigo Ignacio Pileddu
*La Iglesia de San Juan salto de
Suergiu prebenda del M.R. Canonigo D.n Viciente Otger
* L.a iglesia de la Virgen de Moncerrade, vulgo dicha de Bingiargia
en la què està fundado el canonicato de silla del M.R. Canonigo Antiogo Machony.
La iglesia de San Pedro Apostol,
en que està fundado el canonicato de
silla del M.R. Canonigo Ant.o Lochy
La Iglesia de Santa Barbara vulgo Giena Luas en que està fundado
el canonicato de silla del M.R. canonigo Ignacio Carta.
Le chiese non canonicali
* La iglesia de la Virgen SS.ma
salto de Barbusi.
* La iglesia de San Pedro salto
de Giba.
* La iglesia de San Juan salto
de Masaynas.
* La iglesia de la Virgen de Valverde salto de Pixinas.
* La iglesia de la Virgen de Itria
salto de villa Peruchu.
* La iglesia da san Jorge salto
de Murdeu
* La iglesia de San Elias salto
assì llamado.
* La iglesia de Santiago salto de
Perdagius.
La iglesia de San Leonardo en dicho salto, cuya puerta falta, y se previno à devoto hiziesse quanto antes
dicha puerta.
La iglesia de San Anton Abad extra muros de esta ciutad de Iglesias.
La iglesia extra muros de San Sebastian.
La iglesia de Santa Apolonia extra muros.
La iglesia de la Virgen del Buon
Camino extra muros.
* La iglesia de San Jorge salto
assì lamado.
La iglesia de San Bartholomè.
* La iglesia de San Benito salto
dela montaña.
* La iglesia de S.ta Elena en dicho salto.
* La iglesia de San Julian en dicho salto.
La iglesia de San Miguel en dicho salto muy distantes las unas da
las otras4.
Tutte queste chiese, aggiunge il
nostro Codice, erano in condizioni
decenti per celebrarvi messa ed indispensabili per garantire l’assistenza
spirituale ai cussorgiali.
Un numero così alto di chiese campestri, sta certamente ad indicare un
altrettanto alto numero di villaggi che
scomparvero per sempre e che, come scrisse Sebastiano Vassalli nel
romanzo “La Chimera” che gli valse lo Strega: Il tempo si chiuse su di
loro, il nulla li riprese e questa… è
in gran sintesi la storia del mondo.
1 Domeri o duomeri erano i sacerdoti secolari che erano incaricati dal Capitolo diocesano di svolgere tutte le funzioni in cattedrale, erano quindi un sorta
di parroci “turnisti”. Erano anche incaricati, sempre dal Capitolo di recarsi nelle
diverse cappellanie in occasione di feste
patronali, per dir messa, amministrare i
Sacramenti o, per dare, più in generale,
assistenza spirituale a coloro che vivevano, per la maggior parte dell’anno nei
salti.
2 La chiesa era, probabilmente, parte del villaggio scomparso di Guindili.
Cfr. anche S. Serra, in SCUOLA
CIVICA DI STORIA, pp. 31-56, Iglesias 2008.
3 Cfr. p. Filippo Pili, La chiesa di San
Pietro di Serrachei, in Archeologia Sarda, pp. 105-108.
4Le chiese segnate con un asterisco
prima del nome sono quelle che certamente furono al centro di villaggi, poi
scomparsi.
Fine
Giuseppe Mura
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La 2ª edizione della rassegna fieristica organizzata dall’associazione Primavera Sulcitana ha riscosso un successo straordinario
InvitaS 2016: profumi, gusti e colori della Sardegna
Il porto di Cagliari è stato preso d’assalto dai visitatori, attratti oltreché dalla cucina, dagli spettacoli e dai costumi di gruppi sardi.
a Sardegna in vetrina sullo
spaccato del Molo di Cagliari è quella che da sabato 29 ottobre a mercoledì 2 novembre, è apparsa a tutti
i visitatori che, attratti da musiche,
profumi e colori, si sono avvicinati a curiosare.
L’intento degli organizzatori,
Alessia Littarru ed Ivan Scarpa,
rappresentanti dell’associazione
Primavera Sulcitana, con “Invitas” è proprio quello di mettere in
mostra i “tesori sardi”, ed ecco che
allora la nostra musica si sprigiona
nell’aria e dà vita ad improvvisi
balletti… oppure rapisce, come nel
caso delle melodie che volano via
dalla fisarmonica di Juistine, una
quattordicenne figlia di una polacca
e di un tedesco, prima residente nel
Sulcis, ora in Corsica, innamorata
della musica sarda.
Per il secondo anno consecutivo, decine di migliaia di persone
hanno potuto gustare piatti tipici
nostrani, cucinati con attenzione e
cura nel rispetto delle tradizioni.
Profumi e gusti di Sardegna con
il pilau di Calasetta, la lonzetta con
la crema di funghi, le verdure dell’orto in scabecciu, il fritto misto,
mazzamurru, i culurgiones e la purpuzza… una varietà di leccornie per
una vera e propria festa dei sapori.
Uno spaccato di tradizione con
i Boes e Merdules di Ottana, i Mamuthones e Issohadores di Mamoiada, che domenica 30 ottobre hanno
accolto le migliaia di crocieristi arrivati a Cagliari.
Un commovente ritorno al passato con il gruppo della compagnia
teatrale “La Clessidra” di Anna
Pina Buttiglieri e Omar Soddu, che
ha rievocato le rivendicazioni per
un lavoro più dignitoso, prendendo
spunto dalle storie vissute nelle miniere di Carbonia.
Uno spazio dedicato ai bambini
e non solo con le Janas ed una rie-
provenienti da più parti dell’isola.
Artigiani con le loro opere, frutto di ore di lavoro, per la creazione
di pezzi unici. Passeggiate, sorrisi,
incontri e risate di bimbi… per non
I numeri promuovono la seconda edizione della rassegna
Settemila metri quadri, sette aree food,
150.000 visitatori da tutta l’Isola e turisti
S
Il 19 e 20 novembre è in programma la Fiera del Gusto di Iglesias.
InvitaS 2016 ha portato un clima di festa al porto di Cagliari.
Lo spettacolo del gruppo della compagnia teatrale “La Clessidra”.
vocazione di riti lontani nel tempo…
“Mortu mortu” e “Is animeddas”,
un modo per ricordare cosa facevano
i nostri nonni la notte del 31 ottobre.
E poi stand, tantissimi stand, con
prodotti agroalimentari genuini
dimenticare le peculiarità della nostra amata terra, una terra che chiama, che chiede di essere ascoltata,
che offre tanto e che non aspetta altro che essere conosciuta e visitata…
Nadia Pische
ettemila metri quadri letteralmente presi d’assalto,
dalla mattina alla sera: è da
record la seconda edizione
di InvitaS. Tra il 29 ottobre e il 2
novembre oltre 150mila persone da tutta l’Isola e turisti - hanno
scelto di trascorrere qualche ora
visitando i 150 stand di prodotti tipici sardi o le 7 aree food, tutte unite dagli inconfondibili profumi isolani. C’è chi ha raggiunto la zona
con una passeggiata, chi è arrivato
dalle altre province in treno e chi su tutti i 9mila crocieristi sbarcati al
molo Ichnusa - ha ricevuto un’accoglienza totalmente “sarda” come
inaspettato biglietto di benvenuto e
di arrivederci. Un successo che va
ben oltre le aspettative: tutta, ma proprio tutta la Sardegna in mostra, più
le giornate a ridosso del ponte di
Ognissanti. E c’è stato anche spazio per una pioggia di complimenti, arrivati da vari esponenti, politici e civili, che hanno optato per più
visite al “villaggio sardo”.
Un plauso arriva dall’Autorità
portuale. «Piena soddisfazione per i
risultati raggiunti, il terminal crociere è stato pienamente operativo.
Quanto successo va ad inquadrarsi
in un concetto, maturo, di misurazione del turismo crocieristico».
C’è stato anche il momento della
consegna di un cesto, riempito di
prodotti sardi, offerto da tutti gli stan-
disti al commissario straordinario
dell’Authority, Roberto Isidori. Emozionata e felice Alessia Littarru, presidente di Primavera Sulcitana: «Ringrazio tutti. Gli espositori che hanno creduto nel progetto ed i gruppi
che hanno partecipato a quella che
è una grande festa sarda. Sono loro
i protagonisti principali di questo
Alessia Littarru.
risultato. È stato bello ricevere tantissimo affetto e coinvolgimento, anche grazie alla tanta Sardegna presente. Grazie anche alle autorità che
sono venute a visitarci, dal presidente della Regione a vari assessori e consiglieri, sia regionali sia comunali, che non hanno lesinato complimenti per l’iniziativa».
Dopo lo straordinario successo
ottenuto dalla seconda edizione di
InvitaS, l’associazione Primavera
Sulcitana non si ferma e sabato 19
e domenica 20 novembre propone
un altro evento al centro storico di
Iglesias, la prima Fiera del Gusto,
organizzata sulla scia dell’eccellente riscontro avuto dalla prima Fiera
del Gusto di Cagliari, svoltasi dal
15 al 17 luglio scorsi.
Le molteplici peculiarità dei gusti
isolani si ritrovano, tutte insieme, in
un clima di festa continua. Il fascino mozzafiato della parte medioevale di Iglesias è l’ulteriore contorno di un evento indubbiamente “gustoso”. Una sinergia tra le varie istituzioni cittadine - dal Comune al Consorzio turistico, dalla Pro Loco alla
associazione dei commercianti.
