Agosto 2016 - Comune di Castelleone

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Agosto 2016 - Comune di Castelleone
Agosto 2016
Recensioni di alcuni libri acquistati dalla Biblioteca di Castelleone
Gli occhi grandi e profondi a forma di mandorla, il volto dai tratti regolari, i folti capelli castani: la bellezza
di Maria è di quelle che gettano una malìa su chi vi posi lo sguardo, proprio come accade a Pietro Sala che se ne innamora a prima vista e chiede la sua mano senza curarsi della dote - e, in maniera meno
evidente, all'amico Giosuè, che è stato cresciuto dal padre di lei e che Maria considera una sorta di
fratello maggiore. Maria ha solo quindici anni, Pietro trentaquattro; lui è un facoltoso bonvivant che ama i
viaggi, il gioco d'azzardo e le donne; lei proviene da una famiglia socialista di grandi ideali ma di mezzi
limitati. Eppure, il matrimonio con Pietro si rivela una scelta felice: fuori dalle mura familiari, Maria scopre
un senso più ampio dell'esistenza, una libertà di vivere che coincide con una profonda percezione del
diritto al piacere e a piacere. Attraverso l'eros, a cui Pietro la inizia con sapida naturalezza, arriva per lei la
conoscenza di sé e dei propri desideri, nonché l'apertura al bello e a un personalissimo sentimento della
giustizia. Durante una vacanza a Tripoli, complice il deserto, Maria scopre anche di cosa è fatto il rapporto
che, fino ad allora oscuramente, l'ha legata a Giosuè. Comincia una rovente storia d'amore che copre più
di vent'anni di incontri, di separazioni, di convegni clandestini in attesa di una nuova pace.Tratto da:
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Continua il dialogo tra Miriàm e Iosèf. Continua con il loro esilio in Egitto, il bambino carico di doni e di
pericoli. Oro, incenso, mirra e scannatori di Erode, il Nilo e il Giordano, la falegnameria e la croce: la
famiglia più raffigurata del mondo affronta lo sbaraglio prestabilito. In ogni nuova creatura si cercano
somiglianze per vedere in lei un precedente conosciuto. Invece è meravigliosamente nuova e sconosciuta.
Ogni nuova creatura ha la faccia delle nuvole.Tratto da: www.ibs.it
In una Venezia medievale sconvolta da una carestia devastante e dai festeggiamenti di un carnevale
dominato da istinti primordiali ed eccessi di ogni genere, i protagonisti della Bottega dello speziale
inseguono un sogno di rinascita, l'illusione millenaria di sconfiggere la morte. La giovane Costanza, della
nobile famiglia Grimani, scompare nel nulla. Lo scriba, Edgardo, promette che la riporterà alla sua famiglia
e si mette alla ricerca della fanciulla. Medici, speziali, becchini, mercanti orientali, fiolari, molti sembrano
coinvolti nel mistero della sparizione. Magister Abella, ambigua alleata di Edgardo, unica donna che svolge
la professione di medico nella Venezia del 1118, ci accompagna alla scoperta dei segreti e delle pratiche
mediche di quell'epoca. Insieme a lei entreremo nella bottega dello speziale Sabbatai, dove si preparano
rimedi e intrugli di ogni sorta. Edgardo vive nel ricordo di un amore perduto, la schiava Kallis, scomparsa
nelle acque della laguna durante una terribile tempesta. In seguito al ritrovamento di un corpo
perfettamente conservato sotto i fanghi di un'isola sommersa, Edgardo farnetica di una rinascita della sua
amata e accarezza l'illusione di aver sconfitto la morteTratto da: www.ibs.it
Fereiba è una maestra, ed è cresciuta in un Afghanistan dove la felicità e l’amore erano sogni possibili. I
talebani non avevano ancora preso il potere, e suo marito tornava a casa ogni sera da lei e dai loro tre
bambini. Finché un giorno non è più tornato. È stato allora che Fereiba ha capito che il suo paese non era
