Archivi famiglia Feltrinelli (1840-1954) Premessa Sotto la partizione

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Archivi famiglia Feltrinelli (1840-1954) Premessa Sotto la partizione
Archivi famiglia Feltrinelli
(1840-1954)
Premessa
Sotto la partizione sistematica denominata "Archivi famiglia Feltrinelli” sono inseriti,
attualmente, otto fondi archivistici costituiti, complessivamente, da documentazione
afferente ad un arco cronologico che va dal 1840 al 1954 e composta da 391 buste (per un
totale di 2.298 fascicoli e 523 sottofascicoli) e 196 registri.
I documenti sono relativi, principalmente, al patrimonio mobiliare e immobiliare e agli
affari finanziari della famiglia; sono poi presenti nuclei documentari che testimoniano sia
l'attività professionale di alcuni dei suoi componenti sia l'attività riguardante alcune delle
più importanti società costituite dai Feltrinelli.
Tale documentazione rappresenta sicuramente un'importante fonte non solo per la storia
della famiglia Feltrinelli ma anche per la storia economico-finanziaria dell'Italia tra la
prima metà dell'Ottocento e la prima metà del Novecento.
In particolare, per quanto riguarda direttamente la famiglia, la documentazione
ottocentesca consente di ricostruire i momenti maggiormente significativi nella
formazione del patrimonio, attraverso una molteplicità di iniziative che vedono come
punto di partenza il commercio del legno e che si svilupperanno, nel tempo, anche in altri
settori quali quello immobiliare, creditizio e finanziario.
1. Le vicende dei complessi documentari
Prima di illustrare le attività di schedatura, ordinamento e inventariazione svolte dal luglio
2005 al luglio 2007, è necessario soffermarsi sulla storia e sulle vicende delle carte che,
fino al 1997, erano conservate presso il palazzo di via Andegari a Milano, di proprietà
della famiglia Feltrinelli, in condizioni di particolare disordine, informazione,
quest'ultima, acquisita in modo indiretto e, quindi, non verificata “de visu”.
Sempre nel 1997 la documentazione venne consegnata da Carlo Feltrinelli alla Fondazione
Giangiacomo Feltrinelli che decise di affidare ad un ricercatore il suo ordinamento e
inventariazione, lavoro protrattosi per circa quattro anni e al termine del quale le carte
sono state inquadrate all'interno di una sovrastruttura denominata “Archivio famiglia
Feltrinelli”, articolata in quattro aggregazioni documentali denominate - con l'utilizzo di
termini ambigui dal punto di vista archivistico - “Archivio principale”, “Archivi personali
aggregati”, “Archivio delle attività economiche della famiglia Feltrinelli” e “Archivio
delle attività filantropiche della famiglia Feltrinelli”.
Nell'ambito di tali aggregazioni sono stati, poi, individuati ulteriori ventuno nuclei
archivistici, indicati quali “fondi”:
1. Fondo Ditta Fratelli Feltrinelli;
2. Fondo Giacomo Feltrinelli;
3. Fondo Giovanni Feltrinelli;
4. Fondo Carlo Feltrinelli;
5. Fondo Eredi Giovanni Feltrinelli;
6. Fondo Maria Pretz Feltrinelli;
7. Fondo Faustino Feltrinelli;
8. Fondo Eredi Francesco Feltrinelli;
9. Fondo Eredi Pietro Feltrinelli;
1
10. Fondo Eredi Maria Pretz Feltrinelli;
11. Fondo Eredi Carlo Feltrinelli;
12. Fondo Eredi Giuseppe Feltrinelli;
13. Fondo Antonio Feltrinelli;
14. Fondo Famiglia Feltrinelli - gestione beni mobili e immobili;
15. Fondo Banca Feltrinelli;
16. Fondo Cotonificio Feltrinelli;
17. Fondo Opificio di Bernareggio per la lavorazione del legno;
18. Fondo Società italo-ungherese per il commercio dei legnami;
19. Fondo Remedello;
20. Fondo Asilo infantile di Gargnano;
21. Fondo Istituto Giacomo Feltrinelli.
Inoltre, le carte afferenti ad ogni singolo “fondo” risultavano organizzate in base ad un
modello di rappresentazione pressoché identico, composto principalmente da tre serie
archivistiche, “Corrispondenza”, “Contabilità” e “Copialettere”, eventualmente articolate
in sottoserie e altre ripartizioni di grado inferiore di cui, però, non veniva fornita alcuna
indicazione relativamente alla tipologia di livello di descrizione archivistica.