«È un evento destinato a portare
migliaia tra cittadini e turisti nel centro storico, che diventa una grande
area dedicata alle eccellenze sarde
da valorizzare. La qualità vista come
punto di partenza e di arrivo - spiega il vicesindaco di Iglesias, Simone
Franceschi, nel benedire l’appuntamento autunnale -. La parte antica
della città è il nostro fiore all’occhiello, sono tantissime le attività
turistiche presenti. Grazie anche all’accoglienza diffusa, ci sono tutte
le carte in regola per coccolare i visitatori. Nelle due giornate della Fiera del gusto, inoltre, sarà possibile
visitare tutti i nostri monumenti».
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
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Spazio redazionale a cura del Comune di Carbonia, comunicazione istituzionale nel rispetto del principio della trasparenza
I Musei e i Parchi Archeologici di Carbonia vi aspettano
All’interno della Grande Miniera di Serbariu, il fascino dell’archeologia industriale al Museo del Carbone
Museo del Carbone
Il Museo del Carbone, con il fascino dell’archeologia industriale,
vi aspetta all’interno della Grande
Miniera di Serbariu che, tra gli anni
Trenta e Cinquanta del Novecento,
ha rappresentato una delle più importanti risorse energetiche d’Italia.
La Miniera di Serbariu iniziò ufficialmente la sua attività produttiva
nel 1939 e cessò nel 1964.
Il Museo del Carbone include i
locali della lampisteria, della galleria sotterranea e della sala argani.
Nella lampisteria potete trovare l’esposizione permanente sulla storia
del carbone, della miniera e della città di Carbonia; l’ampio locale accoglie una preziosa collezione di lampade da miniera, attrezzi da lavoro,
strumenti, oggetti di uso quotidiano,
fotografie, documenti, filmati d’epoca e videointerviste ai minatori.
La galleria sotterranea mostra l’evoluzione delle tecniche di coltivazione del carbone utilizzate a Serbariu dagli anni ‘30 sino alla fine dell’attività, in ambienti fedelmente riallestiti con attrezzi dell’epoca e grandi macchinari ancora oggi utilizzati
nelle miniere carbonifere attive.
in occasione della Settimana del Pianeta Terra.
L’esposizione è ospitata nei locali Docce della Lampisteria del Museo del Carbone. Attraverso una selezione di splendidi scatti, la mostra
documenta la specificità e la bellezza degli ambienti ipogei isolani, apprezzati dagli speleologi di tutto il
mondo.
La mostra è visitabile gratuitamente dal martedì alla domenica dalle
10.00 alle 17.00 (lunedì chiuso).
del Quaternario) e Università di Cagliari, Dipartimento Scienze Chimiche
e Geologiche - Geo-Musei UNICA.
Mostra
In miniera tra i presepi
La mostra “In miniera tra i Presepi”, giunta alla sua VI edizione, è
organizzata dal Museo del Carbone
e prevede l’esposizione, durante il
periodo natalizio, dei presepi realizzati dai partecipanti.
L’inaugurazione si terrà giovedì 8
Organizzata da: Centro Italiano del- dicembre, alle ore 16.00. La mostra
la Cultura del Carbone, Federazione sarà visitabile fino al 6 gennaio, dal
Speleologica Sarda e Gruppo Ricerche martedì alla domenica, dalle 10.00
Speleologiche E.A. Martel Carbonia. alle 17.00.
Ogni anno sono invitati a parteciPromossa da: Comune di Carbonia, Parco Geominerario Storico e pare: le scuole, le parrocchie, le asAmbientale della Sardegna, AIQUA sociazioni e i privati cittadini. I pre(Associazione Italiana per lo studio sepi possono essere realizzati con
qualsiasi tecnica e materiale, secondo
la fantasia degli autori. Nelle passate
edizioni abbiamo ammirato natività
tradizionali e presepi originali, costruiti con i materiali più diversi: dalla
ceramica ai materiali di riciclo, dalla carta alle conchiglie, dal legno alla pasta alimentare, dal sughero alle perline. È possibile aderire anche
come espositori fuori concorso, come
per gli artigiani che ogni anno espongono le proprie creazioni di ceramica, cristalli o pasta di zucchero.
La mostra continua a riscuotere
notevole successo, richiamando visitatori da tutto il territorio. Ciascun
visitatore riceve, all’ingresso, un
modulo per votare il presepe preferito; alla chiusura della mostra - il
giorno dell’Epifania - viene annunciato il presepe vincitore, che riceve
La sala argani conserva intatti i
grandi tamburi dell’argano con cui si
manovrava la discesa e la risalita delle gabbie, nei pozzi, per il trasporto
dei minatori e delle berline vuote o
cariche di carbone.
All’esterno è possibile ammirare,
oltre ai grandi castelli dei pozzi, la
locomotiva a vapore FMS 101 Breda, restaurata e riposizionata nel luogo in cui operava all’epoca.
Le turbine
La galleria sotterranea
La sala argani
La lampisteria
Documenti dei minatori esposti nella lampisteria
Il presepe del CICC esposto a Roma
Nel Museo del Carbone potete trovare anche un bookshop, la caffetteria e una sala conferenze dotata di 130
poltroncine e impianto audio-video.
Dove si trova
Grande Miniera di Serbariu,
09013 Carbonia
Contatti
Uffici e Biglietteria: 0781 62727
0781 670591
Per informazioni:
[email protected]
Per prenotare la visita di gruppi
o scolaresche:
[email protected]
Per ricevere brochure e materiale
informativo:
[email protected]
Sito internet:
www.museodelcarbone.it
Pagina facebook:
museo del carbone
Orari di apertura
Dal 21 giugno al 20 settembre: tutti
i giorni, dalle ore 10.00 alle 19.00.
La biglietteria chiude alle 18.00.
Dal 21 settembre al 20 giugno:
dal martedì alla domenica, dalle ore
10.00 alle 18.00. Chiusura: lunedì
non festivi, Natale e Capodanno.
La biglietteria chiude alle 17.00.
Mostra
La Sardegna Sotterranea
Sarà visitabile sino al 20 novembre 2016, la mostra fotografica “La
Sardegna Sotterranea”, organizzata
un riconoscimento.
Il presepe del Museo del Carbone,
realizzato con materiale elettrico di
riciclo, che tradizionalmente apre la
mostra, per questa edizione non sarà
presente, poiché è stato selezionato
per essere esposto a Roma alla 41ª
edizione della mostra internazionale
“Cento Presepi”. Cavi, isolatori,
lampadine, schede madri, ricomposte nella originalissima natività, faranno bella mostra nelle Sale del Bramante in Piazza del Popolo, tra i presepi provenienti da tutto il mondo.
Un altro gradito riconoscimento alla
ormai tradizionale mostra che si svolge - in piccolo - nella nostra Città.
Le adesioni devono pervenire entro il 15 novembre 2016. È possibile
contattare il Museo del Carbone per
verificare l’eventuale proroga della
scadenza. Telefono 0781/62727.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Spazio redazionale a cura del Comune di Carbonia, comunicazione istituzionale nel rispetto del principio della trasparenza
I Musei e i Parchi Archeologici di Carbonia vi aspettano
Museo Archeologico
Villa Sulcis
Parco Urbano “Sa Grutta”
con Necropoli Ipogeica
di Cannas di Sotto
Parco Archeologico
di Monte Sirai
Nuraghe Sirai
Che cosa c’è di nuovo al MUSEO
ARCHEOLOGICO VILLA SULCIS?
E perché visitarlo?
Il nuovo Museo è nato nel 2008,
all’insegna di un profondo cambiamento: gli allestimenti hanno un’impostazione prima di tutto didattica e
si fondano su due concetti chiave:
1) rendere comprensibili i fenomeni storici, attraverso i temi più importanti di ciascuna cultura;
2) rendere comprensibili gli oggetti, attraverso la ricostruzione del
contesto di scavo oppure dell’ambiente originario.
I contenuti continuano a riguardare sia il territorio comunale, con gli
scavi più importanti e longevi (Monte Sirai, Nuraghe Sirai, Su Carroppu),
sia il distretto sulcitano, con materiali da diverse provenienze, e tutto
l’arco cronologico compreso fra il
Neolitico Antico (VI millennio a.C.)
e l’età tardo-romana (VI secolo d.C.).
Il nuovo avvio ha comportato l’ampliamento delle attività del Museo e
dei servizi offerti al pubblico.
Il Museo è diventato il cuore di un
vero Sistema Museale (Museo Archeologico “Villa Sulcis”, Parco Archeologico di Monte Sirai e Nuraghe
Sirai, Parco Archeologico di Cannas
di sotto, Museo P.A.S, C.I.A.M. - Carbonia Itinerari di Architettura Moderna)
tanto da diventare titolare per conto
del Comune e sempre dal 2008, di una
concessione di ricerca e scavo, nell’insediamento del Nuraghe Sirai.
