superstizioni, pregiudizi, credenze

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superstizioni, pregiudizi, credenze
SUPERSTIZIONI, PREGIUDIZI, CREDENZE
839.
Ddij havitan’ (n’ libbera) ra li ns’gnalat’94
Dio ci liberi dai segnalati
Un pregiudizio quasi generalizzato che può essere stato all’origine di una errata e
distorta interpretazione di alcuni passi dell Sacra Scrittura come il Levitico XXI/19
Nessun uomo che abbia qualche deformità potrà accostarsi per offrire il pane del suo
Dio.
840.
Zuopp’, c’cat’ e russ’, mbaravis’ n’ n’ vann’ r’ quiss’95
Zoppi, ciechi e rossi in Paradiso non ne vanno di questi
841.
Russ’ e can’ chiazzat’, sanal’ appena nat’
Rossi di pelo e cani chiazzati sanali appena nati
842.
La mala nova la porta lu nigl’
La cattiva notizia la porta il nibbio
Il nibbio è l’uccello del malaugurio per antonomasia, e sentire il suo lugubre
cinquettìo è davvero raggelante.
843.
Chi priest vol’ m’rì, s’ fac’ la cap’ e vaj a durmì
Chi presto vuol morire, si pettina e va a dormire
Personalmente ricordiamo come i nostri nonni con ripetuti ed accalorati
ammonimenti ci vietassero quasi di guardare nello specchio prima di andare a letto,
con lo spauracchio di vederci riflesso il diavolo.
844.
Ddij havitan’ (n’ libbera) ra omm’n’ senza varva e ra femm’na
m’stazzuta
Dio ci liberi da uomo senza barba e da donna con i baffi
Questi segni che molti chiamavano scherzi di natura erano visti come delle vere e
proprie maledizioni divine.
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DDO pagg. 214/244/600
DDO pag. 214
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845.
Uocchj r’rritt’ cor’ afflitt’, uocchj mancin’ cor all’hrin’
Occhio destro cuore afflitto, occhio sinistro cuore allegrino
846.
Aurecchia r’rritta cor’ afflitt’, aurecchia manca cor’ franch’
Orecchia destra cuore afflitto, orecchia sinistra cuore franco
847.
Chi ten’ lu neh’ e n’ s’ lu ver’, ten’ la sort’ e n’ s’ r’ crer’
Chi ha un neo e non se lo vede, ha la fortuna e non lo crede
848.
Chi rir’ r’ viern’rì, chiang’ la r’men’ca e lu lunn’rì
Chi ride di venerdì, piange la domenica e il lunedì
Anche a questo proposito, ricordiamo personalmente come, ai nostri tempi, venisse
severamente proibito di ridere di venerd’, perché portava sfortuna…
849.
Crist’ r’ fac’ e lu Riav’l’ (la f’rtuna) r’accocchia96
Cristo li fa (nascere) e il Diavolo (la fortuna) li accoppia
In effetti a vedere certe accoppiate, non si può fare a meno di dar credito al proverbio.
850.
Chi lassa la via vecchia p’ la nova, sap’ che lassa ma n’ sap’ che
trova97
Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa cosa lascia, ma non sa cosa
troverà
Amittit merito proprium qui alienum adpetit – chi pretende l’altrui perde il suo98.
È piuttosto un invito a non farsi allettare facilmente da ingannevoli apparenze di
ricchi, ma ipotetici guadagni, rinunziando, nel frattempo, a quello che può essere
modesto, ma sicuro.
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851.
Chi ten’ nas’ ten’ crianza99
Chi ha naso (grosso) ha educazione
852.
Eia curt’ e mal’ cavat’100
E’ piccolo e mal fatto
DDO pag. 48
DFSI pag. 437
Favole di Fedro Libro primo 5
DDO pag. 437
DLI pag. 41699
AV9
pag. 42
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853.
Ra chi n’ nn’hav’ figl’ n’ ng’ sc’ né p’ rrobba né p’ cunzigl’
Da chi non ha figli, non ci andare né per roba né per consigli
Fin dall’antichità la sterilità era considerata come una maledizione di cui vergognarsi,
e conseguentemente chi non ha figli non può avere una esperienza completa della
vita.
854.
La cora eia cchiù bbrutta a scurcià (scurt’cà)101
La coda è più difficile a scorticare
Già i latini dicevano in cauda venenum – nella coda sta il veleno; per dire che la parte
finale di una qualsiasi impresa è sovente più difficile. Infatti, quando si è sul finire di
un qualunque lavoro, ci si accorge che la stanchezza, la fatica, l’assiduità hanno
consunte le iniziali fresche energie.
855.
Fatt’ la croc’ cu la man’ mancina102
Fatti la croce con la mano sinistra
E’ una specie di scongiuro per chi si appresta ad affrontare un lavoro o una situazione
penosa, o comunque difficile.
856.
St’ann’ eia bb’siest
Quest’anno è bisestile
Si dice anche anno bisesto, anno funesto perché in particolare in agricoltura, si crede,
che i vari raccolti possano essere danneggiati.
857.
Chi n’ s’ hratta cu r’ man’ soj, n’ lu passa maj lu p’rrit’103
Chi non si gratta con le sue mani, non gli passa il prurito
Chi si impegna per le proprie cose, non può che farle bene, o, quanto meno, non può
incolpare altri, se non se stesso.
858.
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102
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DDO
DLI
DFSI
DLI
Ndov’ sputa nu pop’l’ fac’ f’ndana
Dove sputa un popolo, fa fontana
pagg. 127/207/594
pag. 184
pag. 110
pag. 546
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Le grandi rivoluzioni, i grandi movimenti sono frutto del popolo che unito, diventa
forza, potenza, impeto.
859.
Chi sputa ngiel’ nfaccia lu ven’104
Chi sputa verso il cielo, in faccia gli ricade
Per dire che il male che si vorrebbe fare agli altri, ricade ineluttabilmente sopra di
noi.
860.
Eia nat’ cu la cammisa (v’stut’)
E’ nato con la camicia (vestito)
Coloro che nascono avvolti dalla membrana amniotica sono destinati, secondo una
antica tradizione, ad un grande avvenire. E’ sinonimo, anche, di fortuna sfacciata.
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DFSI pagg. 88/385
DLI pag. 223
DDO pagg. 76/195/627
Ottave di A. Veneziano pag. 122
Sacra Scrittura – Siracide XXVII/25
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