L'applicazione di tale modello ha avuto come conseguenza quello di omettere due
caratteristiche peculiari della documentazione, cioè la sua frammentarietà e lacunosità, che
invece sono peculiari della struttura dei fondi come sono stati ereditati oggi e che sono
emerse chiaramente al termine del nuovo intervento.
Un primo esame dell'organizzazione data alle carte e l'analisi dello strumento di corredo
redatto al termine dell'intervento - verifiche da cui emergeva chiaramente l'assenza di un
approccio corretto dal punto di vista archivistico - hanno spinto i responsabili della
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli a progettare e realizzare un nuovo intervento
archivistico finalizzato, ove possibile, all'individuazione, in base ai veri soggetti
produttori, dei fondi, al ripristino della loro articolazione originaria, alla loro descrizione e
alla redazione di un inventario analitico tramite uno specifico software (l'applicativo
Xdams).
2. Primi interventi sulle carte
La prima fase del nuovo intervento è stata quella concernente l'analisi di un campione
quantitativamente rilevante di documentazione, al fine di verificare la correttezza dei
principi metodologici applicati in precedenza.
Dall'esame è emerso, innanzitutto, che il numero reale dei fondi archivistici, e quindi dei
soggetti produttori, non era ventuno, bensì otto, di cui il principale rappresentato dal fondo
“Amministrazione Feltrinelli”; che la maggior parte dei ventuno “fondi” erano in realtà o
serie archivistiche appartenenti soprattutto al fondo “Amministrazione Feltrinelli”, oppure
serie archivistiche nate da un accorpamento di documentazione dettato dalla “materia” e
attribuite a soggetti produttori inesistenti (per esempio i fondi “Famiglia Feltrinelli” e
“Remedello”); ed ancora, che erano presenti le carte di un ente in precedenza non
individuato quale soggetto produttore, vale a dire la Società di costruzioni e imprese
fondiarie.
Per alcuni nuclei documentari l'errore di attribuzione di “fondo”, dal punto di vista
archivistico, è stato palese. È il caso, ad esempio, del fondo “Faustino Feltrinelli”
composto da tre buste di lettere di Faustino Feltrinelli inviate a Giacomo Feltrinelli, cioè il
vero soggetto produttore delle carte; del fondo “Ditta Fratelli Feltrinelli” costituito, in
realtà, da documentazione riguardante la ditta ma prodotta e conservata da Giacomo,
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Giovanni e Carlo Feltrinelli; del fondo “Banca Feltrinelli” all'interno del quale erano state
inserite anche carte prodotte da Carlo Feltrinelli (in particolare quella relativa alla sua
liquidazione) e da Giacomo Feltrinelli.
Un ulteriore elemento acquisito è stato quello relativo ai criteri seguiti per le attività di
riordinamento delle carte, basati, principalmente, su un metodo - come chiaramente
esplicitato - attento soprattutto agli interessi e alle “esigenze della ricerca storica” (da qui
l'adozione, ad esempio, dell'ordinamento per “materia”), anziché sul “metodo storico” (o
“principio di provenienza”) e sul “rispetto dei fondi”.
Metodo storico e rispetto dei fondi ritenuti inapplicabili per la presunta mancanza degli
elementi archivistici atti a ricostruire l'articolazione originaria del materiale documentario
ma che non sono stati adottati, come comprovato, da una sostanziale incapacità nel saper
individuare e utilizzare quegli elementi informativi presenti, anche nelle situazioni di
estremo disordine, nella documentazione (nonché nelle unità archivistiche e in quelle di
conservazione originali) e utili per identificare il contesto di produzione e per tentare di
ripristinarne l'ordine originario.
