Helidon Xhixha - La Nazione Massa Carrara

Transcript

Helidon Xhixha - La Nazione Massa Carrara
AGOSTO 2016 - NUMERO 94
La Ferrari sceglie il MuSA
per presentare la nuova GTC4Lusso
I 60 anni della Condomini
Nel 1956 nasce la Coop. Condomini su iniziativa di un pugno
di coraggiosi cavatori. Una straordinaria storia imprenditoriale
e sociale alle pendici del Monte Corchia sulle Apuane. Qui la
lavorazione del marmo ha conservato una forte valenza culturale a cui si lega la storia di sofferenza, povertà e tenacia, lunga
quasi 60 anni, della comunità di Levigliani, dove di generazione in generazione si consolida il legame tra la ricchezza offerta
dalla natura e l’ingegno dell’uomo. Storie di cavatori, operai
e famiglie unite dalla necessità del vivere quotidiano, insigniti
dall’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano con
l’onorificenza di Cavalieri al merito della Repubblica.
L’avventura
della Cooperativa
di Levigliani dalle origini
al Quirinale prosegue a pag.5
Büro Opernplaza ad Amburgo, realizzata grazie alla fornitura di marmo in polvere di ALIMAC
Le commesse
più prestigiose
Aziende associate
in evidenza
PIT
I Comuni
al lavoro
per i PAB
Adele
Johnson
La scultrice
USA che scelse
il marmo apuano
Terza protagonisti
Pagina
Helidon Xhixha
2
La stagione estiva del Museo Virtuale della Scultura e dell’Architettura di Pietrasanta
La Ferrari fa tappa al MuSA
Il Tour della Ferrari
per 2 giornate
anche al MuSA,
per l’evento
che ha coinvolto
40 giornalisti
e fotografi
delle principali
testate lifestyle
del settore
Happening esclusivo
per i test-driver
della GTC4Lusso,
ultimo modello
di casa Ferrari
Test su strada impegnativo
sugli stretti tornanti
delle Cerviaole e poi
fra i magnifici scenari
della Garfagnana
Gli altri eventi
L’azienda Antonio Lupi
presenta la nuova
collezione di design
a cura dell’architetto
Carlo Colombo
Oromare premia
oltre 30 studenti
del Liceo Stagi
di Pietrasanta
per il Contest
Design
del Gioiello
L’Osservatorio
Tecnologico
FILA Chimica
ha tenuto
un seminario
specifico sui nuovi
trattamenti
delle superfici
Xhixha
3
Lo scultore albanese protagonista dell’estate culturale di Pietrasanta
E’ il protagonista della mostra estiva in Piazza Duomo a Pietrasanta che durerà fino al 25 settembre.
Con Helidon Xhixha, Pietrasanta è volata anche a
Miami lo scorso giugno.
Per l’occasione della sua personale si è messo alla
prova con la lavorazione del marmo presso l’azienda Henraux. Com’è andata questa esperienza?
“L’azienda Henraux mi ha colpito immensamente per l’incredibile livello di professionalità e per il
suo interesse ed impegno nella valorizzazione della
produzione artistica di opere in marmo. I loro laboratori dotati di attrezzature di ultima tecnologia si
dedicano costantemente a conservare l’importante
pratica tradizionale della scultura e a valorizzare la
grande cultura del marmo e la sua tradizione millenaria. È stato un immenso piacere e soddisfazione
collaborare con una così prestigiosa azienda, attiva
da quasi duecento anni, instaurando un forte legame con l’arte contemporanea grazie alla collaborazione con grandi maestri tra cui il Maestro inglese
Henry Moore”.
Pietrasanta è conosciuta in tutto il mondo per la
lavorazione artistica del marmo. Conosceva già la
realtà dei suoi laboratori?
“Ho visitato le cave di Pietrasanta da ragazzo,
quando ero ancora studente, ed è stata un’esperienza indimenticabile. Ero rimasto affascinato dalla bellezza delle diverse tipologie dei marmi e già
allora avevo desiderato sperimentare questo materiale nobile, ma non mi sono mai sentito maturo ad
intraprendere questo percorso fino ad oggi”.
Le sue opere sono spesso di grandi dimensioni e
concepite come monumenti. A Pietrasanta si alternano le opere monumentali ai bassorilievi,
come ha ideato la mostra per l’estate?
“L’obiettivo è l’introduzione del mio nuovo dialogo
con la materia ed il passaggio tra la creazione di
opere in acciaio, al marmo e bronzo. La luce è l’elemento che rimane fondamentale tra questi materiali, sia l’uno che l’altro assorbono l’energia luminosa, ma mentre l’acciaio ed il bronzo lucidato a
specchio la riflettono, il marmo la assorbe e la trattiene. Le opere in marmo imprigionano l’energia
della terra ma le loro forme, fluide e levigate come
le onde del mare, non mancano di giochi di luce e
di ombre che le portano in vita. Ho creato le nuove
opere in marmo e bronzo mantenendo e soprattutto
adattando le stesse tecniche di lavorazione che ho
sempre usato, rimanendo fedele al mio approccio
stilistico. Le opere in marmo mantengono lo stesso
ritmo estetico astratto con cui le sculture in acciaio,
manipolate e distorte si presentano. Tra le sculture
presentate a Pietrasanta vi sono 5 monumentali in
marmo, una in bronzo e 6 in acciaio, oltre ad altre
opere più piccole sia in acciaio che in marmo”.
