togliamo il 15! ma dai, è uno scherzo!

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togliamo il 15! ma dai, è uno scherzo!
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L conca
COPIA GRATUITA
Periodico del Centro culturale Conca Fallata www.laconca.org
numero 3 - marzo 2010 - anno XVIII - Tribunale di Milano, reg. n. 410 del 22.6.96
TOGLIAMO IL 15! MA DAI, È UNO SCHERZO!
Il 2 febbraio il vice sindaco Riccardo De Corato, gran
decisionista, dichiara perentorio: “togliamo il 15”,
inteso come tram. Due giorni dopo rettifica il tiro, ma
insiste: “il 15 si fermerà a piazza Abbiategrasso.” Motivo? I tram troppo lunghi intralciano la circolazione e
provocano incidenti, sopra tutto in centro.
E da Abbiategrasso al Duomo come faremo? tutti sul
3, che di suo non è una meraviglia di tram? E i 50 milioni di euri spesi nel 2003 per costruire il tracciato tra
Abbiategrasso e Porta Ludovica, che avrebbe dovuto
essere super protetto, super veloce e puntuale come
un treno giapponese? Soldi buttati al vento? De Corato, grande statista, non fa una piega e dice: “la decisione della metrotranvia è stata dell’allora sindaco
Formentini, non nostra.”
Insomma un certo qual trambusto, con la prospettiva di peggiorare il trasporto pubblico in Zona 5… ma
va là, state tranquilli, era solo uno scherzo. Il 15 non
cambia. Almeno per il momento.
Il 25 febbraio in via Tibaldi c’è stata infatti un’assemblea promossa dal consigliere Ugliano del Pd per capire cosa stesse succedendo e sopra tutto per chiedere
in che modo il Comune e l’Atm pensassero di portare
in centro gli utenti del 15.
Erano presenti l’ingegner Amerigo Del Buono, direttore della rete di superficie dell’Atm, e il consigliere
Marco Osnato del Pdl, presidente della Commissione
trasporti del Consiglio comunale.
Candido, candido l’ingegner Del Buono annuncia al
pubblico “che il 15 non verrà toccato”. Il tecnico prosegue spiegando che il 15 ha solo qualche difficoltà
nel passaggio da piazza Missori a via Larga, e quindi
sono allo studio soluzioni per facilitarne il percorso.
Tra le ipotesi, quella di riportare il capolinea del 15 in
via Dogana e di attestare il 24 in piazza Fontana. In
ogni caso nulla di deciso, salvo la conferma che il 15
continuerà ad arrivare in centro.
La metrotanvia sud è infatti la più importante linea
di superficie con 80 mila passeggeri/giorno; pure il
tratto Teulliè – Missori è intensamente usato (2 500
passeggeri/ora). Del Buono ha annunciato inoltre un
prolungamento del 15 verso sud, dall’attuale capolinea in Rozzano fino all’Humanitas.
Un cittadino intervenuto nella discussione ha notato
che il 15 da Rozzano a piazza Fontana impiega 45 minuti, 15 dei quali sprecati in attesa del verde ai semafori. Su questo punto la risposta dell’Atm non è convincente. S’è infatti capito che i semafori non sono per
nulla asserviti al trasporto pubblico e che al massimo
stanno pensando (in futuro) di prolungare il verde per
aspettare i tram in arrivo.
Per quanto riguarda invece il 3, l’Atm conferma l’intenzione di accorciarne il percorso. Il nuovo capolinea, come chiesto da molti utenti della Zona 5, potrebbe attestarsi in via Spadari, ma nessuno sa ancora quando.
In fine, per amor di cronaca va detto che l’assemblea
non ha preso molto bene lo scherzetto di De Corato e
neppure ha gradito l’irritante verbosità del consigliere
comunale Osnato.
Anche il consigliere di Zona Loris Zolla (Pdl) s’è arrabbiato, ma per un altro e singolare motivo. Secondo il
suo ardito pensiero, per evitare a De Corato la magra
figura che il vicesceriffo s’è fabbricato da solo inse-
guendo la nuova teoria del fare senza pensare, si
sarebbe dovuta annullare l’assemblea. Rimandando ovviamente a casa i 200 e passa cittadini che
erano venuti per informarsi e per dire la loro.
Non contento, preso dall’eccitazione, Zolla è passato agli insulti. Meglio dimenticare. (V.V.)
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POVERA DARSENA!
In attesa della sentenza di merito del Tar sul parcheggio, prosegue il degrado e si annunciano discutibili progetti. Il tavolo interassessorile non trova
soluzioni per le isole pedonali estive e permanenti
di Vittore Vezzoli
C’era una volta la Darsena. Uno specchio d’acqua, un tempo porto
assai trafficato, che ricorda una Milano al centro di un sistema di Navigli che univano la città ai laghi Maggiore e Garda, e al Po, e di qui
al mare. Un luogo bello, un po’ diverso dagli altri e caro ai milanesi.
Prima è arrivata la coppia del sindaco Albertini e dell’assessore
Goggi con la sciagurata idea di un megaparcheggio a ore, come
se attirare nuove macchine in un’area congestionata fosse la più
sentita necessità dei residenti.
L’attuale gestione Moratti in un primo tempo non ha fermato il
progetto, ma neppure è riuscita (fortunatamente!) a far proseguire i lavori. Infatti ora ci ha ripensato.
Come i lettori de La conca dovrebbero sapere, la Darsena spa e il
Comune hanno pasticciato non poco e alla fine quest’ultimo ha
decretato la chiusura del cantiere. L’impresa non ci sta e ricorre
al Tribunale amministrativo regionale (Tar), che prende una prima decisione interlocutoria ordinando la sospensione dei lavori.
La decisione nel merito è attesa il 31 marzo, cioè fra pochi giorni.
Nel frattempo, dove una volta c’erano acque tranquille, qualche
anatra, qualche pescatore, ora è uno schifo di erbacce e piante
male assortite. Come ha scritto giorni fa Repubblica, “l’ultima
parte della Darsena è diventata il retroterra dello spaccio di cocaina ed eroina su viale Coni Zugna.”
A settembre dell’anno scorso, approfittando del degrado, si fa
avanti la Navigli Scarl con un progetto baraccone (definizione
dell’architetto Beltrame) che prevede di occupare parte della
Darsena con una piattaforma galleggiante e un finto faro per
orientare improbabili naviganti smarriti. L’idea svapora nel ridicolo, malgrado l’autorevole appoggio dell’assessore leghista al
turismo Massimiliano Orsatti.
Scampato questo pericolo, eccone un altro. Come se le malefatte dei
nostri amministratori non bastassero, questa volta ci si mette pure
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di Tedone & Tacconi
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Periodico del Centro Culturale Conca Fallata
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Direttore responsabile: Flaminio Soncini
Stampa: Tipografia Real Arti-Lego S.A.S
Di Sabatino Raimondo & C. – Corbetta (Mi)
Reg. al Tribunale di Milano n. 410 del 22.6.1996
c.f. 971824400156, p. iva 12051280159
Hanno collaborato a questo numero: Antonio Capoduro, Cristina Carli, Andrea Castelli,
Gabriele Cigognini, Deborah D’Emey Viviana De Filippis, Luca Gandolfi, Guglielmo Landi,
Alessandro Pezzoni, Alessandro Santini, Aldo Ugliano, Vittore Vezzoli, Stefano Zorzoli
Le fotografie sono di Sara Anfossi e Archivio La Conca
La vignetta è di Luigi Muzzi
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Informazioni: tel. 0289300806 - 028266815
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Il periodico è disponibile nelle edicole dei quartieri
Spaventa, Stadera, Pezzotti, Boeri, Torretta,
Chiesa Rossa, Missaglia, Terrazze
e Gratosoglio; presso il Consiglio di zona 5;
presso la Biblioteca Chiesa Rossa,
la Biblioteca di via Tibaldi e via Frà Cristoforo;
presso i CTS Stadera e Gratosoglio
e numerosi negozi della zona.
Aderente alla Rete dei Comitati Milanesi
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un gruppo di residenti: Darsena Pioniera. Leggiamo su Repubblica che tale associazione “vagheggia di
realizzare nell’attuale invaso piste ciclabili, orti urbani, un boschetto di pioppi, salici e lythrum e persino
di piazzare sdraio per prendere il sole”. Un assessore in vena di scherzare lo si trova sempre e questa volta il progetto trova un estimatore in Maurizio Cadeo che si occupa, ahi noi, dell’arredo urbano.
C’era un tempo in cui la Giunta aveva addirittura lanciato un concorso tra professionisti di tutto
il mondo per una sistemazione di tutta l’area della Darsena che, almeno nelle intenzioni, doveva
essere all’altezza dell’importanza del luogo. Il progetto vincitore dovrebbe essere rivisto perché si
basava sul presupposto di un parcheggio che oggi non c’è più, ma in ogni caso s’è persa per strada
l’idea che un’area così pregiata di Milano meriti un’attenzione particolare.
Se il livello è quello mostrato dagli assessori Orsatti e Cadeo, la preghiera che rivolgiamo al Comune è questa: per favore, in attesa di amministratori migliori, non fate niente, pensate ad altro!
Limitatevi a rimettere l’acqua nella Darsena, magari consolidando le sponde quel tanto che serve.
Sempre sperando che Tar, Consiglio di Stato e quant’altro fermino per sempre il megaparcheggio.
Se il futuro della Darsena è oscuro, non meno incerte sono le isole pedonali, estive o permanenti
che siano. Le riunioni del tavolo interassessorile (niente di meno!) non hanno porato ad alcuna decisione, questa volta pare per una maretta tra i gestori dei locali.
Una seria regolazione delle isole pedonali è
molto attesa dai residenti perché potrebbe ri* riabilitazione neuromotoria
durre il disagio provocato dal divertimentificio.
* fisioterapia strumentale
Il problema riguarda sia la Zona 6, sia la Zona
5. La prima mostra interesse e appoggia le richieste dei cittadini; la Zona 5 invece, la nostra,
collaboratore Fondazione
semplicemente non esiste. Giovanni Ferrari
Don Gnocchi dal 1988
(Pdl), presidente del CdZ e Piermario Sarina
(Lega), presidente della Commissione compeTel. 02.8132888 /339.5641485
tente, neppure rispondono alle richieste dei
residenti e dei loro comitati.
FISIOTERAPIA
A DOMICILIO
TDR J. TURANI
RICORDANDO ARNALDO AGLIATI (ARNò)
Arnaldo Agliati, in arte Arnò, ci ha lasciato. Molto conosciuto in zona 5,
era nato in Via Palmieri al quartiere Stadera, il 27 novembre 1932.
Antifascista da sempre, nel 1943/45 partecipa, da ragazzino, a diverse
azioni di disturbo nella zona di Fano nelle Marche, dove era ospite in un
collegio dei martinitt. Nel 1944 perde il fratello Renato ucciso dai fascisti; tornato a Milano partecipa ai giorni della Liberazione.
