IL DIABETE E LA CRISI IPOGLICEMICA

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IL DIABETE E LA CRISI IPOGLICEMICA
IL DIABETE E LA CRISI IPOGLICEMICA.
Il diabete è una malattia cronica causata da un difetto nella produzione
o nell’azione dell’insulina, una proteina prodotta dal pancreas ed immessa nel
sangue per poter raggiungere tutti gli organi e i tessuti dove svolge la funzione
di favorire il deposito dei carboidrati, in particolare il glucosio, introdotti con
l’alimentazione. La glicemia, cioè la concentrazione del glucosio nel sangue,
risulta dall’azione contrapposta dell’insulina, che tende a farla diminuire, e dei
cosiddetti ormoni controinsulari che tendono a farla aumentare. In caso di
insufficiente azione dell’insulina prevale l’effetto di questi ultimi e la glicemia
aumenta, sia dopo pasto che a digiuno, il glucosio si accumula nel sangue e,
oltre una certa concentrazione, si riversa nelle urine.
Il soggetto affetto da diabete, pertanto, è caratterizzato dall’avere il
glucosio del sangue (glicemia), a digiuno e dopo pasto, tendenzialmente al di
sopra dei valori considerati normali e, se sopra certi limiti, presente anche
nelle urine. In conseguenza di ciò il paziente è portato a perdere acqua cui
consegue l’aumento della produzione di urine e lo stimolo a bere (poliuria e
sete, i più caratteristici sintomi del diabete).
In un soggetto sano, dunque, il glucosio non si ritrova nelle urine ed i
valori normali della glicemia risultano essere compresi tra 60 e 110
mg/dl. Il diabete è caratterizzato da valori di glicemia a digiuno uguali o
maggiori di 126 mg/dl.
Per mantenere nei limiti della norma la glicemia di un diabetico, al fine di
prevenire le complicanze derivanti dall’eccesso di zucchero nel sangue, si
utilizzano farmaci (i cosiddetti antidiabetici orali) e/o l’insulina a seconda del
tipo di diabete. Questi presidi, associati ad un opportuno regime dietetico e al
movimento fisico, consentono al paziente di tenere la malattia sotto controllo,
evitando oscillazioni della glicemia verso l’alto – iperglicemia - o verso il
basso - ipoglicemia. Queste sono situazioni in cui un diabetico può incorrere
per varie ragioni ma, comunque, da evitare, in particolare la seconda poiché
particolarmente pericolosa per la vita del paziente stesso. Pertanto la
cosiddetta crisi ipoglicemica costituisce una possibile emergenza in cui si può e
si deve intervenire.
Si definisce ipoglicemia il livello di glucosio nel sangue al di sotto di 60
mg/dl. Man mano che la glicemia si abbassa, scendendo al di sotto dei 45
mg/dl, compaiono sintomi via via più gravi fino al coma e alla morte: una
glicemia uguale o inferiore a 20 mg/dl è, infatti, incompatibile con la vita.
L’ipoglicemia è una condizione di sofferenza generalizzata per il corpo perché
viene improvvisamente a mancare un “carburante” essenziale, il glucosio, ma
l’organo che soffre per primo ed in misura maggiore è il cervello che più
necessita di glucosio per funzionare. L’organismo reagisce all’ipoglicemia con la
secrezione dei cosiddetti ormoni dello stress (adrenalina, cortisolo e glucagone)
che hanno lo scopo di far alzare la glicemia contrastando l’effetto dell’insulina,
e per questo sono detti controinsulari. I primi sintomi dell’ipoglicemia sono
proprio legati all’azione degli ormoni dello stress; in seguito i sintomi riflettono
la sofferenza, dapprima lieve e poi sempre più grave, del cervello.
I sintomi dell’ipoglicemia :
lievi (ipoglicemia leggera): sudore freddo; tremore; pallore;
palpitazioni (tachicardia, polso accelerato); senso di
fame; debolezza
seri (sofferenza cerebrale): difficoltà a concentrarsi e a
riflettere; confusione mentale; torpore; sonnolenza
invincibile oppure eccitazione ed aggressività
gravi: perdita di coscienza fino al coma (cosiddetto
ipoglicemico) e la morte.
Allorché l’ipoglicemia sopravviene durante il sonno, il malato
generalmente si risveglia ma non sempre è in grado di capire che ha
urgentemente bisogno di zucchero e pertanto necessita di aiuto.
Le cause più frequenti di ipoglicemia sono: un’attività fisica inconsueta,
la riduzione degli alimenti o la mancata assunzione in presenza di terapia,
blocco della digestione (nausea e/o vomito), errori nella somministrazione dei
farmaci o dell’insulina, il consumo di alcool non accompagnato da altri cibi.
Qualora ci si trovi di fronte ad un soggetto affetto da diabete che
presenti i sintomi sopra elencati, anche solo nel sospetto che possa avere un
ipoglicemia in atto, occorre agire con tempestività per scongiurare l’aggravarsi
della crisi fino alle conseguenze più gravi. Ricordarsi che dare zucchero ad un
diabetico non fa mai male!!! Può però salvargli la vita.
Pertanto occorre fornire al soggetto, immediatamente zuccheri semplici
rapidamente assimilabili, ossia:
15 grammi di zucchero comune (un cucchiaio da minestra colmo)
oppure
una bustina di zucchero
oppure
tre zollette di zucchero
In alternativa:
un cucchiaio da minestra di marmellata o di miele
25 gr. di cioccolato
200 cc. di succhi di frutta, gassosa, aranciata, limonata, coca-cola
(purché non siano bevande light)
300 cc. di latte
25 gr. di frutta secca (uva passa, fichi secchi, datteri)
caramelle
Ovviamente vanno evitati i cibi per diabetici e assolutamente NON
somministrare alcolici!
La somministrazione di zuccheri in caso di crisi ipoglicemica è una misura
urgente e, lo ribadiamo, può salvare la vita del paziente; essi vanno introdotti
tempestivamente, prima che la comparsa di segni gravi di sofferenza cerebrale
ne impediscano l’assunzione, rendendo necessarie misure più complesse che
dovrà necessariamente attuare personale esperto (pronto soccorso medico).