il calcio che fu
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il calcio che fu
internet di Stefano Fontana Calciatori in rete Beccalossi e Piras: www.evaristobeccalossi.it Chi non ricorda Evaristo Beccalossi, celebre centrocampista/regista mancino di origine bresciana attivo negli anni settanta e ottanta? È stato uno dei giocatori più amati dal popolo interista (e non solo), ed oggi è un po- polare commentatore televisivo. Il suo sito ufficiale è molto vasto e ben realizzato, curato sotto ogni aspetto. Il comparto grafico è di buona qualità, caratterizzato dai colori sociali dell’Inter. Lo spazio internet ufficiale del “Bec”, così come da sempre viene chiamato, presenta una comoda divisione tra i contenuti relativa al passato da giocatore ed al presente come speaker televisivo. Non mancano ampi cenni biografici e suggestive foto di repertorio relative ad anni tra i più gloriosi nella storia dell’Inter. Cresciuto calcisticamente nel vivaio del Brescia, Evaristo Beccalossi ha legato indissolubilmente il suo nome a quello del club neroazzurro. Ha militato anche in altre squadre quali Sampdoria, Monza, Barletta, Pordenone e Breno. Ha preso parte anche alla Nazionale Under 21 ed alla selezione Olimpica. Il sito è munito di un piacevole commento sonoro, disattivabile a discrezione del navigatore. È possibile scrivergli una direttamente e-mail semplicemente cliccando sul pulsante il calcio che fu “contatti”. La pagina denominata “articoli” raccoglie invece una nutrita rassegna stampa, incentrata sulla visione di Beccalossi del calcio contemporaneo. Il guestbook del sito è davvero ricco di messaggi da parte di tifosi, appassionati ed ammiratori di Evaristo: un autentico attestato di stima. Chiudiamo citando la nutrita video gallery presente nel sito e la pagina dedicata al libro scritto dal calciatore e commentatore bresciano. In conclusione ci troviamo di fronte ad uno spazio internet curato e piacevole da navigare. www.gigipiras.com Questo mese ci occupiamo anche del sito internet ufficiale di Luigi Piras, bandiera del Cagliari nonché uno dei calciatori sardi più amati di tutti i tempi. Chiamato col diminutivo di Gigi, ha legato la sua carriera al Cagliari Calcio e ne divenne un grande simbolo, amato quanto Gigi Riva. Era un eroe “made in Cagliari” in quanto nato a Selargius, paese contiguo al capoluogo sardo e grosso centro dell’hinterland del sud Sardegna. Giocò con i sardi per ben 14 stagioni tra A e B per un totale di 320 presenze e 87 reti (132 presenze e 31 reti in Serie A e 188 presenze e 56 reti in Serie B), terzo marcatore in campionato della storia del Cagliari. Segnò al suo esordio in serie A nel 1973-74 il 28 aprile 1974, il suo goal fu decisivo nella vittoria interna contro la Fiorentina, la partita infatti terminò con la vittoria del Cagliari per 1-0. Terminò la carriera al La Palma, contribuendo al miracolo della promozione in serie C2 per la squadra del quartiere cagliaritano. Svolge oggi il ruolo di allenatore. Guidò tra gli altri il Tempio in Serie C, i biancorossi di Selargius in Serie D, il Tortolì, la Polisportiva Gialeto di Serramanna, il Monteponi Iglesias, il Santa Teresa di Gallura. Il sito ufficiale di Piras ha uno stile grafico semplice e pulito, caratterizzato da una leggibilità immediata. Molti i contenuti in gioco, disposti con ordine nella parte alta dell’homepage e raggiungibili con un click. Le notizie riportate qui sopra sono prese direttamente dalla sezione biografica del sito, corredata anche di un utile schema riassuntivo che copre tutta la carriera di Gigi nel Cagliari con tanto di presenze e marcature. Una delle pagine più suggestive è la galleria fotografica, caratterizzata da scatti di valore storico oltre che forieri di grandi emozioni. Per fare un esempio, la pagina dedicata alle foto si apre con uno scatto di Cagliari e Napoli intente ad accedere nel rettangolo di gioco a inizio partita: i due capitani immortalati sono Gigi Piras e Diego Armando Maradona. Anche la sezione “video” riserva alcune sorprese, con l’intera rassegna delle marcature messe a segno dal Cagliari nelle stagioni 1979/80 e 1982/83, mentre un terzo video riassume la storia della squadra sarda dal 1976 al 1984. La rassegna stampa è un’altra sezione del sito davvero interessante, capace di catapultare il lettore indietro nel tempo di oltre trent’anni, periodo in cui il calcio era pura passione e la domenica allo stadio un momento di festa per tutti. 