Aderisce al Partito Socialista e negli anni ‘80 è consigliere di zona.
Impegnato nelle istituzioni e nelle associazioni di zona, dà vita ad una
lunga esperienza dedicata ai bambini e adulti amanti della pittura: con
il maestro Carmagnola insegna volontariamente disegno e pittura.
Arnò ha lasciato un ricordo bellissimo, un grande dipinto esposto in
aula consigliare del Consiglio di Zona 5 in via Tibaldi, che rappresenta i
posti più significativi della zona, Ronchetto delle Rane, Cascina Bassetto e la Cascina della Chiesa Rossa. Luoghi che Lui amava e che ha reso
vivi con un mare di iniziative.
Ciao malnat, il Centro Culturale Conca Fallata ti ringrazia e ti ricorderà
sempre con affetto.
Alessandro Pezzoni
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Bellarmino, sentenza contro Ligresti
Uno dei tanti contenziosi fra Comune di Milano e Ligresti, importante ma quasi dimenticato, segna un punto in favore del Comune
di Flaminio Soncini
Nel clima rovente dalla discussione sul PGT, non fanno scalpore le notizie che,seppur indirettamente, riguardano il Parco del
Ticinello.
Ad est della Cascina Campazzo e limitrofo al perimetro del Parco
Ticinello, si estende verso sud il Lotto Bellarmino, di proprietà
naturalmente di un certo Ligresti, quel tale che per poco non si è
impossessato anche del Duomo di Milano.
Questo lotto faceva parte del Piano Casa del 1982 e doveva
essere edificato da Ligresti assieme alle Terrazze con la contestuale cessione al Comune di Milano di tutti i terreni agricoli
per la realizzazione del Parco Ticinello a prezzo politico di circa
800 lit/mq. In realtà, come ben sappiamo, Ligresti costruì le Terrazze ma non mollò i terreni per il parco e a questo punto il Comune oppose resistenza alla stipulazione della convenzione per
il piano di lottizzazione e alla concessione delle licenze edilizie
per il Lotto Bellarmino. La società allora proprietaria Immobiliare
Primavera, (poi Premafin, oggi Premaimm, il solito giro di scatole
cinesi) aprì una vertenza contro il Comune chiedendo un risarcimento di ben 60 miliardi di lire, per la mancata edificazione.
Dopo alterne vicende, con l’intervento anche del TAR, il tribunale
di Milano con sentenza del 19.10.98 rigettava la domanda di risarcimento con diverse e complesse motivazioni, fra le quali il
fatto che la stipulazione della convenzione per il lotto Bellarmino
fosse a sua volta subordinata alla definizione delle procedure di
acquisizione delle aree destinate a parco agricolo, bloccate dalle
società di Ligresti.
Naturalmente l’allora Premafin finanziaria reagì con il ricorso alla
Corte di Appello. La vicenda si è via via trascinata, per le note difficoltà e lentezze della Magistratura fino ai tempi nostri e in data
20.01.2010 la Corte ha confermato la sentenza di primo grado,
rigettando ancora la richiesta di risarcimento del finanziere
con diverse motivazioni fra cui l’esistenza su parte delle aree
del lotto in questione di un vincolo del CIMEP (Consorzio Intercomunale Milanese per l’Edilizia Popolare) ai sensi della legge
167/1962.
Certamente gli azzeccagarbugli di Ligresti, di cui ben conoscia-
mo la capacità di complicare le cose semplici con tortuose manfrine legali, ricorreranno in Cassazione e poi, chissà, al Consiglio
di Stato.
Però facciamo notare che sul lotto Bellarmino l’ing. Ligresti non
può pretendere ad oggi risarcimenti e i suoi diritti di edificazione sul lotto, da gettare nel calderone della perequazione, sono
quanto meno dubbi, essendo il terreno altrimenti vincolato per
legge. Ed anche sulle aree d’oro del Ticinello pende il giudizio
della Cassazione, dopo che i due precedenti gradi di giudizio
hanno dato ragione al Comune di Milano. Stia attento l’Assessore Masseroli a non farsi trascinare dalla sua ammirazione e
fiducia in Ligresti, più volte sbandierata, per regalare al finanziere quello che forse non gli spetta in cambio di quello che forse non possiede.
E stia attenta l’opposizione in Consiglio comunale. Trattative
con l’Ingegnere sì, ma niente regali. Non ci sembra il caso di
affannarsi a correre per approvare il PGT prima che la Corte di
Cassazione abbia sentenziato sulle aree d’oro. Sono in ballo gli
interessi dei cittadini.
TICINELLO: ATTENZIONE, È CALATO IL SILENZIO
di F.S.
Probabilmente l’ufficiale giudiziario tornerà alla Cascina Campazzo nella mattinata del prossimo 30 marzo ma solo per comunicare che lo
sfratto(si fa per dire) è rimandato a chissà quando. All’inizio delle sue visite, non ricordiamo
quando è iniziata la sceneggiata, stavamo col
patema d’animo che portasse con sè l’esecutività dello sfratto e portasse le vacche al macello,
poverette, e scacciasse Falappi e famiglia sotto
un ponte. Ora niente di tutto questo. L’ufficiale
arriva, scarabocchia su un foglio che lascia a
Falappi, magari si beve un bicchiere di barbera
e via zelante ritorna al suo ufficio. Poveraccio.
All’inizio quasi avremmo voluto accoglierlo a
bastonate e invece ora sappiamo che, quando
questa storia sarà finita (quando??), ci mancherà perfino. Non la storia, lui , l’ufficiale.
Però attenzione: se lo scontro sul PGT in Con-
siglio comunale si farà duro, se nonostante
la buona volontà dell’assessore Masseroli, a
qualcuno che conta dovesse passare per la
testa che le concessioni a Ligresti dalle parti
dell’ex Macello di viale Molise, in cambio della
Cascina Campazzo e terreni agricoli vari, fossero eccessive, se quella perequazione non
dovesse passare, Ligresti s’arrabbierà molto e
l’ufficiale giudiziario potrebbe tornare come un
avvoltoio, con tanto di esecutività dello sfratto e i camion fuori pronti a deportare uomini e
animali. Ma poi ci sarebbe l’intervento salvifico
dell’assessore, sul filo del rasoio, telefonate
concitate e incrociate e le teste calde del Consiglio comunale tornerebbero nei ranghi. Ligresti
si rimetterebbe calmo. Prevediamo che questa
tensione durerà finché il finanziere non avrà ottenuto ciò che vuole dal PGT.
Sarà pure che la gente è distratta dal clima preelettorale, dalla caciara sulle liste, ma questa
calma intorno al Ticinello e alla Campazzo è
eccessiva. Abbiamo la senzazione che dopo le
sfuriate delle varie assemblee, le piantumazioni
simboliche, il presidio davanti a Palazzo Marino
con consegna all’Assessore di 2800 firme per il
parco Ticinello, il clima si sia raffreddato e i resti
del Comitato si siano rassegnati ad accettare che
tutto venga deciso dall’alto. Insomma, da quando è stato presentato al dibattito il PGT, che propone attraverso la perequazione una soluzione
per la salvaguardia di parco e cascina, cittadini
e Comitato hanno tirato un sospirosi sollievo e
aspettano il PGT. Dal frastuono al silenzio. Eppure sappiamo che ci vorranno anni, l’abbiamo
detto e scritto. E sappiamo anche, per una quasi
trentennale esperienza, che di Ligresti non ci si
può fidare.
Però sul PGT ci sta proprio scritto, testualmente, che “il programmato Parco del Ticinello a
sud della Cascina Campazzo dovrà assumere
connotati esemplari per la sperimentazione di
forme di costruzione e gestione della tipologia
di parco agricolo con il concorso della componente imprenditoriale agraria.” Restiamo a bocca aperta per le belle intenzioni e le belle parole.
E pensare che la “componente imprenditoriale agraria” nel Comune di Milano é stata da 20
anni a questa parte umiliata e sfrattata dalla
“componente imprenditoriale edilizia” nella
completa indifferenza del Comune.
E pensare che Falappi è tuttora sotto processo, citato dagli azzeccagarbugli di Ligresti per
1.800.000 euro di danni per mancata manutenzione alla cascina.
“Il parcheggio di interscambio in Abbiategrasso non si fa”
di Andrea Castelli
Così chiude finalmente la questione il vicesindaco De Corato(PDL)
in occasione di una riunione della Commissione congiunta Bilancio-Trasporti tenutasi il 1° marzo. L’annuncio ci sorprende, per
una volta, piacevolmente; “il silos verrebbe a trovarsi troppo vicino alle case” chiosa il Vicesindaco e Assessore, mostrando di
aver recepito alcuni dei rilievi presentati dai comitati.
La decisione viene presa dopo un periodo convulso di conferme e smentite, dove l’ago della bilancia è probabilmente da
ricercarsi nell’impegno economico molto rilevante che l’opera
avrebbe richiesto (le ultime stime di metropolitane milanesi s.p.a. parlano di 17,2 milioni di euro), a fronte di un dubbio
ritorno economico. Gli ultimi progetti prevedevano anche l’inserimento nello stesso stabile del parcheggio di spazi ad uso
commerciale da vendersi a privati, per diminuire l’impatto
dell’opera sulle tasche del comune; difficile però riuscire a rendere appetibile un investimento del genere in una zona davvero
ben servita quanto a grande distribuzione.
Curioso il balletto degli annunci. Secondo il presidente di Metropolitane Milanesi Lanfranco Senn, ancora a fine gennaio
l’opera risultava approvata ed era da considerarsi strategica per il piano dei trasporti
dell’intera area cittadina. Un
mese dopo arriva la clamorosa
smentita del Vicesindaco, appena viziata dal sospetto che
sempre aleggia quando si è in
odore di elezioni.
De Corato dà i numeri...
Rimane però il problema della sosta in una area dove, durante il giorno, è una impresa riuscire a trovare parcheggio. A questo proposito, il comune prevede di estendere entro il 2011 il
regime di regolamentazione della sosta a tutta l’area intorno
alle metro tramvia sud con parcheggi “blu” a pagamento, liberi per i residenti. L’idea è positiva, ma se forse riuscirà da
dare una boccata d’aria a tutta l’area circostante la stazione
di Abbiategrasso, difficilmente sarà in grado di risolvere il problema dei parcheggi selvaggi che si verifica regolarmente ogni
mattina.
Una possibile soluzione sarebbe sì la costruzione di un parcheggio d’interscambio, magari gratuito per tutti o per i soli abbonati ATM, situato però laddove la metro tramvia sud finisce,
fuori dalle porte della città. Questo permetterebbe di ridurre
il congestionamento in entrata e uscita dalla città, nonché di
sfruttare efficacemente le linee di superficie.
La partita, considerando anche il previsto prolungamento della
linea verde fino ad Assago, è ancora tutta da giocare.
4 la conca
numero 3 • marzo 2010
Una via al mese
a cura di Antonio Capoduro
VERTENZA BOX,
GLI AFFITTUARI DICONO NO
Respinto in assemblea il diktat del Comune
di G.C.
