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Tentazioni nel deserto
La celebrazione delle ceneri ha aperto la quaresima, un tempo di quaranta giorni che prepara
la Pasqua. L'abbiamo iniziata il "mercoledì delle ceneri", ossia a partire dalla nostra
debolezza. La vita di ognuno di noi è davvero come polvere. È polvere il nostro orgoglio, è
polvere la nostra tracotanza, è polvere il nostro desiderio di prevalere, è polvere il nostro
sentirci tranquilli, è polvere la nostra sicurezza, è polvere il nostro protagonismo, è polvere
il nostro affannarci. Tuttavia questa polvere è stata scelta da Dio e da lui amata, sino a darle
la vita. E il Signore porta l'uomo nel giardino che aveva piantato. Questa era la volontà del
Signore: che tutti abitassero in un giardino fiorito. Ma l'uomo non ascoltò la Parola di Dio,
preferendo quella subdola ed allettante del serpente. Perse così quel giardino e abitò in un
deserto. La narrazione biblica non è relegata all'origine del mondo; è la storia degli uomini
di ogni tempo. Il giardino della vita si trasforma in deserto quando l'uomo preferisce
ascoltare altre voci rispetto a quella di Dio. Il mondo, le nostre città, i nostri cuori, sono
spesso simili a un deserto perché preferiamo le suggestioni del serpente alla Parola di Dio.
Così ci troviamo nudi di affetto, nudi di amicizia, nudi di dignità. E come fecero Eva e Adamo
ognuno accusa l'altro per salvare se stesso. Quando non si ascolta il Signore, anche i più
intimi diventano nemici tra loro. E la vita diventa un deserto dominato dall'antico tentatore.
Egli continua a spingere gli uomini ad ascoltare se stessi più che il Signore, ad accusarsi a
vicenda piuttosto che a volersi bene. Ma in questo deserto è venuto Gesù. Vi è entrato per
mostrarci fin dove arriva il suo amore. Qui egli, come noi, si sottomette alle tentazioni. Il
Vangelo ne elenca tre, di cui la prima è quella del pane. E arriva al momento propizio, quando
Gesù, dopo quaranta giorni di digiuno, è stremato dalla fame. Gesù, indebolito dal digiuno,
ha motivi più che plausibili per cedere alle insinuazioni del tentatore. Ma risponde con
l'unica vera forza dell'uomo, quella della Parola di Dio. Solo essa infatti sconfigge la ricerca
del benessere unicamente per sé. "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce
dalla bocca di Dio" Ogni tentazione è sempre una scelta tra due amori: «Sempre sul ciglio
dei due abissi / tu devi camminare e non sapere / quale seduzione se del Nulla / o del Tutto
ti abbatterà» (David Maria Turoldo). Le tentazioni di Gesù riassumono i grandi inganni della
nostra vita, e il primo è quello di sostituire Dio con delle cose: «dì che queste pietre diventino
pane, questa è tutta la vita, non c'è altro!». «Non di solo pane vive l'uomo». Anzi di solo
pane l'uomo lentamente muore. Una offerta di più vita è la fede: il pane è un bene
inequivocabile, è buono, ma più buona è la parola. Il pane fa vivere, ma più vita viene dalla
Parola di Dio. Io non sono solo mendicante di pane, ma mendicante di cielo, di giustizia e di
bellezza, di felicità e di amore per me e per gli altri. L'uomo vive di ciò che viene dalla bocca
di Dio. Bellissima parola: l'uomo vive di Dio e di ciò che viene dalla sua bocca. Dalla bocca di
Dio è venuta la luce, con la prima parola della genesi; poi sono venuti il cosmo e tutte le
creature; è venuto il bacio con cui il creatore ha alitato il suo alito di vita sull'informe polvere
del suolo che era Adamo. Da allora, per ogni figlio d'Adamo, respirare è respirarLo. Dalla sua
bocca è venuto il Verbo e il Vangelo. Gesù ci mostra il metodo biblico per affrontare le
tentazioni. Alla parola dell'inganno oppone la parola di Dio. Anch'io sono chiamato a
scegliere: vivere è scegliere. La luce per le mie scelte la trovo nel Vangelo, fonte di uomini
liberi. La forza per scegliere viene dalla forza dei miei ideali, nasce quando evangelizzo di
nuovo me stesso, ridicendomi amori e valori; viene dalla forza con cui il Forte mi ha preso il
cuore. Così mi oppongo a ciò che dà morte: con la Parola che fa vivere. Poi il diavolo porta
Gesù sul pinnacolo del tempio e lo sfida: "Buttati giù! ci saranno certo gli angeli di Dio a
proteggerti". È la tentazione del protagonista che non vede altro che se stesso e pretende
che ogni cosa sia centrata su di lui, che tutti, anche gli angeli, girino attorno a lui. Infine c'è
la tentazione del potere. "Tutto può essere tuo" dice il diavolo a Gesù mentre da un monte
gli mostra l'estensione della terra. Ma Gesù proclama la sua libertà dal potere affermando
che ci si prostra solo davanti a Dio. "Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi
culto". Quante volte si è creduto di poter usare le cose, finendone poi schiavi! Nel deserto,
dominato dalle parole subdole dell'antico tentatore, Gesù riafferma ogni volta: "Sta
scritto...". È con il Vangelo, continuamente riproposto, che Gesù sconfigge le tentazioni e
allontana il diavolo: "Vattene satana!". E quel deserto si trasforma in un giardino di vita.
Gesù non è più solo e abbandonato alla fame e all'aridità. Giungono gli angeli, si accostano
a lui e lo servono. Il deserto si popola di consolazione, di amore, di solidarietà, di uomini e
donne che, come angeli, si avvicinano ai deboli e ai poveri per servirli.
Dio di pace, tu non vuoi per noi inquietudini e angosce , ma l’umile
pentimento del cuore. Esso è come uno slancio di fiducia che ci
permette di deporre in te le nostre colpe. E, nella luce interiore
del perdono, a poco a poco scopriamo la pace del cuore.