33 segreteria di Diego Murari Uno per tutti, tutti per Unico1 Di porto in porto… con Diego Murari La forza della squadra Cari amici, torno tra voi in un momento difficile, combattuto come sono tra mille emozioni e mille imbarazzi. Ormai mi conoscete, sapete che purtroppo (e per fortuna), sono una persona disabile. Ma dentro di me ho la certezza che riuscirò a lottare contro un male che voleva la mia vita, quella vita che io invece continuerò a tenere stretta tra le mie mani. Inizio questo mio bussare alla vostra porta raccontandovi di una lettera che ho scritto a La Gazzetta dello Sport durante le feste natalizie e che in parte voglio riproporre anche a voi, amici del Calciatore che mi siete vicini in ogni momento. Eccola qui. Gennaio 2011 “Ti scrivo, cara Gazzetta, semplicemente per dirti grazie. Ho una Onlus, si chiama Unico1, e vicino a me ci sono immensi cuori come Roberto Baggio, Cesare Prandelli, Francesco Toldo, Ivan Cordoba, Gibo Simoni, Michele Scarponi, Tatiana Guderzo, Kristian Ghedina, Sergio Pellissier e tanti altri ancora… E ti scrivo, cara Gazzetta, per dedicarti gli occhi dei bambini dell’Ospedale Buzzi di Milano, quando prima di Natale siamo andati a consegnare i doni Unico1, oppure le lacrime delle loro stupende mamme. Quante speranze, quanta disperazione, quanta voglia di vivere. Dentro di me le lacrime scendevano fino al cuore, e non ricordavo più il mio male: l’asportazione del polmone, l’emorragia interna, le lesioni ai tendini, le ischemie cerebrali e i fidati medici che mi ripetevano: «Un mese, forse due, poi è finita». In quei meravigliosi momenti ho scordato tutto e cercavo gli occhi di mia madre per gridarle grazie di ogni respiro che mi ha regalato… di ogni volta che la vedevo piangere…” La lettera è stata pubblicata e così ora 34 mi arrivano ancora più chiamate, ancora più messaggi. Confesso che scrivere mi piace, so che devo imparare molto, so di essere nessuno ma scrivere, come faccio per te calciatore, per me è proprio importante: anche grazie a te calciatore trovo la forza di alzarmi dal letto e di ascoltare ogni giorno un nuovo dono. Di respirare quel meraviglioso profumo della vita che tutti noi abbiamo, ma che spesso dimentichiamo in un cassetto, senza accorgerci che intorno a tutti noi c’è il Sole, ci sono i Fiori… i Colori… e il Silenzio di chi soffre semplicemente per sognare ancora. Grazie dal cuore, grazie con il cuore cari campioni. Grazie di ascoltarci, di leggerci e regalarci la gioia di chiudere gli occhi… Quelle lacrime io comunque continuo a versarle ogni giorno, quelle emozioni continuo a provarle ogni volta, quel dolore continuo a sentirlo dentro di me, ma non cedo, non voglio mollare. Ho imparato proprio da voi, grandissi- Qui sopra, la lettera di Diego uscita sulla Gazzetta dello Sport del 2 gennaio scorso. A fianco, alcune foto scattate all’Ospedale Buzzi di Milano e la homepage del sito www.unico1.it Tanti gli sms per Diego Per lui sono come “vitamine” / ... grande Capitano valoroso, sei Tu l’esempio per noi, sei Tu che ci tieni uniti e ci dai la forza, vinceremo per te / ... non sarai mai più solo, sarò sempre al tuo fianco e tu sarai sempre in campo con me / ... non mollare ora, non devi, non puoi; stai vincendo, stai guarendo e noi ti stiamo aspettando, campione / ... ho parlato di te ai ragazzi e abbiamo capito