Strada libera, governo e Pd stesso impegno sul lavoro

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Strada libera, governo e Pd stesso impegno sul lavoro
Francesco Siliato
GIOVEDÌ 22
DICEMBRE
2011
POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN ABB. POST. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N.46)
ART.1, COMMA 1, DCB ROMA
ANNO IX • N°252 • € 1,00
La
fine del Tg1
Da Veltroni a Minzolini
D.L.
CULTURA
EBOOK
LA TELEDIPENDENTE
Federico Orlando sul
richiamo di Napolitano
ai partiti: e gli storici fanno
A PAGINA 10
la loro parte
Sul sito di Europa si può
scaricare gratis “La fine del
Tg1. Da Veltroni a Minzolini”
di Francesco Siliato
“Lilit” e le donne:
la vera sorpresa è Debora
Villa ma ci vorrebbe un po’
di cattiveria in più A PAGINA 10
Il richiamo di Napolitano produce effetti. Fornero chiede «un aiuto» ai sindacati
A
PRIMARIE/1
Strada libera, governo e Pd
stesso impegno sul lavoro
G
overno avanti tutta. Con la benedizione preventiva del capo
dello stato, la cui regìa non si è interrotta nemmeno per un attimo,
segnando un nuovo risultato importante. Ieri Berlusconi e Bersani
sono andati a palazzo Chigi, separatamente. Due colloqui lunghi,
approfonditi, di sostanza, con Mario Monti.
Rasserenato il leader del Pd: a
gennaio le priorità saranno la crescita e le liberalizzazioni. Del welfare si parlerà in un secondo mo-
MASSIMO FAGGIOLI
6
A
PRIMARIE/2
FEDERICA
MOGHERINI
FILIPPO SENSI
A
Ferrara venerdì scorso si è tenuto un affollato forum di costituzionalisti di cui non si è avuta eco. La
grande maggioranza di loro ha sostenuto l’ammissibilità del referendum
anti-Porcellum. SEGUE A PAGINA 3
6
A
BERLINO
I
n questi giorni si sono tenute le
audizioni dei nuovi ministri
presso le commissioni parlamentari competenti, per illustrare e
discutere le linee programmatiche
del governo.
SEGUE A PAGINA 7
A
EDITORIA
FABRIZIA BAGOZZI
ALESSANDRO BELLARDITA
5
A PAGINA
4
❱❱ LABOUR IN CRISI NEI SONDAGGI ❰❰
Ed, un triste Natale allo zenzero
LORENZO
BIONDI
D
GIORGIO
TONINI
C
Effetto Quirinale,
sul welfare è pace
MARIANTONIETTA COLIMBERTI
Liberalizzazioni,
Cgil contro Coop
eve tirare davvero una brutta
aria al quartier generale laburista. Tanto brutta da convincere Ed
Miliband a sfoderare l’artiglieria pesante: l’intervistone natalizio con famiglia al seguito, un tripudio di zenzero, Christmas carrol e letterine a
Babbo Natale. Con la partecipazione
straordinaria di Ed Balls travestito da
Santa Claus («è perfetto, ha la pancia», sorride l’altro Ed). Obiettivo dichiarato: sfatare il “mito” che il leader
laburista sia «un po’ un nerd, un robo-
politico» e far trionfare il lato umano. E per svolgere il compitino non
poteva che scendere in campo il
Daily Mirror, il più sinistro dei quotidiani popolari di Londra. Il risultato è un’intervista che più pop non si
può, con Miliband che si confessa
spettatore assiduo e appassionato di
Desperate Housewives, musica «cheesy» anni Ottanta e di preferire XFactor a Ballando con le stelle. Pur rimanendo un super-nerd che riesce a
risolvere il cubo di Rubik in un minuto e trenta.
Cosa non si farebbe per raccattare qualche voto in più in tempi di ri-
Luca Montezemolo
è temuto o teme?
FRANCESCO LO SARDO
A PAGINA
3
on il grande discorso di martedì alle alte cariche dello stato, il presidente Napolitano ha
celebrato la chiusura di quella che
potremmo chiamare la “seconda
fase” della democrazia italiana, la
fase che coincide con la stagione
berlusconiana. Lo ha fatto con il
consueto stile asciutto e diretto,
quasi ad evitare che inutili orpelli
retorici schermassero la lucidità
della visione, sull’Italia di oggi e di
domani, e attenuassero la forza del
richiamo della classe dirigente alle sue responsabilità nei confronti
del paese.
Nel bilancio della seconda fase
della Repubblica le ombre sovrastano le luci. La prova, per Napolitano, sta nell’epilogo di questa
stagione.
SEGUE A PAGINA 4
Facebook è la Dc, Twitter il Pci
Altra tempesta
in un bicchier
d’acqua: le casse
dell’Inpgi
sono a posto
Nella Cdu
ammutinamento
contro Angela
A PAGINA
Noi nella
terza fase
GIANNI DEL VECCHIO
MARIO
LAVIA
L
A
NEWS ANALYSIS
mento. E comunque, il tavolo è
stato sgombrato del macigno-articolo 18, tolto direttamente dalla
ministro Fornero che ha affermato
di essere caduta in una trappola
giornalistica e ha chiesto ai sindacati di aiutarla nell’emergenza vera:
creare posti di lavoro.
