Apri - Gruppo Antimafia Pio La Torre

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Apri - Gruppo Antimafia Pio La Torre
Ordinanza custodia cautelare, Operazione Staffa, Napoli,
giudice Isabella Iaselli
N. 11341/10
N. 21600/11
N. 526/11
R.G. notizie di reato
R.G. 35° G.I.P.
R.O.C.C.
TRIBUNALE DI NAPOLI
UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
UFFICIO XXXV
ORDINANZA CUSTODIA CAUTELARE (*)
(Artt. 272 e segg. c.p.p)
Il giudice Isabella Iaselli,
esaminata la richiesta avanzata in data 27.5.11 dal Pubblico
Ministero dr. Sergio Amato e Roberta Simeone nel procedimento n.
11341/10 per l’applicazione della misura della custodia cautelare in
carcere nei confronti di:
1. Stolder Raffaele nato a Napoli il 05.03.1958
2. Bacciocchi Livio nato a San Marino il 23.06.1958
3. Carcas Regnaud Marika, nata a Benevento il 05.02.1979
4. Colurciello Salvatore (alias Giacchettell’) nato a Napoli il
24.12.1959
5. D’Amore Gennaro (alias ò Pescatore) nato a Brusciano (NA) il
12.01.1968
6. De Maio Luigi, (alias l’elettricista), nato a Napoli il 04.12.1954
7. Di Mauro Antonio nato a Napoli il 09.06.1951
8. Di Tella Francesco nato a Casal di Principe (ce) il 24.08.1966
9. Esposito Antonio nato a Napoli il 16.10.1978
10. Esposito Gennaro, (alias ò Capocchio), nato a Pomigliano D’arco
(Na) il 26.05.1973
11. Ferraiuolo Gennaro (alias ò Trombone) nato a Napoli il
09.03.1972
12. Ferriero Patrizia nata a Napoli il 06.08.1960
13. Ferriero Rosaria nata a Napoli il 24.02.1963
14. Fiandra Bruno nato a Napoli il 28.03.1980
15. Giaquinto Giulio nato a Napoli il 27.09.1969
16. Improta Giuseppe nato a Napoli il 12.09.1979
17. La Manna Domenico nato a Palermo il 09.12.1961
18. Mango Vincenzo nato a Napoli il 01.01.1955
19. Marigliano Gaetano nato a Napoli il 06.02.1945,
20. Marotta Salvatore nato a Napoli il 12.10.1977
21. Panico Giustina (alias “Tina”) nata a Brusciano il 24.01.1972
22. Pannone Luigi (alias Piscitiell) nato a Napoli il 18.01.1986
23. Quinzio Nicola nato a Napoli il 24.09.1963
24. Salice Salvatore (alias ò Cavall) nato a Napoli il 22.11.1962
25. Santaniello Salvatore nato a Napoli il 17.01.1960
26. Schiavon Gianfranco nato a Padova il 25.03.1962
27. Simmi Fabio Luca nato a Roma il 28.09.1974
28. Vallefuoco Francesco nato a Brusciano (NA) il 22.06.1967
29. Zavoli Roberto nato a San Marino il 24.08.1951
30. Zonzini Oriano nato a San Marino il 22.07.1971
Indagati
STOLDER - COLURCIELLO - FERRIERO ROSARIA - FERRIERO
PATRIZIA - FIANDRA - IMPROTA - MANGO - MAROTTA - QUINZIO –
GIAQUINTO – FERRAIUOLO - SANTANIELLO - DE MAIO
a) per il delitto di cui all’art. 416 bis I, II, III, IV, V, VI comma c.p.,
per avere partecipato all’associazione di tipo camorristico
denominata “clan Stolder”, promossa, diretta ed organizzata da
Stolder Raffaele il quale, appena riottenuta la libertà, dopo oltre 16
anni di detenzione, preso atto del vuoto di potere creatosi
all’interno del comprensorio della “Duchesca, Forcella e
Maddalena”, conseguente ai numerosi arresti e pentimenti di diversi
componenti di vari gruppi criminali inquadrati nei clan Giuliano,
Mazzarella e Misso”, si prodigava per riallacciare i contatti con
diversi soggetti pregiudicati, i quali, ognuno per proprio conto e
nella consapevolezza della rilevanza causale del proprio apporto,
realizzavano diverse azioni criminose finalizzate avvalendosi nella
fattispecie della forza di intimidazione, del vincolo associativo e
della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva - in
particolare, diretti:
- alla consumazione di delitti contro la persona e contro il
patrimonio, e comunque, finalizzati all’illecita accumulazione di
ricchezza (sequestri di persona a scopo di rapina, rapine in danno di