La via Eugenio Curiel parte dove finisce via
dei Missaglia e porta a un grande centro
commerciale e a Rozzano. Siamo all’estremo sud di Milano e della Zona 5. Le case
che vediamo sulla destra, oltre la linea tramviaria del 15, sono già Rozzano. Alla nostra
sinistra si apre invece la campagna. In lontananza si scorge la sagoma azzurrina del
depuratore del Ronchetto delle Rane.
Eugenio Curiel nasce a Trieste l’11 dicembre
1912. Di famiglia ebrea, consegue la maturità scientifica nel 1929. Segue gli studi
universitari a Firenze, Milano e Padova, dove, nel 1933 a 21 anni, si laurea in fisica col
massimo dei voti e con lode.
Nel 1934 diventa assistente universitario di
meccanica razionale. Tuttavia i suoi interessi non sono limitati alla scienza, ma si estendono anche in ambito estetico, letterario e
filosofico.
Attratto in particolare dalla filosofia idealistica di Kant, Fichte, Hegel, Croce e Gentile,
matura un deciso orientamento anifascista
e inizia anche una importante attività politica.
Con un suo amico d’infanzia ritrovato a Padova, Atto Braun, discute e approfondisce
i testi di Marx ed Engels. Nel 1935 entra a
far parte del circolo clandestino comunista
dell’università e dal 1937 inizia a collaborare alla rivista universitaria “Il Bò” che era
redatta non solo da giovani fascisti insofferenti delle imposizioni culturali del regime,
ma anche da decisi antifascisti benchè non
dichiarati come lo stesso Curiel.
Curiel è il responsabile della pagina sindacale della rivista che con lui diventa uno
spazio relativamente aperto in cui si confrontano opinioni critiche e anticonformiste,
acquistando notorietà non solo all’interno
della città di Padova.
Dalle pagine de “Il Bò” Curiel appoggia le
rivendicazioni salariali degli operai, svolge
inchieste sulle tragiche condizioni di vita
nelle campagne padovane, si occupa di politica estera: articoli e inchieste che vengono
spesso citati dalla stampa antifascista estera, tanto che i dirigenti delle Confederazioni
dei sindacati e delle Corporazioni (all’epoca
direttamente controllati dal governo fascista) lo invitano a una maggiore prudenza.
Nel novembre del 1938 entrano in vigore
le leggi “per la difesa della razza” che tra le
altre cose imponevano il divieto alle pubbliche amministrazioni di avere ebrei alle
proprie dipendenze. Curiel perde così la
cattedra all’Università di Padova e diventa
un “sospetto antifascista”. Per sopravvivere
ripara in Svizzera e da lì raggiunge il Centro
estero comunista di Parigi, dove però il clima non è dei migliori perchè si sospettano
infiltrazioni fasciste nell’organizzazione.
In questo periodo ritiene che una più efficace azione antifascista la si potrebbe ottenere utilizzando i sindacati fascisti e cercando
l’unità di azione tra i partiti oppositori del
regime: il Pci, il Psi e Giustizia e Libertà, trovando ascolto soprattutto tra i socialisti.
Torna quindi a Milano, poi di nuovo in
Svizzera e infine è a Trieste quando agenti
dell’Ovra, la famigerata polizia segreta fascista, lo arrestano. Trasferito a Milano nel
carcere di S. Vittore, nel gennaio 1940 viene
condannato a 5 anni di confino da scontare a Ventotene dove sono rinchiusi, oltre ai
principali dirigenti antifascisti quali Luigi
Longo, Piero Secchia, Umberto Terracini, Camilla Ravera, Giuseppe Di Vittorio e Sandro
Pertini, anche operai, antifascisti e garibaldini della guerra di Spagna.
Qui Curiel svolge lezioni in una sorta di università proletaria in cui si formano i quadri
che organizzeranno la Resistenza. Nell’agosto del 1943 il governo Badoglio lo libera
con una sofferta decisione. Curiel si impegna quindi con forza nella lotta partigiana
come dirigente del Partito comunista. È
redattore e di fatto dirige il giornale del Pci
“L’Unità”, che è clandestina. Nello stesso
tempo è direttore del periodico comunista
“La nostra lotta”.
La sua azione era comunque sempre volta
alla ricerca di una ampia unità delle forze antifasciste e a questo scopo crea il Fronte della Gioventù per l’indipendenza nazionale e
per la libertà, organo di battaglia contro i nazifascisti e strumento di democrazia diretta.
Il 24 febbraio 1945 una squadraccia di repubblichini guidata da un delatore lo sorprende a Milano in piazzale Conciliazione
all’angolo con piazzale Baracca, e lo assassina con una raffica di mitra sparata a bruciapelo.
Gli viene conferita una medaglia d’oro al
valore militare e in piazzale Conciliazione,
nel luogo dell’omicidio, c’è una targa in memoria. Il 24 febbraio del 2009, ricorrenza
della morte, la targa è stata danneggiata dai
neofascisti che l’hanno imbrattata con vernice rossa, lasciando sul terreno 30 bossoli
calibro 30.
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Riprendiamo la questione del canone di affitto dei box per auto e moto del quartiere Chiesa Rossa, dal punto in cui l’avevamo lasciata
sul numero del mese scorso.
Il settore gestione patrimonio pubblico del
Comune di Milano, aveva confermato, appellandosi alla vigente normativa, in una scarna
nota di poche righe, l’applicazione degli aumenti richiesti a suo tempo dall’allora gestore
degli immobili (Romeo), malgrado le aperture
mostrate dall’ALER (subentrata nella gestione
alla Romeno, nell’ottobre scorso).
Gli affittuari, riunitisi in assemblea lo scorso
15 febbraio, hanno, dal canto loro, ribadito le
proprie posizioni e stabilito la loro condotta.
In primo luogo hanno tenuto a confermare la
loro intenzione di raggiungere un accordo,
nonostante la chiusura manifestata dalla controparte.
In secondo luogo hanno riaffermato la volontà di pagare un giusto canone e, quindi, di
agire in maniera tale da non dover essere in
nessun modo, considerati morosi.
In terzo luogo hanno chiarito una volta ancora che essi agiscono nella più stretta legalità,
richiamandosi al precedente contratto di locazione, mai disdetto dalla controparte e di
conseguenza ancora in essere; nonché contestando nella forma e nel merito l’applicazione
della normativa in materia.
È a partire da queste posizioni che hanno
quindi deciso, fintanto che la controparte non
si risolverà ad intavolare una trattativa, di pagare il vecchio canone.
A tal fine, hanno stabilito di utilizzare i MAV
inviati dall’ALER, recanti le quote del canone
maggiorato, considerandole però a saldo di
un periodo superiore a quello a cui si riferiscono in maniera da farlo coincidere con le
quote dovute del vecchio canone.
Per quanto questo sistema possa sembrare
complicato – e lo è più a parole che nei fatti
– esso è stato adottato per non creare difficoltà amministrative al gestore, facendo in tal
modo seguire ai versamenti la via prestabilita
dall’ALER medesima, con i riferimenti di ogni
singolo locatario, in maniera che non si creino
disguidi e possano essere correttamente contabilizzati.
Al versamento, ogni singolo affittuario farà
seguire una lettera raccomandata nella quale
conferma le ragioni del pagamento concepito
come testè detto, controfirmata dal SICeT, il
sindacato che stà gestendo la controversia.
È il caso, a questo punto, di mettere in risalto
la maturità ed il senso di responsabilità degli
affittuari, che, pur potendo legittimamente
adottare, senza alcun pregiudizio per la propria posizione, comportamenti più semplici
e sbrigativi, ma che causerebbero difficoltà
di carattere amministrativo, si preoccupano
invece di evitare inconvenienti che aggiungerebbero confusione alla peraltro già notevole
confusione in cui versa l’amministrazione
ALER. Se una simile responsabile condotta
fosse adottata anche dalle controparti, principalmente dal Comune di Milano, invece di
assumere posizioni liquidatorie, la vertenza
potrebbe probabilmente risolversi con maggiore rapidità e soddisfazione di entrambe le
parti. Ma tant’è.
A questo proposito, durante l’assemblea è
emerso un particolare che ha del comico: la
norma citata come “esaustiva” dal Comune
per giustificare gli aumenti “non è mai stata
contestata - afferma Roberto Cetara del SICET
- anzi è proprio la norma di cui chiediamo la
piena e corretta applicazione. Pertanto – aggiunge – la risposta del Comune non è pertinente.
Purtroppo – prosegue – per quanto ci è dato
sapere, la nostra vertenza non potrà essere
portata rapidamente a termine perchè ALER
in questo periodo ha come priorità la soluzione della vertenza affitti, che coinvolge a milano circa 30.000 inquilini che non riescono a
far fronte agli aumenti richiesti.
Il tasso di morosità cittadino – conclude - a
causa della crisi e dell’aumento degli affitti è
salito al 50%”
Un risultato di gestione davvero brillante, non
c’è che dire.
la conca
numero 3 • marzo 2010
5
Gratosoglio, un quartiere in trasformazione
di Gabriele Cigognini
Il quartiere Gratosoglio è teatro da alcuni anni di una trasformazione sia sotto il profilo strutturale che sociale.
Non c’è dubbio che l’evento di maggior rilievo che lo ha interessato in quest’ultimo periodo è il cosiddetto contratto di quartiere, vale a dire il progetto di ristrutturazione degli edifici del
settore nord (i più degradati, mentre quelli del lotto sud, meglio
conservati, sono stati esclusi), di risistemazione delle strade,
delle aree verdi, del rinnovo di campi ed attrezzature sportive e
della costruzione di piste ciclabili.
Oltre a queste opere in via di realizzazione, è stata costruita una
residenza per studenti e sarà costruita una residenza per giovani
coppie.
Due nuove residenze per anziani sono anche state aperte nel
quartiere, benché in nessuna delle due vi siano posti riservati ai
suoi abitanti.
Malgrado i ritardi e i pasticci dell’Aler nella gestione della ristrutturazione, il rinnovo degli edifici è in fase avanzata. I due terzi di
essi sono già stati ristrutturati, anche se rimangono da sistemare inconvenienti non di poco conto, come, ad esempio, infiltrazioni d’acqua e pluviali che scaricano nelle cantine, allagandole,
perchè privi dei sbocco nella rete fognaria.
I lavori per il rimanente terzo lotto sono iniziati nel febbraio del
2008 e si prevede che siano portati a termine con qualche mese
di ritardo rispetto agli altri due lotti.
La realizzazione del piano paesaggistico (aree verdi, strade ecc.)
è stata rinviata alla fine della ristrutturazione degli edifici: quindi, se le previsioni saranno rispettate, all’anno prossimo.