Nella sola annualità 2015-2016 il
Museo, grazie alla creatività e all’iniziativa delle operatrici dei Servizi Educativi, ha raggiunto il traguardo dei 100 laboratori didattici realizzati con le scolaresche. I laboratori
sono il nuovo modo di presentare e
comunicare i temi esposti al Museo
(Il mistero delle Janas, Plasmando
s’impara, Oltre il buio, Scrivere sull’argilla, I Romani al mercato, Caccia al reperto) e sono anche il collante
fra il Museo e i siti archeologici del
Sistema Museale: nella proposta
“Stiamo in capanna”, ad esempio, si
sperimenta al Museo la vita intorno
ad un’abitazione del Neolitico, ma
si completa il paesaggio del periodo
con la visita alla “città dei morti” cioè
alla NECROPOLI A DOMUS DE
JANAS DI CANNAS DI SOTTO,
nel PARCO URBANO che, grazie
alla posizione interna all’attuale città
(dietro via Alghero), offre uno spaccato di continuità della storia dal
Neolitico ai giorni nostri, con l’antico Medau SA GRUTTA che sorge
letteralmente sulle antiche tombe.
L’offerta didattica si rinnova ogni
anno con nuove proposte: nel 2016,
per venire incontro anche ai programmi scolastici, attraverso gli “Eroi di
bronzo”, è un bambino vissuto intorno al 900 a.C. (in carne e ossa) a
raccontare la vera storia delle origini e la vita quotidiana della civiltà
nella quale la Sardegna continua a
identificarsi, quella dei Nuraghi.
L’orizzonte dei partecipanti si allarga poi grazie anche a collaborazioni
con altri soggetti ed Enti che lavorano con il pubblico, come nel caso del
I Musei e i Parchi del Si.Mu.C. - Il Sistema Museale di Carbonia
Nuraghe Sirai, foto G. Alvito, propr. Ifras, su conc. MIBACT
Interno sala 1 Museo Villa Sulcis, foto S.A. Manca, su conc. MiBACT
Tempio di Ashtart, foto G. Alvito -Teravista, propr. Ifras (Monte Sirai)
Parco Cannas di Sotto, foto Fabio Pireddu
Museo Archeologico Villa Sulcis
Dove si trova:
Via Campania snc - Parco Villa Sulcis,
09013 Carbonia
Contatti
Biglietteria e Guide: 0781 63512 - 320 3674067
Direzione: 0781 665037
Per informazioni: [email protected]
[email protected]
[email protected]
Per prenotare la visita di gruppi o scolaresche:
[email protected]
Per ricevere brochure e materiale informativo:
[email protected]
Sito internet: www.comune.carbonia.ci.it
www.mediterraneacoop.it
Pagina facebook: museo archeologico villa sulcis
Orario per il Pubblico:
Orario invernale (1 ottobre-31 marzo) 10.00-15.00
tutti i giorni dal mercoledì alla domenica.
Lunedì e martedì aperto su prenotazione.
Orario estivo (1 aprile-30 settembre)
dalle 10.00 alle 14.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Tutti i giorni, escluso il lunedì
(aperto anche il lunedì se festivo)
Festival autunnale “Tuttestorie” (in
collaborazione con S.B.I.S.) e altre
manifestazioni di scala regionale o
nazionale (Monumenti Aperti, Giornate Europee del Patrimonio). I servizi educativi sono poi rivolti a tutte
le età scolari (anche alle scuole materne) ed extra-scolari: la didattica è
diretta all’intera Comunità.
Nel periodo estivo, in particolare,
la visita al PARCO ARCHEOLOGICO DI MONTE SIRAI è più suggestiva, grazie anche al laboratorio
Arishat racconta…, un percorso teatralizzato, nell’atmosfera magica
che avvolge il Parco nel passaggio
dal giorno alla notte, quando il sito
è illuminato dai colori del tramonto.
La visita a Monte Sirai è comunque
imperdibile: l’altipiano su cui sorge,
dal quale si gode un panorama sug-
Parco Archeologico di Monte Sirai
Necropoli Ipogeica di Cannas di Sotto
Contatti
Biglietteria e Guide: 320 5718454
Direzione: 0781 665037
Per informazioni: [email protected]
[email protected]
[email protected]
Per prenotare la visita di gruppi o scolaresche:
[email protected]
Per ricevere brochure e materiale informativo:
[email protected]
Sito internet:
www.comune.carbonia.ci.it
www.mediterraneacoop.it
Contatti
Biglietteria e Guide: 0781 63512 - 320 3674067
Direzione: 0781 665037
Per informazioni: [email protected]
[email protected]
[email protected]
Per prenotare la visita di gruppi o scolaresche:
[email protected]
Per ricevere brochure e materiale informativo:
[email protected]
Sito internet:
www.comune.carbonia.ci.it
www.mediterraneacoop.it
Dove si trova:
Strada Statale 126 - località Sirai,
09013 Carbonia
Orario per il Pubblico:
Orario invernale (1 ottobre-31 marzo) 10.00-15.00
tutti i giorni dal mercoledì alla domenica.
Orario estivo (1 aprile-30 settembre)
dalle 10.00 alle 19.00
Tutti i giorni, escluso il lunedì
(aperto anche il lunedì se festivo)
gestivo verso la laguna e le isole, fu
scelto dai Fenici proprio per la sua
posizione, strategica per il controllo
della Via Sulcitana e dei giacimenti
minerari locali. Oggi offre un’immagine completa della cultura feniciopunica in Sardegna, grazie ad un insediamento visitabile in tutte le sue
parti e ai continui apporti di novità
offerti dalle annuali campagne di scavo dell’Università di Sassari.
Il NURAGHE SIRAI, indagato
grazie alla collaborazione fra il Comune e l’Ati Ifras, ha portato a risultati pubblicati soprattutto su riviste scientifiche, ma ormai apprezzabili anche agli occhi dei visitatori.
Dopo circa 15 anni, la fortezza (fondata nel VII secolo a.C.) è in luce per
un ampio settore dell’abitato, mentre del nuraghe vero e proprio (XIV-
Dove si trova:
Zona Cannas di Sotto (ingresso da via Alghero),
09013 Carbonia
Orario per il Pubblico:
Orario invernale (1 ottobre-31 marzo)
visite guidate su prenotazione
Orario estivo (1 aprile-30 settembre)
dalle 15.00 alle 20.00
Tutti i giorni, dal mercoledì alla domenica
XIII secolo), inglobato al suo interno, si può apprezzare già una parte
consistente degli elevati.
L’interesse scientifico è eccezionale, in quanto primo insediamento
che documenta una concreta integrazione delle popolazioni di origine
orientale (i fenici) e delle comunità
nuragiche in una comunità mista sardo-nuragica; ed è per questo un sito
unico, nel quale si trova una fase culturale originale (VIII-VI sec. a.C), che
coincide anche con l’ultima fase della Civiltà Nuragica.
La fortezza, di forte vocazione produttiva (vetro, metalli, ceramica, pellami) è cinta da possenti fortificazioni (terrapieni) di tipo orientale e presenta forme inedite della cultura materiale: nuove architetture, nuovo repertorio della ceramica, nuove tecnologie produttive.
L’unicità dell’insediamento è stata riconosciuta nel 2012 anche dall’Accademia Nazionale dei Lincei,
che gli ha riservato una presentazione a cura del prof. Mario Torelli, all’indomani della scoperta della più
antica officina del vetro mai realizzata in Sardegna.
Attualmente il sito è aperto al pubblico durante manifestazioni come
Monumenti Aperti o le Giornate Europee del Patrimonio, nelle quali il
percorso di visita include il circuito
delle fortificazioni, compresa la porta
pedonale, l’area sacra con l’adiacente
officina del vetro, l’atelier per la concia delle pelli, mentre il complesso
nuragico, per ora visibile dall’esterno, si apprezza con le imponenti torri
unite da una cortina muraria che impiega blocchi anche di grandi e grandissime dimensioni.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XXI • N° 298 • 15 Novembre 2016
Spazio redazionale a cura del Comune di Carbonia, comunicazione istituzionale nel rispetto del principio della trasparenza
I Musei e i Parchi Archeologici di Carbonia vi aspettano
I reperti fossili (spesso unici in Italia) e le rocce del Museo PAS/Martel consentono di scoprire l’evoluzione della vita
Museo PAS
PalæoAmbienti Sulcitani
E.A. Martel
Il Museo PAS/Martel di Carbonia
è ospitato nei locali dell’ex-officina
della Grande Miniera di Serbariu.
Il primo nucleo fu costituito nel
1972 dal Gruppo Ricerche Speleologiche “E.A. Martel” all’interno
della precedente sede in via Campania. Nel 1997 fu rilevato dal Comune di Carbonia nell’ambito di un
progetto finalizzato alla valorizzazione dei beni culturali e ambientali
della Città e inaugurato il 2 giugno
2009.
Il Museo presenta una ricca esposizione di reperti fossili (spesso unici in Italia) e rocce che consentono
una escursione nel tempo attraverso
le ere geologiche, alla scoperta dell’evoluzione della vita, della geografia e degli ambienti del passato
sulla Terra, con particolare riguardo
alle vicende del Sud-Ovest della Sardegna.
La riproduzione dello scheletro
di un Tyrannosaurus rex cattura l’attenzione di grandi e bambini nella
sala espositiva principale.
La mascotte del PAS/Martel è senza dubbio il mammut nano (scoperto a Gonnesa) che, con il gruppo di
scheletri di Prolagus (ritrovati nei
pressi di Carbonia) e i resti di piccola scimmia Macaca (provenienti da
Fluminimaggiore), riporta i visitatori
al tempo profondo del Quaternario,
più vicino ai giorni nostri.
