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VENERDÌ 8 MARZO 2013 Solidarietà alle impiegate uccise a Perugia I l Coordinamento nazionale Donne Cisl esprime solidarietà e cordoglio alle famiglie di Daniela e Margherita, impiegate della regione Umbria uccise a Perugia mentre erano intente a svolgere il proprio lavoro. Il tutto, per ironia della sorte, quando in Italia e nel mondo si stanno svolgendo migliaia di iniziative per celebrare la Giornata Internazionale della Donna dedicata quest’anno proprio al contrasto della violenza sulle donne. Ci uniamo al lutto cittadino e allo sciopero proclamato da Cgil Cisl e Uil regionali invitando anche le nostre coordinatrici sul territorio ad intraprendere iniziative di solidarietà nei luoghi di lavoro, come osservare un minuto di silenzio, in memoria delle vittime e per il rispetto sempre e comunque della vita umana anche in questo momento difficilissimo e di forte disagio sociale che sta vivendo il nostro Paese. Il grido che corre sul web e nelle piazze, dall'Europa all'India, dalle città dell'America Latina ai più remoti villagi africani SPECIALE Bastaviolenzasulledonne apartiredailuoghidilavoro Le date dell’8 marzo conquiste del lavoro L’8 marzo 15mila operaie tessili sfilano per le strade di New York per chiedere il suffragio femminile, migliori condizioni di lavoro, parità nel trattamento salariale e centri dove lasciare i figli quando vanno a lavorare Per molti anni le Nazioni Unite hanno tenuto una conferenza annuale per coordinare gli sforzi per la promozione dei diritti delle donne. Dall’8 marzo 1975, l’Onu celebra la Giornata mondiale della donna ANSA-CENTIMETRI L’appello dell’Organizzazione internazionale del Lavoro: all'interno dell’Unione Europea, tra il 40 e il 50% delle donne hanno subito proposte sessuali indesiderate, contatti fisici o altre forme di molestie sessuali sul posto di lavoro. Eppure non esiste ancora un trattato internazionale che vieti esplicitamente la violenza contro le donne, nonostante il fenomeno delle molestie e degli abusi fisici, verbali e psicologici, sia molto diffuso in ogni parte del mondo F ermate ogni violenza sulle donne. È un grido che corre da mesi, sul web e nelle piazze, dall' Europa all'India, dalle città dell'America Latina ai più remoti villagi africani. Il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è stato solo l'inizio di un percorso di iniziative che hanno attraversato l'inverno e ora culminano nell'otto marzo, passando per la grande manifestazione One billion rising, tenuta il 14 febbraio. L'idea cha ha dato vita alle migliaia di incontri, ai cortei, ai flash-mob e agli spettacoli di danza è nata dall'attivista e autrice statunitense Eve Ensler, fondatrice del V-Day, movimento internazionale anti-violenza. In Italia hanno preceduto questi eventi le grandi manifestazioni della rete Senonoraquando e iniziative culturali come gli spettacoli teatrali di Feriteamorte. One billion, un miliardo, sta a ricordare il numero di donne che nel mondo subiscono una qualunque forma di violenza, dalle percosse allo stupro. Il passo al femminicidio è breve, un fenomeno che avviene molto spesso in famiglia. In Europa circa 3.500 donne sono assassinate ogni anno dal proprio partner, mentre in Sud Africa la stessa mano uccide la propria moglie o compagna ogni sei ore. La partecipazione a One billion rising è stata senza precedenti, anche in risposta all'orribile morte, qualche settimana prima, di Yoti Singh Pandey, la studentessa 23enne indiana, assalita e stuprata a Dehli. Prima di lei, la vicenda di Malala Yousafzai, la ragazza pachistana di 15 anni, assalita e colpita alla testa da un gruppo di fanatici talebani contro il diritto all'istruzione delle donne. La lista è lunga e contiene storie più o meno note, ma tutte ugualmente violente, tutte ugualmente inaccettabili. E fermare ogni violenza sulle donne significa farlo a partire dai luoghi di lavoro. L'Ilo ha dedicato l'otto marzo del 2013 a questo tema anche perché non esiste ancora un trattato internazionale che vieti esplicitamente la violenza contro le donne, nonostante il fenomeno delle molestie e degli abusi fisici, verbali e