che oggi eri con noi e che questa vittoria è tua, tutta tua / ... mi hai insegnato a rialzare la testa, ad ascoltare il cuore, a non mollare e ora grazie a te sono campionessa del mondo / ... grazie di essere venuto negli spogliatoi, ci hai portato l’esempio di chi sa essere un campione sempre / ... oggi abbiamo perso capitano mio, mi spiace; volevo dedicarti una vittoria, un gol, una gioia: per tutto quello che tu mi insegni ogni giorno, perché sei unico amico mio / ... la nostra vittoria sarà la tua vittoria, ti aspetto presto, e porta con te la tuta, i guanti: sei uno di noi / ... abbiamo vinto ancora, abbiamo sentito la tua forza a nostro fianco, e abbiamo regalato all’Italia una vittoria speciale, la tua. segreteria di mi campioni, ad affrontare con coraggio gli ostacoli più duri e a reagire ogni volta che la vita sembra rivolgersi a te con una smorfia beffarda. È sempre difficile, sempre più difficile accettare ogni svolta che la vita propone; ma lo voglio, lo devo fare proprio per tenermi stretta la cosa più preziosa che ho, la vita. Quando il dolore mi costringe all’immobilità nello stretto letto della terapia, quando le lacrime mi rigano il volto e nemmeno ho la forza di raccoglierle con un dito, allora alzo la testa e vi vedo davanti a me, miei grandi compagni di viaggio, e capisco che non posso più aspettare, che devo alzarmi sui pedali, che devo spingere con le poche forze che mi restano per seguirvi fin lassù, dove oltre il traguardo sono sicuro di ritrovare il vostro abbraccio, il vostro sorriso, la nostra vita… la mia porta nel cielo… Vi ho incontrato spesso, in questi mesi, grandi capitani, accettando con il cuore colmo di gioia i vostri inviti, i vostri abbracci, i vostri “ce la devi fare”. Ho cercato di rispondere a tutti, io umile gregario e piccolo portiere, ho cercato di farlo anche se la malattia era sempre lì a bussare, ad esigere impietosa il suo pegno, a cercare di rovinare il nostro gioco di squadra. Ma insieme abbiamo lottato e vinto ancora nuove battaglie, insieme a voi, splendidi capitani, abbiamo raggiunto nuove vette, nuovi scudetti, nuove Champions. Dal vostro cuore immenso, dai vostri sorrisi senza confini io ricevo l’incitamento per continuare la salita, il pressing, gli schemi… incurante delle lacrime e dei dolori che mi spaccano i muscoli. Proprio a voi, campioni, mi sento particolarmente vicino perché adesso pedalo realmente in gruppo con voi con il logo Unico1, perché grazie alla vostra sensibilità, tutti conoscono ora la nostra linea di abbigliamento, di gadget, la nostra bicicletta, il nostro mondo. Tutti possono calciare, correre, parare, insieme a noi e ai nostri grandi capitani: sono loro che ci insegnano, ricordate, che se stiamo uniti e diventiamo un gruppo UNICO, possiamo fare meno fatica e volare più veloci verso le prossime Vittorie e diventare per sempre N1… Grazie ragazzi… Grazie di non lasciarmi cadere… Di portarmi in campo con voi… E con voi entro nello spogliatoio con la forza di un leone… Infilo i guanti… E senza paura mi sento pronto… Mi sento un campione come voi… Unico e N1 nel cuore… Grazie di avermi letto… P.S. Ragazzi, scusatemi, se con coraggio vi chiedo un piccolo aiuto… solo se non è un disturbo… dal cuore se mi aiutate a propagandare UNICO1: mi donerete un Sorriso, non cerco nulla di più. Vi aspetto semplicemente con il cuore allo 339 1082481 e vi ringrazio perché siete in moltissimi, mese dopo mese, a chiamarmi dedicandomi il Vostro Cuore. Per chi vuole saperne di più www.unico1.it Già da qualche tempo sul web si possono avere notizie di Diego e della sua “Fondazione Unico1”: oltre che sui siti www. unico1.org e www.unico1.it (attualmente in manutenzione) il navigatore può trovare un bel po’ di materiale sul social network più popolare, vale a dire Facebook. Si potrà quindi meglio capire quale sia il suo progetto che parte da un principio: “Io sono