Un problema molto sentito, che affligge gli abitanti del quartiere, riguarda la manutenzione ordinaria. ALER, per mancanza di
fondi, non è in grado di fare la dovuta programmazione. Se un
inquilino che necessita di una riparazione, vuole essere sicuro
che venga eseguita in tempi ragionevoli, è costretto a reiterare la
richiesta e talvolta giungere al punto si sporgere o quanto meno
minacciare una denuncia penale, che, come è noto, coinvolge
non solo l’ente, ma anche il funzionario responsabile dell’inadempienza. Solo allora ALER invia il personale che la dovrà effettuare; personale sulla cui competenza sono stati sollevati, per
usare un eufemismo, dei dubbi. A quanto sembra, sul loro operato (si tratta di piccole imprese in appalto) non esiste nessun
controllo, per deludente che sia l’esito delle loro riparazioni. Ad
ogni modo questa situazione significa che, di fatto, si affrontano
solo le emergenze, mentre il resto viene lasciato al progressivo
degrado.
Una serie di altri prolemi, che riguardano barriere architettoniche, impianti elettrici, tubature del gas, canne fumarie, terrazze,
pensiline ingressi e gazebo della spazzatura, vengono costantemente segnalati dalle varie associazioni che operano nel quartiere: allo stato dei fatti essi rimangono in attesa di una soluzione.
Ma, come dicevamo, è in atto anche una trasformazione sociale,
dovuta in parte all’invecchiamento degli abitanti; in parte alla rimodulazione delle fasce di reddito per accedere alle case popolari, che ha di fatto provocato l’espulsione delle giovani coppie.
Si è venuta a creare, a questo proposito, una situazione paradossale per cui, i listini paga che una volta si dovevano presentare con la richiesta di assegnazione dell’alloggio, per dimostrare
di essere nella condizione di pagare l’affitto, ora sono motivo di
rigetto della domanda perchè superano il livello di reddito stabilito; e si badi bene che stiamo parlando di lavoratori dipendenti,
non di nababbi. A queste cause occorre aggiungere infine i criteri di assegnazione degli alloggi che privilegiano le famiglie in
difficoltà, i nuclei a basso reddito, gli immigrati ed i carcerati a
domicilio coatto.
Naturalmente nessuno contesta il principio che favorisce le famiglie più bisognose, si tratta solo di dosarne il numero in maniera
da evitare che il quartiere si trasformi in un ghetto di emarginati
e quindi di non applicare in maniera automatica i criteri di aggiudicazione senza alcun riguardo alle conseguenze. Occorrerebbe
per questo motivo, una revisione della materia per recuperare
quel mix sociale che ha permesso al quartiere di vivere, fino a
non molti anni fa, con sufficiente armonia.
Che il rischio di fare del Gratosolgio un luogo di emarginazione
non sia solo un’idea campata per aria, è testimoniato dal non
essere stato risparmiato dall’aumento vertiginoso dall’indice
di morosità, salito negli ultimi quattro anni dal 6-7% all’attuale
40-50% (media cittadina, ma con punte più alte in alcune zone)
e non è detto che, considerato l’andamento generale della crisi economica in atto, non aumenti ancora. La causa però non è
da ricercarsi solo nella crisi economica, ma anche nell’aumento degli affitti e delle spese di
manutenzione (peraltro eseguite nella maniera più sopra
descritta). Il considerevole
incremento dei canoni, risponde ad un criterio generale stabilito dalla Regione Lombardia
in recenti normative, per il
quale le case popolari debbono giungere ad una gestione
autosufficiente, cioè a dire
che devono coprire i costi con
gli affitti e le spese percepiti
dagli inquilini, vanificando in
questo modo lo “spirito” delle
case popolari. Prova ne è che
moltissimi inquilini non ce la
fanno a pagare.
Nel quartiere opera un cospicuo numero si associazioni
che svolgono attività sociali.
Alcune di esse fanno parte
del Comitato di attuazione
e di controllo del contratto.
Svolgono la loro funzione al
meglio, segnalando continuamente errori ed anomalie e
facendo proposte, che però
riscuotono uno scarso ascolto presso quegli enti ed istituzioni che pure fanno parte
del medesimo comitato. Ma
esse lamentano soprattutto
la poca attenzione verso i loro progetti ed attività sociali,
nonché la mancanza di un
progetto sociale complessivo,
da parte dell’Amministrazione
cittadina, capace di migliorare la qualità della vita del loro
quartiere.
La situazione del Gratosoglio,
qui descritta in maniera sommaria, è stata affrontata analiticamente lo scorso mese, in
un’assemblea promossa dal
Partito Democratico. In quella sede, è stato sollevato, tra gli altri, il problema della manutenzione ordinaria e straordinaria del
Lotto Sud (la parte del quartiere esclusa dalla ristrutturazione
degli immobili), per la quale già esisteva un programma coi relativi finanziamenti. Senonché i fondi ad esso destinati furono accorpati a quelli del Lotto Nord , lasciando al “Sud” solo le briciole
del bilancio corrente. È questo uno dei punti del contenzioso con
ALER e il Comune di Milano.
Un altro problema di carattere generale, che è emerso durante
l’assemblea, riguarda la scarsa disponibilità di ALER e Comune
a fornire informazioni alle associazioni del quartiere che, ricordiamo, fanno parte del Comitato di attuazione e controllo del
programma. Solo poche volte all’anno si rendono disponibili ed i
risultati degli incontri non vengono tenuti in gran conto. I membri
delle associazioni hanno la sensazione di essere considerati come
un mero disturbo, invece che una parte essenziale, perchè attenta, consapevole ed impegnata dall’interno nella vita del quartiere.
PGT: LA MORTE DELL’URBANISTICA Guardie Ecologiche Volontarie (GEV),
si ritorna al punto di partenza
di V.V.
Da un articolo di Pietro Cafiero (Il deprofundis dell’urbanistica milanese) riportiamo il
seguente brano che chiarisce il significato
del Piano di governo del territorio (Pgt) che
il Consiglio comunale sta faticosamente discutendo.
“... questo Pgt, in ossequio alla legge regionale 12/2005, è un non piano che sancisce in
modo legale e pulito la fine dell’urbanistica
intesa come disciplina atta a indagare e governare le trasformazioni urbane e territoriali.
Che senso ha un piano che, nella sua parte
prescrittiva (quella che ha effetto sul regime
giuridico dei suoli), chiamata Piano delle
Regole, è sempre modificabile e non ha scadenza? In questo modo si riduce il governo
del territorio a una trattativa (chiamatela
pure concertazione o convenzione, se volete) diretta tra l’attore privato e l’assessore
all’urbanistica del momento.”
Questa caratteristica del Pgt è una delle ragioni per cui è difficile quantificare i metri
cubi di cemento che caleranno sul verde della Zona 5. L’altra causa d’incertezza nasce
dall’oscura lite tra Comune e Provincia sulla
gestione delle aree comprese nel Parco Sud,
sulla definizione cioè dei cosiddetti Piani di
cintura. Provincia e Comune sono retti dalla
stessa maggioranza ma questo, da un po’ di
tempo, non assicura opinioni condivise.
Tale incertezza ci preoccupa. La conca cercherà di districarsi in questo ginepraio e
farà di tutto per dare ai lettori informazioni
attendibili sulle reali intenzioni di una maggioranza divisa e dei suoi costruttori privati
di riferimento, Ligresti in testa.
Intanto la discussione del Pgt in Consiglio
comunale arranca. Il dissenso interno alla maggioranza si esprime con una serie di
emendamenti (il cosiddetto fuoco amico) e
sopra tutto con le frequenti assenze che fanno mancare il numero legale. A tutt’oggi il
Consiglio comunale ha dedicato 29 sedute al
Pgt. Quindici di queste sono state interrotte
per mancanza di numero legale, a causa delle assenze tra le fila della maggioranza. Su
1 395 emendamenti presentati (molti dalla
stessa maggioranza) ne sono stati discussi
140. Ne mancano ancora 1 255.
Il consigliere leghista Matteo Salvini da per
perso il Pgt: “Purtroppo credo che continuerà la contrapposizione tra bambini dell’oratorio. Il Pgt rimarrà nel cassetto.” In conclusione nessuno può dire se, come e quando
il Pgt sarà approvato. Certamente non prima
delle elezioni regionali.
di G.C.
Le ultime informazioni raccolte attorno al trasferimento di sede delle guardie ecologiche
volontarie della zona 5, danno per probabile
la loro permanenza nell’attuale sede di via
Boifava. Come se nulla fosse successo, insomma.
Le reazioni alla notizia del trasferimento, ed
al modo in cui è stata data, o, per essere più
precisi, non data, devono aver conseguito un
qualche effetto.
Il netto rifiuto delle GEV, con minaccia di dimissioni in massa; la presa di posizione del
loro responsabile di zona, espressa in una lettera aperta al sindaco; l’aver portato la protesta al CdZ 5, il quale ha espresso all’unanimità parere favorevole a non spostarne la sede
fuori dal proprio territorio, ed anzi a reperire
nuovi locali più dignitosi di quelli ora in uso;
devono aver smosso le acque e fatto cambiare parere a qualcuno dei dirigenti coinvolti
nella questione.
La notizia data in apertura è ufficiosa e va
presa con beneficio di inventario, in quanto
sulla sede di Via Boifava pende una richiesta
di verifica di idoneità dei locali, che, una volta
eseguita, potrebbe dare esito negativo, riportando alla ribalta il tema del trasferimento.
Il fatto che chi di dovere si sia ricordato dopo oltre un quindicennio che l’attuale sede
possa essere non idonea, lascia quanto meno
perplessi.
Come si vede le cose non sono mai semplici
ed allo stato dei fatti sono suscettibili di sviluppi verso più di una direzione. Il prossimo
futuro dirà quale strada prederanno. L’unica
cosa sicura, al momento, è che il trasferimento è stato sospeso.
Nell frattempo, le guardie continuano il loro servizio. Oltre ad alcuni interventi minori,
hanno individuato e fatto rimuovere in questi
giorni un importante scarico abusivo di rifiuti
nei pressi della Cascina Ronchettone, riuscendo anche in questo caso, con una rapidità degna di nota, a risalire ai responsabili dell’abbandono, dimostrando ancora una volta la
loro operosità ed efficienza.
Che sia questa la ragione degli ostacoli che
stanno incontrando?
6 la conca
numero 3 • marzo 2010
linea diretta con palazzo marino
a cura di Aldo Ugliano - Consigliere Comunale del Partito Democratico
Il pasticciaccio brutto di...
via Gratosoglio
Sembra davvero irrisolvibile la vicenda
di via Gratosoglio, nel tratto che conduce
ai numeri civici 73/4 e 79. Sto parlando
della manutenzione di quel tratto di via
che ovviamente tutti penserebbero spetti al Comune di Milano e che da anni invece il Comune non provvede a fare.
Ma la situazione è molto più complicata, ed è necessario partire dall’inizio per
comprenderne appieno la complessità e
nel contempo verificare le possibili soluzioni.
