Finanziare la ripresa con Cassa Depositi e Prestiti IL NUOVO
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Finanziare la ripresa con Cassa Depositi e Prestiti IL NUOVO
C ASSA DEPOSITI E PRESTITI | COME OPER A NELLE COSTRUZIONI di Fabrizio Valico Imprese IL PROFILO DEL MANAGER IL PIANO INDUSTRIALE 2011-2013 DI CDP Laureato in Economia Politica con lode alla Bocconi di Milano, Matteo Del Fante è direttore generale di Cdp dal giugno 2010. Ha lavorato con la JPMorgan, di cui è stato Managing Director a Londra, occupandosi fino al 2003 di operazioni finanziarie e strategiche per i maggiori clienti europei della banca. Nel dicembre 2003 è passato alla Cassa depositi e prestiti dove, dal maggio 2004 e fino a settembre del 2009, ha ricoperto la carica di Responsabile della Direzione Finanza. Dal febbraio 2009 è diventato Responsabile della Direzione Immobiliare di Cdp. Da marzo 2009 a fine luglio 2010 è stato amministratore delegato della Cdp Investimenti Sgr spa, di cui è attualmente Presidente. Da aprile 2008 è membro del consiglio di amministrazione e del comitato di controllo interno di Terna. 40 i miliardi da investire 11 i miliardi per le infrastrutture 14 i miliardi per le pmi 36 i miliardi della raccolta postale IL BILANCIO CONSOLIDATO 2010 + 16% l’utile netto + 8% il patrimonio netto + 10% il totale attivo di stato patrimoniale 11,7 miliardi il flusso di impieghi Matteo Del Fante, direttore generale di Cdp Infrastrutture, housing sociale e pmi Anche così si finanzia la ripresa del Paese Ottobre 2011 N. 7 N IL NUOVO CANTIERE 88 el prossimo triennio Cdp immetterà nel sistema nuove risorse per oltre 40 miliardi di euro, rispetto ai 33 miliardi del triennio precedente. In particolare aumenteranno le nuove risorse per il finanziamento delle infrastrutture, salite ad 11 miliardi contro i 6 del Piano industriale 2008-2010, e raddoppieranno i volumi di nuovi impieghi a sostegno delle imprese, raggiungendo i 14 miliardi. Obiettivo prioritario del piano è garantire la stabilità della raccolta postale e consolidare l’attività di funding sul mercato. La raccolta netta postale per Cdp sarà pari a circa 36 miliardi. Verranno introdotti, inoltre, nuovi prodotti che incentiveranno l’accumulazione del risparmio con un orizzonte temporale di lungo periodo. Fattori cruciali per il raggiungimento degli obiettivi prioritari del piano 2011-2013 saranno il presidio dei rischi e dell’uso del capitale, una trasformazione profonda del modello operativo attraverso il raddoppio degli Cassa depositi e Prestiti si conferma uno dei principali operatori nel finaziamento delle infrastrutture. Dei quaranta miliardi di euro previsti per sostenere entro il 2013 la ripresa dello sviluppo economico italiano, 11 sono destinati alla realizzazione di nuove infrastrutture, 5 in più rispetto al triennio precedente. Con quasi 24 miliardi di finanziamenti e oltre 1 miliardo di investimenti in equity, è centrale il ruolo di Cdp a sostegno del sistema produttivo. investimenti tecnologici rispetto al triennio precedente (oltre 20 milioni), un rafforzamento dell’organico attraverso l’introduzione di nuove risorse qualificate e un aumento delle competenze già presenti. Allo stesso tempo sarà mantenuto un elevato livello di efficienza operativa, con un rapporto tra costi e ricavi inferiore al 5%. Ne parliamo con Matteo Del Fante, direttore generale di Cassa Depositi e Prestiti. Direttore, dove saranno incanalate le risorse previste nel nuovo Piano industriale? La mission istituzionale di Cassa Depositi e Prestiti da oltre 160 anni è finanziare lo sviluppo del Paese e il nuovo Piano Industriale 2011-2013 sancisce la piena operatività della «nuova Cassa», ossia di quei nuovi strumenti che consentono a Cdp di sostenere l’economia nazionale. Nel prossimo triennio Cdp immetterà nel sistema nuove risorse per oltre 40 miliardi di euro, il 29% in più rispetto ai 33 miliardi del triennio appena trascorso. In particolare, il Piano ne sottolinea il ruolo di operatore centrale per il sostegno alle imprese: raddoppieranno infatti