Visti gli elementi emersi nel corso della ricognizione preliminare, la seconda fase di
lavoro ha avuto, necessariamente, come obiettivo quello di effettuare una nuova
schedatura analitica di tutte le unità archivistiche - e del loro contenuto - allo scopo di
rilevare alcuni dati essenziali quali, ad esempio, il soggetto produttore, il titolo, l'oggetto e
la natura della documentazione, gli estremi cronologici e le segnature archivistiche
originali.
Grazie all'analisi delle camicie originali, che sono circa il 70% delle unità archivistiche
conservate, è stato possibile acquisire informazioni su alcune modalità seguite
nell'organizzazione delle carte e su gran parte delle serie archivistiche originarie
appartenenti ai diversi fondi archivistici.
Per esempio i fascicoli originali che hanno in seguito costituito le serie “Corrispondenza”
“Corrispondenza contabile” e “Relazioni e bilanci” del fondo “Amministrazione
Feltrinelli” presentano sul frontespizio caratteristiche esteriori costanti e i seguenti
elementi descrittivi: la lettera alfabetica, la denominazione della serie e dell'eventuale
sottoserie, il titolo del fascicolo - nel caso specifico, il mittente -, gli estremi cronologici e,
in alcuni casi, anche un numero di posizione originale che però, non potendo dare luogo
ad una numerazione continua e completa, non è stato preso in considerazione, decidendo
quindi di assegnare ai fascicoli delle serie una nuova numerazione.
3. L'ordinamento e l'inventariazione
Conclusa la fase di schedatura si è proceduto all'analisi degli elementi e dei dati rilevati al
fine di enucleare i veri soggetti produttori e, per ciascuno di essi, le unità archivistiche
prodotte e le aggregazioni sistematiche di quest'ultime.
In particolare, l'attività di ordinamento dei singoli fondi - effettuato prima “sulla carta” e
poi “sulle carte” e supportato anche dalla ricostruzione della storia amministrativa e dei
profili biografici dei vari soggetti produttori - ha rappresentato la fase di maggiore
difficoltà del lavoro. Questo a causa del precedente intervento che, basandosi specie sul
“principio di pertinenza”, aveva pesantemente scompaginato i complessi documentari e
sul quale non vi è stata l'attenzione di trasmettere indicazioni precise sui criteri seguiti;
attenzione che è mancata anche in relazione alle informazioni sulle condizioni delle carte
nel 1997, cioè al momento dell'avvio del citato intervento.
Tali circostanze hanno impedito, è corretto subito specificarlo, l'individuazione e il
ripristino integrale delle strutture originarie dei vari fondi.
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Altro fattore di complessità è stato determinato da quella che potremmo definire
“l'individualità” dei singoli fondi, caratterizzati da problematiche differenti, collegate alla
storia dei soggetti produttori, alla pluralità delle attività documentate e al modo di
sedimentarsi delle carte.
Per l'ordine di distribuzione delle serie archivistiche dei fondi d'impresa conservati, in
mancanza di titolari e altri strumenti coevi, si sono prese in considerazione le disposizioni
dettate dalla circolare del Ministero dell'interno n. 39/1966, “Norme per la pubblicazione
degli inventari”1; mentre per quanto riguarda i fondi personali, la documentazione è stata
aggregata e ordinata facendo perno sulle vicende biografiche e sulle esperienze
professionali e private del soggetto produttore.
In generale i criteri seguiti per l'ordinamento delle unità archivistiche sono stati, quando
possibile, quelli originali utilizzati dallo stesso soggetto produttore e, cioè, il criterio
alfabetico o cronologico. Dove non è stato possibile ripristinare l'ordinamento originale, si
è adottato di norma un criterio cronologico o cronologico “ragionato”, ovverosia tenendo
conto delle originali aderenze tra un fascicolo e l'altro, che a volte creano dei salti
temporali. In alcuni casi per tenere accorpati gruppi di fascicoli evidentemente contigui,
riguardanti lo stesso argomento, trovati nella maggior parte dei casi l'uno vicino all'altro,
si è deciso di posizionare tali gruppi di unità archivistiche al termine della serie, così da
non interrompere la successione cronologica principale degli altri fascicoli.
