Apri - Gruppo Antimafia Pio La Torre
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Apri - Gruppo Antimafia Pio La Torre
Ordinanza custodia cautelare, Operazione Staffa, Napoli, giudice Isabella Iaselli N. 11341/10 N. 21600/11 N. 526/11 R.G. notizie di reato R.G. 35° G.I.P. R.O.C.C. TRIBUNALE DI NAPOLI UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI UFFICIO XXXV ORDINANZA CUSTODIA CAUTELARE (*) (Artt. 272 e segg. c.p.p) Il giudice Isabella Iaselli, esaminata la richiesta avanzata in data 27.5.11 dal Pubblico Ministero dr. Sergio Amato e Roberta Simeone nel procedimento n. 11341/10 per l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di: 1. Stolder Raffaele nato a Napoli il 05.03.1958 2. Bacciocchi Livio nato a San Marino il 23.06.1958 3. Carcas Regnaud Marika, nata a Benevento il 05.02.1979 4. Colurciello Salvatore (alias Giacchettell’) nato a Napoli il 24.12.1959 5. D’Amore Gennaro (alias ò Pescatore) nato a Brusciano (NA) il 12.01.1968 6. De Maio Luigi, (alias l’elettricista), nato a Napoli il 04.12.1954 7. Di Mauro Antonio nato a Napoli il 09.06.1951 8. Di Tella Francesco nato a Casal di Principe (ce) il 24.08.1966 9. Esposito Antonio nato a Napoli il 16.10.1978 10. Esposito Gennaro, (alias ò Capocchio), nato a Pomigliano D’arco (Na) il 26.05.1973 11. Ferraiuolo Gennaro (alias ò Trombone) nato a Napoli il 09.03.1972 12. Ferriero Patrizia nata a Napoli il 06.08.1960 13. Ferriero Rosaria nata a Napoli il 24.02.1963 14. Fiandra Bruno nato a Napoli il 28.03.1980 15. Giaquinto Giulio nato a Napoli il 27.09.1969 16. Improta Giuseppe nato a Napoli il 12.09.1979 17. La Manna Domenico nato a Palermo il 09.12.1961 18. Mango Vincenzo nato a Napoli il 01.01.1955 19. Marigliano Gaetano nato a Napoli il 06.02.1945, 20. Marotta Salvatore nato a Napoli il 12.10.1977 21. Panico Giustina (alias “Tina”) nata a Brusciano il 24.01.1972 22. Pannone Luigi (alias Piscitiell) nato a Napoli il 18.01.1986 23. Quinzio Nicola nato a Napoli il 24.09.1963 24. Salice Salvatore (alias ò Cavall) nato a Napoli il 22.11.1962 25. Santaniello Salvatore nato a Napoli il 17.01.1960 26. Schiavon Gianfranco nato a Padova il 25.03.1962 27. Simmi Fabio Luca nato a Roma il 28.09.1974 28. Vallefuoco Francesco nato a Brusciano (NA) il 22.06.1967 29. Zavoli Roberto nato a San Marino il 24.08.1951 30. Zonzini Oriano nato a San Marino il 22.07.1971 Indagati STOLDER - COLURCIELLO - FERRIERO ROSARIA - FERRIERO PATRIZIA - FIANDRA - IMPROTA - MANGO - MAROTTA - QUINZIO – GIAQUINTO – FERRAIUOLO - SANTANIELLO - DE MAIO a) per il delitto di cui all’art. 416 bis I, II, III, IV, V, VI comma c.p., per avere partecipato all’associazione di tipo camorristico denominata “clan Stolder”, promossa, diretta ed organizzata da Stolder Raffaele il quale, appena riottenuta la libertà, dopo oltre 16 anni di detenzione, preso atto del vuoto di potere creatosi all’interno del comprensorio della “Duchesca, Forcella e Maddalena”, conseguente ai numerosi arresti e pentimenti di diversi componenti di vari gruppi criminali inquadrati nei clan Giuliano, Mazzarella e Misso”, si prodigava per riallacciare i contatti con diversi soggetti pregiudicati, i quali, ognuno per proprio conto e nella consapevolezza della rilevanza causale del proprio apporto, realizzavano diverse azioni criminose finalizzate avvalendosi nella fattispecie della forza di intimidazione, del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva - in particolare, diretti: - alla consumazione di delitti contro la persona e contro il patrimonio, e comunque, finalizzati all’illecita accumulazione di ricchezza (sequestri di persona a scopo di rapina, rapine in danno di istituti di credito e gioiellerie, operate con la c.d. tecnica del “buco” attraverso la rete fognaria, estorsioni in danno di commercianti ed imprenditori, furti in appartamenti, traffico di stupefacenti, detenzione di armi, gestione di punti scommesse e di case destinate a cittadini stranieri e/o clandestini, usura, contrabbando di merci e di tabacchi lavorati esteri, riciclaggio e reimpiego di denaro proveniente da delitto, trasferimento fraudolento di valori, usura e false attestazioni finalizzate a ricevere finanziamenti in danno di agenzie preposte); - all’affermazione del controllo egemonico del territorio, realizzata anche attraverso l’azione di atti dimostrativi di forza; - ad acquisire in modo diretto e indiretto la gestione e comunque il controllo di attività economiche; - a programmare il traffico illecito di sostanze stupefacenti Con le circostanze aggravanti previste dai commi IV, V e VI dell’art. 416 bis c.p., trattandosi di associazione armata volta a commettere delitti, nonché ad acquisire e mantenere il controllo del territorio, mediante risorse finanziarie di provenienza delittuosa. Accertato in Napoli nel maggio 2009 con condotta perdurante MAROTTA b) del delitto di cui agli artt. 110, 112 n. 1, 628 c. 1 e 3 n. 1 e 3 bis c.p. perché, in concorso ed unione con altre persone allo stato non identificate, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, accedendo mediante rete fognaria presso la Banca Unicredit, sita in Napoli Piazza Medaglie d’Oro n. 32, con violenza e minaccia consistite nel puntare pistole del tipo semiautomatico nei confronti del direttore e dei dipendenti della banca, nel colpire con schiaffi al volto il direttore ed il cassiere collettore, nel costringere i predetti e gli altri bancari ad attendere l’apertura automatica delle casseforti, nel prelevare il denaro ivi custodito, si impossessava della somma di euro 393.909,41, sottraendola all’istituto bancario ove era depositata. Con le circostanze aggravanti di aver commesso il fatto in più persone riunite, in numero superiore a cinque, con armi, con il volto travisato ed in uno dei luoghi di cui all’art. 624 bis. c.p. In Napoli il 25.01.2008 b2) del delitto p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv., 110, 112 n. 1 c.p., 10, 12, 14 L. 497/1975 perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di commettere il delitto di cui al capo che precede, in concorso con altre persone allo stato non identificate, in numero superiore a cinque, illegalmente deteneva e portava in luogo pubblico un’arma comune da sparo, non meglio specificata. In Napoli il 25.01.2008 STOLDER - COLURCIELLO - DI MAURO - IMPROTA - QUINZIO FERRIERO PATRIZIA c) del delitto di cui agli artt. 56, 110, 112 n. 1, 624 bis, 625 nn. 2 e 5, 61 n. 5 c.p. perché, in concorso tra loro, effettuando vari sopralluoghi presso l’appartamento di proprietà di M. B., onde controllarne gli orari, munendosi di strumenti atti allo scasso quali grimaldelli, chiavi inglesi, forbici, lime ed attrezzi per limare le chiavi, nonché una chiave limata marca Silva che riusciva ad aprire la porta della predetta abitazione, introducendosi all’interno dell’edificio ove è posto l’appartamento, dividendosi i compiti, tra pali, esecutori materiali e coordinatori, compivano atti idonei diretti in modo non equivoco ad impossessarsi dei beni siti nel predetto appartamento, sottraendoli alla vittima che li deteneva, non essendo riusciti nell’intento per cause indipendenti dal proprio volere (intervento della P.G. operante). Con le aggravanti di aver commesso il fatto in cinque persone, profittando di circostanze di tempo (notte) e luogo (privata dimora) tali da ostacolare la pubblica e privata difesa, con mezzo fraudolento. In Napoli tra il 21 ed il 22 agosto 2008. STOLDER - FERRIERO ROSARIA - FIANDRA - IMPROTA d) del delitto di cui agli artt. 110, 628 c. 1 e 3 n. 1 e 3 bis c.p. perché, in concorso ed unione tra loro e con altre persone allo stato non identificate, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, con violenza e minaccia consistite nell’introdursi nello studio legale di S. V., nel puntare contro il medesimo e sua moglie Y pistole e coltelli, nel rovistare all’interno dell’appartamento e nella borsa della donna, si impossessavano dei beni ivi riposti, nonché delle chiavi dell’abitazione delle vittime, sottraendo gli oggetti alle medesime che li detenevano. Ulteriormente, mentre alcuni si allontanavano per recarsi presso l’abitazione appena indicata onde perpetrare un furto poi non compiuto, altri piantonavano le due vittime nello studio. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone riunite, con armi, col volto travisato ed in uno dei luoghi di cui all’art. 624 bis c.p.; d1) del delitto di cui agli artt. 61 n. 2, 110, 605 c.p. perché, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, al fine di commettere il delitto di cui al capo precedente, privavano della libertà personale S. V. e Y; d2) del delitto p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv., 110 c.p., 10, 12, 14 L. 497/1974 perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di commettere i delitti di cui ai capi d) e d1), in concorso tra loro e con altre persone allo stato non identificate, illegalmente detenevano e portavano in luogo pubblico armi comuni da sparo, non meglio specificate. In Napoli il 25 settembre 2008 STOLDER – FERRIERO PATRIZIA - FERRIERO ROSARIA – FERRAIUOLO – FIANDRA - IMPROTA e) del delitto di cui agli artt. 110, 112 n. 1, 628 c. 1 e 3 n. 1 e 3 bis, 61 n. 5 c.p. perché, in concorso ed unione tra loro e con altre persone allo stato non identificate, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, con violenza e minaccia consistite nell’introdursi nell’abitazione di X, nel puntare contro il medesimo due pistole tipo Beretta, nell’intimargli di aprire la cassaforte e, al rifiuto del medesimo, nell’aprirla con la fiamma ossidrica, si impossessavano di beni e preziosi del valore di euro 130.000, sottraendoli alla vittima che li deteneva. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone riunite, in numero superiore a cinque, con armi, col volto travisato ed in uno dei luoghi di cui all’art. 624 bis c.p., nonché avendo profittato di circostanze di tempo (notte) e luogo (privata dimora) tali da ostacolare la pubblica e privata difesa e1) del delitto di cui agli artt. 61 n. 2, 110, 112 n. 1, 605 c.p. perché, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, al fine di commettere il delitto di cui al capo precedente, in numero superiore a cinque persone, privavano della libertà personale X ... , imbavagliandoli e legandogli polsi e caviglie con fascette di plastica; e2) del delitto p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv., 110, 112 n. 1 c.p., 10, 12, 14 L. 497/1974 perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di commettere i delitti di cui ai capi d) e d1), in concorso tra loro e con altre persone allo stato non identificate, in numero superiore a cinque persone, illegalmente detenevano e portavano in luogo pubblico due pistole tipo Beretta. In Napoli tra il 21 ed il 22 novembre 2008 STOLDER - FERRIERO ROSARIA - FIANDRA - ESPOSITO ANTONIO – MAROTTA -SCHIAVON f) per il delitto di cui agli artt.110, 56 e 628 co. 2 n. 1, 3 e 3 bis c.p., perché in concorso ed unione tra loro effettuando i sopralluoghi preventivi, predisponendo i mezzi necessari alla realizzazione del delitto e distribuendosi compiti e ruoli con modalità analoghe a quelle di cui alle precedenti imputazioni per procurarsi un ingiusto profitto compivano atti idonei diretti in modo non equivoco ad impossessarsi dei soldi e degli altri valori custoditi presso l’istituto di pegni denominato Finmazza così sottraendoli allo stesso che li deteneva, non verificandosi l’evento per cause indipendenti dalla loro volontà essendosi dati alla fuga per la presenza delle forze dell’ordine. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone riunite, in numero superiore a cinque, con armi, col volto travisato ed in uno dei luoghi di cui all’art. 624 bis c.p., nonché avendo profittato di circostanze di tempo (notte) e luogo tali da ostacolare la pubblica e privata difesa. In Napoli fino al dicembre 2008 STOLDER g) del reato p. e p. dall’art. 9 c. 2 L. 1423/1956 e succ. mod. perché, essendo sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di Napoli, in virtù del provvedimento n. 237/85 R.G.M.P. emesso dal Tribunale di Napoli Misure di Prevenzione in data 27.10.1986, modificato con decreto n. 369/86 del 28.02.1990 e confermato con decreto n. 9/91 del 28.05.1996 della locale Corte d’Appello, violava le prescrizioni impostegli. In Napoli e provincia dal marzo 2008 SALICE - SIMMI - MARIGLIANO h) per il delitto di cui all’art. 416 cc.p,. perchè si associavano tra loro e con altre persone non individuate all’esito delle indagini al fine di commettere una pluralità di delitti di truffa commessi ai danni di società finanziarie, di falso, questi ultimi connessi alla necessità di predisporre la documentazione necessaria per la consumazione dei primi, e di usura Accertato in Napoli nel maggio 2009 con condotta perdurante VALLEFUOCO FRANCESCO - BACCIOCCHI - CARCAS D’AMORE - DI TELLA - ESPOSITO GENNARO - LAMANNA PANICO - PANNONE - ZAVOLI - ZONZINI) per il delitto p. e p. dagli artt. 416 c.p. nonché 110 e 416 bis commi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6° e 8° c.p. perché quali componenti di una struttura criminale autonoma stabilmente dedita ad attività di riciclaggio e reimpiego dei profitti illeciti conseguiti da associazioni mafiose o comunque localmente denominate attive sul territorio nazionale nonché al recupero crediti realizzato anche mediante ricorso a minacce e violenze perpetrate prevalentemente con metodo mafioso proprio in ragione del sistematico richiamo del ruolo assunto dalla loro organizzazione fornivano un contributo esterno rilevante alla vita ed alle attività della organizzazione camorristica facente capo a Raffaele Stolder, meglio descritta nella imputazione sub a), atteso che Vallefuoco Francesco, capo promotore delle attività delittuose stipulava un patto illecito con lo Stolder al servizio della cui organizzazione e per i predetti fini metteva la struttura criminale a lui facente capo, agendo, altresì Bacciocchi Livio e Zonzini Oriano quali promotori per essere, rispettivamente, il maggiore azionista ed il direttore generale della Fincapital S.A., società finanziaria con sede nellaRepubblica di S. Marino impiegata per il perseguimento dei predetti fini illeciti, e, quindi, i dominus della relativa gestione, Zavoli Roberto quale associato residente nella Repubblica di S.Marino preposto, in particolare, ai rapporti tra il Vallefuoco ed il Bacciocchi nonchè quale socio insieme al primo della ZA.VA. Group, impiegata per il perseguimento dei predetti fini illeciti, Gennaro D’Amore e Gennaro Esposito quali associati alle dirette dipendenze del Vallefuoco impiegati per le numerose attività logistiche e di supporto del sodalizio loro affidate, in particolare, a Napoli, Di Tella Francesco quale stabile referente della struttura per le operazioni compiute nell’interesse dell’ organizzazione mafiosa denominata dei casalesi, Marica Carcas, quale associata in qualità di segretaria della ISES, società facente capo al Vallefuoco e da questi utilizzata in funzione della realizzazione degli scopi illeciti del sodalizio, quale preposta, nella consapevolezza del fine illecito delle sue azioni, alla gestione contabile, Panico, moglie del Vallefuoco, quale associata preposta alle necessarie attività logistiche e di supporto del sodalizio. Accertato in Napoli nel 2009 con condotta perdurante Per tutti con l’aggravante di cui all’art. 7 L. 203/1991, avendo commesso i reati diversi da quelli di cui al capo a) ed i) (limitatamente al delitto di cui agli artt. 110 e 416 bis c.p.) avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’operatività di clan mafiosi e camorristici, tra i quali ultimi quello facente capo a Raffaele Stolder Con la circostanza aggravante per Raffaele Stolder di cui all’art. 7 l. 575/1965 per avere commesso i reati mentre era sottoposto a misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. OSSERVA Premessa La complessità delle contestazioni La richiesta del P.M. si fonda sulla ricostruzione di tre distinte associazioni, ovvero quella che viene denominata clan Stolder, promossa e diretta da Stolder Raffaele subito dopo la sua scarcerazione nel 2009 (capo A); quella costituita da tre soggetti per la commissione di reati di truffa e di usura (capo H); quella promossa da Vallefuoco Francesco avente ad oggetto attività di riciclaggio e di estorsione per il recupero crediti vantati da organizzazioni di stampo camorristico (capo I). Ai soggetti accusati di essere promotori e partecipi di quest’ultima associazione, operante su tutto il territorio nazionale, viene contestato altresì di essere concorrenti esterni nel clan Stolder in relazione al contributo fornito all’attività del gruppo di Stolder Raffaele, in ragione di un patto stabile nel settore specifico del riciclaggio e del reimpiego di capitali provenienti da delitti emerso dalle intercettazioni disposte nel corso delle indagini. Già la pluralità e la complessità delle contestazioni relative ai reati associativi fa comprendere quale sia stato il gravoso impegno degli investigatori che, partiti da una intercettazione ambientale volta a comprendere l’assetto del clan Stolder dopo la scarcerazione del vecchio capo, si sono trovati di fronte 1) ad un gruppo immediatamente operativo, capace di commettere una serie di reati allarmanti, dei quali solo per una parte si sono raggiunti gravi indizi per specifiche contestazioni, sebbene le intercettazioni rivelino una più ampia attività delittuosa riguardante anche estorsioni in corso; 2) ad un “mare” di contatti che il capo ed i suoi uomini più fidati (via via individuati e sottoposti ad intercettazione) hanno mantenuto con altri gruppi criminali aventi una loro identità e tuttavia legati allo Stolder da collaterali patti di solidarietà, evidentemente accresciuti durante e/o a causa della lunga detenzione sopportata dal boss. Non è certamente opera semplice mettere ordine in una così vasta attività. Le richieste formulate dal P.M. impongono di verificare: 1) i gravi indizi in relazione alla configurazione attuale del clan Stolder, anche alla luce dei reati fine accertati; 2) i gravi indizi in relazione ai legami di tale clan con il gruppo Vallefuoco, analizzando altresì la esistenza in fatto di elementi per ritenere sussistente un’autonoma associazione come contestata, per poi passare alla questione giuridica sulla compatibilità della duplice contestazione (416 e 110, 416 bis c.p.); 3) i gravi indizi in relazione all’associazione di cui al capo H ed i suoi legami con il clan Stolder; 4) le individuali responsabilità di ciascuno degli indagati per i reati configurabili. Occorre, tuttavia, in via ancora preliminare, comprendere quale sia stato l’avvio delle indagini ed affrontare il tema della utilizzabilità delle intercettazioni, principale (anche se non unica) fonte degli elementi di accusa. L’avvio delle indagini L’esistenza di un clan camorristico denominato clan Stolder è stata storicamente accertata dalla sentenza di condanna emessa in data 17.7.1997 dalla VII Sezione Penale Corte di Appello di Napoli, passata in giudicato in data 20.07.1999, con la quale il medesimo Stolder Raffaele veniva condannato per l’associazione di tipo mafioso da lui organizzata ai fini della commissione di furti e rapine sfruttando la rete fognaria, nonché della commissione di reati nel settore degli stupefacenti, fatti commessi in Napoli nel novembre 1991 con condotta perdurante al momento dell’esercizio dell’azione penale. Tra i condannati figurano anche due indagati il cui coinvolgimento nella presente indagine emerge dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali, ovvero Ferriero Patrizia (la moglie) e Colurciello Salvatore (cfr. sentenza allegata agli atti). Come è agevole rilevare, la sentenza si ferma ad un periodo storico antecedente di ben dieci anni quello ora in contestazione con la formula “accertato nel maggio 2009 con condotta perdurante” e tuttavia il provvedimento divenuto irrevocabile attesta la esistenza sin dagli anni ‘90 di un gruppo camorristico promosso dallo Stolder, con l’ausilio della moglie, consentendo su tale base di innestare gli ulteriori elementi raccolti nel corso delle indagini richiamate nella richiesta del P.M., ovvero le intercettazioni e le contestuali tradizionali attività di investigazione (osservazione, pedinamento, controlli su strada ai fini della identificazione degli interlocutori delle conversazioni intercettate, acquisizione di documentazione, assunzione informazioni) svolte dal Centro Operativo della DIA di Napoli. Ed invero, proprio a seguito della espiazione della pena inflitta con la sentenza di condanna sopra ricordata, Stolder Raffaele in data 11.3.2008 è stato scarcerato. Nel medesimo contesto viene sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Napoli adottato nei suoi confronti dal Tribunale di Napoli Misure di Prevenzione, confermato dalla Corte di Appello in data 28.5.96 (cfr. provvedimenti in atti e verbale di sottoposizione alla misura datato 11.3.08 redatto presso il Commissariato di Sulmona). La circostanza è colta dagli investigatori per verificare l’attuale operatività del gruppo facente capo allo Stolder che, nonostante il periodo di detenzione del capo, aveva continuato a rimanere compatto sul territorio intorno alla figura della moglie del detenuto, Ferriero Patrizia, la quale (secondo quanto relazionato dagli investigatori) aveva anche subito in quegli anni un processo per aver indotto medici del Policlinico ad affermare la incompatibilità del marito con lo stato di custodia cautelare in carcere. Così i verbalizzanti organizzano un servizio di osservazione nel giorno in cui lo Stolder deve essere scarcerato, accertando che alle ore 10:15 circa si avvicina al cancello dell’Istituto Penitenziario, la Casa Circondariale di Sulmona (ove lo Stolder è ristretto), un’autovettura modello Opel Zafira 2.0 16v DTI, di colore grigio, targata CB ..., con a bordo quattro persone che si fermano a circa 100 mt. dall’ingresso del carcere. Alle ore 10:30 circa, si avvicina alla Opel un’altra autovettura modello Mazda 1.3 TD, di colore azzurro, targata DG ..., intestata a Stolder Alessio (figlio di Raffaele) con una sola persona a bordo. Tutti scendono dalle macchine e si fermano a parlare, poi effettuando una serie di telefonate con i propri telefoni cellulari. Alle ore 10:55, sopraggiunge una pattuglia di P.S. con i colori d’Istituto, più altra autovettura con targa di copertura, la quale si ferma dinanzi alla garitta di accesso all’Istituto di Pena, al fine di accompagnare lo Stolder Raffaele appena scarcerato presso il locale commissariato per la sottoposizione alla misura di sorveglianza. Nel momento in cui lo Stolder esce dal carcere, alcuni dei soggetti che erano a bordo delle auto sopra indicate si avvicinano per farsi notare dallo Stolder e ciò consente di procedere alla immediata identificazione dei presenti. Si accerta così che a bordo della Opel Zafira sono Ferraiuolo Gennaro, figlio di Stolder Antonietta (sorella di Raffaele), Ivone Gustavo (classe 1966), Ivone Gaetano (classe 1978) e Tubelli Biagio (classe 1968), mentre a bordo della Mazda è Stolder Alessio. Tutti sono invitati a recarsi presso il commissariato in via Sallustio, ove gli investigatori notano l’autovettura Lancia Y 1.3 MJ 16V, di colore blu, targata CY ..., da loro già conosciuta per essere in uso a Ferriero Patrizia, che infatti è a bordo dell’auto. A circa 100 metri, sulla carreggiata opposta, angolo via Cavriani, si notano due soggetti a bordo di una Fiat Punto, di colore bianco, targata CR..., intenti a guardare verso la Ferriero. Gli stessi sono identificati, previa intesa con la P.S. Sulmona, da una pattuglia all’uopo inviata, in Morra Giuseppe (classe 1952) passeggero e Improta Luigi (classe 1952) conducente. Alle ore 12:30, altra pattuglia di PS procede al controllo, sempre in via Sallustio, di autovettura Mini Cooper, targata CJ ..., con a bordo due soggetti, identificati in Stolder Alain, figlio di Raffaele e Imperatore Rosaria, nato a Napoli il 12.06.1984, ivi residente in C.so Garibaldi n.240, e Stolder Ivanfilippo, figlio di Raffaele e di Ferriero Patrizia, nato a Napoli il 02.05.1988, ivi residente in Vico Palazzo Due Porte n.16. Alle ore 13:30, Stolder Raffaele esce dal commissariato e sale a bordo dell’autovettura Lancia Y in uso alla moglie e insieme si recano in una strada adiacente ove incontrano tutti gli occupanti delle autovetture indicate, salvo Morra e Improta. Tutti, a bordo delle rispettive autovetture, si dirigono verso lo svincolo autostradale della Napoli/Roma e rientrano presso le rispettive abitazioni. Alle ore 18:00 del medesimo giorno, tuttavia, lo Stolder deve recarsi presso il Commissariato di P.S. di Napoli Vicaria Mercato come prescrittogli al momento della sottoposizione alla misura di prevenzione con obbligo di soggiorno. L’occasione viene colta dai verbalizzanti per installare a bordo dell’auto Lancia Y in uso a Ferriero Patrizia idonea apparecchiatura per captare le conversazioni ambientali autorizzate con decreto n. 1250/08 emesso dal G.I.P. in data 11.3.08 a convalida del decreto urgente disposto dal P.M. Le intercettazioni. Considerazioni preliminari sulla utilizzabilità Come già evidenziato sopra, l’indagine si sviluppa proprio sulla base delle intercettazioni che consentono di individuare e monitorare nel tempo le diverse utenze cellulari in uso allo Stolder nonché quelle in uso ai propri interlocutori. In via preliminare occorre verificare la correttezza delle operazioni compiute. Il P.M. ha depositato i decreti con i quali sono state autorizzate le intercettazioni, nonché gli atti allegati e richiamati nei predetti provvedimenti, dalla cui lettura si evince la piena utilizzabilità, sotto il profilo del rispetto delle regole procedurali, dell’attività svolta. Ed invero: - con decreto urgente 1250/08 emesso dal p.m. in data 11.03.08, convalidato ritualmente dal g.i.p., viene disposta l’intercettazione delle conversazioni all’interno dell’auto Lancia Y targata CY ... in uso alla moglie di Stolder Raffaele, Ferriero Patrizia, perché il marito appena scarcerato viene ritenuto dagli investigatori in contatto con i propri affiliati, nonostante la detenzione, proprio attraverso i colloqui con la moglie (a sua volta resasi molto attiva per ottenerne la scarcerazione anche con perizie false); - con decreto n. 1425/08 in data 21.3.08 è autorizzata la intercettazione sulla utenza fissa, installata presso l’abitazione dei coniugi Stolder, 081..., intestata al figlio Stolder Ivan Filippo, utenza rivelatasi utile per la individuazione delle ulteriori utenze entrate in contatto con gli Stolder che, secondo quanto comincia ad emergere dalla ambientale dell’auto Lancia, sono in fase di riorganizzazione; - sulla scorta delle emergenze delle predette intercettazioni è autorizzato, con decreto n. 1559/08, emesso in via urgente dal p.m. e convalidato dal g.i.p. in data 1.4.08, l’ascolto delle conversazioni sulla utenza 349 ... risultata in uso a Ferriero Patrizia; - con decreto 1636/08 emesso in data 4.4.08 in via urgente dal p.m. e convalidato in data 5.4.08 dal g.i.p. è disposta la intercettazione su tre utenze cellulari emerse dal monitoraggio della utenza fissa: 1) 331..., la prima delle numerose utenze cellulari in uso allo Stolder Raffaele; 2) 334 ... la utenza in uso a Ferraiuolo Gennaro, nipote di Stolder Raffaele in quanto figlio di Salvatore e Stolder Antonietta (sorella di Raffaele); 3) la utenza 333 ... in uso ad Esposito Antonio (nato il 16.9.78) titolare del bar in Piazza Principe Umberto 8/B, coniugato con Stolder Nunzia, figlia di Raffaele. Quest’ultima utenza è individuata sulla base della ambientale del 18.3.08 quando in auto Stolder Raffaele e la moglie commentano che devono parlare con Nunzia ed Antonio dal momento che quest’ultimo ha la possibilità di contattare un politico perché è “il periodo in cui si va a parlare con tutti i politici” (cfr. ambientale n. 93 ore 16.53 del 18.3.08) e dopo una settimana giunge sulla utenza fissa degli Stolder una telefonata di Antonio, genero dello Stolder, che usa in tale circostanza il numero cellulare sopra indicato; - con decreto 2232/08 del 15.5.08 è autorizzata la intercettazione ambientale presso l’abitazione dei coniugi Stolder essendo emerso dalle intercettazioni che la casa viene utilizza come luogo di incontro degli associati per discutere della organizzazione delle attività illecite in corso e, come si vedrà, è proprio questa una delle intercettazioni più importanti al fine di verificare l’operatività del gruppo; - con decreto 3053/08 del 4.7.08 è autorizzata, prima dal p.m. in via urgente e nella stessa data dal g.i.p., la intercettazione di numerose utenze, ovvero: 333 ...e 331... (intestate entrambe a soggetti inesistenti e ritenute in uso a Marotta Salvatore), 334 ... (in uso a Colurciello Salvatore), 339 ... (intestata a Carbone Carmelina ed in uso a tale Luigi, prima identificato in Improta Luigi e poi in Di Maio Luigi), 349 ...(intestata ed in uso a Mango Vincenzo), 334 ... (intestata ed in uso a Santaniello Salvatore), 339 ... (intestata ed in uso a Giulio Giaquinto), 334 ... (intestata ed in uso a Salice Salvatore). Le predette utenze sono state individuate sempre attraverso le intercettazioni sulla utenza fissa e sui cellulari in uso allo Stolder Raffaele, a seguito di contatti per fissare appuntamenti nella abitazione, che consentivano altresì agli investigatori di predisporre servizi di osservazione al fine di individuare coloro che fisicamente si recavano poi all’appuntamento. Unica utenza per la quale la individuazione dell’usuario inizialmente effettuata non ha trovato corrispondenza è quella relativa al Luigi che gli investigatori hanno ritenuto inizialmente di poter attribuire a Improta Luigi (identificato nel corso del servizio di osservazione organizzato nel giorno della scarcerazione dello Stolder Raffaele) anche se, poi, ascoltando le conversazioni e verificandone il contenuto con ulteriori indagini i medesimi verbalizzanti hanno verificato che la utenza è in uso a Di Maio Luigi, fabbro; - segue il decreto 3114/08 del 14.7.08 avente ad oggetto la nuova utenza in uso a Stolder Raffaele 331..., emersa dalle pregresse intercettazioni; - con decreto 3392/08 del 29.7.08 sono intercettate ancora due utenze cellulari, 339 ... e 366..., che lo Stolder usa alternativamente, a seconda degli interlocutori, sempre nella speranza di eludere eventuali controlli da parte degli investigatori, e deve dirsi che il tentativo resta vano proprio per la continuità con la quale gli investigatori procedono a monitorare le utenze che via via emergono come maggiormente significative ai fini della indagine in corso; - con decreto 3563/08 del 13.8.08 sono autorizzate le intercettazioni sulle utenze cellulari ulteriori emerse nel corso delle operazioni già in corso, ovvero 366 ... in uso a Stolder Raffaele (del quale ormai i verbalizzanti individuano la voce), 334 ... intestata alla società DIXON srl ed in uso a Marotta Salvatore, 338 ... intestata ed in uso a Tambone Eugenio, 331 ... intestata a tale Kapoor nato in India ed in uso a Fiandra Bruno, 331 ... intestato a tale Tharanga nato in India ed in uso a Improta Giuseppe, 338 ... intestata a De Luca Vincenzo ed in uso a tale Antonio, poi identificato nel corso dell’ascolto in Pangione Antonio, 340 ... in uso a tale Rosario non identificato, nonché le intercettazioni ambientali all’interno dell’auto Fiat 500 CS ..., auto notata dai verbalizzanti parcheggiata in via Niutta nei pressi del vico Palazzo a due Porte n. 16 ove si trova l’abitazione dello Stolder, risultata intestata a Del Prete Antonio e della quale si parla nel corso delle ambientali all’interno di casa Stolder; - segue il decreto 3879/08 adottato in via urgente dal P.M. in data 11.9.08 e convalidato dal G.I.P. in data 12.9.08, avente ad oggetto. 1) le utenze 333 ... e 338... in uso a tale Pippo identificato nel Castiglia Giuseppe controllato in data 8.9.08 nei pressi dell’abitazione dello Stolder; 2) 392 ... intestata alla società s.r.l. IN di Gattafoni Paola con sede in provincia di Macerata ed in uso a tale Mimmo, individuato in La Manna Domenico sulla base delle verifiche effettuate in data 27.8.08 presso l’Hotel Ramada ove il predetto Mimmo riferiva aver alloggiato, nonché sulla base di attività di osservazione presso l’abitazione dello Stolder in occasione di appuntamenti presi al telefono; 3) 335 ... intestata alla Impresit 2000 s.r.l. in uso a Vallefuoco Francesco, originariamente identificato nel Casciello Francesco; 4) 366 ... in uso a soggetto non identificato; - con decreto 4071/08 emesso in via urgente dal P.M. in data 23.9.08 e convalidato dal G.I.P. in data 24.9.08 sono intercettate le utenze: 1) 335 ... intestata ed in uso aBenedettini Moreno, 2) 347 ... intestata a Giardi Erik di San Marino ed in uso a tale Giovanni poi identificato in Abete Giovanni, 3) 335 ... intestata ed in uso a Zavoli Roberto, 4) 339 ... intestata ed in uso a La Manna Domenico, nonché le conversazioni in ambientale nell’ auto Alfa Romeo 147 DG ... nella disponibilità di La Manna Domenico e nell’auto Audi A6 San Marino J ... nella disponibilità di Vallefuoco Francesco; - con decreto 4589/08, emesso dal GIP in data 23.10.08 a convalida del decreto urgente del P.M., si intercetta la utenza 392... in uso a D’Amore Gennaro, cognato di Vallefuoco Francesco, la cui partecipazione ai fatti oggetto di indagine si evince dalla intercettazione della utenza in uso al Vallefuoco quando questi contatta il gruppo facente capo a Stolder inviando come intermediario il cognato Gennaro. In una occasione il medesimo Gennaro contatta per un appuntamento l’utenza in uso a Giaquinto Giulio, (già monitorata), con il cellulare sopra indicato che viene immediatamente sottoposto ad intercettazione; - con decreto 4643/08 il P.M. in via urgente in data 24.10.08 ore 14.55 dispone la intercettazione della utenza 334 ... in uso a Stolder Raffaele, emersa da un contatto con la utenza di D’Amore Gennaro, al quale pure lo Stolder suggerisce di cambiare le schede. Il decreto del P.M. è convalidato nei termini (25.10.08 ore 13.15) dal G.I.P.; - con decreto 4830/08 emesso in via urgente dal p.m. in data 4.11.08 e convalidato dal G.I.P. nella medesima data è intercettata, sempre sulla base dei contatti monitorati sulla utenza del D’Amore (che non ha ancora cambiato scheda), la utenza 366 ... intestata ad un soggetto nato in Ceylon ma in uso a Stolder Raffaele il quale gli riferisce di aver da poco in uso la utenza con la quale lo ha contattato e chiede all’interlocutore se ritenga “sicura” anche la sua; - con decreto 5070/08 emesso in via urgente dal P.M. in data 13.11.08 e convalidato dal G.I.P. in data 14.11.08 sono stati intercettate le utenze: 1) 334 ... intestato ad un soggetto nato in India ma in uso ad un soggetto con l’accento napoletano, emersa a seguito della intercettazione del cellulare monitorato di Stolder che prende contatti con un gruppo operante nella zona dell’Italia settentrionale per conto del quale il predetto soggetto con accento napoletano (non meglio identificato all’epoca) fa da tramite; 2) 366 ... in uso intestato ad un cingalese ma in uso a Ferriero Rosaria, cognata dello Stolder, la cui partecipazione attiva al gruppo emerge dalle indagini sulla rapina ai danni dell’avv. S. V.; - con decreto 5669/08 disposto dal G.I.P. in data 13.12.08 sono state autorizzate le intercettazioni sulle seguenti utenze individuate sulla base del monitoraggio delle utenze già intercettate: 1) 340... in uso a Stolder Raffaele (intestata a Manzo Giuseppe); 2) 331... in uso a Ferraiuolo Gennaro (intestata a Fresta Sebastiano; 3) 334... in uso a Colurciello Salvatore (intestata a Corvino Donato); 4) 334 ... in uso a Mango Vincenzo (intestata a soggetto straniero); 5) 366... in uso a Santaniello Salvatore (intestata a soggetto straniero); 6) 334... in uso a Fiandra Bruno (intestata a tale Jaliya Yamaha, straniero); 7) 334... in uso ad Improta Giuseppe (intestata al medesimo Jaliya della utenza in uso al Fiandra), 8) 338 ... in uso a Giglio Gennaro (intestata a De Bernardo Carmela); 9) 334 ... ritenuta in uso allo Stolder e poi, dall’ascolto delle conversazioni, rivelatasi in uso a La Manna Domenico (intestata a soggetto straniero), 10) 392 ... in uso a Vallefuoco Francesco; - con decreto 429/09, emesso di urgenza dal P.M. in data 23.1.09 e convalidato dal G.I.P. in data 24.1.09, è stata infine di nuovo disposta la intercettazione ambientale all’interno dell’auto in uso a Vallefuoco Francesco, AUDI A/6 targata San Marino J... essendo emerso che il soggetto manteneva contatti non solo con lo Stolder ma con soggetti campani e di altre regioni utilizzando la predetta auto per incontri nel corso dei quali discutere di attività illecite (la intercettazione ambientale era stata già svolta con decreto n. 4071/08). Tutti i decreti risultano ritualmente motivati anche, ma non solo, con espresso richiamo alle annotazioni allegate nelle quali si da piena contezza delle indagini in corso e, per i decreti urgenti, delle specifiche ragioni della urgenza. Sempre con riguardo alla utilizzabilità in questa sede delle intercettazioni giova evidenziare che agli atti mancano le bobine delle registrazioni ma sono allegate le trascrizioni effettuate dai verbalizzanti nonché i riassunti contenuti nei brogliacci. Sul punto va ricordata la sentenza delle Sezioni Unite Penali 22 aprile – 27 maggio 2010 n. 20300 che risulta qui rilevante sotto due profili: 1) anzitutto ha ribadito il principio consolidato secondo il quale nella fase cautelare è possibile utilizzare il contenuto delle intercettazioni telefoniche, anche se compendiate in brogliacci, ovvero riportate in forma riassuntiva, pur se non trascritte o sommariamente trascritte con semplici riferimenti riassuntivi (nella motivazione si richiamano le sentenze della Cassazione Sez. 4°, 26 maggio 2004, n. 39469; Sez. 6°, 28 marzo 2002, n. 20715/2003; Sez. 6°, 3 marzo 2000, n. 1106; Sez. 1°, 28 aprile 1999, n. 3289). Sullo stesso tema ha precisato altresì che l’omesso deposito del brogliaccio non è sanzionato da alcuna nullità, o inutilizzabilità, delle intercettazioni (Sez. 6°, 26 novembre 2009, n. 49541; Sez. 4°, 21 gennaio 2004, n. 16890), in quanto il deposito di cui al quarto comma dell’art. 268 c.p.p. rientra nella procedura finalizzata alle successive operazioni di stralcio eventuale e di trascrizione da effettuarsi in contraddittorio delle parti, ai fini dell’inserimento nel fascicolo per il dibattimento, come tale del tutto distinta dalla procedura incidentale de libertate, ove non di deposito è a parlarsi, ma di allegazione agli atti posti a fondamento della misura. Trattasi, perciò, di incombenti a finalità diverse, con scansioni temporali non coincidenti (l’epoca del deposito, invero, prescinde del tutto da quella di celebrazione del procedimento cautelare di regola anteriore) e con oggetti non necessariamente coincidenti: il deposito riflette tutto il materiale relativo alle operazioni, nel mentre la allegazione ai fini cautelari può riguardare solamente le trascrizioni sommarie del contenuto delle comunicazioni o gli appunti raccolti durante le intercettazioni (Sez. Un., 27 marzo 1996, n. 3; Sez. Un., 20 novembre 1996, n. 21/1997; Sez. VI, 8 ottobre 1998, n. 2911; Sez. VI, 3 giugno 2003, n. 35090); 2) proprio partendo da tali presupposti le Sezioni Unite hanno richiamato la sentenza della Corte Costituzionale dell’8-10 ottobre 2008, n. 336 che ha dichiarato la illegittimità costituzionale dell’art. 268 c.p.p. nella parte in cui non prevede che, dopo la notificazione o l’esecuzione dell’ordinanza che dispone una misura cautelare personale, il difensore possa ottenere la trasposizione su nastro magnetico delle registrazioni di conversazioni o comunicazioni intercettate, utilizzate ai fini dell’adozione del provvedimento cautelare, anche se non depositate. La Suprema Corte chiamata ad intervenire, nel mutato quadro normativo determinato dalla pronuncia della Corte Costituzionale ha stabilito il principio secondo il quale il diritto di accesso alle registrazioni che spetta al difensore, dopo la esecuzione della ordinanza cautelare, deve essere esercitato mediante richiesta da inoltrare al pubblico ministero che procede. Sul tema le Sezioni Unite così motivano testualmente “Nella sua disponibilità materiale e giuridica, difatti, si trovano i documenti in questione nella fase delle indagini, come puntualmente rilevato da Sez. VI, 7 maggio 2009, n. 28386, cit.; e solo il pubblico ministero è in grado di procedere alla selezione delle registrazioni all’uopo rilevanti, nell’intero contesto di tutte quelle effettuate, ad individuare solo quelle poste a fondamento della richiesta della misura cautelare ed a verificare, quindi, gli eventuali limiti al rilascio delle copie richieste, in relazione alla tutela della riservatezza di altri soggetti estranei ai fatti, le cui conversazioni siano state captate, o a contenuti delle registrazioni che non siano rilevanti ai fini che occupano. In tal senso anche Sez. III, 30 settembre 2009, n. 41256; sostanzialmente Sez. V, 24 giugno 2009, n. 39930; Sez. VI, 26 marzo 2009, n. 19150”. Superate quindi le questioni procedurali si può scendere nell’esame del merito della richiesta in relazione ai singoli capi di imputazione. Attuale esistenza ed operatività del clan Stolder Configurabilità dell’associazione contestata al capo A) La contestazione riguarda il periodo immediatamente successivo alla scarcerazione di Stolder Raffaele, già condannato per essere promotore del clan omonimo (come ricordato in premessa), il quale appena rimesso in libertà prende immediatamente contatti con i suoi affiliati, organizzando una serie di attività delittuose sul territorio da lui controllato. Senza scendere qui ad esaminare i reati fine (sui quali occorre soffermarsi nel trattare dei relativi capi di imputazione), va subito detto che le intercettazioni offrono un complesso ed articolato panorama di relazioni con altri clan e di attività di intimidazione tipiche di una organizzazione di stampo camorristico a dimostrazione che il vecchio boss non ha perso tempo a riprendere le fila di un gruppo, fondando anzitutto sul contributo di persone rimaste a lui maggiormente legate, nonostante la lunga detenzione, anche - ma non solo – in virtù dei vincoli parentali. Ed invero l’esame di alcune delle tantissime intercettazioni, che si rilevano dai brogliacci allegati alla segnalazione, solo in parte trascritte dai verbalizzanti, ma tutte di estremo interesse, consente di verificare l’esistenza di un’organizzazione stabile di persone facenti capo allo Stolder, dedita alla commissione di reati (in particolare furti e rapine, oltre che estorsioni), caratterizzata da struttura gerarchica e potere di intimidazione anche nei confronti di altri gruppi o soggetti criminali. La lettura in ordine cronologico delle trascrizioni effettuate vale a ricostruire con precisione i fatti a dimostrazione di quanto sopra indicato sin dai primi momenti della scarcerazione dello Stolder. Già all’indomani della scarcerazione dello Stolder Raffaele nell’auto Lancia Y la moglie Ferriero Patrizia si rivolge ad un uomo (non identificato) e si intercetta la conversazione n. 40, delle ore 16.53 del 12.03.08 nel corso della quale la donna chiede di “ritrovare” un’auto che è stata “presa”, ovvero sottratta. La conversazione rivela che la donna è a conoscenza degli ambienti criminali ove si ricettano le auto rubate, tant’è che l’uomo discute con lei con estrema naturalezza e non esita a mettersi a disposizione. Invero la donna gli dice “devo trovare una macchina.. si sono presi in via Pietro Colletta…ieri mattina con le chiavi dentro…dentro ad un parcheggio….una Peugeot 206 celeste”. L’interlocutore le risponde “una 206…ma non è una macchina di scasso…hai capito?..non è una macchina che ci compriamo…”. La donna continua “se la sono presa con le chiavi vicino… a parcheggio stava … stava proprio a Pietro Coletta…non in mezzo al Trianon… il ragazzo non teneva spazio e la mise lì…il parcheggiatore”. L’uomo ribatte “signora questa non è una macchina di scasso…la può tenere qualcuno in mano…ma non è venuto nessuno….da stamattina” e ripete “…la tengono in mano … Non è venuto nessuno, questa giornata… se dovessero arrivare… a disposizione…”. Dopo qualche giorno si intercetta la conversazione n.93, delle ore 16.53 del 18.03.08 sempre all’interno dell’auto Lancia Y tra Ferriero Patrizia (P) e Stolder Raffaele detto Lello (L) le cui voci sono state individuate dai verbalizzanti. Risulta che un “cinese” si è rivolto a loro per intercedere con Vittorio e lo Stolder commenta con la moglie, la quale è d’accordo con lui, che se il giovane si comporta bene ed è opportunamente guidato, può vincere la storia del cognome che si porta dietro (cognome oramai associato ad un clan perdente, i cui storici esponenti da tempo hanno collaborato con la giustizia, come risulta dai provvedimenti giudiziari in atti). Questo il contenuto testuale: L: Uaaa!! Stavano proprio distrutti … quel cinese….brava gente.....ma che peste!!! Madonna mia...quell’altro là...il cineseP: sono limitati … E’ gente limitataL: si! Lo so!P: loro …non sono, né carne né pesceL:….loro mi raccomandavano assai il fatto di Vittorio….loro a quello ci tenevano …il fatto di Vittorio…dice…quello….quello è quello che è .... purtroppo mò, ormai, si chiama Giuliano ma quello bastasse che fosse un uomo non sarebbe niente... si comportasse ad uomo ... sarebbe guadagnato … Ma se si comporta una chiavica…? P: vabbè!! Può darsi pure che……guidato…. L: si!!...Perchè il fatto che si chiama Giuliano, che cazzo c’entra?.... P: non c’entra proprio niente!!!!.. L: che cazzo c’entra, che si chiama Giuliano...si chiama Giuliano..ma se è un ragazzo in gamba e poi ..si chiama Giuliano? …il padre è morto ...almeno ufficialmente!!!....ufficialmente….. I verbalizzanti sottolineano che risulta chiaro dal contenuto della conversazione il riferimento a Pio Vittorio Giuliano classe 86, figlio di Carmine e di Stolder Amalia residente nella zona di Forcella (via Forcella n.26). Ancora sempre nell’auto Lancia Y si intercetta la conversazione n.124 delle ore 16:25 del 20.03.2008 tra Stolder Raffaele, la moglie Patrizia ed un’altra donna non identificata nel corso della quale i due coniugi esprimono giudizi su una famiglia criminale (non si comprende il nome della stessa). Lo Stolder dice “...invece...don Peppe Mallardo mi diceva che era una buona famiglia...” e Patrizia “appartengono ad una famiglia di Casal Di Principe”. Stolder continua “pure a Giugliano … a Casal di Principe ed a Giugliano ... loro stanno bene con il Mallardo, me lo disse Peppe … me lo disse”. Nel prosieguo Stolder chiede alla moglie quanto le ha dato quella persona che sta con loro in macchina e Patrizia risponde 1.500 euro. Quindi sempre Stolder chiede alla moglie “ma Gennarino dove è andato adesso? ....quello, doveva andare al rione a prendermi una cosa di soldi!”. Nello stesso contesto, due ore dopo, si intercetta la conversazione n. 129 (ore 18:12 del 20.03.2008) nel corso della quale Stolder Raffaele chiede alla moglie se c’è “qualcuno dietro che li scorta” e la donna risponde affermativamente. E’ evidente che il soggetto appena scarcerato ha riallacciato i rapporti con il territorio e ragiona con la moglie della situazione attuale delle altre “famiglie” operanti nelle zone circostanti, oltre che di “somme di danaro” da riscuotere. Peraltro, lo Stolder ritiene di dover essere “scortato” e la moglie ha provveduto in tal senso. Ma ancora sul tema dei rapporti con gli altri clan si riporta la conversazione n. 290 delle ore 17:48 dell’1.04.2008 sempre all’interno dell’autovettura Lancia Y tra i due coniugi, le cui voci sono ben note ai verbalizzanti. Stolder “…hanno fatto venire quei zulù... qua sono arrivati quelli di Miano...... di là quelli di San Giovanni ... vedi un po’ questi zulù... si sono fatti prendere Napoli da questi zulù...tutti zulù sono..”. Patrizia “ora, per esempio,.... sai cos'è che non condivido? ... se era uscito un altro, che era di là ... sempre di Forcella ..... dice oggi ci sto io.... apposta ...ma era di Forcella!!!... non era di un altro paese ... per quanto riguarda quel Gennaro, a me piaceva molto!!... non faceva abusi... Stolder “qua, si dovrebbe fare una pulizia.... la sera per la mattina”. E’ evidente il riferimento (che tornerà in altre conversazioni) all’ingerenza dei gruppi di Secondigliano in una zona ritenuta il cuore di Napoli e la insoddisfazione per la circostanza che a Forcella (zona storica del clan Giuliano) siano subentrate persone che non sono nel quartiere. Stolder comincia a meditare sul da farsi. A riprova dei rapporti di forza della famiglia Stolder, dopo la scarcerazione del capo, è la conversazione n.325 delle ore 11:53 del 03.04.2008 quando a bordo della Lancia Y sono Ferriero Patrizia e la cognata Stolder Assunta (chiamata per nome e riconosciuta dagli investigatori), nel corso della quale Patrizia afferma “perchè lui dice: Lello, qua a noi c’è gente di Forcella che ci vuole bene …ma ce ne sta altra che ci odia…. aspettavano a te che uscivi, perchè aspettavano te che uscivi …perchè diceva…no! …che tu venivi qua dietro e ce ne cacciavi ….a me ed a Eugenio … disse Lello: e perché avrei dovuto cacciarvi? … perchè loro dicevano che avevano invaso il campo di Lello …..quello, Giulio, prima di aprire il garage, è venuto da me…..” . Risulta evidente da tale conversazione che: - esiste un “campo” ove opera lo Stolder Raffaele, chiamato Lello dalla moglie, ovvero un territorio che non può essere occupato da altri; - un gruppo di Forcella attendeva la scarcerazione dello Stolder per mandare via Giulio ed Eugenio in quanto avrebbero invaso il territorio predetto; - la moglie di Stolder aveva invece autorizzato lei stessa Giulio ad aprire il garage e quindi non vi era stato alcun abuso. In poche battute si dipinge la situazione di alcuni quartieri di Napoli ove per aprire attività commerciali non ci si rivolge agli organi pubblici per le autorizzazioni, ma al rappresentante del gruppo dominante nella zona. Dal riferimento al garage ed ai nomi Giulio ed Eugenio, i verbalizzanti identificano il primo in Giaquinto Giulio ed il secondo in Tambone Eugenio in quanto proprio sotto l’abitazione dello Stolder si trova il Garage di Eugenio Tambone e Giulio Giaquinto. Peraltro questi due soggetti saranno a loro volta interlocutori dello Stolder come si vedrà infra. Continuando nell’esame cronologico delle conversazioni risulta confermato il ritrovato potere carismatico dello Stolder ed invero nella conversazione n.370 delle ore 17:53 del 05.04.2008 l’uomo a bordo dell’auto riferisce alla moglie di essere stato avvicinato da persone le quali gli hanno detto che, per qualsiasi problema, sono a sua disposizione. Patrizia risponde che nei pressi del bar la gente di strada, quando è successo qualche problema, si è messa a disposizione, pensando che il locale e l’attività fossero dello Stolder. In effetti gli investigatori hanno verificato che il genero dell’uomo, Esposito Antonio, gestisce un bar, chiamato Bar DAVID, in Napoli alla Piazza Principe Umberto 8/bis. Nel medesimo contesto Stolder dice “Umberto è venuto!… Umberto è venuto!.. Umberto, il fratello di coso… là …ora è venuto un’altra volta! ..mi è venuto a portare l’imbasciata… ora è venuta la sorella e me lo ha detto … ha detto se ne parla lunedì …e quello si è fatto buttare 40 mila euro dentro … ha detto Umberto … ha detto: se ti posso essere utile” Patrizia chiede “comanda?” e Stolder risponde “con quelli là però … era un periodo che sta di casa … da vent’anni…. però essendo che lui stava lì, gliela hanno data in mano a lui”. Ma la moglie dello Stolder si interessa anche delle vicende di eventuali “pentimenti”, come risulta dalla conversazione n. 476 delle ore 12:43 del 14.04.2008 a bordo della Lancia Y tra la donna e tale Totore che chiama la Ferriero “zia”. Totore “zia…hai saputo niente, il fatto del o’ Ndrink .. se veramente è questo fatto?” Patrizia “no… non è vero” Totore: non è vero?.. Patrizia: no!!…inc… Totore: quell’altro scemo di o’ Filoscio ... quell’altro pentito della Sanità nuovo là…. non è venuto creduto.. perché quell’altro che facemmo l’agguato…a tutti e due..sono andate le guardie ed hanno detto ma tu davvero…?… e lui ha detto: …io non so proprio niente di queste cose!!.. … Hai capito che tarantelle?”. Quindi Totore esce dall’auto per andare a parlare con qualcuno per far votare la zia Patrizia Ferriero. E’ interessante evidenziare che nel commentare di eventuali nuovi “pentiti” si parla di un agguato che il gruppo fece ai danni di qualcuno che aveva iniziato a collaborare e che poi aveva opportunamente ritrattato. Lo Stolder si interessa dei detenuti con i quali ha preso contatti in carcere. A dimostrazione di ciò è la conversazione n. 480 delle ore 14:57 del 14.04.2008 quando la moglie a bordo della Lancia Y riferisce a tale Gigino di un impegno del marito. Questo il contenuto rilevante: Gigino: ma dove doveva andare adesso…nel Vasto doveva andare..?Patrizia: dall’avvocato di Ciruzziello, perchè gli ha promesso che s’interessava quando stava in galera… disse vado a parlare io con l’avvocato tuo… e questo ha Ricciulli, quello che sta a via Torino,… nel Vasto..G: …ma Ciruzziello chi?… quello di sopra il Rione? P: …bravo! ..si!..inc…G: …e, quello, non è uscito?…P: …quando mai!!! …quello sta inguaiato!!… povero Dio… allora.. poichè tu, te lo ricordi,… quello è veramente un bravo ragazzo…G: …come..P: …allora disse: …il minimo che posso fare mi ha chiesto di andare a parlare con l’avvocato e non me la sento di non farglielo ... e, perciò, è andatoCiò dimostra la considerazione della quale gode lo Stolder cui ci si rivolge anche per trattare con i propri difensori (sebbene egli non sia né un parente nè un legale). Allo Stolder si rivolgono anche per chiedere consigli su come comportarsi in caso di torti subiti ed è sintomatica la conversazione n.585, delle ore 12:23 del 22.04.2008 quando nell’auto Lancia Y, alla richiesta di un consiglio sulla possibilità di presentare una denuncia, Stolder Raffaele replica all’interlocutore: “…noi stiamo in mezzo alla strada… riguardo al fatto delle denunce .... queste cose qua ...non deve proprio esistere nella famiglia nostra”. In effetti per una famiglia camorristica rivolgersi alla giustizia sarebbe un controsenso ed una dimostrazione di debolezza. Addirittura ci si rivolge allo Stolder per assicurarsi la presenza di cantanti ad una festa. In tale senso sono le conversazioni n. 965 delle ore 21:13 del 16.05.2008, intercettata sull’utenza in uso a Patrizia Ferriero e n. 896 delle ore 18:57 del 19.05.2008, intercettata sull’utenza in uso a Stolder Raffaele, il quale discute con Carmine Ivone (identificato dai verbalizzanti come agente di cantanti neomelodici) di una festa da organizzare per la quale si sono rivolti a lui per assicurare la presenza di alcuni cantanti. Nella conversazione n. 902 delle ore 23:18 (sempre del 19.05.2008), intercettata sull’utenza in uso a Stolder Raffaele, Ivone Carmine conferma la presenza dei cantanti, precisando che gli hanno assicurato la presenza per “rispetto” nei confronti dello Stolder. Ma una famiglia camorristica trova la sua ragione di esistere nella commissione di reati in via esclusiva nella zona di proprio competenza ed in tal senso sono significative le prime intercettazioni relative ad una forma di imposizione della fornitura di merce da parte di Ferraiuolo Gennaro, la cui utenza è stata individuata ed intercettata proprio per i suoi rapporti con la famiglia Stolder. Il predetto è, come si vedrà infra, dei soggetti più attivi nel gruppo e proprio sulla sua utenza sono registrate le seguenti telefonate: - n.1709 ore 09:18 del 25.04.2008 intercettata sulla utenza monitorata di Ferraiuolo Gennaro il quale compone il numero 081..., attivo presso la Pizzeria Trianon di Piazza Colletta n. 44/46 Napoli e chiede a tale Peppe se ci sono i pomodori. Quest'ultimo risponde che ci sono già tre, quattro, casse di pomodori. Gennaro chiede, allora, chi gli stia portando i pomodori e la conversazione prosegue così Gennaro: ma chi glieli sta portando …don Peppe questi pomodori.....? Peppe: ..non lo so... G: come ...state voi la mattina lì...P: si ma la mattina io vado via alle 9:30 … 10.....G: ma se io questa settimana non glieli ho portati ... c'è qualcun altro che glieli sta portando questi pomodori la mattina?P: io personalmente non lo so...vi dico una fesseriaG: dove sta Ciro!... chiamatemi Ciro... P: Ciro sta giù nel laboratorio...fate una cosa Gennà... chiamate tra un'ora... quello sta sopraG: fra un'ora? P: si, tra un'ora sale sopra... - n.1710 ore 09:19 del 25.04.2008 quando, immediatamente dopo la precedente telefonata, Ferraiuolo non soddisfatto della risposta ricevuta chiama tale Oliva e si svolge tra Ferraiuolo Gennaro (G) e il suo interlocutore chiamato Oliva (O) il seguente dialogo: G: Oliva .. ma dove li ha presi Ciro .. questi pomodori nella pizzeria?... O: e che ne so io.... G: ha quattro casse di pomodori... dove le ha prese?.... O: boh non lo so....inc... e una cosa che si deve chiarire con lui questa.. a me mi fa il biglietto non mi mandare oltre questo perchè te le mando indietro... io che devo fare... G: no! ma dico questi pomodori, da dove li ha presi?..si può vedere, si può domandare dove li ha presi?..si può vedere si può domandare dove li ha presi questi pomodori?..O: a chi devo domandare?... G: a lui!! .. a lui proprio!!..O: vabbè..G: scusa, noi i pomodori glieli abbiamo portati giovedì passato, Oliva ! …e, come cazzo fa a tenere altre quattro cassette per terra, questo???O:boh..G: mi stai capendo?.... O: si ... ma scusa lui a me mi fa il biglietto..... mi devi portare solo questo... se poi lui se lo va a comprare ad un'altra parte .. e una cosa che si deve chiarire... scusa.. G: si! ma dico.. scusa, tu ora stai scendendo.. e, puoi, parlare tu con questo Ciro e gli chiedi Ciro a te i pomodori chi te li sta portando?.. a chiederglielo solo senza fare nessuna discussione ...e poi è un cazzo che mi devo piangere io … solo questo ti chiedo solo questa cortesia ..gliela puoi chiedere?.. perchè è impossibile che da giovedì scorso tieni ancora altre quattro cassette di pomodori.. quando poi, noi, te ne abbiamo portate sei... dove sfaccimma le stai pigliando questi pomodori..? hai capito che dico io?.... per sapere .. giusto per capire....... per capire... per capire questo figlio di puttana ... se i pomodori li sta pigliando ad un'altra parte.. perchè è impossibile Oliva...O: sicuro...G: è sicuro.. io devo vedere... io devo vedere .. perchè questo che cazzo sta capendo...Come si vedrà oltre il Ferraiuolo Gennaro è convinto che nessuno possa opporsi o venir meno ad un patto stretto con gli esponenti del clan ed è uno tra i più attivi nell’invogliare Stolder ad azioni di forza. In ogni caso, il fulcro dell’attività del clan, al pari di quanto avveniva un tempo (è impressionante la continuità leggendo la sentenza di condanna in atti), nonostante il decorso degli anni e la lunga detenzione, resta comunque quello della organizzazione di furti in grande stile, con metodi idonei per entrare negli istituti di credito, nei negozi e negli appartamenti di persone possidenti, attraverso le fogne. Significative sono soprattutto le conversazioni intercettate presso l’abitazione della famiglia Stolder, ove in maniera più libera, a differenza di quanto avviene al telefono, si discute di “colpi” da effettuare, di tecniche da aggiornare con i nuovi ritrovati tecnologici e di obiettivi, intervallando tali conversazioni con significativi commenti sul mondo criminale nel quale gli interlocutori sono inseriti. Risulta opportuno chiarire che i verbalizzanti hanno avuto modo di controllare e di sottoporre ad intercettazioni le utenze cellulari dei soggetti le cui voci sono individuate nel corso delle ambientali e quindi le loro individuazioni vocali devono ritenersi pienamente attendibili. Tutto ciò premesso, a dimostrazione della esistenza di un gruppo stabile operante sul territorio con i poteri della omertà e della intimidazione, nascenti da vincoli storici mai cessati, dedito alla commissione di reati contro il patrimonio e con la leadership dello Stolder, meritano di essere lette le seguenti ambientali: - n. 723 ore 17:11 del 03.05.2008 (intercettata a bordo della Lancia Y) quando Stolder Raffaele, in macchina con la moglie, parla del lido Il Gabbiano di Posillipo ed esplicitamente dice “...a questi qua pure li fa cacciare i soldi Gennaro”, esplicito riferimento ad un’attività estorsiva in corso; - n. 15 delle ore 17:49 del 23/05/2008 presso l’abitazione dello Stolder, tra questi, Totore (identificato dal nome e dalla voce di Marotta Salvatore) e tale Enzo i quali discutono dell'utilizzo della bombola dell'ossigeno. Raffaele dice che vorrebbe andare a Roma, ma è un rischio in quanto non può spostarsi per l'obbligo di dimora. Aggiunge che se dovesse decidere di andare a Roma incontrerebbe Terribili Mario il quale “si mette a disposizione, ci da tutto, ci deve dare per forza.......” e continua raccontando di non vederlo da quando “lo hanno arrestato.... a lui, lo arrestarono un poco prima...... lo arrestarono nel '91.....”. Nello stesso contesto parla dell’interessamento profuso con Carmine Ivone per l’intervento dei cantanti ad una festa. Alla posizione 07.16 quando Enzo facendo riferimento ad un centro sportivo racconta “...ha detto ...se li avessi ....te li darei subito, subito”. Raffaele ribatte “erano ottomila euro, di cui il 40% 50% lo doveva dare a Patrizia”. Enzo riprende a raccontare “poi, gli ho detto: dobbiamo parlare un poco ....lo abbiamo portato dietro là ....stava facendo l'allenamento....lo scemo”. Raffaele lo interrompe di nuovo per dirgli “a sto’ cornuto lì sopra sai a chi ci portai?.... a Maradona...con l'amicizia di Palummella ... quello stava bene, stava bene anche con quell'inguacchiato di mio cognato....stava proprio bene ... con Carnevale li portai lì sopra perchè all'inaugurazione del coso....uscì su tutti i giornali quel cesso...dopo un poco aveva un sacco di abbonati...tutti i ragazzi che andavano lì ad iscriversi”. Enzo chiede “diecimila euro ci ha dato?..... come ha detto Totore …”. Interviene Marotta Salvatore per dire “io li ho rifusi i soldi”. Enzo riprende il racconto “....erano sette, otto, di loro, indovina che hanno fatto? .... siamo andati al lato di sopra, abbiamo domandato … no quello non ci sta ... poi abbiamo visto un altro ragazzo il quale ci ha detto: vedi, deve stare dietro la segreteria … siamo andati lì dietro, ..stavano tutti....”. Marotta aggiunge “stavano un cofano di loro”. Raffaele commenta le doti di questa persona, che in gioventù era un forte giocatore e che, adesso, ha dei campetti di calcio. Marotta interviene a sua volta per dire “comunque, Enzuccio,.... hanno cacato tutti quanti”. Stolder replica “ora bisogna vedere il coso del fratello dove sta...”. Enzo risponde “il fratello già me l'ha detto dove sta” e Marotta conferma “quello si è cantato tutto”. Enzo riprende “io gli ho detto: tu diglielo per imbasciata tua... che siamo venuti qua...ce la prendiamo con tutti quanti gli ho detto... se, tra una settimana non porti i soldi”. Marotta Salvatore interviene per aggiungere le minacce profferite “sappiamo dove ti dobbiamo venire a prendere” e quindi conclude “li tengono i soldi comunque”. Stolder commenta “come … quelli sono ricchi sono, ma poi quell'altro a me che me ne fotte... tu devi guardare la casa mia.... scornacchiato che non sei altro ....con il garagista te li devi prendere ... ma poi, se era onesto, ...parlava con il garagista... ....io devo dare i soldi a questo ...ma io penso che le case valgono di più ... quello, gli davano i soldi anche a lui .....quello, perchè Patrizia ha preso un ingrippo, perchè io me la facevo una passata per il garage... ....io gli avrei detto: senti un poco ... le case valgono di più ...tu mi devi dare di più!!! ...io ho perso tanto... ora mi dai il 50% a me … e, poi, te la vedi tu e lui ...perchè a quello io gli posso solo staccare la testa ....invece Patrizia si è ingrippata così.... e..... lasciamo perdere...”. Enzo dice “il calcolo loro, sai qual'è stato? ... sai qual'è stato Lelluccio?... ha detto: vabbè, ma quello, quando esce da carcerato?... ha detto” e Marotta aggiunge “ma quello, mica solo lui si è fatto questo calcolo, ...mica solo lui”, Raffaele osserva “Eh … che si credevano che io non uscivo più”. Dai riferimenti colti nel dialogo gli investigatori individuano il Centro Sportivo nel Centro Virgilio s.r.l. ubicato in Napoli, via Tito Lucrezio Caro n. 61 (Posillipo), il cui amministratore si identifica in Improta Luca, figlio di Gianni, che di fatto lo gestisce. Gli investigatori hanno esaminato Improta Luca e lo zio Improta Salvatore, Presidente dell’Associazione Sportiva Virgilio, ma gli stessi non hanno riferito alcuna minaccia, sebbene sia rimasta confermata la descrizione degli uffici come risultante dalla ambientale (cfr. verbali di sommarie informazioni del 14.7.08). Sempre nel corso della medesima ambientale (n. 15) Stolder Raffaele riprende a parlare con i suoi interlocutori di un “colpo” da effettuare e afferma “...ora dobbiamo vedere come dobbiamo fare a sfondare questo coso ....ora dobbiamo tenere tutte le cose qua ...dobbiamo tenere i ferri... ....perchè non li possiamo tenere sparpagliati....dobbiamo tenere tutto, a portata di mano, perchè questo è tutto un altro posto, il coso è qua e, quell'altro, è da un’altra parte” e continua “io penso che, con un trapano ed una prolunga, lì lavoriamo bene …a scassare il pozzetto no! …a farlo da capo non conviene”. Totore interviene per dire “la prolunga la tiene Salvatore a casa” e Stolder continua “quella, l’unica cosa.. pigliamo …ad allargare il pozzetto non ci vuole niente … con due o tre buchi, a fianco …bum! …bum!...bum!..., poi facciamo la stessa tarantella con lo sportello … però, stavolta, invece di farlo … che fa così, lo portiamo fino a sopra”. Totore pone dei problemi tecnici e suggerisce di chiamare “il fabbro” ed aggiunge “noi dobbiamo essere sicuri che deve essere una cosa che non si deve muovere mai e mai più! …perché se viene qualche controllo, poi dove vedono…”. Stolder afferma “ma, noi facciamo le lastre… facciamo le lastre di ferro!!! ..chiamiamo ad Enzuccio … mettiamo le staffe sotto… noi allarghiamo per entrare dentro … noi mettiamo le staffe di ferro…..”. Totore: …..che ce ne fotte zio….un giorno in più… un giorno mancante…che teniamo da vedere!!! Però tu poi, hai capito com’è bello? …tre persone da lì ed il resto delle persone se ne vanno a lavorare in un altro posto … a lavorare… io, quel posto lo vedo proprio bello….una volta cambiato il tubo, stai una bellezza lì!!! …quando lo vanno a pensare … tu passi per sotto”. Stolder continua “quello, il coso, verrebbe buono …. io li buco con la miccia… ci metto i perni…. il carrello sotto… uno scalino, con il carrello incastrato dentro….i… mettiamo i cuscinetti sui binari… hai capito come facciamo?!? …hai capito?? …mettiamo i binari di ferro… con il carrello sopra i binari di ferro… appoggiato…. ci fai il buco, con il carrello …la mascherina…..”; - n.16 ore 18:35 del 23/05/2008 (abitazione Stolder) in prosieguo della conversazione precedente quando lo Stolder Raffaele fa riferimento alla possibilità di entrare in un palazzo e di prendere “due piccioni, con una fava…” e così continua la discussione: Raffaele:…appena entri, nella ciotola ci sono le chiavi della casa della sorella.….ma poi abbiamo la chiave della cassaforte, la chiave della casa del padre … la chiave della cassaforte, se non ci sta, pigliamo cannello e coso e la tagliamo….pigliamo le coperte e la roba le mettiamo a terra….pigliamo le lenzuola….. Enzo: …ci leviamo le scarpe per camminare..Raffaele: …mettiamo....in modo che non si sente niente..quello è buono se sta sopra, così incominciamo a fare un tentato…Enzo: …quello là sopra c'è tutta roba antica.... …omissis… Raffaele: …la cosa bella è che stanno attaccati...hai capito?.... Enzo: …quella, se esce, la pigliamo per i capelli e la portiamo nella via di dentro!!!! Raffaele: …quello, se ci sta la chiave, scassavamo il muro ed entravamo...poi, una volta che abbiamo svacantato a quei due, ...se ci sta il figlio al piano terra, io e Giannino... quello Giannino porta pure buono augurio... Enzo: …portiamocelo zio..... Totore: lo facciamo pieno, là sopra zio,...o no..tu che dici?!Enzo:vogliamo mettere una scommessa?? …ci giochiamo qualche orologio?Raffaele: ..ha il valore...io penso di un centomila euro.. Enzo: …tu...centomila e tu?Totore: io, penso un 500mila euro Insomma scommettono su quanto potrà fruttare loro il colpo che stanno organizzando ed è impressionante constatare (ma lo si vedrà meglio con i reati fine contestati) come la strategia posta in essere sia esattamente quella che venti anni prima il medesimo Stolder poneva in essere e per la quale era stato condannato espiando una lunga detenzione. Il carcere in questo caso non ha assolto alla funzione rieducatrice, ma ha rafforzato il potere di chi non si è piegato alla giustizia, dimostrando di poter affrontare il carcere senza perdere il suo prestigio. Così prosegue la intercettazione: E: io ti dico una cosa….. allora levando le casse da mezzo...tutto questo….. se ha la roba antica, lì sopra, no?!.. R: ma, non ne tiene roba antica..assai!!! …già, me l'ha detto..E: ,,,già te la detto? ….sicuro?R: ,,,non ne ha roba antica!!!.... E: già te l'ha detto?... sicuro...la sa vedere la roba antica Gennaro?....comunque se tiene anche questa roba antica, no..R: …non ce l'ha!.. S: …non lo tiene! ….allora saranno un 250...Lo Stolder Raffaele propone di uscire per fare un sopralluogo ed aggiunge “…andiamo a vedere se sono partiti... quelli dovevano partire oggi o domani? Mo, vediamo,....sicuramente il ponte che mo viene delle settimana prossima se ne vanno sicuro.. ora andiamo a vedere se questi ci stanno. Te la devi portare appresso stasera …..la cosa buona sai quale sarebbe??? ...quella di andare ad urto! ... pigliare tutti i ferri... li montiamo e tutto coso... se quello non ci sta entriamo proprio dentro....lì ci presentiamo con un vestito….”. Enzo interviene per dire “me lo dai a me un vestito, perchè io il vestito non c'è l'ho....vanno bene queste scarpe qua ....allora lo dai a me il vestito...”. Enzo dice allo Stolder “tu non venire…..” e l’uomo “no …per il sopralluogo”. Quindi suggerisce di chiamare dalla cabina per verificare la presenza delle persone a casa ed uno dei presenti dice di fare “cancelletto 31 cancelletto” così il numero esce sempre anonimo. Stolder decide “se quello non ci sta, lo facciamo stanotte …lo facciamo…” - n.18 delle ore 19:58 (sempre del 23/05/2008 nell’abitazione Stolder) quando Raffaele Stolder rimane in casa con la moglie Patrizia Ferriero, Salvatore Colurciello (identificato dalla voce) il figlio Ivanfilippo e la nipote Patrizia jr. Lo Stolder riprende a parlare del colpo che vorrebbe provare nella medesima serata. Quindi racconta di quanto ha discusso prima con Totore (identificato nel Marotta ed uscito con Enzo per il sopralluogo) e dice: ….oggi, ho comprato certi attrezzi..... con i soldi mi desti...oggi, ho comprato dei manometri, ho speso 150 euro....allora, domani, li montiamo e io non li ho mai usati, mi fa piacere così imparo...allora fai una cosa gli ho detto io: ce la vediamo noi.....poi, domani, fammi una cortesia, devi venire un pò prima..., in modo che ci montiamo i ferri.....lui mi ha detto: ma io, dammi per l'una, me ne devo andare... io gli ho detto: non ci stanno problemi ... se, caso mai non ci stai domani, ce la vediamo sempre noi!!! ...comunque, lo hanno trovato nel parco .....sono arrivati con la macchina lì.... ci sono arrivati con la macchina lì ...s'è sbattuto sano, sano, ...non ha voluto sapere niente!! ...boh...”. La moglie interviene “ma, quello è un essere particolare...”. Stolder Raffaele: ma non va bene ....non va bene ... non ... perchè ha le capacità ….ma se ne può pure andare....Patrizia: perchè, se gli altri se la prendono tu... li devi avvisare ... abbiamo un rispetto reciproco..... Stolder dice a Colurciello, chiamandolo Sasà, di avvisare Gennarino che lui ha sostenuto 300 euro di spese, aggiungendo “tanto lui, ha detto che ci fa un regalo vicino” e interviene Patrizia “devi dire Gennarì....inc... incomincia a prendere… se ti servono altri...”; - conversazione n.73 ore 07:45 del 24.05.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Stolder Raffaele parla con Marotta Salvatore e Colurciello Salvatore (identificati dai verbalizzanti). Lo Stolder racconta le sue amicizie con personaggi della criminalità siciliana, amicizie che si sono concretizzate durante il periodo di detenzione. Stolder: ….tu domanda, Salvatore Pillera è una persona….. e, se ti serve qualcosa, vai a nome mio…. vai dalla famiglia, perchè la famiglia mi conosce bene, noi facevamo il colloquio insieme e, quello, ha un sacco di cose a livello commerciale e, poi, tengono amicizie con i Corleo... sono amici loro …questo qua, è assai portato lì, perchè è una persona apposto!!! ….hai capito? ….è una persona.... tu, glielo dici: …mio zio, è Raffaele Stolder quello che stava a Sulmona con il parente vostro … gli mandi i saluti, per me ...ha una villa a Catania, in un parco, dove abitano tutte persone importanti, avvocati, magistrati... e tiene la discesa a mare... ha un sacco di piante tropicali....ha anche una discoteca....questo tiene due ergastoli... per due omicidi.... Quindi lo Stolder si rivolge a Colurciello e gli raccomanda di riferire “…che zio Raffaele gli manda i saluti e di dirgli che si scusa se, sino ad adesso, non si è fatto sentire”. Lo Stolder quindi commenta con i due la collaborazione di Peppe Misso e Zapata sottolineando con soddisfazione che gli stessi si contraddicono; - conversazione n.181 delle ore 10:24 del 29.05.2008 (abitazione Stolder) quando lo Stolder Raffaele parla con Colurciello Salvatore. Questo il contenuto del dialogo: R: ….siamo andati, due o tre volte, dentro alla Sanità, dal vecchio, da Totonno... però, alla fine, non abbiamo preso le chiavi, perchè quello ...è un lavoro grosso...S: ….ma che è l'elicottero?….(in sottofondo si sente passare un elicottero della Polizia) R: …avranno fatto un'altra rapina! ...non sono andati a parlare con Umberto…. perchè, per esempio Umberto … però Umberto, Umberto ha il potere di darci le misure delle casse di come si aprono e tutto coso ….perchè, al posto di perdere, per esempio, due ore ..io ci perdo tre quarti d'ora! ..hai capito? …invece di due ore.. è un'altra cosa perchè lui ti da i dati precisi di dove sta il blocco del termobloc…. dove sta il blocco della combinazione ..dove è meglio operare la serratura!!! ..perchè lui faceva questo...bloccava ...faceva la manutenzione delle casse..…..e me lo deve dire per forza, in quanto ha una tabaccheria ... e la tabaccheria se ne va proprio. Ove si nutrissero dubbi sulle modalità con le quali lo Stolder opera e sul tipo di intimidazione interna ed esterna sulla quale si fonda il gruppo l’ultima frase pronunciata dal soggetto chiarisce il carattere camorristico; - n.199 ore 18:40 del 29.05.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale sempre con i medesimi Colurciello Salvatore (S) e Marotta Salvatore (SM) Stolder (R) discute di colpi da organizzare: R: il bar non ha l'allarme fuori?SM: il bar ha quello della metropolitana…R: il bar sta sulla mano della metropolitana, io parlo su quest'altra mano della banca..la gioielleria.. quella la serranda è vecchia come stava, senza..SM: il buco vicino alla serranda ci stava?...sta davanti?..S: no!SM: non ci sta più !?!?...madonna mia!!!.. madonna mia!!! e che lavoro ...madonna mia….…omissis… SM: ….lo sai che bisogna guardare lì?...se viene la vigilanza... R: …ma non puoi vedere, perchè è scuro... mettiamo il tendone scuro e scuro rimane!!! ...noi stiamo a casa di Enzuccio, come quello sta arrivando...noi partiamo ....di mattina sicuro …perchè non si sente niente!!! ….quello ha certe vetrate......noi andiamo lì... dopo che abbiamo bloccato lì, apriamo lì... noi della parte di sopra, non ce ne passa neanche per il cazzo, tanto noi ce ne fuggiamo per sotto.....domani lo dobbiamo attenzionare..... il cugino di Gennaro … la lavanderia è vicina e conosce a quelli lì...allora non hai capito? ...don Carminiello si chiama il guardaporte ..mi ha detto tutto... …mi ha detto fate il lavoro ...mi ha detto, ora li metto sotto controllo, fate fare a me ci vediamo domani…. SM: domani, ce ne facciamo dueRaffaele Stolder parla del percorso fognario da fare: R:…il connettore più facile, che teniamo per correre, è quello...capito o no? ….se noi lo possiamo evitare, è molto meglio.. ….se lo possiamo evitare ..se non lo possiamo evitare, non facciamo tutto il giro!!!.. ma se lo possiamo evitare....SM: ... allora, tu vuoi salire da qua, un'altra volta al TribunaleR: ….voglio provare quella che gira subito per Forcella.... ….la prima proprio …. voglio vedere, un poco, a salire dove ci porta... perchè se abbiamo la persona che ci prende... …contemporaneamente, o ci facciamo venire a prendere al lato di sopra, o pigliamo questa qua, .. se riusciamo, ci andiamo a fare anche quella di sopra...SM: si! Ma quella è piena di acqua.!!!.R: ….però, può essere anche!!!... tu lo sai, come sono fatte? …all'improvviso si possono ...allora, o ci buttiamo sopra, .. io però mi farei prima questa... il buongiorno si vede dal mattino... quando abbiamo fatto, quattro cinquecento metri,... vediamo l'avviata, vuol dire che è una mala avviata ..... però può essere... SM: …si! Ma, dobbiamo comprare le tute ....i calzerotti, li ho comprati .... le magliette, le ho comprate … R: …io mi faccio dare i soldi e vai subito da quello della macchina .. ti porti ad Antonio ... poi, faccio andare su internet e faccio fare l'assicurazione tramite internet, hai capito? ….con il nome suo, come se lui fosse residente proprio, …hai capito che fa? …fa vedere che lui è residente proprio... Con il tempo le tecniche per depistare le indagini si sono affinate grazie all’uso di Internet che consente di creare dati irreali; - conversazione n.199, delle ore 20:39 (sempre in data 29.05.2008 nell’abitazione) nel corso della quale lo Stolder istruisce i presenti “…voi lo sapete!!! ..noi cerchiamo di fare le cose ad un certo livello ..però, a volte, capita la porta che da problemi…. allora, è opportuno che una che va a fare la chiave ….va a fare la chiave, per fatti suoi, ci consegna la chiave e, noi facciamo il resto davanti …avete capito com'è??? ...ognuno fa il mestiere suo”; - conversazione n.199, delle ore 08:39 del 30.05.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Raffaele Stolder parla con la moglie Patrizia di un’intermediazione per un “siciliano” che ha acquistato una “fabbrica di scarpe”. Dal riferimento ai rapporti con la Sicilia ed alla fabbrica di scarpe gli investigatori risalgono alla individuazione di La Manna Domenico che gestisce la società denominata “IN” s.r.l. con sede in Corridonia (Macerata) viale Dell'Industria e con una seconda sede in Milano, in via Spartaco, avente come oggetto sociale: la compravendita all’ingrosso di articoli di abbigliamento, la cui amministratrice risulta essere Gattafoni Paola, suocera di Cimarori Marco, socio del La Manna Domenico. Ed invero la intercettazione ambientale sempre n.199 delle ore 14:39 (più avanti riportata) e le intercettazioni telefoniche del mese di agosto (riportate più avanti) rivelano che è proprio il predetto La Manna ad avere contatti con un gruppo di siciliani per un affare che interessa lo Stolder. Questo il contenuto rilevante del racconto dello Stolder alla moglie “perchè lui avrebbe da fare un recupero, no? ...no! …vuole pagare! ..però vorrebbe delle condizioni migliori... perché, quando vennero l'altra volta, tempo fa, … questi che hanno prelevato l'azienda nelle Marche, delle scarpe, tramite lo Scellone si incontrarono con questi qua, verso Cervinara ...secondo me, staranno sicuramente appoggiati agli Schiavone … questa gente qua... e, questo Mazzarella invece di creare equilibri ...di fare il moderatore ...non fece altro che riempire di minacce... …quelli, se ne andarono e non conclusero niente, perchè quelli hanno un debito con queste due fabbriche.. hai capito com’è? ……e, allora, dice questo qua: …io ho rilevato ...dice, questo siciliano, ...io ho rilevato... voglio pure sistemare i debiti di questi che ho rilevato però, naturalmente, lo devo fare in modo che mi è conveniente, che mi è congeniale, ...posso pagare... perché, se loro mi minacciano a me, non me ne frega proprio ….Io li posso minacciare, anche io a loro …e succede solo bordello.. ….dice: però, se c'è un modo, con qualcuno, per farli ragionare ...io vengo e ci parlo ...hai capito com'è?? ...allora, io dissi: …sentite, io in seconda battuta, non mi ci metto ... dissi, io ...però pensai a Marco...hai capito? ...pensai a questo Marco e dissi: …ora quasi, quasi, gliela mollo a lui questa patata bollente, perchè visto che Marco, Marco, ci teneva tanto a incontrare …. Marco, per il fatto dello zio .....hai capito?? …perchè questo è un amico di Marco ... vedete un poco se... hai capito? …questi, sicuramente, stanno quelli lì, in mezzo.Va sottolineato che Marco viene identificato nel Boccia Marco, figlio naturale di Cutolo Raffaele, che gli investigatori individuano quale anello di collegamento con i siciliani, proprio sulla base delle successive intercettazioni del mese di agosto. Presso l’abitazione interviene alla pos. 1.40 dell’ambientale n.199 ore 08:39 (sempre del 30.05.2008) Colurciello Salvatore (identificato dai verbalizzanti) con il quale Raffaele discute di percorsi sotterranei e di luoghi di accesso alle fogne tali da consentire la perpetrazione di furti. Questo il contenuto del dialogo tra Raffaele Stolder (R) e Colurciello Salvatore (S) R: …quello lì. sta ad angolo. quello murato S: ..quello, appena entri nel vicolo, sulla destra...come entri il vicolo..R: ….come entri il vicolo...S: …però quello ti porta solo giù ed arriva fino al Banco di Napoli... mi ha detto: vai in mezzo a via dei Cimbri... già stanno fatti i buchi che ti portano fino al Vomero, ti portano dove vuoi tu… dobbiamo camminare per sotto.... R: e, che, ci hai parlato a fare con questo?S: no! Perchè quello mi ha detto di sbariare lì vicino... ma quello è buono non ti preoccupare!R: ..si! Ma tu, non devi parlare con questa gente … che ha detto via... S: …dove sta Nicola il barbiere scendi e cammini, in piedi, ed arrivi dove vuoi tu... R: ….dove sta il barbiere?S: …dove sta, quello del lavaggio, che ieri stava qua... lì vicino, sta Nicola il barbiere ...stanno certi negozi, scendono giù, …già stanno fatte le botole e tutto cose!!! ….cinque anni fa…. ….arrivi pè tutt’ partiR: …e che ne sa lui?...che arriva a via Duomo…. cose...S:…le ha fatte lui!!! ..le ha fatte lui..R:…si! Come fa a sapere?? ... lo può pensare..S:…scendi appresso a lui..le ha fatte lui, insieme al padre..R: …e chi ce l'ha il deposito?S:…il deposito, non lo so di chi è ... poi, comunque, li studiano sempre a livello di qualche fuga, hai capito com'è? ...per esempio… già è stato fatto, per tutte parti, ...ho comprato delle cose laterali, glieli misi dietro, però camminavamo per tutta via Duomo, in piedi..R: ,,,a via Duomo, non si cammina in piedi.. S: eh??R: …a via Duomo, non si cammina in piedi..Intanto li raggiunge Marotta Salvatore (SM) sempre identificato dalla voce: SM: ….buongiorno….S: ciao, Totore…. R: …perciò! E’ inutile! Perché, poi, se non si può prendere il deposito dove vai lì in mezzo... S: sta chiuso il deposito!!R: ma te lo ha fatto vedere qual'è?... S: no! Non me lo ha fatto vedere…. perché?.... R: ma sono abbandonati, questi depositi?S: si! mi ha detto che stanno chiusi! ..a fianco a Nicola il barbiere..SM: …deve stare proprio, nei pressi di via Dei Cimbri..S: …bravo! Ti ricordi dove stava il ristorante una volta..., …dove sta, appena vai a via Duomo, ad entrare dentro.. ...e lì, sta Nicola il barbiere... lì sta Nicola, il barbiere…R: …e quale deposito è?S: ….il deposito non lo so! ....insomma, ..nei pressi di questo Nicola il barbiere...da lì si scende..R: …quello ti ha visto sbariare???...S: …quello deve fare anche il ferro!!! .....mi ha detto se è qualcosa... così...così...così... R: …il deposito già sta...S:….mi ha detto: ….vai a vedere...a via Tribunali…..R: …ed a quell'altro lato non lo sa…..S: …scende giù..R: … ma, se scendi giù, sta la botola di via Tribunali..S: …e, quello mi ha detto...però, mi ha detto:…a quell'altro lato, chiudi con il cemento.. e, poi, non puoi camminare più R: …comunque, dove non si cammina più è dove siamo andati noiS: …dove sei andato tu.R: ….però, quello lì, Rosario, ha detto che cammina…. che sta proprio il coso. che porta nelle fogne direttamente….S: …e, allora, non lo so!R: ...dobbiamo vedere se ce l'ha Gianfranco, il deposito… li hai come è..…..perchè, quello di cui tu mi parli, è un deposito vecchio…. perchè quello è muro…è muro lì.S: …già è stato murato.. R: …perciò dobbiamo vedere meglio... S: …senti! …devo vedere anche questo, di via dei Cimbri... R: …senti! Una volta che ci hai parlato, fatti dire anche qual'è il deposito! Così prendiamo a Rosario e ci prendiamo il deposito... diglielo di venire subito … perchè gli devo chiedere due, tre cose..S: ..già, glielo ho detto!!! ..vedi, che sta aspettando a te, ..così....così....così...Gli interlocutori passano a discutere di autovetture da utilizzare. R: …ma, non è che marca quella macchina???SM: ..a marcare, non marca!!!R: ..io vorrei una macchina più piccola...la tieni già in faccia alla testa di legno... ma, poi, ce la fa a camminare o dobbiamo...SM: … ha il buco …la possiamo scendere… R: …si deve andare un attimo dal fabbroRaffaele Stolder continua a discutere con Colurciello e con Marotta del deposito (ore 10:39) ed è presente anche tale Pasquale non identificato (indicato con la lettera U) R:…dobbiamo vedere quanto è grande e quanto va trovando… S: …è piccolo!! Secondo me è piccolo!!U: …comunque, dobbiamo salire il vico... quello che hai detto tu!!! E usciamo nel vicariello a fianco..più sopra...però più sopra lì... poi scende le scale e dieci metri sulla destra e scendi...passiamo al vico appresso…..S: ..ora, non mi ricordo, se ci fermò qualche muro!!!… R:…Salvatore comunque l'unica cosa che ti raccomando...il lavoro deve essere fatto per bene...tu lo sai che noi, no, facciamo...noi siamo genteU: …non esiste proprio!! ..Lello..R: …no!! …io ti parlo bello!! …chiaro, chiaro!!!…. S: …ma, non ti preoccupare proprio!!! R: …noi, siamo gente che andiamo a rischiare con il nostro …e, quando vengono ci trovano ... ci trovano quelli lì.. …ci trovano questi qua ..ci trovano quelli che vengono appresso.U: …il problema, non te lo devi creare proprioR: ….io te lo dico proprio perché, abbiamo fiducia … Hai capito? ... e sei una persona del quartiere a cui vogliamo bene … Io, già te lo volevo dire primaR: …comunque sta una “botola allagata” che non si è voluta alzare di nessuna maniera!!! S: …in questa botola, c'è una scalinata che scende giù... U: …appena si entra nel coso tuo, ci sta una scalinata, ci sta una scala proprio... si scende giù… S: …io l'ho murata.. R: …abbiamo trovato..abbiamo girato nel vico tuo.. ..abbiamo girato... però abbiamo trovato, oltre a questa botola, giù in fondo allagata,...quadrata, ...una botola antica, quadrata, ..poi ci sta un poco prima un basso murato...…omissis… R: …è possibile mai, che oltre a questo basso non ci sta un sottoscala per dentro ad un palazzo??? ...perchè io dico, che il basso, minimo ci chiedono due, o trecento euro ….poi ti faccio vedere.. …tanto ti chiedono...…omissis… Nel corso della medesima lunga ambientale n. 199 Stolder Raffaele parla ancora con i due Salvatore (Colurciello e Marotta) ai quali si aggiunge Ferraiuolo Gennaro. L’argomento è sempre quello del deposito da recuperare accanto a Nicola il barbiere. S: …è tutto vuoto!!! sotto è tutto vuoto!!!.. saranno un trecento metri a scendere e duecento a salire, però è tutto abbandonato!!! R: …no! Però ci sta un problema!! ..là, se ne sono scese le fogne!!!... S: …ma quando mai.!!!.R: …se ne sono scese!!! Perciò, hanno chiuso dentro ai palazzi!!!... S: …il palazzo...fuori il palazzo, c'è la botola... …dentro …sotto… bum!!…bum!! …ed entriamo nella bancaAlle ore 14:39 sempre nell’ambito dell’ambientale n. 199 del 30.05.2008 si aggiungono altri soggetti non tutti identificati con i quali lo Stolder parla di nuovo di Ciro Mazzarella detto Scellone e della intermediazione per Marco e in particola risulta significativo questo dialogo tra Stolder Raffaele (R) ed un interlocutore non identificato (U) R:…quello ha preso i contatti con Marco, ha mandato una persona...ha mandato una persona a parlare con questi qua …una persona sua!!! ...il siciliano è venuto ha parlato del più e del meno.. di cose che spiegherà lui a te.. e, praticamente, dobbiamo parlare con Marco ... sta Marco che ci tiene tanto ed ha mandato qualche imbasciata per Marco. Lui ha iniziato un’attività in provincia di Caserta, il Siciliano ha avuto dei problemi professionali tempo fa successe che, molto tempo fa, si era rivolto allo Scellone il quale, invece di moderare, a suo modo di fare, ha fatto un errore e sue persone andarono a parlare e questi non lo pensarono proprio, ora questo qua. … La Manna, ha rilevato e, tramite voi e tramite Marco, si può arrivare a questi qua e parlarne commercialmente …..e, questi, vogliono addivenire ad un accordo…. allora, se ci sta qualche conoscenza.... U:…ci sta il responsabile sulla zona di Aversa, ex cutoliano, Esposito GiuseppeR: …prendiamo un appuntamento, per parlarci, gli mandiamo qualche imbasciata da parte di Marco... perché, quando io sentii il fatto dello Scellone…Quindi il gruppo riprende a parlare della organizzazione di furti. - conversazione n.320 ore 09:14 del 31.05.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale anzitutto lo Stolder commenta con i presenti che durante il periodo di reclusione la moglie era quella che manteneva le redini economiche dell'organizzazione (concetto che sarà poi espresso anche nella successiva ambientale n. 517). Quindi Stolder parla con un altro soggetto, presente nell’abitazione, Totore, riconosciuto dalla voce come Marotta Salvatore, al quale riferisce che il giorno prima aveva avuto modo di parlare con Gennaro per un percorso di ritorno che hanno fatto ed alla deviazione di alcuni tubi, che girano “nel vicolo del ferraro” (fabbro) e camminano per 6/7 metri sino ad una botola quadrata che loro avevano provveduto ad alzare per verificare la profondità del percorso. Commentano una rapina perpetrata a Giugliano, parlano di trapani e di punte particolari per effettuare fori, di un colpo da realizzare in serata e dei mezzi di trasporto da utilizzare. Alle ore 11:04 rientra a casa Ferriero Patrizia. Stolder parla quindi con il figlio Alessio e gli rappresenta che, questa sera, dovranno andare un furto in un appartamento, specificando che tale colpo è finalizzato solo a far quadrare i bilanci e che lui da circa 30 anni non faceva un colpo in un appartamento e che la zona è molto difficile e pericolosa. In ogni caso egli afferma “come facciamo noi, quelli li facevano i controlli, però non ci hanno mai trovato…. poi, quando abbiamo fatto i lavori, lasciamo i ferri dentro, tutto coso …..la calce... pure… che tieni un poco così... perché, ci stanno un cofano di buchi che sono stati appilati .... quindi, praticamente, adesso non ci fanno caso più... tra quelli che hanno appilato per finta e quelli che hanno appilato per vero... quindi, passano inosservati... pure che butti la calce, quella si asciuga... ormai la fogna..... soltanto i buchi... quelli, non se ne accorgono… hai capito com'è? .... per noi è facile noi portiamo un 60 X 60…no? ...facciamo il buco!!! ... facciamo quattro buchi, con il trapano a batteria!!! ...bum bum bum!!! ...quando è la mattina, che abbiamo lavorato, fino ad una certa ora... mettiamo... pigliamo la cassa …po’! po’! po’!.... pigliamo..... bruuuuu ….e, ce ne andiamo ....passa il controllo, non vede un cazzo!!! …hai capito?.... poi, si deve evitare, assolutamente, di far venire i controlli nei cunicoli... perchè nei cunicoli si controlla di più ... mandano giù a controllare....”Intanto arrivano a casa Ferraiuolo Gennaro e tale Angioletto. Lo Stolder rivolto a loro, parlando di un altro soggetto, afferma “mo’ ti spiego quale è la cosa...io sto...abbiamo fatto una serie di lavori insieme, quando lui stava in difficoltà..... lui è bravo a fare le cose sue... perchè mi accelera, in quanto al posto di mettermi a sbariare ….a mettermi a fare i ferri.....mi prende i ferri, me li fa trovare …..allora mi accelera, di parecchio e, poi, mi aggiorna di parecchio, per tutto il tempo che ci sono mancato …”. Raffaele parla di un deposito, che a lui interessa, che attualmente è nella disponibilità di una società di Milano (gli investigatori lo identificano nel deposito in via dei Cimbri di cui si parla nel corso della lunga ambientale n. 199). Quindi discute di altri particolari di un colpo da effettuare con il coinvolgimento di tale Patrizio, di un acquaiuolo e di tale Cacaglio. Dalla pos. 30 Stolder commenta con i presenti l’aumento dei controlli di polizia e riferisce“ieri, stavano certi stranieri parlando con Giulio... ora sotto il palazzo e stavano vedendo la casa ... arrivarono le guardie e chiesero i documenti….”. Commentano che probabilmente proprio la presenza degli extracomunitari determina l’intensificarsi dei controlli. Nell’abitazione sono presenti Marotta Salvatore e Colurciello Salvatore che partecipano alla discussione e sono pertanto riconosciuti dalla voce, oltre che dal nome. I presenti decidono di andare al Camposanto che si trova accanto allo stadio San Paolo e Stolder Raffaele dice che si farà prestare la vespa da Giulio; - conversazione n.320 ore 17:16 (continua l’ambientale del 31.05.2008 a casa Stolder) nel corso della quale lo Stolder riferisce al suo interlocutore di rivolgersi in caso di necessità a Salvatore Pillera (di cui ha già parlato nella ambientale n. 73 del 23.5.08) e spiega che questi ha una villa sulla spiaggia, con numerose piante tropicali, ha un cognato che installa i pali della Telecom ed un altro che produce frigoriferi industriali e ha a Catania un grosso capannone. Nel corso della medesima ambientale si parla di tale “ò figlio rò mosciu”, aggiungendo che “è il genero di Peppe Lento”, nonché di tale Patrizio che opera ai quartieri spagnoli. Gli investigatori hanno identificato Lento Giuseppe, nato a Napoli il 10.03.1945, ivi residente nel quartiere di Montecalvario, suocero di Egizzo Patrizio coniugato con la figlia Concetta; - conversazione n.320 ore 23:14 (continua l’ambientale del 31.05.2008 a casa Stolder) nel corso della quale discutono tra loro Stolder Raffaele, Ferriero Patrizia, Esposito Antonio, Colurciello Salvatore, Ferraiuolo Gennaro, tutti identificati dalle voci e dai nomi. Alla pos. 49 si parla di realizzare un colpo nella mattina del giorno dopo, ma alla pos. 1.38.30 Ferraiuolo Gennaro dice di anticipare il colpo e di andare subito perché “si possono prendere 8-9 mila euro”. Lo Stolder afferma di avere già nella sua disponibilità le chiavi della porta di ingresso; - conversazione n.364 ore 05:57 dell’1.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale in sottofondo si sentono rumori di ferri e Stolder dice all'interlocutore non individuato con certezza di aver preso la pellicola da mettere nelle mascature e racconta di altri soggetti che a Caserta ebbero difficoltà ad aprire la porta, per cui avevano trovato tanto oro ma dovettero lasciare tutto e fuggire per il sopraggiungere delle "guardie". Nella medesima ambientale i presenti parlano di giraviti ed altri strumenti idonei allo scasso facendo riferimento al fatto che si trovano “nella 500”, ovvero nella Fiat 500 targata CS..., nella materiale disponibilità del gruppo e pure soggetta ad intercettazione (come da decreto 3563/08 sopra richiamato); - conversazione n.366 ore 12:42 dell’1.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Stolder Raffaele parla con la moglie Ferriero Patrizia e le mostra qualcosa dicendole che non hanno trovato "danaro contante", solo "pochi dollari", un "orologio molto importante", un “Panaray un Daytona.... un grande orologio, molto, molto, importante” e aggiungendo “anche ieri, dalla figlia, abbiamo trovato otto orologi, abbiamo trovato più roba da lei che dal padre”. Sempre lo Stolder riferisce di un "fucile grosso", molto bello ma “troppo grosso” evidentemente non utilizzabile per loro attività illecite. Stolder riferisce ancora di aver avuto delle spese e di aver dato “200 euro a Totore … 50 euro a chi sti ccà, 500 euro a Totore glieli ho prestati io…”. Lamenta ancora di non aver trovato danaro contante ma solo pezzi belli “quelle brocche... quella guantiere, tutte lavorate... belli pezzi.....” e poi commenta anche con la moglie il furto commesso a Caserta da altri amici, i quali hanno aperto una cassa e tra le asciugamani avevano trovato due pistole, una 3,57 ed una 44, molti scatolini di brillanti, pacchi di soldi, tanto da riempire tre/quattro sacchi di refurtiva, ma poi erano intervenute le "guardie" ed erano stati costretti ad abbandonare tutto; - conversazione n. 366 ore 16:44 (sempre dell’1.06.2008 in casa), mentre il padre con i figli guarda la televisione. Alle 17:09 squilla il citofono e Alessio risponde a tale "Gennaro" che il padre sta riposando. Stolder Raffaele sente la conversazione e dice di far salire Gennaro che lo chiama “zio”; i verbalizzanti ipotizzano possa essere identificato nel nipote Cerbone Gennaro, (figlio della sorella Maria), al quale Raffaele chiede informazioni circa una "bombola" e sulla possibilità di reperirla più piccola (anche se poi in serata lo Stolder fa riferimento al nipote Ferraiuolo Gennaro con il quale, come si vedrà, in genere discute di attrezzi). Nel corso della conversazione il giovane spiega, tecnicamente, come miscelare l'aria ed il gas, a secondo del metallo da tagliare. Stolder Raffaele chiede spiegazioni a Gennaro circa i tipi di gas e cannelli di ultima generazione, nonché come sia possibile tagliare la ghisa. Gennaro consiglia a Raffaele di fare una verifica su internet e di fare una ricerca per "lancia termica". Immediatamente il figlio Alessio si attiva per una ricerca su internet e chiama anche il fratello Ivanfilippo. Stolder osserva che, nel caso riesca a trovare il materiale idoneo su internet, può andarlo a prendere in qualsiasi parte di Italia. Presente in casa è anche Totore (non identificato) che commenta con Raffaele un furto perpetrato da lui, Gennaro ed Enzuccio; - conversazione n.366 ore 20:42 (continuazione dell’ambientale dell’1.6.08) nel corso della quale Stolder Raffaele dice alla moglie Patrizia di aver detto a Gennaro di recuperare i "ferri, i manometri, le bombole, i tubi e tutte le altre cose”. Nel medesimo contesto il predetto Gennaro viene chiamato anche “Trombone” alias che i verbalizzanti attribuiscono a Ferraiuolo Gennaro. Intanto si sente parlare da più soggetti presenti di una porta con quattro mandate e sul modo per aprirla; uno dei presenti dice che tra poco andrà nuovamente là dentro e gli dirà se è "tutto a posto".Raffaele riprendendo il discorso sulla refurtiva mostratele la mattina dice alla moglie Patrizia che l’orologio lo prenderà lui, in quanto se lo merita, poiché si è “fatto un mazzo tanto” e, commenta che, con il passare del tempo, “queste cose” valgono sempre di più; - conversazione n.366 ore 10:42 del 2.06.2008 (continua l’ambientale in casa Stolder) nel corso della quale si sente la voce di Stolder Alessio il quale dice “sfonda tutto cosa!! ..... si porta a temperatura il pezzo e, con una botta di ossigeno, si sfonda tutto cosa, si taglia tutto.. come ho letto le descrizioni, ce l'hanno i vigili del fuoco... per fare gli interventi che crollano.... ci hanno fatto più di 50 colpi, soltanto il mese passato... hanno aperto un bancomat, come fosse un formaggino e si sono presi 157mila euro da dentro.. cose da niente....”. Evidentemente riferisce quanto ha appreso da Internet (la ricerca gli era stata sollecitata il pomeriggio precedente, come da parte dell’ambientale 366 sopra riportata). Si sentono parlare, tra di loro, due soggetti, che si chiamano entrambi Totore e sono individuati in Colurciello e Marotta; i due litigano su chi avrebbe dovuto “prendere i ferri”. I presenti commentano con Patrizia Ferriero le notizie sui giornali relativi ad una relazione di Bidognetti Francesco detto Cicciotto, di Casal di Principe. Totore chiede “ma ce l'ha i figli con questa ..Bidognetti Cicciotto?” e la donna risponde “tre figli, tiene ... è sposata con questa che sta sopra alla fotografia... fammi vedere che giornale tieni? Questo era il compagno della moglie ... poi la moglie morì... perchè era malata e lui si è messo con questa..... io sono stata un sacco di volte a casa sua... però.... ma io, secondo me, questa si teneva a qualcuno…. questa.... qualche cesso, più cesso di lei ... perchè quella è brutta ..a villa... na coscia sopra un'altra... all'improvviso... i soldi non sono niente... fino e mò te li sei mangiati …è qualche guardia, secondo me”; - conversazione sempre n. 366 ore 14:42 (continua ambientale del 2.06.08) quando suona il citofono e rientra in casa Raffaele Stolder con altro soggetto, chiamato Giulio che i verbalizzanti hanno poi identificato in Giaquinto Giulio, la cui utenza telefonica pure è stata monitorata. La conversazione tra i due è a voce bassa ed in parte coperta dall'audio TV. Tuttavia i verbalizzanti sentono Stolder Raffaele dire a Giulio di fare un "sopralluogo" presso un palazzo, prendendo l'ascensore e passando dal garage. Lo Stolder aggiunge che “questa persona” ha una Mercedes 200, vecchio tipo, di colore marrone e gli raccomanda di non chiudere la porta del garage, in quanto altrimenti non può più salire dalle scale. Alle ore 14:35 circa Giulio va via; - conversazione n. 366 ore 18:42 (continua ambientale del 2.06.08) quanto Stolder parla con Marotta Salvatore di depositi che Tambone Eugenio può procurare e che possono essere utilizzate come “basi” e della necessità di “fare colpi” per comprare attrezzatura migliore. Alla conversazione partecipano anche Ferriero Patrizia e tale Peppe. I presenti parlano del “figlio di Pierino”, che si chiama Rino, il quale sarebbe in grado di far fruttare più soldi dal colpo. Stolder parla della moglie di Pierino e la indica con il nome di Carmela. Da questi riferimenti anagrafici il Rino viene identificato in Giglio Gennaro, figlio idi Pietro, vedovo di Carmela Di Bernardo. Nello stesso contesto Stolder commenta gli omicidi dei Casalesi, dicendo “…secondo me, li sta facendo fare Cicciotto per non perdere di credibilità”. Parla negativamente del libro Gomorra e di Roberto Saviano e del giudice che ha passato le carte allo scrittore. La moglie, commentando un’intervista rilasciata dalla Carrino, osserva che la donna aveva astio nei confronti di Cicciotto (ribadendo il giudizio negativo dato nel corso della mattinata; - conversazione n. 403 ore 10:08 del 03.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Stolder Raffaele parla con Giaquinto Giulio e con Colurciello Salvatore, osservando che quando si deve fare un colpo, si devono curare tutti i particolari, perchè quelli sono importanti. Stolder dice che alcuni oggetti possono essere regalati ad un avvocato o ad un professore per “il fatto di tuo fratello” rivolto al Giaquinto, il cui fratello secondo quanto relazionato dai verbalizzanti nella segnalazione era stato colpito da infarto. Sempre Stolder parla di un cestello d'argento per lo champagne e chiede a Colurciello Salvatore quanto possa valere. Salvatore Colurciello dice nel corso della conversazione “dobbiamo ricominciare subito … siamo fermi da troppo tempo” e quindi passa in rassegna il bottino e riferendosi ad orologi ne stima il valore “questo è oro, questo è al quarzo”. Successivamente, con il figlio Alessio, Stolder parla di utilizzare il figlio di Gigino come testa di legno cui intestare un’ auto e per la stipula delle assicurazioni dice che ne dovrà parlare con Giulio; - conversazione n.403 ore 18:08 (continua l’ambientale del 3.6.08) nel corso della quale Stolder Raffaele fa riferimento alla possibilità di entrare attraverso un finestrone e poi con il figlio Alessio discute di “trapani con diamante”. Interviene alla conversazione Salvatore Marotta il quale parla di “anelli di oro bianco” ed aggiunge: “…abbiamo avuto 4500 euro, 360 grammi di oro, collane di corallo o perle…”. Si parla di un cestello dello champagne. Quindi gli interlocutori fanno riferimento alla necessità di organizzare “la macchina per il buco”. Si indica ancora il nome di tale “Lello Fusco” come “negoziante ricettatore” del quale Marotta Salvatore dice “stava sotto il pacchero”. Lo Stolder con i figli ed il Marotta commenta di otto persone, che si sono divise 21mila e 650 euro e Raffaele osserva “…proprio niente”. Intanto contano e dividono soldi, quando alla pos. 36.18 squilla il citofono ed arriva una persona alla quale non vogliono far vedere quello che stanno facendo. Commentano di dare dei soldi “ai ragazzi giù” e fanno riferimento al figlio di Tambone Eugenio, nonché a Giuliano Pio Vittorio, figlio di Amalia Stolder. Stolder Raffaele si allontana con il Marotta e poi, quando i due rientrano, vengono contati ancora altri soldi; - conversazione n. 403 ore 20:08 (continua l’ambientale del 3.6.08) nel corso della quale Stolder Raffaele dice di dover andare da Paolo Rubino per Giulio Giaquinto, facendo riferimento al chirurgo presso la clinica Montevergine di Mercogliano (AV), con il cui segretario sono state intercettati numerosi contatti per fissare appuntamenti. Giaquinto Giulio commenta che il fratello, adesso, sta meglio. Dopo un po’ Giulio si allontana ed in casa restano Stolder Raffaele con i due Salvatore (Colurciello e Marotta) ai quali il primo riferisce che bisogna cacciare dei soldi per un locale e parla di Gennarino (come chiama il nipote Ferraiuolo) il quale aveva dato la disponibilità per i muratori, ma che lui gli ha detto di aspettare. Raffaele poi commenta con la moglie che, se Gennarino deve prendere i muratori, “che siamo tre, o che siamo quattro... non cambia assai … facciamo vedere che glielo diciamo a Totore tanto lo sapevamo che quello diceva di no... allora facciamo vedere che glielo diciamo a Gennarino... se Gennarino dice di no ...allora diciamo altri 40-50 euro, ciascuno .... nel frattempo, noi gli abbiamo dato la quota, quella là…” ed ancora “quanto disse, che ci volevano per il notaio?...700-800euro.... ...ora ha detto 900 ... ora gli abbiamo dato 240 euro ciascuno.. per tre, quanti sono?.....nel frattempo ha 720 euro in mano”. Interviene Alessio il quale dice che Totore “sparte tutto, compresi quelli di cui parlava qua....”. Ferriero Patrizia riprende il figlio al quale dice di non intervenire in queste discussioni e, quindi, la donna ribadisce con il marito, che i figli in queste discussioni non devono intervenire. Stolder Raffaele dice che, da questo momento in poi, non presterà soldi a nessuno “proprio a Colurciello… mo, ti dico una cosa, non mi cercare niente, perchè non hai niente più …bello chiaro, chiaro, te lo dico ...che, hai capito?....….tu, proprio ieri, mi hai detto: dammi un momento duecento …. io li ho presi dai soldi quelli miei e te li ho dati... adesso che cazzo c'entra questo fatto qua ..mi ha detto com'è? …te la stai pigliando.... e com’è, che me la sto prendendo? …perchè, mi sembra che mi stai facendo un favore...tu mi stai dando i cosi, che ti ho portato...” Raffaele sempre rivolto alla moglie “ora, praticamente, con i soldi che abbiamo cacciato….. ora, è come se non ci fosse rientrato niente … però, adesso, ci sono dieci mila euro per le spese che li ho messi a terra.... perchè qua, altrimenti, non se ne parla proprio … questo, adesso, in una maniera o in un'altra, sentendo Colurciello, ha sbagliato….ha parlato alle mie spalle….. non deve fare una cosa del genere …ha fatto una figura di merda ….io, perchè non l'ho sentito, altrimenti lo avrei sputato in faccia”. La Ferriero chiede al marito che cosa abbia detto Colurciello. Il marito continua ad inveire “lo buttavo per tutte le scale ....” e quindi spiega cosa ha detto “ma se è così a me conviene andare a rubare le macchine .... che te li pigli a fare questi soldi del locale …allora sei scemo ...o si crede che se li prende e poi, dopo, me li porta indietro, quello? …come se li prende, così se li porta... se, poi dopo, non se ne fa niente...” e continua “pure il fatto delle 200 euro, che io gli ho prestato ieri ..ma vedi la testa che gli fa dire...mi ha deluso ..ma non ha mai fatto questo”. Interviene il figlio Alessio il quale dice che Colurciello si è lamentato per il fatto che il padre “non si è fatto dare i soldi” da Salvatore Marotta. Stolder Raffaele ribatte “e a lui, che cazzo se ne frega? ...comunque se lui se ne vuole andare…. a me, non me ne passa neanche per il cazzo ...perchè una persona così, non me l'aspettavo proprio ...tu, comunque, hai fatto bene a dirmi questo fatto …..perchè, poi, quando si sparla, non sta bene ...perchè, me lo deve dire in faccia a me ... anche perché, non sta neanche all'altezza ...non sta più all'altezza di prendersi le macchine!!! ...hai capito com'è ....perchè, ammesso e concesso che ci spartiamo questi quattro pidocchi dei diecimila euro….. i 10000 euro che abbiamo tolto da mezzo... perchè poi, i ferri, come si comprano? ...hai capito com'è? ...a che cazzo serve spartirci i soldi? ....e, poi, i soldi a Gennarino della macchina, si devono dare per forza....non me lo aspettavo proprio!”.Alla po. 21.55 parlando con la moglie lo Stolder dice, a proposito di Gennarino, “quello, ne è un altro che, ieri, diceva una cosa e oggi ne dice un'altra ....ma, non ci scassasse il cazzo ....ieri, mi disse che i ferri non erano tanti ....invece è venuto proprio con l'intento di dividersi i soldi... poi, dopo il fatto dei soldi, mi ha detto….. ci dai qualcosa ai ragazzi?”. Patrizia giustifica il comportamento di Gennaro dicendo che, comunque, il ragazzo è andato avanti ed indietro e lo Stolder ribatte “si …lo so … ma sono pidocchi...io non li so neanche dividere... quello quando mi ha detto di dare qualcosa ai ragazzi... io avevo dato 2500 euro ....ho dato, li ho anche nascosti però quello se li era presi i 2500... mi sono rotto le palle ….proprio...questi fanno schifo, tutti quanti”. Stolder aggiunge nel corso della medesima ambientale che deve dare anche i soldi a quel pidocchioso di “Enzuccio” e parla di un regalo, fatto ad una persona. Stolder Raffaele dice che Totore aveva riferito che questa persona aveva fatto espressamente richiesta di un regalo e lui ha preso un orologio e glielo ha dato. Il medesimo Totore poi aveva riferito a Giulio che sarebbe stato opportuno vedere prima la quotazione e poi Colurciello aveva detto che il regalo era stato “troppo buono”. Stolder Raffaele con la moglie fa il conto di quello che ha dato e che deve ancora dare “il primo, che i 500euro… li ha avuti lui ....no..no.. ma, io gli volevo dare anche qualcosa in più....Patrizia ...ma non ci stanno proprio ...quello si è reso conto ... allora, fa una cosa ..quello pulisce e ci mettiamo la bottiglia dentro (si tratta di un cestello per champagne) e così appariamo il fatto del regalo e di Giulio .... il fatto che io sono uscito no... e lo vado a trovare ... e, poi, parlo con il fratello di Giulio che ha avuto un intervento e, domani, ci andiamo... poi, ha voluto anche i soldi del locale …. allora, non la fare la società con me, levati davanti alle palle, che razza di modo è? com'è? … noi parliamo di soldi frutto delle spese sostenute, sino ad adesso ….si deve comprare la roba... quello, alle spalle, ha detto: allora quello tiene scritto stronzo che caccia i soldi delle spese ...se noi facciamo il conto, non dobbiamo dividere nulla ...quello caccia, caccia, caccia.... ma se tu ti metti con carta e penna ... 