rispetto al triennio precedente i volumi di nuovi impieghi nel comparto, raggiungendo i 14 miliardi di euro. Esistono già strumenti già collaudati per raggiungere questo risultato, come il Plafond Pmi, che finanzia le imprese tramite le banche; il Fondo italiano di investimento (Fii), un fondo di private equity per ricapitalizzare le Pmi; il Fri, ossia il credito agevolato per ricerca e innovazione; l’Export banca, cioè il supporto all’export con la Sace. Abbiamo tuttavia allo studio anche investimenti diretti all’estero per supportare le imprese italiane e progetti speciali per la tutela dell’ambiente. Parallelamente, Cdp si conferma partner degli enti pubblici e catalizzatore dello sviluppo delle infrastrutture del Paese. Il Piano si pone comunque l’obiettivo prioritario di garantire la stabilità della raccolta postale, la raccolta netta per Cdp si attesterà a circa 36 miliardi, e di consolidare l’attività di funding sul mercato. Nonostante lo sviluppo di nuove attività, gli enti locali restano il punto di riferimento di Cdp. Il ricorso a Cdp resta ancora l’alternativa principale per gli enti locali del meridione? I dati parlano chiaro: nel 2010 le concessioni totali agli enti pubblici sono state pari a circa 6 miliardi di euro, dei quali il 32%, cioè 1,7 miliardi di euro, è stato erogato al Sud, dove la quota maggiore dei finanziamenti è stata attratta da Regioni e Province. Qual è la quota che è stata riservata nel nuovo Piano allo sviluppo delle costruzioni? In questo ambito, relativamente al territorio nazionale, il Piano 2011-2013 prevede un investimento di 11 miliardi. L’obiettivo di Cdp è da sempre quello di mobilitare risorse finanziarie per dotare il Paese di infrastrutture, condizione necessaria per lo sviluppo, e dal 2009 le potenzialità di Cassa vengono sfruttate appieno: Cdp agisce come strumento per finanziare infrastrutture e operazioni a sostegno dell’economia senza incidere sul bilancio pubblico. Le rinnovabili possono costituire un segmento ad alto valore aggiunto in questo frangente? In un periodo di crisi globale ancora in atto, molte realtà imprenditoriali si rivolgono a investimenti in «L’obiettivo di Cdp è da sempre quello di mobilitare risorse finanziarie per dotare il Paese di infrastrutture, condizione necessaria per lo sviluppo, e dal 2009 le potenzialità di Cassa vengono sfruttate appieno: Cdp agisce come strumento per finanziare infrastrutture e operazioni a sostegno dell’economia senza incidere sul bilancio pubblico» che, entro 5 anni, è destinato a raggiungere un target pari a 500 milioni di euro. L’obiettivo di Eeef è contribuire, nella forma di partenariato pubblico privato, allo sviluppo di progetti di efficientamento energetico e nell’ambito delle energie rinnovabili nell’Unione Europea a 27, intervenendo per l’80% con strumenti di debito. Cdp, la francese Cdc e la tedesca Kfw, insieme con la Bei hanno avviato il nuovo fondo per le infrastrutture europee Marguerite. Possiamo fare un primo bilancio di questa esperienza? Il Fondo Marguerite, lanciato nel dicembre 2009, è stato il primo prototipo di fondo equity infrastrutturale per investimenti di lungo periodo ad avere un endorcement istituzionale europeo così forte: la Ue, la Bei, Cdp e le consorelle Caisse de dépots e Kfw, l’Instituto de Crédito Oficial, la Pko Bank Polsk. Il fondo, che opera nell’alveo delle attività del Long Term Investors Club (Ltic) è stato un modo per convogliare risorse e risparmi del settore privato verso progetti infrastrutturali e investimenti di lungo periodo, in materia di cambiamenti climatici, sicurezza energetica e reti europee. Una vera e propria colonna portante del piano di exit strategy dalla crisi. Attualmente si trova ancora nella fase di Ottobre 2011 N. 7 Reti di trasporto e servizi pubblici locali, edilizia pubblica e social housing, energia e comunicazioni, sostegno alle Pmi ed export finance, ricerca e innovazione, ambiente ed energie rinnovabili. Sono i settori nei quali è impegnata Cassa Depositi e Prestiti, società per azioni a controllo