L`aracnide magico

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L`aracnide magico
Oggetto: “L’aracnide magico” - commedia fantastica Ambientazioni: Londra 1800 in un antico castello. Giappone, atmosfera mistica. Egitto,
riferimento a dei tipici ragni africani.
Personaggi:
Elisabet, madre di Fly/voce narrante
Fly, primo attore protagonista
Alfar, stregone
Fairy, regina delle fate
Jelly Roll, suonatore di pianoforte
Victor, corvo
Maga Dog
Yashiro
Scaletta:
Si tratta del sogno di un bambino che prima di essere lasciato in preda ad una nuova
realtà ignota si dispera e piange.
Con il suo pianto chiede alla madre di non lasciarlo solo in quella realtà, ma è troppo tardi.
Il canto della ninna nanna lo abbandona nel mondo dei sogni. La separazione provoca una
crisi d’identità non deleteria ma costruttiva (teoria di Winnicott).
Sarà aiutato inconsciamente all’azione creativa di un nuovo mondo, lì dove accadranno le
cose più insolite e inesplicabili, tanto quanto sono le cose reali.
Intraprende un lungo cammino, ignaro del fatto che anche un suo piccolo passo sia fittizio,
cammina nell’evanescente come se fosse la realtà…
I
Atto primo
Scena prima
Si sente il pianto di un bambino. Entra Elisabet sconvolta e in disordine.
Elisabet (imbarazzata) Emh, scusate…ero con mio figlio…stasera non ne vuole proprio sapere
di dormire (sorride nervosa) e…che…non sapevo a chi lasciarlo(ricomincia il pianto) (con ulteriore
imbarazzo) sono davvero costernata…ma…voi cominciate pure…io arrivo subito(esce, si
spengono le luci).
(da fuori) Oh no, che disastro, questa è la mia prima(il bambino continua a piangere)(autoritaria) sta
zitto!! (si calma)…e va bene, ti racconterò una storia…
(da fuori) (si intravede una luce fioca di una lampada) C’era una volta una giovane mamma e il suo
bambino. Lui era molto inquieto e la sera non voleva mai andare a letto. Si dice che i bambini
dimostrino in ciò la loro paura nel dover entrare nell’incoscienza.
(entra con il bambino in braccio) Così hanno bisogno della voce rassicurante di una ninna nanna
(lieve musica di sottofondo) o la certezza di un piccolo coniglietto di peluche che li accompagni ad
entrare in una realtà parallela. Il suo nome era Fly, come il tuo (da fuori)...e poi si
addormentava…e sognava…
Scena seconda
Fly Può sembrare invenzione ma, anche se ero molto piccolo, ricordo perfettamente quello che
sognavo. Ero in una culla, sotto un albero di ciliegio. Sì, sicuramente mi trovavo in Giappone,
quando all’improvviso mi vedevo già cresciuto. Avevo, nel sogno, come oggi ho, l’età di dieci
anni e, alzatomi dalla culla che non mi conteneva più, scrutavo il paesaggio. Mi accorgevo di
stare ad un passo da un lungo fiume e un fastidioso corvo mi svolazzava sulla testa.
Victor Spostati, cretino! Non vedi che sto per atterrare? Questo è il mio spazio, dove atterro
ogni giorno! E spostati ti dico! (il bambino si sposta, il corvo prende il suo posto)
II
Fly Hei, ma che maniere…Non sapevo che questo fosse il tuo (sarcastico) spazio, io non ci sono
mai stato qui. Anzi devo dire che “essere stato” per me non esiste proprio…cioè…io…non
ho…sì, non ho un passato. Bè, insomma, sono nato da poco.
Victor Oh, sentitelo! Ma chi se ne frega. Essere, essere stato, non esiste, io non ti ho fatto
delle domande. Ti dico solo spostati! E basta!
Fly Va bene… va bene!
Victor Ecco ma… tu chi sei? Perché sei qui? Da dove vieni? Sei piccolo, vedo. Quanti anni
hai? Dove stai andando?
Fly (esitando) (schivo) Ho dieci anni.
Victor Sì, ma… e poi?
Fly (non risponde, gioca con un filo d’erba)
Victor: Allora?
Fly Non sopporto le domande! (silenzio) (si odono delle leggere note di un pianoforte, una sinfonia
di Shubert) Senti, lo senti anche tu? Senti anche tu questa musica?
