togliamo il 15! ma dai, è uno scherzo!
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togliamo il 15! ma dai, è uno scherzo!
a L conca COPIA GRATUITA Periodico del Centro culturale Conca Fallata www.laconca.org numero 3 - marzo 2010 - anno XVIII - Tribunale di Milano, reg. n. 410 del 22.6.96 TOGLIAMO IL 15! MA DAI, È UNO SCHERZO! Il 2 febbraio il vice sindaco Riccardo De Corato, gran decisionista, dichiara perentorio: “togliamo il 15”, inteso come tram. Due giorni dopo rettifica il tiro, ma insiste: “il 15 si fermerà a piazza Abbiategrasso.” Motivo? I tram troppo lunghi intralciano la circolazione e provocano incidenti, sopra tutto in centro. E da Abbiategrasso al Duomo come faremo? tutti sul 3, che di suo non è una meraviglia di tram? E i 50 milioni di euri spesi nel 2003 per costruire il tracciato tra Abbiategrasso e Porta Ludovica, che avrebbe dovuto essere super protetto, super veloce e puntuale come un treno giapponese? Soldi buttati al vento? De Corato, grande statista, non fa una piega e dice: “la decisione della metrotranvia è stata dell’allora sindaco Formentini, non nostra.” Insomma un certo qual trambusto, con la prospettiva di peggiorare il trasporto pubblico in Zona 5… ma va là, state tranquilli, era solo uno scherzo. Il 15 non cambia. Almeno per il momento. Il 25 febbraio in via Tibaldi c’è stata infatti un’assemblea promossa dal consigliere Ugliano del Pd per capire cosa stesse succedendo e sopra tutto per chiedere in che modo il Comune e l’Atm pensassero di portare in centro gli utenti del 15. Erano presenti l’ingegner Amerigo Del Buono, direttore della rete di superficie dell’Atm, e il consigliere Marco Osnato del Pdl, presidente della Commissione trasporti del Consiglio comunale. Candido, candido l’ingegner Del Buono annuncia al pubblico “che il 15 non verrà toccato”. Il tecnico prosegue spiegando che il 15 ha solo qualche difficoltà nel passaggio da piazza Missori a via Larga, e quindi sono allo studio soluzioni per facilitarne il percorso. Tra le ipotesi, quella di riportare il capolinea del 15 in via Dogana e di attestare il 24 in piazza Fontana. In ogni caso nulla di deciso, salvo la conferma che il 15 continuerà ad arrivare in centro. La metrotanvia sud è infatti la più importante linea di superficie con 80 mila passeggeri/giorno; pure il tratto Teulliè – Missori è intensamente usato (2 500 passeggeri/ora). Del Buono ha annunciato inoltre un prolungamento del 15 verso sud, dall’attuale capolinea in Rozzano fino all’Humanitas. Un cittadino intervenuto nella discussione ha notato che il 15 da Rozzano a piazza Fontana impiega 45 minuti, 15 dei quali sprecati in attesa del verde ai semafori. Su questo punto la risposta dell’Atm non è convincente. S’è infatti capito che i semafori non sono per nulla asserviti al trasporto pubblico e che al massimo stanno pensando (in futuro) di prolungare il verde per aspettare i tram in arrivo. Per quanto riguarda invece il 3, l’Atm conferma l’intenzione di accorciarne il percorso. Il nuovo capolinea, come chiesto da molti utenti della Zona 5, potrebbe attestarsi in via Spadari, ma nessuno sa ancora quando. In fine, per amor di cronaca va detto che l’assemblea non ha preso molto bene lo scherzetto di De Corato e neppure ha gradito l’irritante verbosità del consigliere comunale Osnato. Anche il consigliere di Zona Loris Zolla (Pdl) s’è arrabbiato, ma per un altro e singolare motivo. Secondo il suo ardito pensiero, per evitare a De Corato la magra figura che il vicesceriffo s’è fabbricato da solo inse- guendo la nuova teoria del fare senza pensare, si sarebbe dovuta annullare l’assemblea. Rimandando ovviamente a casa i 200 e passa cittadini che erano venuti per informarsi e per dire la loro. Non contento, preso dall’eccitazione, Zolla è passato agli insulti. Meglio dimenticare. (V.V.) 2 la conca numero 3 • marzo 2010 POVERA DARSENA! In attesa della sentenza di merito del Tar sul parcheggio, prosegue il degrado e si annunciano discutibili progetti. Il tavolo interassessorile non trova soluzioni per le isole pedonali estive e permanenti di Vittore Vezzoli C’era una volta la Darsena. Uno specchio d’acqua, un tempo porto assai trafficato, che ricorda una Milano al centro di un sistema di Navigli che univano la città ai laghi Maggiore e Garda, e al Po, e di qui al mare. Un luogo bello, un po’ diverso dagli altri e caro ai milanesi. Prima è arrivata la coppia del sindaco Albertini e dell’assessore Goggi con la sciagurata idea di un megaparcheggio a ore, come se attirare nuove macchine in un’area congestionata fosse la più sentita necessità dei residenti. L’attuale gestione Moratti in un primo tempo non ha fermato il progetto, ma neppure è riuscita (fortunatamente!) a far proseguire i lavori. Infatti ora ci ha ripensato. Come i lettori de La conca dovrebbero sapere, la Darsena spa e il Comune hanno pasticciato non poco e alla fine quest’ultimo ha decretato la chiusura del cantiere. L’impresa non ci sta e ricorre al Tribunale amministrativo regionale (Tar), che prende una prima decisione interlocutoria ordinando la sospensione dei lavori. La decisione nel merito è attesa il 31 marzo, cioè fra pochi giorni. Nel frattempo, dove una volta c’erano acque tranquille, qualche anatra, qualche pescatore, ora è uno schifo di erbacce e piante male assortite. Come ha scritto giorni fa Repubblica, “l’ultima parte della Darsena è diventata il retroterra dello spaccio di cocaina ed eroina su viale Coni Zugna.” A settembre dell’anno scorso, approfittando del degrado, si fa avanti la Navigli Scarl con un progetto baraccone (definizione dell’architetto Beltrame) che prevede di occupare parte della Darsena con una piattaforma galleggiante e un finto faro per orientare improbabili naviganti smarriti. L’idea svapora nel ridicolo, malgrado l’autorevole appoggio dell’assessore leghista al turismo Massimiliano Orsatti. Scampato questo pericolo, eccone un altro. Come se le malefatte dei nostri amministratori non bastassero, questa volta ci si mette pure ecodental di Tedone & Tacconi laboratorio odontoprotesico riparazioni urgenti protesi mobile-fissa - scheletrati ceramica - impianti orario continuato via brioschi 86 milano - tel 02.8463451 www.ecodentalmilano.it - [email protected] dal 1990 al servizio del sorriso Periodico del Centro Culturale Conca Fallata Via Giovanni da Cermenate 35/A - 20141 MILANO Direttore responsabile: Flaminio Soncini Stampa: Tipografia Real Arti-Lego S.A.S Di Sabatino Raimondo & C. – Corbetta (Mi) Reg. al Tribunale di Milano n. 410 del 22.6.1996 c.f. 971824400156, p. iva 12051280159 Hanno collaborato a questo numero: Antonio Capoduro, Cristina Carli, Andrea Castelli, Gabriele Cigognini, Deborah D’Emey Viviana De Filippis, Luca Gandolfi, Guglielmo Landi, Alessandro Pezzoni, Alessandro Santini, Aldo Ugliano, Vittore Vezzoli, Stefano Zorzoli Le fotografie sono di Sara Anfossi e Archivio La Conca La vignetta è di Luigi Muzzi www.laconca.org Pubblicità: Jolanda 0289305217 Informazioni: tel. 0289300806 - 028266815 e-mail: [email protected] Il periodico è disponibile nelle edicole dei quartieri Spaventa, Stadera, Pezzotti, Boeri, Torretta, Chiesa Rossa, Missaglia, Terrazze e Gratosoglio; presso il Consiglio di zona 5; presso la Biblioteca Chiesa Rossa, la Biblioteca di via Tibaldi e via Frà Cristoforo; presso i CTS Stadera e Gratosoglio e numerosi negozi della zona. Aderente alla Rete dei Comitati Milanesi C/O Cooperativa Barona E. Satta, Via Modica, 8 - 20142 Milano E. mail: [email protected] - Tel. 349.4300829 un gruppo di residenti: Darsena Pioniera. Leggiamo su Repubblica che tale associazione “vagheggia di realizzare nell’attuale invaso piste ciclabili, orti urbani, un boschetto di pioppi, salici e lythrum e persino di piazzare sdraio per prendere il sole”. Un assessore in vena di scherzare lo si trova sempre e questa volta il progetto trova un estimatore in Maurizio Cadeo che si occupa, ahi noi, dell’arredo urbano. C’era un tempo in cui la Giunta aveva addirittura lanciato un concorso tra professionisti di tutto il mondo per una sistemazione di tutta l’area della Darsena che, almeno nelle intenzioni, doveva essere all’altezza dell’importanza del luogo. Il progetto vincitore dovrebbe essere rivisto perché si basava sul presupposto di un parcheggio che oggi non c’è più, ma in ogni caso s’è persa per strada l’idea che un’area così pregiata di Milano meriti un’attenzione particolare. Se il livello è quello mostrato dagli assessori Orsatti e Cadeo, la preghiera che rivolgiamo al Comune è questa: per favore, in attesa di amministratori migliori, non fate niente, pensate ad altro! Limitatevi a rimettere l’acqua nella Darsena, magari consolidando le sponde quel tanto che serve. Sempre sperando che Tar, Consiglio di Stato e quant’altro fermino per sempre il megaparcheggio. Se il futuro della Darsena è oscuro, non meno incerte sono le isole pedonali, estive o permanenti che siano. Le riunioni del tavolo interassessorile (niente di meno!) non hanno porato ad alcuna decisione, questa volta pare per una maretta tra i gestori dei locali. Una seria regolazione delle isole pedonali è molto attesa dai residenti perché potrebbe ri* riabilitazione neuromotoria durre il disagio provocato dal divertimentificio. * fisioterapia strumentale Il problema riguarda sia la Zona 6, sia la Zona 5. La prima mostra interesse e appoggia le richieste dei cittadini; la Zona 5 invece, la nostra, collaboratore Fondazione semplicemente non esiste. Giovanni Ferrari Don Gnocchi dal 1988 (Pdl), presidente del CdZ e Piermario Sarina (Lega), presidente della Commissione compeTel. 