pubblico, di cui lo Stato possiede il 70% ed il restante 30% è posseduto da 66 di Fondazioni di origine bancaria. Cdp gestisce una parte importante del risparmio degli italiani, il Risparmio postale, che convoglia in favore della crescita del Paese, finanziando i principali settori di interesse strategico. È, inoltre, l’operatore di riferimento per gli enti pubblici, per lo sviluppo delle opere infrastrutturali, per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese nazionali. La principale attività di Cdp è il finanziamento degli investimenti del settore pubblico. La raccolta di fondi per finanziare questo tipo di attività avviene soprattutto attraverso l’emissione di Buoni Fruttiferi Postali e Libretti di Risparmio, che godono della garanzia diretta dello Stato, alla stessa stregua di Bot, Cct e Btp. Cdp è altresì emittente di Covered Bonds. Tra le attività che Cdp ha intrapreso più di recente, la partecipazione a fondi di private equity, destinati alle infrastrutture nazionali e internazionali, al social housing, all’incentivazione del partenariato pubblico-privato e la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. Il portafoglio azionario di Cdp è composto da società quotate, non quotate e da quote di fondi di private equity. Cdp è proprietaria, tra l’altro, del 26,4% di Eni e del 29,9% di Terna. Rinnovabili. Cdp è già attiva in questo settore, in quanto contribuisce all’infrastrutturalizzazione e alla diversificazione delle fonti di energia elettrica del Sistema Paese concorrendo a realizzare concretamente gli impegni internazionali presi dall’Italia con l’adesione al Protocollo di Kyoto. Pensiamo per esempio al Fondo equity nazionale F2i e a quelli internazionali Inframed e Marguerite. Questi ultimi investiranno rispettivamente nella regione del SudEst del Mediterraneo e nell’Ue-27. Il Cda di maggio ha infine sancito la partecipazione di Cdp, con un investimento fino a 60 milioni di euro, al lancio di un nuovo fondo di investimento, European Energy Efficiency Fund (Eeef), promosso dalla Commissione Europea e dalla Bei e gestito da Deutsche bank 89 IL NUOVO CANTIERE La mission di Cdp Come conta il nuovo Piano di aiutarli nel difficile compito di finanziare gli investimenti e rispettare il Patto di stabilità interno? Storicamente Cdp rappresenta il polmone finanziario degli enti territoriali e per rispondere ai vincoli del Patto di Stabilità Interno e alla crisi in atto, la «nuova» Cassa ha affiancato ai tradizionali mutui di scopo nuovi strumenti finanziari a sostegno dell’economia del Paese, di cui beneficiano, in modo diretto o indiretto, gli enti territoriali. Il Piano prevede un investimento di 18 miliardi e un netto miglioramento dei livelli di servizio, innovando le modalità di interazione e riducendo i tempi di risposta sui principali servizi. La «Domanda online» e le «Informazioni online», per esempio, i nuovi servizi Web inaugurati lo scorso 29 marzo con un Roadshow in contemporanea in sette città su tutto il territorio nazionale, sono solo il primo passo di un processo di digitalizzazione, che consentirà agli enti di completare tutte le operazioni con Cdp via Web, riducendo considerevolmente i tempi di risposta. Inoltre, alla fine dello scorso anno, agli enti locali che nel passato si sono affidati a Cdp contraendo mutui, Cassa ha offerto l’opportunità di gestire al meglio il proprio debito, liberando risorse per gli investimenti necessari allo sviluppo del Territorio. Con il Programma di «Rinegoziazione 2010» gli enti hanno quindi potuto rimodulare il proprio debito con Cdp, allungando le scadenze fino a un massimo di 30 anni e riducendo l’importo delle rate. Con il risultato che 1.531 Enti (pari al 19% circa del totale degli interessati) hanno aderito all’offerta e sono stati rinegoziati 4,4 miliardi di euro di debito. Con Cdp decolla l’housing sociale in Italia Nel 2009 Cassa Depositi e Prestiti, unitamente all’Associazione delle Fondazioni Bancarie e all’Associazione Bancaria Italiana, ha costituito «Cdp Investimenti Sgr Spa», società di gestione