psicologici, sia molto diffuso in ogni parte del mondo. E non solo nei paesi in via di sviluppo. Basti pensare che all'interno dell’Unione Europea, tra il 40 e il 50 per cento delle donne hanno subito proposte sessuali indesiderate, contatti fisici o altre forme di molestie sessuali sul posto di lavoro. Esistono, tuttavia, le norme internazionali del lavoro riferite all’uguaglianza di genere e ad alcune categorie di lavoratrici spesso vittime di violenza poco visibili, come le lavoratrici domestiche, quelle delle popolazioni indigene, le bambine lavoratrici, quelle rurali, le donne migranti. Per richiamare l'attenzione della comunità internazionale sul bisogno di dotarsi di nuovi e più efficaci strumenti giuridici, si tiene in questi giorni a New York la 57˚ sessione della Commissione Onu sullo stato della donna (Uncsw57), a cui partecipano anche molte sindacaliste. L'anno scorso la Commissione non è riuscita a adottare conclusioni condivise sulla violenza di genere perché un gruppo di governi conservatori ha messo in discussione il principio stesso dell’uguaglianza di genere. Sull'onda delle tante manifestazioni, quest'anno i lavori dovrebbero portare a un risultato concreto e a un impegno condiviso dei governi affinché si metta freno a ogni forma di violenza, contro le donne, contro la società. A cura della Redazione dell'Ufficio Ilo di Roma VENERDÌ 8 MARZO 2013 Dal rapporto di Telefono Rosa: sono 124 le donne uccise lo scorso anno, nella maggior parte dei casi da mariti o conviventi Levocisegrete dellaviolenza La Fit Cisl stipula un’intesa con l’associazione che dà il via ad una campagna di sensibilizzazione M La violenza sulle donne VITTIMA Impiegata 20% Disoccupata 19% Diplomata 16% Laureata SPECIALE 53% 22% Donne uccise nel 2012 124 IDENTIKIT DELL’AUTORE Marito Convivente 48% Istruzione Diplomato 12% Ex 23% Laureato 46% 19% Età Ha tra i 35 e i 54 anni 61% Professione Impiegato 21% I figli assitono alle violenze Sopportano le violenze da 5 anni 35% 5-20 anni 34% Oltre 20 anni 12% 82% Le violenze avvengono in casa 55% Fonte: Osservatorio Telefono Rosa B conquiste del lavoro Casalinga ruxelles (nostro servizio) - In certe realtà aziendali, la mimosa fiorisce tutto l’anno. Per dire che alle differenze salariali di genere si può sempre rimediare. Come ha fatto, per esempio la Axel Springer AG, società editoriale tedesca che dal 2010 con il programma “Chancen: gleich!” (Stesse opportunità) si è data l’obiettivo di portare al 30 per cento la quota di lavoratrici con posizioni dirigenziali nell’arco di 5-8 anni; c’è la Kleemann Hellas SA, impresa greca che fabbrica ascensori, che ha aumentato il numero di donne addette ai servizi vendita e assistenza tecnica, con il progetto “Diversità e uguaglianza di genere”, che ha permesso di portare la presenza femminile nel dipartimento vendite dal 5 per cento del 2004 al 30 per cento nel 2012; in Lituania, la Omnitel ha realizzato “Creare un ambiente di lavoro favorevole alle famiglie”, che intende rendere l’equilibrio tra vita lavorativa e vita ancano pochi minuti alle 6.30 il padre solleva in aria il figlioletto di 16 mesi e lo butta giù da ponte Mazzini nel Tevere, per punire l’ex convivente che lo ha lasciato. Per lo stesso motivo un uomo uccide i suoi due figli di 4 anni e di 14 mesi, lanciandoli dal balcone. Questo è il nuovo tragico volto della violenza di genere. L’uomo si accanisce sui figli per punire la donna. La violenza non cambia. La lettura del rapporto “Le voci segrete della violenza 2012” del Telefono Rosa è agghiacciante. Non bastano le 124 donne uccise ferocemente lo scorso anno da persone a loro vicine come mariti, conviventi, fidanzati respinti, che in nome di un amore malato uccidono. Ora le vittime sono anche i figli. Bambini che, nella maggior parte dei casi, as- sistono ripetutamente a violenze o abusi perpetrati in casa. Testimoni passivi e a volte anche vittime degli atti violenti. “Questi ragazzi - spiega la presidente di Telefono Rosa, Maria Gabriella Moscatelli - dalla più tenera età si nutrono di questa violenza e, se non vengono aiutati e sostenuti nell’espellere questa violenza c’è un grave rischio che diventino