Alla fine degli anni 80 il Comune di Milano concede alla Cooperativa Porta Venezia il permesso di edificare 40 alloggi in
edilizia libera, a condizione che la stessa
Cooperativa ripaghi l’interesse pubblico
con la realizzazione di 49 alloggi di edilizia residenziale pubblica, per collocarvi
gli inquilini che risiedevano negli alloggi
degradati di via Gratosoglio 79.
L’intesa viene trovata e, nel definire l’assetto planivolumetrico dell’intervento, il
Comune di Milano, secondo quanto affermato dai funzionari del Settore Urbanistica, indicano alla Cooperativa la necessità di realizzare la viabilità occorrente per raggiungere gli stabili attraverso
un itinerario che deve essere situato tra
l’edificato e l’argine del fiume Olona, per
poi girare dietro gli immobili e giungere
agli ingressi delle abitazioni. Ciò a causa
del fatto che la proprietà dell’alveo del
vecchio corso del fiume Olona è del Demanio Statale e quindi non utilizzabile,
se non dopo averne acquisito la proprietà attraverso un complesso passaggio,
che avrebbe dovuto coinvolgere anche il
Demanio della Regione Lombardia (successivamente incaricata di gestire i corsi
dei fiumi di proprietà statale).
La strada per raggiungere le abitazione dei due numeri civici 73/4 e 79 viene invece realizzata dalla Cooperativa,
sempre secondo ciò che affermano i funzionari del settore urbanistica del Comune, proprio sull’alveo del vecchio corso
dell’Olona.
Probabilmente questa realizzazione impropria nasce da accordi intercorsi tra i
dirigenti della Cooperativa e i dirigenti
del Comune di Milano del tempo, all’insegna della prossima pubblicizzazione
comunale della proprietà del vecchio alveo dell’Olona.
Ma le cose non sono andate in quel senso perché la pubblicizzazione della proprietà non è andata avanti, mentre invece avanzava e avanza tutt’ora l’esigenza
della manutenzione del tratto stradale in
questione a causa di veri e propri crateri
presenti nell’asfalto.
Alcuni anni fa diversi inquilini e condomini dei due caseggiati presero contatto con me e con loro iniziammo tutte le
verifiche per richiedere l’intervento del
Comune per la manutenzione. Ma l’allora
Assessore ai Lavori Pubblici on.le De Corato negò l’intervento comunale, con la
giustificazione che il Comune non poteva
investire soldi pubblici su aree e immobili che non fossero di proprietà Comunale; ciò a causa di possibili interventi
sanzionatori della Corte dei Conti.
Giungere al Demanio Statale era un’impresa improba, perché nel Comune di
Milano esistono numerosissimi casi analoghi ed il Comune li porta avanti e li risolve man mano che essi siano sgombri
da intoppi burocratici.
Questa cosa invece è riuscita ai cittadini
degli stabili interessati, che non demordendo rispetto alle difficoltà, si sono
rivolti all’Agenzia del Demanio di Corso
Monforte ed hanno ottenuto un pronunciamento e un sollecito rivolto alle Istituzioni coinvolte, fatto che ha prodotto
l’obbligo a muoversi per i rappresentanti
di queste ultime.
Il pronunciamento dell’Agenzia del Demanio dello Stato mi ha permesso di
convocare con una maggiore autorevolezza tutti gli Enti coinvolti e tutti i settori
competenti ad un tavolo di confronto che
speravo potesse essere risolutivo.
Così prime delle festività di Natale ci
siamo trovati attorno ad un tavolo con il
Demanio della Regione, il Demanio del
Comune, il Settore strade e segnaletiche
del Comune, il Settore urbanistica del
Comune, i cittadini interessati ed il sottoscritto. Non vi dico la fatica improba
per trovare una data che andasse bene
a tutti.
Dalla speranza di risolvere la questione siamo passati invece ad un ulteriore
elenco di difficoltà che mi proverò a riassumere.
Il Comune di Milano sarebbe pronto ad
acquisire dal Demanio dello Stato la
proprietà dell’area su cui sorge impropriamente l’attuale sede stradale; per
questo sarebbe necessario spendere
una cifra non banale, ma in questo modo
il Comune acquisterebbe comunque una
proprietà immobiliare utile.
Si sanerebbe anche l’eventuale abuso
compiuto a suo tempo nella realizzazione della strada su area non di proprietà
comunale.
C’è però un problema, un grosso problema. Con questa soluzione finalmente potrebbero essere riparate tutte le buche
e le voragini attualmente presenti sulla
sede stradale, con i costi relativi a carico del Comune di Milano. Ma quel tratto
di strada così com’è ora non raggiunge
le dimensioni previste dal Codice della
Strada (3,70 metri), indispensabili per
consentire almeno su un lato della strada la sosta dei veicoli.
Quindi su quel tratto di strada, nel caso
fosse acquisito dal Comune di Milano,
non sarebbe più consentita la sosta delle
auto.
Il Codice della Strada prevede per le
strade con un calibro stradale inferiore
ai 3,70 mt il regime di Zona a Traffico Limitato oppure il senso unico alternato.
In entrambi i casi la sosta dei veicoli non
sarebbe ammessa ed i trasgressori sarebbero sanzionati.
A questo punto non si sa più cosa fare,
perché se si fa acquisire la strada al Comune si riparano le buche, ma non si può
più sostare ed i cittadini residenti immagino sarebbero fortissimamente scontenti. Diversamente la strada rimane così
com’è con le buche e le voragini, ma con
la sosta permessa, perché formalmente
quel tratto di strada non è una strada Comunale e quindi non si applica il Codice
della Strada.
I cittadini che con me hanno partecipato a questa vicenda si sono impegnati a
passare di casa in casa nei due caseggiati per sapere cosa ne pensano i residenti,
perché qualunque scelta assunta deve
esserlo con il consenso della stragrande
maggioranza dei cittadini. Staremo a vedere e ci comporteremo come vorrà una
forte maggioranza dei cittadini
IN BREVE DAL CONSIGLIO DI ZONA
Gussoni (Pdl) insulta Pertini, il più popolare presidente della
Repubblica. La minoranza abbandona l’aula e la maggioranza
ne approfitta per dare il meglio di sé
Al Consiglio di Zona 5 del 25 febbraio un Consigliere propone un minuto di silenzio in memoria di Sandro Pertini, indimenticato presidente della Repubblica.
Il Presidente accetta la proposta, ma interviene il capogruppo del Pdl Maurizio Gussoni,
lanciando pesantissimi insulti a Pertini e dissociandosi dalla commemorazione.
Esito scontato: tutta l’opposizione lascia l’aula.
Signore e signori… le comiche!
Manca il numero legale: il Consiglio non può proseguire. Seduta sospesa, riunione della
maggioranza.
Riaperta la seduta senza fare l’appello, il Presidente invita i consiglieri (di maggioranza,
gli unici rimasti) a disquisire sul rilascio del patrocinio gratuito alla Croce Misericordia che
si è offerta (come già le altre Croci) di prelevare gli elettori impediti e portarli al seggio
elettorale.
I consiglieri, ligi al disposto, si industriano ad illustrare i valori della assistenza e del diritto al voto sino a riempire i minuti concessi. Interventi fatti con lo stampino, differenziati
soltanto dal livello dell’eloquio, ma identici nel contenuto: il nulla.
Nel frattempo frenetiche telefonate tese a ricuperare i consiglieri di maggioranza assenti i
quali, sempre perché ligi all’impegno politico-sociale, si precipitano in Consiglio.
Appena raggiunto il numero legale dei presenti, il Presidente toglie la parola all’oratore ed
il Consiglio approva 7 punti all’ordine del giorno in ben 180 secondi.
Iscrizione nel Guinness dei primati d’obbligo.
Il bello è che la parola più usata dagli oratori è stata: democrazia.
L’avvocato Ghedini avrebbe esclamato: ma va là.
Si parla di mafia, spunta la coda di paglia
Il 22 febbraio la Commissione commercio, artigianato e sicurezza ha esaminato la richiesta dell’Associazione Libera di Don Ciotti, per il patrocinio gratuito e la possibilità di tenere una assemblea-dibattito sulla mafia in Consiglio di Zona. Tutti gli anni il 20 marzo si
tengono manifestazione per ricordare le vittime della mafia.
Il presidente della commissione Piermario Sarina (Lega Nord), sentito il Presidente del
Consiglio di Zona, segnala che la vicinanza con le elezioni potrebbe trasformare il dibattito in una assemblea politica. Inoltre suggerisce l’opportunità di tenere l’assemblea-dibattito un po’ più lontano, ad esempio in un Cam, putacaso al Gratosoglio.
Si vota solo il patrocinio gratuito. Risultato: 10 favorevoli e 7 astenuti.
Per stabilire quando e dove, tutto è rinviato a dopo le elezioni: Don Ciotti, l’antimafia fatta
uomo, può aspettare.
Commissioni lampo con gettone di presenza
Il 24 febbraio la Commissione cultura, manifestazioni ed identità e quella pari opportunità e politiche femminili, hanno un unico punto all’ordine del giorno: il patrocinio allo
spettacolo Bacio dopo bacio al Teatro Ringhiera, proposto dal Centro culturale Tramartis
in collaborazione con 7Cults e l’Istituto Cervantes. Chiedono un contributo di 2.500 euro.
Vengono approvati 2.000 euro, se si troveranno. Mancando infatti il Presidente della Commissione cultura non si sa se ci sono ancora fondi.
Battuto il record di brevità: la riunione inizia alle 19,20 e termina alle 19,40.
Due commissioni impegnate per ben 20 minuti. Quanto costano ai cittadini questi 20 minuti per decidere che (forse) saranno dati 2000 euro di contributi?
Las Vegas in Zona 5. Nuovo no del CdZ
L’ondata delle sale da gioco non si ferma. Anche cinesi e russi all’attacco.
Il 10 marzo la Commissione commercio, artigianato e sicurezza ha respinto all’unanimità
due domande di apertura di sale da gioco. Una in via Giovanni da Cermenate 35 (richiesta
da un cinese), l’altra in via Medeghino 9, avanzata da un russo.
Il parere del CdZ è, come sempre, solo consultivo. Il Comune potrebbe cioè dare comunque l’autorizzazione.
Contro i fascisti, viva Sandro Pertini
di F.S.
Al Consiglio di Zona del 25 febbraio, il capogruppo del PDL Maurizio Gussoni (ex AN) ha
lanciato gravi ingiurie a Sandro Pertini, per il
quale l’opposizione aveva chiesto un minuto
di silenzio nel ventennale della morte.
In risposta alla provocazione, l’11 marzo i partiti e le associazioni democratiche della zona
5 hanno organizzato un presidio di fronte al
Centro civico e poi dentro alla sala consigliare
davanti al Consiglio riunito. Circa 150 i partecipanti. Presenti vari dirigenti dell’Anpi provinciale e regionale fra cui Antonio Pizzinato,
con le storiche bandiere delle sezione Anpi
Vigentina e Anpi Fiore Stadera.