Victor (non risponde) (vola via)
Scena terza
Fly (fuori dal personaggio) Ma mentre sentivo queste note, di scatto mi svegliai. Ero di nuovo in
un corpo più piccolo di questo (indica il suo corpo) e c’era mi madre che dondolava la mia culla,
mentre guardava la tv. Dentro quella piccola scatola animata c’era un uomo possente con un
vocione altrettanto importante. Riaddormentatomi quell’omone mi appariva nel sogno. Mi
diceva…
III
Atto secondo
Scena prima
Alfar (entra un uomo di circa sessant’anni, con capelli e barba bianchi) Allora? Hai capito quanto
ho detto? No, dai, non dirmi che non hai prestato attenzione… (silenzio) Va bene, va bene…va
bene! Lo ripeterò ancora una volta. Quel bambino di cui ti parlavo, si trovava a Londra, in un
vecchio castello ottocentesco, era imprigionato, non poteva uscire da lì ed un vecchio stregone
aveva detto__facciamo un gioco. In dei vecchi bauli c’è un oggetto chiamato Aracnide Magico.
Quando lo troverai potrai uscire dal castello__. Il bambino aveva trovato il presunto oggetto,
ma non si trattava del suo aracnide magico. Così gli aveva fatto fare un simpatico bagnetto con
delle allegre cavallette rosse. Questo solo per non farlo soffrire_ tanto, e per farlo divertire_ un
po’!
Fly (esterrefatto) Ma…tu chi sei?
Alfar Ma dai, non fare lo sciocco. Noi ci conosciamo da sempre o meglio un giorno mi
conoscerai e saremo come una persona sola.
Fly Non capisco…
Alfar Capirai quando sarà il tempo di capire.
Fly Cos’era quella storia? Cosa vuol dire aracnide magico, dove si trova Londra...cavallette
rosse?!
Alfar
Sarebbe troppo semplice se, ad ogni domanda ci fosse qualcuno a cui sapesse
rispondere. Così non è. Cerca tu le risposte e se non le trovi, non farti domande. Semplice no?
Fly (ironico) Ah! Semplice!
(buio)
(luce, stessa scena)
Alfar Continuo la mia storia?
Fly Bè se ti scappa proprio…
Alfar Quel bambino nel castello non sorrideva mai, era sempre triste e pare che le cavallette
non gli divertissero affatto. Questo non per via della sua prigionia, ma per via della sua famiglia.
L’aveva persa a causa di un incidente, così aveva vissuto in un orfanotrofio, quindi
praticamente da solo…ma poi ci fu lo stregone ad aiutarlo…
Fly Ah, gentile lo stregone eh?! E’ come se io calpestassi una formica, di me si direbbe “…ma
poi ci fu Fly ad aiutarla” Vorrei proprio conoscerla questa fantastica persona! (sarcastico)
IV
Alfar Ce l’hai proprio davanti. Piacere, sono Alfar, provengo dalla Scandinavia, qualcuno
nei racconti mi chiama “stregone”, in realtà ci sono tanti termini per definire un’entità schiva e
nascosta come me. Chiamami come credi, ma non credere che io sia cattivo.
Fly Ciao, lieto di conoscerti, io sono Fly e non ho mai pensato a parole come “cattivo” o
“buono”, o meglio non so cosa significano.
Alfar Tanto meglio, dimenticavo che sei nato da pochi anni e non conosci ancora tante cose.
A volte sarà deleterio, ma anche tu dovrai conoscere…
Scena seconda
Fly (fuori dal personaggio) Così io mi trovavo in questo fantastico posto e incontravo gente
sempre più strana. Io non me ne rendevo conto, l’unico strano pensavo di fossi io. Il mio corpo si
spostava di qualche metro e si allontanava da quel mondo che pareva disegnato. La luce era
tanto abbagliante quanto irreale e i colori talmente enfatici che avevo sempre gli occhi socchiusi
come quando si guarda di continuo il sole. Mi allontanavo da lì e quelle note di pianoforte che in
un primo momento sentivo lievi, in seguito le sentivo più forti. Bè, ero talmente stranito che
non mi ero accorto di trovarmi davanti ad un suonatore di pianoforte. Era secco secco e aveva i
capelli che pareva una medusa, somigliava ad un lombrico con la criniera. Smetteva di suonare e
mi diceva…
Jelly Roll Ah! Bene, arrivi pure in ritardo! Sai da quanto che aspetto? Va va, vai a
prendere il tuo strumento e sbrigati che questa volta vinco io!
Fly (allibito) Non capisco. Forse mi hai scambiato per un’altra persona, io non ti conosco…
Jelly Roll Ma smettila, non conosco nessun altro che te a questo mondo, non ricordi?
Avevamo una sfida, io con il mio pianoforte, tu con la tua tromba. Vai, è dietro quell’albero,
prendila!
Fly Va…bene, ma io non so suonare…(prende lo strumento e comincia a suonare) (poi smette).
