Helidon Xhixha - La Nazione Massa Carrara
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Helidon Xhixha - La Nazione Massa Carrara
AGOSTO 2016 - NUMERO 94 La Ferrari sceglie il MuSA per presentare la nuova GTC4Lusso I 60 anni della Condomini Nel 1956 nasce la Coop. Condomini su iniziativa di un pugno di coraggiosi cavatori. Una straordinaria storia imprenditoriale e sociale alle pendici del Monte Corchia sulle Apuane. Qui la lavorazione del marmo ha conservato una forte valenza culturale a cui si lega la storia di sofferenza, povertà e tenacia, lunga quasi 60 anni, della comunità di Levigliani, dove di generazione in generazione si consolida il legame tra la ricchezza offerta dalla natura e l’ingegno dell’uomo. Storie di cavatori, operai e famiglie unite dalla necessità del vivere quotidiano, insigniti dall’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano con l’onorificenza di Cavalieri al merito della Repubblica. L’avventura della Cooperativa di Levigliani dalle origini al Quirinale prosegue a pag.5 Büro Opernplaza ad Amburgo, realizzata grazie alla fornitura di marmo in polvere di ALIMAC Le commesse più prestigiose Aziende associate in evidenza PIT I Comuni al lavoro per i PAB Adele Johnson La scultrice USA che scelse il marmo apuano Terza protagonisti Pagina Helidon Xhixha 2 La stagione estiva del Museo Virtuale della Scultura e dell’Architettura di Pietrasanta La Ferrari fa tappa al MuSA Il Tour della Ferrari per 2 giornate anche al MuSA, per l’evento che ha coinvolto 40 giornalisti e fotografi delle principali testate lifestyle del settore Happening esclusivo per i test-driver della GTC4Lusso, ultimo modello di casa Ferrari Test su strada impegnativo sugli stretti tornanti delle Cerviaole e poi fra i magnifici scenari della Garfagnana Gli altri eventi L’azienda Antonio Lupi presenta la nuova collezione di design a cura dell’architetto Carlo Colombo Oromare premia oltre 30 studenti del Liceo Stagi di Pietrasanta per il Contest Design del Gioiello L’Osservatorio Tecnologico FILA Chimica ha tenuto un seminario specifico sui nuovi trattamenti delle superfici Xhixha 3 Lo scultore albanese protagonista dell’estate culturale di Pietrasanta E’ il protagonista della mostra estiva in Piazza Duomo a Pietrasanta che durerà fino al 25 settembre. Con Helidon Xhixha, Pietrasanta è volata anche a Miami lo scorso giugno. Per l’occasione della sua personale si è messo alla prova con la lavorazione del marmo presso l’azienda Henraux. Com’è andata questa esperienza? “L’azienda Henraux mi ha colpito immensamente per l’incredibile livello di professionalità e per il suo interesse ed impegno nella valorizzazione della produzione artistica di opere in marmo. I loro laboratori dotati di attrezzature di ultima tecnologia si dedicano costantemente a conservare l’importante pratica tradizionale della scultura e a valorizzare la grande cultura del marmo e la sua tradizione millenaria. È stato un immenso piacere e soddisfazione collaborare con una così prestigiosa azienda, attiva da quasi duecento anni, instaurando un forte legame con l’arte contemporanea grazie alla collaborazione con grandi maestri tra cui il Maestro inglese Henry Moore”. Pietrasanta è conosciuta in tutto il mondo per la lavorazione artistica del marmo. Conosceva già la realtà dei suoi laboratori? “Ho visitato le cave di Pietrasanta da ragazzo, quando ero ancora studente, ed è stata un’esperienza indimenticabile. Ero rimasto affascinato dalla bellezza delle diverse tipologie dei marmi e già allora avevo desiderato sperimentare questo materiale nobile, ma non mi sono mai sentito maturo ad intraprendere questo percorso fino ad oggi”. Le sue opere sono spesso di grandi dimensioni e concepite come monumenti. A Pietrasanta si alternano le opere monumentali ai bassorilievi, come ha ideato la mostra per l’estate? “L’obiettivo è l’introduzione del mio nuovo dialogo con la materia ed il passaggio tra la creazione di opere in acciaio, al marmo e bronzo. La luce è l’elemento che rimane fondamentale tra questi materiali, sia l’uno che l’altro assorbono l’energia luminosa, ma mentre l’acciaio ed il bronzo lucidato a specchio la riflettono, il marmo la assorbe e la trattiene. Le opere in marmo imprigionano l’energia della terra ma le loro forme, fluide e levigate come le onde del mare, non mancano di giochi di luce e di ombre che le portano in vita. Ho creato le nuove opere in marmo e bronzo mantenendo e soprattutto adattando le stesse tecniche di lavorazione che ho sempre usato, rimanendo fedele al mio approccio stilistico. Le opere in marmo mantengono lo stesso ritmo estetico astratto con cui le sculture in acciaio, manipolate e distorte si presentano. Tra le sculture presentate a Pietrasanta vi sono 5 monumentali in marmo, una in bronzo e 6 in acciaio, oltre ad altre opere più piccole sia in acciaio che in marmo”. La sua mostra personale è un viaggio nell’utilizzo dei materiali che, colpiti dalla luce, danno vita a nuove forme. Quale