La sua mostra personale è un viaggio nell’utilizzo
dei materiali che, colpiti dalla luce, danno vita a
nuove forme. Quale materiale preferisce?
“Difronte ad una mostra così importante, nel cuore
della capitale del marmo, ho voluto confrontarmi
con una nuova grande sfida per rendere omaggio a
questo posto unico al mondo che è la città di Pietrasanta. Le opere in marmo rappresentano un nuovo
versialia produce.indd 1
Intervista
di Claudia Aliperto
Foto a destra
gentilmente fornita
dall’artista, foto in
basso di Stefano
De Franceschi
Helidon Xhixha è nato in Albania nel dicembre
1970. Cresciuto in una famiglia di artisti, ha
ereditato la passione per la scultura dal padre.
Si è trasferito in Italia, dove nel 1999 si diplomò
all’Accademia d’arte di Brera a Milano e si
specializzò in scultura e fotografia alla Kingston
University di Londra. È diventato conosciuto
in ambito accademico per il suo stile unico e
riconoscibile. Suoi lavori sono stati realizzati in
vetro di Murano e in acciaio utilizzando tecniche
innovative ed altamente specializzate.
percorso, una rinascita della mia ricerca artistica.
In passato ho sempre lavorato con i metalli, in particolare l’acciaio, da sempre il mio preferito per la
sua potenza nel riflettere la luce, ma scolpire il marmo è sempre stato un mio desiderio che finalmente
sono riuscito a realizzare”.
Il marmo è un materiale secolare e conosciuto anche per le difficoltà che la sua lavorazione comporta. Come ha adattato questa nuova materia
alla sua arte?
“Questa è la prima volta che realizzo le mie opere
in marmo. Passando al marmo intraprendo un percorso che rappresenta un ritorno alla natura, alla
purezza. La roccia, all’origine di quel processo industriale dal quale il metallo viene estratto, è opera
della natura stessa, incontaminata dall’intervento
umano. Inoltrandomi nella cava per la selezione dei
blocchi di marmo, dal quale ricavare le mie opere,
ho vissuto un’emozione unica, surreale, che mi ha
lasciato senza respiro. Lavorando il marmo ed osservando l’opera prendere forma, si avverte una
sensazione di massima potenza, un’esperienza divina”.
17/02/16 10:45
4
Il Comune di Stazzema incontra la comunità in vista della stesura dei PAB
P Una partita
ancora
I da gioca
re
T
Maurizio Verona,
primo cittadino
di Stazzema,
Comune
dell’Alta
Versilia in
Provincia
di Lucca
di Ardelio Pellegrinotti
Con l’approvazione di tre provvedimenti, la legge 65 del 2014, il Piano Paesaggistico e la legge 35 del 2015, si è definito il terreno legislativo e di competenza
delle attività estrattive della Toscana. Con questi provvedimenti, approvati dal
Consiglio Regionale tra il 2014 e il 2015, si è dato finalmente certezza all’attività
estrattiva del marmo anche nelle Alpi Apuane, cosa che, soprattutto nelle aree
Parco, era messa in dubbio. La legge 65 del 10 novembre 2014, che riguarda le norme del territorio, introduce i Piani Attuativi dei bacini estrattivi delle
Alpi Apuane che diventano obbligatori e necessari per le future autorizzazioni
estrattive. Essi conterranno anche le previsioni di quantità e qualità del marmo
che verrà estratto nei prossimi anni nei bacini marmiferi. I piani attuativi di
iniziativa pubblica o privata devono essere approvati entro maggio del 2017
dai Comuni interessati, con parere obbligatorio di una conferenza dei servizi
indetta dalla Regione. Il Piano Paesaggistico definisce la compatibilità paesaggistica delle attività estrattive salvaguardando i crinali, le vette e i versanti integri, le aree umide e i circhi glaciali, individuando i procedimenti autorizzativi e
ponendo attenzioni e divieti sopra i 1200 metri. La legge 35 del 2015 è la legge
di settore che definisce e disciplina le attività estrattive. Tutto dovrebbe essere semplice e comprensibile, ma nella realtà non è così. Il sovrapporsi dei tre
provvedimenti ha creato diverse interpretazioni e incomprensioni, mettendo
in difficoltà i responsabili dei procedimenti che dovrebbero rilasciare le autorizzazioni per le varianti e per gli ampliamenti di attività estrattive esistenti.
Diverse sono le autorizzazioni ferme con attività che si sono fermate e molti
occupati in cassa integrazione. Per risolvere questi problemi nei mesi scorsi si
è lavorato ad una proposta di circolare interpretativa proposta dai Sindaci dei
Comuni interessati. Proposta presentata e discussa in vari incontri con l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, con i tecnici della Regione, dei Comuni e del
Parco delle Alpi Apuane. Molti punti sono stati condivisi, altri ancora oggetto di
approfondimenti. Continueremo a lavorare nei prossimi giorni per migliorare
il testo per chiarire e semplificare le procedure delle varie autorizzazioni nel
rispetto dell’impostazione del Piano Paesaggistico che è soprattutto teso alla
tutela e valorizzazione del Paesaggio, ma anche nel dare certezza ai diritti di
un’attività riconosciuta e sancita nel PIT, un’attività che deve essere certezza
economica per gli imprenditori e i lavoratori, ma anche per le intere comunità e
un’identità peculiare delle Alpi Apuane. Chi pensa di chiudere le cave di marmo
nelle Alpi Apuane si rassegni. Il Piano Paesaggistico prevede anche l’apertura di
nuove attività estrattive e la riattivazione di cave dismesse una volta approvati
i piani attuativi da parte dei Comuni. E questa è la partita vera, seria che abbiamo davanti e il tempo non è molto.