Il Museo Paleoambienti Sulcitani/ E. A. Martel offre alle scuole la
possibilità di partecipare a diversi
laboratori didattici: gli studenti possono eseguire un’esperienza pratica
di scavo paleontologico e preparazione di reperti; hanno a disposizione, inoltre, strumenti tecnologici
moderni per migliorare l’apprendimento.
Il Museo PAS - PalæoAmbienti Sulcitani E.A. Martel
Dove si trova
PAS - PalæoAmbienti Sulcitani E.A. Martel
presso Grande Miniera di Serbariu - 09013 Carbonia
Contatti
Biglietteria e Guide: 0781.662199
Direzione: 0781.665037 - [email protected]
Per informazioni: [email protected]
[email protected], [email protected]
[email protected]
Per prenotare la visita di gruppi o scolaresche:
[email protected]
Per ricevere brochure e materiale informativo:
[email protected]
Sito internet:
www.pasmartel.it - www.mediterraneacoop.it
Pagina facebook:
https://www.facebook.com/Museo-PAS-MartelCarbonia-2612099 93929623/
Orario per il Pubblico:
Orario invernale (dal 1 ottobre al 30 marzo)
dalle 10.00 alle 18.00 tutti i giorni, escluso il lunedì
(aperto anche il lunedì se festivo)
Orario estivo (dal 1 aprile al 30 settembre)
dalle 10.00 alle 14.00 e dalle 15.00 alle 19.00
tutti i giorni, escluso il lunedì (aperto anche il lunedì
se festivo)
Prolagus Sardus al Museo PAS
T-Rex al Museo PAS
Museo PAS - Storie di fossili
PROMOZIONI
Biglietto unico e biglietto cumulativo per i musei cittadini
Il Sistema Museale del Comune
di Carbonia (Si.Mu.C.) comprende
il Parco Archeologico di Monte Sirai, il Museo Archeologico Villa Sulcis, il Museo dei Palæoambienti sulcitani PAS - E.A. Martel e il Parco
Urbano “Sa Grutta” con Necropoli
Ipogeica di Cannas di Sotto.
Con il biglietto cumulativo è possibile visitare: il Museo Villa Sulcis
+ il Museo Pas + il Parco Archeologico di Monte Sirai con prezzi
scontati. Costo biglietto cumulativo:
10 euro intero, 9 euro ridotto.
Ai Musei e Parchi archeologici del
Sistema Museale si aggiunge un
gioiello di archeologia industriale:
il Museo del Carbone.
Il Biglietto unico consente la visita al Museo Villa Sulcis + Museo
Pas + Parco Archeologico di Monte
Sirai + Museo del Carbone con un
importante risparmio.
Costo biglietto unico: 15 euro.
Il biglietto unico per l’ingresso ai musei cittadini
Il biglietto unico e il biglietto cumulativo hanno una durata massima di
60 giorni. Attraverso questo strumento,
turisti e cittadini potranno visitare tutti
i musei della nostra Città con un risparmio superiore al 46% sul costo
del biglietto intero e di circa il 35%
su quello del biglietto ridotto.
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Anno XXI • N° 298 • 15 Novembre 2016
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Pietro Sanna, autore del libro “Livellari nei comuni del Sulcis”, rilancia un problema che coinvolge centinaia di proprietari terrieri
«Si trovi una soluzione per i contratti di livello»
P
L’estinzione dell’obsoleto contratto di livello sarà di giovamento a tutto il Sulcis che ha bisogno di aiuto per il comparto agroalimentare.
ietro Sanna, autore
del libro
“Livellari
nei comuni del
Sulcis”, rilancia
il problema dei
contratti di livello
Pietro Sanna.
che coinvolge centinaia di proprietari terrieri. Alcune
settimane fa ha inviato all’Amministrazione comunale di Iglesias una
lettera informativa sul contratto di livello ancora gestito dal comune minerario. «ll contratto di livello esiste
in molte parti d’Italia, anche a Sassari - sottolinea Pietro Sanna -. In ciascun luogo però ha delle caratteristiche peculiari per questo bisogna studiarlo nello specifico. Io l’ho fatto e mi
sento in dovere di comunicarlo nella
speranza che vogliate affrontare quello che ormai è un problema. Per il Sulcis il contratto di livello, gestito dal
comune di Iglesias con un regolamento comunale chiamato Albarano, è stato quello che non solo ha risolto il problema della disoccupazione del personale che lavorava nelle miniere rimasto disoccupato, ma ha risolto anche il
problema dello spopolamento del territorio. Oggi però è giunto il tempo di
estinguerlo perché finisca di arrecare
danno al Comune e al Sulcis. Voglio
sperare che, collaborando con gli altri
otto comuni interessati, vogliate chiedere alla Regione la sua estinzione».
Nella lettera, Pietro Sanna porta
all’attenzione dell’Amministrazione
comunale guidata da Emilio Gariazzo,
«la paradossale situazione esistente
nel territorio del Sulcis a causa del
“contratto di livello” gestito dal comune di Iglesias dal 1537».
«Leggendo la delibera del Comune n. 38 del 02.12.2002 - scrive Pietro
Sanna - si capisce perché il Comune
che gestisce il contratto di livello, bloc-
L
cato dal 1853 e, soprattutto, levata dal
bilancio la voce relativa nel 1942, non
sappia come uscirne se non con l’affrancazione. Nella delibera si esprime
la convinzione che le terre siano di
“proprietà” del Comune. Di seguito i
documenti che attestano che ne era so-o
gestore e che i terreni sono demaniali.
- 3 ottobre 1518: il Re approva i
capitoli statigli presentati a nome di
detta Città (cioè la richiesta da parte
di Iglesias dell’assegnazione di terre)
con la clausola che sulle terre assegnate “retè per Sa Excellencia lo mero e mix imperi, jurictiò alta y baxa,
civil e criminal”.
- 28 giugno 1537 la sentenza del-
la Reale Udienza assegna alla città le
terre del Cixerri finora gestite dal Visconte Gessa perché da esse “accipiat fructus, et illos in suam utilitatem
et habitatorum dicte Civitatis convertat;
et nobilis Capitaneus qui nunc est, et
pro tempus erit, exerceat jurisdictionem altam et bassam, cum mero et
mixto imperio, pro Regia Curia”.
- 5 gennaio 1815: il Procuratore
Fiscale Regio Patrimonio, pensando
che il Comune di Iglesias si fosse impossessato dei terreni livellari, li aveva requisiti mandando i suoi emissari a riscuotere il censo livellario. La
sentenza della Reale Udienza del 5
gennaio 1815 “assolve” e “reintegra”
la Città nel possesso di tali salti perché “la Città non pretendeva su quei
salti il dominio diretto, che fu, e sarà
presso il Sovrano, e neppure la giurisdizione, ed il mero, e misto impero,
il di cui esercizio hanno avuto, ed
hanno ancora i ministri Regi”.»
«Come può il comune di Iglesias
- chiede Pietro Sanna - pretendere l’importo dell’affrancazione di un terreno
che non è suo? Ci si rende conto che
se quei terreni fossero di sua proprietà
per accessione sarebbero di sua proprietà tutte le costruzioni edificate in
essi dal 1537? Interi paesi: Giba, Piscinas, Masainas, ecc. per esempio.»
«Il vincolo espresso in Catasto sui
130mila ettari di territorio livellario
del Sulcis fa sì che chi utilizza quelle
terre sia solo possidente non proprietario. Questo comporta frequenti e
inutili cause in tribunale tra qualche
livellario e il comune di Iglesias; la
impossibilità di utilizzarli per garanzie su finanziamenti bancari; il costo
più elevato per le pratiche tecniche di
vendita o successione; ecc.
Perché portare avanti la gestione
di questo antico istituto quando è palesemente antieconomico? Perché
non chiedere alla Regione che intervenga. Lo Stato lo ha estinto per quanto riguardava le amministrazioni e le
aziende autonome dello Stato con la
L. 29 gennaio 1974 n. 16. Nello stesso anno anche la Regione Sicilia ha
fatto altrettanto con una sua legge ispirata a quella dello Stato.
«L’estinzione dell’ormai obsoleto
contratto di livello - conclude Pietro
Sanna - sarà di giovamento alla stessa
città di Iglesias e, soprattutto, al Sulcis
che, specie in questo momento, ha
particolare bisogno che il comparto
agroalimentare venga aiutato.»
Pietro Sanna
Il canto dei fiumi del mio cuore
e mie
professioni di
ceramista industriale e di ricercatore d’argille, poi
Cesare Bettini.
arricchite dall’essere tra gli
organizzatori di un agenzia viaggi
cagliaritana, mi hanno fatto conoscere meglio il mondo fluviale. Per
dirla schietta, il tutto potrebbe essere nato dalla tradizionale paura dei
genitori modenesi di tenere lontani
i figli dai pericoli dei fiumi Secchia
e Panaro. Io adoravo mio padre ma
da bambino l’ho spesso disobbedito
riguardo il fiume Secchia, dove spesso sono andato di nascosto pedalando, ogni volta, una bici pesantissima, per una di trentina di chilometri
e forse più. Avevo sette anni quando feci parte di un gruppo di amici
che costruì una barca e la fece arrivare da Modena al Ponte Alto del
fiume Secchia, senza che i genitori lo
venissero a sapere. L’impresa finì
male per un’improvvisa piena che
travolse il frutto del nostro lavoro ma
fu eccitante e scolpì il carattere della mia adolescenza. Non appresi a
nuotare nei fiumi che bagnano le
periferie modenesi ma in una fossa
scavata nella roccia di un torrente
sulle Dolomiti, pertanto appresi a
non temere una corrente torrentizia
non pericolosa ed estremamente divertente. Da uomo maturo, sui trent’anni, dovendo costruire una ceramica a Palazzolo dello Stella, ho trascorso le domeniche ad esplorare in
auto tutti i fiumi di Udine e dintorni.