materiale preferisce? “Difronte ad una mostra così importante, nel cuore della capitale del marmo, ho voluto confrontarmi con una nuova grande sfida per rendere omaggio a questo posto unico al mondo che è la città di Pietrasanta. Le opere in marmo rappresentano un nuovo versialia produce.indd 1 Intervista di Claudia Aliperto Foto a destra gentilmente fornita dall’artista, foto in basso di Stefano De Franceschi Helidon Xhixha è nato in Albania nel dicembre 1970. Cresciuto in una famiglia di artisti, ha ereditato la passione per la scultura dal padre. Si è trasferito in Italia, dove nel 1999 si diplomò all’Accademia d’arte di Brera a Milano e si specializzò in scultura e fotografia alla Kingston University di Londra. È diventato conosciuto in ambito accademico per il suo stile unico e riconoscibile. Suoi lavori sono stati realizzati in vetro di Murano e in acciaio utilizzando tecniche innovative ed altamente specializzate. percorso, una rinascita della mia ricerca artistica. In passato ho sempre lavorato con i metalli, in particolare l’acciaio, da sempre il mio preferito per la sua potenza nel riflettere la luce, ma scolpire il marmo è sempre stato un mio desiderio che finalmente sono riuscito a realizzare”. Il marmo è un materiale secolare e conosciuto anche per le difficoltà che la sua lavorazione comporta. Come ha adattato questa nuova materia alla sua arte? “Questa è la prima volta che realizzo le mie opere in marmo. Passando al marmo intraprendo un percorso che rappresenta un ritorno alla natura, alla purezza. La roccia, all’origine di quel processo industriale dal quale il metallo viene estratto, è opera della natura stessa, incontaminata dall’intervento umano. Inoltrandomi nella cava per la selezione dei blocchi di marmo, dal quale ricavare le mie opere, ho vissuto un’emozione unica, surreale, che mi ha lasciato senza respiro. Lavorando il marmo ed osservando l’opera prendere forma, si avverte una sensazione di massima potenza, un’esperienza divina”. 17/02/16 10:45 4 Il Comune di Stazzema incontra la comunità in vista della stesura dei PAB P Una partita ancora I da gioca re T Maurizio Verona, primo cittadino di Stazzema, Comune dell’Alta Versilia in Provincia di Lucca di Ardelio Pellegrinotti Con l’approvazione di tre provvedimenti, la legge 65 del 2014, il Piano Paesaggistico e la legge 35 del 2015, si è definito il terreno legislativo e di competenza delle attività estrattive della Toscana. Con questi provvedimenti, approvati dal Consiglio Regionale tra il 2014 e il 2015, si è dato finalmente certezza all’attività estrattiva del marmo anche nelle Alpi Apuane, cosa che, soprattutto nelle aree Parco, era messa in dubbio. La legge 65 del 10 novembre 2014, che riguarda le norme del territorio, introduce i Piani Attuativi dei bacini estrattivi delle Alpi Apuane che diventano obbligatori e necessari per le future autorizzazioni estrattive. Essi conterranno anche le previsioni di quantità e qualità del marmo che verrà estratto nei prossimi anni nei bacini marmiferi. I piani attuativi di iniziativa pubblica o privata devono essere approvati entro maggio del 2017 dai Comuni interessati, con parere obbligatorio di una conferenza dei servizi indetta dalla Regione. Il Piano Paesaggistico definisce la compatibilità paesaggistica delle attività estrattive salvaguardando i crinali, le vette e i versanti integri, le aree umide e i circhi glaciali, individuando i procedimenti autorizzativi e ponendo attenzioni e divieti sopra i 1200 metri. La legge 35 del 2015 è la legge di settore che definisce e disciplina le attività estrattive. Tutto dovrebbe essere semplice e comprensibile, ma nella realtà non è così. Il sovrapporsi dei tre provvedimenti ha creato diverse interpretazioni e incomprensioni, mettendo in difficoltà i responsabili dei procedimenti che dovrebbero rilasciare le autorizzazioni per le varianti e per gli ampliamenti di attività estrattive esistenti. Diverse sono le autorizzazioni ferme con attività che si sono fermate e molti occupati in cassa integrazione. Per risolvere questi problemi nei mesi scorsi si è lavorato ad una proposta di circolare interpretativa proposta dai Sindaci dei Comuni interessati. Proposta presentata e discussa in vari incontri con l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, con i tecnici della Regione, dei Comuni e del Parco delle Alpi Apuane. Molti punti sono stati condivisi, altri ancora oggetto di approfondimenti. Continueremo a lavorare nei prossimi giorni per migliorare il testo per chiarire e semplificare le procedure delle varie autorizzazioni nel rispetto dell’impostazione del Piano Paesaggistico che è soprattutto teso alla tutela e valorizzazione del Paesaggio, ma anche nel dare certezza ai diritti di un’attività riconosciuta e sancita nel PIT, un’attività che deve essere certezza economica per gli imprenditori e i lavoratori, ma anche per le intere comunità e un’identità peculiare delle Alpi Apuane. Chi pensa di chiudere le cave di marmo