300, 200, 300, alla fine diventano soldi... così, quello di Fuorigrotta, sentendo a lui... quello ha detto vicino a Totore, sempre alle mie spalle, ....allora, io devo avere i soldi dei ...inc... perchè ha iniziato Colurciello prima... però, alle spalle, ..io non so niente ...dice che ha detto… addirittura ...allora, io me ne vado a rubare le macchine.... e vattene …che me ne fotte a me... io sono andato a fare una stronzata, per colpa loro....ma chi la faceva questa stronzata...”. Ed ancora “gli dovevo dare i cosi a questo qua dietro ...io andavo trovando a Gennarino ... pure il fatto di Marco si deve parlare ... io già glielo ho accennato ... quando che Marco e il ... guarda che Gennaro si è fatto sette anni di carcere... sette anni si è fatto.... ed è stato per colpa loro ...quelli, lo accusarono proprio …. che ti credi? che cosa è successo? ...quindi, si mette una cosa ed un'altra cosa, hai capito o no?”. Ancora più avanti lo Stolder riprende con la moglie la discussione “guarda caso, la stessa tarantella mia, la sta facendo Claudio ...per esempio io, a Claudio, non l'ho pensato proprio più”. Frattanto giunge Santaniello Salvatore, identificato dai verbalizzanti attraverso il riferimento al cognato Vincenzo, ovvero il fabbro Mango Vincenzo, che ne ha sposato la sorella, nonché al nome Totore con il quale Raffaele lo interpella dicendogli se lui non ha intenzione di partecipare, rimangono amici come prima, ma non deve venire meno quando assicura la sua presenza. Il Santaniello dice “Lello deve morire mio figlio, io sto a piedi ... a piedi ...la sera non ho orari … a piedi sto andando a lavorare, a piedi ...ora ho tenuto un pò il problema di mia mamma....tengo la mamma … lo sai quella ha avuto un ictus ed io la devo portare a fare le terapie però io lo stesso ma mica ti ho abbandonato”. Raffaele ribatte "non mi hai abbandonato? ….mi hai preso solo per culo...mi hai detto, dieci volte, sto arrivando … sto arrivando ed io ad aspettare come uno scemo”. Santaniello “Lellu’ è perchè non ho orari...” Lo Stolder si lamenta del comportamento del cognato Vincenzo e Santaniello “ma io a Vincenzo me lo sto raccomandando”. Stolder “ma non c'è bisogno che lo raccomandi ... perchè quello, comunque, si sta facendo il mazzo tanto, appresso a noi ...hai capito com'è?? ....ci sono dei momenti che....”. Interviene Patrizia Ferriero che invita Salvatore a cenare con loro. Salvatore dice di non avere fame, ma Stolder Raffaele gli dice di sedersi e di mangiare. Santaniello parla di una persona che è partita e che gli ha riferito di essere stata onorata di aver parlato con lui. Stolder chiede se questa persona appartenga a Enzo Romano e a Peppe Lento; quindi parlano di tale Patrizio, genero del Lento, che è un bravo ragazzo. Stolder parla di macchine che hanno perso e aggiunge che ne avevano trovata una a Sondrio, ovvero di una Twingo che poteva essere modificata. Stolder discute della possibilità di intestare la macchina della sorella Anna “a doppione”, per evitare di far risultare i passaggi di proprietà. Quindi spiega “ci vogliono i soldi per intestarla? ….allora praticamente invece di spendere tutti questi soldi … pigliamo una macchina marciante....”. Parlano quindi di vari tipi di macchina e della necessità di modificare un’auto, attraverso un taglio della carrozzeria (la macchina con il buco della quale si parla anche in altre conversazioni, per entrare ed uscire dalle fogne senza essere visti). Sopraggiunge Ferraiuolo Gennaro al quale Raffaele dice che ha lasciato Salvatore, a piedi, sui Miracoli, evidentemente parlando di Marotta Salvatore che abita al vico Nunziatella ai Miracoli. Ferraiuolo racconta “sono andato, un attimo a Secondigliano, perchè volevano stroppiare al figlio di Ciro della pizzeria …. ieri hanno litigato ragazzi e ragazzi e sono intervenuti questi scissionisti in mezzo” (si ricorda che Ferraiuolo cura i “rapporti” con Ciro Leone del Trianon, come evidenziato nelle intercettazioni sopra ricordate). Gennaro (Ferraiuolo) e Salvatore (Santaniello) parlano di tale Peppe che Gennaro definisce viscido aggiungendo “ora, per fare un recupero a Biagio … ha dato 5000 euro ...inc...niente di meno che va a fare un recupero in mano a Biagio ... io gli ho detto: Biagio, tu hai preso un impegno con Lelluccio sul recupero di 5000 euro ...lui mi ha detto che, purtroppo, li aveva presi ... io ho chiamato Enzuccio e gli ho detto: senti tu, a Peppe, non lo devi chiamare più …in quanto Peppe non deve vedere più una lira … perchè è andato, una volta, da Totore il Gassusaro…. e Totore il Gassusaro è Totore il Gassusaro…(alias di Torino Salvatore) ...una volta con Peppe Misso….e Peppe Misso è Peppe Misso”. Si parla di argomenti vari relativi a vari soggetti e quindi alla pos. 1.12 Stolder Raffaele parla con Gennaro e lo invita a contattare Giulio in quanto è lui “che conosce a quelli lì”. Gennaro risponde "….li ho chiamati, a quelli della Telecom ... ho chiamato perchè vedete io sono andato da Michele.... gli ho detto: Michele, tu come stai facendo? … e lui mi ha detto che ha chiamato e che il giorno appresso....”. Stolder lo interrompe “tu, è inutile che ti esaurisci... quando vedi la mala avviata...avvia a fare la richiesta delle macchinette e, poi, si aspetta... tanto, oltre le spese non vai, che cazzo te ne fotte”. Gennaro: “lo so zio! …ma, io, lo sai come sono fatto ... e che, quando, io inizio a fare una cosa... mi piace di portarla a termine… mi piace...” Raffaele: “si …ma tu ora, che vuoi fare??? ... si buttano le macchinette dentro... Con quello del bar, che hai fatto? ...hai parlato con quel cristiano?” Gennaro: “eh! ...mi disse che non era cosa.... i soldi... i 25.000 euro” Raffaele: “contanti? ... e se la andasse a vendere lui”Gennaro: “e se la va a vendere lui, in quanto io, buono, buono, i soldi i 25.000 euro...”. Quindi Gennaro spiega che una persona, detta il Nano, era andata al bar e il titolare gli aveva detto che aveva intenzione di aprire il locale sopra al Vico della Pace, mettendo tutti i gazebo fuori. Gennaro aggiunge che la somma necessaria per questa attività è di 24.000 euro e che comunque la persona prima gli aveva detto “va bene, poi ti faccio sapere…” e poi aveva risposto che “non lo possiamo fare”, motivo per il quale aveva telefonato a Pasquale e questi lo aveva richiamato “dopo una giornata di telefonate” e gli aveva detto “Gennaro, tu mi devi scusare, non mi devi scusare... Pasquà...tu stavi ... tenevi un mutuo.. io sono venuto lì e ti ho risolto il problema... e nè, tanto meno, ti ho portato il conto ... non mi servivano e non te li sono venuto a cercare ...il 31 in banca ed io lo devo coprire... mi ha detto: io, sabato, vengo e ti porto i soldi … a posto ...allora, tu mi hai telefonato, sabato alle tre, e .... ma perchè avessi...inc...Pasquà... ma, perché, io ti ho fatto una monnezza... lui mi ha detto: no! ...ma mi devi scusare!... io sono andato a fare un assegno.. lo sono andato a cambiare... perchè io mi sono messo a disposizione ed anche tu ti devi mettere a disposizione con noi ...mi hai accolto ...mi hai portato avanti ed indietro e questo nessuno te lo toglie .. quello che hai fatto... però che tu mi vuoi prendere per il culo ...no... comunque io gli ho detto: no, Pasquale, io domani voglio i soldi ... a me, domani mattina, mi devi dare i soldi ….mi ha detto che vorrebbe venire, anche a casa, in quanto mi ha detto poi io con te ho fatto una brutta figura... io, in quattro mesi, non gli ho mai cercato....” e sempre Gennaro riferisce che una persona gli aveva detto “quando esce Lello poi, mi raccomando, quando esce Lello, non è che poi non mi vuoi bene più?”. Stolder Raffaele riprende il discorso sui lavori da fare e parla con Santaniello (ancora presente) della necessità di trovare una persona a cui intestare una macchina; Salvatore fa riferimento ad un vecchio che lui conosce. Successivamente Ferriero Patrizia parla con Gennaro, mentre Stolder Raffaele parla con Salvatore; i primi due parlano di scarpe, mentre gli parlano di botole. Le due conversazioni si sovrappongono e non sono chiare. Dopo aver parlato di varie famiglie criminali (Moccia, Bidognetti), Stolder Raffaele raccomanda a Santaniello di prendere una Twingo e spiega come operare con l'auto in modo da potere scendere nelle fogne. Afferma “noi, ci dobbiamo alzare... dobbiamo camminare con le gambe di questo ... dobbiamo tirare .. e, dobbiamo rimanere seduti”. Inoltre Stolder ricorda al medesimo Salvatore che bisogna mandare i soldi ad Enzuccio (il cognato Mango Vincenzo, di cui si è parlato all’inizio dell’ambientale). Alla pos. 1.40, Stolder Raffaele parla di caveau, di ferri da lavoro e di timer con Ferraiuolo Gennaro e dopo un poco Salvatore va via. Ferraiuolo Gennaro parla del cattivo rapporto che ha con la madre (Stolder Antonietta) e lo zio dice che queste cose non devono esistere; parlano poi di Stolder Rosa e Raffaele commenta “diglielo a Rosa … che i soldi se li è presi tuo fratello vatteli a prendere da lui... diglielo: …ha detto così Lello proprio così deve dire... i soldi non devi dare niente a nessuno.... andate da lui ...proprio così devi dire....non glieli deve dare altrimenti me la prendo anche con Biagio.....non gli deve dare niente ... il recupero a Biagio ...ma che stiamo scherzando ...io piglio a quello, che è venuto qua sopra ed abbusca anche lui”. Gennaro ribadisce che le questioni che nascono con la madre sono dovute a pettegolezzi con le sorelle. Lo zio da soldi al nipote Gennaro; - conversazione n. 403 ore 22:08 (continua l’ambientale del 03.06.2008) quando sono presenti Raffaele Stolder ed il nipote Ferraiuolo Gennaro del quale i verbalizzanti individuano con certezza la voce. Ci sono altri soggetti non identificati. I presenti discutono della ripartizione di soldi da dare ai "ragazzi che hanno lavorato" e tra questi si fa il nome di “Enzo”. I verbalizzanti ipotizzano che si tratti di Mango Vincenzo perché Stolder riferisce di aver parlato con il cognato ed afferma che lui ha alzato la macchina sul ponte. Invero nella stessa giornata egli ha parlato con Santaniello Salvatore cognato del Mango. Nel corso della conversazione Ferraiuolo Gennaro apprende sempre dallo Stolder Raffaele che 700 euro sono del fratello. I verbalizzanti annotano che Raffaele, fratello di Gennaro, fa il parcheggiatore nei pressi della Pizzeria Trianon. Alle 22:21 arriva Gigino (che i verbalizzanti individuano nel De Maio Luigi). Si sente poco dopo le 22:30 la voce di Esposito Antonio, marito di Nunzia Stolder (figlia di Raffaele e Ferriero Patrizia) . Ferriero Patrizia avvisa Raffaele che le guardie stanno loro “addosso”. Un altro soggetto presente propone allo Stolder di andare a Marano, ma Raffaele gli risponde che lui non può uscire dal comune di residenza e che se le "guardie" lo fermano a Marano pensano che è andato lì per incontrare i Nuvoletta. Patrizia dice di aver avuto la sensazione di essere seguita anche dall'estetista. Raffaele afferma che loro “si stanno facendo l'attività con la 500” e non gli sembra di essere stato notato, ma la moglie è insospettita dal fermo dei figli sulla sua autovettura. Stolder Raffaele commenta con altro soggetto l'eventualità di andare dall'avvocato per segnalare il rinvenimento sull'autovettura della microspia. Egli sostiene che sono state fatte intercettazioni abusive e vuole far chiedere dal legale le copie delle trascrizioni delle conversazioni intercettate. Quindi conclude che sono passati 45 giorni da quando furono fermati a Giugliano e, quindi, non è possibile che siano ancora intercettati. Patrizia commenta il fatto che le guardie hanno controllato anche il “garagista”, (ovvero Pangione Antonio). L’uomo va via ed in casa restano gli Stolder e la nipote “Patty”. Stolder Raffaele dice alla moglie Patrizia che “Totore Colurciello” non era tanto d’accordo sul coinvolgimento di “quell'altra persona” mentre lui, invece, sarebbe anche d’accordo nel guadagnare una percentuale minore dei proventi delle loro attività, anche il 25% invece del 35%. Parlano anche di “Gigino” e di “Gennaro” che avrebbe guadagnato più soldi del previsto dall'acquisto e passaggio della Fiat 500, motivo per il quale aveva esortato Gennaro a pagare l'assicurazione. Lo Stolder osserva che lui si sta muovendo con molta circospezione e che si sposta, continuamente, in modo da rendere complesso il controllo da parte delle forze di polizia che non riescono a capire cosa stia facendo. Per questo motivo anche il giudice una volta letti i rapporti dovrà sicuramente dargli ragione. Con la moglie lo Stolder ipotizza di andare ad abitare ad un piano terra, in modo tale da muoversi con maggiore facilità ovvero di chiedere ai condomini di utilizzare il terrazzo del palazzo. Quindi lo Stolder parla di una casa e di un capannone di un avvocato che vorrebbe acquisire, tramite l'interessamento di “Giulio” e del fatto che questo legale si sarebbe impaurito dalla proposta. Aggiunge che, quando avrà modo di incrociarlo, non lo saluterà così si impressionerà ancora di più. Parla, poi, di percentuali di soldi e di relative spese da dividere ed aggiunge che, da oggi in poi, si segnerà pure il pacchetto di sigarette. Quindi i due coniugi visionano degli oggetti (anelli, collane, orologi) valutandone il valore. Lo Stolder chiede al figlio Alessio di inserire sul computer alcuni appunti relativi al valore degli oggetti asportati e delle ripartizioni dei proventi ai complici, ma il figlio gli rappresenta che è meglio non lasciare traccia, in quanto ci sono alcuni programmi che possono accedere anche ai "file" con la password. Quindi, Raffaele, chiede alla moglie di procurargli un blocnotes per scrivere degli appunti. Poi, Raffaele ed il figlio Alessio, parlano di “bombole di ossigeno, carrelli, trapani e punte” e il padre raccomanda al figlio di stare attento se esce con la Fiat 500 perchè è senza assicurazione. Gli chiede ancora di fare una ricerca su internet per il "gas acetilene", le funzioni del CO2 con l'ossigeno, le atmosfere, i cannelli e gli spunti sulle istruzioni, così comincerà a comprare tutta l'attrezzatura, aggiungendo che esistono delle bombolette che contengono già l'ossigeno con l'acetilene. La conversazione è rilevante perché dimostra che lo Stolder ha individuato la microspia sulla autovettura Lancia Y, per cui è evidente che usa l’accortezza di procedere a bonifiche; utilizza la sua forza di intimidazione per procedere ad acquisto di immobile per il tramite di terze persone, ovvero interessando tale Giulio (da identificare come si vedrà meglio in seguito nel Giaquinto); - conversazione n. 517 ore 10:59 del 04.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale i verbalizzanti individuano le voci di Ferraiuolo Gennaro, Marotta Salvatore, Stolder Ivanfilippo e Stolder Raffaele. Ferraiuolo, in particolare, dice che Giulio non lo ha chiamato più per la locazione di un locale ubicato in via Pietro Colletta. Stolder Raffaele fa riferimento ad un “lavoro enorme” da realizzare nel mese di agosto, con la complicità di siciliani ed aggiunge che “i siciliani”, quando organizzano un lavoro, hanno la gente interna, i guardiani ed i cassieri e, quindi, il rapporto con questi ultimi “si deve mantenere buono”. Gennaro commenta “zio, da parte nostra, oltre quello che stiamo facendo .... vediamo cosa ha fatto Marco”; quindi parla della scarcerazione di Moccardi Pietro e si chiede come abbia fatto ad uscire; Stolder Raffaele dice che sono usciti tutti quanti, salvo Ciruzzo. Stolder Raffaele, alla pos. 37, parla di spostare una macchina al Vico della Pace, per fare un buco e poi comunica che, secondo lui, le guardie gli stanno preparando qualcosa contro. Raffaele parla di soldi che ha dovuto spendere, per perpetrare i colpi e dei soldi che ha cacciato Gennaro per l’acquisto di cannelli, di manometri e di apparati radio. Raffaele parla di un “colpo” da fare con una macchina (pos. 42) e dice “ora, con questa macchina, facciamo un salto di qualità enorme … non l'ha mai fatto nessuno con una macchina così perfetta ... lo sai come viene? .. gliel'ho spiegato ... si devono smontare i sediolini…. si devono togliere le staffe, da sotto, ....poi, mettono quelle cose delle cucine... praticamente, no?,. ..noi stando seduti, no? ..pigliamo i sediolini con le mani e facciamo (rumore) ed andiamo a finire indietro al cofano ... e creiamo lo spazio a terra ..alziamo e ce ne scendiamo!!! ... hai capito come viene? … si bloccano i sediolini e possiamo anche camminare e fare un'altra cosa, ….poi, siccome viene un servizio perfetto, a noi ci serve la Twingo! …si deve solo spostare la marmitta ed un pò di fili….. …poi, viene una bella botola.. ..è bassa! la facciamo abbassare, un altro poco, la macchina …le scendiamo un altro poco gli ammortizzatori....ce la compriamo per cazzi nostri, facciamo l'assicurazione sopra... hai capito? ...ed incominciamo a lavorare per tutte parti perchè, poi, ci incominciamo a muovere …vediamo gli obiettivi”. Stolder Raffaele fa quindi riferimento a “quello a Fuorigrotta” che procura loro qualsiasi cosa. Si discute di una macchina da utilizzare per fare un buco, che deve essere acquistata tramite il figlio di Gigino. Quindi comunica che alle ore 13:00 deve andare dal fratello di Giulio (Giaquinto) che è ricoverato in ospedale. Partono quindi una serie di commenti negativi sulla sorella Rosetta; sul marito Fernando Schelemmer, il quale gli deve dare dei soldi e spera che uscirà presto; sulla moglie di Ciro Stolder, Lebro Maria, la quale viene definita “viscida”. Quindi lo Stolder ribadisce un concetto già espresso (cfr. ambientale n. 320 ore 9:14) ovvero che, durante la sua detenzione, la moglie Patrizia, ha fatto di tutto per portare avanti la famiglia. Alla pos. 56.35, Raffaele Stolder, continuando la sua argomentazione relativamente alla famiglia Giuliano, afferma che non è buona e di conseguenza anche le sue sorelle. Dice che lui ha provato a tutti, nel senso di individuazione di personaggi che possano godere di stima ed aggiunge che deve solo provare il figlio di Amalia, quando esce, (ovvero Pio Vittorio Giuliano) e Maurizio. Inoltre afferma che bisogna impegnarsi a far riappacificare la sorella Antonietta con il figlio Gennaro (Ferraiuolo), perché “quando succedono dei disguidi nella nostra famiglia, la discussione si deve chiudere subito”.Stolder Raffaele continua commentando ancora la microspia scoperta in macchina ed in particolare afferma che il figlio Alessio con Marco era andato da Corrado con la Lancia Y munita di GPS e “questa storia deve finire” per cui deve rivolgersi al suo difensore in quanto la intercettazione è illegittima e si deve far dare tutte le trascrizioni che hanno. Quindi parla del deposito nei pressi di via dei Cimbri, dove dovranno essere posizionati i ferri per lavorare; - conversazione n.517 ore 14:59 (continua l’ambientale del 04.06.2008) nel corso della quale lo Stolder in casa distribuisce soldi e fa riferimento alla “paranza”, nominando anche Enzuccio. I presenti contano soldi e si individua la voce di Colurciello Salvatore il quale afferma di aver provveduto a pagare le bollette; - conversazione n.520, delle ore 18:31 del 04.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale si individuano le voci di Marotta Salvatore e di Colurciello Salvatore i quali discutono in Stolder Raffaele di “microspie”. Stolder dice che occorre chiedere a Modesto per il prezzo di un’apparecchiatura. Si parla quindi di un congegno venduto dai cinesi ovvero di un sensore che funziona via radio come allarme. Uno dei presenti afferma che lui aveva un congegno simile in una villa a Castelvolturno. Accanto ai soliti discorsi sulle migliori tecniche per affrontare i furti rispetto alle moderne tecnologie (lo Stolder recupera in fretta i 16 anni circa di detenzione), nel corso del pomeriggio il boss a dimostrazione dello stile con il quale opera il suo gruppo parla di uno scippo avvenuto nella sua zona e racconta di un incontro con gli autori del medesimo. Sul punto ricorda quello che ha detto loro “la dovete finire mo!! ve lo dico …ho delle pistole, a portata di mano, vi sparo proprio ... ora mi avete rotto proprio le palle ..... qua si deve finire... ora si vanno ad avvisare questi femminielli ed a questi altri stranieri”. Quindi egli afferma che bisogna contattare direttamente le persone che hanno fittato ai “femminielli” per dire loro che se questi continuano a fare “casino”, lui li “spara proprio”. In particolare lo Stolder indica Gennarino come colui che fitta le case agli stranieri. Stolder continua riferendo che li stava uccidendo e che lo hanno fermato, altrimenti lo avrebbe fatto e ripete “…li spariamo proprio …. proprio, con la 38”; - conversazione n.520, ore 20:31 (continua l’ambientale del 04.06.2008), nel corso della quale Stolder Raffaele parla con il genero, Esposito Antonio, del fatto che è stato dall'avvocato e ad un collaboratore ha riferito il problema della microspia all'interno della Lancia Y. Stolder afferma che anche quando sono andati a mangiare da Corrado, c'erano le guardie, che seguivano Alessio e Marco quando andavano a prendere qualcosa nella macchina. Stolder quindi ricorda di essere stato dall’elettrauto amico “ora basta, ora … d'accordo con l'amico mio elettrauto e gli dico, tu parla chiaro per quello che trovi”, apprendendo così dall'elettrauto che vi erano microspie e per questo motivo la macchina dava problemi. Stolder quindi continua a raccontare che l'avvocato gli aveva riferito di far fare un'attestazione del rinvenimento della microspia da chi la ha trovata. Stolder Raffaele ricorda che in data 22.04.08 a Giugliano erano stati fermati. In ogni caso chiederà le trascrizioni di tutte le conversazioni, da quella data fino ad adesso e commenta che le guardie vanno anche nel garage. In casa è presente tale Angioletto che Ferriero Patrizia invita a cena chiamandolo per nome. Angioletto declina l’invito perché deve andare a casa del Califfo; poi lo si sente dire che prima andrà da Patrizio e gli dirà che Raffaele gli vuole parlare. Il medesimo Angelo dice a Raffaele di stare attento perchè “sta pieno di guardie” e quindi propone di accompagnarlo al rione Traiano. Stolder Raffaele dice di dover andare al Cardarelli. Angelo commenta che sta lavorando al massimo un’ora con la tecnica del “picchia” e “fuggi”, ma mai di sabato e aggiunge di essere sottoposto all’obbligo della firma al commissariato Vicaria. In casa la nipote Patrizia jr afferma di voler vedere la fiction Carabinieri, ma lo Stolder interviene per “educarla” e le spiega che queste cose non si devono vedere in quanto il nonno è allergico e se solo sente la parola Carabinieri o Polizia sta male. Quindi commenta con il figlio Alessio e con Angelo ancora in casa la criminalità albanese, particolarmente feroce ed in grado di uccidere. Angelo racconta del figlio Alessandro che va negli stati Uniti e che si dedica all’attività di “pacchista” cedendo cellulari. I presenti discutono dei controlli dei Falchi e della Polfer; - conversazione n.520, ore 10:31 (l’ambientale 520 continua la mattina del 05.06.2008) quando Stolder Raffaele, in casa con la moglie Patrizia Ferriero, riceve la visita di tale Aurelio. In particolare si registra la seguente conversazione: Aurelio: …noi stiamo lavorando con certi ragazzi che sono quattro cinque anni... una volta, ogni tanto, loro cercano la collaborazione... Raffaele: …ma fanno anche le casse?Aurelio: …si!!!.. però le fanno con il martello Raffaele: …con il martello pneumatico? Aurelio: …eh!!...però cercano i lavori introvabili, …cercano ... perchè se, logicamente tu tieni un appartamento sopra come... loro sono molto bravi negli antifurti perchè loro, per esempio, tagliano i cavi, tagliano hai capito com'è ... lavorano.....tagliano i cavi....poi vengono le guardie...però loro non toccano niente ancora … la tengono già l'apertura per entrare quando vengono le guardie vedono che è tutto a posto... e se ne vanno.. poi suona un'altra volta e vengono un'altra volta, finchè non si scocciano e non vanno più...loro si buttano dentro..Raffaele: ....scassano la porta.?!?.. Aurelio: ..hai capito come lavorano? Raffaele: …embè sto fatto è interessante!..io faccio i ponti con la batteria e non arriva più il segnale...capito com'è??. Quindi, nel prosieguo: Aurelio: ….io ..comunque a livello lavorativo a disposizione però a livello per esempio che devo scendere non sono proprio in grado..non sono proprio in grado!.. Raffaele: …no! comunque basta che ci dai una mano... Quindi lo Stolder chiede informazioni su alcuni “percorsi fognari”, abbassando la voce, e parla di botole in via Tribunali e via Pietro Colletta. Aurelio dice di non essere aggiornato in quanto ci sono i lavori della Metropolitana. Stolder ricorda percorsi sotterranei in San Biagio dei Librai e San Gennariello;- conversazione n. 520, ore 12:31 (continua l’ambientale del 05.06.2008) quando in casa sono Stolder Raffaele, Ferraiuolo Gennaro e tale Attilio. Alla pos. 57 si individua anche la voce di Colurciello Salvatore il quale mostra dei campanelli da utilizzare come segnale per avvertire loro, nel caso dovessero arrivare le “guardie” e fa riferimento a telecomandi da mettere sulla stessa frequenza. I presenti discutono dei loro trascorsi e Ferraiuolo ricorda un agguato nel 1988. Poi trattano di progetti futuri, tra i quali anche la possibilità di impegnarsi nel riciclaggio di francobolli falsi fabbricati a Latina da far circolare. Stolder consiglia di andare a Roma al ristorante da Gabriele, per mettersi in contatto con Terribili Mario, al quale si deve riferire che lui gli manda i saluti e che appena può lo raggiunge (già indicato il Terribili nella ambientale n. 15 del 23.5.08 arrestato nel suo stesso periodo). Nel corso della medesima ambientale lo Stolder discute proprio con il Ferraiuolo Gennaro (sempre individuato dalla voce) di alcuni reati verificatisi alcuni giorni prima nella zona della Maddalena a Forcella e, facendo riferimento ad un furto di un Rolex, afferma: “….si deve vedere chi è perché io lo debbo stroppiare”. Il Ferraiuolo interviene per dire “comunque, si deve fare in modo che questi, che fanno gli scippi, devono sapere che se fanno gli scippi vengono stroppiati da me, proprio...”; lo Stolder replica: “…andiamo da chi ha fatto lo scippo ...se li hai visti, lo sai chi sono ....andiamo da chi ha fatto lo scippo, se lo conosciamo, se non ci conosce, lo pigliamo per le orecchie e gli diciamo non ti permettere mai più”. Ferraiuolo conclude”bisogna mandarli solo all'ospedale ….ora vado anche sopra ai Quartieri, perchè anche lì, si stanno rubando gli orologi”; - conversazione n. 520 delle ore 16:31 (continua l’ambientale in data 5.06.2008) nel corso della quale si individua con certezza la sola voce dello Stolder che discute di percorsi fognari e di buchi da fare, di sotterranei, della zona degli Orefici, del ponte di San Severino e di un punto d'ingresso per i sotterranei alle spalle del Fraime. Un paio di ore dopo (alle ore 18:31) Stolder è certamente insieme con Marotta Salvatore con il quale parla di una gioielleria da svaligiare, probabilmente ubicata nei pressi del Museo, di cannelli, e pareti da sfondare, di buchi e di trapani nonché di un punto d'ingresso ubicato tra Port’Alba e via San Sebastiano. I due fanno riferimento ad un colpo da provare domenica mattina, individuando l’obiettivo come vicino al deposito di Eugenio. Si discute di una botola a via Roma, che scende nelle fogne ove in passato lo Stolder incontrava “varie batterie”; del Banco San Paolo ubicato nei pressi della Torretta e della Pescheria Gigione; di una banca in via San Pasquale a Chiaia; - ambientale n.557 ore 16:53 del 07.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale gli investigatori individuano le voci di Stolder Raffaele, del figlio Ivanfilippo, di De Maio Luigi chiamato Gigino e di due altri soggetti di cui uno di nome Antonio. Alla posizione 04.14 Gigino parla con Raffaele di un avvenimento in cui è coinvolto tale Gerry Gallo. Un’altra persona dice a Gigino che questo ha intenzione di pagare perchè ha molte possibilità altrimenti “gli spara in testa”. Gigino allora, rivolta a questa persona, dice “voi abbuscate i soldi e Raffaele si va a pigliare le tarantelle per te?”. Stolder afferma “adesso bisogna prima sparare e poi bisogna parlare……adesso non ci sta più niente da fare…questa è tutta merda…lo sapete che fanno si prendono il coraggio della droga … poi vanno a finire in carcere e non hanno più la droga e perdono il coraggio”. Alla conversazione partecipa Giaquinto Giulio che parla di “rispetto” e del fatto che “lui fa il salumiere, ma ha il rispetto di tutti”; - conversazione n.579 delle ore 21:01 dell’8.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale lo Stolder è in compagnia di Ferraiuolo Gennaro con il quale si riprende il discorso su presenze non gradite nella loro zona. Infatti si sente il Ferraiuolo affermare che sarà proprio lui personalmente a dire che in quella casa non vogliono nessuno e che bisogna “farli mettere paura”, perché se ne vadano. Stolder dispone che Ferraiuolo Gennaro contatti Francesco, il quale abita nel palazzo, per far in modo che le persone siano allontanate. Ferraiuolo ha un sistema efficare: “le persone dovranno essere prese a cazzi in faccia”. Nel corso della medesima ambientale, presente anche la Ferriero, lo Stolder affronta anche il tema delle spese del gruppo, facendo riferimento all’altro elemento tipico delle associazioni camorristiche, ovvero la cassa comune per provvedere alle esigenze dei detenuti. I verbalizzanti hanno riportato testualmente una frase dello Stolder “avevamo fatto un discorso … mica di guadagnare noi … di portare sulle spese qualche carcerato che doveva avere qualche cosa ...omissis…. perché, naturalmente….io ho dato le magliette ai figli miei ed il resto le ho mandate tutte ai carcerati…. al di fuori di quello che ho messo a disposizione… omissis…. ai tempi miei ….. quando vanno le cose buone…. si mandava pure a loro … ai carcerati…. non c’era il problema … perché quelle sono cose fatte bene… mandi una cosa ad un carcerato… mandi una cosa fatta bene”; - conversazione n.703 delle ore 09:01 del 09.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Stolder Raffaele discute di un sopralluogo che ha compiuto il giorno prima, di un colpo da realizzare e del “piano operativo” consistente nel praticare dei “buchi” salendo a “Mezzocannone” e seguendo in tal modo un percorso fognario in cui si cammina sempre in piedi. Si sente parlare della Banca Antonveneta e di cassette di sicurezza. In particolare Stolder discute con Peppe di concrete modalità operative. Peppe: …..Se mi dai un poco di carta e penna ti dico subito dove sta...ti faccio capire subito!!! ....la piazza...salendo per qua … la piazzetta sta il palazzo in mezzo... e stanno due vichi da qua e di la.. il vico sopra, la destra, ...il vico....hai capito qual'è? ...questa è la piazza!! ...a, fianco,....quella nostra, noi dobbiamo fare così, dobbiamo scendere e dobbiamo prenderla per dietro...altrimenti, dobbiamo farla direttamente...Raffaele: …io tengo solo, un unico dubbio, che non gira la dietro.. Peppe: …come gira..Raffaele: …gira?... Peppe: …perchè ha anche il...laterale.... Raffaele: …quella che arriva....Peppe: …gira ..come non gira...Raffaele: …tanto, quella si vede ancora…Peppe: ….scusa, deve girare per forza, altrimenti quei due vicarielli dove spaziano??... Raffaele: …l'unica cosa…. dobbiamo andare vicino al segno dove facemmo i buchi dobbiamo bucare da sotto ...noi, allora, bucammo da sopra...ma ora mettiamo la lancia e la buchiamo da sottoEd ancora: Raffaele: …per arrivare lì, non ci vuole niente!!!... per arrivare da quell'altra là si deve camminare Peppe: …per quell'altra, bisogna fare il giro per dietro,...dobbiamo salire per Mezzocannone e, ce ne dobbiamo andare!!!...R: …non ci stanno problemi, però?.... P: …per niente!! …perché, noi camminiamo sempre all'erta...R: …sempre in piedi.???..P: …sempre in piedi!!.... solamente, sopra San Sebastiano, è un poco... è tantella…. vedi...R: ….a noi, che ce ne fotte!!!... P: …ci dobbiamo buttare dentro all'uovo...noi la chiamiamo l'uovo quello là…..R: ….mo, dobbiamo vedere come ci dobbiamo organizzare!!! ...insomma, per oggi, facciamo tutto!!! ....perchè oggi, dobbiamo fare i ferri!!!......dobbiamo fare una bella lancia!!!...ora dobbiamo prendere le misure..P: …si! Ma, se non andiamo sopra il posto...R: …secondo me, dobbiamo prendere ....la fune… quella che esce rigida in modo che, caso mai.... P: …c'è anche quello elettrico......quello, che quando arriva in faccia, ti da il metraggio….R: …ma quello, nelle fogne, si fa una munnezza...sta roba..P: …lo dobbiamo pigliare in una busta di plastica..R:…quella sotto San Biagio dei Librai, quanto è alta?P: …oltre un paio di metri!!!.. R: …un paio di metri di altezza??..e, a quanti metri di profondità, la teniamo quella cosa?P: …ma io, secondo me,...perchè dove noi scendiamo .. se ci mettiamo in quella la, saranno un tre metri, poi metti quella la che teniamo sopra...un metro e dieci, un metro e venti …..due metri è quella di sotto!!! …. io penso che, saranno un paio di metri di terrapieno..R: ….se noi arriviamo...ce le facciamo tutte quante... perchè quelli non capiscono dove saliamo...non trovano segni!!!P: comunque quelli si incominciano a cautelare ...perchè, quella zona la… R: comunque, è a furto, no a rapina!!!!.. P: …quelli là, hanno messo mano solo a quella Banca Antonveneta,.. quando si chiamava Antonveneta..., qualche volta l'hanno fatta però!!! …non so, se sono andati per dentro al palazzo... hai capito com'è.???.. Comunque, stanno le cascette… R: le cascette non le hanno aperte?... P: no!..no!...hanno perso solo il tempo per prendersi i soldi...R: ….quello, lì, ci sono belle cascette io le conosco....350/400 cascette in due cassefortiP: …facciamo così, Lello…R: ….incominciamo a prendere tutta la roba che abbiamo comprato!!!..P: …verso le 1617 anche perché, alle 21:00, sta la partita...R: …alle 5 è tardi.. P: …verso le quattro R: …noi possiamo farle, anche tutte e due!!!! …che ce ne importa!!!... P: ….perdiamo un sacco di tempo poi!!!... R: …e, che ce ne importa!!! …ce le togliamo da mezzo!!! ….sai perchè Peppe??? .. perchè dobbiamo fare i “ferri”...perchè...P: …si! Ma noi ci dobbiamo vedere la partita.. R: …e, ce la vediamo!!!P: …ce la vediamo insieme ....perchè se noi scendiamo alle quattro (ndr alle 16:00)….. R: ..ma noi possiamo fare, anche alle tre (ndr alle 15:00) P: ..come?R: …alle tre (ndr 15:00) facciamo!!!.. alle tre!!! ..in modo che, noi ci organizziamo tutto,..poi.. P: …poi, chiudono le banche...facciamo chiudere le banche!!! ..può succedere qualcosa!!! …hai capito perché??? ...a chiusura...R: …noi prendiamo la radio delle guardie l'accendiamo e ...ci mettiamo la radio delle guardie nelle orecchie!!! …ora la mando a comprare un minuto .....aspetto che vengono questi qua.. …pigliamo sti ferri!!!... …poi ti spiego!!! …perchè...se troviamo complicazioni a “San Biagio dei Librai”... se troviamo complicazioni... P: …dove possiamo lavorare prima???...R: …noi, ora valutiamo quale si può portare a termine!!! ..se a San Biagio dei Librai, sta come si deve, lì è un regalo!!! ...quello è proprio un regalo che abbiamo avuto!!! ..allora, la leviamo i teloni presto, presto, ….se le fogne sono collegate...facciamo sto coso...bum! bum!! ….lo schiattiamo!!! ...e, ci facciamo il colpo, poi dopo, ci facciamo quell'altro la ....P: ….eventualmente la facciamo per sopra...R: …ma, poi, il materiale dove lo mettiamo?P: …ma quello è poco!!! ..lo puoi smaltire nella cunetta... …lo smaltiamo sopra... …dobbiamo avere solo la fortuna di portarla a termine lì... …che non abbiamo la verifica...R: …..si!! Ma dobbiamo trovare un posto, per buttare la munnezza..P: ….ma tu, il posto…..il posto… quello è!!!... tu lo puoi smaltire solo...nella cunetta... un paio di bagnarole... la.. …un paio di bagnarole la.... quello funziona lo stesso!! Non ti preoccupare!!! ...quella …la cunetta è grossa, sotto...R: …ma non ci stanno?....dove uno può incasare tutto dentro?...P: …se lo troviamo, tanto meglio!!!...R: ….no! Perché, se troviamo un controllo, poi che facciamo???...ci chiudiamo! Buttiamo un pò di calce sopra..P:arrivati sul posto, decidiamo quello che dobbiamo fare!!...o no??..R: …un volta che stiamo sotto… con la stessa... …possiamo andare sopra...P: …è logico!!!.... R: …a fare la verifica, pure sopra... …dobbiamo fare tutte e due!!! ...sono tre, non sono due, ...perchè dobbiamo vedere la forza del martello...P: ma, quello è un poco di tufo, Lelluccio...R: …si! Ma noi, lo facciamo forte, hai capito com'è?? ..perchè se acchiappi qualcosa.. quello...P: …si! Ma quello è un poco di tufo!!!... R: …ma, a noi, ci può servire anche per altre cose. Hai capito una volta che lo dobbiamo fare?? ...lo facciamo fare dal fabbro!!! ...quello del C. Garibaldi. Tu lo conosci a quello delle radio?P: …no!!!...lo sanno loro!! R: …ci vediamo alle tre..P: …si!! Va bene!! Ci vediamo alle tre!! ...ora devo correre a casa da mio figlio, che ho il ragazzo con la febbre....voglio andare a vedere un poco...R: …è capitato che Totore. mio nipote, non sta bene ...quell'altro ha problemi a casa.. …hai capito com'è? ....questo sta succedendo!!!.... questo è tutto!! ...uno ha litigato con la moglie e ha il bordello a casa e un altro non sta bene...P: Totore ha la prostata infiammata…Parlano del cognato di tale Ceccio, di sopra i Miracoli; Peppe afferma che Marotta Salvatore è il cognato del Ceccio, di sopra ai Miracoli e Peppe, a livello di rapina, è bravo “ma a livello di buchi… meno....” Stolder Raffaele conclude parlando di un lavoro grosso, con 15 persone, indicate come “persone di famiglia”, per cercare di portare serenità alla “gente nostra”. Stolder teorizza che le persone “estranee” devono essere chiamate solo se si tratta di grandi lavori e prospetta la possibilità di “fare dei colpi in altra regione”, che conoscono bene, sempre attraverso le fogne; aggiunge che quando era latitante lavorava anche lì. Stolder Raffaele commenta, tra l’altro, che ora stanno commettendo “colpi” per organizzarsi ed in questa ottica ha commesso anche “un colpo in appartamento” ma per necessità in quanto da 40 anni “non faceva un appartamento”. Attualmente hanno agganciato i "romani" che sono bravi. Stolder riferisce anche che la moglie Patrizia gli ha ricordato di pagare Gigino, cosa di cui si era proprio dimenticato. Quindi sempre parlando con Peppe del colpo sopra progettato Stolder dice che è importante aprire il deposito per posare “i ferri”. Questa ambientale è particolarmente significativa perché rivela l’intento dello Stolder che, detenuto da molti anni, deve rimettere in sesto il gruppo, composto da almeno 15 persone fidatissime ovvero “di famiglia” ovvero affiliati, ed ha bisogno di recuperare immediatamente somme di danaro, motivo per il quale prima di procedere alle attività principali (quelle storiche del suo gruppo sulle quali, come da sentenza passata in giudicato già citata) è costretto a dedicarsi a “lavori” che giudica minori; - conversazione n. 704 delle ore 11:10 del 09.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Stolder Raffaele si rivolge a Gigino, individuato (per il nome, l’attività e la voce) dai verbalizzanti in De Maio Luigi, detto l’elettricista, con il quale discute di lavori elettrici ed in particolare di fili elettrici; Stolder dice che il filo elettrico è “attaccato vicino ad Aurelio” e chiede a Gigino come nasconderlo meglio. Quindi si riprende a parlare della organizzazione di un colpo, in quanto si sente Stolder Raffaele consigliare di usare il trapano, parcheggiando la 500 vicino al garage, così mentre una persona trapana, l'altra accende ogni tanto la 500. Quindi fa riferimento alla disponibilità del fabbro, sempre pronto a collaborare con loro, il quale porterà anche “quell'altro”. In questo contesto Stolder nomina tale Giannino che deve ricevere il pagamento per la “chiave particolare”. Si sentono poi più voci e quindi Stolder indica ai presenti il numero di scarpe per l'acquisto delle stesse e parla in maniera specifica dell'acquisto di “batterie e stivali”; - prosegue l’ambientale n. 704 alle ore 13:10 sempre del 09.06.2008 e Stolder Raffaele è in compagnia di Ferraiuolo Gennaro e di Colurciello Salvatore con i quali discute di “radio trasmittenti” per ascoltare le conversazioni delle Forze di Polizia; - conversazione n.786 delle ore 08:41 del 10.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Stolder, dopo aver commentato la presenza delle forze di polizia alla Sanità, discute con Marotta Salvatore e con la moglie Ferriero Patrizia di “buchi” e del “colpo” da realizzare. I presenti commentano del figlio di Pierino che ha portato “un lavoro da fare ad una gioielleria”. Stolder spiega di essersi recato presso la gioielleria e di aver notato “due blindate” ed un deposito sotto, nella zona Orefici. Quindi confida di aver commesso una leggerezza, ovvero di essere passato a piedi per gli Orefici, facendosi vedere dalle telecamere, anche se aveva messo “cappello e occhiali”. Stolder si raccomanda di mantenere il riserbo su questo “colpo” e fa riferimento ad una macchina che è stata modificata; quindi aggiunge che Gennaro gli deve portare l'assicurazione della 500 (auto che è stata poi monitorata). Comunica che sono iniziati i lavori sotto la fogna e che comunque c'è stato il problema dell'acqua che ha allagato le fogne e Totore ha aperto un by pass. Stolder poi afferma che sta aspettando “i ferri” da Bruno e Marotta dice che Gennaro ha le chiavi; - prosegue l’ambientale n.786 alle ore 10:41 sempre del 10.06.2008, quando in casa sono Stolder Raffaele e Colurciello Salvatore, che discutono tra loro dei soliti argomenti, ovvero dei “buchi” che sono in corso di realizzazione, di un negozio nel quale bisogna entrare aprendo la serranda, appena Gennaro è pronto, di Peppe che conosce bene il tragitto nelle fogne, di “buchi, tutti intorno al Banco di Napoli”. Alla pos. 42.48 squilla il citofono e giunge presso l’abitazione De Maio Luigi detto Gigino con il quale lo Stolder Raffaele parla di problemi elettrici relativi ai “colpi” da fare. In tale contesto il medesimo Stolder esterna la sua preoccupazione di essere intercettato telefonicamente (si ricorda che ha già individuato la microspia all’interno dell’auto) e quindi discute delle schede cellulari da cambiare e della possibilità di recuperare telefoni al Rione Traiano. De Maio afferma che potrebbe recuperali anche a Secondigliano, rubati. Dalla pos. 50.00 Stolder riprende a bassissima voce a parlare di un colpo da effettuare usando un flex, giungendo ai caveau all'interno delle fogne. Marotta Salvatore ad un certo punto interviene per dire “dobbiamo iniziare a fare il buco, qua sotto...altrimenti non lo iniziamo a fare mai sto buco...”. Stolder Raffaele ribatte che con la macchina occorre andare a vedere come devono fare per arrivare sotto casa sua. I due discutono di “gemelli” che possono essere utilizzati, proprio per il fatto che si somigliano per confondere eventuali testimoni (i verbalizzanti ipotizzano che si tratti dei gemelli Salvatore e Gianluca Prinno). Stolder afferma che manderà uno di loro a fare una passeggiata “dove sta il fosso”; ipotizza di utilizzare per uno specifico reato soggetti che operano in altre “batterie” Sempre con il Colurciello, Stolder parla di persone che stanno con “quelli di San Giovanni ” i quali, tra le altre cose, non danno i soldi ai carcerati; - continua l’ambientale n. 786 delle ore 14:42 del 10.06.2008 quando lo Stolder parla con Colurciello Salvatore, con Marotta Salvatore e De Maio Gigino. Stolder commenta la presenza di “cimici” nell’auto di Patrizia, aggiungendo che porterà l’auto da Modesto per farla ripulire. Quindi si parla di “cavalli di ritorno” al quartiere Connolo e di tale Bocchetti che ha preso una vespa ai Miracoli e Stolder afferma che bisogna dare una lezione a chi fa queste cose. Quindi ripete la sua strategia: bisogna iniziare con i “piccoli colpi” e poi mirare ai “grandi colpi”. Si commentano i comportamenti dei Misso ed in particolare uno dei presenti afferma che Zapata chiese una parte di un colpo realizzato da altri e Stolder chiede “…ma tu, gliel'hai data?...”. Non si comprende la risposta, ma comunque si comprende che si parla poi di Michelangelo e degli abusi commessi da quest’ultimo. Stolder comunque afferma che ora il tempo è passato e loro non rappresentano più un problema. I presenti discutono della possibilità di intraprendere attività commerciali e Stolder, che vorrebbe aprire una gioielleria, suggerisce di parlarne con Peppe. Colurciello riferisce che una “persona di Marcianise” deve dare 120mila euro ad un suo amico e Stolder interviene dicendo che vedrà di intervenire per il recupero, mediante gli “amici di Marcianise”. Quindi Colurciello parla di commercio di gioielli. Sale una persona non individuata dai verbalizzanti che manda a Stolder i saluti di “persone della Sanità per il recupero di un motorino e di una macchina”; - continua ancora l’ambientale n.786 alle ore 18:41 (sempre del 10.6.08) quando Stolder Raffaele chiede a Marotta Salvatore di portare le radio per sentire le forze dell'ordine. Marotta dice di aver provveduto a comprare delle schede nuove, a dimostrazione della circostanza che gli indagati cambiano spesso il numero telefonico loro in uso, al fine di rendere difficoltose le attività tecniche nei loro confronti; - ambientale n.879 delle ore 11:56 dell’11.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale lo Stolder manifesta il suo scontento nei confronti di Marotta Salvatore e di Ferraiuolo Gennaro. Interviene un soggetto chiamato Enzo (che i verbalizzanti non lo individuano con certezza nel Mango Vincenzo) il quale osserva che bisogna stabilire una distribuzione di compiti. Stolder Raffaele racconta di aver ricevuto la visita, il giorno prima, di una persona agli arresti domiciliari, che aveva lasciato a casa una persona somigliante. Poi Stolder riprende la sua invettiva contro Gennaro che si deve togliere da mezzo e non deve partecipare ai colpi. Alle ore 13:53 alla pos. 1.39 Raffaele Stolder parla con Colurciello Salvatore di “buchi e di misure” ed alla conversazione partecipa anche Gigino (che viene interpellato nel corso della conversazione). Si distingue la voce di Marotta Salvatore che parla di “manicotti e di guanti” e della zona di Gianturco, dove il gruppo ha acquistato anche delle magliette. Interviene alla discussione anche Fiandra Bruno. I presenti commentano di essere ormai vicini all’obiettivo e lo scavo sta a buon punto. Ferraiuolo Gennaro, la cui presenza è individuata in quel momento, afferma che gli altri hanno fatto il buco in 11 secondi. Stolder commenta che“gli specialisti” per il colpo ci sono ed ora serve solo un muratore. Qualcuno fa il nome di Russo Gaetano, ma Ferraiuolo e Stolder ribattono che si trova in carcere per estorsione. Stolder si rivolge quindi a Gigino e gli chiede se è stato messo il filo della corrente lì sotto; Gigino risponde che vi sono due fili, uno nero ed uno bianco, ed uno è stato messo sotto la botola. Alle ore 13:56 interviene Colurciello Salvatore il quale mostra preoccupazione per l’incolumità dello Stolder e riferisce a Ferriero Patrizia di far capire al marito che “non deve camminare a piedi”; - prosegue l’ambientale n. 879 ore 15:56 quando Stolder Raffaele discute con Antonio e Salvatore Santaniello dei dettagli operativi per realizzare un colpo con il coinvolgimento dei “gemelli” (ovvero Prinno Salvatore e Gianluca). Dopo un po’ interviene Peppe (individuato in Lento Giuseppe) con il quale Stolder Raffaele parla del percorso nella fogna; Peppe osserva che la fogna da via San Sebastiano prende tutta la zona dei Decumani ed aggiunge che ha percorso anche un po’ di strada all'aria ed ha preso dei punti di riferimento. Stolder Raffaele chiede se è troppo lungo arrivare da sotto, direttamente da Forcella, e Peppe risponde che lo hanno fatto, insieme, l'altro ieri e si è potuto rendere conto. Intanto rientra Santaniello Salvatore, che era uscito, e riferisce di aver acquistato l'abbigliamento “per il colpo” e lo si sente far riferimento a “guanti” e “magliette”. Santaniello Salvatore afferma che ha contattato un parcheggiatore dal quale ha saputo che c'erano delle guardie sulla zona del colpo che stavano appostati. Discutono se andare a fare un sopralluogo l’indomani mattina sul presto. Peppe afferma che, domani mattina, alle 8.00, andrà a casa di Raffaele; - prosegue l’ambientale n. 879 ore 17:56 quando si sente parlare di un tabaccaio ai Quattro Palazzi, che ha una cassaforte ed un antifurto che si attiva quando si alza la serranda; di un notaio con lo studio nella stessa zona che abita al v.co Acitillo. Gli investigatori lo individuano nel notaio Claudio Tafuri sulla base di talune informazioni che i presenti scambiano tra loro sulla presenza di un solo figlio che torna tardi a casa nel fine settimana mentre i genitori vanno nel casa di vacanza, ma il palazzo ove abita è sorvegliato da una guardia giurata. Santaniello Salvatore che propone il colpo fornisce indicazioni a Stolder Raffaele aggiungendo anche che, allo studio, ci sono cinque donne e tale Vittorio, il quale ha le chiavi, mentre il notaio non c‘è mai. Stolder e Santaniello discutono della possibilità di aspettare il figlio giù al palazzo quando rientra, oppure presso il garage a via Cilea quando posa la macchina, per poi entrare con lui nell’appartamento. In casa è anche Colurciello Salvatore che va via. Rimangono in casa insieme allo Stolder ed al Santaniello due soggetti individuati dalle voci in Fiandra Bruno e Marotta Salvatore e con i presenti lo Stolder Raffaele parla della organizzazione di un altro “colpo” facendo riferimento ai “ferri” che stanno nel deposito, ad un martello pneumatico da portare di riserva; che bisogna lavorare di giorno e che “una cassaforte la schiattano e una la aprono”. Al colpo Stolder afferma che dovranno partecipare loro quattro ed aggiunge che ha fatto preparare una macchina in modo che “apri lo sportello e te ne vai nella fogna…”; la macchina è munita di assicurazione per 5 giorni e con la stessa si possono fare buchi da tutte le parti. Si riprende a parlare del notaio Tafuri del quale lo Stolder fa il nome apertamente affermando che Totore (Santaniello) sa tutto di lui. Totore dice di aver preso le tute ed un altro soggetto chiamato Peppe afferma che comunque “la cosa si farà domani”, sempre se il tempo è buono (il riferimento alle condizioni meteorologiche induce a ritenere che si parli di un “colpo” attraverso la rete fognaria). Nella medesima ambientale lo Stolder Raffaele dice di dover mandare della roba in carcere. La conversazione continua rivelando i rapporti del medesimo con gli altri clan napoletani e in particolare Raffaele dice che tale Armando gli ha riferito di una persona che sta in Brasile (ove è stato arrestato qualche tempo dopo proprio Mazzarella Ciro) e che lì comanda perchè la polizia lo protegge; quindi commenta di Peppe Misso (collaboratore) che potrebbe contraddire quello che racconta Giuliano (altro collaboratore). Stolder Raffaele parla di una visita ricevuta da un soggetto agli arresti domiciliari pure interessato alla loro organizzazione e con esperienza tanto da aver partecipato ad un “colpo” ad una banca con un bottino di due miliardi e mezzo. In relazione a questi profitti elevati, Stolder teorizza “devi atterrare tutto e poi devi uscire dal paese quanto più presto è possibile … poi devi far passare un po’ di tempo e devi pensare come fare un po’ di commercio per fare uscire i soldi” ed ancora sul punto “devi pensare a fare un commercio..no...una volta che li hai atterrati devi pensare a come fare un commercio per portarti i soldi…lo devi far fare a gente normale e li fai trasportare a loro senza che neanche loro lo sanno…”. Quindi si riprende a parlare del colpo che stanno preparando nelle fogne e Stolder fa il nome di Santaniello Salvatore come partecipe (pos. 1.47.33) - prosegue l’ambientale n. 879 ore 19:56 dell’11.06.2008 quando Raffaele Stolder commenta con Esposito Antonio uno scippo, verificatosi in via Pietro Colletta: “fecero lo scippo… mo ..vedi... ora sono spariti proprio... ho preso a tutti i due o tre...li ho avvisati e adesso non si vedono proprio più...”, sempre a dimostrazione del controllo del territorio; - ambientale n. 949 ore 09:00 del 13.06.2008 quando Stolder Raffaele chiede alla moglie Ferriero Patrizia, di acquistare sgabelli, per portarli nei sotterranei, in quanto nella giornata di ieri, uno si è sfasciato. Quindi Stolder discute con Colurciello Salvatore di una piantina, di percorsi fognari e di buchi da fare. I due parlano di una persona che non sta bene fisicamente e Salvatore dice che ieri Raffaele “a quello non lo doveva proprio far scavare”. Alle ore 11.00 Stolder e Colurciello parlando di ulteriori dettagli e si comprende che sono in procinto di andare perché si sente Ferriero Patrizia dire “ma, perché, non mangiate un attimo e poi andate?”. Stolder intanto osserva che bisogna far mettere i “cannelli” da suo genero ( Esposito Antonio), installandoli nella macchina e quindi riferisce alla moglie la mappatura dei sotterranei della rete fognaria; - ambientale n.1022 delle ore 09:29 del 14.06.2008 quando Stolder Raffaele parla con un soggetto delle misure che ha preso facendo riferimento a “….4 metri dal tombino al palazzo e 2.10 metri dall'angolo del palazzo all'obiettivo…”; poi racconta di aver preso cognizione dello spessore del muro portante del palazzo di 50 cm. Quindi un soggetto commenta con Stolder e con la Ferriero la presenza di “guardie” nella zona che hanno parcheggiato la macchina “lì dietro” e poi sono andati a piedi, fermandosi a guardare nel “vicolo”. Stolder chiede se guardavano verso di loro e l'uomo risponde di no Stolder Raffaele continua a parlare dei rilievi effettuati e degli errori fatti circa misurazioni prese in precedenza. Il medesimo spiega i lavori che dovranno fare loro per poi aspettare che il fabbro faccia il suo lavoro; - ambientale n.1109 delle ore 07:29 del 15.06.2008 (abitazione Stolder) quando lo Stolder commenta con la moglie che sta provando a chiamare Bruno e Pino che non rispondono e quindi si recherà a firmare (è sottoposto lo Stolder come già evidenziato alla sorveglianza speciale). Commenta che Peppe (Misso) ha accusato anche Eduardo (Contini) per il fatto del Camposanto mentre lui aveva saputo che era coinvolto un altro soggetto; - ambientale n.1185 delle ore 18:39 del 16.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Esposito Antonio parla con il suocero Stolder di lavori di ristrutturazione del suo bar (è titolare del Bar David alla Piazza Principe Umberto). Si sentono poi Santaniello Salvatore, Ferriero Patrizia e Stolder Raffaele commentare l’arresto del cognato di Cicciotto. Salvatore dice che ha saputo che forse anche Cicciotto (soprannome di Bidognetti Francesco) si pente e Raffaele ribatte “ma quando mai”. Patrizia interviene “ma quelle sono anche ipotesi, in quanto uno dice che ha da sperare più” e Stolder “ma, non lo pensare proprio … Totò, quello è una persona apposto”. Santaniello Salvatore ricorda che Cicciotto è stato in carcere, insieme a lui, nel 93. In casa giunge Ferraiuolo Gennaro riconosciuto dalla voce il quale racconta di aver incontrato uno che stava con i Misso e di aver saputo che alcuni della Masseria sono passati con gli Scissionisti. I presenti, tra i quali si individua anche Fiandra Bruno, parlano del problema delle intercettazioni e delle telecamere che ci sono, nonché di un ispettore dei Decumani, che è un magnaccio. Raffaele racconta a Gennaro che è stato fermato dai Falchi; - ambientale n. 1268 ore 08:58 del 17.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Ferriero Patrizia dice a Colurciello Salvatore che “il pescivendolo fuori al Loreto non vuole pagare e bisogna intervenire”. In particolare, la donna afferma “domani intorno alle 10:30 vuoi andare fuori al Loreto? da...inc... voi già lo conoscete...hai capito Totò ... ti fa vedere dove sta il pescivendolo .....quello che non vuole dare i soldi”. Colurciello dice “il ragazzo...” e la donna “eh il ragazzo...poiché quello non ci sta dando i soldi... hai capito? si deve intervenire....devi dirgli quando deve venire questo a prendersi i soldi...”. La conversazione evidenzia il ruolo attivo della Ferriero, oltre che quello del Colurciello, rivelando altresì la commissione di attività estorsiva. Nel corso della medesima ambientale Colurciello Salvatore racconta che ieri mentre stava nei giardinetti ha visto le guardie; quindi, rispondendo ad una domanda dello Stolder Raffaele, intervenuto alla conversazione, (se i cellulari possono essere intercettati quando non c'è campo) afferma che bisogna togliere solo le batterie per non far sentire. Raffaele chiede notizie di Salvatore Marotta che sta male ed ha problemi con la moglie; da tale riferimento resta confermato il riferimento a Marotta Salvatore. Stolder Raffaele riprende a parlare del problema della microspia all'interno dell'auto. Colurciello Salvatore gli chiede se ha controllato bene nella macchina e Stolder risponde di si anche se comunque farà ricontrollare; - ambientale n.1299 ore 10:34 del 18.06.2008 (abitazione Stolder) quando Totore (identificato nel Marotta) riferisce a Stolder che Pino ha subito un incidente ed è in ospedale; Stolder chiede alla moglie se sia salito Bruno e la donna risponde di no. I due coniugi parlano di vicende relative ad abitazioni delle quali dispongono. In particolare Patrizia parla di Assunta (sorella di Raffaele) che aveva comprato un immobile senza più pagare il proprietario; Raffaele commenta che anche se l'immobile va all'asta nessuno si permetterebbe di parteciparvi sapendo che appartiene a lui. Si commentano ancora notizie giornalistiche su dichiarazioni dei collaboratori e la Ferriero teme di essere coinvolta in un litigio tra donne, poi sfociato in omicidio; - prosegue l’ambientale n.1299 ore 16:34 del 18.06.2008 (abitazione Stolder) quando si sente Raffaele dire “….guarda, sei tu che hai offerto il lavoro a questi qua … quindi, questo qua sta confuso... noi lavoriamo in sicurezza e ci guardiamo bene tutto... noi dovunque andiamo teniamo una cosa... o forse pensa che noi siamo gente allo sbando... noi non siamo allo sbando”. Dal prosieguo si comprende che lo Stolder parla di un soggetto che “ha i ferri”, alla quale sta meditando di pagare i ferri, in modo da svincolarsi completamente da lui. Gli investigatori ipotizzano che si tratta di Marotta Salvatore che non sarebbe preciso negli impegni assunti, ma per la verità tenuto conto dell’ambientale successiva è verosimile si tratti piuttosto di Santaniello Salvatore che ha il cognato fabbro. Alle successive ore 18:34 Stolder parla di nuovo con la moglie di una persona che si vuole tirare indietro e che per lui va bene purché gli dia i “ferri”. Stolder osserva che il soggetto potrà garantire anche dall'esterno il suo appoggio, anche per la questione dei quadri e in particolare fa riferimento ad un dipinto della scuola napoletana che potrebbe valere due milioni di euro; - ambientale n.1327 ore 08:49 del 19.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Stolder Raffaele riferisce ad un altro soggetto presente che Totore si sta “tirando indietro” e secondo lui deve avere solo contatti con il cognato e gli deve dare i ferri che ha il fabbro. In ogni caso gli dovrebbe far sapere il fatto del quadro che dovrebbe essere venduto ad un romano dal quale potrebbe recarsi con Massimo ed altre 4/5 persone. Stolder Raffaele parla ancora con altro soggetto di materiale che serve al fabbro per lavorare e il nuovo interlocutore parla di “miccia grossa, miccia piccola e trapano”. Stolder gli riferisce che stanno lavorando sia Enzuccio che Ciro. Alle ore 12:49 Raffaele è in compagnia di Colurciello Salvatore, Marotta Salvatore e tale Pino (individuato in Improta Giuseppe). I presenti parlano di un caveau, da fare al più presto, in quanto questo è un periodo di fuoco, di una fogna e di segnali radio. Stolder osserva che ormai nel territorio di Forcella sono circondati da gente di San Giovanni, di Barra e di Ottaviano che hanno importato solo tradizioni barbare (ribadisce un concetto già espresso nell’ambientale n. 290 delle ore 17:48 dell’1.04.2008 nell’auto Lancia Y). Colurciello Salvatore afferma che bisogna darsi da fare ed invero tutti si pongono il problema che possano arrivare altre batterie a fare il colpo prima di loro. Osservano che Enzo, il fabbro, ha preparato “le lance” (termiche) e commentano di una rapina consumata quella stessa mattina nella zona degli Orefici. I verbalizzanti hanno accertato che proprio in quella stessa data era stata commessa la rapina ai danni della gioielleria Giannotti, Vico Strettola agli Orefici, attraverso la rete fognaria Ferriero Patrizia chiede quanto possano aver sottratto; le rispondono che possono aver preso circa 400-500 mila euro. Stolder è sempre più preoccupato che altre “batterie” di rapinatori, che utilizzano la “rete fognaria”, possano utilizzare i medesimi percorsi e “buchi” da loro effettuati. Stolder Raffaele quindi commenta che al massimo lunedì, verso le cinque, si scende per fare le ultime cose e predispone un piano in modo che le forze di polizia non possano accorgersi del fatto che stanno effettuando il buco. - ambientale n. 1442 ore 07:40 del 20.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Stolder Raffaele dice di aver ricevuto un’imbasciata da parte di Attilio il quale ha riferito di Mario che non sta bene con la testa, nonché di un latitante in Spagna che avrebbe intenzione di incontrare lui. I verbalizzanti ipotizzano che si parli di Bosti Patrizio arrestato in Spagna nell’agosto 2008. Di questo latitante Stolder commenta che è una persona interessante ed “un figlio di puttana”. Raffaele fornisce al suo interlocutore la utenza in uso a Colurciello (poi monitorato ovvero il 334 ...) e afferma che deve recarsi nel pomeriggio al Cardarelli per far visita al fratello di Giaquinto Giulio. In casa si sentono inizialmente anche le voci di Ferriero Patrizia e di Alessio. Poi alla pos. 1.45 sale un uomo che chiama Raffaele “o’ zio” e gli dice stanno aspettando la persona che porta il “trapano” e, quindi, commenta che “quelli di ieri”, si sono arricchiti “si sono fatti 70 -80 mila euro” (riferimento alla rapina gioielleria Giannotti del 19.6.08). Stolder afferma che il lavoro che devono fare loro è più importante e se riescono ad aprire la piccola cassaforte prenderanno un “tumulo di roba”. Stolder si preoccupa dei controlli e dice che occorre andare a togliere “quella cosa” e si devono “prendere le misure precise…” aggiungendo che devono trovare “…o qualcosa di legno, per vedere di incastrare... i chiodi... oppure di plastica, perchè di ferro è troppo pesante....” e ancora “…con un paio di pezzotti, li incastriamo…. o di legno, o di plastica, dobbiamo vedere...”; Intanto arriva un altro uomo chiamato Totò. Stolder afferma che nel colpo sarà coinvolto anche Gennaro del Vomero, il garagista che ha la gamba rotta, ed ancora ribadisce la importanza del loro lavoro perché andranno a colpire un grossista. Alle ore 09:40 Stolder Raffaele è in casa con Marotta Salvatore e Colurciello Salvatore con i quali afferma che Peppe li deve portare sull'ingresso della fogna, mentre Gennaro controllerà la zona all'esterno. Raccomanda ad uno dei due di stare attento quando parla al telefono in quanto già le forze di polizia gli sono addosso, ma bisogna contattare Enzuccio il fabbro e nel pomeriggio andrà da lui anche Gennaro. Quindi precisa che ora c'è bisogno di quattro persone e cioè di due persone che bucano e di due che puliscono il materiale di risulta. Colurciello insiste perché si intervenga subito e Stolder osserva che manca solo l'intervento del “fabbro Enzuccio” (ovvero Mango Vincenzo). Poi racconta che sta avendo molte spese e sta pagando sia le magliette che altro, ribadendo che il colpo è ai danni di un grossista che tiene molto alla sicurezza e che utilizza sempre apparecchiature sofisticate. Alle ore 11:40 sono presenti Ferriero Patrizia e Giulio Giaquinto al quale la donna chiede se ha trovato il marito e l’uomo, che è appena entrato in casa, riferisce che sta giù. Quindi Giulio si rivolge a Patrizia e chiamandola “zia” le dice che le lascerà i telefoni. Patrizia chiede se siano tutti quanti, ma Giulio risponde che sono soltanto i due suoi. Patrizia si informa se ci sia anche Pino e Giulio risponde che ancora deve arrivare e racconta che le “magliette ed i calzini, di cui uno nero e l'altro bleu” li hanno trovati nel “deposito di Antonio”. Alle ore 15:40 in casa sono presenti Stolder Raffaele con Totore, Bruno (Fiandra) e Pinuccio (Improta) che parlano di tale Gioacchino chiedendosi se stia con i Mazzarella o con i Sarno; uno sostiene che stia con i Mazzarella ed un altro risponde che “si tratta di tutta munnezza”. Parlano dei casalesi e del blitz Spartacus. Quindi i presenti riprendono a parlare del lavoro in corso sotto le fognature. Alle ore 17:40 Stolder Raffaele, parlando con un soggetto (il quale riferisce di vendere calzini), racconta che, per salvare le persone, si era accollato tutto “ho fatto di tutto per far tornare indietro quel cornuto, quel farabutto cornuto e non è tornato indietro, nonostante mi sono accollato tutto io” e quindi fa riferimento al coinvolgimento del fratello. I due soggetti parlano della loro storia criminale vantando i lunghi periodi di detenzione senza alcun cedimento. L’interlocutore dello Stolder afferma di non sopportare “l'infamità” e Stolder fa riferimento ad una persona, con i baffi, che se ha un mandato di cattura sicuramente si pentirà, nonostante “lo hanno fatto arricchire quelli per strada”. Stolder aggiunge di essere stato sempre assolto per associazione mafiosa e mostra all’interlocutore la microspia montata sulla Lancia Y, raccontando del controllo subito in Mugnano di Napoli, con Gennaro Montuori e della meraviglia per non essere stato arrestato. L’uomo dice allo Stolder di stare attento e di usare la testa. Stolder gli chiede se possa “sistemare” il figlio Ivan all'interno di una “sala Bingo”. Restano di intesa che si risentiranno. Nel medesimo contesto parlando con altri soggetti lo Stolder discute di una porta blindata e di un muro all'interno di un’associazione dove, ad arte, con costruzioni di travi in ferro, hanno occultato armi e droga; - prosegue l’ambientale n. 1442 alle ore 09:40 del 21.06.2008 (la mattina dopo) quando Stolder Raffaele continua a parlare dei lavori che stanno facendo e mano a mano arrivano altri soggetti. Ad un tratto Raffaele dice “guardate Gigino … è venuto anche se è malato!”. Quindi afferma che il lavoro non è stato fatto molto bene e si poteva fare meglio, in quanto i fili si vedono ed anche Enzuccio il fabbro ha detto che il filo si poteva far passare da un'altra parte perché “Ciccio, il ferraro” ha paura della corrente. Si continua a discutere delle modalità operative del “colpo” ovvero di una scala e del fatto che troveranno tutto asciutto. Intanto arriva Gigino al quale fanno tutti gli auguri (è San Luigi) e Raffaele parla dello spostamento di alcuni tubi e dello smontaggio di uno sportello, che si deve fare nel più breve tempo possibile. Uno dei presenti chiede a Raffaele dove si prende la corrente e questi risponde che si prende al bar (il genero è titolare del ndr bar David, presso il quale dovrebbe trovarsi l’obiettivo). Si discute di una porta blindata e Stolder afferma “Quello Totore Santaniello è bravo pure con il ferro, il cognato di Enzuccio quello sa fare tutto, però ha il posto di lavoro impegnativo nella metropolitana”. Gli investigatori hanno accertato che il Santaniello lavora con una impresa di pulizia all’interno della Metropolitana. In casa sono presenti anche Giulio, tale Pasquale e Luigi. Alle ore 11:40 Raffaele parla con le persone presenti e si sente la voce di Santaniello Salvatore con il quale si commenta il furto perpetrato agli Orefici, passando per un “by-pass” dentro a Porta Nuova che potrebbe collegarsi a S. Biagio dei Librai. Intanto squilla il citofono ed arriva Gennaro (individuato nel Ferraiuolo). Si continua a discutere del “lavoro” da effettuare. Alla pos. 53.00 Santaniello Salvatore dice a Stolder Raffaele testualmente “Lellù a San Pietro a Patierno c'è un vecchietto, ha un negozio di divani, ho accompagnato una mia collega di lavoro a prendere dei divani per la casa. Mi ha chiesto se tu stavi ancora in carcere, io gli ho detto no, è uscito. Questo si chiama Don Salvatore. Questo ti conosce perchè ha detto che prima abitava in vico Pace….” e poi chiede ad un altro “Totore, accompagnami un attimo a casa”. Alla pos. 1.06.00 Raffaele parla di soldi che ha dato “220 euro si è preso Pasquale, 20 euro in più, poi mi ha detto che Totore Santaniello non si è preso niente”. In casa entra tale Angioletto il quale racconta che, vicino alla Vesuviana, è stato rincorso da persone a bordo di motociclette, che lo esortavano a restituire la “pantofola” borseggiata poco prima. Racconta, ancora, che queste persone passano e spassano sotto il balcone della sua abitazione. Continua dicendo: “pensavo che questi erano le guardie, ma quando gli ho detto brigadiere io non ho fatto nulla, loro mi hanno risposto: ma quale brigadiè ... ci devi restituire il portafoglio”. Si lamenta perchè qualcuno ha fatto il suo nome a queste persone che lo stanno cercando e li definisce “guappi”. Raffaele Stolder gli dice che è stato Luciano Mazzarella; Angioletto risponde di conoscerlo anche lui e comunque giura di non aver preso nulla. Commenta che tale Linuccio “ha fatto più il ... ti sparo non ti sparo …, io gli ho risposto: Linù, tu non spari a nessuno e sono venuti dieci di loro”. Dopo uno scambio di battute incomprensibili, a causa del televisore a volume alto, Angioletto, continua dicendo: “ha picchiato il mio amico nel palazzo, quelli sono stati i marocchini, loro lavorano là. Sotto il balcone è venuto Linuccio e altri chiatti, chiatti. Mi volevano picchiare. Io gli ho risposto, non fate rumore altrimenti arrivano le guardie e mi arrestano, me ne sono scappato e sono venuto qua…”; - ambientale n.1526 ore 08:19 del 24.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Raffaele dice alla moglie Patrizia che, verso le 14:30-15, andrà Modesto che porterà un tecnico, aggiungendo che lui forse non ci sarà. Patrizia è contrariata e il marito le risponde “ma che ti incazzi a fare? ... se ci sono, le leviamo”. E’ evidente che lo Stolder teme che vi siano microspie anche a casa. Invero non si registrano più conversazioni presso l’abitazione, ove come già accaduto per l’auto le microspie sono individuate, e l’attenzione degli investigatori si concentra sulle utenze cellulari che vengono monitorate. Gli investigatori sul punto evidenziano, ad ulteriore dimostrazione del carattere associativo, l’utilizzo di schede SIM aventi numerazione sequenziale, il più delle volte intestate a persone inesistenti, straniere e/o irreperibili. In particolare una delle utenze in uso a Stolder Raffaele, la 331...(autorizzata con decreto 3114/08) è differente di una sola cifra rispetto a quelle in uso a Fiandra Bruno, che utilizza il numero 331..., e ad Improta Giuseppe, che ha l’utenza 331.... Tutte e tre sono progressive. Significative conversazioni sono intercettate anche a bordo dell’auto Fiat 500 in uso al gruppo Stolder, come si vedrà nel trattare dei reati fine oggetto di specifiche contestazioni. Qui si ricorda l’ambientale n. 848 ore 16:48 del 04.10.2008 quando Ferriero Rosaria (sorella di Patrizia) si trova in macchina con Santaniello Salvatore e un uomo (non identificato) il quale commenta che non trova giusto il fatto che Stolder li abbia mandati ad “imporre, a questo ragazzo, che è un bravo ragazzo, 5000 euro. Il soggetto continua dicendo che lo Zio sta sbagliando, poiché loro dovrebbero tagliare la testa a quelli che, quando lui era in carcere, si sono presi il suo patrimonio; aggiunge che sta sbagliando anche perchè le persone che stanno intorno a lui e che gli danno il pane se le deve tenere buone, altrimenti non lavoreranno più con lui. Occorre sottolineare che le intercettazioni sulle utenze in uso allo Stolder Raffaele ed ai suoi affiliati proseguono sino al gennaio 2009 e secondo quanto si legge nei brogliacci che compongono il volume 3 degli allegati alla informativa dell’8.6.2009 il medesimo tipo di contatti, sin qui evidenziato, continua in maniera ininterrotta tra i medesimi soggetti per tutto il periodo, segno che la chiusura delle intercettazioni non coincide con la cessazione dell’attività oggetto delle indagini ancora in pieno svolgimento. Le intercettazioni rivelano altresì ulteriori attività illecite alle quali il gruppo è dedito, sottolineando ancora una volta il carattere camorristico dell’associazione. Alcune conversazioni, relative all’acquisto e la gestione di immobili da parte del gruppo facente capo a Stolder Raffaele, che si avvale di metodi naturalmente illegali, sono fortunatamente registrate in ambientale, quando gli interlocutori (non sapendo ancora di essere intercettati) parlano con maggiore libertà rispetto ai contatti telefonici ove tutti sono consapevoli dei maggiori rischi, nonostante la cautela (già sopra evidenziata cfr. ambientale n.786 ore 18:41 del 10.6.08) di cambiare schede di frequente. Qui vale la pena di esaminare sempre in ordine cronologico le intercettazioni, ambientali e telefoniche, relative all’attività di riciclaggio posta in essere dal gruppo Stolder nel settore immobiliare: - ambientale n.100 ore 22:01 del 27.03.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Esposito Antonio (il genero) parla con la suocera Ferriero Patrizia di un appartamento che è stato liberato aggiungendo che “hanno avuto le mazzate”. Poi chiede alla Ferriero cosa abbia fatto ieri a Roma e la donna risponde che ha un contatto con tale Pasquale per delle case da visionare; - ambientale n.325 ore 11:53 del 03.04.2008 intercettata all’interno della Lancia Y quando la Ferriero Patrizia parla con la cognata Assunta Stolder la quale chiede consigli su un mutuo da accendere sulla casa perché ha il dubbio “e se poi non riesco a comprare niente e se ne vanno i soldi?”, ma la Ferriero ribatte “no! Il fatto… tu non li devi proprio toccare! ..tu invece compri qualcosa all’asta… e compri per poco.. non li tocchi proprio..finchè non compri qualcosa” aggiungendo “io lo farei se fossi in te!! Ora noi abbiamo cercato in tutte le maniere di farlo, sulla casa mia …con Giulio”. La Stolder chiede “ma che ha fatto Giulio con il fatto… qua giù?”. La Ferriero “non ne so niente”. Stolder Assunta propone “vediamo di fare qualcosa ... così magari ce lo prendiamo io e te…lo vendiamo, lo fittiamo..”. Ferriero Patrizia comincia a dire “quello mo’ venne sopra Giulio …”, ma la Stolder la interrompe per sottolineare “tu mo’ come adesso dello scornacchiato non ti devi mettere proprio paura”. E così continua: Patrizia: no! E, che mi devo mettere paura…. Assunta: Giulio ha detto vicino a me che lui…. Patrizia:Giulio ed Eugenio se lo volevano comprare facendo il mutuo.. perchè noi abbiamo la possibilità .. che lo paghiamo ventimila euro abbiamo la possibilità di prenderne ottanta… diceva: noi facciamo un mutuo e poi non lo paghiamo più … che ce ne fotte … poi disse al proprietario: no … forse non hai capito questo o me lo compro io o non se lo compra nessuno … allora Giulio ed Eugenio vennero sopra allora io dissi: fai una cosa! Chiama a questo che si vende il coso e digli che me lo compro io”. E’ quindi evidente che Giulio socio di Eugenio (ovvero i due titolari del garage sotto l’abitazione dello Stolder, Giaquinto e Tambone) sono interessati per conto del gruppo all’acquisito di un immobile ed il proprietario è stato minacciato; per dare precedenza al loro interesse la moglie di Stolder dice di riferire al proprietario che è lei stessa interessata all’acquisto; - telefonata n.62 ore 16:29 del 07.04.2008 intercettata sulla utenza 333 ... in uso ad Antonio Esposito nel corso della quale l’uomo contatta una donna extracomunitaria, di nome Tina, avvisandola che è arrivato il “pigione”; - telefonata n. 74 alle successive ore 21:16 (sempre del 7.4.08) quando sulla medesima utenza in uso ad Esposito Antonio giunge la chiamata di una donna straniera alla quale Antonio riferisce che Vincenzo le ha mandato l'assegno di 700 dollari, corrispondenti a 445 euro che andrà a cambiare in banca; - telefonata n. 223 delle ore 19:13 del 10.04.2008 intercettata sulla utenza in uso ad Esposito Antonio nel corso della quale questi chiede ad un uomo straniero se ha trovato la casa ed alla risposta negativa gli dice che “si dovrebbe liberare qualcosa per il mese prossimo” e, quindi, potrebbe cambiare casa; - ambientale n. 448 ore 15:01 del 11.04.2008 intercettata all’interno dell’auto Lancia Y mentre in macchina sono Ferriero Patrizia e il marito Stolder Raffaele ed entra in auto un uomo il quale riferisce allo Stolder di avere problemi con delle persone che hanno in fitto una sua proprietà; Stolder risponde che quando vuole lui ci andrà a parlare; l'interlocutore lo ringrazia e va via. In questo caso non si tratta di un immobile appartenente al gruppo, ma di un “piacere” che viene chiesto al boss da persona che ne conosce l’autorità nel quartiere e che proprio per questo motivo si rivolge a lui per la risoluzione di problemi di fitto; - telefonata n. 458 ore 18:42 del 12.04.2008 intercettata sulla utenza in uso ad Esposito Antonio nel corso della quale tale Giovanni contatta Antonio per la questione di “magazzino in mezzo alla piazza” ove Antonio intende realizzare un bar con musica dal vivo. I verbalizzanti hanno accertato che in piazza Principe Umberto n.6, poi trasferitosi al civico n. 8/B, è il bar DAVID, gestito dall’Esposito, marito di Stolder Nunzia, figlia di Raffaele. Deve essere sorto qualche problema perché Giovanni dice ad Antonio che “bisogna picchiarlo”; - telefonata n. 794 ore 15:48 del 15.04.2008 intercettata sulla utenza 334 ... in uso a Ferraiuolo Gennaro nel corso della quale uno straniero chiede a Gennaro “se c'è qualcosa” e Gennaro gli risponde che per domani pomeriggio c'è qualcosa alla Maddalena dove sta la pizzeria Trianon; - ambientale n.339 ore 12:00 del 16.04.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Ferriero Patrizia contatta al telefono una società immobiliare dicendo di essere interessata ad un appartamento in via Postica Maddalena, ma evidentemente ha sbagliato agenzia e difatti si registra la successiva conversazione, sempre in ambientale, n. 340 delle ore 12:03 quando la Ferriero parla con un’altra immobiliare e chiede informazioni sulla vendita dell'appartamento in via Postica Maddalena 36. Si comprende che il prezzo è intorno ai 300.000 euro e Patrizia chiede un appuntamento per vedere l'appartamento che si trova nel primo palazzo sulla sinistra venendo dai Tribunali. Patrizia da il suo numero di cellulare 346 ...; - telefonata n. 961 ore 12:02 del 17.04.2008 intercettata sulla utenza di Ferraiuolo Gennaro quando Tambone Eugenio lo contatta per chiedergli un monolocale per un amico. Gennaro risponde che ha solo una casa pronta per fine mese; - telefonata n. 1426 ore 20:42 del 18.04.2008 intercettata sulla utenza 333 ... in uso ad Esposito Antonio nel corso della quale Alì gli chiede notizie della casa e Antonio gli risponde ancora non ha niente ma lo contatterà lui stesso appena sarà disponibile una casa; - telefonata n. 305 ore 15:27 del 21.04.2008 intercettata sulla utenza 331 ... in uso a Stolder Raffaele nel corso della quale Stolder parla con Totore della “intestazione” di un bene e di un appuntamento “da prendere per mercoledì”. Ne parleranno da vicino; - telefonata n.1718 ore 21:23 del 25.04.2008 intercettata ancora sulla utenza di Esposito Antonio che parlando con zia Maria fa riferimento a persone che sarebbero dovute andare via da un appartamento in affitto. Antonio spiega che non sapeva nulla di queste persone perché l’appartamento era “tenuto” da Giovanni. La zia ha chiamato per informare Esposito che “perchè stavano anche i bravi ragazzi che li volevano picchiare”, ma non gli sa dire se ora quelle persone sono andate via ed Antonio la ringrazia per la informazione e dice testualmente “poi non lo sapevo proprio che questi erano là dentro ... che quello lo tiene Giovanni …hai fatto bene e infatti ho chiamato a Giovanni e gli ho detto Giovanni è vero che proprio tu l'affitti, ma chi ti autorizza a mettere queste persone dentro? ... gli ho detto, comunque, ti do un giorno di tempo fai uscire tutti quanti di fuori ...”; - telefonata n.1918 intercettata sulla utenza 333 ... in uso a Esposito Antonio ore 12:11 del 30.04.2008 nel corso della quale una dipendente Enel chiede informazioni circa la richiesta di un contratto di fornitura elettrica in via Postica Maddalena nr. 49 intestato a Idramogimova Zarita, affermando che il contratto è tornato indietro. Esposito risponde che il contratto era privo di numero civico e per questo motivo non era stato recapitato. Risulta evidente da questa telefonata che l’interessamento della Ferriero all’acquisto dell’immobile (come da intercettazioni del 16.4.08 appena sopra riportate) si è concretizzato in pochi giorni; - telefonata n. 2100 ore 15:10 del 04.05.2008 intercettata sulla utenza in uso ad Esposito Antonio che riferisce a Giovanni che i ragazzi non hanno preso niente, ma Giovanni ribatte che dovrà dare soldi ai proprietari degli appartamenti perchè qualcosa manca; - telefonata n. 3316 ore 12:43 del 16.05.2008 intercettata sulla utenza 334 ... di Ferraiuolo Gennaro nel corso della quale questi contatta uno straniero e gli chiede se gli serva ancora l'appartamento. Concordano di risentirsi; - telefonata n. 947 ore 14:18 del 15.05.2008 intercettata sull’utenza cellulare in uso a Ferriero Patrizia (349 ...) nel corso della quale la donna, che da poco ha acquistato un immobile, chiede al genero Antonio di passare un attimo da casa perché deve chiedergli una notizia relativa ad una casa della Curia, ubicata nei pressi della sua abitazione.; - segue sullo stesso tema l’ambientale n. 912 ore 15:57 del 15.05.2008 (autovettura Lancia Y) quando Patrizia, parlando al telefono, riferisce che Antonio le aveva detto che quel locale lo aveva fittato la Curia; - telefonata n. 949 ore 15:59 sempre del 15.05.2008 intercettata ancora sulla predetta utenza cellulare in uso alla Ferriero Patrizia che parla con il marito Raffaele, il quale le riferisce di essere andato a vedere un magazzino che è stato ancora affittato ma è oggetto di trattative. La donna ribatte che le è stato riferito che la Curia ha affittato. Raffaele le risponde che della cosa si sta interessando Antonio e che per i ragazzi è una cosa interessante. Nel corso della medesima telefonata Raffaele dice alla moglie che c'è un'altra abitazione per la quale chiedono 300 euro al mese ammobiliata e che intanto hanno preso le chiavi per vederla, ma che la caparra è un po’ alta; - telefonata n. 382 ore 11:02 del 16.05.2008 intercettata sulla utenza cellulare in uso a Stolder Nunzia (338 ....) quando Stolder Raffaele contatta la figlia perchè non riesce a rintracciare il marito Antonio al quale aveva dato incarico di interessarsi per quelle abitazioni di proprietà della Curia. Nunzia risponde che il marito aveva provato a chiamare il prete ma non lo aveva trovato. Raffaele esorta la figlia a sollecitare il marito, in quanto vorrebbe dare gli appartamenti ad Alessio ed Ivanfilippo (gli altri due suoi figli); - qualche minuto (ore 11:06) dopo si intercetta sulla utenza cellulare in uso ad Esposito Antonio (333 ...) la telefonata n. 2745 quando Esposito Antonio comunica al suocero Raffaele Stolder che ha un appuntamento in giornata; Raffaele lo esorta a risolvere la situazione dell'affitto; - telefonata n. 3457 ore 19:30 del 17.05.2008 intercettata sulla utenza di Ferraiuolo Gennaro il quale parla con uno straniero e gli chiede se la persona sia arrivata. Lo straniero risponde di no e quindi concludono che insieme aspetteranno Roberto. Lo straniero chiede se può dare la camera al fratello e Gennaro risponde che adesso andrà là e ne parleranno; - telefonata n. 3323 ore 15:48 del 19.05.2008 intercettata sulla utenza di Ferraiuolo Gennaro che viene contattato da “Peppe del garage di via Benedetto Cairoli” il quale discute del “pigione” che deve essere pagato da un cittadino cinese. Peppe fa da intermediario per il pagamento e spiega a Gennaro si trovarsi con il cittadino extracomunitario chiamato Luciano che lavorava con lui nel garage insieme al fratello, sottolineando che nel garage c'è Stolder Alain che ha portato la motocicletta da lui; - telefonata n. 3383 ore 19:00 del 25.05.2008 intercettata sulla utenza di Ferraiuolo Gennaro nel corso della quale uno straniero riferisce a Gennaro che delle persone hanno detto al fratello di uscire dall'abitazione. Interviene al telefono una donna alla quale il Ferraiuolo dice di non essere lui il proprietario e comunque non è il caso di parlarne al telefono; - ambientale n. 320 ore 21:14 del 31.05.2008 (abitazione Stolder, già in parte riportata sopra) nel corso della quale Stolder Raffaele discute (alla pos. 21.49) con Armando dei mobili di don Peppino che sono stati sequestrati e che lui ha intenzione di prendere per sé e così si esprime testualmente “tutto quello che ha Palmieri ... Peppe Misso … tutto coso.... domani al pescivendolo la casa…. io immediatamente faccio venire ...ed incomincio a svuotare... incomincio a svuotare tutto coso ...poi se c'è da occupare piglio e la faccio occupare da qualche famiglia bisognosa ... vado a prendere proprio a quelli lì inguaiati proprio che tengono ... e li portiamo in questa casa hai capito? Poi le case a via Settembrini ... le case, i depositi, i magazzini mi interessano proprio assai ....devo far occupare tutto ... non si devono vendere niente ... a costo di prendere la gente in mezzo alla strada... no... a costo di prendere la gente da mezzo la strada a gratis e li butto dentro ... non me ne importa proprio ... faccio le chiavi ... per la miseria non gli faccio vendere niente....voglio vedere come se lo vende...hai capito che fanno ....”; - telefonata n. 4717 ore 13:28 del 03.06.2008 intercettata sulla utenza in uso a Ferraiuolo Gennaro il quale chiede a tale Ciro le chiavi di casa di Assunta perchè ci sono persone che la devono affittare; - ambientale n.579 ore 21:01 dell’8.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Stolder dispone di mandare Gennarino a dire che quando andranno nella casa lui deve dire che la casa è già stata presa. Quindi i presenti parlano di altre “case della Curia” ed Esposito Antonio fa il nome di “padre Gigi” e poi riferisce di una casa che una persona ha avuto per pochi soldi. Dopo un po’ Stolder Raffaele dice a Gennaro di contattare Francesco, che sta nel palazzo, per dirgli che le persone dovranno essere allontanate. Gennaro (Ferraiuolo) si esprime in maniera cruda, ribadendo che la casa non sarà presa da nessuno e Raffaele ripete che se domani riescono a cacciare “a calci nel mazzo a quelli lì” allora si prenderanno tutto; prenderanno anche la casa sopra, abbandonata, la aggiusteranno e, quindi, diventerà loro. Alla discussione partecipa Ferriero Patrizia che parla di una stanzetta che “spunta” in quel palazzo; - ambientale n. 786 ore 10:41 del 10.06.2008 (abitazione Stolder) quando proprio Stolder Raffaele racconta al suo interlocutore che Giulio li ha minacciati e glielo ha detto che proprio Raffaele Stolder vuole la casa. L’interlocutore osserva “ma io la devo dare ai cinesi, come faccio?”. Raffaele ribatte che i “depositi”(per il fitto) “ce li prendiamo noi”; - ambientale n.879 ore 19:56 dell’11.06.2008 (abitazione Stolder) quando, nel discutere con Esposito Antonio e con la moglie delle attività di falsificazione dei capi di abbigliamento nella zona, si fa riferimento alla necessità di “accaparrarsi” delle case della Curia. Gli investigatori hanno accertato la esistenza di un contratto di locazione di un fabbricato, registrato presso l’ufficio del Registro Napoli 1 in data 07.10.2008, a nome Stolder Alessio, stipulato con l’Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero di cui è stata acquisita la scrittura privata (allegato 13 D) per l’importo di 4.800,00 euro all’anno. Nel corso della medesima ambientale alle ore 21:56 si riprende l’argomento del reinvestimento del danaro tra Stolder Raffaele, Giaquinto Giulio e Ferriero Patrizia che parlano di case che possono ottenere attraverso l’assegnazione a persone invalide, di vendite di case all'asta e di battute ed in particolare di terza battuta. Giulio garantisce di avere delle persone al tribunale che possono aiutarli dietro il pagamento di somme di denaro e fa i nomi di tali “Piero e di Totore ”, come soggetti che lavorano al Tribunale. Nel medesimo contesto parlano di una lite che ha coinvolto i Mazzarella (altro clan storico della zona) e Stolder Raffaele commenta “sono sempre loro che vengono da me”; - ambientale n. 1268 ore 17:58 del 17.06.2008 (abitazione Stolder) quando discutono Stolder Raffaele, Ferriero Patrizia, Giaquinto Giulio, Eugenio Tambone e il nipote di Stolder Ferraiuolo Gennaro di una questione di soldi in quanto Gennaro chiede almeno i soldi per le spese ed in questo contesto Eugenio dice che la battuta si è chiusa a 14.000 euro, motivo per il quale i verbalizzanti deducono che si tratti di vendita all’asta cui i soggetti hanno partecipato. A conferma di tale ricostruzione giova evidenziare che nel prosieguo, dopo una serie di contrasti, si sente Raffaele fare conti e ripetere la cifra di 14 mila euro; i presenti commentano di una casa che valeva 80 mila euro, ma Eugenio e Giulio “se lo chiamarono e gli fecero capire che il prezzo si doveva abbassare” (pos 1.56). Alle successive ore 19:58 Tambone Eugenio, Ferraiuolo Gennaro sono a casa dello Stolder e si aggiunge la voce di Colurciello Salvatore. Con questi soggetti Raffaele commenta che deve mandare qualcuno all'ospedale; la moglie Patrizia chiede “perchè che ha detto?” e Raffaele risponde”ha detto che non ha i soldi” ...li ha il figlio i soldi… gli devo solo fare uscire il sangue per tutte parti….io ti faccio quattro buchi…io ti uccido....mi ha detto: adesso, non li ho posso cacciare …solo duemila, adesso, che vado a lavorare...” e ancora “il figlio non glieli vuole far cacciare i soldi … gli ho detto: adesso, ti dico una cosa neanche un bicchiere d'acqua ...un bicchiere d'acqua e ti taglio la testa ... proprio la testa ti taglio …a te ed ai figli tuoi ....scordatevelo proprio …gli ho detto: ora, blocco tutti i fabbri …i muratori ...chiunque …nessuno deve andare …....poi voglio vedere come se l'aggiusta la casa ....deve mandare i soldi.... il figlio non ce li vuole far dare...quelli hanno sbagliato hanno dato i soldi in mano al figlio ....quelli li dovevano dare a me ....quelli, sono certi puzza fame zozzosi … deve mandare i soldi ....proprio una figura di merda.... la prima scusa che mi danno, li mando all'ospedale a tutti e due”. Patrizia interviene per calmare il marito “va bene l'importante è che mandano i soldi e non si perde tempo” e quindi spiega che queste persone si sono fatte fare un mutuo e, poi, non vogliono pagare e ciò era avvenuto prima della scarcerazione del marito. Raffaele parla di una casa che è stata acquistata o locata da una persona che ha un compagno pregiudicato al quale sta dando soldi, busta paga falsa, documenti falsi per farlo risultare incensurato ed alla fine ha avuto 80 mila euro, in mano, è andato in banca e la casa vale 130mila “quella munnezza di Enzuccio”. Quindi aggiunge che da quando è uscito già hanno preso le mazzate un paio di volte ed una volta era intervenuto con un soggetto che stava picchiando Eugenio; il soggetto aveva risposto che doveva avere dei soldi e Stolder gli aveva risposto, secondo il suo racconto, “fino a quando ci sono io …abusi non ne puoi fare più ... levatevelo proprio dalla testa” e nella discussione interviene Ferriero Patrizia che fa riferimento sempre ad Enzuccio che avrebbe preteso mille euro al mese. Si discute quindi di una casa che vale 130 mila euro e poi Raffaele osserva che Enzuccio va a parlare con la gente che lui conosce, si fa fare i lavori e non paga, ma da quando lui è uscito queste persone che fanno estorsioni devono smettere (si intende se le fanno per loro personale interesse). Ferriero Patrizia con il suo intervento consente di comprendere i motivi dello scontro: invero confronta quanto sta accadendo con Enzuccio, (che ha preso una casa e non vuole rispettare l’accordo preso) con quella di chi si rivolge a qualcuno per prendere le pensioni e testualmente “io te la faccio prendere ma poi non devi andare per la via legale ... solo che quando prendono i soldi ... se noi abbiamo fatto un patto … ora sarà quello che vuoi tu …..un’estorsione”. Raffaele ribatte che ha trovato una casa per 80 mila euro “ma non si meritano niente....si sono presi tutto il vico”. Commentano di controlli svolti dalle forze di polizia nelle case di Eugenio e Giulio e Raffaele commenta che si è trattato di un blitz contro gli extracomunitari ai quali le case sono state date in fitto; - ambientale n.1299 ore 10:34 del 18.06.2008 (abitazione Stolder) nel corso della quale Raffaele si lamenta con la moglie del comportamento scorretto tenuto da un soggetto per una casa che gli interessava, soggetto che si è messo 10 euro in tasca. Patrizia parla di Assunta che aveva comprato un immobile e, poi, non ha più pagato il proprietario. Raffaele commenta che se anche l'immobile va all'asta, nessuno si permetterebbe di parteciparvi sapendo che questi appartiene a lui”; - n. 2070 ore 21:54 del 23.08.2008 intercettata sull’utenza 339 ... in uso a Giaquinto Giulio che contatta Antonio Pangione sulla utenza 334 ..., il quale lavora presso il garage di Eugenio Tambone e Giulio Giaquinto (quello ubicato sotto l’abitazione di Stolder Raffaele). Antonio dice “uè Giulio …ti ho chiamato prima..perché stavo nel garage…all’improvviso mi ha chiamato Lello da sopra…mi ha detto di andare dentro dai cinesi…stava anche Cesare …così ho bussato alla porta, no … le ho detto che non deve venire … ti hanno avvisato i padroni…adesso io chiamo i padroni e ti faccio andare via…mi ha detto abbi pazienza chiama a Giulio e diglielo anche a Giulio …..Cesare ha chiamato il padre”. I verbalizzanti evidenziano che il figlio di Tambone Eugenio si chiama Cesare. Giaquinto risponde che i cinesi devono essere cacciati. Pangione poi gli riferisce “comunque hanno sparato qua lo sai?…. mi ha detto Cesare…che se non mi sbaglio hanno sparato a Sasà…hai capito?… pure, ieri sera, ma io non ho sentito niente…invece, oggi, ho sentito verso le 20:30…ma parecchie botte”. Giaquinto cerca di troncare la discussione ripetendo “va bene dai….” per chiudere un discorso compromettente al telefono; - n.2118 21:22 del 25.08.2008 intercettata ancora sulla utenza in uso a Giaquinto con il medesimo Pangione Antonio nel corso della quale Giaquinto chiede “che ti volevo dire….Lello sopra…tutto a posto?….” e Pangione risponde “si, si è calmato perché non sta venendo nessuno più…se sapessi quanta gente veniva ed andava, certe altre facce nuove…esagerato”. Giaquinto chiede ancora “ma poi quella storia lì si è apparata?” e Pangione “si..si..si!”. Giaquinto ancora “ma da chi è provenuto da lui o da qualche altro?….” e specifica “il fatto del nipote…”. Pangione “si è apparato in quanto sta venendo anche lui tutti i giorni, sta salendo sopra anche lui, tutti i giorni….sta andando dallo zio tutti i giorni…sta venendo….adesso sta sopra…..quello, adesso, è anche il nome di Patrizia”. Giaquinto insiste per sapere “ma è provenuto da lui è provenuto?” e Pangione risponde di si. I verbalizzanti sulla base di questi dati ipotizzano che Amirante Salvatore, il quale in quei giorni si reca dallo Stolder e che è suo nipote (in quanto figlio della sorella Annamaria), sia il Sasà cui si fa riferimento nella telefonata sopra riportata. Sebbene non via sia riscontro alla ipotesi, che i verbalizzanti hanno formulato sulla base di fonte confidenziale inutilizzabile, tuttavia resta il dato delle conversazioni dalle quali si evince che vi è stata una sparatoria all’esito della quale una situazione con il Lello si è “apparata”. Da quanto sin qui evidenziato, in relazione alla gestione di beni immobili, acquistati con il provento di furti, rapine ed estorsioni, principale attività monitorata dalle intercettazioni sopra indicate, emerge il carattere camorristico del gruppo nelle modalità della gestione, con fitti al nero a soggetti stranieri ai quali lo sfratto viene intimato a “mazzate”, oltre che nelle modalità di acquisizione attraverso attività di intimidazione (cfr. ambientale in auto 325 del 3.4.08; ambientali in casa n. 1268 del 17.6.08 e n. 1299 del 18.6.08), o di corruzione (cfr. ambientale in casa n. 879 dell’11.6.08) o creando situazioni di fatto volte ad ostacolare la efficacia dell’attività di polizia traendo anzi profitto dalle stesse (cfr. ambientale in casa n. 320 del 31.5.08). Tuttavia il gruppo facente capo a Stolder Raffaele non ricicla i proventi illeciti solo in immobili, ma si inserisce anche nel settore delle attività commerciali, in particolare nel settore delle scommesse, come rivelato dalle seguenti intercettazioni molto esplicite sul punto: - ambientale n. 368 ore 16:59 del 05.04.2008 (ambientale Lancia Y) nel corso della quale Ferriero Patrizia parlando con la sorella Rosaria le chiede di riferire a tale don Carminiello, titolare dell’Autoflash e di un locale adiacente, che il marito Raffaele Stolder, insieme al dentista Gianfranco, è interessato ad aprire un punto di scommesse. Patrizia spiega anche che lo stesso Gianfranco ha chiesto la partecipazione di Raffaele perchè “vuole stare quieto”. I verbalizzanti annotano che l’Autoflash si trova in via S. Antonio Abate n. 1 a Napoli nei pressi di via Foria; - telefonata n.16 ore 15:12 del 07.04.2008 (utenza fissa presso casa Stolder) nel corso della quale tale Pasquale contatta Raffaele per prendere appuntamento. Stolder parla poi con una donna di una società da costituire con Ferraiuolo Gennaro; - telefonata n. 196 ore 15:47 dell’8.04.2008 intercettata sulla utenza 334 ... in uso a Ferraiuolo Gennaro che contatta Tonino (sulla utenza 339... intestata a Esposito Ciro che talvolta risponde al posto di Tonino, come annotato dagli investigatori). Tonino è in compagnia di Lello e Gennaro gli chiede di accompagnarlo dai Vaccaro. Tonino ribatte che non ci stanno più i “Vaccaro, ma i Grasso”. Gli investigatori spiegano che nella zona Vasto Arenaccia operava la ditta Vaccaro e nella zona di Fuorigrotta la GRASSO Renato & Francesco opera nel settore della distribuzione di videogiochi. Gennaro osserva “com'è io ho parlato con questi del Betting e mi hanno detto che ci sono i Vaccaro..”. Antonio ripete “il Betting e sta pure Pasqualino… Pasqualino a Caciotta... sono solo i Grasso e non ci sono più i Vaccaro...”. Gennaro chiede “ah.... dove lo tengono l'ufficio i Vaccaro?” e Antonio risponde “nel Vasto” (il Betting è un gruppo che si occupa di scommesse); - ambientale n. 379 ore 20:28 del 18.04.2008 (abitazione Stolder) quando tale Carmine parla con Ferriero Patrizia. Il predetto Carmine viene identificato dagli investigatori in Russo Carmine nato a Napoli il 16.02.1954, titolare della società AUTOFLASH s.a.s. di Russo Carmine & C. s.a.s., ubicata in Napoli Largo S. Antonio Abate n. 1, ove hanno sede i locali commerciale che interessano allo Stolder come risulta dalla conversazione in auto n. 368 sopra riportata. L’uomo riferisce alla donna che lui è in pensione ed ha lasciato l’attività relativa alle auto. Patrizia gli dice che un suo amico dentista le aveva parlato di un locale che Carmine, bravissima persona, concedeva in fitto. L’uomo risponde che il locale grande è già affittato ad una pasticceria e che ha concluso il contratto 25 giorni fa, mentre per quello piccolo gli hanno dato 1000 euro di acconto, ma non ha ancora concluso nulla. La donna ripete che quel locale lo deve dare a lei. L’uomo precisa che il proprietario non è lui ma una persona in America. Patrizia rivela che deve aprire con il suo amico dentista un punto SNAI. Carmine le risponde che telefonerà al proprietario per chiedere l'autorizzazione, dovendo chiedere la modifica della categoria in C2. La donna insiste, dicendo che se c'è bisogno di autorizzazioni o di soldi non ci sono problemi; - telefonata n.1374 ore 12:23 del 22.04.2008 intercettata sulla utenza in uso a Ferraiuolo Gennaro che contatta tale Corrado per riferirgli di fermarsi un attimo per “il fatto del bar”, mentre bisogna interessarsi per “il fatto del biliardo” e per quello del “Betting”, anche perchè per quel locale riuscirà a fare un passaggio di licenza. Corrado risponde che ne darà notizia al ragioniere; - telefonata n. 1432 ore 17:47 del 22.04.2008 (utenza Ferraiuolo) nel corso della quale Ferraiuolo Gennaro chiama di nuovo Corrado per chiedergli se si sia informato, aggiungendo che la zia Assunta “vuole mettere a Vittorio”. Gli investigatori, tenuto conto dei rapporti di parentela, annotano che la zia Assunta deve identificarsi in Stolder Assunta, sorella di Raffaele, madre di Giuliano Pio Vittorio. Corrado risponde che parlerà con il ragioniere e gli farà sapere l’indomani; - telefonata n. 2006 ore 14:50 del 29.04.2008 (utenza Ferraiuolo) quanto Gennaro di nuovo contatta Corrado per chiedere se vi siano novità. Corrado risponde “Allora, penso che domani vengo con quell'amico mio così parliamo delle percentuali e tutto sulle scommesse ... poi per quanto riguarda partita IVA e Camera di Commercio già l'ha fatta pure il ragioniere, adesso se domani me la dai io te la porto pure ... che l'originale te lo tieni tu e gli diamo le fotocopie a questo amico ... mo’ vediamo domani, io adesso vedo se lui domani è disponibile, penso di si e veniamo un attimo. Io ti chiamo prima di venire … Gigi stiamo venendo”. Gennaro concorda; - telefonata n.2122 ore 08:55 del 30.04.2008 (utenza Ferraiuolo) quando Gennaro contatta Corrado per l’appuntamento e l’interlocutore gli precisa che la richiesta deve essere fatta per apertura di Internet Point e di un bar; - telefonata n. 2674 ore 10:05 del 07.05.2008 (utenza Ferraiuolo) quando Corrado contatta Gennaro al quale dice che la sua convivente Enrichetta Gratino ha una partita IVA aperta; Gennaro chiede se sia quella dell'ortofrutticolo e Corrado ribatte che se ha già una partita aperta, non ne può aprire un’altra per l'Internet Point. Dalla conversazione risulta che la partita IVA è la numero 05578841214. Ferraiuolo Gennaro dice che la Gratino non è iscritta alla Camera di Commercio e con questa partita IVA non ha mai fatto una fattura e non ha mai lavorato. Corrado chiede se la può variare dall'ortofrutta ad Internet Point ed in alternativa bisogna intestarla ad altra persona o unire all'Ortofrutta anche l'Internet Point. Emerge che l’ortofrutta si trova a via P. Colletta al civico 41 e Gennaro propone di unire alla partita le due attività e poi osserva che lui fornisce le pizzerie ma che non ha mai redatto fatture. Sempre Gennaro afferma che a mezzogiorno ha appuntamento con il proprietario del locale dove deve aprire l’Internet Point. Concordano per la variazione dell’attività oggetto della partita IVA; - telefonata n. 2680 ore 11:32 del 07.05.2008 (utenza Ferraiuolo) nel corso della quale Corrado riferisce a Gennaro di aver preparato i documenti e li lascerà da Bruno “quello che sta affianco a lui”; quindi aggiunge che deve andare presso lo studio Varriale a prendere la partita IVA di Enrichetta e la documentazione. Manca ancora la iscrizione alla Camera di Commercio, ma vi sta provvedendo il ragioniere di Corrado; - telefonata n. 3096 ore 09:23 del 13.05.2008 (utenza Ferraiuolo) nel corso della quale l’interlocutore (non identificato) conferma a Gennaro che la variazione è avvenuta e che provvederà per la Camera di Commercio. Gennaro gli ricorda di fare la richiesta anche del bar, sempre in via Annunziata dove hanno aperto la partita IVA.. L'uomo gli dice che lo farà in settimana; - telefonata n. 3761 ore 19:48 del 23.05.2008 (utenza Ferraiuolo) quando Gennaro riferisce a Corrado che il ragioniere gli ha detto che è tutto operativo. Corrado precisa che bisogna aspettare comunque l'ok della Camera di Commercio e domani incontrerà “l'amico delle scommesse”; - telefonata n. 4043 ore 09:57 del 28.05.2008 (utenza Ferraiuolo) quando Gennaro chiama il ragioniere il quale gli comunica che la ricevuta della Camera di Commercio è pronta ed aggiunge che è stato autorizzato l'Internet Point e la possibilità di mettere le macchine. Gennaro risponde che lui vorrebbe aprire un EUROBETTING come un suo amico. Sul punto gli investigatori da un controllo documentale presso il Commissariato di P.S. di Vicaria Mercato verificano l’apertura di un centro di scommesse, denominato BETTING, con due accessi: il primo da via Pietro Colletta nr.76 e l’altro da via Ottavio Tupputi nr. 4/6, ovvero nelle immediate adiacenze dell’abitazione di Stolder Raffaele. Durante un controllo amministrativo dell’esercizio in data 11.03.2009 venivano identificati Galiani Gennaro ed Errico Salvatore; - ambientale n.320 ore 19:15 del 31.05.2008 presso l’abitazione Stolder (già in parte riportata sopra) quando alle ore 20:51 suona il citofono ed in casa entra Armando al quale Raffaele dice che adesso darà qualcosa che gli hanno portato dalla Polonia; nel corso della conversazione tra i due, per quanto rileva ai fini della richiesta del P.M., va sottolineato che Raffaele chiede ad Armando chiarimenti in ordine a delle "macchinette" che sono nella sua bottega ed insieme discutono sulle modalità da attuare per restituire dette "macchinette". Raffaele rivela il suo interesse a gestire in prima persona il "business". Armando gli riferisce che uno dei Vaccaro gli aveva prospettato l'eventualità di comprare le "macchinette" e quindi spiega i guadagni giornalieri, provento dell'utilizzo di tali apparecchiature (videopoker). E’ interessante evidenziare che nel discutere di questa sua attività Armando ricorda di essersi rivolto per lo sconto di assegni a tale Tonino o’ Biondo e dopo quattro anni si erano presentati Tonino o Economico e o’ Biondo a pretendere gli interessi. Un giorno si presentò anche o’ Vaccaro che entrò nel suo esercizio e levò le spine delle "macchinette" per un assegno non pagato per il quale aveva subito minacce dovendo pagare poi 5000 euro. E’ uno scenario che fa comprendere bene in quale contesto ci si muova. Alle ore 21:14 (sempre ambientale 320) Raffaele e Armando continuano a discutere di questioni relative ai videopoker. Tra l’altro Stolder Raffaele incarica Armando di parlare con un’altra persona dicendogli che ha parlato bene di lui, quindi aggiunge “glielo spieghi, anche per vedere un poco se si poteva ridimensionare il fatto di questa percentuale hai capito? allora, può darsi che sentendo il nome mio e tutto … i cosi tu glieli butti là ... poi gli dici ... pure se, caso mai, me li dovessi prendere ...come mi disse il Vaccaro ...mi piglio le macchinette e vi faccio un regalo e leviamo... tu digli che ... io a Lello non glielo ho detto però ve lo dico a voi, bello chiaro, chiaro, poichè mi hanno staccato le macchinette, mi hanno staccato le cose ...io sono un uomo di vita, so come si campa… poiché io non ne ho parlato con Lello, perchè altrimenti Lello veniva da voi a parlare… perchè voi avete una cosa di affetto trentennale ...lui si è fatto la galera e non ha mai parlato di lui ... però visto che trovandomi a parlare con lui ed ha parlato molto bene di voi ed ha detto qualsiasi cosa... però, poiché io, adesso, sto in difficoltà mi consigliate di fare come ha detto quello di comprare le macchinette e tengo un pensiero per voi … capito o no?”. Stolder si esibisce in un esempio di politica criminale, della serie come ottenere ciò che si vuole facendo spendere il proprio nome ad altri con delicati accenni ai pregressi rapporti, al silenzio serbato in carcere, al potere ancora in vita. Armando risponde “quando uscì la legge..loro pigliarono ...quando venivano a fare i conti a me mi davano l’11% lì … Mimmo doveva fare la persona… quello che è ... visto che io appartenevo a te ... poiché stava con i Vaccaro e sapeva che appartenevo a te allora doveva dire ma davvero è ... invece loro che facevano mi davano il 12% i furbi ...quando venne la Finanza dentro ha visto che le macchine non stavano collegate e mi hanno fatto un bel verbale e una bella denuncia... quindi se sapevano che appartenevo a te ...”