sempre stato uno sportivo” – dice Diego – “e prima o poi tornerò ad esserlo. Ho pensato allo sport perché lo sport è: gioia, fatica, delusione, lacrime, emozione, paura, sofferenza, vittoria, sconfitta, ma soprattutto è forza”. La Fondazione Unico1 è stata creata grazie al fondamentale supporto del ciclista Davide Rebellin in sinergia con i calciatori Roberto Baggio, Francesco Toldo e gli sciatori Kristian Ghedina e Silvio Fauner per aiutare l’amico Diego, ma anche altre persone che potrebbero cadere vittime di questa malattia. È possibile collaborare ai progetti della Fondazione Unico1 con: 1. Donazioni spontanee di privati e aziende. 2. In sede di dichiarazione dei redditi attraverso il 5 per mille inserendo il Codice Fiscale della Fondazione 03436710242. 3. Attraverso una partecipazione agli utili derivanti dalla vendita di una linea di abbigliamento sportivo e gadget. 35 sfogliando di Nicola Bosio frasi, mezze frasi, motti, credi proclamati come parabole, spesso vere e proprie “poesie” Alle volte il calcio p diverte di più Cerco sempre di cogliere qualcosa di costruttivo su cui riflettere. Perciò quando la critica, di fronte a certe partite difficili da portare a casa, ha detto che ci comportiamo come una squadra di club, è cresciuta la mia convinzione che questa è la strada da percorrere. Detesto le critiche non costruttive. Cesare Prandelli (C.T. Nazionale) È bello misurarsi con la prima della classe, anche se porta delle insidie, ma rientra nella logica delle cose. Vorrei disputarne spesso partite di questa levatura, sono quelle che danno ancora più entusiasmo e grande voglia di fare il tuo mestiere. Roberto Donadoni (Cagliari) Fare l’allenatore è stimolante perché prima di tutto hai a che fare con delle persone, Cesare Prandelli C.T. Nazionale “Ripartiamo dalla tecnica” I talenti ci sono, ma alle prime difficoltà fanno fatica e perdono sicurezza. Il segreto è trasmettere loro qualcosa di bello, insegnare che il risultato è importante ma non fondamentale, ripartire dalla tecnica perché è alla base di tutto. 36 con dei ragazzi e con degli atleti. Che poi questi abbiano un valore tecnico più o meno alto non importa. Roberto Donadoni (Cagliari) Il calcio non è scienza esatta però i risultati sono quantificabili: si può capire quanto incide un allenatore. A un corso mi insegnarono che un allenatore è un artista. È vero. E a me piace non essere uguale a nessuno. Walter Mazzarri (Napoli) Non mi dà fastidio se mi danno del difensivista perché lo ritengo ingiusto. Difensivista è chi gioca con 10 terzini, chi specula e non fa giocare gli avversari. Essere attenti alla fase di non possesso è altra cosa. Marco Gianpaolo (Catania) Una volta era più facile, si prendeva il blocco delle squadre principali e non si sbagliava. Cesare Prandelli (C.T. Nazionale) La serie A non fa più sconti a nessuno, ormai. Neppure alle big. Marek Hamsik (Napoli) Le squadre non sono macchine che procedono sempre a pieni giri se le curi bene e gli cambi i pezzi che si rompono. Cesare Prandelli (C.T. Nazionale) Quando non sono contento del risultato passo la notte in bianco, a fumare. Mi fido di pochissime persone: diciamo che la sigaretta è l’amica più fedele. Walter Mazzarri (Napoli) È sbagliato pensare che l’organizzazione del gioco non sopporti il calciatore di fantasia. Io credo che gli allenatori italiani sono pronti a cambiare. Il problema è che, se hai una squadra collaudata con due esterni offensivi che funzionano, non riesci a piazzare un fantasista. Cesare Prandelli (C.T. Nazionale) Per arrivare a certi livelli in un mondo così difficile devi avere carattere e credere in te stesso. A me interessa la stima di chi stimo. Con gli altri mi chiudo a riccio e posso risultare presuntuoso o antipatico. Va bene così. Walter Mazzarri (Napoli) Non bisogna essere chiusi e permalosi. Il dialogo è la base per lavorare al meglio. Senza dialogo non