violenti a loro volta”. Crescere in un clima violento significa, infatti, assimilare una modalità di relazione che si tenderà a ripetere nel corso della vita all’interno delle relazioni affettive. La percentuale di vittime che dichiarano la presenza di comportamenti violenti all’interno della famiglia di origine del persecutore sale dal 34 al 40%. Un dramma che si consuma in casa, in una famiglia “normale” da parte di un uo- occasione della Giornata internazionale della donna, la Cis (ConfedeLo sforzo Ideinrazione internazionale dei sindacati) rende omaggio a tutte le militanti diritti delle donne che sono in prima linea nella lotta per la parità di , la democrazia, la giustizia sociale ed il consolidamento della dei sindacati genere pace. Il loro coraggio e la loro determinazione meritano il nostro rispetla nostra solidarietà. internazionali toLa eregione araba è un buon esempio. La militanza delle donne prima e dopo la Primavera ha orientato il femminismo verso una nuova vissuto sfera. I loro rifiuto aaraba lasciarsi intimidire, la loro incrollabile fiducia in loro e la loro determinazione ha consentito la lotta malgrado i rischi ai quattro stesse fossero notevoli. Purtroppo, decine di loro sono state torturate, arrestasommariamente da tribunali militari, violentate, imprigioangoli te,nategiudicate o, nel caso dell’Egitto, sottoposte ai cosiddetti “test di verginità” tattica più recente di abusi sessuali da parte dell'esercito contro le del mondo ladonne che partecipano a manifestazioni. L Tolleranza zero contro mutilazioni genitali femminili. Il fenomeno in Italia Buone pratiche. Da Axel Springer a Ibm: le aziende in cui la mimosa fiorisce tutto l’anno Ilcostodella parità Il divario retributivo di genere, in Europa, equivale allo stipendio di 2 mesi ghe più giovani che si avviano ad una carriera specialistica o manageriale. C’è dunque un’Europa che non si limita alla retorica da 8 marzo, anzi che ha cancellato l’8 marzo dal suo calendario o forse sta dando all’8 marzo un’idea dinamica di reale emancipazione al femminile, affrancandosi dal rituale statico di chi parla e non fa. E tuttavia occorre parlarne, ancora. Perché, buone pratiche a parte, i problemi restano, e il divario retributivo tra uomo donna è sempre quello: oltre il 16 per cento. Il che significa che per annullare questo gap, e dunque poter ottenere la stessa retribuzione oraria degli uomini, una lavoratrice dovrebbe lavorare 59 giorni in più. La parità costa, dunque, due mesi di fatica supplementari. Il dato passa quasi sotto silenzio, in un’Europa messa in ginocchio dall’austerity e dalla recessione; e da una memoria che da qualche tempo fa sempre più difetto. gli esperti dell’associazione (legali penalisti e civilisti, psicologi, mediatori culturali). “Questa azione è la dimostrazione di quanto sia necessaria nella vita sociale il pragmatismo delle donne - commenta Rosanna Ruscito, segretario nazionale Fit-Cisl -. Problemi come la violenza sulle donne, l’insicurezza e l’indifferenza sociale su tali tematiche necessitano non solo di una maggiore attenzione ma anche e soprattutto di azioni reali, concrete e il coinvolgimento di tutti gli attori, dalle Istituzioni, alle aziende e alle famiglie e non ultimo il sindacato. La cultura deve cambiare negli uomini e nelle donne”. Sara Martano La storia. Oumou Sall Seck si batte per la pace in Mali Lariconciliazione Dopo la guerra e l’imposizione della Sharia O umou Sall Seck è la prima donna sindaco del Nord del Mali, eletta nel 2009 a Goundam, nei pressi di Timbuktu. Nel mese di aprile 2012 è stata costretta a scappare da Goundam perché minacciata di morte dai gruppi islamici che hanno preso il controllo del Sahel maliano. Di seguito vi proponiamo la sintesi di un’intervista realizzata da Stefano Capotorti e tradotta da Orietta Raghetti per l’Iscos. Sei dal 2009 il primo sindaco donna nel Nord del Mali. Ma qual è stato e qual è oggi il ruolo della donna in Mali? Nel modello familiare maliano erano le donne che svolgevano i compiti più pesanti, faticosi, che compromettevano la salute e non generavano per loro nessun tipo di reddito, lasciandole quindi in un condizione