. A questo punto interviene nella discussione la Ferriero che chiede spiegazioni e il marito le racconta “…perchè questi qua, gli hanno fatto anche un imbroglio, gli davano il 12%, dicendogli che le macchinette erano legali, che erano collegate con la Finanza... invece, poi, andò la Finanza e gli fece il mazzo tanto a lui… però quando è uscito… gli hanno dato il 60% a lui ed il 40 a loro, però nel frattempo c'era stato un anno di truffa ... poi è successo che gli hanno staccato le macchinette per un periodo... poi ci stanno portando ... poi gli hanno detto compratevelo” ed a questo punto Raffaele ripete alla moglie il discorso che ha suggerito all’Armando “poi, adesso, parlando con lui ho saputo che siete amico e adesso lui mi ha detto di parlare con Mimmo e fatemi comprare le macchinette e poi, io me la vedo con voi, visto che siete amico di Lello…. hai capito com'è?”; - ambientale n. 403 ore 20:08 del 03.06.2008 (abitazione Stolder) quando Stolder Raffaele parla con Ferraiuolo Gennaro al quale dice “tu, è inutile che ti esaurisci... quando vedi la mala avviata ... avvia a fare la richiesta delle macchinette e poi si aspetta .... tanto, oltre le spese non vai, che cazzo te ne fotte”. Gennaro “lo so zio …ma, io, lo sai come sono fatto ... e che, quando, io inizio a fare una cosa... mi piace di portarla a termine… mi piace...” Raffaele “si! …ma tu ora, che vuoi fare??? ... si buttano le macchinette dentro... …..con quello del bar, che hai fatto? ...hai parlato, con quel cristiano?...” Gennaro “mi disse che non era cosa....” aggiungendo poi che chiedeva 25000 euro in contanti. Sempre Gennaro dice che “quando il Nano andò nel bar, lui disse che il bar non aveva intenzione di aprirlo lì, ma sopra al Vico della Pace, sotto là ...e che metterà tutti i gazebo fuori…. hai capito come?” (la conversazione prosegue con il riferimento al recupero di un credito da parte del Gennaro già riportata sopra nel commentare le ambientali in casa Stolder); - ambientale n.557 ore 10:50 del 07.06.2008 (ambientale Stolder) nel corso della quale Marotta Salvatore parla di rapporti con Grasso Renato in relazione all’installazione di videopoker e di possibili percentuali di guadagno per loro. Stolder interviene affermando che lui ha già iniziato attività con Ferraiuolo Gennaro in via Annunziata (cfr. conversazione precedente quando si parla di “macchinette”). Stolder Raffaele parla quindi del locale di via Annunziata che gestisce con Gennaro e poi fa riferimento ad un locale da fittare in Largo Sant’Antonio Abate, dicendo “…noi il locale o paghiamo poco o non lo paghiamo proprio”. Si ricorda che la famiglia Grasso è quella di fornitori di videopoker di cui alla telefonata n. 196 dell’8.4.08 sulla utenza del Ferraiuolo Gennaro (sopra riportata); - telefonata n.1375 ore 19:19 del 21.06.2008 intercettata sulla utenza cellulare 331... in uso a Stolder Raffaele nel corso della quale Raffaele contatta Santaniello Salvatore, il quale sta lavorando in un piano bar, nei pressi del Corso Umberto, individuato nell’ICE ART Gallery, e gli dice che nel locale arriverà il figlio e poi passerà lui a pagare. Salvatore lo interrompe per precisare che lì gli devono dare tutto e che non si deve fare problemi. Raffaele commenta che si può vedere “di farlo insieme” ed a chiarire a cosa si riferisca aggiunge che con l'intervento loro il locale “lo fanno salire in paradiso”. Inoltre riferisce che sempre presso il locale ha mandato molti commercianti che andranno a nome suo. A dimostrazione che si parla proprio del pub ICE ART GALLERY si registra la successiva telefonata n. 1382 delle ore 22:59 quando nella stessa serata il figlio Alain chiama il padre Raffaele (sulla utenza di quest’ultimo sopra indicata) e gli dice che sono stati al pub e sono stati bene; nel corso della telefonata fa riferimento alle opere all’interno del locale che sono state realizzate dal cognato del gestore del pub, scultore di ghiaccio, e di uno schermo gigante all'interno del pub. Raffaele dice che se va bene potranno entrare, anche loro, in società con il gestore. Il contenuto delle conversazioni sopra commentate rende evidente l’interesse del gruppo Stolder ad inserirsi in attività lecite e rende altresì palesi le modalità intimidatorie alle quali il medesimo gruppo fa ricorso anche quando si dedica all’attività di riciclaggio dei proventi illeciti nel settore imprenditoriale. Si è già osservato come il clan facente capo allo Stolder Raffaele si occupi di furti, rapine, estorsioni, ma ulteriori intercettazioni rivelano altresì l’esistenza di un altro settore illecito al quale il medesimo gruppo comincia a prestare interesse, ovvero quello del traffico di stupefacente, sia pure per il tramite di un altro sottogruppo. Le intercettazioni significative sotto questo profilo non hanno consentito di verificare se gli accordi presi si siano concretizzati o siano rimasti – almeno all’epoca delle indagini – ancora allo stato di intese preliminari. Tuttavia che vi siano state quanto meno intese preliminari è rivelato da una serie di conversazioni che vanno ricordate in quanto offrono un ulteriore squarcio sulla composizione dell’associazione, rivelando la esistenza di altri partecipi, e sulla portata dei contatti con altri gruppi criminali operanti non solo nel napoletano, ma tra Milano e Palermo. Un primo riferimento ad un “lavoro enorme” da intraprendere nel mese di agosto con la complicità dei “siciliani” è nella ambientale n. 517 ore 10:59 del 04.06.2008 intercettata nell’abitazione dello Stolder che ne parla con Ferraiuolo Gennaro e Marotta Salvatore affermando altresì che “i siciliani, quando organizzano un lavoro, hanno la gente interna, i guardiani ed i cassieri e, quindi, il rapporto con questi qua si deve mantenere buono”. Gennaro risponde “zio, da parte nostra, oltre quello che stiamo facendo… e poi aggiunge “vediamo cosa ha fatto Marco”. Nel mese di agosto, a conferma di quanto preannunziato dallo Stolder, vengono registrate numerose conversazioni tra il medesimo Raffaele e La Manna Domenico, un soggetto di origine siciliana il quale fa da intermediario per un incontro con alcuni siciliani. Va precisato che il soggetto viene chiamato Mimmo dallo Stolder e viene identificato con certezza nel La Manna sulla base delle verifiche effettuate in data 27.8.08 presso l’Hotel Ramada ove il predetto riferiva allo Stolder di aver alloggiato nel corso della telefonata n. 156 intercettata su utenza Stolder (telefonata che sarà riportata infra). Le telefonate che qui si indicano sul tema in esame sono tutte intercettate sulla utenza “dedicata” ai rapporti con il La Manna, ovvero la 366 ..., una delle tante in uso a Stolder Raffaele individuate nel corso delle indagini e poi a sua volta abbandonata, come si vedrà: - telefonata n. 15 ore 11:05 dell’1.08.2008 quando Stolder Raffaele chiama Mimmo (identificato poi nel La Manna) e quest’ultimo, dopo i convenevoli, gli chiede “ascolta …domani mi fanno sapere dove incontrarci e a che ora…per quella storia là….”. Stolder a sua volta “ha chiamato quel mio amico?…è riuscito a rintracciarti?”. Mimmo riferisce “per quel fatto lì…per quel fatto su di agosto non se ne sa assolutamente niente…non ne sa niente nessuno…quindi …se ci fossero delle novità poi ti faccio sapere…”. Stolder lo sollecita “no …vedi qualcosa…qualcosa di positivo…vediamo di muovere un poco…..”. Mimmo chiede “al limite al limite…non lo so…..chi mi puoi mandare tu”. Stolder risponde “ti mando qualcuno non ci sono problemi” e poi chiede “che gli dico a quest’amico qua?” e Mimmo “eh fammi chiamare…gli dici che entro domani mi dicono dov’è l’appuntamento giù a casa mia … già si stanno interessando…..hai capito?”; - segue la telefonata n. 16 nello stesso giorno (1.8.08) alle ore 20.53 quando Stolder contatta ancora Mimmo il quale dice “non ho avuto ancora nessuna risposta…sto aspettando una telefonata …entro domani ..dopodomani….mi devono dire qualche cosa”. Stolder ribatte “e dopo ci provo io a trovarlo… che ti volevo dire…”. Mimmo ripete “...perché sta aspettando l’appuntamento hai capito?”. Stolder chiede “ah ...ma non ti ha chiamato quel mio amico?” e Mimmo risponde di no. Intanto Stolder riferisce che sta cercando la persona che deve raggiungerlo. La Manna precisa “lunedì…lunedì….mi fanno sapere per l’appuntamento” ed aggiunge “lunedì possono scendere massimo per martedì”. Stolder propone di richiamarlo ma La Manna risponde “no, ma io non so niente …quindi è inutile parlarne per telefono….io ci faccio l’appuntamento….domani….trovo chi devo parlare….e questo qua mi ha detto: aspetta Mimmo ti chiamo io….perché lui deve andare da lui….hai capito?… quello di là….lui mi ha detto aspetta un attimo….appena è … mi dice che devo mandarglieli e me li mandi direttamente a casa mia….va bene?”. Concludono di risentirsi per lunedì; - tuttavia il giorno dopo, domenica 02.08.2008, segue la telefonata n. 23 alle ore 13.06 quando Stolder Raffaele chiama Mimmo La Manna per dirgli “è appena venuto quel mio amico….io ho detto adesso tento di chiamarlo….”. Mimmo risponde “e io sto aspettando ancora...”. Stolder gli passa l’amico al telefono e così a dialogare con il La Manna interviene un altro soggetto al quale La Manna riferisce “ascolta…io ho mandato…diciamo l’imbasciata….e mi han detto…che entro lunedì ..mi fanno sapere a che ora incontrarsi giù…..vanno direttamente dall’amico… ci pensa lui”. L’uomo risponde “ti chiamiamo lunedì va bene?… e ci fai sapere”. Al telefono ritorna lo Stolder al quale La Manna dice “vedo di fare una scappata in questi giorni”. Stolder “e fatti questa scappata … mi hai detto che hai il fatto dei mobili là?”. La Manna risponde che vedrà in settimana, ma Stolder lo sollecita “e vediamo anche sto fatto dei mobili e tutte le cose” e poi chiede conferma dell’altra vicenda “allora lunedì.? Chiudi sta situazione?”. La Manna promette “lunedì questo qua gli faccio l’appuntamento giù”;- telefonata n. 33 ore 16:29 del 06.08.2008 quando Mimmo La Manna riferisce a Stolder “quella persona che eri interessato, mi senti? è un attimo fuori... però se c'è lui la cosa è risolta, quindi mi ha detto: non fare muovere a nessuno per ora … Io penso di essere giù, il giorno 11, 12 ….Lui mi ha detto che rientra il giorno 11, mi senti? … perchè sai, si può muovere, non si può muovere, perchè ha problemi all'ospedale, capito? …però risolviamo al 100%. Io il giorno 11 sono giù. Vado direttamente io a questo punto pure... quindi senti qua...digli di temporeggiare... perchè se vanno giù non concludono niente, te lo dico prima...”. Stolder gli chiede “no, va bene...ma tu adesso di qua quando passi ?” ed aggiunge “perchè potevo parlare pure per te … per la cosa che mi dicesti no?”. La Manna “si...si...si..dammi ... guarda io passo, prima di andare giù, passo...quindi in settimana spero questa settimana, massimo all'inizio della prossima settimana e poi lunedì sono giù. Ci vediamo...comunque digli di aspettare che la cosa la risolviamo, va bene? … dicci di non avere premura. Hanno aspettato, aspettano altri 10 giorni”. Stolder afferma “glielo dico, vado io di persona oggi a dirglielo”. Il La Manna ripete il concetto secondo il quale risolveranno tutto e si interesserà lui stesso, ma bisogna “temporeggiare un attimo”; poi aggiunge “e per quanto riguarda il resto...e...dammi un po' di giorni...”. Programmano un incontro di persona per la settimana successiva; - telefonata n. 48 ore 12:47 del 13.08.2008 quando, passata una settimana, Stolder contatta La Manna il quale gli dice subito “senti io penso che stasera parto…domani ci vediamo”, ma Stolder gli passa qualcuno al telefono e quindi parla con Manna il medesimo soggetto della telefonata del 2.8.08 al quale La Manna riferisce “ascolta… per quel problema lì…io ho già interessato…già ci conoscono le persone è tutto…solo che chi se ne deve interessare è fuori e rientra il 18” ed aggiunge “io domani sono da voi…..così parliamo …mi presenti queste persone che si devono comprare sto….sto….sto…..sta casa … che gli hanno dato l’anticipo e tutte cose…..così noi il 18 già possiamo fissare l’appuntamento…il 18 il 19 quando sarà…..comunque non ti preoccupare…me ne sto interessando io….voglio esserci io….hai capito?” e quindi ripete “io, comunque, domani sono giù….”. L’uomo risponde “ti aspettiamo”. Interviene al telefono Stolder e La Manna ribadisce che partirà in serata e il giorno dopo sarà da lui; quindi aggiunge “così stiamo un poco insieme e poi me ne devo scendere a Palermo…..sto indeciso…..se andare prima là o là….caso mai faccio tutta una tirata perché andare prima là è impossibile”. Stolder chiede “ma tu passi una giornata con noi?” e La Manna risponde che sarà una mezza giornata aggiungendo “mi devo vedere anche con un amico nostro…..così può essere che ti viene a salutare anche lui….uno che è qui a San Marino ... che ha una società a San Marino”. Stolder afferma “è buono eh….proprio stamattina ho parlato di questo paese…io lo adoro”. La Manna continua “e non c’è…io, domani, sono con un amico di San Marino .…un amico nostro …tuo …mio….”. Stolder comprende e non aggiunge altro. Si salutano in maniera molto affettuosa. Queste telefonate rivelano che: - è in corso una trattativa per un affare da concludere in Sicilia, cui è interessato in maniera specifica un “amico” dello Stolder e nel quale il La Manna fa da intermediario; - i rapporti tra Stolder e La Manna sono pregressi e non si limitano a questa trattativa ma riguardano altre vicende di cui non si può mai parlare apertamente al telefono. Stolder nello stesso periodo e con altra utenza (la 331...) contatta un altro soggetto al quale si presenta come lo Zio: - telefonata n. 347 ore 20:33 del 19.08.2008 quando contatta un soggetto (che gli investigatori identificano poi in Rigotti Silvio) al quale si presenta così “ciao sono lo zio…”; poiché l’altro non lo riconosce, aggiunge “uè sono io….mo’ te ne sei andato da qua…sono lo zio…”. L’interlocutore lo riconosce e Stolder continua “che volevo dire ma se ne è andato già l’amico nostro?… ma c’è anche quell’altro amico quello bassino?”. L’interlocutore risponde che sono presenti entrambi ed allora Stolder dice che vuole parlare con quest’ultimo da vicino: “si….se può passare …gli devo chiedere un attimo una cosa….perché è una cosa proprio dove sta lui no…sto fatto ..questo fatto che avevo detto io….sto fatto della signora qua….”. L’uomo risponde “va bene adesso gli faccio l’imbasciata e così scendiamo e passiamo un’altra volta”;- telefonata n. 350 ore 12:43 del 20.08.2008 quando Stolder contatta il medesimo interlocutore delle precedente telefonata e lo saluta chiamandolo Silvio che di nuovo non lo riconosce per cui Stolder è costretto ad aggiungere “sono lo zio sono…”. Stolder gli chiede se sia a Napoli e ricevuta risposta affermativa dice “ti dovrei chiedere una cosa per il Bassino….gli dovrei fare un attimo un’imbasciata… se passi un attimo mi fai una cortesia e grazie”. Di nuovo con la utenza dedicata (la 366 ...) Stolder contatta il La Manna e si intercetta la telefonata n.118 ore 10:36 del 23.08.2008 quando La Manna afferma “io scendo oggi proprio … perchè se non scende … quella persona ora è arrivata e adesso stiamo vedendo di interessare, no perché noi stiamo vedendo di interessare direttamente loro hai capito?… perché a quanto pare… questi qua sono quattro… quattro …. quattro…poi non voglio essere …da quello che mi hanno fatto sapere … gentaglia, dai, poi non lo so … ho visto una persona che mi ha detto che questi non sono brava gente dai …. questo però resta tra me e te perché devo approfondire hai capito?”. Stolder commenta “no e perché ti ho detto qual è la cosa ... loro spendono, spendono il nome della gente …hai capito….questa gente….”. La Manna concorda sul fatto che abbiano avuto un comportamento sbagliato e quindi afferma che gli farà sapere qualcosa più tardi perché ora ha un appuntamento; quindi chiede “all’amico nostro, lo hai visto ..si?” e Stolder risponde “si sta qua”. La Manna invia i saluti a lui ed a tutti. Alle ore 20.15 del medesimo giorno (23.8.08) con altra utenza (331...) Stolder chiama il suo interlocutore Silvio (telefonata n. 484) e, questa volta appena dice “sono lo zio” viene riconosciuto. Stolder gli chiede di andare a casa sua e Silvio acconsente “e, come scendo al lato vostro…mi vengo a fare una passeggiata…perché non sto qua….”. Stolder lo sollecita “è una cosa urgente però”. Silvio risponde “si zio appena scendo …da …mi vengo a fare una passeggiata….da voi….”. Stolder ribadisce la urgenza. La notte, ovvero alle ore 00.36 del 24.08.08, Stolder con la utenza dedicata (la 366 ...) chiama La Manna (telefonata n. 127) il quale si giustifica “scusami ti dovevo chiamare ieri pomeriggio poi ho lasciato il telefono in un posto…. Senti io domani sera sono su…lì da te… ci ho parlato…poi ci mettiamo d’accordo domani…. che martedì ho già fatto l’appuntamento per sti ragazzi…va bene?”. Stolder chiede “a che ora arrivi?” e La Manna “io arrivo verso le 09:30 le dieci in aereo perché faccio una scappata e poi devo ripartire subito…perché devo rientrare in azienda…”. Stolder gli chiede di fargli un colpo di telefono appena arriva e quindi “ti mando a prendere là … al solito posto?”. La Manna risponde “bravo…io arrivo in aeroporto che ho la macchina all’aeroporto….che vengo direttamente là …mi vieni a prendere e così ci vediamo.. e ti dico quello che ti devo dire…” e quindi chiede “per il resto tutto a posto?” ed aggiunge “ma come sta andando con quello là?”. Stolder risponde “no tutto a posto ... mo’ ne parliamo….in questi giorni ne dobbiamo parlare…”. La Manna chiede“ma c’è…buoni buone…affari?”. Stolder risponde “no probabilmente si può chiudere il fatto della società…mo vediamo…”. La Manna commenta “buono….ora è un periodo che stiamo tutti in mezzo alla strada…”. Stolder “io il giorno 28 … ma io ti ho detto cerca di fare questo fatto commerciale,…no… tu ti tieni una cosa…ci fai due assegni… ma non esiste proprio questo fatto…tu lo sai..l’hai capito se li avevo te li davo subito…”. La Manna risponde “fratello ma non lo dire neanche per scherzo…il problema è che voglio pure guadagnarlo per fare in fretta”. Stolder continua “no ma te l’ho detto….quello…la buon’anima che è morta ci ha fatto un guaio..ci ha fatto….e poi ti dico quello che è capitato a me …poi esci pazzo”. Nelle successive telefonate lo Stolder continua ad alternare l’uso delle utenze cellulari nella sua disponibilità (entrambe monitorate) a seconda del suo interlocutore: - telefonata n. 512 ore 11:07 del 24.08.2008 (utenza 331...) quando Stolder contatta Silvio e gli chiede “puoi venire?”. Silvio risponde “il tempo che scendo a Napoli”. Stolder “e vieni proprio per chiudere il fatto di questa faccenda…per chiudere il fatto commerciale…”;- telefonata n.128 ore 19:43 del 24.08.2008 (utenza 366 ...) quando Stolder viene contattato dal La Manna il quale spiega “io sto tornando dall’aeroporto in quanto non sono potuto partire….perché c’era problema di folla di posti…..devo partire dopodomani…allora a questo punto..tu puoi dirgli a Marco che quei signori con cui hanno la riunione su …se possono fare una scappata a Palermo…martedì… in mattinata ce la fanno loro ad essere a Palermo?”. Stolder risponde “non lo so io dopo lo chiamo e poi ti chiamo?”. La Manna concorda “e mi fai sapere …bravo…martedì in mattinata poi gli dico dove ci vediamo…in centro caso mai”; quindi aggiunge “poi io vengo martedì sera purtroppo…... e poi ci incontriamo noi….con loro poi martedì mattina mi ci incontro a Palermo…loro vengono in aereo vengono….in macchina?”. Stolder “adesso vediamo” e chiede “ma ci sei anche tu quando vengono loro?”. La Manna “eh si difatti ne approfitto….così…vediamo se sto palazzo, sta società che devono rilevare ... vediamo se …loro…già l’acconto…..e devo essere io presente per vedere quali sono i problemi …hai capito?”. Stolder ripete che chiamerà subito Marco e lo richiamerà (o farà chiamare) più tardi; - telefonata n. 518 alle ore 20:37 del medesimo 24.8.08 (utenza 331...) quando Stolder chiama Silvio (individuato dalla voce) e gli dice “ti volevo dire che il rappresentate stasera non viene…però ha detto che chiama …chiama …per fare..per fare un appuntamento diretto….può venire qualcuno…che ci parliamo?”. Silvio risponde “eh, zio, mo vedo di venire io più tardi…”. Stolder “eh …però lui chiama penso verso le dieci….chiamerà…in modo che prendete appuntamento perché ci sta da prendere appuntamento direttamente sul luogo” e quindi aggiunge “se può farlo lui un salto … però l’importante è che venite…. non so come fare a confermarglielo…non so niente…”. Silvio conferma che passerà e Stolder gli ricorda “e poi mi doveva mandare…mi doveva mandare il fatto del motorino….”. Silvio risponde di essere con la moglie al momento, facendo intendere di non poter parlare oltre; - telefonata n.130 ore 22:27 sempre del 24.08.2008 (utenza 366 ...) quando Stolder contatta La Manna e gli comunica “ho detto di chiamarti direttamente… no perché non è riuscito a venire …perchè è rimasto un poco intasato nel traffico…ha detto così che ti chiama e prende direttamente appuntamento con te….”. La Manna ripete che l’appuntamento è per martedì, ma Stolder ripete “si ed ora glielo dici tu …quello ti chiama… ti chiama e ti accordi con lui”e poi chiede “quando ci vediamo noi?”. La Manna risponde “io vengo su … dopo domani sera…”; - telefonata n. 131 ore 23:01 (poco dopo la precedente e sulla stessa utenza) quando Stolder parla di nuovo con il La Manna che lamenta “non mi ha chiamato nessuno”. Stolder si meraviglia “ancora ti ha chiamato ...” e La Manna “no, al limite digli che caso mai mi chiama domani mattina… così ci mettiamo d’accordo…facciamo un incontro qua”. Stolder chiede “verso che ora ti faccio chiamare?”. La Manna risponde “verso le dieci e mezzo/undici”; - telefonata n. 525 ore 23.03 quando Stolder, appena salutato il La Manna e cambiato cellulare (331...), contatta subito Silvio per dirgli “uè sono lo zio…. uè aspettavo … il rappresentante aspettava che lo chiamava e non l’ha chiamato…come mai?”. Silvio risponde “Zio ma non è venuto Marco….? io gli ho fatto l’imbasciata perché io non ci stavo … sto con mia moglie…ho detto guarda lo Zio ha detto se puoi passare…mi ha detto vabbè allora vado io”. Stolder riferisce a sua volta “eh, un paio di ore fa ha mandato il cognato…no…io gli ho mandato il telefono…ma non ha chiamato proprio…..non ha chiamato a quell’amico…”. Silvio risponde “va bene adesso lo chiamo io…. Mo’ lo chiamo e glielo dico”. Il giro di telefonate riportato rivela che Stolder Raffaele: - fa da tramite per un affare da concludere in Sicilia tra La Manna (definito al telefono “il rappresentante”) e Marco, contattando Silvio a sua volta in contatto con il predetto Marco; - si rende parte attiva per garantire l’affare tanto vero che fornisce a Marco, per il tramite di altro soggetto (il cognato), il telefono per contattare La Manna; - con La Manna ha un diverso e più articolato rapporto che riguarda, tra l’altro, l’organizzazione di altre attività per le quali devono incontrarsi da vicino. Significative sono altresì le successive telefonate: - n.536 ore 10:09 del 25.08.2008 (utenza -331...) quando Stolder, immediatamente riconosciuto come lo Zio, chiama Silvio il quale gli riferisce “ieri chiamai Marco….è passato?”. Stolder risponde “no … non è passato…ma la cosa….la cosa….. io ho chiamato fino a tardi all’amico … all’amico ... il rappresentante, no, lui aspettava una chiamata per l’appuntamento e praticamente non l’ha chiamato proprio…. perché …per sapere come deve andare sta cosa… è questo…. tutto il fatto…”. Silvio “e mo’ scendo allora…zio mo’ scendo al lato vostro”. Stolder “perché mo’ lui mi aveva detto … io ieri, no, l’ho chiamato fino a tardi… poi per una cosa di delicatezza…dissi io, facciamo una cosa, quando ti posso chiamare … disse lui…dopo le dieci domani …sarebbe stamattina…. lui ce l’ha il numero… solo per vedere, se si deve fare o non si deve fare …. perché se si deve chiudere non fa niente”.Silvio parla di un altro soggetto interessato “no..no.. quello se ne deve scendere quell’altro lì” e Stolder ribatte “eh lo so…. però poiché questo qua giù sta per due giorni … dopo non è possibile più …perché ci sta la convenienza che ci sta proprio lui di persona” (si comprende dalle precedenti telefonate che La Manna garantisce con la sua presenza). Silvio “allora lo facciamo andare stesso oggi a quello”. Stolder raccomanda che Marco chiami per prendere appuntamento. Silvio dice “allora scendo io, al lato vostro, perché io sto a Ponticelli….mo scendo dai….”; - telefonata n. 132 alle ore 11.03 dello stesso giorno (25.8.08, utenza 366 ...) quando La Manna chiama Stolder che lo saluta come “fraterno amico mio” e gli dice di non aver ricevuto ancora nessuna telefonata, comunicandogli altresì “comunque al limite gli dice che per me domani mattina ci possiamo vedere a Palermo….eh io sono qua….io sono rimasto apposta …perché voglio vedere caso mai se ci sono presente anche io…vediamo se si può risolvere questa cosa hai capito?….. il notaio non c’è…però al limite … andiamoci ci andiamo a parlare e vediamo chi sono hai capito?”. Stolder “sicuramente, sicuramente, ce la fai al 100%”. La Manna aggiunge “ti saluta mio zio eh” e Stolder di rimando “lo devi abbracciare forte, forte, …poi, quando è possibile vederlo, sarebbe …sarebbe una gioia enorme io gli voglio proprio un bene…a livello di affetto proprio”. La Manna lo interrompe “aspetta un attimo” e si sente che risponde ad un’altra telefonata “ehi, Pippo, dimmi….”; - telefonata n. 134 sempre nello stesso giorno, dopo quale ora (ore 13.22, utenza 366 ...) quando Stolder contatta di nuovo La Manna. In attesa della risposta di quest’ultimo in ambientale si sente Raffaele parlare con un soggetto accanto al quale dice “i siciliani non sono come i napoletani… loro sono diversi…quello deve fare un favore ….io gli ho detto di portarsi il telefono…”. Alla risposta di La Manna, Stolder dice “uè ciao finalmente … ho detto speriamo che si è portato il telefono…”. La Manna “e te lo dissi che me lo portavo il telefono… dimmi”. Stolder “ho la persona…questo qua …il rappresentante no….mo te lo passo... per fare un appuntamento…”. Al telefono subentra l’uomo chiamato Silvio al quale La Manna dice “senta io mi trovo a Palermo…dovevo partire …ma comunque sono rimasto…lei domani mattina può essere qui”. L’uomo risponde “mio cugino parte stasera con la nave…e, domani mattina, sta a Palermo…”. Concordano un appuntamento per le nove del mattino dopo. L’uomo dice il cugino arriverà al porto verso le 6.00/7.00, ma il La Manna precisa che non potrà essere a Palermo prima delle 9.00 e concorda di incontrare il cugino dell’interlocutore presso il bar di fronte all’uscita del porto. La Manna chiede di riparlare con Lello (Stolder) al quale riferisce “allora noi, domani mattina, ci vediamo e poi domani sera ci vediamo noi altri a Napoli….”. Stolder concorda e poi dice “vedi …vedi alla meglio… e chiudiamo”. La Manna ci tiene a specificare “c’è tutto l’interessamento lo sai…solo che…” e Stolder lo blocca “lo so assolutamente…”. La Manna ripete “domani sera io verso le dieci sono a Napoli…e ci vediamo”; - telefonata n. 144 ore 13:46 del 26.08.2008 (utenza366 ...) quando il La Manna contatta lo Stolder per dirgli “sono stato con i ragazzi ora li sto aspettando per pranzare…però ancora…..ma tu ce l’hai il suo numero?” e, poiché Stolder non comprende, ripete “già ci siamo visti….siamo stati insieme ora si stavano lavando e devono venire al ristorante, sto aspettando ma ancora non arrivano”. Stolder risponde “io ho un numero….però non so se è quello là…ora te lo do”. La Manna dice “prova a chiamarlo tu…senti io intanto stasera…alle nove e mezzo parto da Palermo ed alle dieci e mezzo sono a Napoli….ci vediamo un attimo che poi devo partire”. Stolder “si ..mi chiami quando arrivi … però no?” e La Manna “certamente…..appena arrivo ti chiamo….e mi fai venire a prendere caso mai in albergo”. Stolder quindi ritorna al motivo della telefonata del La Manna “ok…..adesso provo un attimo a chiamare sto amico” e La Manna “bravo…prova a chiamarlo e ci dici …vedi che ti stanno aspettando al ristorante….per sapere”; - telefonata n.149 ore 13:50 (pochi minuti dopo la precedente e sulla stessa utenza) quando Stolder comunica a La Manna “l’ho chiamato ma è staccato il numero” e quindi chiede “ma c’era anche Silvio con loro?… si un ragazzo di nome Silvio” e La Manna risponde “no c’era un ragazzo robusto…non lo so chi è … ed una ragazza”. Stolder chiede “ma ha già tardato parecchio?” e La Manna “no…all’una e mezza ci dobbiamo vedere, no, non è tanto….io sto con le persone che devono andare via hai capito?”. Stolder si arrabbia “ma chi cazzo lo capisce a questo” e La Manna lo tranquillizza “vabbè…non ti preoccupare…ci vediamo stasera…noi”; - telefonata n. 156 ore 14:23 (sempre stessa data e stessa utenza) quando Stolder parla di nuovo con La Manna che gli dice “li sto chiamando…ma hanno il telefono staccato però….li sto aspettando al ristorante…..ma tu non hai il numero di telefono di quello che è con loro?….Gennaro mi pare …si chiama….” ed aggiunge “la ragazza come si chiama…quella lì la moglie di Marco”. Stolder risponde di non averlo. La Manna intanto racconta “va bene …allora niente….sto a tavola con l’amico nostro che era anche amico della buon’anima….”. Stolder “si …ma ti ha dato…e me lo saluti caramente…”. La Manna “te l’ho già salutato…..ha anche le fotografie …ora me le da…”. Stolder si mostra preoccupato “mi dispiace molto…mi dispiace di questo fatto…non vorrei…..”. La Manna lo interrompe “ha le fotografie di Marco….ora me le faccio dare…”. Stolder riprende il suo discorso “ho detto così…..ma non è che è capitato qualcosa a questo?”. La Manna “no …penso di no….perché andavano in albergo….no perché forse … ora ho visto che ci sono delle chiamate…io provo a chiamarlo ma il telefono ce l’ha staccato”. Stolder chiede “perché non provi a chiamare in albergo…fammi sta cortesia”. La Manna ribatte “io non so qual è l’albergo…ora mi tocca…. tornare di nuovo la perché io non so qual è l’albergo … va bene dai….io stasera sono al Ramada”. Gli investigatori accertano che a Napoli, ove La Manna dovrà incontrarsi con Stolder, presso l’abitazione di quest’ultimo esiste l’Hotel Ramada ed organizzeranno un servizio di osservazione in data 27.8.08 nel corso del quale individueranno La Manna Domenico uscire dall’Hotel per recarsi, a piedi, presso l’abitazione di Stolder Raffaele. Intanto Stolder sempre in data 26.8.08, allarmato dalla mancata presenza di Marco, della moglie e di Gennaro all’appuntamento con La Manna e con i siciliani al ristorante, contatta alle ore 14.25, ovvero subito dopo la telefonata con La Manna, con la utenza di solito utilizzata per parlare con quest’ultimo, Silvio (telefonata n. 157) e si presenta sempre come “lo Zio” chiedendo “che ti volevo dire ma mica ci sei tu giù dal nostro amico?”. Alla risposta negativa, Stolder continua “eh! ma, quello che sta giù, no,….ha tentato già di chiamarti quattro, cinque, volte …sono stati giù tutta la mattinata….adesso avevano un appuntamento giù in un ristorante e questo sta con delle persone a tavola… adesso sono le una e mezzo e questo ancora non va”. Silvio ribatte “ma quello sta proprio lui là” e Stolder “Gennaro si chiama”. Silvio insiste “e pure…Marco sta lì”. Stolder ripete “ed allora com’è …non sta andando al ristorante…quello lo stanno aspettando”. Silvio promette “e mo chiamo un attimo…mo vedo se lo rintraccio sopra al telefono”. Stolder insiste “chiamalo e fammi sapere…vedi tutti i numeri che hai…perché quelli stanno lì…quelli ci tengono per queste cose….capito”. Silvio “non vi preoccupate …adesso chiamo subito”. Dopo due minuti, alle ore 14:27, Silvio chiama lo Stolder sulla stessa utenza da cui è stato contattato (telefonata n. 158) e gli dice i motivi del ritardo “ho chiamato … hanno avuto un fermo lì….mentre stavano andando lì…li stavano quasi per far andare e li stavano raggiungendo al ristorante…se lo potete rintracciare in modo che lo avvisate pure…stavano andando lì ed hanno avuto…..avete capito?”. Immediatamente Stolder contatta il La Manna (telefonata n. 159 ore 14.29, stessa utenza) che gli dice “a posto mi hanno chiamato…..stanno arrivando”. Stolder comunica “hanno avuto un piccolo problema”. La Manna cambia discorso e chiede se Stolder sia al mare. Lello risponde di essere a casa. La Manna chiede ancora “ma con l’amico nostro …quello di San Marino ti sei visto?”. Stolder risponde “il 28, ho l’appuntamento” e poi aggiunge, ritornando al discorso principale, “va bene…poi, mi aggiorni”. Alle ore 23.39 sempre del 26.8.08 si intercetta sempre sulla utenza 366 ... la telefonata n. 182 quando La Manna contatta lo Stolder per dirgli “sono appena arrivato….niente ho deciso che mi fermo qui a dormire….quindi caso mai ci vediamo domani con calma”. Concordano di sentirsi l’indomani sul presto. La Manna chiede “senti Marco che fa …rientra con la nave…ne sai niente …lo hai sentito?”. Stolder “non lo so non mi ha chiamato”. La Manna continua “no perché mi pare che erano indecisi se salire in macchina o con la nave….è capace che sono partiti con la macchina e alle 6 sono qua…”. Stolder chiede “tutto bene?”. La Manna risponde “si…l’unica seccatura è che sono arrivato qua ho chiesto ad un posto di blocco di accompagnarmi mi hanno accompagnato e poi quando sono arrivato in albergo mi hanno fermato…. documenti…controlli …guarda ti dico”. Stolder commenta “ma che stupido”. La Manna ripete che comunque è tutto a posto. La mattina del 27.8.08, alle ore 08:52, Stolder chiama con la solita utenza il La Manna (telefonata n. 183) il quale dice che ha un appuntamento per le ore 10.00 e, quindi, si preparerà e lo raggiungerà; poi si accorderanno al telefono per stabilire ove incontrarsi. Alle ore 08:57 con la diversa utenza in uso in quel periodo, la 331..., Stolder contatta Santaniello Salvatore (telefonata n. 618) e gli chiede se oggi hanno un appuntamento alle 10:00, in quanto così gli ha detto quell'amico che sta dormendo qui. Salvatore risponde che l'appuntamento è per domani ed aggiunge che il Pescatore ieri non si è presentato ed anche a telefono non ha mai risposto. Salvatore spiega che il telefono di questi è quasi sempre spento. Alle ore 09:54 Stolder chiama con la stessa utenza (telefonata n. 622) tale Pasquale al quale chiede di rintracciare suo nipote per farlo andare a casa sua in quanto c'è il rappresentante dei mobili che tra poco andrà via. Alle ore 10:16 sulla diversa utenza -366 ... si intercetta la telefonata n. 185 nel corso della quale La Manna contatta Stolder e gli dice “ciao caro io sono qua sotto….guarda…ti ho portato il giornale…”. Alle ore 10:57 si intercetta sulla utenza 331... la telefonata n.625 Stolder chiama Santaniello Salvatore al quale chiede di accompagnare “il rappresentante”. Gli investigatori, come già accennato, nella medesima data del 27.8.08 alle ore 10:00 si recano in via Galileo Ferraris, presso l’Hotel RAMADA, al fine di accertare se vi avesse pernottato un soggetto di origini siciliane a nome Domenico. Dalla consultazione dell’elenco dei nominativi delle persone alloggiate, si individua La Manna Domenico, nato a Palermo il 09.12.1961, residente anagraficamente in Milano, Piazza Insubria nr.24, già tratto in arresto il 14.07.1993 sulla base delle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia che lo descriveva come stretto collaboratore della famiglia Fidanzati a Milano; di nuovo arrestato in data 11.2.04 nell’ambito di una indagine per spaccio di notevoli quantitativi di stupefacenti provenienti dalla Colombia e dalla Turchia che vedeva agire in concorso La Manna e i fratelli Fidanzati. Si organizza quindi un servizio di osservazione e La Manna, descritto come soggetto di corporatura robusta, alto 1.80 circa, calvo, viene visto alle ore 10.15 giungere a piedi, da via Pietro Colletta, con un giornale in mano per recarsi in Vico Palazzo Due Porte al civico nr.16, ove è l’abitazione di Stolder Raffaele; vi si trattiene per circa mezz’ora, e poi viene accompagnato nei pressi dell’Hotel Ramada. Verso le ore 12:00 circa, il La Manna esce dall’albergo per recarsi al vicino garage dove, dopo pochi minuti, si allontana a bordo di un’autovettura Alfa Romeo 147, di colore nero, targata DG-271-PG a bordo della quale è stato controllato al momento dell’arrivo a Napoli alle ore 23:14 in via Lucci (come peraltro il medesimo La Manna commenta nella telefonata n. con lo Stolder). L’auto viene seguita sino allo svincolo autostradale di Caianiello, dopo che ha imboccato il raccordo autostradale di via G. Ferraris e si è diretta, a velocità sostenuta, in direzione Nord, sulla A/1 Napoli Roma. Nella medesima giornata del 27.8.08 alle ore 19:37 Stolder Raffaele contatta con la utenza 331... il soggetto chiamato Silvio (telefonata n. 646) al quale si presenta sempre come lo zio venendo immediatamente riconosciuto. Stolder chiede “volevo sapere solo se era tutto ..se quelli erano tornati…”. L’uomo risponde “si tutto a posto….quello è tornato stamattina…poi ha sceso anche una cosa per voi”. Stolder commenta “si lo so…. ma a me il pensiero solo per sapere com’era andato…”. L’uomo risponde che sono partiti la sera sul tardi con la macchina per cui “si è andato a riposare”. Stolder racconta “quello stamattina è stato qua con me… è stato….quella persona di giù….è passata da qua e poi se ne è andato…..e quello aveva la macchina all’aeroporto”. Silvio “eh si me lo diceste…ci vediamo più tardi zio?”. Stolder risponde “vabbè….si a me, mi fa piacere,…. a me interessa che è tutto a posto e che il viaggio è andato bene”. Il giorno dopo (28.8.08) alle ore 19:00 si intercetta sulla utenza 366 ... la telefonata n. 189 quando La Manna chiama Stolder al quale rivela “sono stanco…minchia…sono a Bari…sono salito sono sceso…ora sono qui per lavoro…ti volevo dire …dunque….lo hai visto l’amico nostro …quello….”. Stolder risponde “si….si sono scambiati tutti i dati…ora vedono il da farsi”. La Manna riferisce “gli dici invece che io sto provando a chiamarlo ma non mi risponde quello lì, che è venuto a Palermo…gli dici che è tutto a posto…possono andare direttamente giù dove sono stati l’ultima volta …gli portano pure che hanno assegni … cose che non ha pagato…può essere?”. Stolder risponde di si e La Manna continua “se li portano giù … dice che hanno sistemato tutto e si vanno a…non lo so….si metteranno d’accordo…non lo so di preciso…me lo hanno detto al telefono …hai capito? mi hanno detto ... digli che possono venire giù….già sono stati….”. Stolder gli dice “perché non ti pigliavi quello che ti serviva e ti….inc”, ma La Manna ribatte “io non lo so…come gli fa il pagamento…se gli da la casa ... hai capito?….comunque, a Palermo, sono a disposizione per sistemargli questa cosa … dopo di che … allora un’altra cosa io l’altro giorno te l’ho detto che c’era una ragazza che mi ha aspettato, no, poi è venuta in albergo a cercarmi…..me lo ha detto uno che questa qua mi cercava di mattina presto…..ora, poiché questa mi rompe le scatole …devo stare…”. Stolder osserva “è naturale….ma io non ho capito…perché andare in questi posti?…la cosa migliore è non andarci …è meglio evitare”. E’ facile rilevare, sul piano logico, che La Manna riferisce a Stolder, con una metafora, di aver compreso di essere sotto controllo e di dover prestare attenzione alla polizia che egli chiama “ragazza”. Invero basta tener conto del contenuto delle pregresse conversazioni (ove mai si è parlato di una ragazza, ma si è parlato di un controllo di polizia nella telefonata n. 182 del 26.8.08), nonché degli accertamenti svolti dalla polizia presso l’albergo Ramada per esaminare il registro dei clienti, al quale il soggetto fa riferimento in maniera evidente quando dice che è andata di mattina presto a cercarlo in albergo. Ma ancora più chiaro diviene poi il discorso sulla necessità di essere cauti. Nel corso della telefonata La Manna dice in ambientale ad un soggetto accanto a lui “lo sai con chi sto parlando? … aspetta..che ti passo un amico tuo … dici ciao e basta…” e al telefono rivolto allo Stolder “senti questo è quell’amico comune che mi ha detto che ti viene a salutare….questa mi viene dietro…” Stolder ribadisce “e perciò dobbiamo evitare….questo amico quando me lo porti…io non ho capito chi è….”. La Manna risponde “quello di cui io ti avevo parlato ..il paesano tuo che conosci da tanti anni….non te lo ricordi…”. Stolder “si… vabbè ci vediamo da vicino allora”. La Manna “senti…io però ti dico una cosa…purtroppo io non scendo per ora perché ho da fare qua … difatti tu quando ti ci vedi con lui purtroppo gli dici che io alla festa non ci posso andare… faglielo sapere tu…ci dici…poi lo chiamo… sai questa seccatura che mi sta addosso…”. Stolder concorda e La Manna continua “e tu caso mai..invece ..a lui…quando lo vedi….ah siccome a me mi si è rotto il telefono…a me….a limite mi mandi il telefono tu……hai capito?”. Stolder chiede “si….al numero quello lì ti posso sempre chiamare…ce l’hai sempre?”. La Manna risponde “a questo chiamami a questo…..chiami a questo numero … no quello no…. Quello non lo toccare…..questo qua chiamai sempre… e poi quando lo cambiamo mi dai all’altro…hai capito?” ed aggiunge “poi se hai urgenza io scendo subito non c’è problema….solo che per ora è meglio che sto un poco qua…hai capito?…. mi sono spiegato?….però non c’è niente lo sai è solo amicizia…solo che….sta ragazza è una rottura di coglioni”. Stolder “si ma io già lo sapevo che ti rompeva i ciglioni….la cosa migliore è che la prossima volta evita proprio”. La Manna ripete “si, si, evito proprio…è venuta di mattina presto” e Stolder lo interrompe “si, fanno sempre così”, mentre La Manna continua “poi sono uscito…me ne sono andato… e lì c’era un ragazzo che mi ha detto vedi che è venuta questa…ti cercava… hai capito… voleva sapere e a destra e a sinistra….non vorrei che magari mi è venuta dietro e mi ha visto….ma non credo…” e subito dopo si affretta a chiarire “ma pure…. Noi ci conosciamo da una vita…”. Stolder commenta “ma a chi vogliono rompere le palle…. Ma è meglio proprio evitare”. La Manna riprende il principale discorso “va bene …..allora gli dici che vanno giù e che è tutto sistemato” e poi “a Franco lo chiamo io e glielo dico che non posso venire per la festa e che non mi posso muovere…hai capito? …non voglio offendere ..perché è una cosa importante…poi spiegaglielo tu…lo chiamo io…..e poi fammi sapere lui martedì è su che poi mi incontro con lui martedì”. Stolder manda un saluto all’amico che sta in quel momento con La Manna. Subito dopo aver parlato con La Manna ed avendo questa volta di nuovo l’accortezza di cambiare utenza (usa la 331...), Stolder contatta alle ore 19.10 (sempre del 28.8.08 telefonata n. 656) Silvio al quale si presenta come lo Zio lamentando “ma stavo aspettando…ma come mai non è venuto nessuno…”. Silvio risponde “non è venuto perché … perché poi ve lo spiego da vicino …zio…”. Stolder continua “si….però c’è stata la chiamata dal commercialista, no, ed ha detto che l’accordo è tutto a posto, no, l’accordo che avevano fatto si può andare giù e chiudono tutto il contratto come avevano chiesto loro… così va il contratto mi hanno chiamato e mi hanno detto voi oltre tutto l’altro fabbricante mi hanno detto di mandargli subito il numero perché gli sta bene anche a lui…quello che mi ha chiamato mi ha detto che non sono riusciti a rintracciarli…”. Silvio risponde “va bene Zio allora io vengo più tardi da vicino”. Stolder ripete “si perché dicono che potete andare anche subito … come avevano chiesto tutto bene”. Silvio ripete che ne parleranno da vicino. Alle ore 19:07 sempre nella stessa giornata (28.8.08) si intercetta sulla utenza 366 ... la telefonata n. 190 quando La Manna contatta lo Stolder e gli dice “sono sempre io…fammi una cortesia….digli al tuo parente …allo sbarbato…quello giovane…di mandarci il numero di telefono a quello di Catania ..che sta aspettando a loro”. Stolder chiede “ah….a quello la che tu gli ha presentato l’altro giorno?”. La Manna conferma “Bravo …bravo”. Stolder “sempre a questo qua grassottello” e La Manna di nuovo conferma “si al grassottello…all’amico nostro”. Stolder ripete “si a questo qua che io adesso gli devo parlare”. La Manna continua “bravo ... bravo… e digli che quando vogliono possono andare giù…gli portano quello che devono portare, con le cose sistemate e chiariscono … non lo so i pagamenti come li faranno. Hai capito?. Può darsi che glieli danno tutti subito, perché mi hanno chiamato da Palermo poco fa e mi hanno detto digli che è tutto a posto… qua possono venire e stiamo a disposizione”. Il giorno dopo (29.8.08) alle ore 12.19 di nuovo sulla stessa utenza 366 ... giunge allo Stolder una telefonata (n. 193) da La Manna Domenico il quale dice “sono arrivato alle quattro di notte ieri…. è il lavoro…che vuoi….ho fatto Taranto, Bari a vedere alcune fabbriche …ma al ragazzino lo hai visto?”. Stolder risponde di no e La Manna si meraviglia “da quando è arrivato non lo hai visto ancora?”. Stolder ripete “no…perché ho parlato con un suo amico…con il rappresentante….però fino a mo…. avrà avuto qualche contrattempo per quello che sta facendo”. La Manna “e digli …li ha portati…”. Stolder risponde “no me li ha mandati…i cosi erano buonissimi…erano”. La Manna ribatte “e no…che c’entra, no, perché l’amico nostro…che gli ho presentato sta aspettando che lo chiama…loro….eh…”. Stolder risponde “glielo l’ho mandata l’imbasciata e probabilmente verrà dopo…appena io gli dico deve chiamare la Calabria”. La Manna osserva “bravo, così magari mi chiami….no perché ho provato a chiamarlo sul suo numero ma non risponde….almeno se è quello”. Stolder dice “me la vedo io e ti chiamo io”. Dopo alcuni convenevoli, La Manna nel salutare aggiunge “ah piuttosto caso mai se ci ..inc..a quello della festa …ah… tu lo vedi prima della festa?”. Stolder risponde “lo chiamo…lo chiamo dopo” e La Manna “vabbè se no lo chiamo io…più tardi lo chiamo io…però se hai occasione di vederlo…glielo spieghi bene …bene la situazione”. Stolder precisa “no a vederlo no…perché quello è impegnatissimo, adesso…. chiamalo tu … però lo chiamo anch’io”. Quindi Stolder si informa “ma tu vieni dopodomani?”. La Manna risponde “no…no…. non mi voglio muovere perché….. è meglio che mi sto qua hai capito?… c’è sta storia di questa femmina qua che mi perseguita”. Stolder ribatte “comunque se vieni il problema non esiste in quanto non vai da lei…hai capito?….com’è….”. La Manna osserva “si lo so….sai cos’è … è che questa qua mi viene dietro…e quindi…. se io vengo, io vado sempre lì…appositamente…perché io…lei non mi deve rompere le scatole”. Stolder concorda “e certo tu lavori che te ne frega”. La Manna continua “e difatti…solo che è meglio stare un po’ più tranquillo” e quindi aggiunge “nulla di strano…nulla di strano che io più tardi devo partire per Milano….per questa storia qua…perché glielo devo dire a suo padre…. che questa qua mi sta rompendo le scatole…. si è proprio chiaro l’ho vista qua in giro …un po’ dovunque….mi sa che ci sta…questa…”. Stolder conclude “vabbè poi si chiarisce la cosa…. ti chiamo … ti chiamo e ti faccio sapere”. E’ evidente che con il termine “femmina” ci si riferisce alla “polizia” e ciò è reso ancora più evidente dalla telefonata n. 287 sulla utenza 366 ... alle ore 10:00 del 03.09.2008 quando La Manna contatta Stolder e si sfoga “….in tre giorni mi hanno fermato sei o sette volte non ne posso più….guarda…”. Stolder commenta “e, vabbè, ma quello è quando incominciano a prendere la fissazione”. La Manna “e lo so … ma la macchina … che cazzo ne so…poco fa mi hanno controllato di nuovo….mi hanno rotto i ciglioni guarda…senti…ti volevo dire lo sbarbato lo hai sentito?…. il ragazzo lì…quello…”. Stolder risponde “sto ancora aspettando in verità….”. La Manna non è contento “si però….avevano un impegno con quello lì che gli avevo presentato … stanno aspettando il numero di telefono che avevano urgenza… quello che chiama a me….minchia…io che al telefono….. poi la gente pensa male” ed aggiunge “chiamalo.. glielo dici….giù ci devono andare ci vanno….non lo so ci facciano sapere….”. Stolder ribatte “si lo so ma io sono tre quattro giorni che sto facendo…questo avanti ed indietro…. appositamente … in quanto ho avuto..un po’ di disguidi qua… in quanto adesso sto aggiustando…”. La Manna comprende “ah ..ah…adesso tutto a posto?”. Stolder “quasi…. però a questo qua gliel’ho detto duemila volte…gliel’ho detto prima di te …mi ha detto:.zio… adesso vengo… mo che viene, glielo dico: ma che cosa avete fatto?….non ci capisco niente”. La Manna insiste “hanno preso un impegno con questo ragazzo….capito …non so.. si devono vedere per una casa …per fittare una casa … manco lo chiamano … quello deve partire ….poi quello ha i suoi problemi….hai capito….. se loro prendono l’impegno è bene altrimenti niente….capito”. Stolder chiede “ma loro hanno il numero di questo qua?” e La Manna “hanno il numero e gli devo mandare il loro numero per sentirsi hai capito?….ma questo da due settimane…”. Stolder conclude “adesso glielo dico …adesso lo richiamo….glielo dico che deve venire urgentemente in quanto qua mi hanno chiamato…”. La Manna ripete “io ho provato a chiamare al suo numero ma niente …ma adesso non chiamo più…ho provato qualche volta…”. Stolder lo interrompe “no, no, quel numero lì lo ha tolto…. Io ce l’ho un altro numero”. La Manna allora “non mi dare niente….parlaci tu…glielo dici…. Che dovete fare vi dovete vedere ..non vi dovete vedere….hai capito?….poi se gli dici se a Palermo scendono non scendono perché lì è tutto fatto”. Stolder risponde “si gliel’ho detto….gliel’ho detto al ragazzo in quanto quello più grande sono parecchi giorni che non riesco a vederlo…per delle cose loro…. Non so che cavolo c’è….perciò io prima di chiamare te ho chiamato lui….perché ho pensato qualcosa del genere …ho pensato ma che cazzo sta succedendo….”. Stolder dice “perché caso mai…sai io che cosa volevo fare? …lo volevo prendere proprio per farti parlare…per dirgli parla”, ma La Manna ribatte “no..no…parlaci tu..e lo stesso….capisco che hanno problemi ma lo devono chiamare a quello…..senti gli devono dire…noi abbiamo problemi la casa …la casa delle vacanze che so …hai capito?”; Stolder domanda “la casa la doveva prendere quello qua o loro là?”. La Manna “non so…mi pare la casa…poi ti spiega lui hai capito?”. Stolder passa ad altro argomento “senti poi noi qua stiamo vedendo il fatto con l’amico nostro per vedere di chiudere qualcosa…”. La Manna comunica “si io oggi mi ci vedo…più tardi mi ci vedo…”. Stolder dice “eh stiamo aspettando per vedere di chiudere qualcosa…stasera ha un appuntamento per un mio amico …per delle macchine… per delle cose così….hai capito?”. La Manna afferma “va bene io sono mercoledì a Roma”. Stolder ritorna al precedente argomento “io sono mortificato per questa storia….ma detto tra noi ..come si permettono…”. La Manna li giustifica “sono giovani…”, ma Stolder ribatte “se uno prende un impegno prende un impegno….uno gli sta facendo una cortesia…”. La Manna dice di spiegarlo a loro concludendo “se può essere bene …se no niente…. in quanto quello lì chiama me…. e poi ed io non so cosa dirgli….gli dico non l’ho sentito sto provando a cercarlo…”. Stolder dice “va bene scusa Mimmo…. a te non manca modo di dirgli qualcosa….. a questo qua….so che hanno avuto dei problemi…”. La Manna concorda “si, si… poverino…. Vedi tu se sono disponibili altrimenti niente…”. Nella stessa giornata (3.9.08) Stolder con la sua utenza (sempre la 366 ...) alle ore 14:02 (telefonata n. 289) contatta Silvio presentandosi come “lo zio” per chiedergli cosa abbia fatto. L’uomo risponde “prima siamo passati da lì….c’erano i nipoti vostri e ci hanno detto che non ci stavate….eravate uscito…”. Stolder afferma “no …sto aspettando….sto aspettando in quanto mi ha chiamato l’amico nostro…no…sta uscendo quella cosa…hai capito com’è”. L’uomo risponde “ora vado da lui…da quel compagno nostro …bassino lì….da quel parente nostro…. che sta lì sopra ..lì…”. Stolder afferma “e vabbè … caso mai anche se devo venire io a qualche parte non c’è problema … mi vieni a prendere e ce ne andiamo…” ed insiste “è una cosa importante…capito … si fa una brutta figura hai capito com’è…questo è il problema”. L’uomo comprende “mo vado subito da lui e glielo vado a dire va bene?”. Stolder continua “io ho dovuto chiamare addirittura da un numero privato…capito?”. L’uomo risponde “ho capito…ma noi prima siamo passati, i nipoti vostri hanno detto che non ci stavate….ve l’ho detto….ora passo un attimo da lui allora….ho capito…allora ora passo un attimo da lui zio…va bene?”. Stolder “aspetto” e l’uomo “va bene…poi vengo da vicino …vengo”. Stolder ripete “va bene ok …aspetto …anche se devo venire a qualche parte vengo io… dico se è il caso…mi vieni a prendere e ce ne andiamo….vengo a qualsiasi posto”. In serata alle ore 21:41 si intercetta sempre sulla utenza sopra indicata la telefonata n. 299 quando La Manna contatta Stolder il quale gli riferisce “è venuto sbarbato…no”. La Manna “si ho visto….poco fa mi hai chiamato tu?”. Stolder conferma. La Manna osserva “si lo so ma lì non conviene nessuna parte” e Stolder continua “te l’ho lasciato anche sulla segreteria…ti avevo lasciato…”. La Manna commenta “si te l’ho detto che ti chiamavo io….perché su quello te l’ho detto…” Stolder allora “ti volevo dire … io o ti do il numero … mi ha dato il suo numero nuovo no…. e che lui vuol sapere come regolarsi”. La Manna chiede “a Palermo?” e Stolder “sia lì… che là, le due cose che mi hai detto…”. La Manna “non ne hanno parlato loro…. si sono visti di persona….vabbè dammi il numero che lo chiamo”, ma poi concordano che è meglio se Stolder fa contattare il La Manna sulla utenza dalla quale ora sta parlando. Così alle ore 21:43 si intercetta, sempre sulla medesima utenza dello Stolder, la telefonata n. 300 diretta all’uomo individuato nel Silvio delle precedenti conversazioni al quale Stolder dice “mi fai la cortesia lo chiami al numero che hai?” ed aggiunge “il numero dell’amico nostro di giù”. Silvio risponde “va bene …il numero che ha …”. Stolder ripete “il numero che hai tu…finale…inc…. poi, mi fai sapere”. Alle ore 22:33 Stolder richiama Silvio (telefonata n. 301 del 3.9.08) per sapere se siano riusciti a mettersi in contatto. Silvio risponde “se non mi sbaglio si è sentito….” e precisa “io mi sono dovuto spostare un momento a Ponticelli…però si è sentito con l’amico nostro…..se non mi sbaglio…si vedono per domani….domani sera…”. Stolder osserva “quella è una cosa importante … è una cosa di linearità, di serietà…solo questo poi il resto”. Silvio ripete “no…no…quando voi avete staccato…lui subito ha chiamato e lui subito ha risposto là”. Stolder precisa “quello sta attaccato appositamente per farsi sentire no”. Silvio racconta “e quello subito si sono messi a parlare …hanno parlato una decina di minuti….insieme….poi si sono dovuti spostare un attimo dallo zio a Ponticelli….”. In sintesi sino al 3.9.08 gli investigatori attraverso le intercettazioni hanno potuto verificare che: - vi è stato, con la intermediazione di Stolder e di La Manna, un incontro a Palermo tra Marco (persona per conto della quale Silvio fa da interlocutore con Stolder), Gennaro e una ragazza (che La Manna indica come la moglie di Marco); - all’esito di tale incontro, Marco ha preso contatti con una persona siciliana e la trattativa si è conclusa felicemente motivo per il quale occorre concordare le modalità di pagamento e di consegna, ma i napoletani non si sono fatti sentire e ciò allarma La Manna che ha fatto da tramite con i siciliani e che si rivolge per spiegazioni a Stolder che ha fatto da intermediario per i napoletani; - dopo diverse telefonate di sollecito finalmente Silvio comunica a Stolder che il contatto è stato ripreso. Si sottolinea che l’interlocutore di Stolder viene chiamato per nome una sola volta nel corso della telefonata n. 350 del 20.8.08 intercettata sulla utenza 331... e poi viene individuato dalla voce e dal contenuto delle conversazioni lette in sequenza. E’ in questo contesto che assume valore la perquisizione effettuata presso l’abitazione di Esposito Simona (vedova di Vitale Vincenzo) mentre è in compagnia di Boccia Marco in data 06.09.2008, svolta a seguito di indagini della 6° Sezione della Squadra Mobile di Napoli ed all’esito della quale i predetti sono tratti in arresto perché trovati in possesso di una pistola calibro 7,65 con matricola punzonata completa di caricatore contenente 6 cartucce; 23 cartucce calibro 38 special; 2 cartucce calibro 7,65 parabellum; 6 involucri contenenti complessivamente grammi 578,71 di cocaina allo stato quasi puro; materiale per il taglio ed il confezionamento della sostanza stupefacente; la somma contante di euro 3250,00 (cfr. verbale allegato 12F alla segnalazione della DIA). Va sottolineato che alla perquisizione risulta presente altresì Girone Gennaro, il quale viene controllato in data 8.9.08 in compagnia del siciliano Castiglia Giuseppe. Durante la perquisizione sopra indicata viene altresì rivenuto un appunto con il seguente contenuto: “Marco caro ieri ha telefonato Mimmo ha detto i suoi amici - che si stanno interessando del tuo problema recupero su li ha rincontrati a Milano - loro scendono a (PA) dal 30 luglio sono disponibili lì per questo recupero per cui questo è il numero di Mimmo 366 ...– 366 ... – chiama e conferma l’appuntamento a (PA) con lui e i suoi amici”. Orbene la utenza 366 ... è proprio quella in uso al La Manna Domenico nelle telefonate con lo Stolder sopra indicate, il quale a sua volta usa la utenza dedicata a tale contatto ovvero la 366 ... (numero in sequenza con il numero della utenza del La Manna, a conferma della contiguità tra i due soggetti). Vi sono quindi elementi concreti per ritenere che il Silvio delle telefonate sia da identificare in Rigotti Silvio, a sua volta oggetto di indagini da parte della Squadra Mobile perché in contatto con Boccia Marco (figlio naturale di Raffaele Cutolo), e che sia proprio Boccia lo sbarbato che si è recato a Palermo con la donna e con Gennaro (Girone) e che il Manna ha presentato ai suoi amici siciliani. Quale sia l’oggetto degli affari trattati dal Boccia e dell’acquisto che il medesimo deve effettuare è rivelato dal sequestro della cocaina. Ciò rende chiari i motivi per i quali il La Manna è sempre molto cauto nel parlare al telefono e quando è costretto a dire qualcosa in più usa l’accortezza di fare riferimento all’acquisto di una casa, anche se poi, di fronte alle domande dello Stolder, ribadisce che è meglio che gli interessati ne parlino di persona. E’ altresì evidente che vi sono problemi di “recupero credito” non avendo rispettato l’impegno di pagamento e non essendo per questo motivo conclusa la transazione sulla quale i “siciliani” avevano comunque concluso un accordo che deve essere rispettato. Ma a confermare ulteriormente tali conclusioni sono le intercettazioni immediatamente successive all’arresto di Boccia Marco e di Esposito Simona tra Stolder Raffaele e La Manna Domenico. E valga il vero: - telefonata n.317 ore 19:57 del 07.09.2008 utenza 366 ... quando La Manna contatta Stolder e gli dice “ascolta …dunque..io….fratello, io i ragazzi ho provato a chiamarli, ma non li ho trovati…dice che sono andati giù …ma non hanno trovato quella persona….perché erano, un poco, seccati…. Io ho detto perché scusa….perché non hanno chiamato me….allora io, adesso, ci sto mandando un’altra persona….subito….in quanto noi quando prendiamo impegni noi li dobbiamo portare alla fine ….non è che facciamo queste figure…sicuramente ci sarà stato un disguido!! …ora, una persona sta scendendo, parte domani mattina e nel pomeriggio è giù da voi… tu ..al tuo parente, hai come rintracciarlo?”. Stolder riferisce “ora cerco di rintracciarlo….vedi che questo, però, …ha avuto un problema ...ha avuto….ha avuto, proprio un problema …sta…”. La Manna chiede “ma è rintracciabile o no?” e Stolder risponde “lui, adesso, no …l’altro amico suo, penso di si … provo a chiamarlo e poi ti faccio sapere…. perché a lui lo hanno spedito”. La Manna si mostra incredulo “ah …ho capito?” e Stolder è costretto a dire apertamente “è stato arrestato”. La Manna chiede “e per che cosa non si sa?”. Stolder risponde “no … ho visto sul giornale…che lo hanno arrestato…ma….”. La Manna si preoccupa “ma è una cosa grave?” e Stolder risponde di no. La Manna conclude “allora, fa una cosa, ti mando direttamente il numero a quell’amico mio….è un fratello come noi….ora facciamo una cosa….io te lo mando giù….aspetta che ti do il suo…”. Stolder lo blocca “aspetta un attimo…adesso voglio vedere una cosa…..voglio vedere prima se trovo a questo … hai capito com’è?”. La Manna si raccomanda “chiamami dopo mezzanotte, caso mai… perché io, sto uscendo ed il telefono lo lascio….va bene?” e poi chiede “ma a quel Gennaro pure lo hanno arrestato?…. a quel Gennaro, il suo compagno, pure lo arrestarono?”. Stolder risponde “no..no…solo a lui”. La Manna quindi propone “allora, vedi di rintracciare a quel Gennaro”, ma Stolder afferma “no, io a quello non lo rintraccio… io rintraccio solo quell’altro suo amico….ho solo il numero di quell’altro suo amico…”. La Manna osserva “va bene! Allora, tramite l’altro amico suo,….. rintracciamo Gennaro no?….”. Stolder risponde “penso di si…” e poi chiede “e, poi, che cosa gli dico?”. La Manna “gli dici che sta scendendo una persona, che si deve incontrare con voi….va bene?”. Stolder propone di far chiamare direttamente il La Manna, che chiede “su questo numero?…. fammi chiamare….”. Stolder lo blocca “aspetta un attimo, dammi il tempo che chiamo a questo….subito”; - telefonata n. 318 ore 20:01 (sempre del 7.9.08) sulla stessa utenza dello Stolder che chiama l’uomo identificato in Silvio sempre presentandosi come lo zio e dicendo “mi dispiace di quanto è capitato…vediamo un poco il da farsi….ti volevo dire no …. mi ha chiamato il nostro amico…no ….mi ha detto così….”. L’interlocutore lo blocca subito “ci vediamo da vicino”. Stolder sollecita “se vieni subito…perché dovremmo chiamarlo un momento a questo”. L’uomo chiede “un quarto d’ora …venti minuti” e precisa di non avere il numero di telefono ripetendo “ci vediamo noi da vicino va bene?”. Stolder acconsente “va bene …mo glielo dico”; - telefonata n. 812 ore 20:06 (sempre dello stesso giorno) intercettata sulla utenza pure monitorata dello Stolder, ovvero la 331..., che viene usata stavolta per chiamare La Manna al quale comunica “io l’ho trovato…lui è molto meticoloso … mi ha detto zio vengo da vicino e vengo tra 15 - 20 minuti…preferisco venire da vicino…”. La Manna intanto ha elaborato un piano “tu domani a pranzo….. io ti do un numero…te lo mando da questa persona a pranzo..e tipo…quello di Catania…. quell’amico nostro che tu conosci…e lo metti in contatto con lui…..no perché è per la storia di Palermo scusa…”. Stolder ribatte “ho capito…ma io preferivo aspettare che questo viene per vedere…come fare… perché voglio vedere lui che disponibilità hanno ….non lo so io…”. La Manna insiste “va bene si però poiché con lui questo ragazzo aveva anche un impegno hai capito…quindi tu organizza un appuntamento e mi dici dove mandarlo…quello quando viene ….più tardi a che ora?”. Poi accetta di aspettare venti minuti la telefonata della persona rintracciata dallo Stolder e quindi porta con sé il cellulare; - telefonata n.813 ore 22:00 (ancora del 7.9.08) intercettata sulla utenza 331 ... quando Stolder ricontatta Silvio per rimproverarlo essendo passati ben più dei venti minuti “che hai fatto”. L’interlocutore “uè zio mi ha chiamato un momento la parente…eh”. Stolder “no ..perché io avevo un attimo appuntamento con…..con quello là…con quello là di giù no …perché caso mai lo chiami…perché lui ha detto così….è nato …. è nato un equivoco praticamente e non si sono incontrati…”. L’uomo risponde di saperlo e Stolder continua “eh …e però….mi ha detto che però non ci stanno problemi in quanto avrebbe provveduto….provvedeva diversamente ..no.. capito?…. e mo come vogliamo fare?”. L’uomo risponde “o più tardi…o vengo domani mattina….sicuro…..perché sto facendo certi servizi alla parente”. Silvio dice di non avere il numero di telefono della persona in contatto con lo Stolder il quale insiste “e se passi io te …. perché lui adesso si è portato il telefono … ma questo è mo per farvi chiudere questa storia….capito com’è?”. Silvio ribatte “e mo vedo…se…. E mo chiamo un attimo a quell’altro là e vedo se….perche quello se non mi sbaglio ce l’ha là”. Stolder a scanso di equivoci dice “finisce con 154….”. Silvio “vabbè adesso chiamo quell’altra persona…”. Stolder ripete “perché lui se lo è portato con lui il telefono appositamente …perché ha detto così…che rimedia …che ci sta la persona che scende e risolve sto problema insomma…”. Silvio afferma “va bene adesso chiamiamo a quell’altro parente nostro”;- telefonata n. 322 ore 23:44 (sempre del 7.9.08) intercettata sulla utenza 366 ... che viene usata dallo Stolder per chiamare il La Manna e riferirgli del colloquio avuto con il ragazzo “l’ho chiamato e gli ho detto ….guarda che devi venire…e lui mi ha detto che non poteva venire in quanto stava vedendo il fatto per questa…la moglie … la famiglia di questa…sta facendo un servizio per la ragazza….e mi ha detto che avrebbe cercato il numero per chiamarti….perché non gliel’ho voluto dare per telefono hai capito com’è?”. La Manna concorda “ho capito..hai fatto bene….no ma questo qua gli devi dare…casomai ... casomai questo numero”. La Manna riferisce “comunque senti domani….ad ora di pranzo arriva sta persona…lì giù da te….che ti deve portare degli indirizzi dove loro si devono rivolgere” e poi aggiunge “al limite io lo do a te l’indirizzo…che dici?… è un amico poi lo conosci poi vedi….”. Stolder acconsente, ma non è molto convinto tanto vero che propone di dargli il numero del ragazzo “così tu lo chiami”. Quindi lo detta “366 … 38501”, ma si ferma osservando “ma no…questo è il tuo però” e quindi cerca la utenza giusta “366 ...”. La Manna chiede “come si chiama ?” e Stolder risponde “si chiama come il Cavaliere”. La Manna dice che si presenterà come “l’amico di Marco”. Stolder lo corregge “gli devi dire che l’ho chiamato per lo zio…..gli devi dire ..lo zio sta aspettando una telefonata….mi ha dato il numero direttamente…poi mi richiami?”. La Manna risponde che lo richiamerà ed aggiunge “no perché c’è questo qua che arriva…e quindi ci dobbiamo…”. Stolder afferma “e perciò sto facendo questo..altrimenti me la vedevo io…il mio problema è che questo qua non lo ritrovo…hai capito com’è….va a finire che non lo trovo, domani…allora è meglio avere la certezza di trovarlo adesso…”. La Manna conclude “va bene allora provo a chiamarlo adesso … semmai ti richiamo…al limite aspettiamo domani…al limite questo qui deve scendere deve portare degli indirizzi…al limite te li lascia a te o ci mandi a qualcuno hai capito?”. Stolder mostra rincrescimento per gli imprevisti e La Manna risponde “ma figurati fratello mi dispiace per lui…. Speriamo che fa, in fretta….” E chiede “ma coso che ha combinato lì… ma è seccante…la cosa che lo hanno preso è seccante?…”. Stolder risponde “eh! un poco si!…un poco….insomma…”; - telefonata n. 323 ore 23:57 del 7.09.2008 intercettata sulla utenza 366 ... sulla quale arriva allo Stolder la comunicazione del La Manna “apposto l’ho sentito..gli ho dato il numero di telefono di quell’altro la e si mettono in contatto loro…va bene?” e sempre La Manna aggiunge “poi noi con calma ci vediamo…va bene?”. Stolder chiede quale numero di telefono porterà, ma La Manna ribatte “io vengo direttamente..non c’è problema”. Stolder allora precisa “no, dico lui che scende, …ce l’ha il mio numero ….questo amico….?”. La Manna risponde “non ce l’ha il tuo numero…gli ho dato il numero di questo qua …è meglio, per ora, evitare…viene in via del tutto eccezionale” e Stolder “non c’è problema, te l’ho detto, era solo per chiudere questa storia….hai capito?”. La Manna commenta l’accaduto “ma, poi, non ho capito, sono andati giù e non hanno trovato a nessuno, ma a me mi pare strana sta cosa … boh … ma, poi, non mi hanno chiamato più…scusa…erano giù ..ma perché non mi hanno chiamato a me, scusa….io, il telefono ce l’ho sempre acceso…. mi raccomando, chiamami per qualsiasi cosa…poi mi hanno detto che li hanno beccati in autostrada, si è incontrato con un amico mio che era pure là e mi ha detto che non aveva trovato nessuno….allora è andato a Milano…l’ho fatto parlare con chi doveva parlare per riprendere l’appuntamento a Palermo…. Va bè però penso che in settimana scendono a Palermo….con calma”. Stolder dal canto suo commenta che lui stesso vorrebbe capire meglio e per questo avrebbe voluto parlare con il “soggetto che scende” e poi, dopo aver ascoltato il compagno, conclude “ma, a me, sembrano mille anni che si leva sta storia di mezzo…. vai per fare un favore…no”. La Manna aggiunge “lo dobbiamo portare a termine…poi specialmente ora….” e Stolder ribatte “questo è il nostro modo di fare …però hai capito o no…bisogna vedere pure …a volte..a volte è meglio lasciare perdere…..”. La Manna continua “ormai ci siamo presi un impegno…e quindi…siccome si sono smosse delle persone è giusto che ora ci vadano…e concludano.. sta transazione….hai capito?”. Stolder osserva “in particolare che è capitato sto problema a questo..no…” e La Manna “e questo mi dispiace ….quindi a maggiore ragione dobbiamo concludere questa cosa….”. Concordano di risentirsi appena avranno “risolto” la situazione e La Manna sul punto commenta “che poi dobbiamo vedere che caso mai cambiamo il telefono…” trovando Stolder assolutamente d’accordo “eh ..ma questo senz’altro per forza”. Poi sempre Stolder si raccomanda “però fammi sapere….fammi sapere se è il caso…dai il numero a questo amico…perché se scende lo ospito io non c’è problema…”. La Manna specifica che il soggetto “è di passaggio” e comunque gli farà sapere; - telefonata n. 31 ore 11:29 del 12.09.2008 intercettata sulla utenza 338 .... in uso a Castiglia Giuseppe (una delle due monitorate con decreto 3879/08) che, contattato dal La Manna, lo rimprovera per non essere riuscito a mettersi in contatto prima “ma sempre che dormi…”. La Manna ribatte “e no ... non ho campo”. L’uomo continua “ho chiamato anche in ufficio…ma dov’è il direttore….ma sempre che dorme….” e La Manna precisa “sono rientrato da Milano ieri….”. L’uomo chiede “l’hai ricevuto il messaggio?” e quindi spiega di essere andato a trovare un amico, di aver raggiunto un accordo “e ci siamo scesi un poco di ceramica di Caltagirone” aggiungendo “io sono quasi arrivato…. Vedo la situazione e poi riparto… stavolta, se faccio in tempo, passo da te così prendiamo un caffè…..anche perché ti devo parlare”. La Manna precisa “se hai qualche problema vai da mio zio”; - telefonata n. 67 ore 20:48 sempre del 12.09.2008 quando il La Manna contatta Pippo (Castiglia) e commenta con lui l’incontro con i napoletani. La Manna chiede “me l’hai salutato il picciotto?…. mi conosce quello?….. quello bassino è …”. Pippo risponde in maniera affermativa e spiega “no poi quello mi ha portato da Massimo…..capito?…e Massimo…..”. La Manna lo interrompe bruscamente alzando la voce mentre Pippo sta per dire da chi lo aveva accompagnato Massimo e chiude il punto “…va bene….va bene … a Massimo, me lo hai salutato?”. Pippo risponde “certo che te l’ho salutato…io ci dissi io sono un fratello….ci dissi…. Gli dissi di Mimmo …di Franco…”. La Manna riferisce di essere molto amico del padre di Massimo e Pippo “ah va bene allora domani gli dico di salutartelo”. Pippo continua a raccontare “io a mezzogiorno mi vedo con loro…. E poi cerco di venire da te….oh minchia mi è costato 2000 euro… per girare….”. La Manna “e fatti dare i piccioli non ho capito … scusa”. Pippo risponde “poi me li faccio dare dai napoletani non ti preoccupare”; telefonata n. 79 ore 12:10 del 13.09.2008 sempre sulla utenza di Pippo che riceve una telefonata da tale Gennaro e gli chiede “Gennaro….allora? …Gaspare, è qui vicino a me…puoi parlare tranquillamente….allora lui dice ... lui dice che riguardo le scarpe … voi non gli avete mandato niente…né scarpe né niente…aspetta, un attimo, che mi avvicino qua…eh! …che lui non sa niente…che te li deve dare il Biondo dice … poi, dice: ma, Enzo chi? e dice … il Porcello … quello di Scampia ….io non lo so se lo chiamano il Porcello…”. Gennaro risponde di si (i verbalizzanti annotato che Girone Gennaro è soprannominato il Porcello). Pippo continua “ora sai cosa faccio…te lo passo…” ma Gennaro ribatte “no allora …qua non ci sta niente da passare…questo sta portando negativa….si sta portando negativa…. E ti do la mia parola d’onore…la parola d’onore te la do io che questo sta portando negativa … perché gli impegni che si era preso…li sa bene gli impegni che si era preso….a parte il Biondo … ma lui sa bene l’impegno che si era preso…”. Pippo risponde “ma lui dice che aveva un impegno per 40mila euro…” e Gennaro precisa “46…più una casa..una casa che lui ci ha portato a vedere e lui ci ha detto scegliete quale volete…”. Pippo chiede “la casa o il magazzino…” e Gennaro “la casa…la casa…” ed aggiunge “il resto è del biondo….ed allora… la casa è l’impegno che si è preso lui”. Pippo chiede “ah! ..ah!…ma tu i 176 da chi li dovevi prendere?”. Gennaro “allora, i 176… il nostro amico li ha calcolati per la casa…perché disse che la casa disse che la doveva vendere lui…non la dovevamo vendere noi” e continua “allora, se lui vendeva la casa…dal ricavato della casa …rimanevano 130 mila euro…perché lui la casa l’ha valutata 210…ottanta c’erano di mutuo sopra…la casa restava 130mila…mo, quando andammo a parlare con il nostro amico, …disse il nostro amico, allora la casa se la vende lui …il mutuo se lo paga lui… a voi vi da solo i soldi….queste sono le parole…”. Pippo chiede “e l’amico chi era?…. che ha parlato per queste cose?…Franco…”. Gennaro risponde “e lo sa, il nostro amico di fuori …si, stava anche Franco davanti….”; chiarisce che presenti all’accordo “stavamo io, Marco, Mimmo e c’era il nostro amico bassino…. e lui disse queste parole”. Pippo sentito ciò afferma “allora te lo passo un attimo…un minuto…..tanto e’ tranquillo il telefono”. Il telefono passa a Gaspare al quale Pippo raccomanda di stare tranquillo (“Gaspare …ti vuole salutare….tranquillo”). Gennaro anzitutto si scusa “mi dispiace solo che non posso scendere …altrimenti stavo pure io …in quanto è morto mio suocero e non sono potuto scendere” e poi arriva alla questione “allora, Gaspare …qua nessuno sta chiedendo niente di più…solo l’impegno che tu ti sei preso….l’impegno della casa, che ci hai portato a vedere…”. Gaspare nega “ma quando mai non dire bugie….quattro sei … l’impegno che mi sono preso io, è 4 e 6…”. Gennaro insiste “più la casa che ci hai portato a vedere…non ce la possiamo inventare”. Gaspare conclude “qua ci sono delle persone ..le chiamiamo e vediamo se è come di tu o no”. Ritorna il telefono a Pippo al quale Gennaro dice “allora lui si è preso l’impegno dei 4 e 6…si possono avere questi 4 e 6”. Pippo concorda “va bene allora gli dico di darvi questi qua”. Gennaro continua “poi riguardo alla casa la chiariamo questa cosa perché è un bugiardo….mi devi credere…è bugiardissimo….questo non merita di stare in Sicilia a questo lo devono cacciare….questo è un bugiardo proprio….solo l’impegno dei 4 e 6 però li deve mandare adesso….Pippo….li deve mandare, adesso, perché non voglio aspettare più …sto aspettando da un anno e mezzo”; - telefonata n. 80 ore 12:16 del 13.09.2008 sempre sulla medesima utenza in uso al Castiglia che riceve una chiamata da La Manna il quale gli riferisce “Pippo…..qua purtroppo ci sono problemi grossi eh…problemi grossi ….non so in ordine a che cosa…qua, minchia, ci stanno fermando a tutti …. quindi, noi andiamo lì come situazione commerciale per sistemare questa cosa a questi e questi chissà come sono combinati, questi qua di Napoli … quindi dico una cosa……ma tu sei andato da solo lì?”. Pippo risponde “io sono con lui….Gaspare dice che non sa nulla e non c’entra nulla”. La Manna chiede “con lui chi?… con Gennaro …” e Pippo precisa “sono con Gaspare…”. La Manna ribatte “ma io non li conosco a quelli…ma di Napoli chi c’è?….”, Pippo risponde “nessuno”. La Manna spiega “ecco, allora, poiché noi dobbiamo sistemare una situazione commerciale … tu mi devi fare una gentilezza Pippo…no, gli dici: …vacci tu, perché sono affari tuoi ….ci deve andare lui …per questo….per questo ti dico, senti qua, … a Franco lo hanno fermato…non so perché…lo bloccarono in Questura a te ti fermarono a Napoli…noi facciamo cose regolari … loro dicono che avevano dei problemi …non so che genere di attività svolgono … uno può intercedere, ma fino ad un certo punto, quindi, se loro hanno problemi….se la sbrigano loro….scendono e se la sbrigano loro…”. Pippo osserva “ma siccome avete parlato voi l’ultima volta…” e La Manna “si….ho parlato io …ma non ho detto che dovevano rompere le scatole a te…eh ..vacci a parlare …perché non sappiamo come stanno le cose….per questo hai capito?…. allora ti dico: molla tutto … ci dici …ci fai l’appuntamento…quello lì con la Golf, l’hai visto tu?”. Pippo ripete che c’è solo Gaspare ma La Manna specifica che intendeva far riferimento all’appuntamento a Napoli e Pippo risponde che c’era Gennaro, motivo per il quale La Manna osserva che il medesimo Gennaro “prende la macchina e scende…..tanto a noi non interessa niente la cosa Pippo … è una situazione commerciale e se la devono sbrigare loro…..uno non può intercedere….ma non può dire vacci tu….tu non ci devi andare”. Pippo comincia a dire “non per me…”, ma La Manna lo blocca “no…per me niente…perché io non ci sarei andato…se la devono sbrigare loro…”. Pippo chiede “allora, non li possiamo favorire questi amici?” e La Manna risponde “si…..ma se la devono sbrigare loro”. Pippo “ma come fanno a sbrigarsela loro se non vanno tramite amicizie?”. La Manna “ma se già l’abbiamo sistemata e discussa lì sotto Pippo…”. Pippo “qua dicono che non hanno sistemato niente…vabbè”. La Manna grida “vabbè …esatto…Pippo….Pippo….. mi devi capire a me! quando parlo….Pippo” e Pippo “che faccio me ne vado che dici?”. La Manna risponde “si ci dici … molla tutto… ma se sanno tutto…. Ma scusa….Pippo…..ma scusa tu ne sai niente della discussione?”. Pippo che ancora non comprende lo scopo della telefonata risponde “si…me l’hanno spiegata” e La Manna insiste “si ma la situazione commerciale …pagamenti…. cosa….. ne sai niente?… no … io neanche ne so niente, so che hanno un credito giù per un’attività…non lo so ..di salumi…di profumi…non so neanche che cazzo è…..quindi tu adesso che ti hanno detto vacci tu….gli dici no….perché sono cose vostre e ve le dovete sbrigare voi….poi com’è che non hanno sistemato niente…giù già sanno…che loro sanno i pagamenti…noi che ne sappiamo….che ci interessa, a noi altri, ..Pippo….”. Pippo osserva “ma siccome che io quando ti ho incontrato…che mi mandasti tu a Napoli…siamo scesi qui per i pagamenti…abbiamo girato e non abbiamo avuto nessun pagamento…vedi che io gli ho detto che hanno girato per un giorno e se ne sono andati senza pagamento”. La Manna ripete “lo so…dato che l’appuntamento c’è e tutto è fatto … io non lo so…..facci l’appuntamento con gli interessati …e piglia e fagliela sbrigare da questo Gennaro … Pippo, questi sono……. attenzionati dagli sbirri io non ne voglio sapere niente … Pippo… io lavoro …tu lavori …e Franco lavora ….hai capito?…..è una cosa che interessa loro …io la cortesia l’ho fatta…..ora devi fare l’appuntamento… così ci fermano a tutti lascia stare per ora….”. Pippo è incredulo “ah ah …addirittura” e La Manna “e si Pippo perché a me mi hanno fermato a Napoli e non capisco perché…ora ho capito perché…perché uno fa un favore alla gente…..non sapendo di che cosa si tratta….”. Pippo chiede “ma a Franco hanno fermato?” e La Manna “allora niente capisti Pippo?”. Pippo “minchia e che c’entra quello… mah”. La Manna “tu lo hai chiamato…e quindi anche tu….chissà che pensano questi…..te lo dico….” e ripete “tu lo hai chiamato e quelli chissà cosa pensano……non sappiamo di che si tratta….c’è in mezzo Franco…senti noi abbiamo dato delle…..non so neanche in che settore…”. Pippo risponde “vabbè ho capito poi ne parliamo”.La Manna “bravo…bravo….poi lo chiami”. Pippo “mo parlo con Gaspare …gli faccio dare l’appuntamento e tutte cose…poi ci andiamo tutti in mezzo”. La Manna si raccomanda “spiegalo anche a loro …..agli amici miei…..spiegala questa discussione…mettili al corrente giustamente …. vedi che qua è successo un problema … fagli l’appuntamento a quello … vediamo di sistemare sta cosa tranquillamente i pagamenti….saranno affari loro….però”. Pippo commenta “a me, Franco mi disse di scendere …perché altrimenti manco scendevo….lo capisti?”. La Manna lo ammonisce “fermati ti dissi…..basta…..”. A questa telefonata segue un messaggio testuale (sms) che La Manna spedisce al Castiglia (intercettazione n. 87 ore 14:57 del 13.09.2008) “Il fermo del nostro amico non centra nulla con noi e poi non ho mai parlato di cose illecite per tl x cui ci sono rimasto male xk* e stato lui a mandarmi dall'amico e sistemare x non mancare alla vostra parola…” E’ evidente che La Manna è preoccupato per le indagini in corso per cui da un canto cerca di ridurre eventuali danni in caso di intercettazione, spiegando a chiunque in ascolto nella ultima telefonata che lui non sapeva nulla di intese sottostanti tra soggetti che ha messo in contatto solo per amicizia nei confronti di entrambi, e dall’altro blocca ogni ulteriore iniziativa dei siciliani in quanto i napoletani sono sotto controllo della polizia ed avere contatti con loro a Napoli può coinvolgerli nella indagine. Il primo a dimostrare che la tesi della estraneità del La Manna è falsa è proprio il suo interlocutore Pippo, il quale non avendo compreso la gravità della situazione (ovvero il pericolo di essere monitorati) ci tiene a sottolineare che proprio La Manna lo aveva mandato a Napoli per fare in modo di concludere un’intesa tra le parti e si chiede il perché di questo improvviso cambiamento di strategia. Ed invero il cambiamento del La Manna è repentino e netto se confrontato con il tenore delle precedenti conversazioni con lo Stolder e con la sua disponibilità ad essere presente all’accordo iniziale in qualità di garante per un’operazione assolutamente sicura. La verità è che la vicenda non si è conclusa né rapidamente né per il verso giusto, tanto vero che i napoletani sono tratti in arresto per droga, il La Manna ha contezza, sia pure in un momento successivo, di quanto è stato sequestrato (tra cui il biglietto con la sua utenza) e trae alcune conclusioni sulla concreta possibilità di essere stato intercettato, tenuto conto dei controlli subiti da lui, da Franco a Milano (identificato come si vedrà nel Vallefuoco) e da Castiglia Giuseppe. Invero quest’ultimo, suo interlocutore nella telefonata ora esaminata, è stato sottoposto a controllo da personale del Commissariato di P.S. Mercato in data 8.9.2008 nei pressi dell’abitazione di Palazzo Vincenzo mentre era insieme a Girone Gennaro (il soggetto presente alla perquisizione nell’abitazione della Esposito e del Boccia), Rigotti Silvio (identificato nel Silvio interlocutore dello Stolder per conto del Boccia) e Pilla Ferdinando, legato a Palazzo Vincenzo da vincoli di parentela. La Manna non ha assolutamente torto a temere che possano essere svelati dagli investigatori i traffici illeciti nascosti dietro una attività apparentemente lecita che giustifica i viaggi in giro per l’Italia, ma che non giustifica il tenore delle sue conversazioni con lo Stolder sopra ampiamente riportate e commentate. Tali conversazioni sono importanti non solo e non tanto per la transazione che il Boccia Marco ha concluso con i siciliani, tra mille problemi e difficoltà, che hanno raggiunto l’apice con l’arresto del Boccia e della sua compagna, quanto per gli stretti rapporti che lo Stolder ha con lo Zio siciliano del La Manna, il suo impegno a operare di intesa con il medesimo La Manna in relazione ad una serie di attività che vedono come protagonista anche il Franco di San Marino, residente a Milano, cui si fa riferimento, sia pure sempre con molta cautela, nelle telefonate. Peraltro quale sia il tipo di legame esistente tra i soggetti coinvolti nei vari affari di cui discutono La Manna e Stolder è la stessa significativa espressione usata dal primo nella telefonata n. 317 utenza 366 ... quando nel fare riferimento ad un soggetto che invierà a Napoli dice “è un fratello come noi”. Si badi non afferma che è un commerciante come noi (peraltro lo Stolder appena scarcerato e da allora costantemente monitorato non risulta svolge alcuna attività imprenditoriale), ma usa il termine “fratello”, che in gergo sta a indicare il vincolo di sangue che lega i partecipi alle organizzazioni di stampo mafioso o camorristico. In conclusione, tenuto conto di tutti gli elementi sin qui evidenziati, non vi possono essere dubbi in ordine alla esistenza attuale di un gruppo, fondato sui vincoli della omertà e della intimidazione, dedito alla commissione di furti in grande stile, rapine, estorsioni, riciclaggio e con l’ambizione di estendere la propria operatività ad altri settori ed in altre regioni. Tuttavia il quadro indiziario, già grave e poderoso in relazione alle intercettazioni di carattere generale sulla vita quotidiana del gruppo, si arricchisce ulteriormente con le verifiche che è stato possibile compiere in relazione a singole vicende delittuose. Si tratta di reati fine in relazione ai quali gli investigatori hanno potuto acquisire elementi concreti circa la individuazione della condotta programmata (e realizzata quanto meno a livello di tentativo) ed hanno potuto individuare le individuali responsabilità consentendo in tal modo al P.M. di formulare specifiche contestazioni. La rapina alla Banca Unicredit ed i connessi reati di armi. Capi B e B2 contestati a Marotta Salvatore In data 25.01.2008 attraverso la rete fognaria alcuni soggetti riescono ad accedere ai locali della Banca Unicredit, agenzia di Napoli, Piazza Medaglie d’Oro n.32. La vicenda è oggetto di denuncia presentata nella medesima data presso il Comando Cc. Vomero dal direttore dell’Istituto di credito, Sora Francesco, il quale racconta che i soggetti, mediante minaccia con armi, ingiungevano a lui ed al cassiere di aprire la cassaforte e, dal momento che loro rappresentavano difficoltà, li schiaffeggiavano. Il Sora indica che i soggetti utilizzavano radio trasmittenti, tute blu impermeabili, passamontagna e uno di loro, nel momento in cui il responsabile di sala portò la chiave per aprire il bancomat, con notevole accento napoletano aveva detto “Ah, finalmente….ce la sognavamo la notte questa chiave”. I rapinatori riuscivano ad impossessarsi della somma di euro 393.909,41 a seguito dell’apertura automatica delle casseforti, tenendo nel frattempo il personale sotto minaccia di pistole del tipo semiautomatico. Il reato risulta commesso in epoca anteriore alla scarcerazione dello Stolder e tuttavia costituisce oggetto di una conversazione ambientale e precisamente se ne parla nel corso della lunga intercettazione n. 199 ore 16:39 del 30.05.2008 quando nell’abitazione di Stolder Raffaele Marotta Salvatore, individuato dalla voce, fa riferimento alla dinamica di una rapina, da lui perpetrata, in una banca ed in particolare ricorda: “ …lo sai…la cassa delle banche, come fa, quando si sblocca?... fa din din din...din...din ... io gli dissi: apri immediatamente questa cosa ... piglia la chiave ... piglia la chiave... …gli dissi: …tu, a questi qua ti puoi fare … non a me... - …apri immediatamente …. Si è sbloccata la cassa … Apri... pigliò la chiave e lui mi disse: ma ci manca quell'altra chiave … chiama il vice direttore… chi è quello? ..dissi…venne e gli dissi: l'altra chiave? e lui mi disse: …ce l'ho nella cassa …. gli diedi uno schiaffo!!! …lo buttai nel muro …tu ti fai a questi scemi, vedi? …non a me … io gli dissi … e mi presi tutti i soldi e me ne andai”. Il contesto nel quale avviene questo racconto è proprio quelle delle rapine perpetrate entrando nelle banche attraverso le fogne ed invero lo stesso Stolder dopo aver parlato del percorso da compiere, afferma “tu, ti ricordi quando bucammo alla banca dell'Agricoltura? …sta ancora quello che rubava nel bancone nell'orefice”. Salvatore Marotta commenta “comunque non andiamo agli Orefici, non scherzare proprio negli orefici, già quando ci sono le donne a me non piace, mi piacciono gli uomini! Dimmi quello che vuoi tu, ma quando mi sono capitate le donne, ho dovuto sempre spaccare, sempre per forza, la testa per farle stare zitte!! Hai capito? Appena mi mandano uno strillo, mi mandano in ansia …..allora, tà! E, non le faccio parlare più! Hai capito che faccio...”. Nello stesso contesto Stolder racconta una serie di colpi che in passato ha fatto con la collaborazione di persone che montavano le casseforti e con delle guardie giurate che lavoravano presso le gioiellerie. Il racconto di Marotta coincide con le modalità della rapina denunciata dal direttore dell’agenzia Unicredit e risulta elemento di accusa significativo ove si tenga conto che la esplicita ammissione di avervi partecipato viene resa dal Marotta proprio mentre si sta organizzando un altro “colpo” con modalità analoghe (cfr. si veda l’intero contenuto dell’ambientale n. 199 riportata nella parte generale sul reato associativo). Si deve pertanto concludere per la sussistenza dei gravi indizi in ordine alla sussistenza dei reati di rapina aggravata e di porto e detenzione di armi come accertati dai Cc. Vomero e dalla denuncia presentata dal Sora, nonché in ordine alla responsabilità personale del Marotta Salvatore che ha confessato la sua partecipazione. Il tentato furto aggravato ai danni di M. B.. Capo C contestato a Stolder Raffaele, Colurciello Salvatore, Di Mauro Antonio, Improta Giuseppe, Quinzio Nicola, Ferriero Patrizia. Già dal maggio 2008 si intercettano, sempre presso l’abitazione della famiglia Stolder, significative ambientali relative in maniera specifica alla pianificazione di un furto presso l’abitazione di una famiglia residente ai Colli Aminei. Queste le conversazioni rilevanti: - ambientale n. 15 del 23.05.2008 ore 17:49 quando alla pos. 05.33 Stolder Raffaele rivolto a tale Enzo (non identificato) afferma “tengo la sensazione che se ne va quello dei Colli Aminei ... ma chissà perchè .... ma tengo la sensazione che se ne va anche quello”. Enzo risponde “eh! Ora andiamo a fare un giro anche lì sopra”. Stolder continua “se quello se ne va, si deve acchiappare a Giannino, altrimenti lo facciamo una chiavica ... ora deve venire ...ora ci dobbiamo smontare la mascatura, .....perchè secondo me, a tenere la chiave della cassaforte, ci conviene...”; - ambientale n. 16 sempre del 23.05.2008 ore 18:35 quando Stolder dice ai presenti che vuole uscire per andare fare un sopralluogo ai Colli Aminei e ancora aggiunge che vuole controllare se ci sono i proprietari perchè lui ha saputo che devono partire “andiamo a vedere se sono partiti... quelli dovevano partire oggi o domani? .... mo’ vediamo....sicuramente il ponte che mo’ viene, dalla settimana prossima se ne vanno sicuro... ora andiamo a vedere se questi ci stanno ...te la devi portare appresso stasera …....la cosa buona, sai quale sarebbe? ...quella di andare ad urto... pigliare tutti i ferri... li montiamo e tutto coso ... se quello non ci sta, entriamo proprio dentro....lì ci presentiamo con un vestito....”. Un interlocutore interviene “ti serve qualche vestito? perchè io un vestito c'è l'ho!”. Interviene Enzo (individuato come il precedente interlocutore della ambientale n. 15) per dire “me lo dai a me un vestito, perchè io il vestito non c'è l'ho....vanno bene queste scarpe qua? ....allora lo dai a me il vestito”. I presenti parlano di serrature e Stolder Raffaele fa il nome di M. B.; - ambientale n. 17 sempre del 23.5.2008 ore 19:25 quando sono individuate le voci di Stolder Raffaele, Marotta Salvatore e il predetto Enzo. Stolder programma “io mi metto sopra il 50cc, con il casco, con la giacca, tutto così, mi piglio il mister di Giannino, la vesparella sua... e, voi state con la 500”. Enzo cerca di dissuaderlo ad andare con loro “tu, è meglio che non vieni proprio”, ma Stolder insiste “io, devo andare a vedere una cosa ...devo andare a vedere...” ed aggiunge “perchè se non ci sono, io apro e vado dentro...”. Enzo ribatte “ed io, vengo dietro di te” e poi nel corso del colloquio aggiunge “se tu ti vuoi prendere tutto, tu da lì sopra non mi fai uscire, perchè io mi prendo anche la roba antica, te lo dico già da adesso...” Stolder a sua volta “insomma, quello che tengono... qualche quadro lo tengono ... hanno qualche orologio antico... ma non ha assai roba ...non è...la casa, non è grossa assai........comunque, noi la roba antica la sappiamo vedere ... la cosa più importante sai qual’è? aprendo, se ci stanno le chiavi, in punta di piedi, apriamo la cassaforte ed in quel caso interveniamo io e Giannino, perchè si tratta del bottino più grosso... e, poi, un’altra casa non va lasciata, perchè se quello non ci sta, quello a fianco ci dobbiamo fare ... anche a quello perchè, altrimenti, dice: com'è a pà ed a mio fratello si ed a me no...no … Perchè, poi, quelli possono pensare che quello ha dato la base...”. I presenti ridono alla battuta dello Stolder ed Enzo dice “quello, quello giù, pure ha parecchia roba....”. Stolder continua “poi è importante … perchè quello così da quello giù non c'è stato e, quindi, questa è stata una batteria che ha fatto completo e, quindi,... hai capito o no? ...quindi, tuteliamo anche a quello che ci ha fatto vedere...”. Stolder dice che si vestirà ed Enzo “allora, io non ho capito … tu adesso, sali sopra ed io devo aspettare giù?”. Stolder risponde “se quello non c'è ..dobbiamo aprire per forza ... perchè se non ci sta ...non ci sta no?”. Enzo ribatte “io è meglio che non vengo proprio, quando sono questi fatti... perchè, quando io non salgo da una parte, mi fai stare solo male”. Poi Enzo dice “mi sono dimenticato i guanti di lattice... me li devo comprare...” e Stolder “ora ce li andiamo a prendere, un attimo, alla farmacia...li andiamo a prendere alla farmacia, un minuto...” e dà incarico a qualcuno di comprarne un pacco intero. Stolder chiede quindi le chiavi del motorino che si trova nel garage ed è in questo momento che i verbalizzanti individuano la voce di Marotta Salvatore che commenta la struttura di una serratura, mentre Stolder parla di bombole. Marotta commenta ridendo: “...prove tecniche”. Stolder si dice convinto che non ci sia e propone di mettere una fischer vicino alla porta (una sorta di tassello). Qualcuno parla anche di una pistola. Stolder chiede se bisogna andare per la tangenziale o per fuori e gli interlocutori gli rispondono “per fuori” e quindi i presenti discutono delle modalità con le quali trasportare l'attrezzatura da utilizzare; - ambientale n. 18 ancora del 23.05.2008 ore 21:58:26 quando Stolder riferisce a chi è presente che gli altri sono andati a fare un sopralluogo sul luogo del furto. Nel corso della conversazione commenta che a lui “i panni vecchi” gli servono per lavorare, perchè altrimenti deve vestire in modo da non essere notato. Egli quindi osserva che probabilmente sarebbe stato opportuno seguire le vittime per vedere dove parcheggiava l’auto. Alla pos 23.37 squilla il citofono e Raffaele dopo qualche minuto dice “sono loro ... ci stanno”. Un soggetto sale in casa e spiega a Stolder le difficoltà riscontrate per poter entrare, della presenza di un cane e di un guardiano, nonché delle persone presenti. Il medesimo soggetto propone di tentare nel pomeriggio del giorno dopo. Alla discussione partecipa Ferriero Patrizia la quale osserva “...ma perchè la mattina, non va bene?”. L’uomo risponde che nel pomeriggio il parco è chiuso e la Ferriero insiste “va bene ma anche la mattina sta chiuso il parco?”. Stolder propone di agire alle tre del pomeriggio per poter poi riprovare la sera. L’uomo intanto afferma “andiamo un'altra volta, aspettiamo il momento buono e facciamolo stasera”. I presenti, tra cui la Ferriero, discutono dello stato dei luoghi e parlano in particolare di un piano terra, di un piano superiore e concordano con la proposta iniziale della Ferriero di incontrarsi la mattina presto del giorno dopo. Stolder si pone il problema del buon funzionamento del manometro del gas ed aggiunge che, se non dovesse funzionare, bisogna comprarne uno nuovo. Gli altri (la Ferriero e l’uomo) discutono dell'entrata del parco e di chiedono se lo stesso sia aperto o chiuso, ipotizzando il coinvolgimento del custode. Evidentemente, tuttavia, quel fine settimana le vittime non si allontanano dalle loro abitazioni e quindi il progetto del furto riprende nel mese di agosto quando sono intercettate conversazioni che di nuovo riguardano l’abitazione di un soggetto residente ai Colli Aminei che dai riferimenti colti dai verbalizzanti è identificato proprio in quel M. B., già nominato dallo Stolder nelle precedenti ambientali, residente in Napoli al viale Colli Aminei n. 493, scala “B”, piano 2°, interno 18, rappresentante di gioielli. Queste le intercettazioni significative in ordine alla vicenda in esame: - telefonata n.357 ore 23:42 del 20.08.2008 intercettata sull’utenza cellulare 331 ..., in uso a Stolder Raffaele il quale contatta tale Pino sulla utenza 331..., intestata a THARANGA Maith, nato in India, utenza in sequenza con quella in uso allo Stolder, ugualmente sottoposta ad intercettazione e risultata in uso a Improta Giuseppe. Stolder dice a Pino di fare una corsa “sopra là”, ove sono diretti anche Totore ed il meccanico. Pino lamenta di non essere stato avvisato e chiede di quale Totore si tratti, ovvero se sia Giacchetella; Stolder risponde che è l’altro Totore e Pino dice di aver capito affermando “ò Capellone”, soprannome con il quale scherzosamente viene indicato Santaniello Salvatore, che è calvo. Stolder ripete che loro stanno già andando sul posto e lo invita a raggiungerli, in quanto il meccanico ha detto di non avere problemi a sbloccare “quella cosa”. Pino assicura che li raggiungerà ed invita Raffaele a chiamarli per dire loro di aspettarlo al distributore di benzina; - segue la telefonata n.371 ore 01:42 del 21.8.08 intercettata sulla medesima utenza dello Stolder che compone la utenza dell’Improta (quella sopra indicata) che suona libera ma nessuno risponde ed in ambientale si sente Stolder dire “là Dario non ce la fa a trovare le frequenze” perchè ha le batterie scariche; - alle successive ore 01:46 si intercetta la telefonata n.374 quando Stolder prova a richiamare Improta e in ambientale dice “questa radio si sente ancora meglio”; - alle ore 01.47 con la telefonata n. 375 Stolder fa un altro tentativo di chiamare l’Improta e intanto parla di una radio che si sente bene e di una trasmittente nascosta dietro al cruscotto dell'auto; - alle ore 01:48 con la telefonata n. 376 di nuovo si registra un tentativo di chiamata alla utenza dell’Improta ed in ambientale Stolder dice a qualcuno accanto a lui che se non troveranno nessuno possono chiamare Ernesto ed aggiunge “sta la blindata e stanno tutte le tapparelle chiuse”; - alle ore 02:15 si intercetta la telefonata n. 55 questa volta intercettata su altra utenza (ugualmente monitorata) in uso allo Stolder ovvero la 366 ..., che con la stessa contatta la utenza 333 ... intestata a Quinzio Nicola al quale dice “…era solo per sentire.... si sente bene no?...”. Il chiamato conferma; - alle ore 08:50 Stolder di nuovo con la utenza 331 ... prova a contattare l’Improta (telefonata n. 402) e in ambientale parla della necessità di portare anche delle “chiavi cinesi”; - alle ore 08:51 si registra la telefonata n. 403 sulla utenza 331 ... quando finalmente Stolder parla con Pino e gli comunica che il meccanico è andato. Gli investigatori annotano che il meccanico è il modo con il quale Stolder talvolta si riferisce al Santaniello il quale saltuariamente svolge attività di meccanico presso l’officina di Mazzacano Antonio. Stolder aggiunge che è andato anche Totore il falegname e mancano quattro metri. Di nuovo Pino chiede se ci sia Giacchettella ed a questo punto Stolder passa il telefono a Colurciello Salvatore al quale Pino riferisce che li sta raggiungendo. Ulteriori intercettazioni significative per l’attività in corso riprendono nel tardo pomeriggio e continuano nella notte del 21.08.2008: - telefonata n.68 ore 19:06 intercettata sulla utenza in uso allo Stolder 366 ... quando il medesimo parla con Tonino il quale ha in uso la utenza l’utenza 339 ..., intestata ad una cittadina brasiliana, ed è identificato dagli investigatori in Di Mauro Antonio detto o Cacaglio. Tonino riferisce allo Stolder che non riesce a contattare Pino. Stolder risponde che avevano pensato di andare durante l'orario della partita. Tonino dice che, eventualmente, possono andare solo i “compagni e Totore” perchè hanno la chiave, salgono e vedono se funziona. Stolder ribatte che loro ci tenevano a farglielo sapere, ma Tonino risponde di non preoccuparsi, perchè lui non ha mai pensato a queste schifezze, l'importante è che loro entrano ed è tutto a posto; - telefonata n. 70 ore 23:03 intercettata tra le utenze di cui alla comunicazione precedente e nel corso della quale Tonino dice a Stolder Raffaele che, fra venti minuti, lui starà là; poi gli chiede se ha preparato la forbice e la radiografia; - telefonata n. 410 ore 23:04 intercettata sulla utenza 331... sempre in uso allo Stolder e che utilizza per comunicare con la utenza intestata a Quinzio Nicola al quale riferisce che si vedranno tra poco; Nicola chiede a Raffaele di far portare una “radiografia ed una forbice”. Tenuto conto delle conversazioni intercettate, gli investigatori chiedono l’intervento di una pattuglia della Polizia di Stato per un controllo all’interno del civico n. 493 di viale Colli Aminei. La pattuglia blocca, ancora vicino alla porta dell’appartamento n. 18 scala B piano 2°, due persone che, alla vista degli agenti, tentavano di allontanarsi per le scale. I medesimi sono identificati in Di Mauro Antonio ed Improta Giuseppe i quali nella immediatezza dichiarano di essere due ladri occasionali. L’appartamento risulta essere quello di M. B., assente al momento dell’intervento. Dalla perquisizione personale del Di Mauro emerge che il medesimo è in possesso di un telefono cellulare con la scheda 339 ... dal cui esame risulta che tra le ultime 10 chiamate fatte/ricevute sono memorizzate le utenze: 333 ... in uso a Quinzio Nicola, 366 ... intestata a Stolder Raffaele, 331... in uso ad Improta Giuseppe. Inoltre nei pantaloni è rinvenuta una borsetta di colore nero contenente:13 grimaldelli, in metallo, di vario genere e grandezza; una chiave inglese da 10; una chiave marca Silca per serratura blindata, limata in alcuni punti, utilizzata come doppione, per tentare di aprire la porta di ingresso dell’interno n.18 e che combaciava con la serratura della porta in questione, come accertato dai verbalizzanti nella immediatezza che riescono con la stessa ad effettuare un giro completo; kit di modifiche per dentellatura di chiavi. Improta Giuseppe viene trovato in possesso di una borsetta di colore marrone, che porta a tracollo, contenente una lima in ferro, priva di manico; una lastra radiografica utile ad aprire la porta dopo aver forzato la serratura blindata, lastra già utilizzata in quanto piegata in alcuni punti; un paio di forbici; un paio di calzini, tipo fantasmini, di colore blu; appunti vari ed agenda, con vari numeri telefoni e nominativi, acquisiti in fotocopia; un telefono cellulare con all’interno una scheda SIM avente numero 331..... Su tale utenza sono intercettate le conversazioni con lo Stolder Raffaele sopra riportate a dimostrazione che il Pino con il quale il predetto discutere del “colpo” è proprio l’Improta. Il dato peraltro conferma altresì la correttezza delle conclusioni sui gli investigatori erano giunti già sulla base delle pregresse intercettazioni, individuando la vittima del M. B. residente ai Colli Aminei. I predetti indagati sono stati denunziati in stato di libertà ed il materiale è stato sequestrato ad eccezione dei cellulari immediatamente restituiti. Al viale Colli Aminei, a circa 150 metri dal civico 493, viene individuata un’autovettura Alfa Romeo 156, targata CY-724-TW, di colore grigio, intestata a Castaldi Annalisa ed indicata dallo stesso Di Mauro Antonio come l’auto nella sua disponibilità e di cui ha le chiavi. A seguito di un’ispezione sull’auto i verbalizzanti accertano che nel vano portiera lato guida vi sono numerose altre chiavi sempre per serrature di porte. A circa 100 metri dall’obiettivo dell’azione criminosa, in atteggiamento di attesa, gli investigatori individuano due soggetti, uno dei quali uno viene riconosciuto in Colurciello Salvatore. Per avere ulteriore certezza, viene richiesto l’intervento di un’altra pattuglia di polizia in zona, che identifica i due soggetti in Colurciello Salvatore (classe 59), di professione installatore di casseforti, in possesso della utenza 334 ... e Quinzio Nicola, che risulta avere in uso l’utenza 333 ..., memorizzata sul cellulare del Di Mauro e comunque in contatto con lo Stolder. Durante il controllo, sulle utenze in uso agli indagati, si registrano le seguenti telefonate: - n. 411 ore 00:45 del 22.8.2008 intercettata sulla utenza 331... in uso allo Stolder quando si sente in sottofondo la radio della Polizia che evidentemente l’uomo ascolta; - n.76 ore 00:47 intercettata sull’altra utenza dello Stolder, la 366..., utilizzata per avvisare Quinzio Nicola che c'è stata una chiamata su quella zona; Nicola risponde che è stato fermato con Salvatore; - n.417 ore 01:07 intercettata sulla utenza 331 ... quando in ambientale si sente la radio della Polizia, dalle quali Stolder comprende che si parla della zona, ma non comprende il tipo di intervento; - n. 420 ore 01:15 (ancora utenza 331 ...) quando in ambientale si sente la radio della Polizia e Stolder commenta che egli spera non sia successo niente, aggiungendo che, per questo motivo, lui preferisce sempre rischiare di persona; - n. 2057 ore 01:51 intercettata sulla utenza 334 ... in uso a Santaniello Salvatore che contatta un’utenza mentre in sottofondo si sente Stolder Raffaele conversare con uomo il quale gli sta spiegando che le guardie sono scese dalla macchina a piedi e sono entrati nel viale dove loro “avevano il lavoro”; - n.2060 ore 02:18 intercettata sulla utenza 334 ... quando Santaniello Salvatore contatta Stolder Raffaele per dirgli che ha preso la macchina e all'interno c'è anche il telefono, aggiungendo che l’altra auto dell'altro amico loro “sta parcheggiata bene”; - n.88 ore 02:22 intercettata sulla utenza 366 ... in uso allo Stolder il quale in ambientale dice “ora che è tutto tranquillo conviene togliere tutte le auto dalla zona”; - n.2062 ore 03:02 intercettata sulla utenza 334 ... in uso al Santaniello al quale Stolder chiede se sia sicuro che la macchina non c’è. Salvatore risponde di aver fatto dieci volte il giro ma che l'auto non ci sta; - n.2070 ore 06:50 intercettata sulla utenza 334 ... in uso al Santaniello che chiama Stolder il quale gli dice che è tutto a posto e che “loro due stavano già qui”; - n. 90 ore 08:03 intercettata sulla utenza 366 ... in uso a Stolder Raffaele che contatta Quinzio Nicola e lo esorta a gettare il cellulare. Sulla base degli elementi desumibili dalle intercettazioni e dalle indagini di cui alla segnalazione della Squadra Mobile del 22.8.08 si possono dire sussistenti i gravi indizi di colpevolezza nei confronti di: 1) Stolder Raffaele, che è la mente dell’operazione ed è colui che convoca i complici e dirige le altrui operazioni, tenendosi peraltro in contatto radio con la polizia; 2) Colurciello Salvatore, detto anche Giacchetella, la cui voce viene registrata nella telefonata sopra riportata n. 403 (utenza 331... ), il quale è presente sul posto con lo Stolder la mattina del 21.8.08 quando Pino (Improta) gli comunica che li sta raggiungendo ed è altresì presente con il Quinzio Nicola (come rivelato dal controllo nei confronti dei predetti) proprio mentre è in corso l’operazione volta ad aprire la porta dell’abitazione del Muto con tutto il gruppo pronto ad intervenire per segnalare eventuali pericoli ovvero per aiutare ad aprire la cassaforte e portare via gli oggetti; 3) Quinzio Nicola che non solo è presente sul posto ma è in continuo contatto con lo Stolder sia il 21 notte che la notte successiva (quando interviene la polizia) e in particolare lo sollecita a portare la radiografia e le forbici, attrezzi che servono, come si desume dalle ambientali riportate nella parte sull’associazione per aprire le porte blindate, ed inoltre la sua utenza è memorizzata sul cellulare dell’Improta tra le dieci comunicazioni più recenti; 4) Di Mauro Antonio e 5) Improta Giuseppe sono colti sul fatto mentre cercano di forzare la porta del Muto, ammettono il tentativo di furto aggravato ma cercano di farlo passare come una iniziativa estemporanea tacendo dei retroscena risultanti dalle intercettazioni. Dubbi invece devono sollevarsi con riguardo alla partecipazione al tentativo così come accertato da parte della Ferriero Patrizia che gli investigatori indicano come partecipe attiva alle varie discussioni relative alla vicenda. In realtà la Ferriero partecipa sicuramente ad una conversazione nel mese di maggio quando ella stessa propone di organizzare il colpo ai Colli Aminei, sfruttando il fine settimana tra maggio e giugno, nella mattina piuttosto che nella notte. Certamente ciò dimostra che la donna è partecipe alle attività del gruppo e non ha un ruolo di mera spettatrice, ma non è sufficiente per ritenere che la stessa abbia poi in concreto dato il suo contributo al tentativo così come poi posto in essere a distanza di oltre due mesi. La rapina ai danni dei coniugi S. V.