si va avanti. Fabio Cannavaro difensore dell’Al Ahli “Investiamo sui giovani” Noi italiani abbiamo tanti pregi ma anche tanti difetti. Un po’ tutta l’Europa è in difficoltà ma noi siamo un Paese vecchio e stanco. Dovremmo investire sui giovani, non solo nel calcio. Massimo Ficcadenti (Cesena) Io come Van Basten? Non si può paragonare una leggenda a un’altra leggenda. Zlatan Ibrahimovic (Milan) Io come Ibrahimovic? Lusingato, ma qui conta la squadra. Milos Krasic (Juventus) Per fare questo lavoro devi avere una mentalità giusta, come me. Devi sempre vincere, non devi mai essere soddisfatto. Quando non hai più fame è meglio non fare più questo lavoro, è meglio fare qualcosa d’altro. Zlatan Ibrahimovic (Milan) Conta lo spirito. Se non fai le cose con passione è meglio smettere. Fabio Cannavaro (Al Ahli) Vincere è il sogno di chiunque. Luca Toni (Juventus) In genere nel calcio fino a quando vinci va tutto bene. Zlatan Ibrahimovic (Milan) Le vittorie portano tranquillità e serenità. La sfogliando parlato del calcio giocato tranquillità e la serenità di chi ha vinto. Come un attaccante che segna: dopo si sente più forte, non si rilassa di certo. Leonardo (Inter) Quando hai campioni abituati a vincere, a cui non devi dire come comportarsi durante la settimana, tutto diventa più semplice. Fabio Cannavaro (Al Ahli) Gli interpreti prevalgono sempre sul modulo. Roberto Donadoni (Cagliari) Sono un attaccante d’area, non mi si può chiedere di saltare tre calciatori e tirare all’incrocio. Luca Toni (Juventus) Per me i rapporti umani sono fondamentali. Le mie stagioni più belle sono state quelle con gli allenatori che mi hanno fatto sentire importante. Gennaro Gattuso (Milan) Nel calcio Gennaro Gattuso centrocampista del Milan “Che farò da grande…” Mi piacerebbe stare a contatto con i giovani. È un mondo bello, sano. Mi piacerebbe partire con loro, poi, strada facendo, vedere se da grande posso diventare allenatore vero oppure no. le cose cambiano. Massimiliano Allegri (Milan) Nel calcio può succedere di tutto. Roberto Mancini (Manchester City) La mia filosofia è che c’è sempre una nuova storia da scrivere. Roberto Donadoni (Cagliari) La mia idea è che non esistono stili né moduli perfetti e che oggi l’unico stile del calcio sia di saper leggere immediatamente il cambiamento all’interno di una partita. Cesare Prandelli (C.T. Nazionale) No, io non mi sento inglese. Però da un punto di vista sportivo questo è un Paese che apprezzo. Verso lo sport ha una cultura positiva, anche se ci fanno giocare a Natale e Capodanno. Carlo Ancelotti (Chelsea) Questa è una caratteristica del calcio inglese. Non hai vinto mai, neppure sul 2-0 a 15 minuti dalla fine. Roberto Mancini (Manchester City) Restiamo un Paese strano che nel peggio trova risorse straordinarie. Questo non significa che non si debba rivedere l’organizzazione e la cultura per ritrovare certi valori. Cesare Prandelli (C.T. Nazionale) Il calcio italiano? Purtroppo guardi le partite in televisione e non ti diverti. Anche tatticamente non ci sono novità. Ci siamo un po’ fermati, come gli inglesi. Fabio Cannavaro (Al Ahli) Gli inglesi si sorprendono per i nostri stadi che non sono mai pieni. Poi faticano a capire la tessera del tifoso e tutte queste cose qua. Loro sono avanti, ci sono già passati. A livello tecnico c’è invece apprezzamento per le squadre italiane, soprattutto per la loro forza difensiva. Carlo Ancelotti (Chelsea) Alla base di tutto devono esserci la certezza dei ruoli e la credibilità. Un giocatore deve avere la certezza che quello che sta facendo è ciò in cui credi e che hai il coraggio di non cambiare anche nelle difficoltà. Se fai la banderuola sei finito. Luigi Del Neri (Juventus) Nel calcio, bisogna lavorare con coerenza, duramente e senza lasciar nulla al caso. È l’unico modo che Walter Mazzarri allenatore del Napoli “Professionalità, non scaramanzia” Chi crede