Hanno subito preso la parola i dirigenti Anpi,
che hanno ricordato per noi e per le generazioni future la storia di Pertini e il suo grande contributo per la democrazia e la libertà
dell’Italia. Grandi applausi dal pubblico intervenuto e dai banchi dell’opposizione; silenzio della maggioranza. Il presidente Ferrari,
che aveva aderito alla richiesta di un minuto
di silenzio ma poi non si era dissociato dalle
calunnie di Gussoni, non è intervenuto nel ricordo di Pertini, preoccupato solo del contingentamento dei tempi.
La commemorazione continua dai banchi
dell’opposizione, per cui prendono la parola
Angiulli e Pavoni (Psi e Pd), e viene seguita
dall’intervento di Gussoni, il quale afferma
di aver aderito al minuto di silenzio e di aver
detto a proposito di Pertini quanto afferma il
compagno Pansa in un suo libro.
I dimostranti e i consiglieri di opposizione vorrebbero replicare, ma secondo Ferrari il tempo è scaduto. L’opposizione di centrosinistra
esce per protesta. E il Consiglio si blocca per
mancanza del numero legale.
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la conca
numero 3 • marzo 2010
A Milano, la mafia non esiste?
di A.C.
Queste le parole del prefetto Gian Valerio
Lombardi pronunciate a fine gennaio in occasione di una audizione presso la Commissione Parlamentare Antimafia. L’affermazione
non è, ovviamente, da leggersi alla lettera: il
prefetto ha probabilmente inteso dire che a
Milano non esiste una mafia “visibile”, fatta
di intimidazioni, pizzo e controllo sul territorio, mentre è innegabile una presenza delle
cosche nell’area grigia, di colletti bianchi ed
imprese più o meno colluse.
Anche questa affermazione ‘ripulita’ suona
però decisamente ottimistica. Le cosche, specialmente la ‘ndrangheta, hanno trovato nei
quartieri-dormitorio di Milano il sottobosco
ideale dove stabilirsi e prosperare e da qui
gestiscono gli affari più diversi, dal traffico di
stupefacenti al racket degli alloggi popolari,
dall’edilizia al prestito di denaro ad usura.
La torta da spartirsi è ricca e le mafie non hanno alcun interesse ad acquisire visibilità. Ne
sa qualcosa Frediano Manzi , titolare dell’associazione “Sos Racket e Usura”. La sua associazione di occupa da anni di raccogliere le
segnalazioni dei cittadini a riguardo di questi
fenomeni ed ha recentemente chiuso i battenti, per protesta nei confronti del silenzio con
cui le istituzioni hanno accolto le sue richieste
di una sede istituzionale, a seguito di gravi
episodi di intimidazione.
Quali sono, in concreto, gli interessi delle
mafie? Il racket degli alloggi è la cartina di
tornasole che rende manifesta la effettiva
presenza sul territorio del crimine organizzato. Se ne è parlato molto negli ultimi mesi e le
segnalazioni raccolte dall’associazione hanno
contribuito a spezzare il muro di silenzio che
rendeva possibile il perpetrarsi di queste situazioni – è il caso, ad esempio, di via Vincenzo Monti. Ancora molto lavoro rimane da fare
e la nostra zona certamente non è esente da
questo genere di problemi.
In via Giorgio Savoia, ad esempio, gli appartamenti che si rendono liberi si dice che vengano prontamente segnalati a chi di dovere,
che provvede a prenderne possesso e a riassegnarli, a fronte del pagamento di una “mancia” di alcune migliaia di euro. Questi fatti
sono sotto gli occhi di tutti e sono stati già
segnalati alle autorità. L’Aler, dal canto suo,
ha promesso una maggiore cautela nella scelta dei custodi. Non ci risulta però al momento
che la situazione sia radicalmente migliorata.
Tra Gratosoglio e Stadera, la ‘ndrangheta gestisce anche lo spaccio di stupefacenti grazie ad una rete capillare di corrieri e piccoli
spacciatori, spesso reclutati al di fuori dell’organizzazione, in quella ampia zona grigia costituita da criminali comuni od improvvisati,
molte volte giovani che vedono l’ingresso nel
mondo del lavoro troppo difficile e vengono
indotti ad aspirare ad un benessere che si può
ottenere in altri modi.
Altra occasione di arricchimento è il prestito
ad usura, attività particolarmente redditizia
in periodo di crisi. Tra via Neera e via Montegani, i potenziali clienti appartenenti a fasce
deboli vengono reclutati presso bar e negozi
di tabacchi, per entrare in una spirale da cui
è difficile uscire tra intimidazioni e minacce di
ritorsione, in caso di denuncia.
Infine, la gestione degli appalti. È noto che
le imprese riconducibili alla ‘ndrangheta sono
attive soprattutto nel campo del movimento
terra e che sovente, per sfuggire ai controlli,
operano a livello di subappalti. È legittimo
almeno sospettare che alcuni tra i cantieri
paralizzati tra via Barrili e via Neera abbiano
risentito di infiltrazioni di questo genere e che
forse questo abbia contribuito al fallimento
delle operazioni di riqualificazione.
Di chi sono, allora, le responsabilità?
In questi casi è difficile attribuire precisamente delle colpe. Responsabile è l’Aler, nel
momento in cui l’esasperante lentezza nelle procedure di assegnazione degli alloggi
ha permesso che questi fossero occupati,
lasciando per ora in un angolo i sospetti riguardo l’esistenza di una ‘lista parallela’ che
determini, almeno in parte, l’assegnazione
degli alloggi stessi. Responsabile è il Comune
che non agisce con la necessaria fermezza per
contrastare questi fenomeni. Responsabili sono i Consiglieri di Zona che raramente o mai
denunciano queste situazioni, trovando più
politicamente conveniente magari scagliarsi
contro la figura del ‘delinquente immigrato’,
forse perché siamo già arrivati al punto in cui
le organizzazioni criminali possono smuovere
voti preziosi.
Responsabili, infine, sono tutti i cittadini che
non denunciano queste situazioni, lo facciano
per paura, per convenienza o per una malaugurata abitudine al silenzio. Abitudine dalla
quale sarebbe opportuno cercare di affrancarsi.
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TAGLI E (IR)RAZIONALIZZAZIONE NELLA SANITà IN ZONA
di Alessandro Santini
La notizia era già nell’aria da parecchio tempo:
quasi un anno fa negli ambienti medici si iniziò
a parlare di una possibile razionalizzazione del
sistema dei consultori e degli ambulatori di zona
in nome del taglio delle spese sanitarie regionali.
Ora l’ipotesi si fa sempre più concreta e vicina. In
una sessione del consiglio di zona 5 si è discusso
dei provvedimenti in programma, che saranno 3:
accorpamento dei consultori pediatrici a quelli
familiari, istituzione di un centro vaccinale e di
uno sportello unico per ogni zona. Nella nostra
zona sono 4 gli ambulatori decentrati: via Baroni, via Boifava, via Ripamonti 20 e 202. Il consultorio familiare di via Boifava sarà trasferito
e accorpato a quello di via Baroni, dove attualmente si trova il consultorio pediatrico. Il centro
vaccinale unico sarà istituito in via Boifava: qui
si faranno tutte le vaccinazioni che prima erano
effettuate in via Baroni, obbligatorie e non. Anche se i cambiamenti sembrano essere minimi,
le differenze dal punto di vista del servizio offerto sono evidenti: quello che era uno spazio
dedicato esclusivamente alla pediatria, all’accrescimento dei bambini, ai consigli e al sostegno alle mamme diventerà un centro in cui
si assolveranno più funzioni. Anche se, per associazione, si potrebbe pensare che i consultori
familiari e quelli pediatrici siano in qualche modo collegati tra loro, le utenze sono totalmente
differenti. Unire le due strutture significherà
certamente privilegiare una delle due utenze a
scapito dell’altra. E in una società in cui il problema demografico della crescita zero è all’ordine del giorno, quale potrà essere l’utenza
che sarà messa da parte? Chiaramente quella
pediatrica. Quindi, da un lato ci si lamenta perché le giovani coppie aspettano sempre di più
per fare un figlio, dall’altro si tagliano strutture
efficienti (a detta soprattutto degli utenti) che
potrebbero facilitare la crescita di un bambino.
Buon viso a cattivo gioco. Anche il fatto del trasferimento del centro vaccinale in via Boifava è,
in qualche modo, sintomo di una politica che
non rende le cose facili ai nuovi genitori. Con il
consultorio pediatrico e il centro vaccinale nello stesso edificio è tutto molto più semplice: la
programmazione delle vaccinazioni viene fatta
dopo le visite pediatriche e direttamente dagli
operatori del centro, persone di cui i genitori si
fidano. Qual è la fascia di età in cui si devono
fare più vaccinazioni? Da 0 a 3 anni. E allora perché non lasciare le cose come sono?
Terzo ed ultimo punto dell’ (ir)razionalizzazione: lo sportello unico. Data l’ambiguità del nome vogliamo sperare che si tratti di più sportelli
polifunzionali e non di un unico sportello per
tutti. Scherzi a parte, sarà istituito in via Boifava e servirà per fornire tutte le informazioni
necessarie che riguarderanno i problemi protesici, di incontinenza, di diabete, di rimborsi ecc.
Insomma, uno per tutti e tutti per uno, evviva la
razionalizzazione.
Dulcis in fundo, cambieranno anche le modalità
di gestione delle domande di invalidità civile: la
competenza medica resterà, come è ora, materia delle Asl mentre la competenza amministrativa sarà delegata all’INPS. Quale sarà la differenza? Nel migliore dei casi un allungamento
stratosferico dei tempi di attesa, dato che le domande dovranno essere inoltrate esclusivamente via e-mail alla previdenza sociale. Ma come è
possibile che si allunghino i tempi se la comunicazione tramite internet è pressoché istantanea? La risposta è semplice e va ricercata nel
seguente periodo ipotetico: “la comunicazione
tramite internet potrebbe essere istantanea se
solo tutti avessero i mezzi adatti per comunicare
tramite internet”. La verità è che il livello di informatizzazione degli uffici e delle strutture preposte all’inoltro delle domande è bassissimo e
si può immaginare quali siano le conseguenze.
È come se le poste fornissero a tutti i portalettere una macchina velocissima ma senza ruote. Il
postino, leggermente scosso, riprenderebbe la
vecchia bicicletta e guardando i propri superiori
un po’ seccato direbbe: “faccio prima così”.
