Voce e tastiera: in "SoulA" mi metto a nudo con l

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Voce e tastiera: in "SoulA" mi metto a nudo con l
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GIORNALE DI BRESCIA · Domenica 8 novembre 2015
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«Voce e tastiera:
in "SoulA"
mi metto a nudo
con l’elettronica»
«SouIA» è un viaggio tra il
soul, il pop italiano e le tendenze elettroniche americane. Mi esibirò da sola, semplicemente con la mia voce e
una tastiera multipad e loop,
cercando di creare un percorso sonoro individuale dalle
sonorità particolari.
Non è semplice cantare
con il solo sostegno della
tastiera…
Sono reduce da un brillante tour estivo con un quartetto di musicisti, ma ora sento
la necessità - pur prendendomi qualche rischio - di salire
sul palco e tirare fuori un modo di cantare che sicuramente regala maggiori soddisfazioni personali. Spero anche
al pubblico. Canterò buona
parte dei brani contenuti
nell’album «Galleggiare» e alcune cover che ho arrangiato
a modo mio.
Sei un’artista dalle molte
facce, da dove viene questa
vena poliedrica?
Mia madre è pittrice e i
miei nonni hanno sempre
Cantante. Serena Brancale nel servizio fotografico per «Galleggiare»
cantato, quindi a casa mia si
respirava sempre un’aria
blicitaria e fumettista, ma an- elettrizzante che mi ha indiche per la sua passione smi- rizzato prima verso studi, poi
Live
surata per la musica: frequen- verso professioni vicini al
ta il Conservatorio per perfe- mondo creativo dell’arte.
Andrea Croxatto
zionare jazz e tecnica di imQuali ricordi conservi delprovvisazione e coltiva la pas- la tua partecipazione all’ultisione per la recitazione e la mo Festival di Sanremo?
danza, oltre a suonare violiCustodisco i ricordi del
/ Dopo l’album «Galleggiano e pianoforte.
mio primo Sanremo nel profonre» e la partecipazione all’ulti- Ha partecipato al- «Il nuovo
do del cuore. Il
mo Sanremo come «nuova la pellicola di Ales- progetto nasce
Festivalmi ha daproposta», Serena Brancale sandro Piva nel dalla mia
to l’opportunità
presenta «SoulA», il suo nuo- film «Mio cogna- passione per la
di esibirmi su un
vo progetto elettronico, que- to» con Sergio Rupalco prestigiosta sera, alle 21.30, sul palco bini e Luigi Loca- contaminazione:
so, con un pezzo
degli «Amici della Musica» di scio, per poi inter- soul, pop italiano
Offlaga, in via Luzzaga 20 (in- pretare, nel ruolo e elettronica Usa» come«Galleggiare», tra l’altro
gresso riservato ai tesserati da protagonista, il
non così commerciale, che riL.A.C.C.S.: tessera 10 euro film «Da che parte stai».
Serena, come nasce l’origi- specchia il mio personale
con prima consumazione innale live di stasera?
modo di concepire la musiclusa).
È nato dalla passione per la ca. È stata un’esperienza indiL’artista pugliese è un’interprete a 360°, non solo per contaminazione musicale e menticabile. E spero di poteril suo talento di grafica pub- la mescolanza di etnie, la rivivere. //
Serena Brancale
questa sera solista
in concerto agli «Amici
della Musica» di Offlaga
Sabina Guzzanti in scena
«Dal futuro con orrore»
Teatro
In «Come ne venimmo
fuori», in arrivo a
Brescia, uno sguardo
sul nostro oggi malato
ROMA. Il presente, chiamato
senza mezzi termini «secolo di
m...» e il futuro «senza rabbia,
pacifico e con il passato alle
spalle»: Sabina Guzzanti torna
con il nuovo spettacolo «Come
ne venimmo fuori», al via ve-
MHFw9iDaEPbCEQntlr79E8U+zQbDXiOBLZEbaU+AHTg=
nerdì prossimo a Bergamo, per
fare tappa martedì 17 al Pala
Banco di Brescia (biglietti: in
prevendita 27 € numerato, 17
€ non numerato, maggiorazione di 2 € al botteghino).
Siamo sempre dalle parti della «satira politica» - anticipa
l’attrice all’Ansa - ma con un
inaspettato distacco. «Molti
pensano che io sia una incazzosa, non lo sono affatto, nella vita sono molto pacifica, ma nelle questioni pubbliche invece
penso che sia doveroso reagire
agli abusi», precisa. Nello spettacolo, come sempre scritto da
Un menestrello cabarettista
si aggira dalle parti del rock
La recensione
Ironico e coinvolgente,
Bugo ha conquistato il
pubblico della Latteria
dove ha aperto il tour
È sulle note di «Arrivano i nostri» che si apre in Latteria Molloy la data 0 del tour del «fantautore» registrato all’anagrafe
come Cristian Bugatti. Un concerto, quello di Bugo, spostato
verso l’asse delle 23 e che segue a ruota la sessione di apertura di Paletti e soci che lo accompagneranno poi nel live.
Di fronte ad una folla di astanti
eterogenea e oltremodo interattiva nei confronti del palco,
Bugo dimostra sin dalle prime
battute di non aver perso lo
smalto di sempre. Esile mattatore della serata, il musicista
novarese non si risparmia nel
misurare il palco con falcate generose, ricoperto da un accrocco posticcio di camicia hawaiana e tuta in triacetato.