Cosa sono i PAB
Il piano attuativo a scala di bacino è
uno strumento introdotto con la delibera del consiglio regionale 58 del
2014 che definisce le quantità sostenibili da estrarre e le relative localizzazioni all’interno delle singole cave
nelle zone vincolate paesaggisticamente. La pianificazione delle cave
entra, così, a far parte del governo
del territorio, coinvolgendo gli enti
locali finora chiamati a recepire le
norme degli strumenti regionali senza poter partecipare direttamente
alle scelte e alle politiche da attuare.
Piani di bacino,
Stazzema avvia l’iter
Approvato il PIT dalla Regione, l’attenzione è ora concentrata sui piani di bacino. Infatti, i comuni all’interno del Parco delle Apuane sono
chiamati a realizzare il documento entro Maggio 2017. Tra i primi ad
intraprendere un confronto pubblico vi è il Comune di Stazzema che ha
promosso un incontro a Levigliani lo scorso Luglio.
“Consapevole del ruolo fondamentale della filiera del marmo - ha dichiarato il sindaco Maurizio Verona - il nostro comune ha promosso
questo incontro per raccogliere suggerimenti e procedere con i cosiddetti piani attuativi, strumento innovativo che la Regione ha introdotto per definire le quantità̀ sostenibili da estrarre e le relative
localizzazioni all’interno delle singole cave nelle zone vincolate paesaggisticamente”.
Stazzema ha sottoscritto un accordo con le aziende che hanno sede nel
territorio comunale poiché sarà necessario il coinvolgimento di esperti
con incarichi esterni, finanziati direttamente dalle aziende che daranno
un contributo economico.
Un processo partecipato, dunque, di cui il Comune è capofila. “Ora più
che mai - sostiene Verona - dobbiamo riconoscere il valore dell’economia del lapideo, per evitare lo spopolamento del territorio montano”.
Concetti ripresi con passione da Daniele Poli, Presidente della Cooperativa Condomini, che ha ribadito il ruolo dei PAB come la possibilità di
ridare certezze al proseguimento del lavoro dopo mesi di vessazioni.
Un appello al buon senso e all’unione dell’intera comunità per far crescere anche il sistema turistico culturale.
E di cultura ha parlato anche Fabrizio Palla, capo gruppo sezione lapidei
Confindustria Toscana Nord, “la caratterizzazione delle nostre aziende sui mercati internazionali è data dai marmi locali; se perdiamo i
materiali, perdiamo anche la nostra forza in una lenta e inesorabile
decadenza dell’economia locale. E’ necessaria una ricaduta positiva
della nostra attività sul territorio”.
VersiliaProduce, periodico d’informazione a cura di Cosmave
Redazione e Amministrazione: Via Garibaldi 97 Pietrasanta (LU)
Registrato al Tribunale di Lucca al nr. 592 il 06.08.92
Fotocomp. e stampa Kosana Sas, Pietrasanta (LU)
Nr. chiuso in redazione il 10.08.2016 Tiratura: nr. 1.500 copie
Direttore Responsabile Claudio Romiti
Comitato di redazione composto da: Loris Barsi, Stefano Caccia, Carlo
Milani, Fabrizio Palla, Giuliano D’Angiolo, Fabrizio Rovai, Stefano De
Franceschi, Claudia Aliperto, Agostino Pocai
5
Daniele Poli è il Presidente della Cooperativa che ha sede a Levigliani di Stazzema (Lu)
Condomini
Esempio di attenzione
per il territorio la comunità
Il PIT azzera una storia secolare
Il Presidente della Cooperativa Condomini di Levigliani, Daniele Poli si è battuto
in prima linea per la difesa delle imprese
e dei lavoratori, anche sul fronte PIT fin
dalla stesura della sua prima bozza. Poli
ha sempre rimarcato l’importanza del
proseguo dell’attività estrattiva a fronte dei “molti punti critici del documento,
ignorati nonostante le osservazioni del
Coordinamento Imprese Lapidee in consiglio regionale, in particolare gli errori cartografici e le dimenticanze delle schede
di bacino. Sono stati oltre 40 i ricorsi presentati dai diversi settori produttivi della
Regione, segno evidente delle mancanze
del PIT che produrranno effetti devastanti
sul proseguo delle attività.
Filiera reale
Le nostre aziende sono l’eccellenza mondiale e realtà presenti in Versilia, come la
ditta Henraux, la Coop. Condomini e la società Pietra del Cardoso, costituiscono la
vera filiera del territorio”. Poli ribadisce,
infine, come la Coop Condomini abbia
investito sul territorio: “L’attività estrattiva incentiva e finanzia altre attività fondamentali per il territorio legate all’Antro
del Corchia e delle Miniere d’Argento Vivo
che si possono visitare e che costituiscono
una realtà locale turistica consolidata”.