02.8132888 /339.5641485 tente, neppure rispondono alle richieste dei residenti e dei loro comitati. FISIOTERAPIA A DOMICILIO TDR J. TURANI RICORDANDO ARNALDO AGLIATI (ARNò) Arnaldo Agliati, in arte Arnò, ci ha lasciato. Molto conosciuto in zona 5, era nato in Via Palmieri al quartiere Stadera, il 27 novembre 1932. Antifascista da sempre, nel 1943/45 partecipa, da ragazzino, a diverse azioni di disturbo nella zona di Fano nelle Marche, dove era ospite in un collegio dei martinitt. Nel 1944 perde il fratello Renato ucciso dai fascisti; tornato a Milano partecipa ai giorni della Liberazione. Aderisce al Partito Socialista e negli anni ‘80 è consigliere di zona. Impegnato nelle istituzioni e nelle associazioni di zona, dà vita ad una lunga esperienza dedicata ai bambini e adulti amanti della pittura: con il maestro Carmagnola insegna volontariamente disegno e pittura. Arnò ha lasciato un ricordo bellissimo, un grande dipinto esposto in aula consigliare del Consiglio di Zona 5 in via Tibaldi, che rappresenta i posti più significativi della zona, Ronchetto delle Rane, Cascina Bassetto e la Cascina della Chiesa Rossa. Luoghi che Lui amava e che ha reso vivi con un mare di iniziative. Ciao malnat, il Centro Culturale Conca Fallata ti ringrazia e ti ricorderà sempre con affetto. Alessandro Pezzoni la conca numero 3 • marzo 2010 3 Bellarmino, sentenza contro Ligresti Uno dei tanti contenziosi fra Comune di Milano e Ligresti, importante ma quasi dimenticato, segna un punto in favore del Comune di Flaminio Soncini Nel clima rovente dalla discussione sul PGT, non fanno scalpore le notizie che,seppur indirettamente, riguardano il Parco del Ticinello. Ad est della Cascina Campazzo e limitrofo al perimetro del Parco Ticinello, si estende verso sud il Lotto Bellarmino, di proprietà naturalmente di un certo Ligresti, quel tale che per poco non si è impossessato anche del Duomo di Milano. Questo lotto faceva parte del Piano Casa del 1982 e doveva essere edificato da Ligresti assieme alle Terrazze con la contestuale cessione al Comune di Milano di tutti i terreni agricoli per la realizzazione del Parco Ticinello a prezzo politico di circa 800 lit/mq. In realtà, come ben sappiamo, Ligresti costruì le Terrazze ma non mollò i terreni per il parco e a questo punto il Comune oppose resistenza alla stipulazione della convenzione per il piano di lottizzazione e alla concessione delle licenze edilizie per il Lotto Bellarmino. La società allora proprietaria Immobiliare Primavera, (poi Premafin, oggi Premaimm, il solito giro di scatole cinesi) aprì una vertenza contro il Comune chiedendo un risarcimento di ben 60 miliardi di lire, per la mancata edificazione. Dopo alterne vicende, con l’intervento anche del TAR, il tribunale di Milano con sentenza del 19.10.98 rigettava la domanda di risarcimento con diverse e complesse motivazioni, fra le quali il fatto che la stipulazione della convenzione per il lotto Bellarmino fosse a sua volta subordinata alla definizione delle procedure di acquisizione delle aree destinate a parco agricolo, bloccate dalle società di Ligresti. Naturalmente l’allora Premafin finanziaria reagì con il ricorso alla Corte di Appello. La vicenda si è via via trascinata, per le note difficoltà e lentezze della Magistratura fino ai tempi nostri e in data 20.01.2010 la Corte ha confermato la sentenza di primo grado, rigettando ancora la richiesta di risarcimento del finanziere con diverse motivazioni fra cui l’esistenza su parte delle aree del lotto in questione di un vincolo del CIMEP (Consorzio Intercomunale Milanese per l’Edilizia Popolare) ai sensi della legge 167/1962. Certamente gli azzeccagarbugli di Ligresti, di cui ben conoscia- mo la capacità di complicare le cose semplici con tortuose manfrine legali, ricorreranno in Cassazione e poi, chissà, al Consiglio di Stato. Però facciamo notare che sul lotto Bellarmino l’ing. Ligresti non può pretendere ad oggi risarcimenti e i suoi diritti di edificazione sul lotto, da gettare nel calderone della perequazione, sono quanto meno dubbi, essendo il terreno altrimenti vincolato per legge. Ed anche sulle aree d’oro del Ticinello pende il giudizio della Cassazione, dopo che i due precedenti gradi di giudizio hanno dato ragione al Comune di Milano. Stia attento l’Assessore Masseroli a non farsi trascinare dalla sua ammirazione e fiducia in Ligresti, più volte sbandierata, per regalare al finanziere quello che forse non gli spetta in cambio di quello che forse non possiede. E stia attenta l’opposizione in Consiglio comunale. Trattative con l’Ingegnere sì, ma niente regali. Non ci sembra il caso di affannarsi a correre per approvare il PGT prima che la Corte di Cassazione abbia sentenziato sulle aree d’oro. Sono in ballo gli interessi dei cittadini. TICINELLO: ATTENZIONE, È CALATO IL SILENZIO di F.S. Probabilmente l’ufficiale giudiziario tornerà alla Cascina Campazzo nella mattinata del prossimo 30 marzo ma solo per comunicare che lo sfratto(si fa per dire) è rimandato a chissà quando. All’inizio delle sue visite, non ricordiamo quando è iniziata la sceneggiata, stavamo col patema d’animo che portasse con sè l’esecutività dello sfratto e portasse le vacche al macello, poverette, e scacciasse Falappi e famiglia sotto un ponte. Ora niente di tutto questo. L’ufficiale arriva, scarabocchia su un foglio che lascia a Falappi, magari si beve un bicchiere di barbera e via zelante ritorna al suo ufficio. Poveraccio. All’inizio quasi avremmo voluto accoglierlo a bastonate e invece ora sappiamo che, quando questa storia sarà finita (quando??), ci mancherà perfino. Non la storia, lui , l’ufficiale. Però attenzione: se lo scontro sul PGT in Con- siglio comunale si farà duro, se nonostante la buona volontà dell’assessore Masseroli, a qualcuno che conta dovesse passare per la testa che le concessioni a Ligresti dalle parti dell’ex Macello di viale Molise, in cambio della Cascina Campazzo e terreni agricoli vari, fossero eccessive, se quella perequazione non dovesse passare, Ligresti s’arrabbierà molto e l’ufficiale giudiziario potrebbe tornare come un avvoltoio, con tanto di esecutività dello sfratto e i camion fuori pronti a deportare uomini e animali. Ma poi ci sarebbe l’intervento salvifico dell’assessore, sul filo del rasoio, telefonate concitate e incrociate e le teste calde del Consiglio comunale tornerebbero nei ranghi. Ligresti si rimetterebbe calmo. Prevediamo che questa tensione durerà finché il finanziere non avrà ottenuto ciò che vuole dal PGT. Sarà pure che la gente è distratta dal clima preelettorale, dalla caciara sulle liste, ma questa calma intorno al Ticinello e alla Campazzo è eccessiva. Abbiamo la senzazione che dopo le sfuriate delle varie assemblee, le piantumazioni simboliche, il presidio davanti a Palazzo Marino con consegna all’Assessore di 2800 firme per il parco Ticinello, il clima si sia raffreddato e i resti del Comitato si siano rassegnati ad accettare che tutto venga deciso dall’alto. Insomma, da quando è stato presentato al dibattito il PGT, che propone attraverso la perequazione una soluzione per la salvaguardia di parco e cascina, cittadini e Comitato hanno tirato un sospirosi sollievo e aspettano il PGT. Dal frastuono al silenzio. Eppure sappiamo che ci vorranno anni, l’abbiamo detto e scritto. E sappiamo anche, per una quasi trentennale esperienza, che di Ligresti non ci si può fidare. Però sul PGT ci sta proprio scritto, testualmente, che “il programmato Parco del Ticinello a sud della Cascina Campazzo dovrà assumere connotati esemplari per la sperimentazione di forme di costruzione e gestione della tipologia di parco agricolo con il concorso della componente imprenditoriale agraria.” Restiamo a bocca aperta per le belle intenzioni e le belle parole. E pensare che la “componente imprenditoriale agraria” nel Comune di Milano é stata da 20 anni a questa parte umiliata e sfrattata dalla “componente imprenditoriale edilizia” nella completa indifferenza del Comune. E pensare che Falappi è tuttora sotto processo, citato dagli azzeccagarbugli di Ligresti per 1.800.000 euro di danni per mancata manutenzione alla cascina. “Il parcheggio di interscambio in Abbiategrasso non si fa” di Andrea Castelli Così chiude finalmente la questione il vicesindaco De Corato(PDL) in occasione di una riunione della Commissione congiunta Bilancio-Trasporti tenutasi il 1° marzo. L’annuncio ci sorprende, per una volta, piacevolmente; “il silos verrebbe a trovarsi troppo vicino alle case” chiosa il Vicesindaco e Assessore, mostrando di aver recepito alcuni dei rilievi presentati dai comitati. La decisione viene presa dopo un periodo convulso di conferme e smentite, dove l’ago della bilancia è probabilmente da ricercarsi nell’impegno economico molto rilevante che l’opera avrebbe richiesto (le ultime stime di metropolitane milanesi s.p.a. parlano di 17,2 milioni di euro), a fronte di un dubbio ritorno economico. Gli ultimi progetti prevedevano anche l’inserimento nello stesso stabile del parcheggio di spazi ad uso commerciale da vendersi a privati, per diminuire l’impatto dell’opera sulle tasche del comune; difficile però riuscire a rendere appetibile un investimento del genere in una zona davvero ben servita quanto a grande distribuzione. Curioso il balletto degli annunci. Secondo il presidente di Metropolitane Milanesi Lanfranco Senn, ancora a fine gennaio l’opera risultava approvata ed era da considerarsi strategica per il piano dei trasporti dell’intera area cittadina. Un mese dopo arriva la clamorosa smentita del Vicesindaco, appena viziata dal sospetto che sempre aleggia quando si è in odore di elezioni. De Corato dà i numeri... Rimane però il problema della sosta in una area dove, durante il giorno, è una impresa riuscire a trovare parcheggio. A questo proposito, il comune prevede di estendere entro il 2011 il regime di regolamentazione della sosta a tutta l’area intorno alle metro tramvia sud con parcheggi “blu” a pagamento, liberi per i residenti. L’idea è positiva, ma se forse riuscirà da dare una boccata d’aria a tutta l’area circostante la stazione di Abbiategrasso, difficilmente sarà in grado di risolvere il problema dei parcheggi selvaggi che si verifica regolarmente ogni mattina. Una possibile soluzione sarebbe sì la costruzione di un parcheggio d’interscambio, magari gratuito per tutti o per i soli abbonati ATM, situato però laddove la metro tramvia sud finisce, fuori dalle porte della città. Questo permetterebbe di ridurre il congestionamento in entrata e uscita dalla città, nonché di sfruttare efficacemente le linee di superficie. La partita, considerando anche il previsto prolungamento della linea verde fino ad Assago, è ancora tutta da giocare. 