di forte povertà. Il basso livello di istruzione di alfabetizzazione impediva loro di ambire ad un ruolo diverso. L’ignoranza sui loro diritti e doveri riduceva la loro partecipazione alla vita economica e politica, nonché l’accesso ai servizi sociali di base, peraltro quasi inesistenti o di pessima qualità e inadatti a rispondere a quelli che erano i bisogni delle popolazioni. Nonostante tutte queste difficoltà, dopo l’avven- Allo stesso modo, nell'ex blocco sovietico, rifiutano di prendere in considerazione i diritti delle donne come una questione separata dei diritti umani. Diverse attiviste, famose per le loro proteste in topless in tutto il mondo, sono state minacciate di morte, arrestate e fatto oggetto di abusi. La gravità della pena inflitta al gruppo Pussy Riot illustra la repressione. Il Messico e l’America centrale sono un'altra regione pericolosa per i militanti. Le donne sindacaliste che stanno cercando di organizzare i lavoratori nelle export processing zone sono tra i primi obbiettivi. In Turchia, nove donne sindacaliste del centro nazionale del sindacato Kesk hanno trascorso quasi un anno in detenzione. Infine, la Cis rende un omaggio speciale a Siyabonga Yousafza, una ragazza di 15 anni pakistana incredibilmente coraggiosa, che nell’ottobre 2012 ha ricevuto un proiettile in testa da un talebano per aver difeso il diritto delle ragazze all' istruzione. a vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding e la Commissaria Cecilia Malmström si sono unite agli attivisti dei diritti umani per invocare la tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili (MGF). La Commissione ha organizzato una tavola rotonda di alto livello per discutere di come l’Unione europea possa aiutare gli Stati membri a eliminare completamente questa pratica, di cui si calcola siano vittime diverse centinaia di migliaia di donne nell’Ue. Secondo la relazione esistono vittime o potenziali vittime in almeno 13 paesi dell’Unione, tra i quali l’Italia. Si stima che nel nostro Paese, dove sono in ANSA-CENTIMETRI privata parte integrante della cultura organizzativa dell’impresa, dando al personale la possibilità di lavorare in modo flessibile: il progetto ha fatto salire la percentuale di donne manager nell’impresa; e in Germania, c’è il German Women’s Leadership Council dell’Ibm che sta incoraggiando le donne a intraprendere una carriera nel settore delle telecomunicazioni, fornendo un tutoraggio personalizzato e a distanza alle studentesse nelle scuole, e offrendo un tutoraggio anche alle colle- mo “normale”. E alla violenza fisica, che purtroppo è in aumento (sono 1.562 le donne che nel corso del 2012 hanno contattato l’associazione dopo aver subito violenza) si accompagna sempre più spesso la violenza psicologica ed economica. Queste ultime sembrano essere rilevanti nel momento della scelta di lasciare o meno il compagno. Per questo l’associazione soccorre le donne che chiedono aiuto nel difficile percorso di uscita dal tunnel della violenza attraverso il sostegno di volontarie e professioniste. Un contributo continuo e mirato, quello del Telefono Rosa che, oltre a dare un sostegno concreto alle vittime di violenza, si fa promotore anche nel divulgare una maggiore cultura della sicurezza sociale delle donne. Tra i sostenitori dell’associazione anche la Fit Cisl che lunedì formalizzerà l’intesa, anche con una donazione, tra il Coordinamento donne della federazione e l’associazione. L’incontro darà il via ad una campagna di sensibilizzazione e a una serie di confronti tra le lavoratrici interessate e vigore disposizioni specifiche di diritto penale contro le MGF, risiedano 35.000 donne che hanno subito questa pratica (dati del 2009) e 1.000 ragazze e bambine che rischiano di esserne vittime. Parallelamente la Commissione ha lanciato una consultazione pubblica per chiedere ai cittadini di suggerire il modo migliore per afrontare il problema. La consultazione sarà aperta fino al 30 maggio 2013. La Commissione ha inoltre annunciato che stanzierà 3,7 milioni di euro per finanziare attività degli Stati membri intese a sensibilizzare alla violenza contro le donne e altri 11,4 milioni di