più casa sua, ed è partita, insieme ai suoi bambini, verso un posto dove ricominciare, vivere, e
dimenticare. L’Inghilterra. Attraversando l’Iran, poi la Grecia, col cuore spezzato dalla tristezza, Fereiba
accompagna così i suoi figli verso la salvezza. Finché, nella piazza del mercato di una città greca, Saleem, il
figlio più grande, sparisce nella folla. Da quel momento Fereiba avrà una duplice missione: mettere in
salvo i due figli più piccoli e ritrovare Saleem, prima che sia troppo tardi. Perché Fereiba sa che anche
nelle notti più buie prima o poi sorge la luna, a rischiarare e illuminare la strada. Tratto da: www.ibs.it
La pasta senza sale o la torta di mele senza zucchero sono sane dal punto di vista nutrizionale, ma
possono essere anche buone? La risposta è in questo libro: tante ricette semplici e ricche di gusto,
perfette per la cucina di ogni giorno, per una cena con gli amici o per una festa in famiglia, dimostrano che
bastano piccoli accorgimenti per guadagnare in salute senza rinunciare al piacere di mangiar bene. Una
ricca introduzione svela i benefici e i principi della Cucina del Senza, con tutte le indicazioni necessarie per
metterli in pratica ogni giorno: non servono rivoluzioni, basta fare attenzione agli ingredienti e alle
tecniche di cottura.. Tratto da: www.ibs.it
Dopo la morte di sua moglie Cindy, portata via da una malattia terribile, l'esistenza del detective Jonathan
Stride è andata in mille pezzi. E anche se oggi, nove anni dopo, accanto a lui c'è una nuova donna, Serena,
il fantasma di Cindy non ha abbandonato la sua casa, e la sua testa. Non è il solo: perché il passato è in
agguato in modi ancor più tortuosi e imprevedibili per Stride. Serena, infatti, per caso ritrova una pistola
che viene poi identificata come l'arma di un vecchio delitto, avvenuto tempo prima, in una strada della
cittadina di Duluth. Ciò che Serena non sa è che quel crimine è strettamente connesso con gli eventi che
segnarono l'ultimo anno della vita di Cindy: un omicidio di cui fu incolpata la sua migliore amica, Janine.
Fu proprio Stride a condurre l'indagine e incastrare Janine, anche senza l'arma del delitto. Ora, Serena ha
in mano l'oggetto che potrebbe ribaltare la sentenza di nove anni prima. E mentre Stride è alle prese con
una serie di rapimenti di donne avvenuti al porto di Duluth, si trova costretto a fare i conti di nuovo con
quel caso che ritorna dal passato - e con la possibilità di un terribile errore: e se avesse mandato in
prigione la donna sbagliata?Tratto da: www.ibs.it
A Lauscha, un piccolo villaggio tedesco immerso nei boschi della Turingia, gli abitanti si guadagnano da
vivere da secoli allo stesso modo: soffiando il vetro. Una notte di settembre alla fine dell'Ottocento, però,
il soffiatore Joost Steinmann muore inaspettatamente, lasciando le tre figlie - Marie, Ruth e Johanna - in
ristrettezze economiche. Mentre Ruth pensa solo al bel giovane del villaggio che le fa gli occhi dolci e
Johanna spera di trovare un impiego qualunque, Marie - la più piccola delle tre - ha un piano: diventare
una soffiatrice di vetro, proprio come suo padre. Peccato, però, che a Lauscha la tradizione parli chiaro:
solo gli uomini possono soffiare il vetro. Le donne devono occuparsi della decorazione e del
confezionamento. Il buon senso vorrebbe che Marie lasciasse perdere. Invece la ragazza inizia a lavorare
di nascosto, finché in paese non si diffonde la voce dell'arrivo di un nuovo misterioso soffiatore, e tutti
accorrono per sapere chi si celi dietro quelle splendide e originalissime creazioni. Opera di una delle
scrittrici di romanzi storici più affermate in Germania, "La soffiatrice di vetro" racconta la vicenda - ben
scritta e impreziosita da un grande lavoro di documentazione - di tre sorelle costrette a lottare in un