4 la conca numero 3 • marzo 2010 Una via al mese a cura di Antonio Capoduro VERTENZA BOX, GLI AFFITTUARI DICONO NO Respinto in assemblea il diktat del Comune di G.C. La via Eugenio Curiel parte dove finisce via dei Missaglia e porta a un grande centro commerciale e a Rozzano. Siamo all’estremo sud di Milano e della Zona 5. Le case che vediamo sulla destra, oltre la linea tramviaria del 15, sono già Rozzano. Alla nostra sinistra si apre invece la campagna. In lontananza si scorge la sagoma azzurrina del depuratore del Ronchetto delle Rane. Eugenio Curiel nasce a Trieste l’11 dicembre 1912. Di famiglia ebrea, consegue la maturità scientifica nel 1929. Segue gli studi universitari a Firenze, Milano e Padova, dove, nel 1933 a 21 anni, si laurea in fisica col massimo dei voti e con lode. Nel 1934 diventa assistente universitario di meccanica razionale. Tuttavia i suoi interessi non sono limitati alla scienza, ma si estendono anche in ambito estetico, letterario e filosofico. Attratto in particolare dalla filosofia idealistica di Kant, Fichte, Hegel, Croce e Gentile, matura un deciso orientamento anifascista e inizia anche una importante attività politica. Con un suo amico d’infanzia ritrovato a Padova, Atto Braun, discute e approfondisce i testi di Marx ed Engels. Nel 1935 entra a far parte del circolo clandestino comunista dell’università e dal 1937 inizia a collaborare alla rivista universitaria “Il Bò” che era redatta non solo da giovani fascisti insofferenti delle imposizioni culturali del regime, ma anche da decisi antifascisti benchè non dichiarati come lo stesso Curiel. Curiel è il responsabile della pagina sindacale della rivista che con lui diventa uno spazio relativamente aperto in cui si confrontano opinioni critiche e anticonformiste, acquistando notorietà non solo all’interno della città di Padova. Dalle pagine de “Il Bò” Curiel appoggia le rivendicazioni salariali degli operai, svolge inchieste sulle tragiche condizioni di vita nelle campagne padovane, si occupa di politica estera: articoli e inchieste che vengono spesso citati dalla stampa antifascista estera, tanto che i dirigenti delle Confederazioni dei sindacati e delle Corporazioni (all’epoca direttamente controllati dal governo fascista) lo invitano a una maggiore prudenza. Nel novembre del 1938 entrano in vigore le leggi “per la difesa della razza” che tra le altre cose imponevano il divieto alle pubbliche amministrazioni di avere ebrei alle proprie dipendenze. Curiel perde così la cattedra all’Università di Padova e diventa un “sospetto antifascista”. Per sopravvivere ripara in Svizzera e da lì raggiunge il Centro estero comunista di Parigi, dove però il clima non è dei migliori perchè si sospettano infiltrazioni fasciste nell’organizzazione. In questo periodo ritiene che una più efficace azione antifascista la si potrebbe ottenere utilizzando i sindacati fascisti e cercando l’unità di azione tra i partiti oppositori del regime: il Pci, il Psi e Giustizia e Libertà, trovando ascolto soprattutto tra i socialisti. Torna quindi a Milano, poi di nuovo in Svizzera e infine è a Trieste quando agenti dell’Ovra, la famigerata polizia segreta fascista, lo arrestano. Trasferito a Milano nel carcere di S. Vittore, nel gennaio 1940 viene condannato a 5 anni di confino da scontare a Ventotene dove sono rinchiusi, oltre ai principali dirigenti antifascisti quali Luigi Longo, Piero Secchia, Umberto Terracini, Camilla Ravera, Giuseppe Di Vittorio e Sandro Pertini, anche operai, antifascisti e garibaldini della guerra di Spagna. Qui Curiel svolge lezioni in una sorta di università proletaria in cui si formano i quadri che organizzeranno la Resistenza. Nell’agosto del 1943 il governo Badoglio lo libera con una sofferta decisione. Curiel si impegna quindi con forza nella lotta partigiana come dirigente del Partito comunista. È redattore e di fatto dirige il giornale del Pci “L’Unità”, che è clandestina. Nello stesso tempo è direttore del periodico comunista “La nostra lotta”. La sua azione era comunque sempre volta alla ricerca di una ampia unità delle forze antifasciste e a questo scopo crea il Fronte della Gioventù per l’indipendenza nazionale e per la libertà, organo di battaglia contro i nazifascisti e strumento di democrazia diretta. Il 24 febbraio 1945 una squadraccia di repubblichini guidata da un delatore lo sorprende a Milano in piazzale Conciliazione all’angolo con piazzale Baracca, e lo assassina con una raffica di mitra sparata a bruciapelo. Gli viene conferita una medaglia d’oro al valore militare e in piazzale Conciliazione, nel luogo dell’omicidio, c’è una targa in memoria. Il 24 febbraio del 2009, ricorrenza della morte, la targa è stata danneggiata dai neofascisti che l’hanno imbrattata con vernice rossa, lasciando sul terreno 30 bossoli calibro 30. 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Il settore gestione patrimonio pubblico del Comune di Milano, aveva confermato, appellandosi alla vigente normativa, in una scarna nota di poche righe, l’applicazione degli aumenti richiesti a suo tempo dall’allora gestore degli immobili (Romeo), malgrado le aperture mostrate dall’ALER (subentrata nella gestione alla Romeno, nell’ottobre scorso). Gli affittuari, riunitisi in assemblea lo scorso 15 febbraio, hanno, dal canto loro, ribadito le proprie posizioni e stabilito la loro condotta. In primo luogo hanno tenuto a confermare la loro intenzione di raggiungere un accordo, nonostante la chiusura manifestata dalla controparte. In secondo luogo hanno riaffermato la volontà di pagare un giusto canone e, quindi, di agire in maniera tale da non dover essere in nessun modo, considerati morosi. In terzo luogo hanno chiarito una volta ancora che essi agiscono nella più stretta legalità, richiamandosi al precedente contratto di locazione, mai disdetto dalla controparte e di conseguenza ancora in essere; nonché contestando nella forma e nel merito l’applicazione della normativa in materia. È a partire da queste posizioni che hanno quindi deciso, fintanto che la controparte non si risolverà ad intavolare una trattativa, di pagare il vecchio canone. A tal fine, hanno stabilito di utilizzare i MAV inviati dall’ALER, recanti le quote del canone maggiorato, considerandole però a saldo di un periodo superiore a quello a cui si riferiscono in maniera da farlo coincidere con le quote dovute del vecchio canone. Per quanto questo sistema possa sembrare complicato – e lo è più a parole che nei fatti – esso è stato adottato per non creare difficoltà amministrative al gestore, facendo in tal modo seguire ai versamenti la via prestabilita dall’ALER medesima, con i riferimenti di ogni singolo locatario, in maniera che non si creino disguidi e possano essere correttamente contabilizzati. Al versamento, ogni singolo affittuario farà seguire una lettera raccomandata nella quale conferma le ragioni del pagamento concepito come testè detto, controfirmata dal SICeT, il sindacato che stà gestendo la controversia. È il caso, a questo punto, di mettere in risalto la maturità ed il senso di responsabilità degli affittuari, che, pur potendo legittimamente adottare, senza alcun pregiudizio per la propria posizione, comportamenti più semplici e sbrigativi, ma che causerebbero difficoltà di carattere amministrativo, si preoccupano invece di evitare inconvenienti che aggiungerebbero confusione alla peraltro già notevole confusione in cui versa l’amministrazione ALER. Se una simile responsabile condotta fosse adottata anche dalle controparti, principalmente dal Comune di Milano, invece di assumere posizioni liquidatorie, la vertenza potrebbe probabilmente risolversi con maggiore rapidità e soddisfazione di entrambe le parti. Ma tant’è. A questo proposito, durante l’assemblea è emerso un particolare che ha del comico: la norma citata come “esaustiva” dal Comune per giustificare gli aumenti “non è mai stata contestata - afferma Roberto Cetara del SICET - anzi è proprio la norma di cui chiediamo la piena e corretta applicazione. Pertanto – aggiunge – la risposta del Comune non è pertinente. Purtroppo – prosegue – per quanto ci è dato sapere, la nostra vertenza non potrà essere portata rapidamente a termine perchè ALER in questo periodo ha come priorità la soluzione della vertenza affitti, che coinvolge a milano circa 30.000 inquilini che non riescono a far fronte agli aumenti richiesti. Il tasso di morosità cittadino – conclude - a causa della crisi e dell’aumento degli affitti è salito al 50%” Un risultato di gestione davvero brillante, non c’è che dire. la conca numero 3 • marzo 2010 5 Gratosoglio, un quartiere in trasformazione di Gabriele Cigognini Il quartiere Gratosoglio è teatro da alcuni anni di una trasformazione sia sotto il profilo strutturale che sociale. Non c’è dubbio che l’evento di maggior rilievo che lo ha interessato in quest’ultimo periodo è il cosiddetto contratto di quartiere, vale a dire il progetto di ristrutturazione degli edifici del settore nord (i più degradati, mentre quelli del lotto sud, meglio conservati, sono stati esclusi), di risistemazione delle strade, delle aree verdi, del rinnovo di campi ed attrezzature sportive e della costruzione di piste ciclabili. Oltre a queste opere in via di realizzazione, è stata costruita una residenza per studenti e sarà costruita una residenza per giovani coppie. Due nuove residenze per anziani sono anche state aperte nel quartiere, benché in nessuna delle due vi siano posti riservati ai suoi abitanti. Malgrado i ritardi e i pasticci dell’Aler nella gestione della ristrutturazione, il rinnovo degli edifici è in fase avanzata. I due terzi di essi sono già stati ristrutturati, anche se rimangono da sistemare inconvenienti non di poco conto, come, ad esempio, infiltrazioni d’acqua e pluviali che scaricano nelle cantine, allagandole, perchè privi dei sbocco nella rete fognaria. I lavori per il rimanente terzo lotto sono iniziati nel febbraio del 2008 e si prevede che siano portati a termine con qualche mese di ritardo rispetto agli altri due lotti. La realizzazione del piano paesaggistico (aree verdi, strade ecc.) è stata rinviata alla fine della ristrutturazione degli edifici: quindi, se le previsioni saranno rispettate, all’anno