nelle Alpi Apuane si rassegni. Il Piano Paesaggistico prevede anche l’apertura di nuove attività estrattive e la riattivazione di cave dismesse una volta approvati i piani attuativi da parte dei Comuni. E questa è la partita vera, seria che abbiamo davanti e il tempo non è molto. Cosa sono i PAB Il piano attuativo a scala di bacino è uno strumento introdotto con la delibera del consiglio regionale 58 del 2014 che definisce le quantità sostenibili da estrarre e le relative localizzazioni all’interno delle singole cave nelle zone vincolate paesaggisticamente. La pianificazione delle cave entra, così, a far parte del governo del territorio, coinvolgendo gli enti locali finora chiamati a recepire le norme degli strumenti regionali senza poter partecipare direttamente alle scelte e alle politiche da attuare. Piani di bacino, Stazzema avvia l’iter Approvato il PIT dalla Regione, l’attenzione è ora concentrata sui piani di bacino. Infatti, i comuni all’interno del Parco delle Apuane sono chiamati a realizzare il documento entro Maggio 2017. Tra i primi ad intraprendere un confronto pubblico vi è il Comune di Stazzema che ha promosso un incontro a Levigliani lo scorso Luglio. “Consapevole del ruolo fondamentale della filiera del marmo - ha dichiarato il sindaco Maurizio Verona - il nostro comune ha promosso questo incontro per raccogliere suggerimenti e procedere con i cosiddetti piani attuativi, strumento innovativo che la Regione ha introdotto per definire le quantità̀ sostenibili da estrarre e le relative localizzazioni all’interno delle singole cave nelle zone vincolate paesaggisticamente”. Stazzema ha sottoscritto un accordo con le aziende che hanno sede nel territorio comunale poiché sarà necessario il coinvolgimento di esperti con incarichi esterni, finanziati direttamente dalle aziende che daranno un contributo economico. Un processo partecipato, dunque, di cui il Comune è capofila. “Ora più che mai - sostiene Verona - dobbiamo riconoscere il valore dell’economia del lapideo, per evitare lo spopolamento del territorio montano”. Concetti ripresi con passione da Daniele Poli, Presidente della Cooperativa Condomini, che ha ribadito il ruolo dei PAB come la possibilità di ridare certezze al proseguimento del lavoro dopo mesi di vessazioni. Un appello al buon senso e all’unione dell’intera comunità per far crescere anche il sistema turistico culturale. E di cultura ha parlato anche Fabrizio Palla, capo gruppo sezione lapidei Confindustria Toscana Nord, “la caratterizzazione delle nostre aziende sui mercati internazionali è data dai marmi locali; se perdiamo i materiali, perdiamo anche la nostra forza in una lenta e inesorabile decadenza dell’economia locale. E’ necessaria una ricaduta positiva della nostra attività sul territorio”. VersiliaProduce, periodico d’informazione a cura di Cosmave Redazione e Amministrazione: Via Garibaldi 97 Pietrasanta (LU) Registrato al Tribunale di Lucca al nr. 592 il 06.08.92 Fotocomp. e stampa Kosana Sas, Pietrasanta (LU) Nr. chiuso in redazione il 10.08.2016 Tiratura: nr. 1.500 copie Direttore Responsabile Claudio Romiti Comitato di redazione composto da: Loris Barsi, Stefano Caccia, Carlo Milani, Fabrizio Palla, Giuliano D’Angiolo, Fabrizio Rovai, Stefano De Franceschi, Claudia Aliperto, Agostino Pocai 5 Daniele Poli è il Presidente della Cooperativa che ha sede a Levigliani di Stazzema (Lu) Condomini Esempio di attenzione per il territorio la comunità Il PIT azzera una storia secolare Il Presidente della Cooperativa Condomini di Levigliani, Daniele Poli si è battuto in prima linea per la difesa delle imprese e dei lavoratori, anche sul fronte PIT fin dalla stesura della sua prima bozza. Poli ha sempre rimarcato l’importanza del proseguo dell’attività estrattiva a fronte dei “molti punti critici del documento, ignorati nonostante le osservazioni del Coordinamento Imprese Lapidee in consiglio regionale, in particolare gli errori cartografici e le dimenticanze delle schede di bacino. Sono stati oltre 40 i ricorsi presentati dai diversi settori produttivi della Regione, segno evidente delle mancanze del PIT che produrranno effetti devastanti sul proseguo delle attività. Filiera reale Le nostre aziende sono l’eccellenza mondiale e realtà presenti in Versilia, come la ditta Henraux, la Coop. Condomini e la società Pietra del Cardoso, costituiscono la vera filiera del territorio”. Poli ribadisce, infine, come la Coop Condomini abbia investito sul territorio: “L’attività estrattiva incentiva e finanzia altre attività fondamentali per il territorio legate all’Antro del Corchia e delle Miniere d’Argento Vivo che si possono visitare e che costituiscono una realtà locale turistica consolidata”. Cave&Comunità Da sempre costante l’attenzione per la comunità da parte della Condomini, viste anche le caratteristiche naturali uniche del sottosuolo e in particolare dell’antro del Monte Corchia, la grotta più profonda e vasta d’Europa. E’ stata fatta una scelta precisa, allo