Cave&Comunità
Da sempre costante l’attenzione per la comunità da parte della Condomini, viste anche le
caratteristiche naturali uniche del sottosuolo e
in particolare dell’antro del Monte Corchia, la
grotta più profonda e vasta d’Europa. E’ stata
fatta una scelta precisa, allo scopo di salvaguardare questo sistema e garantire un domani alle
generazioni che seguiranno: meno produzione,
più prezzo, più qualità, più futuro. Così, negli
anni, il paese di Levigliani è cresciuto di pari
passo con l’attività della Condomini che ha saputo consolidare la sua identità e trasformarsi,
nel sostenere l’economia e diventare una voce
importante dell’intero comprensorio apuo-versiliese. Le condizioni economiche del paese e dei
cavatori sono migliorate grazie all’introduzione
delle nuove tecnologie che hanno portato ad una graduale riduzione della
fatica e dei tempi di produzione, sempre nel rispetto assoluto del contesto
naturale. La Condomini ha più volte sostenuto - e continua tutt’oggi - le
opere pubbliche del paese, contribuendo all’apertura di un ulteriore tratto
di grotta e allo sviluppo di altre attività, non solo quelle del marmo. C’è la
consapevolezza che il Monte Corchia conserva un marmo antico di oltre
30milioni di anni che deve essere valorizzato e apprezzato a livello internazionale. Diverse le varietà presenti, le Brecce Medicee, il Venato Corchia,
Arabescato Corchia e Skyros Corchia, tutti materiali che rivestono e decorano le costruzioni più prestigiose del mondo.
6
Il primo blocco segnò l’inizio di un’avventura fatta di fatica e coraggio
Il primo blocco
Condomini
La strada dei marmi
Tre chilometri di tracciato a 1500 mt. di altezza sul livello
del mare per collegare il Monte Corchia al Passo Croce. Una
strada privata realizzata negli anni Settanta costata all’epoca 150 milioni di lire. Un lavoro impegnativo e massacrante,
si ricorda nel volume Lavorare Liberi, che comprese anche
l’escavazione di tre gallerie, lunghe 50 metri ciascuna, e che
fu realizzato interamente dalle maestranze della Cooperativa. La strada fu inaugurata a tempo di record un anno dopo,
Il 5 Ottobre 1958 Levigliani e la Condomini festeggiano l’arrivo del primo blocco estratto dalla Cava Tavolini. La notizia
si diffuse in tutta la Versilia aggiungendosi ai risultati già
ottenuti sulla via della lizza e della teleferica. Il paese accolse il blocco con una vera e propria festa, segno di una prima
quando il paese fu testivittoria e monito per proseguire sul cammino intrapreso.
mone del primo passaggio di un blocco su trattore. Momento storico
che vide archiviare la
pratica della lizzatura
per sempre.
Il museo
Tra le numerose iniziative sul
territorio, si annovera anche
l’apertura del Museo Lavorare
Liberi. Inaugurato proprio il 5
Ottobre 2008, per il 50° anniversario del primo blocco estratto e traportato in paese. Un
luogo suggestivo, denso di antica tradizione, dove sono raccolti documenti storici, fotografie e testimonianze. Si tratta
di un piccolo gioiello ospitato nell’edificio dove un tempo
sorgeva il panificio del paese.
7
Il volume “Lavorare Liberi” conserva la memoria storica della Cooperativa Condomini
Una storia che dura da 60 anni
Il libro
La memoria è quanto di più prezioso conserva la Condomini. Per
questo motivo tutta la sua storia
è stata raccolta con fotografie e
testimonianze dell’epoca all’interno del libro “Lavorare Liberi”,
progetto editoriale di cui è stata
pubblicata una seconda edizione
nel 2013.
Il palcoscenico delle cave
Dopo il riconoscimento del Presidente Napolitano, la storia
della Condomini e le sue attività sono state spesso raccontate
dai media locali e nazionali. La lotta per il lavoro, la riconquista della montagna, lo sforzo messo in campo per la costruzione delle infrastrutture sono gli elementi cardine di una
storia unica. I cavatori Cavalieri della Repubblica sono stati
più volte intervistati da giornali e televisioni per raccontare
l’epopea della comunità intera.
Le cave stesse del Monte Corchia sono state un vero e proprio
palcoscenico, una location maestosa di set fotografici di alta
moda, eventi mondani, documentari e film. Network televisivi da tutto il mondo hanno immortalato questi scenari.