prossimo. Un problema molto sentito, che affligge gli abitanti del quartiere, riguarda la manutenzione ordinaria. ALER, per mancanza di fondi, non è in grado di fare la dovuta programmazione. Se un inquilino che necessita di una riparazione, vuole essere sicuro che venga eseguita in tempi ragionevoli, è costretto a reiterare la richiesta e talvolta giungere al punto si sporgere o quanto meno minacciare una denuncia penale, che, come è noto, coinvolge non solo l’ente, ma anche il funzionario responsabile dell’inadempienza. Solo allora ALER invia il personale che la dovrà effettuare; personale sulla cui competenza sono stati sollevati, per usare un eufemismo, dei dubbi. A quanto sembra, sul loro operato (si tratta di piccole imprese in appalto) non esiste nessun controllo, per deludente che sia l’esito delle loro riparazioni. Ad ogni modo questa situazione significa che, di fatto, si affrontano solo le emergenze, mentre il resto viene lasciato al progressivo degrado. Una serie di altri prolemi, che riguardano barriere architettoniche, impianti elettrici, tubature del gas, canne fumarie, terrazze, pensiline ingressi e gazebo della spazzatura, vengono costantemente segnalati dalle varie associazioni che operano nel quartiere: allo stato dei fatti essi rimangono in attesa di una soluzione. Ma, come dicevamo, è in atto anche una trasformazione sociale, dovuta in parte all’invecchiamento degli abitanti; in parte alla rimodulazione delle fasce di reddito per accedere alle case popolari, che ha di fatto provocato l’espulsione delle giovani coppie. Si è venuta a creare, a questo proposito, una situazione paradossale per cui, i listini paga che una volta si dovevano presentare con la richiesta di assegnazione dell’alloggio, per dimostrare di essere nella condizione di pagare l’affitto, ora sono motivo di rigetto della domanda perchè superano il livello di reddito stabilito; e si badi bene che stiamo parlando di lavoratori dipendenti, non di nababbi. A queste cause occorre aggiungere infine i criteri di assegnazione degli alloggi che privilegiano le famiglie in difficoltà, i nuclei a basso reddito, gli immigrati ed i carcerati a domicilio coatto. Naturalmente nessuno contesta il principio che favorisce le famiglie più bisognose, si tratta solo di dosarne il numero in maniera da evitare che il quartiere si trasformi in un ghetto di emarginati e quindi di non applicare in maniera automatica i criteri di aggiudicazione senza alcun riguardo alle conseguenze. Occorrerebbe per questo motivo, una revisione della materia per recuperare quel mix sociale che ha permesso al quartiere di vivere, fino a non molti anni fa, con sufficiente armonia. Che il rischio di fare del Gratosolgio un luogo di emarginazione non sia solo un’idea campata per aria, è testimoniato dal non essere stato risparmiato dall’aumento vertiginoso dall’indice di morosità, salito negli ultimi quattro anni dal 6-7% all’attuale 40-50% (media cittadina, ma con punte più alte in alcune zone) e non è detto che, considerato l’andamento generale della crisi economica in atto, non aumenti ancora. La causa però non è da ricercarsi solo nella crisi economica, ma anche nell’aumento degli affitti e delle spese di manutenzione (peraltro eseguite nella maniera più sopra descritta). Il considerevole incremento dei canoni, risponde ad un criterio generale stabilito dalla Regione Lombardia in recenti normative, per il quale le case popolari debbono giungere ad una gestione autosufficiente, cioè a dire che devono coprire i costi con gli affitti e le spese percepiti dagli inquilini, vanificando in questo modo lo “spirito” delle case popolari. Prova ne è che moltissimi inquilini non ce la fanno a pagare. Nel quartiere opera un cospicuo numero si associazioni che svolgono attività sociali. Alcune di esse fanno parte del Comitato di attuazione e di controllo del contratto. Svolgono la loro funzione al meglio, segnalando continuamente errori ed anomalie e facendo proposte, che però riscuotono uno scarso ascolto presso quegli enti ed istituzioni che pure fanno parte del medesimo comitato. Ma esse lamentano soprattutto la poca attenzione verso i loro progetti ed attività sociali, nonché la mancanza di un progetto sociale complessivo, da parte dell’Amministrazione cittadina, capace di migliorare la qualità della vita del loro quartiere. La situazione del Gratosoglio, qui descritta in maniera sommaria, è stata affrontata analiticamente lo scorso mese, in un’assemblea promossa dal Partito Democratico. In quella sede, è stato sollevato, tra gli altri, il problema della manutenzione ordinaria e straordinaria del Lotto Sud (la parte del quartiere esclusa dalla ristrutturazione degli immobili), per la quale già esisteva un programma coi relativi finanziamenti. Senonché i fondi ad esso destinati furono accorpati a quelli del Lotto Nord , lasciando al “Sud” solo le briciole del bilancio corrente. È questo uno dei punti del contenzioso con ALER e il Comune di Milano. Un altro problema di carattere generale, che è emerso durante l’assemblea, riguarda la scarsa disponibilità di ALER e Comune a fornire informazioni alle associazioni del quartiere che, ricordiamo, fanno parte del Comitato di attuazione e controllo del programma. Solo poche volte all’anno si rendono disponibili ed i risultati degli incontri non vengono tenuti in gran conto. I membri delle associazioni hanno la sensazione di essere considerati come un mero disturbo, invece che una parte essenziale, perchè attenta, consapevole ed impegnata dall’interno nella vita del quartiere. PGT: LA MORTE DELL’URBANISTICA Guardie Ecologiche Volontarie (GEV), si ritorna al punto di partenza di V.V. Da un articolo di Pietro Cafiero (Il deprofundis dell’urbanistica milanese) riportiamo il seguente brano che chiarisce il significato del Piano di governo del territorio (Pgt) che il Consiglio comunale sta faticosamente discutendo. “... questo Pgt, in ossequio alla legge regionale 12/2005, è un non piano che sancisce in modo legale e pulito la fine dell’urbanistica intesa come disciplina atta a indagare e governare le trasformazioni urbane e territoriali. Che senso ha un piano che, nella sua parte prescrittiva (quella che ha effetto sul regime giuridico dei suoli), chiamata Piano delle Regole, è sempre modificabile e non ha scadenza? In questo modo si riduce il governo del territorio a una trattativa (chiamatela pure concertazione o convenzione, se volete) diretta tra l’attore privato e l’assessore all’urbanistica del momento.” Questa caratteristica del Pgt è una delle ragioni per cui è difficile quantificare i metri cubi di cemento che caleranno sul verde della Zona 5. L’altra causa d’incertezza nasce dall’oscura lite tra Comune e Provincia sulla gestione delle aree comprese nel Parco Sud, sulla definizione cioè dei cosiddetti Piani di cintura. Provincia e Comune sono retti dalla stessa maggioranza ma questo, da un po’ di tempo, non assicura opinioni condivise. Tale incertezza ci preoccupa. La conca cercherà di districarsi in questo ginepraio e farà di tutto per dare ai lettori informazioni attendibili sulle reali intenzioni di una maggioranza divisa e dei suoi costruttori privati di riferimento, Ligresti in testa. Intanto la discussione del Pgt in Consiglio comunale arranca. Il dissenso interno alla maggioranza si esprime con una serie di emendamenti (il cosiddetto fuoco amico) e sopra tutto con le frequenti assenze che fanno mancare il numero legale. A tutt’oggi il Consiglio comunale ha dedicato 29 sedute al Pgt. Quindici di queste sono state interrotte per mancanza di numero legale, a causa delle assenze tra le fila della maggioranza. Su 1 395 emendamenti presentati (molti dalla stessa maggioranza) ne sono stati discussi 140. Ne mancano ancora 1 255. Il consigliere leghista Matteo Salvini da per perso il Pgt: “Purtroppo credo che continuerà la contrapposizione tra bambini dell’oratorio. Il Pgt rimarrà nel cassetto.” In conclusione nessuno può dire se, come e quando il Pgt sarà approvato. Certamente non prima delle elezioni regionali. di G.C. Le ultime informazioni raccolte attorno al trasferimento di sede delle guardie ecologiche volontarie della zona 5, danno per probabile la loro permanenza nell’attuale sede di via Boifava. Come se nulla fosse successo, insomma. Le reazioni alla notizia del trasferimento, ed al modo in cui è stata data, o, per essere più precisi, non data, devono aver conseguito un qualche effetto. Il netto rifiuto delle GEV, con minaccia di dimissioni in massa; la presa di posizione del loro responsabile di zona, espressa in una lettera aperta al sindaco; l’aver portato la protesta al CdZ 5, il quale ha espresso all’unanimità parere favorevole a non spostarne la sede fuori dal proprio territorio, ed anzi a reperire nuovi locali più dignitosi di quelli ora in uso; devono aver smosso le acque e fatto cambiare parere a qualcuno dei dirigenti coinvolti nella questione. La notizia data in apertura è ufficiosa e va presa con beneficio di inventario, in quanto sulla sede di Via Boifava pende una richiesta di verifica di idoneità dei locali, che, una volta eseguita, potrebbe dare esito negativo, riportando alla ribalta il tema del trasferimento. Il fatto che chi di dovere si sia ricordato dopo oltre un quindicennio che l’attuale sede possa essere non idonea, lascia quanto meno perplessi. Come si vede le cose non sono mai semplici ed allo stato dei fatti sono suscettibili di sviluppi verso più di una direzione. Il prossimo futuro dirà quale strada prederanno. L’unica cosa sicura, al momento, è che il trasferimento è stato sospeso. Nell frattempo, le guardie continuano il loro servizio. Oltre ad alcuni interventi minori, hanno individuato e fatto rimuovere in questi giorni un importante scarico abusivo di rifiuti nei pressi della Cascina Ronchettone, riuscendo anche in questo caso, con una rapidità degna di nota, a risalire ai responsabili dell’abbandono, dimostrando ancora una volta la loro operosità ed efficienza. Che sia questa la ragione degli ostacoli che stanno incontrando? 