In seguito, su una house boat di un
amico, navigai sul fiume Sile scoprendo una natura piena di aironi e
di pendolini, particolari uccelletti che
costruiscono il nido sui cespugli da
cui pendono sull’acqua.
Il bello della natura fluviale lo
gustai anche in una particolare derivazione del Tamigi, nei sobborghi
di Londra dove feci, con gli amici
dell’agenzia cagliaritana, un’escursione in battello. A parte l’escursione classica serale in uno dei tanti
ristoranti naviganti sulla Senna, attrazione notturna di Parigi tra le più
gettonate oltre al Lido, Moulin Rouge, et.c, ho compiuto un lungo percorso fluviale in un ristorante galleggiante sul Menam, fiume vicino a
Bangkok. Del Niger ho frequentato
a piedi, brevemente la riva destra,
ma in assoluto il fiume su cui ho
navigato di più è il San Lorenzo, in
Canada. Dell’immensa via d’acqua,
che in inverno gela completamente,
ho visitato la zona dei Mille Laghi,
con isolette talmente minuscole, occupate da una sola casa, che a mio
avviso sono sconsigliabili a chi soffre di sonnambulismo, perché potrebbe cadere in acqua appena fuori
dalla porta. Nel San Lorenzo ho vi-
seri strani come i filosofi, capaci di
comprendere dai voli dell’avifauna
se cambia il tempo, oltre a ricordare
le caratteristiche di tutti i tronchi che
affiorano dalla sabbia che loro interpretano con la fantasia dell’artista.
Rimanendo nel territorio nazionale, mi sovvengono le Cascate del
Varone vicino a Riva del Garda, quella del Toce e le famose cascate delle Marmore, conosco bene torrenti
e cascate della Val di Genova, vicino a Pinzolo e molti segreti del Fiume Mincio, partendo dal Lago di
Mantova. In Sardegna ho scarpinato
a lungo sulle rive dei torrenti della
zona di Nuxis e tra gli enormi sassi
candidi della parte inferiore di Su
Gorropu di Dorgali. Amo le rive del
I
L’azienda sulcitana “Sa Craberia” ha vinto
il 1° premio per il miglior yogurt d’Italia
l Miglior Yogurt Naturale di Capra d’Italia è quello prodotto
dall’azienda “Sa Craberia” di
Carbonia (località Medau Brau).
“Sa Craberia”, guidata da Antonangelo Brau, s’è aggiudicata il prestigioso riconoscimento, al VII Concorso Nazionale di Agry Yogurt svoltosi
in occasione delle Fiere Zootecniche
Internazionali di Cremona, dal 26 al
29 ottobre scorsi.
«Con la preziosa collaborazione
del mio “Staff a livello familiare” spiega Antonangelo Brau - siamo riusciti a trasformare e commercializzare in Sardegna (al momento nei
punti vendita Conad a Cagliari, Carbonia, Sant’Antioco, Quartu, Villasimius) il nostro latte nei seguenti
prodotti: Latte fresco crudo (self-service a Carbonia), Latte fresco pastorizzato da 1 litro e 1/2 litro, Yogurt
cremoso in vasetto, Yogurt da bere
e Panna cotta.»
«Ho iniziato giovanissimo a conoscere il settore agro-pastorale e
ringrazio mio padre per avermi tramandato il piacere di questo lavoro
- aggiunge Antonangelo Brau -, così nel 2011 ho voluto realizzare una
esperienza concreta guidato dalla
passione per il mio lavoro ed amore
per gli animali: allevare capre e produrre con il loro latte prodotti unici.
L’azienda Sa Craberia è composta
da circa 170 capre “in selezione” appartenenti alla razza Murciana. Le
L
capre vengono allevate nel rispetto
del benessere animale: i capi possono entrare ed uscire dalla stalla in
qualsiasi momento e godere di ampi spazi per il pascolo. Il latte è prodotto seguendo e rispettando standard
di qualità. Tutti i prodotti sono rigorosamente realizzati con il nostro latte
caprino crudo e vengono preparati
zione in Sardegna per i prodotti locali, l’aggravio del sistema fiscale
per le piccole imprese, la competitività con i “grandi” produttori isolani, non ci siamo fatti abbattere ed
abbiamo continuato a perseguire il
nostro prezioso progetto di riuscire
a realizzare un prodotto “sardo e artigianale” di qualità, partecipando con
Antonangelo Brau.
L’azìenda “Sa Craberia”.
con ingredienti accuratamente selezionati per garantire una qualità superiore dal caratteristico sapore unico e tradizionale.»
«Nonostante i problemi e le tante
criticità dell’economia dell’isola e,
in particolare, della zona del Sulcis
Iglesiente, gli ostacoli che tutt’ora affrontiamo nel settore agro-pastorale in Sardegna, la difficoltà ad accedere al mercato di commercializza-
il nostro Yogurt naturale al VII Concorso Nazionale di Agry Yogurt in occasione delle Fiere Zootecniche Internazionali - Cremona 26-29 ottobre 2016. Con grande soddisfazione - conclude Antonangelo Brau - il
29 ottobre ci siamo classificati al 1°
posto con il Miglior Yogurt Naturale di Capra d’Italia, superando una
agguerrita selezione a livello nazionale con altri produttori.»
La provincia del Sud Sardegna ha dichiarato guerra
agli autori del cosiddetto “Sacchetto selvaggio”
a provincia del Sud Sardegna ha “dichiarato guerra”
agli autori del cosiddetto
“Sacchetto selvaggio”. Da
alcuni giorni ha avviato la pulizia
delle strade di propria competenza
che, a causa dell’inciviltà di pochi,
sono diventate discariche abusive,
con grave degrado dell’ambiente adiacente tante carreggiate lungo il territorio del Sulcis Iglesiente.
Dando incarico ad una ditta specializzata nella raccolta di rifiuti speciali e ingombranti, la provincia del
Sud Sardegna ha messo a disposizione 16mila euro per l’esecuzione
dei lavori, che si completeranno a breve. Pneumatici, residui di elettrodomestici, batterie esauste, materiali
inerti, rottami di sanitari e quant’altro, è ciò che fa da incivile cornice
al paesaggio e che viene raccolto dai
tecnici, che provvedono a stoccare
il tutto in appositi contenitori, per
C
poi conferire i rifiuti in discarica.
«Risultando non sufficiente l’opera di sensibilizzazione a tutela del
veglianza, che presidieranno vari siti
nevralgici del Sulcis Iglesiente, non
soltanto per creare un deterrente
Una delle tantissime discariche abusive create ai bordi delle strade.
territorio - si legge in una nota -, la
Provincia sta programmando l’installazione di impianti di video-sor-
rispetto a futuri gesti di inciviltà, ma
anche a scopo repressivo nei confronti dei fuorilegge.»
Il 2/11 a Villarios è stato ricordato Marco Pittoni,
ucciso otto anni fa in un conflitto a fuoco a Pagani
Le cascate dell’Iguaçu.
sto le orche, in lontananza, e poche
balene, causa un nebbione fittissimo.
La città con più fascino è Quebec City, caratterizzata dall’imponente castello. Ho navigato anche sul
battello per vedere le Cascate del Niagara e sulla piroga che si avvicina
alle Cascate dell’Iguaçu. sul confine
tra Brasile ed Argentina, quindi ho
navigato mezza giornata in battello
sul Rio de la Plata, a destra di Buenos Aires.
Ritornando in Italia, con un amico si andò, un pomeriggio d’estate,
con una guida al di fuori del comune che era un tutt’uno con la sua barca. ad esplorare le secche da lui frequentate. I barcaroli del Po sono es-
Fiume Temo, a Bosa, per averle girate e rigirate. Se devo essere sincero, i fiumi che ho amato, anzi che amo
di più, sono quelli che si snodano nell’alto Appennino modenese, non navigabili, di cui conosco ogni sasso
per averli percorsi a piedi, in salita
ed in discesa, nel periodo estivo, tipo torrente Dragone, etc. In assoluto, il mio paradiso, il nirvana che placa ogni mia tribolazione, è il Doccione di Pradula, sui monti di Fanano,
nell’Appennino modenese, è una cascata dolce, tenue, che mormora senza fragore distribuendosi sul declivio
erboso. è un luogo di mirtilli, lamponi, fragole e... sogni.
Caterno Cesare Bettini
ome ogni anno, in occasione della commemorazione dei defunti, a Villarios è stato ricordato il tenente M.O.V.M. Marco Pittoni, morto tragicamente 8 anni fa in un conflitto a fuoco a Pagani, in Campania.