Per quanto riguarda i criteri della descrizione archivistica, essi rispondono alle seguenti
caratteristiche: descrizione dal generale al particolare; rappresentazione del contesto e
della struttura gerarchica dei vari nuclei documentari individuati; pertinenza delle
informazioni al livello di oggetto di descrizione; esplicitazione della posizione dell'unità
descritta all'interno della struttura gerarchica; non ripetizione delle informazioni all'interno
dei livelli descrittivi collegati gerarchicamente.
Il modello seguito ha previsto la descrizione dei seguenti livelli:
- soggetto produttore;
- fondo;
- serie;
- sottoserie;
- unità archivistica (fascicolo, sottofascicolo, registro, volume). In particolare, per le unità
archivistiche sono stati riportati i seguenti elementi descrittivi:
- titolo, indicando, chiaramente, se originale (posto tra virgolette), attribuito o integrato.
Nel rilevamento del titolo originale del fascicolo, quando era molto lungo o composto da
una definizione principale seguita da altre minori, si è riportata nella scheda solo la
definizione principale. Nell'applicativo Xdams si è utilizzato il campo “integrazione al
titolo” per completare il titolo originale. Nel caso di fascicoli nuovi intestati a società che
hanno cambiato ragione sociale nell'arco cronologico coperto dalla documentazione
conservata nell'unità archivistica, si è rilevata la ragione sociale più antica. Per le forme
dei nomi di enti e istituzioni presenti nei titoli dei fascicoli - ad esclusione dei titoli dei
fascicoli originali - e nel loro contenuto, si è mantenuto un criterio generale di coerenza
con le voci riportate negli indici dell'inventario, definite sulla base delle “Regole italiane
di catalogazione per autori” (RICA), compatibilmente con quanto indicato dalle “Norme
per i collaboratori delle pubblicazioni degli Archivi di Stato”, edite nel 1991 dal Ministero
1
Ministero dell'interno, Direzione generale degli Archivi di Stato, Ufficio studi e pubblicazioni, Circolare n.
39/1966, "Norme per la pubblicazione degli inventari", edita in P. CARUCCI, Le fonti archivistiche:
ordinamento e conservazione, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1992, pp. 231-239. In particolare il
paragrafo 2. Ordine e distribuzione della materia.
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per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, Divisione studi e
pubblicazioni2;
- tipologia;
- date estreme. Nel rilevare gli estremi cronologici, quando la data di un determinato
documento non era certa, ma desunta dal contenuto, la si è posta tra parentesi quadre. In
alcuni casi, quando per esempio i fascicoli sono costituiti da un unico documento, lettera o
atto notarile, o i registri coprono un arco cronologico, l'estremo cronologico oltre all'anno
ha compreso il mese e il giorno;
- contenuto;
- lingua, solo se diversa da quella italiana;
- segnature originali;
- codice di classificazione (serie di appartenenza);
- segnatura definitiva. Nella segnatura definitiva assegnata alle unità archivistiche dei
fondi al numero della busta segue il numero di posizione del fascicolo e dell'eventuale
sottofascicolo. La segnatura è preceduta dal numero del fondo, della serie e della
eventuale sottoserie di appartenenza dell'unità archivistica descritta.
Per la descrizione archivistica si è fatto riferimento, oltre che alle già citate “Norme per la
pubblicazione degli inventari” del 1966, alle indicazioni impartite dalla Soprintendenza
archivistica per la Lombardia e agli standard internazionali di descrizione archivistica,
vale a dire alle ISAD (G)3 e alle ISAAR (CPF)4.