6 la conca numero 3 • marzo 2010 linea diretta con palazzo marino a cura di Aldo Ugliano - Consigliere Comunale del Partito Democratico Il pasticciaccio brutto di... via Gratosoglio Sembra davvero irrisolvibile la vicenda di via Gratosoglio, nel tratto che conduce ai numeri civici 73/4 e 79. Sto parlando della manutenzione di quel tratto di via che ovviamente tutti penserebbero spetti al Comune di Milano e che da anni invece il Comune non provvede a fare. Ma la situazione è molto più complicata, ed è necessario partire dall’inizio per comprenderne appieno la complessità e nel contempo verificare le possibili soluzioni. Alla fine degli anni 80 il Comune di Milano concede alla Cooperativa Porta Venezia il permesso di edificare 40 alloggi in edilizia libera, a condizione che la stessa Cooperativa ripaghi l’interesse pubblico con la realizzazione di 49 alloggi di edilizia residenziale pubblica, per collocarvi gli inquilini che risiedevano negli alloggi degradati di via Gratosoglio 79. L’intesa viene trovata e, nel definire l’assetto planivolumetrico dell’intervento, il Comune di Milano, secondo quanto affermato dai funzionari del Settore Urbanistica, indicano alla Cooperativa la necessità di realizzare la viabilità occorrente per raggiungere gli stabili attraverso un itinerario che deve essere situato tra l’edificato e l’argine del fiume Olona, per poi girare dietro gli immobili e giungere agli ingressi delle abitazioni. Ciò a causa del fatto che la proprietà dell’alveo del vecchio corso del fiume Olona è del Demanio Statale e quindi non utilizzabile, se non dopo averne acquisito la proprietà attraverso un complesso passaggio, che avrebbe dovuto coinvolgere anche il Demanio della Regione Lombardia (successivamente incaricata di gestire i corsi dei fiumi di proprietà statale). La strada per raggiungere le abitazione dei due numeri civici 73/4 e 79 viene invece realizzata dalla Cooperativa, sempre secondo ciò che affermano i funzionari del settore urbanistica del Comune, proprio sull’alveo del vecchio corso dell’Olona. Probabilmente questa realizzazione impropria nasce da accordi intercorsi tra i dirigenti della Cooperativa e i dirigenti del Comune di Milano del tempo, all’insegna della prossima pubblicizzazione comunale della proprietà del vecchio alveo dell’Olona. Ma le cose non sono andate in quel senso perché la pubblicizzazione della proprietà non è andata avanti, mentre invece avanzava e avanza tutt’ora l’esigenza della manutenzione del tratto stradale in questione a causa di veri e propri crateri presenti nell’asfalto. Alcuni anni fa diversi inquilini e condomini dei due caseggiati presero contatto con me e con loro iniziammo tutte le verifiche per richiedere l’intervento del Comune per la manutenzione. Ma l’allora Assessore ai Lavori Pubblici on.le De Corato negò l’intervento comunale, con la giustificazione che il Comune non poteva investire soldi pubblici su aree e immobili che non fossero di proprietà Comunale; ciò a causa di possibili interventi sanzionatori della Corte dei Conti. Giungere al Demanio Statale era un’impresa improba, perché nel Comune di Milano esistono numerosissimi casi analoghi ed il Comune li porta avanti e li risolve man mano che essi siano sgombri da intoppi burocratici. Questa cosa invece è riuscita ai cittadini degli stabili interessati, che non demordendo rispetto alle difficoltà, si sono rivolti all’Agenzia del Demanio di Corso Monforte ed hanno ottenuto un pronunciamento e un sollecito rivolto alle Istituzioni coinvolte, fatto che ha prodotto l’obbligo a muoversi per i rappresentanti di queste ultime. Il pronunciamento dell’Agenzia del Demanio dello Stato mi ha permesso di convocare con una maggiore autorevolezza tutti gli Enti coinvolti e tutti i settori competenti ad un tavolo di confronto che speravo potesse essere risolutivo. Così prime delle festività di Natale ci siamo trovati attorno ad un tavolo con il Demanio della Regione, il Demanio del Comune, il Settore strade e segnaletiche del Comune, il Settore urbanistica del Comune, i cittadini interessati ed il sottoscritto. Non vi dico la fatica improba per trovare una data che andasse bene a tutti. Dalla speranza di risolvere la questione siamo passati invece ad un ulteriore elenco di difficoltà che mi proverò a riassumere. Il Comune di Milano sarebbe pronto ad acquisire dal Demanio dello Stato la proprietà dell’area su cui sorge impropriamente l’attuale sede stradale; per questo sarebbe necessario spendere una cifra non banale, ma in questo modo il Comune acquisterebbe comunque una proprietà immobiliare utile. Si sanerebbe anche l’eventuale abuso compiuto a suo tempo nella realizzazione della strada su area non di proprietà comunale. C’è però un problema, un grosso problema. Con questa soluzione finalmente potrebbero essere riparate tutte le buche e le voragini attualmente presenti sulla sede stradale, con i costi relativi a carico del Comune di Milano. Ma quel tratto di strada così com’è ora non raggiunge le dimensioni previste dal Codice della Strada (3,70 metri), indispensabili per consentire almeno su un lato della strada la sosta dei veicoli. Quindi su quel tratto di strada, nel caso fosse acquisito dal Comune di Milano, non sarebbe più consentita la sosta delle auto. Il Codice della Strada prevede per le strade con un calibro stradale inferiore ai 3,70 mt il regime di Zona a Traffico Limitato oppure il senso unico alternato. In entrambi i casi la sosta dei veicoli non sarebbe ammessa ed i trasgressori sarebbero sanzionati. A questo punto non si sa più cosa fare, perché se si fa acquisire la strada al Comune si riparano le buche, ma non si può più sostare ed i cittadini residenti immagino sarebbero fortissimamente scontenti. Diversamente la strada rimane così com’è con le buche e le voragini, ma con la sosta permessa, perché formalmente quel tratto di strada non è una strada Comunale e quindi non si applica il Codice della Strada. I cittadini che con me hanno partecipato a questa vicenda si sono impegnati a passare di casa in casa nei due caseggiati per sapere cosa ne pensano i residenti, perché qualunque scelta assunta deve esserlo con il consenso della stragrande maggioranza dei cittadini. Staremo a vedere e ci comporteremo come vorrà una forte maggioranza dei cittadini IN BREVE DAL CONSIGLIO DI ZONA Gussoni (Pdl) insulta Pertini, il più popolare presidente della Repubblica. La minoranza abbandona l’aula e la maggioranza ne approfitta per dare il meglio di sé Al Consiglio di Zona 5 del 25 febbraio un Consigliere propone un minuto di silenzio in memoria di Sandro Pertini, indimenticato presidente della Repubblica. Il Presidente accetta la proposta, ma interviene il capogruppo del Pdl Maurizio Gussoni, lanciando pesantissimi insulti a Pertini e dissociandosi dalla commemorazione. Esito scontato: tutta l’opposizione lascia l’aula. Signore e signori… le comiche! Manca il numero legale: il Consiglio non può proseguire. Seduta sospesa, riunione della maggioranza. Riaperta la seduta senza fare l’appello, il Presidente invita i consiglieri (di maggioranza, gli unici rimasti) a disquisire sul rilascio del patrocinio gratuito alla Croce Misericordia che si è offerta (come già le altre Croci) di prelevare gli elettori impediti e portarli al seggio elettorale. I consiglieri, ligi al disposto, si industriano ad illustrare i valori della assistenza e del diritto al voto sino a riempire i minuti concessi. Interventi fatti con lo stampino, differenziati soltanto dal livello dell’eloquio, ma identici nel contenuto: il nulla. Nel frattempo frenetiche telefonate tese a ricuperare i consiglieri di maggioranza assenti i quali, sempre perché ligi all’impegno politico-sociale, si precipitano in Consiglio. Appena raggiunto il numero legale dei presenti, il Presidente toglie la parola all’oratore ed il Consiglio approva 7 punti all’ordine del giorno in ben 180 secondi. Iscrizione nel Guinness dei primati d’obbligo. Il bello è che la parola più usata dagli oratori è stata: democrazia. L’avvocato Ghedini avrebbe esclamato: ma va là. Si parla di mafia, spunta la coda di paglia Il 22 febbraio la Commissione commercio, artigianato e sicurezza ha esaminato la richiesta dell’Associazione Libera di Don Ciotti, per il patrocinio gratuito e la possibilità di tenere una assemblea-dibattito sulla mafia in Consiglio di Zona. Tutti gli anni il 20 marzo si tengono manifestazione per ricordare le vittime della mafia. Il presidente della commissione Piermario Sarina (Lega Nord), sentito il Presidente del Consiglio di Zona, segnala che la vicinanza con le elezioni potrebbe trasformare il dibattito in una assemblea politica. Inoltre suggerisce l’opportunità di tenere l’assemblea-dibattito un po’ più lontano, ad esempio in un Cam, putacaso al Gratosoglio. Si vota solo il patrocinio gratuito. Risultato: 10 favorevoli e 7 astenuti. Per stabilire quando e dove, tutto è rinviato a dopo le elezioni: Don Ciotti, l’antimafia fatta uomo, può aspettare. Commissioni lampo con gettone di presenza Il 24 febbraio la Commissione cultura, manifestazioni ed identità e quella pari opportunità e politiche femminili, hanno un unico punto all’ordine del giorno: il patrocinio allo spettacolo Bacio dopo bacio al Teatro Ringhiera, proposto dal Centro culturale Tramartis in collaborazione con 7Cults e l’Istituto Cervantes. Chiedono un contributo di 2.500 euro. Vengono approvati 2.000 euro, se si troveranno. Mancando infatti il Presidente della Commissione cultura non si sa se ci sono ancora fondi. Battuto il record di brevità: la riunione inizia alle 19,20 e termina alle 19,40. Due commissioni impegnate per ben 20 minuti. Quanto costano ai cittadini questi 20 minuti per decidere che (forse) saranno dati 2000 euro di contributi? Las Vegas in Zona 5. Nuovo no del CdZ L’ondata delle sale da gioco non si ferma. Anche cinesi e russi all’attacco. Il 10 marzo la Commissione commercio, artigianato e sicurezza ha respinto all’unanimità due domande di apertura di sale da gioco. Una in via Giovanni da Cermenate 35 (richiesta da un cinese), l’altra in via Medeghino 9, avanzata da un russo. Il parere del CdZ è, come sempre, solo consultivo. Il Comune potrebbe cioè dare comunque l’autorizzazione. Contro i fascisti, viva Sandro Pertini di F.S. Al Consiglio di