-Y, con sequestro di persona ed armi. Capi D, D1 e D2 contestati a Stolder Raffaele, Ferriero Rosaria, Fiandra Bruno, Improta Giuseppe Nella sera del 25.9.08 l’avvocato S. V. e la moglie Y denunciano presso la Questura di Napoli che alle ore 19:50 mentre si trovavano all’interno dello studio legale in via Sant’Aniello a Caponapoli n. 13 la Marfè, intenta a scrivere al computer, improvvisamente vedeva entrare cinque persone a volto coperto da passamontagna, tutte armate di pistole che puntavano contro di loro; una aveva anche un coltello e diceva alla donna in dialetto napoletano “…calma, calma, non ti muovere che non ti succede niente…”. La Marfè si bloccava, ma diceva di non aver alcuna somma di danaro, mentre i rapinatori rovistavano nei vari cassetti e nella sua borsa. Uno dei malviventi le afferrava il braccio e la conduceva nello studio del marito che intanto si accasciava al suolo perché sofferente al cuore. La Marfè sentiva uno dei malviventi dire “sono andati a casa” rivolgendosi ad un soggetto rimasto con lui e constatava che i due uomini erano in contatto mediante radio trasmittenti con altri complici i quali si erano recati presso l’abitazione. La donna si preoccupava molto tenuto conto del fatto ch in casa c’erano la mamma anziana e la figlia, ma aveva poi modo di comprendere che i complici non erano riusciti ad individuare con precisione l’appartamento per cui erano andati via. I due rapinatori rimasti nello studio, dopo averli nuovamente minacciati, si allontanavano, uno alla volta. A quel punto si affacciavano alla finestra per chiedere aiuto ed in quel momento passava una pattuglia della Questura (cfr. verbale di denunzia a firma S. V. e Y). Il giorno dopo viene denunciato da Z, figlia dei coniugi S. V. - Y, il tentato furto commesso quella stessa sera del 25.9.08 presso l’abitazione della famiglia S. V., denuncia raccolta negli uffici della Squadra Mobile della Questura di Napoli – Sezione Antirapina. La giovane riferisce di essere rientrata presso l’abitazione alle ore 20.00 e di aver citofonato alla nonna, per farsi aprire il portone. Entrata nell’androne del palazzo, si era accorta che dietro di lei erano entrate altre due persone, le quali avevano aperto nuovamente il portone con delle chiavi. Si avvicinava all’ascensore per salire al 3° piano e raggiungere la sua abitazione, ma sempre stando attenta a dove fossero diretti i soggetti entrati dopo di lei. Giungeva al 3° piano e notava che l’ascensore veniva nuovamente prenotata, per cui saliva la ulteriore rampa di scale esistente per raggiungere l’abitazione, rampa protetta da una cancellata in ferro che ella aveva richiuso. La giovane precisa che al 3° piano esistono due accessi al piano superiore, uno che porta a due appartamenti ed un altro, quello protetto da un cancello in ferro, che porta all’abitazione sua e dei genitori. Richiudeva quindi il cancello di protezione, ma attendeva sull’uscio della porta ove il cane la raggiungeva per salutarla e notava che le due persone, prima notate nell’androne, avevano raggiunto, insieme con una terza, il piano ed erano passate davanti al cancello proseguendo per salire per l’altra rampa di scale. Dopo alcuni minuti i soggetti ritornavano sui loro passi e si fermavano davanti al cancello. Uno di loro era in contatto mediante ricetrasmittente con altra persona e sentiva la frase “qui tutto bene”. Nel frattempo la nonna raggiungeva la ragazza sull’uscio di casa e, appresa da quest’ultima la presenza di individui sospetti, si rivolgeva a loro chiedendo chi fossero e cosa cercassero. Il soggetto munito di radiotrasmittente la rassicurava affermando di essere della Polizia di Stato, invitando le donne a rientrare in casa per non intralciare il loro lavoro. La giovane tuttavia si tratteneva sull’uscio della porta fino a quando gli individui non si allontanavano. Dopo poco la giovane riceveva la telefonata della mamma e apprendeva che i genitori avevano da poco subito una rapina (cfr. denuncia del 26.9.08 a firma Z). Il giorno 27.9.08 si reca presso la Questura l’avvocato S. V. per integrare la denuncia, dichiarando testualmente “ritengo che gli autori del delitto siano persone che conoscono bene il mio nucleo familiare. Dico questo in quanto i malfattori conoscevano bene anche le nostre abitudini e dove abitiamo. Infatti, e senza farci alcuna domanda, poco dopo essere entrati, uno di loro ha subito preso la borsa di mia moglie, da dove ha prelevato le chiavi della mia abitazione. Poi, e senza farci capire nulla inizialmente, mentre due di loro sono rimasti con noi a sorvegliarci, gli altri 3 complici si sono diretti direttamente alla mia abitazione dove avrebbero dovuto effettuare l’altra rapina, che per fortuna non è avvenuta. Infatti gli stessi hanno desistito dal perpetrare il reato in quanto, dopo essere giunti fuori il cancello di protezione che ho sistemato fuori alla rampa di scale che li separa dall’ingresso dell’abitazione, i malfattori sono notati da mia figlia e mia suocera, che si sono insospettite. Poiché sulla rampa di scale vi era anche il cane di mia figlia che abbaiava contro di loro, i malviventi hanno ritenuto opportuno fuggire per evitare, evidentemente, che altri inquilini dello stabile si allarmassero. All’interno dell’abitazione non custodisco ingenti somme di danaro contante, ma comunque ho una cassaforte il cui contenuto non so quantificare con precisione, ma sono tutti i gioielli di famiglia….omissis... Per quanto riguarda i contenuti delle comunicazioni radio, non so dirvi in maniera letterale le frasi pronunciate, ma nelle comunicazioni tendevano a tranquillizzarsi a vicenda dicendo che era tutto a posto, che tutto era tranquillo” (cfr. verbale. del 27.9.08). In data 11.10.08 personale della Squadra Mobile di Napoli esamina quale persona informata sui fatti l’avvocato Santanastasio Antonio, presente all’interno dello studio al momento della rapina nella sua qualità di collaboratore. Il Santanastasio ricorda che verso le ore 19.30 erano entrate alcune persone nello studio, di cui non sapeva precisare il numero, specificando di averne visto bene solo uno il quale, dopo essere entrato, gli aveva subito intimato di stendersi a terra con la faccia verso il basso, motivo per il quale non aveva potuto osservare nulla. Solo per un attimo aveva alzato la testa per vedere cosa stesse accadendo, ma il rapinatore accanto a lui gli urlava di abbassare subito la testa e con la mano gli spingeva violentemente il capo sul pavimento, tanto da procurargli una contusione, che non aveva ritenuto di farsi medicare in ospedale. La rapina era durata diverso tempo ma a lui non era stato sottratto nulla, in quanto i rapinatori miravano agli incassi dell’avvocato il quale saltuariamente li portava a casa. Nel corso della rapina, uno dei malfattori prelevava le chiavi di casa dell’avvocato dalla borsa della moglie e lui aveva modo di sentire che era diretto all’abitazione. I soggetti comunicavano tra loro con ricetrasmittenti per verificare che non vi fossero imprevisti. Invero, nel momento in cui qualcuno segnalava un problema gli altri decidevano di andare via. Dopo pochi minuti giungeva la polizia, e lui stesso provvedeva ad accompagnare uno degli agenti presso l’abitazione dell’avvocato (cfr. verbale s.i. dell’11.10.08). Sin qui i fatti come descritti dalle vittime, fatti che trovano una piena corrispondenza nelle intercettazioni in corso all’interno dell’autovettura Fiat 500 in uso a Stolder Raffaele. Queste le ambientali rilevanti: - n. 459 ore 18:57 del 25.09.2008 nel corso della quale si sente un uomo la cui voce viene individuata in quella di Fiandra Bruno che comunica tramite radiotrasmittente con un altro soggetto al quale chiede se riesca ad ascoltarlo “break a canale … mi senti?” e l’altro risponde in senso affermativo dopo avergli detto di venire avanti; - n. 460 ore 19:11 quando in auto si sentono le voci di Stolder Raffaele e di una donna che discutono tra loro. Un uomo, poi chiamato Rosario, interviene “se andiamo diritti, andiamo sopra a tutto e ci troviamo quasi al policlinico, andiamo per dentro....”. Stolder concorda “si, ci conviene andare dritti Rosario”. Si sente suonare il clacson e quindi Rosario dice “qua stanno i pompieri giù? la vedi … tu te lo ricordi il palazzo?”. Stolder chiede ad un altro “o' Chiatto, qual'è il palazzo?” e questi risponde “quello là dentro o più avanti”. Si sente Stolder dire dopo un poco “il palazzo è questo, Totore il motorino, dove lo metti, al di sopra del marciapiede?”. Si sente la voce della donna ma non si comprende cosa dica, sebbene si registri con chiarezza la risposta dello Stolder “si, adesso ti facciamo vedere il palazzo! ...o' Chiatto ti facciamo vedere .. un po’… le.....”. La donna interviene “si, tu, mi aspetti all'interno... hai preso la roba?”. Stolder afferma “stanno due scalini così! Li vedi? Hai capito?”. La donna dice “fammi uno squillo, vedi se sta aperto....”. Stolder dice “quello.....se posso chiamare... è stato a mangiare a casa mia, siamo dello stesso quartiere proprio, io abito qua e a....... scusa Rosetta ma a chi stai chiamando?” e si sente la voce di un’altra donna, ovvero quella chiamata Rosetta, che risponde “…alla ragazza”. Stolder le intima “..e, chiudi! Falla arrivare nel palazzo!”. Rosetta ribatte “no! no! a quella….”, ma Stolder la interrompe “ma tu non hai nessun numero di telefono? …Lello….qualcuno, Maurizio?”. La risposta di Rosetta non si sente. Dopo un poco Stolder dice (evidentemente rivolto a chi è alla guida dell’auto) “vai un po’, più indietro, un po' più avanti… fai in modo che nessuno si può mettere…”;- alle ore 19:26 Stolder Raffaele con la utenza 366 ... contatta la utenza in uso a Ferriero Rosaria alla quale dice di raggiungerlo un attimo (telefonata n. 686) La utenza aggancia la cella n.222014535726904 che ha copertura propria sulla zona dove è lo studio S. V.; - intanto continua l’ambientale n. 460, quando Fiandra Bruno, rimasto nella Fiat 500, comunica tramite radio ricetrasmittente con Stolder Raffaele, che nel frattempo è sceso dall’autovettura Bruno FIANDRA: …vieni avanti… Raffaele STOLDER: …parla bene! Vedi, è tutto a posto fuori? Bruno FIANDRA: ........tutto a posto fuoriRaffaele STOLDER: …bene! Stai attento con la radio ...noi abbiamo la situazione in mano ...passo...Bruno FIANDRA:….va, beneRaffaele STOLDER: …va bene? ...passo.... Bruno FIANDRA: …va bene.. Raffaele STOLDER: ...in.... Bruno FIANDRA:…va bene..tutto a postoRaffaele STOLDER: ….apri gli occhi facci sapere.... Bruno FIANDRA:….va bene ........ Dopo qualche minuto: Bruno FIANDRA:….vieni avanti..... Raffaele STOLDER:....guardaci bene..... Bruno FIANDRA: …tutto positivo....Raffaele STOLDER:….tieni anche contatto con l'altro amico che è rimasto sopra....passo...Bruno FIANDRA: ….va bene... Dopo qualche minuto: Raffaele STOLDER: break! Break! ....apri…passo... Bruno FIANDRA: …vieni avanti...Raffaele STOLDER: ..break! break! ..mi senti?....Bruno FIANDRA: …vieni avanti.... Uomo: ….forte e chiaro.... Raffaele STOLDER: …vieni un momento qua, interno, passo..... Bruno FIANDRA: …vieni avanti..... Dopo qualche minuto: Bruno FIANDRA: …vieni avanti..... Raffaele STOLDER: break! Break! ... apri bene gli occhi …passo... Bruno FIANDRA: …vieni avanti..... Raffaele STOLDER: …apri bene gli occhi … passo....Bruno FIANDRA: …va bene.... Raffaele STOLDER: break! Break! …mi senti?.... Bruno FIANDRA: …vieni avanti...Raffaele STOLDER: non ti sento....Bruno FIANDRA: …io ti sento bene...Raffaele STOLDER: mi senti?.... Bruno FIANDRA: …vieni avanti....Raffaele STOLDER: …tutto a posto?.... Bruno FIANDRA: …tutto a posto!.... Dopo qualche minuto: Bruno FIANDRA: …vieni avanti....Uomo: …gli altri, tutto bene?Bruno FIANDRA: …tutto bene...Uomo: ok! ..passo...Dopo qualche minuto Uomo: break! Break!....Bruno FIANDRA: …vieni avanti....Bruno FIANDRA: …va bene....U:break! Break!... Bruno FIANDRA: …vieni avanti.... stanno venendo...U: …fai presto... Bruno FIANDRA: break a canale! Break a canale! Mi senti?...U: …ti sento... Bruno FIANDRA: …fate presto..... Raffaele STOLDER: ....inc.... Bruno FIANDRA: …fai presto...devi fare presto.... Raffaele STOLDER:…ti sento, passo....Bruno FIANDRA: ..fai presto … devi fare presto....U: …sali un attimo...Raffaele STOLDER: …break …mi senti??.... Bruno FIANDRA: …vieni avanti.... Raffaele STOLDER: …passa da sopra, scendi da sopra!.....inc..... Si sente che l’auto è in movimento ed il conducente suona ripetutamente il clacson. Quindi si registrano le seguenti comunicazioni: Bruno FIANDRA: …ti sto bussando!! …non mi stai sentendo??Pino IMPROTA: …non ho potuto prendere il motorino, ci sono le guardie... Bruno FIANDRA: …senti,.......che dobbiamo fare?Pino IMPROTA: eh! …dobbiamo andare via, dobbiamo aspettare?Bruno FIANDRA: …dobbiamo aspettare a loro...?Pino IMPROTA: eh! come fai … io mi sono dimenticato il mezzo ... non posso tornare indietro.... Bruno FIANDRA: …eh! Dopo torniamo a prenderlo!Pino IMPROTA: …hai capito, che tarantelleBruno FIANDRA: …che cosa è successo?Pino IMPROTA: sono arrivato fuori alla porta…… Bruno FIANDRA: …ch'è successo?Pino IMPROTA: ….sono arrivato fuori alla porta e stava la vecchia con la figlia … le ho avute di faccia con la radio..., ha preso il cane e sono rientrate all'interno, hai capito, ha avuto a Lello di faccia, con la radio in manoBruno FIANDRA: …ma sono scesi quelli, da là sopra? ….che dobbiamo fare? …dobbiamo aspettare?Pino IMPROTA: ...ma qua così…. io ho il guanto addosso ed il passamontagna……Bruno FIANDRA: ….butta tutto a terra, senza farti vederePino IMPROTA: …ma qua no vai più avanti ….qua no … Ci sono le telecamere della bancaBruno FIANDRA:…mi sto preoccupando per loro...Pino IMPROTA: ….sono andati viaBruno FIANDRA: …sicuro? ......niente ancora, aspetta, adesso lo andiamo a prendere.Pino IMPROTA: ….ma, dobbiamo posare la roba?Bruno FIANDRA:….non ti preoccupare!!! Lascialo stare dove sta. Dopo andiamo a prenderlo, non se lo prendono il motorino….Pino IMPROTA: .....troppo vicino!Bruno FIANDRA: …lascia stare … va bene cosi!...prendi il cartone!Pino IMPROTA: ................. Bruno FIANDRA: ….hai preso i documenti? Si? ......togli i fogli da dentro!Bruno FIANDRA: ….mica c'è scritto qualcosa sopra? ...............che peccato…Pino IMPROTA: ..........io gli ho dato un cazzotto!Bruno FIANDRA:…hai fatto benePino IMPROTA: io facevo “abbassa la faccia a terra e lui non la abbassava … l’ho sbattuto con la testaBruno FIANDRA:....le chiavi della casa.......... Pino IMPROTA: .... Napoli, per senza niente!Bruno FIANDRA:. ............... Pino IMPROTA: ….stai zitto, tre, quattro volte…. Intanto si intercettano nel medesimo contesto una serie di telefonate su una ulteriore utenza in uso allo Stolder Raffaele ovvero la 366 ...: - n. 687 ore 20:29 quando lo Stolder, che prova a contattare la utenza in uso al Fiandra ed in ambientale dice “...la tenevi tu la radio....” e poi chiede “le chiavi dove stanno?”; - n. 688 ore 20:31 quando di nuovo lo Stolder prova a chiamare ed in ambientale, mentre attende la risposta del chiamato, dice di essere preoccupato che qualcuno di loro possa aver lasciare delle impronte, nonché per il fatto e che hanno dimenticato le chiavi “del mezzo”. In particolare dice “dove sfaccimm’ l'hanno messa, adesso, sta radio.... possibile mai che Bruno si portava la radio addosso?” ed ancora “quando è venuto con te nella macchina?..... quello portava il mezzo! …come stava con te?.... Uha!! Che banda di scalmanati!!! …madonna mia.... ma poi, il bello di Dio ...non sia mai Dio, hanno lasciato qualche mano vicino.... la sfaccimma della gente!!! ...uno lascia il mezzo! ....un'altra la radio”; - n. 689 ore 20:33 quando si nuovo Stolder prova a contattare Fiandra Bruno e in ambientale si sentono le voci di Colurciello Salvatore e Ferriero Rosaria che discutono animatamente con lo Stolder; - n. 690 ore 20:49 quando Stolder parla con Fiandra Bruno delle radio trasmittenti che non trovava e aggiunge “mi hai mandato al manicomio … la cosa… la cosa... che senti le partite…dove....l'avete messa giù… stavo andando al manicomio ..non la trovavo”. Bruno risponde “eh! Le ho messe giù ... mo’mo’ ho finito di correre ed ho visto la chiamata ... mo’ sto finendo di correre…. va bene”;- n. 692 ore 20:54 quando Stolder viene contattato da Improta Pino al quale dice di averlo cercato perché “il fatto che si era dimenticato la cosa ...poi me l'ha data... la radietta...”; Improta comprende a volo “ah!”. Stolder continua “ci sentiamo domani dai” e Improta “non ti scordare di prendere il motorino”.Orbene, ponendo a confronto il racconto delle vittime con il contenuto delle conversazioni intercettate proprio mentre avveniva la rapina allo studio dell’avvocato, con la sottrazione delle chiavi di casa che avrebbe dovuto consentire ai rapinatori di appropriarsi del più sostanzioso bottino presente nell’abitazione, risulta evidente – anche alla luce della verifica, tramite la cella agganciata, della zona ove il cellulare dello Stolder si trova nella fase iniziale del delitto (ore 19:26 quando contatta la cognata) – che i rapinatori sono proprio: 1) Stolder Raffaele il quale dirige ed organizza il gruppo che deve operare con lui e poi materialmente si reca prima presso lo studio e poi presso l’abitazione (come riferisce Improta a Fiandra); 2) Improta Giuseppe la cui voce viene identificata dai verbalizzanti nel momento in cui comunica tramite radio trasmittente con Fiandra aggiornandolo sullo svolgimento dei fatti ed ammettendo di essersi recato prima presso lo studio (ove ha percosso il collaboratore intimandogli di stare a terra e abbassare la testa) sia presso l’abitazione ove lui e Stolder si sono trovati di faccia, protette da un cancello, figlia e suocera (dell’avvocato); 3) Fiandra Bruno che rimane nella Fiat 500 a fare da vedetta e mantiene i contatti con gli altri complici che si sono recati presso lo studio, avvisandoli in maniera frenetica della necessità di allontanarsi, proprio nel momento in cui si sta avvicinando una Volante della Polizia (la stessa che poi interviene quando le vittime si affacciano alla finestra). Sul posto è presente, alle ore 19:11 ed alle ore 19:26, anche la donna individuata dalla voce in Ferriero Rosaria (sorella di Patrizia) e tuttavia non è chiaro quale sia stato il suo ruolo nella vicenda: se abbia quindi partecipato attivamente alla rapina ovvero si sia interessata di altro (alle ore 20:33 discute animatamente con Stolder e con Colurciello Salvatore, nei cui confronti non vi sono elementi per collegarlo alla vicenda in esame). A suo carico non possono dirsi sussistenti i gravi indizi. Quanto ai reati configurati, al di là della rapina aggravata dal numero delle armi, dalle più persone riunite e travisate e dalla commissione presso un luogo privato, rapina che ha avuto ad oggetto principalmente le chiavi dell’appartamento e quanto rivenuto nella borsa della Marfè, e al di là dei connessi reati di armi, sono da ritenere sussistenti altresì gli estremi del sequestro di persona, avendo trattenuto le tre vittime presenti nello studio per tutto il tempo necessario agli altri tre rapinatori di recarsi presso l’abitazione ove doveva essere sottratto quanto ivi custodito dall’avvocato. Sul punto, giova ricordare il costante insegnamento della Suprema Corte secondo il quale “il reato di sequestro di persona è assorbito in quello di rapina aggravata previsto dall'art. 628 c.p., comma 3, n. 2 solo quando la privazione della libertà personale abbia una durata limitata al tempo strettamente necessario all'esecuzione della rapina, ma non quando si protragga anche dopo la consumazione della stessa” (di recente Cass. Sez. II, sentenza 5.5.2009 n. 24837; Sez. II, sentenza 8.4.2010, n. 16332). Nel caso di specie i rapinatori si impossessano del contenuto della borsa della Marfè e due di loro, di intesa con gli altri (con i quali restano in contatto con le trasmittenti) continuano a mantenere bloccati i soggetti presenti nello studio, oramai quando la rapina allo studio si è conclusa, solo per consentire ai complici di effettuare il furto nell’appartamento. La rapina ai danni di X, con sequestro di persona ed armi. Capi E, E1, E2 contestati a Stolder Raffaele, Ferriero Patrizia, Ferriero Rosaria, Ferraiuolo Gennaro, Fiandra Bruno, Improta Giuseppe In data 22.11.2008 X contatta la polizia per denunciare una rapina avvenuta presso la sua abitazione alle ore 00:35 quando alcuni individui con volto travisato ed armati entravano nell’abitazione in via Pietro Colletta n. 35 (di fronte la pizzeria Trianon). Personale di polizia, immediatamente intervenuto sul posto, apprende da X che uno dei rapinatori gli aveva detto di conoscere bene le abitudini della sua famiglia, che da oltre un anno e mezzo controllavano ed avevano saputo dell’esistenza di una cassaforte e di oggetti preziosi da una collaboratrice della moglie, dietro pagamento di una somma di denaro pari a 15.000 euro. Dopo aver compiuto l’atto criminoso i quattro uomini, sempre sotto la minaccia di armi, imbavagliavano e legavano polsi e caviglie, sia di X che ... , con fascette in plastica, che venivano sequestrate sul posto, e quindi lasciavano l’abitazione. Sempre nella immediatezza X aveva ricordato di aver sentito una comunicazione via radio “c’e’ movimento? …stai ascoltando la zia?”. Sentito a sommarie informazioni nella immediatezza presso il Commissariato Vicaria Mercato il denunciante dichiara che mentre si trovava nella sua abitazione, intento a guardare la televisione, udiva la porta di casa aprirsi ed entravano tre persone travisate, due delle quali armate di pistola, che minacciandolo chiedevano le chiavi della cassaforte. Al suo rifiuto, sempre tenendolo sotto la minaccia delle armi, si recavano nella zona ove era la cassaforte e la aprivano con la fiamma ossidrica, asportandone tutto il contenuto. A tal fine, mediante radio convocavano altre due persone in grado di scassinare la cassaforte, al cui interno erano denaro ed oggetti preziosi per un valore complessivo di circa 130.000 euro. Uno di loro, mentre procedevano ad aprire la cassaforte, diceva una frase che lo aveva colpito “ascolta la radio della zia.…”. Una più dettagliata denuncia viene presentata da X sempre nella giornata del 22.11.08, qualche ora dopo. Nella stessa si legge che verso le ore 00:35, mentre era in casa sul divano guardando la televisione, ad un tratto udiva la porta di ingresso aprirsi con le chiavi e vedeva entrare tre persone di cui due armate di pistola modello Beretta, come quelle in uso alle Forze di Polizia, rispettivamente di colore brunito ed argento. I soggetti erano mascherati con passamontagna di colore blu e cappello scuro, avevano guanti scuri ed impermeabile di colore scuro, presumibilmente blu. Erano in possesso di due radio ricetrasmittenti funzionanti e collegate con almeno due persone che si trovavano all’esterno dell’appartamento, ovvero una era sotto il portone dell’abitazione e l’altra era lo studio della moglie Fortunato Adriana Anna Silvia, in Piazza Municipio n. 4, come aveva modo di comprendere da quanto riusciva ad ascoltare delle comunicazioni radio. I soggetti si tenevano costantemente aggiornati circa la situazione stradale e le frequenze radio della polizia. Uno dei tre rapinatori convocava a mezzo ricetrasmittente almeno un altro complice allo scopo di aprire la cassaforte con la fiamma ossidrica. Nel corso della rapina, i rapinatori sostenevano di aver pedinato tutti i membri della famiglia da circa un anno e mezzo, e davano prova di ciò rivelando di sapere che la suocera era vissuta in Argentina per un lungo periodo, di conoscere l’attività della moglie, del suo studio professionale e delle cliniche nelle quali opera, del furto da lei subito presso lo studio nel dicembre 2007, della scuola frequentata dalla loro figlia e dei suoi spostamenti nonché della sua attività professionale. Gli stessi rapinatori affermavano di aver comprato le informazioni per la somma di 15.000 euro da una delle segretarie di mia moglie. Dopo aver svaligiato la casa gli stessi comunque rimanevano in costante ascolto radio tra di loro e con le frequenze della Polizia, quando intorno alle 01:20 in fretta ammanettavano ed imbavagliavano lui ed il figlio, dopo aver tagliato i fili del telefono di casa e sequestrato il cellulare del figlio. Solo quando erano riusciti a liberarsi da alcune fascette di plastica e dai bavagli avevano chiamato il 113. X aggiunge che durante la rapina due rapinatori venivano chiamati con i nomi Franco e Marco e gli stessi, prima di allontanarsi, si impossessavano di alcuni borsoni del figlio (cfr. denuncia del 22.11.08). In data 05.12.2008, gli ufficiali del Commissariato PS Vicaria, su specifica delega del P.M., procedono a sentire nuovamente il denunciante su alcune circostante specifiche ed in particolare X in tale occasione precisa che avevano subito in passato, precisamente il giorno 17.12.2007, un altro furto all’interno dello studio medico della moglie Fortunato Adriana Anna Silvia ubicato in Piazza Municipio 4 ed utilizzato anche come sede operativa della s.r.l. I.D.F., furto denunciato presso il commissariato P.S. di Napoli S. Ferdinando. Nella circostanza furono sottratti dalla cassaforte a muro, che venne sradicata dalla parete, oltre 300 mila euro in contanti, di pertinenza della società, di cui solo poche persone avevano conoscenza. Tra queste, vi erano alcune dipendenti della società della moglie, ovvero Cannavale Rita, De Simone Paola, Daniele Daniela, Masi Tullia, Bove Assunta A seguito di ciò, le dipendenti vennero licenziate, ma poi furono nuovamente assunte Masi Tullia come segretaria e Bove Assunta come collaboratrice domestica. La Bove frequenta la loro famiglia da circa 15 anni e lavora sia presso l’abitazione che presso lo studio della moglie. Sa che la stessa ha una sorella di nome Enza, che ha i capelli biondi ed abita nel quartiere di Forcella, la quale aiuta il padre nella vendita in strada di pizze fritte, nei pressi dell’abitazione in vico Zuroli n. 10, e conosce molto bene la loro famiglia. Vi sono poi altre due sorelle di nome Giuseppina ed Antonella ed un fratello di cui non conosce il nome; il cognome della madre è Durante. X precisa inoltre che, per accedere al palazzo ed aprire la serratura elettrica, bisogna digitare un codice noto solo ai condomini, che all’epoca del fatto corrispondeva al numero 1610, oppure bisogna utilizzare le chiavi. Il portone non presentava alcun segno di effrazione dopo la rapina e, pertanto, i malfattori erano in possesso o del codice o della chiave. Il codice era noto anche alla Bove Assunta, che aveva anche le chiavi del portone. I rapinatori erano entrati dalla porta d’ingresso aprendola con una chiave. Circa un mese prima dell’accaduto erano state notate persone estranee sul ballatoio della sua abitazione, motivo per il quale aveva dato una copia delle chiavi al figlio ed alla Bove per chiudere completamente la serratura. In precedenza, entrambi avevano una chiave che consentiva loro di accedere solo nel caso in cui la serratura non fosse stata chiusa con le mandate. Sul punto X racconta un episodio specifico: la Bove, nonostante in possesso della nuova chiave, non aveva chiuso con le mandate la porta di casa e quando il dottore glielo aveva contestato aveva risposto di non aver mai ritirato la chiave nuova, mostrando a prova di ciò una chiave posta in un vassoio in cucina; tuttavia questa era una vecchia chiave dello studio della moglie e pertanto si posero alla ricerca della copia della chiave dell’abitazione fatta per la Bove ritrovandola solo quattro o cinque giorni prima della rapina nella stanza del figlio. La circostanza veniva contestata alla Bove che non sapeva dare alcuna spiegazione La donna era a conoscenza del fatto che, nella cassaforte a muro, ubicata nel corridoio, occultata dietro ad un quadro, erano custoditi gioielli e danaro contante in quanto spesso, la stessa, era presente alle loro conversazioni. X ha infine precisato che le radio ricetrasmittenti, attraverso le quali comunicavano i malviventi erano una di colore nero ed un’altra di colore grigio, la prima più grande della seconda. Aveva ricordato le frasi “questi stanno facendo i furbi”, frase detta quando lui aveva riferito di aver smarrito le chiavi della cassaforte, “….sali con la borsa…”, “…..senti che dice la zia….” Il malvivente che parlava via radio con gli altri complici, si spostava di continuo e quindi non sempre riusciva a sentire tutte le frasi esatte. Aveva sostenuto che almeno uno degli altri complici fosse sotto il palazzo perché quando fu chiamato per aprire la cassaforte con la fiamma ossidrica salì dopo un paio di minuti circa. Era stato poi uno dei rapinatori a dirgli che un complice trovava sotto lo studio della moglie, con una radio ricetrasmittente, al fine di controllarne gli spostamenti. In diverse occasioni la moglie aveva parcheggiato la propria auto in piazza Calenda, di fronte al teatro Trianon, lasciando le chiavi al parcheggiatore abusivo, solitamente presente, un giovane di grossa corporatura, alto 1,75 circa (cfr. verbale informazioni del 5.12.07). Nella stessa circostanza, giunge negli uffici del Commissariato il figlio Federico, il quale, intervenendo nella verbalizzazione aggiunge che uno dei malfattori aveva preso un cioccolatino su un mobile del salotto e alzò il passamontagna per mangiarlo mostrando gli occhi chiari, forse azzurri ed un grande naso; era colui che veniva chiamato Franco. Un altro rapinatore “aveva il dorso curvo”, era alto mt. 1,80 circa ed era quello che dava le istruzioni ai suoi complici, facendo da capo. I guanti da loro indossati erano di gomma spessa, di colore nero. Il giovane aggiunge di essere in grado di riconoscere il soggetto chiamato Franco. Così in data 14.1.09 X viene chiamato ad effettuare una individuazione fotografica e riconosce nella foto di Fiandra Bruno quella del soggetto aveva alzato il passamontagna per mangiare il cioccolatino, e si faceva chiamare Franco; era alto mt. 1,80 e dimostrava un’età di circa 30 anni. Non aveva avuto modo di vedere in viso nessun altro soggetto, perché tutti travisati da passamontagna. I rapinatori, appena entrati, avevano subito chiesta della cassaforte a muro e, senza ricevere da loro alcuna indicazione, dopo pochi secondi si portavano direttamente nel corridoio andando a vedere dietro al quadro che la celava (cfr. verbale di individuazione fotografica del 14.1.09). Sin qui i dati acquisiti dalle dichiarazioni delle due vittime presenti alla rapina, riscontrati dal sequestro delle fascette usate per legarli rinvenute dal personale di polizia intervenuto nella immediatezza presso l’abitazione. Le intercettazioni in corso sulle utenze in uso allo Stolder Raffaele ed ai soggetti a lui collegati rivelano significativi elementi che consentono – anche alla luce di obiettive risultanze dovute ai contestuali accertamenti di polizia – di individuare alcuni dei partecipi alla rapina ai danni di X. Queste le telefonate di rilievo esaminate alla luce delle annotazioni di polizia e dei brogliacci allegati: - telefonata n. 658 ore 14:30 del 21/11/08 intercettata sulla utenza 366 ... in uso allo Stolder Raffaele che contatta la utenza 366 ... in uso a Ferriero Rosaria (ugualmente monitorata) nel corso della quale si sentono degli squilli e in ambientale Stolder Raffaele dice che sta provando a contattarla ma stranamente non risponde; - telefonata n. 570 ore 16:50 sempre in data 21.11.08 tra le due utenze sopra indicate, quando nuovamente Stolder prova a contattare la cognata e in attesa che la stessa risponda dice in ambientale “ora dove lo metto? È tutto bagnato … dobbiamo solo spostare la roba dal lato di là”; - telefonata n. 674 ore 18:18 (stesso giorno) sulla medesima utenza dello Stolder che contatta Santaniello Salvatore con il quale discute di una macchina WW Polo che è stata sistemata ed è stata venduta ad un soggetto che ha dato già un acconto di 2000 euro; poi i due parlano di un’altra auto che Stolder vuole avere subito per “provarla”. Santaniello obietta che sta piovendo e Stolder ribatte che “quella cosa” sta nella macchina. Santaniello chiarisce che lui può portare l’auto ma qualcuno lo deve poi riaccompagnare. Stolder risponde che va bene e che lo aspetta; - telefonata n. 675 ore 18:20 (stesso giorno) sempre intercetta sulla utenza sopra indicata in uso allo Stolder e diretta alla utenza 366 ... in uso a Ferriero Rosaria (cui corrisponde il progressivo n. 45) quando si sente la voce di Stolder Raffaele, in ambientale, dire “quelli videro parcheggiare uno là dietro … una …. nuova, nuova … ci stanno pure le chiavi e deve stare dentro al parcheggio …. lo tratteniamo con la scusa dei soldi …cambia tutto … una volta pigliati questi qua...incomincia di un’altra maniera la vita”; - telefonata n. 679 ore 20:28 quando finalmente Stolder riesce a parlare con Ferriero Rosaria con la quale discute di una prenotazione in un albergo che la donna ha provato a fare da una cabina telefonica e i due concordano di incontrarsi da vicino il giorno dopo; - telefonata n. 680 ore 20:32 quando Ferriero Rosaria contatta con la sua utenza quella dello Stolder e gli chiede se deve passare dopo cena da lui. Stolder risponde in maniera criptica di valutare lei stessa se passare da lui; - telefonata n. 681 successive ore 20:36 intercettata sempre sulla 366 ... in uso a Stolder Raffaele il quale contatta Fiandra Bruno e gli chiede coma vada la macchina. Bruno risponde che i freni fischiano, ma la macchina va bene. Stolder si lamenta del comportamento di Salvatore (evidentemente Santaniello) il quale aveva preso 150 euro per aggiustarla. Bruno risponde che, probabilmente, il fischio può dipendere dal fatto che sta piovendo ed i freni sono bagnati; - telefonata n 682 ore 20:56 (stessa utenza dello Stolder) quando Fiandra contatta Stolder chiamandolo “zio” e gli dice di essere sulla salita di Pianura, prima di casa sua, e la macchina si è spenta e non riparte più. Fiandra dice di non poter lasciare l’auto in strada e spiega dove si trova, aggiungendo che la batteria non da segni di vita. Stolder risponde che manderà qualcuno in soccorso; - telefonata n. 683 successive ore 21:01 ancora intercettata sulla utenza 366 ... in uso allo Stolder e diretta alla utenza 334 ... in uso a Fiandra Bruno (utenza successivamente monitorata) nel corso della quale Stolder chiede all’interlocutore se è il caso di fargli portare dei cavi. Bruno risponde che va bene così e Stolder gli dice che dopo è meglio che vada da lui, altrimenti perde troppo tempo; - telefonata n. 685 ore 21:03 tra le due utenze sopra indicate quando Fiandra chiama Stolder per dirgli che sta arrivando il suocero dal lavoro ed ha i cavi della macchina; Stolder si raccomanda di fargli sapere; - telefonata n. 686 ore 21:04 sempre tra le stesse utenze quando Stolder contatta Fiandra per chiedergli se dopo passare da lui. Fiandra risponde che cenerà qualcosa e poi andrà. Stolder gli dice di fare presto perché si sono dimenticati di fare “quello di cui avevano parlato”; - telefonata n. 689 ore 21:23 tra le predette utenze quando Fiandra comunica che l’auto non va proprio e quindi occorre che qualcuno lo passi a prendere. I due parlano ancora dell’auto e alla fine Stolder si arrabbia e dice che non è il caso di pensare ancora alla macchina ma “ad altre cose”; - telefonata n. 690 ore 21:28 quando sempre con la medesima utenza Stolder contatta Santaniello Salvatore che non risponde ed in ambientale si lamenta con qualcuno accanto a lui che ha preso i soldi per aggiustare l’auto che non funziona e neanche risponde al telefono; - telefonata n. 692 ore 22:18 quando Stolder contatta Fiandra (le utenze usate sono le medesime) e quest’ultimo gli dice che sta arrivando; - telefonata n. 693 ore 23:28 (intercettata con il progressivo n. 52 sulla utenza 366 ... in uso a Ferriero Rosaria) quando la cognata Rosaria chiama Stolder e gli dice che sta andando da lui; - telefonata n.694 successive ore 01:02 del 22.11.08 intercettata sulla utenza 366 ... in uso a Stolder Raffaele che viene contattato dalla utenza di Fiandra Bruno ed in ambientale si sente la voce di Improta Giuseppe dire ad un soggetto che si trova con lui, chiamandolo Ciro, di aprire il palazzo. Intanto alle ore 01:20 del 22.11.2008 una pattuglia, in normale servizio di perlustrazione, transitando in Piazza Calenda, all’altezza della Farmacia Mura 14, notano una Fiat 500 di colore blu targata AV705RH, parcheggiata con due persone a bordo, che sono identificate in Ferraiuolo Gennaro e Ferriero Rosaria. Secondo quanto si legge nell’annotazione di polizia allegata agli atti l’attenzione degli operanti viene attirata dal fatto che, alla vista della volante, la donna scende dall’auto e si incammina in direzione di via Pietro Colletta entrando nella traversa adiacente il teatro Trianon, per poi ritornare indietro, mentre l’uomo, restando nell’autovettura, si volta per dare le spalle agli agenti. Dopo qualche minuto da tale controllo, la locale Sala Operativa chiede l’intervento in via Pietro Colletta 35 presso X, della Volante Como Vicaria 11 per rapina con sequestro di persona. Il dato risulta particolarmente significativo perché proprio al momento del controllo di polizia (ore 01:20) l’azione dei rapinatori in contatto via radio con i complici subisce un’improvvisa accelerazione (come dichiarato da X) tanto che gli stessi si affrettano a legare ed imbavagliare le vittime e si allontanano subito. Peraltro si intercettano le seguenti telefonate nella fase successiva: - telefonata n.53 ore 01:43 (sempre del 22.11.08) intercettata sulla utenza 366 ... in uso a Ferriero Rosaria che prova a contattare lo Stolder che non risponde e dice in ambientale“evidentemente Lello ha lasciato il telefono sopra”;- telefonata n.54 ore 01.44 intercettata ancora sulla utenza in uso a Ferriero Rosaria che in ambientale, parlando con un altro uomo identificato nel Ferraiuolo Gennaro, dice “...come.... stavano dentro quando ha detto …sali con la borsa, perchè questi qua stanno facendo i furbi ... sali con la borsa ....sali con la borsa…”. Ferraiuolo “mannaccia! ...mannaccia!” e Rosaria continua “eh! Sono andata a prendere la borsa, sopra dalla Zia e l'ho portata là…. Patrizia ha preso sonno”. Ferraiuolo “là fuori, con il ponte radio .... sopra l'anima di papà....”. Rosaria “e, non ce l'ho la radio...che devo fare!!!...... oì nemmeno il telefono…”. Ferraiuolo “Massimo, se n'è andato proprio?”. Rosaria “Massimo sta sopra”. Ferraiuolo “pure lui, sopra sta?”. Rosaria conferma (“eh”). Ferraiuolo “il palazzo sta aperto, se voglio andare io?” e Rosaria risponde “non lo so”. La utenza della Ferriero Rosaria in questo arco temporale aggancia sempre la cella di copertura della zona ove la rapina è stata consumata e ove sono stati controllati lei ed il Ferraiuolo che evidentemente, dopo la conclusione della rapina, continuano a restare in zona cercando di parlare con lo Stolder per conoscere gli esiti. Ed invero la conversazione in ambientale intercettata tra Ferriero Rosaria e Ferraiuolo Gennaro coincide perfettamente con quanto riferito dai denuncianti in relazione all’intervento di un ulteriore complice con i mezzi per forzare la cassaforte e con la frase “stanno facendo i furbi” che la Ferriero riferisce aver percepito quando “stavano dentro” e lei stessa era andata a prenderla e l’aveva portata “là”. I due lamentano di non avere più il collegamento radio e non sanno come regolarsi, anche perché Stolder non risponde al telefono. Risultano i gravi indizi di colpevolezza in relazione ai reati contestati a carico di 1) Ferriero Rosaria e 2) Ferraiuolo Gennaro che evidentemente svolgono il ruolo di pali, pronti ad avvisare i complici nell’appartamento in caso di imprevisti (e difatti alle ore 01:20 avvisano della presenza della pattuglia); 3) Stolder Raffaele, che convoca Ferriero Rosaria la quale dopo le fasi concitate della rapina cerca di contattarlo a sua volta; 4) Fiandra Bruno che viene convocato dallo Stolder con la telefonata delle ore 21:01 dopo aver testato la efficienza di un’auto ed è individuato in foto da X tra i rapinatori come colui che si era tolto il passamontagna per mangiare un cioccolatino. Non sussistono gravi indizi a carico di Improta Giuseppe in considerazione della unica conversazione che lo vede protagonista senza tuttavia che sia possibile comprendere se sia proprio lui la persona che accede all’abitazione per scassinare la cassaforte, posto che non vengono in questo caso intercettate le chiamate radio ed è vero che alle ore 01:02 egli cerca di contattare al telefono lo Stolder, da una utenza che nel brogliaccio gli investigatori indicano come in uso al Fiandra, ma Stolder non risponde e dunque non si ha modo di verificare se il portone del palazzo che Improta chiede di aprire sia proprio quello ove è in corso la rapina. Ugualmente esistono elementi di forte sospetto nei confronti di Bove Assunta, tenuto conto delle dichiarazioni dei denuncianti e della circostanza, sottolineata dagli investigatori, che ella abita nello stesso quartiere ed a breve distanza dallo Stolder. Si tratta di sospetti e correttamente non viene formulata alcuna richiesta a carico della Bove, sebbene risulti altresì che la mamma della Bove, che si identifica in Durante Angela, svolge l’attività di collaboratrice domestica presso l’abitazione degli Stolder ed è in costante contatto con la Ferriero Patrizia. Se questi elementi non sono sufficiente per procedere a carico della Bove o della Durante non si può certo ritenere raggiunto un quadro indiziario grave nei confronti della predetta Ferriero Patrizia di cui si parla, nelle intercettazioni qui riportate, solo per dire che “ha preso sonno”. Quanto alla configurabilità dei reati, in relazione alla sussistenza del sequestro di persona valgono le considerazioni sopra svolte con riguardo alla rapina nello studio S. V., posto che anche in questo caso i soggetti sono stati legati e privati della libertà dopo la conclusione della rapina e per evitare che fosse chiamata la polizia, essendo stata segnalata la presenza di una Volante in zona. La tentata rapina ai danni della FINMAZZA. Capo F contestato a Stolder Raffaele, Ferriero Rosaria, Fiandra Bruno, Esposito Antonio, Marotta Salvatore, Schiavon Gianfranco. Il chiaro contenuto di alcune conversazioni intercettate consente di desumere che il gruppo capeggiato da Stolder Raffaele comincia già nel mese di giugno del 2008 a pianificare un “colpo” da portare a segno nei confronti di una società di pegni che in maniera piuttosto esplicita viene indicata nella FINMAZZA. Sul punto valgono alcuni passi dell’ambientale n. 520 intercettata in data 4.6.2008 nell’abitazione dello Stolder: - ore 18:31 quando Stolder Raffaele parla di un colpo da organizzare e descrive la ubicazione della società di pegni in via Cesare Rosaroll “…quando andate sopra….no? ..ed entrate dentro da questo ... vedete che, affianco, ci sta una specie di corridoio …. quei balconi sono tutti i suoi ... quei balconcini ... quello è un albergo ... quello ... quello è interessante ... è interessante, quella stanza proprio tiene la telecamera, proprio quando entrate nel palazzo ... quello che ha d'interessante è la controsoffittatura ... perciò poi, in un secondo momento, dobbiamo vedere come dobbiamo fare per fare il buco nel muro perchè, se tiene la controsoffittatura, anche l'albergo questo è finito, perchè noi facciamo il buco nella controsoffittatura e lo pigliamo e ce lo mangiamo! ... facciamo queste due cose ... poi, vediamo, tiene una cassa, che più o meno si vede, quando sta un poco aperta la porta. .. e sono piene tutte e due, ha due o tre casse, tutte piene... è assurdo”. In quel frangente in casa i verbalizzanti individuano le voci di Marotta Salvatore e di Colurciello Salvatore. Marotta in particolare dice di aver chiesto ad Enzuccio, il fabbro, delle cose che costano 650 e si mettono vicino all'orecchio per sentire tutto quello che dicono le persone. I presenti parlano quindi di apparecchiature per far scattare l’allarme. Stolder in questo contesto parla, tra l’altro, di “microspie” da collocare, dove fare i colpi, per sapere quando aprono le casse e quando parlano con la sicurezza; - ore 20:31 quando in casa si individuano le voci di Stolder Raffaele e del genero Esposito Antonio. Quest’ultimo racconta al suocero che un dipendente dell’Hotel PRATI aveva chiamato la Municipalità affinchè venisse effettuata una disinfestazione ed una derattizzazione nella zona ed inoltre parla di un parcheggiatore che opera proprio dinanzi al predetto hotel. Stolder chiede “ma chi è questo padrone dell’Hotel PRATI?? …ma non ti puoi informare chi è questo padrone dell’Hotel Prati?”. Esposito risponde “io, il padrone dell’hotel PRATI non lo conosco …. io conosco il vecchio…”. Stolder chiede “il vecchio, sarebbe quello con i baffi?” e poi si informa “ma quell’albergo, no… le stanze ce l’ha, solo al primo piano?”. Esposito risponde “quello là ha un magazzino giù dove ha fatto la reception … poi tiene la casa al secondo, al terzo e quarto piano … però da Enzo si sale per il secondo piano … poi, stesso per là dentro avrà fatto una scala, dove si sale per le stanze, quelle sopra di qua e quelle sopra di la……comunque, tutto il bordello, tiene una ventina di stanze…”. Stolder spiega il suo interesse “io vorrei sapere se sono stanze o se sono amministrazioni … Hai capito? … al primo piano… dove sta ò impegnatore …. Perché tiene pure una scrivania… “. Esposito risponde “al primo piano, non si vede proprio che cos’è” e Stolder ripete “tiene pure una scrivania”. Esposito specifica “perchè quello sta al secondo piano” e Stolder “ci sta una stanza con la scrivania, al primo piano… sta la gente affacciata, ogni tanto… sai dove stanno affacciati? …. al lato… al lato dell’albergo, verso il palazzo, al lato di la … perché dentro all’albergo … però dall’altra parte, in testa al palazzo, appartiene all’albergo….”. L’ambientale di cui sono stati riportati due stralci è importante perché rivela che lo Stolder, tra i vari progetti criminosi di cui discute con i suoi affiliati, prende subito di mira la FINMAZZA, come si desume dai chiari riferimenti alla società di pegni (“o’ impegnatore”) che si trova al primo piano dello stesso stabile in via Cesare Rossaroll ove si trova l’hotel Prati e, così come descritto dallo Stolder, ha un bancone di accoglienza clienti, con vetri blindati, che è possibile scorgere dal pianerottolo del primo piano. Peraltro i verbalizzanti hanno effettuato un sopralluogo che ha consentito di riscontrare quanto con precisione viene detto nel corso dell’ambientale con riguardo alla ubicazione della sede della società di pegni. Invero, come inizialmente descritto dallo Stolder, salendo al primo piano, vi è un corridoio che conduce alle stanze dell’albergo, ove è anche situata un’entrata secondaria della FinMazza; la società ha poi una serie di balconcini che sono visibili da tutte le angolazioni dello stabile in questione; sullo stesso piano vi sono le stanze dell’Hotel Prati ed una porta secondaria di accesso è attigua ad una stanza, la numero 102; al primo piano è installata una telecamera di sicurezza; nel corridoio che conduce alle stanze dell’albero, al piano primo, è presente una controsoffittatura (quella che lo Stolder vuole bucare per “mangiarseli”); dal pianerottolo del medesimo piano si intravede una cassaforte accanto al bancone. Va sottolineato che il genero Esposito Antonio, di cui viene riconosciuta la voce, è in grado di fornire tali indicazioni poiché gestisce un bar, denominato DAVID situato in Piazza Principe Umberto, proprio di fronte allo stabile ove sono l’albergo e la società. I progetti sulla FinMazza sembrano perdersi nel mare di altre iniziative che il gruppo sta portando avanti, su vari fronti, come dimostrato dalle intercettazioni ricordate nel trattare del reato associativo e da quelle ulteriori rilevabili dai brogliacci presenti nel volume 3 degli allegati alla segnalazione DIA. Tuttavia nel mese di novembre 2008 di nuovo il discorso ritorna sulla società di pegni. Gli investigatori indicano alcune conversazioni intercettate tra Stolder Raffaele e tale Franco il ragioniere, non napoletano, nel corso delle quali il primo rappresenta la necessità di una collaborazione per un colpo da realizzare, conversazioni che sono in qualche modo legate agli sviluppi dell’attività svolta dalla Ferriero Rosaria presso l’hotel Prati. E sul punto giova ricordare le seguenti intercettazioni: - telefonata n. 78 ore 22:20 del 7.11.2008 intercettata sulla utenza 366 ... in uso allo Stolder che viene contattato da una cabina pubblica (utenza 049 ...) di Abano Terme, provincia di Padova, in via Giacomo Puccini n. 2 da un soggetto non napoletano al quale Stolder rappresenta di aver reclutato del personale per fare “un colpo”. I due restano di intesa che si sentiranno per accordarsi; - telefonata n.136 ore 11:58 dell’8.11.2008 intercettata sulla medesima utenza dello Stolder che viene chiamato da un soggetto non identificato il quale fa riferimento ad una persona, con la quale Stolder dice di aver parlato la sera precedente (è quindi evidente il riferimento all’interlocutore non napoletano), e il chiamante specifica che la persona “non è libera”. I due discutono della possibilità di concordare degli incontri “a metà strada”. Il soggetto precisa che ora lui vedrà quella persona ed insieme contatteranno lo Stolder. Quest’ultimo ribadisce la sua urgenza di parlare con la predetta persona e precisa di chiederle se “può andare da lui” perché ha “un colpo da fare”. Il chiamante chiede quanto tempo dovrà rimanere la persona e Stolder risponde che “è già tutto pronto”; - telefonata n. 144 ore 16:33 sempre dell’8.11.2008 quando, come annunziato, sulla utenza dello Stolder il soggetto di cui alla precedente chiamata contatta lo Stolder e gli passa la persona con la quale si è incontrato e che dalla voce risulta essere l’interlocutore dello Stolder della telefonata n. 78 (sopra riportata). Stolder chiede all’uomo se può spostarsi per andare a Napoli e realizzare “qualche colpo”. L’uomo risponde che deve rientrare per mezzanotte a casa. Stolder chiede se possano incontrarsi da vicino e l’interlocutore afferma di essere stato nel posto “dove è stato il fratello”. Parlando di altri soggetti da contattare e di pregresse situazioni. Stolder afferma in questo contesto che lui adesso ha una “bella equipe” e dispone di apparecchiature tecnologiche che gli velocizzano il lavoro per “fare” appartamenti e negozi; - telefonata n. 235 ore 01:58 dell’11.11.2008 quando Stolder Raffaele chiede a Ferriero Rosaria “ma come mai non gira?”. Rosaria risponde “fa mezza ... la metà fa pure lo scatto, si sente pure il rumore..metà, ma non apre”. Stolder chiede “e che pensi?”. Rosaria “e che penso? O Marco deve fare qualche modifica, o sa lui … mò domani, mò sto fatto che è? …..che problema è?”. Stolder commenta “secondo me, ne dovevamo portare un pò di più di queste cose… eh? …mannaccia la miseria puttana”. Rosaria riferisce “e, poi, ho visto un’altra cosa quando sono venuta … la signora affianco a me non c'era… eh! ho visto la chiave appesa …”. Stolder prontamente “e allora fattela dare domani” e Rosaria concorda “e ..mo mi sono affacciata e neanche .. ho visto tutto chiuso…. mò, domani mattina, se la signora affianco a me non ci sta, mi faccio dare quella là”. Stolder “eh! te la fai dare, mo.. mo… vediamo come dobbiamo fare ….eh” e insiste “eh! Domani, passatene di la! … ja”aggiungendo “comunque qualsiasi cosa trova una scusa, hai capito? …. eh! così te la fai dare … e se no va a finire che dopo non troviamo”. Rosaria ribadisce che se vede che la signora non c’è chiederà di spostarsi. Stolder ripete “ti raccomando domani…” e Rosaria “eh! Gesù che mi dimentico?”. Stolder continua “fai la solita cosa … e vediamo un pò vediamo un pò se casomai giù domani si avvistassero ste cose… se le potessimo prendere direttamente di là capito? … se, distrattamente, le tenessero appoggiate.. hai capito? … ti pare?! …e vedi pure se, la dietro, stessero… stessero infilate….”. Rosaria risponde “ah, è normale … Io guardo sempre”. Stolder continua “non si può mai sapere …quello...”. Rosaria “quella è la prima cosa che io vedo”. Stolder “e quello che avvista, avvista… no? gli fai vedere qualcosa e se avvista qualche mazzetta prendi e te lo prendi…. hai capito?”. Si salutano. La telefonata, ora riportata, rivela che il colpo che Stolder ha in corso è proprio quello ai danni della finanziaria FinMazza, in considerazione del fatto che dai riferimenti contenuti nel dialogo tra Stolder e Ferriero Rosaria si evince chiaramente che la donna si trova presso un albergo e sta provando ad aprire una serratura. I verbalizzanti, peraltro, hanno verificato sui registri delle presenze dell’Hotel Prati, ovvero l’albergo che si trova nello stesso stabile della società, che una donna con il nome di Adaggio Vincenza (poi come si vedrà infra identificata nella Ferriero Rosaria) dal 6.11.08 occupava una camera dell’albergo e proprio il giorno successivo alla telefonata chiedeva di passare dalla stanza 101 alla stanza 102; - telefonata n. 240 successive ore 10:32 (la mattina del medesimo 11.11.2008) sempre sulla utenza in uso allo Stolder che riferisce all’interlocutore, (colui che fa da tramite con il soggetto della zona di Padova), di aver rintracciato “quelli là” i quali arriveranno tra 8 - 9 giorni. In maniera criptica lo invita a ricordare il motivo. Nel corso della telefonata chiede all’interlocutore di vedere il fatto del “ragioniere” per verificare quando potranno incontrarsi a metà strada. L’uomo risponde che glielo dirà subito e chiede se Stolder intenda parlargli da vicino. Stolder afferma che sarebbe meglio fare così anche per provare i tempi degli spostamenti e propone di far partire il ragioniere di mattina presto. Dopo aver di nuovo parlato delle persone che devono muoversi tra 7/8 giorni, Stolder ritorna a parlare della persona che invece vuole far giungere a Napoli e discute della possibilità che quando “quello” arriverà a Napoli potrà prendere un taxi e farsi portare al posto convenuto; - telefonata n. 268 ore 17:51 (stessa data) quando sulla utenza di Stolder giunge la chiamata del precedente interlocutore il quale dice di aver da poco lasciato il ragioniere, con il quale aveva provato anche a chiamarlo, ma non Stolder aveva risposto. L’uomo gli consiglia di pianificare un incontro a metà strada e gli suggerisce Firenze Nord, aggiungendo “però, adesso domani ho l'appuntamento per le cinque e ti fai trovare con il telefono pronto che stiamo telefonando da parecchio, poi lui aveva da fare e se ne è andato”. Restano quindi d’accordo di risentirsi per domani alle ore 17:00/17:30. Intanto, nella notte, si intercettano contatti continui tra Fiandra Bruno, che utilizza la scheda telefonica dello Stolder (366 ...) e Ferriero Rosaria la quale alloggia, come rivelato dalla telefonata n. 235, proprio nello stabile ove si trova la finanziaria presa di mira dal gruppo. Così alle ore 01:17 (telefonata n. 270) Fiandra Bruno chiama Ferriero Rosaria per dirle che sta andando da lei; poi alle ore 01:47 (telefonata n. 273) prova di nuovo a chiamarla e in attesa che risponda dice a qualcuno accanto a lui di chiudere l’apparecchio radio altrimenti “si sente da dentro al telefono”. Alle ore 02:02 (telefonata n. 277) Rosaria contatta il Fiandra Bruno dicendogli che hanno lasciato “tutto aperto” e possono entrare aggiungendo che una seconda porta scricchiola e fa rumore. Fiandra risponde che ora andrà con lo “zio” (così come in segno di rispetto viene chiamato lo Stolder). Alle ore 02:08 (telefonata n. 278) Ferriero Rosaria consiglia al Fiandra di mettere “il motorino di fronte” così lo potrà sorvegliare lei. Alle ore 02:15 sempre Rosaria avvisa Fiandra (telefonata n. 279) che c’è la polizia in giro ed ha fermato un soggetto con uno scaletto nella macchina. Successivamente, però, ore 02:17 Rosaria richiama per dire che è “pulito” (telefonata n. 280). Alle ore 02:19 Fiandra chiede a Rosaria se può andare e la donna risponde “niente di meno” (telefonata n. 282). Alle ore 02:20 Fiandra prova a contattare di nuovo la donna e in sottofondo si sente la voce di Stolder Raffaele che gli dice che devono “mettersi di fronte” (telefonata n. 283). Alle ore 02:21 Fiandra riferisce a Rosaria che “è tutto chiuso”, ma la donna ribatte “vedi che ho messo il fazzolettino”. Fiandra ripete che è chiuso e le chiede di scendere ad aprire. In sottofondo si sente Stolder Raffaele alterato che intima “deve scendere un attimo” (telefonata n. 285). Alle ore 02:30 (telefonata n. 287) Rosaria chiama Fiandra per avvisarlo“si sta muovendo l'ascensore” e devono stare attenti. Fiandra risponde che se ne andrà a casa. Alle ore 02:46 Fiandra contatta la Ferriero per dirle che “la persona” è stata vista e vi è una seconda porta rimasta aperta. Rosaria dice che non è riuscita a chiudere ed ora se la persona sale può vedere la porta aperta e si può insospettire (telefonata n. 291). Qualche secondo dopo (telefonata n. 292) Fiandra chiede a Rosaria se la seconda porta ha la serratura e discutono della prima porta, dove la donna aveva messo il fazzoletto. Bruno chiede a Rosaria (chiamandola per nome) quale porta abbia lasciato aperta e le dice di vedere cosa fa lui. In sottofondo si sente la voce di Stolder che suggerisce. Fiandra quindi riferisce alla donna che se il soggetto dovesse chiedere come mai la porta stava aperta, lei deve risponde che doveva prendere un po’ d'aria. Alle ore 02:59 (telefonata n.293) Fiandra chiama Rosaria che gli comunica “sta giù” e Stolder in sottofondo chiede se sente parlare. La risposta arriva dopo qualche minuto quando alle ore 03:15 Rosaria comunica a Fiandra che il soggetto “ha la televisione accesa”.Si rinvia l’operazione. Puntuale, secondo quanto annunziato nella conversazione n. 268, giunge la telefonata n. 325 alle ore 17:20 del 12.11.08 intercettata sulla utenza dello Stolder e proveniente dalla utenza 334 ... (intestata ad un cittadino indiano ma in uso al soggetto con l’accento napoletano in contatto con il soggetto residente nella zona padovana). Si sente la voce del medesimo interlocutore della 268 dire “aspetta, adesso subito te lo passo, due minuti …hai capito? Statti vicino al telefono”. Stolder chiede “se devo aspettare… ti chiamo dopo?”. L’interlocutore “No! No! Quello, adesso se ne deve andare, aspetta sta qua, adesso te lo passo ... un attimo ... sta venendo ... tieni, tieni …Franco …”. Quindi la conversazione continua tra lo Stolder ed il soggetto chiamato Franco il quale dopo i convenevoli dice “Ascolta… noi ci vedessimo a metà strada, hai detto che devi parlami, no? Perché, a venire giù ... se per venire sai … per i discorsi… io vengo senza fiatare… un attimo ...però se ... inc ... possiamo fare a metà strada, per ciascuno, come avevamo detto è meglio per discutere. Cosa dici?”. Stolder risponde “Ti volevo dire, adesso io sto facendo un sacco di casino per chiudere questa storia che ti ho mandato a dire ... ho detto così … adesso sto seguendo questa storia che ti ho mandato a dire e, praticamente, mi hanno detto che, tra otto giorni, questo tizio scende e ci da tutto, ci da tutto la ditta, le marche tutto ...”. Franco interviene“... il materiale, ho capito ...” e Stolder continua “l'esclusività a noi ci da ...così ha detto”. Franco chiede “cos'è Adidas?” e ripete dal momento che Stolder non ha compreso “sono Adidas? Ho detto, scarpe ...”. Stolder conferma “si tutta questa roba qua ed altre marche ...”. Franco afferma “ho capito... Tu vorresti che ci dobbiamo sentire, quando ci dà l'esclusiva del contratto ...”. Stolder allora chiarisce “si … gli parlo del contratto e tutto, poi, caso mai ci fai una corsa direttamente. Vai proprio sul posto! Hai capito com’è? … e veniamo a parlare, poi, a parte questo, probabilmente ci potrebbe stare un altro ... inc ... da chiudere … allora, se c'è questa cosa da chiudere, io non so se tu hai la disponibilità di venire presto, hai capito com’è? ... Magari dopo subito te ne andresti ...”. Franco chiede “la disponibilità di venire presto, ma entro otto giorni?”. Stolder risponde “non lo so! E’ una cosa che si chiude al momento, non lo so adesso! Sto vedendo un po’ una ... devo chiedere, un momento, una pratica ...”. Franco ripete “ho capito! Allora, tu vorresti che venissi là? Direttamente?”. Stolder precisa “ma, se c’hai il tempo, perchè se non c’hai il tempo, non fa niente! Questa è una cosa ... a me fa piacere a livello affettivo, hai capito? Perchè ...”. Franco lo interrompe “si, ho capito … Ho capito ... però, se la cosa è tua importante da fare io vengo ...va bene”. Stolder conclude “Allora, facciamo così, io se questa cosa si chiude … se questa cosa si chiude, tu vedi un po’se puoi fare questa volata…… perché, la cosa, ora ti spiego... di mattina, prestissimo, però per fare ... inc ... ragioniere hai capito com’è? …Poi, si fa l'orario di apertura, magari verso ……verso le dieci può darsi che chiudiamo il contratto e, dopo, dopo chiuso il contratto, praticamente, puoi subito andartene … hai capito? …C’è un problema di orario, sia di notte, che di mattino, perchè bisogna aspettare... che questi vengono … tiene in mattina il mercato …hai capito?”. Franco risponde “si, ho capito! Senti, a che ora dovrei essere là?”. Stolder risponde “è un casino! Perchè si tratta che noi dovremmo …… dovremmo andare su, verso le due, ……due e qualcosa ... di notte ……però… poi aspettare, aspettare che si fa tutto il mercato, tutta la mattinata e si può fare dalle dieci, dieci e mezza ... hai capito? ... se, ti è fattibile ... non lo so …se non ti è fattibile, non fa niente”. Franco risponde che ci penserà. Stolder sottolinea “Naturalmente, è una di quelle cose come facciamo sempre, fatta bene”. Franco risponde “si, si ho capito. Come quando abbiamo chiuso quel contratto quella volta”. Stolder “si .. si è una specie di quel contratto”.Franco “Ho capito …Stai attento ad una cosa … Fra quando dovrei? …otto giorni, sette giorni?”. Stolder risponde “No … può darsi che pure che sia a giorni” e ripete “può darsi pure che si chiude in un paio di giorni …un paio di giorni o al massimo all'inizio della prossima settimana”. Franco osserva “perchè io, all'inizio, proprio all'inizio, lunedì, dovrei andare all'assistenza sociale, capito? C’ho, anche la firma”. Stolder poi precisa “... quell'altra cosa non c'è problema perchè è proprio da voi …quindi, praticamente, stiamo lì”. Franco dice “comunque, a me mi starebbe bene anche l'altro fatto perchè, ……hai capito? Adesso, valuto le due cose, perchè se proprio il primo giorno della settimana, devo trovare la maniera di ... trovare questo sistema qua, hai capito? Però, adesso, adesso vediamo, va bene. Tu quanto prima, mi avvisi?”. Stolder conferma “si … ti avviso... possiamo anche chiudere ... inc ... non oltre martedì”. Franco si convince “va bene, non oltre martedì, va bene” e aggiunge “se è martedì, sarebbe meglio”. Stolder ipotizza che possa realizzarsi anche giovedì o venerdì e Franco ribatte che per lui “è la stessa cosa di martedì”. Stolder conclude “va bene … adesso vedo se ci riusciamo ... ci sentiamo”. Franco chiede ancora “Ascolta! Quanto tempo prima avvisi?” e Stolder risponde “ti avviso, almeno un giorno prima …Stiamo, proprio a chiusura …hai capito? ... ho fatto anche il mercato”. Il termine “contratto” è evidentemente un termine in codice riferibile all’attività illecita cui entrambi gli interlocutori sono dediti tenuto conto del contesto nel quale viene utilizzato (ove si parla di una “cosa” dello Stolder cui lo Schiavon è disposto a partecipare se è importante), nonché di quanto in maniera più esplicita si discute nella telefonata n. 144 dell’8.11.08 (sopra riportata). Alle ore 23:36 sempre del 12.11.08 si intercetta la telefonata n. 576 sull’utenza 339 ..., in uso a Stolder Raffaele, il quale mentre attende che il chiamato risponda, parlando con un soggetto accanto a lui, descrive nel dettaglio la zona da percorrere per raggiungere, in altro modo, proprio i locali della predetta società “…vedi solo dove stanno ... se fai la strada così ... ti fai la ….Duchesca, dietro la Carriera Grande, dentro il vicariello ... con Antonio, spezzi dentro al vicariello, stai di rimpetto all'albergo ... Carriera Grande… ti rimane…. il vicolo di fronte ... la banca verosimilmente …. sta vicino sta ... vedi”. Tenuto conto della circostanza che alle ore 22:57 Rosaria Ferriero ha contattato lo Stolder per dirgli che lo stava raggiungendo (telefonata n. 337 sulla utenza 366 ... riportata nell’allegato 7 vol. 3° segnalazione DIA), i verbalizzanti ipotizzano che lo Stolder parli con la sorella della moglie Patrizia, la cui utenza cellulare viene posta sotto controllo. Alle ore 14:46 del 13.11.08 viene intercettata la telefonata n. 370 sulla utenza 366 ... in uso allo Stolder contattato dalla utenza 334 ... in uso al soggetto che fa da intermediario con il Franco residente nella zona di Padova. Stolder gli comunica “come sono rimasto è l’unico sistema …adesso abbiamo un inghippo che dobbiamo superare e, poi, abbiamo finito … se superiamo questo inghippo allora è qualcosa di buono … hai capito?”. L’uomo gli dice che il “ragioniere vuole venire con la macchina” e che lui ha pensato in quella occasione di farlo incontrare con un altro “compagno” dello Stolder con il quale si vedevano sempre in modo che “a lui lo va a prendere là”. La notte tra il 13 e il 14 novembre di nuovo Stolder riprova a realizzare quello che non gli era riuscito la notte tra l’11 ed il 12. Invero nella serata di nuovo Stolder prende contatti con Ferriero Rosaria per chiederle se qualcuno deve andare a prenderla (telefonata n. 396 ore 21:27) e poi per chiedere “se sta andando e se ha preso il borsellino” (telefonata n. 397 ore 22:52). Dalle ore 22:59 lo Stolder, sempre con la medesima utenza monitorata 366 ... prova di continuo a contattare la utenza in uso a Fiandra Bruno e, mentre attende la risposta, si lascia andare ad una serie di commenti con chi sta accanto a lui, che sono registrati in ambientale. Così lo si sente dire “domani mattina se piove così chi monta ad una parte … e chi monta da un’altra parte … non me ne fotto proprio questa è la serata giusta” (telefonata n. 398); poi aggiunge che lui può andare “con Totore e basta” in quanto “lei ci verrà ad aprire” (ore 23:02 telefonata n. 399); si lamenta di aver già superato la somma di 700/800 euro perché “sono dieci giorni che vanno lì dentro” (ore 23:02 n. 400); suggerisce di parcheggiare l’auto “in modo che andiamo lì con i mezzi” (ore 23:11 n. 402); parla di un abbigliamento da indossare in un bar per evitare infiltrazioni di acqua, ovvero di una “tuta da sopra al pantalone” e di una “visiera con il casco” (ore 23:11 n. 403). Finalmente alle ore 23:38 Fiandra risponde che sta arrivando (telefonata n. 405). Alle ore 00:53 Stolder contatta la cognata Ferriero Rosaria per chiederle se quando è arrivata lì c’era “il vecchio o quell’altro”. La donna risponde “c’è quello di ieri sera” ed aggiunge che “questo della notte la giornata non la fa … la fa solo la femmina” (telefonata n. 406). Alle successive ore 01:58 Stolder chiama Rosaria per sapere se “è pulita fuori” ed aggiunge di trovarsi con quello che la “chiama sempre”; quindi le dice di andare a vedere in punta di piedi e poi di chiamarli (telefonata n. 410). Invece è sempre Stolder che ricontatta la cognata (telefonata n. 411 ore 02:11) e la donna lo informa che “quello sta dormendo” e aggiunge che “vicino ai cassetti ci sono dei piccoli catenacci”. La chiamata successiva, riportata nel brogliaccio allegato, è quella della mattina alle ore 07:18 quando Stolder parla con la Ferriero per chiederle chi faccia il turno nella serata e la donna risponde che dovrà chiedere ed aggiunge che l’altra sera c’era, poi la mattina non c’era e poi quella notte era stato presente. Stolder si lamenta che le persone non sono andate e neanche ieri sera “quel pasticcio di merda non è andato”. Seguono nei giorni successivi una serie frenetica di telefonate tra Stolder, Bruno Fiandra, Colurciello Salvatore (detto Giacchetella, come sopra evidenziato), Santaniello Salvatore, Marotta Salvatore. Nel corso di tali conversazioni (come riportate nel brogliaccio, di cui all’allegato 7 del volume 3) si parla di una Skoda sulla quale sono in corso lavori meccanici per modificarla e per dotarla di radio trasmittenti più sofisticate, nonché di appuntamenti da prendere per parlare da vicino, di situazioni da cogliere nel giorno di festa, della necessità di stare fermi se c’è troppa confusione, di chiavi per aprire un palazzo, ovvero si trattano di argomenti in perfetta linea con l’attività delittuosa oggetto del gruppo (furti e rapine in negozi e appartamenti), tuttavia non vi sono riferimenti specifici al colpo ai danni della FinMazza. Il giorno 17.11.08 ore 12:03 sempre dalla utenza 334 ... giunge la telefonata del soggetto che fa da interlocutore con la persona detta “ragioniere” di nome Franco della zona di Padova il quale dice che “il ragioniere voleva sapere notizie per il colpo” e Stolder risponde che adesso ha “un problema tecnico” che sta risolvendo con degli esperti ed aggiunge che “la cosa è meravigliosa” (telefonata n. 520). Ed ancora il giorno 18.11.08 alle ore 14:34 si intercetta tra le due utenze predette la telefonata n. 578 quando Stolder contatta il suo referente nella regione veneta e gli dice che “per quella cosa ancora niente” perché stanno ancora cercando di risolvere un problema tecnico. In maniera esplicita si ritorna a parlare dell’hotel Prati dal 21.11.08, quando anzitutto lo Stolder chiede alla Ferriero Rosaria di procurargli una nuova scheda telefonica (come si desume dalla telefonata n. 642 delle ore 9:36 quando la donna si giustifica per non aver trovato la SIM e Stolder dice di dover comunicare qualcosa ad una persona, a motivare la sua urgenza della scheda). Evidentemente lo Stolder secondo una consuetudine evidenziata anche nelle fattispecie già trattate cambia continuamente utenza per cercare di eludere eventuali intercettazioni. Tuttavia, una significativa conversazione viene registrata sulla utenza 366 ... in uso alla Ferriero Rosaria (frattanto monitorata) quando alle ore 20:28 del 21.11.2008 si intercetta la telefonata n. 679 nel corso della quale Rosaria comunica a Stolder Raffaele “senti io ho chiamato là …la tiene occupata fino a lunedì, la 102”. Stolder chiede “Quelle altre là, sono tutte quante occupate?”. Rosaria risponde “Ha detto che poi ci sono le camere le camere molto più avanti”. Stolder “tutte quante occupate?” e Rosaria “no … sta proprio giù a tutto è non è buono là”, a significare che una camera libera c’è ma non è in posizione buona come la 102, che si ricorda è proprio la camera adiacente i locali della società FinMazza. Stolder chiede “va bene, ma che l'hai prenotata?” e Rosaria “Ho detto va bene allora vi ritelefono, allora, perché non lo so se …”. Stolder “no … ok chiamalo e prenotala”. Rosaria chiede “per stasera o per lunedì?”, raccontando “ho detto … non lo so se arriva questa sera o per lunedì. Ha detto, no, non vi preoccupate, per lunedì è libera quella là dove siete stata voi”. Stolder precisa “e …bene tu fai una cosa prenotala”. Rosaria allora conclude “Va bene dopo vado un’altra volta alla cabina telefonica e la vado a chiamare” e aggiunge “eh, poi sono stata due ore e mezza vicino al parrucchiere se no non mi finiva la macchina…”. Stolder risponde che non comprende quanto la donna dica perché non si sente bene al cellulare (“Non ci capisco niente là non si sente”). Rosaria ripete “ah, no, sono stata due ore e mezza vicino al parrucchiere se no non mi finiva la macchina…” e Stolder “Non ti preoccupare, ma io sono rimasto col pensiero perché non ti ho sentita tutta la giornata…ho detto ultimamente è andata a fare…”. Rosaria risponde “per non mi portare il telefono appresso, me lo ero dimenticato sopra, poi ho detto mo che scendi, vicino alla ragazza, portamelo, invece quella che ha fatto? Se lo è messo dentro alla borsa, non me l'ha rimasto dentro, e mo ho dovuto aspettare a lei per chiamare…però non sono andata di fretta perché comunque di là non ci stava libera, hai capito? …va bene e che devo fare io. Poi ci vediamo domani eh, ci vediamo domani, in modo che vengo da vicino, perché poi lunedì, mi devo andare a fare anche i capelli un'altra volta, hai capito?”. Stolder si raccomanda “va bene, ma chiamalo però”. Rosaria poi dice “eh, non ti preoccupare poi ti faccio sapere dai…”. Poi discutono della possibilità di vedersi subito dopo (cosa che avverrà come rivelato dalla vicenda X). Per quanto qui interessa, è evidente che lo Stolder sta portando avanti il suo progetto ai danni della FinMazza e per realizzarlo ha disposto l’invio di Ferriero Rosaria (che partecipa attivamente ai reati del gruppo) presso l’albergo al fine di prenotare proprio la camera 102 (quella per intendersi sul medesimo corridoio delle porte di accesso alla finanziaria). Intanto si fa sentire il soggetto che usa la utenza 334 ... e che fa da tramite con il“ragioniere” della zona di Padova (telefonata n. 719 del 22.11.08 ore 18:24). Stolder gli dice che lunedì mette “mano alla cosa e martedì … mercoledì gli farà sapere” ed aggiunge che a lui interessa solo “che gli risolve la cosa tecnica”. Il chiamante risponde che “lui” (il ragioniere) non ha problemi per i giorni ed è indifferente se è lunedì o martedì, “basta che lo sa due giorni prima” (proprio come affermato nella precedente conversazione tra il padovano e lo Stolder). Stolder risponde di non preoccuparsi perché lo chiamerà. Significative di un’attività di preparazione in corso sono le seguenti intercettazioni, sulla utenza della Ferriero: - telefonata n.72 ore 16:43 del 24.11.08 quando Stolder Raffaele chiama Ferriero Rosaria alla quale dice di prendere un telefono economico con la scheda e poi di comunicarlo a lui; - telefonata n.75 ore 17.28 stesso giorno quando la Ferriero chiama Stolder e gli dice di aver trovato una scheda non intestata, ma di non aver trovato il telefono. Stolder si arrabbia e la rimprovera ammonendola a non parlare in questi termini per telefono; Ferriero risponde che, dopo, andrà da lui; - telefonata n. 76 successive ore 19.39 quando la Ferriero comunica a Stolder che è tutto a posto e che l'ha “confermata per domani sera”; - telefonata n.78 ore 16.11 del 25.11.2008 quando Fiandra Bruno contatta Ferriero Rosaria per chiederle se si incontreranno la sera; Fiandra in particolare chiede alla donna se “se la sente” e poi aggiunge di averle preso un telefono. Tenuto conto delle intercettazioni dalle quali gli investigatori desumono che il gruppo è prossimo ad intervenire presso la società (la 102 è stata prenotata), dispongono per un rafforzamento dei controlli di prevenzione nella zona interessata tra Piazza Principe Umberto, Via Firenze e Corso Novara disponendo una maggiore frequenza nel transito di pattuglie radiomobili. Al fine di acquisire ulteriori elementi sulla camera prenotata dalla Ferriero Rosaria, nonché di riscontrare il contenuto delle intercettazioni e di verificare i tempi di azione, gli investigatori svolgono altresì accertamenti presso le strutture alberghiere situate nelle immediate adiacenze dei percorsi indicati dallo Stolder alla Ferriero. Il giorno 28.11.08 alle ore 15:30 presso la reception dell’Hotel Prati in via Cesare Rossaroll 4 si accerta che dal giorno 26.11 la stanza 102 è occupata da una donna, Adaggio Vincenza, che il giorno 25.11 aveva alloggiato nella 102 e poi si era fatta spostare nella 102. Nei giorni dal 3 al 5 dicembre 2008 viene predisposto un servizio di osservazione nei pressi dell’Hotel Prati. Alle ore 11:00 del 03.12.2008 una donna, individuata dai tratti somatici nella Ferriero Rosaria, esce dal portone dell’albergo e si dirige, a piedi, verso Piazza Principe Umberto, ove viene persa di vista. I verbalizzanti specificano di non averla sottoposta a controllo per non pregiudicare il prosieguo delle attività. Non si registrano tuttavia altri eventi di rilievo e così in data 5.12.08 gli investigatori decidono di svolgere una più approfondita verifica presso l’Hotel Prati. Mostrano quindi al personale dell’albergo presente al momento del controllo, - ovvero ....., ......., ......, ....... -, la fotografia di Adaggio Vincenza, acquisita presso l’ufficio carte di identità del Comune di Napoli, ma nessuno dei dipendenti riconosce la donna, dichiarando di non averla mai vista prima. Il dato riscontra quanto risultante dalle intercettazioni e dall’attività di osservazione del 3.12.08, ovvero che la donna presentatasi in albergo come Adaggio Vincenza è in realtà Ferriero Rosaria. Nella medesima circostanza si accerta, attraverso l’analitica consultazione del registro di passaggio delle consegne dei portieri, acquisiti in copia, la pregressa presenza di Adaggio Vincenza anche in data 6.11.08 sempre presso la stanza 102, camera più attigua alla società FinMazza, come risultante dai rilievi fotografici raffiguranti la rampa di scala che conduce al 1° piano, nonché una delle due porte di accesso all’istituto che risulta parzialmente celata da una tendina scorrevole ed il corridoio, attiguo, che conduce alla stanza 102. I verbalizzanti evidenziano che proprio mentre la Ferriero è alloggiata in quella camera si registrano i contatti con Fiandra Bruno, altro componente del gruppo Stolder. Le indagini proseguono. Nella mattina del 16.1.2009 alle ore 12:30 i verbalizzanti si recano nuovamente presso la sede dell’Hotel Prati ed apprendono dal portiere d’albergo .... e dall’addetto alle pulizie ... che verso le ore 10:30 circa erano stati notati passare dinanzi alla portineria dell’albergo sei uomini, vestiti con tute e cappellini di colore blu, provenienti dall’ingresso condominiale. In particolare lo ... raccontava che i predetti, nell’incrociarlo durante la discesa degli ultimi gradini, alzavano tutti l’avambraccio in modo da coprire il volto, come se volessero evitare di frasi riconoscere. Insospettiti da questo comportamento, i dipendenti interpellavano i titolari della FinMazza e gli altri condomini del palazzo, ma nessuno riferiva di aver chiamato questi uomini, anche se i gestori della società ricordavano di aver notato uno strano movimento nei pressi della loro porta secondaria. Personale del commissariato P.S. Vicaria Mercato, in data 19.01.2009 esamina sul punto il titolare della società, ...., il quale denuncia anzitutto un episodio pregresso ricordando che la notte del 18.12.08, verso le ore 03:30, presso la sede della società di cui è amministratore in via C. Rosaroll, erano stati visti alcuni individui uscire di corsa dal portone, come riferitogli dal portiere d’albergo e dall’addetto alle pulizie. Il .... specifica che agli uffici della sua società, ubicati al 1° piano, è possibile accedere da due ingressi adiacenti sul pianerottolo: uno, situato sulla rampa di scale, e l’altro nel corridoio in comune, che conduce anche ad alcune stanze dell’Hotel Prati. In quella circostanza, gli stessi portieri d’albergo accertavano che la serratura del portone condominiale, interno, era stata forzata dagli ignoti malfattori. Successivamente, precisamente in data 16.1.09, verso le ore 10:30, mentre si trovava negli uffici con alcuni collaboratori, tra cui la sorella ....., ....... e ......., avevano modo di sentire lo scatto della serratura elettrica di apertura della porta secondaria, ovvero quella situata nel corridoio che conduce ad alcune stanze dell’Hotel Prati. ...... immediatamente era corso vicino alla porta, mentre lui (.....) chiudeva subito la seconda porta intermedia tra l’ingresso e la zona di lavoro. Il ...... aveva modo di notare che la porta secondaria era stata aperta e constatava la presenza di più persone, ferme sul pianerottolo esterno, tutte indossanti tute scure e cappellini, in possesso di borsoni. Con prontezza richiudeva la porta e tornava indietro; lui (.....) apriva la seconda porta interna per farlo entrare e quindi la richiudeva. Il ..... gli riferiva che la luce esterna alle scale era spenta e non aveva meglio potuto vedere i volti delle persone che si trovavano sul pianerottolo. Successivamente, i due dipendenti dell’albergo presenti erano saliti per chiedere se fosse tutto a posto, dal momento che avevano notato sei persone uscire di corsa, indossanti tute blu e cappellini, le quali si erano coperti il volto con le braccia nel transitare dinanzi alla loro portineria ed erano usciti dal portone condominiale che conduce in via C. Rosaroll (cfr. verbale a firma di Mazza Gaetano del 19.1.09). Quest’ultimo episodio è chiaramente commentato da Ferraiuolo Gennaro, nel corso della telefonata n. 2837 del 20.1.09 ore 15:47 quando nel rispondere al telefono, in ambientale commenta “le guardie se ne sono scese e loro sono scesi dopo due minuti, con i borsoni in mano e fuggivano avanti”. Detto ciò risponde al telefono. Il Ferraiuolo fa riferimento alla presenza di guardie in zona che si sono allontanate e dopo due minuti erano scesi anche i compagni che correvano con i borsoni in mano, particolare significativo proprio perché il .... riferisce che il suo dipendente ...... gli aveva riferito che i soggetti avevano dei borsoni. Va detto che la contestazione in esame pone un duplice problema: quello della qualificazione giuridica e quello della individuazione delle personali responsabilità. Sotto il primo profilo deve evidenziarsi che gli atti posti in essere nel tempo integrano senza dubbio gli estremi del tentativo in quanto gli stessi si rivelano idonei e diretti in modo non equivoco a introdursi nei locali della società per sottrarre, mediante effrazione e scassinando le casseforti, i valori tenuti in custodia (trattasi di società di pegni). Si ricorda, in estrema sintesi, che tali atti sono costituiti: 1) dai diversi soggiorni della Ferriero presso l’albergo sito nel medesimo stabile della società, al fine di verificare orari e turni del personale nonché sistemi di sicurezza, nonché per consentire dall’interno l’accesso ai complici, 2) dai sopralluoghi effettuati da Fiandra Bruno e da Stolder Raffaele, per verificare i problemi tecnici da risolvere considerata la presenza di telecamera, due porte di accesso, diverse casseforti; 3) l’iniziativa intrapresa in data 16.1.09, certamente riferibile al gruppo tenuto conto dell’abbigliamento (le tute che i soggetti sono soliti indossare e di cui si parla in diverse intercettazioni) e del successivo commento del Ferraiuolo riferibile all’episodio. Ad una prima disamina, la condotta sembrerebbe integrare gli estremi del tentato furto aggravato (che comunque consente la misura cautelare richiesta), ma a ben guardare il numero dei soggetti coinvolti (con riguardo al momento finale dell’intervento del 16.1.09), la consapevolezza di intervenire in uno stabile continuamente custodito perché nello stesso è sito un albergo (e quindi vi è sempre un portiere di albergo di turno), il tentativo di intervento realizzato proprio al mattino quando certamente c’era qualcuno all’interno della società, fanno ritenere – anche alla luce del modus operandi del gruppo – che la condotta era volta in maniera inequivocabile a usare minaccia alle persone presenti per ottenerne la collaborazione o il silenzio. Qualcosa tuttavia non procede nel verso giusto (i pali hanno avvistato forse una volante passare, come sembrerebbe desumersi dalle parole del Ferraiuolo, oppure le vittime hanno reagito con improvvisa prontezza) motivo per il quale i sei uomini si allontanano velocemente, desistendo dall’azione. Si tratta tuttavia di una desistenza non volontaria bensì dettata da circostanze sfavorevoli venutesi a creare. La pressione delle forze di polizia nella zona (che su indicazione della DIA era stata aumentata per le intercettazioni in corso), il tempestivo continuo intervento del portiere d’albergo, del quale evidentemente non avevano ottenuto la connivenza, sono tutti elementi che hanno indotto il gruppo a non reiterare il tentativo divenuto ormai troppo rischioso, specie dopo essere stati quasi colti sul fatto in data 16.1.09. La desistenza volontaria implica una valutazione che deve essere indipendente da fattori esterni suscettibili di influire sulla determinazione dell’agente (cfr. Cass. Sez. I n. 11865 del 18.3.09) Il reato è pertanto configurabile. Sono stati acquisiti, sulla base degli elementi sin qui accertati, gravi indizi di colpevolezza a carico di 1) Stolder Raffaele, quale organizzatore del colpo che egli sta programmando dal mese di giugno; 2) Ferriero Rosaria, che ha partecipato alle attività di sopralluogo prestando la sua collaborazione dall’interno dello stabile, offrendo una base nella sua stanza 102; 3) Fiandra Bruno che accompagna lo Stolder nei sopralluoghi. Altro soggetto che l’accusa ritiene coinvolto nella vicenda è Schiavon Gianfranco, ovvero il soggetto che: risiede nella zona del padovano (come dimostrato dall’uso della cabina telefonica in Abano Terme), viene in una occasione chiamato con il nome Franco, anche se in generale al telefono lo si interpella come il “ragioniere”. Il medesimo, sempre secondo quanto risulta dalle telefonate sopra riportate, è stato detenuto nello stesso carcere del fratello dello Stolder Raffaele, è attualmente libero ma sottoposto a misura restrittiva che gli impone di rientrare nell’abitazione entro le ore 24:00 e di andare a firmare in determinati giorni. Sulla base dei predetti elementi gli investigatori individuano il soggetto nello Schiavon Gianfranco (nato il 25.3.62) residente a Padova, scarcerato per indulto e sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla Questura di Padova nei giorni di martedì e giovedì, accompagnato dall’obbligo di permanenza nell’abitazione tra le ore 23:00 e le ore 06:00. Con lo Schiavon lo Stolder parla di almeno due colpi, ovvero uno da realizzare nella zona in cui il medesimo si trova, per cui non vi sono problemi per lui di spostamento, l’altro invece da realizzare a Napoli, per il quale il soggetto deve far in modo da allontanarsi dalla sua zona, andando “direttamente sul posto” per andarsene subito dopo. Come si legge nella lunga telefonata n. 325 già sopra riportata, dalle parole dello Stolder si comprende che bisogna essere pronti dalla “mattina prestissimo” per poi aspettare “l’orario di apertura” e magari “verso le 10:00” si può “fare il contratto” e dopo lui può subito andare via; il problema è che “bisogna aspettare che questi vengono …tiene in mattina il mercato”e, quindi, indica i seguenti orari di intervento “dovremmo andare su verso le due, le due e qualcosa di notte, poi aspettare che si fa tutto il mercato … tutta la mattina e si può fare dalle 10.00/10.30”. La telefonata è importante perché, sebbene intervenga a distanza di oltre due mesi (12.11.08) rispetto al tentativo del 16.1.09, già delinea i tempi di intervento, rispondenti ai sopralluoghi preliminari di Stolder e Fiandra tutti collocabili tra la mezzanotte e le due di notte ed all’orario in cui i sei uomini erano pronti ad intervenire, ovvero proprio le ore 10.30 (quando l’agenzia dei pegni ha avviato la sua attività). Schiavon, già in questa prima conversazione, ove si concretizza l’attività da compiere, dopo un primo momento di perplessità, dal momento che entro mezzanotte deve rientrare a casa ed ha il problema della firma, accetta di partecipare tanto vero che per il suo tramite (il soggetto napoletano che dialoga per suo conto con lo Stolder) egli si tiene aggiornato sui progressi del piano che viene rinviato di volta in volta per problemi tecnici che lo Stolder sta ancora risolvendo. Dalle intercettazioni lette nel loro complesso emerge che: 1. i contatti sono reiterati nel tempo tra i due, sia pure con la intermediazione di un terzo, e coincidono sempre con i periodi di permanenza della Ferriero presso l’hotel, a dimostrazione dell’adesione piena e perdurante dello Schiavon pronto ad intervenire; 2. quanto viene accertato in data 16.01.09 è, sotto il profilo dell’orario, in perfetta rispondenza con quanto riferito dallo Stolder allo Schiavon al fine di sollecitarne la partecipazione con possibilità di immediato rientro a Padova. La mancanza di intercettazioni con il predetto, poco prima del tentativo posto concretamente in essere, non costituisce argomento di segno contrario posto che lo Stolder nel frattempo ha cercato una nuova utenza per prendere contatti. Va sottolineato che lo Schiavon viene chiamato dallo Stolder per un “colpo” che viene ritenuto importante a ragione della specifica “professionalità” del medesimo soggetto che Stolder ha avuto modo di apprezzare nei pregressi rapporti che emergono dalle intercettazioni e della quale necessita, dal momento che nella telefonata n. 719 del 22.11.08 Stolder (che ha concordato i giorni con la Ferriero e li comunica al napoletano che fa da intermediario con lo Schiavon) specifica espressamente che a lui interessa “che gli risolve la cosa tecnica”. Tutti gli elementi in fatto evidenziati consentono di affermare che lo Schiavon ha accettato di essere presente al “colpo” e tenuto conto della professionalità riconosciutagli dallo Stolder questa sua adesione sebbene non possa dirsi decisiva (il “colpo” era già progettato) ne ha comunque rafforzato la determinazione, spingendo il gruppo ad affrettare i tempi, nonostante le difficoltà incontrate. Sotto questo profilo, deve ritenersi concretizzato il consapevole apporto causale all’evento (in questo caso non realizzatosi per cause indipendenti dalla volontà) e la prova è data dalla medesima adesione. In altri termini, questo giudice ritiene che ai fini dell’affermazione di responsabilità a titolo di concorso siano acquisiti elementi univoci e concordanti quanto all’adesione al progetto delittuoso da parte dello Schiavon con specifico riguardo al colpo ai danni della FINMAZZA ed alla offerta reiterata nel tempo del proprio contributo tecnico. Non a caso nel corso dell’ultima telefonata intercettata tra Stolder e il soggetto che opera come intermediario dello Schiavon, quest’ultimo ribadisce che il “ragioniere” è pronto purchè sia avvisato due giorni prima e Stolder lo rassicura circa il fatto che lo chiamerà. Non risultano invece gravi indizi di colpevolezza a carico di Marotta Salvatore, il cui intervento nella iniziale ambientale del mese di giugno non sembra significativa per consentire di ritenerlo partecipe alla successiva attività, come poi evolutasi nel tempo. Non vi sono, infatti, altri specifici elementi a suo carico in relazione alla vicenda in esame così come non vi sono elementi specifici a carico dell’Esposito Antonio al quale il suocero si limita a richiedere informazioni in maniera del tutto generica, tanto vero che i successivi sopralluoghi sono effettuati grazie alla Ferriero Rosaria. Certamente, proprio parlando con lo Schiavon, lo Stolder si vanta di aver creato una bella “equipe”, che gli investigatori hanno individuato nelle diverse intercettazioni, grazie anche a contestuali attività di controllo (che saranno esaminate nelle singole schede), ma non è possibile sulla base degli elementi riguardanti la tentata rapina in esame verificare quali tra i soggetti della equipe, oltre Fiandra e Ferriero, abbiano partecipato. L’aggravante di cui all’art. 7 legge 203/91 contestata in relazione ai reati fine L’aggravante in esame trova fondamento nelle medesime intercettazioni sin qui riportate dalle quali si ricava che le attività illecite organizzate dallo Stolder ed oggetto di specifica contestazione erano poste in essere con la specifica finalità, condivisa da tutti i partecipi, di agevolare l'attività dell’associazione di stampo camorristico le cui casse dovevano essere rimpinguate con immediati significativi profitti al fine di poter ulteriormente investire in ulteriori e significative attività per poter crescere. E’ lo stesso Stolder che nelle lunghe ambientali intercettate presso l’abitazione (prima che lui la facesse bonificare) spiega che lui “i colpi li sta facendo per organizzarsi” (cfr. ambientale n. 703 ricordata nella parte sul clan) e nella stessa ottica discute con chi vorrebbe la immediata distribuzione dei profitti mentre il capitale serve per investire in apparecchiature moderne per agevolare lavori più importanti (ai danni di istituti di credito e gioiellerie) in programma per il futuro (così chiaramente nelle ambientali 403 e 704, già riportate sopra). Gli affiliati d’altro canto chiedono solo il rimborso delle spese a loro volta sostenute e comunque sottostanno alla logica del gruppo, tenuto conto della condivisione degli interessi criminali che li porta a sostenere le scelte del loro capo, rispettosi del vincolo di gerarchia caratterizzante l’associazione. Peraltro come ogni clan occorre, sempre per affermare il proprio potere e la solidità dei vincoli, anche provvedere alle esigenze dei detenuti che, secondo l’insegnamento di Stolder, costituisce un elemento per valutare le capacità del clan e la sua serietà (cfr. ambientale n. 579 riportata sopra). Di Mauro e Schiavon, chiamati rispettivamente a rispondere dei reati ai capi C e F, non sono tra gli affiliati – sempre come si evince dalle intercettazioni – ma sono degli specialisti ai quali lo Stolder si affida in relazione alla loro pregressa conoscenza. Si desume tuttavia, proprio dalle conversazioni, che gli stessi conoscono bene la posizione dello Stolder, quale capo di un gruppo organizzato di “compagni”, ed hanno già in passato “lavorato” con lui. I medesimi sono quindi consapevoli di agire nell’interesse del clan e condividono tale finalità per loro profitto e per “rispetto” nei confronti dello Stolder. Le considerazioni svolte sulla persistenza dei legami tra lo Stolder e i suoi fedelissimi, rimasti uniti intorno alla figura di Stolder Patrizia che ha continuato a gestire le attività della “famiglia” portandola avanti, consentono di affermare che anche la rapina commessa dal Marotta, poco prima della scarcerazione del suo capo, è stata realizzata anche con la finalità di agevolare la ripresa del gruppo essendo imminente il ritorno del boss sul territorio. I legami del clan Stolder con il gruppo Vallefuoco. Configurabilità dei reati contestati al Capo I) Sempre dalle intercettazioni mirate a individuare l’ambito di operatività del clan Stolder, come sopra delineato, emergono significativi contatti con un altro soggetto, sulla cui specifica attività delittuosa pure si concentrano le indagini in considerazione del suo modo di rapportarsi con lo Stolder, presentandosi come esponente di un proprio gruppo. Contatti tra Vallefuoco Francesco ed il gruppo Stolder Per la prima volta entra in scena con la telefonata n.48 ore 12:47 del 13.08.2008, intercettata sulla utenza 366 ... in uso allo Stolder, un soggetto indicato come residente a San Marino e comune amico degli interlocutori Stolder Raffaele e La Manna Domenico. Si tratta della telefonata già riportata nel trattare del reato associativo nel corso della quale La Manna parla con Boccia Marco per l’affare da discutere a Palermo, ma poi nel salutare lo Stolder (che ha fatto da intermediario per Boccia) gli dice tra l’altro “mi devo vedere anche con un amico nostro …. così può essere che ti viene a salutare anche lui….uno che è qui aSan Marino ... che ha una società a San Marino…”. Stolder capisce a volo “è buono è….proprio stamattina ho parlato di questo paese…io lo adoro…”. La Manna ripete “domani sono con un amico di San Marino .…un amico nostro …tuo …mio….”. Sempre per la prima volta la voce di questo comune amico (poi identificato nel Vallefuoco Francesco) viene registrata nella telefonata n.326, delle ore 20:24 del 16.08.2008 intercettata sulla utenza 331... in uso allo Stolder Raffaele ma nella circostanza utilizzata da Santaniello Salvatore (individuato dalla voce) il quale dice al suo interlocutore chiamandolo Francesco “e segnatelo un’altra volta Francesco … può darsi che non te lo sei segnato bene”. Francesco risponde “aspetta un attimo…….stammi a sentire … digli all’amico nostro che lo va cercando anche Mimì … Mimì lo sta cercando da stamattina….” aggiungendo “ha detto….no perché io ho detto vicino a lui che io adesso ci sarei andato da vicino … perché tanto sto a due o tre kilometri …mi ha detto: Franco fammi chiamare …”. Salvatore risponde “mo’ lo faccio chiamare”. Franco chiede quindi, ritornando al tema iniziale della conversazione, al Santaniello di ripetere il numero di telefono che evidentemente aveva sbagliato a scrivere. Santaniello detta “334 ...” (utenza già posta sotto controllo dal 4.7.08 e risultata in uso al Santaniello del quale i verbalizzanti conoscono bene la voce). Si giunge quindi alla telefonata n. 67 ore 06:55 del 18.08.2008 intercettata sulla utenza 366 ... nella disponibilità dello Stolder il quale dice al La Manna di aver provato a chiamarlo un paio di volte, ma La Manna risponde “e lo so …solo, che questo telefono non lo avevo….ti volevo dire: hai visto a quello lì di San Marino?”. Stolder risponde “si, si, è venuto”. La Manna aggiunge “perchè mi cercava …ha provato a cercarti ma non rispondevi”. Stolder ripete che si sono incontrati e “aspetto fra un paio di giorni…aspetto sempre che arriva il commercialista….”. Parlano poi dell’affare di Palermo che vede coinvolto il Boccia. Di nuovo La Manna si interessa di sapere come procedono i contatti dello Stolder con l’amico comune come risulta dalla telefonata n.118, delle ore 10:36 del 23.08.2008 intercettata sempre sulla utenza 366 ... nel corso della quale – oltre a parlare dell’affare siciliano – La Manna chiede “all’amico nostro, lo hai visto ..si?”. Stolder risponde “si sta qua”. La Manna invia i saluti. Ancora in data 26.08.2008 alle ore 14:29 (telefonata n. 159) Stolder con la sua utenza (sempre l’ultima indicata) contatta La Manna che gli chiede “ma con l’amico nostro …quello di San Marino ti sei visto?”. Stolder risponde “il 28, ho l’appuntamento…”. La Manna risponde in maniera laconica “ho capito” senza aggiungere altro. L’incontro si realizza perché nella telefonata n.189 ore 19:00 del 28.08.2008 La Manna contatta Stolder Raffaele sulla utenza 366 .... Inizialmente parlano di altro e nel corso della conversazione, già riportata nel trattare degli affari che vedono coinvolto il clan Stolder, il La Manna lamenta di essere sotto controllo da parte della polizia che ha chiesto di lui all’Hotel Ramada ove ha alloggiato. Quindi, La Manna dice di non poter scendere a Napoli e chiede “tu quando ti ci vedi con lui? …purtroppo gli dici che io alla festa non ci posso andare…”. Stolder risponde “ora glielo dico” a dimostrazione che è in contatto con il soggetto. La Manna insiste “faglielo sapere tu…ci dici…poi lo chiamo… sai questa seccatura che mi sta addosso”. Dopo aver di nuovo rappresentato la esigenza di evitare controlli di polizia che li possano collegare, La Manna alla fine ripete (facendo anche il nome) “poi a Franco lo chiamo io e glielo dico che non posso venire per la festa e che non mi posso muovere…hai capito?… non voglio offendere ... perché è una cosa importante…poi spiegaglielo tu… lo chiamo io…..e poi fammi sapere lui martedì è su che poi mi incontro con lui martedì”. Significativa è tuttavia la telefonata che intercorre (la prima ed una delle pochissime tra quelle registrate) direttamente tra Franco (poi identificato nel Vallefuoco) e Stolder Raffaele, ovvero la n. 736 ore 15:08 del 01.09.2008 intercettata sulla utenza dello Stolder 331.... Si riporta la trascrizione della medesima come allegata dai verbalizzanti che con la lettera F indicano Franco (Vallefuoco) e con la lettera R indicano Raffaele (Stolder) F: pronto?…. R: pronto…F: pronto!…R: ciao Franco!… F: chi è….R: sono Raffaele …F: chi Raffaele ?…… R: sono Lello ..Franco… Lello di Napoli…. F: Lello?…R: di Napoli….F: uè Lello…ciao…R: uè ciao come stai….F: bene e tu come stai?R: e non c’è male!…..F: dimmi…. R: che dici?…no ti ho chiamato…erano venuti a trovarmi gli amici miei..no…per questa cosa commerciale qua…e volevano sapere qualcosa …ma tu stai a Napoli? …stai fuori adesso?F:sto a Napoli ... sto a Napoli …. però me ne vado stanotte adesso…. R: eh e perché non fai un salto se te ne vai stanotte?…così…perché loro hanno trovato tutto… vogliono solo una cosa … vogliono chiarire … vogliono solo una delucidazione su un passaggio no…F: e stammi a sentire … e ci vogliamo vedere tra un paio di ore però?….R: e tra un paio di ore?… F: eh ti chiamo su questo numero?…. R: si, si…chiamai qua….. F: va buono…. R: ci vediamo tra un paio di ore allora:::F: va bene Lello… R: ciao, ciao…ti abbraccio…F: ciao pure a te.Segue infatti la telefonata n. 741 intercettata sulla medesima utenza alle ore 17:23 quando Franco comunica allo Stolder di essere “fuori al vicolo” della sua abitazione e Stolder gli dice di lasciare l’auto nel garage sottostante. I due però concordano di spostarsi a piedi in un altro luogo. Sono cautele specifiche che mal si conciliano con la necessità di discutere di un normale affare commerciale, ma che in generale lo Stolder adotta quando deve approfondire tematiche illecite. Si ricorda sul punto che lo Stolder non si fida a parlare né in macchina né in casa, ove già ha individuato, proprio come emerso nel corso delle intercettazioni, ad effettuare due bonifiche scoprendo le microspie. Sempre tra i medesimi interlocutori si intercetta la telefonata n. 766 alle ore 14:46 del 2.09.2008 quando Franco Vallefuoco comunica allo Stolder, che lo riconosce immediatamente, il seguente messaggio “l’imbasciata … la risposta che ti dovevo dare te la do giovedì …perché domani rientra dall’estero e giovedì lo incontro”. Stolder chiede conferma “va be’ allora gli dico a loro che se ne parla giovedì?”. Franco precisa “giovedì nel primo pomeriggio ti do la risposta … si o no … perché lui torna domani sera dall’estero … quello è andato a prendere delle macchine per la concessionaria sua e mi ha detto: Franco io sto fuori … e torna domani sera ed io ci parlo”. Stolder dice “il fatto delle macchine eh …”e Franco conferma “si … si il fatto delle macchine è … quello sta andando a comprare un bel parco di macchine … in Germania”. Stolder lo interrompe per chiedere “sei arrivato?”. Franco risponde “stesso ieri sono arrivato … sto lavorando da ieri”. Stolder scherza “tu tieni quell’aereo … quella macchina è di quella maniera ….quant’è 3000 quella cosa?” facendo riferimento alla potenza dell’AUDI A/6 a bordo della quale il soggetto viaggia. Franco tuttavia spiega “no, fratello mio (“frate a me”) lo sai che è … che io devo fare le tappe per strada perché avendo l’agenzia, no, mi trovo a salire … tengo le città mano mano e me le faccio pure”. Stolder quindi gli chiede “sai qualcosa sull’Abruzzo?” e Franco risponde in senso affermativo, per cui Stolder gli riferisce di conoscere delle persone in zona “ a livello di professionisti che si possono interessare…”.Così continua la telefonata come trascritta dai verbalizzanti (R sta per Raffaele Stolder e F per Franco Vallefuoco) R: allora, poiché, io glielo ho detto…poiché quello fa commercio…fa un po’ di tutto….no, allora io gli ho detto, caso mai ti vuoi interessare anche di qualcosa, tipo pratiche…e, lui, mi ha detto perché no…basta che si guadagna dice…..F:…la prima cosa che dobbiamo fare e che dobbiamo guadagnare altrimenti non facciamo niente…. allora tu fai una cosa al fratello tuo…stammi a sentire!! Tu fagli una telefonata e digli che, martedì prossimo,…io quando salgo…mi lasciasse il numero, …io lo chiamo e mi vedo a Pescara in quanto io, quando, salgo faccio la Pescara… hai capito?…io mi trovo a passare da lì…… R: martedì prossimo!…F: eh! Io scendo venerdì a sera…mi faccio sabato e domenica a casa. Lunedì ho tre o quattro appuntamenti con gli avvocati miei … e martedì, mattina, passo da lì…..R: si….. F: e tu glielo dici…vedi, ti chiama questa persona, che ti chiama a nome mio….R: si …… F: e, io, passo da lì e parlo con lui….. R: va bene!!! ..per vedere un poco…è sempre un punto di riferimento … Hai capito o no?…lui ha una commerciale lì a terra lì e, poi, lui ha la carne francese … a proposito mi ero dimenticato…mi ha detto che una carne francese lo…inc….poi, io, non ne capisco tanto di questa carne…dice che ha bei prezzi all’ingrosso…voleva anche se gli potevamo presentare un po’ di acquirenti….F: fratello ..stammi a sentire a me…prendimi un appuntamento…gli devi dire che, quando io vado, lui si propone ed io mi propongo, io gli do le cose mie e lui mi da le cose sue…R: no, perché io te lo dico …perché questa è una persona interessante, a noi ci serve questa persona…F: allora stiamo a posto… perché se me lo presenti tu allora io vado a cento all’ora ..perché me lo hai presentato tu….R: ok…. F:…e, stammi a sentire un’altra cosa,…come mi stai dicendo il fatto dell’Abruzzo, a me mi serve in Umbria, ..in Toscana,…in Lombardia, …nelle Marche, …mi serve in tutta Italia….mo, se tu hai la gente fidata tua, che io mi posso fidare….tu basta, che mi fai i contatti…..perché io e te siamo una cosa…e con loro faccio in un altro modo…. R: ok… F: va bene?….. possono anche lavorare loro e ci lasciano le percentuali a me e a te….R:…si, poi l’approfondiamo questa cosa….perché questa è una cosa che possiamo benissimamente….pure anche sul Lazio, c’è il lavoro?….F: eh! Come io ho una squadra mia che sta a San Marino…lì…tengo quattordici pratiche da fare…R: ah….. F : poi un’altra cosa…lo sai dove mi interessa assai, assai, assai….R: dove?….. F: in Emilia Romagna….R: eh! Possiamo vedere ….certo che possiamo vedere…. F: Rimini, Riccione, Faenza, Modena….. R: certo che possiamo vedere…possiamo vedere…. F: e, lo so, tu sei grosso….R: possiamo vedere lì, poi vediamo dai…. F: noi, io e te, ci sentiamo giovedì…R: noi, queste pratiche qua, non abbiamo guardato ancora niente...per mezzo di queste tarantelle…F: però lo sai, a me che cosa interessa, ….che stamattina mi ha chiamato?….Lello…mi ha chiamato la persona, quello lì di San Pietro,….vuole sapere la risposta, il fatto di San Pietro,…io non so cosa dirgli a questo….perché io, a questo, non so cosa dirgli…..anche perché io la pratica ce l’ho da un mese e mezzo…R: mo, vediamo un poco….comprenderai che la cosa che è capitata…non dobbiamo andare ancora a nessuna cosa….hai capito com’è…ancora dobbiamo soluzionare….F: …e, questo coso….R:…questa è la storia, perciò non ci siamo allungati….però….F: …mo che inizi, la prima, falla a San Pietro…. R: eh…F: hai capito?….. R: va bene…F: innanzitutto quella è la più grande come pratica…no …è proprio grande…e, poi, gli do anche questa risposta a questo cliente….che ha anche altre quattro da darmi….hai capito?….vabbuò!! aspetto a te….poi ci vediamo giovedì dai…..R: ok……io voglio vedere se dice qualche nome …hai capito com’è…. F: e quello, quello è…R: voglio vedere se fa qualche cosa del genere…F: va bene…se lì, ti serve qualcosa…..io ho anche lì qualcosa….però io ho dato le cose a Salvatore…. Va bene che tu sei compagno a me…ma lì, anche, sono compagni a me…quindi, tu, per qualsiasi cosa… non crearti nessun problema…tu basta che me lo dici ed io ti faccio la presentazione…R: va bene ok…F: va bene?…. R: okF: ti voglio bene …ciao Lello…R: ciao pure io… La telefonata è di particolare interesse perché rivela il rapporto molto stretto tra Stolder e Vallefuoco tra i quali esiste un patto particolare, in virtù del quale discutono di proventi che possono essere realizzati da altri soggetti, disponibili a prestare la loro attività commerciale per conto del Franco spalleggiato dallo Stolder che è “uno grosso” e lo può introdurre negli ambienti giusti. D’altro canto anche Franco rivendica di avere buoni compagni, come lo Stolder, ai quali può presentare quest’ultimo. Si parla di una pratica di San Pietro, grossa, che Stolder ha rinviato per il sopraggiunge di alcuni problemi ma che porterà avanti e per la quale Vallefuoco lo sollecita. Si tratta comunque di “guadagnare soldi” per il Vallefuoco come rivelato dalla conversazione che segue alle ore 21:46 quando viene intercettata la telefonata n. 775 (sempre del 2.09.08 e sempre sulla medesima utenza) ancora tra Raffaele Stolder (R) e Franco Vallefuoco, così riportata nel brogliaccio (allegato 7 volume 3) F. PromtoR ue’ FrancoF. buonaseraR buonasera … mi ha chiamato Salvatore che non era capace di trovare il numeroF e vabbè tu basta che vedevi sopra al telefono … io ho fatto le chiamateR e mo’ io ho cercato ma non sono molto pratico con questi cosi … non mi applico proprio …. Sono i figli miei … mia moglie che sono capaciF allora stammi a sentire … la persona che deve venire giovedì … neanche a farlo apposta … io ho posato il telefono ed il suo socio mi ha portato la persona R si .. F hai capito?R si … però io voglio trovare la persona qua che gli deve spiegare bene la questione da vicino … cosa vuole … di cosa deve acquistare … la persona mi ha fatto una serie di domande alle quali io non sapevo cosa rispondere … allora io ho detto: aspetta un momento io faccio l’appuntamento … viene da vicino … lui mi ha detto: per me queste operazioni qui … perché io ne ho fatto a centinaia … mo vedi tuR va bene allora io adesso glielo dicoF vedi tu e fammi sapere … io lo vedo anche domani alle 11 R io adesso lo chiamo io … vedo se ti vuole chiamare?F come vuoi tu ohi Lello R no, per non darti fastidio … se è possibile dopo ti faccio chiamareF Lello non dire scemarie …. quando ci sta da guadagnare soldiR ma che c’entra F non mi dai mai fastidio … quando vuoi tu R ora lo chiamo … F aspetto una chiamataR vabbuò ciaoIl giorno dopo (3.9.08) alle ore 10:00 si intercetta la telefonata n.287 sulla diversa utenza 366 ... in uso allo Stolder che viene contattato da La Manna Domenico al quale Stolder riferisce “senti poi noi qua stiamo vedendo il fatto con l’amico nostro per vedere di chiudere qualcosa…”. La Manna risponde “si io oggi mi ci vedo…più tardi mi ci vedo…”. Stolder continua “eh stiamo aspettando per vedere di chiudere qualcosa … stasera ha un appuntamento per un mio amico … per delle macchine… per delle cose così…. hai capito?”. La Manna risponde “va bene io sono mercoledì a Roma…”.A conferma di stretti rapporti fra i tre soggetti (Stolder, La Manna e Vallefuoco) si intercetta ancora la telefonata n. 818 dell’8.09.2008 sulla utenza 331 .... nel corso della quale Stolder Raffaele chiama La Manna Domenico e, dopo i convenevoli, Stolder gli riferisce “è passato il nostro amico … è passato di qua gli ho dato il telefono”. La Manna risponde facendo riferimento a Boccia Marco, ma Stolder gli fa capire che non intende riferirsi a lui “no … no, il nostro amico questo qua di sopra … l’amico”. La Manna comprende “ah si si” e Stolder continua a raccontare “gli ho dato tre cosi …. uno per te, uno per lui e uno per me”. La Manna commenta “perfetto”. Stolder risponde “hai capito? …. Mi ha detto che ti vedeva adesso”. La Manna conferma “stasera mi vedo … più tardi mi ci vedo”. Stolder “si, appena lo riceve da un colpo” e ripete “appena … mi chiami”. La Manna comprende (“perfetto”) e Stolder comincia a dire “è meglio non …” La Manna lo interrompe “va bene”. Dalla frase pronunciata nella seconda parte della conversazione (appena lo ricevi … mi chiami) si comprende che il “coso” consegnato per il La Manna è un telefono cellulare da usare per conversazioni riservate. Sino a questo momento, i contatti sono diretti tra gli interessati, ma - probabilmente anche a causa delle nuove utenze procurate dallo Stolder per tutti e tre (come risulta dalla precedente telefonata – non si registrano più comunicazioni tra Stolder e Vallefuoco, bensì emergono ulteriori contatti tra Giaquinto Giulio, soggetto legato allo Stolder la cui utenza 339 .... è sottoposta a intercettazione dal 4.7.08, e tale Gennaro, poi identificato nel D’Amore, la cui utenza 329-1742630 sarà poi monitorata dal 22.10.08. Queste le principali telefonate: - n. 3102 ore 12:08 del 27.09.2008 quando Gennaro D’Amore contatta Giaquinto Giulio chiamandolo per nome “Giulio” e presentandosi a sua volta “sono il cognato di Franco”.Giulio comprende a volo “il cognato di Franco? si dimmi”. Il D’Amore spiega “sto venendo a Napoli e devo consegnare certe ..inc… ai compagni nostri … ci vediamo un attimo dentro all’ospedale?….”. Giulio chiede “tra quanto tempo?” e D’Amore “il tempo…una mezz’oretta…il tempo che arrivo lì…”;- n. 3113 successive ore 17:05 quando Giulio contatta il D’Amore per dirgli “senti mi puoi rintracciare Franco…”. Il chiamato risponde “no Franco non ci sta…sono Gennaro…”. Giulio insiste “eh senti a me serve urgentemente in quanto io devo dare una risposta se è tutto a posto e io devo fare un’imbasciata urgente…. prima di mezzogiorno a me servono i numeri di conto corrente delle società….”. Gennaro (D’Amore) dice “Giulio te l’ho spiegata già stamattina come sta la cosa…domani prima di mezzogiorno non possiamo fare niente…dopodomani prima di mezzogiorno non ci sta Franco….”.Giulio chiede “embè come dobbiamo fare?” e Gennaro risponde “e come dobbiamo fare ..noi abbiamo parlato stamattina… la settimana prossima di tempo ce la dobbiamo prendere”; - n. 3162 ore 18:47 del 29.09.2008 quando Gennaro (D’Amore) chiama Giulio (Giaquinto) presentandosi “sono Gennaro, Giulio …..” e chiedendo “quando ti serve la persona per firmare?”.Così prosegue la telefonata nel corso della quale interviene anche Franco Vallefuoco Giulio: senti a me mi servono conto corrente e inc….Gennaro: cosa ti serve?…Giulio: tu me la puoi portare la persona?… Gennaro: come …a te quando ti serve la persona?…Giulio: a me va bene anche domani….Gennaro: aspetta ti passo un attimo a Franco…Interviene il Vallefuoco al telefono indicato con le iniziali FV FV: buona sera amico mio.. Giu: uè Franco sono stato con il pensiero…FV: io in verità ti ho chiamato anche stamattina…ti ho chiamato stamattina per fare avvisare che era tutto a posto…Giu: e quello è importante…tutto a posto è?…. FV: eh! sti cazzi! tutto a posto!…qua in giro fanno un cofano di fotografie uah all’anima di sant’An….… Giu: davvero?….FV: si! mi sono andato a fare una visita all’ospedale…chissà che cazzo hanno capito…vabbè! ..non fa niente…stammi a sentire una cosa….Giu: ma, dentro all’Ascalesi, ci stanno le fotografie?….FV: a me, mi fecero il fermo, mentre stavo aspettando…passarono sopra alla motocicletta…ci date i documenti…chissà che cazzo si pensavano…a me mi fecero il fermo…uà io gli dissi che sfaccimma di traffico sta qua … ohi Lello … giusto..Giu: ah!..ah!