Alla presenza del sindaco di Giba,
Andrea Pisanu, dei rappresentanti
delle sezioni delle associazioni carabinieri di Sant’Antioco e Calasetta
intitolate al tenente Marco Pittoni,
dei familiari della medaglia d’oro e di
un picchetto in armi, è stata deposta
una corona di fiori sulla tomba del
giovane deceduto nell’adempimento
del suo dovere, come meglio indicato nella motivazione della medaglia d’oro: «Con ferma determinazione, esemplare iniziativa e insigne
coraggio, presente in abiti civili per
indagini di polizia giudiziaria all’interno di un ufficio postale, non
esitava ad affrontare due malviventi
sorpresi in flagrante rapina e, senza
fare uso dell’arma in dotazione per
non compromettere l’incolumità delle numerose persone presenti, riusci-
della quale veniva attinto da un colpo d’arma da fuoco. Benché gravemente ferito tentava di porsi all’inseguimento dei malfattori in fuga
La cerimonia svoltasi a Villarios il 2 novembre 2016. Nel riquadro Marco Pittoni.
va a immobilizzare uno di loro. Aggredito proditoriamente alle spalle
da altro rapinatore, ingaggiava una
violenta colluttazione, nel corso
prima di accasciarsi esanime al suolo. Fulgido esempio di elette virtù
militari e altissimo senso del dovere,
spinti fino all’estremo sacrificio».
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Anno XXI • N° 298 • 15 Novembre 2016
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Alcune settimane fa due giovani di Carbonia hanno fatto il grande passo tanto sognato ed ora vivono felici il loro matrimonio
S
Sergio e Mariano: ha vinto l’amore, il resto non conta
La dimostrazione data dalle famiglie infonde speranza a chi sogna ciò che forse, per mancanza di coraggio, non riesce ad affrontare.
campoli di vite vissute sono
quelli che oggi cucirò per voi,
esperienze forti, forse ancora
nuove per molti di noi e proprio per questo importanti da raccontare.
Gli angeli, si dice, non abbiano sesso, e forse anche l’amore non ne ha,
soprattutto se a raccontare sono sguardi sinceri e parole toccanti come quelle che mi hanno emozionato qualche
pomeriggio fa quando ho incontrato
per la prima volta Sergio e Mariano...
sposi freschi e felici.
Certo il loro matrimonio si scosta
da quella che è la tradizione, ma di
fronte a due ragazzi che speravano
solo di unirsi e formare una coppia
anche davanti alla legge, tutto prende forma e parlando parlando assume ad un tratto l’aspetto della normalità.
Un attaccamento alla famiglia, tipico dei bravi ragazzi, famiglie che se
anche forse inizialmente si sono poste
il problema di come fare ad accettare
che il proprio figlio sposi un altro uomo, di sicuro non è riuscito ad intaccare l’amore che unisce genitori e figli in un legame indissolubile.
Una dimostrazione quella data dalle famiglie di Sergio Pira e Mariano
Zicca che infonde speranza a chi, di
fatto, sogna ancora un qualcosa che
forse, per mancanza di coraggio, non
riesce ad affrontare.
Sereni e con la gioia nel cuore
Sergio e Mariano hanno fatto il gran-
S
Sergio e Mariano felicemente sposati.
de passo ed ora vivono felici il loro
matrimonio.
Incontrarli ed assaporarne la serenità è un tutt’uno, parlano di lavoro,
di progetti futuri e si commuovono
quando ricordano i momenti più “forti” del loro matrimonio...
L’incontro con mamma Giusep-
Continuano le ricerche delle opere dei primi anni di Carbonia
Il mistero del dipinto della Torre Civica
arebbe forse risolto il mistero del Dipinto nella Sala
(già del Direttorio poi delle
Udienze della vecchia Pretura, oggi, possiamo dire, delle Cerimonie), che si trova al primo piano della Torre Civica, già Littòria.
Dopo anni di ricerche, mi sono imbattuto recentemente in diverse informazioni provenienti da Riesi (provincia di Caltanissetta). Secondo la
fonte “Agorà”, mensile edito a Riesi, e anche l’articolo “I percorsi della cultura”, pubblicato nel blog di
Giuseppe Calascibetta, in data 13
settembre 2012, con il titolo “L’emigrazione Riesina a Carbonia”, infatti, si afferma che: «Alla fine del
1936, l’Azienda Carboni Italiani individuò il bacino carbonifero SiraiSerbariu, che gli permise di assumere una serie di emigrati provenienti da tutte le regioni d’Italia…
furono assunti molti disoccupati-emigrati, prigionieri, comunisti e socialisti. Tra questi emigrati, possiamo
ricordare un’infinità di famiglie e
personaggi riesini, tra questi: Luigi
Di Legami e Pietro Puzzanghera.
Luigi Di Legami insieme alla sua
famiglia emigrò da Riesi nel Sulcis
nel dicembre del 1937, dove appena arrivato, fu nominato capo cantiere e responsabile del reclutamento del personale per la realizzazione
della città di Carbonia. Grazie a lui,
molti emigrati riesini furono assunti, alcuni all’interno delle miniere di
carbone e altri per la costruzione di
Carbonia; questo determinò la nascita di una nuova comunità riesina... Un altro personaggio riesino
che possiamo rammentare è Pietro
Puzzanghera, che viene ricordato,
poiché venne incaricato dall’amministrazione fascista di realizzare nella sala della Torre Littoria, un dipinto
che esprimesse l’Italia vittoriosa. Alla fine del lavoro, gli fu proibito di
firmare il dipinto, poiché era comunista; e poi per evitare che lui creasse dei problemi durante la permanenza di tre giorni del Duce, venne
portato in un carcere in un paese vicino a Carbonia. All’indomani della
seconda guerra mondiale, l’affresco del pittore riesino, è stato cancellato...»
Un’altra fonte da Riesi (Riesi Art
Poesie di Calogero Puzzanghera)
dà la medesima descrizione nel seguente modo: «Pietro Puzzanghera,
oltre che muratore, era un valente e
riconosciuto pittore che il Partito fascista locale incaricò, pur essendo
comunista riconosciuto, di realizzare, nella sala della Torre Littoria, un’opera che esprimesse l’Italia vittoriosa. Pietro Puzzanghera, come pittore, accettò l’incarico, ma alla fine
del lavoro gli proibirono di firmarlo
perché di idee comuniste… L’opera realizzata da Pietro Puzzanghera
(di circa 5 x 5 metri) era nella parete della Torre littoria, di fronte al
balcone dove si affacciò il Duce per
il discorso inaugurale. Con la caduta del fascismo l’opera di Pietro Puzzanghera è stata coperta (e forse
cancellata) ed attualmente c’è una
parete bianca.»
zione, si attribuirono le opere ad un
giovane Afro Basaldella, ma sul suo
catalogo non vi è traccia di queste
opere. In realtà, però, esiste un’opera simile al dipinto descritto, realizzata da Corrado Forlin, Ardentismo
di un capo futurista a cavallo, 1939
(nel catalogo del 2011 curato da Flaviano Rossetto, nel sito web dedicato all’arte monselicense, con il titolo Corrado Forlin - Futurismo a
Monselice).
Al di là dei facili entusiasmi derivanti dalla possibilità di essere riusciti forse a risolvere il mistero su
questo dipinto (del quale si parla ormai da tanti anni a Carbonia, anche
con articoli sulla stampa ed interro-
Il dipinto di Corrado Forlin Ardentismo di un capo futurista a cavallo.
In verità, si discute da anni su
questo dipinto, che ha pochi testimoni. Recentemente, Gianni Ortu (operaio che seguì i lavori per l’ufficio
tecnico del nostro Comune) precisa
e parla di due dipinti: uno grande (raffigurante Mussolini su un cavallo
bianco), collocato nella Sala sulla
parete più grande che all’esterno sta
di fronte alla parlera, il balconcino
sul quale Benito Mussolini fece il
discorso inaugurale del 18 dicembre
1938 (riportato sulla lapide marmorea e rimasto fino al 1949) e del 15
maggio 1942 (inaugurazione di Cortoghiana); e l’altro piccolo (rappresentante una mappa dell’Impero fascista), sulla parete di fronte e a fianco, all’ingresso della stessa Sala.
Con questa vaga e incerta descri-
gazioni di consiglieri comunali), rimangono i forti dubbi e le perplessità
sul fatto che sia stato dato un incarico
così importante ad un pittore sconosciuto, e perfino comunista dichiarato, quando altre parti della stessa Torre Civica, già Casa del Fascio, erano
state assegnate ad artisti, allora giovani, poi diventati accademici e di prestigio internazionale. Le ricerche continuano con il serio contributo di tutti,
in special modo con la sensibilità
dell’attuale civica amministrazione
di Carbonia sarà possibile effettuare
rilevamenti tecnici per verificare l’esistenza e le condizioni delle opere in
modo da restaurarle e sottoporle allo studio di esperti storici dell’arte.
Mauro Pistis
[email protected]
pina e mamma Susanna, i loro occhi
pieni di emozione ed amore per il proprio figlio, conscie che niente come
la loro presenza avrebbe potuto renderli più felici.
E davanti a tanta gioia, diventa
spontaneo chiedersi il perché opporsi con tanto fervore ad un simile atto
d’amore.
Sergio era già ventenne quando
ha trovato il coraggio di uscire allo
scoperto e manifestare la propria sessualità... Mariano già da bambino, pur
senza rendersene conto, avvertiva quel
che era un suo desiderio.
Ora a distanza di tempo ed anche
dopo qualche delusione, sembrano
aver trovato la persona giusta con cui
condividere la vita.
Qualcuno ancora avanza critiche,
ma non tanto forti da riuscire ad adombrare la loro felicità.