nella professionalità totale, nel lavoro e nel sacrificio, non ha amuleti. Certo se un rito funziona, anche se profondamente non ci credi, lo ripeti. Tanto non costa nulla. Ma non mi affido alla scaramanzia, anche se ogni napoletano vorrebbe regalarmi un portafortuna. In tasca non ho più posto. conosco per vincere. Roberto Mancini (Manchester City) Una squadra deve creare una comunione per diventare compatta. Per me è più gratificante un abbraccio dopo un gol che non vedere uno schema eseguito bene o un tunnel. Luigi Del Neri (Juventus) Nel calcio di oggi è fondamentale rimanere compatti e uniti e muoversi all’unisono. Robinho (Milan) Non voglio dipendere da una punta che, se manca, mi attacco al tram di Opicina, come dicono dalle mie parti. Che significa? Era il tram che si ribaltava quando da Trieste tirava troppo vento. Luigi Del Neri (Juventus) Se avessi e se fossi è il patrimonio dei fessi, diciamo in Toscana. E io, fesso, non sono. Walter Mazzarri (Napoli) Sono diventato personaggio come conseguenza del mio lavoro e a volte non lo vivo benissimo, scappo dalla notorietà. Walter Maz- zarri (Napoli) 37 tempo libero musica libreria Sports Law and Policy Centre L’agente sportivo di Paolo Amato e Michele Colucci – 324 pagine - €60,00 La figura dell’agente sportivo è stata sempre al centro di critiche e discussioni. Alcune Federazioni, a livello nazionale ed internazionale, hanno di recente modificato i loro regolamenti; altre, invece, sono in procinto di farlo. In particolare, con riferimento al calcio, la FIFA ha annunciato una riforma sostanziale della regolamentazione sugli agenti, che dovrebbe entrare in vigore nel prossimo anno. Sulla base di questi sviluppi, l’attività della figura in esame è analizzata alla luce della normativa italiana e di quella europea rilevante. In tale contesto gli autori analizzano l’esatta qualificazione dell’attività di agente, alla luce del diritto del lavoro, del diritto civile e penale, al fine di inquadrare correttamente i rapporti tra agente e atleti e/o società. L’opera, quindi, offre un’analisi quanto più possibile completa e dettagliata della disciplina degli agenti in vari settori sportivi e in altri ordinamenti giuridici per comprenderne le problematiche, ma anche per delinearne meglio le prospettive di riforma. Per ordinare il libro scrivere a [email protected]. Limina La Coca Cola di Boninsegna di Stefano Tomasoni – 127 pagine - €18,00 La partita di calcio più famosa del Novecento, Italia-Germania 4 a 3, non si concluse al fischio finale dell’arbitro, il 17 giugno 1970 a Città del Messico. Continuò l’anno dopo in Coppa dei Campioni tra Inter e Borussia Mönchengladbach, in una sfida che pareva non finire mai: 270 minuti in campo e 40 giorni in totale tra partite, ricorsi, controricorsi e sentenze della giustizia sportiva dell’Uefa che lasciarono il segno sulle regole del calcio europeo. Quel confronto tra le due squadre che in quel momento rifornivano maggiormente di giocatori le rispettive Nazionali, diventò la prima vera occasione di rivincita della mitica semifinale dei Mondiali dell’anno prima. Nella prima partita, in casa del Borussia, dopo mezz’ora di gioco una lattina di Coca-Cola colpì in testa l’attaccante dell’Inter Roberto Boninsegna e lo mise ko. Quella sera l’Inter, al termine di una gara ormai fuori controllo, perse 7 a 1. La società nerazzurra presentò ricorso per l’incidente al suo bomber, ma si scontrò contro un regolamento Uefa che all’epoca non prevedeva la vittoria “a tavolino” per casi del genere. Sembrava una battaglia persa in partenza, ma c’era da fare i conti con l’avvocato Peppino Prisco, l’energico vicepresidente dell’Inter e maestro del Foro milanese, che si rese protagonista di un duello legale combattuto in punta di fioretto. “La Coca-Cola di Boninsegna” è la storia di quella rocambolesca partita, della battaglia legale che ne seguì e delle