…ho capito ho capito!!!FV: no! ...perché io avvisai, per non vederci … ma stava già di fronte, invece a me mi presero … che cosa fai qua…dacci i documenti…Giu: ho capito!!!…Franco sentimi a me….FV: vabbè le solite puttanate … allora sto amico quando deve scendere?… Giu: allora a cento cento stiamo a posto… a me mi serve il numero di conto corrente e …inc… e poi dobbiamo chiarire bene la situazione…FV: a te, ti serve la presunzione di firma?…Giu: si! …ma non serve a niente Franco…perciò dobbiamo parlare da vicino con la persona pure….perché qua, è pronto tutto coso…FV: va bene! sabato…. Giu: ma, nel frattempo che viene sabato…mettiamo i numeri di conto corrente ABI e CAB della società….perché già glieli avrei dovuti portare oggi a mezzogiorno e non sono andato per non fare vedere…capito?….FV: aspetta ..io qua tengo il responsabile suo….(Franco chiede ad un interlocutore, accanto a lui, se ha il CAB ed ABI)…mi ha dato un’altra cosa in mano… quella di Somma ….hai capito?…Giu: e, quando, me le fai capitare?…. FV: (Franco rivolgendosi all’interlocutore, che sta accanto a lui, chiede quando sia disponibile ad andare giù con loro)…mi ascolti un attimo Giulio ?…Giu: si! dimmi….FV.: domani mattina, ti faccio scendere Gennaro, mio cognato … perché io, comunque, devo andare a fare altre carte… e ti faccio incontrare con lui…va bene…Giu: mi fai incontrare?…ah! ma viene qua domani?…. FV: lo faccio scendere domani mattina, presto, da qua…… Giu: e mi porti anche la persona….. FV: ti faccio incontrare con mio cognato, non ti preoccupare…Giu: conto corrente e tutto coso…FV: Giulio, domani mattina, sta mio cognato a Napoli ….a mezzogiorno, alle una, sta a Napoli… Giu: ok! allora… ciao.. FV: ciao!..salutami a ….. (non dice il nome, ma si comprende che deve trattarsi dell’amico comune già sopra indicato nel Lello); - telefonata n. 3309 ore 15:43 del 03.10.2008 quando D’Amore Gennaro contatta Giaquinto Giulio presentandosi sempre con il proprio nome (“sono Gennaro”) e gli dice “mi sono dimenticato di chiedere una cosa a Lello … volevo sapere un attimo quelle carte che gli abbiamo dato dal paese…come stavano le cose?….”. Giulio risponde “e non lo so….sta facendo un servizio…”. Gennaro “ho capito….tu più tardi, penso che lo vedi, no?…e mi fai chiamare e mi fai sapere…..”. Giulio chiede “il fatto del libretto della macchina?” e, tuttavia, quando Gennaro risponde di no, Giulio ripete “eh! il fatto del libretto…”. Allora Gennaro comprende e sta al gioco “il fatto del libretto a San Pietro lì”. Giulio continua “eh! Si! ..mo vediamo in quanto qualcosa ci sarà…perché sembra che hanno quasi svincolato il fatto del sequestro del libretto di circolazione ….poi ti faccio sapere”. Si ricorda che di San Pietro si parla come di una pratica importante nella telefonata tra Vallefuoco e Stolder sopra riportata (n. 766 del 2.9.08) e ciò dimostra come il riferimento al “libretto di circolazione” sia solo un codice per occultare al telefono la natura dell’affare. Ed invero le conversazioni intercettate rivelano senza dubbio: - la esistenza di un patto tra Stolder e Vallefuoco che vede coinvolti anche La Manna, Santaniello Salvatore, Giaquinto e D’Amore, patto destinato ad estendersi in tutta Italia ed a durare nel tempo, attraverso uno scambio di “conoscenze”; - in particolare il Giaquinto è coinvolto in un’attività commerciale, per la quale va costituita una società e vanno preparati i documenti con l’ausilio di una persona di fiducia del Vallefuoco; - i soggetti mostrano timore a parlare al telefono, fissano appuntamenti di persona, recandosi in zone diverse dalle loro abitazioni e temono i controlli di polizia. La natura dell’accordo tra gli indagati resta tuttavia sin qui oscuro e ciò induce gli investigatori ad intercettare le utenze risultate in uso al Vallefuoco e l’auto AUDI A6 sulla quale è solito viaggiare per la sua attività. Ciò consente di comprendere quale sia la reale professionalità del Vallefuoco e in quale contesto si collochino, nello specifico, i suoi rapporti con lo Stolder. Sotto quest’ultimo profilo a bordo dell’auto si intercettano significative conversazioni che svelano quanto nelle telefonate era solo accennato. Ed invero, relativamente ai rapporti con il clan Stolder (ma come si vedrà l’attività del Vallefuoco è molto più ampia), giova ricordare le seguenti ambientali: - n. 21 ore 18:53 del 23.10.2008 quando in macchina con Vallefuoco c’è D’Amore Gennaro il quale parla con il cognato di schede da recapitare a Raffaele Stolder; - n. 28 ore 11:27 del 24.10.2008 quando Vallefuoco è in macchina con la sua compagna Esposito Lucia e giunge sul telefono viva voce una telefonata di La Manna Domenico il quale dice vorrebbe incontrare Franco da vicino; - n. 37 ore 08:05 del 25.10.2008 quando in macchina si registrano le voci di Vallefuoco Franco e D’Amore Gennaro il quale dice che deve incontrare quella persona, che sta ad Ottaviano, presso Quirino Beracci, persona che ha fatto sempre questo e che sta “coperto, dagli ex del clan Alfieri”. Franco parla del rapporto con Franco Di Tella e dice di aver ammonito quest'ultimo per il fatto che si deve dare da fare come lui. Aggiunge, a proposito della moglie del Di Tella, che a lui non piace che nella società ci sia una donna. In questo contesto, D’Amore riferisce al Vallefuoco che “Lello a Napoli” vorrebbe lavorare e che gli deve dare non si comprende cosa, perché Vallefuoco lo interrompe per dire “dagliele così abbiamo solo rapporti se serve e se non serve”. Quindi Vallefuoco chiede a Gennaro come è stata risolta la questione “delle sigarette” e Gennaro risponde che quando arrivano le sigarette all'aeroporto “alcune casse vanno per mezzo…” Sempre il D’Amore afferma che Raffaele vuole risolvere “la questione delle sigarette” o attraverso il “duty free” o attraverso “un passaggio alla dogana” ed aggiunge che il medesimo Raffaele “gli ha fatto una cazziata”. Racconta che chi mette la parola sul tavolo è sempre lui. I due interlocutori parlano di problemi che possono nascere e che comunque vanno risolti e quindi discutono di percentuali che vanno date a Raffaele Stolder; - n. 76 ore 11:58 del 27.10.2008 quando Vallefuoco Franco è in auto con tale Gigino e riceve una telefonata da Gennaro D’Amore; poco dopo, alle ore 12:06, il medesimo D’Amore richiama per riferire che ha chiamato un soggetto, ma quello ha detto che vuole parlarne da vicino. Il contenuto di questa telefonata trova spiegazione nella precedente (n. 31) intercettata, pochi minuti prima (alle ore 12:03), sulla utenza del D’Amore, la 392-..., quando il medesimo contatta Stolder Raffaele, sulla utenza 334 ... e gli chiede “Lello dimmi una cosa…via San Giorgio Vecchio sta lì”. Lello risponde “via San Giorgio Vecchio …non lo so…. qua sta via San Giorgio ai Mannesi…no Vecchio … Vecchio non la conosco”. Gennaro ribatte “no, perché io ho il navigatore mi ha portato lì, il navigatore mi ha portato proprio li dietro…. il navigatore mi ha portato dietro da te, via San Giorgio Vecchio….”. Stolder risponde “ed ora domandiamo….ma tu, stai qua … stai?”. D’Amore risponde “no, volevo sapere, se ci potevo andare a spendere da questo Donnarumma Giovanni”. Stolder risponde “e non lo so…ma perché non me lo dici da vicino?….Genni …. è meglio da vicino ….questi ..sti cosi ... sono belli e cari … questi capiscono sempre una cosa per un’altra”. E’ evidente quindi che D’Amore riferisce al Vallefuoco il messaggio ricevuto da Stolder sulla opportunità di parlare da vicino; - ambientale n. 611 ore 16:09 del 02.12.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco in auto con Lucia Esposito riceve una telefonata da La Manna Mimmo ed alla fine riferisce a Lucia che i siciliani hanno problemi a Napoli e ".... li vogliono sparare..." (da quanto osservato sopra si comprende il riferimento alla vicenda Boccia per la quale sono sorti problemi); - ambientale n.639 ore 20:04 del 03.12.08 quando Vallefuoco è in macchina con D’Amore Gennaro. I due parlano della pratica in cui debitore è Romano “quello dello spirito” e D’Amore riferisce che i padroni della fabbrica sono i nipoti di Ciccio Mallardo, ovvero “Ciccio, di Carlantonio”. Vallefuoco si meraviglia che i nipoti di Mallardo si rivolgano a loro per un recupero, a titolo di piacere. I due parlano poi di un impegno preso da una persona per un credito di 70.000 euro a Catania, e sembra che la cosa non sia andata a buon fine. D’Amore dice che questo soggetto non risponde più al telefono e Vallefuoco risponde che la “sorella” di questa persona è andata a Napoli già altre volte e si sono incontrate all’Hotel Ramada. Quindi Franco chiede perché non ci è tornato visto che adesso è andato a Napoli. Gennaro gli spiega che le cose nella zona, adesso “..non stanno proprio bene..”. Vallefuoco osserva “”si, ma è un fatto di questi giorni” e, poi, Gennaro parla esplicitamente di “ò Lello”che non può scendere dall’abitazione, ripetendo che a Forcella le cose non stanno bene. Dal contenuto del dialogo si comprende che i due soggetti sono a conoscenza della intermediazione prestata dallo Stolder e dal La Manna per la vicenda che interessa il Boccia Marco (di cui si è trattato prima). Significativo è il riferimento al La Manna che viene indicato come la “sorella” dello Stolder, ma la cui indicazione risulta certa dal riferimento all’incontro presso l’hotel Ramada, ove gli investigatori hanno accertato aver preso alloggio La Manna in occasione dei suoi incontri con Stolder, peraltro con una attività che ha suscitato l’allarme del La Manna (come rivelato dalle telefonate con Stolder riportate nel trattare del reato di cui al capo A); - ambientale n.644 ore 13:56 del 04.12.2008 (Audi A6) nel corso della quale Vallefuoco Franco in auto con Marika Carcas parla di schede e di una persona nervosa per alcuni arresti, sul punto Franco commenta “...a Milano, hanno arrestato otto persone, tra cui anche due di Mimmo”; - ambientale n.1012 ore 22:09 del 27.12.2008 quando Vallefuoco Franco in auto con Esposito Lucia parla di “Forcella e di Raffaele Stolder” precisando che egli evita di andare sotto casa sua, in quanto già lo hanno visto un paio di volte e rischia che gli danno l'associazione, aggiungendo che gli hanno fatto un sacco di fotografie. I due sono a Napoli perché Vallefuoco indica il Ponte di Casanova e la Maddalena dicendo alla donna che lì vendono solo il falso; - ambientale n. 685 ore 10:28 dell’8.12.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco Franco è in auto con tale Giacomino il quale gli chiede “ma, come fai con questi recuperi?” e Franco risponde “se non pagano, abbuscano” ed aggiunge “io lavoro con Forcella e con i Casalesi”; - ambientale n. 686 successive ore 11.00 (Audi A6) quando Vallefuoco Franco conversando, nella sua autovettura, con tale Mario gli dice “....ho tre ditte di costruzioni, con i “Casalesi” e con queste faccio il subappalto per la questione del cemento….”; - ambientale n. 726 ore 13:13 dell’11.12.2008 (Audi A 6) nel corso della quale Vallefuoco dice “stamattina tiene dieci pistole sopra ... va a fare l'incontro con Secondigliano ... andate a piedi e poi aggiunge: “…ora si deve preoccupare lui di dove sei tu.....”; - ambientale n. 893 ore 13:14 del 21.12.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco in auto con Lucia Esposito parla di un regalo avuto dalla “gente di Forcella” e di regali, avuti da“Secondigliano”, facendo riferimento a soggetti che hanno magazzini ed hanno “avuto le pistole” da lui; - ambientale n.1019 ore 11:53 del 28.12.2008 (Audi A6) nel corso della quale Vallefuoco dice alla sua interlocutrice Lucia che, all'interno dell'Ascalesi, lavorano lo zio Vincenzo Mingione e Ciro Falco, che sono suoi amici. Si sottolinea che l’ospedale Ascalesi è il luogo ove si incontrano Giulio Giaquinto e Gennaro D’Amore (come si desume dalle pregresse intercettazioni). Vallefuoco aggiunge che in quella zona i locali pagano il fitto del locale, più la tangente; - n. 1025 ore 01:23 del 29.12.2008 quando sempre in auto con Esposito Lucia Vallefuoco dice a Lucia che ci sono “clan e che lui sta in pace con tutti” e poi ci sono i “cani sciolti” . Lui stesso si è dissociato dai Bruscianesi ed ora non appartiene più al sistema. Inoltre racconta che, quando è andato da Lello, ha fatto l'imbasciata al parcheggiatore dicendogli di riferire che lui era arrivato. Si vanta di poter andare a Secondigliano senza problemi perché lui si può muovere dovunque. Spiega che se, per esempio, deve andare alla Maddalena, si informa su chi la comanda lì e, quindi, lo contatta in modo da far vedere che è presente anche lui lì; - n.1079 ore 14:28 del 31.12.2008 quando Vallefuoco, parlando con un soggetto non identificato, gli chiede se conosce “una persona pulita alla quale fare un mandato per fare lavorare lui sulla zona di Napoli”. Vallefuoco racconta di un recupero nella zona San Carlo, dove le persone hanno detto “…se, noi fossimo andati un’altra volta, ci avrebbero messi nella busta di plastica...” e quindi anche Lello era andato dalla persona e le aveva portato la busta dicendo “…di voler vedere, come li mettevano nelle buste.....”; - n.1081 ore 17:12 del 31.12.08 quando in macchina Vallefuoco è con un altro soggetto chiamato Salvatore. Vallefuoco parla al telefono con Esposito Lucia e dopo riferisce a Salvatore che lui, con questa ragazza, sta convivendo e per tale motivo ha preso in affitto un'abitazione a Modena ed ha aperto una nuova sede della ISES, a Castelfranco Emilia, dove lui è presente il lunedì ed il martedì, mentre il mercoledì solitamente si trattiene a Rimini edil giovedì sta a San Marino. Il venerdì, invece, è solito recarsi a Palermo dove ha aperto un altro ufficio, mentre il sabato e la domenica si reca a Napoli. Vallefuoco aggiunge di aver acquistato anche un bar ristorante, che ha pagato 400 mila euro che si trova a San Marino, proprio vicino al forno dei suoi fratelli; poi, elenca tutte le altre attività nelle quali ha fatto investimenti, ovvero una ditta, con la quale fa l’ingrosso idraulico; due ditte di costruzioni con le quali compra i terreni, costruisce e vende. Racconta che proprio in mattinata ha inviato alcune mail a delle immobiliari, per la messa in vendita di dodici villette a schiera, di 180 metri ciascuna, di cui due le avrebbe tenute per sé, intestandole una al fratello Gigino e un’altra alla moglie (poi identificata in Panico Tina). Il Vallefuoco riferisce di voler costruire anche su Rimini, dove ha un ottimo affare per le mani, con l'80% di reddito anche se pèrò non ha ancora ottenuto la concessione e dove, per iniziare, dovrà fare un investimento da 4 milioni di euro. Quindi afferma “... io sopra, sto anche avendo ...soldi ...inc...mi danno il 20%, che cazzo me ne frega”. Salvatore ribatte “basta che stai coperto, se no' te le mettono in culo, quegli scemi ...” e Vallefuoco ribatte “noo ... ma, tu lo sai con chi sto lavorando? … ma lo sai, con chi sto lavorando?... inc ... io sto lavorando con i casalesi e con ... “. Salvatore ribatte “ma dove? …là a Rimini… statevi attenti”. Vallefuoco continua “solo a che a me non mi devono mai cercare di fare droga e mai cercare di fare prostituzione, il resto ... faccio le cose che sono bravo a fare, quello che sono bravo a fare, cioè sto in mezzo alla strada ... a Rimini, sto in mezzo alla strada ... cioè io, a Rimini, ho 45 ragazzi con me, 45 non uno, 45 ... tengo 26 Casalesi con me ...spartono sopra ...inc... però, sulle mie ditte, sto solo io, hai capito? … le società mie, sono le mie e nessuno le tocca … però con loro ... loro mi passano i soldi ….e lì vogliono il ... quando io, ho qualche problema, prendo la mia squadra e ce li mando sotto….. oppure, chiamo loro ...” ed ancora racconta “poi ho quelli che hanno preso il posto di Gigino Giuliano…. Lelluccio Stolder ... è un fratello proprio ... a Secondigliano, lo stesso sto bene ... là sopra, ci sono tutti cani sciolti, hai capito? ….là sopra là” Salvatore, che evidentemente è del medesimo ambiente, risponde “lo so …la è un poco ... va bene…più sopra vai, più ci sono i cani sciolti”. Vallefuoco continua a raccontare “adesso presi un tipo, che io ci sono sceso il 24 mattina, ... quello si andava a prendere i soldi dalle mani dei nostri paesani a Reggio Emilia ... mi chiamarono i nostri paesani e mi dissero: Franchitiè … perché questo è una persona ...ed dissi: ..ma chi è? .. mi dissero: adesso se ne è andato, ci abbiamo dato 1000 euro a testa... …fecero una riunione, tutti i fabbricanti di Brusciano, tutti i costruttori di Brusciano, fecero 1000 euro per ciascuno, hai capito quanti ne erano di loro? ...erano 60/70 di loro ... alla faccia del cazzo ... inc ... gli dissi come si chiama questo? ... accussì, accussì, ... va bene ... inc ... a Barra ... quando è stato il 26, sono andato a Barra, sono andato da Giovanni e gli ho detto: Giovanni sentimi… ma stai lavorando tu a Reggio Emilia? ...lui disse di no ed io: …chi comanda? gli dissi: vedi che ngopp’... inc... si stanno pigliano i soldi a nome vostro e lui, disse: …ma tu, che stai dicendo?. Io gli dissi: …hai capito bene!!! ... io, oggi, all'una e mezza, sono sceso a casa, hanno ucciso uno in mezzo alla strada ... questo stava a casa di uno ... mi hanno portato questa persona a casa ... ed io.... gli diedi uno scurzetton’ a mano piena, com'e' entrato, un ragazzo di due metri…… gli dissi: …compagno mio…ma, a Barra, lo sanno che ti stai prendendo i soldi a......? E lui: no, ma sai…. perchè io, sto in mezzo alla strada….non in mezzo alla strada… in senso che sto dentro o’ sistema….in mezzo alla strada, che non sto lavorando… ed io, gli dissi: ..embè! …e vai prendendo i soldi, vai a nome ...” e Salvatore completa “... dei compagni!”. Vallefuoco continua “comunque, alla fine dei conti, dopo aver parlato due ore con lui e con i quattro che me l'hanno portato, l’ho preso a lavorare con me…… mi ha detto fammi lavorare, fammi guadagnare qualcosa ... io, i ragazzi, li ho tutti a mensile… tengo tutti quanti a mesate ... a Gennaro, a Giovanni …a Gigino … tutti quanti a mesate…tengo a Gennaro ò pescatore, tengo a fratem’ Gigino …”. Quindi Vallefuoco parla con la moglie Tina al telefono e poi riceve una telefonata da un uomo, detto Coca Cola, il quale gli da conferma dell'avvenuta prenotazione, a nome di Daniela Serra, la direttrice della Coca Cola. Vallefuoco racconta al suo interlocutore che lui sta valutando, insieme al Salvatore Coca Cola che l’ha telefonato, di acquistare uno stabilimento di acqua minerale a Riccione, che gli hanno proposto. Racconta che, per rilevare questa azienda, ci vogliono un milione di euro ma per sistemarla ce ne vogliono altri due; per tale trattativa, sta valutando unitamente alle finanziarie che lavorano per lui, direttamente con i padroni, non con i direttori delle finanziarie, al fine di valutare che tipo di investimento fare. Vallefuoco aggiunge che lui può avere finanziamenti fino a 12 milioni di euro ma che, trattandosi di acque minerali, deve valutare il piano di rientro di questo eventuale investimento. Seguono argomenti personali non rilevanti; - ambientale n. 672 ore 14:38 del 14.03.09 quando Vallefuoco, in auto con Esposito Lucia, parla al telefono con Gennaro, ma non a viva voce per cui si sentono solo le frasi pronunziate da Franco il quale chiede notizie di un incontro che Gennaro ha avuto con “Napoli” ed in particolare chiede “lei che ha detto?...” ed ancora “ma loro come la vedono la cosa ... fattibile? gli è piaciuta l'operazione.......a me quello che interessa sono i pensieri della fidanzata mia”. Fa riferimento ad una cifra pari a 40mila, 50mila euro sulla quale vanno calcolare le percentuali. In tale contesto Vallefuoco dice “o’ Lello subito ha messo...” e rivolto alla donna in ambientale commenta che le percentuali sono buone, i tratterebbe di 4 -5 milioni di euro, pari ad 80 mila euro al mese; - ambientale n. 679 ore 12:38 del 15.03.09 (il giorno successivo) quando Vallefuoco Franco parla al telefono con il D’Amore e si arrabbia per il fatto che, dopo l’incontro tra Paolo e Raffaele Stolder, Gennaro ha fatto a Paolo troppe domande ed aggiunge “questi, si possono impressionare”. Vallefuoco con Lucia Esposito, che è in macchina con lui, rivela che prenderà un sacco di anni di carcere in quanto è contornato da gente sprovveduta. Testualmente afferma “il contatto con Lello ... l'anello tra me e lui ….è lui… ma loro, a lui, non lo vogliono”. Lucia concorda “effettivamente sono cose delicate”. Vallefuoco dice che Gennaro, ha accompagnato Paolo, da questa persona e che, poi, voleva sapere gli accordi presi”. Lucia commenta “ma, non ha capito che lui deve fare solo il tassista?” e aggiunge “la prossima volta gli devi dire: devi fare il tassista”. Vallefuoco commenta che si deve dare una mossa, in quanto ha le guardie addosso e gli scemi attorno e se fa la combinazione di tutte e due le cose “mi fanno arrestare” motivo per il quale conclude “a quello non lo devo comandare più…. a quello lo devo mettere solo nell'ISES e basta”. Lucia lo rimprovera “si vabbè, ma certe cose le devi fare tu”. Vallefuoco risponde “ma come le faccio io?....io a Gennaro non lo posso mandare a Forcella in quanto ha i precedenti…. e se lo vedono a Forcella lo arrestano...” (poi specifica che fa riferimento a Gennaro o Capocchia) e spiega che bisogna cambiare strategia “tanto le guardie non sanno neanche chi sono”. Intanto richiama il D’Amore e Vallefuoco gli ribadisce che lui gli ha messo una persona in macchina per farla parlare con quelle persone e che, poi, lui non deve fare domande delicate e non doveva parlare dell'operazione. Vallefuoco di nuovo si sfoga con Lucia dicendo che è sempre lui che gli crea problemi, in quanto se avesse mandato o’ Capocchia tutto questo non si sarebbe verificato ma, non lo può mandare, in quanto “sta pieno di precedenti” e neanche il fratello può mandare, perchè “sta messo peggio di Gennaro” nel senso che, è molto curioso. Vallefuoco commenta i “controlli di guardie” che ci sono su da lui, ma sono “guardie di Reggio Emilia” e osserva che bisogna andare via da dove stanno ad alloggiare. In conclusione, tenuto conto del tenore complessivo delle conversazioni intercettate ed in particolare dell’ambientale n. 1081, si ricava agevolmente che il Vallefuoco presta la sua attività per conto dei clan che gliene fanno richiesta sotto un duplice profilo, ovvero quello del recupero credito e quello del reinvestimento dei proventi illeciti. A tal fine dispone di 45 uomini, tutti regolarmente da lui stipendiati, e di una serie di finanziarie con i cui “padroni”, i reali titolari, discute degli investimenti da effettuare e delle percentuali di profitto. Il medesimo Vallefuoco ammette, sempre nella 1081, di aver da ultimo concluso accordi con Stolder Raffaele che ha preso a Forcella il posto dei Giuliano e sottolinea che Stolder per lui è un “fratello proprio” (nell’ambientale 672 lo definisce “la fidanzata sua”). Si ricava altresì da tutte le intercettazioni che il tramite per i suoi rapporti con lo Stolder, avendo Vallefuoco timore di comparire troppo e temendo di essere già stato osservato e fotografato presso l’abitazione di quello, è D’Amore Gennaro, persona fidata ma troppo curiosa che egli utilizza in quanto immune da precedenti a differenza da tale Gennaro o’ Capocchia (identificato in Esposito Gennaro). Gli affari trattati con lo Stolder, che a sua volta si avvale dei suoi uomini, come Santaniello Salvatore e Giaquinto Giulio, riguardano forme di investimento in società da creare con persone “pulite” ed in grado di assicurare profitti ulteriori investendo capitali provento dei reati. L’ambientale 1081 è proprio la chiave che consente di comprendere tutte le altre intercettazioni, le quali assumono tutte un significato logico e uniforme. Così è evidente l’interesse a conoscere commercianti in tutta Italia per nuovi investimenti manifestato dal Vallefuoco con lo Stolder nella telefonata n. 766 ed acquistano altresì significato le ulteriori richieste di dati relativi al conto corrente di una società avanzate da Giaquinto Giulio che nell’ambito del clan Stolder si occupa proprio del riciclaggio (si veda ad esempio l’ambientale 679 riportata nella parte relativa all’associazione). D’altro canto è sempre Stolder a riferire che lui ha ben chiaro come trattare i proventi dei delitti commessi nella ambientale n. 879 dell’11.6.08 ore 17:56 quando afferma che bisogna “atterrarli” e poi con il tempo investirli in società con prestanome (ambientale riportata nel trattare dell’attività di riciclaggio dell’associazione contestata al capo A). Ma a conferma di quanto sin qui emerso, vanno ricordati gli ulteriori elementi emergenti dagli accertamenti svolti dagli investigatori sulle attività del Vallefuoco e sui suoi contatti con alcuni dei soggetti che pure emergono dalle ambientali già riportate. Anzitutto è stato verificato che: - l’auto Audi A6 targata ....., utilizzata dal Vallefuoco, è intestata alla società Finanziaria sammarinese FINCAPITAL, con sede in Dogana, via A Gangi n. 66, Repubblica di San Marino, il cui amministratore è identificato in Zonzini Oriano, nato a San Marino il 22.07.1971 (società proprietaria) ed è noleggiata dalla società ITECNICI, con sede in Falciano, Strada degli Angiari n. 25 della Repubblica di San Marino, le quali, con specifica delega datata 4.4.2008, autorizzavano il Vallefuoco Francesco all’utilizzo; - la società ISES è una società di recupero crediti sammarineseche svolge la sua attività di recupero crediti soprattutto sul territorio nazionale senza alcuna autorizzazione italiana. A tale società subentra la I.SE.S Italia, le cui quote di amministrazione risultano ripartite tra Panico Giustina, moglie del Vallefuoco Francesco ed il cognato D’Amore Gennaro. Gli investigatori hanno consultato il sito ufficiale della ISES (www.ISES-sm.com) e nella home page è indicata la società ZA.VA. Group ovvero un gruppo facente capo a Zavoli Roberto e Vallefuoco Francesco (come da visura di cui all’allegato n.14 d); - il bar MOD’S KAFE’ ove spesso i soggetti si incontrano e del quale il Vallefuoco vanta di essere reale proprietario è un esercizio commerciale ubicato nel territorio della Repubblica di San Marino, in via degli Aceri n. 14, gestito da Zavoli Lara, figlia di Zavoli Roberto, e da Pregnolato Fabrizio.La ricostruzione dell’attività del gruppo Vallefuoco L’esistenza di una stabile organizzazione facente capo a Vallefuoco Francesco per l’attività di recupero crediti e di riciclaggio risulta da numerose intercettazioni autorizzate sulle utenze mano a mano individuate in uso all’indagato, che tuttavia risulta sempre piuttosto cauto nell’uso del suo telefono. Di estremo interesse si sono rivelate comunque le intercettazioni disposte sulla utenza in uso al suo principale interlocutore, Zavoli Roberto, nonché quelle effettuate a bordo dell’auto AUDI A/6 che non è intestata al Vallefuoco (come sopra evidenziato) ma è utilizzata dal medesimo per gli spostamenti connessi alla sua attività. Si è avuto già un assaggio di quale sia l’impegno professionale del Vallefuoco, ma ulteriori elementi si ricavano dalle seguenti registrazioni, evidenziando che le stesse sono riportate in ordine cronologico al fine di ricostruire in maniera plastica ed evidente l’intreccio dei rapporti ed il loro contenuto, nel corretto contesto storico: - telefonata n. 246 del 26.09.2008 ore 09:19 intercettata sulla utenza 335... in uso a Zavoli Roberto il quale contatta Vallefuoco Francesco sulla utenza 335 .... intestata alla s.r.l. IMPRESIT 2000 (pure intercettata) per discutere della scadenza di alcuni assegni. Vallefuoco gli dice di chiamare Livio e prendere appuntamento al Mods Kafè; - telefonata n. 555 del 30/09/2008 ore 09:17 intercettata sempre sulla utenza dello Zavoli che viene contattato dalla utenza del Mods Kafè dalla figlia Lara che informa il padre del fatto che la banca non ha liquidità. Il padre le dice di fargli fare assegni circolari, da 10mila euro ciascuno e 32 mila in contanti; - telefonata n. 571 ancora del 30.09.2008 ore 10:47 intercettata sulla utenza dello Zavoli che contatta Marika Carcas, segretaria I.SE.S., la quale riferisce di avere con sé gli assegni e di essere in fila in Tribunale; - telefonata n. 572 successive ore 10:48 quando sulla utenza di Zavoli giunge una chiamata di Vallefuoco Franco il quale chiede a Roberto di contattare Francesco della cucina e dirgli di chiamare. Roberto replica che Francesco è lì da lui e Vallefuoco si infuria e gli intima di dire a Francesco di raggiungerlo al bar. Si sente Zavoli dire all’uomo con lui di raggiungere Vallefuoco al bar, dove ritirerà anche gli assegni. Poi il medesimo Zavoli informa Vallefuoco che Marika è in ritardo e Vallefuoco, di nuovo infuriato, ribatte che c'è la persona che “ha portato i cosi da giù”; - telefonata n. 573 successive ore 10:58 quando Vallefuoco contatta Zavoli Roberto sulla utenza in uso a quest’ultimo e lo informa di aver provveduto lui, personalmente, a pagare Francesco con i soldi che gli erano stati portati su da Napoli e, quindi, aveva anche detto a Francesco (il cuoco del Mod’s Kafè) di recarsi da lui a ritirare gli assegni; - telefonata n. 584 ore 12:18 (stesso giorno e stessa utenza) quando Zavoli contatta di nuovo Carcas Marika segretaria I.S.E.S. sulla utenza 333 ... e le chiede a che punto sia. Marika afferma di essere ancora in Tribunale e di avere gli assegni. Roberto dice a Marika che, quando finirà, dovrà andare in Ufficio; - telefonata n. 590 ore 12:30 tra le stesse utenze nel corso della quale Carcas Marika dice a Roberto Zavoli di aver terminato in Tribunale e Roberto avvisa la donna che la persona verrà alle due e lei gli dovrà consegnare gli assegni;- telefonata n. 3620 ore 12:48 dell’1.10.2008 intercettata sulla utenza del Vallefuoco che contatta un soggetto chiamandolo “zio”, al quale rappresenta che gli sta passando al telefono, una persona di Casal di Principe, suo socio in Italia. La persona che interviene al telefono si presenta come Franco Di Tella. Lo zio parla di certificati SOA che verranno chiesti, per il tramite di una persona di sua conoscenza, che poi gli presenterà. I due parlano di un appalto sulla autostrada A3 Salerno Reggio Calabria. Concordano di incontrarsi a San Benedetto del Tronto, per trattare la questione. Lo Zio dice che questa persona, che provvederà a richiedere la SOA, è anche titolare di una ditta per la fornitura del ferro, a nome STRAFERRO Centro Italia, ed anche di società denominate SOFER ed ITALFERRO CARPENTERIA. In tale occasione Vallefuoco fa da intermediario tra il Di Tella di Casal di Principe e tale Zio affinchè questi presenti al primo una società il cui titolare si presti ad avanzare. per suo conto, una richiesta SOA per partecipare ad un subappalto per un lavoro, già aggiudicato, pari ad un importo di 56 milioni di euro relativo a lavori da effettuarsi sulla autostrada A3 Salerno Reggio Calabria; - telefonata n. 982 ore 12:08 del 04/10/2008 intercettata sulla utenza dello Zavoli che viene contattato dalla utenza 335 ..... intestata a Livio Bacciocchi al quale Zavoli riferisce che l'ha chiamato Franco il quale sta venendo da Torino e gli ha chiesto di ricordargli di un assegno, da coprire dell’importo di 14.500 euro che andrebbe sostituito con altri assegni. Livio chiede conferma che gli altri assegni siano liberi e di un importo non superiore ai 12.000 euro.Fissano appuntamento a lunedì; - telefonata n. 1072 del 06/10/2008 ore 07:51 intercettata sulla utenza in uso allo Zavoli Roberto nel corso della quale questi avvisa Vallefuoco che il fax è arrivato. I due discutono di assegni postdatati e di assegni falsi; - telefonata n. 1074 successive ore 08:34 sempre sulla utenza dello Zavoli che chiama lo studio di Bacciocchi Livio sulla utenza 0549 .... e gli dice di portare gli assegni; - telefonata n. 4555 ore 17:37 sempre del 06.10.2008 intercettata sulla utenza del Vallefuoco che parla con Zavoli Roberto di un’attività lavorativa da realizzare insieme. Vallefuoco pretende che Zavoli gli dia un numero di telefono perché non è uno sprovveduto e sa quello che dice e quello che deve fare. Discutono di argomenti non rilevanti e poiZavoli riferisce notizie sull’attività della ISES che si svolge, per la maggior parte, a Rimini e non a San Marino. Vallefuoco risponde di saperlo perchè a San Marino è solo una piccola parte; Zavoli dice che a San Marino è solo il "nero" che si fa e Vallefuoco lo blocca, ammonendolo di stare zitto in quanto, se qualcuno li sta sentendo, chi sa cosa pensa. Zavolidevia il discorso. Vallefuoco poi gli raccomanda di “lavorargli” bene a “quello” e Zavoli lo rassicura su come ha organizzato la cosa. Zavoli riferisce ancora di una situazione insostenibile a casa, per la quale ha detto a Livio che lui può essere pure protestato, ma la moglie e la figlia non devono essere toccate e quindi parla di assegni che dovranno essere coperti. Vallefuoco spiega di dire a Livio di aver parlato con lui che al momento non sta a Rimini, perchè ha la moglie in ospedale ma che, appena uscirà dalla sala operatoria, ancora prima che la dimettano, andrà da lui “molto incazzato”. Zavoli risponde che riferirà tutto; - telefonata n. 1157 del 06/10/2008 ore 18:39 intercettata sulla utenza dello Zavoli al quale Vallefuoco dice che deve preparare subito gli assegni altrimenti sono rovinati ed aggiunge che li deve fare in modo che, dopo sei mesi, devono scadere ogni 15 giorni; - telefonata n. 1191 del 07/10/2008 ore 09:37 (utenza Zavoli) quando Bacciocchi contattaZavoli e gli chiede i tempi di arrivo di “quegli assegni”. Zavoli Roberto gli dice che arriveranno entro la giornata e Livio gli rappresenta che non ci dovrebbero essere problemi, in quanto non ci sono protesti e, quindi, appena li avranno, andranno avanti; - telefonata n. 1197 successive ore 10:20 (utenza Zavoli) quando Zavoli contatta Vallefuoco al quale chiede di inviargli gli assegni; - telefonata n.1247 ore 15:58 del 07.10.2008 (utenza Zavoli) quando sempre Zavoli contatta Vallefuoco Franco al quale riferisce di essere andato da Livio e “la cosa si può fare”, ma non con la società NUOVA RINASCENTE, in quanto è piccola. Roberto aggiunge che per Montelicciano ci vuole una ditta più grande, che faccia un fatturato molto alto. Vallefuoco risponde che bisogna riferire a Franco e quindi parla di una ditta che potrebbe fare al caso loro. Zavoli poi dice a Franco di chiamare Pino e spiega che di gente come lui non si fida, in quanto è messa “male, male, veramente”. I verbalizzanti hanno accertato che LA NUOVA RINASCENTE COSTRUZIONI s.r.l., con sede legale in Caserta alla via Roma 105, primo piano scala B, iscritta in data 08.11.2005 al registro delle imprese di Caserta al numero REA CE-225046, inizio attività in data 15.12.2005 ha ad oggetto: “Lavori generali di edifici” e l’amministratrice si identifica in Mosto Dora, moglie del Di Tella Francesco, ovvero colui che parla con lo Zio contattato da Vallefuoco (telefonata n. 3620 utenza Vallefuoco); - telefonata n.1278 ore 18:51 del 07.10.2008 (utenza Zavoli) nel corso della quale Zavolicontatta Vallefuoco per dirgli che è uscito adesso da Livio e che si deve “sistemare Riccione” in quanto “vogliono Riccione a tutti costi” e ripete le parole riferite a Livio “quelli di giù sono interessati a Riccione e che bisogna farlo per forza in quanto Franco si sta incazzando”. Quindi Zavoli spiega che lui ce la fa solo per la questione di Montelicciano (appalto per Di Tella), ma non per Riccione. Su quest’ultimo tema Vallefuoco insiste perché Roberto (Zavoli) ribadisca a Livio che “quelli di giù sono assolutamente interessati a Riccione”; - telefonata n. 1279 ore 19:00 del 07.10.2008 (utenza Zavoli) quando Vallefuoco chiamaRoberto e, dopo argomenti non rilevanti, discutono della possibilità di realizzare lavori tramite Livio (Bacciocchi). Vallefuoco chiede il numero di telefono di Livio ma Zavoli gli risponde che non usa più il cellulare. Parlano poi di tale" Leo" che Zavoli ha sentito per il fatto della Romania. Zavoli fa riferimento ai bilanci della società NUOVA RINASCENTE e dice che ci vorrebbe una società con un bilancio da 2milioni di euro. Vallefuoco ribadisce che dovrebbe intervenire Francesco (evidentemente Di Tella Francesco marito dell’amministratrice). Parlano, poi, della I.S.E.S. e Zavoli Roberto dice che lui sta guardando “cose da 2milioni di euro” dove c'è un ricavo del 40%, aggiungendo che vorrebbe far pagare la costruzione aLivio ed esortando l’interlocutore a portare “su” una ditta adeguata; - telefonata n. 1353 dell’08/10/2008 ore 14:17 utenza Zavoli, che riceve una chiamata dallafiglia Lara la quale dice al padre di avere un assegno in scadenza sul suo conto personale, fatto dalla società ITECNICI. Il padre parla di un blocchetto di assegni e di un conto aperto presso la FINCAPITAL da una terza persona; - telefonata n. 1356 successive ore 14:21 quando Lara richiama il padre dalla utenza delbar MOD’S’ e gli comunica alcune scadenze; - telefonata n. 1360 successive ore 14:28 quando Zavoli con la sua utenza monitorata parla con il Vallefuoco per riferire che la figlia Lara gli ha detto di avere un assegno in scadenza della FINCAPITAL; Zavoli parla anche di nove assegni da 14mila euro, aggiungendo che andrà da una persona per chiedere spiegazioni. Franco lo esorta ad andare in banca e fargli sapere. - telefonata n. 1366 successive ore 14:45 quando sulla sua utenza Zavoli riceve un’ulteriore chiamata da parte della figlia, che usa l’utenza del bar MOD’S, e le assicura che coprirà gli assegni; - telefonata n.1372 successive ore 15:04 quando Zavoli con la sua utenza contatta Vallefuoco e gli dice che Livio non ha voluto leggere il suo messaggio e spiega che la figlia e la moglie devono uscire da tutte le “scritture”. Aggiunge che Livio ha ritirato gli assegni ma ce ne sono altri in scadenza. Vallefuoco cerca di cambiare discorso, ma Zavoli insiste e ripete che il suo messaggio non l'ha voluto neanche leggere e “tremava come una foglia” dicendogli che, se voleva, poteva incontralo su. Il Vallefuoco ribatte che adesso manderà un messaggio alla moglie e gli chiederà un appuntamento. Ed infatti alle ore 15:14 sul cellulare in uso al Vallefuoco si registra in uscita per la utenza intestata a Fantini Monica, moglie diBacciocchi Livio, il seguente messaggio (chiamata n. 4895) “Ciao gli dici al dott. Livio che domani farò il possibile per far dimettere mia moglie e che venerdì arrivo su per prendere esclusivamente un caffè con lui”; - telefonata n. 1438 del 09/10/2008 ore 07:57 quando Zavoli contatta lo studio di Livio Bacciocchi e gli dice di non chiamare Franco che è fuori. Livio vuole sapere da Zavoli se gli assegni arriveranno. Zavoli gli risponde che tra una mezz'oretta glielo farà sapere ma Livioribatte che comunque scadono il 10 e precisa che se ci sono problemi glielo deve far sapere entro domani così lui avviserà chi di dovere. Lamenta che non possono vivere in questo modo. Precisa che l'appuntamento è per domani alle 08:00 e che non richiamerà Franco; - telefonata n. 1440 successive ore 08:01 quando Zavoli con la sua utenza chiama Vallefuoco Franco e gli dice di aver parlato con Livio al quale ha detto di non richiamarlo, ma in ogni caso quello lo aspetta per domani mattina alle 08:00 al suo studio. Franco chiede come mai questi assegni non arrivino e Roberto spiega che, trattandosi di "taglio San Marino", ci mettono qualche giorno in più. Franco sollecita Zavoli a preparare tutto per portarglielo e poi ripete che deve dire a Livio “Franco ha detto che Riccione si deve fare”.Zavoli ribatte di averglielo già detto ieri e Franco lo esorta a dirglielo nuovamente; - telefonata n. 1465 successive ore 10:47 quando Zavoli contatta la segretaria della ISES che lo informa dell'arrivo di certi assegni; - telefonata n. 1499 successive ore 13:53 quando tale Fabio, che utilizza l’utenza 347-..... intestata alla s.r.l. GIEFFE SERVICE, via Cesare Cantù 104, San Marino, chiama Zavoli Roberto e gli dice che prima delle 15:00 ha bisogno di “quella roba…”. Zavoli chiede “gli assegni?” ed alla risposta affermativa di Fabio dice che sono pronti e glieli porterà al suo ufficio; - telefonata n. 1506 successive ore 16:06 quando Roberto Zavoli contatta Vallefuoco per dirgli che è tutto a posto, è andato da Livio ed ha portato tutto alla FINCAPITAL per cui domani mattina gli cambieranno i soldi. Ha messo tutto lì, dove c'è l'assegno di Fabio Carretti, ed ha cambiato un assegno trattenendo 500 euro di interessi, così “si sono messi in tasca” 1500 + 500, 2000 euro. Aggiunge che l’assegno sarà onorato perché è un soggetto diSan Marino. Quindi spiega che chiamerà Gennaro per chiedergli la posizione; poi leggerà quella cosa e lo richiamerà. Franco spiega di avergli scritto poche cose. Roberto dice che, comunque, devono vedersi per parlare meglio da vicino ed infine aggiunge che gli porterà anche “quella apparecchiatura tua e mia”; - telefonata n. 5081 successive ore 17:01 intercettata sulla utenza del Vallefuoco che, mentre attende al telefono la risposta del chiamato, parlando in ambientale con tale Ernesto dice “se ci sta qualche amico che ha bisogno…una ventina di pezzi li puoi pure prendere… magari facciamo qualche buona azione ad amici carcerati….”; - telefonata n. 1555 del 10/10/2008 ore 08:27 (utenza Zavoli) quando Vallefuoco Franco chiama Zavoli Roberto con il quale discute di assegni e di tale Oriano che sta creando problemi ad un altro il quale ha detto a Roberto che vuole fermarsi e mettere un punto alle cose, in quanto l'impossibile l'ha fatto e di più non può fare. Franco concorda e chiede se ha saputo qualcosa per Riccione. Zavoli risponde che alle 09:00 chiamerà la Loris e cercherà di capire chi sono gli altri. Vallefuoco chiede se gli ha ricordato che loro hanno già dato un acconto e Zavoli ripete che lui ha risposto di aver già fatto tutto il possibile; - telefonata n. 1564 successive ore 09:23 (utenza Zavoli) quando Zavoli contatta lo studio del notaio Bacciocchi il quale dice che per quegli assegni che gli ha dato lo ha chiamato la banca la quale ha voluto i nominativi di tutti quanti ed ha riferito che la persona, intestataria del conto, risulta averlo aperto da soli tre giorni e, quindi conclude “ma qui saltiamo tutti ... ma te ne rendi conto?”. Zavoli risponde che lo richiamerà tra 10 minuti ma Livio insiste “adesso, la cosa urgente è coprire questi assegni” e proverà a convincere Oriano dicendogli che il titolare operava già su altri conti. Successivamente Livio spiega che vaglierà l'opportunità di fare un richiamo perché “adesso ci stanno guardando a vista … quindi quando presentiamo qualcosa, ci guardano ...perchè siamo a filin in tutte le banche ...Qui, saltiamo tutti per aria, se non troviamo il modo di eliminare i cazzi di assegni che ho ... allora ... ci guardi un secondo e, poi, ci vediamo qui...”; - telefonata n. 1571 successive ore 09:56 quando Zavoli contatta Vallefuoco per dirgli di aver dato un'occhiata a tutto e che non ce la fa a coprire, aggiungendo che adesso glielo andrà a dire (evidentemente a Livio). Vallefuoco gli chiede di mandargli via fax copia di tutti gli assegni in scadenza; - telefonata n. 1572 successive ore 10:01 quando Zavoli chiama lo studio di Bacciocchi Livio al quale rappresenta ce ne è uno in scadenza relativo a Zavoli Roberto il 10/10. Liviogli dice di ascoltarlo e di aspettare un attimo. Si allontana dal telefono per prendere documenti e ritorna dicendo “noi abbiamo... quelli di tua figlia del 10 ..i due richiamati.....”. Segue un elenco di assegni relativi alla società ITECNICI di Zavoli Lara ed altri assegni che devono essere richiamati. Livio dice che, adesso, proverà a far chiamare un’altra banca, maZavoli risponde di aver già preso appuntamento lui per lunedì con una banca italiana. IlBacciocchi lamenta di non saper come fare, in quanto ha dovuto rimandare i pagamenti del mese scorso e non hanno potuto pagare le rate di FINCAPITAL su IMPRESIT perchè non avevano i soldi. Zavoli ripete che darà un’occhiata e poi lo richiamerà. Si osserva per inciso che la IMPRESIT è la società intestataria di una delle utenze cellulari del Vallefuoco; - telefonata n. 1576 successive ore 10:13 quando Zavoli contatta Vallefuoco Franco per dirgli che quegli assegni lui (Livio) li ha richiamati e che entro le 14:00 gli farà avere la documentazione. Vallefuoco afferma che da questo momento bisogna dire “stop agli assegni” ed aggiunge che gli unici che devono essere pagati sono quelli di “Luigi giù” e “quelli regolari” della ISES. Quindi chiede a Roberto di mandargli gli assegni di Zavoli Roberto e di ITECNICI per pianificare un programma di copertura con lui. Aggiunge che domenica mattina sarà su; - telefonata n. 1580 successive ore 10:28 quando Bacciocchi Livio chiama Zavoli Robertoper chiedergli di andare con la figlia Lara alle 11:00 alla FINCAPITAL in modo che Orianoprenderà i quattro assegni con i quali richiamare e coprire i quattro assegni loro (dei dueZavoli, padre e figlia). Bacciocchi suggerisce di non dire niente di quegli altri e chiede quando potranno incontrarsi anche con Franco. Zavoli risponde che potranno vedersi lunedì.Livio raccomanda di rispettare l’appuntamento (che fissa alle ore 10:00 perché prima deve stipulare un rogito) perché loro oramai sono “giunti ad un bivio”; - telefonata n. 1594 successive ore 12:15 quando Zavoli riferisce a Vallefuoco (che è andato a trovare la moglie ricoverata in ospedale) di essere stato chiamato da Livio e di essere andato alla FINCAPITAL per richiamare due assegni suoi ed uno della Lara. Riferisce cheLivio (evidentemente Bacciocchi) ha chiesto un incontro per lunedì. Franco dice che ci andrà da solo a questo incontro e chiede di mandargli un resoconto degli assegni. Poi Zavolispiega di aver dovuto utilizzare fondi per il cantiere di Montelicciano della società ITECNICIper pagare gli operai; - telefonata n. 1904 del 14/10/2008 ore 12:00 quando Zavoli parla con tale Sauro il quale riferisce che gli sono arrivati degli assegni; - telefonata n. 1956 successive ore 17:45 quando Zavoli contatta la Carcas Marika segretaria I.S.E.S. e le dice di scaricare i dati su una pennetta, in quanto lui vuole sapere la situazione degli assegni; - telefonata n. 1969 successive ore 18:34 quando Roberto Zavoli riferisce a Vallefuoco che Matteo domattina porterà gli assegni; - telefonata n. 2093 del 15/10/2008 ore 17:15 quando Zavoli dice a Vallefuoco che Matteo ha fatto gli assegni. Vallefuoco riferisce di avere “quello di Casale”. Roberto dice che Liviodeve andare lì, ma lui gli ha detto che domani c'è un altro assegno da quattordici che va giù.Roberto dice che si sono visti con “Riccione” ed hanno definito tutto e che domani Daniele andrà ad interessarsi per i documenti delle banche. Vallefuoco commenta che, portando a casa Riccione, lui si farà dare dagli “amici suoi” una parte della loro azienda, perché i lavori che hanno in Italia sono molto più forti della loro azienda; pertanto, invita Roberto ad andare avanti con la ditta di Ferrara e che nel caso faranno diversamente; - telefonata n. 2157 del 16/10/2008 ore 09:38 (sempre utenza Zavoli) nel corso della quale Vallefuoco riferisce a Roberto che sta andando a Verona ed a Brescia, mentre Zavoli a sua volta dice che andrà alla FINCAPITAL per quegli assegni. Vallefuoco afferma che, al ritorno, passerà per Bologna e si farà dare da Franco ciò che gli deve. A tal proposito racconta di aver portato Franco e gli “altri amici” in un ristorante, a San Giovanni Persiceto, il cui proprietario è sposato con una napoletana. Quindi afferma che sta aspettando i “ragazzi” ovvero “…il cognato Gennaro e la Marika, nonché l'altro Gennaro che doveva andare a prendere l'avvocato e tornare giù”. Vallefuoco racconta ancora di aver incontrato nella serata di ieri “amici di Bologna” pugliesi, che non vedeva da alcuni anni, con i quali ha parlato a lungo di lavoro per il loro tornaconto; - telefonata n. 2161 successive ore 09:48 quando Zavoli contatta Zonzini Oriano sulla utenza 0549... e gli dice che ha alcuni assegni da portargli, intestati alla Lara per San Marino. Oriano gli domanda se ha i dati del traente e Roberto risponde di si; - telefonata n. 2219 successive ore 12:06 quando Livio contatta Zavoli Roberto e gli dice di avvisare Oriano che alle due gli porterà tutto, precisando che sono assegni di San Marino e assegni “buoni” della Eurocommercial Bank; - telefonata n. 2645 del 21/10/2008 ore 09:39 quando Vallefuoco chiama Zavoli con il quale parla di assegni che bisogna andare a prendere presso Dora Mosto (moglie del Di Tella Francesco); - telefonata n. 2663 successive ore 10:25 quando Vallefuoco dice allo Zavoli che manderà i suoi ragazzi a Firenze e da Dora Mosto per prendere gli assegni; - telefonata n. 2664 successive ore 10:26 quando Vallefuoco detta a Zavoli il numero della moglie di Franco Di Tella, Dora Mosto alla quale deve dire di farsi dare assegni con le date che lui le riferirà relative al passaggio della società NUOVA RINASCENTE a Riccione; - telefonata n. 2671 successive ore 10:48 quando Vallefuoco chiama Zavoli per dirgli nuovamente di chiamare Dora alla quale deve spiegare la questione del passaggio della società a Riccione e deve dire che gli assegni li deve dare in garanzia alla FINCAPITAL. Vallefuoco ribadisce che devono portare la stessa tesi nel parlare con Dora; - telefonata n. 2682 successive ore 11:14 quando Zavoli chiama sulla solita utenza cellulare (... prima con Carcas Marika e poi con Lara alla quale chiede alcune scadenze di assegni post-datati al mese di marzo 2009 e spiega che gli servono per farsi fare assegni da Dora Mosto da far girare, a garanzia, sulla FINCAPITAL; - segue la telefonata n. 2685 ore 11:19 quando Zavoli Roberto contatta la Mosto sulla utenza a lei intestata (335 ...) e le detta le date per la compilazione di alcuni assegni: “04.03.09, 10.03.09, 19.03.09, 24.03.09 e 30.03.09”. Zavoli dice che ogni assegno lo deve fare dell’importo di 12 mila euro. Dora chiede a chi intestarli e Zavoli risponde di non intestarli, in quanto non sa se intestarli alla FINCAPITAL o, a lui, direttamente; - segue la telefonata (sempre del 21.10.08) ore 2713 quando Franco Di Tella contatta, con la utenza cellulare intestata alla Nuova Rinascente (335... ), l’utenza monitorata dello Zavoli Roberto al quale dice che Gennaro ha preso “le cose”; - telefonata n. 6897 ore 22:13 del 21.10.08 intercettata sulla utenza 335 ... in uso al Vallefuoco che parla con Esposito Lucia e le racconta che sta valutando di aprire una nuova agenzia I.SE.S. a Modena, dicendole di avvisare il titolare di alcuni locali commerciali. Vallefuoco spiega che se il contratto lo registrerà lui non pagherà l'IVA, in quanto San Marinese. I due discutono sull'eventualità di intestare il contratto alla donna la quale dice di svolgere l'attività di amministratrice di condomini con un socio con il quale divide i proventi. Franco invoglia la donna a lasciare questa collaborazione e le spiega quale sarà la sua funzione all'interno della I.S.E.S., precisandole che avrà a sua disposizione anche un avvocato. L’uomo indica gli uffici della I.SE.S ubicati in Napoli, Firenze, Rimini e San Marino, la cui gestione amministrativa viene curata da Marika e spiega che agli agenti non da alcuna provvigione, ma la loro paga è commisurata alla concretizzazione delle pratiche di recupero crediti. I rappresentanti svolgono, quasi tutti, anche altre attività e quindi, potendo contare su altre entrate, possono portare a compimento le pratiche che vogliono. Racconta che quando iniziò la sua attività aveva solo 500 euro nelle tasche, mentre oggi ha un patrimonio di cinque società, di cui ognuna con sette uffici. Vallefuoco parla della sua segretaria Marika che è la persona di cui più si fida, è anche la sua confidente ed è colei che “mantiene” la sua “borsa”. Racconta che il padre di Marika è un agente di polizia penitenziaria in pensione che lui ebbe modo di conoscere 12 anni prima, originario di Benevento, che la ragazza ha 29 anni e lui la conosce da 4 anni; era fidanzata con un ragazzo e quando rimase incinta lui la picchiava per farla abortire. Quando gli fu presentata da alcuni amici di Rimini e seppe del comportamento del fidanzato, nella stessa serata, davanti a tutti, lo picchiò e gli fece fare 6 mesi di ospedale. Marika perse comunque il bambino e cominciò a frequentare il bar sotto casa sua a Rimini. Le chiese se volesse lavorare per lui e la plasmò per assecondarla alle sue esigenze. Sempre il Vallefuoco racconta che Marika si “era messa” con lo Zavoli per motivi di soldi, ma quando ha cominciato a lavorare con lui e si è resa conto che i soldi erano suoi (del Vallefuoco) e solo formalmente i conti correnti erano intestati Zavoli e dietro alle società ITECNICI, MOD'S, I.SE.S c’era solo il nome di Franco lo aveva lasciato ed era andata a casa sua spiegandogli tutto quello che faceva lo Zavoli, tanto da conquistarsi la sua fiducia. Vallefuoco precisa che quando venne a sapere che lo Zavoli aveva utilizzato i suoi soldi, quelli delle società, impose di restituirli tutti. Quindi Vallefuoco racconta il suo rapporto con lo Zavoli che un giorno lo aveva invitato a casa e dopo avergli detto che nella zona lo indicavano come “mafioso” aveva pianto raccontandogli di avere una impresa di costruzione con un fabbricato di 58 appartamenti ed una settimana di tempo per procurare 13milioni di euro di debiti nei confronti di due persone. Il giorno dopo, Vallefuoco lo chiamò, si fece presentare le due persone a cui doveva dare i soldi e andò a parlare con loro. Queste volevano prendere tutti gli averi dello Zavoli e farlo protestare, ma in due giorni riuscì ad evitargli i problemi e lo risanò "zero a zero". Lo fece entrare in società con lui e da quel momento Zavoli è intestatario di un conto sul quale sono 50 mila euro che però sono al 50% suoi; Vallefuoco aggiunge di avere la visura dei suoi conti "on-line" ed ogni sera li va a controllare per timore che Roberto possa utilizzare i suoi soldi. Vallefuoco dice che, oramai, qua sopra, quando vedono Lucia, vedono lui, “quindi Napoli”, pertanto sgarri non gliene faranno; - telefonata n. 2775 del 22/10/2008 ore 08:32 (utenza Zavoli) quando Roberto riferisce a Franco Vallefuoco che gli assegni della Dora non vanno bene perchè sono “non trasferibili”; - telefonata n. 2777 successive ore 09:03 quando Zavoli parla con Bacciocchi Livio per avvisarlo che gli assegni che ha portato sono “non trasferibili” e vedrà cosa potrà fare, aggiungendo che c'è una scadenza da 14.500 euro; - ambientale n. 10 ore 12:20 del 22.10.2008 (AUDI A6) nel corso della quale Vallefuoco parla con una persona del 20% mensile che riscuote come interesse sul debito non pagato e rinegoziato. Quindi parla al telefono viva voce con tale Claudio il quale dice che gli manderà i documenti; Franco risponde che ha bisogno di assegni, in quanto sta facendo una “figura di merda, con quelli di Napoli”. Claudio gli dice che gli vuole firmare le cambiali, ma Franco risponde che vuole gli assegni; - telefonata n. 2832 successive ore 13:46 (sempre del 22.10 e sempre su utenza Zavoli) quando Roberto chiama Franco Vallefuoco e gli annuncia che alle tre andrà da Livio a parlare di assegni e parleranno anche di lavoro; - telefonata n. 2893 del 23/10/2008 ore 09:01 (utenza Zavoli) quando Roberto riferisce a Vallefuoco di essere andato da Livio e che, tra mezz’ora, gli diranno di quegli assegni (consegnati e sui quali stanno acquisendo notizie, come si comprende dalla telefonata successiva) mentre per altri da coprire lui vorrebbe utilizzare “quelli dell'altra volta”; - telefonata n. 2911 successive ore 10:05 quando Zonzini Oriano con la utenza 0549... contatta Zavoli Roberto (sulla utenza monitorata) e gli dice di aver fatto le ricerche su quegli assegni “non trasferibili” verificando che hanno dei problemi, mentre per “quegli altri” gli farà sapere; - telefonata n. 2946 successive ore 13:04 quando Livio Bacciocchi parla con Zavoli Roberto e gli dice che lui “non è in grado assolutamente e bisogna dirglielo” e poi “non mettetemi in croce, perché già siamo in croce, io quel foglio l'ho preso e l'ho buttato via”.Livio precisa che non è in grado di richiamare i vari assegni e che bisogna farsi venire altre idee, spiegando che lui è a disposizione, “ma non per queste somme qui, che sono una roba… ma stiamo scherzando”; - telefonata n. 2962 successive ore 16:07 quando Zonzini Oriano contatta lo Zavoli e gli dice che “quelli della GARDENIA” vanno bene; - telefonata n. 2976 successive ore 18:42 quando Zavoli sempre con la sua utenza parla conLivio, il quale riferisce di essere stato contattato da Oriano che vuole essere anche lui presente all’appuntamento presso per la sera. Livio dice di rimediare gli “assegni della GARDENIA” che vanno bene, più gli altri, anche se non arriveranno a quella cifra; - telefonata n. 2979 successive ore 18:49 (sempre del 23.10.08) quando Zavoli contatta la utenza cellulare in uso alla Carcas Marika della ISES e parla con Vallefuoco Franco il quale dice che manderà i ragazzi giù. Roberto ricorda a Francesco che ha un appuntamento là alle ore 08,00 e spiega che Oriano sta andando da Livio ma quest’ultimo non vuole che Orianoveda che loro si incontrano. Roberto fa quindi riferimento agli “assegni della GARDENIA”, che vanno bene e li vorrebbe per cambiarli e far fronte alle scadenze di fine mese. Vallefuoco risponde che ha solo un assegno della GARDENIA da cinquemila euro. Robertodice che vuole vedere solo se questa ditta è pulita. Vallefuoco Franco risponde di si. Decidono di incontrarsi al MODS KAFÈ; - ambientale n. 23 ore 22:01 del 23.10.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco parlando in macchina con tale Gigino riferisce di un discorso fatto con tale Arturo “ …Arturo, so del rapporto che hai con delle persone ... Napoli e Caserta sono un pò amareggiate perché qualcuno sta pestando i piedi ad un nostro collaboratore … tu sai bene io con chi collaboro qui sopra e sai bene che io non sono una pedina sola sulla scacchiera ... allora se la persona che noi abbiamo qua su viene rotta i coglioni ….a noi non interessa che lui mangia o non mangia …. a noi interessa che non s’inceppa il meccanismo ... se si inceppa questo meccanismo e non abbiamo più dove attingere..... noi dobbiamo attingere da un'altra parte .... però se si inceppa per colpa mia vengono fino a qua e mi sparano in testa …se si inceppa per colpa tua, vengono qua e ti sparano in testa … siccome qua in tutto siete trentamila abitanti a Napoli siamo …. facciamo due milioni tra cui 500mila sono delinquenti a noi hanno mandato… tu lo sai che noi a Napoli ...loro a Napoli sfidano il governo… no? ....figurati se si mettono paura di quattro carabinieri gendarmi... allora…. state innestando un meccanismo che non va bene ….politica..... fate quello che cazzo volete ... vi volete rompere i coglioni tra di voi?.....Fate quello che volete ....tenete fuori Livio Bacciocchi.... tenete fuori Livio Bacciocchi da tutta questa merda che state creando ....perchè se si inceppa quella persona, lui mangia lo stesso ... ma sono gli altri che non mangiano più....e ti dico che se arrivano incazzati quassù, creano problemi compà .....riferisci a qualcuno come stanno le cose.....mi dispiace che ti ho fatto venire fino a qua ...ma io ti sento amico a metà, perché ti conosco da venti giorni….. adesso che siamo più amici .... la prossima volta che ti devo fare un'imbasciata...... vengo a casa tua..... Franco io riferisco mi ha detto .... Ti dico una cosa sii molto delicato quando dici queste cose ma allo stesso tempo sii anche incisivo … perché a volte anche il portalettere non è vero che non porta pene”; - telefonata n. 2998 del 24/10/2008 ore 06:35 quando Vallefuoco parla con Zavoli(chiamandolo sulla utenza monitorata) e gli dice di aver bisogno di assegni. I due si risentiranno più tardi; - telefonata n. 3026 successive ore 09:44 quando Livio dalla utenza del suo studio contatta lo Zavoli (sempre sulla utenza monitorata 335 ....) e gli domanda se riescono a rimediare gli assegni della GARDENIA. Roberto dice che è andato, ma gli assegni non ci sono ancora.Livio afferma che quindi hanno solo gli assegni di quel Massoni e che gli assegni della RINASCENTE hanno subito già due protesti. Zavoli ribatte che ha restituito i predetti assegni. Livio dice che entro le 14,30 Roberto deve portare altri cinque assegni e faranno l'operazione come “tecnica”. Livio aggiunge che in settimana deve riferire qualcosa alla BSM (Banca di San Marino) e deve fare un ammortamento su trent’anni, con un buon tasso, senza ipoteca sull'immobile, in modo che, un domani, qualsiasi banca può fare un ulteriore finanziamento di un milione di euro, con apertura di ipoteca. Livio confida di poter riuscire con la predetta banca. - telefonata n. 3036 successive ore 11:01 quando Zavoli riferisce a Vallefuoco che Livio lo ha chiamato e gli ha chiesto, per oggi, alcuni assegni di quel blocchetto da portare adOriano. Francesco gli dice di aspettarlo, in quanto lui sta passando per prendere le pratiche; - ambientale n. 366 ore 11:27 (sempre del 24.10.2008) quando nell’auto AUDI A/6, parlando con una persona non identificata con lui in auto, Vallefuoco afferma (riferendosi a se stesso) che lui è una persona che deve risultare immacolata, che il lavoro suo lo fanno gli altri ed aggiunge “secondo te posso mai portare la pistola addosso?”; - telefonata n. 3081 successive ore 19:24 quando Zavoli dice al Vallefuoco che ha parlato con il dottore e gli ha prospettato le soluzioni. Vallefuoco riferisce di aver parlato a sua volta con la terza persona e gli ha detto che se vuole venire su può farlo, ma nell'azienda non vuole donne ed aggiunge di aver detto a Franco che lui parla anche “casalese”, anche seRoberto non lo capisce molto. Vallefuoco afferma che devono far rientrare 670 mila euro di assegni che hanno fuori. Roberto ribatte che la guerra la dovranno fare lunedì mattina; - ambientale n. 45 ore 11:05 del 26.10.08 (Audi A6) quando in auto con D’Amore Gennaro Vallefuoco Franco dice, a proposito delle teste di legno (ovvero intestatari fittizi), “le stacchiamo ….le cape di legname”; - ambientale n. 176 successive ore 15:40 (Audi A6) quando Vallefuoco parlando con ZavoliRoberto discute di transazioni fittizie, intestate a Gennaro, in modo che accodano gli assegni che gli stanno dando; dopo un’ora circa (ore 16:46) sempre nell’Audi A6 Vallefuoco contatta di nuovo al telefono Roberto (Zavoli) e gli riferisce di aver parlato con Oriano, il sindaco della finanziaria, per l'operazione di cui gli aveva anticipato la mattina; Roberto commenta che bisogna trovare una ditta per avere i soldi (come riferito dai verbalizzanti nella segnalazione a bordo dell’auto il Vallefuoco ha il telefono a viva voce); - telefonata n 3200 del 27/10/2008 ore 09:12 (utenza Zavoli) quando Oriano Zonzinicontatta Zavoli Roberto per dirgli che ha dato un’occhiata a quei “tre assegni” e vuole notizie per preparare il contratto; - telefonata n. 3201 successive ore 09:14 quando Zavoli contatta Vallefuoco Franco e gli comunica che lo ha chiamato Oriano per i “tre assegni”. Roberto specifica che ITECNICI e ZAVOLI sono pieni, quindi o usano la ISES o il MODS KAFÉ; Franco risponde di farli con laISES; - telefonata n. 3202 successive ore 09:16 nel corso della quale Zavoli parla con Zonzini Oriano e gli dice di fare l’operazione con la ISES in quanto è lui l'amministratore. Oriano gli chiede una copia della licenza ISES. Zavoli specifica che il conto ISES lo ha nell'istituto di credito IBS (Istituto Bancario Sammarinese). Oriano chiede se vuole un bonifico o un assegno e che, in quest'ultimo caso, lo può girare sulla ISES per poi fare quello che deve fare. Zavoli gli chiede di fare tre assegni piccoli da dodici. Oriano dice che glieli farà da più banche e Zavoli afferma che li verserà tutti lì; - telefonata n. 3206 successive ore 10:01 quando Zonzini Oriano chiama Zavoli Roberto e gli dice che può andare da lui alle 11.00 (segno evidente che per quell’ora gli assegni sono pronti); - telefonata n. 3236 successive ore 13:07 quando con sulla utenza monitorata dello Zavoligiunge la chiamata dalla utenza 333 ..., intestata a Luciano Luigi, nato a Napoli il 16.12.72, e il predetto Luigi chiede gli assegni da quale banca siano stati emessi. Zavoli Roberto dice che sono stati emessi dalla Banca Agricola Commerciale di San Marino; - ambientale n. 80 ore 17:15, sempre del 27.10.2008 (audi A6) quando Vallefuoco Francesco si vanta che, a quello lì, dove ha fatto il recupero “….solo io lo potevo fare....perchè è un uomo dei siciliani” ed aggiunge che contattò Mimmo La Manna “ed a quell'altro” per dire “vedi, che sto andando da questo... e, loro, mi risposero: …che ti serve? ed io gli dissi: mi deve dare i soldi … ..e loro alzarono il telefono chiamarono la persona e gli dissero: oh! Vedi che sta venendo Franchitiello .... chiuse il telefono io andai e mi pagò .. .perchè per la questione dei siciliani è necessario che intervenga qualcuno che abbia la loro cultura....”;- ambientale n. 85 ore 21:22 ancora del 27.10.2008 (Audi A6) quando in macchina Vallefuoco riceve la telefonata da Mimmo La Manna, al quale dice che mercoledì andrà da lui; - telefonata n. 3332 del 28/10/2008 ore 09:05 quando Livio Bacciocchi dalla utenza dello studio contatta quella (monitorata) di Zavoli Roberto e questi gli comunica un appuntamento, ovvero “per Franco va bene per giovedì mattina verso le ore 08:00”. Livioafferma esplicitamente che loro, non avendo la capacità economica, devono fare in modo di presentare assegni con soggetti diversi, che vengono a scontare gli assegni o, altrimenti, farsi finanziare in Italia dalle banche con l'immobile di Montelicciano; - telefonata n. 3335 successive ore 09:11 quando Zavoli contatta Vallefuoco Francesco per dirgli che Livio ha comunicato che ci devono pensare loro o con Montelicciano o con gli assegni. Francesco dice a Zavoli di fare subito una vendita di un appartamento con Gennaro e di non dargli niente al rientro del leasing; - telefonata n. 3338 (utenza Zavoli) successive ore 10:02 quando Vallefuoco contatta Zavolie gli chiede se ha chiamato per il fatto del rogito. Roberto risponde che ci andrà oggi alle ore 14:00. Vallefuoco dice che ha pensato di fare due vendite per questo mese e per il mese prossimo e propone quali acquirenti il cognato Gennaro e tale Fabio Carretta o altra persona di fiducia; aggiunge che bisognerà fare un rientro di tutti gli assegni che hanno fuori e che, per il resto, gli spiegherà da vicino cosa ha pensato di fare; - telefonata n. 3340 (utenza Zavoli) successive ore 10:13 quando Livio Bacciocchiutilizzando la utenza 390... dice a Zavoli Roberto di essere preoccupato per la fine del mese. Roberto risponde che daranno via due appartamenti di Montelicciano. Livio ribatte che non glieli finanziano i due appartamenti e afferma che loro hanno l'idraulico, che potrebbe presentare altri assegni, più i cinque lì, poi il Cervellini ed altri cinque. Afferma che bisogna muoversi con piccole operazioni, con persone a loro vicine; - telefonata n. 3413 (sempre utenza Zavoli) ore 17:31(ancora del 28.10.08) quandoRoberto Zavoli contatta lo studio del Bacciocchi e gli chiede quanto possono cambiare leditte sammarinesi. Livio risponde “…cinque assegni da dodici, in quanto i privati devono fare la comunicazione” e aggiunge che possono avere assegni di privati. Zavoli chiede “girati a loro e loro li cambiano …anche se qualcuno cambia le fatture?”. Livio risponde di no e spiega che la finanziaria deve accettare solo assegni trasferibili, mentre le banche non hanno questo limite; - ambientale n.106 ore 20:26 del 28.10.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco è in macchina con Carcas Marika e con Gigino. Vallefuoco dice a Marika di chiamare Mimmo La Manna al quale riferisce poi lui stesso che alle 23.30 starà a Rimini. Mimmo risponde che lo richiamerà, tra un attimo. Quindi La Manna richiama e chiede se devono vedersi a Rimini nord o a Rimini sud. Vallefuoco risponde che si devono vedere a casa sua. Giunge quindi una telefonata diZavoli Roberto al quale Vallefuoco dice che alle 23:30 ha i siciliani al “bagno 124” e bisogna avvisare anche i “ragazzi”; - ambientale n. 112 ore 00:17 del 29.10.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco in macchina con Esposito Lucia le parla di rapporti negativi con alcuni “catanesi” e poi dice di aver avuto un bigliettino con i nomi, ma lui avendo visto una pattuglia delle forze dell'ordine se ne era disfatto; - ambientale n. 121 ore 16:35 sempre del 29.10.2008 (Audi A6) nel corso della quale Vallefuoco Franco in auto con Gigi, individuato nel Luciano Luigi di Napoli della telefonata n. 3236 (sopra riportata), parla di una persona che quando era detenuta lui ha mantenuto e che, poi, quando è uscita di prigione, ha detto: Franco ...qualsiasi cosa a disposizione. Racconta poi di essersi arrabbiato con “i vari Gennaro Esposito e Gigino Pannone” che non lo avevano avvisato della presenza delle guardie e specifica poi “stanotte siamo stati fino alle 01:30 con i siciliani sopra al lungomare ... fino alle 01:30 ... dalle 23:30... mica qualcuno ha avvisato che c’erano le guardie ... i siciliani vanno fuggendo … quei due sono latitanti .... me lo volete dire che stanno le guardie ....perchè noi stiamo facendo un certo lavoro qua sopra ... allora, li devo tenere sempre su campo di guerra”. Vallefuoco ripete che si è arrabbiato con loro, perchè non lo hanno avvisato e perchè non stanno con gli occhi aperti. Poi commenta di Bacciocchi Livio osservando che è anche penalista e che, comunque, è una persona ben vista ma che, se non si sta attento, Livio gli fa pigliare 40 anni di carcere ed aggiunge “....se vede che va nello stretto ... e, poi, qua è ben visto... è ben messo.....”; - telefonata n. 3551 successive ore 17:19 (ancora del 29.10.08) sulla utenza dello Zavoli che contatta tale Matteo dall’accento siciliano sulla utenza 339 ... intestata a Marchese Matteo nato a Lentini (SR) il 03.10.1970, al quale Roberto chiede “quella roba… ancora niente?” e Matteo risponde di no e poi aggiunge "…quello della caldaia ha detto che, venerdì, mette a posto tutto, prima non arriva il pezzo….". Roberto dice che a lui serve la sua roba e precisa “stasera mi serve” ed ancora “ce l'hai dietro te?”. Matteo ribatte “no! …ma sei fuori?”. Roberto dice che si vedranno, questa sera e che si troverà giù al bar e di portarla dietro (telefonata criptica in cui certamente non si parla di pezzi di ricambio con la espressione “roba”); - telefonata n. 3569 successive ore 19:46 quando Zavoli Roberto viene contattato da Livio Bacciocchi che utilizza la utenza 335 ... . Roberto gli dice che deve coprire il fine mese altrimenti verrà protestato. Livio ribatte che dalla fine del mese scorso si è esposto di 290.000 euro ed al Consiglio di Amministrazione lo hanno “fatto nero”. Roberto gli annunzia che, domani mattina, Franco andrà a prendere un caffè con lui alle ore 8:00. Liviorisponde che ci sarà, ma è meglio che non si fanno vedere in giro e si possono incontrare da lui; gli spiegherà cosa stanno facendo i “loro amici in giro”, perché anche queste chiacchiere in giro lo stanno danneggiando. A conferma parla di un fido di 100.000 che non gli hanno dato. Sempre Livio chiede a Roberto di avere, per la mattina successiva, una programmazione di tutte le scadenze e spiega che metteranno in ammortamento Montelicciano e Marco fino a giugno non farà iscrizioni. Livio si lamenta, con Roberto, del fatto che non riescono a trovare neanche gli assegni. Livio dice che con due milioni di euro di valore non trovano chi li finanzia in quel modo. I due si vedranno domani mattina; - telefonata n. 3596 del 30/10/2008 ore 10:15 quando Zavoli parla con Oriano Zonzini degli assegni in scadenza e dice che si devono pagare quelli del trenta; - telefonata n. 3632 successive ore 15:58 sulla utenza di Zavoli che viene chiamato dallo studio Bacciocchi il quale gli dice che ha discusso degli assegni in scadenza ed ha convintoOriano a fare una sorta di cessione. Restano fuori solo gli assegni italiani, che scadranno più in là. Zavoli chiede se si possono fare gli assegni intestati ad una ditta e girati liberi come gli ultimi che hanno cambiato. Livio risponde affermativamente, ma sarebbe meglio che gli assegni li presentasse un altro in modo che non ci sia collegamento. Livio fa l'esempio dell'idraulico che potrebbe presentare cinque o sei assegni. Roberto chiede se può far girare assegni italiani, con l'idraulico. Livio dice che, cinque assegni, da dodicimila euro cadauno, glieli possono far fare e sarebbe opportuno trovare anche altre persone. Sempre Livio aggiunge che domani mattina andranno a togliere tutti gli assegni sanmarinesi; - telefonata n. 8715 ore 17:34 (sempre del 30.10.2008) intercettata sulla utenza 335... in uso a Vallefuoco Francesco che, evidentemente dopo l’incontro della mattina (come da appuntamento risultante dalla telefonata 3569 utenza Zavoli), parla con Livio Bacciocchi mostrandosi scontento del comportamento di quest’ultimo. Testualmente dice: “ascoltami un attimo solo una domanda ti voglio fare, una domanda…magari…capisco se … ma sono stato infelice a parlare stamattina?....ho parlato napoletano? no…perché se sono stato infelice.... ripeto…perché non ho capito se hai capito”. Livio cerca di giustificarsi “Franco ascoltami bene …io tutto quello …”, ma Vallefuoco lo interrompe ed afferma che lui vuole sapere solo “domani…posso sapere se domani vado protestato?... dimmi si o no”. Livio risponde “scusa, noi stiamo facendo tutto quello che posso fare…Franco …ma ti rendi conto che domani mattina andiamo a tirare via tutti gli assegni di San Marino… io non stampo soldi Franco ....io, se mi date una mano, come ho detto a Roberto”. Vallefuoco tuttavia ripete “posso dire una cosa?.... una cosa…. Tranquillamente, la sto chiedendo ….sono stato infelice? …o rivengo e te lo dico...”. Livio ribatte “Franco non ragionare con me, in questo modo …perché non sono un bambino…eh ... ho cinquant’anni …abbi pazienza” ed aggiunge “io non ho capito né male, né diversamente …. noi ci stiamo adoperando a più non posso … a più non posso…”. Vallefuoco riprende “no perché adesso sto guardando Roberto che sta piangendo ... non ho capito … mi ha detto: ho parlato con Livio…”. Livio si ribella “ascoltate, non facciamo il gioco delle parti!!! … abbiate pazienza … allora, ascolta a me Franco … io sto diventando matto dietro a sta situazione …va bene? … mi sto, letteralmente, rovinando … mi sto rovinando non solo la salute…ma anche la finanziaria … che, fino ad ora, è una finanziaria che è apposto con i conti … invece, adesso, è diventata una finanziaria che è una merda …..perchè in questo anno …e, tu, lo sai bene …tutti i soldi che sono usciti!!! …voi, con me, non mi avete detto mai le cose come stanno!!! …mai! ...perchè se ci fosse stato il problema del fine mese ….io ve l’ho detto subito …guardate il mese scorso… ce l’ho fatta ….ma, il mese prossimo, non ce la faccio se non mi date gli assegni”. Vallefuoco risponde “non mi dire queste cose, perché io e te siamo stati sempre chiari! ….tu forse…”. Livio ribatte “ma lascia stare …non dire così …perché se dici, in questo modo, vuol dire che parliamo due lingue diverse ... non è vero … parliamo la stessa lingua …io vi sto dando una mano….ne ho parlato, prima, con Roberto”. Vallefuoco ha un dubbio “Livio, ma non è che questo discorso ti sta servendo, forse, a farlo sentire” e aggiunge, alle proteste del Livio, “se sei leale, in tutto, vuol dire che i discorsi che abbiamo fatto, sono ben altri ….che tu dici, che le cose non le sai …e le vuoi dire adesso”. Livio cambia argomento e dice “non ho la bacchetta magica …è questo che ti voglio dire”. Vallefuoco risponde “anch’io sono leale in tutto…ti sto solo dicendo una cosa … io le cose non le posso sapere un giorno prima … io sono venuto, educatamente da te la settimana scorsa”. Livio risponde “no! Franco ….ascolta a me …non finire solo quel discorso lì … io ti ho detto: Franco, tutto, non ci riusciamo …datemi assegnini…. 5 assegnini di quell’importo lì ….con soggetti diversi e vediamo che cosa posso fare…. ma te l’ho detto o non te l’ho detto?”. Vallefuoco lamenta “il giorno prima, Livio … il giorno prima lo dici a me?”. Livio ripete “Franco! Franco! quando io ho fatto l’operazione dei 290.000 euro ….l’ho detto a te….l’ho detto a Roberto …guarda, che il mese prossimo…. quando è venuto fuori che quei 290.000 euro non servivano a coprire gli assegni del mese… perché io pensavo che quell’operazione servisse a coprire tutti gli assegni che nel mese di ottobre erano stati emessi …ho detto: ma, quelli non servivano a coprire quegli assegni lì? ...no!…noi piano piano …abbiamo fatto altre operazioni per oltre 200.000 euro in copertura di quegli assegni …ma io non li posso rimediare tutti sti soldi …non ci sono ...allora io ti ho detto che l’unica strada che possiamo rimediare …ma, a quella cifra non ci arriviamo, è quello di fare piccoli assegni, di clienti diversi…io, ho parlato prima …”. Vallefuoco arriva al punto “non li ho …non li ho per domani”. Livio dice che aveva proposto a Roberto un’altra soluzione e Vallefuoco propone di parlarne da vicino. Livio spiega “fammi parlare un secondo … abbi pazienza… sono nella stanzina…non sono nell’ufficio….sono nella mia stanzina…quella piccolina … stai sereno…che se parlo è perché posso… io non parlo davanti alla gente di queste cose ….io sono leale Franco …ma, molto leale ...allora …io ho detto che, domani mattina, quelli di San Marino li togliamo tutti con quell’operazione che abbiamo fatto….ho detto a Roberto …Roberto sii chiaro …dimmi, esattamente, come siamo messi … che assegni abbiamo …e quali sono … eventualmente se posso chiamare io quei signori se posso chiamare io i beneficiari e chiedere una proroga … perchè tutto non ce la facciamo .....perchè, domani, andiamo a togliere 170 mila euro …tutti quelli di Roberto …della figlia, dei ITECNICI …che cosa debbo fare io?.....” e continua “avevo detto a Roberto stamattina Roberto dimmi esattamente quando scadono … ma alcuni il 31…vabbè ... se è per il 31 domani abbiamo già una giornata … dimmi, poi, se posso riuscire a chiamare qualcuno … però siate chiari con me perchè io ho bisogno di vedere se riusciamo a programmare un’uscita …..perchè se no … se salta Zavoli o viene protestato uno di quegli assegni …FINCAPITAL è rovinata …perché la banca gli chiede il rientro di tutti e non li ha ….no…tu lo sai questo ... vuoi che io non abbia interesse a metterla a posto…porco di un cane”. Vallefuoco osserva “io voglio solo una cosa da te! …te l’ho detto stamattina con rabbia …Livio, io finisco i rapporti lavorativi con te a dicembre …li finisco…. mi tolgo dai coglioni ….io e te ci vediamo solo perché siamo amici e basta ….non voglio più rapporti lavorativi”: Livio ripete che lui chiede solo chiarezza ed aggiunge “io a volte non capisco quando parla Roberto …o non sono chiaro io ….Roberto con questo siamo apposto con tutti gli assegni di ottobre?...mi ha detto si….quello dei 290 mila … perché gli ho detto che deve rinviare altri pagamenti….però, almeno il mese di ottobre, siamo a posto….invece dopo tre giorni…abbiamo dovuto fare altre operazioni per coprire altri 240mila euro e passa…tu lo sai perché .... li vedi lì ... adesso io facendo miracoli…prostituendomi…sono riuscito a fare un’operazione che toglie tutti gli assegni vostri di San Marino…ho fatto un miracolo”. Vallefuoco osserva “quello sarebbe il minor guaio” e Livio ribatte “no…non è il minor guaio…perché tu non devi pensare più agli assegni …cazzo….è chiaro….” E continua “la possibilità di rimediare altri soldi, domani, non c’è …perché abbiamo già fatto un’operazione vergognosa …io ho detto a Roberto …Roberto…io non lo so questi assegni chi li ha fatti, quando li hanno fatti… però cerchiamo di programmarli … perché se qualcuno che li ha avuti io lo conosco…”. Vallefuoco si riprende “allora, qualcosa la posso fare anch’io! …qualcosa posso fermare anch’io!”. Livio continua “ho detto…e lui mi ha detto che andava bene …. a quell’idraulico italiano, che ora non ricordo il nome…..e lui mi ha detto … quelli va bene…. Io gli ho detto: guarda noi li facciamo andare bene anche se lui non è residente … adesso non mi ricordo il nome di quell’idraulico…”. Vallefuoco suggerisce “Matteo” e Livio va avanti “ha detto un cognome ….con una situazione di questo genere, li facciamo andare bene …intanto, rimediameli subito…. intanto con quelli copriamo qualcosa … però, intanto, Matteo deve andare lì …vincolato senza di te, senza nessuno … in modo che è un’operazione autonoma che non fa cumulo con il vostro…. piano, piano, ce la facciamo”. Vallefuoco si tranquillizza “va bene…così mi sta bene…. Livio così mi sta bene…te lo ripeto le rotture di coglioni le avrai solo fino a dicembre, per cercare di tirarci fuori da questa storia…”. Livio risponde “Franco, io ti dico solo due cose ….uno… non mi venire con le macchinette che servono a non registrare…. .perchè tu non mi conosci a me…”. Vallefuoco “io ti voglio conoscere fuori dall’ufficio…a me non mi devi rompere i coglioni…io in quell’ufficio non mi sento a mio agio….ma come te lo devo dire…”. Livio continua “allora se mi registrano….non credo perché io ho fatto le bonifiche”. Vallefuoco afferma “io ho fatto dei lavori per te, che io so che non devo stare tranquillo …..capisci? ….sei tu che non mi vuoi capire a me …perché se tu mi capissi…al volo …tante cose, non me le faresti ripetere”. Livio afferma “allora, ascolta Franco … io vorrei capire anche…come facciamo ad organizzare il rientro di tutta questa roba….dopo”. Vallefuoco ribatte “io non ce la faccio con il tempo … io sto dietro a finanziarie italiane da dove dare Montelicciano a pieno prezzo…. però sono i tempi…perché io non devo andare a svendere per coprire …andiamo nella merda, se devo andare a svendere per coprire”. Livioosserva “allora, io ho lottato con Roberto quando abbiamo ereditato quei 4 5 milioni di debiti che aveva sulla IMPRESIT (società cui è intestata la utenza 335 ... )….no…se io sapevo lì per lì, che c’era una situazione di questo tipo ….ci si organizzava diversamente…lo abbiamo fatto, un anno e mezzo fa …ma io non l’ho fatto per guadagnare…”. Vallefuoco risponde “Livio, ma io questo lo so”. Livio “allora, dai …perchè non me lo avete detto?”. Vallefuoco risponde “perché non ce lo ha detto!!!...capisci?” e conferma che neppure lui lo sapeva. Poi Livio osserva “adesso non è il momento giusto …adesso non abbiamo la capacità …però io piano piano ce la faccio …vedi….io ho ottenuto la proroga al 30 giugno come iscrizione di ipoteca … poi riesco ad ottenerla ancora … quel bene è libero….su quel bene si possono fare diverse cose da qui a fine anno …capisci, cosa ti voglio dire? ….ma io le cose non le so … un conto è dire ci sono degli assegni che scadono … e un conto è dire è un debito …. però io, mi chiedo, dove sono andati a finire tutti questi soldi”. Vallefuoco “allora, io ti faccio dire che cazzo di assegni erano…..e, poi, ti faccio sapere perché ho preso tempo fino a dicembre ... perchè erano dilazionati….ma da un anno e mezzo fa…..”. PoiLivio commenta “io non ho capito che Roberto stesse in queste difficoltà economiche …io pensavo che quelle somme venissero utilizzate per operazioni immobiliari …e mi andava anche bene …a dire la verità …perché, a quel punto lì, con la IMPRESIT si doveva organizzare con persone diverse”. Vallefuoco spiega di aver dovuto pagare due anni e mezzo di interessi avendo rilevato il debito di Zavoli e Livio ribatte che se lo avesse saputo avrebbe organizzato diversamente. Vallefuoco insiste “Livio, ho capito ... ma adesso siamo in una situazione che io sto quasi agli sgoccioli e non mi voglio andare ad impelagare gli ultimi due mesi dove di là devo dare conto e di qua devo dare conto …capisci? …ecco, perché mi sto arrabbiando”. Livio si limita a commentare “io ho paura che Zonzini va in tilt”; - telefonata n. 8720 ore 18:14 del 30.10.2008 (utenza 335 ... in uso a Vallefuoco) quando Di Tella Franco chiama Vallefuoco il quale gli parla di problemi economici derivanti da assegni e rimesse bancarie presentate che lui vorrebbe risolvere coprendo solo i titoli, tralasciando tutti gli altri debiti, cosa che gli farebbe fare una bruttissima figura con le persone che devono avere i soldi. Il Vallefuoco dice che è da questa mattina che sta correndo e non sa se sarà in grado di risolvere tutto. Di Tella afferma che, se riesce ad aspettare qualche giorno, potrà dargli una mano in quanto il 5 venturo devono rientrargli 40 - 50 mila euro. Vallefuoco lo interrompe affermando, con tono adirato, che i soldi li deve cacciare chi ha preso i patti e non si spiega per quale motivo “questa persona” sta facendo il “pezzo di merda.....” (si capirà dalle successive intercettazioni che il riferimento è sempre alBacciocchi). Aggiunge che ci sono 500 appartamenti, già pronti, che però non riescono, né a vendere, né a fittare. Di Tella propone un incontro con altre persone che Vallefuoco dice di non voler più vedere; - telefonata n. 8728 ore 19:42 del 30.10.2008 (utenza 335 .... in uso a Vallefuoco) quando Panico Tina chiede al marito Vallefuoco come stiano le cose e Franco risponde che l'appuntamento è per domani mattina. Tina commenta che Livio “giustamente, sta in difficoltà anche lui”; - telefonata n. 3681 del 31/10/2008 ore 08:35 (utenza Zavoli) nel corso della quale Robertodice a Vallefuoco che oggi riuscirà a coprire gli assegni e poi, lunedì, vedranno. Spiega inoltre di aver avuto una conversazione con Livio, che il giorno prima non gli ha risposto e gli ha riattaccato il telefono, ma oggi andrà in FINCAPITAL con Lara per prendere gli assegni. Franco chiede se lui riuscirà ad avere anche dei liquidi ma Roberto risponde di no. Vallefuoco commenta che a novembre rappresenteranno a Livio tutte le altre incombenze; - telefonata n. 3695 successive ore 11:41 (utenza Zavoli) nel corso della quale Zavoli dice alla figlia che alle ore 15.00 dovrà andare con lui da Livio Bacciocchi, in quanto ha fatto richiamare tutti gli assegni che avevano fuori. Roberto dice che vuole ritirare anche le firme di Fabrizio (il genero) e di tutti gli altri per cui Oriano gli ha detto di andare da Livioper autenticare le firme; - ambientale n.181 ore 23:36 del 03.11.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco è in macchina e parla al telefono con Esposito Lucia alla quale riferisce che i ragazzi hanno appuntamento con dei rumeni. Poi la richiama per avvisarla che i suoi ragazzi hanno il borsello a differenza di quanto aveva sostenuto Laura, per cui sospetta che qualcuno lo voglia “tirare da qualche parte”. Lo hanno chiamato i ragazzi e gli hanno detto di non fermarsi a nessuna parte, ma di recarsi all'uscita dell'autostrada di Bologna. Franco aggiunge che Salvatore non lo trovano e la donna (Laura) non risponde più al telefono. Lucia domanda a Franco se dietro di lui ha qualcuno e Vallefuoco risponde di no in quanto ha i ragazzi a Carpi a dieci chilometri da lui. Si salutano (la medesima conversazione è intercettata sulla utenza del Vallefuoco, telefonata n. 9216 ore 23:42) e dopo qualche tempo Vallefuoco ricontatta la compagna per avvisarla che i suoi ragazzi stanno davanti a lui. Racconta che, come aveva sospettato, si sono presentati dei rumeni, con i quali aveva avuto un litigio, due tre anni prima, che lo stanno aspettando ed hanno preso un ragazzo che lavora con lui e lo tengono fermo lì, finché lui non arriva (la conversazione è intercettata anche sulla utenza del Vallefuoco, telefonata n. 9217 ore 23:54); - ambientale n. 182 ore 23:56 del 03.11.2008 (Audi A6), nel corso della quale Vallefuoco contatta Esposito Lucia al telefono e si registra contestualmente sulla utenza cellulare del medesimo (335 ....) la telefonata n. 9218 quando Vallefuoco racconta che Salvatore gli aveva mandato un messaggio scrivendogli di un litigio avuto in una piazza. Solo ora lui ha capito che Salvatore si riferiva al litigio che il Vallefuoco stesso aveva avuto, in passato, con i rumeni nella piazza di Lonate dove mandarono “a due di loro in ospedale”. Vallefuoco ritiene che abbiano sequestrato Salvatore e teme lo abbiano anche picchiato; aggiunge che anche Laura si trova con Salvatore e lui ha provato a chiamarli entrambi ma ha risposto tale Loran il quale gli ha detto che lo sta aspettando dove si sono visti l'ultima volta. Franco dice a Lucia che adesso ha tutte e cinque le macchine dei suoi ragazzi avanti a lui e le sta parlando in quanto ha una rabbia dentro da scaricare. Spera che non abbiano "scassato" Salvatore, in quanto avevano il suo telefono in mano ed hanno risposto loro; - telefonata n.9219, delle ore 00:03 del 04.11.2008 (utenza ... in uso al Vallefuoco) nel corso della quale Vallefuoco dice che i rumeni vogliono incontrarlo e che egli si trova nei pressi di Campogalliano e Lucia gli spiega la strada; - SMS registrato alle ore 00:47 del 04.11.2008 n. 9222 sulla utenza del Vallefuoco “ciao franci stasera ho avuto paura ma non tanto per tutte quelle armi ma per la rabbia che avevi negli occhi dio mio quando vi ho visto stasera tutti fare quello che ho visto 6 unico e molto furbo questo ne ero certa. Spero che lo hai capito che dovevo dire quello che ho detto io ti rispetto nell’anima”; - SMS registrato alle ore 00:54 del 04.11.2008 n. 9226 “E digli alla tua compagna che mi dispiace se ho detto qualcosa su di lei. Ed è molto fortunata stare con un uomo come te e permettimi di dire che la invidio . .ciao tvb in bocca al lupo”;- telefonata n.9232 ore 01:06 del 04.11.2008 (utenza del Vallefuoco) quando Vallefuoco contatta Esposito Lucia per dirle che è tutto a posto, anche se Salvatore è in ospedale e ha fatto accompagnare Laura a Desenzano, in quanto loro le hanno fatta male sul viso. Laura gli ha mandato un SMS; - telefonata n. 9237 successive ore 01:09 tra Vallefuoco ed Esposito Lucia alla quale ha girato il messaggio di Laura. Franco si chiede come mai sia successa questa cosa dopo tre anni ed aggiunge di essere rimasto "di merda", quando ha visto Laura con il viso tagliato e Salvatore tumefatto dalle botte. Franco racconta che tutto è successo a Desenzano. Ora si trova su di un'area di servizio della A1, unitamente ai suoi “uagliuni” (ragazzi), e si compiace del fatto che essi si siano trovati nei pressi, a sua disposizione. Franco racconta che, appena si è avvicinato all'autovettura, Salvatore gli è cascato in braccio, mentre un'altra autovettura con altri rumeni si era nascosta, a breve distanza, dietro ad un camion. All'appuntamento inizialmente aveva pensato di andare da solo ma quando ha visto la donna, tutta sfregiata, non ha capito più niente. Franco riferisce ancora due di loro, che non c'entravano proprio niente, li hanno "scassati" ed adesso sono stati ricoverati all'ospedale di Bologna. Si trova in zona per aspettare siano dimessi. Totore sicuramente dimenticherà quello che gli hanno fatto ma loro no. Vallefuoco non sa spiegarsi come mai i rumeni a distanza di tre anni siano ritornati per vendicarsi. Racconta che, comunque, ha fatto loro “un bel regalo” e solo ad uno non l'hanno toccato. Durante la telefonata improvvisamente comincia a ridere e spiega a Lucia che uno dei suoi ragazzi sta mimando uno dei rumeni che appena stava scendendo è stato bloccato con la testa nello sportello e subito dopo ripete “hanno avuto il regalo dentro la macchina”. Franco fa quindi capire di essere armato, ma Lucia lo interrompe, dicendogli che ne riparleranno da vicino; - telefonata n. 9293 successive ore 01:47 (utenza Vallefuoco) quando Franco, tra l’altro, comunica a Lucia che ha mandato Totore a Napoli in quanto è uscito dall'ospedale con una decina di punti; - telefonata n. 3942 del 04/11/2008 ore 09:05 (utenza Zavoli) nel corso della quale Zavolicontatta lo studio del Bacciocchi il quale gli dice che hanno conteggiato tutti gli assegni, tranne quelli con scadenza 30 novembre e 31 dicembre del 2008 e richiameranno tutti gli assegni italiani, fino a gennaio, dando la liquidità per la gestione di 30.000,00 euro. Robertoriferisce che al Mod's apriranno anche la discoteca. Livio dice che Oriano richiameràRoberto per vedersi in mattinata anche con Lara; - telefonata n. 3943 successive ore 09:12 quando Zavoli ripete a Vallefuoco quanto detto daLivio, ma Vallefuoco risponde di chiamare a Livio e dirgli che sta salendo anche lui in quanto a loro serve il contante; - telefonata n. 3945 ore 09:17 quando Zavoli contatta Bacciocchi per riferirgli che Franco vuole il contante. Livio risponde che disponibilità non ne hanno e quindi deve andare in porto assolutamente il finanziamento con POLIS e magari riuscirà a recuperare contante per 60.000,00 euro anziché per 30.000; - ambientale n.184 ore 12:53 del 04.11.2008 (AUDI A 6) quando Vallefuoco è in macchina con Luciano Luigi e gli parla dei suoi precedenti penali per rapina. Quindi chiama sul telefono Claudio di Cervia e gli lascia un messaggio sul cellulare 320... dicendogli con tono minaccioso che deve “restituire i soldi” e spiega a Gigi che ha prestato 10 mila euro a questo soggetto. Franco lo richiama e parla con Claudio “Claudio mi hai detto dieci minuti ... mi stai prendendo per il culo ...”. Claudio si giustifica dicendo che solo ora aveva acceso il telefono. Franco, a voce alta e con tono adirato, domanda a Claudio cosa deve fare e aggiunge “io mi metto in macchina e vengo a Bologna, adesso”. Claudio dice di non avere i soldi “se non li ho che cosa faccio, mi ammazzo? Va bene, mi ammazzo! Mi ammazzo” e Vallefuoco risponde “eh! fallo, Claudio perché lo faccio io, fallo”. Vallefuoco riceve un’altra telefonata da tale Gigi l'avvocato al quale racconta il contenuto delle telefonata precedente; - telefonata n. 4042 del 04/11/2008 ore 15:28 (utenza Zavoli) quando Lara contatta il padre che le dice di andare in banca e di farsi fare degli assegni circolari, che si possano girare, ovvero cinque assegni da 10 mila euro, cadauno, per il totale di 50 mila euro intestati a lei ed a Panico Giustina (moglie di Vallefuoco Francesco). Lara dice che, in banca, vogliono la residenza di Panico Giustina. Roberto dice di dire Panico Giustina Brusciano, Napoli, con causale “finanziamento soci”; - ambientale n. 186, e ore 21:02 del 04.11.2008 (Audi A6) nel corso della quale Vallefuoco ritorna con Esposito Lucia a commentare quanto accaduto con i rumeni. Dopo una telefonata con il D’Amore, Vallefuoco parla con Lucia di tale Franco che “lo tiene a Bologna” ed è di Casale di Principe e con riguardo a lui Lucia domanda: “sparò di traverso?”. Vallefuoco conferma “”eh, non l'avevo mai visto un’azione così veloce devo dire la verità”. Lucia commenta “ma, poi, Franco nel parcheggio del ...” e Vallefuoco la interrompe “e che me ne fotte ci arrestavano, ieri, ieri, mi potevano anche sparare”. Lucia chiede il tempo impiegato e Vallefuoco risponde “”dieci minuti, cinque minuti, il tempo che arrivammo, ma frazione, quando scendemmo” ed aggiunge che quelli non ebbero neppure il tempo di aprire la macchina; quindi spiega “quella gliela aprirono i ragazzi miei la macchina gli buttarono le botte sopra le gambe, bum! Bum! ….un cuofano…”; l’uomo commenta che quello che guidava “quello è meglio che moriva, a vedere la morte con gli occhi e non ti prendere è brutto ... la pensi tutti i giorni ... poi sono cazzi dei suoi. Sono stati troppo ingenui e troppo sicuri di loro, si pensavano che stavano quattro cinque di loro, ubriachi, ma poi ubriachi, fatti”;- seguono nella mattinata del 5.11.08 le telefonate sulla utenza di Zavoli Roberto che sta cercando di recuperare gli assegni sui ITECNICI (telefonata n. 4127 ore 9:29) e tramite la figlia Lara (telefonata n. 4170 ore 12:08) che si trova in banca; poi alle ore 12:40 Marika Carcas chiede a Zavoli Roberto se ha il libretto degli assegni della ISES; Roberto risponde di si, perché ha dovuto utilizzarlo per un assegno. La donna dice che le serve un assegno firmato per pagare l'ingegnere della sicurezza; - telefonata n. 9828 ore 08:37 del 06.11.2008 (utenza Vallefuoco) nel corso della quale Gennaro chiede a Franco se deve segnare nel computer le pratiche di Catania. Franco risponde che le pratiche di Catania sono da mettere nelle agende personali e non nel computer. I due parlano di pratiche da mettere nella cassaforte. Gennaro si preoccupa di controlli in ufficio e Franco dice che spera che adesso i controlli non ci saranno; - ambientale n.199 ore 08:23 del 07.11.2008 (Audi A6) nel corso della quale Vallefuoco riferisce al suo interlocutore che, lunedì, ha dato 20.000 euro ad una persona e che gli deve dare il 20% al mese e, poi, parla di 1.500 euro di interessi, ogni 10mila euro, al mese; - telefonata n. 4635 del 10/11/2008 ore 15:03 (utenza Zavoli) nel corso della quale Vallefuoco chiede a Zavoli se ha fatto “quel coso che gli ha detto”; Roberto risponde di si e che sta andando, adesso, alla FINCAPITAL. Roberto chiede a Franco cosa deve fare per gli assegni di Pierluigi, in quanto lì ci va di mezzo il suo nome. Vallefuoco gli risponde che Pierluigi ha bisogno di cambiarne almeno uno e che verranno coperti; - telefonata n. 4745 dell’11/11/2008 ore 10:57 (utenza Zavoli) tra Vallefuoco e Zavoli che discutono delle vicende in corso ed in particolare Franco dice che ha mandato un fax allaFINCAPITAL per un assegno da dodici di un’azienda italiana con scadenza a dicembre.Roberto dice che gli assegni della FINCAPITAL li farà girare sulla ISES. I due parlano di un appuntamento con tale Christian. Roberto afferma che lo stanno chiamando anche da Riccione per l'albergo; - telefonata n. 4765 dell’11/11/2008 ore 12:38 (utenza Zavoli) nel corso della quale Laradella ISES comunica a Zavoli che manderanno un elenco di “un sacco di assegni, che non sono segnati”. In particolare Lara afferma che nel conto Orizzonte per le scadenze dei mesi di ottobre, novembre e dicembre, mancano alcuni assegni; - telefonata n. 4810 sempre dell’11.11.08 ore 16:44 quando sulla utenza dello Zavoli giunge la chiamata di Vallefuoco al quale il primo dice di aver messo sul piatto anche Montelicciano ed ha avuto conferma che si può fare tutto. Quindi riferisce che Riccione è meglio di Cesena, che l'azienda di Claudio Ferrari non è buona e che a Paolo il commercialista come prima operazione vende Montelicciano e lo venderanno quattro volte. Vallefuoco si raccomanda di dire a Christian che per invogliarlo comprerà 200 mila euro di telefonini, che ha già venduto.Roberto a sua volta comunica a Franco che per FINCAPITAL adesso deve chiamare Tonti, per farlo venire su con assegni trasferibili, in modo che domani mattina alle ore 9:00 firmerà e si farà tutto come ISES. Va osservato che nel corso delle indagini sono stati acquisiti in copia (attività del 6.3.09) assegni senza indicazione del beneficiario firmati da Tonti Pierluigi amministratore unico e socio della ZARA s.r.l. società di Taormina avente ad oggetto attività alberghiere; - telefonata n. 4930 del 12/11/2008 ore 10:27 (utenza Zavoli) nel corso della quale Roberto Zavoli parla con Oriano Zonzini il quale gli dice che ha preso le informazioni, ma esse non sono un granché, quindi per quell'importo gli suggerisce di farglielo fare libero ed intestatoISES. Roberto dice che la persona non li ha liberi, ma li ha così. Oriano ribatte che, allora, ci vuole il modulo. Roberto dice che tra dieci minuti andrà da lui insieme alla persona.Oriano chiede di Franco e Roberto risponde che Franco arriverà all'una (ore 13:00); - telefonata n. 4940 del 12/11/2008 ore 12:14 nel corso della quale Lara della ISES parla con Zavoli e gli dice che i prossimi assegni scadranno sul conto dei ITECNICI e che, controllando bene, dovrà versare almeno 5.000 euro per rimanere all’interno del fido di 10.000; - seguono nella data del 14.11.2008 una serie di telefonate tra la utenza dello Zavoli(monitorata) e quella della ISES per la predisposizione di assegni (due da 2.500 ognuno nella telefonata n 5256 ore 15:08) e si parla del cambio di altri in altre conversazioni (ad esempio si fa rifermento ai primi due di un gruppo di venti con varie scadenze nella telefonata n. 5957 delle ore 21:00 quando Monica Fantini che usa la utenza 0549 ... parla con Zavoli); - ambientale n.395 ore 08:06 del 20.11.2008 (AUDI A 6) nel corso della quale Vallefuoco, in auto con la fedele Marika Carcas e con Gigi (identificato nel La Gioia), che è appena arrivato all’aeroporto, contatta al telefono Mimmo La Manna al quale dice di trovarsi nella sua terra e che andrà dall'avvocato Marco Romeo e glielo saluterà; - telefonata n. 5997 del 21/11/2008 ore 10:59 (utenza Zavoli) nel corso della quale Robertoriferisce al Vallefuoco che è stato a Riccione e Paolo il commercialista si è comportato bene; poi dovranno richiamare tutti gli assegni italiani; - telefonata n. 6493 del 25/11/2008 ore 20:02 (utenza Zavoli) nel corso della quale Zavolidice a Monica che aspettava Luigi, in quanto oggi avrebbe concluso e avrebbe dovuto dare il contante per riavere gli assegni; - telefonata n. 6534 del 26/11/2008 ore 10:24 (utenza Zavoli) nel corso della quale Vallefuoco domanda se Livio può fare un trasferimento da un amministratore ad un altro.Roberto risponde che pensa di si, ma comunque si informerà; - telefonata n. 6556 successive ore 12:45 (utenza Zavoli) nel corso della quale Monicariferisce a Roberto Zavoli che una persona ha detto che gli assegni sono tornati indietro perché non sono buoni e che al limite andranno a ritirargli il bar. La donna domanda aRoberto se ha parlato con Franco della vendita della ditta. Roberto risponde che chiuderanno questa e, poi, passeranno all'altra; - telefonata n. 6663 del 27/11/2008 ore 12:58 (utenza Zavoli) nel corso della quale Vallefuoco apprende da Roberto che sta aspettando lo chiamino e deve vedere come intestare gli assegni ed a chi, in quanto “non è che passano tutti”. Franco gli dice di chiamare Livio per chiedere e di fargli sapere perchè è importante; - telefonata n. 6666 successive ore 13:04 (utenza Zavoli) quando Roberto contatta lo studioBacciocchi e parla con Livio al quale dice che hanno degli assegni da incassare ma non sa se intestarli a Zavoli Roberto o ISES o altro. Livio risponde che bisogna chiamare Orianoin quanto non devono superare dei parametri. Roberto dice che scadranno tra quattro, cinque mesi; - telefonata n. 6671 successive ore 13:10 (utenza Zavoli) nel corso della quale Vallefuoco Franco comunica a Roberto che ha parlato con Christian, il quale ha detto che loro faranno gli assegni con una società che hanno comprato, in comproprietà, con un’altra società svizzera; la società deve essere italiana e, quando va allo sconto, non debbono sorgere problemi. Franco dice che gli ha chiesto di mandare un fax, che lui (Roberto), a sua volta, dovrà mandare subito ad Oriano per prendere informazioni; - telefonata n. 6694 ore 14:54 (utenza Zavoli) quando Vallefuoco dice a Roberto di mettere “pagamento telefoni”, come causale assegni; - telefonata n. 6709 ore 16:00 (utenza Zavoli) nel corso della quale Zavoli Roberto parla con Giacomi Oriano intestatario della utenza 334 ... il quale comunica, in maniera criptica che gli sono arrivati, che va giù tra un'oretta e glieli rimanda. Roberto chiede informazioni per i soldi che in serata deve prendere quel ragazzo. Giacomi risponde che lui non ha assegni; - telefonata n. 6726 ore 16:44 (utenza Zavoli) quando Zonzini Oriano comunica a Zavoli le informazioni richieste, ovvero che è una società immobiliare, non tratta discorsi di telefonia o cose di genere, ma non ha protesti, né pregiudizi e che in banca non sono conosciuti, in quanto il conto ordinario è di recente apertura. Interviene al telefono Vallefuoco e conZonzini discutono del fatto che le quote della società in argomento sono di due società, una italiana e una svizzera. Zonzini riferisce che Nobile Daniele è amministratore unico. Vallefuoco chiede se Zonzini si sia informato dalla direttrice della banca; Zonzini ripete che la società Euro Uno è stata presentata in banca da altre persone, ma il conto aperto è nuovo, per cui il suo consiglio è di non prenderli. Vallefuoco Franco ribatte che lui conosce chi c'è dietro e che provvederà. Zonzini afferma ancora che il capitale sociale della Euro Uno è di diecimila euro, ma ne ha versati solo 2.500,00; - telefonata n.14167 ore 08:51 del 28.11.2008 (utenza 335 .... in uso al Vallefuoco) nel corso della quale Vallefuoco parla con Christian e gli riferisce che Livio è alle strette, ci sono le circolari bancarie che lo mettono in difficoltà e ha necessità di assegni in quanto “è già da parecchio che sta facendo girare sempre lo stesso assegno”. Vallefuoco aggiunge che, se vuole, gli può dare anche l'appartamento; - telefonata n.6817 del 28/11/2008 ore 11:33 (utenza Zavoli) quando il Vallefuoco, nel comporre il numero telefonico, in ambientale, dice ad una donna accanto a lui “io ti metto una ditta in faccia, ti apro una ditta, ... te la metto in faccia e facciamo girare le fatture sopra, perché un domani che ho bisogno degli assegni... da sfruttare sopra a quell'azienda, capito”Zavoli Roberto risponde alla chiamata e Vallefuoco gli chiede di sapere con precisione cosa serve per il fine mese, aggiungendo che 70 li ha fatti. Zavoli risponde che a loro servono 340.000 euro tra assegni, stipendi e tutto, lasciando in giro quegli assegni che non interessano. Precisa che hanno lasciato indietro 80/100.000 euro il mese scorso. Vallefuoco risponde che ha parlato adesso con Livio ed ha fatto settanta di assegni che, adesso, porterà; - telefonata n. 6833 successive ore 13:53 (sempre del 28.11.08) quando Zavoli con la sua utenza contatta Carcas Marika della I.SE.S. ed al telefono interviene Vallefuoco Franco il quale riferisce a Zavoli di avere il 99% ed ha risolto. Zavoli parla di Christian, ma Vallefuoco ribatte che lui “ha fatto con Napoli e sono 344 e 7” e adesso farà i fax ad Oriano.Roberto dice che deve andare da Monti ed a Cattolica a portare i fogli. Vallefuoco precisa che dal 15 al 20 febbraio ha bisogno dei soldi che sta mettendo adesso, in quanto deve coprire le scadenze che gli hanno fatto gli “amici suoi”. Roberto dice che li porterà là ma che non firmerà niente in quanto non si fida più. Discutono di questa ulteriore operazione per la quale è meglio tirarsi indietro se non danno nulla. Vallefuoco ribadisce che “i quattrocento qui”, massimo per il 28 febbraio, andranno restituiti. Vallefuoco Franco dice a Roberto di vedere se riesce “a portare a casa” una società da una terza persona con la quale Franco dovrà parlare mercoledì alle 15:00 di recupero crediti; - telefonata n. 6865 del 28/11/2008 ore 17:17 (utenza Zavoli) quando Roberto riferisce a Vallefuoco di aver portato tutto a Politore Paolo e di avergli detto che entro lunedì vuole una risposta e vuole che gli porti Oriano il sindaco (così viene chiamato Giacomi). Vallefuoco afferma che da Oriano vuole i due assegni, perché terza persona verrà a riscuotere lunedì, motivo per il quale ora sta a Rimini e sta aspettando la telefonata di Oriano; - telefonata n. 6866 successive ore 17:19 (utenza Zavoli) nel corso della quale Robertocontatta Giacomi Oriano e gli dice che lunedì alle ore 16,00 dovranno andare dal commercialista e lunedì “quel signore vuole i soldi”. Oriano dice che lui non ha assegni e che lunedì gli spiegherà anche questo; - telefonata n. 6877 successive ore 18:16 (utenza Zavoli) tra Zavoli e Vallefuoco il quale dice che ha risolto il problema dei “non trasferibili”e che porterà gli assegni dove gli altri potranno prendere il libretto degli assegni senza dicitura “non trasferibile” pagando quindici euro. Vallefuoco quindi annunzia che lunedì mattina passerà da Roberto per consegnargli le varie cose, in quanto fino a mercoledì non ci sarà, essendo impegnato a Milano. Roberto chiede a Franco cosa deve dire a Monica (Fantini, la moglie di Bacciocchi), in quanto quest'ultima lo chiama. Vallefuoco risponde che stanno facendo il recupero e che ieri le ha fatto dare mille euro e mercoledì devono portare i soldi; quindi deve avvisare Monicache hanno riscosso, ma realmente i titoli sono stati portati al cambio e che ci vuole una settimana. Zavoli è preoccupato perché sono coinvolte quattro banche e sono andati fuori termine con gli assegni, ma Vallefuoco gli dice di non preoccuparsi che lunedì avranno i soldi; - telefonata n. 6892 successive ore 19:55 (utenza Zavoli) quando Zavoli contatta Lara sulla utenza cellulare 328... della ISES e le dice che Franco passerà a lasciarle gli assegni, lunedì mattina e poi ritornerà mercoledì; - telefonata n.6963 del 30/11/2008 ore 14:15 (utenza Zavoli) quando Vallefuoco riferisce aRoberto che aspetterà domani mattina l'aperture delle banche per quei blocchetti; - telefonata n. 7023 dell’01/12/2008 ore 11:57 (utenza Zavoli) nel corso della quale Zonzini Oriano conferma a Zavoli che gli è arrivato il fax ma loro non possono più prendere “i non trasferibili”, in quanto la banca centrale non li autorizza, li autorizza solo se sono occasionali, ma già ne hanno fatto tre e quindi per un po’ non si possono fare. Zonzini dice che Franco gli ha mandato il fax per 235.000 euro ma lui già da venerdì gli aveva detto che non poteva prendere gli assegni non trasferibili. In particolare riferisce che sta valutando: un assegno di D’Amore Gennaro di 12.000 libero, del 30.03.2009, e sta aspettando le informazioni dalla banca in relazione ad assegni di Carcas Regnaud Marika, assegni liberi, per un totale di 35.800 euro, a tre assegni liberi di Cunsolo Antonio da 2.100 ciascuno ed a quelli firmati Vallefuoco sui conti BS per un totale di 65.000 euro. Precisa che sta aspettando di sapere se la banca li prenderà; - telefonata n. 7024 dell’1/12/2008 ore 11:59 (utenza Zavoli) quando Roberto riferisce a Vallefuoco che Oriano non può prendere gli assegni non trasferibili. Franco ribatte che è stato in banca a cambiare il blocchetto degli assegni e li ha presi senza dicitura, per cui gli assegni sono tutti liberi. L’uomo precisa di trovarsi a Roma; - telefonata n. 7026 successive ore 12:00 (utenza Zavoli) quando Zavoli contatta Zonziniper riferirgli quanto detto da Franco che sta arrivando “su” con assegni liberi. Robertospecifica che sono “cinque più cinque” ognuno da dodicimila, più gli altri di cui gli aveva parlato prima; - telefonata n. 7027 successive ore 12:10 (utenza Zavoli) quando tale Maurizio chiamaRoberto per dirgli che Oriano lo ha chiamato e gli ha detto che non riusciva a venire, in quanto oggi deve portare la figlia in comunità per cui ha detto di rinviare a mercoledì. Si comprende che si parla di altro Oriano, ovvero del Giacomi di cui alle pregresse telefonate.Zavoli insiste che Oriano doveva portare anche gli assegni per Franco e glieli doveva portare questa mattina, per cui conclude “che non venga giù con un assegno postdatato, perchè lo ... hai già capito”. Poi Zavoli domanda a Maurizio se quello è conoscente del direttore della Banca delle Marche. Maurizio risponde che lui sa che un socio ha un'amicizia col direttore della banca. Zavoli chiede di far andare il socio a parlare con lui, alle ore 16,00, perché “per lui o è si, o è no” e se si vuole fare quell'operazione lassù, ci vuole qualcuno che sappia cosa dire, no raccontare le favole; - telefonata n. 7033 successive ore 12:59 (sempre dell’1.12.08) quando Vallefuoco contattaZavoli (sulla utenza monitorata) e gli dice che, per ogni nominativo, riescono a cambiare, massimo, sessantamila euro e che lui ha due conti, uno nel Banco di Napoli San Paolo e un altro alla Cooperativa di Ravenna e potrebbe prendere sessanta da un conto e sessanta da un altro conto, per portarli allo sconto. Zavoli precisa che per ogni persona fisica si possono cambiare cinque assegni da 12.000 euro ciascuno e comunque farà una telefona per assicurarsene; - telefonata n. 7035 successive ore 13:03 (utenza Zavoli) nel corso della quale Robertoriferisce a Vallefuoco di non essere riuscito a parlare con Zonzini ma ricorda che, per ogni persona, si possono portare allo sconto massimo 60.000,00 euro; - telefonata n. 7051 successive ore 15:29 (utenza Zavoli) quando Marika Carcas riferisce aZavoli Roberto che gli porterà gli assegni. Roberto afferma che ha bisogno di Franco in quanto ha parlato con la FINCAPITAL e lì “fanno gli stupidi” poiché non cambiano più tutti gli assegni; - telefonata n. 7057 successive ore 16:11 (utenza Zavoli) quando Roberto Zavoli parla con Vallefuoco degli assegni accettati dalla FINCAPITAL e precisa che di D’Amore Gennaro prendono uno da euro 12.000 e di D’Amore Giuseppe ne prendono quattro da 12.000; inoltre prendono due da 12.000,00 di Vallefuoco Giuseppina. Franco ribatte che adesso chiameràLivio Bacciocchi; - telefonata n. 7062 successive ore 17:02 (utenza Zavoli) quando Vallefuoco parla conZavoli della possibilità di lottizzare Montelicciano nelle vendite. Zavoli nel corso della conversazione dice che, per ora, hanno ricavato uno sconto di 147.000 euro e “per il forno” ne hanno preso 37.000 (da altre telefonate non riportate qui ma presenti nel brogliaccio si ricava che i fratelli Vallefuoco gestiscono un forno); - telefonata n. 7064 successive ore 17:04 (utenza Zavoli) nel corso della quale Zonzini Oriano dice di aver visto le fotocopie degli assegni, ma mancano gli altri. Roberto risponde che li porterà domani mattina. Zonzini precisa che per il nominativo D’Amore Gennaro lo ha chiamato Livio e che per adesso chiuderanno questa prima fase di 147.100,00, poi faranno l'altra fase con il resto dei titoli di D’Amore Gennaro; - telefonata n. 7086 successive ore 19:53 (utenza Zavoli) quando Roberto Zavoli comunica a Lara (ISES) che i soldi per fine mese arriveranno, ma non tutti e Franco ha fatto fare gli assegni anche alla Marika per scambiarli, mentre l'operazione che doveva essere fatta era tutta un’altra con Livio. Zavoli lamenta che Franco con lui non parla nonostante abbia un capitale di 2.500.000 ed è lui che rischia. Ha preferito fidarsi di Christian di sopra e domani mattina vedranno cosa si può coprire. Adesso sta pensando di dividere in tre tronchi Montelicciano; - telefonata n. 7095 del 02/12/2008 ore 08:56, utenza in uso allo Zavoli il quale riferisce al suo interlocutore che ha assegni e ricevute bancarie che scadevano il 30 (evidentemente novembre) su ITECNICI; - telefonata n. 7097 successive ore 09:32 (utenza Zavoli) quando Zavoli parla con Vallefuoco Franco, che gli chiede se si recato da Oriano, ma Roberto ribatte che non aveva nulla da portare ad Oriano, in quanto ha solo quei sei assegni di là giù. Vallefuoco afferma che Oriano gli cambierà una parte degli assegni questa mattina, mentre domani alle ore 10,00, faranno un altro cambio (si comprende che si tratta dello Zonzini che si occupa del cambio degli assegni). Roberto dice che gli “assegni di Napoli”, non gli bastano per coprire gli assegni in scadenza. Vallefuoco ribatte che in mattina avrà anche gli assegni del forno. Roberto dice che li dovrà portare questa mattina, altrimenti salterà, in quanto servono 132/133. Vallefuoco risponde che questa mattina già hanno fatto un cambio di 140mila euro.Roberto precisa che non sono 140, in quanto nei 140 erano compresi anche gli assegni del forno e quelli di Marika. Vallefuoco chiude il discorso con un laconico “sto arrivando”; - telefonata n. 7262 del 03/12/2008 ore 15:56 (utenza Zavoli) quando Zonzini Orianocomunica a Roberto che gli assegni vanno bene e domani gli darà gli assegni circolari.Roberto risponde che gli farà sapere come ripartire gli importi; - telefonata n. 7283 successive ore 16:36 (utenza Zavoli) quando Vallefuoco apprende daRoberto che l’indomani mattina deve portare gli assegni alla FINCAPITAL e gli verranno cambiati in assegni circolari da dieci; - telefonata n. 7311 successive ore 17:42 (utenza Zavoli) quando Roberto domanda a Vallefuoco quanto è il totale degli assegni. Franco risponde che “l'ha aggiustato” ed il totale degli assegni è 120 ovvero dieci assegni da dodici; - telefonata n. 7369 del 04/12/2008 ore 10:34 (utenza Zavoli) nel corso della quale Robertodice a Vallefuoco che l'assegno con la data 08 non va bene, in quanto ci devono essere minimo sette giorni lavorativi, tra i vari assegni e ne avevano dato già un altro datato 15. Franco dice a Roberto che ne possono dare un altro e che il libretto degli assegni del San Paolo lo ha Gennaro che al momento è andato a prendere Luigi all'aeroporto; - segue dopo pochi minuti (ore 10:36) tra le medesime utenze e gli stessi soggetti la telefonata n. 7370 nel corso della quale Franco ripete a Roberto che Gennaro ha il blocchetto addosso con quattro foglietti e chiede, quindi, di verificare se possono cambiare ancora assegni; - telefonata n. 7495 del 05/12/2008 ore 09:30 quando Lara della ISES comunica a Zavoliche c'è Angelo che lo aspetta in ufficio per la M.G. COSTRUZIONI. Roberto dice che gli possono dare due assegni posdatati; - telefonata n. 7745 del 09/12/2008 ore 10:22 (utenza Zavoli) quando giunge allo Zavoli un SMS dalla ISES “Qui non ci sono più blocchetti assegni né tuoi né ITECNICI”; - telefonata n. 7746 successive ore 10:25 quando Carcas Marika contatta Zavoli Roberto e gli dice di aver fatto i conteggi “…un assegno di 800 della ISES di San Marino e 185 in contanti….”