Cento anni fa... - Amici del fumetto

Transcript

Cento anni fa... - Amici del fumetto
IL PUNTO
LA (GRANDE?) GUERRA E I FUMETTI
Cento anni fa...
di Luciano Tamagnini
L’Ambulanza n.13
La Prima Guerra Mondiale, che
concluse nel sangue le speranze di
una vita pacifica (e divertente) della belle epoque e tolse agli europei
l’idea di vivere in una mitica età
dell’oro senza più guerre, trovò
nei suoi contemporanei poca voglia di raccontarla attraverso il disegno (in fondo anche oggi un talento del documento visuale come
Joe Sacco, nel momento in cui
racconta la Grande Guerra, finisce
in una documentazione perfetta,
ma disegnata freddamente, senza
partecipazione), forse, perché in
una guerra di trincee, di bombardamenti, di gas soffocanti ed urticanti, di popolazioni costrette a
studenti interventisti per le strade,
fu solo una minoranza che voleva
l’entrata in guerra, nel nostro paese fu più facile trovare vignette
satiricche contro la guerra, che disegni in favore; si pensi che Cappadonia, un nome illustre per chi
ama i periodici dell’ed. Universo,
produsse centinaia di questi disegni. Ma lo stesso Rubino, Mussino, e tanti altri furono schierati
sulla riva degli antimilitaristi, poi
magari furono costretti a gettarsi
sull’altra sponda travolti dall’entusiasmo (iniziale) popolare. Sulla
Prima Guerra Mondiale in un certo senso diede di più il cinema sia
a livello di propaganda (si pensi al
mare di brevi documentari sui nostri soldati e sui loro “successi”)
che di demistificazione (vedere
per credere il famoso Charlot Soldato di Chaplin). Ma nel fumetto
questa guerra che coinvolse tante
nazioni portando a morire chissà
dove milioni di giovani che magari non sapevano neppure per
quale motivo la cosa aveva preso
il via, non trovò molto spazio.
Forse perché si capiva che questo
era un vero massacro e che c’era
ben poco da coniugare come una
avventura eroica da regalare ai ragazzi. Chi provvide ad impadronirsi di tale tematica schiacciando
ancor di più il pedale della retorica, dell’eroismo di facciata, senza
fare vedere la realtà delle trincee,
delle mutilazioni, della fame, delle famiglie distrutte, fu anni dopo
il fascismo che propose una buona dose di propaganda attraverso i
romanzi da poco prezzo, le testate
per ragazzi, che fecero divenire
eroi personaggi che di eroico avevano ben poco come il famigerato
Carlo Delcroix, che sfruttò le proprie menomazioni (le mani e la
vista persi in un incidente durante un’esercitazione) per campare
(molto bene) a spese dello stato;
la campagna di indottrinamento
dei giovanissimi avvenne attraverso testate come Il Balilla, La Piccola
italiana, Il Giornalino di Nonno Ebe
e così via. È in questo momento che il fumetto e l’illustrazione
prendono fra le mani il mondo dei
fanti, dagli aviatori e dei marinai
legati alla Prima Guerra Mondiale e li utilizza per farne sorta di
medaglioni con cui attrarre i più
giovani verso l’eroismo (fascista).
Caduto Mussolini e il suo “impero
fuggire dalle abitazioni, c’era ben
poco di eroico da mettere in luce:
erano più massacri per conquistare pochi palmi di terreno per
volta, che battaglie vere e proprie.
E’ vero che le riviste dell’epoca,
dalla Domenica del Corriere alla Tribuna Illustrata, e a tutte le altre che
avevano bisogno di un’immagine
disegnata con i colori a destare l’emotività del lettore per aprire la rivista, era facile creare l’immagine
del fante che si lanciava, il cuore in
mano fuori dalle trincee o dell’aviatore che solcava intrepido nei
cieli pronto a lanciarsi nei duelli
aerei (che sarebbero ironicamente
stati anni dopo il pane di Snoopy e
della sua interpretazione del Barone Rosso) o il bersagliere con il
pennacchio al vento, colpito dal
fuoco nemico; difficile era creare
qualcosa che avesse una continuità, una serialità pur minima sulle
pagine delle varie testate.
Calcolando che inizialmente,
malgrado le manifestazioni degli
Disegno di Mussino da Viaggi e Avventure
5
Le Sentinelle di Dorison e E. Breccia
fascista”, di Prima Guerra Mondiale si parlò poco nel fumetto e
nell’illustrazione per ragazzi. Ci
furono racconti sciolti (one shot)
all’interno dei sommari dei vari
giornali per ragazzi, ma nessun
personaggio emerse per divenire
l’eroe della guerra delle trincee,
forse perché ancora, a distanza di
anni e pur dopo il disastro della
Seconda Guerra Mondiale, si sentiva, quando si parlava della Grande Guerra, odore di massacri inutili, di italiani mandati alla morte
praticamente per nulla, di morti
che erano difficili da spiegare ai
ragazzini. Uno dei pochi serial
che tocchi il tema seriamente (e
ne sono passati di anni visto che ci
trasferiamo in Francia nel 2010!)
è probabilmente è l’Ambulanza 13
di Cothias, Ordas e Mounier. Per
il resto per parlare della Grande
Guerra i soggettisti del fumetto si
inventano delle collusioni (spesso
ridicole) con la fantascienza, con
il mistero e simili nefandezze:
provate a leggere il quasi comico
Le sentinelle di Xavier Dorison ed
Enrique Breccia, in cui i fanti vengono tramutati, tramite trapianti,
in sorta di robot dediti alla guerra: un trapianto di stupidità in stile Marvel in un argomento serio
come la tragedia del 1914-18!
Battaglia navale disegno di Sanvito