Perché raccontare questa storia vi
starete chiedendo?
Perché serva da monito, perché
infonda coraggio a chi vive con sofferenza la propria condizione.
Ora resta solo un passo da compiere... adottare un bambino a cui
Sergio e Mariano possano fare da papà,
un bambino a cui sapranno dare tutto
l’amore di cui avrà bisogno, la sicurezza ed il sentirsi a casa, la serenità che
ogni bambino ha il diritto di vivere.
Una storia a lieto fine, perché, come dice mamma Giuseppina... ha vinto l’amore, il resto non conta.
Nadia Pische
S
I
Importante traguardo per la band sulcitana
I Golaseca al Premio Bertoli
Golaseca sono tra gli otto finalisti nella sezione giovani alla
quarta edizione del Premio Pierangelo Bertoli, che si terrà a
Modena il 26 novembre, al Teatro
Storchi.
pretato da attori non professionisti
di varie nazionalità.
Il 12 novembre i Golaseca hanno tenuto un concerto al Bar Ristorante “Il Circolo”, in Piazza Santa
Barbara, a Bacu Abis.
I Golaseca in concerto al Bar Ristorante “Il Circolo” di Bacu Abis.
I Golaseca sono in gara con il
nuovo singolo “Sud dei Sud”, brano dedicato all’integrazione, un chiaro rifiuto in chiave rock del razzismo fomentato da una certa parte
politica. Il video del brano è inter-
Il gruppo è così composto:
Roberto Cossu Cortejanas: voce
Renè Fonnesu: Basso
Don Maccioni: Batteria
Miguel Angius: Chitarra
Gian Piero Tuveri: Chitarra.
Crescente successo per il premio intitolato al grande artista
Ai Pupi di Surfaro il 9° Premio Parodi
i è conclusa con grandi emozioni la nona edizione del
Premio “Andrea Parodi”.
La vittoria è andata ai Pupi
di Surfaro, mentre il Premio della
critica è andato a Domo emigrantes
e Mau Mau a pari merito.
Ai Domo emigrantes sono stati
assegnati anche i premi per la miglior
musica ed il miglior arrangiamento,
ai Pupi di Surfaro quello per la miglior interpretazione. Ex aequo il
miglior testo per Claudia Crabuzza
e Mau Mau.
La menzione della giuria critica
internazionale è andata ai Parafonè,
quella della Fondazione Parodi per
la miglior interpretazione dei brani di
Andrea Parodi, ai Mau Mau. Il Premio dei concorrenti, infine, ai Pupi di
Surfaro, così come quello della giuria dei bambini in sala.
Erano in gara nell’unico Premio
italiano dedicato alla world music:
Paolo Carrus & Manuela Mameli Quartet (brano “Sa stella”, lingua sarda),
Claudia Crabuzza (brano “L’altra Frida”, lingua algherese), Domo Emigrantes (brano “Leucade”, lingua salentina), Lamorivostri (brano “Lamorivostri”, lingua calabrese), Mau
Mau (brano “8.000 km”, lingua piemontese), Parafone’ (brano “Amistà”,
lingua calabrese, arabo-egiziana), Pupi di Surfaro (brano “Li me paroli”,
lingua siciliana, italiana, inglese), Il
tempo e la voce (brano “Meravi-gliusa-menti", lingua siciliana medievale), Vesevo (brano “O’ Rre Rre”, lingua napoletana).
Un cast di altissimo livello ha animato la nona edizione della manifestazione, dal 13 al 15 ottobre a Cagliari al Teatro Auditorium Comunale
di Piazza Dettori, con la direzione
artistica di Elena Ledda e, alla conduzione, Ottavio Nieddu.
Ospite d’onore della serata finale è stata un nome leggendario della
musica di oggi come Al Di Meola,
molti concerti e con il disco “Midsummer Night in Sardinia” del 2005.
In quell’occasione aveva dichiarato:
«La voce di Andrea Parodi, unica,
genera emozioni che toccano le più
nascoste profondità dell’animo. Penso che Andrea sia una delle voci più
importanti ed originali del nostro
tempo!».
Al Di Meola è salito sul palco di
I Pupi di Surfaro hanno vinto il 9° Premio Andrea Parodi.
che ha ricevuto il Premio Albo d’oro. Non ha voluto mancare alla manifestazione che ogni anno ricorda
Andrea Parodi, dopo l’avventura con
i Tazenda, era diventato un personaggio di rilievo nella scena world
music internazionale. Di Andrea Parodi ricorre lunedì il 17 ottobre il 10°
anniversario della scomparsa.
Con lui, Di Meola aveva intrecciato un’intensa collaborazione, con
Cagliari con il chitarrista Peo Alfonsi,
che suonava all’epoca con Andrea
Parodi ed ora è in tour con lui da diversi anni. I due hanno stregato il
pubblico.
Grandi emozioni anche per la jam
session finale, che ha visto coinvolti
i musicisti ospiti insieme a quelli in
giuria, come Elena Ledda, Riccardo
Tesi, Mauro Palmas, Silvano Lobina,
Andrea Ruggeri.
L’angolo della poesia a cura di Nadia Pische
Se anche tu desideri veder pubblicato un tuo pensiero, una tua poesia... non esitare, rivolgiti subito a: [email protected] . Non aspettare oltre... a volte realizzare un sogno sembra impossibile ma... mai dire mai!
... Camminerò cercando un noi,
mi lascerò scivolare,
sarò un cristallo di ghiaccio
nei tuoi occhi stanchi.
Nel mio angolo buio
avvolta da parole mai dette,
appesa ad un filo d’argento...
mimerò i miei sogni
e se un sorriso apparirà
lo conserverò per te!
Nadia Pische
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Anno XXI • N° 298 • 15 Novembre 2016
11
La Provincia del Sulcis Iglesiente
CANALE 40
IN ONDA IL FUTURO
Tel. 0781 672155
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La squadra di Andrea Marongiu ha perso la prima partita ma continua la sua marcia solitaria in testa alla classifica
Il Carbonia è una realtà del campionato di Promozione
I
La Monteponi ha avuto una reazione dopo il cambio di allenatore ma poi ha perso in casa con il Selargius. Il Carloforte sta crescendo.
l Carbonia c’è. Ha perso prima
l’imbattibilità della porta di Daniele Bove, durata 369’ (2 a 1 alla Frassinetti Elmas il 30 ottobre
2016, con goal di A. Nepitella, su rigore, al 29’), poi ha subito la prima
sconfitta (0 a 2 interno con il Guspini
Terralba il 6 novembre), ma prima e
dopo ha sempre vinto e continua a
guidare in solitudine la classifica del
girone A del campionato di Promozione regionale, con 18 punti, davanti a Samassi (17), Guspini Terralba
(16) ed Arbus (14).
Daniele Bove (Carbonia).
Dopo 7 giornate di campionato e
due turni di Coppa Italia brillantemente superati su Monteponi e Siliqua, non
pare azzardato affermare che il Carbonia sia una splendida realtà e possa aspirare a lottare al vertice fino alla fine, contro ogni pronostico. È vero,
infatti, che nella passata stagione Andrea Marongiu aveva condotto la squadra fino ad un passo dai play-off, mancati solo per i peggiori scontri diretti
con il Bosa, poi promosso, e alla finale della Coppa Italia, persa ai rigori
nella sfida infinita con lo stesso Bosa,
B
a Oristano, ma in estate la squadra ha
perso quattro pedine importanti come
Fabiano Todde, Daniele Bratzu, Nicola Boi e Giancarlo Porcu e la società
ha sposato la linea giovane, con la valorizzazione del fiorente vivaio, inserendo il solo Claudio Cogotti, desideroso a 28 anni di rilanciarsi dall’anonimato della 2ª categoria.
I risultati del lavoro impostato a
tavolino dalla società e sul campo dal
tecnico Andrea Marongiu, sono sotto
gli occhi di tutti, la squadra gioca bene, diverte e vince, trascinata da un
Marco Foti (Monteponi). Foto F. Murru.
Giuseppe Corona ritornato alla forma
migliore dopo una stagione iniziata in
ritardo e condizionata dagli infortuni.
La stagione è lunga ma i presupposti perché il Carbonia giovane sia
protagonista fino alla fine, sembrano
esserci veramente tutti.
Al bilancio di un avvio di stagione più che positivo del Carbonia non
si abbina, purtroppo, un bilancio altrettanto positivo per la Monteponi. I
risultati negativi maturati nelle prime
giornate, prima in Coppa Italia poi in
campionato, hanno determinato il
cambio di guida tecnica, con Franco
Fiori al posto di Titti Podda, ma i risultati non sono stati pari alle attese,
con una vittoria in rimonta nel derby
con il Carloforte, un buon pari a Elmas ma poi una pesante sconfitta interna con il Selargius. Domenica 20
novembre c’è il derby di Carbonia,
un risultato positivo potrebbe riportare fiducia nell’ambiente mentre una
sconfitta renderebbe la classifica ancora più precaria.
Chi nelle ultime due settimane ha
dato segnali di ripresa è il Carloforte
Alessandro Ciccu (Carloforte).
di Tony Poma. Dopo l’amara sconfitta
di Iglesias, maturata a metà ripresa in
1’ dopo il vantaggio acquisito nel primo tempo con il goal dell’ex Giacomo Sanna, ha conquistato la prima vittoria contro il Sant’Elena (2 a 1 con
goal di Giacomo Sanna e Fabio Puggioni) ed è poi tornato imbattuto dal
difficile campo del Seulo (1 a 1), risalendo dall’ultimo al quart’ultimo
posto. Ora il calendario gli propone
il Barisardo, diretta concorrente nella lotta per la salvezza.