scopo di salvaguardare questo sistema e garantire un domani alle generazioni che seguiranno: meno produzione, più prezzo, più qualità, più futuro. Così, negli anni, il paese di Levigliani è cresciuto di pari passo con l’attività della Condomini che ha saputo consolidare la sua identità e trasformarsi, nel sostenere l’economia e diventare una voce importante dell’intero comprensorio apuo-versiliese. Le condizioni economiche del paese e dei cavatori sono migliorate grazie all’introduzione delle nuove tecnologie che hanno portato ad una graduale riduzione della fatica e dei tempi di produzione, sempre nel rispetto assoluto del contesto naturale. La Condomini ha più volte sostenuto - e continua tutt’oggi - le opere pubbliche del paese, contribuendo all’apertura di un ulteriore tratto di grotta e allo sviluppo di altre attività, non solo quelle del marmo. C’è la consapevolezza che il Monte Corchia conserva un marmo antico di oltre 30milioni di anni che deve essere valorizzato e apprezzato a livello internazionale. Diverse le varietà presenti, le Brecce Medicee, il Venato Corchia, Arabescato Corchia e Skyros Corchia, tutti materiali che rivestono e decorano le costruzioni più prestigiose del mondo. 6 Il primo blocco segnò l’inizio di un’avventura fatta di fatica e coraggio Il primo blocco Condomini La strada dei marmi Tre chilometri di tracciato a 1500 mt. di altezza sul livello del mare per collegare il Monte Corchia al Passo Croce. Una strada privata realizzata negli anni Settanta costata all’epoca 150 milioni di lire. Un lavoro impegnativo e massacrante, si ricorda nel volume Lavorare Liberi, che comprese anche l’escavazione di tre gallerie, lunghe 50 metri ciascuna, e che fu realizzato interamente dalle maestranze della Cooperativa. La strada fu inaugurata a tempo di record un anno dopo, Il 5 Ottobre 1958 Levigliani e la Condomini festeggiano l’arrivo del primo blocco estratto dalla Cava Tavolini. La notizia si diffuse in tutta la Versilia aggiungendosi ai risultati già ottenuti sulla via della lizza e della teleferica. Il paese accolse il blocco con una vera e propria festa, segno di una prima quando il paese fu testivittoria e monito per proseguire sul cammino intrapreso. mone del primo passaggio di un blocco su trattore. Momento storico che vide archiviare la pratica della lizzatura per sempre. Il museo Tra le numerose iniziative sul territorio, si annovera anche l’apertura del Museo Lavorare Liberi. Inaugurato proprio il 5 Ottobre 2008, per il 50° anniversario del primo blocco estratto e traportato in paese. Un luogo suggestivo, denso di antica tradizione, dove sono raccolti documenti storici, fotografie e testimonianze. Si tratta di un piccolo gioiello ospitato nell’edificio dove un tempo sorgeva il panificio del paese. 7 Il volume “Lavorare Liberi” conserva la memoria storica della Cooperativa Condomini Una storia che dura da 60 anni Il libro La memoria è quanto di più prezioso conserva la Condomini. Per questo motivo tutta la sua storia è stata raccolta con fotografie e testimonianze dell’epoca all’interno del libro “Lavorare Liberi”, progetto editoriale di cui è stata pubblicata una seconda edizione nel 2013. Il palcoscenico delle cave Dopo il riconoscimento del Presidente Napolitano, la storia della Condomini e le sue attività sono state spesso raccontate dai media locali e nazionali. La lotta per il lavoro, la riconquista della montagna, lo sforzo messo in campo per la costruzione delle infrastrutture sono gli elementi cardine di una storia unica. I cavatori Cavalieri della Repubblica sono stati più volte intervistati da giornali e televisioni per raccontare l’epopea della comunità intera. Le cave stesse del Monte Corchia sono state un vero e proprio palcoscenico, una location maestosa di set fotografici di alta moda, eventi mondani, documentari e film. Network televisivi da tutto il mondo hanno immortalato questi scenari. 8 La storia di una scultrice americana che scelse un blocco di marmo Bianco delle cave di Seravezza La lotta per l’uguaglianza scolpita nel marmo di Carrara ADELE JOHNSON Carrara, anno 1920: la scultrice americana Adelaide Johnson si incammina con il Signor Paolini, commerciante di marmi, verso la stazione. È impaziente di vedere il blocco per cui ha sborsato 500 dollari. Magra e minuta è ancora bella; da più di trent’anni aspetta di posare il suo scalpello sulla pietra. Otto buoi spingono il marmo che Adelaide ha scelto a Seravezza fino allo studio del Signor Biggi. Qui, il blocco viene posizionato su sostegni di legno e sembra riempire l’intera sala. Proprio così, il monumento che Adelaide aveva in mente da trent’anni avrebbe dominato lo spazio circostante. La scultrice guarda il marmo immaginando il punto esatto dal quale i tre busti sarebbero emersi. Anche i modelli in creta, raffiguranti le tre pioniere americane del suffragio femminile, sono arrivati da Pietrasanta. Tutto è pronto. Il 19 luglio, due sbozzatori sono al lavoro nello studio