Zona del 25 febbraio, il capogruppo del PDL Maurizio Gussoni (ex AN) ha lanciato gravi ingiurie a Sandro Pertini, per il quale l’opposizione aveva chiesto un minuto di silenzio nel ventennale della morte. In risposta alla provocazione, l’11 marzo i partiti e le associazioni democratiche della zona 5 hanno organizzato un presidio di fronte al Centro civico e poi dentro alla sala consigliare davanti al Consiglio riunito. Circa 150 i partecipanti. Presenti vari dirigenti dell’Anpi provinciale e regionale fra cui Antonio Pizzinato, con le storiche bandiere delle sezione Anpi Vigentina e Anpi Fiore Stadera. Hanno subito preso la parola i dirigenti Anpi, che hanno ricordato per noi e per le generazioni future la storia di Pertini e il suo grande contributo per la democrazia e la libertà dell’Italia. Grandi applausi dal pubblico intervenuto e dai banchi dell’opposizione; silenzio della maggioranza. Il presidente Ferrari, che aveva aderito alla richiesta di un minuto di silenzio ma poi non si era dissociato dalle calunnie di Gussoni, non è intervenuto nel ricordo di Pertini, preoccupato solo del contingentamento dei tempi. La commemorazione continua dai banchi dell’opposizione, per cui prendono la parola Angiulli e Pavoni (Psi e Pd), e viene seguita dall’intervento di Gussoni, il quale afferma di aver aderito al minuto di silenzio e di aver detto a proposito di Pertini quanto afferma il compagno Pansa in un suo libro. I dimostranti e i consiglieri di opposizione vorrebbero replicare, ma secondo Ferrari il tempo è scaduto. L’opposizione di centrosinistra esce per protesta. E il Consiglio si blocca per mancanza del numero legale. Per la pubblicità su a telefonate a Jolanda 02 89305217 la conca numero 3 • marzo 2010 A Milano, la mafia non esiste? di A.C. Queste le parole del prefetto Gian Valerio Lombardi pronunciate a fine gennaio in occasione di una audizione presso la Commissione Parlamentare Antimafia. L’affermazione non è, ovviamente, da leggersi alla lettera: il prefetto ha probabilmente inteso dire che a Milano non esiste una mafia “visibile”, fatta di intimidazioni, pizzo e controllo sul territorio, mentre è innegabile una presenza delle cosche nell’area grigia, di colletti bianchi ed imprese più o meno colluse. Anche questa affermazione ‘ripulita’ suona però decisamente ottimistica. Le cosche, specialmente la ‘ndrangheta, hanno trovato nei quartieri-dormitorio di Milano il sottobosco ideale dove stabilirsi e prosperare e da qui gestiscono gli affari più diversi, dal traffico di stupefacenti al racket degli alloggi popolari, dall’edilizia al prestito di denaro ad usura. La torta da spartirsi è ricca e le mafie non hanno alcun interesse ad acquisire visibilità. Ne sa qualcosa Frediano Manzi , titolare dell’associazione “Sos Racket e Usura”. La sua associazione di occupa da anni di raccogliere le segnalazioni dei cittadini a riguardo di questi fenomeni ed ha recentemente chiuso i battenti, per protesta nei confronti del silenzio con cui le istituzioni hanno accolto le sue richieste di una sede istituzionale, a seguito di gravi episodi di intimidazione. Quali sono, in concreto, gli interessi delle mafie? Il racket degli alloggi è la cartina di tornasole che rende manifesta la effettiva presenza sul territorio del crimine organizzato. Se ne è parlato molto negli ultimi mesi e le segnalazioni raccolte dall’associazione hanno contribuito a spezzare il muro di silenzio che rendeva possibile il perpetrarsi di queste situazioni – è il caso, ad esempio, di via Vincenzo Monti. Ancora molto lavoro rimane da fare e la nostra zona certamente non è esente da questo genere di problemi. In via Giorgio Savoia, ad esempio, gli appartamenti che si rendono liberi si dice che vengano prontamente segnalati a chi di dovere, che provvede a prenderne possesso e a riassegnarli, a fronte del pagamento di una “mancia” di alcune migliaia di euro. Questi fatti sono sotto gli occhi di tutti e sono stati già segnalati alle autorità. L’Aler, dal canto suo, ha promesso una maggiore cautela nella scelta dei custodi. Non ci risulta però al momento che la situazione sia radicalmente migliorata. Tra Gratosoglio e Stadera, la ‘ndrangheta gestisce anche lo spaccio di stupefacenti grazie ad una rete capillare di corrieri e piccoli spacciatori, spesso reclutati al di fuori dell’organizzazione, in quella ampia zona grigia costituita da criminali comuni od improvvisati, molte volte giovani che vedono l’ingresso nel mondo del lavoro troppo difficile e vengono indotti ad aspirare ad un benessere che si può ottenere in altri modi. Altra occasione di arricchimento è il prestito ad usura, attività particolarmente redditizia in periodo di crisi. Tra via Neera e via Montegani, i potenziali clienti appartenenti a fasce deboli vengono reclutati presso bar e negozi di tabacchi, per entrare in una spirale da cui è difficile uscire tra intimidazioni e minacce di ritorsione, in caso di denuncia. Infine, la gestione degli appalti. È noto che le imprese riconducibili alla ‘ndrangheta sono attive soprattutto nel campo del movimento terra e che sovente, per sfuggire ai controlli, operano a livello di subappalti. È legittimo almeno sospettare che alcuni tra i cantieri paralizzati tra via Barrili e via Neera abbiano risentito di infiltrazioni di questo genere e che forse questo abbia contribuito al fallimento delle operazioni di riqualificazione. Di chi sono, allora, le responsabilità? In questi casi è difficile attribuire precisamente delle colpe. Responsabile è l’Aler, nel momento in cui l’esasperante lentezza nelle procedure di assegnazione degli alloggi ha permesso che questi fossero occupati, lasciando per ora in un angolo i sospetti riguardo l’esistenza di una ‘lista parallela’ che determini, almeno in parte, l’assegnazione degli alloggi stessi. Responsabile è il Comune che non agisce con la necessaria fermezza per contrastare questi fenomeni. Responsabili sono i Consiglieri di Zona che raramente o mai denunciano queste situazioni, trovando più politicamente conveniente magari scagliarsi contro la figura del ‘delinquente immigrato’, forse perché siamo già arrivati al punto in cui le organizzazioni criminali possono smuovere voti preziosi. Responsabili, infine, sono tutti i cittadini che non denunciano queste situazioni, lo facciano per paura, per convenienza o per una malaugurata abitudine al silenzio. Abitudine dalla quale sarebbe opportuno cercare di affrancarsi. 7 TAGLI E (IR)RAZIONALIZZAZIONE NELLA SANITà IN ZONA di Alessandro Santini La notizia era già nell’aria da parecchio tempo: quasi un anno fa negli ambienti medici si iniziò a parlare di una possibile razionalizzazione del sistema dei consultori e degli ambulatori di zona in nome del taglio delle spese sanitarie regionali. Ora l’ipotesi si fa sempre più concreta e vicina. In una sessione del consiglio di zona 5 si è discusso dei provvedimenti in programma, che saranno 3: accorpamento dei consultori pediatrici a quelli familiari, istituzione di un centro vaccinale e di uno sportello unico per ogni zona. Nella nostra zona sono 4 gli ambulatori decentrati: via Baroni, via Boifava, via Ripamonti 20 e 202. Il consultorio familiare di via Boifava sarà trasferito e accorpato a quello di via Baroni, dove attualmente si trova il consultorio pediatrico. Il centro vaccinale unico sarà istituito in via Boifava: qui si faranno tutte le vaccinazioni che prima erano effettuate in via Baroni, obbligatorie e non. Anche se i cambiamenti sembrano essere minimi, le differenze dal punto di vista del servizio offerto sono evidenti: quello che era uno spazio dedicato esclusivamente alla pediatria, all’accrescimento dei bambini, ai consigli e al sostegno alle mamme diventerà un centro in cui si assolveranno più funzioni. Anche se, per associazione, si potrebbe pensare che i consultori familiari e quelli pediatrici siano in qualche modo collegati tra loro, le utenze sono totalmente differenti. Unire le due strutture significherà certamente privilegiare una delle due utenze a scapito dell’altra. E in una società in cui il problema demografico della crescita zero è all’ordine del giorno, quale potrà essere l’utenza che sarà messa da parte? Chiaramente quella pediatrica. Quindi, da un lato ci si lamenta perché le giovani coppie aspettano sempre di più per fare un figlio, dall’altro si tagliano strutture efficienti (a detta soprattutto degli utenti) che potrebbero facilitare la crescita di un bambino. Buon viso a cattivo gioco. Anche il fatto del trasferimento del centro vaccinale in via Boifava è, in qualche modo, sintomo di una politica che non rende le cose facili ai nuovi genitori. Con il consultorio pediatrico e il centro vaccinale nello stesso edificio è tutto molto più semplice: la programmazione delle vaccinazioni viene fatta dopo le visite pediatriche e direttamente dagli operatori del centro, persone di cui i genitori si fidano. Qual è la fascia di età in cui si devono fare più vaccinazioni? Da 0 a 3 anni. E allora perché non lasciare le cose come sono? Terzo ed ultimo punto dell’ (ir)razionalizzazione: lo sportello unico. Data l’ambiguità del nome vogliamo sperare che si tratti di più sportelli polifunzionali e non di un unico sportello per tutti. Scherzi a parte, sarà istituito in via Boifava e servirà per fornire tutte le informazioni necessarie che riguarderanno i problemi protesici, di incontinenza, di diabete, di rimborsi ecc. Insomma, uno per tutti e tutti per uno, evviva la razionalizzazione. Dulcis in fundo, cambieranno anche le modalità di gestione delle domande di invalidità civile: la competenza medica resterà, come è ora, materia delle Asl mentre la competenza amministrativa sarà delegata all’INPS. Quale sarà la differenza? Nel migliore dei casi un allungamento stratosferico dei tempi di attesa, dato che le domande dovranno essere inoltrate esclusivamente via e-mail alla previdenza sociale. Ma come è possibile che si allunghino i tempi se la comunicazione tramite internet è pressoché istantanea? La risposta è semplice e va ricercata nel seguente periodo ipotetico: “la comunicazione tramite internet potrebbe essere istantanea se solo tutti avessero i mezzi adatti per comunicare tramite internet”. La verità è che il livello di informatizzazione degli uffici e delle strutture preposte all’inoltro delle domande è bassissimo e si può immaginare quali siano le conseguenze. È come se le poste fornissero a tutti i portalettere una macchina velocissima ma senza ruote. Il postino, leggermente scosso, riprenderebbe la vecchia bicicletta e guardando i propri superiori un po’ seccato direbbe: “faccio prima così”. 