Giampaolo Cirronis
Il tecnico calabrese lavora al fianco di Massimo Ficcadenti
Bruno Conca, dal Cagliari al Giappone
runo Conca, nato a Catanzaro e cresciuto calcisticamente nel settore giovanile della società calabrese, può essere legittimamente considerato sardo d’adozione. La sua
carriera di calciatore, infatti, si è formata a Carbonia, dove giunse nell’estate del 1983 con i compagni di
squadra Antonio Soda e Rosario Belcamino, concittadini e coetanei, e
rimase per ben cinque campionati
consecutivi. E a Carbonia ha conosciuto la donna della sua vita, Gabriella Patanè, con la quale da allora è felicemente sposato.
Centrocampista dai piedi buoni,
Bruno Conca è stato una colonna di
quel Carbonia, disputando forse la
sua miglior stagione nell’anno concluso con l’amarissima retrocessione, maturata nel drammatico spareggio del Liberati di Terni con il
Pontedera. Con la maglia del Carbonia ha disputato complessivamente 105 partite e realizzato 9 reti, ben
4 delle quali proprio con quel Pontedera, 1 nell’ultima partita della stagione regolare, persa 2 a 1 al Comunale (il 5 giugno 1988) dopo l’iniziale vantaggio, ben 3 nel 4 a 3 dello spareggio perso, 7 giorni dopo.
Bruno Conca lasciò Carbonia nell’estate 1988 insieme a Fernando
Bianchini, destinazione Vercelli,
stesso girone A della C2. Con la Pro
Vercelli maturò ancora e a fine stagione la società piemontese lo cedette al Pavia, in C1, per la bella ci-
fra di 200 milioni più un calciatore,
Daniele Barbui.
L’estate del 1990 fu quella della
sua definitiva esplosione, con l’approdo alla Triestina, in serie B. Giocò praticamente sempre, 34 presenze, ma la stagione si concluse con
un’amara retrocessione in C1. Nella terza serie nazionale disputò ancora tre campionati, con rendimento medio-alto e nell’estate 1994,
Bruno Conca ai tempi del Carbonia.
chiuse l’esperienza con la Triestina
con 111 presenze e 3 reti, risalendo in
serie B, nelle fila della Salernitana.
Per la prima volta dopo tante stagioni, non iniziò una stagione da
titolare e mise insieme “solo” 10
presenze.
A 31 anni, con ancora tanta voglia di fare il calciatore, Bruno Conca approdò all’Atletico Catania, in
C1, da titolare inamovibile (35 presenze), poi alla Fermana, sempre in
C1 (28 presenze, 2 goal), con la quale
festeggiò la salvezza, realizzando il
calcio di rigore decisivo nella partita
di ritorno dei play-out.
Disputò un altro campionato di
serie B con la maglia del Ravenna
(13 presenze) e concluse la sua carriera da calciatore nelle due stagioni con la maglia del Fiorenzuola, in
C2, la prima da titolare, la seconda
condizionata da una serie di infortuni e conclusa nella duplice veste
di allenatore-calciatore, subentrando all’esonerato Bruno Nobili (ex
calciatore del Cagliari).
A Fiorenzuola Bruno Conca ha
capito che il suo futuro sarebbe stato ancora nel calcio, nella nuova veste di allenatore. Nell’estate 2001 è
approdato a Manfredonia, campionato Interregionale pugliese, senza
molta fortuna. L’esonero (è stato sostituito da Vito Sgobba) gli ha cambiato la carriera, perché dall’anno
successivo fa coppia fissa con Massimo Ficcadenti, con una carriera di
buon livello ed alcune punte in serie A: da Pistoia a Verona, da Reggio Calabria a Piacenza, da Cesena
a Cagliari.
Nell’estate 2014 la coppia Ficcadenti-Conca è volata “dall’altra
parte del mondo”, in Giappone, sulla panchina dell’FC Tokyo. Due stagioni nella Capitale e, dalla scorsa
estate, l’avventura giapponese prosegue a Fukuoka, a sud di Tokyo.
B
Dopo un anno da dimenticare, il volley sta regalando gioie
VBA/Olimpia, Sant’Antioco ci crede
rillante conferma per la
VBA/Olimpia Sant’Antioco, nella quinta giornata di andata della regular
season del girone B del campionato
di B1 di volley maschile. La squadra di Graziano Longu, opposta alla Ticomm&Promaco Gorgonzola
Milano, ha centrato la quarta vittoria, come le precedenti con il netto
punteggio di 3 set a 0 (25 a 21, 25 a
22, 25 a 17), scalando la classifica
che ora la vede al terzo posto, dietro
i Diavoli Rosa Brugherio Milano che
hanno fatto fin qui centrato cinque
vittorie ed hanno due punti in più,
ed alla Tipiesse Mokamore Bergamo, pure imbattuta ma con un solo
punto in più, avendo vinto due partite al tie-break, e con un quoziente
set più basso rispetto a quello dei lagunari (3,74 contro 4). Sulla stessa
linea della VBA/Olimpia c’è la Pallavolo Saronno, unica squadra ad aver
battuto in questo avvio di stagione
la squadra lagunare, espugnando il
PalaGiacomoCabras, per 3 set a 0,
lo scorso 29 ottobre.
Sabato prossimo, alle ore 18.00,
la VBA/Olimpia giocherà il derby
di Sarroch (8ª in classifica con 6 punti), con un avversario che si presenterà reduce da due sconfitte consecutive, subite prima a Cisano e poi
a Olbia (0 a 3, 25-23, 25-23, 25-20).
I risultati e, soprattutto, le prestazioni della squadra, hanno riportato
l’entusiasmo intorno alla VBA/Olimpia che ha iniziato la stagione come
forse nessuno avrebbe osato sperare.
G.P.C.
P
La VBA/Olimpia di Graziano Longu vince e convince. Foto di Fabio Murru.
Luca Genna, 27 anni il 19 novembre, è alla sesta stagione a Sant’Antioco.
Il Geopalace di Olbia ha ospitato i campionati italiani cadetti
In Sardegna i talenti del Taekwondo
er la prima volta la Sardegna
ha ospitato i Campionati Italiani di Taekwondo Cadetti
2016, organizzati dalla Federazione Italiana Taekwondo. Venti i
titoli assegnati il 5 e 6 novembre sui
6 campi allestiti al Geopalace del
Resort Sportivo del Geovillage.
Gli atleti iscritti alla manifestazione erano 355, in rappresentanza di
118 società provenienti da tutta Italia,
tra ragazzi e ragazze dei gradi di cinture rosse e nere, nati dal 2002 al
2004, seguiti da 200 coach e 250
accompagnatori, con un movimento
giornaliero di circa 2.000 persone.
A Olbia era presente anche tutto
lo staff tecnico federale e politico,
con il presidente federale Angelo
Cito, il segretario generale Massimiliano Campo e tutti i tecnici federali provenienti da diverse regioni. La scelta della Sardegna per lo
svolgimento dei campionati italiani
cadetti, rappresenta un significativo
riconoscimento per il lavoro svolto
negli ultimi anni dal Comitato regionale F.I.T.A. della Sardegna, presieduto dalla prof.ssa Ornella Zucca che dal 2013 gestisce tutte le attività federali periferiche.
In entrambe le giornate di gara,
si è assistito, sia in campo maschile
sia femminile, ad incontri di livello
tecnico assai elevato. Alcuni di questi atleti, già nell’orbita della Nazionale, sono stati seguiti con particolare attenzione dai tecnici e dai dirigenti federali.
Gli atleti sardi non hanno demeritato e, in un contesto tecnico molto
elevato, sono riusciti a conquistare
due medaglie di bronzo. Nella prima
giornata, è stato Paolo Biagi, atleta
dell’ASD Dinamico Taekwondo, a
salire sul gradino più basso del podio nella categoria -49 kg, in un lotto
di partecipanti particolarmente nu-
Una fase spettacolare di un incontro.
meroso (33) ed agguerrito; nella seconda giornata, è stata la volta di Agata Sanna, atleta della società Olympic Taekwondo di Alghero, terza
classificata nella categoria +59 kg.
Nelle classifiche per società, in
campo femminile si è imposto il
Centro TKD Ostia, davanti al New
Marziale Mesagne, al Centro TKD
Olimpico Nuzzo e al TKD Club
Ancona; in campo maschile, i1 primo posto è andato al Taekwondo 16,
che ha preceduto la Scuola Taekwondo Nolano, il Taekwondo Gold
Team e il CS Canguro.
Il presidente nazionale, Angelo
Cito, si è complimentato con il comitato regionale per l’organizzazione,
curata in tutti i particolari, preannun-
ciando nuovi eventi nell’Isola.
Soddisfazione per i risultati raggiunti è stata espressa anche da Ornella Zucca, presidente regionale Fita.
«I nostri ragazzi - ha detto - hanno avuto la grande opportunità di
confrontarsi con gli atleti delle migliori società italiane, spesso loro negata dalle difficoltà logistiche e dai
costi dei trasporti.»
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XXI • N° 298 • 15 Novembre 2016
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