Biggi, tutto intorno al blocco si formano grossi pezzi bianchi: l’opera aveva avuto inizio. Personaggio interessante Adele Johnson: vegetariana, interessata allo spiritualismo e alla teosofia, nel 1884 è a Roma per studiare scultura. Nella città che aveva accolto Horatio Greenhough, Thomas Crawford, Wetmore Story e nella quale si erano formate Harriet Hosmer, Edmonia Lewis e Vinnie Ream, “the white marmorean flock,” per dirla con Henry James, la Johnson riuscì a farsi ammettere nello studio di Giulio Monteverde che di solito non accettava studenti. Con caparbietà aveva scelto il “suo maestro” e il ritratto in marmo come mezzo espressivo. Rientra a Chicago nel 1886 e incontra Susan B. Anthony, paladina dei diritti delle donne. L’idea di ritrarla insieme a Elizabeth Cady Stanton e Lucretia Mott, le altre di Maria Mattei grandi leader del movimento suffragista, nasce proprio da questo incontro. Sulle prime si tratta di realizzare tre busti singoli che saranno esposti alla Columbian Exposition di Chicago nel 1892, è certo, tuttavia, che fin d’allora un progetto più ambizioso si era fatto strada nella mente della scultrice. Adelaide voleva che le sue tre donne scolpite in un unico blocco di marmo di Carrara venissero collocate nella Rotunda del Campidoglio di Washington. L’idea rimane un sonno sino al 1920, anno in cui la scultrice incontra Alice Paul, Presidente del National Women Party che avrebbe sostenuto finanziariamente il suo progetto. Dal diario dell’artista, conservato nella Biblioteca del Congresso, sappiamo che il 22 Luglio è alle prese con il volto di Susan B. Anthony, il 28 i tratti di Lucretia Mott sono impressi nel marmo, il 16 agosto inizia a lavorare a Mrs. Stanton. Sarà pure un caso, ma pochi giorni dopo anche il Tennessee vota per il Suffragio; l’Emendamento alla Costituzione Federale è realtà. Il 31 agosto il lavoro degli scultori di Biggi sui tre busti è terminato. Adelaide si reca a Firenze ed è fortunata: il 7 Settembre un terremoto con epicentro in Lunigiana e Garfagnana scuote la zona. Quando rientra, due giorni dopo, trova lo studio chiuso. Le scosse continuano fino all’11, riesce a terminare l’iscrizione sul retro del monumento il 24 settembre. La realizzazione dell’opera le ha riservato non pochi problemi, nulla rispetto ai nuovi che dovrà affrontare una volta tornata negli USA. Le leaders del Partito che hanno finanziato il monumento non capiscono la sua scultura. Hanno visto le foto e vogliono dei cambiamenti, cosa che la scultrice non vuole fare. Il monumento sembra non finito, in realtà riflette il pensiero dell’autrice che vede la battaglia per l’uguaglianza con l’uomo ben lontana dall’essere terminata, Adelaide lo dice chiaramente lasciando il blocco grezzo, ma non viene capita. Persino alle spalle dei tre busti c’è una larga scaglia di marmo vivo e le interpretazioni si sprecano, le cattiverie pure. “Tre donne nella vasca da bagno”, questo l’appellativo riservato al lavoro giunto da Carrara. Nessuno aveva mai visto tre busti in marmo appollaiati su un enorme blocco informe di bianco. Anche l’iscrizione sul retro del monumento è un problema. Adelaide voleva che i visitatori potessero guardare l’anima delle pioniere senza essere distratti dalle parole, l’establishment del tempo le bollerà “blasfeme” e le cancellerà di lì a poco. L’Architetto del Campidoglio si scaglia contro l’opera che viene relegata, il giorno dopo la cerimonia inaugurale, nella cripta del Campidoglio dove rimase, in esilio, per 75 anni. Tre volte - 1928, nel 1932 e 1950 - il Congresso si rifiutò di liberare le tre pioniere dai sotterranei in cui erano rinchiuse. Finalmente, nel 1996, il “Portrait Monument” venne collocato tra i marmi della Rotunda, nel luogo simbolo della democrazia Americana. Adele Johnson non riuscì a vedere le sue donne tra i marmi in mostra nel virilissimo Pantheon Americano. Forse, oggi, sarebbe felice di sapere che Susan B. Anthony, Lucretia Mott e Elizabeth Cady Stanton possano dialogare con il Lincoln di un’altra pioniera della scultura, Vinnie Ream, a pochi passi da loro. 9 Visita ALIMAC Al via un’iniziativa editoriale per promuovere le aziende associate ed i loro progetti più importanti alla Le Alpi Apuane stilizzate che si incontrano fanno da sfondo al logo della ALIMAC. Nata dalla fusione delle due aziende Aliboni e Macchiarini Granulati, il nuovo marchio è attivo dal 2011 anche se le società erano legate da tempo. “Mio padre Gino era entrato a lavorare come dipendente alla vecchia Macchiarini Nello – spiega il figlio Maurizio Angelini, socio con il fratello Claudio e Luca Aliboni – che produceva granulati di marmo, il proprietario non aveva figli e propose a mio padre di rilevarla insieme a mio cugino Marino. L’a- zienda Macchiarini Granulati collaborava già con Aliboni Granulati, nata come azienda produttrice di mattonelle. Successivamente i nostri genitori hanno iniziato a collaborare e nel 2011 con Luca Aliboni siamo subentrati alla guida, questo ha favorito