istituti di credito e gioiellerie, operate con la c.d. tecnica del “buco”
attraverso la rete fognaria, estorsioni in danno di commercianti ed
imprenditori, furti in appartamenti, traffico di stupefacenti,
detenzione di armi, gestione di punti scommesse e di case
destinate a cittadini stranieri e/o clandestini, usura, contrabbando
di merci e di tabacchi lavorati esteri, riciclaggio e reimpiego di
denaro proveniente da delitto, trasferimento fraudolento di valori,
usura e false attestazioni finalizzate a ricevere finanziamenti in
danno di agenzie preposte);
- all’affermazione del controllo egemonico del territorio, realizzata
anche attraverso l’azione di atti dimostrativi di forza;
- ad acquisire in modo diretto e indiretto la gestione e comunque il
controllo di attività economiche;
- a programmare il traffico illecito di sostanze stupefacenti
Con le circostanze aggravanti previste dai commi IV, V e VI dell’art.
416 bis c.p., trattandosi di associazione armata volta a commettere
delitti, nonché ad acquisire e mantenere il controllo del territorio,
mediante risorse finanziarie di provenienza delittuosa.
Accertato in Napoli nel maggio 2009 con condotta perdurante
MAROTTA
b) del delitto di cui agli artt. 110, 112 n. 1, 628 c. 1 e 3 n. 1 e 3 bis
c.p. perché, in concorso ed unione con altre persone allo stato non
identificate, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, accedendo
mediante rete fognaria presso la Banca Unicredit, sita in Napoli
Piazza Medaglie d’Oro n. 32, con violenza e minaccia consistite nel
puntare pistole del tipo semiautomatico nei confronti del direttore e
dei dipendenti della banca, nel colpire con schiaffi al volto il
direttore ed il cassiere collettore, nel costringere i predetti e gli altri
bancari ad attendere l’apertura automatica delle casseforti, nel
prelevare il denaro ivi custodito, si impossessava della somma di
euro 393.909,41, sottraendola all’istituto bancario ove era
depositata. Con le circostanze aggravanti di aver commesso il fatto
in più persone riunite, in numero superiore a cinque, con armi, con
il volto travisato ed in uno dei luoghi di cui all’art. 624 bis. c.p.
In Napoli il 25.01.2008
b2) del delitto p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv., 110, 112 n. 1
c.p., 10, 12, 14 L. 497/1975 perché, con più azioni esecutive di un
medesimo disegno criminoso, al fine di commettere il delitto di cui
al capo che precede, in concorso con altre persone allo stato non
identificate, in numero superiore a cinque, illegalmente deteneva e
portava in luogo pubblico un’arma comune da sparo, non meglio
specificata.
In Napoli il 25.01.2008
STOLDER - COLURCIELLO - DI MAURO - IMPROTA - QUINZIO FERRIERO PATRIZIA
c) del delitto di cui agli artt. 56, 110, 112 n. 1, 624 bis, 625 nn. 2
e 5, 61 n. 5 c.p. perché, in concorso tra loro, effettuando vari
sopralluoghi presso l’appartamento di proprietà di M. B., onde
controllarne gli orari, munendosi di strumenti atti allo scasso quali
grimaldelli, chiavi inglesi, forbici, lime ed attrezzi per limare le
chiavi, nonché una chiave limata marca Silva che riusciva ad aprire
la porta della predetta abitazione, introducendosi all’interno
dell’edificio ove è posto l’appartamento, dividendosi i compiti, tra
pali, esecutori materiali e coordinatori, compivano atti idonei diretti
in modo non equivoco ad impossessarsi dei beni siti nel predetto
appartamento, sottraendoli alla vittima che li deteneva, non
essendo riusciti nell’intento per cause indipendenti dal proprio
volere (intervento della P.G. operante). Con le aggravanti di aver
commesso il fatto in cinque persone, profittando di circostanze di
tempo (notte) e luogo (privata dimora) tali da ostacolare la
pubblica e privata difesa, con mezzo fraudolento.