Ma…è bellissimo, riesco a suonare uno strumento che non avevo mai visto in vita mia!
Jelly Roll Ma cosa dici? Oggi sei davvero strano! Dai, continua a suonare.
V
Scena terza
Fly
(continua a suonare, poi viene interrotto dalla voce acuta di una donna) …ma…da dove
proviene questa voce?
Fairy Buongiorno ragazzi, scusate, stavo riscaldando la voce, mi preparo per il debutto di
questa sera.
Jelly Roll Ciao, noi ci divertivamo a battere un po’ i nostri strumenti. Se vuoi possiamo
accompagnare la tua voce, dai Fly soffia le note…(Jelly Roll improvvisa una musica, lo accompagna
Fly, poi a seguire Fairy intona una dolce canzone) (poi smettono)
Jelly Roll
Fantastico! Questa musica è a dir poco inebriante, ascoltandola riesco ad
immaginare un mondo fantastico con personaggi come quelli presenti nelle fiabe. Riesco persino
ad entrare in una storia che mi raccontavano da piccolo. E’ una stupenda sensazione…Mi
domando come possono, solo sette note combinate insieme creare mondi paralleli? Come può,
solo il suono di una voce trasportarmi in un tempo ormai passato?!
Fairy Non è come credi. La sensazione che tu hai, non è stata stimolata dalla mia voce o da
questa musica, è solo e soltanto la mia presenza che ha fatto di te un nostalgico.
Jelly Roll Cosa vuoi dire? Tu chi sei?
Fairy Sono Fairy la regina delle fate. Le pietre preziose che formano il mio diadema hanno dei
poteri magici. Regalano a chi ha voluto perderla la magia dell’infanzia. Quel periodo che
rivissuto in un istante diventa indelebile nella memoria di ognuno.
Fly Tutto questo è bellissimo, ma io non credo ai tuoi poteri, credo solo che la musica possa far
provare emozioni stupefacenti. Credo soprattutto nel potere della sensibilità di un uomo che
riesce persino a farsi incantare da una sconosciuta.
Fairy (lascia un profumo di rose e scompare).
Fly Ma dove è andata a finire? Adesso si mette pure a giocare a nascondino…Io non avevo
neanche finito il mio discorso…
Jelly Roll Andiamo via amico, qui sono tutti matti!!
Exit
VI
Atto terzo
Scena prima
(paesaggio con alberi d’ulivo, c’è un gran vento che preannuncia una bufera) (entra Elisabet, si rivolge al
pubblico)
Ely (urla) Oh mio Dio, si sta scatenando una tempesta, sarà meglio andar a controllare se Fly
si è svegliato. Oggi non me ne va una giusta…forse, signori sarò costretta a rinviare lo
spettacolo, vi verranno rimborsati i biglietti. (va dietro le quinte) Ah, bene dorme ancora…
Exit
Atto quarto
Scena prima
Fly
(fuori dal personaggio) Mi trovavo in uno stato di grande confusione, come si può ben
capire, ancora adesso mi chiedo se tutto quello che ho appena raccontato sia stato un sogno
oppure l’abbia vissuto realmente. Sta di fatto che il mio viaggio non terminava ancora.
Improvvisamente il mio corpo veniva trasportato in un altro luogo. Mi trovavo all’interno di un
vecchio treno a vapore e conoscevo_non so come_la sua destinazione: l’Egitto. Da lontano
riuscivo persino a scorgere le tre piramidi.
Mentre guardavo di là dal mio finestrino, le immagini non si presentavano costanti, ma in una
serie di flash-back, come si vede spesso nei film. In quei piccoli e veloci istanti intravedevo un
bambino, poi un uomo ed infine un vecchio. Non sono mai riuscito a dare una spiegazione a ciò.
Accadeva poi che il mio corpo una volta sceso dal treno, mettesse piede su una terra sabbiosa e
vedesse davanti a sé una donna con un gatto nero fra le braccia…
Maga Dog Ben arrivato! Seguimi, ti porterò in un posto in cui vorrai sempre ritornare, ma
non sarà possibile. Conserva questo momento e quando arriverà il tempo, vivilo e rendilo parte
di te.
Fly (sempre più guardingo la segue in silenzio)
VII
Maga Dog Ti porterò all’interno di un antico tempio e ti farò vedere il tesoro, privilegio di
pochi, i quali hanno un potere che permette loro di percepirlo.
Fly (non capisce il senso di quelle parole ma rimane in silenzio, poi riesce a dire pochi lemmi)
Tu…chi sei?