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8 la conca
numero 3 • marzo 2010
l’utile & il dilettevole
INIZIATIVE DEL CENTRO CULTURALE
CONCA FALLATA
incontri
la Banca del Tempo 4 Corti in collaborazione con il Centro
Culturale Conca Fallata organizza un incontro dal titolo
Vuoi conoscere meglio
Emily Dickinson?
introdurrà il poeta milanese Andrea Cattania
lunedì 22 marzo alle ore 21
presso la sede della Banca del Tempo 4 Corti
Via Barrili, n.21 citof. 44
INGRESSO LIBERO
______________________
s.f. 1. Quanto
concorre
cultura
spettacoli, incontri
e feste in zona 5
dell’individuo sul
piano intellettuale
CENTRO
COMUNITARIO
UECHER
Serate nella sala della Casa della Pace - Via U. Dini 7 – 20141 Milano
(tram 3 e 15; MM2-capolinea piazza Abbiategrasso)
Venerdì 26 marzo 2010 - ore 20,30
PASOLINI Un intellettuale “eretico” del Novecento
Interviene:
Andrea Marino, già docente di Letteratura italiana, Liceo “Allende” di Milano
*************************
Venerdì 9 aprile 2010 - ore 20,45
L’USO POLITICO DELLA STORIA
Presentazione del libro di Aldo Giannuli L’abuso pubblico della storia.
Come e perché il potere politico falsifica il passato, Guanda, Parma 2009
Interviengono:
Vincenzo Magi, Docente di Storia e Filosofia, Liceo “Allende” di Milano
Aldo Giannuli, Docente di Storia contemporanea, Università degli Studi di Milano
*************************
MERCOLEDI’ 14 APRILE 2010 – ORE 18,30
“camBIO CIBO?”
visite
Il consumo di cibo biologico
il Centro Culturale Conca Fallata
organizza una visita alla mostra
Serena Baldini, G.A.S. Milano Sud - Andrea Rasi, Azienda Agricola ROB (Mantova)
Daniele Cannistra, Armonia e Bontà (Cremona)
Angelo Monti, Azienda Agricola Bosco di Rovo (Groppello Cairoli – Pavia)
Massimo Tomasoni, Caseificio BIO F.lli Tomasoni (Brescia)
*************************
Schiele e il suo tempo
giovedì 15 aprile ore 20,15
con ritrovo davanti a Palazzo reale
il costo del biglietto è di 9 euro
per info contattare Danilo al 3383199796
Interviengono:
Venerdì 16 aprile 2010 - Ore 20.45
LA RESISTENZA IN ZONA 5 Presentazione del libro di Flavio Ghiringhelli
Interviengono:
Luigi Borgomaneri studioso della Resistenza
Antonio Pizzinato Presidente ANPI Lombardia
la conca
numero 3 • marzo 2010
Calcio dilettantistico e giovanile: l’attività della Savorelli 1937
di Stefano Zorzoli
Buongiorno a tutti gli sportivi! Ecco la consueta sintesi mensile sulle attività calcistiche della Savorelli
1937, che utilizza il Centro “Enrico Cappelli” di piazza Caduti del Lavoro, nelle adiacenze di viale Tibaldi,
all’altezza degli uffici comunali della Zona 5.
Con i mesi di febbraio e marzo, i campionati agonistici entrano nel vivo: le squadre della Savorelli,
come ben sanno i lettori de La Conca, sono impegnate nella Prima Categoria regionale e nei campionati provinciali Juniores, Allievi e Giovanissimi.
Più in dettaglio, la prima squadra, che milita nel
campionato di Prima Categoria, sta attraversando
un periodo molto difficile, tanto che dall’inizio del
girone di ritorno ha vinto una sola partita. La bella posizione in classifica con cui era stato chiuso
il girone di andata è ormai un ricordo e le ambizioni sono adesso decisamente ridimensionate.
La squadra è sesta in classifica, a sei punti dalla
capolista Mascagni e a due punti dalla prima posizione utile per i play off. Ma ciò che è importante
oggi è riacquistare fiducia e qualità di gioco, per
evitare guai peggiori. Ecco le prossime partite in
casa, che saranno giocate la domenica alle 14:30
(15:30 dopo l’introduzione dell’ora legale):
9a giornata: 21 marzo 2010 contro il Peschiera
Borromeo;
12a giornata: 18 aprile 2010 contro La Locomotiva;
14a giornata: 2 maggio 2010 contro il Borgolombardo (penultima di campionato).
Per la squadra Juniores, restano invece intatte le
speranze di accedere alle finali regionali. Le prime
quattro squadre del girone (la capolista Valleambrosia, seguita dalla Savorelli, dall’Opera e dalla
Frogmontegani) viaggiano infatti quasi a braccetto, tutte nell’arco di cinque punti. Da qui alla fine
del campionato, saranno pertanto le eventuali piccole distrazioni contro le squadre più deboli a decidere la classifica finale. Ecco le prossime partite
in casa dei biancorossi (il sabato alle ore 18:00):
9a giornata: 20 marzo 2010 contro il San Biagio;
11a giornata: 10 aprile 2010 contro lo Zibido San
Giacomo;
13a giornata: 24 aprile 2010 contro il Centro Schuster;
15a giornata: 8 maggio 2010 contro l’Assaghese
(ultima di campionato).
Ecco di seguito le posizioni in classifica delle altre
categorie della sezione agonistica della Savorelli,
che giocano la domenica mattina.
Allievi 1993 (Marco Raffaele): 6° posto con 16 partite giocate (8 vittorie, un pareggio e 7 sconfitte);
Allievi B 1994 (Gennaro Acampa): 4° posto con 13
partite giocate (10 vittorie e 3 sconfitte);
Giovanissimi B 1996 (Nico Serrapica e Cristian
Moldovan): 4° posto con 17 partite giocate (12 vittorie e 5 sconfitte).
Attorno alla metà di febbraio sono partiti anche i
Tornei primaverili della cosiddetta Scuola Calcio,
cioè delle categorie Esordienti, Pulcini e Piccoli
Amici della FIGC. Questi tornei sono rigorosamente
non competitivi e sono organizzati per bambini regolarmente tesserati e nati dal 2004 fino al 1997,
nelle diverse modalità con cui si svolgono le partite
(cioè a 5, 6, 7, 9 o 11 giocatori a seconda dell’età
dei bambini). La Scuola Calcio della Savorelli opera sotto la direzione di Enrico Di Nardo e coinvolge
circa 150 bambini. Ricordiamo a tutti i bambini e
ai loro genitori che la Segreteria della Savorelli è
aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle
17 alle 19:30. Venite senz’altro a chiedere informazioni sulle attività del prossimo anno! Telefono 0289511889. E-mail: [email protected].
Ricordiamo infine che presso le strutture della
Savorelli sono disponibili tre campi di calcetto in
materiale sintetico, di cui due coperti, e il campo
a 11 giocatori in erba sintetica, utilizzabile anche
per partite a 7 giocatori. Sono inoltre disponibili
un campo coperto in sintetico per il tennis e una
palestra per ginnastica o altre attività di fitness.
Per informazioni e prenotazioni il numero è 0289511889. Potete visualizzare la situazione delle
prenotazioni sul sito www.savorellicalcio.eu, alla
pagina “Prenotazione campi”.
Arrivederci a tutti gli sportivi!
9
Discariche abusive nei pressi
di via Boffalora
di Luca Gandolfi - Consigliere Provinciale di Milano (Di Pietro Italia dei Valori)
Alcuni cittadini hanno segnalato tramite e-mail
al sottoscritto la presenza di rifiuti di vario genere abbandonati nei pressi della Centrale di
Cogenerazione Famagosta, in particolare nella campagna vicino a via Boffalora. I cittadini
hanno fornito anche una ricca documentazione fotografica nella quale risulta la presenza
di lavatrici, frigoriferi e addirittura i resti di una
roulotte.
Tutto il materiale è stato raccolto e allegato ad
una INTERROGAZIONE che l’Italia dei Valori ha
presentato in Consiglio Provinciale di Milano il
4 marzo 2010, rivolta all’AMSA a cui abbiamo
chiesto di intervenire al fine di ripulire l’area dai
rifiuti abbandonati; e agli assessori provinciali
competenti per materia, a cui abbiamo invece
chiesto quali provvedimentiintendano prendere, di concerto con i competenti assessori comunali, al fine di evitare che tale situazione si
ricrei nel prossimo futuro.
Sarebbe anche opportuno seguire il suggerimento dei cittadini che chiedono riqualificare
le aree brulle intorno alla suddetta Centrale,
magari attraverso una piantumazione di alberi.
Appena avremo notizie in merito le riferiremo
prontamente ai cittadini.
10 la conca
numero 3 • marzo 2010
Piazza Maggi, potrebbe diventare una risorsa da sfruttare? assemblea dell’ASSOCIAZIONE
L’intervento avrà dei costi onerosi da sostenere “CENTRO COMUNITARIO PUECHER”
di Deborah D’Emey
con risultati di dubbia efficacia.
Il 19 febbraio si è tenuto un altro presidio in
Piazza Maggi per la raccolta delle firme sulla
petizione per la Sicurezza del sottopasso. Destinatari Sindaco e Vice Sindaco del Comune di
Milano. Il presidio è andato molto bene, si sono
raccolte più di una trentina di firme nonostante
la pioggia e lo sciopero dei mezzi pubblici.
Qualche giorno prima il Consiglio di Zona 5
aveva ricevuto una comunicazione dal Vice Sindaco in cui si informava che la questione della
sicurezza della piazza era oggetto di valutazione. Il Vice Sindaco ha elencato alcuni interventi
da effettuarsi, quali potenziamento dell’illuminazione dei sottopassaggi e l’installazione di
telecamere.
Parlando con alcuni consiglieri si è osservato che l’installazione delle telecamere non
è l’intervento più efficace, per vari motivi. Ad
esempio ci si è chiesti chi avrebbe guardato
periodicamente le registrazioni al fine di verificare eventuali aggressioni. E se gli aggressori
dovessero usare dei passamontagna chi li potrebbe riconoscere?
Quindi come risolvere la situazione? Sicuramente un presidio maggiore da parte dei vigili;
oppure si potrebbe chiedere la presenza dei militari almeno in alcune ore, quelle più “delicate”.
Si potrebbe pensare di istituire, attraverso la
partecipazione della cittadinanza, un concorso
a premio per raccogliere le idee su come sfruttare al meglio la piazza, ad esempio facendolo
diventare un luogo di mostre all’aperto o altro...
Nell’attesa che si trovi una soluzione, si informa che i due rapinatori che terrorizzavano i
passanti sono stati catturati dai poliziotti del
commissariato Ticinese grazie all’aiuto di un
extracomunitario “pentito”, e il Consiglio di Zona 5 ha fissato un incontro con la cittadinanza
presso il quartiere Torretta proprio nei questi
giorni in cui uscirà il giornale.
Purtroppo nella notte tra il 5 e 6 marzo c’è stato un altro incidente grave, una macchina si
è schiantata contro un muretto della rotonda
perché non era illuminato. A quanti incidenti
dovremo ancora assistere prima che venga trovata una soluzione?
ideazione e realizzazione di
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Comitato soci coop Rogoredo-PiazzaLodi
MOSTRA
MEDITATE CHE QUESTO È STATO Primo Levi
La mostra racconta con le immagini i lager nazisti. Il primo lager, Dachau, fu creato da Himmler il 20 marzo 1933: il sistema venne inizialmente impiegato per
confinare gli oppositori politici al nazismo, comunisti, socialdemocratici, obiettori
di coscienza, allo scopo di “rieducarli” attraverso il lavoro coatto.