In Napoli tra il 21 ed il 22 agosto 2008.
STOLDER - FERRIERO ROSARIA - FIANDRA - IMPROTA
d) del delitto di cui agli artt. 110, 628 c. 1 e 3 n. 1 e 3 bis c.p.
perché, in concorso ed unione tra loro e con altre persone allo stato
non identificate, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, con
violenza e minaccia consistite nell’introdursi nello studio legale di S.
V., nel puntare contro il medesimo e sua moglie Y pistole e coltelli,
nel rovistare all’interno dell’appartamento e nella borsa della
donna, si impossessavano dei beni ivi riposti, nonché delle chiavi
dell’abitazione delle vittime, sottraendo gli oggetti alle medesime
che li detenevano. Ulteriormente, mentre alcuni si allontanavano
per recarsi presso l’abitazione appena indicata onde perpetrare un
furto poi non compiuto, altri piantonavano le due vittime nello
studio. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone
riunite, con armi, col volto travisato ed in uno dei luoghi di cui
all’art. 624 bis c.p.;
d1) del delitto di cui agli artt. 61 n. 2, 110, 605 c.p. perché, in
concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, al
fine di commettere il delitto di cui al capo precedente, privavano
della libertà personale S. V. e Y;
d2) del delitto p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv., 110 c.p., 10, 12,
14 L. 497/1974 perché, con più azioni esecutive di un medesimo
disegno criminoso, al fine di commettere i delitti di cui ai capi d) e
d1), in concorso tra loro e con altre persone allo stato non
identificate, illegalmente detenevano e portavano in luogo pubblico
armi comuni da sparo, non meglio specificate.
In Napoli il 25 settembre 2008
STOLDER – FERRIERO PATRIZIA - FERRIERO ROSARIA –
FERRAIUOLO – FIANDRA - IMPROTA
e) del delitto di cui agli artt. 110, 112 n. 1, 628 c. 1 e 3 n. 1 e 3
bis, 61 n. 5 c.p. perché, in concorso ed unione tra loro e con altre
persone allo stato non identificate, al fine di procurarsi un ingiusto
profitto, con violenza e minaccia consistite nell’introdursi
nell’abitazione di X, nel puntare contro il medesimo due pistole tipo
Beretta, nell’intimargli di aprire la cassaforte e, al rifiuto del
medesimo, nell’aprirla con la fiamma ossidrica, si impossessavano
di beni e preziosi del valore di euro 130.000, sottraendoli alla
vittima che li deteneva. Con le aggravanti di aver commesso il fatto
in più persone riunite, in numero superiore a cinque, con armi, col
volto travisato ed in uno dei luoghi di cui all’art. 624 bis c.p.,
nonché avendo profittato di circostanze di tempo (notte) e luogo
(privata dimora) tali da ostacolare la pubblica e privata difesa
e1) del delitto di cui agli artt. 61 n. 2, 110, 112 n. 1, 605 c.p.
perché, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non
identificati, al fine di commettere il delitto di cui al capo precedente,
in numero superiore a cinque persone, privavano della libertà
personale X ... , imbavagliandoli e legandogli polsi e caviglie con
fascette di plastica;
e2) del delitto p. e p. dagli artt. 61 n. 2, 81 cpv., 110, 112 n. 1
c.p., 10, 12, 14 L. 497/1974 perché, con più azioni esecutive di un
medesimo disegno criminoso, al fine di commettere i delitti di cui ai
capi d) e d1), in concorso tra loro e con altre persone allo stato non
identificate, in numero superiore a cinque persone, illegalmente
detenevano e portavano in luogo pubblico due pistole tipo Beretta.