Maga Dog Mi chiamo Maga Dog, sono la tua guida in questo mondo così strano e a volte
invalicabile. Io credo sia fatto soprattutto per chi è capace a rimanere sempre in piedi, per chi
guarda la gente dall’alto e la mette in ginocchio, per chi simula la menzogna e la rende verità.
Questo mondo però è fatto anche per chi cade o pensa di cadere e per coloro, ci sono io che li
prendo per mano.
Fly
(fuori dal personaggio) Ricordo che questa frase mi consolava e mi dava coraggio, la
ascoltavo con dolcezza come si fa con una ninna nanna. Decidevo comunque di seguirla senza
fare troppe domande. Mi colpiva di lei il suo fascino orientale, m’imobilizzava. Era strano, fra
l’altro, vederla lì in una terra tanto distante da quelle che parevano le sue origini. Nel tragitto
un’altra strana cratura appariva davanti ai miei occhi.
Yashiro (una creatura dalle sembianze strane a scelta) (fa un verso particolare e gironzola attorno a
Fly come un cagnolino) Giochiamo? Dai…io faccio la maestra e tu l’allievo…dai…giochiamo!!
Fly Scusa, ma ora non ho tempo…e poi non ti conosco. Ho da fare delle cose importanti,
anche se a dire il vero non so di cosa si tratta. Quella donna, la vedi? Mi ha detto di seguirla,
deve farmi vedere un…non so che...ah, un tesoro…mah!
Yashiro Ma smettila di sognare, io non vedo nessuno. Gioca con me. Dai che ci divertiamo!
Fly E va bene, ma qual è il tuo nome?...Cosa devo fare? Propongo io il gioco. Giochiamo a
nascondino. Io conto fino a dieci, tu ti nascondi dopodichè io ti cerco. Capito?
Yashiro Si, è insolito ma semplice. Dai conta!
Fly (si avvicina ad un albero e comincia a contare) Uno, due, tre, quattro,cinque, (Yashiro si
nasconde dietro l’ albero) sei, sette, otto, nove…e dieci. (urla) Sto venendo a cercarti…ma dove
sei? (va dall’altra parte del palcoscenico, non la trova) (da lontano sente la voce di Maga Dog)
Maga Dog Mi segui? Siamo quasi arrivati.
Fly Mi scusi, ha visto per caso quella ragazzina che voleva a tutti i costi che giocassi con lei?
Stavamo giocando a nascondino ma, ora non riesco a trovarla!
Maga Dog Mi dispiace io non mi sono voltata neanche per un attimo. Poi se tu invece di
seguirmi, perdi tempo a giocare, non lo so…fai pure!
Fly Scusa Maga Dog, ma io…non ci capisco più niente. (fuori dal personaggio/voce esterna)
C’erano momenti in cui desideravo svegliarmi da quello che ora pareva un incubo.
VIII
Yashiro (da lontano) Il mio nome è Yashiro, non perderti d’animo, prima o poi mi troverai!
Maga Dog (si avvicinano ad un’alta scalinata gialla) Ecco. Dopo che avremo raggiunto la vetta
di queste scale, vedrai quello che ti ho promesso, dai vieni su, non aver paura. (buio) (entrano in
un grande castello moderato e antico fatto di pietra, poi entrano in una stanza tutta colorata)
Fly Dove siamo Maga Dog?
Maga Dog Vieni con me, ora ripercorrai un piccolo viaggio a ritroso e darai senso a tutto ciò
che hai visto fin ora. (la stanza è illuminata da un grande scrigno, Maga Dog lo apre e tira fuori un
grosso ragno d’oro)
Maga Dog Vedi questo? Sai cos’è?
Fly No…credo sia un grosso insetto…
Maga Dog Ti sbagli, appartiene alla famiglia degli aracnidi, ed è un ragno, viene chiamato
Aracnide Magico. Prendilo! Potrà farti vedere tante cose.
Fly (lo prende) Io non vedo nulla!
Maga Dog Abbi pazienza, il senso lo troverai da te.
Fly E’ vero…ora riesco a vedere qualcosa. (scorge sul dorso del ragno delle immagini) Vedo
Alfar, vedo Jelly Roll, Victor, la fata Fairy, Yashiro! Che significa?
Maga Dog No! Hai appena visto l’immagine di te stesso da grande, costretto ad apparire un
uomo pieno di serietà, ma con dentro sempre la voglia di rimanere bambino, di raccontare
storie, sempre alla ricerca di qualcosa. (continua) Jelly Roll? No, lui è lo stereotipo di un grande
amico, del quale potrai sempre fidarti, colui che avrà fiducia in te e che non ti farà troppe
domande.
Fly Tutto ciò è assurdo!