8
La storia di una scultrice americana che scelse un blocco di marmo Bianco delle cave di Seravezza
La lotta per l’uguaglianza scolpita nel marmo di Carrara
ADELE JOHNSON
Carrara, anno 1920: la scultrice americana Adelaide Johnson si incammina con il Signor Paolini, commerciante di marmi, verso la stazione. È impaziente di vedere il blocco per cui ha
sborsato 500 dollari. Magra e minuta è ancora
bella; da più di trent’anni aspetta di posare il
suo scalpello sulla pietra. Otto buoi spingono il
marmo che Adelaide ha scelto a Seravezza fino
allo studio del Signor Biggi. Qui, il blocco viene
posizionato su sostegni di legno e sembra riempire l’intera sala. Proprio così, il monumento che Adelaide aveva in mente da trent’anni
avrebbe dominato lo spazio circostante. La
scultrice guarda il marmo immaginando il punto esatto dal quale i tre busti sarebbero emersi. Anche i modelli in creta, raffiguranti le tre
pioniere americane del suffragio femminile,
sono arrivati da Pietrasanta. Tutto è pronto. Il
19 luglio, due sbozzatori sono al lavoro nello
studio Biggi, tutto intorno al blocco si formano
grossi pezzi bianchi: l’opera aveva avuto inizio. Personaggio interessante Adele Johnson:
vegetariana, interessata allo spiritualismo e
alla teosofia, nel 1884 è a Roma per studiare
scultura. Nella città che aveva accolto Horatio Greenhough, Thomas Crawford, Wetmore
Story e nella quale si erano formate Harriet
Hosmer, Edmonia Lewis e Vinnie Ream, “the
white marmorean flock,” per dirla con Henry James, la Johnson riuscì a farsi ammettere
nello studio di Giulio Monteverde che di solito
non accettava studenti. Con caparbietà aveva
scelto il “suo maestro” e il ritratto in marmo
come mezzo espressivo. Rientra a Chicago nel
1886 e incontra Susan B. Anthony, paladina dei
diritti delle donne. L’idea di ritrarla insieme a
Elizabeth Cady Stanton e Lucretia Mott, le altre
di Maria Mattei
grandi leader del movimento suffragista, nasce proprio da questo
incontro. Sulle prime si tratta di
realizzare tre busti singoli che
saranno esposti alla Columbian
Exposition di Chicago nel 1892,
è certo, tuttavia, che fin d’allora un progetto più ambizioso
si era fatto strada nella mente
della scultrice. Adelaide voleva
che le sue tre donne scolpite
in un unico blocco di marmo di
Carrara venissero collocate nella
Rotunda del Campidoglio di Washington. L’idea rimane un sonno
sino al 1920, anno in cui la scultrice incontra Alice Paul, Presidente del National
Women Party che avrebbe sostenuto finanziariamente il suo progetto. Dal diario dell’artista,
conservato nella Biblioteca del Congresso,
sappiamo che il 22 Luglio è alle prese con il
volto di Susan B. Anthony, il 28 i tratti di Lucretia Mott sono impressi nel marmo, il 16 agosto
inizia a lavorare a Mrs. Stanton. Sarà pure un
caso, ma pochi giorni dopo anche il Tennessee
vota per il Suffragio; l’Emendamento alla Costituzione Federale è realtà. Il 31 agosto il lavoro
degli scultori di Biggi sui tre busti è terminato.
Adelaide si reca a Firenze ed è fortunata: il 7
Settembre un terremoto con epicentro in Lunigiana e Garfagnana scuote la zona. Quando rientra, due giorni dopo, trova lo studio chiuso.
Le scosse continuano fino all’11, riesce a terminare l’iscrizione sul retro del monumento il
24 settembre. La realizzazione dell’opera le ha
riservato non pochi problemi, nulla rispetto ai
nuovi che dovrà affrontare una volta tornata
negli USA. Le leaders del Partito che hanno finanziato il monumento non capiscono la sua
scultura. Hanno visto le foto e vogliono dei
cambiamenti, cosa che la scultrice non vuole
fare. Il monumento sembra
non finito, in realtà riflette il pensiero dell’autrice
che vede la battaglia per
l’uguaglianza con l’uomo
ben lontana dall’essere
terminata, Adelaide lo
dice chiaramente lasciando il blocco grezzo, ma non
viene capita. Persino alle
spalle dei tre busti c’è una
larga scaglia di marmo vivo
e le interpretazioni si sprecano, le cattiverie pure. “Tre
donne nella vasca da bagno”,
questo l’appellativo riservato al
lavoro giunto da Carrara. Nessuno
aveva mai visto tre busti in marmo appollaiati su un enorme blocco informe di bianco.
Anche l’iscrizione sul retro del monumento è
un problema. Adelaide voleva che i visitatori
potessero guardare l’anima delle pioniere senza essere distratti dalle parole, l’establishment
del tempo le bollerà “blasfeme” e le cancellerà
di lì a poco. L’Architetto del Campidoglio si scaglia contro l’opera che viene relegata, il giorno
dopo la cerimonia inaugurale, nella cripta del
Campidoglio dove rimase, in esilio, per 75 anni.
Tre volte - 1928, nel 1932 e 1950 - il Congresso si rifiutò di liberare le tre pioniere dai sotterranei in cui erano rinchiuse. Finalmente, nel
1996, il “Portrait Monument” venne collocato
tra i marmi della Rotunda, nel luogo simbolo
della democrazia Americana. Adele Johnson
non riuscì a vedere le sue donne tra i marmi
in mostra nel virilissimo Pantheon Americano.
Forse, oggi, sarebbe felice di sapere che Susan
B. Anthony, Lucretia Mott e Elizabeth Cady
Stanton possano dialogare con il Lincoln di
un’altra pioniera della scultura, Vinnie Ream,
a pochi passi da loro.