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Quanto concorre cultura spettacoli, incontri e feste in zona 5 dell’individuo sul piano intellettuale CENTRO COMUNITARIO UECHER Serate nella sala della Casa della Pace - Via U. Dini 7 – 20141 Milano (tram 3 e 15; MM2-capolinea piazza Abbiategrasso) Venerdì 26 marzo 2010 - ore 20,30 PASOLINI Un intellettuale “eretico” del Novecento Interviene: Andrea Marino, già docente di Letteratura italiana, Liceo “Allende” di Milano ************************* Venerdì 9 aprile 2010 - ore 20,45 L’USO POLITICO DELLA STORIA Presentazione del libro di Aldo Giannuli L’abuso pubblico della storia. Come e perché il potere politico falsifica il passato, Guanda, Parma 2009 Interviengono: Vincenzo Magi, Docente di Storia e Filosofia, Liceo “Allende” di Milano Aldo Giannuli, Docente di Storia contemporanea, Università degli Studi di Milano ************************* MERCOLEDI’ 14 APRILE 2010 – ORE 18,30 “camBIO CIBO?” visite Il consumo di cibo biologico il Centro Culturale Conca Fallata organizza una visita alla mostra Serena Baldini, G.A.S. Milano Sud - Andrea Rasi, Azienda Agricola ROB (Mantova) Daniele Cannistra, Armonia e Bontà (Cremona) Angelo Monti, Azienda Agricola Bosco di Rovo (Groppello Cairoli – Pavia) Massimo Tomasoni, Caseificio BIO F.lli Tomasoni (Brescia) ************************* Schiele e il suo tempo giovedì 15 aprile ore 20,15 con ritrovo davanti a Palazzo reale il costo del biglietto è di 9 euro per info contattare Danilo al 3383199796 Interviengono: Venerdì 16 aprile 2010 - Ore 20.45 LA RESISTENZA IN ZONA 5 Presentazione del libro di Flavio Ghiringhelli Interviengono: Luigi Borgomaneri studioso della Resistenza Antonio Pizzinato Presidente ANPI Lombardia la conca numero 3 • marzo 2010 Calcio dilettantistico e giovanile: l’attività della Savorelli 1937 di Stefano Zorzoli Buongiorno a tutti gli sportivi! Ecco la consueta sintesi mensile sulle attività calcistiche della Savorelli 1937, che utilizza il Centro “Enrico Cappelli” di piazza Caduti del Lavoro, nelle adiacenze di viale Tibaldi, all’altezza degli uffici comunali della Zona 5. Con i mesi di febbraio e marzo, i campionati agonistici entrano nel vivo: le squadre della Savorelli, come ben sanno i lettori de La Conca, sono impegnate nella Prima Categoria regionale e nei campionati provinciali Juniores, Allievi e Giovanissimi. Più in dettaglio, la prima squadra, che milita nel campionato di Prima Categoria, sta attraversando un periodo molto difficile, tanto che dall’inizio del girone di ritorno ha vinto una sola partita. La bella posizione in classifica con cui era stato chiuso il girone di andata è ormai un ricordo e le ambizioni sono adesso decisamente ridimensionate. La squadra è sesta in classifica, a sei punti dalla capolista Mascagni e a due punti dalla prima posizione utile per i play off. Ma ciò che è importante oggi è riacquistare fiducia e qualità di gioco, per evitare guai peggiori. Ecco le prossime partite in casa, che saranno giocate la domenica alle 14:30 (15:30 dopo l’introduzione dell’ora legale): 9a giornata: 21 marzo 2010 contro il Peschiera Borromeo; 12a giornata: 18 aprile 2010 contro La Locomotiva; 14a giornata: 2 maggio 2010 contro il Borgolombardo (penultima di campionato). Per la squadra Juniores, restano invece intatte le speranze di accedere alle finali regionali. Le prime quattro squadre del girone (la capolista Valleambrosia, seguita dalla Savorelli, dall’Opera e dalla Frogmontegani) viaggiano infatti quasi a braccetto, tutte nell’arco di cinque punti. Da qui alla fine del campionato, saranno pertanto le eventuali piccole distrazioni contro le squadre più deboli a decidere la classifica finale. Ecco le prossime partite in casa dei biancorossi (il sabato alle ore 18:00): 9a giornata: 20 marzo 2010 contro il San Biagio; 11a giornata: 10 aprile 2010 contro lo Zibido San Giacomo; 13a giornata: 24 aprile 2010 contro il Centro Schuster; 15a giornata: 8 maggio 2010 contro l’Assaghese (ultima di campionato). Ecco di seguito le posizioni in classifica delle altre categorie della sezione agonistica della Savorelli, che giocano la domenica mattina. Allievi 1993 (Marco Raffaele): 6° posto con 16 partite giocate (8 vittorie, un pareggio e 7 sconfitte); Allievi B 1994 (Gennaro Acampa): 4° posto con 13 partite giocate (10 vittorie e 3 sconfitte); Giovanissimi B 1996 (Nico Serrapica e Cristian Moldovan): 4° posto con 17 partite giocate (12 vittorie e 5 sconfitte). Attorno alla metà di febbraio sono partiti anche i Tornei primaverili della cosiddetta Scuola Calcio, cioè delle categorie Esordienti, Pulcini e Piccoli Amici della FIGC. Questi tornei sono rigorosamente non competitivi e sono organizzati per bambini regolarmente tesserati e nati dal 2004 fino al 1997, nelle diverse modalità con cui si svolgono le partite (cioè a 5, 6, 7, 9 o 11 giocatori a seconda dell’età dei bambini). La Scuola Calcio della Savorelli opera sotto la direzione di Enrico Di Nardo e coinvolge circa 150 bambini. Ricordiamo a tutti i bambini e ai loro genitori che la Segreteria della Savorelli è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 17 alle 19:30. Venite senz’altro a chiedere informazioni sulle attività del prossimo anno! Telefono 0289511889. E-mail: [email protected]. Ricordiamo infine che presso le strutture della Savorelli sono disponibili tre campi di calcetto in materiale sintetico, di cui due coperti, e il campo a 11 giocatori in erba sintetica, utilizzabile anche per partite a 7 giocatori. Sono inoltre disponibili un campo coperto in sintetico per il tennis e una palestra per ginnastica o altre attività di fitness. Per informazioni e prenotazioni il numero è 0289511889. Potete visualizzare la situazione delle prenotazioni sul sito www.savorellicalcio.eu, alla pagina “Prenotazione campi”. Arrivederci a tutti gli sportivi! 9 Discariche abusive nei pressi di via Boffalora di Luca Gandolfi - Consigliere Provinciale di Milano (Di Pietro Italia dei Valori) Alcuni cittadini hanno segnalato tramite e-mail al sottoscritto la presenza di rifiuti di vario genere abbandonati nei pressi della Centrale di Cogenerazione Famagosta, in particolare nella campagna vicino a via Boffalora. I cittadini hanno fornito anche una ricca documentazione fotografica nella quale risulta la presenza di lavatrici, frigoriferi e addirittura i resti di una roulotte. Tutto il materiale è stato raccolto e allegato ad una INTERROGAZIONE che l’Italia dei Valori ha presentato in Consiglio Provinciale di Milano il 4 marzo 2010, rivolta all’AMSA a cui abbiamo chiesto di intervenire al fine di ripulire l’area dai rifiuti abbandonati; e agli assessori provinciali competenti per materia, a cui abbiamo invece chiesto quali provvedimentiintendano prendere, di concerto con i competenti assessori comunali, al fine di evitare che tale situazione si ricrei nel prossimo futuro. Sarebbe anche opportuno seguire il suggerimento dei cittadini che chiedono riqualificare le aree brulle intorno alla suddetta Centrale, magari attraverso una piantumazione di alberi. Appena avremo notizie in merito le riferiremo prontamente ai cittadini. 10 la conca numero 3 • marzo 2010 Piazza Maggi, potrebbe diventare una risorsa da sfruttare? assemblea dell’ASSOCIAZIONE L’intervento avrà dei costi onerosi da sostenere “CENTRO COMUNITARIO PUECHER” di Deborah D’Emey con risultati di dubbia efficacia. Il 19 febbraio si è tenuto un altro presidio in Piazza Maggi per la raccolta delle firme sulla petizione per la Sicurezza del sottopasso. Destinatari Sindaco e Vice Sindaco del Comune di Milano. Il presidio è andato molto bene, si sono raccolte più di una trentina di firme nonostante la pioggia e lo sciopero dei mezzi pubblici. Qualche giorno prima il Consiglio di Zona 5 aveva ricevuto una comunicazione dal Vice Sindaco in cui si informava che la questione della sicurezza della piazza era oggetto di valutazione. Il Vice Sindaco ha elencato alcuni interventi da effettuarsi, quali potenziamento dell’illuminazione dei sottopassaggi e l’installazione di telecamere. Parlando con alcuni consiglieri si è osservato che l’installazione delle telecamere non è l’intervento più efficace, per vari motivi. Ad esempio ci si è chiesti chi avrebbe guardato periodicamente le registrazioni al fine di verificare eventuali aggressioni. E se gli aggressori dovessero usare dei passamontagna chi li potrebbe riconoscere? Quindi come risolvere la situazione? Sicuramente un presidio maggiore da parte dei vigili; oppure si potrebbe chiedere la presenza dei militari almeno in alcune ore, quelle più “delicate”. Si potrebbe pensare di istituire, attraverso la partecipazione della cittadinanza, un concorso a premio per raccogliere le idee su come sfruttare al meglio la piazza, ad esempio facendolo diventare un luogo di mostre all’aperto o altro... Nell’attesa che si trovi una soluzione, si informa che i due rapinatori che terrorizzavano i passanti sono stati catturati dai poliziotti del commissariato Ticinese grazie all’aiuto di un extracomunitario “pentito”, e il Consiglio di Zona 5 ha fissato un incontro con la cittadinanza presso il quartiere Torretta proprio nei questi giorni in cui uscirà il giornale. Purtroppo nella notte tra il 5 e 6 marzo c’è stato un altro incidente grave, una macchina si è schiantata contro un muretto della rotonda perché non era illuminato. A quanti incidenti dovremo ancora assistere prima che venga trovata una soluzione? ideazione e realizzazione di marchi * biglietti da visita carta intestata * cataloghi * volantini inviti * menu * listini e altro grafica.libera [email protected] - tel. 339.3554937 Comitato soci coop Rogoredo-PiazzaLodi MOSTRA MEDITATE CHE QUESTO È STATO Primo Levi La mostra racconta con