la fusione delle due aziende che avevano sempre mantenuto una ragione sociale separata. Abbiamo creato il nome ALIMAC che unisce le iniziali delle aziende originarie”. Con il cambio generazionale l’azienda ha deciso di puntare sull’innovazione tecnologica, realizzando un nuovo impianto per la produzione di micro granulati. “È denominato Monte Forato perché la sede si estende parallela alla statale Aurelia da dove si possono ammirare le nostre montagne – spiegano i titolari – l’edificio è molto più alto del precedente con un impatto visivo notevole e al momento della sua costruzione qualcuno si chiese se avrebbe coperto il monte Forato che invece si può vedere nitidamente”. L’investimento è arrivato in un momento di crisi economica generale, una scelta decisamente in controtendenza. Il nuovo impianto ha permesso di mantenere costante la qualità del prodotto e di incrementare la produzione. “Abbiamo raggiunto standard elevati che ci consentono di garantire altà qualità ai nostri clienti – commentano – l’impianto è stato tarato sulla base delle nostre esigenze e oltre all’ingegnere, vi è una persona di riferimento che se ne occupa. Possiamo gestire le fasi di lavorazione mediante un software appositamente studiato per la realizzazione delle diverse granulometrie. Come avviene per il sarto, siamo in grado di cucire un ‘abito’ su misura e garantire prezzi competitivi. Il cliente non deve più adeguarsi a ciò che viene prodotto, ma possiamo accontentare le richieste, personalizzare il prodotto e implementarle. Abbiamo lavorato molto anche sulla comunicazione, sul contatto diretto con il cliente”. ROLL CRATE Roll crate è un marchio registrato ALIMAC: si tratta di reti elettrosaldate utilizzate per stoccare il materiale. Il vantaggio consiste nel fatto che il materiale contenuto all’interno è perfettamente visibile al cliente che può verificarlo con estrema facilità. Le gabbie sono realizzate interamente in azienda che ha oltre 30 addetti. Nella foto a sinistra Luca Aliboni, che si occupa degli acquisti, amministratore come Maurizio Angelini, responsabile commerciale, e Claudio Angelini, che segue la produzione L’impianto Monte Forato di ALIMAC permette di ridurre al minimo le movimentazioni del materiale, questo consente non solo un’emissione minore di polveri nell’atmosfera, ma anche una riduzione del consumo di gasolio 10 Lavori prestigiosi a Milano e Hong Kong Le aziende associate a Cosmave in evidenza Fondazione Prada Largo Isarco Milano Dietro la nuova sede milanese della Fondazione Prada c’è anche il lavoro di ALIMAC. Il palazzo, realizzato dalla Italcementi, sorge in Largo Isarco a Milano, progettato dallo studio di architettura OMA guidato da Rem Koolhaas, dal recupero di una ex-distilleria dei primi del Novecento. La vivace brillantezza di alcuni elementi architettonici è ottenuta grazie ai cementi bianchi di Italcementi. Per la Torre, edificio simbolo del nuovo Polo Museale, sono stati utilizzati i calcestruzzi architettonici bianchi: dall’i.flow un calcestruzzo autocompattante a bassa viscosità, che favorisce eccellenti risultati estetici all’i.design RoccaBianca utilizzato anche nei getti di solai, muri dritti e muri trave. La nuova sede amplia il repertorio delle tipologie architettoniche dedicate all’arte e in cui l’arte può essere esposta e condivisa con il pubblico. Caratterizzata da una configurazione architettonica articolata che comprende sette edifici preesistenti (magazzini, laboratori e silos) e tre nuove strutture (uno spazio espositivo per mostre temporanee, un ambiente multifunzionale e flessibile dotato di una sala cinematografica e una torre), la nuova sede è il risultato della trasformazione di una distilleria che risale al 1910. Per dare enfasi alla vecchia struttura, OMA ha previsto la totale copertura in foglie d’oro 24 carati di uno degli edifici preesistenti, lasciando scoperte solo le vetrate delle finestre. La brillantezza di alcuni elementi architettonici è ottenuta grazie ai cementi bianchi Italcementi miscelati con l’aggiunta di aggregati bianchi di Carrara. L’architetto Koolhaas ha disegnato inoltre gli spazi espositivi prevedendo pavimentazioni di tipo industriale con i.pro pavimix. ALIMAC ha fornito circa 11mila ton. di granulato per la realizzazione di calcestruzzo bianco. GRANULATI CIOTTOLI POLVERI DI MARMO Il contributo di ALIMAC ad alcuni dei lavori più prestigiosi realizzati in tutto il mondo da studi di architettura e aziende di settori collaterali, grazie alla fornitura di granulati, ciottoli e polvere di marmo. Per la ditta di Querceta (Lu) è la prova di un prestigio, di un’esperienza e di una tradizione consolidati nel tempo. Fornitura di 1925 Srl Palazzo Boccella Lucca Skyplaza Terminal Hong Kong Fornitura di Agglonord Srl Verso Marmomacc Dal 28 Settembre al 1 Ottobre All’Italian Stone Theatre va in scena il meglio delle tecnologie e del design made in Italy. Alla nuova edizione di Marmomacc, che si svolgerà a Verona dal 28 Settembre al 1 