Maga Dog Poi c’è Fairy, immagine fantastica che potrai avere della vita. Incarnata da una
figura rasserenante, ti farà credere in cose che pensavi ormai smarrite.
E poi ci sono io. Ci sarà sempre qualcuno che ti farà riscoprire il senso di alcune cose
imperscrutabili. Tante altre ti faranno odiare la vita, ti faranno credere nell’inutilità dei propri
gesti e nell’esistenza di strade insidiose e impercorribili. Tu stesso ci crederai e capiterà di
camminare in tunnel bui e infiniti, ma tu ricordati di me. Ricorda che c’è Maga Dog che ti regala
la voglia di credere nei sogni e di amare la tua fantasia, solo quella ti farà vadere arcobaleni
multicolori ovunque.
Ed infine lei, Yashiro, l’idea che tu hai della’amore, quella che si diverte a giocare, ma che alla
fine viene fuori e che non andrà più via!
IX
Fly No. Mi dispiace, è una storia bellissima…ma io non ho capito nulla. Qual è il tesoro che
doveva farmi vedere, quale oggetto prezioso? Solo questo?
Maga Dog E’ proprio questo! E’ l’idea dell’infanzia che porterai dentro; sarà la tua unica
ricchezza. Il vero tesoro è il piacere di assaporare la fanciullezza fino alle viscere anche quando
non ci sarà più.
Visitare ogni volta che vorrai il tuo giardino delle delizie, anche quando il mondo t’imporrà di
crescere, di cambiare. Anche quando la gente ti prenderà per un visionario, per un eterno
bambino, per un immaturo, per un millantatore, per un clown. Si, solo questo…(scena buia,
ritorno a scena iniziale).
Fly (si sveglia nella culla, piange)
Ely Signori, è una situazione imbarazzante, vorrei rimediare ma credo che la rappresentazione
sia rinviata…
(si sentono mormorii e conteste) (lei vorrebbe continuare a scusarsi, ma viene interrotta dalle lamentele
del pubblico)
(piccola luce bianca nel buio, musica soft, poi buio completo)
Sipario.
Fine
X
Suggerimenti per la mise en scène:
Elisabet è una donna di circa trenta anni, occidentale, ci tiene alla sua immagine più che al
figlio, e a quella che dovrebbe essere la “sua prima” teatrale, il debutto di una commedia
che non si saprà mai di cosa si tratta.
Fly: il suo nome non è casuale, vola con la fantasia e racconta un sogno uscendo ed
entrando da questo come dal suo stesso personaggio (effetto di straniamento).
È un bambino di circa dieci anni, dalle origini incerte; l’attore può essere asiatico o
africano. Se asiatico è più appropriato alla scenografia stilizzata, se africano dà l’idea di
internazionalità, se infine, occidentale defilerebbe un elemento troppo statico e
tradizionale.
Maga Dog deve avere rigorosamente tratti orientali, dal viso porcellaneo, con Kimono
oppure con un abito molto sfarzoso e lucente.
Il corvo può essere sostituito con qualsiasi altro personaggio o animale di natura
discostante, è di poco rilievo, ma ha il suo significato.
Jelly Roll e Alfar sono descritti all’interno dei dialoghi, nelle didascalie.
Fairy: importante il diadema, il resto è marginale.
Yashiro deve essere delle stesse origini di Fly, tendenzialmente somiglianti.
La scena è orientata al buio, in contrasto con i costumi; il tutto è costituito da pochi
elementi di colore ma sostanziali e decisi.
XI
Autocritica:
Sicuramente sgrammaticata e priva di sequela Apparentemente priva di senso e orientata
verso il nulla. Tendenzialmente banale, smielata e troppo buonista.
Istinto primordiale: bruciare queste pagine.
Istinto secondario: scrivere una tragedia Čechoviana.
Tutto quello che è stato scritto nei dialoghi, sono sicuramente pensieri e idee che penso
realmente, ma che forse avrei potuto renderlo meno infantile, anche se d’infanzia in realtà
si parla. Mi rifarò sicuramente con l’allestimento delle scene che presto concretizzerò.
Consiglio ad ogni modo di soffermarsi (modestia a parte), sulla genialità brechtiana
dell’effetto di straniamento, unita ad un altro esito: l’assurdo beckettiano, ma anche all’idea
di teatro nel teatro di pirandello.
Sarei lieta di rappresentarlo esclusivamente ad un pubblico di bambini in un piccolo teatro
(e poco noto).
In questo caso come non in altri, non mi spaventano le critiche in quanto sono cosciente di
aver fatto tutto questo solo per puro divertimento…
Con affetto.
Antonella Musiello.
XII