euro a favore delle ong e di altre associazioni che lavorano con le vittime. Risale al 1957, e cioè dai primi trattati dell’Unione, il principio della parità di retribuzione, puntualmente disatteso da quasi 60 anni. Il gender pay gap fa registrare negli ultimi mesi una leggera tendenza al ribasso: dal 17 per cento al 16,2, ma solo per ragioni emergenziali. Il calo è, infatti, unicamente riconducibile, spiega la Commissione europea, all’impatto della recessione economica “che è stato più aspro nei settori a prevalente manodopera maschile”, come edilizia e ingegneria, e nei quali “i salari sono diminuiti in misura maggiore”, e non dunque, come si potrebbe inizialmente sostenere, per merito di politiche inclusive realmente favorevoli alle donne, con aumenti della retribuzione femminile o a un miglioramento delle loro condizioni di lavoro. ˘P.A. Agenzia per il Lavoro, in occasione della Festa Una mail per il lavoro Articolo1, della Donna, inaugura “Canale Donna”, canale attivo per mese dall’8 marzo all’8 aprile. Un pool di esperti compoda selezionatori, psicologi, avvocati, esperti in Diritto del L’iniziativa utile unstoLavoro, risponderà a tutti i quesiti del pubblico femminile desideri avere spiegazioni, chiarimenti, delucidazioni, di Articolo 1 che consigli su dubbi, perplessità, curiosità che riguardino il mondo del lavoro. Le domande possono spaziare su un ampio raggio:da come prepararsi ad affrontare un colloquio di lavoro o come scrivere un cv, alle politiche attive e alla normativa del lavoro. Sarà sufficiente inviare una mail a canaledonna@ articolo1.it, per avere una risposta esauriente al proprio quesito. “Articolo1 cerca, da sempre, di svolgere un ruolo etico e sociale nel mondo del lavoro. La festa della donna” dichiara l’AD Domenico Di Gravina ”non deve e non può essere solo un’occasione per regalare mimose, ma soprattutto un’occasione per aiutare, in modo concreto, quella che, nonostante grandidichiarazioni, è ancora una fascia debole, ma estremamente importante per il Paese e per il suo sviluppo. E’ un primotentativo e, se avrà il successo che ci auguriamo, diverrà uno dei servizi che Articolo1 dedica al mondo del lavoro.” to della democrazia, che ha reso il terreno più propizio, le donne maliane in generale e quelle del nord del paese in particolare, si sono risolutamente impegnate per diventare protagoniste nella gestione degli affari pubblici, riuscendo in qualche caso ad assumere un ruolo in ambito politico. L’occupazione del Nord del Mali e l’imposizione della Sharia ha scagliato la donna indietro nel tempo. Com’è dal tuo punto di vista la realtà attuale? Sfortunatamente, l’occupazione del nord del Mali da parte prima di banditi armati ed in seguito da parte di terroristi narcotrafficanti, sedicenti signori della Sharia, ha portato questi invasori a saccheggiare, rubare e distruggere tutti i nostri beni pubblici e privati, costruiti dall’indipendenza ai nostri giorni. Questi banditi hanno perpetrato violenze di tutti i generi sulle donne, commettendo stupri o obbligandole a matrimoni forzati multipli - le donne vengono costrette a sposarsi con il loro stupratore prima di subire violenza - che costituiscono un’altra forma di stupro collettivo praticato da due a sei uomini sulla stessa donna. Hanno lapidato coppie, tagliato mani e piedi, umiliato in tutti i modi le nostre fiere popolazioni, arrivando fino ad imporre il tipo di abbigliamento per donne e uomini. Essi hanno vietato alle donne stesse l’accesso alle loro attività quotidiane extrafamigliari, giustificando questa imposizione con il fatto che le donne devono restare relegate tra le mura domestiche ed ignorando che molte di loro sono capi di famiglia e sopportano sole il carico dei figli. A tutto questo, bisogna aggiungere da una parte il caso delle donne sfollate nel sud del paese, che vivono in condizioni estremamente difficili e, dall’altra, quello delle donne rifugiate nei campi profughi, che vivono in condizioni ancora più precarie. Per riportare la pace in Mali ci sarà bisogno del contributo di tutti. Secondo te quale dovrà essere il ruolo delle donne e del movimento “Trait-d’Union”, di cui sei