Ottobre, segnaliamo il padiglione numero uno curato dal designer e docente Raffaello Galiotto e dall’architetto Vincenzo Pavan. “Lo spazio è stato realizzato con un finanziamento dell’ICE – spiega Galiotto – all’interno del padiglione troviamo aziende italiane che si occupano di software, materiali, macchine e designer che hanno progettato oggetti sperimentali”. Tre le mostre visitabili al pubblico: 50 Years of Living Marble che raccoglie il meglio dei prodotti di design in marmo per fare il punto della situazione su quanto realizzato finora. Poi la New Marble Generation con dodici prodotti sperimentali, tra i designer partecipanti anche Paolo Ulian e l’architetto Giuseppe Fallacara, realizzati con aziende rigorosamente italiane che si sono rese disponibili ad indagare come le macchine contribuiscano al design litico e come il marmista usi le tecnologie per produrre oggetti da immettere sul mercato. A corredo delle esposizioni, anche un convegno sulle opportunità del design litico e le future tecnologie. Infine, la mostra The Power of Stone, dieci opere sperimentali che mostrano sfide moderne e affrontano la lavorazione all’estremo delle possibilità. Ad ogni opera hanno collaborato aziende di estrazione, trasformazione, produttrici di utensili e software, insomma tutta la filiera. Presenti tra queste anche le aziende Henraux, associata Cosmave e Omag, supporter del nostro giornale. 11 Le storie di talenti italiani che hanno costruito aziende di successo Il territorio, la forza di Pedrini Nella foto Giambattista Pedrini, Amministratore Unico di Pedrini Spa Posizione strategica e amore per il territorio Negli anni ‘60 Pedrini si mette in proprio Nuove tecnologie, c’è ancora molto da inventare Ha festeggiato da poco i 50 anni di attività, nella sede di Carobbio degli Angeli, in provincia di Bergamo. Pedrini ha all’attivo una produzione che esporta in tutto il mondo ed è tra i marchi italiani che hanno fatto della territorialità un punto di forza. Intervistiamo il figlio, Giambattista Pedrini. In questi anni non avete ceduto alla tentazione di delocalizzare? “Nel 1991 la Pedrini tentò la strada della delocalizzazione aprendo un’azienda in India per coprire il mercato del nord del paese. La diversa comunicazione e i numeri della nostra produzione hanno mostrato che probabilmente i tempi non erano maturi per questo passo, pertanto dopo due anni il progetto si concluse. Tutt’oggi la Pedrini continua a svilupparsi nella sede storica ritenendo la delocalizzazione non necessaria”. Avete puntato sulla filosofia della glocalization, il legame con il territorio è ancora determinante? “La sede della Pedrini si trova da sempre in una posizione strategica sia per quanto riguarda la viabilità sia per quanto concerne il rapporto con i fornitori esterni ed è circondata da un importante tessuto economico-meccanico”. L’avventura per- sonale di Pedrini nasce negli anni Sessanta, come a volte succede, da operaio poi è seguito il successo con l’attività in proprio. Con quale spirito decise di mettersi in gioco come imprenditore? “Negli anni Sessanta la vocazione all’imprenditoria era presente in molti giovani dell’epoca. Luigi Pedrini iniziò la sua attività imprenditoriale con lo spirito innovatore e la voglia di sperimentare e intraprendere sempre nuove sfide che hanno portato l’azienda al successo attuale”. Oggi un giovane che avesse l’ambizione da imprenditore avrebbe le stesse possibilità e occasioni che vi erano allora quando ha iniziato Pedrini? “Un giovane con l’ambizione da imprenditore oggi ha difficoltà diverse rispetto al passato in quanto deve confrontarsi con realtà imprenditoriali storiche ormai di successo. Per imporsi oggi bisogna creare novità, qualcosa di diverso rispetto alle tecnologie attuali”. La Pedrini vanta alcuni primati, come l’aver introdotto la prima sezionatrice a nastro per granito. Quanto investite in ricerca e perché credete nello sviluppo di questi progetti? “Siamo sempre stati all’avanguardia nella produzione di macchinari per la lavorazione della pietra, raggiungendo importanti successi prima nell’ambito delle tiles e poi in quello delle lastre. Crediamo nell’innovazione e nello sviluppo tecnologico investendo da anni nel Centro di Ricerca e Sperimentazione che verrà rimodernato entro la fine dell’anno”. In termini di tecnologia ormai sembra che sia rimasto ben poco da inventare. Quanto è stato difficile mantenere la leadership sul mercato? “C’è molto da inventare ancora. Mantenere la leadership è difficile, bisogna evolversi costantemente ricercando soluzioni sempre più performanti”. A quale nuovo progetto state lavorando? “La continua ricerca di soluzioni tecnologiche che si adeguino al costante evolversi dei mercati internazionali ha portato alla realizzazione di impianti all’avanguardia sia per quanto riguarda il taglio dei blocchi con le nuove Multiwire Jupiter GS220 da marmo e granito, sia per quanto riguarda la lavorazione della pietra con lo sviluppo della tecnologia