Il seguito furono utilizzati per la detenzione e lo sterminio degli ebrei e di altre
categorie di indesiderati: zingari, omosessuali, apolidi, disabili.
SPAZIO COOP - Via Freikofel 7 – Rogoredo
Da domenica 14 al 21 marzo - Orario: ogni giorno 10-12 – 16-18
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Vota il tuo punto vendita
I risultati della campagna “Vota il tuo punto vendita” è stato molto positivo per i
punti vendita Coop a noi più vicini: per il Supermercato di Rogoredo l’obiettivo
sono stati raggiunti 403 voti, per l’Ipercoop P.za Lodi sono stati raggiunti 2237
voti, numeri superiori agli obiettivi fissati.
di Alessandro Pezzoni
Il 10 marzo scorso l’associazione Puecher ha
indetto un’assemblea generale delle associazioni che ne fanno parte, per discutere e deliberare alcuni importanti provvedimenti.
Nata nel luglio 2009, ma operante dalla primavera del 2008, l’associazione Puecher ha
una caratteristica unica, quella di annoverare
tra i propri soci associazioni che operano nel
territorio della zona 5 e alcuni enti istituzionali
come Provincia di Milano, Consiglio di Zona 5 e
Istituti scolastici che operano nel Centro Comunitario G. Puecher (Allende, Torricelli e Varalli).
Qualche settimana fa i rappresentanti dell’Associazione Puecher sono stati ricevuti da un
funzionario della Provincia di Milano, settore
Istruzione.
L’incontro era in realtà stato richiesto dall’Associazione da ben tre mesi per avere chiarimenti sull’utilizzo degli spazi. Ma il funzionario ha invece semplicemente comunicato che in
Provincia non esistono atti formali d’adesione
all’associazione Centro Puecher, e pertanto ha
invitato a cancellare la Provincia stessa dallo
statuto dell’associazione.
Presto fatto, l’assemblea del 10 marzo ha deliberato l’esclusione dallo statuto non solo della
Provincia di Milano ma anche del Comune di
Milano e del Consiglio di zona 5, eliminando
così il “Comitato di Garanzia” che aveva il compito di collaborare con il direttivo.
Effettivamente, contrariamente agli Istituti
Scolastici, da settembre del 2009 le Istituzioni
citate non hanno più partecipato alle riunioni
del direttivo dell’associazione; unica nota positiva è stata la concessione gratuita degli spazi
della Casa della Pace per le iniziative culturali.
I progetti e le richieste di gestione degli spazi
sono stati “girati” alla Presidenza della Provincia, la quale non si è ancora espressa, nonostante l’esistenza di un importante progetto di
“coesione sociale” che ha visto la Fondazione
Cariplo ritenere il progetto valido e finanziabile
ad una condizione: la disponibilità degli spazi
del Centro Comunitario G. Puecher.
L’associazione Puecher durante l’assemblea ha
anche discusso e affrontato la grave situazione
finanziaria in cui si trova. Non ricevendo aiuti da
nessuno (le iniziative sono tutte gratuite), se non
dalle associazioni che pagano regolarmente la
quota annuale di 50 euro, vuole lanciare un appello ai cittadini e a tutti coloro che ritengono importante partecipare e rendere realizzabili eventi
culturali, sportivi e associativi sul nostro territorio.
Si è pensato ad una “sottoscrizione” o a richiedere finanziamenti a Consiglio di Zona e
Provincia di Milano, tenuto conto che questo
sarebbe ora possibile non risultando più queste istituzioni all’interno dell’associazione.
Nel 2011 si celebreranno i 150 anni dall’unità
d’Italia e l’associazione Puecher si è messa al lavoro per dare vita ad una settimana d’iniziative culturali, musicali, teatrali e sportive da tenersi presso
la struttura di Via Dini. Ci vorrà però l’impegno di
tutte le associazioni che già da subito sono state
coinvolte nell’organizzazione .Ci auguriamo che
anche le Istituzioni sappiano fare la loro parte.
All’assemblea sono intervenuti anche alcuni
rappresentanti dell’associazione “Partigiani
in ogni Quartiere” che hanno illustrato la volontà di organizzare per il 25 aprile 2010 un
grande evento serale con musica e molto altro
ed è stata chiesta la collaborazione e la partecipazione del Centro Puecher. La risposta è stata
positiva ed alcuni circoli lavoreranno insieme
per la buona riuscita dell’evento, che dovrebbe
svolgersi in Via Domenico Savio.
Sono state approvate infine le iniziative del
mese di aprile: il 9 incontro sul tema “L’uso politico della Storia”, con lo storico Aldo Giannuli
che presenterà il suo ultimo libro; il 16 aprile incontro sul tema “La Resistenza in zona 5” con
presentazione del libro di Flavio Ghiringhelli,
con Luigi Borgomaneri e Antonio Pizzinato; il
30 aprile incontro sul tema dell’energia, con
presentazione del libro “L’energia felice” di
Mario Agostinelli.
La Conca informerà i cittadini anche nel prossimo numero.
la conca
numero 3 • marzo 2010
Banca del Tempo 4 Corti: un mercatino di attrezzature
usate per l’infanzia dedicato alle famiglie del quartiere
di Viviana De Filippis
Tre belle esperienze hanno segnato l’attività dei
soci e dei bambini della banca del tempo nello
scorso mese: il pomeriggio alla biblioteca Chiesa Rossa, la CENA IN BANCA e la giornata del 1
marzo –Sciopero dei migranti-.
L’incontro in biblioteca Chiesa Rossa è servito
ai nostri bambini ad avere importanti indicazioni per la gestione della nostra piccola biblioteca
interna. I dieci bambini che hanno già aderito al
progetto, hanno scelto un bel nome: BIBLIOTECA
4 CORTI e si sono detti entusiasti a continuare il
progetto ed invitano altri bambini ad unirsi al
gruppo. Per questo motivo proseguiremo con tre
incontri nella settimana che va dal 15 al 19 marzo, per le prime realizzazioni dei registri e la catalogazione dei libri. I tre giorni di lavori saranno:
lunedì 15, giovedì 18 e venerdì 19 marzo in sede
in via Barrili, n.21, dalle 16.45 alle 18.00; aspettiamo altri aspiranti giovani bibliotecari.
Non dimenticando che l’impegno prevalente
della nostra associazione è quello di agevolare
gli scambi tra i soci, la messa a disposizione delle proprie capacità e competenze fa in modo di
soddisfare i bisogni primari e secondari, piccoli
o gradi che siano dei soci. L’aiuto reciproco è
la nostra mission, ecco dunque che la CENA IN
BANCA è il momento conviviale in cui i soci si ritrovano, si conoscono meglio e si richiedono a
vicenda gli scambi; c’è chi quella sera ha chiesto delle sedute di counseling, chi un consulto
all’architetto, chi un accompagnamento a scuola per il proprio bambino e chi è riuscito a far sistemare la lavatrice. Alle 21.30 il presidente ha
salutato i soci augurando buoni scambi a tutti.
La giornata del 1 marzo è iniziata per i nostri
bambini della scuola Palmieri con la lettura da
parte delle proprie maestre della storia d’integrazione “A scuola se ne vedono di tutti i
colori”; poi all’uscita tutti insieme, alle 16.30,
abbiamo preso il tram per andare al presidio
manifestazione in piazza Duomo, dove abbiamo
trovato in un clima di festa tante persone, tante associazioni colorate di giallo che si stavano
intrattenendo, chi come l’ARCI stava spremendo
delle arance per un’aranciata della solidarietà,
chi facendo uno spettacolo, chi suonando e ballando. Abbiamo aspettato il lancio dei palloncini
gialli con trepidazione raccontando ai bambini
per cosa fosse quella bella festa, naturalmente
i bambini non hanno fatto per nulla fatica a capire e partecipare al clima gioioso, aperto e solidale che si respirava.
Il programma di questo mese invece prevede
due un’importanti iniziative: la prima serata culturale del 2010 in collaborazione con il Centro
Culturale Conca Fallata, Lunedì 22 marzo alle
ore 21 “SERATA: LE NOSTRE CULTURE” per conoscere meglio Emily Dickinson, ne parleremo
con il poeta milanese Andrea Cattania.
La seconda iniziativa, pensata, organizzata e realizzata in collaborazione con Arci Milano e il Nido “Il cerchio dei maghi e delle Fate” è dedicata
a tutte quelle famiglie del quartiere che hanno
bambini.
L’ultima domenica del mese, realizzeremo un
MERCATINO dell’USATO, TANTE ATTREZZATURE PER L’INFANZIA CONTRO IL CARO VITA!!
Le mamme, i papà e/o i nonni troveranno: passeggini, lettini, seggiolini auto, biciclettine, tricicli ecc; naturalmente tantissimi giochi di ogni
genere e libri bellissimi svenduti ad offerta libera a sostegno dell’associazione.
I vostri bambini invece potranno fare la loro prima
esperienza di baratto, portate con voi uno o due
giochi che non usano più e aiutati dalle nostre socie impareranno a barattare tra loro i giochi.
Il mercatino è importante per noi come unico
evento a sostegno sia della vita dell’associazione, sia per far crescere le iniziative collocate
nello spazio che ci ospita, che d’ora in avanti
chiameremo “IL CENTRO DEI MAGHI E DELLE
FATE” e che aspira a diventare un vero “centro”
di aggregazione dedicato ai bambini e alle famiglie del quartiere. Le vostre offerte permetteranno a voi di andare a casa con un oggetto di
cui avevate bisogno e a noi di organizzare altre
future attività; per questo motivo vi aspettiamo
numerosi DOMENICA 28 MARZO dalle ore 14 alle 19 in sede in Via Barrili, n.21; per informazioni
328/5636043.
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Lago Maggiore
e Centovalli
Sabato 5 Giugno 2010
Gita in battello e in trenino per la Val Vigezzo
La gita si svolge prevalentemente in treno e in battello, ammirando
le bellezze del Lago Maggiore (partenza da Stresa) fino a Locarno;
il percorso delle Centovalli con il trenino della Valle Vigezzo
ed una sosta di un’ora a S. Maria Maggiore.
Ritrovo al capolinea MM di P.zza Abbiategrasso per le ore 8,20.
Ritorno a Milano (Stazione Centrale) previsto per le ore 19,35.
Costo € 30,00 a persona (battello e trenino)
più € 18,50 per trasferimenti in treno.
Pranzo al sacco o, per chi lo vuole, sul battello a € 15,00
(con prenotazione).
Le prenotazioni per la gita si accettano entro e non oltre Venerdì 28 Maggio. Eventuali disdette successive contempleranno la mancata restituzione del costo dei biglietti di trasferimento ferroviari.
Prenotazioni e informazioni: Danilo 3383199796.
centro culturale conca fallata