coordinatrice? Le donne devono essere in prima linea nel processo di riconciliazione nazionale perché sono loro che restano le più vulnerabili e le più colpite dalla crisi. In questa ottica, il “Mouvement Trait-d’Union“, di cui ho la fortuna di assicurare il coordinamento, è stato fondato per giocare un ruolo importante nella riconciliazione nazionale. La particolarità, il meticciaggio etnico, dei membri fondatori, che rappresenta in scala ridotta la comunità multietnica maliana, impone questa riconciliazione. VENERDÌ 8 MARZO 2013 8 marzo 2013. Da nord a sud tante le iniziative delle Unioni e delle federazioni per riflettere sulla condizione femminile DonneCisl,insiemepernondimenticare Una data simbolo nella quale il sindacato racconta storie, battaglie, denunce di ogni giorno nei luoghi di lavoro e non solo, per costruire una società nel nome delle pari opportunità SPECIALE 8 marzo 2013. Da Nord a Sud sono davvero tante le iniziative volute dalle Unioni e dalle federazioni della Cisl per riflettere sulla condizione femminile e delle lavoratrici in particolare. Tanti i modi scelti per celebrare questa data dai dibattiti, alle rappresentazioni teatrali, dalle proiezioni cinematografiche alle mobilitazioni. La Giornata internazionale della donna diventa, anche quest’anno, l’occasione per fare un bilancio e rilanciare l’azione in difesa e tutela delle donne su tutti i fronti: dai temi della conciliazione alla lotta contro la violenza sulle donne e sui minori. Fra le numerose iniziative ne segnaliamo alcune di quelle finora giunte in redazione. CISL FRIULI VENEZIA GIULIA, RIFLESSIONI CON UNO SPETTACOLO TEATRALE A teatro per parlare dell’universo femminile: anche quest0anno la Cisl friuli venezia Giulia, assieme alla categoria dei pensionati e ai coordinamenti donne, scegli di ricordare la giornata dell’8 marzo con una riflessione. Quella proposta dalla piece ”Italia 2 giugno 1946 le donne e il voto”, a firma della Compagnia Arti& Mestieri che stasera andrà in scena al teatro Gustavo Modena di Palmanova. Lo spettacolo, patrocinato dal Comune, rivive tra ricordi e memorie la ”rivoluzione della parità”, ovvero il percorso che ha portato nel ’46 al voto delle donne. CISL ROMA E RIETI TAVOLA ROTONDA: 8 MARZO DONNE PER CONCILIARE Un’analisi sul difficile equilibrio tra la vita professio- nale e quella privata delle donne. Appuntamento stamattina nella sede della Ust di Roma per una tavola rotonda ”8 marzo, Festa della donna: donne per la conciliazione” alla parteciperanno, oltre a tutta la segreteria della Ust di Roma e Rieti, anche esponenti del mondo datoriale e scientifico. uno spettacolo teatrale dal titolo ”Desdemona e le altre”, promosso un incontro con i Comuni della provincia per presentare un protocollo d’intesa per la parità. Infine oggi sul tema si terrà un incontro con gli studenti. MILANO, CONCERTO CONTRO LA VIOLENZA Il Coordinamento donne Cisl di Napoli, insieme all’associazione Homo Scrivens, nell’ambito delle iniziative propone sindacato e scrittura: una tavola rotonda sul tema ”Diritti delle donne tra lavoro e cultura” con la collaborazione di Oltre la Tenda. Inoltre è stato organizzato anche un seminario sull’autodifesa Krav Maga. Il Coordinamento donne Cisl di Milano insieme a quello delle pensionate ha organizzato un pomeriggio culturale con buona musica per dire ”No alla violenza contro le donne, contro i bambini, contro tutte le persone deboli”. Durante l’evento saranno anche lette alcune poesie di Alda Merini. Inoltre Cgil Cisl Uil di Milano hanno inaugurato una mostra fotografica su ”Ritratti in fabbrica”, promosso UST NAPOLI TAVOLA ROTONDA E DIBATTITO TORINO. UST E FIM NELLE AZIENDE IN CRISI La Cisl di Torino in collaborazione con la Fim ha deci- so di celebrare questo 8 Marzo vicino alle lavoratrici delle aziende in crisi. Emblematicamente è stata scelta la Sila Telecomandi per la sua importante presenza femminile. Questo caso, facendolo diventare il simbolo dell’8 marzo del 2013, rappresenta lo stato della crisi che colpisce l’Italia in tutti i settori e in modo grave l’industria e il settore dell’auto. Ma è altrettanto significativo perché colpisce soprattutto l’occupazione