mondo chiuso alle novità e condizionato dai pregiudizi. Una storia che mostra come a volte i sogni si
realizzano restando fedeli a se stessi e al proprio cuore.Tratto da: www.ibs.it
La società che organizza corsi per buttafuori e addetti alle pompe funebri ed è controllata dal noto
paradiso fiscale dell'isola di Jersey. L'ex consulente campano che con gli immigrati incassa 24.000 euro al
giorno e gira in Ferrari. La multinazionale francese dell'energia. E l'Arcipesca di Vibo Valentia. Ecco alcuni
dei soggetti che si muovono dietro il Grande Business dei Profughi: milioni e milioni di euro (denaro dei
contribuenti) gestiti dallo Stato in situazione d'emergenza. E proprio per questo sfuggiti a ogni tipo di
controllo. Dunque finiti in ogni tipo di tasca, più o meno raccomandabile. Si parla spesso di accoglienza e
solidarietà, ma è sufficiente sollevare il velo dell'emergenza immigrazione per scoprire che dietro il
paravento del buonismo si nascondono soprattutto gli affari. Non sempre leciti, per altro. Fra quelli che
accolgono gli stranieri, infatti, ci sono avventurieri improvvisati, faccendieri dell'ultima ora, speculatori di
ogni tipo. E poi vere e proprie industrie, che sulla disperazione altrui hanno costruito degli imperi
economici: basti pensare che, mentre il 95 per cento delle aziende italiane fattura meno di 2 milioni di
euro l'anno, ci sono cooperative che arrivano anche a 100 milioni e altre che in dodici mesi hanno
aumentato il fatturato del 178 per cento. Profugopoli è un fiume di denaro che significa potere, migliaia di
posti di lavoro, tanti voti. E che fa gola a molti perché, come è noto, «gli immigrati rendono più della
droga». Però l'impressione è che Mafia Capitale, che tanto ci ha indignato, sia solo l'inizio: c'è un
pentolone da scoperchiare che non riguarda solo Roma, ma tutta Italia. Tratto da: www.ibs.it
Lo hanno visto tutti, il mostro, sbattuto in tv e sulle prime pagine dei giornali. Era accusato di un crimine
raccapricciante, ma adesso che è morto, la verità finirà sepolta con lui. A meno che Jean, la vedova, la
moglie devota che gli è sempre stata a fianco in tribunale, non si decida a parlare. A meno che Jean alla
fine non decida di raccontare la sua storia. Tratto da www.ibs.it
Si dice che il punto migliore per cominciare a raccontare una storia sia l'inizio. Ed è ciò che l'autrice di
questo romanzo fa: interrogare le storie dei propri avi, dai rami dell'albero scendere fino alle radici. Un
impulso incontenibile, vitale: "Mi sento indecifrabile a me stessa. Mi manca la chiave. Ripercorro la storia
a ritroso, in cerca di una casa che sia la mia". Tessendo la trama delle proprie origini, Widad Tamimi ci
porta nel cuore tormentato del secolo appena trascorso. E ci racconta di un padre, Khader, nato in
Palestina, a Hebron, nel 1948, proprio l'anno della fondazione dello Stato di Israele. La famiglia si era
trasferita a Gerusalemme in cerca di benessere, ma la guerra li ha costretti a fuggire e a tornare nella città
di origine. Sono poveri, lavorano la terra, vivono in una stanza di mattoni e lamiera. Khader ha un sogno:
diventare un pediatra per aiutare i bambini del suo paese. Nel 1967 c'è una nuova guerra che li rende
profughi per la seconda volta. Scappano ad Amman, in Giordania. Ancora più indietro negli anni Carlo
Weiss, il nonno materno, nasce a Trieste nel 1924, è ebreo e si sente fiero di essere italiano, la villa di
famiglia è frequentata da scrittori, musicisti, psichiatri. Finché, nel 1938, la situazione per gli ebrei si fa
insostenibile e Carlo e i suoi scappano, prima a Losanna, poi a Londra, infine negli Stati Uniti. Carlo rientra
in Italia nel 1947, pochi mesi prima che la famiglia di Khader sia costretta a fuggire da Gerusalemme.
Tratto da www.ibs.it