9
Visita ALIMAC
Al via un’iniziativa editoriale per promuovere le aziende associate ed i loro progetti più importanti
alla
Le Alpi Apuane stilizzate che si incontrano fanno da
sfondo al logo della ALIMAC. Nata dalla fusione delle
due aziende Aliboni e Macchiarini Granulati, il nuovo
marchio è attivo dal 2011 anche se le società erano
legate da tempo. “Mio padre Gino era entrato a lavorare come dipendente alla vecchia Macchiarini Nello
– spiega il figlio Maurizio Angelini, socio con il fratello
Claudio e Luca Aliboni – che produceva granulati di
marmo, il proprietario non aveva figli e propose a mio
padre di rilevarla insieme a mio cugino Marino. L’a-
zienda Macchiarini Granulati collaborava già con Aliboni Granulati, nata
come azienda produttrice di mattonelle. Successivamente i nostri genitori
hanno iniziato a collaborare e nel 2011 con Luca Aliboni siamo subentrati alla guida, questo ha favorito la fusione delle due aziende che avevano
sempre mantenuto una ragione sociale separata. Abbiamo creato il nome
ALIMAC che unisce le iniziali delle aziende originarie”. Con il cambio generazionale l’azienda ha deciso di puntare sull’innovazione tecnologica,
realizzando un nuovo impianto per la produzione di micro granulati. “È denominato Monte Forato perché la sede si estende parallela alla statale Aurelia da dove si possono ammirare le nostre montagne – spiegano i titolari
– l’edificio è molto più alto del precedente con un impatto visivo notevole e
al momento della sua costruzione qualcuno si chiese se avrebbe coperto il
monte Forato che invece si può vedere nitidamente”. L’investimento è arrivato in un momento di crisi economica generale, una scelta decisamente in
controtendenza. Il nuovo impianto ha permesso di mantenere costante la
qualità del prodotto e di incrementare la produzione. “Abbiamo raggiunto
standard elevati che ci consentono di garantire altà qualità ai nostri clienti
– commentano – l’impianto è stato tarato sulla base delle nostre esigenze
e oltre all’ingegnere, vi è una persona di riferimento che se ne occupa. Possiamo gestire le fasi di lavorazione mediante un software appositamente
studiato per la realizzazione delle diverse granulometrie. Come avviene per il sarto, siamo in grado di cucire un ‘abito’ su misura e garantire prezzi competitivi. Il
cliente non deve più adeguarsi a ciò che viene prodotto,
ma possiamo accontentare le richieste, personalizzare
il prodotto e implementarle. Abbiamo lavorato molto
anche sulla comunicazione, sul contatto diretto con il
cliente”.
ROLL CRATE
Roll crate è un marchio registrato ALIMAC: si tratta di
reti elettrosaldate utilizzate per stoccare il materiale.
Il vantaggio consiste nel fatto che il materiale contenuto all’interno è perfettamente visibile al cliente che
può verificarlo con estrema facilità. Le gabbie sono
realizzate interamente in azienda che ha oltre 30 addetti.
Nella foto a sinistra
Luca Aliboni,
che si occupa
degli acquisti,
amministratore
come Maurizio
Angelini,
responsabile
commerciale,
e Claudio Angelini,
che segue
la produzione
L’impianto Monte Forato di ALIMAC
permette di ridurre al minimo le movimentazioni del materiale, questo consente
non solo un’emissione minore di polveri
nell’atmosfera, ma anche una riduzione del
consumo di gasolio
10
Lavori prestigiosi a Milano e Hong Kong
Le aziende associate
a Cosmave in evidenza
Fondazione Prada
Largo Isarco Milano
Dietro la nuova sede milanese della Fondazione Prada c’è anche
il lavoro di ALIMAC. Il palazzo, realizzato dalla Italcementi, sorge
in Largo Isarco a Milano, progettato dallo studio di architettura
OMA guidato da Rem Koolhaas, dal recupero di una ex-distilleria
dei primi del Novecento. La vivace brillantezza di alcuni elementi
architettonici è ottenuta grazie ai cementi bianchi di Italcementi.
Per la Torre, edificio simbolo del nuovo Polo Museale, sono stati
utilizzati i calcestruzzi architettonici bianchi: dall’i.flow un calcestruzzo autocompattante a bassa viscosità, che favorisce eccellenti risultati estetici all’i.design RoccaBianca utilizzato anche nei getti
di solai, muri dritti e muri trave. La nuova sede amplia il repertorio
delle tipologie architettoniche dedicate all’arte e in cui l’arte può
essere esposta e condivisa con il pubblico. Caratterizzata da una
configurazione architettonica articolata che comprende sette edifici preesistenti (magazzini, laboratori e silos) e tre nuove strutture (uno spazio espositivo per mostre temporanee, un ambiente
multifunzionale e flessibile dotato di una sala cinematografica e
una torre), la nuova sede è il risultato della trasformazione di una
distilleria che risale al 1910. Per dare enfasi alla vecchia struttura,
OMA ha previsto la totale copertura in foglie d’oro 24 carati di uno
degli edifici preesistenti, lasciando scoperte solo le vetrate delle
finestre. La brillantezza di alcuni elementi architettonici è ottenuta grazie ai cementi bianchi Italcementi miscelati con l’aggiunta
di aggregati bianchi di Carrara. L’architetto Koolhaas ha disegnato
inoltre gli spazi espositivi prevedendo pavimentazioni di tipo industriale con i.pro pavimix. ALIMAC ha fornito circa 11mila ton. di
granulato per la realizzazione di calcestruzzo bianco.
GRANULATI
CIOTTOLI
POLVERI DI MARMO
Il contributo di ALIMAC ad alcuni dei lavori più
prestigiosi realizzati in tutto il mondo da studi di architettura e aziende di settori collaterali, grazie alla fornitura di granulati, ciottoli
e polvere di marmo. Per la ditta di Querceta
(Lu) è la prova di un prestigio, di un’esperienza e di una tradizione consolidati nel tempo.