/
«Quasi Vasco». Ma Bugo è an-
che questo, un kitsch multiforme catapultato a noi direttamente dagli Anni ’80 in grado
di passare dall’irriverenza spiccia di «Love Boat» all’intimismo caldo e suadente di «Sei la
donna». Con quel modo di cantare che lo rende inevitabilmente un alter ego di un Vasco
Rossi de «Colpa di Alfredo», Bugo non delude chi fra i presenti
Il live. Bugo l’altra sera sul palco della Latteria Molloy
attendeva i pezzi caldi del re- giamenti elettronici che paiopertorio come «Io mi rompo i no materializzare i Kraftwerk
coglioni» o «Il Sintetizzatore». sul palco, Bugo ammalia il suo
È sempre lui, il menestrello un pubblico come se fosse la più
po’ alienato e un po’ ironico, semplice delle imprese. Imcapace di ricamare
merso nel ben noto
storie a partire dal L’apertura
mix elettro pop
nulla e intessere tra- era affidata
rock, il live volge al
gedie nella panto- a Paletti, che
termine;una parenmima («Ggeell»).
tesi acustica e, inficon la sua band
Ed è difficile non
ne, il gran sbuffare
immaginarlo nelle ha poi
dei synth che come
vesti di un Adriano accompagnato
mantici insufflano
Celentano quando il concerto
nelle orecchie dei
dinoccolato attrapresenti le note de
versa il palco allisciando una «Nel giro giusto».
barba immaginaria e atteggianGeneroso, cabarettista fino
do le mani come il molleggiato alla fine, il Bugatti che svela ai
ci ha abituati.
presenti le sue lontane origini
Insomma, vuoi perché biso- valtrumpline saluta e se ne va,
gna riconoscere una certa bra- lasciando che un sorriso beffarvura per sapere rimare «vuoi» a do sispanda sulle bocche ditut«spermatozoi» («Spermato- ti. //
zoi»), vuoi per i deliranti arranGIULIA BERTUZZI
Lo stile e il tocco
davvero «magico»
del Mago Forest
lei, va in scena l’oggi - con la riforma del lavoro, della scuola, i
social network - ma osservato
dal futuro.
L’«era» Renzi. «È un discorso di
celebrazione: si festeggia la fine del nostro presente triste e
si guarda a come è stato possibile passare dalla democrazia
al peggiore totalitarismo, quello violento e senza ideologie
che si infila subdolamente nelle relazioni e ci modifica», spiega. Superata l’era di Berlusconi? «Abbiamo Renzi e noi che
siamo nel futuro non sappiamo dove collocarlo, abbiamo
vari dubbi, di qua o di là. Qualcuno, nel corso dello spettacolo, obietta che un tempo si votava, e che poi le elezioni neppure si sono tenute più...». //
SPETTACOLI
Il mago. Michele Foresta sul palco col suo nuovo «Motel Forest»
Show
Michele Foresta
rinnova il suo successo
col nuovo spettacolo
«Motel Forest»
Una fitta alla milza: è quella
che colpisce Mr Forest ad ogni
sua battuta. Più lui soffre (per
finta), più gli spettatori si divertono. Fitta dopo fitta e risata
dopo risata, lo spettacolo «Mo/
tel Forest» si rivela un successo.
Lo show ha debuttato in prima nazionale venerdì e sabato
scorsi al teatro Centro Lucia di
Botticino stracolmo di pubblico plaudente.
In apertura il cabarettista
Sergio Sgrilli, in vece del direttore Federico Stefanelli (in convalescenza per i postumi di un
incidente), ha presentato il via
di Freucs (Far Ridere È Una Cosa Seria).
Bresciani dunque primi
«clienti» del «motel» tutto da ri-
dere del comico siciliano Michele Foresta, che si fa «trapanare» (la magia riesce e tutto va
bene) da una spettatrice in una
roulette russa in stile bricolage
efinge sempre di sbagliare i giochi di illusionismo, che poi invariabilmente azzecca.
Accompagna il tutto con battute a raffica, risata gongolante
e facendo la corte in modo bonario e sempre piacevole alle
donne in sala. Pendono sul fondale quadri e un’insegna da
motel americano. Alla tastiera
il lentissimo e buffo (non però
in veste di pianista jazz) Lele
Micò, «uomo della sicurezza»
Hermy Barbieri.
Forest, in elegante giacca e
panciotto in tinta con la tappezzeria, ci mostra pure il provino della gioventù, un improbabile balletto magico ritmato
dal campanello di chiamata
del motel. È questo saper mischiare le arti, il brio leggero e
la capacità di coinvolgere il
pubblico il segreto del comico
perrendersi sempre più amabile.
Qui e là qualche frecciatina
in stile «Gialappa's Band», come una (vera) nipote di Mubarak tra i clienti del motel. E tocchi di malinconia: il «viaggio a
caso» tra le stanze immaginarie del motel, simbolo dei sentimenti, è (con una citazione
che richiama addirittura John
Lennon) «un po’ come la vita,
che è quel che ci accade mentre siamo indaffarati a fare
dell’altro».
Ma in realtà, qualsiasi sia il
numero del portachiavi a fenicotteroestratti, scaletta e battute stanno nella testa del mago,
che tesse sapiente un piccolo
capolavoro di intrattenimento. //