In Napoli tra il 21 ed il 22 novembre 2008
STOLDER - FERRIERO ROSARIA - FIANDRA - ESPOSITO ANTONIO –
MAROTTA -SCHIAVON
f) per il delitto di cui agli artt.110, 56 e 628 co. 2 n. 1, 3 e 3 bis
c.p., perché in concorso ed unione tra loro effettuando i
sopralluoghi preventivi, predisponendo i mezzi necessari alla
realizzazione del delitto e distribuendosi compiti e ruoli con
modalità analoghe a quelle di cui alle precedenti imputazioni per
procurarsi un ingiusto profitto compivano atti idonei diretti in modo
non equivoco ad impossessarsi dei soldi e degli altri valori custoditi
presso l’istituto di pegni denominato Finmazza così sottraendoli allo
stesso che li deteneva, non verificandosi l’evento per cause
indipendenti dalla loro volontà essendosi dati alla fuga per la
presenza delle forze dell’ordine. Con le aggravanti di aver
commesso il fatto in più persone riunite, in numero superiore a
cinque, con armi, col volto travisato ed in uno dei luoghi di cui
all’art. 624 bis c.p., nonché avendo profittato di circostanze di
tempo (notte) e luogo tali da ostacolare la pubblica e privata difesa.
In Napoli fino al dicembre 2008
STOLDER
g) del reato p. e p. dall’art. 9 c. 2 L. 1423/1956 e succ. mod.
perché, essendo sottoposto alla misura della sorveglianza speciale
con obbligo di soggiorno nel Comune di Napoli, in virtù del
provvedimento n. 237/85 R.G.M.P. emesso dal Tribunale di Napoli
Misure di Prevenzione in data 27.10.1986, modificato con decreto
n. 369/86 del 28.02.1990 e confermato con decreto n. 9/91 del
28.05.1996 della locale Corte d’Appello, violava le prescrizioni
impostegli.
In Napoli e provincia dal marzo 2008
SALICE - SIMMI - MARIGLIANO
h) per il delitto di cui all’art. 416 cc.p,. perchè si associavano tra
loro e con altre persone non individuate all’esito delle indagini al
fine di commettere una pluralità di delitti di truffa commessi ai
danni di società finanziarie, di falso, questi ultimi connessi alla
necessità di predisporre la documentazione necessaria per la
consumazione dei primi, e di usura
Accertato in Napoli nel maggio 2009 con condotta
perdurante
VALLEFUOCO FRANCESCO - BACCIOCCHI - CARCAS D’AMORE - DI TELLA - ESPOSITO GENNARO - LAMANNA PANICO - PANNONE - ZAVOLI - ZONZINI) per il delitto p. e p.
dagli artt. 416 c.p. nonché 110 e 416 bis commi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°,
6° e 8° c.p. perché quali componenti di una struttura criminale
autonoma stabilmente dedita ad attività di riciclaggio e reimpiego
dei profitti illeciti conseguiti da associazioni mafiose o comunque
localmente denominate attive sul territorio nazionale nonché al
recupero crediti realizzato anche mediante ricorso a minacce e
violenze perpetrate prevalentemente con metodo mafioso proprio in
ragione del sistematico richiamo del ruolo assunto dalla loro
organizzazione fornivano un contributo esterno rilevante alla vita ed
alle attività della organizzazione camorristica facente capo a
Raffaele Stolder, meglio descritta nella imputazione sub a), atteso
che Vallefuoco Francesco, capo promotore delle attività delittuose
stipulava un patto illecito con lo Stolder al servizio della cui
organizzazione e per i predetti fini metteva la struttura criminale a
lui facente capo, agendo, altresì
Bacciocchi Livio e Zonzini Oriano quali promotori per essere,
rispettivamente, il maggiore azionista ed il direttore generale
della Fincapital S.A., società finanziaria con sede nellaRepubblica
di S. Marino impiegata per il perseguimento dei predetti fini illeciti,
e, quindi, i dominus della relativa gestione,
Zavoli Roberto quale associato residente nella Repubblica di
S.Marino preposto, in particolare, ai rapporti tra il Vallefuoco ed
il Bacciocchi nonchè quale socio insieme al primo della ZA.VA.