Fornitura di 1925 Srl
Palazzo Boccella
Lucca
Skyplaza Terminal
Hong Kong
Fornitura di Agglonord Srl
Verso
Marmomacc
Dal 28 Settembre
al 1 Ottobre
All’Italian Stone Theatre
va in scena il meglio delle tecnologie e del design
made in Italy. Alla nuova
edizione di Marmomacc,
che si svolgerà a Verona dal 28 Settembre al
1 Ottobre, segnaliamo il
padiglione numero uno
curato dal designer e docente Raffaello Galiotto
e dall’architetto Vincenzo
Pavan. “Lo spazio è stato
realizzato con un finanziamento dell’ICE – spiega Galiotto – all’interno
del padiglione troviamo
aziende italiane che si
occupano di software,
materiali, macchine e designer che hanno progettato oggetti sperimentali”. Tre le mostre visitabili
al pubblico: 50 Years of Living Marble che raccoglie
il meglio dei prodotti di
design in marmo per fare
il punto della situazione
su quanto realizzato finora. Poi la New Marble
Generation con dodici
prodotti sperimentali, tra
i designer partecipanti
anche Paolo Ulian e l’architetto Giuseppe Fallacara, realizzati con aziende
rigorosamente italiane
che si sono rese disponibili ad indagare come le
macchine contribuiscano
al design litico e come il
marmista usi le tecnologie per produrre oggetti
da immettere sul mercato.
A corredo delle esposizioni, anche un convegno
sulle opportunità del design litico e le future tecnologie. Infine, la mostra
The Power of Stone, dieci
opere sperimentali che
mostrano sfide moderne
e affrontano la lavorazione all’estremo delle possibilità. Ad ogni opera hanno collaborato aziende di
estrazione, trasformazione, produttrici di utensili
e software, insomma tutta la filiera.
Presenti tra queste anche
le aziende Henraux, associata Cosmave e Omag,
supporter del nostro giornale.
11
Le storie di talenti italiani che hanno costruito aziende di successo
Il territorio, la forza di Pedrini
Nella foto Giambattista Pedrini, Amministratore
Unico di Pedrini Spa
Posizione strategica
e amore
per il territorio
Negli anni ‘60
Pedrini si mette
in proprio
Nuove tecnologie,
c’è ancora molto
da inventare
Ha festeggiato da poco i 50 anni di attività, nella sede di Carobbio degli Angeli, in
provincia di Bergamo. Pedrini ha all’attivo una produzione che esporta in tutto il
mondo ed è tra i marchi italiani che hanno
fatto della territorialità un punto di forza.
Intervistiamo il figlio, Giambattista Pedrini. In questi anni non avete ceduto alla
tentazione di delocalizzare? “Nel 1991 la
Pedrini tentò la strada della delocalizzazione aprendo un’azienda in India per coprire
il mercato del nord del paese. La diversa comunicazione e i numeri della nostra
produzione hanno mostrato che probabilmente i tempi non erano maturi per questo
passo, pertanto dopo due anni il progetto
si concluse. Tutt’oggi la Pedrini continua a
svilupparsi nella sede storica ritenendo la
delocalizzazione non necessaria”. Avete
puntato sulla filosofia della glocalization,
il legame con il territorio è ancora determinante? “La sede della Pedrini si trova da
sempre in una posizione strategica sia per
quanto riguarda la viabilità sia per quanto
concerne il rapporto con i fornitori esterni
ed è circondata da un importante tessuto
economico-meccanico”. L’avventura per-
sonale di Pedrini nasce negli anni Sessanta, come a volte succede, da operaio poi
è seguito il successo con l’attività in proprio. Con quale spirito decise di mettersi
in gioco come imprenditore? “Negli anni
Sessanta la vocazione all’imprenditoria era
presente in molti giovani dell’epoca. Luigi
Pedrini iniziò la sua attività imprenditoriale
con lo spirito innovatore e la voglia di sperimentare e intraprendere sempre nuove
sfide che hanno portato l’azienda al successo attuale”. Oggi un giovane che avesse
l’ambizione da imprenditore avrebbe le
stesse possibilità e occasioni che vi erano allora quando ha iniziato Pedrini? “Un
giovane con l’ambizione da imprenditore
oggi ha difficoltà diverse rispetto al passato in quanto deve confrontarsi con realtà
imprenditoriali storiche ormai di successo.
Per imporsi oggi bisogna creare novità,
qualcosa di diverso rispetto alle tecnologie
attuali”. La Pedrini vanta alcuni primati,
come l’aver introdotto la prima sezionatrice a nastro per granito. Quanto investite in
ricerca e perché credete nello sviluppo di
questi progetti? “Siamo sempre stati all’avanguardia nella produzione di macchinari
per la lavorazione della pietra, raggiungendo importanti successi prima nell’ambito delle tiles e poi in quello delle lastre.
Crediamo nell’innovazione e nello sviluppo
tecnologico investendo da anni nel Centro
di Ricerca e Sperimentazione che verrà rimodernato entro la fine dell’anno”. In termini di tecnologia ormai sembra che sia
rimasto ben poco da inventare. Quanto è
stato difficile mantenere la leadership sul
mercato? “C’è molto da inventare ancora.
Mantenere la leadership è difficile, bisogna evolversi costantemente ricercando
soluzioni sempre più performanti”. A quale
nuovo progetto state lavorando? “La continua ricerca di soluzioni tecnologiche che
si adeguino al costante evolversi dei mercati internazionali ha portato alla realizzazione di impianti all’avanguardia sia per
quanto riguarda il taglio dei blocchi con le
nuove Multiwire Jupiter GS220 da marmo
e granito, sia per quanto riguarda la lavorazione della pietra con lo sviluppo della
tecnologia a microonde che, accelerando il
processo di risanamento, consente la levigatura, resinatura e lucidatura delle lastre
a ciclo continuo”.