Oggi, sotto la partizione denominata “Archivi famiglia Feltrinelli”, sono presenti i
seguenti otto fondi archivistici, autonomi e distinti, afferenti ad altrettanti soggetti
produttori tutti chiaramente legati alla storia familiare:
I. Fondo Amministrazione Feltrinelli (323 buste - per un totale di 1.779 fascicoli e 473
sottofascicoli - e 111 registri; 1840-1954 );
II. Fondo Giacomo Feltrinelli (9 buste, per un totale di 101 fascicoli e 6 sottofascicoli;
1865-1911);
III. Fondo Giovanni Feltrinelli (1 busta, per totale di 20 fascicoli; 1876-1896);
IV. Fondo Carlo Feltrinelli (37 buste, per un totale di 265 fascicoli; 1901-1935);
V. Fondo Banca Feltrinelli (53 registri; 1883-1923);
VI. Fondo Opificio di Bernareggio per la lavorazione del legno (6 buste, per un totale di
43 fascicoli e 3 sottofascicoli; 1904-1924);
VII. Fondo Società italo-ungherese per imprese forestali (10 registri; 1907-1913);
VIII. Fondo Società di costruzioni e imprese fondiarie (15 buste - per un totale di 100
fascicoli e 37 sottofascicoli - e 19 registri; 1907-1948).
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«Rassegna degli Archivi di Stato», LI (1991), 2-3.
International Council on Archives, ISAD (G): General International Standard for Archival Description.
Second edition. Adopted by the Committee on Descriptive Standards, Stockholm, Sweden, 19-22 September
1999, Siviglia, International Council on Archives, 2000, testo originale in lingua inglese pubblicato in
«Rassegna degli Archivi di Stato», LXIII (2003), 1, pp. 60-190, testo tradotto in italiano, a cura di S. VitaliM. Savoja, pubblicato in ibid., pp. 61-190.
4
International Council on Archives, ISAAR (CPF): International Standard Archival Authority Record for
Corporate Bodies, Persons and Families. Second edition. Adopted by the Committee on Descriptive
Standards, Canberra, Australia, 27-30 October 2003, Paris, International Council on Archives, 2004, testo
originale in lingua inglese pubblicato in «Rassegna degli Archivi di Stato», LXIII (2003), 1, pp. 192-333,
testo tradotto in italiano, a cura di S. Vitali, pubblicato in ibid., pp. 192-333.
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5
Gli otto fondi, per le cui note storiche e descrizioni archivistiche si rinvia alle specifiche
introduzioni, sono costituiti, a secondo dei casi, da serie, eventualmente articolate in
sottoserie. All'interno di queste strutture le unità archivistiche sono costituite da fascicoli in alcuni casi organizzati in sottofascicoli - e registri.
Per ognuno degli otto fondi la numerazione delle buste assegnata è unica e progressiva
così come anche la numerazione delle unità archivistiche conservate.
La scelta di mantenere soltanto due livelli (serie e sottoserie) nella struttura dei fondi, e
quindi di non appesantirla con ulteriori partizioni superiori o inferiori, nasce dalla volontà
di rappresentare il più fedelmente possibile i fondi rispetto non solo alla loro originaria
conformazione ma anche alle loro vicende archivistiche che li hanno inevitabilmente
portati alla odierna condizione. In altre parole si è voluto, attraverso la struttura, esplicitare
chiaramente la storia dei fondi e la loro natura, oggi frammentaria e in parte lacunosa,
senza voler “calare dall'alto" una struttura virtuale, fuorviante e falsata rispetto alla realtà
archivistica dei fondi stessi.
Del resto questo nuovo intervento, di cui si presenta l'inventario, nasce esattamente con la
finalità metodologica e scientifica di ripristinare, per quanto possibile, l'ordinamento
originario; finalità discussa e condivisa con Chiara Daniele, direttrice della Fondazione
Giangiacomo Feltrinelli, Mariella Guercio, ordinario di archivistica presso l'Università di
Urbino e membro del Comitato scientifico della Fondazione e Marina Messina,
soprintendente archivistico per la Lombardia.
Lorenzo Pezzica
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