. La donna gli chiede di venire giù anche per firmare assegni per gli stipendi.Roberto risponde che andrà alle ore 14:00 in quanto ha anche appuntamento con Franco; - ambientale n. 695 ore 11:18 del 09.12.08 (Audi A6) quando Vallefuoco Franco è in auto con Lucia Esposito e parla al telefono con Gennaro D’Amore il quale fa riferimento ad una persona, che ha il telefono intestato al suocero e commentano di un soggetto che vuole denunciarli. Vallefuoco quindi racconta a Lucia che alcuni direttori di banca quando smascherano una truffa prendono il 5% della somma che poteva essere truffata e, poi, due anni di pensione anticipata. Afferma poi che lui fa truffe con i finanziamenti e con le compravendite fittizie o con titoli; spiega che lui mette le ditte e gli amministratori, mette i bilanci, poi fa le richieste e ottiene fidi dalle banche. Vallefuoco rappresenta che è sua intenzione far scomparire i titoli e parla del trasferimento di titoli, spiegando ancora che bisogna pompare su una banca per prendere credibilità; il meccanismo è sottile “basta che si impara, ma è facile .... all'Unicredit di Bologna, gli hanno fatto passare un fido, con inc... che rilascia fidejussioni da un milione di euro a 100 milioni di euro”. Racconta di un’operazione di intesa con una persona che prendeva il 30%; quindi racconta di un soggetto di Modena che aveva un sacco di outlet ed è il figlio del neurochirurgo Marchi, ma “si è mangiato tutto” e Vallefuoco commenta che ha fatto “una bella situazione, con uno dei suoi magazzini”. Quindi il Vallefuoco parla al telefono con Andrea al quale dice che le persone passeranno da lui in quanto ora stanno facendo un recupero a Venezia e scendendo passeranno da lui; - ambientale n.733 ore 15:35 dell’ 11.12.08 (Audi A6) quando Vallefuoco contatta Zavoli Roberto al quale dice di chiamare Moreno Benedettini per un incartamento; dopo poco ilMoreno chiama solo per annunciargli che lo richiamerà per inserirlo “in una conferenza”, ove sarà anche “quella persona”. Quindi Moreno richiama e passa al telefono tale Bruno il quale riferisce che “hanno fatto un'analisi della questione che gli hanno mandato”. I due interlocutori parlano di titoli, fuori corso, il cui prezzo è di 7000 dollari ciascuno e del fatto che ne servono, per una transazione, almeno 1000-2000-5000-10000. Vallefuoco parla del titolo ELECTROBRAS e, quando la telefonata si chiude, contatta subito dopo il commercialista Francesco al quale riferisce quanto appreso dal predetto Bruno ed aggiunge che “lui può venderli a 9000 dollari”; - ambientale n.734 ore 15:55 dell’11.12.08 (Audi A6) nel corso della quale Vallefuoco parla al telefono di titoli e di passaporti necessari per una transazione in Brasile; - ambientale n. 735 successive ore 15:59 (Audi A6) quando Vallefuoco chiama Francesco Pietrangeli, commercialista, con il quale discute (ma non in viva voce) di un’operazione da 8 mila dollari e Franco chiede quanto spetterà a loro, riferendo poi che sta andando a Milano e chiede l’invio in serata dei seriali dei titoli via email. Poi Vallefuoco viene contattato daZavoli Roberto al quale, in vivavoce, riferisce che gli arriveranno i seriali dei titoli e che daranno 10mila euro. Vallefuoco contatta il commercialista Pietrangeli Francesco al quale chiede di mandare, oltre ai seriali, anche le copie dei titoli. Dalla intercettazione n. 733 si desume che i titoli di cui si parla sono quelli della ELECTROBRAS società di erogazione di energia elettrica brasiliana. I verbalizzanti evidenziano che altra azienda dello stesso mercato finanziario denominata PETROBRAS è stata oggetto di emissione sul mercato di titoli obbligazionari, da parte della UBS Bank, ma i titoli si sono poi rivelati fasulli; - ambientale n.743 successive ore 19.01 (Audi A6) quando Vallefuoco, in auto con Esposito Lucia, parla al telefono di Livio Bacciocchi commentando che “se gli danno i soldi lo fa” e aggiungendo ancora che “se a Livio gli danno 50.000 euro poi lui li da in mano alla moglie”. Vallefuoco chiede al suo interlocutore, chiamandolo Massimo, se Livio gli ha presentato Di Matteo, segretario di Livia Turco, rappresentante di una ditta di antiquariato per conto delBacciocchi, il quale (sempre per quanto riferito dal Vallefuoco) in Italia ha ditte di antiquariato per un milione di euro in su; - ambientale n. 808 ore 11:14 del 14.12.2008 (AUDI A6) quando Vallefuoco, parlando con un soggetto con lui in auto, gli dice “...Gigino …. io devo stare tranquillo con i ragazzi là sopra, certamente la mosca per il naso non ce la facciamo passare, però non è che mi voglio andare a rompere con un muro di cemento, perchè noi siamo una goccia nel mare di fronte a loro, cioè, io c’ho sette, otto, ragazzi che si mettono anche con i ferri addosso, però ... io mica li mando al macello, non esiste proprio, io li tengo come figli, fratelli non esiste proprio; - ambientale n. 825 ore 19:23 del 15.12.08 (AUDI A6) quando Vallefuoco, mentre è in auto con Lucia, parla al telefono (viva voce) con Zavoli Roberto il quale riferisce di una società da costituire con 3 milioni di capitale. Vallefuoco dice che l’indomani dovrà chiamare un banchiere della Credem e deve fare un appuntamento con il medesimo. Zavoli racconta che ha chiamato Oriano al quale ha detto che deve prendere un appuntamento con Livio; i due discutono di bonifici e di assegni che devono essere inviati da Zavoli Roberto a Vallefuoco Franco. Quest’ultimo osserva che per lui sarebbe meglio che gli facesse avere i contanti e comunque conclude che gli farà prendere appuntamento con il fratello Luigi e Giovanni Abete, ai quali Roberto darà i titoli. Poi Vallefuoco contatta Esposito Gennaro al quale dice che Zavoli Roberto gli deve dare degli assegni e del contante; - ambientale nr.833 ore 16:15 del 16.12.08 (Audi A6) quando giunge una telefonata, da parte della segretaria I.SE.S., Marika Carcas, la quale parla, in vivavoce, con il Vallefuoco, per riferirgli che nella pratica che erano andati a prendere dalla Grecia, ci sono tre fogli, di cui due fotocopie di tre assegni, scritti in greco dell'importo di 760mila e 500 euro. Vallefuoco ribatte di aver chiesto una traduzione giurata del foglio che hanno loro e la segretaria conferma che le hanno dato un foglio dal quale si evince che “questa persona riconosce questo debito ed aveva queste cambiali a scadenza ad ottobre e novembre”, ma non si riesce a capire chi è il creditore, in quanto è scritto in greco. Vallefuoco chiede se sulla traduzione sia riportato il nome ma la donna spiega “il sottoscritto Kristas......, poi c'è il nome della società GALAXIAS, che con la presente riconosce il debito, da prestito, per l'ammontare complessivo di euro 760mila e 500..., ma non c'è scritto il nome del creditore....”. Vallefuoco le chiede se tale nominativo sia rilevabile dall'assegno ma la donna ripete che sul titolo il nome è scritto in greco; - ambientale n.838 ore 11:03 del 17.12.08 (Audi A6) quando Marika Carcas chiama al telefono per discutere di un’altra situazione particolare, ovvero a detta di Livio vi sono fatture relative ad un debito della TECNOEDIL nei confronti della EDILCONSTRUCTION, mentre quest’ultima non ha mai avuto rapporti con la prima; - ambientale n. 854 ore 10.08 del 18.12.2008 (Audi A6) nel corso della quale, parlando al telefono con tale Luigi, Vallefuoco dice che lui lavora solo con le banche di San Marino e fa business; è titolare di ISES in varie città tra cui Palermo, Napoli e San Marino, di ditte all’ingrosso e titolare di una ditta che si chiama TEA. I due concordano di incontrarsi il giorno dopo. Vallefuoco aggiunge di avere conti in giro per l'Italia e fa riferimento a sette sedi, alla possibilità di aprire conti correnti, nonché agli sconti per i pagamenti che lui riesce ad ottenere; - ambientale n. 864 ore 20:08 del 18.12.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco è in macchina con un soggetto che i verbalizzanti identificano in Gigino Pannone, il quale racconta che una volta è andato a fare un “cavallo di ritorno” e ricorda che, insieme a Gennaro D’Amore, entravano nei negozi e li “pigliavano a schiaffi” per farsi pagare. Vallefuoco, dal canto suo, afferma di avere un appuntamento con una persona, alla quale deve portare i nomi di una serie di società e aggiunge “se questo si tira indietro, abbusca dentro al bar”; - ambientale n. 872 ore 14:25 del 19.12.2008 (Audi A6) nel corso della quale Vallefuoco Franco in auto con Lucia commenta di una persona che lavorava con Alberto Mazzarella e che sta facendo l'estorsioni nella zona. Vallefuoco dice che chiamerà qualcuno “a Barra” per informarsi. I due discutono di una richiesta di tangente avanzata nei confronti di un loro conoscente; parlano poi di una persona che sta lavorando con tale Rocco e che ha l'affidamento ai servizi sociali, di un fratello di questi che sta a Torino e fa le rapine, nonché di un altro, che fa sempre le rapine, ma sta a Napoli. Come annunciato Vallefuoco contatta Antonio di Barra e gli chiede notizie di tale Remigio, ovvero se è un “amico” o un “cane sciolto” ed aggiunge che ora sta a Correggio ed è andato a chiedere i soldi a chi non doveva chiedere. Vallefuoco conclude che se la persona non è collegata né a Giovanni Punt e Curtiell (soprannome del capo clan Aprea Giovanni) né a Peppe ò Sgueglia “allora noi lo mandiamo a prelevare dalla gente di Forcella”; - ambientale n. 890 ore 20:14 del 20.12.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco parla al telefono con il fratello Gigino di tale Ruggiero, detto o Zingariello, che “appartiene a questi di San Pietro a Patierno” e che deve dare dei soldi a Lamberto il quale gli ha fornito merce per 100 mila euro, concedendogli di pagare a 60 o a 90 giorni. Vallefuoco conclude che Ruggiero deve dare i soldi altrimenti si presenta a casa sua anche con il benestare delle “persone di dove abita lui”; - ambientale n. 891 ore 22:25 del 20.12.08 (Audi A6) quando Vallefuoco parla con Lucia di una persona di Isernia che dava fastidio a Mimmo La Manna ed a Marco e spiega alla donna “le persone di strada non si comportano così ... le persone di strada si comportano bene”. Quindi racconta che il soggetto lo aveva chiamato e voleva fare il “guappo” con lui, ma Vallefuoco non si era scomposto e gli aveva detto chiaramente che “quelli che gli avevano fatto la truffa gliel'hanno fatta in quanto gliel'aveva detto lui in quanto le persone lavoravano per lui”. In ogni caso Vallefuoco conclude che ha organizzato un incontro per la vigilia di Natale e che non gli prenderà “neanche una lira”. Vallefuoco racconta che Marco (e da tale racconto si desume che si tratta del socio del La Manna, ovvero Cimarosi Marco) della In prima aveva la ditta BARBARA S.r.l., che faceva sette otto milioni di euro di fatturato e questa persona di Isernia faceva le cinte e Marco lo aveva sempre pagato. Vallefuoco quindi parla di Mimmo che è indagato e che mantiene a “17 di loro, tutti carcerati”, ogni mese ed aggiunge che sicuramente “gli staranno facendo chissà quante fotografie”. Vallefuoco racconta che in una circostanza, quando fu messo a confronto con delle persone che lo potevano riconoscere ebbe paura. Ora lui vuole fare “le truffe eleganti” e chiede a Lucia se lei sia “pulita” (ovvero senza precedenti penali). L’uomo aggiunge che fino ad ora ne ha concretizzate “tre o quattro, mirate” e che “da lui vanno le persone che stanno per saltare e che vogliono chiudere in bellezza, facendosi qualcosa di soldi...” ed a lui piace “fare questi ambaradan....” spiegando che lui vende “tutti ...i titoli della persona con retroattività ...nel senso che se la persona fa l'operazione nell'anno perde ma se la fa con un anno ed un giorno, allora quei soldi li scompaiono”. Vallefuoco afferma che “per fare le truffe, si deve conoscere la legge” e “queste cose, le fanno tutti...” anche perché “se una persona è brava a fare un milione di euro e, poi, viene protestata....è lo stesso protesto come se lo avesse fatto per un euro... dopo cinque anni, il protesto decade.....e diventi pulita e puoi aprire anche i conti correnti...... però, bisogna stare attenti a non farla fraudolenta la truffa....” chiarendo che “non deve essere premeditata....nel senso che non deve risultare che è stato programmato ... deve risultare che lui aveva intenzione di pagare, ma poi non ha potuto più pagare....quindi, fa un esempio e dice che, se si è preso dei soldi da una finanziaria…. poi dice che non ha potuto pagare più....” ed ancora spiega “se uno si compra una gru, con rate di 10 mila euro al mese,...le prime le fai di tre mila euro.....le prime le paghi e, poi, denunci che si sono rubati la gru......”. Fa riferimento alla sua intenzione “di farlo su un lavoro edile” ma ha bisogno di trovare “una testa di legno”, come la sua (di Lucia) amica Clotilde disposta ad investire 7-8 mila euro, alla quale vorrebbe proporre l'apertura di un'azienda con conto corrente “per poi portarla avanti per un poco di mesi.... e poi mandarla in banca, quando lo dice lui....”. Quindi Vallefuoco chiede a Lucia come si presenti la donna “se è credibile” ed aggiunge “le creiamo una società e le intestiamo venti conti correnti”; - ambientale n.901 ore 10:05 del 22.12.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco è in macchina con Lucia e con un soggetto non identificato al quale confida che lui ha per le mani tutto, tranne la droga, e che ora avrebbe dovuto incontrare Mimmo, ma questi gli ha detto che sta ancora a Jesi ed aggiunge “ha dietro anche i sfaccimm’ delle guardie … va a finire con Mimmo… veramente ci facciamo Natale ... sta uscendo un bel sole, perchè ci dobbiamo fare Natale al fresco!!! …non ho capito?”; - ambientale n. 943, ore 14:23 del 24.12.2008 (Audi A6) quando, in auto con un soggetto individuato dai verbalizzanti nel D’Amore Gennaro, Vallefuoco discute di una possibile fuga e spiega “noi rischiamo di andare carcerati”. D’Amore dice di aver riferito a Gigino Pannone che, in caso di “sinistro”, lui non penserà a nessuno ed ha sempre 50 euro nel portafogli pronto per prendere un treno; - ambientale n.1023 ore 00:05 del 29.12.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco, in auto con Esposito Lucia, le confessa di essere stato ricercato per tentato omicidio e si nascondeva nel treno che portava a Monaco; poi era stato sottoposto allo stub, ma lo avevano fatto alla mano sbagliata, dal momento che lui è mancino. L’episodio non è stato verificato ma qui non rileva se non al fine di sottolineare come l’argomento del periodo sia la “fuga” ed il rischio di essere arrestati, sentendo la pressione degli investigatori; - ambientale n.1030 successive ore 12.04 quando Vallefuoco confida a Lucia di essere preoccupato per lo zio Vincenzo che, comunque, è il suo prestanome e spera non sia arrestato. Aggiunge di avere riportato conteggi su un blocchetto che ha dato ad una persona che, se dovesse succedere qualcosa, deve continuare a mandare i soldi “sempre a quell’indirizzo”; - ambientale n. 1035 successive ore 22:04 (Audi A6) quando Vallefuoco, sempre in auto con la Esposito, parla della FINCAPITAL e del fatto che, se verrà chiamata dai carabinieri, laFINCAPITAL dirà che gli assegni falsi glieli ha dati Franco Vallefuoco; egli vuole evitare questo “in quanto ha altre tarantelle”; - ambientale n.1079 ore 14:28 del 31.12.2008 (Audi A6) nel corso della quale – oltre a riferire di un episodio relativo a Lello di Napoli (come riportato sopra) – riferisce a Lucia Esposito di essere stato contattato da Remigio (di cui si parla nell’ambientale 872 sopra riportata) il quale gli ha detto “di non saperne nulla” ed è andato nello studio e si è messo a piangere, accompagnato dai suoi paesani, e gli aveva detto che lui apparteneva a Rocco ma anche a Nicola, il fratello di Lucia. La donna chiede se Remigio conoscesse la persona sottoposta all'estorsione e Franco dice che deve verificare l'attendibilità di quanto gli aveva riferito Gennaro perché, nel caso in cui non fosse vera la questione dell'estorsione, allora deve dare soddisfazione a “quelli” in quanto ha fatto “rischiare grosso a quello lì” che è stato portato da lui da quattro uomini; - ambientale n. 1139 ore 12.14 del 03.01.2009 (Audi A6) quando Vallefuoco parla al telefono con il fratello Gigino, il quale gli passa tale Isidoro. Vallefuoco chiede a quest'ultimo se ha “la disponibilità di società” ed alla risposta affermativa rappresenta che gli interesserebbero società edili e/o commerciali, in quanto lui ha delle persone che possono lavorare come amministratori. Aggiunge che ne potranno parlare da vicino e lo sollecita ad attivarsi per procurarsi una società “grande, molto grande, per un fatturato molto elevato”. Isidoro ribatte di aver già una simile società e Vallefuoco gli chiede una visura camerale; - ambientale n.1143 successive ore 12:43 (Audi A6) quando Vallefuoco riceve una telefonata dal fratello Gigino, il quale dice di avere il numero di telefono di Pasquale per un incontro da fissare per giovedì. Franco chiede se conosce il nome della persona; il fratello risponde che ha interessi in San Marino e lui gli ha spiegato che al fratello le "molliche" non interessano. Concordano di parlarne meglio da vicino. Nel corso dell’ambientale Vallefuoco parla (non è specificato con chi) di nuovo del suo intervento relativo alla presunta estorsione compiuta da Remigio come si desume da quanto viene trascritto testualmente “dobbiamo andare mò, mò da quello che te lo ha detto... con tutto il rispetto che ho per i compagni miei della Barra... ...ci sono dei compagni di Barra che gli hanno detto che io sono compagno loro ... tant'è che mi ha chiamato e stava piangendo, mi ha detto Franchitiè.. ma io non so proprio niente.. ma che vado a prendere io... e che mi vado ad uccidere con le mani mie.... cioè mi prendo i soldi da mano a gente con il nome della Barra ... ha detto io fatico qua, fatico con il cognato di un certo Gennaro che è paesano a te... a me, me lo ha detto proprio Gennaro questo fatto..... hai capito chi è Gennaro... è Gennaro D’Amore... il figlio di Natale, il fratello di Sorrento...quando faceva il carabiniere.... ha detto: Franchitiell ... ma stiamo dando i numeri... ma quando mai io lavoro.... come infatti lui lavora con Rocco ò Peccatore”. Letta alla luce della precedente ambientale 1079 si comprende che D’Amore Gennaro è colui che ha riferito al Vallefuoco della estorsione compiuta da Remigio ad una persona a loro legata, motivo per il quale il predetto si è dovuto giustificare affermando di non aver compiuto estorsioni a nome del clan di Barra; - ambientale n.1203 ore 13:28 dell’8.01.2009 (Audi A6) quando Vallefuoco in auto con la moglie Tina Panico le dice che la macchina ha fatto 110 mila km in 8 mesi; parla di Gennaro o Pescatore, D’Amore, per fare dei servizi. Vallefuoco spiega che i Casalesi vogliono a lui quando si devono fare gli appuntamenti e non altre persone; commenta poi che Gigino di Acerra è in gamba; - ambientale n.1204 successive ore 14:27 quando, ancora in auto con la moglie, Vallefuoco parla al telefono con Roberto Zavoli il quale dice di avere un appuntamento con una persona di Caserta. Franco ribatte che deve dirgli che il suo socio è di Napoli ed il suo compare è di Casal di Principe; - ambientale n. 1212 successive ore 22:25 nel corso della quale al Vallefuoco, che continua il suo viaggio in auto con la moglie, quest’ultima esprime una sua preoccupazione “non succede nulla che porti i soldi all’estero, dal mio conto che ho in Italia?”. Vallefuoco risponde “dobbiamo cambiare 20 mila euro di assegni per noi, dei quali 10 li prendiamo noi e 10 li prendi tu”;- ambientale n. 18 ore 11:56 del 30.01.09 sempre nell’Audi A6, (nuovamente monitorata con il secondo decreto 429/09) nel corso della quale Zavoli Roberto commenta con Christian il fatto che Vallefuoco Franco ha il telefono sotto controllo per la questione degli assegni non trasferibili con cifre spropositate. Da questo momento le conversazioni di rilievo sull’attività del Vallefuoco e del suo gruppo sono intercettate sempre a bordo dell’AUDI A 6 nuovamente sottoposta a intercettazione. Queste le ambientali più significative (riportate per stralci): - n.24 ore 14:00 del 30.01.2009 quando Vallefuoco parla di acquisto di armi a San Marino; - n.35 ore 09:44 del 31.01.2009 quando Vallefuoco fa riferimento a “pistole finte, che vengono modificate per sparare...”. Lucia che è con lui chiede “ma non si sciolgono?” e Vallefuoco risponde di no; - n. 43 ore 16.12 sempre del 31.01.09 quando Vallefuoco, ancora in auto con la Esposito, riceve una telefonata da Livio Bacciocchi al quale parla di persone, amiche sue, che hanno una ditta, un casinò virtuale a Termoli, che hanno bisogno di scontare 200mila euro. Liviorisponde che in una volta non si può fare. Vallefuoco ribatte che loro chiedono un assegno di 120 mila ed uno da 80 mila e Livio risponde che lo può fare in 5 assegni. Vallefuoco gli comunica di aver preso appuntamento per lunedì mattina nel suo ufficio e gli lascerà solo la documentazione; - n.60 ore 11:20 del 02.02.2009 quando Vallefuoco parla al telefono con Marika Carcas, alla quale dice di chiamare il 113, dopo aver saputo che fuori alla sede c'è gente che non piace alla donna; Vallefuoco precisa se le dovessero chiedere di lui, deve dire che era un cliente. Marika richiama Franco al quale comunica che li ha chiamati (evidentemente gli uomini del 113), ma i soggetti sono ancora lì, con auricolari e con giubbini. Successivamente Vallefuoco contatta D’Amore Gennaro e gli dice di andare subito in ufficio; poi fa contattare da Lucia un’altra persona, di cui non si comprende il nome, alla quale riferisce di stare lontano. Quindi richiama Gennaro e gli dice di “aprire gli occhi” quando arriva allo studio in quanto “c'è molto traffico”. Marika contatta Vallefuoco per avvisarlo che c’è “la Marisa” che lo sta aspettando. Franco risponde di “mandarle il telefono”; - n.66 successive ore 13:24 quando Vallefuoco parla al telefono con Tina Panico e le dice che sta vedendo cose che non gli piacciono ed aggiunge che si è allontanato ad una decina di chilometri dagli uffici; - n. 68 successive ore 15:46 quando Vallefuoco parlando stavolta con la compagna Esposito Lucia si lamenta del gran movimento di guardie “che non lo fanno muovere”e sospetta che sia proprio qualcuno a lui vicino che gli “ha fatto mettere addosso le guardie”; - n.102 ore 11:00 del 03.02.09 quando di nuovo in auto con la compagna Vallefuoco parla di una persona per la quale si doveva fare un recupero “che però non doveva risultare”, perchè lo doveva fare “a livello di mezzo alla strada”. Vallefuoco parla di una ditta di Casavatore e di un lavoro da 400mila euro; spiega che si trattava di persone che stavano a Napoli e poi si sono trasferite a Marano. Egli conclude il racconto dicendo che tuttavia il recupero non poteva essere fatto, in quanto si trattava di “gente del sistema”; - n. 119 delle ore 09:38 del 04.02.09 quando Vallefuoco parla al telefono comunicando al suo interlocutore che quando “scende a Napoli vedrà quell'assegno” spiegando che ha i titoli a Napoli; poi fa esplicito riferimento ad assegni che devono essere portati allo sconto. Vallefuoco prende appuntamento al telefono con tale Gianfranco a Forlì e poi parla al telefono con Rosa, che gli dice che “sono stati da Romano Costruzioni” ed aggiunge che una terza persona “vuole fare la fattura alla ISES in quanto vuole dimostrare alla sua azienda il motivo per il quale ha avuto i soldi da loro”. Vallefuoco suggerisce di fare a loro una cessione del credito; Rosa ribatte che con la cessione del credito “la fattura la dobbiamo fare noi a lui”, mentre il soggetto ha dichiarato che Franco Vallefuoco gli ha dato 25 mila euro e quindi “lui deve fare una fattura a noi”. I due discutono dell’importo della fattura e della società a cui nome farla. Vallefuoco propone la Lord Service, ma Rosa dice che la persona voleva fare la fattura a San Marino per non pagare l'IVA. Franco suggerisce allora di farla fare ai ITECNICI e ne parleranno da vicino. Al Vallefuoco giunge una telefonata di D’Amore Gennaro e gli comunica di essere stato chiamato da Roberto per partire. Giunge una seconda telefonata del D’Amore il quale dice che da lui c'è Oriano Giacomi e glielo passa al telefono. L’uomo dice a Vallefuoco che gli ha portato gli assegni, ma chiede la cortesia di “rinnovare per altri mesi”. Vallefuoco chiede notizie dell'azienda e gli dice “di portargli la ditta su”. Poi Gennaro chiede se deve portare con lui anche Francesco; - n.121 successive ore 11:11 quando Vallefuoco parla al telefono con una donna e le dice che il suo uomo “è un figlio di puttana e che lo ha messo nelle puttanate”. La donna ribatte se sa da quanto tempo sta lì; Vallefuoco risponde di saperlo bene avendogli mandato i soldi. Vallefuoco spiega poi a Lucia Esposito, in macchina con lui, che la donna è di Andria e che il marito ha scontato venti anni di galera. Aggiunge che l'uomo ha commesso un omicidio “non da sistema ... perchè se lo avesse fatto da sistema sarebbe stato mantenuto”. Sempre secondo il suo racconto, Vallefuoco lo aveva aiutato conoscendolo da tempo ed avendo anche intrattenuto corrispondenza nel carcere con lui. Appena era stato scarcerato si erano incontrati e Vallefuoco era rimasto con lui tre giorni. Dopo 4 5 mesi l’uomo lo aveva richiamato per dirgli che si trovava agli arresti domiciliari per un residuo pena in relazione ad una vecchia sentenza e, per tale motivo, aveva problemi economici. Vallefuoco gli aveva inviato dei vaglia senza pensare di chiedere la restituzione perché “lui quando da i soldi ai carcerati non è che glieli devono tornare indietro”. L’uomo dopo un po’ gli aveva “proposto”via fax dove un camion per 5mila euro e sul camion c’erano 70 televisori al plasma e 80 frigoriferi “quelli americani”, anche se “non gli fece avere tutto, ma solo parte” e lui invece di mandargli 5 mila euro, gliene diede 6 mila; - n. 125 successive ore 18:35 (sempre del 4.2.09) quando Vallefuoco dice ad Esposito Lucia, con lui in macchina, che bisogna prendere i faldoni con bilanci e fatture della ELLESSE e si devono portare a Modena. Racconta che “loro” sono andati da lui a dirgli che si fidano di lui e se ne lavano le mani. Vallefuoco aggiunge che “a loro” interessa che lui garantisca i 130 mila euro con quel direttore di banca e gli hanno dato carta bianca; poi aggiunge che loro hanno detto a Franco che gli danno i soldi e lui metterà un commercialista “dentro.....a questa situazione” ed afferma di dover intestare qualcosa anche a Lucia. Poi aprirà due/tre conti correnti per espandersi su Reggio Emilia e Modena ed aprire quanti più conti correnti e possibile. Quindi Vallefuoco prosegue “sai che facciamo, con 10mila euro apriamo un conto ....ci facciamo dare il blocchetto e vediamo se ci danno 5mila euro di fido.... allora facciamo 10mila + 5 ... sono 15mila ... pigliamo e facciamo un assegno a vista e ci ritiriamo 10 mila euro dalla banca…poi, andiamo ad aprire il conto ad un'altra parte....facciamo lo stesso giochino, ...quando siamo riusciti ad aprire 4/5 conti, abbiamo 40-50 mila euro di fido e, poi, possiamo incominciare a muovere 40-50mila euro di soldi....”. In questo modo ha disponibilità di soldi, come se fossero contanti, fa girare i soldi e crea bilanci da 700mila euro. Vallefuoco quindi dice di aver bisogno di un capannone o di un deposito e di una stanza, da arredare con una scrivania e presso la quale lui lascerà un ragazzo per lo scarico ed il carico. Alla domanda di Lucia su dove si debba trovare il locale, Vallefuoco risponde a Novellara (RE) e spiega che deve essere un posto vicino, in quanto deve avere tutto sotto controllo. Aggiunge che lui ha “i ragazzi, che sanno quello devono fare”. Lucia chiede “ma la roba, perchè non la scarichi a San Marino” e Vallefuoco risponde che non è possibile perché quando va a comprare e dice che è di Ancona con una sede a Modena, per garantire tranquillità deve solo risultare a Novellara, anche se poi la manderà aSan Marino; - n. 139 ore 17:57 del 05.02.2009 quando Vallefuoco parla di un recupero crediti da effettuare ad Afragola e spiega a Lucia, in macchina con lui, che lì non può procedere in quanto ci sono i Moccia; - n. 140 successive ore 18:23 quando Vallefuoco, sempre con Lucia Esposito in macchina, parla di un uomo che ha negozi in Toscana e che ha la possibilità di aprire conti correnti. Lucia chiede “ma io non ho capito quelle cambiali che gli hai fatto” e Franco risponde “allora, quelle cambiali erano il pagamento di una persona ... Antonio Verdi ... io ho fatto le cambiali e le ho messe lì ... sono trenta cambiali.....da 5mila euro l'una .... 15 mila euro.....quando sarà il momento che io aprirò la ditta e vado sui conti correnti, io alla banca gli chiedo lo sconto cambiario … sai, come funziona lo sconto cambiario?....no? .....se tu sei uno che sta nel giro degli assegni con cambiali .... va a chiedere un castelletto alla banca ....le dici senti, io siccome questo è il fatturato mio ... io raccolgo a cambiali ...a me, mi serve un castelletto dove io ti porto le cambiali a scadenza e tu mi anticipi i soldi .... il 20% se lo tiene la banca in mano ... poi al momento in cui viene pagata la cambiale, la banca ti da il resto dopo che si è preso l'interesse che si deve pigliare, il 17 il 18%, te lo da … quando gli hai portato 150 mila euro di cambiali la banca te ne da 120, allora io chiedo lo sconto cambiario e quello fatture ..factoring... ed in più mi deve dare il castelletto per gli assegni......allora quando voglio scontare gli assegni mi deve scontare anche gli assegni ... allora io cerco in una banca lo sconto cambiario ed in un’altra lo sconto fatture... in un’altra gli assegni......quando hai fatto lo sconto assegni....te lo tieni bravo lì....metti gli assegni....allora mi devo coltivare bene le banche ... ieri ho messo in gioco 70-80 mila euro miei ...in questa operazione ho messo 70-80 mila euro miei .... poi, se riesco a vendere Montelicciano metto 250 mila euro e li metto sui conti....perchè quando hai messo 50mila euro, su 5 banche, no? ....su ogni banca si raddoppiano...”; - n. 148 ore 10:10 del 06.02.2009 quando Vallefuoco parla al telefono con la moglie Tina (Panico) e le ricorda che bisogna pagare i ragazzi precisando “Gennaro D’Amore 2500 euro, Luigi Vallefuoco 2500, Luigi Pannone 1500, Gennaro o Capocchio (identificato nell’Esposito dai verbalizzanti) 1500 euro, Francesco D’Amore 1300 euro, Enzo Tancredi e Milena 3500, Ciro Galasso 1500, Giovanni Abete, Rosa Moccia”;- n. 149 successive ore 11:00 quando Vallefuoco chiamaRoberto Zavoli al quale dice che Livio sta provando a contattarlo per cui chiede a Robertodi riferirgli che non lo deve chiamare. Dopo pochi minuti Roberto richiama Vallefuoco al quale dice che quello (Livio Bacciocchi) lo vuole incontrare. Zavoli invita Franco a stare attento. Vallefuoco ribatte che “lo tirerà nella merda insieme a lui, se lo mette nei casini...”. Cade la linea e Zavoli ricontatta Vallefuoco al telefono e gli dice che ha ricevuto un suo messaggio ove è scritto che “…non lo chiamerà più....”; - n.234 ore 11:39 del 12.02.2009 quando Lucia in macchina con Vallefuoco lo rimprovera “ma noi facciamo tanto per non far figurare e poi diamo ISES con il numero tuo sopra?”facendo evidentemente riferimento alla pubblicità della società su Internet visionata dagli investigatori (come evidenziato in premessa); - n. 342 ore 18:21 del 18.02.2009 quando Vallefuoco è in auto con Esposito Lucia, ma dietro di lui sono altri compagni, come si desume dal fatto che li contatta al telefono per chiedere di verificare se sono seguiti da un'Audi A3 bianca e, quindi, comunica loro di mettersi lontano da lui e di avvicinarsi solo “quando la persona viene”. Gli investigatori individuano l’interlocutore della telefonata in esame e di quelle che seguono nell’Esposito Gennaro che il Vallefuoco ricontatta per chiedere di nuovo della presenza di un’Audi A3 bianca e per discutere dell’appuntamento alla Tamoil. Vallefuoco esorta Gennaro ad avvicinarsi all'Audi A3 e poi di allontanarsi per controllare “se gli vanno dietro” e, quindi, commenta con Lucia “sono guardie”. Gennaro al telefono fa presente che è la macchina del suo interlocutore ad avere “il problema”. Vallefuoco e Lucia concordano quello che dovranno dire in caso di un controllo di polizia, facendo riferimento ad un incontro in un bar con una persona. La donna appare preoccupata e suggerisce di chiamare Daniele per concordare le versioni da dare, in caso di fermo di polizia. Intanto la donna fornisce indicazioni a Franco sul percorso, esortandolo ad andare direttamente da Daniele. Dopo una telefonata del Vallefuoco, i due scendono dall'auto e dopo qualche tempo Lucia vi risale e risponde al telefono di Franco parlando in vivavoce con Gennaro Esposito (come viene individuato dai verbalizzanti) e gli dice che loro si trovano in via S. Allende, zona industriale, e Franco è sceso per parlare con delle persone; - n. 344 successive ore 18:50 quando Vallefuoco parla a sua volta al telefono con Esposito Gennaro il quale dice di essere dietro di lui; Vallefuoco chiede se hanno perso quella macchina che gli stava dietro e si dice sicuro di avere “le guardie dietro”. Esposito poi gli comunica al telefono che loro hanno parcheggiato “dal lato di sopra”. Vallefuoco e la sua compagna scendono dall’auto; - n. 358 ore 17:52 del 20.02.2009 quando Vallefuoco dice a Lucia che quel Pasquale deve prendere una “paliata” e gliela farà fare stesso da quelli là, dai casalesi, che lo devono picchiare davanti a lui; - n. 362 ore 09:06 del 21.02.2009 quando Esposito Lucia chiede al Vallefuoco, con il quale si trova in auto, cosa ha detto Paolo e “se l’operazione è ancora in corso”. Vallefuoco risponde che Paolo gli ha fatto capire che alcuni dei “componenti l’operazione” “andranno a finire in galera”. Vallefuoco commenta che a lui queste persone non piacciono perchè “quando c'è fame di soldi o prima o poi si va a finire nei guai” e lui non ha intenzione di essere coinvolto in quanto ha già precedenti per estorsione, riciclaggio e contraffazione di valuta e se va in galera buttano le chiavi. Aggiunge che non si fida dei componenti dell'operazione, che per la sete di 100 euro sono capaci di farsi sfuggire un business di un milione di euro. Fa riferimento a tale Oscar, pure partecipe all’operazione, che è stato sempre un imprenditore e che ora non ha i soldi per le sigarette e con lui si è comportato “da cornuto e da vigliacco” in quanto gli ha dato due assegni rubati; per questo motivo lui lo ha lasciato senza macchina, senza uomini ed aggiunge che, se succede qualcosa, lui dirà che ha fatto il contratto e che li ha accompagnati con la macchina ma non sa loro cosa stanno combinando e li ha solo presentati. Vallefuoco continua a ripetere che egli teme che Oscar potrà fare guai perchè “assetato di soldi”; - n. 369 successive ore 13:00 quando Franco osserva che ha “sotto a lui” 20.000 euro e parla dell’incontro con Daniele e con tale Gennaro del gruppo dei Casalesi. Quindi Vallefuoco racconta “ma, hai capito? …quello vengono sotto ... quello era un.... inc.le..... qualche problema ... in qualche campagna.... perchè ho visto che è stato lasciato nella casa in campagna...... qualche segnalato o qualche latitante, hai capito ... quante persone di giù stanno da queste parti mamma mia non ne hai idea”; - n. 388 ore 20:11 del 22.02.2009 quando Vallefuoco racconta alla sua compagna Lucia di una persona che lui aveva come modello e che apparteneva ai Misso, una famiglia perdente che non gli aveva dato fiducia dicendogli che doveva andare solo a lavorare. Vallefuoco ribadisce che per quella persona ha sempre un grande rispetto anche se in carcere lui stava in fazione opposta alla sua; - n. 390 ore 09:31 del 23.02.2009 quando Vallefuoco parla al telefono con il fratello Luigi di una persona che continua a lavorare per lui, ma deve stare un poco lontano “in quanto bisogna appurare la situazione e capire da che cosa proviene”; - n. 418 ore 18:49 del 25.02.09 quando Vallefuoco parla al telefono con Monica (Fantini, moglie di Livio Bacciocchi) e le dice che l’indomani salterà il conto corrente della figlia di Roberto Zavolie adesso non riesce a parlare con Livio perché non ha il suo numero di telefono, aggiungendo di essere sicuro di avere il telefono sotto controllo. Quindi chiede alla donna di chiedere al marito un ultimo sforzo e poi gli leverà tutta “la merda dai coglioni”....gli toglierà tutti i “casertani ed i napoletani dai coglioni... ...li farà scendere giù”. Monica gli chiede perchè si occupi tanto di Roberto e Lara e Vallefuoco afferma che a lui non interessano le due persone, ma “tutto quello che gira intorno a loro”. Monica ripete di non comprendere per quale motivo si esponga così tanto per loro e Vallefuoco, tenuto conto della insistenza della donna nel voler sapere “cosa c’è dietro”, afferma “lascia stare.....lascia stare queste domande... a me quello che interessa è che non saltano i conti e non si fanno figuracce”. Vallefuoco aggiunge che è necessario che Livio chiami Roberto e spiega “ormai, Livio ha fatto tanto per Roberto .... e che lui lo sa che ha fatto tanto...anzi di più....”. Monica ribatte che nel cantiere sono pieni di debiti lasciati da Roberto e che anche loro hanno una famiglia con 4 figli. In ogni caso dirà a Livio quanto riferitole da Vallefuoco. Quest’ultimo ripete che il marito “ha fatto trenta e facesse trentuno e che non gli facesse saltare questa situazione che Roberto e Lara hanno” e, quindi, cerca di farle comprendere la realtà del suo interessamento “non so se mi capisci fino in fondo…? ... prendi Proietti, quando lavorava per Livio, ....adesso è la stessa cosa per Roberto in questo giro… ok?” ed aggiunge “se, Proietti, avesse fatto una cazzata ne avrebbe risposto Livio … in tutti i sensi.... ed adesso, è la stessa cosa”. Vallefuoco ripete che a lui di Roberto e Laranon interessa, ma interessa “quello, che sta intorno a loro” e “Livio, deve fare un ultimo sforzo per mantenere questo anello concatenante … adesso, c'è un ambaradan”. Vallefuoco afferma che Roberto può anche saltare, ma Roberto non ha nulla, ma “loro” volevano sapere da lui di chi è la colpa, per cui “Livio deve risolvere con la banca e con laFINCAPITAL” ed aggiunge “Livio le conosce le cose....sa, le cose come stanno...” e dopo ciò “con Livio non si avranno più rapporti”. Vallefuoco fa riferimento ad assegni che sono di “amici di Napoli”. Monica chiede “ma ci vai tu di mezzo?” Vallefuoco risponde che sono persone che fanno brutte figure e che non sono abituate a farle; - n. 423 ore 08:35 del 26.02.2009 quando Vallefuoco parla con la compagna Lucia della moglie Tina la quale gli ha detto che ci sono solo assegni, ma non ci sono soldi liquidi; - n. 424 successive ore 09:05 quando Vallefuoco spiega a Lucia “allora, io vengo a cambiare dieci euro da te......e tu mi dai 9 dollari e mezzo ... poi io piglio questi nove dollari e mezzo ... distribuisco ad altre persone due dollari ed a me in tasca mi restano sette dollari e mezzo” per cui a lui “su un milione di euro restano 50 mila euro … il 5% ...” senza che lui compaia in alcun modo; - n. 440 ore 08:53 del 28.02.2009 quando Vallefuoco parla in auto con Abete Giovanni (dipendente ISES di Brusciano individuato dai verbalizzanti) e racconta dell’appuntamento che è stato seguito in diretta dagli investigatori attraverso le ambientali del giorno 18 febbraio. Vallefuoco ricorda “io tenevo appuntamento alle 18 fuori alla pompa di benzina ... io dissi vicino ai due Gennaro alle 17 ci vediamo anche per camminare con le spalle coperte ... quattro pattuglie in borghese sulla pompa con “quelli lì” e “due macchine dei Casalesi”....cioè, io, sulla pompa trovai i Casalesi e le guardie…” e continua “io dissi a Gennaro di vedere se portavo le guardie appresso ... Gennaro si porta tutte e quattro le pattuglie appresso usciamo dalla macchina ... escono dalla macchina quattro cinque persone il più piccolo era quanto una vacca di due quintali .... con dei giubbini che avevano i ferri dietro .... come scendo dalla macchina io metto la mano sul marsupio ... vado vicino, questo piglia e mi guarda e mi dice: Franco, di Napoli? ...ed io gli dissi: e, tu, chi sei? ... mi disse: io, mi chiamo Renato e sono il cugino dei...inc.....io gli dissi…ma va a fare i bucchini ... lo dissi avanti a quello che doveva dare i soldi e quello che doveva avere i soldi quando quello vide questa scena disse: ma che cosa è successo qua? … mi disse Renato: tu sei il compariello di mio cugino ... si è saputa la voce, tramite i Casalesi… ed io gli dissi: ed adesso, che dobbiamo fare ... i soldi che io prendo da qua devono andare giù, ora te la piangi tu ...sono cazzi tuoi .... tu mi dici Franchitiello qua il recupero non si deve fare ..io non lo faccio!....però sappi che se ne vanno i soldi a tuo cugino ed al compare mio.... Renato disse: me la vedo io”. Il racconto continua “io presi il telefono, quello che uso per chiamare loro, e gli dissi: adesso ti passo una persona…...e finì lì …. il giorno dopo, io andai dai Casalesi ... e gli dissi che lì stavo per loro ... e se quelli non lo pagavano lui a loro non poteva dare nulla”. Quelli gli avevano risposto “vai piano, piano ... ora lo mandiamo a chiamare … Renato fu mandato a chiamare e poi mi disse: Franco io abito a questo posto per qualsiasi cosa a disposizione ... io gli dissi: a me, Renato, non serve nulla ... comunque, la stessa cosa pure a te.....tu stai a Casale... oramai, apparteniamo alla stessa fascia….e gli dissi: ed ora, il 2, lui deve scendere giù, …mi disse….che lo hanno mandato a chiamare…”; - n. 226 ore 18:36 dell’11.02.2009 quando Vallefuoco racconta a Lucia Esposito, sempre con lui in macchina, che Gennaro si è presentato ad un ristoratore descritto come “un chiattone con i capelli lunghi” e gli ha detto “ma, sei tu Gabriele? … senti, noi non abbiamo niente contro a te... però non ti presentare più a Novellara….perchè, se ti presenti a Novellara ...ti uccido a terra in Novellara”. Vallefuoco racconta che Gennaro gli ha riferito che questa persona non parlava ma ha incominciato a tremare ed è scoppiato a piangere. Gennaro allora gli aveva detto “vedi che a Novellara c'è un certo tipo... Franco.... che ti taglia la testa”. L’uomo si era giustificato dicendo che lui, a Novellara, non ci andava mai; frattanto aveva detto alle dipendenti del ristorante di chiamare i carabinieri e così continua il racconto “con Gennaro c'era Gigino che stazionava vicino alla porta ed ha sentito … quando il chiattone è andato per uscire, fuori la porta Gigino gli ha messo la pistola in bocca.... Gennaro è andato vicino e l'ha picchiato”. Le conversazioni sin qui riportate rivelano in maniera chiara il duplice modus operandi del gruppo facente capo al Vallefuoco che da un canto effettua recuperi credito per conto dei clan (di Napoli e di Casal di Principe), reinvestendo il loro danaro in attività nel nord Italia e dall’altro effettua, come lui stesso afferma, “truffe eleganti” creando false fatture ed una serie di “castelletti” di assegni senza copertura, utilizzando anche il danaro affidatogli dai clan (con il loro consenso) per ottenere maggiori profitti. Che non si tratti di mere vanterie del Vallefuoco è dimostrato dalle intercettazioni ricordate nella parte iniziale di questo capitolo relativamente ai reali contatti con il clan Stolder (tanto vero che le indagini sul gruppo Vallefuoco sono iniziate proprio in relazione a questi contatti) e, con riguardo all’attività truffaldina, alle intercettazioni con soggetti parimenti coinvolti come Zavoli Roberto, Zonzini Oriano, Livio Bacciocchi, con il quale i patti erano chiari (cfr. telefonata n. 8715 intercettata sulla utenza 335... in uso a Vallefuoco) anche se poi sono sorti problemi dal momento che questi non ha evidentemente accettato alcune operazioni avventate e soprattutto non ha gradito il coinvolgimento di persone della camorra (come si evince dall’ambientale 418 del 25.2.09 già riportata). Un ulteriore riscontro tuttavia viene acquisito grazie alla collaborazione dei Cc. di Termoli. Ed invero, secondo quanto riportato nell’annotazione della DIA, in data 6.03.2009 dall’ascolto delle conversazioni n. 517 delle ore 11:00, n. 520 delle ore 11:38 e n. 525 delle ore 12:33, intercettate all’interno dell’Audi A/6 targata San Marino ....., in uso a Vallefuoco Francesco, emerge che il soggetto è diretto nella zona della stazione ferroviaria di Termoli (CB) per incontrare alcuni individui al fine di procedere ad un recupero crediti, dal momento che “un pezzo di merda non gli aveva pagato un assegno”. I Cc di Termoli, allertati dalla DIA di Napoli, organizzano un servizio di osservazione, controllo e pedinamento del Vallefuoco. Si accerta in tal modo che Vallefuoco entra nel bar Strike Café in Termoli alla via IV Novembre n.9/A presso il quale sono già seduti ad un tavolo due giovani alti, atletici e con accento campano, i quali sulla base degli atti relativi ai pregressi controlli di polizia sono identificati in Abete Giovanni e Pannone Luigi. Il Vallefuoco si reca in una sala riservata a discutere con un soggetto individuato nel Gullotta Antonio, titolare della ditta individuale Casinò Point di Gullotta Antonio, il quale in data 02.11.2007 aveva ceduto la sua carica di socio accomandatario si dell’impresa TERMOLI GIOCHI s.a.s. di Gullotta Antonio e Zinni Giuliano, sia dell’impresa PLANET BET s.a.s al socio Zinni Giuliano. I Cc. di Termoli ascoltano che i due soggetti nella saletta riservata del bar parlano di assegni da emettere a favore di Panico Lucrezia e dell’istituto Banca San Paolo IMI. In particolare, riescono a sentire che Vallefuoco Francesco conversa al telefono e dice all’interlocutore di “avvisare il suo direttore di banca di fare un bonifico di 8.000,00 euro per Termoli altrimenti avrebbero perso tutto”.Quando il Vallefuoco, concluso l’incontro, esce dal locale per salire a bordo della sua auto i Cc. decidono di procedere al controllo del soggetto e lo sottopongono a perquisizione personale, trovandolo in possesso di un manganello telescopico estensibile, in metallo, di lunghezza complessiva di cm. 55, avente impugnatura in gomma, di colore nero, nonché di documentazione che è stata acquista in copia e trasmessa alla DIA per l’esame della medesima. La stessa è costituita da: - numerosi assegni di vario importo emessi a favore del medesimo Vallefuoco Francesco; - una fattura datata 19.12.2008 emessa dall’azienda Caldari Yur” nei confronti di MOD’S Club Kafe; - delega della FINCAPITAL S.A. con sede in Dogana via A. Giangi n. 66 San Marino a firma del Direttore Zonzini Oriano e dalla ITECNICI S.r.l., con sede in Falciano Strada Degli Angariari n. 25 San Marino a firma dell’amministratore unico Zavoli Lara con la quale si autorizza Vallefuoco Francesco, nato il 22.06.1967 a Brusciano a condurre il veicolo AUDI A/6 targa RSM ....; - vari assegni senza il nominativo del beneficiario e con firma illeggibile; - una cambiale di euro 17.000 con data di emissione 06.03.2009, senza data di scadenza e senza il nome del beneficiario, con due firme illeggibili e timbro della CASINO’ POINT S.r.l di Termoli; - assegno bancario della Deutsche Bank sportello di Frattamaggiore (NA), datato 10.06.2009 con importo di euro 21.416,95 a beneficio di GECA s.r.l. e a firma illeggibile e timbro della MISTER Tutto S.r.l., con timbro della stanza di compensazione di Milano del 14.01.2009 e indicazione che la firma illeggibile non corrisponde; - assegno bancario della Banca Popolare di Lanciano e Sulmona filiale di Termoli, datato 18.03.2009, di euro 25.000/00, con firma illeggibile, e copia del predetto con la testuale dichiarazione scritta a penna: “rinnovo il prestito di euro 42.000,00 con questo assegno bancario di Euro 25.000,00 corretto in data 18.03.2009 con aggiunta di un effetto bancario cambiario di Euro 17.000,00 con scadenza 18.03.2009. con impegno entro il 14.03.2009 di effettuare il saldo o in parte con accordo tra le parti” riportante il timbro di CASINO POINT S.r.l. e firma illeggibile; estratto conto relativo al c/c 3652 11041484 di Vallefuoco Francesco riportante il saldo contabile di euro 4.859,870; - atto di fideiussione della società ITALIA Confidi con beneficiario BANCA GARIGE S.p.A. con importo a garanzia coperto da pennarello nero ed allegati una carta d’identità di Guarini Raphaelle Claudine, estratto conto della banca Popolare di Ancona inviato alla PLS S.r.l. di Ancona; visura camerale della predetta. PLS S.r.l., bozza di proposta di atto di garanzia dell’ITALIA CONFIDI per Euro 200.000; - foglio con scritto a penna: “Società Opere Edil PLS ….. elenco clienti principali (fatto) Banche d’appoggio RE stanno lavorando” e spillato sopra biglietto da visita del Direttore Luigi Bettini del Banco S. Geminiano e S. Prospero della filiale di Castelfranco Emilia; - mandato per il recupero del credito emesso dalla SAFIL s.r.l. alla I.S.E.S. s.r.l., nei confronti della MOBELHAUS s.r.l. di Reggio Emilia, con allegato carteggio attinente il contenzioso tra le due imprese; - due cambiali a firma Vicino Francesco, titolare di impresa individuale a Caltagirone nel settore della rosticceria; 12) cambiale di euro 2.800 datata 15.12.2008, senza scadenza, senza indicazione del beneficiario, senza indicazioni del debitore, con firma illeggibile; - foglio con scritta a penna: “Rimini 17.12.208 – Franco ho messo nella busta €. 2.000,00 anziché €. 2.500,00 i 500,00 € di differenza li ho inseriti nei titoli, se però questo non è possibile, e dovrai crearti problemi, appena sei qui sistemiamo. Intanto grazie. Saluti Francesco”;- due assegni banca Carim - Cassa di Risparmio di Rimini ciascuno dell’importo di euro 7.750 a firma Grassi Renato, senza indicazione del beneficiario; - assegno del Monte dei Paschi di Siena, datato 31.01.2009 con importo di euro 5.000 senza nominativo del beneficiario, a firma illeggibile e timbro GARDENIA S.r.l. con scritta “da farsi pagare Claudio”; - assegno delle Poste Italiane Filiale di Forlì datato 15.01.2009, importo di euro 7.500,00 a firma illeggibile senza il nominativo del beneficiario, con scritta a penna: “restituito Oriano”; - assegno della Banca Carim – Cassa di Risparmio di Rimini S.p.A. Filiale di Villa Verucchio, senza nome del beneficiario – con scritta a penna: “Luigino”; carta di identità di Bartoli Mirella; - regole riguardanti l’attività degli agenti e delle collaboratrici della ISES Italia S.r.l. riportate su un foglio, tra cui la regola “per gli agenti è tassativo non soffermarsi negli uffici”; - ordine di richiamo effetti a richiesta del cliente in riferimento a EDIL CASA – Evangelisti Gabriele; - assegno del Credito Cooperativo società cooperativa Filiale di Rimini – Banca Malatestiana, datato 06.03.2009 di euro 10.000,00, a beneficio di Cunsolo Antonio; - foglio con riportati, a penna, importi di assegni, contanti e scadenze; due assegni delle Poste Italiane Filiale di Forlì con importo di euro 6.500 senza il nome del beneficiario che riportano la scritta a penna “rimpiazzati con altri due da 9.500,00 l’uno; - due assegni delle Poste Italiane Filiale di Forlì dell’importo di euro 9.500,00 senza il nome del beneficiario che riportano la scritta a penna “i 2 assegni da € 9.500,00 sostituiscono questi, in più ci sono 1.000,00 che dovevi a loro (Angela V.)”; - assegno delle Poste Italiane Filiale di Forlì dell’importo di euro 7.500 senza il nome del beneficiario e con firma illeggibile; - varie ricevute di stazioni di servizio; - tre atti di protesto cambiario richiesti dalla Banca Toscana Agenzia di Lanciano nei confronti dell’obbligata MARA S.r.l. via B. Cellini n. 86; - documentazione della Banca Popolare di Torre del Greco attinente il portafoglio commerciale di Vallefuoco Giuseppina, con allegate fotocopie di otto effetti cambiari di euro 500,00 cadauno, emessi a favore di Firniani Enrico dal debitore Ferretti Mary via Turati 42, San Benedetto del Tronto; - autorizzazione del Comune di Rimini all’installazione di mezzi pubblicità rilasciata in favore di Pastore Francesco; - documenti relativi ai dati della società CIEFFE GROUP S.r.l.; - atti relativi alla ISES tra cui il carteggio relativo ad un recupero crediti da parte di una società greca Galaxias; - due fogli A4 con fotocopie di sei assegni a favore della. NERUDA s.r.l.; - fax relativi a pratiche curate dalla ISES; - documentazione relativa a dati catastali nel comune di Monte Crimano di immobili iscritti a nome di Zavoli Roberto; - visura camerale ed atto costitutivo della società FARGO s.a.s. di Zavoli Roberto & c.; - fax della FINCAPITAL con data 01.12.2008 a firma del direttore della FINCAPITALZonzini Oriano, con indicazione quali destinatari Franco e Roberto della I.S.E.S, nonché utenza telefonica 0549 ..., avente quale contenuto un elenco di assegni presentati della ISESche possono essere accettati per lo sconto dalla soc. FINCAPITAL, ovvero quattro assegni a firma di D’Amore Giuseppe dell’importo di Euro 12.000,00 cadauno della Banca di Credito Popolare (assegni bancari liberi – senza il nominativo del beneficiario), un assegno a firma di D’Amore Gennaro, per l’importo di euro 12.000,00 del San Paolo Banco di Napoli (assegno bancario libero - senza indicare il nominativo del beneficiario), due assegni a firma di Vallefuoco Giuseppina di euro 12.000,00 cadauno, della Banca di Credito Popolare (assegni bancari liberi senza indicare il nominativo del beneficiario), tre a firma di Cunsolo Antonio dell’importo di euro 2.100,00 cadauno della Banca Popolare dell’Emilia Romagna (assegni bancari liberi senza indicare il nominativo del beneficiario), tre assegni a firma di Carcas Regnaud Marika, di cui due dell’importo di euro 8.000 cadauno ed uno dell’importo di euro 3.800 tutti dell’Unicredit Banca (assegni bancari liberi - senza indicare il nominativo del beneficiario), tre assegni della società Vallefuoco s.r.l. di cui due di euro 14.000 cadauno, ed uno di euro 9.000 dell’Istituto Bancario Sanmarinese (assegni bancari liberi - senza indicare il nominativo del beneficiario - con timbro della società sulla firma di traenza). La nota termina con la scritta: “Rimaniamo in attesa di ricevere i titoli per perfezionare la pratica”; - sette fogli con dati relativi a contabilità della società ITECNICI e MONTELICCIANO, scadenza assegni Zavoli IBS., scadenze assegni Lara e Fabrizio; leasing e finanziamenti richiesti a FINCAPITAL, Leasing Sammarinese, Aset Banca per totale di euro 1.462.500,00; scadenze assegni società ITECNICI, ISES, ZAVOLI ROBERTO, prospetto spese ISES Italia s.r.l., Prospetto spese ISES RSM s.r.l. – tot. 197.097,44; a penna è riportata l’annotazione: “scadenze assegni vari (emessi) delle soc. ITECNICI, ISES eZAVOLI Roberto (società estere Sammarinesi) per l’importo complessivo di €. 400.800,00, nei mesi da gennaio a Maggio 2009” e sono riportati i nominativi dei beneficiari degli assegni ovvero Marchese Matteo, Cervellini Stefano, Carcas Reugnaud Marika, D’Amore Giuseppe, D’Amore Gennaro, Vallefuoco Giuseppina, Vallefuoco s.r.l.”. Dall’esame delle annotazioni sui sette fogli risulta che la provvista dei depositi dei conti correnti bancari dei predetti nominativi proviene, almeno in parte, dalle società estere sammarinesi ITECNICI, I.SE.S e dalla impresa ZAVOLI Roberto. Successivamente i conti correnti vengono utilizzati per l’emissione di assegni; questi ultimi tramite la stessa societàI.SE.S. sammarinese vengono portati allo sconto della società sammarinese FINCAPITAL, dalla quale il Vallefuoco riceve assegni circolari liberi, analoghi a denaro contante, che possono essere cambiati in Italia, senza consentire la individuazione della provvista economica all’origine; - diversi assegni emessi da differenti istituti di credito senza il nominativo del beneficiario, a firma illeggibile del traente oppure con firma e timbro GEST STARS di D’Amore Giuseppe; - assegno Unicredit Banca senza il nominativo del beneficiario a firma di Carcas Regnaud Marika, con accanto i dati della Carcas (nata a Benvenuto il 05.02.1979) ed è indicato l’importo di €. 8.000,00, ripetuto quattro volte, con annotate le seguenti date di scadenza 15.03.2009 – 30.03.2009 – 15.04.2009 - 30.04.2009 e l’importo totale di 35.800,00, per cinque assegni emessi a nome di Carcas Reguaud Marika; - assegno Banco di Napoli di Brusciano senza il nominativo del beneficiario, a firma di Vallefuoco Rosa, con i dati di Vallefuoco Rosa (sorella di Francesco) e con l’annotazione della cifra di 12.000 ripetuta per le seguenti scadenze: 01.04.2009 (assegno indicato) – 10.04.2009 – 30.04.2009 – 01.05.2009 – 30.05.2009; sotto è riportata la scritta “X un totale di 60.000,00”; - due assegni della Banca di Credito Popolare filiale di Brusciano entrambi senza il nominativo del beneficiari e con firma del traente D’Amore Giuseppe; - 27 assegni emessi da istituto di credito diversi, senza nominativo del beneficiario a firma di Tonti Pier Luigi, Antonio Consolo, D’Amore Gennaro, Vallefuoco Giuseppina, firma illeggibile con timbro Vallefuoco s.r.l., D’Amore Giuseppe, Carcas Reguaud Marika; - copia della carta d’identità e della tessera sanitaria di D’Amore Gennaro, nato a Brusciano il 12.01.1968; - copia della carta d’identità rilasciata dal Comune di Verucchio a Grassi Renato e del codice fiscale, nonché due fogli fotocopiati relativi a verifiche sull’attività del Grassi; - foglio manoscritto “….Io Verdi Antonio, nato il 31/03/1950 a Bucino (AR) eseguo pagamento di 1000 (mille) pantaloni per €.18,00 cadauno per un totale di €. 18.000,00 (diciottomila euro) con effetti, da €. 3000,00 cadauno al mese a partire dal 25 ottobre 2008 a finire il 25 Marzo 2009. Debitore io Verdi Antonio intestati allo Sig. Dilani Rueuro e da lei girati per mia garanzia al Sig. Franco Vallefuoco. Caleurano 18.09.2008 in Fede (firma). Io Sig. Ruero Dilani ho firmato n.6 cambiali per garanzia di Verdi Antonio Ruelani”. Con firma e timbro: “MARTILLA di VERDI Antonio viale della Repubblica 44 – Sesto Fiorentino (FI) P.I. 02166800488…”; - due fogli relativi alla maratona di Torino, con annotati alcuni nominativi; - alcune mappe dell’Europa scaricata da Google; - documentazione varia tra cui lettera avente ad oggetto: “diffida dell’Agenzia I.SE.S S.r.l. e costituzione in mora – Sael srl/ Schoning Sarl” relativa al recupero del credito di €.119.616,27; - documenti relativi alla società SAEL s.r.l.; - documenti relativi alla società SCHONING s.a.r.l. Vallefuoco si preoccupa del controllo subito e della documentazione rinvenuta dai Cc. come dimostrato dalla intercettazione ambientale n. 688 ore 08:49 del 16.03.2009 (AUDI A/6) nel corso della quale Vallefuoco, in auto con Esposito Lucia, parla al telefono ed al suo interlocutore riferisce che ha già parlato con Livio e gli ha detto che gli assegni dei due D’Amore, Gennaro e Giuseppe, nonché quelli di Vallefuoco Giuseppina, devono essere ritirati dall’operazione di “sconto”, in quanto quest’ultimi non possono essere messi nei casini. Vallefuoco aggiunge che per la Marika Carcas già lo hanno fatto. Poi Vallefuoco parla al cellulare con Zavoli Roberto e ribadisce che gli assegni dei tre predetti nominativi devono scomparire, in quanto loro hanno fatto degli assegni di cortesia e non devono “essere messi nelle tarantelle”. Vallefuoco ripete che “questi nominativi devono stare fuori da questa storia” e quindi attende notizie. Nel corso di questa telefonata dice a Roberto che ne ha parlato con Oriano al quale ha detto che questi assegni vanno ritirati tutti, come ha pattuito con Livio, senza attendere alcun piano Il primo interlocutore del Vallefuoco è stato quindiOriano Zonzini. Vallefuoco chiede quindi ad Esposito Lucia di mandare un messaggio telefonico a Monica (Fantini Monica, moglie di Livio Bacciocchi) e le detta testualmente: "dici a Livio che, questa mattina, abbiamo parlato con Oriano dei nostri rapporti e che deve richiamare la restante parte dei titoli di Napoli, di D’Amore Gennaro, D’Amore Giuseppe e Vallefuoco Giuseppina, come da accordi presi tra di noi, te e Livio. Qualcuno, avvisasseOriano”.La donna chiede chi sia Oriano e Vallefuoco risponde “è il Presidente che loro tengono, la testa di legname che loro hanno nella finanziaria sua, nella FINCAPITAL”. Vallefuoco parla poi al cellulare con Marika Carcas e le chiede di fargli sapere se l'assegno postale di diecimila euro di Oriano il sindaco (ovvero Giacomi) è stato pagato ed aggiunge che l'assegno di Casinò Point è stato pagato. Vallefuoco spiega a Lucia che gli assegni servivano per scontarli in banca in modo che la persona si sarebbe limitata a passargli i soldi della banca mentre, dal momento che ora si dovranno ritirare dallo sconto, questa persona potrà dire di aver messo 50 mila euro dalla sua tasca. Vallefuoco riferisce ancora che attraverso questa persona “lui ha dei prestiti, caricati su di un suo capannone, ubicato in San Marino, di circa 200 mila euro”. La preoccupazione del Vallefuoco per il controllo subito emerge altresì dall’ambientale n. 679 delle ore 12:38 del 15.03.09 (Audi A6), già riportata sopra nel trattare dei rapporti con il clan Stolder, nella parte in cui lamenta di essere circondato da persone che parlano troppo, come D’Amore Gennaro, e che gli possono far prendere “un sacco di anni di carcere” perché“ha le guardie addosso e gli scemi attorno... se fa la combinazione di tutte e due le cose …mi fanno arrestare”. Ma nonostante le preoccupazioni, il Vallefuoco continua a mantenere i suoi rapporti criminosi e pur cercando di adottare cautele in relazione alle vicende in corso non riesce a fare a meno di vantarsi del gruppo di ragazzi alle sue dipendenze, come rivelato dalle seguenti ambientali: - n. 68 ore 01:17 dell’8.03.2009 a bordo dell’Audi A6 quando incontra un soggetto che gli dice di essere stato con “gli amici suoi” . Vallefuoco a bassa voce lo esorta a non parlare e lo invita ad andare a prendere un caffè. I due escono dall’auto e quando vi risalgono Vallefuoco dice al suo interlocutore che lui ha la zona di Rimini ed ha a disposizione una quarantina di “uaglioni” (ragazzi). Vallefuoco racconta quindi di un episodio relativo ad un incontro con una persona che disse di essere di Barletta e si definì “guappo” e vedendo Esposito Lucia disse di averla vista in compagnia di tale Gabriele. A tale proposito Vallefuoco riferisce che i "suoi ragazzi", tempo addietro, andarono da questo Gabriele ed a lui ed al fratello o’ Chiattone “li fecero nuovi, nuovi... li struppiarono …a chiagnere”. Poi continua “a me, i Casalesi ... la zona di qua me la vogliono dare in mano a me, ma questa è una zona loro, che me ne importa a me... io sto così bello a Rimini..., mo’ il mese che verrà, me ne vado, io Lucia, il mese prossimo, me ne vado proprio”. L’interlocutore commenta che quel soggetto aveva sbagliato perché “prima di parlare, doveva pesare la persona che aveva di fronte” e Vallefuoco ribatte ridendo dice che quella sera non gli sparò solo per passare un guaio. L’interlocutore racconta a sua volta che, quando si presentarono i ragazzi al suo ristorante, dicendogli che li mandava Franco lui si mise subito a disposizione; quando gli chiesero notizie di un “soggetto di Andria e/o di Bari”, inizialmente non comprese di chi stessero parlando, ma, poi, indicò il tavolo ove stava pranzando. Vallefuoco chiede cosa disse questa persona quando i suoi ragazzi andarono via e l’interlocutore risponde che raccontò che i ragazzi gli avevano detto che doveva chiedere scusa a Franco. Da più di tre anni non ha visto più visto quel Gabriele al suo ristorante; - n. 696 ore 13:00 del 16.03.2009 (AUDI A6) nel corso della quale Vallefuoco è con Di Tella Francesco ed Esposito Lucia. Il Di Tella invita Vallefuoco a pranzare con lui ed insiste precisando di essere con “quello di San Cipriano” e con “quello di Casale”; - n. 700 successive ore 14:06 del 16.03.2009 nel corso della quale Vallefuoco, rimasto in auto con la compagna le spiega i motivi della insistenza del Di Tella “ci tenevano che io pranzassi con loro.... poiché io ce l'ho con Pietro..... perchè pensavano che io non volessi stare per mezza sua ... allora se la metti su questa cosa, gli ho detto, sei un pezzo di merda in quanto me ne devo andare per forza, in quanto ho gente nell'ufficio... e lui mi ha detto: Franco, 10 minuti, a me interessa che ti siedi a tavola 10 minuti .... poi mi dovevo sedere perché io con Renato non ci ho mai mangiato insieme...”. La donna osserva “lo sai che io, non me lo ricordavo più,...io mi ricordavo ...a me rimase più impresso quell'altro, quello più basso con l'orecchino….”. Vallefuoco risponde “è quello Renato” ed aggiunge “amore lo sai con chi abbiamo avuto a che fare ed io non lo sapevo?....e neanche io lo sapevo? con il capo zona di Modena ....Renato, è il capo zona dell'Emilia Romagna”. La donna chiede “quell’altro lì invece?” e Vallefuoco “è uno dei suoi ragazzi....uà è un armadio”. Lucia chiede ancora “ma sta qua?” e Vallefuoco risponde “sta qua a Castelfranco ... però io conosco il padre Ciccio che ha il bar........omissis....quando giù mi chiedono le quote, sai io come gli dico, gli ho detto, chiedetele a Renato ... no … no, mi ha detto, .... eh, no..no ... che cosa … e che gliele do io?” e continua “è O Ninn’....è o Ninn’ …che oggi tu, non volendo, ci sei entrata…..che stando con me lì ... adesso sei guardata dalla gente in mezzo alla strada… non si abbassano il cappello…. in quanto il cappello non si porta più .....io vengo trattato per come tratto ...allora da dove stiamo noi, fino a Rimini, qualsiasi problema è risolto...il numero del referente ce l'ho... diglielo a tuo fratello che, se ha bisogno, noi ci stiamo ....questo è sempre per fare una cortesia.....”;- n. 588 delle ore 15:46 del 19.03.2009 quando Vallefuoco in auto con Lucia Esposito fa riferimento ad uno studio di recupero credito di Palermo, dove sono stati arrestati tre soggetti, che lavoravano per quello studio tra cui anche tale Marco Romeo con il quale lui ha contatti (come da ambientale 395 del 20.11.08); - n. 750 ore 19:04 del 19.03.09 quando nell’auto Audi A6 sono D’Amore Gennaro e tale Lello i quali parlano di una guardia, amica loro, che è stata sospesa dal servizio per la questione di assegni falsi. Poi D’Amore spiega al Lello il meccanismo per cambiare i “bond” ovvero “sono soldi che l'America ha lasciato durante la guerra ...sono depositi che facevano loro qua...hai capito?....sono depositi che esistono...” e che si utilizzano in questo modo “te li mettono a garanzia su determinate cose.... allora, pigliano e li monetizzano... loro, appena tengono la mazzetta ... in un giro di sei mesi ... prendiamo 80mila euro a settimana....sono movimenti che fanno i direttori a Lugano ed in Svizzera... li levano e poi li mettono su un'altra cosa….. li fanno girare....se riusciamo a fare un conto di 10 milioni di euro, che riesce a reggere per 40 giorni virtualmente, in 40 giorni facciamo …. 40 giorni facciamo 90 milioni di euro.....sono operazioni che si fanno tra Lugano e l'Argentina....”;n. 782 ore 17:33 del 20.03.2009 quando in auto sono Vallefuoco e Zavoli Roberto. Il primo chiede quando debba agire e Roberto gli risponde di aspettare, in modo da vedere come va durante la settimana, dal momento che la persona “deve togliere tutte le firme e il capannone deve liberarlo lui”. Aggiunge che l'altra settimana è stato in banca a fermare tutto. Vallefuoco ribatte che quando andrà dentro, ci andrà per ammazzarlo, ma per ammazzarlo realmente e lamenta che questa persona si è permessa di dire che ha dato quattro milioni di euro mentre “erano soldi loro”. Zavoli dal canto suo ribatte che tutti questi soldi non li ha visti, ma erano due milioni e settecentomila euro e che, se loro coprono tutti gli assegni, i soldi sono loro. Vallefuoco afferma che le ipoteche le hanno loro e Zavoli concorda dicendo che quella persona ha dato solo una mano a far girare i soldi. Sempre Zavoli racconta che aveva detto che avrebbe intestato un palazzo al Vallefuoco ed invece li ha presi in giro e sta facendo terra bruciata intorno a loro. Vallefuoco afferma che lunedì vorrebbe mandare, subito, “una squadra a rompergli una gamba o un braccio e fargli arrivare il messaggio di fare pulizia a tutto lo sporco che ha fatto a lui” e spiega che se non faranno così questa persona non si muoverà mai. Zavoli dice che a Montelicciano, il soggetto deve fare una scrittura con laBanca Agricola o Leasing Sammarinese e deve rientrare lui il debito con trenta al mese; continua sostenendo che lui gioca sporco e che alla moglie gli è anche scappato che sta comprando un attico a Riccione. Zavoli infine conclude che se questa persona avesse caricato tutto su di lui, gli avrebbe fatto saltare la FINCAPITAL. Roberto dice che il soggetto sa come sono messi, tanto vero che la banca continua a far maturare le rate (la banca ha chiamato la moglie per una rata) nonostante i conti siano chiusi e lui non gli ha fatto sapere nulla. Sempre Zavoli continua affermando che questa persona “mangia fin quando c'è da mangiare e non gli importa niente degli altri” e per richiamare tre assegni gli ha fatto firmare titoli per cinquantamila euro. Correttamente gli investigatori ritengono che il soggetto, mai nominato, al quale gli interlocutori fanno riferimento sia Bacciocchi Livionei cui confronti si ripropongono i medesimi problemi registrati nelle conversazioni in un altro periodo critico, ovvero quello dell’ottobre 2008. Peraltro la successiva ambientale conferma che si tratta del Bacciocchi; - n. 787 successive ore 20:29 quando in auto sono ancora Vallefuoco Francesco e Zavoli Roberto ed il primo dice al secondo di creare una società nuova. I due parlano di un carabiniere che ha fatto assegni per Roberto Zavoli. Quest’ultimo dice al Vallefuoco di non operare a San Marino se deve spezzare un braccio a Livio Bacciocchi, ma “deve caricarlo in macchina, a Riccione, e lo deve tenere per 4 ore e poi, lo deve scaricare e la gente non deve vedere niente..... non lo deve fare a San Marino ... .altrimenti vanno da lui”. Vallefuoco risponde che lo farà prendere. Zavoli conferma che uscirà ed andrà da qualche parte e che bastano venti minuti e nessuno se ne accorgerà; - n. 851 ore 10:04 del 26.03.2009 quando Vallefuoco in auto con Esposito Lucia si lamenta sempre del comportamento di Livio. Nel corso dell’ambientale aggiunge testualmente (secondo la trascrizione fatta dai verbalizzanti) “ma che devo fare un'estorsione al governo nel vero senso della parola ... quello è un avvocato è un notaio ... ci deve mandare carcerati a tutti quanti?....riesci a capire .... ma poi con i soldi che ha quello...che è poi la cosa che io ho sempre pensato.....ma gli facesse male a quello prendere 500 mila euro e di darli in mano ad un clan e dirgli che devono togliergli davanti al cazzo a quei due ... ha risparmiato e si è tolto a due davanti al cazzo....ho anche esagerato....oggi ce ne vogliono diecimila .... che gli devo dire me li devi dare e basta … in cambio di che cosa?....qua non stiamo parlando di 50mila euro o 100mila euro ...qua si parla di un milione di euro.......i soldi lui ce li ha dati .... abbiamo fatto i cazzi nostri.....non dobbiamo fare i vigliacchi ... ma non posso dire neanche che ce li ha regalati”;- n. 1233 ore 11:05 del 24.04.2009 quando Vallefuoco in auto chiama al telefono un soggetto, in viva voce (che i verbalizzanti individuano in Benedettini Moreno, ma non in maniera certa) il quale dice “allora con la scheda prendi un documento qualsiasi ... di chi cazzo ti pare a te ... vai al negozio Telecom e lo attivi … la scheda ricaricabile quando l'hai attivata fai una ricarica da 10 euro….ok...quando, hai fatto la ricarica da 10 euro... mi chiami e mi dici...guarda il numero della scheda è questo … perchè io il numero della scheda non lo so....il numero della scheda è questo … ed ho ricaricato i 10 euro....da quel momento lì io lo faccio cancellare dal terminale ..ok ...lo faccio cancellare dal terminale e tu fai quel che cazzo che vuoi ... il numero è inesistente ... dopo è ricaricabile però è inesistente”; - n.1306 ore 11:55 del 27.04.2009 quando Vallefuoco in auto con la Esposito Lucia riceve una telefonata da un soggetto che detta una utenza 081..., corrispondente a quella della ditta MECNOTECNICA MERIDIONALE di Sant’Arpino Caserta. La medesima Esposito contatta Annibale per chiedergli fatture della MECNOTECNICA e gli detta il numero di Gennaro, 331...; subito dopo lei stessa contatta Gennaro per dirgli che lo chiamerà Annibale, responsabile della SAPA. Vallefuoco fa riferimento ad un appuntamento, per il giorno dopo alle ore 11:00, negli uffici di Rimini e parla di ditte che vengono dalla Svezia. La donna contatta un’altra persona alla quale dice che deve andare a prendere Pietrangeli e lo deve accompagnare alle ore 11:30 all'ufficio di Rimini. Quando la macchina giunge a destinazione, Lucia chiede a Vallefuoco: “ma chi ci sta in quest'ufficio che, ogni volta, mi lasci in macchina?”; - n.1307 successive ore 12:37 quando, di nuovo in auto con Lucia, Vallefuoco parla di tale Di Corato che Renato ha mandato a chiamare; poi aggiunge che anche in Calabria se la vedranno loro; parla della società PLS e dell'apertura di conti correnti a Marsiglia da un milione e mezzo di euro attraverso una Banca Unificata, cui partecipa anche la Banca Intesa; - n.1341 ore 13:52 del 29.04.09 quando Vallefuoco in auto con la Esposito commenta alcuni nominativi presenti nella rubrica di uno dei telefoni mobili utilizzati da Franco. Lucia chiede se deve cancellare il numero di Mimmo e Vallefuoco risponde che deve segnare il numero di Mimmo e dice “Mimmo nuovo..nuovo...”. Lucia legge altri nomi per sapere se cancellare i relativi numeri, ovvero Michele di Bari, Michele Papa, Michele di Zaccaria, Mario Musella, Marco Cimorosi (socio del La Manna Domenico) e Marco della IN (sempre il Cimorosi). Vallefuoco chiama al telefono tale Gennaro Aprea per dirgli che lui ha avuto mandato per fare recuperi crediti nei suoi confronti e, precisamente, presso un negozio che si chiama “Il tendone di Aladino”. Vallefuoco aggiunge che si devono incontrare, devono prendere un caffè ed il problema lo risolveranno “basterà che si fanno …le cose a compagnelli”. Vallefuoco propone all’Aprea che se vuole gli potrà dare, a sua volta, i suoi crediti, ma deve fornirgli le fatture o le bolle ed in questo modo, a sua volta, lui potrà vantare dei crediti. Vallefuoco conclude dicendo che aspetta una telefonata e ricorda che il debito ammonta a 380 mila euro. Chiusa la telefonata, Vallefuoco dice a Lucia che Gennaro gli ha detto che lui lo sa di avere debiti con “gente pesante” della zona. La donna risponde di sapere che questo Gennaro ha un ingrosso e smercia la roba di.... (ma si interrompe). Durante il viaggio in auto Franco indica a Lucia un negozio e dice che, una volta, si è presentato da questa persona che aveva un’auto Porsche e prima lo picchiò e poi si prese il Porsche. Era una persona, che aveva l'outlet, era di Bologna e si chiamava Marchi (ove si legga la conversazione n.695 del 09.12.08 sopra riportata è evidente il riferimento al figlio del neurochirurgo); - n. 1375 ore 22:53 del 01.05.09 quando, in auto con Esposito Lucia, Vallefuoco racconta che Marika ha fatto “dei recuperi” ed in una circostanza lui ha nascosto la pistola nelle sue mutande; poi parla di Roberto (Zavoli) con il quale in passato ha avuto discussioni per la movimentazione dei conti correnti che, comunque, lui conosceva. Vallefuoco precisa di aver provveduto ad estromettere il socio di Roberto Zavoli, tale Pino di Foggia. Ricorda che una volta, mentre era con Zavoli, incontrarono questo ex socio in un locale. Zavoli cominciò ad inveire contro Pino e accanto a loro erano delle guardie, motivo per il quale lui (Vallefuoco) gli disse di stare calmo “ma, secondo te, questi con chi se la prendono…. secondo te? ...con me che già mi tengono sott'occhio”. Vallefuoco conclude dicendo che Zavoli prese prima gli schiaffi da lui e poi dai ragazzi suoi; - n. 1575 ore 17:45 del 12.05.2009 nel corso della quale Vallefuoco e la Esposito parlano di una guardia che si chiama Massimo. La donna commenta che le “guardie sono infami…sono state, sempre, infami”, ed aggiunge che a lei da fastidio che Franco possa avere dei contatti con una guardia affermando altresì che lui deve evitare di figurare e che deve evitare di presentarsi come “Franco Vallefuoco”. Sempre la donna continua così “tu come ti presenti? ....come Gennaro”. Vallefuoco ribatte “ma loro non lo sanno che io sto dentro all'agenzia?” e Lucia risponde “una cosa che lo sanno, che lo possono immaginare …ed un'altra e che glielo dici tu” per cui gli suggerisce di stare attento dal momento che “sta nell'occhio del ciclone” e con quella persona lui non ci deve parlare, ma deve far parlare Gennaro D'Amore. La donna osserva che questa persona sta facendo troppe domande “ed un motivo ci sarà”. Vallefuoco risponde “le guardie stanno addosso ai calabresi ed addosso ai baresi e si pensano che questi hanno i contatti con me....” e continua “questa persona non va trovando a me ... solo che questi qua si credevano che avevano un collegamento con me ...perchè questi stanno facendo i recuperi in nero e pensano che glieli sto dando io i recuperi ... lo sanno che io ho l'agenzia di recupero ...lo sanno ...lo sanno informalmente ... lo sanno che ci sono io, dietro ...ma è meglio che non hanno la conferma .... io gli dico che mio cognato, Gennaro, va cercando la collaborazione .... e sono amico di Massimo .... .finchè io … loro sanno che, se io faccio le cose, come le devo fare, loro a me il cazzo non me lo rompono ... hai capito o no? .... è così perché anche la Questura immagina che ci sto io dietro ... mica non lo immagina che ci sto io dietro?... se la Questura volesse capire chi sta dietro …ci mette tre secondi ...hai capito?... e mi viene a rompere il cazzo?... secondo te, possono mai credere che tutto sia di Gennaro?”. Vallefuoco aggiunge che lui conosce un ispettore di polizia che aveva una relazione con Lara (la figlia di Zavoli); - n.1594 ore 11:06 del 13.05.2009 nel corso della quale Vallefuoco Franco contatta tale Francesco che si trova accanto a Gennaro Esposito al luogo dell’appuntamento. L’uomo gli chiede a cosa gli serva la fidejussione e Vallefuoco risponde “per scontarla in banca”. L’uomo chiede presso quale banca e Vallefuoco risponde che la consegnerà a diverse banche, tra cui la Banca Unicredit, la Popolare di Ancona, la Banca delle Marche, la Cassa di Risparmio di Prato. L’uomo dice che loro sono in grado di dare una fidejussione da un milione di euro. Vallefuoco risponde che è meglio non parlare al telefono e ne riparleranno da vicino. Dopo un po’ Zavoli Roberto contatta Vallefuoco e gli dice di un appuntamento con “quella persona” alle ore 14:00, mentre un’altra non è riuscito a trovarla. Successivamente Vallefuoco contatta Zavoli al quale chiede se c’è “un pezzo di banca dove possono scontare la fidejussione della Banca di Roma”. Roberto chiede la provenienza della fideiussione e Vallefuoco risponde che arriva da Roma e si tratta di una fidejussione nazionale “quasi bancaria”. Zavoli risponde che s'informerà. e quando si vedranno lunedì gli farà sapere, spiegando che una fidejussione con un consorzio può essere usata come collaterale, mentre una bancaria può essere usata come sconto all'estero se si tratta di un gruppo primario. Vallefuoco gli chiede un “test di una banca” in grado di fargli sapere se c'è un altro istituto che è in grado di scontarla. Zavoli risponde che non bisogna rompere gli equilibri e che non è semplice. Vallefuoco ribatte che ha necessità di farlo sapere a quelle persone. Quindi Vallefuoco contatta Esposito Gennaro per dirgli di chiedere alla persona che è con lui se si tratta di una fidejussione bancaria, assicurativa o consorzio. Gennaro chiede e poi riferisce a Franco che si tratta di consorzio bancario. Chiusa la telefonata, Vallefuoco chiede a Lucia di scrivere aRoberto, a Bologna, che si tratta di una fidejussione da consorzio bancario. Quindi Vallefuoco informa tale Enzo che ha risolto con un consorzio bancario di Roma; - n. 1596 successive ore 12:06 quando Vallefuoco, in auto, parla al telefono con la moglie Tina Panico di un prestito chiesto da Gilda e, quindi, chiede a Tina quale disponibilità di contanti abbiano. Tina risponde che hanno 100 mila euro contanti. Vallefuoco afferma che bisogna darle il prestito e che in cambio lui “…si prenderà un appezzamento di terreno....”. Tina ribatte che Gilda ha valutato il terreno in 80 mila euro “ma è molto”; - n 1613 ore 09:50 del 14.05.2009 nel corso della quale Vallefuoco parla al telefono con il fratello Luigi che è in contatto con un dipendente di una banca di nome Claudio. Luigi dice a Francesco che deve parlarne lui in quanto si tratta di un “fatto grosso” e gli comunica di trovarsi a Nola alla Banca Popolare di Novara. Vallefuoco chiede di prendere un appuntamento con la persona della banca intorno alle 16:30. Luigi chiede “ma noi, come società, che cosa abbiamo?” e ne nomina una ma non si comprende quale. Franco risponde“no …ne abbiamo anche altre”. Luigi afferma che c'è bisogno di una ditta credibile, vecchia come la ITECNICI di San Marino. Franco risponde che con ITECNICI non è possibile proprio perché la sede è a San Marino. Luigi però dice “aspetta che chiedo” e si rivolge a Claudio accanto a lui per sapere se l’operazione possa esser compiuta con una società diSan Marino. Vallefuoco Franco, dall’altro capo del telefono, lo interrompe e gli dice di lasciare stare con la società ITECNICI e di procedere con la PLS aggiungendo che ha anche un'altra società e quando scenderà la farà vedere a Paolo. Luigi gli dice che la persona che è con lui tra 24 giorni gli farà avere lo sconto bancario ed aggiunge che gli ha detto che se le ditte sono a San Marino non è un problema. Franco allora dice al fratello di chiedere a Claudio di informarsi se ci sono problemi per il fatto che lui ha già dei prestiti con una ditta, per 40- 50 mila euro. Franco poi afferma che vorrebbe operare con la SIMOS, perché la Global bisogna lasciarla perdere, mentre la SIMOS ha un fatturato di 3 milioni di euro; - n.1614 successive ore 10:09 quando Vallefuoco Francesco continua a parlare al telefono con il fratello Luigi della ditta SIMOS, di factoring e di sconti bancari da organizzare con Claudio che si trova accanto a Luigi. Proprio Claudio, intervenuto al telefono, suggerisce di attivare la linea di credito presso il loro istituto “e lavorare con il loro istituto”. Franco spiega che lui deve prima rientrare con le fatture scontate, su altri conti accesi presso gli altri istituti. Claudio chiarisce che non li deve chiudere all'improvviso. Franco ribatte che a lui fa più piacere lavorare con i compagni. Claudio afferma che lui ha la possibilità di lavorare sia su Napoli che su Roma e chiede a Franco per lui cosa sia più comodo. Franco risponde che per lui è la stessa cosa, tanto lavora sia su Napoli, che su Roma. Franco riprende a parlare con il fratello Luigi con il quale concorda di lavorare con la ditta SIMOS e non con la società PLS, in quanto il fatturato della SIMOS è più alto. Franco afferma che, comunque, anche su quello della PLS gli serviva per uno sconto da 20-30mila euro. Luigi in ambientale si rivolge a Claudio e gli chiede se si può fare uno sconto di 20 -30mila euro. Claudio risponde che può arrivare anche a 60 mila euro; - n. 1642 ore 09:47 del 15.05.2009 quando Vallefuoco, in auto, riceve una telefonata sul cellulare da La Manna Mimmo al quale dice di trovarsi in banca e gli detta un numero di conto corrente: “.............92”. Mimmo chiede quanto ha provveduto a versare e Franco risponde “…45mila euro…”. Mimmo ribatte “ma … non ne potevi versare di più?”. Franco si giustifica dicendo che ne aveva 300mila, ma li dovrà scendere a Napoli; - n. 1697 ore 07:47 del 18.05.2009 quando Vallefuoco Francesco è in auto con Gennaro D'Amore al quale confida che gli hanno ritirato la patente, contestandogli l'art.126, provvedimento finalizzato ad evitare l'espatrio. Franco aggiunge che ora la sua carta d'identità non è più valida per l'espatrio per cui da oggi in poi, in caso di controllo, darà il nome del fratello Luigi; - n.577 ore 20:42 dell’8.06.2009 nel corso della quale Vallefuoco in auto con Esposito Lucia commenta un dialogo avuto con tale Carminiello che gli avrebbe detto “Franchitiell... te lo giuro, io mi pensavo che quello faceva l'uomo ... veniva vicino a te e ti dava qualcosa di soldi … e poi, tu, lo so come sei fatto, pigliavi dei soldi e mi li davi ... e quello che mi davi ... davi io, sabato, quando andavo a fare il colloquio con mio fratello, glieli mettevo alla porta....” e lui (Franco) gli aveva risposto “aspè ...mo ti dico una cosa ... al di là di questo... se devi andare a fare il colloquio da tuo fratello... e non tieni i soldi... mi chiami ed io … te li do io 3-400 euro da metterci alla porta a tuo fratello perchè vicino ai carcerati non ti devi creare problemi, perchè se non li tengo li faccio uscire .... però che questo mi deve dare i soldi... mi deve dare i soldi.... che i soldi ai carcerati si devono dare e che lui, anche se non li ha, li fa uscire...”. Questi i dati fattuali ricavabili dalle indagini svolte che sono stati riportati nella loro evoluzione storica e che rivelano in questo modo, sulla base della semplice lettura, i legami esistenti tra gli indagati e le attività oggetto del loro interesse. Considerazioni giuridiche Come già evidenziato, la contestazione al capo I) è in realtà duplice, perché da un canto riguarda la partecipazione all’associazione diretta da Vallefuoco Francesco e dall’altro il concorso esterno all’associazione di stampo camorrista contestata al capo A), ovvero al clan Stolder, della cui esistenza si è già trattato. Due sono le questioni da affrontare sotto il profilo giuridico: - se sia configurabile il reato di cui all’art. 416 c.p. in assenza di elementi specifici per la contestazione di reati fine; - se sia configurabile il concorso esterno dei partecipi di un’associazione semplice ad un’associazione di stampo mafioso. Quanto al primo quesito la risposta affermativa è semplice, dal momento che diversamente si negherebbe la natura stessa di reato di pericolo pacificamente riconosciuta ai delitti associativi previsti dal legislatore proprio in relazione alla esigenza primaria di garantire l’ordine pubblico nel momento stesso in cui nasce una organizzazione che abbia finalità e capacità di commettere una serie di delitti, prima ancora che gli stessi siano commessi. Non vi è dubbio che l’associazione di cui all’art. 416 c.p., in questo differenziandosi dalla più ampia previsione dell’art. 416 bis c.p., deve avere quale proprio scopo quello “di commettere più delitti”, ma il legislatore sanziona la formazione e la permanenza di un vincolo associativo continuativo tra almeno tre persone e ne indica lo scopo ma non richiede certamente la commissione in concreto dei reati fine i quali, ove commessi ed accertati, sono solo una “spia” della esistenza dell’associazione. Tuttavia, nel rispetto dei principi fondamentali della materialità e della offensività del reato, è evidente che ai fini della configurabilità del reato non può ritenere sufficiente la prova del mero accordo tra i partecipi ma occorre la verificare la predisposizione comune dei mezzi occorrenti per la realizzazione del programma delinquenziale. In altri termini, occorre dimostrare: - un vincolo tendenzialmente permanente, o comunque stabile, destinato a durare anche oltre la realizzazione dei delitti concretamente programmati; - l’ampiezza del programma criminoso che distingue il reato associativo dall'accordo che sorregge il concorso di persone nel reato; - l’esistenza di una struttura organizzativa, sia pur minima, ma idonea e soprattutto adeguata a realizzare gli obiettivi criminosi presi di mira (Cass. Sez. I sent. n. 10107 del 1998). Ciò premesso, la prova della esistenza dell’associazione contestata al capo I) è nel caso di specie ampiamente raggiunta attraverso le intercettazioni e la contestuale attività di investigazione. E valga il vero: - le conversazioni registrate vanno dal settembre 2008 al marzo 2009 e danno conto della pregressa esistenza di rapporti tra Vallefuoco Francesco, Zonzini Oriano, Zavoli Roberto,Bacciocchi Livio, consentendo altresì, attraverso i racconti del Vallefuoco alla sua compagna, di ricostruire il momento in cui il vincolo tra i predetti soggetti venne a crearsi, vale a dire quando Zavoli Roberto, trovandosi in difficoltà economica si rivolse al Vallefuoco del quale conosceva i legami con la malavita organizzata, e quest’ultimo colse l’occasione per ampliare i suoi contatti (cfr. ambientale n. 6897 del 21.10.08 sopra riportata). La vicenda trova conferma negli accertamenti svolti, tenuto conto del fatto che dal 2005, come risulta dalla scheda anagrafica allegata agli atti, Zavoli è titolare di un’impresa individuale di costruzioni, quella per la quale è andato in crisi, mentre in data 25.9.08 compare come amministratore della I.S.E.S., società di consulenza e di recupero crediti facente capo a Vallefuoco Francesco. Quest’ultimo, come dal medesimo dichiarato in numerose conversazioni, si occupava già di recupero credito con un gruppo di “ragazzi” alle proprie dipendenze ponendo in essere vere e proprie attività intimidatorie. Per la verità il medesimo Vallefuoco descrive il sistema del doppio binario dei recuperi, indicando accanto a quelli leciti, i recuperi che non “devono risultare” e per i quali occorre adoperare le maniere forti (cfr. ambientale n. 102 del 3.2.09 sopra riportata). Lo stesso Vallefuoco si vanta di avere alle sue dipendenze ben 45 persone tutte stipendiate, nel descrivere la sua duplice attività, di recupero crediti e di reinvestimento di danaro proveniente dai clan camorristici dei casalesi e di Napoli (cfr. la significativa ambientale n.1081 del 31.12.08 sopra riportata). Vallefuoco, che ha già un suo gruppo ed ha già in corso una serie di investimenti per conto terzi, con Zavoli ha la possibilità di compiere un ulteriore salto di qualità, entrando nel circolo della FINCAPITAL, la finanziaria che opera a San Marino e fa capo a Bacciocchi Livio e Zonzini Oriano. La FINCAPITAL ha sede nella Repubblica di San Marino alla via Alfonso Giangi 66 – 47891 Dogana, tel. 0549 ...e fax 0549 ... e tra i componenti del Consiglio di Amministrazione figurano come consigliere Fantini Monica (moglie delBacciocchi), come Direttore Generale Zonzini Oriano e come sindaco Zavoli Sandra. La reale titolarità della finanziaria appartiene al Bacciocchi come rivelato dal Vallefuoco nell’ambientale n. 688 del 16.3.09 e come ammesso dal medesimo Bacciocchi nella telefonata n. 8715 ore 17:34 del 30.10.2008. Attraverso la FINCAPITAL il Vallefuoco ha la possibilità di porre in essere ulteriori operazioni del genere descritto minuziosamente nelle ambientali n. 125 e 140 del 4.2.09, ovvero “truffe eleganti” per usare una espressione del medesimo indagato (ambientale 891 del 20.12.09). Sebbene i rapporti tra i soggetti non siano sempre tranquilli, tuttavia vanno avanti come dimostrato dalle conversazioni del gennaio (n. 43) e del febbraio (n. 418) del 2009. In particolare l’ambientale 418 dimsotra che i contrasti nascevano dal fatto che il Bacciocchi non aveva gradito il coinvolgimento nei loro affari dei casalesi e dei napoletani, di cui pure era a conoscenza, portando avanti il programma criminoso anche con operazioni azzardate che avevano messo in difficoltà il buon nome della sua finanziaria, senza la quale tutto sarebbe crollato; - le intercettazioni rivelano tutte, altresì, l’ampiezza del programma criminoso, che viene realizzato di volta in volta con società diverse e con appoggi bancari presso istituti italiani (cfr. da ultimo ambientale n. 1613 del 14.5.09). Il contenuto delle conversazioni ha trovato puntuale riscontro nella mole di documentazione rinvenuta in possesso del Vallefuoco in data 6.3.09, sopra indicata proprio per la sua rilevanza. Non va sottovalutato che il Vallefuoco coltiva i suoi rapporti con altri imprenditori in difficoltà disposti a cedere il loro nome (si consideri la vicenda di Claudio Ferrari di Cesena o quella cui si fa esplicito riferimento al magazzino del figlio del neuchirurgo Marchi, ambientale n. 695 del 09.12.08) e accarezza l’idea di creare una società che veda anche la Esposito Lucia come prestanome (cfr. ambientale n. 891 del 20.12.08), oltre a ipotizzare l’immediato coinvolgimento di un’amica di questa (cfr. ambientale n. 891 del 20.12.08), sempre nel contesto degli stretti e stabili legami creati con Zavoli Roberto, con i suoi fedelissimi, tra i quali certamente figurano Marika Carcas e D’Amore Gennaro, con soggetti di elevate capacità finanziarie, come Bacciocchi e Zonzini (sul rilievo di Bacciocchi nel meccanismo si ricorda, tra le altre, l’ambientale n. 23 ore 22:01 del 23.10.2008); - la struttura posta in essere è certamente ben organizzata, potendo contare 1) sulla apparenza di una lecita società di recupero crediti con sede sociale a San Marino, ma operante con agenzie a Rimini, a Castelfranco Emilia, a Brusciano in provincia di Napoli ove sono effettuati rilievi fotografici e servizi di osservazione che evidenziano la presenza del Vallefuoco e di alcuni dei suoi più stretti collaboratori, oltre alle agenzie non autorizzate alle quali pure il Vallefuoco fa riferimento, come quella di Palermo (cfr. ambientale 1081 del 31.12.08); 2) sul sostegno del reale titolare e del direttore della finanziaria FINCAPITAL; 3) sulla disponibilità di soggetti che volontariamente (perché affiliati o parenti) oppure in maniera coartata (perché gravati da debiti della cui riscossione è interessata la ISES) aprono conti corrente, firmano assegni, richiedono fidi e prestano all’occorrenza garanzia con il fatturato delle loro imprese (se imprenditori). I reati fine non sono stati accertati, ma non perché non siano stati già commessi in passato o progettati per il futuro, bensì per al contrario per la difficoltà di individuare le numerosissime operazioni finanziarie in atto in considerazione della gran mole di dati acquisiti e di verifiche bancarie da compiere, sulla base di elementi concreti che già risultano dall’esame delle registrazioni trascritte cui si rinvia. In ogni caso è palese che l’attività sia strutturata per organizzare truffe, anche con false fatturazioni (cfr. sul punto ambientale n. 176 del 26.10.08, telefonate intercettate sull’utenza Zavoli nn. 3335 e 3337 del 28.10.08, n. 4765 dell’11.11.08, ambientale n. 119 del 4.2.09), riciclare danaro proveniente da gruppi camorristici meridionali operanti al Nord e per recuperare crediti con metodi violenti, che la Suprema Corte ritiene per se stessi sproporzionati rispetto alla finalità da conseguire e tali da sfociare nella estorsione (Sez. VI, 23.11.2010 n. 41365). Peraltro dalle intercettazioni risultano anche elementi significativi per ritenere che i soggetti realizzassero attività di usura nel momento in cui, acquisito il credito da riscuotere, lo rinegoziavano pretendendo una cifra secca (cfr. telefonata n. 1499 del 9.10.08) ovvero interessi anche del 20% mensili (cfr. ambientale n. 10 del 22.10.08). In conclusione deve ritenersi configurabile l’associazione come contestata al capo I) essendo dimostrata la disponibilità e l’impegno permanenti a svolgere determinati compiti, da parte di ben più di tre persone, al fine di realizzare fatti delittuosi. Come insegna la giurisprudenza è sufficiente che tale adesione dia vita a un organismo il quale, indipendentemente da eventuali forme esterne, sia in grado di avere una volontà autonoma rispetto a quella dei singoli e di svolgere una condotta collettiva, sintesi delle condotte individuali, al fine di realizzare il programma criminoso. Da ciò infatti derivano il danno immediato per l’ordine pubblico ed il pericolo per i beni che costituiscono l’oggetto giuridico dei delitti programmati, poiché l’impegno collettivo, consentendo di utilizzare immediatamente gli uomini disponibili e le strutture appositamente predisposte, agevola la realizzazione dei delitti-scopo. Alla luce di tutti gli elementi esaminati, deve essere affermato pertanto che l’associazione promossa dal Vallefuoco non solo si è costituita, ma ha anche operato in concreto realizzando una molteplice serie di attività illecite. Va affrontato, a questo punto, il secondo quesito, ovvero quella dell’ammissibilità del concorso esterno in associazione di stampo camorristico da parte degli affiliati alla predetta associazione. Anche in questo caso la risposta deve essere affermativa in quanto, a ben guardare, è evidente che si tratta di due associazioni strutturalmente diverse, promosse e dirette da soggetti differenti e con finalità che nettamente distinguono le due fattispecie: l’una (quella contestata al capo A) opera sul territorio napoletano con la forza di intimidazione e di omertà che promana dal vincolo stesso esistente tra gli associati ed è finalizzata alla acquisizione del dominio del territorio nel settore degli affari illeciti e nel settore imprenditoriale e immobiliare, mentre la seconda (il gruppo Vallefuoco contestato al capo I) opera a livello nazionale per la realizzazione di reati nel settore economico e finanziario, ovvero truffe, estorsioni, riciclaggio. Trattandosi di fattispecie diverse, non vi è alcun motivo per escludere, in linea di principio, e salvo a verificare i gravi indizi per ciascun indagato, che gli affiliati al gruppo Vallefuoco possano rispondere di concorso esterno nel gruppo camorristico Stolder. Non vi è alcun dubbio, d’altro canto, che il gruppo Vallefuoco abbia una propria autonomia e che proprio in ragione di ciò non si configuri essa stessa come associazione di stampo mafioso o camorristico. Sul punto si condivide la ricostruzione dell’accusa, conforme peraltro ai principi giurisprudenziali storicamente affermati (cfr. per tutte Cass. Sez. II sent. n. 5386 del 1994) secondo i quali le due associazioni previste dal codice penale agli artt. 416 e 416 bis si distinguono tra loro, oltre che per l'oggetto del programma criminoso, per la forza di intimidazione del vincolo associativo che costituisce elemento strutturale della seconda associazione e non già una modalità della condotta associativa, tanto vero che non necessariamente deve essere utilizzata dai singoli associati né estrinsecarsi di volta in volta in atti di violenza fisica e morale per il raggiungimento dei fini alternativamente previsti dalla disposizione incriminatrice, in quanto ciò che caratterizza l'associazione di tipo mafioso e le altre a questa assimilate è la condizione di assoggettamento e di omertà che da detta forza intimidatrice, quale effetto, deriva per il singolo sia all'esterno che all'interno dell'associazione. Se in tale schema si inserisce in maniera perfetta l’associazione contestata al capo A), per l’associazione facente capo al Vallefuoco emerge invece la esistenza di un gruppo che ha certamente contatti con altri gruppi camorristici, ma che collabora con ciascuno di essi per un settore specifico, quello del riciclaggio e dei recuperi crediti da effettuare nel nord Italia, senza una propria autonoma forza di intimidazione, bensì “spendendo” la forza derivante dal gruppo per conto del quale si opera di volta in volta. In altri termini, dal quadro generale che si desume dalle indagini sopra indicate, il Vallefuoco ha creato una propria struttura organizzata in grado anzitutto di operare le “truffe eleganti”, per guadagnare profitti da reinvestire in usura ed estorsioni; questa medesima struttura viene messa a disposizione del gruppo camorristico che ne richiede i servizi ed in tal caso il suo potere deriva dai contatti con il predetto gruppo. Lo stesso Vallefuoco sottolinea l’importanza di mostrarsi in giro con determinati personaggi o di spendere il loro nome per acquisire maggiore forza, ma si tratta di un tipo di forza che non deriva direttamente dal vincolo associativo che esiste tra i suoi associati, bensì proviene dall’esterno. I gruppi camorristici che mirano ad infiltrarsi nelle attività economiche e finanziarie nel Nord e nel Centro Italia e che hanno bisogno di reinvestire i propri ingenti profitti, eludendo i controlli sulla origine dei capitali, hanno interesse ad avvalersi di chi conosce i meccanismi finanziari ed ha contatti propri con il mondo bancario e della imprenditoria. Si ritiene, sotto questo profilo, altresì configurabile in relazione all’associazione promossa dal Vallefuoco l’aggravante di cui all’art. 7 legge 203/91 in quanto il gruppo è organizzato non solo al fine di commettere reati contro il patrimonio e l’economia, bensì anche con la specifica finalità di agevolare i gruppi di stampo mafioso, palermitani e catanesi, nonché quelli di stampo camorristico dei casalesi e del napoletano nel settore del riciclaggio. Venendo ad esaminare in maniera specifica la contestazione del concorso esterno nel clan Stolder come contestato, deve in linea di principio premettersi che la veste di concorrente esterno è assunta da chi, non inserito stabilmente nella struttura organizzativa dell'associazione mafiosa e privo dell'affectio societatis, fornisce tuttavia un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo. Deve tuttavia trattarsi di apporto che abbia una effettiva rilevanza causale ai fini della conservazione o del rafforzamento delle capacità operative dell'associazione (o, per quelle operanti su larga scala, di un suo particolare settore e ramo di attività o articolazione territoriale) e sia comunque diretto alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso della medesima. In sintesi, il concorso “eventuale” o “esterno” nei reati associativi è certamente configurabile, anche se a tal fine è richiesto: 1) che sussistano tutti i requisiti strutturali che caratterizzano il nucleo centrale significativo del concorso di persone nel reato; 2) che il dolo del concorrente esterno investa, nei momenti della rappresentazione e della volizione, da un lato tutti gli elementi essenziali della figura criminosa tipica e dall’altro il contributo causale recato dal proprio comportamento alla realizzazione del fatto concreto, con la consapevolezza e la volontà di interagire, sinergicamente, con le condotte altrui nella produzione dell'evento lesivo del “medesimo reato”; 3) che l'indagine sulla responsabilità si sviluppi con un accertamento di natura causale, che viene così a svolgere una funzione selettiva delle condotte penalmente rilevanti e per ciò delimitativa dell’area dell'illecito (Cassazione, Sez. VI, 25 febbraio 2010, n. 7651). Ammessa pertanto la correttezza della contestazione, sulla base dei principi ora enunciati dovranno essere esaminate le singole posizioni, alla cui trattazione si rinvia. L’associazione di cui al capo H) Le intercettazioni autorizzate sulle utenze in uso al gruppo Stolder hanno rivelato, come già evidenziato per il capo I), i contatti del clan con altri soggetti ai quali gli affiliati si rivolgono per ottenere, sempre nel settore dell’illecito, servizi in materie nelle quali non sono esperti. Una di queste materie è quella della predisposizione di documenti falsi. Risulta così da alcune conversazioni che gli affiliati riescono ad ottenere finanziamenti ed altri benefici sulla base di documentazione falsificata. Ed è proprio seguendo l’attività dell’indagato Giaquinto Giulio, il quale cura per conto dello Stolder i rapporti con settori finanziari e lavorativi, che emerge una ulteriore figura ovvero quella di Salice Salvatore, indicato come il suocero di Ferraiuolo Gennaro, la cui utenza, ovvero la 334 ... viene sottoposta ad intercettazione. La vicenda riguarda i contatti del gruppo Stolder con un sindacalista (vicenda riportata nella scheda di Ferraiuolo Gennaro) e qui interessa sottolineare (nel richiamare quanto descritto nella scheda del Ferraiuolo) che Salice Salvatore viene interpellato per fare in modo che una persona con la quale il gruppo Stolder ha stipulato un patto riceva in prestito la somma di 4.000,00 euro in contanti entro 24 ore. Dalle intercettazioni sulla utenza del predetto Salice Salvatore risulta che il medesimo elabora, con l’aiuto di altri soggetti, richieste di finanziamenti ad istituti finanziari, previa presentazione di documentazione falsa. Le richieste sono presentate in particolare attraverso la società di assicurazione MARASS di Marigliano Gaetano con sede in via Novara. Il meccanismo è semplice: il gruppo reperisce buste paga ed imposta pratiche di finanziamento consegnate a Marigliano Gaetano (titolare della MARASS) o a tale Rosa (sua dipendente), che formalmente le inoltrano a varie società finanziarie. Queste, al fine di accertare che il soggetto richiedente il finanziamento sia realmente dipendente della ditta o società che ha emesso la busta paga, provvedono a contattare le ditte, attraverso il numero di telefono comunicato nella pratica di finanziamento. Tale numero, però, è nella disponibilità proprio di un collaboratore del Salice, tale Manuele, il quale provvede a garantire alle società finanziarie la veridicità delle informazioni presenti sulla documentazione. Le finanziarie, confortate dal controllo, autorizzano l’erogazione del denaro. Queste le telefonate significative trascritte dai verbalizzanti ed intercettate sulla utenza cellulare 334 ... in uso a Salice Salvatore: - n. 245 ore 19:41 del 07.07.2008 nel corso della quale Salvatore Salice dice al suo interlocutore Manuele che lo ha chiamato la persona che gli deve portare le carte. Manuele risponde che si stanno sbloccando le pratiche e devono aspettare solo la chiamata per sbloccare i soldi; aggiunge che in serata porterà qualche pratica, facendo il nome De Luca. Salvatore gli dice che la deve passare con la CAREFIN; - n. 260 ore 21:27 del 07.07.2008 quando Salice riferisce al suo interlocutore che al 90% la pratica è passata. Gli chiede quindi di consegnare delle carte che penserà poi lui a far passare; - n. 477 ore 19:49 del 10.07.2008 nel corso della quale Salice Salvatore chiede all’interlocutore “il numero”. L’interlocutore chiede di dove sia il Di Tonno e Salice risponde “Dei Sette Palazzi” e lo avvisa che Francesco gli sta mandando una cosa della Moto GM di cui è intestatario “un amico mio Cicciotto è proprio lui ... però lui lavora là con Moto GM ....devi scrivere solo l'intestazione sopra....”