Moby Dick vince il Premio Henraux
La premiazione
di Daniele
Guidugli,
(il secondo
da destra),
nel corso del party
presso la sede
Henraux. La serata
è stata animata da
Philippe Daverio
e Dario Vergassola
Daniele Guidugli con l’opera “Moby Dick” vince la
terza edizione del Premio
Internazionale di Scultura
Fondazione Henraux in memoria di Erminio Cidonio.
Podio anche per Kim De
Ruysscher con “Il Canotto”
e Mat Chivers con la scultura “Newave”. Il lavoro
di Guidugli è composto di
5 gigantesche vertebre di
balena, in marmo Bianco
Statuario dell’Altissimo, che
rievoca, proprio per il suo
colore, l’animale protagonista del romanzo di Melville che spinge il Capitano
Acaba alla caccia, “proprio
come lo scultore - dice Guidugli - che è sempre alla
continua e drammatica ricerca del bianco sempre più
bianco, perfetto e candido”.
Dopo la premiazione delle
opere vincitrici, la serata è
proseguita con una cena a
cura del ristorante “Filippo” e con musica dal vivo
che ha divertito i 400 ospiti
dell’Henraux nello stabilimento dell’azienda di Querceta (Lu) lo scorso 23 luglio.
ORMIG S.p.A. PIAZZALE ORMIG
15076 OVADA (AL) ITALY
TEL. (+39) 0143.80051 r.a.
FAX (+39) 0143.86568
E-mail: [email protected]
[email protected]
www.ormig.com
www.pickandcarry.com
12
Rinnovo contratto
Il ricordo
nazionale del lapideo
di Paolo
Maremmani
Paolo Maremmani è scomparso lo scorso
giugno all’età di 71 anni. Paolo era un noto
industriale del marmo, gestiva l’azienda storica di Vallecchia, la Maremmani Cesare Srl.
Parenti ed amici lo ricordano come un uomo
generoso e spontaneo, doti che lo avevano
fatto apprezzare in famiglia, con due figli, e
nella comunità. Maremmani era una figura
amata al Forte dei Marmi, dove era molto
conosciuto. Oltre all’azienda per la quale era
stato anche insignito del titolo di Cavaliere
del lavoro, è stato un grande appassionato
di sport. Ha ricoperto la carica di presidente
dello Yachting Club Forte dei Marmi e quella
di dirigente dell’Unione Sportiva Forte dei
Marmi ma, soprattutto il mondo hockeistico
lo aveva avuto, fin dai tempi del “Prato verde”, come assiduo sostenitore.
Nella notte tra il 27 e il 28 giugno è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del
ccnl dei materiali lapidei. Il contratto è stato
sottoscritto da Confindustria Marmomacchine e Anepla da parte datoriale e Feneal
Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil da parte sindacale.
L’intesa è stata raggiunta dopo una lunga e
faticosa trattativa, con la costante partecipazione di rappresentanti delle Associazioni
Industriali del territorio apuo-versiliese (Lucca e Massa Carrara), che ha visto ben 11 incontri che hanno fatto registrare anche momenti di notevole tensione e hanno richiesto
capacità di equilibrio e mediazione da ambo
le parti. Le difficoltà sono state rappresentate dalla presentazione di una piattaforma
sindacale con contenuti particolarmente
pesanti sia sotto il profilo economico sia normativo. Per l’aspetto economico le richieste,
oltre ad un incremento salariale di 142 euro,
prevedevano altre 13 modifiche, con pesanti riflessi per le aziende, quali ulteriori giorni
di ferie, aumento di indennità varie, ecc. Le
richieste normative erano invece incentrate
soprattutto sulla volontà di annullare gli effetti del Jobs Act e di porre una serie di vincoli aggiuntivi all’operatività delle aziende.
La trattativa, lunga e difficile, ha consentito
di superare una serie di condizionamenti
sindacali di natura politica e di raggiungere
un risultato da ritenere positivamente equilibrato, come confermato anche dal comunicato delle Segreterie nazionali di Feneal Uil,
Filca Cisl e Fillea Cgil. Per la parte economica
l’incremento previsto per il salario è di 103
euro (categoria C), con la tranche maggiore
(53 euro) collocata negli ultimi mesi di vigenza contrattuale. Sono stati, inoltre, ritoccati
i contributi ai fondi previdenziali contrattuali, Altea ed Arco, per adeguarli a quanto già
previsto negli altri settori delle costruzioni.
Per la parte normativa particolarmente significativa, vista la particolare situazione e l’attenzione anche del mondo aziendale ai temi
della sicurezza, è la previsione di 16 ore di
formazione preventiva aggiuntiva per i nuovi
assunti nel settore e di 4 ore per i neoassunti
già operanti in aziende del comparto. Importante anche l’istituzione di una commissione
per l’esame dell’inquadramento del personale, i cui risultati, non ancora neanche ipotizzabili, i sindacati chiedevano fossero operanti già nell’ambito di questo contratto, ma
che invece, tutti peraltro ancora da definire,
sono stati rimandati al prossimo. Da ricordare, infine, le previsioni in materia di formazione professionale, nonché il recepimento,
nell’ambito del contratto, di normative europee o nazionali e l’adeguamento di varie norme alle mutate disposizioni legislative.