le immagini i lager nazisti. Il primo lager, Dachau, fu creato da Himmler il 20 marzo 1933: il sistema venne inizialmente impiegato per confinare gli oppositori politici al nazismo, comunisti, socialdemocratici, obiettori di coscienza, allo scopo di “rieducarli” attraverso il lavoro coatto. Il seguito furono utilizzati per la detenzione e lo sterminio degli ebrei e di altre categorie di indesiderati: zingari, omosessuali, apolidi, disabili. SPAZIO COOP - Via Freikofel 7 – Rogoredo Da domenica 14 al 21 marzo - Orario: ogni giorno 10-12 – 16-18 **************** Vota il tuo punto vendita I risultati della campagna “Vota il tuo punto vendita” è stato molto positivo per i punti vendita Coop a noi più vicini: per il Supermercato di Rogoredo l’obiettivo sono stati raggiunti 403 voti, per l’Ipercoop P.za Lodi sono stati raggiunti 2237 voti, numeri superiori agli obiettivi fissati. di Alessandro Pezzoni Il 10 marzo scorso l’associazione Puecher ha indetto un’assemblea generale delle associazioni che ne fanno parte, per discutere e deliberare alcuni importanti provvedimenti. Nata nel luglio 2009, ma operante dalla primavera del 2008, l’associazione Puecher ha una caratteristica unica, quella di annoverare tra i propri soci associazioni che operano nel territorio della zona 5 e alcuni enti istituzionali come Provincia di Milano, Consiglio di Zona 5 e Istituti scolastici che operano nel Centro Comunitario G. Puecher (Allende, Torricelli e Varalli). Qualche settimana fa i rappresentanti dell’Associazione Puecher sono stati ricevuti da un funzionario della Provincia di Milano, settore Istruzione. L’incontro era in realtà stato richiesto dall’Associazione da ben tre mesi per avere chiarimenti sull’utilizzo degli spazi. Ma il funzionario ha invece semplicemente comunicato che in Provincia non esistono atti formali d’adesione all’associazione Centro Puecher, e pertanto ha invitato a cancellare la Provincia stessa dallo statuto dell’associazione. Presto fatto, l’assemblea del 10 marzo ha deliberato l’esclusione dallo statuto non solo della Provincia di Milano ma anche del Comune di Milano e del Consiglio di zona 5, eliminando così il “Comitato di Garanzia” che aveva il compito di collaborare con il direttivo. Effettivamente, contrariamente agli Istituti Scolastici, da settembre del 2009 le Istituzioni citate non hanno più partecipato alle riunioni del direttivo dell’associazione; unica nota positiva è stata la concessione gratuita degli spazi della Casa della Pace per le iniziative culturali. I progetti e le richieste di gestione degli spazi sono stati “girati” alla Presidenza della Provincia, la quale non si è ancora espressa, nonostante l’esistenza di un importante progetto di “coesione sociale” che ha visto la Fondazione Cariplo ritenere il progetto valido e finanziabile ad una condizione: la disponibilità degli spazi del Centro Comunitario G. Puecher. L’associazione Puecher durante l’assemblea ha anche discusso e affrontato la grave situazione finanziaria in cui si trova. Non ricevendo aiuti da nessuno (le iniziative sono tutte gratuite), se non dalle associazioni che pagano regolarmente la quota annuale di 50 euro, vuole lanciare un appello ai cittadini e a tutti coloro che ritengono importante partecipare e rendere realizzabili eventi culturali, sportivi e associativi sul nostro territorio. Si è pensato ad una “sottoscrizione” o a richiedere finanziamenti a Consiglio di Zona e Provincia di Milano, tenuto conto che questo sarebbe ora possibile non risultando più queste istituzioni all’interno dell’associazione. Nel 2011 si celebreranno i 150 anni dall’unità d’Italia e l’associazione Puecher si è messa al lavoro per dare vita ad una settimana d’iniziative culturali, musicali, teatrali e sportive da tenersi presso la struttura di Via Dini. Ci vorrà però l’impegno di tutte le associazioni che già da subito sono state coinvolte nell’organizzazione .Ci auguriamo che anche le Istituzioni sappiano fare la loro parte. All’assemblea sono intervenuti anche alcuni rappresentanti dell’associazione “Partigiani in ogni Quartiere” che hanno illustrato la volontà di organizzare per il 25 aprile 2010 un grande evento serale con musica e molto altro ed è stata chiesta la collaborazione e la partecipazione del Centro Puecher. La risposta è stata positiva ed alcuni circoli lavoreranno insieme per la buona riuscita dell’evento, che dovrebbe svolgersi in Via Domenico Savio. Sono state approvate infine le iniziative del mese di aprile: il 9 incontro sul tema “L’uso politico della Storia”, con lo storico Aldo Giannuli che presenterà il suo ultimo libro; il 16 aprile incontro sul tema “La Resistenza in zona 5” con presentazione del libro di Flavio Ghiringhelli, con Luigi Borgomaneri e Antonio Pizzinato; il 30 aprile incontro sul tema dell’energia, con presentazione del libro “L’energia felice” di Mario Agostinelli. La Conca informerà i cittadini anche nel prossimo numero. la conca numero 3 • marzo 2010 Banca del Tempo 4 Corti: un mercatino di attrezzature usate per l’infanzia dedicato alle famiglie del quartiere di Viviana De Filippis Tre belle esperienze hanno segnato l’attività dei soci e dei bambini della banca del tempo nello scorso mese: il pomeriggio alla biblioteca Chiesa Rossa, la CENA IN BANCA e la giornata del 1 marzo –Sciopero dei migranti-. L’incontro in biblioteca Chiesa Rossa è servito ai nostri bambini ad avere importanti indicazioni per la gestione della nostra piccola biblioteca interna. I dieci bambini che hanno già aderito al progetto, hanno scelto un bel nome: BIBLIOTECA 4 CORTI e si sono detti entusiasti a continuare il progetto ed invitano altri bambini ad unirsi al gruppo. Per questo motivo proseguiremo con tre incontri nella settimana che va dal 15 al 19 marzo, per le prime realizzazioni dei registri e la catalogazione dei libri. I tre giorni di lavori saranno: lunedì 15, giovedì 18 e venerdì 19 marzo in sede in via Barrili, n.21, dalle 16.45 alle 18.00; aspettiamo altri aspiranti giovani bibliotecari. Non dimenticando che l’impegno prevalente della nostra associazione è quello di agevolare gli scambi tra i soci, la messa a disposizione delle proprie capacità e competenze fa in modo di soddisfare i bisogni primari e secondari, piccoli o gradi che siano dei soci. L’aiuto reciproco è la nostra mission, ecco dunque che la CENA IN BANCA è il momento conviviale in cui i soci si ritrovano, si conoscono meglio e si richiedono a vicenda gli scambi; c’è chi quella sera ha chiesto delle sedute di counseling, chi un consulto all’architetto, chi un accompagnamento a scuola per il proprio bambino e chi è riuscito a far sistemare la lavatrice. Alle 21.30 il presidente ha salutato i soci augurando buoni scambi a tutti. La giornata del 1 marzo è iniziata per i nostri bambini della scuola Palmieri con la lettura da parte delle proprie maestre della storia d’integrazione “A scuola se ne vedono di tutti i colori”; poi all’uscita tutti insieme, alle 16.30, abbiamo preso il tram per andare al presidio manifestazione in piazza Duomo, dove abbiamo trovato in un clima di festa tante persone, tante associazioni colorate di giallo che si stavano intrattenendo, chi come l’ARCI stava spremendo delle arance per un’aranciata della solidarietà, chi facendo uno spettacolo, chi suonando e ballando. Abbiamo aspettato il lancio dei palloncini gialli con trepidazione raccontando ai bambini per cosa fosse quella bella festa, naturalmente i bambini non hanno fatto per nulla fatica a capire e partecipare al clima gioioso, aperto e solidale che si respirava. Il programma di questo mese invece prevede due un’importanti iniziative: la prima serata culturale del 2010 in collaborazione con il Centro Culturale Conca Fallata, Lunedì 22 marzo alle ore 21 “SERATA: LE NOSTRE CULTURE” per conoscere meglio Emily Dickinson, ne parleremo con il poeta milanese Andrea Cattania. La seconda iniziativa, pensata, organizzata e realizzata in collaborazione con Arci Milano e il Nido “Il cerchio dei maghi e delle Fate” è dedicata a tutte quelle famiglie del quartiere che hanno bambini. L’ultima domenica del mese, realizzeremo un MERCATINO dell’USATO, TANTE ATTREZZATURE PER L’INFANZIA CONTRO IL CARO VITA!! Le mamme, i papà e/o i nonni troveranno: passeggini, lettini, seggiolini auto, biciclettine, tricicli ecc; naturalmente tantissimi giochi di ogni genere e libri bellissimi svenduti ad offerta libera a sostegno dell’associazione. I vostri bambini invece potranno fare la loro prima esperienza di baratto, portate con voi uno o due giochi che non usano più e aiutati dalle nostre socie impareranno a barattare tra loro i giochi. Il mercatino è importante per noi come unico evento a sostegno sia della vita dell’associazione, sia per far crescere le iniziative collocate nello spazio che ci ospita, che d’ora in avanti chiameremo “IL CENTRO DEI MAGHI E DELLE FATE” e che aspira a diventare un vero “centro” di aggregazione dedicato ai bambini e alle famiglie del quartiere. Le vostre offerte permetteranno a voi di andare a casa con un oggetto di cui avevate bisogno e a noi di organizzare altre future attività; per questo motivo vi aspettiamo numerosi DOMENICA 28 MARZO dalle ore 14 alle 19 in sede in Via Barrili, n.21; per informazioni 328/5636043. 11 Lago Maggiore e Centovalli Sabato 5 Giugno 2010 Gita in battello e in trenino per la Val Vigezzo La gita si svolge prevalentemente in treno e in battello, ammirando le bellezze del Lago Maggiore (partenza da Stresa) fino a Locarno; il percorso delle Centovalli con il trenino della Valle Vigezzo ed una sosta di un’ora a S. Maria Maggiore. Ritrovo al capolinea MM di P.zza Abbiategrasso per le ore 8,20. Ritorno a Milano (Stazione Centrale) previsto per le ore 19,35. Costo € 30,00 a persona (battello e trenino) più € 18,50 per trasferimenti in treno. Pranzo al sacco o, per chi lo vuole, sul battello a € 15,00 (con prenotazione). Le prenotazioni per la gita si accettano entro e non oltre Venerdì 28 Maggio. Eventuali disdette successive contempleranno la mancata restituzione del costo dei biglietti di trasferimento ferroviari. Prenotazioni e informazioni: Danilo 3383199796. centro culturale conca fallata