. L’interlocutore chiede se possa “mettere il telefono” per Di Tonno e Salice risponde di no perché “è quel ragazzo ... te l'ho spiegato chi è … non sia mai....lo mettiamo con un’altra cosa ... poi te la do io una cosa”. Concordano di incontrarsi; - n. 749 ore 17:00 del 14.07.2008 quando Gaetano contatta Salvatore Salice e chiede notizie di documenti di tale Parmigiani e di buste paghe; - n.761 successive ore 17:39 nel corso della quale di nuovo Gaetano contatta Salice al quale chiede buste paga per acquistare cose e poi rivenderle; - n. 836 ore 12:45 del 16.07.2008 nel corso della quale Salice chiede ad una donna di nome Rosa se la pratica ha problemi e Rosa gli risponde di si, perché la finanziaria ha chiamato il numero della ditta ed una persona ha risposto di non conoscere il signore. Rosa aggiunge che la finanziaria fa la prima telefonata alla ditta perché adesso stanno facendo i controlli su tutti i fronti; - n. 840 successive ore 12:47 nel corso della quale Salice riferisce a Manuele che hanno chiamato per Paolino e loro gli hanno detto che non lavora lì. Manuele ribatte che hanno chiamato per Di Tonno, ma non per Paolino. Salvatore gli comunica il numero di Rosa, ovvero 081..., e gli consiglia di parlare direttamente con lei della pratica; - n. 843 successive ore 12:53 quando Salice parla con Rosa della pratica che non è stata fatta “passare” dalla finanziaria. La donna commenta che anche lei ha chiamato il numero 081 ..., ma risponde una donna. Salice risponde che ora proverà lui; - n. 857 successive ore 13:17 nel corso della quale Salice parla con Gaetano Marigliano e quest’ultimo gli dice che nella pratica che gli ha dato c’era il numero 081 .... Salice ribatte che il numero giusto è 081 ..., ovvero il numero al quale risponde Manuele. Marigliano, a conferma di quanto ha detto, invita l’interlocutore ad andare a vedere la pratica che gli ha portato lui e, quindi, visto che gli ha comunicato un numero sbagliato la pratica è stata bocciata; - n. 874 ore 19:40, sempre nella medesima giornata (16.07.2008) e sempre sulla stessa utenza del Salice, nel corso della quale questi avvisa Manuele che quando chiamerà la CARIPASS per il finanziamento deve dire che la signora ha preso un paio di giorni di ferie. Manuele risponde che farà così - n.1210 ore 18:02 del 24.07.2008 nel corso della quale Salice Salvatore parla con Marigliano Gaetano, individuato dal nome con il quale viene chiamato e dalla voce, e questo è il contenuto della conversazione trascritta dai verbalizzanti: Salvatore: ma che hai fatto...non ti sei fatto sentire più.... non hai fatto...non mi hai fatto sapere niente piùGaetano: eh Totore ....questa serie di documenti ... aspettiamo a settembre .... perchè mi faccio io la cosa .... e non ho preso niente più .... inc ...ce la fai...ce la facciamo a farne un altro?Salvatore: che hai detto?Gaetano: ce la facciamo a farne qualcun altro?Salvatore: e tenevamo a quello là che tu dicesti lo volevi portare da Tufano...Gaetano: e quello ... ancora deve scendere sta fuori....ancora deve scendere...perchè dicemmo noi...senti con i soldi....non è cosa ancora....dissi...andiamo da Tufano ... disse lui.... e mo’ che scendo da fuori...vieni con noi e ci prendiamo due o tre televisoriSalvatore: ehGaetano: hai capito ...mo dovrebbe scendere domani ....lunedì me lo porto un attimo da te e me lo porto con me.... Salvatore: va bene dai..va bene dai....ok....facciamo a questo... e poi a settembre incominciamo con i prestiti ...dai Gaetano: perchè tu dicesti...a settembre me la vedo io ... è una cosa mia … allora noi non andiamo più in mano questi qua.....facciamo direttamente una cosa nostraSalvatore: va bene- n. 2980 ore 12:43 del 08.09.2008 quando Salice contatta un altro soggetto identificato in Simmi Fabio Luca sulla base del nome con il quale viene chiamato e del riferimento alla sua società EDILSIMMI. Questo il contenuto della trascrizione (F per Fabio Simmi e S per Salice Salvatore) F: pronto….S: Fabio !!…. F: ciao Totò ..buongiorno…S: ciao.. buongiorno…senti Fabio ... vedi che dopodomani, no, il 10 viene il fratello di Gennaro a prendersi i soldi… F: va bene…. S: viene Lello…il Chiattone ... lo sai quello del parcheggio…F: va bene…. S: perché ho litigato malamente con lui per il fatto…perché mi rimandò ... mi rimandò…vicino a me fatti i fatti tuoi ... mo’ vado io …. hai capito allora io gli ho detto veditela tu…senti un po’ ..come società che cosa abbiamo…come società?…. F: niente ancora….S: quella là di cosa l’hai tolta di mezzo?….F: quale?…S: quella li che avevamo … di Roma la…F: qual è quella di Roma?…S: quella lì che tu tenevi di Roma lì come si chiamava?…. F: EdilSIMMI….S: no EdilSIMMI…come si chiamava??F: qual è?S: l’ultima Fabio …quella lì che tu ti pigliasti…facemmo il documento lì…F: qual è Totò quella di Roma?….S: quella lì che tu ti portasti da Roma…F: ma con quella non abbiamo potuto più fare nulla….è rivenuto quello…S:eh! …quella società lì …come si chiama ?… F: eh! …ho capito! ..ma adesso non me la ricordo non ce l’ho presente…S: quella che tu ci desti anche il numero di telefono a quello….F: si ma se la è ripresa quello…Totò …S:quale…F: la Edilcolonna…dici tu….S: eh! la Edilcolonna…si F: e se la è ripresa quello Totò ..S: ed adesso non ce l’hai lì sopra se dobbiamo fare….F: no, ha tutto lui….S: e come devo fare se devo fare qualche busta…F: tocca vedere…tocca vedere la partita IVA…tocca vedere…S: eh ed adesso ce l’ho sopra al coso qua…F: ce l’hai?… S : tengo quella la ….sempre questa qua diciamo la Edilcolonna…la mettesti sopra al computer mi hai capito ?…F: ah ce l’hai il programma…S: eh…F: eh io non ce l’ho il programma…tu ce l’hai…S: si sta sopra al computer…sta…F: e che devi fare?..vedi tu..S: e caso mai dopo ti chiamo e vediamo…. - telefonata n. 3797 ore 17:37 del 24.09.2008 nel corso della quale parlano di nuovo Salice Salvatore (S) e Simmi Fabio Luca (F) F: Totò ….S: uè dimmi..F: ho fatto a posto…S: mo vengo io da te ..vengo io da te …F: a casa?… S: si..stai a casa tu?…F: si ti aspetto ciao…- telefonata n.3972, delle ore 16:08 del 29.09.2008 nel corso della quale parlano ancora Salice Salvatore (S) e Simmi Fabio (F) F: uè Totò … S: allora segna!!…F: si…S: GRCLSN72P12F839TF: allora ascolta ... io lo faccio con la EdilSIMMI…S:si falla una cosa che ci serve solo per aprire i conti in effetti… F: eh a lui pure?….S: a lei fallo con la ditta quella di coso a lei…F: quale?…. S: quella lì di Bortolozzi la ..come si chiama….F:ahh a lei…S: eh a lei la metti come addetta alle pulizie della ditta di Bortolozzi…F: e lui solo come…coso..vabbè…S: a lui mettilo come carpentiere perché io gli faccio aprire solo il conto perché poi io dopo a finale…voglio vedere di fargli una cosa più bella…. F: ciao….- telefonata n.3973 successive ore 16:33 quando di nuovo Salice contatta Simmi e questo è il contenuto integrale, sempre come trascritto dai verbalizzanti: Salice (S) e Simmi (F) F: pronti….S: Fabio !!!F: pronto….S: senti Fabio allora …alla moglie…F: ehS: stampale anche il CUD … fammi sta cortesia … perché le hanno cercato anche il CUD….F: e non ce l’ho il programma…Totò ..S: non lo tieni il programma?…F: no…S: va bene adesso vedo di farglielo fare da questo scemo…. F: il CUD non ce l’ho il programma …lo scarico da Internet e lo faccio da Internet….non hai capito allora…S: ho capito…..ma lo possiamo fare da me il CUD?…F: no….ma perché ti serve subito?…. S: no, il CUD mi serve tra qualche giornoF: ma tra qualche giorno lo abbiamo…domani mi mettono la linea…. S: e va bene dai….F: vienitelo a prendere è pronto…..Totò la fotocopia ricordati…. S: si, ora mi porto la fotocopia di questo…. - telefonata n. 4013 ore 11:52 del 30.09.2008 quando Salice (S) contatta Simmi (F) F: si….S: Fabio ..senti fammi una cortesia…fammi pure quella busta di ieri….fammi anche quella di settembre in quanto adesso sto con la persona in banca…e vanno cercando…F: a nome di….. S: tutti e due….Greco e Bonavolontà…..F: ancora deve uscire settembre!S: no falle …oggi ne abbiamo trenta e quello domani glieli porta hai capito?…..F: ma il 5 rilasciano le buste paghe!…S: eh ma sai che è …e che questo hai fatto il rilascio il giorno 26…hai capito?….F:no..no..il giorno 5…S: il giorno 5…vabbè ma gliela possiamo fare adesso….coso….F: si gliela facciamo ma prima del 5 non la può …perché si sanno che le finanziarie ogni 5 del mese….S: si vabbè ma tu fagliele a tutte e due…..daiF: e dopo gliele faccio ciao….S:ok..ciao ciao….- telefonata n.4181 ore 11:06 del 03.10.2008 di nuovo tra Salice (S) e Simmi (F) F: si…. S: Fabio …F: Totò buongiorno..ciao…S: ma ieri ti ho chiamato ma avevi il telefono spento?….F: si …ce l’ha mio nipote all’ospedale…ce l’ha mio nipote…S: ah?….F: ho il ragazzino all’ospedale mio nipote…S: ah ho capito…Omissis…. F: lunedì mattina viene la Telecom…la Fastweb….perché la Telecom ha già fatto tutto….S: ho capito….F: va bene….S: mi fai quella busta?….F: dopo te le faccio…. S: non così almeno gliela do a questo…. F: ciao caro un bacio….. - telefonata n.4306 ore 17:02 del 06.10.2008 ancora tra Salice (S) e Simmi (F) F: si…S: Fabio ..F: ehh…. S: dimmi…F: ma a settembre l’abbiamo fatta…S: ah??F: ma a settembre a questo gliela abbiamo già fatta…S: a chi?F: a Irace….. S: no gli hai fatto agosto… F: ho settembre….S: fagli anche agosto…fagli agosto e settembre….F: e poi?…S: e poi c’è quella di Bonavolontà Paola…F: chi è?…..S: Bonavolontà Paola…F: e che gli devo fare…?S:quella lì di settembre….hai capito Fabio ?…F: come si chiama questa?….S: quella lì che tu già hai…Bonavolontà Paola..quella lì che gli dovevi fare di settembre…F: e che gli devo fare a questa?..S:eh a questa …perché la banca le ha cercato settembre…F: sarebbe Buonavolta…..S: BuonavolontàF: Buonavolta….. s: come si chiama Buonavolta Paola……F: aspetta un attimo…….80145S: ah….F: le abbiamo fatto luglio…. S: no gli hai fatto solo..eh luglio ed agosto le hai fatto…F: e che le devo fare settembre?….. S: si le deve fare settembre..perché la banca le ha chieste tutte e due….F: eh ed invece ad Irace cosa devo fare?…S: ad Irace falle agosto e settembre…F: tutte e due le devo fare?…S:si falle le stesse.…come stanno….in effetti ad Irace la devi fare stabile in quanto quella è la ditta sua…..- telefonata n. 4312 ore 17:46 del 06.10.2008 (utenza Salice) tra i medesimi interlocutori, Salice (S) e Simmi (F) F: si…S: Fabio … le hai fatte?….F: le sto facendo ..le ho quasi finite!!…S: va bene adesso allora ti mando FrancescaI verbalizzanti annotato che la figlia del Salice si chiama Francesca - telefonata n. 4744 ore 17:19 del 13.10.2008 (utenza Salice) tra Salice (S) e Simmi (F), trascritta nella parte in cui, dopo argomenti personali, si discute di quanto interessa le indagini: S: lo tieni tu il programma?F:quale programma…S: quello lì di Mancini … quello lì che facemmo la cosa di dove lavoro io …. (i verbalizzanti annotano che il Salice lavora in ASIA) F: si…S: la tieni tu…. F: come…S: la possiamo stampare una cosa tale e quale….allora caso mai dopo passo per te….F: dopo non ci sono domani….. ..omissis….. F: va bene adesso te la stampo….. S: e ti voglio far vedere una cosa adesso passo un attimo per te…. - telefonata n. 4810 ore 13:09 del 14.10.2008 ancora tra Salice (S) e Simmi (F) F: Totò ..S: Fabio ,.. F: lo hai fatto il foglio?…. S:lo fatta fare questa copia … dopo te la mando…F: a posto…S: hai capito?…. F: va bene!… S: però guarda un poco dove sta..la scadenza..no dietro ..davanti… è rimasto un piccolo segno….F: e va bene non fa niente….. - telefonata n.4849 successive ore 20:17 sempre tra Salice (S) e Simmi (F) S: Fabio …F: ma Totò che cosa mi hai mandato….tutto….S: ah?…. F: ma che cosa ha fatto quel mongoloide…S: e così ha fatto… se vedessi che cosa ha combinato…ieri…vicino a me..non mi chiamare più… F: ma vattene a fare in culo…..ma, glielo hai detto a questo uomo di merda… S: eh non mi chiamare più in quanto ho problemi … non mi chiamare più in quanto tengo problemi …hanno spiccato il mandato di cattura…….e a chi vuoi rompere il cazzoF: eh…S: va bene…comunque…metti qualcosa sopra…. e poi può andare……..però….F: e mo così faccio…. S: e butta un poco di caffè sopra…tanto lì lo ha aggiustato bene dall’altra parte…F: eh ho visto…- telefonata n. 4858 ore 11:08 del 15.10.2008 di nuovo tra Salice (S) e Simmi (F) F: si…S: Fabio …F: si…S: che cosa hai fatto..hai fatto attivare?…F: si ho mandato il fax e attivano entro 24 ore…S: ah?…F: entro la giornata lo attivano…S: ah va bene tutto a posto la cosa?…F: eh l’ho dovuta passare con il bianchetto..S: che hai detto….F: l’ho dovuta fare con quello che cancella….con il bianchetto..S: ho capito…..comunque tutto a posto…...omissis…. Infine gli investigatori indicano, al fine di ricostruire le attività nelle quali il Salice è coinvolto, ulteriori telefonate sulla utenza monitorata del soggetto. Queste telefonate sono raggruppate perché riguardano un prestito ad interessi usurari: - n.594 ore 13:05 del 12.07.2008 quando Patrizia riferisce al Salice che le si è bloccato il bancomat ed il figlio sta ad Ischia e gli servivano dei soldi. Salvatore gli dice che lui tornerà lunedì e che si potranno sentire lunedì; - n. 599 ore 13:13 del 12.07.2008 quando Salice riferisce ad Angelo che ha chiamato la sorella Patrizia e che gli ha chiesto dei soldi perchè le si è bloccato il bancomat, ma lui non crede più a nessuno e non le darà più niente. L'uomo risponde che fa bene; - n.660 ore 06:49 del 14.07.2008 quando dalla utenza di Patrizia arriva il seguente SMS “Scusate don Salvatore ma * importante mi fate quel piacere mi telefonate grazie Patrizia”; - n.1379 ore 14:40 del 30.07.2008 quando sempre dalla utenza di Patrizia arriva un SMS di ringraziamenti “Grazie di tutto siete sempre gentile ho un assegno circolare che cambio domani mattina dove dobbiamo vederci”; - n. 1423 ore 12:05 del 31.07.2008 nel corso della quale Salice chiama Patrizia, la quale riferisce di trovarsi a Calata Capodichino. I due concordano di vedersi ai Ponti Rossi. Patrizia chiede 800 euro per la fine di agosto e promette che a settembre ne restituirà 1000 euro. I verbalizzanti calcolano il tasso di interessi pari al 25% mensile. Questi gli elementi indicati nella segnalazione e negli allegati che devono essere considerati al fine di valutare la esistenza dell’associazione come contestata. Orbene certamente il Salice, entrato nella indagine in quanto suocero di Ferraiuolo Gennaro che lo coinvolge in un accordo che il suo gruppo ha stipulato con un sindacalista (si ripete che sulla vicenda si rinvia alla scheda del Ferraiuolo), è al centro di un’attività illecita che pone in essere di intesa con Gaetano (Marigliano) e con altri soggetti non identificati (Manuele e Rosa) nonché a partire da settembre con il coinvolgimento di un altro soggetto che egli già conosce, ovvero Simmi Fabio Luca. Le intercettazioni, lette nel loro succedersi, consentono di ritenere accertato che il gruppo coordinato dal Salice coopera per la concessione di finanziamenti a favore di soggetti che non hanno i requisiti, mancando di regolare attività lavorativa e quindi di uno stipendio fisso che possa garantire la restituzione. Difatti a conferma di ciò occorre considerare i seguenti argomenti che si desumono dalle conversazioni: - quando il 16 luglio sorge un problema per una pratica di finanziamento che non è stata accettata emerge, dal susseguirsi di telefonate, che i soggetti che si devono attivare sono Rosa, che segue lo svolgimento della pratica, Manuele che risponde al telefono fornendo le garanzie alla finanziaria sul lavoro indicato sulla pratica, Marigliano che provvede ad inoltrare la pratica e Salice che procura i nominativi; - dalla telefonata n. 245 del 7.7.08 si ricava che il gruppo opera stabilmente perché si fa riferimento a diverse pratiche in corso, alcune delle quali prossime a “sbloccarsi” ovvero ad essere finanziate, ed i soggetti interessati sono sempre Salice ed il medesimo Manuele delle telefonate del 16 luglio; - a conferma del punto che precede giova evidenziare che anche dalla telefonata n. 840 del 16.7.08 i medesimi interlocutori fanno riferimento a due pratiche in corso, ovvero quella del Paolino (per il quale Manuele è stato regolarmente chiamato) e quella del Di Tonno (per la quale è sorto il problema del numero sbagliato); - il gruppo è in crescita dal momento che Salice, il quale attende che altri gli portino le “carte”, da settembre si organizza per realizzarle per conto proprio con la collaborazione di persona che entra sulla scena, ovvero Simmi Fabio Luca: tanto si desume dalla telefonata n.1210 del 24.7.08 quando Marigliano Gaetano riferisce al Salice “perchè tu dicesti...a settembre me la vedo io...è una cosa mia....allora noi non andiamo più in mano questi qua.....facciamo direttamente una cosa nostra…” e puntuali da settembre si intercettano numerose telefonate con il Simmi capace di disporre di dati e di software per redigere buste paga e CUD. Non si può quindi negare la esistenza dell’associazione finalizzata alla commissione di truffe e falsi, mentre quanto alla usura viene indicato un unico elemento che riguarda una sola vicenda che vede coinvolto il Salice (e sempre solo riguardante il Salice è l’episodio relativo al prestito al sindacalista come riportato nella scheda Ferraiuolo). Invero il termine “prestiti”usato da Salice con Gaetano nella telefonata n. 1210, tenuto conto del contesto generale, è riferibile alla ripresa delle pratiche di finanziamento da settembre con una gestione completamente autonoma. Non vi sono elementi per affermare che Simmi conosca gli altri componenti del gruppo ma è certamente consapevole di agire nell’ambito di un’associazione, tanto vero che il medesimo in una occasione lamenta con il Salice un’attività non adeguata svolta da uno dei complici nella telefonata n. 4849. In relazione al reato in esame deve negarsi la possibilità di configurare l’aggravante di cui all’art. 7 legge 203 in quanto manda qualsiasi elemento per ritenere che il gruppo facente capo al Salice operi con modalità di tipo camorristico o al fine di agevolare il clan Stolder. Unico collegamento con tale clan è rappresentato proprio dalla persona del Salice che, nella sua qualità di suocero di un affiliato, viene messo al corrente di un accordo del clan al quale è invitato a partecipare (cfr. vicenda riportata nella scheda Ferraiuolo), ma non vi è alcuna prova né che partecipi realmente a tale accordo né che il sostegno richiesto sia ascrivibile all’attività dell’associazione finalizzata a truffe e falsi. Schede relative ai singoli indagati (secondo ordine alfabetico) Premessa E’ opportuno premettere i principi ai quali ci si atterrà nella valutazione delle posizioni degli indagati ai quali è stata ascritta la partecipazione ad una delle associazioni in contestazione. Secondo il consolidato orientamento della giurisprudenza la condotta tipica del delitto di partecipazione ad associazione criminosa si concreta nel compito o nel ruolo, anche generico, che il soggetto svolge o si è impegnato a svolgere, nell'ambito dell'organizzazione, per portare il suo contributo all'esistenza e al rafforzamento del sodalizio criminoso, con la consapevolezza e la volontà di far parte dell'organizzazione condividendone le finalità. La Suprema Corte ha sottolineato che, per la integrazione del reato in esame, occorre la consapevolezza del soggetto di avere assunto un vincolo associativo criminale che permane al di là degli accordi particolari relativi alla realizzazione dei singoli episodi delittuosi (cfr. Cass. Sez. I sent. n. 1332 del 1991), vale a dire la consapevolezza di inserirsi in un’associazione criminosa e di innestare la propria condotta nell'assetto organizzativo ed operativo di essa (cfr. Cass. Sez. V sent. n. 2543 del 1993). In quest’ottica, la giurisprudenza di legittimità ha altresì evidenziato che “per ritenere sussistente la compartecipazione al delitto di associazione per delinquere, non è sufficiente l’accordo per la realizzazione di uno o più delitti tra quelli che formano oggetto del comune programma di delinquenza; occorre invece la dimostrazione della volontà dell’agente di entrare a far parte dell'associazione e apportare un concreto contributo alla realizzazione del comune scopo criminoso per la realizzazione del quale l'associazione è stata costituita”(Cass. Sez. VI sent. n. 16164 del 1989). Ed invero è necessario che vi sia da parte dell’agente la coscienza e la volontà di compiere un atto di associazione e la commissione di uno o più delitti programmati dall’associazione non dimostra automaticamente l’adesione alla stessa. La partecipazione all’attività delittuosa conforme al piano associativo costituisce solo un elemento indiziante di grande rilevanza ai fini della dimostrazione della appartenenza ad essa quando attraverso le modalità esecutive ed altri elementi di prova possa risalirsi all'esistenza del vincolo associativo e quando la pluralità delle condotte dimostri la continuità, la frequenza e l'intensità dei rapporti con gli altri associati. Da quanto sin qui osservato discende, con riguardo alla prova dell’adesione del soggetto all’associazione per delinquere, che “una volta accertato il carattere penalmente illecito di un determinato organismo associativo, la spendita di una qualsiasi attività in favore di esso, con il beneplacito di coloro che nel medesimo organismo operano già a livello dirigenziale, non può che essere ragionevolmente interpretata come prova dell'avvenuto inserimento, per facta concludentia, del soggetto resosi autore di detta condotta nel sodalizio criminoso, nulla rilevando che, secondo le regole interne di quest'ultimo, la medesima attività non implichi, invece, di per sé, il titolo di sodale” (Cass. Sez. I sent. n. 11344 del 1993). Ai fini della prova della consapevolezza di partecipare e di contribuire attivamente alla vita di un'associazione, - nella quale i singoli associati, con pari coscienza e volontà, fanno convergere i loro contributi, come parte di un tutto, alla realizzazione del programma comune, - non è richiesta la conoscenza reciproca di tutti gli associati, poiché quel che conta è la consapevolezza e volontà di partecipare, assieme ad almeno altre due persone aventi la stessa consapevolezza e volontà, ad una società criminosa strutturata e finalizzata secondo lo schema legale. (Cass. Sez. I sent. n. 7462 del 1985). Analoghe valutazioni valgono non solo per l’associazione prevista e punita dall’art. 416, bensì anche per quella di cui all’art. 416 bis c.p. Ed invero, una volta dimostrata la sussistenza di una organizzazione caratterizzata da un apparato strutturale strumentale basato sull'intimidazione, sull'assoggettamento e sull'omertà, e da almeno una delle finalità indicate dalla norma, occorre, per affermare la responsabilità del singolo, provare la sua consapevole appartenenza al sodalizio e la sua adesione al programma associativo. La condotta punibile deve considerarsi realizzata se risultano dimostrati, sul piano oggettivo, l’inserimento strutturale del singolo in una siffatta organizzazione e, sul piano soggettivo, l’affectio societatis, cioè la consapevolezza e la volontà di far parte dell'illecito sodalizio, condividendone gli scopi. Tuttavia, la giurisprudenza di legittimità ha sottolineato che “la condotta di partecipazione consiste nel contributo, apprezzabile e concreto sul piano causale, all'esistenza ed al rafforzamento dell'associazione e quindi alla realizzazione dell'offesa degli interessi tutelati dalla norma incriminatrice”. (Cass. Sez. VI sent. n. 7627 del 1996) e, quindi, “fa parte di una associazione mafiosa chi presti un consapevole contributo alla vita del sodalizio di cui conosca le caratteristiche, sapendo di avvalersi della forza di intimidazione del vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento e di omertà che ne derivano per realizzare i fini previsti dall'ultima parte del terzo comma dell'art. 416 bis c.p.” (Cass. Sez. VI sent. n. 5649 del 1997). Poiché il disvalore penale del fatto si impernia sulla stabile permanenza del vincolo associativo fra almeno tre persone, e sulla convergenza della loro volontà verso la realizzazione del comune ed indeterminato programma criminoso, ne consegue che il contributo del singolo deve essere finalizzato a cooperare alla permanenza dell'organizzazione associativa, e non solo alla realizzazione di uno dei fini specifici del sodalizio. Essendo esclusa la perseguibilità di meri atteggiamenti psicologici, la prova della partecipazione del singolo all'associazione di tipo mafioso non può esaurirsi nella dimostrazione di un'adesione monosoggettiva di carattere formale o ideale, ma deve estendersi alla verifica dell'apporto, anche minimo ma comunque non insignificante, arrecato alla vita dell'associazione. Ai fini della realizzazione della condotta tipica prevista dall'art. 416 bis c.p. è sufficiente l'inserimento del soggetto nella struttura organizzativa dell'associazione, con la relativa assunzione di un ruolo e di talune funzioni all'interno della stessa. Non occorre, invece, la prova che il partecipe abbia concretamente esplicato le funzioni assegnategli, poiché l'inserimento del singolo nel tessuto organizzativo del sodalizio si risolve in un rafforzamento dell'associazione, i cui esponenti acquistano la possibilità di avvalersi di quel soggetto quando sia utile ricorrere alla sua opera (cfr. sul punto Cass. Sez. I sent. n. 13008 del 1998, secondo cui “ai fini dell'affermazione di responsabilità di taluno in ordine al reato di partecipazione ad associazione di stampo mafioso, non occorre la prova che egli abbia personalmente posto in essere attività di tipo mafioso, essendo, al contrario, sufficiente la sola sua aggregazione a un'organizzazione le cui obiettive caratteristiche siano tali da farla rientrare nelle previsioni dell'art. 416 bis c.p.”). La soglia minima del contributo partecipativo penalmente rilevante è ravvisabile nella manifestazione di impegno, con cui il singolo mette le proprie energie a disposizione dell'organizzazione criminale, ampliandone la potenzialità operativa. Un contributo partecipativo consistente nella seria manifestazione di disponibilità in favore dell'associazione mafiosa è certamente ravvisabile nell'ipotesi in cui il soggetto abbia prestato il "giuramento" di mafia, poiché un simile atto solenne assume valore vincolante all'interno del sodalizio criminoso. In proposito, la Suprema Corte (Cass. Sez. I sent. n. 11307 del 1993) ha tuttavia rilevato che “in tema di reati di associazione è del tutto irrilevante, ai fini del riconoscimento o meno dell'intervenuta adesione di taluno al sodalizio criminoso, il fatto che, secondo le regole proprie di quest'ultimo, il soggetto non sia da considerare un associato a pieno titolo, dovendosi invece aver riguardo soltanto all'obiettività della sua condotta, onde verificare se essa sia o meno rivelatrice, alla stregua della logica e della comune esperienza, di una adesione che, nei fatti, si sia comunque realizzata” (v. anche Cass. Sez. I sent. n. 4355 del 1994 secondo cui "ai fini della sussistenza del reato di partecipazione ad associazione criminosa di tipo mafioso non bisogna avere riguardo alle modalità di organizzazione interna del gruppo criminoso, ma valutare sotto un profilo esterno e con riferimento a regole di esperienza e non alle regole del sodalizio, se sussista, o non, la partecipazione diretta nel gruppo, in base ai rapporti che sussistono fra i vari soggetti, e l'attività a favore del gruppo, nella consapevolezza della sua esistenza, da parte del soggetto indagato, seppure qualificato come esterno"). A tale conclusione si perviene sulla base dell’esame della struttura oggettiva della fattispecie incriminatrice, che delinea una condotta tipizzata in funzione della sua idoneità causale rispetto all’evento giuridico. E’ stato infatti evidenziato che "la condotta di partecipazione all'associazione per delinquere di cui all'art. 416-bis c.p. è a forma libera, nel senso che il comportamento del partecipe può realizzarsi in forme e contenuti diversi, purché si traduca in un contributo non marginale ma apprezzabile alla realizzazione degli scopi dell'organismo: in questo modo, infatti, si verifica la lesione degli interessi salvaguardati dalla norma incriminatrice, qualunque sia il ruolo assunto dall'agente nell'ambito dell'associazione; ne consegue che la condotta del partecipe può risultare variegata, differenziata, ovvero assumere connotazioni diverse, indipendenti da un formale atto di inserimento nel sodalizio, sicché egli può anche non avere la conoscenza dei capi o degli altri affiliati essendo sufficiente che, anche in modo non rituale, di fatto si inserisca nel gruppo per realizzarne gli scopi, con la consapevolezza che il risultato viene perseguito con l'utilizzazione di metodi mafiosi" (Cass. Sez. II sent. n. 4976 del 1997). Quanto ai requisiti del concorso esterno in associazione di stampo mafioso si richiamano le considerazioni giuridiche svolte nel relativo paragrafo della parte relativa al capo I). Sulla base di questi principi e riletti gli elementi con riguardo alle specifiche contestazioni, segue la trattazione delle singole posizioni in ordine alfabetico. BACCIOCCHI LIVIO Sono a lui contestati i reati di cui al capo I) nella duplice qualità di promotore insieme con il Vallefuoco dell’associazione finalizzata al riciclaggio ed alle truffe, nonché di concorrente esterno nell’associazione di stampo camorristico facente capo a Stolder Raffaele. Viene contattato sulle utenze 335... e 054- , intestate all’avvocato Livio Bacciocchi, via XXIII Settembre 132, San Marino. A suo carico sono alcuni rilevanti elementi che qui si ricordano per sintesi, essendo stati già riportati e commentati nella parte relativa ai gravi indizi in relazione alle contestazioni al capo I. Bacciocchi è il maggiore azionista e l’effettivo unico proprietario della FINCAPITAL, società finanziaria con sede nella Repubblica di S. Marino. A tale conclusione deve giungersi alla luce degli accertamenti compiuti dagli investigatori, che ne relazionano nell’annotazione finale, nonché del contenuto di talune intercettazioni. In particolare dalle verifiche documentali risulta che la FINCAPITAL sita nella Repubblica di San Marino alla via Alfonso Giangi 66 – 47891 Dogana, tel. 0549 ... e fax 0549 ..., tra i componenti del Consiglio di Amministrazione vede la moglie del Bacciocchi Fantini Monicae quale direttore generale Zonzini Oriano il quale dalle intercettazioni risulta sottoposto alle direttive del Bacciocchi, che nel corso della telefonata n. 8715 del 30.10.2008, intercettata sulla utenza del Vallefuoco, parla della sua finanziaria che era in condizioni sane e poi è diventata “una merda”. Da numerose intercettazioni risulta che proprio attraverso la finanziaria del Bacciocchiveniva realizzata attività di riciclaggio di ingenti somme di denaro, provenienti da truffe o da clan camorristici, attraverso alcuni semplici meccanismi che si ricavano dalle conversazioni tra Bacciocchi e Vallefuoco, tra Vallefuoco e Franco Di Tella di Casal di Principe, tra Vallefuoco e Stolder (che per definire da vicino i dettagli tecnici si avvalgono di D’Amore Gennaro e di Giaquinto Giulio), nonché dalle ambientali in auto tra Vallefuoco e la sua compagna Esposito Lucia, sorella di Nicola, per conto del quale lavora tale Remigio nel settore delle estorsioni nella zona modenese (come risulta dai commenti in auto nell’ambientale1079 del 31.12.08). I meccanismi sono correttamente descritti nella segnalazione: - si aprono vari conti correnti, intestati a società e/o a persone fisiche di fiducia, e il denaro disponibile sugli stessi (oggetto di fido e/o proveniente dalla criminalità) viene passato ad altre società, attraverso continue operazioni di false fatturazioni utilizzate altresì per sconti bancari proprio con la FINCAPITAL; - si consegnano alla FINCAPITAL assegni bancari, senza indicazione né del nome del beneficiario né della data di emissione, affinchè Bacciocchi e Zonzini valutino come e quando cambiarli con assegni circolari o con danaro contante da reinvestire; - si procede a richieste di finanziamento per l’esecuzione di transazioni commerciali “fittizie”(come nel caso del complesso Montelicciano i cui immobili sono utilizzati più volte per vendite simulate a soggetti compiacenti). In realtà, il gruppo realizza una duplice finalità: da un canto fa circolare danaro senza che si possa verificarne la provenienza e dall’altro lo moltiplica usufruendo di tale disponibilità per acquisire fidi presso vari istituti di credito con i quali dare vita ad altre operazioni del medesimo tipo, mediante società con movimentazioni irreali destinate alla bancarotta (come testualmente riferisce il Vallefuoco alla Esposito precisando che è importante che non risulti la fraudolenza della bancarotta nell’ambientale 891 del 20.12.08). Il Bacciocchi è pienamente coinvolto come rivelano le numerose telefonate (già tutte riportate nella parte generale) che tra ottobre e dicembre 2008 si intrecciano tra Zavoli Roberto, Vallefuoco Francesco e Bacciocchi Livio. Ad esempio si segnala la telefonata n.1506 del 9.10.08 quando esplicitamente Zavoli riferisce al Vallefuoco di essere andato daLivio e di aver portato tutto alla FINCAPITAL, per cui gli cambieranno i soldi l’indomani.. Talvolta però nascono intoppi, come in questo caso (cfr. telefonata n. 1564 del 10.10.08 quando Bacciocchi riferisce a Zavoli che la banca ha verificato che il soggetto intestatario del conto sul quale versare gli assegni risulta averlo aperto da tre giorni, per cui vuole controllare i nominativi). Sempre le telefonate intercettate in questo periodo rivelano che il meccanismo si è in qualche modo inceppato perché il desiderio di operare sempre con maggiori somme, anche con la copertura delle organizzazioni camorristiche alle spalle, fa giungere il gruppo ad un punto di rottura, attirando su di loro i sospetti degli istituti di credito. Di ciò si rende ben conto il Bacciocchi che ha da salvaguardare il suo buon nome a San Marino, ove svolge la sua attività di legale, e che pertanto si lamenta sia con Zavoli che con Vallefuoco, decidendo in qualche modo di prendere le distanze. In questo contesto, le conversazioni nel corso delle quali Bacciocchi discute con Zavoli o con Vallefuoco, che ad una prima distratta lettura sembrerebbero dimostrare la sua estraneità, costituiscono una forte conferma della sua partecipazione al programma delittuoso. Ed invero inizialmente il Bacciocchi si prodiga in suggerimenti (cfr. telefonata 3340 intercettata sulla utenza in uso a Zavoli Roberto in data 28.10.08 quando afferma che bisogna compiere piccole operazioni con persone vicine), pur sottolineando la indisponibilità ad anticipare le somme di danaro per coprire assegni oggetto di controllo. Vallefuoco, che non è stupido, comprende subito che il Bacciocchi sta per abbandonare lui e Zavoli per salvare se stesso, e da qui l’accesa discussione intercettata in data 30.10.08 sulla utenza 335 ... in uso al Vallefuoco (telefonata n. 8715) nel corso della quale quest’ultimo tiene a precisare che il Bacciocchi ha sempre saputo come “stavano le cose” e non può tirarsi indietro. Bacciocchi, che nella parte iniziale della telefonata aveva decisamente preso le distanze, non ribatte alle parole del Vallefuoco cambiando piuttosto registro, in quanto si limita a dire che aveva chiesto solo degli assegni ulteriori a copertura. La telefonata è importante perché, ben consapevoli entrambi di parlare di attività illecite quando si incontrano, il Bacciocchi rassicura il Vallefuoco di aver fatto bonificare l’ufficio ed aggiunge che in quel momento sta parlando chiuso in uno stanzino. Entrambi evidentemente si sentono più tranquilli sulle utenze cellulari che ritengono essere riservate (Vallefuoco cambia la sua periodicamente e Bacciocchi non rivela a nessuno la sua utenza personale, utilizzando peraltro anche utenze intestate allo studio legale). Il Vallefuoco non è comunque soddisfatto della condotta del Bacciocchi del quale comincia a sospettare, tanto da dirgli che entro dicembre chiuderà i loro rapporti. Ciò naturalmente non avviene tanto che in data 31.1.09 si ha modo di intercettare una telefonata fatta dal telefono in viva voce installato nell’auto AUDI A/6 sottoposta ad intercettazione ambientale con un secondo decreto. La telefonata n. 43 del 31.1.09 (già riportata nella parte generale) rivela che Bacciocchi è ancora in contatto con il Vallefuoco che gli propone ulteriori irregolari operazioni di sconto. Permane tuttavia la sfiducia tanto che Vallefuoco si lamenta con Zavoli del fatto cheBacciocchi lo contatti sulla sua utenza cellulare (conversazione nr. 149 del 6.02.09 intercettata a bordo dell’Audi A6) aggiungendo che se lo danneggerà in qualche modo “se lo tirerà nella merda con lui”. Vallefuoco sa che può farlo perché il Bacciocchi è ben consapevole che agli affari sono interessati i gruppi camorristici che investono nelle iniziative imprenditoriali il danaro in contanti del quale, proprio attraverso la intermediazione della finanziaria, si occulta la provenienza, moltiplicandone peraltro l’ammontare attraverso le operazioni di assegni portati allo sconto e di fidi aperti su vari istituti di credito. Significativa della consapevolezza della disponibilità del gruppo nei confronti della criminalità organizzata è la telefonata n.1278 del 7.10.08 intercettata sulla utenza delloZavoli il quale riferisce a Vallefuoco di aver ripetuto più volte a Livio, presso il cui studio si è recato, che “quelli di giù” sono interessati a Riccione e bisogna assolutamente portare a termine l’operazione (l’operazione di Riccione tenuto conto del succedersi delle telefonate e del coinvolgimento della Nuova Rinascente interessa il gruppo dei casalesi). Ancora più esplicita è la conversazione n. 418 del 25.02.09 quando in viva voce a bordo dell’Audi A6 Vallefuoco riferisce a Monica Fantini, moglie di Bacciocchi, che ritiene di avere il telefono sotto controllo per cui non può parlare direttamente con il marito al quale chiede di fare un ultimo sforzo perché poi “gli toglierà tutti i casertani ed i napoletani dai coglioni...”. Alla donna il Vallefuoco precisa di non essere interessato al benessere di Zavoli e di Lara, quando al proprio essendo costoro solo prestanome come Proietti lo era per il marito. Il Bacciocchi ha stretto un legame che non può essere spezzato solo perché ci si vuole mettere in salvo e, seguendo i metodi delle persone con le quali di solito collabora, il Vallefuoco ipotizza di dare una lezione al compagno che ha pensato di lasciarli in difficoltà (cfr. telefonate in viva voce n. 782 e 787 del 20.3.09 intercettate a bordo dell’AUDI A 6). Ed invero, appena qualche mese prima, il Vallefuoco aveva sottolineato la importanza che ilBacciocchi, definito suo “collaboratore”, aveva per il meccanismo con il quale operavano, come chiaramente si desume dalla ambientale n. 23 del 23.10.2008 (Audi A6) quando parlando con tale Gigino rivela di aver detto ad un soggetto che sta creando problemi alBacciocchi a San Marino che le persone che sono accanto a lui (napoletani e casertani) sono dispiaciute per questi problemi perché non deve incepparsi il meccanismo e se dovessero sorgere problemi queste persone “sparano in testa” a chi risulta responsabile. Da quanto sin qui evidenziato deve concludersi per la sussistenza a carico del Bacciocchi di gravi indizi di colpevolezza in relazione alla sua qualità di partecipe all’associazione promossa dal Vallefuoco Francesco, aggravata dall’art. 7 legge 203/91. Non vi sono però elementi per ritenerlo promotore insieme con il Vallefuoco rispetto al quale mantiene una posizione subordinata, mettendo a disposizione la sua finanziaria e le sue personali conoscenze ma sempre nell’ambito delle iniziative decise dal Vallefuoco. Non risulta peraltro alcun indizio che colleghi personalmente il Bacciocchi allo Stolder tanto da poterlo considerare concorrente esterno nel clan Stolder. CARCAS MARIKA Sono a lei contestati i reati di cui al capo I) per essere partecipe al gruppo facente capo al Vallefuoco per aver, nella qualità di segretaria della ISES e di preposta alla gestione contabile, svolto un’attività funzionale alla realizzazione degli scopi illeciti dell’associazione concorrendo così anche nel reato di cui all’art. 416 bis c.p. in relazione al clan Stolder. A suo carico si evidenziano gli elementi richiamati in sintesi segnalando quanto già riportato nel trattare della configurabilità delle fattispecie delittuose che costituiscono oggetto della contestazione al capo I). Anzitutto, dall’esame della documentazione sequestrata al Vallefuoco a Termoli in data 6.3.09, risulta il suo nome tra coloro che firmavano assegni emessi su conti correnti, loro fittiziamente intestati, aperti al duplice fine di riciclare proventi illeciti e di ottenere fidi secondo il meccanismo truffaldino descritto nella scheda relativa a Bacciocchi Livio. A conferma di ciò l’analisi di sette fogli manoscritti riportanti la contabilità e le date di scadenze di assegni vari emessi a favore della medesima Carcas (fogli pure acquisiti in copia) ha consentito agli investigatori di verificare che la provvista dei depositi dei conti correnti bancari di Carcas Regnaud Marika (oltre che di Marchese Matteo, Cervellini Stefano, D’Amore Giuseppe, D’Amore Gennaro, Vallefuoco Giuseppina) proviene dalle società sammarinesi ITECNICI, I.S.E.S e ZAVOLI Roberto. In altri termini, la Carcas versa sul proprio conto corrente assegni emessi in suo favore da una delle società facenti capo al Vallefuoco ed allo Zavoli e, quindi, a sua volta emette assegni che tramite la stessa I.S.E.S. vengono portati allo sconto della società sammarinese FINCAPITAL, dalla quale Vallefuoco, sempre per il tramite dello Zavoli, riceve assegni circolari liberi da cambiare in Italia con danaro contante, eludendo ogni indagine sulla provenienza dei fondi investiti dalla criminalità e al tempo stesso moltiplicandone in maniera artificiosa il valore. Il Vallefuoco sa bene la importanza della documentazione che i Cc. di Termoli hanno avuto modo di esaminare e proprio per questo motivo si attiva con Bacciocchi e Zonzini per far ritirare dalla operazione di sconto anzitutto i due assegni D’Amore e gli assegni di Vallefuoco Giuseppina, posto che quelli di Marika sono tra i primi ad essere ritirati (conversazione n.688 del 16.03.2009 intercettata nell’auto AUDI A/6 grazie al telefono viva voce). E’ evidente che tra i tanti assegni il Vallefuoco si preoccupa di far ritirare quelli relativi alle persone a lui strettamente legate, tra le quali si colloca la indagata. Ed invero è proprio Vallefuoco Francesco che delinea la posizione della Carcas nella telefonata n. 6897 del 21.10.08 intercettata sulla utenza 335... , in uso al medesimo Vallefuoco, che la descrive come persona di assoluta fiducia nonché in particolare come “colei che mantiene la sua borsa”, chiarendo che la Marika avendo compreso che tutte le società formalmente intestate allo Zavoli Roberto facevano capo a lui gli aveva svelato i movimenti dello Zavoli compiuti ad insaputa del Vallefuoco, diventando da quel momento la sua persona di fiducia in tutte le sue attività. A conferma di ciò si ricordano le conversazioni (pure già riportate nella parte generale) n. 106 del 28.10.08 intercettata nell’AUDI A/6 quando Vallefuoco in auto con Gigino e con Marika Carcas dice a quest’ultima di chiamare La Manna Domenico (soggetto legato alla mafia siciliana) con il quale deve fissare un appuntamento a Rimini per un incontro con i “siciliani”; n. 395 del 20.11.08 intercettata sempre nell’AUDI nel corso della quale si comprende che Vallefuoco è in auto con Gigi e con Marika Carcas e si trova in Sicilia, ovvero nella terra di La Manna (per usare una espressione di Vallefuoco) che egli provvede a contattare; n. 644 del 4.12.08 intercettata sull’auto Audi A6 quando Vallefuoco con la Carcas commenta i controlli di polizia; n. 60 del 2.2.09 intercettata nell’auto Audi A/6 quando Vallefuoco impartisce direttive alla Carcas su quanto dovrà dire in caso di controlli di polizia, avendo notato davanti all’agenzia la presenza di persone sospette (che egli ritiene essere agenti di polizia come rivelato dalle conversazioni successive); n. 1375 dell’1.5.09 intercettata nell’AUDI A/6 quando Vallefuoco rivela alla sua compagna che la Marika ha eseguito recuperi crediti per conto suo e, a dimostrazione del genere di recuperi di cui sta parlando, aggiunge che in una occasione lui nascose la “pistola nella sue mutande”. La Carcas è colei che “tiene la borsa” ovvero: - gestisce la contabilità come dimostrato dalle telefonate (numerose) tra lei e lo Zavoli Roberto intercettate tra ottobre e novembre 2008 quando Zavoli la contatta per essere continuamente aggiornato sulla situazione degli assegni in circolazione (si rinvia sul punto a quanto riportato con riguardo al capo I); - partecipa alla attività di usura pure posta in essere dal Vallefuoco, sempre quale ulteriore forma di riciclaggio, come rivelato dalle conversazione n. 121 del 4.2.09 intercettata dal telefono viva voce nell’AUDI A/6 tra la Carcas ed il Vallefuoco nel corso della quale i due discutono dei titoli che un debitore Giacomi Oriano sta consegnando alla donna per ottenerne il rinnovo per cui a fronte di 15.000 euro giunti a scadenza per una proroga al 31 marzo si farà rilasciare due assegni da 9.500 ciascuno. Sussistono quindi i gravi indizi di colpevolezza a suo carico in relazione alla partecipazione all’associazione a delinquere facente capo a Vallefuoco Francesco aggravata dall’art. 7 legge 203/91, tenuto conto della piena consapevolezza della metodologia adoperata dal Vallefuoco per la commissione di affari illeciti con il sostegno di esponenti di gruppi di criminalità organizzata di stampo mafioso. Non vi sono invece elementi per ritenere il concorso nell’associazione del clan Stolder con il quale non risulta a carico della Carcas alcun contatto diretto. COLURCIELLO SALVATORE Sono a lui contestati i reati di cui ai capi A), nella qualità di partecipe al clan Stolder, e C (tentato furto aggravato Muto). Alla identificazione certa del Colurciello quale Salvatore o Totore affiliato al clan si giunge: - quando in data 27.06.08 alle ore 12:25 viene annotata la presenza sotto l’abitazione dello Stolder Raffaele di Fiandra Bruno, Colurciello Salvatore e Marotta Salvatore (cfr. annotazione inserita nell’allegato 19 volume 2° segnalazione); - in occasione del tentativo di furto aggravato ai danni di Muto quando l’indagato viene controllato insieme con Quinzio Nicola che comunica allo Stolder in tempo reale il controllo di polizia subìto (cfr. quanto riportato al capo C); - quando in data del 21.08.08 ore 12:13 sono effettuati rilievi fotografici relativi alla presenza del Colurciello presso l’abitazione dello Stolder dalla quale viene visto uscire in compagnia di un soggetto non identificato ed avvicinarsi ad un’auto Fiat Punto 75 tg. ..........P risultata intestata a Caruso Rita che i verbalizzanti indicano come sua convivente (cfr. annotazione inserita nell’allegato 19 volume 2° segnalazione). D’altra parte il Colurciello, come risulta dalla sentenza in atti, risulta già condannato quale affiliato al clan Stolder, per cui sotto il profilo logico, non essendo mai cessata la associazione, appare naturale che alla scarcerazione del capo abbia ripreso a collaborare attivamente con il medesimo (lui stesso peraltro era stato scarcerato nel marzo 2007 per effetto del condono). L’indagato è detto Giacchetella per distinguerlo dagli altri Totore presenti nel gruppo (come Marotta e come Santaniello, quest’ultimo talvolta scherzosamente chiamato capellone in quanto calvo). Non vi possono essere dubbi sulla attribuzione del soprannome al Colurciello tenuto conto del dato risultante in maniera chiara dalla telefonata n. 403 del 21.8.08 utenza Stolder (riportata nella parte relativa al tentato furto ai danni d M. B.) quando lo Stolder all’interlocutore, che ha chiesto di Giacchettella, passa il proprio cellulare al Colurciello del quale i verbalizzanti conoscono bene la voce avendo peraltro proceduto al monitoraggio di due utenze in uso al medesimo (334 .. e 334 ...) individuate sempre tramite i contatti con lo Stolder. Giova sul punto evidenziare che la prima utenza viene dettata dallo Stolder al suo interlocutore nel corso della ambientale n. 1442 del 20.6.08 ore 7:40 intercettata nell’abitazione Stolder (riportata nella parte generale sul capo A). Le intercettazioni nelle quali compare il Colurciello sono numerose e sono tutte indicate nella parte generale. Dalle stesse emerge la piena partecipazione come persona di fiducia a tutte le iniziative illecite del gruppo, oltre alla accertata partecipazione al reato di cui al capo C per il quale si rinvia a quanto evidenziato nella parte relativa. Solo a titolo esemplificativo si ricordano le seguenti registrazioni effettuate presso l’abitazione della famiglia Stolder: n. 18 del 23.5.08 quando viene invitato a portare dei soldi a Gennarino e si discute degli attrezzi da acquistare; n. 75 del 24.5.08 quando partecipa alla discussione sulla organizzazione dei colpi da effettuare; n. 181 del 29.5.08 quando discute di un colpo che il capo sta organizzando con la complicità “forzata” del titolare di una tabaccheria; n. 199 del 29.5.08 quando si discute con altri affiliati sempre del tema sui colpi da realizzare; n. 366 del 2.6.08 e n. 520 del 4.6.08 sullo stesso tema; n. 517 del 4.6.08 quando partecipa alla distribuzione dei soldi effettuata dal capo a dimostrazione che è uno stipendiato dal clan; n. 786 del 10.6.08 e n. 949 del 13.6.08 in cui si parla di percorsi fognari e buchi da effettuare; n. 1327 del 19.6.08 quando i presenti discutono della necessità di velocizzare i loro interventi per evitare di essere preceduti altro gruppo. Da sottolineare in maniera particolare, perché elimina ogni dubbio sulla consapevole e fattiva appartenenza al clan camorristico, è l’ambientale n. 786 del 10.6.08 nel corso della quale la moglie di Stolder, Ferriero Patrizia, discute con Colurciello della estorsione ai danni di un pescivendolo che deve essere portata avanti dal medesimo. Sussistono pertanto a carico del Colurciello i gravi indizi di colpevolezza in relazione ai reati a lui ascritti. D’AMORE GENNARO Sono a lui contestati i reati di cui al capo I quale partecipe all’associazione facente capo dal Vallefuoco che lo utilizza per i suoi contatti con la criminalità organizzata a Napoli e, pertanto, quale concorrente esterno del clan Stolder. Egli è residente in via Pescatori a Brusciano e probabilmente per questo motivo viene chiamato il Pescatore per individuarlo e distinguerlo dall’altro Gennaro (Esposito) pure partecipe alle attività del gruppo; viene inoltre indicato come il cognato di Vallefuoco (lui stesso si presenta come cognato di Franco o in tal modo fa a lui riferimento il Vallefuoco) ed invero egli è coniugato con Panico Antonietta, sorella di Giustina moglie del Vallefuoco. In data 26.1.09 viene costituita la I.S.E.S. Italia S.r.l., CF 037 ... con sede in via Flaminia n.171 Rimini e tra i soci figurano Panico Giustina (con euro 9.900) e D’Amore Gennaro (con euro 100). Il D’Amore è anche amministratore unico della società. Sul punto va precisato che già da prima la I.S.E.S. con sede in San Marino operava come agenzia di recupero crediti con sedi in Emilia Romagna ed a Brusciano. Sulla individuazione del D’Amore va altresì ricordata l’annotazione dell’8.10.08 quando viene controllato insieme con il Vallefuoco Francesco, oggetto di un servizio di osservazione, essendo emerso dalle intercettazioni in corso che tale Franco, la cui utenza cellulare era monitorata, si sarebbe recato a trovare la moglie in ospedale. Ed invero alle ore 15:00 in Avellino i verbalizzanti individuano l’auto AUDI A/6 in uso a Vallefuoco Francesco parcheggiata nei pressi del locale ospedale. Alle ore 15:30 escono dall’ospedale Moscati due uomini che salgono a bordo dell’auto. Si procede a farli controllare da una pattuglia dei Cc. in zona verificando così che insieme con il Vallefuoco Francesco è D’Amore Gennaro (nato Brusciano il 12.1.68) ed il figlio minore del Vallefuoco. E’ sempre il Vallefuoco a descrivere nel corso di un’ambientale intercettata nell’AUDI A/6 in data 15.3.09 (n. 679, riportata nella parte generale) il ruolo del D’Amore parlando con la compagna Esposito Lucia. Ed infatti, dopo aver chiuso una telefonata con il cognato nel corso della quale lo aveva rimproverato di aver fatto troppe domande a tale Paolo sull’esito dell’incontro con Lello a Napoli, dice che lui è “il contatto con Lello ... l'anello tra me e lui”, pur aggiungendo che parla troppo e per questo non è gradito. Vallefuoco teme che il predetto D’Amore possa essere intercettato e possa fargli prendere così molti anni di carcere, motivo per il quale continua dicendo “lo devo mettere solo nell’I.S.E.S. e basta”. Nel corso della medesima ambientale, ad escludere ogni possibile equivoco sulla identificazione del D’Amore, quale suo tramite con lo Stolder, il Vallefuoco fa riferimento ad un altro Gennaro, pure suo collaboratore, in relazione al quale tuttavia dice “io a Gennaro non lo posso mandare a Forcella, in quanto ha i precedenti…. e se lo vedono a Forcella lo arrestano”. E, dopo aver parlato di nuovo al telefono con il D’Amore che viene ancora rimproverato perché non è opportuno “fare domande delicate”, il Vallefuoco ripete alla compagna che non avrebbe avuto questi problemi se avesse mandato o Capocchia (soprannome di Gennaro Esposito), ma questi ha molti precedenti. Sul punto va sottolineato che il D’Amore Gennaro risulta incensurato mentre l’Esposito è pregiudicato. In quel periodo il Vallefuoco, come risulta dalla lettura delle altre conversazioni intercettate, è molto preoccupato avendo compreso di essere oggetto di controlli di polizia e temendo di poter essere arrestato, tanto da doversi tenere pronto a lasciare la propria abitazione. Ciò giustifica il suo malumore per l’eccessiva loquacità del D’Amore Gennaro (mentre evidentemente lui si ritiene al sicuro nella macchina intestata a società sammarinese), ma resta il fatto che lo definisce tramite con lo Stolder e persona di fiducia nella I.SE.SPeraltro il nome del D’Amore Gennaro risulta dalla documentazione acquisita in copia a Termoli in data 6.3.09 quale firmatario di alcuni assegni e beneficiario di altri analogamente a quanto evidenziato per Carcas Marika ed allo stesso modo per lui si preoccupata il Vallefuoco facendo in modo che gli assegni compromettenti vengano ritirati. Certamente D’Amore, pur figurando come amministratore della ISES Italia non ha poteri autonomi ma agisce seguendo le direttive del capo, come rivelato dalla ambientale n. 119 del 4.2.09 quando il Vallefuoco riceve la telefona dal D’Amore che gli passa al telefono Giacomi Oriano con il quale Vallefuoco discute ed al quale il medesimo avanza le sue richieste, decidendo in un momento successivo un rinnovo del debito ad interessi usurari (circostanza evidenziata nel trattare nella scheda della Carcas). Il D’Amore non riceve lo stipendio per la qualità rivestita, ma riceve il mensile al pari degli altri “ragazzi” come risulta dall’ambientale n. 148 del 6.2.09 (Audi A6) quando riferisce alla moglie che “bisogna pagare i ragazzi” e tra costoro indica Gennaro D’Amore per 2500 euro. Estremamente significative dell’effettivo ruolo del D’Amore, come descritto dal Vallefuoco alla compagna, sono le intercettazioni (tutte riportate nella parte generale) che dimostrano i continui contatti tra l’indagato ed esponenti del clan Stolder. Si ricordano qui in particolare le telefonate intercettate sulla utenza in uso a Giaquinto Giulio n.3102 del 27.09.2008, n. 3162 del 29.09.2008 e n.3309del 03.10.2008 per prendere appuntamenti in relazione ad una operazione finanziaria da compiere con la intermediazione di altri soggetti “puliti”; la telefonata n. 31 intercettata sulla utenza monitorata del D’Amore quando in data 27.10.08 contatta lo Stolder, nonché le ambientali intercettate nell’auto AUDI A/6 quando il Vallefuoco riceve in viva voce telefonate dal D’Amore Gennaro che lo aggiorna sui contatti con Lello di Napoli, n. 21 del 23.10.08, n. 37 del 25.10.2008, n. 76 del 27.10.08, n. 672 del 14.03.09. Significative sono altresì le ambientali n. 37 del 25.10.08 e n. 639 del 3.12.08 entrambe intercettate tra il Vallefuoco ed il D’Amore insieme nell’auto AUDI A/6. Nel corso della prima D’Amore sottolinea la piena consapevolezza dei rapporti con le organizzazioni criminali nella parte in cui riferisce di dover incontra una persona protetta dagli ex del clan Alfier, riceve a sua volta le confidenze del cognato circa il comportamento del Di Tella e racconta della volontà di Lello a Napoli di commerciare in sigarette di contrabbando eludendo i controlli doganali; nel corso della seconda i due discutono di un recupero crediti per il quale il Vallefuoco ha ricevuto incarico dai nipoti di Ciccio Mallardo, boss del clan omonimo e della situazione napoletana di tensione dopo i contatti tra il La Manna controllato all’hotel Ramada e lo Stolder che ha timore di uscire di casa. Ancora sono da segnalare le ambientali n.1203 dell’8.01.09 (Audi A6) quando Vallefuoco riferisce alla moglie che i Casalesi vogliono prendere appuntamenti con Gennaro il Pescatore, ovvero il cognato D’Amore che lui utilizza per tali servizi e n. 440 del 28.2.09 (Audi A6) quando racconta all’interlocutore Giovanni Abete dell’incontro avuto con i casalesi presso una pompa di benzina quando a fargli da scorta vi erano i due Gennaro, ovvero D’Amore ed Esposito, come dimostrato dalle precedenti intercettazioni registrate proprio mentre il Vallefuoco si reca all’appuntamento e chiede ad uno dei Gennaro di depistare l’auto che li sta seguendo e che teme sia della polizia. Sussistono alla luce di tutti gli elementi sin qui evidenziati i gravi indizi di colpevolezza in relazione ad entrambe le contestazioni indicate al capo I) essendo evidente che il D’Amore non solo è pienamente inserito nell’associazione promossa dal Vallefuoco ma svolge anche un ruolo significativo in relazione alle attività illecite di contrabbando e di riciclaggio per conto del clan Stolder. DE MAIO LUIGI E’ a lui contestato il reato di cui al capo A), nella qualità di partecipe. Dalle intercettazioni in corso sulle utenze in uso allo Stolder emerge che egli è in contatto con tale Gigino che usa la utenza 339 ..., inizialmente attribuita ad Improta Luigi (altro indagato). Tuttavia, dall’ascolto delle telefonate intercettate sulla utenza ritualmente monitorata, emerge che Gigino è di frequente in contatto con la utenza 346 ... per parlare con la moglie Elvira e la figlia Teresa. La predetta utenza risulta intestata appunto al figlio De Maio Armando. Se ne desume che Gigino è proprio De Maio Luigi che le forze di polizia conoscono anche con il soprannome di “Gigino l’elettricista”, con il quale viene chiamato anche nel corso delle ambientali dagli altri indagati. Ed invero il De Maio è stato già oggetto di indagini in passato proprio perché Stolder Raffaele, durante il periodo della sua pregressa latitanza, utilizzava un documento recante le generalità del De Maio Luigi che venne all’epoca inserito negli archivi di polizia come alias dello Stolder. I medesimi investigatori riconoscono che spesso Stolder e la moglie di questi, Patrizia, contattano il De Maio come elettricista per la risoluzione di problemi tecnici relativi alla loro abitazione, ma il soggetto è altresì chiamato come elettricista del gruppo nei “colpi” che vengono organizzati dal capo. Significativa in tal senso è la partecipazione agli incontri intercettati in ambientale presso l’abitazione Stolder, quando gli affiliati discutono chiaramente di attività da compiere per accedere, attraverso gli scavi effettuati nelle fogne, agli obiettivi da colpire. Si ricordano qui le conversazioni riportate nella parte generale sulla configurabilità del reato di cui al capo A e riguardanti la posizione del De Maio, ovvero: la n 704 del 9.6.08 quando lo Stolder si rivolge al De Maio problemi elettrici da risolvere per l’utilizzo di un trapano in quanto il filo elettrico non deve essere visto (come si evince dalle intercettazioni di quel giorno Stolder sta organizzando un colpo da realizzare passando per le fogne); la n. 786 del 10.6.08, quando il De Maio parla anche di telefoni e schede nuove che può recuperare a Secondigliano; la n. 879 dell’11.06.2008 quando si continua a parlare dello scavo in corso e del colpo da realizzare, sempre in presenza del Gigino De Maio al quale Stolder si rivolge per i fili elettrici messi sotto la botola; la n. 1442 del 21.06.2008 quando all’arrivo di Gigino Stolder, che pure si compiace per il fatto che partecipi alla riunione nonostante sia ammalato, tuttavia lo rimprovera per come è stato posizionato il filo, dal momento che il fabbro ha paura della corrente. Con riguardo all’ambientale n. 1442 la individuazione del Gigino nel De Maio, oltre che dalla obiettiva circostanza che con il medesimo si parla del filo elettrico volante per i lavori da effettuare sotto la botola, risulta riscontrata dal riferimento al suo stato di salute. E sul punto si ricordano le seguenti telefonate: - n. 5718 ore 13:16 del giorno 14.06.2008 utenza 334 ...in uso a Ferraiuolo Gennaro quando Gennaro contatta Gigino il quale afferma di avere la pleurite e di doversi curare. Gennaro gli chiede quando si potrà presentare e l'uomo gli risponde “non prima del fine settimana”, perchè si deve curare; - n. 1391 ore 19:35 del giorno 23.06.2008 utenza 331 ... in uso a Stolder Raffaele il quale lamenta che Gigino non si sia presentato. Gigino risponde che è ancora in cura e vuole evitare uscire. Stolder insiste e Gigino gli dice che non ce la fa a “salire le scalette”. Stolder gli chiede se lo può spiegare ad Antonio, il muratore, che si trova lì in quanto è una cosa urgente, altrimenti non si può aprire il “magazzino”. Gigino gli risponde che domani mattina andrà sul presto da Stolder (dal momento che lo Stolder non ha un’attività commerciale è evidente l’utilizzo di un termine allusivo all’opera di scavo in corso risultante dalle ambientali). Costituisce elemento gravemente indiziante la partecipazione alle riunioni presso l’abitazione dello Stolder il quale, da poco scarcerato, sta riorganizzando il proprio gruppo e in primo luogo, al fine di rafforzarlo, ha incominciato a realizzare colpi per fare soldi e rimetterlo in sesto, avvalendosi esclusivamente di persone della “famiglia” (così lo stesso Stolder si esprime nella ambientale n. 703 nella mattina del 9.6.08, parlando con tale Peppe). Peraltro il De Maio non mette a disposizione del gruppo solo la sua “professionalità” come elettricista, ma si propone anche per il recupero di cellulari nuovi a Secondigliano, quando Stolder si confida con lui circa i suoi timori di poter essere intercettato. E’ una persona di fiducia del capo e degli altri affiliati che apertamente discutono con lui ed in sua presenza dei problemi del clan. Sussistono pertanto a suo carico i gravi indizi di colpevolezza in relazione al reato di cui al capo A). DI MAURO ANTONIO. E’ a lui contestato il reato di cui al capo C (tentato furto aggravato Muto), avendo il P.M. evidenziato che a suo carico sono solo gli elementi relativi alla partecipazione al delitto in relazione al quale fu fermato insieme ad Improta Giuseppe e non risulta pregressi rapporti con il gruppo Stolder. Deve quindi ritenersi che Tonino o Cacaglio, come viene chiamato il Di Mauro, non sia uno dei compagni, ma un soggetto che è stata chiamato per la realizzazione di una chiave adeguata ad aprire la porta dell’abitazione della vittima. Ciò si desume chiaramente dalla telefonata n. 68 ore 19:06 intercettata sulla utenza366 ... in uso allo Stolder che lo avvisa del fatto di aver deciso l’immediato intervento e Di Mauro risponde che possono anche andare “solo i compagni” dal momento che hanno la chiave. Stolder ribatte che per una questione di correttezza ci teneva a farglielo sapere, rivolgendosi a lui come persona esterna e non come suo affiliato. Tuttavia, poi si rende necessaria la presenza del medesimo Tonino perché evidentemente, tenuto conto degli attrezzi a lui sequestrati, occorreva ulteriormente intervenire sulla chiave. Si tratta comunque di uno dei professionisti esterni, al pari di Schiavon, ingaggiati dallo Stolder. A suo carico in relazione al reato come contestato al capo C sono i gravi indizi già indicati nel trattare del delitto, gravi indizi per i quali tuttavia il medesimo è stato già denunciato e condannato con sentenza in primo grado, secondo quanto si desume dal certificato dei carichi pendenti. DI TELLA FRANCESCO Sono a lui contestati i reati di cui al capo I nella qualità di stabile referente della struttura associativa per le operazioni compiute nell’interesse del clan dei Casalesi e, quindi, quale concorrente esterno del clan Stolder. Dagli accertamenti svolti sul conto del Di Tella Francesco, nato a Casal di Principe, risulta che: - è amministratore unico dal 24.11.86 della società EdilTella s.r.l. avente ad oggetto lavori di costruzione edifici con sede alla via Roma 149 a Caserta; - è coniugato con Mosto Dora titolare a sua volta di un’impresa individuale per la gestione di un servizio commerciale nel settore alimentare con sede legale a Caserta; - la medesima Mosto Dora figura dal 21.10.05 come amministratore unico della società La Nuova Rinascente Costruzioni s.r.l. con sede Caserta alla via Roma n. 105 costituita tra Mosto Dora per la quota di 18.000 euro e Mosto Antonio per la quota di 2000 euro ed avente ad oggetto lavori di edilizia in generale. I numerosi riferimenti contenuti nelle conversazioni alla società Nuova Rinascente Costruzioni ed alla moglie Dora hanno consentito agli investigatori di identificare con certezza nell’attuale indagato il Franco di Casal di Principe che opera con il Vallefuoco partecipando all’attività illecita come descritta nelle schede relative a Bacciocchi Livio e Carcas Marika e facendo altresì da tramite per il riciclaggio con i Casalesi. Con specifico riferimento alla posizione del Di Tella giova richiamare per sintesi, tenuto conto che tutte le intercettazioni sono state riportate nel trattare dei reati contestati al capo I, le seguenti conversazioni: - telefonata n. 3620 dell’1.10.08 intercettata sulla utenza 345 ... in uso al Vallefuoco nel corso della quale il Vallefuoco contatta tale Zio e gli passa al telefono una persona di Casal di Principe che definisce “suo socio in Italia” e la medesima si presenta allo Zio come “Franco Di Tella” discutendo con lui di un appalto sulla autostrada A3 Salerno Reggio Calabria e di una attestazione SOA che potrà essere richiesta da una persona conosciuta dallo Zio per partecipare ad un subappalto; - telefonata n.1247 del 7.10.08 intercettata sulla utenza di Zavoli Roberto che riferisce al Vallefuoco di essere andato da Bacciocchi e “la cosa si può fare, ma non con la società Nuova Rinascente” perché troppo piccola e per Montelicciano occorre una ditta con un fatturato molto alto. Vallefuoco ribatte che bisogna parlarne con Franco (Di Tella in considerazione del riferimento alla Nuova Rinascente); - telefonata n. 2664 del 21.10.08 intercettata sulla utenza in uso a Zavoli Roberto quando Vallefuoco gli detta la utenza in uso alla moglie di Franco Di Tella per dirle le date degli assegni da fare relative al passaggio della società Nuova Rinascente a Riccione. Sullo stesso tema sono le telefonate n. 2671, n. 2682, n. 2685 dello stesso giorno quando Zavoli parla direttamente con la Mosto Dora. Va sottolineato che il 7.10.08 il Vallefuoco parla con Zavolidell’interesse di “quelli di giù” per Riccione e, tenuto conto del trasferimento in corso di una società nel settore della edilizia proprio a Riccione, è ragionevole ritenere che l’operazione interessante per i casalesi sia proprio questa; - telefonata n. 3026 del 24.10.08 intercettata sulla utenza in uso a Zavoli Roberto nel corso della quale Bacciocchi riferisce che gli assegni della RINASCENTE hanno subito già due protesti e Zavoli ribatte che sono stati restituiti; - ambientale n.37 del 25.10.08 (Audi A6) quando Vallefuoco parlando con il D’Amore Gennaro sottolinea di aver richiamato il Di Tella “che si deve dare da fare come lui” e commenta di non gradire la presenza della moglie nella società che Franco ha creato; - telefonata n. 8720 del 30.10.08 intercettata sull’utenza 335 .... in uso al Vallefuoco che viene chiamato dal Di Tella ed insieme discutono dei problemi che sono sorti per assegni e rimesse bancarie presentate che il Bacciocchi non vuole coprire per intero. Il Di Tella gli dice che tra qualche giorno potrà dargli una mano in quanto “devono rientrargli 40 - 50 mila euro”, ma Vallefuoco rifiuta sdegnosamente perché farà in modo da far rispettare i patti a chi li ha presi; - ambientale n.186 del 4.11.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco racconta alla Esposito di uno scontro che lui ed i suoi ragazzi hanno avuto con un gruppo di rumeni (la vicenda viene intercettata quasi in diretta) e a tale proposito indica tra i presenti Franco dicendo, sul conto di questi, che “lo tiene a Bologna ed è di Casale di Principe” e confermando che sparò di traverso ed in maniera velocissima; - ambientale n.1204 dell’8.01.09 (Audi A6) quando parlando al telefono con Zavoli Robertoche deve incontrare una persona di Caserta gli suggerisce di dire che il suo socio è di Napoli ed il suo compare è di Casal di Principe (paese di provenienza del Di Tella);. - ambientale n. 696 del 16.03.2009 (Audi A6) di particolare rilievo perché viene registrata la voce del medesimo Di Tella Francesco in macchina con il Vallefuoco e la compagna di quest’ultimo (Esposito Lucia) quando l’indagato insiste perché Vallefuoco partecipi ad un pranzo con lui affermando di essere con “quello di San Cipriano” e con “quello di Casale”. A dimostrazione che si sta parlando di esponenti del clan dei casalesi Vallefuoco nella successiva ambientale n.700 delle ore 14:06 del 16.03.09 commenta con la Esposito la presenza di Renato (esponente dei casalesi come si desume dalle intercettazioni del 28.2.09 in particolare l’ambientale n. 440), che viene definito dal Vallefuoco come “capozona di Modena”e gioisce per l’importante aggancio che ha realizzato e per i contatti ad alto livello che ora può vantare facendo altresì il nome di o Ninno (Iovine Antonio boss dei casalesi). Si tratta di elementi che dimostrano come il Di Tella sia stabilmente in contatto con il Vallefuoco, si renda sempre disponibile per ogni tipo di attività (violenta od economica), costituisca il tramite con il clan dei casalesi, contribuisca alle attività di riciclaggio con le sue società. Ciò consente di ritenere a suo carico la prova della partecipazione all’associazione del Vallefuoco con l’aggravante contestata. Non vi è però alcun elemento di prova a suo carico per ritenerlo concorrente nel reato di cui all’art. 416 bis c.p. per il clan Stolder. ESPOSITO ANTONIO E’ a lui contestato il reato di cui al capo F (tentata rapina FINMAZZA) in relazione al quale si è già evidenziato che le richieste del P.M. risultano piuttosto contraddittorie in quanto per Marotta ha ritenuto la desistenza volontaria, mentre per lo Schiavon ha ribadito la sussistenza dei gravi indizi nella parte relativa alle singole posizioni. L’Esposito non è affatto menzionato nel riferire delle singole posizioni, non si comprende se per dimenticanza o quale volontà di non chiedere alcuna misura (sebbene poi la richiesta sia fatta formalmente per tutti gli indagati in relazione ai reati loro ascritti). Vanno comunque per l’Esposito richiamate le considerazioni svolte in relazione al capo F quanto alla insussistenza di elementi per ritenerlo partecipe alla tentata rapina a lui contestata. Va evidenziato che anche dalle altre intercettazioni relative alla posizione dell’Esposito Antonio risulta che egli, al pari di Giaquinto o di Stolder Rosaria, non si occupa personalmente delle rapine e dei furti, quanto piuttosto delle proprietà nelle quali il gruppo reinveste proventi illeciti. Sul punto però non vi è alcuna richiesta da valutare. ESPOSITO GENNARO Sono a lui contestati i reati di cui al capo I) nella qualità di partecipe all’associazione promossa e guidata da Vallefuoco Francesco e, quindi, concorrente esterno nel clan Stolder. In relazione alla sua identificazione come Gennaro o Capocchio devono essere lette due intercettazioni che al tempo stesso ne dimostrano la intraneità al gruppo Stolder. La prima è l’ambientale n. 148 del 6.2.09 (Audi A6) quando Vallefuoco in auto ricorda alla moglie chiamandola al telefono che devono essere pagati i ragazzi e indica Gennaro D’Amore con il nome ed il cognome, mentre indica Gennaro o Capocchio come colui che deve ricevere, al pari di Pannone Luigi, la somma di 1500 euro. La seconda è l’ambientale n. 679 del 15.03.09 (Audi A6) quando Vallefuoco lamenta il comportamento troppo curioso e loquace del D’Amore Gennaro che fa da tramite con Stolder, e dice di non poter mandare Gennaro o Capocchia per i suoi precedenti. Orbene tra i collaboratori I.SE.S figura quale altro Gennaro, oltre il D’Amore, proprio l’indagato Esposito Gennaro che ha precedenti per estorsione e per rapina. Si potrebbe obiettare che l’Esposito riceva uno stipendio ed esegua le direttive del Vallefuoco in quanto dipendente di una società che pur essendo formalmente nella titolarità di altri è di fatto nella reale disponibilità del Vallefuoco senza che per questo motivo lui debba ritenersi associato. Tuttavia in senso contrario si evidenzia che, al di là di quanto già osservato nella parte relativa alla ricostruzione dell’associazione a delinquere in ordine alla strumentalità dellaI.S.E.S. rispetto a tutti i reati oggetto del programma criminoso, la prova della adesione a tale programma da parte dell’Esposito è costituita dalle intercettazioni dalle quali si desume l’attività di scorta svolta dal medesimo indagato, vale a dire: - dall’ambientale n. 121 del 29.10.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco fa riferimento testualmente all’attività di scorta svolta dall’Esposito e dal Pannone riferendo testualmente che “i vari Gennaro Esposito e Gigino Pannone non lo hanno avvisato che ci stavano le guardie” mentre lui era con i siciliani tra cui vi erano due latitanti; - dall’ambientale n. 342 del 18.02.09 (Audi A6) quando Vallefuoco in auto con la compagna nota di essere seguito da una Audi A3 bianca e quindi contatta Gennaro Esposito per verificare se l’auto davvero li segua e che si tratti proprio dell’Esposito lo si ricava dal fatto egli parla in viva voce al telefono sia con Vallefuoco avvisandolo che la sua macchina “ha un problema” sia poi con la Esposito Lucia che gli comunica dove si trovano, sia di nuovo con Vallefuoco per avvisarlo che si trova dietro di lui (ambientale n. 344, delle successive ore 18:50). Ed inoltre raccontando l’episodio in macchina ad Abete Giovanni gli riferisce che dovendo incontrare i casalesi aveva convocato i due Gennaro per “camminare con le spalle coperte” (ambientale n. 440 del 28.02.09). Ma l’Esposito è coinvolto anche nell’attività diretta alle operazioni truffaldine e di riciclaggio del gruppo come rivelato dalla ambientale n. 825 del 15.12.08 (Audi A6) quando Vallefuoco contatta al telefono Esposito Gennaro per dirgli di andare da Zavoli a prelevare assegni e contanti, nonché dall’ambientale n.1594 del 13.05.09 (Audi A6) quando Vallefuoco parla con lui al telefono in viva voce e si comprende che l’Esposito si è recato da una persona di nome Francesco che vuole sapere a cosa serva la fideiussione richiesta e Vallefuoco risponde che deve “scontarla in banca”, precisando poi che la consegnerà a diverse banche e, sempre nel corso della medesima ambientale, Vallefuoco, dopo essersi informato con Zavoli sulle opportunità concrete di scontare la fideiussione, contatta l’Esposito perché chieda quale tipo di fideiussione sia e l’Esposito in tempo reale gli comunica che si tratta di “consorzio bancario”. Il gruppo di fedelissimi è indicato nella telefonata n. 2157 del 16.10.08 intercettata sulla utenza in uso a Zavoli Roberto quando Vallefuoco gli riferisce che sta andando a Verona ed a Brescia e passerà per Bologna e sta aspettando “i ragazzi”, indicando il cognato Gennaro, la Marika, l'altro Gennaro che doveva andare a prendere l'avvocato e tornare giù. Sussistono pertanto i gravi indizi di colpevolezza a carico dell’Esposito Gennaro in ordine al reato di cui all’art. 416 c.p. aggravato dall’art. 7 legge 203/91 come contestato. Non sussiste invece alcun elemento per ritenerlo concorrente esterno del clan Stolder con il quale non risulta alcun contatto diretto. FERRAIUOLO GENNARO Sono a lui contestati i reati di cui ai capi A), nella qualità di partecipe al clan Stolder, E, E1, E2 (rapina aggravata, sequestro persona ed armi X). E’ il nipote di Stolder Raffaele in quanto figlio della sorella Antonietta e compare sulla scena delle indagini sin dall’11.3.08, quando insieme ad altri si reca a Sulmona per scortare lo zio a casa. E’ uno dei principali interlocutori dello Stolder che lo utilizza come persona di fiducia rendendolo partecipe a tutti i settori ai quali il clan si interessa. Ed invero, oltre agli elementi indicati nel trattare della vicenda X - ove si sono già analizzati i gravi indizi di colpevolezza a carico del Ferraiuolo -, devono ricordarsi alcune delle ambientali, intercettate presso l’abitazione dello Stolder e già riportate nella parte generale, dalle quali emerge la molteplice attività svolta per il gruppo dall’indagato e la sua piena adesione alle finalità camorristiche del gruppo. Si richiamano solo a titolo di esempio le seguenti ambientali: - n. 199 del 30.5.08 quando Ferraiuolo Gennaro, detto anche Gennarino, discute di botole e buchi da realizzare; - n. 320 del 31.5.08 quando discute di un “colpo” da realizzare anche con la partecipazione di un esterno e poi della possibilità di “anticiparlo”; - n. 520 del 5.6.08 nel corso della quale commenta con Stolder la necessità di impedire con la forza reati commessi sul territorio senza l’autorizzazione del boss; - n. 579 dell’8.6.09 quando discute di persone da cacciare con violenza dalle loro case; - n. 517 del 4.6.08 quando partecipa ad una discussione sui buoni rapporti da mantenere con “i siciliani” (che si tratti proprio del Ferraiuolo si ricava dalla circostanza che quando va via Stolder commenta con la moglie che deve far in modo che il giovane si riappacifichi con la mamma Antonietta); - n. 1185 del 16.6.08 quando discute con gli altri affiliati dei controlli di polizia in corso. A conferma che i verbalizzanti conoscono bene la voce del Ferraiuolo e quando la conversazione si protrae riescono sempre ad individuarlo correttamente, giova ricordare in particolare la lunga e significativa ambientale n. 403 del 3.6.08 nel corso della quale: 1) il Gennaro (individuato appunto nel Ferraiuolo) fa riferimento ai suoi problemi con la madre ed a tali contrasti aveva fatto riferimento lo zio nella n. 517 specificando il nome Antonietta della madre del giovane; 2) quando lo Stolder procede in serata alla distribuzione dei soldi tra gli affiliati riferisce a Gennaro che una parte è per il fratello parcheggiatore (ed i verbalizzanti annotano che Ferraiuolo Gennaro ha un fratello di nome Raffaele che fa il parcheggiatore, nei pressi della pizzeria Trianon). L’ambientale n. 403 rivela in maniera completa il ruolo del Ferraiuolo il quale anzitutto giustifica il ritardo con il quale è giunto dicendo di essere andato a Secondigliano a risolvere un problema per il figlio del titolare del Trianon il quale aveva litigato con dei ragazzi ed erano intervenuti gli Scissionisti. La circostanza dimostra già di per sé il prestigio di cui gode il Ferraiuolo per essere comunque un affiliato ad un clan napoletano. La discussione prosegue parlando male di tale “Peppe” del quale non ci si può fidare completamente e che, a detta del Ferraiuolo, per “un recupero” ha ricevuto da Biagio 5000 euro, soldi per i quali Biagio aveva assunto un impegno con Lelluccio, motivo per il quale lui stesso aveva affrontato Biagio dicendo che Peppe non avrebbe dovuto ricevere più nulla. Nella medesima ambientale Gennaro parla con lo Stolder dell’attività che il gruppo intende intraprendere con riguardo alla installazione di macchinette videopoker. Va sottolineato che numerose intercettazioni vedono proprio il Ferraiuolo partecipe delle attività di riciclaggio dei proventi illeciti che il gruppo realizza non solo nel settore degli immobili (acquistati e gestiti con la forza della intimidazione), bensì anche attraverso l’inserimento nel settore delle attività imprenditoriali, in particolare in quello delle scommesse (come rivelato ad esempio dalla telefonata n 196 dell’8.04.2008 intercettata sulla utenza 334 ... in uso a Ferraiuolo Gennaro riportata nella parte generale). Nella stessa ambientale n. 403 Ferraiuolo parla inoltre dell’acquisito di un bar e di un recupero crediti compiuto presso tale Pasquale. Dopo essersi trattenuto a discutere con la moglie dello Stolder, riprende la discussione con il capo e con Santaniello Salvatore in relazione a caveau, attrezzi da lavoro da acquistare e timer. L’ambientale è perfettamente coerente con il ruolo variegato del Ferraiuolo con il quale lo zio ha un rapporto di fiducia, anche se non gli risparmia rimproveri Il Ferraiuolo risulta altresì coinvolto nelle attività estorsive, come rivelato dalle telefonate n. 1709 e n. 1710 intercettate sulla utenza dell’indagato, riportate nel trattare del reato di cui al capo A) e nelle quali si fa riferimento alla imposizione di fornitura di merce al titolare del Trianon, ed ancora più chiaramente come rivelato dalle ambientali intercettate nell’auto Lancia Y quando Stolder chiede alla moglie dove si trovi Gennarino che lui aveva mandato al Rione a prendere soldi (n.124 del 20.03.08) e quando le indica il Lido Il Gabbiano di Posillipo e dice che “Gennaro” fa cacciare i soldi anche “a questi qua” (n. 723 del 03.05.08). Ma ulteriori elementi a carico del Ferraiuolo si ricavano da una vicenda che attiene ad un accordo del gruppo Stolder con un sindacalista, vicenda che vede coinvolto anche il suocero del Ferraiuolo, Salice Salvatore (il medesimo al quale è contestato il reato al capo H). Queste sono le telefonate rilevanti: - n. 1917 ore 20:47 del 01.07.2008 intercettata sulla utenza 349 ... in uso a Ferriero Patrizia che viene utilizzata dallo Stolder per contattare Giaquinto Giulio al quale riferisce che l’indomani alle ore 15.00 hanno un appuntamento “per il fatto del sindacato”; - n. 1513 ore 10:47 del 07.07.2008 intercettata sulla utenza 331... in uso allo Stolder il quale apprende da Santaniello Salvatore che l'appuntamento “con quello del sindacato” è alle ore 14.30 con Antonio, Nunzia, Gennaro ed il suocero, già individuato per i contatti con Ferraiuolo Gennaro nella persona di Salice Salvatore, la cui utenza 334 ... risulta monitorata dal 4.7.08. Stolder Raffaele risponde che non riesce a rintracciare Gennaro, ma Santaniello ribatte che lo ha sentito lui e che si vedranno alle 14.30 “sotto al Trianon”; - n.296 ore 15:35 dell’8.7.08 intercettata sulla utenza in uso a Salice Salvatore nel corso della quale Ferraiuolo Gennaro chiede a Salvatore se alle 16.00 può scendere per l'appuntamento con il sindacalista. Salvatore gli risponde che si sta occupando di una pratica per un finanziamento. Gennaro insiste che non possono fare brutta figura e che si stanno vedendo tutti, sotto al Trianon, specificando che, oltre a Salvatore Santaniello e Maurizio Mosca, sarà presente anche “lo Zio”. Salice Salvatore chiede il nome del sindacalista e, dopo averlo appreso (“Franco Napolitano”) ribatte che ora si informerà sul suo conto; - n. 306 successive ore 15:46 (utenza Salice) quando Salice riferisce a Gennaro Ferraiuolo che si è informato e che Franco Napolitano è un “ex sindacalista della CIL” e lui lo cacciò dalla sua azienda quando arrivò nel suo circolo, perchè “mangiava solo” ed attualmente è vice sindaco di Vallo di Nola. Il Salice aggiunge che vorrebbe “un’altra volta inserirsi nel giro”, ma allo stato non è nessuno; - n. 310 successive ore 15:56 (utenza Salice) quando Ferraiuolo riferisce al suocero Salvatore di aver parlato “con loro” che hanno confermato quanto appreso sul conto del sindacalista che tuttavia ha preso un impegno “con loro” e lo dovrà mantenere. Salvatore ribatte che, comunque, è un sindacalista e quindi deve avere sempre un tornaconto, in termini economici, in relazione al numero degli iscritti. Gennaro ribadisce che lo ha chiamato lo zio ed insiste nel chiedere a Salvatore di scendere e di spiegare tutto allo zio, indicando l’appuntamento alle ore 16.30, sotto al Trianon, per parlare con Salvatore (Santaniello) e Raffaele (Stolder, lo zio di Gennaro) che poi dovranno andare all'ufficio di Franco (il sindacalista) sul Rettifilo; - n. 175 successive ore 16:16 intercettata sulla utenza 334 ... in uso a Santaniello Salvatore al quale Ferraiuolo spiega la necessità di convincere il suocero ad accettare un accordo con il sindacalista e afferma “io ti vorrei far parlare anche con mio suocero …io ho capito sia il discorso che hai fatto tu e sia quello che ha fatto il suocero ... perchè il suocero.... Totò sai perchè sto premendo io...? perchè il suocero è portatore di gente...allora... perchè questo qua solo nel circolo suo prende settanta ottanta voti...una quarantina li prende a Miano…. però è una cosa che ti deve far capire mio suocero ... perchè ora mio suocero ha detto che questo io lo faccio andare da dentro al circolo ....io gli ho detto che quello ha preso un impegno ... allora io gli ho detto: fai una cosa ….alle 16:30 vai giù al Trianon... e parla pure tu e Totore” ed aggiunge “perchè Totò ...se, noi dobbiamo credere a una cosa, è meglio che ci crediamo tutti quanti”. Salvatore concorda “è normale ... però io ti voglio dire una cosa... io adesso sto parlando con te e non tuo suocero ... sto Franco, no, una volta è come dice tuo suocero .... però, adesso, da un po’ di tempo, lui si è preso tutte altre sembianze e cose mo’ … per di più abbiamo parlato prima io e lui ... io gli dissi: io ti faccio parlare ... e lui: no…no...non ci stanno problemi... poi ha parlato... poi si conoscono con certa gente.....e, quindi, la cosa ora è tutta differente ... hai capito?”. Gennaro insiste “perchè tu non glielo fai capire pure a mio suocero? ...perchè mio suocero è una persona che ci serve... perchè mio suocero è uno che porta i voti ... Totò ... che storto o morto porta un centinaio di voti e mica sono malamente? ....un centinaio di iscritti a tredici euro al mese, .... perchè uno che si scrive al sindacato ..deve pagare la quota di tredici euro al mese”. Salvatore “è normale ... anche io li pago ....io ne pago 10” e Gennaro continua “a fine anno, sono soldi Totò .... mi stai capendo?”. Salvatore ribatte “però a noi, non è per i soldi...”. Gennaro “no ... Totò non per i soldi ...quelli fanno un altro tipo di discorso... perchè tu, i discorsi loro li sai quali sono ..no? ... e, quindi, è meglio che glielo spieghi anche al suocero... perché, a me, fa piacere che mio suocero sta in mezzo”. Santaniello Salvatore conferma che ne parlerà con il suocero di Gennaro, ma non comprende tanti dubbi perché “ma quello che voglio dire io... l'impegno che lui si è preso..... e mo’, senza offesa, adesso, non è che sta avendo a che fare con gli scemi ... se mi dice che è A è A adesso può anche cadere il mondo ..no....lui deve mantenere gli impegni e fa quello che deve fare...”. Gennaro se ne dice convinto ed aggiunge “per noi il discorso si porta sempre a termine” e poi continua sulla opportunità di inserire il Salice “perchè tenendo anche il suocero a fianco … io lo so bene questo qua ... quello sarà anche un mongoloide su certe cose ma su queste cose qua è una persona preparata”. Non si comprende quale sia stato l’impegno preso dal Napolitano, ma è certo che il gruppo ritiene importante portarlo avanti, tanto vero che quando il Napolitano invia un messaggio sulla utenza monitorata di Santaniello Salvatore chiedendo 4000,00 euro in contanti (telefonate nn.703 e 704 ore 12:51 del 20.07.2008), Santaniello gli assicura che non vi sono problemi. Difatti contatta Stolder Raffaele chiedendo a Lello di chiamare Gennaro per fare il piacere “ a quel compagno nostro … a Franco” (telefonata n. 729 ore 09:33 del 21.07.2008, utenza Santaniello). Stolder si attiva per mettersi in contatto con Gennaro, come riferisce al Santaniello subito dopo (telefonata n.1809 ore 09:37 sempre del 21.07.2008, utenza 331... in uso allo Stolder) e, quindi, conferma a Santaniello che Gennaro parlerà con il suocero (telefonata n.741 ore 13:25 del 21.07.2008 utenza Santaniello). Santaniello si preoccupa di rassicurare il predetto Franco che dice di avere “una certa pressione addosso” (telefonata 742 ore 14:13 del 21.07.2008 utenza Santaniello). Le successive conversazioni dimostrano che Gennaro è andato a parlare con il suocero a Secondigliano (telefonate 743 ore 15:33 e 748 ore 17:38 del 21.07.2008). Il giorno dopo come preannunziato dal Santaniello, Ferraiuolo Gennaro si reca a portare i soldi (cfr. telefonate n.765 ore 20:49 del 21.07.2008 e n. 767 ore 10:02 del 22.07.2008). La vicenda dimostra, ancora una volta, l’inserimento del Ferraiuolo in un gruppo con il quale l’impegno preso deve esser rispettato (“per noi il discorso si porta sempre a termine”). Sussistono pertanto i gravi indizi di colpevolezza a carico di Ferraiuolo Gennaro in relazione ai reati a lui ascritti. FERRIERO PATRIZIA Sono a lei contestati i reati di cui ai capi A), nella qualità di partecipe al clan che prende il nome dal marito, C (tentato furto aggravato Muto), E, E1, E2 (rapina aggravata, sequestro persona ed armi X). Quanto ai reati fine, gli elementi di accusa sottolineati dai verbalizzanti e ripresi dal P.M., sebbene rivelino l’attiva partecipazione della Ferriero alle riunioni degli affiliati, nonché la condivisione degli interessi illeciti del gruppo, tuttavia non consentono di ritenere che la indagata abbia apportato alla loro organizzazione e/o realizzazione un personale contributo. Ed invero, la semplice proposta di recarsi nel parco ove si trova l’abitazione del Muto la mattina piuttosto che la sera, fatta nel corso di una discussione avvenuta due mesi prima del tentativo posto poi in essere, non costituisce elemento idoneo a considerarla concorrente nel reato di cui al capo C), mentre i suoi rapporti con la collaboratrice domestica che lavorava presso l’abitazione della famiglia X, domestica nei cui confronti non si va oltre il sospetto, non consentono di ritenerla coinvolta nella vicenda di cui ai capi E, E1, E2. Diversa valutazione deve essere compiuta con riferimento alla sua qualità di partecipe al clan Stolder in quanto dalle intercettazioni risulta il suo ruolo di stretta collaboratrice del capo. La Ferriero, infatti, non si limita ad ascoltare le confidenze del marito da buona moglie di un boss, ma condivide e partecipa all’attività del gruppo del quale è stata - soprattutto per la sua specifica attività nel settore del riciclaggio e delle estorsioni – la guida durante il periodo in cui lo Stolder era detenuto. A dimostrazione di ciò si richiamano, per sintesi essendo riportate già nel trattare del reato associativo, alcune delle conversazioni intercettate. Anzitutto è il medesimo Stolder, da poco scarcerato, che riconosce il valore della Ferriero, quando nel corso delle ambientali presso l’abitazione, n. 320 del 31.5.08 e n. 517 del 4.6.08, riconosce con i suoi interlocutori che la moglie ha preso le redini economiche del gruppo ed ha portato avanti la “famiglia” nonostante l’assenza del capo. Ed invero solo in questo modo è spiegabile come dopo una detenzione durata circa 15 anni Stolder si ritrovi a dirigere un gruppo per riprendere esattamente il discorso criminale lì dove lo aveva interrotto. Si ricordano poi le intercettazioni che rivelano l’autorevolezza della donna ed il suo specifico interesse nel settore economico: ambientale n. 40 del 12.3.08 quando si reca presso un ricettatore per il recupero di un’auto rubata e viene riconosciuta come esponente del gruppo (ambientale auto Lancia Y); n. 93 quando commenta il comportamento dei cinesi ed il futuro di Pio Vittorio Giuliano (ambientale casa); n. 124 del 20.3.08 quando afferma di aver ricevuto 1.500 euro da una persona per conto del marito (ambientale auto Lancia Y); n. 129 del 20.03.08 quando dimostra di essersi occupata della scorta al marito ed a lei (ambientale Lancia Y); n. 325 del 3.4.08 quando parlando con la cognata Stolder riferisce che fu chiesto a lei il permesso per aprire il garage sotto casa; n. 366 dell’1.6.08 e n. 403 del 3.6.08 quando esamina la refurtiva e la valuta insieme con il marito, con il quale nella medesima ambientale del 3.6.08 aveva discusso della distribuzione dei soldi tra gli affiliati; n. 579 dell’8.6.08 quando partecipa alla discussione sui soldi da inviare ai detenuti. Ancora più significative e tali da completare il quadro indiziario rendendolo grave sono, infine, le intercettazioni nel corso delle quali la Ferriero: 1) si occupa in prima persona di una estorsione inviando Colurciello Salvatore ad intervenire con il pescivendolo fuori al Loreto che non vuole pagare (ambientale n. 1268 del 17.6.08 presso l’abitazione); 2) partecipa all’attività diretta all’acquisto di immobili con modalità intimidatorie (cfr. ambientale n. 3255 del 3.4.08 nella Lancia Y, n. 879 dell’11.6.08 presso l’abitazione); 3) partecipa attivamente al recupero di locali ove aprire un punto scommesse con un dentista che ha accettato la società con Stolder per stare tranquillo (cfr. ambientale n. 368 del 5.4.08 nella Lancia Y e n. 379 del 18.4.08 presso l’abitazione). Sussistono pertanto i gravi indizi in relazione al reato di cui al capo A). FERRIERO ROSARIA Sono a lei contestati i reati di cui ai capi A), nella qualità di partecipe al clan Stolder, D, D1, D2 (rapina aggravata, sequestro persona ed armi S. V. - Y), E, E1, E2 (rapina aggravata, sequestro persona ed armi X), F (tentata rapina aggravata Finmazza). Gli elementi a suo carico quale partecipe al clan si ricavano anzitutto da quelli indicati con riguardo alle singole fattispecie di reato a lei contestate, con due precisazioni sul punto: 1) la Ferriero Rosaria è raggiunta da gravi indizi di colpevolezza sia in relazione alla rapina X i sia in relazione alla tentata rapina Finmazza, ma il p.m. - senza alcuna motivazione ed in maniera contraddittoria rispetto alla posizione dello Schiavon – ha chiesto la misura cautelare solo per la rapina X e la rapina S. V. – Y. In ogni caso gli elementi a carico della Ferriero indicati nella parte relativa alla vicenda FINMAZZA sono utili per comprendere la continuità di rapporti tra la donna ed il gruppo; 2) nella parte relativa al reato di cui ai capi D, D1, D2 non si sono ritenuti sussistenti i gravi indizi di colpevolezza a carico della Ferriero mancando elementi univoci che la ricolleghino al reato in corso, sebbene dalle intercettazioni della medesima sera (ambientale n. 460 Fiat 500; telefonate n. 686 quando Stolder con la sua utenza 366 ... contatta la utenza in uso a Ferriero Rosaria e n. 689 quando, mentre Stolder contatta Fiandra Bruno, in ambientale discutono la predetta Ferriero e Colurciello) risultino contatti continui tra lo Stolder, la donna ed il Colurciello Salvatore a dimostrazione che la stessa era comunque impegnata in una delle molteplici attività illecite organizzate dal gruppo. Sulla corretta individuazione della Ferriero, della quale i verbalizzanti riconoscono la voce, va sottolineato che, contestualmente alle intercettazioni indicate con riguardo alla vicenda X, precisamente alle ore 01:20 del 22.11.2008 una pattuglia procedeva al controllo di Ferriero Rosaria a bordo di una Fiat 500 in compagnia di Ferraiuolo Gennaro. Peraltro la medesima è stata vista uscire dall’Hotel Prati come evidenziato nel trattare del capo F (cui si rinvia). A carico della indagata vi sono due ulteriori elementi che valgono a dimostrare la continuità del suo impegno con il gruppo criminale, ovvero: l’ambientale intercettata a bordo della Fiat 500 n. 848 del 04.10.08 quando Ferriero Rosaria in macchina con Santaniello Salvatore e un uomo non identificato partecipa ai commenti sulla condotta dello “Zio” il quale non punisce con forza adeguata chi lo ha defraudato quando era in carcere e non premia chi è rimasto sempre accanto lui; l’ambientale n. 368 del 5.4.08 intercettata nell’auto Lancia Y quando la sorella Patrizia le chiede di riferire un messaggio da parte dello Stolder a tale don Carminiello, in relazione ai locali per l’apertura di un punto scommesse cui il marito è interessato. Giova sottolineare che la utenza 366 ... in uso alla Ferriero Patrizia, individuata proprio sulla base dei continui contatti con Stolder Raffaele, è stata monitorata consentendo di verificare la sua completa dedizione alle attività del gruppo (si veda la serie continua di telefonate riportate con riguardo alla vicenda FINMAZZA). Sussistono pertanto i gravi indizi di colpevolezza a carico della Ferriero Patrizia per tutti i reati a lei ascritti ad eccezione dei reati di cui ai capi D, D1 e D2. FIANDRA BRUNO Sono a lui contestati i reati di cui ai capi A), nella qualità di partecipe al clan Stolder, D, D1, D2 (rapina aggravata, sequestro persona ed armi S. V. e Y) E, E1, E2 (rapina aggravata, sequestro persona ed armi X), F (tentata rapina FINMAZZA). I gravi indizi a suo carico in relazione alla partecipazione ai reati a lui contestati (esaminati nel trattare dei predetti reati) sono già di per se stessi significativi dell’inserimento del Fiandra nel gruppo di quei 15 fedelissimi con i quali lo Stolder sta organizzando furti e rapine per rimettere in sesto il clan accrescendone il potere economico, come risulta dall’ambientale in casa Stolder n. 703 del 9.6.08 (già più volte ricordata nel corso della motivazione). E’ proprio in questa ambientale che Stolder chiarisce come i suoi interlocutori abituali siano le persone rimaste a lui fedeli con le quali ha deciso di riconquistare il pieno potere sul territorio. Tra coloro che partecipano alle riunioni a casa del capo figura appunto il Fiandra che, al di là degli elementi già indicati con riguardo ai reati fine (che qui si richiamano), partecipa alle discussioni sui “colpi” da organizzare, con riferimento ad obiettivi concreti (banche, gioiellerie, abitazione del notaio Tafuri), sui rapporti con le altre famiglie criminali, sui timori per i controlli di polizia in corso. Si ricordano in particolare le ambientali: n. 879 dell’11.06.2008 (che ha inizio dalla mattina e continua nel pomeriggio sempre con la presenza del Fiandra); n. 1185 ore 18:39 del 16.06.2008; n. 1442 ore 07:40 del 20.06.2008 (lunghissima ambientale nel corso della quale si affronta anche il tema delle intercettazioni). Il gruppo ha ragione di temere di essere nel mirino degli investigatori che sono riusciti, attraverso un’attività continuativa di monitoraggio delle diverse utenze in contatto tra loro, ad individuare i cellulari in uso ad alcuni affiliati che per la frequenza dei loro rapporti con il capo sono state sottoposte a intercettazione. Così è stata intercettata la utenza 331 ... intestata a tale Kapoor nato in India e risultata in uso a Fiandra Bruno, utenza rispetto alla quale si sottolinea che ha un numero sequenziale con la utenza 9627946 di Stolder Raffaele e con la utenza 96 ... di Improta Giuseppe (altro indagato). Inoltre Fiandra utilizza anche la utenza 334 ... in uso a Fiandra Bruno (intestata a tale Jaliya Yamaha) con numero sequenziale con la utenza 334 ... sempre in uso ad Improta Giuseppe ed intestata al medesimo Jaliya. Quanto alla individuazione del Fiandra Bruno quale partecipe alle riunioni presso l’abitazione dello Stolder vanno ricordate due annotazioni di polizia riportate nell’allegato 19 volume 2° della segnalazione DIA, ovvero quella del 27.06.08 ore 12.25 quando sotto l’androne del palazzo ove abita lo Stolder, in vico Palazzo Due Porte n. 16, si identifica il Fiandra Bruno mentre si trattiene con Colurciello Salvatore e Marotta Salvatore e quella del 19.08.08 relativa al controllo di Fiandra Bruno notato da due agenti della Sezione Antirapina mentre suona il citofono del palazzo sopra indicato anche se poi alla vista degli agenti cerca di allontanarsi. Sussistono, pertanto a carico del Fiandra Bruno i gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati a lui ascritti. GIAQUINTO GIULIO E’ a lui contestato il reato di cui al capo A) nella qualità di partecipe al clan Stolder. In relazione alla sua certa identificazione quale partecipe alle riunioni degli affiliati e quale usuario delle utenza 339 ...sottoposta a intercettazione sono le seguenti annotazioni: - del 9.07.08 ore 12.30 quando viene individuato mentre esce dal suo negozio di alimentari in via Pietro Colletta n. 63 con Tambone Eugenio per recarsi a piedi in vico Palazzo Due Porte, uscendo dal vicolo dopo 5 minuti a bordo di una Vespa Piaggio, sempre con il Tambone, e prendendo la direzione verso via Della Bolla per entrare in un altro vicolo ove viene perso di vista. Nel medesimo arco temporale sulla utenza del Giaquinto sono intercettate alcune telefonate ed in particolare alle ore 14:59 a parlare dalla predetta utenza è proprio il Tambone, (telefonata n. 285), a conferma della circostanza che il Giulio che in genere la ha in uso (ovvero Giaquinto) era in compagnia di Eugenio Tambone. Entrambi erano in contatto con tale Fabio individuato, sulla base dei riferimenti contenuti nelle telefonate, in Scielzo Fabio titolare dell’esercizio commerciale Caffè del Centro Antico in via B. Croce n. 15 (cfr. annotazione DIA del 9.7.08 allegato19/d volume 2°). Sul punto si ricorda che il codice fiscale di Scielzo Fabio viene dettato per una pratica di finanziamento con documenti falsi curata nel suo interesse (cfr. telefonata 329 del 10.7.08 utenza Giaquinto); - del 22.07.08 quando Giaquinto viene individuato in via Pietro Colletta nei pressi del suo negozio di alimentari intento a discutere con Tambone Eugenio e Massimo Lai che risulta essere interlocutore di Giulio in alcune telefonate intercettate proprio sulla utenza monitorata in uso al medesimo (allegato 19/f e telefonate che saranno riportate di seguito); - del 10.09.08 quando alle ore 13.45 i verbalizzanti individuano sempre in via Pietro Colletta il Giaquinto intento a dialogare con Tambone Eugenio e successivamente alle ore 16:00 in vico Palazzo Due Porte n. 16 nel piazzale antistante il palazzo ove abita lo Stolder e dinanzi al garage ivi ubicato sono individuati mentre chiacchierano tra loro Giaquinto Giulio, il fratello Ciro, il figlio Cesare di Tambone Eugenio, il guardiano del garage Pangione Antonio. Giova evidenziare che il Pangione è l’interlocutore del Giaquinto nella telefonata n. 2070 del 23.08.2008 quando gli invia un messaggio per conto di “Lello” su alcuni “cinesi” che devono essere cacciati e lo avvisa di una sparatoria che vi è stata in zona e n. 2118 del 25.08.2008 quando Giaquinto chiede se “da Lello sopra” sia tutto a posto (cfr. annotazione del 10.9.08 inserita nell’allegato 19/i e telefonate riportate nella parte generale); - in data 19.11.08 alle ore 11.15 circa in via Pietro Colletta nei pressi del negozio alimentari gestito dal Giaquinto Giulio i verbalizzanti identificano Ferraiuolo Gennaro, Tambone Eugenio, Grieco Alessandro intenti a chiacchierare con il Giaquinto; alle ore 12:15 in Piazza Calenda il medesimo Giaquinto è identificato mentre chiacchiera con Stolder Assunta (sorella di Raffaele e moglie di Giuliano Salvatore), Ferraiuolo Gennaro e Tambone Eugenio (annotazione del 19.11.08 inserita nell’allegato 13 volume 2° della segnalazione). Dalle ambientali intercettare presso l’abitazione dello Stolder vi sono numerosi riferimento alle condizioni di salute del fratello di Giulio, cui lo Stolder mostra particolare interessamento, tanto vero che nella ambientale n. 403 del 3.6.08 nell’esaminare la refurtiva di un “colpo” da poco effettuato afferma, rivolto a Giulio presente con lui e con il Colurciello, che alcuni oggetti possono essere regalati al professore “per il fatto di tuo fratello”. Ed invero nel corso della medesima ambientale fa riferimento esplicito al cardiologo Rubino Paolo che ha assistito, su interessamento del medesimo Stolder, il fratello di Giulio colpito da infarto e ricoverato presso l’ospedale Cardarelli (cfr. ambientali n. 517 del 4.6.08 e n. 1442 del 20.5.08). La vicenda del fratello consente di identificare il Giulio partecipe agli incontri o comunque nominato dagli altri affiliati nell’indagato Giaquinto. Ed invero proprio nella ambientale n. 517 poco prima il Ferraiuolo Gennaro lamenta che Giulio non gli abbia dato più notizie per un locale in via P. Colletta. Giaquinto Giulio risulta, altresì, in società con Tambone Eugenio, gestore di un garage sito proprio sotto l’abitazione della famiglia Stolder, ma anche questa attività è svolta sotto l’egida della famiglia (come rivelato dalla Ferriero Patrizia alla cognata Assunta nell’ambientale n. 325 del 3.4.08). Il tema delle due ambientali da ultimo citate consente di approfondire il ruolo del Giaquinto nel clan, dal momento che egli non risulta coinvolto nelle attività materiali volte alla commissione dei reati di rapina e di furto e tuttavia è presente, come già sopra evidenziato (ambientale n. 403), nel momento in cui si valuta il bottino. Invero il suo compito è anzitutto quello di occuparsi del riciclaggio del bottino: - occultandolo come risulta dalla ambientale n. 403 ore 08:08 del 03.06.2008 quando Stolder gli chiede se ha la possibilità di occultare orologi rubati; - interessandosi degli acquisti immobiliari per conto del clan, come risulta dalla ambientale nella Lancia Y n. 325 del 3.4.08 e dalle ambientali in casa Stolder n. 879 dell’11.6.08 e n. 1268 del 17.6.08 (tutte riportate nella parte relativa alla ricostruzione dell’attività del clan con riguardo allo specifico settore del riciclaggio). Vale qui la pena di ricordare che nell’ambientale n. 879 fa riferimento a sue personali conoscenze in Tribunale per favorire il gruppo nell’acquisto di immobili all’asta; - svolgendo interventi nella gestione dei predetti immobili, come risulta dalla telefonata n. 2070 del 23.8.08 intercettata sulla utenza del Giaquinto e da inserire nel contesto delle modalità con le quali gli affiliati Stolder ottenevano gli sfratti (vicenda pure esaminata nel trattare del reato di cui al capo A); - occupandosi del reinvestimento in società “pulite” come risulta dalle telefonate che lo vedono protagonista, sempre per conto del capo Lello Stolder, nei rapporti con il gruppo Vallefuoco. Si ricordano ad esempio le telefonate n. 3102, 3113 e 3162 intercettate sulla utenza in uso allo Giaquinto riportate ed inserite nel contesto generale delle attività del gruppo Vallefuoco (si rinvia alla trattazione del capo I). Qui si sottolinea che come per il Vallefuoco agiva quale portavoce il D’Amore Gennaro così per lo Stolder operava Giulio Giaquinto (oltre Santaniello Salvatore). Altro compito affidato al Giaquinto è quello di procurare, attraverso propri contatti, documenti falsi al fine di agevolare pratiche di finanziamento in assenza di presupposti, sempre nell’interesse del gruppo. Queste le conversazioni rilevanti, intercettate sulla utenza 339 ... in uso a Giulio Giaquinto: - n.234 ore 16:35 dell’8.07.2008 Susy parla con Giulio per chiarimenti in ordine ad un prestito nell’interesse di tale Maria Luisa per l’importo di 15.000 euro; - n.240 successive ore 16:40 quando Giulio riferisce a Susy che servono le buste paghe di maggio e giugno; - n. 241 successive ore 17:17 quando Giulio parla con l’interlocutore (poi identificato nel Lai Massimo) e gli dice “diciamo per il lavoro che teniamo noi...no...cioè riesci a fare anche la busta paga...”. L’uomo risponde di no. Giaquinto insiste “se io ti do per esempio le copie ... io tengo le buste paghe mie, no, le devi fare tale e quale....dobbiamo cambiare solo per esempio...anziché marzo..maggio...e giugno...”