a microonde che, accelerando il processo di risanamento, consente la levigatura, resinatura e lucidatura delle lastre a ciclo continuo”. Moby Dick vince il Premio Henraux La premiazione di Daniele Guidugli, (il secondo da destra), nel corso del party presso la sede Henraux. La serata è stata animata da Philippe Daverio e Dario Vergassola Daniele Guidugli con l’opera “Moby Dick” vince la terza edizione del Premio Internazionale di Scultura Fondazione Henraux in memoria di Erminio Cidonio. Podio anche per Kim De Ruysscher con “Il Canotto” e Mat Chivers con la scultura “Newave”. Il lavoro di Guidugli è composto di 5 gigantesche vertebre di balena, in marmo Bianco Statuario dell’Altissimo, che rievoca, proprio per il suo colore, l’animale protagonista del romanzo di Melville che spinge il Capitano Acaba alla caccia, “proprio come lo scultore - dice Guidugli - che è sempre alla continua e drammatica ricerca del bianco sempre più bianco, perfetto e candido”. Dopo la premiazione delle opere vincitrici, la serata è proseguita con una cena a cura del ristorante “Filippo” e con musica dal vivo che ha divertito i 400 ospiti dell’Henraux nello stabilimento dell’azienda di Querceta (Lu) lo scorso 23 luglio. ORMIG S.p.A. PIAZZALE ORMIG 15076 OVADA (AL) ITALY TEL. (+39) 0143.80051 r.a. FAX (+39) 0143.86568 E-mail: [email protected] [email protected] www.ormig.com www.pickandcarry.com 12 Rinnovo contratto Il ricordo nazionale del lapideo di Paolo Maremmani Paolo Maremmani è scomparso lo scorso giugno all’età di 71 anni. Paolo era un noto industriale del marmo, gestiva l’azienda storica di Vallecchia, la Maremmani Cesare Srl. Parenti ed amici lo ricordano come un uomo generoso e spontaneo, doti che lo avevano fatto apprezzare in famiglia, con due figli, e nella comunità. Maremmani era una figura amata al Forte dei Marmi, dove era molto conosciuto. Oltre all’azienda per la quale era stato anche insignito del titolo di Cavaliere del lavoro, è stato un grande appassionato di sport. Ha ricoperto la carica di presidente dello Yachting Club Forte dei Marmi e quella di dirigente dell’Unione Sportiva Forte dei Marmi ma, soprattutto il mondo hockeistico lo aveva avuto, fin dai tempi del “Prato verde”, come assiduo sostenitore. Nella notte tra il 27 e il 28 giugno è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del ccnl dei materiali lapidei. Il contratto è stato sottoscritto da Confindustria Marmomacchine e Anepla da parte datoriale e Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil da parte sindacale. L’intesa è stata raggiunta dopo una lunga e faticosa trattativa, con la costante partecipazione di rappresentanti delle Associazioni Industriali del territorio apuo-versiliese (Lucca e Massa Carrara), che ha visto ben 11 incontri che hanno fatto registrare anche momenti di notevole tensione e hanno richiesto capacità di equilibrio e mediazione da ambo le parti. Le difficoltà sono state rappresentate dalla presentazione di una piattaforma sindacale con contenuti particolarmente pesanti sia sotto il profilo economico sia normativo. Per l’aspetto economico le richieste, oltre ad un incremento salariale di 142 euro, prevedevano altre 13 modifiche, con pesanti riflessi per le aziende, quali ulteriori giorni di ferie, aumento di indennità varie, ecc. Le richieste normative erano invece incentrate soprattutto sulla volontà di annullare gli effetti del Jobs Act e di porre una serie di vincoli aggiuntivi all’operatività delle aziende. La trattativa, lunga e difficile, ha consentito di superare una serie di condizionamenti sindacali di natura politica e di raggiungere un risultato da ritenere positivamente equilibrato, come confermato anche dal comunicato delle Segreterie nazionali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Per la parte economica l’incremento previsto per il salario è di 103 euro (categoria C), con la tranche maggiore (53 euro) collocata negli ultimi mesi di vigenza contrattuale. Sono stati, inoltre, ritoccati i contributi ai fondi previdenziali contrattuali, Altea ed Arco, per adeguarli a quanto già previsto negli altri settori delle costruzioni. Per la parte normativa particolarmente significativa, vista la particolare situazione e l’attenzione anche del mondo aziendale ai temi della sicurezza, è la previsione di 16 ore di formazione preventiva aggiuntiva per i nuovi assunti nel settore e di 4 ore per i neoassunti già operanti in aziende del comparto. Importante anche l’istituzione di una commissione per l’esame dell’inquadramento del personale, i cui risultati, non ancora neanche ipotizzabili, i sindacati chiedevano fossero operanti già nell’ambito di questo contratto, ma che invece, tutti peraltro ancora da definire, sono stati rimandati al prossimo. Da ricordare, infine, le previsioni in materia di formazione professionale, nonché il recepimento, nell’ambito del contratto, di normative europee o nazionali e l’adeguamento di varie norme alle mutate disposizioni legislative.