27.10.2005 ALESSANDRA LOMBARDI CHI È SOPHIE SCHOLL

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27.10.2005 ALESSANDRA LOMBARDI CHI È SOPHIE SCHOLL
27.10.2005
ALESSANDRA LOMBARDI
CHI È SOPHIE SCHOLL?1
Una martire? Un’eroina romantica senza macchia e senza paura? Un prototipo della gioventù antifascista?
“La figura di Sophie Scholl”, scrive Paolo Ghezzi, “si presta a nobili interpretazioni e a glorificazioni idealiz
semplificatrici, chi è la protagonista del film che verrà proiettato questa sera?
Più di 80 istituti scolastici in Germania portano oggi il suo nome. Nel 2000 un referendum popolare la proclam
2003, con la collocazione del suo busto nella Walhalla bavarese presso Regensburg, Sophie Scholl entra defin
Germania.
Oggi, all’uscita del film che porta il suo nome, Sophie avrebbe 84 anni, oggi probabilmente Sophie sarebbe anc
suoi coetanei, avesse finto di non vedere le ingiustizie e gli orrori perpetrati dal regime di Hitler e di non sent
propaganda nazionalsocialista, col suo disprezzo per l’individuo, il suo militarismo fanatico, la sua volontà di an
Ma Sophie non ha finto di non vedere, anzi ha guardato bene in profondità la realtà del suo tempo e, insieme a
Rosa Bianca, ha scelto in che modo attraversarla quella realtà così difficile e dolorosa, così piena di con
minoritaria del dissenso, della resistenza non violenta, dell’opposizione prima interiore e poi sempre più esp
ultima, responsabile e cosciente, di un destino che ci appare ancora più tragico e crudele proprio perché paradoss
Il film di Marc Rothemund, pluripremiato al festival di Berlino, candidato all’Oscar come miglior film stranie
regista alla Sapienza di Roma in un’aula magna straripante di studenti, è basato su una ricostruzione fedele dei f
i protocolli degli interrogatori, e dalle lettere e il diario di Sophie e ci restituisce la sequenza drammatica degli
Scholl: attraverso i suoi occhi riviviamo i momenti concitati della stampa clandestina del sesto e ultimo vola
nell’androne dell’università il giorno fatale della denuncia e dell’arresto, l’estenuante interrogatorio facci
funzionario della Gestapo Robert Mohr, il tentativo iniziale di scagionarsi e di tener fuori gli amici, il rifiuto di
stesso Mohr, le confidenze e il testamento spirituale lasciato a Else Gebel nelle lunghe ore trascorse in cella,
boia del Tribunale del Popolo, il famigerato Roland Freisler, processo farsa con una difesa venduta e inesistent
prima ancora del dibattimento in aula, di fronte a un giudice carico di odio e fanatismo che con fervore cond
Führer, il commiato dai genitori , l’ultima sigaretta con Hans e Christoph, la strada verso la ghigliottina, l’esecuz
Una sceneggiatura scarna, essenziale, quasi teatrale, quella del film, fatta di dialoghi di grande tensione emotiva
che ci proiettano nell’interiorità di Sophie e ci lasciano intravedere le ragioni della sua scelta, il senso del su
attrice di teatro che interpreta Sophie, va sicuramente il merito di aver saputo rendere con grande forza espres
Sophie Scholl: l’autocontrollo emotivo e la ferma risolutezza con cui accoglie la sentenza, ma anche la sua
umanità e normalità di una giovane donna che vive pienamente la sua giovinezza, con tutte le contraddizioni e
ragazza di 21 anni che suona il pianoforte, ama la natura, l’arte, la letteratura, le gioie semplici dell’amicizia e d
sforza di pensare con la propria testa, di pensare diversamente in quella Germania acritica, indifferente, appia
mondo. Qui sta la provocazione, il fascino e l’attualità sconcertante della sua testimonianza, della sua lezio
quotidiani che inizia la sua sfida alla dittatura (durante una vacanza nel Nord della Germania, inebriata dalla
censura di ogni forma di libera espressione scrive: “abbiamo tirato fuori la chitarra e semplicemente cantato e
stupide della gente sconcertata lì intorno”). Nel contatto assiduo, attraverso la lettura, con quella tradizione filos
a tacere dal nazismo (il suo romanzo preferito è La montagna incantata di Thomas Mann), Sophie matura un
gradualmente, nella propria coscienza libera, nella fede in Dio trova la forza e il coraggio di lottare per i propr
forte, deciso alle ragioni morali della resistenza al male. Nonostante il tragico epilogo, peraltro già preannuncia
all’ultimo istante; c’è un filo di speranza che attraversa gli ultimi giorni di Sophie, la speranza che splende su
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Intervento tenuto in occasione dell’anteprima del film “La Rosa Bianca. Sophie Scholl”
morte. La fiducia di Sophie che il loro sacrificio non sarà vano, che la loro idea trionferà e continuerà a vivere n
il bambino in fasce sognato la notte prima di morire. “Die Sonne scheint noch. Il sole splende ancora”, è l’ulti
fissando lo sguardo sul fratello, quasi a volerlo trattenere per sempre.
Il messaggio del film è quindi un messaggio di speranza. E’ una lezione di coraggio civile, che vale oggi come ie
Chi è dunque la Sophie Scholl ritratta da Marc Rothemund?
E’ una giovane come tante, una figura tangibile, concreta, vicina e quindi credibile che senza tante scor
responsabilità di enunciare con chiarezza il proprio dissenso, di rivendicare il diritto a un pensiero critico e a un
il prezzo più alto.
E’ Freiheit/Libertà la parola che Sophie lascia scritta nella sua bella grafia sul retro dell’atto di imputazione prim
risoluti passi verso la ghigliottina.
In coda al film il regista ha scelto di lasciar scorrere alcune immagini che hanno un profondo valore simbolico
della caduta di Hitler lascia cadere sulla Germania devastata centinaia di migliaia di copie dei volantini della
tutti membri del gruppo col verdetto emesso a loro carico. Come a dire che quella narrata nel film è la cronaca
difesa dei diritti fondamentali che nella sua straordinarietà è alla portata di tutti. Anche di noi qui presenti s
davvero, l’idea di Sophie, di Hans, di Willy, di Christel, di Alex e del professor Huber non è finita sotto la lama
continua a interrogare le coscienze di noi tutti.