. L'uomo risponde che pensa di poterlo fare. I due concordano di incontrarsi alle ore 20:00 fuori al negozio per parlare da vicino; - n. 242 successive ore 17:19 quando di nuovo Giulio parla con Massimo, il quale utilizza l’utenza 331..., per chiedergli se abbia i fogli e la stessa carta. Massimo risponde in senso affermativo. Nella medesima giornata dell’8.7.08, evidentemente dopo che Giaquinto ha incontrato Massimo (l’appuntamento era fissato per le 20:00), segue la telefonata n.1582 ore 21:16 intercettata sulla utenza 331... in uso allo Stolder Raffaele tra Giaquinto Giulio e Lello il quale chiede al primo se ha preso “la carta”. Giulio risponde che non ha trovato Peppe, ma che domani mattina gli risolverà il problema, in quanto verranno degli amici “di là” ai quali ha fatto anche il nome di Lello. Lello afferma che adesso chiamerà anche “il papà di questo” in quanto ha saputo come si chiama il figlio. Giulio ripete di aver risolto tutto e quando gli amici verranno farà presente loro che é stato Lello a mandarlo “dagli amici del Carmine”. E’ evidente quindi l’interesse dello Stolder nella vicenda. Seguono sul tema della variegata attività dell’indagato sono le telefonate: - n. 329 ore 14:25 del 10.07.2008 (utenza Giaquinto) nel corso della quale Giulio raccomanda a Peppe la pratica che adesso chiameranno e sottolinea che si tratta di “un servizio che stanno facendo al suo compagno Raffaele”; poi fa dettare da Eugenio il codice fiscale per ottenere il tabulato. Eugenio detta al Peppe ....BA76D11F...., codice fiscale risultato essere di Scielzo Fabio titolare del bar in via Benedetto Croce 15; - n. 487 ore 14:56 del 14.07.2008 (utenza Giaquinto) nel corso della quale Giaquinto Giulio fuori cornetta parla con Peppe accanto a lui di una società che si occupa di fallimenti; Giulio dice di dargli la società in modo che “se la vede lui”. Ancora significativa del rapporto che lega Giaquinto Giulio quale persona di fiducia allo Stolder è la conversazione telefonica n.1118, delle ore 12:48 del 29.07.2008, intercettata sempre sulla sua utenza, quando parla con Maria, moglie di Massimo Lai, che utilizza l’utenza 335... , intestata a Lai Domenico, e con la quale intrattiene una relazione sentimentale (come si evince dalla intercettazione n.1611 ore 15:09 del 9.8.2008 quando fa riferimento anche al marito Massimo). Giulio confida alla donna di avere un problema e così si esprime “non è che non posso fare niente....e Lello si fida molto di me....poi va a parlare con troppa gente....e l'unica cosa e che me ne devo solo andare...solo quello è il problema io ... e che ho fatto .... me ne devo solo andare....qua purtroppo non posso stare più...ora si è rimandato a settembre il fatto di questo garage....mi deve dare un milione di euro..e niente di meno....se ne parla a settembre....io andai a parlare con lui e gli dissi senti firmiamo un compromesso...che tu te lo pigli sicuro...e dammi un acconto e mettiamo tutto per iscritto che tu mi dai per esempio centomila euro... e poi quando è a settembre mi liquidi i 900.000 euro...mi disse lui da sopra la mano ..disse ...disse ... perchè non si può fare tutto a settembre?...io gli dissi si ..ma a me chi me lo dice a me che tu a settembre te lo pigli ...e lui ...chi te lo ha detto .. io ho detto che me lo compro..io quando è settembre ottobre vengo e liquidiamo tutto...”. L’idea del Giaquinto è quella di ritirarsi perché “lì non sta più bene”, ma la donna pur sollecitandolo a “levarsi di mezzo” gli suggerisce di “stare attento e di non sbagliare”. Costituisce dato notorio che non è semplice allontanarsi da un gruppo di stampo camorristico, specie quando si è conoscenza degli interessi economici del medesimo, come nel caso del Giaquinto il quale, peraltro, sempre a testimoniare il suo pieno inserimento nel clan (tra quelle 15 persone fedelissime di cui all’ambientale 703 già cit. nel trattare della posizione del Fiandra), viene in maniera estemporanea anche utilizzato per altri compiti, come rivelato dalla ambientale n. 366 del 2.6.08 quando alle ore 14:20 in casa Stolder arriva Giulio Giaquinto e Stolder Raffaele dopo aver discusso con lui a bassa voce gli chiede di effettuare un sopralluogo in un palazzo dove abita una persona che ha una Mercedes marrone nel garage del medesimo palazzo, nonché dalla ambientale n. 1442 del 20.6.08 quando alle ore 11:40 in casa Stolder arriva Giulio Giaquinto il quale avvisa Ferriero Patrizia che lascerà i suoi due cellulari presso l’abitazione per poi allontanarsi, non prima di aver aggiunto che stanno aspettando Pino e che hanno trovato “i due calzini” nel deposito di Antonio. Vanno altresì richiamate le intercettazioni relative ad un patto stipulato tra il gruppo Stolder ed un sindacalista, riportate nella scheda di Ferraiuolo Gennaro. Alla luce di tutto quanto sin qui evidenziato deve concludersi per la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico del Giaquinto in relazione al reato contestato. IMPROTA GIUSEPPE Sono a lui contestati i reati di cui ai capi A), nella qualità di partecipe al clan Stolder, C (tentato furto aggravato Muto), D, D1, D2 (rapina aggravata, sequestro persona ed armi S. V. e Y), E, E1, E2 (rapina aggravata, sequestro persona ed armi X). Sono stati già esaminati i gravi indizi a carico dell’Improta con riguardo alle vicende relative al tentato furto Muto ed alla rapina ai danni dei coniugi S. V. e Y. Correttamente il P.M. ha escluso la sussistenza dei gravi indizi in relazione alla partecipazione ai reati contestati per la vicenda X in quanto a suo carico è una sola conversazione intercettata alle ore 01:02 quando egli prova a contattare con la utenza del Fiandra lo Stolder che tuttavia non risponde (telefonata n. 694) per cui non si ha modo di verificare se sia proprio lui il soggetto che sale nell’appartamento. In ogni caso anche questo elemento, sebbene non sufficiente a richiedere la misura cautelare per i reati ai capi E, E1, E2, risulta significativo dei particolari rapporti che lo legano a Stolder Raffaele ed al Fiandra Bruno (le cui posizioni sono state sopra esaminate). Gli stessi elementi valutati in relazione alle altre due vicende contestategli consentono di ritenerlo tra i 15 soggetti fedelissimi che lo Stolder nella fase immediatamente successiva alla sua scarcerazione utilizza per rafforzare il controllo del territorio (secondo quanto il capo stesso dichiara nell’ambientale 703 del 9.6.08 presso la sua abitazione). Va osservato inoltre che: - la utenza 331... in uso a Improta Giuseppe, come confermato dalle intercettazioni disposte sulla stessa, ha un numero sequenziale con la utenza ....946 di Stolder Raffaele e con la utenza ...7945 di Fiandra Bruno (altro indagato). Inoltre Improta utilizza anche la utenza 334 ... (intestata a tale Jaliya Yamaha) con numero sequenziale con la utenza 334 ... in uso a Fiandra Bruno pure intestata al medesimo Jaliya; - sono intercettate alcune significative ambientali dalle quali risulta che il medesimo Improta, chiamato Pino e individuato come il figlio di Luigi, partecipa alle riunioni nell’abitazione Stolder tra cui si ricordano la: n.1327 del 19.06.08 quando alle ore 12.49 discute con lo Stolder, Colurciello Salvatore e Marotta Salvatore di un lavoro da fare nelle fogne per arrivare ad un caveau e da finire in fretta prima che intervengano altri; n. 1442 del 20.06.08 quando alle ore 15:40 discute degli altri gruppi criminali nella zona e dei lavori di scavo in corso nella fognatura. Sussistono pertanto a carico dell’indagato i gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di cui ai capi A, C, D, D1, D2, per i quali la misura viene richiesta. Va ricordato, tuttavia, che con riguardo al capo C il medesimo indagato è stato già denunciato e condannato con sentenza in primo grado, secondo quanto si desume dal certificato dei carichi pendenti. LA MANNA DOMENICO Sono a lui contestati i reati di cui al capo I) nella qualità di partecipe all’associazione promossa e diretta dal Vallefuoco Francesco e, quindi, di concorrente esterno nel clan Stolder. Occorre preliminarmente evidenziare che nei confronti del La Manna manca una specifica indicazione del ruolo svolto e, tuttavia, è possibile ricostruire la condotta ascrittagli alla luce delle condotte genericamente indicate nella prima parte della imputazione medesima ove viene descritta l’attività dell’associazione, nonché alla luce degli elementi indicati nel corpo della richiesta. Con riguardo al La Manna, va anzitutto evidenziato che, nell’esporre gli elementi a suo carico, l’accusa ha sottolineato il legame del soggetto con la mafia siciliana, in conformità a quanto rappresentato dagli investigatori nella segnalazione, laddove sono indicati i precedenti giudiziari dell’indagato e sono evidenziati alcuni passaggi di ambientali nel corso delle quali il Vallefuoco si riferisce a La Manna come persona che gestisce anche un proprio gruppo: cfr. ambientale n. 891 del 20.12.08 Audi A6 quando parlando di Mimmo (La Manna), che è sottoposto a controlli di polizia, afferma che “mantiene a 17 di loro, tutti carcerati, ogni mese”. Ciò naturalmente non esclude in linea di principio che l’indagato possa anche rispondere di partecipazione all’associazione promossa dal Vallefuoco. Nella motivazione della richiesta, il P.M. lo indica come colui che nell’ambito del predetto gruppo svolge un ruolo stabile quale tramite tra il Vallefuoco ed i “siciliani” per le attività illecite dell’associazione (così come il Di Tella fa da tramite con i casalesi). In questo ruolo opera nei due settori illeciti principali: da un canto è il referente per l’attività di recupero crediti svolta dal Vallefuoco a Palermo, dall’altro organizza gli incontri tra il Vallefuoco ed il gruppo dei “siciliani” che vogliono riciclare al Nord i loro proventi illeciti. Quanto al primo settore giova premettere che esistono precisi elementi dai quali si desume che il Vallefuoco è impegnato nell’attività di recupero crediti a Palermo ed a Catania ed invero: 1) è in contatto con lo studio legale Romeo, il cui nominativo, con indirizzo e cellulare, viene comunicato con sms dal cellulare in uso a Carcas Marika al cellulare 335 ... intestato alla IMPRESIT 2000 ed in uso al Vallefuoco (intercettazione n. 1987 ore 12:40 del 23.09.2008 SMS “avv. Romeo Salvatore piazza Giovanni Amendola 43 90141 Palermo. 333 ...”) e la utenza indicata nel messaggio viene contattata dal Vallefuoco che parla con Marco il quale riferisce che ci sono novità di cui si deve parlare da vicino ed “in maniera privata”; 2) nel corso della telefonata n. 9828 del 6.11.08 intercettata sulla utenza IMPRESIT in uso al Vallefuoco questi afferma che le “pratiche di Catania” devono essere inserite nelle agende personali e non nel computer, ed i relativi incarti da custodire nella cassaforte, nella speranza che non vi siano controlli in ufficio; 3) tra gli atti acquisiti in copia dai Cc. di Termoli in data 6.3.09 risultano anche alcuni fax relativi all’aggiornamento pratiche ISES e tra questi vi sono anche fax trasmessi dallo studio ROMEO di Palermo all’I.SE.S. Orbene, proprio il Vallefuoco si vanta della sua capacità di effettuare recuperi crediti in Sicilia, grazie all’intervento di soggetti del posto che usano la loro autorità, come risulta dall’ambientale n. 80 del 27.10.2008 (audi A6) quando afferma “solo io lo potevo fare....perchè è un uomo dei siciliani...” e in tale contesto (l’ambientale è riportata nel trattare del reato di cui al capo I) fa esplicitamente il nome di Mimmo La Manna come persona che aveva contattato per una operazione, ricordata a titolo di esempio. Ma che si tratti di un contatto stabile e non occasionale lo rivelano le parole “per la questione dei siciliani, è necessario che intervenga qualcuno che abbia la loro cultura”, a significare che per il recupero crediti in Sicilia può contare su alcuni soggetti in maniera stabile. Uno di questi soggetti è anche tale Marco dello studio legale Romeo presso il quale il Vallefuoco svolge la sua attività per le pratiche I.S.E.S. siciliane (quelle che non devono risultare dai computer) e il La Manna è inserito in questo rapporto, secondo quanto risulta dalla conversazione intercettata nel corso dell’ambientale n. 395 del 20.11.08 quando, giunto in Sicilia, a bordo della sua auto contatta Mimmo La Manna per riferirgli che si trova nella sua terra e andrà dall'avvocato Marco Romeo, al quale porterà i suoi saluti. Da tali elementi si può già ricavare che La Manna costituisce realmente uno stabile e consapevole referente dell’associazione relativamente alla gestione dei recuperi credito svolta facendo ricorso al potere di intimidazione delle organizzazioni mafiose locali, che egli è evidentemente in grado di invocare. Tuttavia vi sono altri elementi a carico del La Manna quale tramite con i “siciliani” per conto dei quali fissa appuntamenti importanti per il Vallefuoco. Unio di questi incontri è quello che avviene nella sera del 28.10.08, data in cui si intercetta l’ambientale n.106 ore 20:26 nell’Audi A6 quando Vallefuoco chiede alla sua fedele collaboratrice Marika di contattare Mimmo La Manna; questi a sua volta chiama il Vallefuoco e gli chiede dove debbano incontrarsi se “a Rimini nord o a Rimini sud”, ma Vallefuoco risponde “a casa mia”. Immediatamente dopo comunica a Zavoli che alle ore 23:30 ha “i siciliani al Bagno 124” e gli dice di avvisare anche i “ragazzi”. Tale incontro viene commentato altresì nell’ambientale n.121 ore 16:35 del 29.10.2008 quando a bordo dell’Audi A6 Vallefuoco svela che i “ragazzi” i quali dovevano fare da scorta non avevano segnalato la presenza della polizia mentre lui era insieme con i “siciliani” con i quali “noi stiamo facendo un certo lavoro qua sopra” e bisogna stare sempre all’erta. Ora, i lavori organizzati dal Vallefuoco, per i quali si parla da vicino ed occorre massima cautela, sono quelli che riguardano il riciclaggio il danaro provento di attività illecita, come rivelato dal contesto generale delle intercettazioni e come si desume, in particolare per i “siciliani”, dalla ambientale intercettata in data 15.05.09 n.1642 ore 09:47, quando sempre a bordo dell’Audi A6 Vallefuoco riferisce a La Manna, che gli detta un numero di conto corrente, (ovvero lo .....310192), di aver versato 45 mila euro. La Manna ritiene che sarebbe stato preferibile versare di più ma Vallefuoco spiega che 300 mila dovrà consegnarli “a Napoli”. Tenuto conto che per Napoli il Vallefuoco opera nel settore del riciclaggio per investimenti da realizzare con restituzione di danaro pulito (secondo il meccanismo già descritto più volte nella parte generale e nelle schede Bacciocchi e Carcas) è evidente da tale conversazione che questo è anche il settore nel quale La Manna si muove con “i siciliani”. Peraltro, a conferma che l’indagato è pienamente inserito nell’associazione, sono da ricordare le conversazioni dalle quali risulta che egli è a conoscenza dei contatti tra lo Stolder e il Vallefuoco, tenendosi aggiornato sugli sviluppi di accordi in corso: si ricordano ad esempio le telefonate n. 67 delle ore 06:55 del 18.08.2008, n. 189 ore 19:00 del 28.08.08, intercettate entrambe sulla utenza 366 ... in uso allo Stolder (la n. 189 è quella nel corso della quale La Manna tra l’altro informa Stolder con linguaggio cifrato di essere oggetto di controlli di polizia motivo per il quale non sarà presente alla festa del Vallefuoco). D’altro canto La Manna aggiorna il Vallefuoco sulla sfortunata transazione in corso tra i napoletani ed i siciliani, come risulta dall’ambientale n. 611 delle ore 16:09 del 02.12.2008 quando, dopo aver incontrato il La Manna, Vallefuoco in auto riferisce alla compagna Esposito Lucia che i siciliani hanno problemi a Napoli tanto che “li vogliono sparare” (sui ritardi e gli imprevisti relativi all’affare droga tra i siciliani e napoletani si richiama quanto ampiamente evidenziato nella parte sul reato di cui al capo A). Sempre a conferma degli stretti legami del La Manna con il Vallefuoco, si ricorda altresì che l’indagato risulta titolare di un’attività commerciale in Corridonia (Macerata) gestita dalla IN srl (cfr. annotazione relativa all’attività di osservazione svolta nei confronti del La Manna nelle date del 6 e 7.10.08 quando è stato visto all’interno dei locali dell’esercizio commerciale sito nel Palazzo Zenith di viale dell’Industria). Dagli accertamenti svolti dalla DIA, risulta che la società denominata “IN” s.r.l. con sede in Corridonia (Macerata) viale Dell'Industria ha anche una seconda sede in Milano, in via Spartaco, ed ha come oggetto sociale la compravendita all’ingrosso di articoli di abbigliamento; amministratrice risulta essere Gattafoni Paola, suocera di Cimorosi Marco, socio del La Manna Domenico. Lo Stolder commenta in ambientale nella propria abitazione con la moglie (n.199, ore 08:39 del 30.05.2008), a proposito di un’intermediazione per un “siciliano” che ha acquistato una “fabbrica di scarpe”, che il siciliano aveva rilevato nelle Marche le fabbriche di scarpe di un imprenditore indebitato nei cui confronti vi erano state pressioni della camorra dei Mazzarella e che aveva confidato allo Stolder di poter minacciare a sua volta i Mazzarella o farli ragionare per un nuovo accordo. Orbene nella rubrica della scheda telefonica del Vallefuoco è inserito il socio del La Manna, Marco Cimorosi, indicato come Marco della IN (cfr. ambientale n.1341 ore 13:52 del 29.04.09 Audi A6), quando la rubrica viene sfogliata dalla compagna Lucia del Vallefuoco per segnare il numero di Mimmo “nuovo nuovo”. Ulteriori intercettazioni confermano che il Vallefuoco è in contatto costante con il La Manna: telefonata n.326 del 16.08.2008 (utenza Stolder) quando riferisce al suo interlocutore che Mimì sta cercando di contattare Lello senza riuscirvi, mentre lui lo incontrerà da vicino; ambientale n.28 del 24.10.2008 (Audi A6) quando La Manna contatta al telefono (messo in viva voce) in macchina il Vallefuoco per chiedergli un incontro confermando al suo interlocutore che è tutto a posto in Sicilia; ambientale n. 901 ore 10:05 del 22.12.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco fa riferimento ad un incontro con Mimmo, il quale gli ha comunicato che sta ancora a Jesi ed ha ancora dietro le “guardie” tanto che Vallefuoco teme di poter trascorrere con Mimmo “Natale al fresco” e sul punto occorre precisare che già da tempo il La Manna aveva comunicato al Vallefuoco di essere controllato dalla polizia e più di recente il medesimo D’Amore Gennaro gli aveva riferito che la situazione a Napoli era sempre più difficile tanto che La Manna non era potuto andare a casa dello Stolder (cfr. ambientale n. 639 ore 20:04 del 3.12.08 Audi A6). Dal complesso degli elementi esaminati, sussistono quindi gravi indizi per ritenere La Manna Domenico stabilmente inserito con il ruolo di intermediario tra il gruppo del Vallefuoco ed i siciliani per le operazioni di recupero crediti con metodo mafioso e per le attività di riciclaggio. A diversa conclusione deve giungersi con riguardo alla contestazione di essere concorrente esterno nel clan Stolder in quanto il P.M. contesta tale reato all’indagato in relazione alla medesima attività spiegata per il gruppo Vallefuoco, ovvero quale partecipe di tale associazione. In senso contrario deve osservarsi che il La Manna ha contatti con lo Stolder nella sua qualità di partecipe ad un gruppo di “siciliani” dedito al traffico di stupefacenti, come rivelato dalle conversazioni tra i due per la vicenda a lungo trattata con riferimento al reato di cui al capo A) quando si è evidenziato che Stolder opera per i “napoletani” mentre La Manna opera per i “siciliani” in relazione ad una transazione illecita che, alla luce delle indagini contestuali e delle argomentazioni svolte nella parte generale (cui si rinvia), aveva ad oggetto una partita di sostanza stupefacente. Ne consegue, quanto al concorso esterno con il clan Stolder, che non può ritenersi corretta la contestazione mossa al La Manna, collegata, si ripete, alla sua stessa qualità di partecipe all’associazione Vallefuoco, mentre il concorso riguarda il tema del traffico di stupefacenti riguardante il La Manna per i suoi contatti con la criminalità siciliani. MANGO VINCENZO E’ a lui contestato il reato di cui al capo A) nella qualità di partecipe al clan Stolder. Mango è spesso citato nelle intercettazioni come “Enzuccio il fabbro” ed opera continuativamente con il gruppo Stolder mettendo a disposizione la sua specifica competenza di fabbro. Sulla sua identificazione giova evidenziare che: - gli interlocutori associano nel corso delle ambientali il nome Enzuccio con quello di Totore e difatti dagli accertamenti svolti dalla DIA Mango risulta aver sposato la sorella di Santaniello Salvatore, Anna; - i verbalizzanti hanno individuato la officina per la lavorazione del ferro in via Bartolomeo Capasso n. 2 in uso al Mango e in data 22.7.08 alle ore 11.15 verificano che la stessa è chiusa (annotazione del 22.7.08 inserita nell’allegato 19 volume 2° segnalazione DIA); - sulla base delle intercettazioni in uso allo Stolder ed ai soggetti a lui vicini è stata individuata la utenza 349 ... intestata proprio a Mango Vincenzo come utenza sulla quale viene contattato Enzuccio il fabbro e dalle successive attività di intercettazioni è emerso che il medesimo, al pari degli altri associati, ha anche in uso la utenza 334 ... intestata a soggetto straniero. Significative sono anzitutto una serie di intercettazioni ambientali presso l’abitazione dello Stolder: - dall’ambientale n. 403 ore 20:08 del 3.6.08 si ricava che egli lavora per il gruppo e si impegna anche se non sempre i risultati sono soddisfacenti per lo Stolder che vorrebbe accelerare i tempi (come risulta dalle altre intercettazioni riportate nella parte generale). Ed invero parlando con il Santaniello Salvatore fa riferimento al comportamento del cognato Vincenzo e Santaniello ribatte di “esserselo raccomandato”, ma il boss ribatte che non è questione di impegno “perchè quello, comunque, si sta facendo il mazzo tanto, appresso a noi”. Nella stessa sera alle ore 22:08 con il nipote Ferraiuolo Gennaro indica Enzo tra i "ragazzi che hanno lavorato" da pagare ed a tal proposito fa riferimento al fatto di aver parlato con il cognato; - a conferma del fatto che lo Stolder, per la organizzazione dei “colpi” che servono a rimpinguare le casse del clan ed accrescerne i mezzi per operare (come riferito dal medesimo capo, cfr. ambientali 403, prima dell’arrivo del Santaniello e n.703 delle ore 09:01 del 09.06.2008), conta molto sulla collaborazione di Enzuccio il fabbro, è l’ambientale n. 15 delle ore 17:49 del 23.5.08 quando, nel discutere con Totore (Marotta) della necessità di lavorare con “un trapano ed una prolunga” senza rompere il pozzetto per rifarlo, ma allargandolo e facendo poi “la stessa tarantella con lo sportello”, alle obiezioni del suo interlocutore sulla necessità che il lavoro sia fatto in modo da non far notare nulla, ribatte che lui chiamerà il fabbro e poi ancora aggiunge “chiamiamo ad Enzuccio … mettiamo le staffe sotto… noi allarghiamo per entrare dentro … noi mettiamo le staffe di ferro”; - ancora decisivo risulta l’impegno per il gruppo del Mango dall’ambientale n.1327 ore 12:49 del 19.06.08 quando viene indicato “Enzo il fabbro” come la persona che ha preparato “le lance”. Il riferimento alle lance ed all’uso che se ne deve fare lo si ricava dalla precedente parte della medesima ambientale n. 1327 che ha inizio alle ore 8:49 nel corso della quale Stolder, sempre impaziente e non soddisfatto dei suoi uomini, commenta che Totore Santaniello deve avere solo contatti con il cognato e gli deve dare “i ferri”che ha il fabbro; quindi alle 12:49 Colurciello Salvatore (del quale i verbalizzanti conoscono bene la voce) esprime la necessità di intervenire tempestivamente per realizzare il colpo prima che intervengano “altre batterie”ed in questo contesto Stolder fa riferimento alle lance preparate dal fabbro. Sulla necessità di lance termiche e sulla urgenza di reperire il materiale, motivo per il quale chiede anche a figlio Alessio di fare una ricerca su Internet giova ricordare l’ambientale n.366 ore 16:44 del 01.06.2008 (riportata come le altre nella parte generale); - nel corso dell’ambientale n.1022 ore 09:29 del 14.06.08 Raffaele spiega all'interlocutore i lavori da svolgere indicando le misure rilevate (parla di quattro metri dal centro del tombino all’interno del magazzino). Dalla conversazione si comprende che si sta esaminando la mappa delle fogne rilevando dei punti per orientarsi e quindi lo Stolder, dopo aver discusso dei loro compiti, aggiunge che dovranno aspettare che “il fabbro” faccia il suo lavoro; - a conferma di chi sia “il fabbro” interessato alla organizzazione di un colpo è l’ambientale n. 1442 ore 07:40 del 20.06.2008 quando Stolder afferma che bisogna contattare “Enzuccio il fabbro” e c'è bisogno di quattro persone, due persone che bucano e di due che puliscono. Colurciello insiste perché si intervenga subito e Stolder osserva che manca solo l'intervento del “fabbro Enzuccio”. Quando nel corso della mattinata arriva Gigino l’elettricista Stolder lamenta con lui che il lavoro poteva essere realizzato in modo che i fili non si vedessero ed aggiunge che “Enzuccio, il fabbro” riteneva che il filo (della prolunga per il trapano) doveva passare da un'altra parte anche per dare maggiore sicurezza a Ciccio “il ferraro” che ha paura “della corrente”. Sempre nel corso della discussione Stolder afferma che Totore Santaniello è bravo pure con il ferro e ripete in concetto indicandolo come “il cognato di Enzuccio”. Al di là delle ambientali sin qui ricordate (e riportate per intero nella parte generale), le intercettazioni telefoniche confermano i contatti assidui nel tempo del Mango con lo Stolder rispetto al quale ha una posizione di subordinazione tipica dell’affiliato. Sono evidenziate nella segnalazione della DIA le telefonate nel corso delle quali Pangione Antonio, soggetto che lavora nel garage sotto l’abitazione dello Stolder gestito da Giaquinto Giulio e Tambone Eugenio, contatta con la sua utenza (monitorata dagli investigatori) Enzo Mango per dirgli che Lello Stolder ovvero lo “zio” chiede di lui e deve andare subito a casa sua (telefonate n. 26 ore 10:58 del 02.09.2008; n.38 ore 14:36 del 16.09.2008; n.130 ore 09:20 del 02.10.2008; n.139 ore 10:31 del 06.10.2008; n.147 ore 09:06 dell’8.10.2008; n.148 ore 12:54 dell’8.10.2008 quando Pangione sollecita il Mango dicendo che “lo zio” lo sta aspettando “giù al palazzo”). Va sottolineata la particolare cautela con la quale Stolder, che pure conosce da tempo il Mango, cognato del Santaniello, prende contatti con il medesimo, evitando di chiamarlo personalmente e usando come tramite il Pangione Antonio. Si tratta peraltro di telefonate brevissime con le quali il Pangione si limita ad inviare il messaggio della necessità che il Mango si rechi da Lello Stolder che più spesso non viene indicato con il nome ma con l’appellativo “Zio” in segno di rispetto. Il Mango non pone domande ma si limita ad assicurare la sua presenza. Tuttavia è proprio il medesimo Stolder Raffaele a svelare l’oggetto dei suoi contatti con il Mango quando con la telefonata n.750 del 28.09.08, intercettata sulla utenza 331 ... nella sua disponibilità, riferisce a tale Antonio Festante che deve vendere una macchina perché ha parlato “con il fabbro” che gli ha detto che la macchina non è compatibile e, tenuto conto delle ambientali intercettate in precedenza, si comprende che si fa riferimento a macchine da modificare per calarsi nelle fogne senza farsi notare. La tecnica è descritta nell’ambientale n. 879 ore 17:56 del 11.06.2008 quando Stolder riferisce ai presenti nel corso di una riunione nella sua abitazione che è stata preparata una macchina “…apri lo sportello e te ne vai nella fogna…” I rapporti dell’indagato con il gruppo Stolder non si limitano all’arco temporale sin qui esaminato (tra giugno e ottobre 2008), ma continuano per tutta la durata delle intercettazioni. Sul punto si richiamano le telefonate registrate sulla utenza 366 ... in uso allo Stolder quando a far data dal 12.11.08 si intrecciano una serie di telefonate tra il capo ed una serie di suoi complici, tra i quali il medesimo Mango Enzo (contattato sulla sua seconda utenza), con riguardo ad un’auto non utile da vendere e di un’altra auto da modificare (situazione analoga a quella rappresentata nella telefonata n. 750). In particolare Stolder contatta il Mango alle ore 17:47 del 12.11.08 (telefonata n. 328) sollecitandolo a recarsi ad un appuntamento e poiché il Mango ha il furgone gli darà la vespa; poi alle successive ore 19:28 (telefonata n. 333) parla con Santaniello Salvatore, tra l’altro, di una macchina da vendere e di una macchina che il cognato del Santaniello, Enzo, porterà all’elettrauto; seguono una serie di telefonate del giorno dopo quanto Enzo Mango viene mandato dal meccanico a vedere un’auto che Mango non riesce a trovare (n. 348, 350, 352). Così Stolder invia dal meccanico Fiandra Bruno (telefonata n. 387 ore 17:40) e successivamente parla con Santaniello per dirgli che si deve “fare la macchina” (tel. n. 389 ore 17:50). Nel medesimo giorno alle ore 18:50 Mango Enzo assicura allo Stolder di aver portato l’auto dall’elettrauto (tel. 394). Il giorno dopo (14.11.08) Stolder parla con Mango di un’auto da in vendita (tel. n. 423), macchina diversa evidentemente da quella di cui il medesimo Stolder parla con Santaniello Salvatore (n. 460) e con lo stesso Mango (n. 471 del 15.11.08) per risolvere una questione particolare, ovvero la necessità che la radio non resti accesa quando il motore sia spento o almeno sia installato un interruttore per spegnerla). Che si parli di auto diverse è reso palese dalla telefonata n. 481 del 15.11.08 quando Santaniello comunica a Stolder di una macchina che è pronta e di una Polo che è in vendita. Significativa dei lavori particolari svolti dal Mango è la telefonata n. 532 del 17.11.08 quando Stolder contatta Enzo per alcuni “pezzi” che vanno tagliati ed in particolare per un pezzo che Enzo doveva portare per conto di Stolder da un tornitore per farlo tagliare; nella successiva n. 536 Enzo Mango comunica a Stolder che il cognato sta andando a “portarglieli”ed in tale circostanza Stolder gli chiede “una lamina” e sempre di una lamina si parla nella telefonata n. 574 del 18.11.08 quando il boss invita a procurarne una che vada bene sottolineando che è “importante anche se la devono comprare”. Finalmente in data 20.11.08 Mango comunica di aver visto la lamiera che costa 180 euro e quindi proverà a chiedere se la trova presso un suo amico e sul punto Stolder afferma che la lamiera “è sottile ed è buona per fare la copertura” (telefonata n. 612), Il contenuto della conversazione viene riferito dallo Stolder al Fiandra al quale dice che la lamiera per la copertura è stata trovata ma costa troppo (tel. 614). Ancora sul tema della lamina è la telefonata n.630 sempre del 20.11.08 quando il Mango commenta di aver ricevuto dal suo amico quella più sottile possibile, che Stolder non giudica comunque adeguata ed i due parlano di pezzi di acciaio che Mango ha procurato. Stolder osserva le “corte” devono metterle da parte per un’altra cosa, mentre gli altri pezzi sono per quelli grossi. Queste sono solo alcune delle telefonate riportate nell’allegato 7 del volume 3° informativa DIA 8.6.09 il cui significato va interpretato alla luce dell’unica attività svolta dallo Stolder e dai suoi uomini in quel periodo (come evidenziato nella parte sul capo A). Tutto ciò consente di ritenere sussistenti i gravi indizi di colpevolezza a carico del Mango Vincenzo in ordine al reato ascrittogli. MARIGLIANO GAETANO E’ a lui contestato il reato di cui al capo H) in quanto associato con Salice Salvatore e Simmi Fabio con il compito di presentare, tramite la propria società di assicurazione MARASS con sede in via Novara, richieste di finanziamenti ad istituti finanziari, sulla base di documentazione falsa, procurata dai due altri associati. Si richiamano a suo carico i gravi indizi di colpevolezza rappresentati nel trattare del capo H) per il quale, lo si ricorda, è stata esclusa l’aggravante di cui all’art. 7 legge 203/91. MAROTTA SALVATORE Sono a lui contestati i reati di cui ai capi A, nella qualità di partecipe al clan Stolder, B, B2 (rapina aggravata Unicredit), F (tentata rapina FINMAZZA). Marotta Salvatore è uno dei più assidui interlocutori dello Stolder ed è tra coloro che partecipano attivamente alle riunioni presso l’abitazione del capo. Difatti, proprio nel corso di una questi incontri per discutere dei “colpi” da organizzare, egli racconta di una rapina effettuata poco tempo prima (n. 199 del 30.5.08). Il P.M., pur avendo nella contestazione incluso anche il Marotta tra gli indagati per la tentata rapina in danno della Finmazza, ritiene tuttavia il medesimo non punibile in relazione a tale reato per desistenza volontaria. In realtà, sebbene il Marotta sia individuato tra coloro che partecipano all’incontro nel corso del quale lo Stolder anticipa il suo progetto di agire nei confronti di una società di pegni che ha sede nei pressi del bar del genero Esposito Antonio, tuttavia non vi è alcun elemento dal quale desumere che il medesimo indagato sia stato poi incluso nella squadra che ha realizzato il tentativo, tenuto conto del lungo lasso di tempo trascorso e della circostanza che nel corso delle successive intercettazioni con il Marotta non si parla più di questo colpo. Resta tuttavia il dato che lo Stolder per tutte le attività che intende realizzare discute quasi sempre con il Marotta ritenuto evidentemente uomo di esperienza, come dimostra la sua stessa capacità di organizzare una rapina ai danni di una banca durante la detenzione del capo, per la ricostruzione della quale si richiama quanto evidenziato nella parte relativa ai reati fine. Molteplici sono le ambientali che testimoniano quanto sin qui rappresentato e si tratta di conversazioni tutte riportate nel trattare della configurabilità del clan Stolder. Qui giova citarne alcune nel corso delle quali il Marotta Salvatore dimostra la sua qualità di soggetto esperto e di uomo di fiducia dello Stolder nel settore dei furti e delle rapine ai danni di istituti di credito, gioiellerie, rappresentanti di preziosi, con il quale il capo si confronta di continuo ragionando di scavi, percorsi nelle fognature, attrezzi da utilizzare, caveau ai quali accedere: così nelle ambientali 15 e 16 del 23.5.08; 199 del 29.5.08 e del 30.5.08; 320 del 31.5.08; 366 del 2.6.08; 1327 del 19.6.08. Si sottolinea che nell’ambientale 199 della mattina del 30.5.08 il Marotta partecipa alla discussione relativa in maniera specifica alla realizzazione di una macchina con il buco da parcheggiare in prossimità di una botola per accedere alle fogne senza essere visti (come peraltro si desume dalle successive ambientali in cui si tratta dei punti ove sistemare l’auto modificata). In particolare, nel discutere della organizzazione dei colpi, il Marotta affronta con lo Stolder e gli altri soggetti presenti anche il tema dei cellulari ai quali bisogna stare attenti, delle schede nuove da procurarsi, delle radio con le quali captare la presenza in zona delle forze di polizia: così nella lunga ambientale n. 520 del 4.6.08 e del 5.6.08, ove il Marotta fa riferimento a congegni cinesi per verificare la presenza della polizia, oltre che ritornare, nel pomeriggio del giorno dopo (il 5.6.08), a parlare in concreto delle attività in corso. Sempre sul tema delle schede telefoniche nuove da procurare per eludere eventuali intercettazioni e dell’uso di ricetrasmittenti il Marotta interviene nell’ambientale n. 786 del l0.6.08. Il Marotta partecipa altresì alle discussioni sulla distribuzione dei soldi effettuata dallo Stolder che vorrebbe tenere da parte la maggior parte del bottino per la crescita del gruppo con nuovi investimenti ma d’altro canto deve garantire uno stipendio ai propri compagni: così ambientale 403 del 3.6.08. A dimostrazione del suo pieno inserimento nel gruppo camorristico giova ricorda altresì le seguenti intercettazioni: n. 15 del 23.5.08 quando alle ore 17:49 quando Marotta (individuato dalla voce) con Stolder e tale Enzo discute di una estorsione ai danni del Centro Sportivo Virgilio compiuta in nome del clan; n. 557 del 7.6.08 quando fa riferimento ai suoi rapporti con tale Grasso Renato per la installazione di macchinette videopoker ed il capo rappresenta di aver già in corso un progetto con Ferraiuolo discutendo però con il medesimo Marotta dei locali per aprire un punto scommesse; n. 520 ore 18:31 del 4.6.08 nella parte in cui si discute della necessità di allontanare gli scippatori dalla zona anche a costo di ucciderli. D’altra parte, nelle ambientali vi è spesso il ricordo di attività svolte insieme anche in passato a conferma dello stretto legame del Marotta con il boss, come risulta in maniera esplicita nella parte dell’ambientale n. 199 del 30.5.08 ore 16:39 riportata con riguardo al reato di cui al capo B, ambientale nel corso della quale il Marotta chiarisce altresì la condivisione dei metodi violenti, affermando che quando ci sono le donne spacca loro la testa per non farle parlare. Quanto alla sua identificazione, effettuata sulla base del riconoscimento vocale da parte dei verbalizzanti, va ricordato a conferma che: - in data 27.06.08 alle ore 12:25 è stato identificato nell’androne del palazzo lo Stolder con Fiandra Bruno e Colurciello Salvatore; - nel corso dell’ambientale n. 1268 del 17.6.08 Stolder chiede al suo interlocutore notizie di Marotta Salvatore apprendendo che il medesimo sta male ed ha problemi con la moglie, circostanza che ne confermano la individuazione secondo quanto annotato nella segnalazione. In ogni caso i verbalizzanti indicano con certezza la voce di Totore come quella del Marotta solo in determinate ambientali, ovvero quelle sopra indicate, e la individuazione della voce nasce anche dall’ascolto delle telefonate intercettate sulle utenze 333 ..., 331 ... e 334 ... nella sua disponibilità monitorate per i contatti con le utenze già sottoposte a controllo nel corso della indagine. Sussistono pertanto i gravi indizi di colpevolezza a carico del Marotta Salvatore in relazione ai reati di cui ai capi A, B e B2. PANICO GIUSTINA Sono a lei contestati i reati di cui al capo I) nella qualità di partecipe all’associazione promossa e diretta dal Vallefuoco Francesco e, quindi, di concorrente esterno nel clan Stolder. L’accusa la indica come preposta alle attività logistiche e di supporto del sodalizio. A carico della indagata sono quattro ambientali particolarmente significative: 1) n. 148 del 6.02.09 (Audi A6) quando Vallefuoco la chiama al telefono per dirle che bisogna pagare i ragazzi e le indica i nominativi e le somme di danaro da dare a ciascuno; 2) n. 66 del 2.02.09 (Audi A6) quando parlando della Panico Vallefuoco riferisce alla Esposito che la donna gli aveva detto che c’erano solo assegni, ma non soldi liquidi ed aggiunge che quando era stato detenuto una delle sorelle aveva detto a Tina che doveva sopportare la vita della moglie di un camorrista; 3) n.1596 del 13.05.09 (Audi A6) quando Vallefuoco telefona alla Panico per chiederle quale sia la disponibilità di contanti avendo chiamato Gilda per ottenere un prestito e discute con lei della contropartita da richiedere. 4) n. 1212 dell’8.1.09 (Audi A6) quando, in macchina con il Vallefuoco, la Panico manifesta timore per il fatto che sta portando i soldi prelevati dal suo conto in Italia all’estero e il marito le risponde che devono cambiare 20 mila euro di assegni e di questi “10 li prendiamo noi e 10 li prendi tu”, nel senso che dieci assegni saranno emessi esclusivamente a suo nome e dieci a nome degli altri associati. Da tali conversazioni si evince che la donna ha la disponibilità delle somme di danaro che il marito utilizza per l’attività del gruppo. Sebbene non risulti che ella abbia il potere di gestire sotto il profilo “amministrativo” la cassa dell’associazione (attività che si attribuisce alla Carcas), è evidente che si tratta di una persona della quale il Vallefuoco si avvale per la custodia e la distribuzione dei soldi da svolgere secondo le sue direttive. Deve essere sottolineato che la indagata viene nominata come Tina, ma alla individuazione certa si giunge proprio perché la medesima Tina è anche indicata come la moglie del Vallefuoco, coniugato con Panico Giustina. Il rapporto di coniugio potrebbe essere valutato a difesa della donna, ritenendo che la stessa, piuttosto che partecipe dell’associazione, si limiti a compiacere il marito. Tuttavia che la stessa operi come associata al gruppo e non come moglie risulta dalle seguenti argomentazioni. Anzitutto, la Panico, che versa gli stipendi ai soggetti indicati dal marito, sa perfettamente quale sia la loro attività ed invero Fanco Vallefuoco commenta con lei le attività ed i pregi di Gennaro o Pescatore e di Gigino di Acerra ed in tale contesto nomina i “casalesi” per dire che gli stessi vogliono Gennaro per gli appuntamenti (cfr. ambientale n.1203 ore 13:28 dell’8.1.09 Audi A6). In secondo luogo in presenza della moglie il Vallefuoco parla apertamente delle attività in corso (cfr. ambientali n. 8728 del 30.10.08, n.1203 e n. 1204 dell’8.1.09), anche se sul punto si potrebbe obiettare che altrettanto fa con la compagna Esposito Lucia la quale tuttavia non viene ritenuta associata. Orbene che l’accusa non abbia ritenuto di muovere contestazioni alla Esposito non significa che la stessa non sia da ritenere intranea al gruppo e le intercettazioni indicate nelle ordinanze emesse per i reati di estorsione aggravata dal g.i.p. di Bologna (emesse in data 15.3.11 e 15.6.11 allegate agli atti) fanno ritenere che si debba propendere per considerarla partecipe. In secondo luogo mentre la Esposito, almeno all’epoca delle intercettazioni indicate nella richiesta del P.M., è ancora “corteggiata” dal Vallefuoco non solo come compagna bensì anche come “prestanome”, ma non risulta abbia accettato tale ruolo, la Panico già da tempo ha aderito al progetto del Vallefuoco e, difatti, la stessa figura: - quale intestataria degli assegni circolari utilizzati per le truffe ed il riciclaggio, come rivelato dalla ambientale n. 1212 citata sopra, nonché dalla telefonata n. 4042 del 4.11.08 quando Zavoli Roberto riferisce a Lara di assegni circolari da farsi rilasciare a nome suo e di Panico Giustina, la cui residenza è a Brusciano, Napoli e gli assegni devono avere come causale “finanziamento soci”; - quale socia per 9.900,00 euro di capitale della I.S.E.S. Italia S.r.l., CF ......50401, con sede in via Flaminia n.171 Rimini, costituita in data 26.01.2009 tra la Panico e D’Amore Gennaro (sulla cui attività si richiama quanto evidenziato nella relativa scheda) che ne è anche amministratore unico. Ma vi è di più. La donna è altresì partecipe delle intese esistenti tra il Vallefuoco ed il Bacciocchi, come rivelato dalla telefonata n.8728 delle ore 19:42 del 30.10.2008 intercettata sull’utenza cellulare 335 ..., in uso a Vallefuoco al quale la donna chiede notizie su come vadano “le cose” e mentre il marito si limita a rispondere di avere appuntamento per l’indomani mattina la donna fa il nome di Livio e commenta “giustamente, sta in difficoltà anche lui”. A tutto ciò deve aggiungersi che il rapporto tra i due coniugi deve ritenersi a tutti gli effetti un rapporto di affari dal momento che l’uomo convive stabilmente con un’altra donna e quindi anche sotto questo profilo è da escludere che la Panico abbia agito solo come moglie devota. Deve concludersi quindi per la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico della Panico Giustina in ordine al reato associativo ascrittole al capo I). Sebbene la donna risulti altresì consapevole dei rapporti del Vallefuoco con la criminalità organizzata, non emergono contatti diretti o attività svolte per il clan Stolder per cui non possono ritenersi sussistenti i gravi indizi per il concorso esterno in tale clan. PANNONE LUIGI Sono a lui contestati i reati di cui al capo I) nella qualità di partecipe all’associazione promossa e diretta dal Vallefuoco Francesco e, quindi, di concorrente esterno nel clan Stolder. Occorre preliminarmente evidenziare che nei confronti del Pannone (al pari di quanto osservato per La Manna) manca una specifica indicazione del ruolo svolto e, tuttavia, è possibile ricostruire la condotta ascrittagli alla luce delle condotte indicate nella prima parte della imputazione, ove è descritta l’attività dell’associazione, e degli elementi evidenziati nel corpo della richiesta ove è indicato il ruolo. Ed invero, da quanto sottolineato nella motivazione della richiesta con riguardo alla posizione del Pannone, emerge che egli viene individuato come uno dei “ragazzi” che operano per conto del Vallefuoco, regolarmente stipendiati, gli fanno da scorta e si occupano con atti di violenza del recupero crediti, attività che, come più volte sottolineato, il Vallefuoco realizza con metodo mafioso. I gravi indizi a suo carico sono costituiti dai seguenti elementi: - viene identificato dai Cc. di Termoli in data 6.3.09 mentre si trova seduto nel bar Strike Cafè in Termoli, alla via IV Novembre n.9/A , insieme con Abete Giovanni, ovvero nello stesso bar dove in una sala riservata poco distante Vallefuoco incontra un altro soggetto (identificato nel Gullotta Antonio, imprenditore della zona). La circostanza non è priva di rilievo posto che sia l’Abete che il Pannone risultano tra i collaboratori della I.S.E.S. società gestita di fatto dal Vallefuoco quale copertura dei suoi illeciti affari. Peraltro proprio in quella circostanza il Vallefuoco viene trovato in possesso di documentazione compromettente (come indicato nel trattare del reato di cui al capo I); - nel corso dell’ambientale n.148 del 06.02.2009 (Audi A6) Vallefuoco comunica alla moglie, al telefono, che bisogna pagare i ragazzi ed indica tra questi Luigi Pannone al quale viene riconosciuta la medesima somma (1500 euro) attribuita a Gennaro o Capocchio ovvero Esposito Gennaro; - il suo nome emerge anche nell’ambientale n. 121 del 29.10.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco lamenta che “i vari Gennaro Esposito e Gigino Pannone non lo hanno avvisato che ci stavano le guardie”, mentre lui era a colloquio con i “siciliani” per un certo lavoro da organizzare “qua sopra”; - lo stesso Pannone viene individuato dai verbalizzanti come interlocutore del Vallefuoco nell’ambientale n. 864 del 18.12.08 (Audi A6) quando ricorda di un “cavallo di ritorno” che ha realizzato e delle circostanze in cui, insieme a Gennaro, era entrato in qualche negozio prendendo a schiaffi chi non voleva pagare, tanto vero che restando in argomento il Vallefuoco commenta che ora ha un appuntamento con una persona per una serie di società e se la persona si tirerà indietro “abbusca dentro al bar”; - nel corso dell’ambientale n. 226 ore 18:36 del 11.02.2009 (Audi A6) Vallefuoco, raccontando alla compagna le gesta dei suoi ragazzi, riferisce che Gigino, il quale si trovava con Gennaro per una estorsione ai danni di un ristorante, avendo sentito che il titolare voleva chiamare i carabinieri gli aveva messo “la pistola in bocca”. Da quanto emerso dalle precedenti conversazioni non è difficile identificare Gigino del Pannone. Sussistono pertanto a suo carico i gravi indizi di colpevolezza in relazione al reato di partecipazione all’associazione promossa dal Vallefuoco. Non vi sono elementi per ritenerlo concorrente esterno nel clan Stolder. QUINZIO NICOLA Sono a lui contestati i reati di cui ai capi A nella qualità di partecipe del clan Stolder e C (tentato furto aggravato Muto). Come correttamente evidenziato dal P.M. nei suoi confronti non risultano elementi diversi da quelli relativi al tentato furto a lui contestato ed oggetto di segnalazione di reato della Squadra Mobile. Non risultano pertanto raggiunti i gravi indizi di colpevolezza in relazione al reato di cui al capo A), fermo restando la gravità degli elementi a suo carico per il reato di cui al capo C. SALICE SALVATORE E’ a lui contestato il reato di cui al capo H) in quanto associato con Marigliano Gaetano e Simmi Fabio per la predisposizione di richieste di finanziamento con documentazione falsa che, tramite la società di assicurazione MARASS di Marigliano, venivano inoltrate agli istituti finanziari. Si richiamano a suo carico i gravi indizi di colpevolezza rappresentati nel trattare del capo H) per il quale, lo si ricorda, è stata esclusa l’aggravante di cui alla lett. 7 legge 203/91. SANTANIELLO SALVATORE E’ a lui contestato il reato di cui al capo A), nella qualità di partecipe al clan promosso e diretto da Stolder Raffaele. La identificazione del Santaniello, quale partecipe alle riunioni che quotidianamente si svolgono in casa Stolder subito dopo la sua scarcerazione, si fonda sui seguenti dati: - nel corso dell’ambientale n. 403 del 3.6.08 Stolder parla con Salvatore del cognato Vincenzo che sta lavorando con loro e, come evidenziato nella scheda del Mango Vincenzo, si tratta del fabbro cognato di Santaniello Salvatore, (Mango ne ha sposato la sorella Anna), al quale spesso si fa riferimento con il nome di Enzuccio il fabbro parlandone come il cognato di Santaniello; - a conferma del punto che precede nel corso dell’ambientale n. 1442 del 21.06.08 ore 9:40 parlando della organizzazione di un “colpo” da effettuare mediante il passaggio per le fogne e discutendo della necessità di mettere uno sportello e di aprire una porta blindata, Stolder Raffaele dice testualmente “quello Totore Santaniello pure è bravo con il ferro, il cognato di Enzuccio quello sa fare tutto però ha il posto di lavoro impegnativo nella metropolitana”. I verbalizzanti annotano che in effetti Santaniello Salvatore risulta assunto da un’impresa di pulizia che lavora all’interno della Metropolitana; - viene identificato in data 19.10.08 alle ore 10:30 circa quando, nel corso di un controllo di alcuni soggetti intenti a chiacchierare dinanzi al garage sottostante l’abitazione dello Stolder in vico Palazzo Due Porte n. 16, i verbalizzanti vedono uscire dal civico 16 l’indagato il quale affermava di essersi recato a salutare Stolder Raffaele (annotazione del 19.10.08 inserita nell’allegato 13 del volume secondo della segnalazione); - viene identificato in data 26.11.08 alle ore 17:15 dalla P.S. Vicaria Mercato mentre chiacchiera con Stolder Raffaele in via Pietro Colletta, ed a breve distanza è notata Ferriero Patrizia a bordo dell’auto Lancia Y sottoposta ad intercettazione (almeno sino a quando non viene fatta bonificare dallo Stolder). Nonostante il lavoro ottenuto con la ditta di pulizia, il Santaniello non è poi così impegnato da trascurare i suoi doveri di affiliato e partecipa, sia pure qualche volta ritardando, agli incontri con il capo come rivelato anzitutto proprio dall’ambientale n. 403 cit. nel corso della quale il Santaniello afferma di non aver abbandonato i suoi doveri giustificando i ritardi con la malattia della madre. Da sottolineare che nel corso della medesima ambientale si parla di auto da modificare, di intestazioni fittizie e, all’arrivo di Colurciello, anche di una vicenda connessa ad un recupero crediti, per poi riprendere a discutere proprio con il Santaniello delle modalità con le quali modificare un’auto Twingo. Santaniello nel corso degli incontri partecipa attivamente alla organizzazione dei “colpi”, dimostrando una specializzazione nelle attività da svolgere nei condotti fognari. In tal senso si ricordano le ambientali (già riportate nella parte generale e qui solo citate) n. 879 ore 17:56 dell’11.6.08 e n. 1442 ore 11:40 del 21.6.08, nonché le telefonate intercettate sulla utenza 366 ... in uso allo Stolder riportate nell’allegato 7 volume 3° della segnalazione, con particolare riguardo al periodo dal 12.11.08 (la n. 333 è la prima telefonata in cui Stolder contatta il Santaniello per sapere cosa ha fatto con la macchina) al 20.11.08 quando si registrano una serie di contatti tra Santaniello Salvatore, Bruno Fiandra, Marotta Salvatore, Mango Enzo e lo Stolder (riportati nella scheda del Mango) relativamente alla modifica di un’auto, cui il Santaniello si occupa di intesa con i compagni e principalmente con il cognato Enzo che valuta gli interventi da effettuare per l’uso che a loro interessa. Il Santaniello viene incaricato di parcheggiare la predetta auto al “solito posto” (come gli dice di fare Stolder nella telefonata n. 481 del 15.11.08). Peraltro giova ricordare che nel trattare del tentato furto ai danni del Muto sono riportate anche significative conversazioni dalle quali si desume come, insieme con lo Stolder subito dopo l’intercento della polizia, si trovi proprio il Santaniello Salvatore che si occupa anche di recuperare un’auto con a bordo un cellulare (cfr. telefonata n. 2057 intercettata sulla utenza in uso al Santaniello 334 ... e telefonate successive). Il Santaniello si interessa altresì del settore delle estorsioni, come rivelato dalla ambientale n. 848 del 4.10.08 intercettata a bordo dell’auto Fiat 500 quando insieme con Ferriero Patrizia ed un altro soggetto si commenta sia pure criticamente la richiesta di 5000 euro che devono avanzare per conto del capo, nonché dalla telefonata n. 1375 del 21.6.08 intercettata sulla utenza cellulare 331... in uso a Stolder Raffaele quando si fa riferimento all’esercizio commerciale ICE ART Gallery ove il figlio del boss Alain si reca senza pagare e sul quale il gruppo ha messo gli occhi per inserirsi nella gestione Ma vi è di più. A dimostrazione della particolare fiducia goduta dall’indagato va ricordato che il medesimo è uno dei pochi che Stolder pone in contatto con La Manna Domenico (cfr. telefonate del 27.8.08 n. 18 utenza 366 ..... e n. 618 utenza 331 ... riportate nella parte generale) e con Vallefuoco Francesco (cfr. telefonata n. 326 del 16.8.08 quando Santaniello usando il cellulare 331... dello Stolder comunica la sua utenza al Vallefuoco per i prossimi contatti). Infine il Santaniello è tra i soggetti coinvolti nel patto con il sindacalista, patto che con loro non può essere violato, di cui si è trattato nella scheda di Ferraiuolo Gennaro. Sussistono quindi gravi indizi a carico del Santaniello in relazione al capo A). SCHIAVON GIANFRANCO. E’ a lui contestato il reato di cui al capo F). In ordine ai gravi indizi di colpevolezza a suo carico si rinvia a quanto osservato nel trattare della specifica contestazione. Il P.M. per il coindagato Marotta sostiene la non punibilità del tentativo per desistenza, per Ferriero Rosaria non avanza alcuna richiesta mentre per Stolder e Fiandra non svolge rilievi particolari. Tuttavia, sia pure in maniera contraddittoria espressamente ritiene responsabile lo Schiavon del reato ascrittogli e quindi la richiesta finale (che riguarda tutti gli imputati per tutti i reati in contestazione) deve ritenersi non solo formalmente formulata, ma anche sostenuta in motivazione. Questo giudice, peraltro, ha già evidenziato l’assenza degli elementi della desistenza volontaria per il reato in esame nella parte in cui si è esaminato il capo F). SIMMI FABIO LUCA E’ a lui contestato il reato di cui al capo H) in quanto associato con Salice Salvatore e Marigliano Gaetano per la predisposizione di richieste di finanziamento con documentazione falsa che, tramite la società di assicurazione MARASS di Marigliano, venivano inoltrate agli istituti finanziar. Si richiamano a suo carico i gravi indizi di colpevolezza rappresentati nel trattare del capo H) per il quale, lo si ricorda, è stata esclusa l’aggravante di cui alla lett. 7 legge 203/91. STOLDER RAFFAELE Sono a lui contestati i reati di cui ai capi A), nella qualità di capo e promotore del clan, C (tentato furto aggravato Muto), D, D1, D2 (rapina aggravata, sequestro persona ed armi S. V. e Y), E, E1, E2 (rapina aggravata, sequestro persona ed armi X), F (tentata rapina aggravata Finmazza) e G (violazione sorveglianza speciale). Si è già detto nel trattare del capo A) che l’associazione di stampo camorristico – in situazione di quiescenza, ma mai sciolta - con la scarcerazione di Stolder Raffaele si riorganizza per riprendere in maniera piena le propria attività illecite ed ampliare la portata del controllo sul territorio, tenuto conto della ridotta influenza del clan Giuliano. Quanto già emerge in tal senso dalle chiare ambientali presso l’abitazione dello Stolder, che impartisce direttive agli uomini che operano nel suo nome e per suo conto, trova conferma ed ulteriore riscontro nelle parole di altro indagato, Vallefuoco Francesco, il quale afferma che Lello Stolder ha preso il posto di Luigi Giuliano a Forcella nel corso dell’ambientale n. 1081 del 31.12.08 intercettata nell’AUDI A 6 di Vallefuoco (riportata con riguardo al capo I). In relazione alla fattiva partecipazione ai reati fine dell’associazione valgono le considerazioni già svolte nella parte relativa agli stessi, ma qui vale la pena sottolineare che lo Stolder organizza e promuove una serie di ulteriori furti e rapine che non sono stati contestati in maniera analitica, tenuto conto della mancanza di elementi specifici utili ad individuare con certezza gli obiettivi. Tuttavia nelle intercettazioni si parla chiaramente dei tracciati delle fogne, del materiale che occorre per agire presso istituti di credito e gioiellerie, degli appuntamenti fissati per i sopralluoghi. Si discute altresì dei bottini, a dimostrazione che altri colpi vanno a segno, al di là di quelli contestati, e quindi le conversazioni relative ad una molteplicità di furti e rapine non restano solo a livello di chiacchiere, ma si traducono in realtà (cfr. ambientale n.366 ore 12:42 del 01.06.2008 riportata nella parte generale relativa al reato di cui al capo A). Ma lo Stolder, appena scarcerato, riprende le redini anche dell’attività estorsiva a dispetto di chi riteneva che non sarebbe mai tornato sul territorio (cfr. sul punto ambientale n.15 ore 17:49 del 23.5.08 presso la sua abitazione riportata nella parte generale). Sempre nella sua qualità di capo, con un nome che continua a destare quel rispetto generato dal timore, Stolder si attiva per acquisire il controllo sugli acquisti degli immobili sequestrati messi all’asta (cfr. ambientali del 17 e del 18 giugno in relazione ad un acquisto, in particolare la 1299 tutte sopra riportate). Egli inoltre, sempre tramite persone di fiducia, discute dell’acquisto di attività economiche, cercando di inserirsi in particolare nel fruttuoso mercato delle scommesse e delle macchinette videopoker. Significativi del suo ruolo di capo sono altresì i contatti con 1) La Manna Domenico, esponente della mafia siciliana, che con lui discute sia di una vicenda relativa all’acquisto di una partita di droga da parte di soggetti raccomandati dallo Stolder, sia di investimenti da realizzare con un soggetto di San Marino; 2) con Vallefuoco Francesco, promotore e capo di un’autonoma associazione, con il quale discute di investimenti da effettuare tramite terze persone. A ben guardare la maggior parte delle intercettazioni (ambientali o telefoniche) vede come protagonista lo Stolder il quale evidentemente non ha perso il suo smalto dopo la lunga detenzione, che semmai ne ha accresciuto il prestigio. Egli, come tutti i capi, ha il suo attendente cui si rivolge per ogni tipo di incombenza minore, preferendo non esporsi in prima persona. Sul punto si richiamano le seguenti intercettazioni: - n. 155 ore 10:24 del 12.11.2008 intercettata sulla utenza 334... in uso a Stolder Raffaele il quale riceve una telefonata da Giglio Gennaro che utilizza l’utenza 338 ..., intestata alla madre De Bernardo Carmela, sottoposta a sua volta ad intercettazione. Nel corso della telefonata si parla di documenti da preparare; Giglio precisa di non aver chiamato per evitare comunicazioni telefoniche. Stolder dice che deve sempre provare a contattarlo; - n. 156 ore 10:30 immediatamente successiva e tra le stesse utenze di cui sopra nel corso della quale Giglio dice a Stolder che gli farà sapere tra poco e Stolder lamenta che la “persona di fuori” non gli ha fatto sapere più niente. Giglio risponde che ci penserà lui direttamente, in quanto il nipote gli fa perdere solo tempo; - n. 164 ore 18:48 del 17.11.2008 intercettata tra le predette utenze in uso a Stolder Raffaele e Giglio Gennaro al quale il primo comunica che è riuscito a fargli avere un attestato di lavoro, sottolineando che sebbene servisse anche a lui, aveva preferito farlo per Gennaro il quale andrà a trovarlo il giorno dopo. I verbalizzanti hanno accertato che il Giglio Gennaro, figlio di Pietro e De Bernardo Carmela, risulta assunto da Mazzacano Antonio, titolare di officina meccanica situata nei pressi dell’abitazione dello Stolder. Nella segnalazione si evidenzia che Giglio era sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora nel comune di San Giorgio a Cremano ed era stato autorizzato a spostarsi, unicamente per motivi di lavoro, presso l’officina meccanica del Mazzacano Antonio, proprio grazie all’attestato ottenuto attraverso l’interessamento dello Stolder. Le telefonate sopra indicate rivelano il concreto interessamento del capo per i propri “amici”. Ed invero che il Giglio sia persona di fiducia dello Stolder lo dimostrano le successive conversazioni tra i medesimi intercettate sulla utenza 338 ... , in uso a Giglio Gennaro che viene convocato dallo Stolder per discutere da vicino a casa o viene chiamato per incombenze di vario genere. Queste le telefonate significative: - n.4 ore 09:29 del 18.12.2008 Stolder Raffaele con la utenza 334 ... chiama Gennaro Giglio il quale si limita a dire “mo’ vengo”; - n. 8 delle successive ore 14:24 (stessa data 18.12. 08) nel corso della quale Giglio comunica allo Stolder Raffaele che lo ha contattato “ho rintracciato quell’amico… mo lo sto aspettando e viene”. Stolder chiede “ma è andato mio nipote lì?” e Giglio “sono andato io! ….quale, tuo nipote..” ed aggiunge che il nipote dello Stolder “io non l’ho visto proprio….ho fatto anche l’imbasciata del fatto di Antonio…gliel’ho detto a don Gennaro…hai capito?”. Stolder chiede “quando vieni ?” e Giglio “eh mo …sto aspettando a questo”; - n.50 ore 07:54 del 20.12.2008 sempre tra le stesse utenze sopra indicate quando Stolder Raffaele contatta Giglio per dirgli, di buon mattino, “che ti volevo dire …vuoi chiedere a sto signore, se sto salottino è a divano letto….”. Giglio risponde “si mo, glielo domando” aggiungendo “ci vediamo dopo”. Stolder chiede “l’appuntamento con la signora, a che ora lo hai fatto?”. Giglio “alle 10:30, la devo chiamare”. Stolder “no, ma io dico qua”. Giglio “si, ma lo devo chiamare prima io, alle 10:30 e, poi, lui mi fa sapere e viene”. Stolder “io dico il fatto della signora, per il fatto dei regalini che dobbiamo fare…”. Giglio “mo’ passa per te e, poi, andiamo giù”; - n.54 delle successive ore 11:42 (sempre del 20.12.08) nel corso della quale Giglio comunica a Stolder Raffaele che lo ha richiamato “sto qua, in quanto mi ha chiamato il meccanico… perché è venuta quella parente mia a trovarmi…hai capito?....”.Stolder “embè …stai là, stai?”. Giglio “si, vabbè ..ma tutto a posto …ma, adesso, vuoi far scendere tua moglie, che andiamo a vedere i regali?”. Giglio spiega a Stolder dove la moglie debba raggiungerlo “allora ci vediamo sai dove?!...così le faccio posare anche la macchina…ai Quattro Palazzi dove sta la Strike…lo sai dove sta la Strike?....allora ai Quattro Palazzi a scendere verso via Marina …….diglielo… dove sta la Strike… sulla strada che porta fuori la Marina”. Si dirà che la moglie di Stolder doveva acquistare i regali di Natale come è normale, ma non è altrettanto normale che una persona che dovrebbe trovarsi al lavoro presso un meccanico faccia invece da accompagnatore alla Ferriero Patrizia; - n. 450 ore 22:07 del 08.01.2009 (sempre tra le stesse utenze dello Stolder e del Giglio) nel corso della quale Stolder lamenta di aver chiamato anche prima senza aver ricevuto risposta. Giglio spiega di non aver sentito il cellulare che era nella tasca del giubbotto. Quindi Stolder comunica “perché non scendi presto domani…devi passare un attimo per il lattaio”. Giglio chiede “la compagna mia?” e Stolder “eh! lo vai a vedere…”, ma poi specifica “ma no quello lì… lì in mezzo… quell’altro là……ò Pelato…” e si raccomanda di fare presto, prima delle 08,00 ovvero almeno per le 7:30; - n. 461 ore 16:42 del 09.01.2009 (stesse utenze sopra indicate) nel corso della quale Stolder chiama il Giglio che si limita a dire “sto venendo”; - n. 476 ore 11:35 del 12.01.2009 (stesse utenze sopra indicate) nel corso della quale Stolder chiama per chiedere “ma dove stai?.... ma, non vieni?”e si lamenta “hai detto mezz’ora …un’ora …non sei venuto proprio più”. Giglio risponde “sono stato un attimo lì ..un’oretta ..un’oretta e mezza…mo me ne vengo”; - n.507 ore 10:57 del 14.01.2009 quando Stolder con la sua utenza sopra indicata chiama il Giglio sulla utenza monitorata e questi gli risponde di essere al lavoro, dal meccanico; - n.527 ore 17:13 del 15.01.2009 (sempre tra le utenze sopra indicate) nel corso della quale Stolder Raffaele contatta Giglio il quale, sentita la voce dello Stolder, dice immediatamente “sono andato un attimo agli Orefici ….poi, al Duomo e, poi, vado lì….”. Stolder lo sollecita “vedi di fare presto ... in modo che parliamo un attimo”; - n.528 delle successive ore 19:19 (sempre del 15.1.09) quando Stolder ricontatta Giglio per dirgli “aspettavo che mi chiamavi….ti sei fatto il giro…mi facevi sapere”. Giglio risponde “sono andato”. Stolder chiede “ma te ne stai andando?” e Giglio “si…..ci vediamo domani?”. Stolder concorda ma prima di chiudere la telefonata domanda “ma è a posto a posto?”. Giglio “si ..si …tutto a posto”. Stolder “lo hai accompagnato e lo hai salutato?......il Chiatto dove sta?.... io aspettavo il Chiatto hai capito?.....per sapere”. Giglio risponde di non sapere dove di trovi il Chiatto e poi aggiunge “e, mo vado a vedere se sta a casa?”. Stolder “e vedi un poco”; - n.531 ore 19:29 (sempre del 15.1.09) quando un impaziente Stolder chiama Giglio “uè..uè…dove stai?”. Giglio risponde “senti sono sotto casa ..ma questo non c’è”. Stolder gli dice “ma vieni un attimo…si vieni un attimo” e Giglio obbedisce “mo’ vengo”; - n.552 ore 10:41 del 20.01.2009 quando Stolder Raffaele chiama Giglio Gennaro il quale dice che sta andando “dall'amico suo” e poi andrà da lui; - n.578 ore 09:11 del 22.01.2009 sempre tra le stesse utenze, ma Giglio chiamato come sempre dallo Stolder (di cui i verbalizzanti conoscono bene la voce) interpella quest’ultimo con il nome di Domenico. Stolder dispone che Giglio passi dalla mamma di Ciccio per fargli sapere se andrà da lui. Il chiamarsi, quando si parla al telefono, con nomi diversi è un escamotage al quale il gruppo capeggiato dallo Stolder fa spesso ricorso (si vedano le telefonate riportate nell’allegato 7 volume 3° della segnalazione) ed al quale fanno ricorso gli affiliati tutti nel corso delle rapine (si veda quanto riportato con riguardo alla rapina X. Si ricorda che nel corso della ambientale n. 366 del 2.6.88 lo Stolder parlando di un colpo da organizzare fa riferimento a Rino come persona in grado di far fruttare più soldi dal colpo, ed indica il predetto come il figlio di Pierino, al quale era morta la moglie Carmela, fornendo proprio quei dati anagrafici che hanno consentito di identificare Giglio Gennaro quale persona di fiducia del capo e suo intermediario. Resta qui da verificare gli elementi a sostegno del capo G non trattato nella parte generale in quanto relativo al solo Stolder. Questi risulta sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con provvedimento divenuto irrevocabile in data 9.6.97, emesso dalla Corte d’Appello di Napoli, per un periodo residuo di anni 2, mesi 9 e giorni 18, con obbligo di soggiorno nel comune di Napoli. (provvedimento acquisito agli atti con nota del 15.7.11) Giova ricorda che al momento della scarcerazione, nei confronti dello Stolder fu formalmente ripristinata la misura per il periodo residuo sopra indicato ed invero il soggetto fu immediatamente sottoposto agli obblighi della sorveglianza dalla PS di Sulmona (cfr. verbale dell’11.3.08 ore 12:00 inserito nell’allegato 15 volume 2 della segnalazione) Ebbene dalle intercettazioni emerge chiaramente che il predetto vincolo non lo ha mai limitato, avendo egli ripreso immediatamente contatti con il gruppo dei suoi vecchi affiliati, recandosi anche fuori dal comune di Napoli. In particolare nel pomeriggio del 22.04.2008, a seguito di conversazioni intercettate sull’autovettura Lancia nella sua disponibilità, gli investigatori organizzano un servizio di osservazione in Mugnano di Napoli, avendo modo di constatare che lo Stolder, con la moglie ed il figlio Ivanfilippo, si recano presso l’abitazione di Montuoro Gennaro in via C. Pavese 3 Traversa n. 2/A a Mugnano di Napoli. In tale occasione lo Stolder è controllato da personale della P.S. di Giugliano, con il quale gli investigatori concordavano un occasionale controllo. Questa tuttavia è solo una delle circostanze nel corso delle quali lo Stolder viola le prescrizioni dal momento che in maniera costante e continua frequenta soggetti con precedenti penali e/o di polizia, con i quali organizza e commette reati, per i quali correttamente è stata contestata altresì l’aggravante di cui all’art. 7 legge 575/1965. In conclusione devono ritenersi raggiunti i gravi indizi di colpevolezza per tutti i reati contestati allo Stolder. VALLEFUOCO FRANCESCO Sono a lui contestati i reati di cui al capo I quale di capo e promotore dell’associazione dedita all’attività di riciclaggio e recupero crediti con metodi violenti, nonché quale concorrente esterno nel clan Stolder, del quale è lo stabile interlocutore nel settore del riciclaggio. Nel corso delle indagini sono state individuate le utenze cellulari 335..... e 392 ...... come utenze in uso ad un soggetto, di nome Franco, di San Marino in contatto con Stolder Raffaele ed i suoi fedelissimi, comune amico del La Manna, per un’operazione finanziaria da compiere. Come già evidenziato nella scheda relativa al D’Amore, dall’ascolto delle telefonate sulla prima delle suindicate utenze, è emerso che il soggetto si sarebbe recato a trovare la moglie in ospedale. Ed invero alle ore 15:00 dell’8.10.08 in Avellino i verbalizzanti individuano l’auto AUDI A/6 con targa di San Marino, risultata in uso a Vallefuoco Francesco (la cui foto è affissa sul parabrezza) parcheggiata nei pressi del locale ospedale. Alle ore 15:30 escono dall’ospedale Moscati due uomini che salgono a bordo dell’auto. Si procede a farli controllare da una pattuglia dei Cc. in zona verificando che si tratta di Vallefuoco Francesco (nato a Brusciano il 22.6.67) e di D’Amore Gennaro (nato Brusciano il 12.1.68). Nell’annotazione si legge che presso l’ospedale risulta ricoverata Panico Tina, moglie del Vallefuoco che al momento del controllo è con il figlio minore (annotazione allegato 19/m volume 2° annotazione DIA). Individuata l’auto in uso al Vallefuoco, viene organizzato un servizio in data 21.10.08 a Rimini ove l’indagato si sarebbe recato per incontrare delle persone. Difatti i verbalizzanti localizzano l’AUDI A/6 parcheggiata nei pressi dell’Hotel Merano e vi collocano il dispositivo GPS; alle ore 00:30 del 22.10.08 vedono il Vallefuoco a bordo dell’auto raggiungere la propria abitazione in Rimini al viale Regina Margherita. In tale occasione installano la microspia all’interno dell’auto (annotazione allegato 19/p volume 2° annotazione DIA). In data 6.3.09 il medesimo Vallefuoco viene osservato all’interno del bar Strike Cafè in Termoli, alla via IV Novembre n.9/A, intento a parlare con Gullotta Antonio, imprenditore della zona, scortato come sempre da alcuni dei suoi ragazzi, in particolare da Abete Giovanni e Pannone, seduti poco distante. Non vi possono essere pertanto dubbi sulla sua identificazione quale usuario delle utenze cellulari a lui attribuite e quale interlocutore delle conversazioni a bordo dell’auto con la quale abitualmente si sposta in giro per l’Italia. L’attività dell’associazione è raccontata nelle lunghe ambientali con la Esposito Lucia, quando rivela come abbia salvato dai debiti Zavoli Roberto, assumendo in cambio il controllo delle società di quest’ultimo utilizzate per le “truffe eleganti” che egli è in grado di organizzare, vantando rapporti di forza con imprenditori, nonché di solidarietà e collaborazione con organizzazioni camorristiche e mafiose, in particolare “casalesi”, napoletani identificati nel clan Stolder e “siciliani”. Devono ritenersi richiamate con riguardo alla posizione del Vallefuoco tutte le intercettazioni e le attività investigative riportate nel trattare del capo I. Qui va solo evidenziato che i racconti fatti dal Vallefuoco alla compagna non sono mere vanterie, perché sono riscontrati dalle altre intercettazioni telefoniche ed ambientali con i coindagati e con altri associati non identificati, dalle attività di osservazione e controllo poste in essere dai verbalizzanti, che hanno portato all’acquisizione in copia di documentazione rilevante per la comprensione delle telefonate con Zavoli Roberto e conBacciocchi Livio, dai contatti diretti del Vallefuoco con lo Stolder e con gli affiliati di tale clan come Santaniello Salvatore. Così quando parlando in auto con tale Salvatore delle attività in corso afferma che Lello Stolder, il quale ha preso il posto dei Giuliano, è per lui come un fratello non si tratta di vanteria bensì di realtà. Allo stesso modo deve ritenersi attendibile e riscontrata l’ammissione del Vallefuoco, resa nel corso della medesima ambientale (parlando sempre con Salvatore), di operare con 45 “ragazzi” di cui 26 casalesi e spiega che loro gli passano i soldi per riciclarli aggiungendo poi che quando nella sua attività ha qualche problema “prendo la mia squadra e ce li mando sotto” (cfr. ambientale n.1081 ore 17:12 del 31.12.08). Non va dimenticato che il medesimo Vallefuoco è stato raggiunto da due ordinanze di custodia cautelare: la prima per essere gravemente indiziato di aver commesso estorsioni , in concorso tra gli altri, tra i quali Esposito Gennaro (pure indagato per il capo I), presentandosi a nome dei casalesi tra novembre 2010 e gennaio 2011 nella zona di Rimini ( cfr. ordinanza G.I.P. Bologna del 15.3.11, confermata dal Tribunale per il riesame sia pure per una delle due estorsioni contestate); la seconda per essere gravemente indiziato, sempre in concorso con altri tra cui la compagna Esposito Lucia ed il cognato D’Amore Giuseppe, per aver tramite lo schermo della società I.S.E.S proceduto al recupero di crediti mediante attività violenta e sempre presentandosi a nome dei casalesi (cfr. ordinanza GIP Bologna del 15.6.11). Il quadro che emerge dalla indagine in esame è più vasto (e probabilmente ha richiesto un tempo maggiore per essere rielaborato) ma ha consentito di verificare il ruolo di promotore e capo di una vasta associazione per delinquere che opera in tutto il territorio nazionale. Non occorre aggiungere altro (anche perché si dovrebbe ripetere quanto già esposto con riguardo al capo I) per ritenere sussistenti i gravi indizi di colpevolezza a carico del Vallefuoco che rivela in tutte le conversazioni il suo ruolo di promotore e di capo. Le intercettazioni confermano altresì gli stretti legami creasti in maniera stabile con il clan Stolder, previo accordo con il capo Stolder Raffaele grazie al quale ha contatti stabili, direttamente o per il suo tramite D’Amore Gennaro, anche con gli affiliati Santaniello Salvatore e Giaquinto Giulio. ZAVOLI ROBERTO Sono a lui contestati i reati di cui al capo I quale partecipe all’associazione diretta da Vallefuoco Francesco e preposto in particolare ai rapporti tra Vallefuoco e Bacciocchi, nonchè socio insieme al primo della ZA.VA. Group, impiegata per il perseguimento dei fini illeciti dell’associazione. A suo carico sono le numerose e significative telefonate intercettate sulla utenza 335 ... a lui intestata ed individuata proprio sulla base dei contatti con la utenza del Vallefuoco già monitorata. Dalle predette telefonate, riportate tutte nella parte relativa alla ricostruzione dei fatti contestati al capo I, emerge la piena partecipazione dell’indagato alle truffe organizzate dal Vallefuoco ed all’attività di riciclaggio per conto di clan camorristici, nonché la condivisione dei metodi violenti. La sua storia peraltro è raccontata dal Vallefuoco alla compagna Esposito Lucia, nel corso della telefonata n. 6897 ore 22:13 del 21.10.2008 intercettata sulla utenza 335 ...., in uso a Vallefuoco Francesco, il quale spiega alla donna che Marika aveva intrecciato una relazione con lo Zavoli solo per danaro, ma poi aveva scoperto che, anche se i conti correnti erano intestati Zavoli, questi non era l’effettivo proprietario, perché nelle società ITECNICI,MOD'S, I.SE.S, era presente in maniera predominante Vallefuoco. La donna lo aveva lasciato e si era recata da lui (Vallefuoco) per riferirgli che Zavoli prelevava danaro a sua insaputa sui conti correnti, danaro che Zavoli poi dovette restituire. Sin qui potrebbe sembrare che lo Zavoli sia una vittima, ma la telefonata continua e Vallefuoco racconta che l’uomo lo considera un modello da imitare, chiarendo anche che fu proprio Zavoli a contattarlo per chiedergli, conoscendo le sue amicizie malavitose, di “indurre” i suoi creditori a desistere dalle loro richieste; in tale contesto gli aveva rappresentato di avere una impresa di costruzione con un fabbricato di 58 appartamenti ed i creditori gli avevano concesso una settimana di tempo per pagare il debito di 13 milioni di euro, aggiungendo che se fosse stato protestato avrebbe perso ogni suo bene ed anche la possibilità di aprire conti corrente a San Marino. Vallefuoco lo aiutò e da quel momento entrarono in società ed i soldi che figurano sul conto corrente Zavoli, testualmente “sono di Franco e Roberto". In maniera del tutto coerente Vallefuoco accenna alla difficile passata situazione economica dello Zavoli nella conversazione n. 418 del 25.02.09 quando in macchina con il telefono viva voce parla con la moglie di Bacciocchi affinchè induca il marito ad aiutarli ancora una volta perché “Livio ha fatto tanto per Roberto”. Monica parla di un cantiere pieno di debiti lasciato da Roberto e Vallefuoco la asseconda ma insiste nelle sue richieste evidenziando che lui non si preoccupa di Roberto e della figlia Lara bensì di tutti loro, perché “prendi Proietti quando lavorava per Livio ....adesso è la stessa cosa per Roberto in questo giro”. A riscontro di quanto sin qui evidenziato vanno letti gli accertamenti svolti dalla DIA in relazione alla posizione dello Zavoli (allegati 14/d) dai quali risulta che: - la I.S.E.S. risulta costituita in San Marino, sede legale alla via Strada degli Angariari n. 25, con iscrizione al REA (repertorio economico amministrativo) in data 1.10.08; con atto del 25.9.08 viene nominato amministratore Zavoli Roberto con agenzie a Rimini e Castelfranco, mentre ancora prima della iscrizione al REA (secondo quanto risulta dalla annotazione del 17.9.08) i verbalizzanti individuano auto con targa di San Marino presso una agenzia I.S.E.S. di Brusciano di Napoli alla via Galileo Galilei n. 23 ove sono eseguiti rilievi fotografici che riprendono lo stabile con la scritta I.S.E.S. e le targhe delle autovetture; - dalla consultazione del sito ufficiale della ISES (http://www.ISES- sm.com), nella home page è indicata la società “ZA.VA. Group” ovvero un gruppo facente capo a Zavoli Robertoe Vallefuoco Francesco in società tra loro proprio come riferito dal Vallefuoco (agli atti è la stampa della home page); - Zavoli Roberto risulta altresì titolare di una impresa individuale con sede legale in Montegrimano (frazione Montelicciano) la cui attività ha avuto inizio in data 16.5.05 per la costruzione edifici. Agli immobili di Montelicciano fanno riferimento nelle loro conversazioni tra ottobre e novembre 2008, nel momento in cui occorre coprire gli assegni secondo la richiesta di Bacciocchi, controllato dalle banche ed entrato in difficoltà, Zavoli e Vallefuoco concordando in ordine alla necessità di effettuare “vendite doppie” a soggetti loro vicini (cfr. ad esempio telefonate n. 3338 del 27.10.08, n. 4765 dell’11.11.08 intercettate sulla utenza dello Zavoli). Peraltro, nella telefonata Vallefuoco nomina con la Esposito anche il MOD’S e la ITECNICIcome società di cui è titolare con lo Zavoli e sul punto i verbalizzanti hanno accertato che: - il Mod’s Club Kafè, sito della Repubblica di San Marino, via Strada Degli Aceri n.14 risulta formalmente gestito da Zavoli Lara (figlia di Roberto) e da Pregnolato Fabrizio. Tuttavia parlando con il Bacciocchi (contattato sulla utenza del suo studio legale) Zavoli Roberto fa riferimento al Mod’s dicendo che ora “apriranno una discoteca” (telefonata n. 3942) mentre il Vallefuoco vi fa riferimento come locale accanto al forno dei fratelli che ha acquistato (cfr. ambientale n.1081 del 31.12.08 mentre è nell’Audi A6 con tale Salvatore non meglio identificato). Il Mod’s è il luogo degli incontri tra il Vallefuoco e lo Zavoli secondo quanto risulta dalle intercettazioni ed alcuni suoi dipendenti (la stessa Lara, il cuoco) sono utilizzati per la emissione di assegni; - ITECNICI s.r.l. è una società di servizi immobiliari con sede in Falciano – Strada Degli Angariari n. 25 San Marino ovvero la medesima sede indicata per la ISES, ed è rappresentata dall’amministratore unico Zavoli Lara. Il nome della società risulta negli appunti sugli assegni acquisititi in copia in data 6.3.09 nella disponibilità del Vallefuoco Francesco. Con riferimento alla ITECNICI che, come si evince anche dalle telefonate dell’indagato con gli altri associati, viene utilizzata per emettere assegni a copertura di altri assegni (tutti scoperti) è stato già evidenziato che la stessa risulta aver noleggiato dalla FINCAPITAL rappresentata da Zonzini Oriano l’auto AUDI A/6 targa RSM J... in uso al Vallefuoco (quella monitorata) in favore del quale entrambi firmavano un’autorizzazione all’uso. L’atto rivela documentalmente gli intrecci esistenti tra le società ed i soggetti indagati. Il vincolo associativo nasce dalla volontà di cooperare insieme per realizzare un programma criminoso condiviso, ma non esclude che vi possano essere momenti di contrasto ed anzi è proprio nelle situazioni di crisi che emerge il legame illecito. Così a dimostrazione della forte condivisione dei metodi da parte dello Zavoli Roberto (che quindi ha effettivamente preso a modello il Vallefuoco) vanno indicate le telefonate nel corso delle quali a fronte di un comportamento scorretto del Bacciocchi, che in un momento di difficoltà si vuole tirare indietro (profilandosi all’orizzonte svantaggi maggiori rispetto ai vantaggi), i due soci discutono su come comportarsi nei confronti del terzo e proprio lo Zavoli, dopo aver consigliato al Vallefuoco di aspettare l’evoluzione della situazione ed aver discusso con lui di una società nuova da aprire, conclude che se bisogna dare una lezione (“spezzare un braccio”) al Bacciocchi bisogna farlo fuori da San Marinoprelevandolo con l’auto e portandolo in un luogo isolato (cfr. ambientali in auto n. 782 e 787 del 20.3.09). Il discorso di una nuova società da inserire nel sistema del giro di assegni e fatture scontate dalla FINCAPITAL era stato già affrontato da Zavoli Roberto con Livio Bacciocchi come risulta dalla telefonata n. 1247 del 07.10.2008 (utenza Zavoli) quando Roberto racconta a Franco che Livio ha detto che “la cosa si può fare”, ma non con la società NUOVA RINASCENTE (facente capo a Di Tella) perché per Montelicciano occorre una ditta con fatturato maggiore. La telefonata, al pari di altre (come la n. 1278 del 7.10.08 quando Zavoli e Vallefuoco sottolineano che quelli di giù vogliono “Riccione”), rivela due profili: 1) Zavoli è sempre colui che in prima persona si reca a parlare con il Bacciocchi che, come rivelato anche da successive intercettazioni, non gradisce essere visto con il Vallefuoco, che ha fama di “mafioso”, (come Vallefuoco stesso afferma) e preferisce avere contatti con Zavoli, imprenditore, contatti che può giustificare (Bacciocchi rivela di temere di essere oggetto di indagini tanto da aver fatto bonificare da microspie il suo studio e non usa abitualmente il cellulare, cfr. telefonata 1279 del 7.10.08 utenza Zavoli); 2) Zavoli è pienamente consapevole della complessità del programma criminoso che con un meccanismo già descritto nelle schede personali di Bacciocchi e Carcas consente di far circolare assegni senza copertura, lucrare dai fidi bancari e al tempo stesso riciclare danaro di gruppi camorristici attraverso società inserite nel medesimo sistema. Sulla consapevolezza degli accordi, gestiti questi in prima persona dal Vallefuoco (a ciascuno la propria competenza), con gruppi mafiosi e camorristici sono le ambientali n.106 ore 20:26 del 28.10.08 (Audi A6) quando Vallefuoco avvisa al telefono Zavolidell’appuntamento con i “siciliani” e della necessità di chiamare i “ragazzi” (poi risulterà che sono Esposito Gennaro e Panico Luigi); n. 1204 ore 14:27 dell’ 8.1.09 (Audi A6) quando Vallefuoco dice al telefono allo Zavoli di sottolineare alla persona con la quale ha appuntamento che “il suo socio” è di Napoli ed il “suo compare” è di Casal di Principe. Sono pertanto a suo carico i gravi indizi di colpevolezza in ordine alla partecipazione all’associazione del Vallefuoco aggravata dall’art. 7 legge 203/91. Non risultano elementi per ritenere, invece, che egli si sia inserito, sia pure come concorrente esterno, nella specifica stabile intesa creata con il clan Stolder. ZONZINI ORIANO Sono a lui contestati i reati di cui al capo I nella qualità di partecipe e promotore svolta nel ruolo di direttore generale della FINCAPITAL, società utilizzata per il perseguimento del programma illecito del gruppo di cui fanno parte il titolare dellaFINCAPITAL Bacciocchi e gli imprenditori Zavoli e Vallefuoco. Si è già evidenziato più volte come proprio la documentazione relativa alla disponibilità dell’AUDI A 6 da parte del Vallefuoco riveli plasticamente l’intreccio tra FINCAPITAL, titolare dell’auto, e ITECNICI, che la noleggia, autorizzando entrambe Vallefuoco a guidarla. Quale sia il ruolo di Zonzini in questo intreccio lo spiega, come sempre, il medesimo Vallefuoco Francesco quando nel corso dell’ambientale n. 688 ore 08:49 del 16.03.2009 (AUDI A 6), dopo aver comunicato al telefono al suo interlocutore di aver già parlato conLivio per dirgli che gli assegni, dei due D’Amore, Gennaro e Giuseppe, e quelli di Vallefuoco Giuseppina “devono essere ritirati dall’operazione di sconto”, come è già accaduto per la Carcas, riferisce a Zavoli Roberto (sempre al telefono) di aver comunicato ad Oriano gli assegni da ritirare, come già pattuito con Livio. Si comprende quindi che il primo interlocutore del Vallefuoco è appunto Oriano interessato allo sconto degli assegni ed il riferimento è specifico ad alcuni assegni che sono stati acquisiti in copia in data 6.3.09 dai Cc. di Termoli perché nella disponibilità del Vallefuoco il quale giustamente si preoccupa delle indagini che possono derivarne. Peraltro Vallefuoco detta, sempre nel corso dell’ambientale 688, un messaggio per Monica (la moglie di Livio Bacciocchi) con il quale si ribadisce che è stato detto ad Oriano di ritirare la restante parte dei titoli di Napoli, di D’Amore Gennaro, D’Amore Giuseppe e Vallefuoco Giuseppina, ed è opportuno che lei o Livioavvisino anche loro Oriano degli accordi presi. Esposito Lucia, dopo aver scritto il messaggio, chiede chi sia Oriano e Vallefuoco lo definisce come il Presidente “che loro tengono” ovvero la testa di legno che Bacciocchi ha posto nella sua finanziaria, laFINCAPITAL. Ma Zonzini non è una testa di legno priva del tutto di influenza in quanto, come dimostrato dalle intercettazioni e dalla stessa documentazione acquisita in data 6.3.09 (e poi oggetto di contatti tra i soggetti coinvolti), egli fornisce un contributo estremamente significativo, mettendo a disposizione del gruppo le sue nozioni tecniche ed i suoi rapporti con le banche al fine di orientare l’attività dei due “imprenditori”, volta a superare possibili difficoltà nello sconto di assegni, nonché al fine di tenere fuori dai guai la FINCAPITAL, oggetto di interesse comune, come lo stesso Vallefuoco ammette quando dice che senzaBacciocchi smettono di mangiare tutti (ambientale n. 23 del 23.10.08 Audi A6). Il ruolo di Zonzini non è affatto secondario dal momento che egli assicura il supporto tecnico per evitare di essere scoperti e per correre ai ripari in caso di crisi. In tal senso depongono proprio le telefonate relative alla urgenza di coprire un certo numero di assegni portati allo sconto e sui quali sono stati svolti accertamenti. Si pensi ad esempio alle telefonate - n. 3632 del 30.10.08 (utenza Zavoli) quando Bacciocchi rivela di aver convinto Oriano a fare “una sorta di cessione”; - n. 7023 dell’1.12.08 (utenza Zavoli) quando il medesimo Zonzini Oriano comunica aZavoli che la banca centrale autorizza a scontare solo occasionalmente assegni non trasferibili, regola che aveva già comunicato a Franco il quale gli aveva “mandato il fax per 235.000 euro” e fa riferimento alla valutazione in corso di un assegno libero di D’Amore Gennaro, assegni liberi della Carcas, di Cunsolo Antonio e assegni Vallefuoco. Questa telefonata trova riscontro nel fax della FINCAPITAL dell’1.12.2008, a firma del direttoreOriano (è scritto solo il nome, ma è chiaro si tratti di Zonzini) che ha come destinatari Franco e Roberto della. I.S.E.S. (ovvero Vallefuoco e Zavoli. Zonzini comunica che possono essere accettati per lo sconto 4 assegni del D’Amore Giuseppe, uno del D’Amore Gennaro, due di Vallefuoco Giuseppina, tre di Cunsolo Antonio, due di Carcas Regnaud Marika e due della società VALLEFUOCO s.r.l. con la scritta finale “rimaniamo in attesa di ricevere i titoli per perfezionare la pratica …”; - n. 8715 del 30.10.08 (utenza 335 ... Vallefuoco) quando Bacciocchi e Vallefuoco parlano della crisi che si è venuta a creare con la finanziaria per gli assegni non accettati dalla banca centrale e si ipotizza, quindi, di far firmare altri assegni per importi minori ad altri soggetti, tra cui tale Matteo l’idraulico, facendola figurare come “operazione autonoma”.Livio che propone questa soluzione aggiunge tuttavia “io ho paura che Zonzini va in tilt” a sottolineare che chi dovrà occuparsi dei dettagli tecnici sarà proprio lo Zonzini e l’operazione da compiere non si prospetta semplice; - le telefonate intercettate sulla utenza Zavoli in data 10.10.08 quando Roberto e Franco discutono di difficoltà frapposte dallo Zonzini (n. 1555), che poi, come rivelato dalBacciocchi allo Zavoli, risultano fondate sul dato obiettivo che la banca ha voluto vedere chiaro sui nominativi dei firmatari degli assegni avendo verificato che uno di essi aveva aperto il conto da tre giorni e quindi bisogna convincere Oriano a procedere ugualmente (n. 1564), e questi si convince dichiarandosi disposto ad accettare alcuni assegni (n. 1580); - le telefonate n. 2962 del 23.10.08 (utenza Zavoli) quando Zonzini Oriano comunica che possono essere accettati gli assegni della Gardenia e n. 2976 (utenza Zavoli) quandoBacciocchi ribadisce lo stesso messaggio ed aggiunge che Oriano vuole partecipare all’incontro fissato tra loro in serata. E’ pur vero che nella successiva telefonata n. 2979Zavoli, nel riferire a Vallefuoco che Oriano sta andando da Livio, aggiunge che questi non vuole che Oriano assista al loro incontro, ma ciò non significa affatto che lo Zonzini sia estraneo alle iniziative illecite, bensì solo che il Bacciocchi cerca di tenerlo all’oscuro di alcuni rischi che Zonzini corre in prima persona in quanto direttore responsabile. Ed invero è Zonzini il soggetto che prepara i contratti e che poi li firma, come risulta dalle telefonate n. 3200, 3201 e 3202 del 27.10.08 (utenza Zavoli, riportate nel trattare del capo I) seguendo le direttive dello Zavoli, il quale a sua volta si consulta con il Vallefuoco, ed è sempre lo Zonzini che comunica allo Zavoli le difficoltà sugli assegni presentati e suggerisce il modo per riparare (cfr. telefonate intercettate sulla utenza Zavoli tra l’1 ed il 3.12.08, per le quali si rinvia a quanto evidenziato per il capo I). Si deve pertanto concludere per la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza in ordine alla partecipazione all’associazione del Vallefuoco aggravata dall’art. 7 legge 203/91, come contestata al capo I, con esclusione della qualità di promotore non essendo emerso che egli abbia con la propria condotta svolto un’attività di espansione della associazione. Le intercettazioni rivelano solo che egli ha il compito di frenare dove ci si spinga troppo oltre (per evitare di rovinare tutto) e di approntare le soluzioni tecniche, sempre secondo gli accordi presi da Vallefuoco, Bacciocchi e Zavoli. Non risultano elementi per ritenere che egli si sia inserito, sia pure come concorrente esterno, nella specifica stabile intesa creata con il clan Stolder, in quanto non emerge che egli abbia avuto contezza dello specifico coinvolgimento di tale clan negli affari trattati nel settore del riciclaggio. Esigenze cautelari Richiamando quanto sin qui evidenziato in relazione ai gravi indizi, è evidente che la questione delle esigenze cautelari si pone solo per quegli indagati in relazione ai quali i gravi indizi sono stati ritenuti sussistenti e idonei a determinare l’adozione di una misura cautelare personale. Ciò esclude la posizione di Esposito Antonio perchè mancano i gravi indizi in relazione all’unico reato ascrittogli), nonché quella di Di Mauro Antonio perché nei suoi confronti la misura è stata richiesta per il capo C in relazione al quale si sta procedendo a suo carico in un diverso procedimento, che dal certificato dei carichi pendenti risulta già concluso con sentenza emessa in primo grado alla data del 12.4.11. E’ escluso pertanto che questo giudice possa adottare una misura cautelare per il medesimo fatto, sia pure diversamente circostanziato. Analoga considerazione va svolta per Improta Giuseppe in ordine al capo C, perché anche a suo carico si è proceduto insieme con il Di Mauro (secondo quanto risulta dai carichi pendenti). Tuttavia all’Improta sono contestati altresì ulteriori reati. Orbene risulta opportuno anzitutto valutare le posizioni degli indagati di cui al capo A). Si tratta di Stolder Raffaele, al quale viene contestata la qualità di capo, nonché dei soggetti ai quali è contestata la qualità di partecipi di un’associazione criminale di stampo camorristico estremamente pericolosa e radicata sul territorio. Ed invero nonostante la lunga detenzione del capo, grazie anche ai vincoli parentali di alcuni associati i quali hanno potuto fare da tramite tra il boss e la zona controllata, l’associazione ha ripreso a pieno ritmo le sue attività illecite di nuovo sotto il comando dello Stolder Raffaele deciso a conquistare maggiore potere, tenendo conto del declino dell’altra famiglia camorristica operante in zona, ovvero quella dei Giuliano (come si evince dalle ambientali presso la sua abitazioni e come ribadito dal Vallefuoco nell’ambientale n. 1081 nella sua auto). L’ampiezza del programma criminoso - si va dalle rapine, ai furti, alle estorsioni, alla intermediazione per il traffico di stupefacenti, al controllo delle attività di vendita di immobili all’asta, al riciclaggio con la creazione di società pulite o l’inserimento in attività già in corso - desta sconcerto per il desiderio, che lo Stolder rende palese, di guadagnare gli anni persi, desiderio condiviso dai suoi associati che lo invogliano a essere duro con chi aveva pensato di poter approfittare della sua assenza forzata da Napoli. Il timore, che poi si traduce nella consapevolezza (a seguito della scoperta di microspie nell’abitazione e nella macchina Lancia Y) di essere oggetto di indagini, non blocca e non intimorisce il gruppo che continua imperterrito la sua attività elaborando specifiche cautele, come la continua modifica delle utenze cellulari usate, l’utilizzo di ricetrasmittenti per comunicare senza cellulari, l’uso di apparecchiature per intercettare le comunicazioni di polizia. Orbene, se quindici anni di detenzione dello Stolder e la sua sottoposizione alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di residenza all’atto della scarcerazione non hanno neppure scalfito il suo potere e quello del gruppo a lui fedele, non si vede come possano aver influito i due anni trascorsi tra la conclusione delle indagini e la richiesta del P.M. Giova ricordare che in numerose ambientali si fa riferimento alla disponibilità di armi ed all’uso che si è disposti a fare non solo nel corso delle rapine, ma anche per affermare il controllo sul territorio colpendo coloro che commettono reati senza permesso, sia pure reati minori come “gli scippi”, allo stesso modo di come colpirebbero chi non vuole pagare le tangenti o chi non lascia gli appartamenti del gruppo quando Stolder o i suoi collaboratori lo decidono. L’entusiasmo nel programmare e commettere reati, la consapevolezza che nulla potrà mai fermarli, la volontà di prevalere sugli altri (società civile e società criminale), secondo quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali, non possono lasciare dubbi sulla esistenza in concreto della pericolosità sociale che per il reato in contestazione è presunta dalla legge. Un solo indagato esprime dubbi sulla eccessiva sicurezza dello Stolder, che parla troppo, ed è il Giaquinto che tuttavia è preoccupato piuttosto per se stesso, ma non esita comunque a svolgere la sua attività nel settore del riciclaggio e degli acquisti degli immobili all’asta in nome e per conto del clan, mantenendo altresì contatti con gli esponenti del gruppo Vallefuoco. La pervicacia nella commissione di reati contro il patrimonio e contro la persona è peraltro confermata dai gravi e reiterati precedenti penali a carico di tutti gli associati al clan Stolder nei confronti dei quali il P.M. ha richiesto la misura cautelare della custodia cautelare. L’unico incensurato è Mango Vincenzo che tuttavia, dietro un’apparente lecita attività lavorativa, non esita a mettere a disposizione del clan, in maniera stabile e continuativa, le proprie competenze tecniche prodigandosi in consigli e rivelandosi sempre pronto ad eseguire gli ordini del capo. Ferriero Rosaria, la cognata dello Stolder risulta gravata da un unico precedente penale (favoreggiamento) ma la sua pericolosità emerge in ogni caso dalle intercettazioni evidenziate nella sua scheda personale, nonché dalla partecipazione alla rapina X ed alla tentata rapina ai danni della FINMAZZA per la quale il P.M. non ha richiesto alcuna misura per la Ferriero, ma i cui elementi dimostrano comunque la piena disponibilità della donna anche ad assumere falsa identità, così come rivelano i suoi stretti legami non solo con lo Stolder ma anche con gli altri affiliati. Si deve pertanto concludere che in relazione al reato di cui al capo A) ed ai reati fine aggravati dall’art. 7 legge 203/91, rispettivamente ascritti agli indagati e per i quali sono stati ritenuti sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, le esigenze cautelari presunte dalla legge non sono escluse da alcun elemento di segno contrario. Unica misura adeguata risulta, per volontà legislativa, quella della custodia in carcere nei confronti degli indagati Stolder, Colurciello, Ferriero Rosaria, Ferriero Patrizia, Fiandra, Improta, Mango, Marotta, Giaquinto, Ferraiuolo, Santaniello, De Maio. Vanno quindi esaminate le posizioni di Quinzio Nicola e Schiavon Gianfranco. Per il Quinzio, il P.M. pur avendo formalmente richiesto la misura per tutti i reati ascritti, nella motivazione ha escluso la sussistenza dei gravi indizi per il reato di cui al capo A e, quindi, per tale fattispecie la richiesta non deve ritenersi formulata. Resta tuttavia a suo carico il reato di tentato furto pluriaggravato commesso ai danni di M. B., furto programmato ed eseguito nell’ambito delle attività delittuose poste in essere per rimpinguare le casse del clan e per consentirne la maggiore espansione. Il Quinzio non ignora che il furto si colloca in questo ambito perché egli lo esegue proprio seguendo le direttive dello Stolder con il quale è in stretto contatto. L’indagato risulta gravato da precedenti penali e da carichi pendenti anche recenti e, pertanto, tenuto conto della gravità della condotta non possono per il mero decorso del tempo ritenersi cessate le esigenze cautelati presunte dal legislatore a ragione della contestazione di cui all’art. 7 legge 203/91. Analoghe considerazioni vanno svolte per lo Schiavon il quale risulta gravato da precedenti per bancarotta fraudolenta e circonvenzione di incapaci (non a caso è chiamato il ragioniere), ma è persona con la quale, secondo quanto emerge dalle intercettazioni, lo Stolder ha una vecchia consuetudine di rapporti. Ed invero con il medesimo Schiavon il boss ha in programma più attività, e tra queste chiede la collaborazione, ove possibile, per un “colpo” che deve essere svolto dopo che il soggetto ha ultimato il “mercato”, in orario che poi è risultato essere quello del tentativo ai danni della FINMAZZA concretizzato in data 16.1.09. Ciò che colpisce è la disponibilità immediata dello Schiavon a dare il proprio contributo sulla base di meri cenni telefonici e nonostante, come egli stesso dichiari, sia sottoposto a misura coercitiva personale. Significative della pericolosità del soggetto sono proprio le telefonate n. 144 dell’8.11.08 e n. 325 del 12.11.08 intercettate sulla utenza 366 ... in uso allo Stolder. Non può negarsi la gravità della condotta dello Schiavon che si mette a disposizione per “una cosa importante” e accetta di arrivare all’orario convenuto per dare il suo contributo ed andare via, sollecitando poi egli stesso notizie per essere pronto ad intervenire (eludendo la misura alla quale è sottoposto). La contestazione dell’aggravante di cui all’art. 7 legge 203/91 pure ritenuta per tale indagato comporta per volontà del legislatore, tenuto conto dell’assenza di motivi idonei ad escludere la pericolosità sociale, l’adozione della misura cautelare della custodia in carcere. Si ritiene opportuno a questo punto esaminare la posizione degli indagati in ordine ai reati di cui al capo I . La gravità delle condotte emerge risulta dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali dalle quali risulta l’adesione ad un programma indeterminato di reati contro il patrimonio commessi peraltro nella consapevolezza di agire con la forza e/o per conto di organizzazioni criminali di stampo mafioso infiltratesi nelle regioni dell’Italia centro settentrionale, inquinando l’economia sana con assegni fatti circolare senza copertura e con l’inserimento in società “pulite” in appalti ed in attività lecite per riciclare capitali di clan mafiosi e camorristici in modo da occultarne la provenienza delittuosa, il tutto accompagnato da attività di recupero crediti con il metodo mafioso. Il promotore ed il capo è il Vallefuoco Francesco, già gravato da un precedente per estorsione e raggiunto di recente da ordinanze di custodia cautelare per ulteriori estorsioni, ma non minori responsabilità hanno il suo socio Zavoli Roberto che non ha esitato a prendere a modello il Vallefuoco condividendone metodi e finalità, nonché professionisti incensurati come Bacciocchi e Zonzini che hanno messo a servizio del gruppo le loro competenze e la loro finanziaria, senza il cui apporto la principale attività dell’associazione non sarebbe stata possibile. Accanto a costoro a fare il “lavoro sporco”, ovvero fare da scorta e riscuotere crediti, con disponibilità ad usare armi e violenza, oltre che mettere il proprio nome sugli assegni, sono D’Amore Gennaro che viene utilizzato anche per mantenere i contatti con il clan Stolder proprio in ragione della sua incensuratezza (e pertanto deve rispondere insieme con il Vallefuoco anche del reato in concorso esterno nel clan), Di Tella Francesco che costituisce il tramite con i casalesi, La Manna Domenico che costituisce il tramite con i “siciliani”, Pannone Luigi ed Esposito Gennaro che fanno parte del gruppo di “ragazzi” formalmente inseriti nell’ISES e tuttavia impiegati per le attività di controllo del territorio. Una menzione particolare merita la Carcas Marika la quale è la persona di fiducia del Vallefuoco, cura la gestione amministrativa e contabile della ISES pienamente consapevole delle attività illecite per le quali la medesima società viene utilizzata, accompagna il Vallefuoco negli incontri con i siciliani, firma gli assegni senza copertura emessi su conti corrente fittizi, esegue le direttive dello Zavoli e non esita, quando occorre, a partecipare alle attività violente (in una occasione occulta sulla sua persona la pistola del Vallefuoco). Non si può dire che la incensuratezza escluda da sola la spiccata pericolosità sociale della indagata. Analoghe considerazioni devono essere svolte per Panico Giustina, altra persona di fiducia del Vallefuoco, la cui incensuratezza è posta al servizio dell’attività del gruppo, tenuto conto del suo ruolo principale di intestataria di conti corrente e della società I.S.E.S. Italia. Tenuto conto della aggravante contestata e per la quale sono stati già esaminati i gravi indizi, unica misura adeguata – anche per coloro che risultano incensurati – è la custodia cautelare in carcere. Infine resta da esaminare la posizione degli indagati di cui al capo H) Salice, Simmi e Marigliano i cui precedenti penali testimoniano lo stabile inserimento nel settore delle truffe e dei falsi. Nei loro confronti, essendo stata esclusa l’aggravante di cui all’art. 7 legge 203/91, risulta adeguata la pena degli arresti domiciliari con divieto di comunicare con persone diverse dai conviventi, trattandosi di misura idonea ad escludere la reiterazione del reato che può essere applicata in considerazione dell’assenza di condanne per evasione. Occorre infine sottolineare che la severità delle sanzioni penali previste in relazione ai fatti ascritti e la concreta pericolosità di tutti gli imputati – quasi tutti peraltro gravati da precedenti penali - sono ostative alla concessione della sospensione condizionale della pena. Visti gli artt. 291 e segg. P.Q.M. Ordina agli ufficiali e agli agenti della polizia giudiziaria di procedere alla cattura di: Stolder Raffaele (capi A, C, D-D1-D2, E-E1-E2, F) Bacciocchi Livio (capo I limitatamente al reato di cui agli artt. 416, 2° comma c.p. 7 l. 203/91) Carcas Regnaud Marika (capo I per il reato di cui agli artt. 416, 2° comma c.p. 7 l. 203/91) Colurciello Salvatore (capi A, C) D’Amore Gennaro (capo I) De Maio Luigi (capo A) Di Tella Francesco (capo I per il reato di cui agli artt. 416, 2° comma c.p. 7 l. 203/91) Esposito Gennaro (capo I limitatamente al reato di cui agli artt. 416, 2° comma c.p. 7 l. 203/91) Ferraiuolo Gennaro (capi A, E-E1-E2) Ferriero Patrizia (capo A) Ferriero Rosaria (capi A, E-E1-E2) Fiandra Bruno (capi A, D-D1-D2, E-E1-E2, F) Giaquinto Giulio (capo A) Improta Giuseppe (capi A, D-D1-D2) La Manna Domenico (capo I per il reato di cui agli artt. 416, 2° comma c.p. 7 l. 203/91) Mango Vincenzo (per il capo A) Marotta Salvatore (per i capi A, B-B2) Panico Giustina (capo I limitatamente al reato di cui agli artt. 416, 2° comma c.p. 7 l. 203/91) Pannone Luigi (capo I limitatamente al reato di cui agli artt. 416, 2° comma c.p. 7 l. 203/91) Quinzio Nicola (capo C) Santaniello Salvatore (capo A) Schiavon Gianfranco (capo F) Vallefuoco Francesco (capo I) Zavoli Roberto (capo I limitatamente al reato di cui agli artt. 416, 2° comma c.p. 7 l. 203/91) Zonzini Oriano (capo I limitatamente al reato di cui agli artt. 416, 2° comma c.p. 7 l. 203/91) tutti sopra generalizzati in relazione ai reati ascritti (come specificati in parentesi) e di condurre immediatamente i medesimi in istituto di custodia con le modalità dettate dall’art. 285 comma 2, per ivi rimanere a disposizione di questo Ufficio. Ordina altresì agli ufficiali e agli agenti della polizia giudiziaria di sottoporre Marigliano Gaetano, Salice Salvatore, Simmi Fabio Luca sopra generalizzati in relazione al reato loro ascritto (capo H) alla misura degli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni che i medesimi indicheranno all’atto della esecuzione della presente misura ai sensi dell’art. 284 comma 1, per ivi rimanere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria con divieto di comunicare con persone estranee ai familiari conviventi. Rigetta la richiesta di misura cautelare nei confronti degli indagati Di Mauro Antonio ed Esposito Antonio in relazione ai reati loro rispettivamente ascritti. Rigetta la richiesta nei confronti degli indagati Bacciocchi Livio, Carcas Regnaud Marika, Di Tella Francesco, Esposito Gennaro, La Manna Domenico, Panico Giustina, Pannone Luigi,Zavoli Roberto, Zonzini Oriano in ordine al reato di cui agli artt. 110 - 416 bis c.p. contestato al capo I; Ferriero Patrizia per i capi C, E-E1-E2; Ferriero Rosaria per i capi D-D1-D2 (per il capo F non vi è richiesta); Improta Giuseppe per il capo C (per i capi E-E1-E2 non vi è richiesta); Marotta Salvatore per il capo F (per il quale in realtà non vi è richiesta); Quinzio Nicola per il capo A (per il quale in realtà non vi è richiesta). Manda alla Cancelleria di trasmettere immediatamente la presente ordinanza in duplice copia al P.M. che ha richiesto la misura, per la esecuzione. Manda alla Cancelleria per gli ulteriori adempimenti di competenza. Napoli, 01.09.2011 Il Cancelliere Il Giudice Isabella Iaselli Trasmessa copia al P.M. dr. il per la esecuzione. INDICE DELLA MOTIVAZIONE Premessa La complessità delle contestazioni pag. 7 L’avvio delle indagini pagg. 7-9 Le intercettazioni. Considerazioni preliminari sulla utilizzabilità pagg. 9-14 Attuale esistenza ed operatività del clan Stolder Configurabilità dell’associazione contestata al capo A) pagg. 14 - 94 La rapina alla Banca Unicredit ed i connessi reati di armi. Capi B e B2 contestati a Marotta Salvatore pagg. 95 - 96 Il tentato furto aggravato ai danni di M. B.. Capo C contestato a Stolder Raffaele, Colurciello Salvatore, Di Mauro Antonio, Improta Giuseppe, Quinzio Nicola, Ferriero Patrizia. pagg. 96-102 La rapina ai danni dei coniugi S. V. e Y, con sequestro di persona ed armi. Capi D, D1 e D2 contestati a Stolder Raffaele, Ferriero Rosaria, Fiandra Bruno, Improta Giuseppe pagg. 102 109 La rapina ai danni di X, con sequestro di persona ed armi. Capi E, E1, E2 contestati a Stolder Raffaele, Ferriero Patrizia, Ferriero Rosaria, Ferraiuolo Gennaro, Fiandra Bruno, Improta Giuseppe pagg. 109 - 115 La tentata rapina ai danni della FINMAZZA. Capo F contestato a Stolder Raffaele, Ferriero Rosaria, Fiandra Bruno, Esposito Antonio, Marotta Salvatore, Schiavon Gianfranco. pagg. 115 - 129 L’aggravante di cui all’art. 7 legge 203/91 contestata in relazione ai reati fine pagg. 129 - 130 I legami del clan Stolder con il gruppo Vallefuoco. Configurabilità dei reati contestati al Capo I) Contatti tra Vallefuoco Francesco ed il gruppo Stolder pagg. 130 - 146 La ricostruzione dell’attività del gruppo Vallefuoco pagg. 146 - 198 Considerazioni giuridiche pagg. 198 - 203 L’associazione di cui al capo H) pagg. 203 - 213 Schede relative ai singoli indagati (secondo ordine alfabetico) Premessa pagg. 213 - 216 BACCIOCCHI LIVIO pagg. 216 – 219 CARCAS REGNAUD MARIKA pagg. 219 - 221 COLURCIELLO SALVATORE pagg. 221 - 222 D’AMORE GENNARO pagg. 223 - 225 DE MAIO LUIGI pagg. 225 - 226 DI MAURO ANTONIO pagg. 226 - 227 DI TELLA FRANCESCO pagg. 227- 229 ESPOSITO ANTONIO pagg. 229 ESPOSITO GENNARO pagg. 229 - 231 FERRAIUOLO GENNARO pagg. 231 - 235 FERRIERO PATRIZIA pagg. 235 - 236 FERRIERO ROSARIA pagg. 236 - 237 FIANDRA BRUNO pagg. 237 - 238 GIAQUINTO GIULIO pagg. 238- 242 IMPROTA GIUSEPPE pagg. 242 - 243 LA MANNA DOMENICO pagg. 243 - 246 MANGO VINCENZO pagg. 246 - 250 MARIGLIANO GENNARO pagg. 250 MAROTTA SALVATORE pagg. 250 - 252 PANICO GIUSTINA pagg. 252 - 254 PANNONE LUIGI pagg. 254 - 255 QUINZIO NICOLA pagg. 255 SALICE SALVATORE pagg. 255 SANTANIELLO SALVATORE pagg. 255 - 257 SCHIAVON GIANFRANCO pagg. 257 SIMMI FABIO pagg. 257 STOLDER RAFFAELE pagg. 258 - 262 VALLEFUOCO FRANCESCO pagg. 262- 264 ZAVOLI ROBERTO pagg. 264 - 267 ZONZINI ORIANO pagg. 267 - 269 Esigenze cautelari pagg. 269 - 273 Dispositivo pagg. 273 - 274 - Info San Marino Webcam San Marino- Meteo San Marino Web TV Sismografo Lo stato di San Marino Partiti Pubblicità Economia Condizioni d'uso Chi Siamo Dialoghiamoci I giornali parlano di... 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