del risparmio che promuove e gestisce il Fondo Investimenti per l’Abitare. Il Fia è un fondo immobiliare riservato a investitori qualificati operante nel settore dell’edilizia privata sociale, con la finalità di incrementare sul territorio italiano l’offerta di alloggi sociali a supporto e integrazione delle politiche di settore dello Stato e degli enti locali. Grazie alle sottoscrizioni di banche come Unicredit e Intesa-Sanpaolo e di assicurazioni come Generali e Allianz, il Fia oggi raccoglie risorse pari a 1,67 miliardi, a cui si aggiunge- ranno quelle provenienti dal ministero delle Infrastrutture e dalle casse di previdenza private. Ad di «Cdp Investimenti Sgr spa» è Stefano Marchettini. Dott. Marchettini, l’esperienza del Parma Social House ha dimostrato che anche in Italia si può realizzare edilizia sociale di qualità, e che pubblico e privato possono operare ottimamente in sinergia. In che modo questa buona pratica può essere estesa alle altre città italiane? Sicuramente il caso di Parma Social House è un caso di sinergia tra pubblico e privato, ma credo che l’aspetto più innovativo di questo primo investimento del Fia sia costituito dall’applicazione del sistema di fondi immobiliari al segmento raccolta finanziaria, quindi per tracciare un primo bilancio bisognerà attendere il completamento del fund rising a fine 2011. Ottobre 2011 N. 7 Il presidente della Ue Barroso ha annunciato l’emissione di Eurobond per contribuire agli investimenti in infrastrutture. È una ipotesi alla quale possono essere interessate le Casse europee? Il progetto Eurobond è interessante ma sicuramente influenzato dalla situazione economica e politica europea. L’attenzione di Cdp, sulla scia di quanto fa la Bei, si rivolge maggiormente a strumenti più «tecnici», quali i Project Bond, che possono contribuire a ridurre i rischi e aumentare i finanziamenti nella realizzazione di progetti infrastrutturali e strategici. IL NUOVO CANTIERE 90 Il project financing nelle infrastrutture è molto utilizzato nelle regioni del nord e ancora poco al sud, e i fondi comunitari vengono spesi molto lentamente, si pensi solo al ruolo dei commissari ad acta nel Piano sud del Ministro Fitto. Cosa ne pensa? Il Project Financing, a differenza di un comune appalto, richiede competenze tecniche elevate, professionalità diversificate e disponibilità di capitali privati. Anzi, il Partenariato Pubblico Privato fa affidamento proprio sui capitali privati. Il fatto che sia utilizzato di più al nord, riflette drammaticamente le differenze tra quest’area e il sud del Paese. È chiaro che occorre superare l’impasse. I Fondi strutturali invece sono una grande opportunità che va colta soprattutto da parte delle regioni del meridione e rispetto alla quale Cdp sta predisponendo prodotti in grado di potenziarne la valenza per realizzare utili sinergie tra i contributi regiona- dell’edilizia privata sociale, che è un unicum a livello europeo. Questo modello, infatti, impone la sostenibilità economica a tutti i livelli. Nel senso che anche la partecipazione del soggetto pubblico avviene a titolo di investimento, a differenza di altri interventi di social housing volti a diversi segmenti di beneficiari e finanziati con una significativa quota di risorse pubbliche a fondo perduto, quali per esempio quelli recentemente approvati dal Cipe. Ciò implica una progettazione complessa sul piano urbanistico e gestionale, nonché la definizione di accordi con un numero ampio di interlocutori, quali gli investitori, gli enti locali, le imprese realizzatrici, i soggetti gestori, che spesso nel medesimo progetto possono assumere più ruoli (per esempio, enti locali e imprese realizzatrici possono intervenire sia nella veste propria sia in quella di investitori). Tenendo conto della complessità dello sviluppo di questi progetti abbiamo ritenuto opportuno avvalerci del partenariato con Anci, Fondazione Housing Sociale, Ispredil, che ci aiutano in particolare nella fase di sviluppo delle iniziative in varie città italiane. State replicando l’iniziativa