femminile. CISL ANCONA, EVENTO MUSICALE PER DIRE NO ALLA VIOLENZA Nel mese dedicato alla donna, in occasione dell’iniziativa consolidata negli anni del Concerto Donna, la Cisl di Ancona rende omaggio a Giorgio Gaber, nel decennale della sua scomparsa, con lo spettacolo - concerto ideato da Maria Laura Baccarini ed Elena Torre “Gaber, io e le cose”. La Cisl pone quest’anno l’accento sulla prevenzione e il contrasto ad ogni forma di violenza perpetrata nei loro confronti. USR SICILIA INIZIATIVA PER LA LEGALITÀ. DONNE FNP SICILIA PER LA PARITÀ TRA GENERI La Usr ha scelto di dedicare la giornata ad una riflessione su ”Legalità, lavoro, sviluppo e solidarietà” intitolata ”Con voce di donna” organizzata congiuntamente con tutte le forze sociali con cui forma il tavolo regionale permanente per le politiche di genere che si svolgerà nell’aula consiliare del Comune di Piazza Armerina (En). Altra iniziativa vede protagonista la Fnp con il Coordinamento donne che ha organizzato un incontro sul tema della violenza presso l’Istituto Testasecca di Caltanissetta. Lavoratrici sarde: tutte a casa ma non appassionatamente conquiste del lavoro C agliari (nostro servizio). Il mercato del lavoro registra un’anomalia qualcuno la chiama specificità - tutta sarda: su una popolazione femminile inattiva pari a 273 mila persone, ben 203 mila donne non cercano e non sono disponili a lavorare. A questo dato bisogna aggiungere che altre 31 mila cercano lavoro ma non attivamente, 6 mila sono alla ricerca di un posto ma non sono disponibili a lavorare, 33 mila non cercano ma se si presentasse l’opportunità andrebbero di corsa. “Le donne sarde - dice Oriana Putzolu, segretaria regionale Cisl e attenta osservatrice dell’altra metà del cielo - non sono state conquistate da improvviso benessere, ma devono fare i conti con una realtà che le allontana quasi sistematicamente dal lavoro”. Il primo dato è culturale. La donna sarda è la manager della famiglia: gestisce, in genere, lo stipendio del marito; tiene la contabilità della casa. Nelle zone interne si occupa della microeconomia locale. “Ma soprattutto si fa carico - aggiunge la Putzolu - di tutti i processi di sostegno alla famiglia ed educativi. Nonostante indubbi miglioramenti negli ultimi tempi, il sistema socio - sanitario - assistenziale nell’isola mostra molte carenze, soprattutto nei centri periferici e nelle zone interne. Lo spopolamento ha chiuso scuole, uffici e unificato, per ragioni economiche, pubblici servizi, costringendo fanciulli e ragazzi a un precoce pendolarismo culturale, sul quale vegliano e vigilano mamme, nonne e zie”. Non solo, dunque, gli effetti più importanti di un lavoro esterno alla casa, ma anche organizzazione sociale che non permette di conciliare i tempi della famiglia con quelli del lavoro. “La precarietà del lavoro - aggiunge Putzolu - è un forte disincentivo a mettere in discussione la propria vita familiare per uno - due - tre mesi di stipendio. Un dubbio che non si pongono le lavoratrici del pubblico impiego e della scuola che, anche dopo anni di lavoro a tempo determinato e in sedi disagiate, sanno che arriverà la continuità lavorativa. Quindi sacrifici comunque accetti e sopportati. Ora anche questa valvola di sicurezza è venuta meno e incertezza e precarietà impazzano. Nelle fabbriche tessili di Villacidro, Macomer e Siniscola le donne sono state protagoniste, rivoluzionando le regole matriarcali della cultura agropastorale”. La sicurezza del posto di lavoro oggi è un miraggio. “La situazione è resa ancor più drammatica dal fatto che molte di queste donne, quasi tutte in possesso di un titolo di studio elevato - precisa Putzolu devono accontentarsi di lavori anche molto al di sotto della professionalità acquisita”. Per tante che faticano ad affermarsi, in questi giorni la Sardegna festeggia l’imprenditrice Daniela Ducato, alla quale è stato assegnato il premio internazionale “Donna per l’Ambiente 2013 Mimosa D’Oro”. “Questo riconoscimento conclude Oriana Putzolu - dimostra le capacità della donna che, messa nelle giuste condizioni, può raggiungere i migliori risultati. La donna sarda non teme il lavoro”. Mario Girau