altre due partite che Inter e Borussia dovettero disputare, a San Siro e all’Olympiastadion di Berlino, in quell’autunno del 1971 per decidere chi dovesse vincere quella nuova, interminabile sfida calcistica tra Italia e Germania. Edizioni Progetto Cultura Il calcio raccontato dai media di Enrico Agnessi – 160 pagine - €12,00 Se la partecipazione come pubblico alle partite di calcio si colloca all’interno dei fenomeni sociali che hanno caratterizzato il passaggio dell’Italia da una società moderna ad una società di massa, il calcio narrato, nelle forme della radiocronaca, della stampa specializzata, della telecronaca televisiva e più recentemente via Internet, si pone in maniera autonoma come fenomeno degno di attenzione. In particolare, vale la pena di notare come la presenza di un mezzo di comunicazione di massa, come la radio, la televisione e Internet, contribuisca a trasformare l’essenza, oltre che la narrazione, della partecipazione all’evento sportivo. Infatti, con la nascita del giornalismo sportivo i mezzi di comunicazione tendono a mediare la partecipazione dei tifosi all’evento, a fornirne un racconto che seleziona un’interpretazione - quella del cronista sportivo - prevalente rispetto alle potenzialità di comprensione e di condivisione del pubblico. 38 Negramaro Casa 69 A più di tre anni dall’album “La Finestra” tornano i Negramaro col nuovo lavoro dal titolo “Casa 69”, 16 tracce (18 nella Special Editon composta da cd+dvd) molto coinvolgenti, tutte scritte dal frontman del gruppo, nonché uno dei più grandi autori italiani sulla piazza, vale a dire Giuliano Sangiorgi. Un disco che si ascolta con piacere, caratterizzato da tematiche e testi profondi dove le parole hanno un ruolo fondamentale. Una sorta di concept album che racconta il disorientamento e le poche certezze di tutti noi che viviamo in questi “anni particolari”, quasi volesse mietere le anime di tutti gli ascoltatori. Temi del disco sono l’incomunicabilità, il potere dell’illusione, l’individualità, e pervadono tutti i brani. “Casa 69” deve il proprio titolo al luogo fisico dove tutti i componenti della band vivono e condividono ogni esperienza artistica, una fucina dove vengono ideati e partoriti tutti gli aspetti dei loro progetti. Tra sonorità rock e melodie più propriamente pop delle ballate, Casa 69 scorre via veloce incrociando ora Carmelo Bene (“Io non lascio traccia” il brano a lui dedicato), ora Elisa (che duetta in “Basta così”), ora Mia Martini (“Comunque vadano le cose, scusa Mimì”), ma sempre con una perfezione di arrangiamenti e parole quasi maniacale che fa di ogni canzone un elegante dipinto su tela. Altamente suggestiva ed emozionante anche la copertina dell’album: un cuore, un essere umano, con le sue ramificazioni, con le sue debolezze, con le sue verità, ma pur sempre un uomo che ama con un cuore che pulsa di battiti infiniti. Foto: Liba Taylor/ActionAid - Grafica: Marco Binelli E L I G A FR Adotta un bambino a distanza, rendi la sua vita meno fragile! Crescere, studiare, giocare: per un bambino senza cibo e senza diritti tutto questo diventa infinitamente più difficile, se non impossibile. Ma tu puoi fare qualcosa. Con l’adozione a distanza puoi garantire cibo, acqua pulita, istruzione e cure mediche ad un bambino e alla sua comunità. Basta meno di un euro al giorno. Per ricevere le informazioni sul bambino e la comunità che potrai sostenere, spedisci in busta chiusa il coupon qui riportato a: ActionAid - Via Broggi 19/A - 20129 Milano, invialo via fax al numero 02/29537373 oppure chiamaci al numero verde 800 018 618. Nome Cognome Via n° Cap Città Tel Cell Prov E-mail Ai sensi del d.lgs. 196/2003, La informiamo che: a) titolare del trattamento è ActionAid International Italia Onlus (di seguito, AA) - Milano, via Broggi 19/A; b) responsabile del trattamento è il dott. 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