in Lombardia e in Veneto. Perché, nonostante tutto, sono ancora così poche le iniziative in cantiere? Oltre all’Emilia Romagna con il progetto di Parma, Lombardia e Veneto sono due Regioni in cui Cdpi Sgr, per conto del Fia, ha Matteo Del Fante, direttore generale di Cdp «I Fondi strutturali sono una grande opportunità che va colta soprattutto da parte delle regioni del meridione e rispetto alla quale stiamo predisponendo prodotti in grado di potenziarne la valenza per realizzare utili sinergie tra i contributi regionale e comunitario e la partecipazione finanziaria di Cdp» le e comunitario e la partecipazione finanziaria di Cdp, al fine di promuovere operazioni di taglio non solo grande ma anche medio-piccolo, che soddisfino le diverse esigenze delle varie tipologie di Enti. Recentemente Cdp ha messo a disposizione un plafond da 8 miliardi di euro da destinare alle piccole e medie imprese. Quali sono i risultati? Gli ultimi dati a disposizione, che risalgono a fine aprile 2011, evidenziano come degli 8 miliardi di euro messi a disposizione dal Plafond, siano stati erogati circa 4,7 miliardi (di cui 1,8 nei primi quattro mesi del 2011). Circa 7,8 miliardi sono stati già contrattualizzati dalle Banche: dato un importo medio dei prestiti di circa 200mila euro, si può stimare che le imprese che hanno già beneficiato delle risorse siano circa 2mila. già assunto delibere preliminari. Ma ci sono anche il Piemonte e il recentissimo Fondo housing sociale Italia Centrale, promosso da 4 Fondazioni e che a breve avrà il via libera da Bankitalia. In questo momento noi o i nostri partner, fra cui varie Sgr, stiamo lavorando in molte città italiane (Milano, Venezia, Torino, Roma, Bologna, Napoli per citare solo alcune grandi città) per definire progetti di investimento che consentano di dare applicazione a queste delibere preliminari, mentre alcuni progetti operativi sono già in corso a Milano e Crema. Il Fia oggi raccoglie risorse pari a 1,67 miliardi, a cui si aggiungeranno quelle provenienti dal ministero delle Infrastrutture e dalle casse di Stefano Marchettini, amministratore delegato Cdp Investimenti Sgr spa previdenza private. Prevedete di aumentare la dotazione finanziaria del Fondo? Il nostro obiettivo è di 2 miliardi di euro, di cui 140 milioni relativi al Mit e circa 200 milioni dalle Casse di previdenza. Al momento il nostro obiettivo è investire bene i fondi disponibili, entro il termine previsto per le delibere del Fia, che è il 2015-2016. Come è stata recepita al Sud questa opportunità? Anche in questo caso i dati spiegano al meglio il quadro della situazione: su un totale di oltre 14mila Pmi su tutto il territorio italiano, più di 2.500 sono localizzate al Sud (il 14% circa). Possiamo dire che il Sud ha recepito questa opportunità in maniera meno massiva rispetto al Nord, ma ci sono sicuramente margini di miglioramento. In questi ultimi anni la missione della Cassa depositi e prestiti si è allargata verso forme d’intervento azionario, facendo di questo ente il perno della strategia della politica industriale nel nostro Paese. In che modo la missione di Cdp potrà evolvere ancora nel futuro? L’impegno di Cdp per il futuro sarà di intervenire sempre di più nelle aree fondamentali a sostegno dell’economia italiana, in cooperazione e sinergia con il settore privato. La Cassa partecipa e si è fatta promotrice di alcuni fondi di investimento, di debito e di equity; guarda a ricerca e sviluppo, e agli impieghi di interesse generale ma troverà sempre anche nuove strade per andare incontro alle esigenze del Paese rappresentate dagli enti locali. Continuerà ad agire a livello nazionale e internazionale, favorendo la capitalizzazione delle Pmi e sostenendo – attraverso l’Export banca – la competitività delle imprese italiane all’estero. Amplierà l’investimento in infrastrutture, lo sviluppo del social housing, l’efficientamento energetico. Una Cdp, insomma, che pur conservando salde e profonde radici storiche sarà pronta alle sfide future dell’economia globale. © RIPRODUZIONE RISERVATA