Berlusconi cerca un riavvicinamento con l’Udc e vorrebbe addirittura una cabina di regia tra i partiti
che sostengono il governo. No di
Bersani, che comunque è disponibile a incontrare Alfano e Casini.
Se ammettono Difesa, nuove
il referendum parole d’ordine
In casa Gop
un contest
poco beauty
A PAGINA
STEFANO
MENICHINI
Tra Monti e Bersani «dialogo positivo», articolo 18 fuori dal tavolo
Tra i repubblicani
è guerra
di religione
A PAGINA
Un’altra
mela
per Bersani
strettezze. Eh già, perché dopo mesi
passati alla guida dei sondaggi, coi
conservatori fermi al palo per colpa
dell’austerity, nelle ultime due settimane il gradimento di Cameron e
soci ha ripreso a salire, complice
l’anti-europeismo. Il Labour torna
secondo partito e allora, puntuali come il Natale, riecco sui giornali i titoli sulle dimissioni di Miliband e le
liste di potenziali contendenti al titolo. Cosa poteva fare Ed se non correre
ai ripari? Per il lato umano ci ha pensato il Mirror. Il lavoro sporco, invece,
se l’è sobbarcato il solito Ed “Babbo
Natale” Balls.
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MARIO
ADINOLFI
T
utti hanno un profilo Facebook, anche mia madre che
ha sessantacinque anni. Facebook è la Democrazia cristiana, è
il social network un po’ mamma,
milioni di iscritti, le foto dei figli, censurate le tette, si usa per
fare sesso ma solo di nascosto.
Twitter è il Pci, meno iscritti
di Facebook ma sempre milioni,
con il Politburo delle twitstar
che ingrossano le fila di seguaci
acritici che si contano a decine
di migliaia. Su Facebook è premiante essere banali, su Twitter
è obbligatorio essere brillanti.
Il figlio del portiere ha Facebook, pure il portiere ha Facebook, quelli dell’attico vietano ai
figli il profilo Fb e si divertono
solo a twittare durante l’aperitivo.
SEGUE A PAGINA
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ROBIN
Treno
Non credo che prenderò un tre-
Il governo che
ha stanato tutti
no di quelli di Montezemolo.
ARNALDO
SCIARELLI
Non sai mai se parte o no.
A
l di là di questo governo che
ha, obiettivamente, limiti politici – imposizioni esogene destrorse – e dialettici endogeni, c’è
il dramma dell’accelerazione di un
possibile disastro italo europeo.
Bisognava far presto in termini di
immagine e di cassa, quindi parlare di sostanziale equità non è
sostenibile.
SEGUE A PAGINA
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a partita che Bersani aveva dichiarato di voler giocare due
anni fa – «Vediamo chi farà cadere
la mela», quella con le sembianze
di Berlusconi – è finita con un no
contest. Bersani una volta ha detto
che la caduta del Cavaliere è stata
merito suo; altri potrebbero pensare che al momento topico il famoso
cesto sotto il famoso albero l’abbiano infilato i tecnocrati; oppure il
capo dello stato, regista della transizione; o magari il signor Spread
e un paio di leader europei.
Non conta. La mela alla fine è
caduta da sola, sta diventando marmellata di centrodestra. Pazzesco:
del Grande Epilogo ora non importa semplicemente a nessuno.
La domanda ormai è: qual è la
prossima partita? Su cosa misureremo capacità di leadership e di
consenso ora che il duello con Berlusconi non è più l’alfa e l’omega?
Napolitano ha proposto il tema
cruciale. Non solo martedì (in un
discorso il cui significato è stato
edulcorato su qualche giornale) ma
da molto tempo. Potremmo tradurlo così: in Italia vincerà chi saprà
dare una svolta concreta, tangibile,
alla vita delle ragazze e dei ragazzi.
Una riforma complessiva della politica, dell’economia e della società
che abbia gli interessi delle giovani
generazioni come priorità assoluta:
questo è l’orizzonte disegnato dal
capo dello stato, non per il futuro
remoto ma per i prossimi mesi.
Messe così, le cose assumono
altro senso. La polemica sull’articolo 18 come vediamo si diluisce, la
posta diventa più alta: Monti, Fornero e gli altri sapranno proporre
un quadro fattibile ed equilibrato
di nuove tutele e opportunità di
lavoro e reddito? I sindacati sapranno fare ciò che non hanno fatto
mai, cioè rappresentare i non rappresentati? E il Pd, che è il luogo
che ci interessa, saprà accettare la
priorità, farsi cambiare da essa?
Bersani, con pragmatismo che
non lascia spazio a ideologismi, sta
giocando bene una partita che immaginava diversa. È sfidato sul tema che è la sua sfida: il lavoro. Sa
che sarà dura, com’è successo sulle
pensioni, ma ripete che non ci si
può sottrarre. Lo scrivevamo martedì: il Pd ha chiesto di cambiare
l’ordine dell’agenda. È stato accontentato dal governo. I passi falsi
comunicativi sono stati corretti, a
raffreddare i bollori sindacali ha
provveduto il Quirinale.
Ora non si torna più indietro,
non ci si ferma e sarà difficile rinviare. C’è un’altra mela da cogliere,
stavolta nell’interesse di un intero
paese. Ed è nel nostro campo.
Chiuso in redazione alle 20,30