Group, impiegata per il perseguimento dei predetti fini illeciti,
Gennaro D’Amore e Gennaro Esposito quali associati alle dirette
dipendenze del Vallefuoco impiegati per le numerose attività
logistiche e di supporto del sodalizio loro affidate, in particolare, a
Napoli,
Di Tella Francesco quale stabile referente della struttura per le
operazioni compiute nell’interesse dell’ organizzazione mafiosa
denominata dei casalesi,
Marica Carcas, quale associata in qualità di segretaria della ISES,
società facente capo al Vallefuoco e da questi utilizzata in funzione
della realizzazione degli scopi illeciti del sodalizio, quale preposta,
nella consapevolezza del fine illecito delle sue azioni, alla gestione
contabile,
Panico, moglie del Vallefuoco, quale associata preposta alle
necessarie attività logistiche e di supporto del sodalizio.
Accertato in Napoli nel 2009 con condotta perdurante
Per tutti con l’aggravante di cui all’art. 7 L. 203/1991, avendo
commesso i reati diversi da quelli di cui al capo a) ed i)
(limitatamente al delitto di cui agli artt. 110 e 416 bis c.p.)
avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p. ed al fine
di agevolare l’operatività di clan mafiosi e camorristici, tra i quali
ultimi quello facente capo a Raffaele Stolder
Con la circostanza aggravante per Raffaele Stolder di cui all’art. 7 l.
575/1965 per avere commesso i reati mentre era sottoposto a
misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S.
OSSERVA
Premessa
La complessità delle contestazioni
La richiesta del P.M. si fonda sulla ricostruzione di tre distinte
associazioni, ovvero quella che viene denominata clan Stolder,
promossa e diretta da Stolder Raffaele subito dopo la sua
scarcerazione nel 2009 (capo A); quella costituita da tre soggetti
per la commissione di reati di truffa e di usura (capo H); quella
promossa da Vallefuoco Francesco avente ad oggetto attività di
riciclaggio e di estorsione per il recupero crediti vantati da
organizzazioni di stampo camorristico (capo I). Ai soggetti accusati
di essere promotori e partecipi di quest’ultima associazione,
operante su tutto il territorio nazionale, viene contestato altresì di
essere concorrenti esterni nel clan Stolder in relazione al contributo
fornito all’attività del gruppo di Stolder Raffaele, in ragione di un
patto stabile nel settore specifico del riciclaggio e del reimpiego di
capitali provenienti da delitti emerso dalle intercettazioni disposte
nel corso delle indagini.
Già la pluralità e la complessità delle contestazioni relative ai reati
associativi fa comprendere quale sia stato il gravoso impegno degli
investigatori che, partiti da una intercettazione ambientale volta a
comprendere l’assetto del clan Stolder dopo la scarcerazione del
vecchio capo, si sono trovati di fronte 1) ad un gruppo
immediatamente operativo, capace di commettere una serie di reati
allarmanti, dei quali solo per una parte si sono raggiunti gravi indizi
per specifiche contestazioni, sebbene le intercettazioni rivelino una
più ampia attività delittuosa riguardante anche estorsioni in corso;
2) ad un “mare” di contatti che il capo ed i suoi uomini più fidati
(via via individuati e sottoposti ad intercettazione) hanno
mantenuto con altri gruppi criminali aventi una loro identità e
tuttavia legati allo Stolder da collaterali patti di solidarietà,
evidentemente accresciuti durante e/o a causa della lunga
detenzione sopportata dal boss.
Non è certamente opera semplice mettere ordine in una così vasta
attività.
Le richieste formulate dal P.M. impongono di verificare: 1) i gravi
indizi in relazione alla configurazione attuale del clan Stolder, anche
alla luce dei reati fine accertati; 2) i gravi indizi in relazione ai
legami di tale clan con il gruppo Vallefuoco, analizzando altresì la
esistenza in fatto di elementi per ritenere sussistente un’autonoma
associazione come contestata, per poi passare alla questione
giuridica sulla compatibilità della duplice contestazione (416 e 110,
416 bis c.p.); 3) i gravi indizi in relazione all’associazione di cui al
capo H ed i suoi legami con il clan Stolder; 4) le individuali
responsabilità di ciascuno degli indagati per i reati configurabili.
Occorre, tuttavia, in via ancora preliminare, comprendere quale sia
stato l’avvio delle indagini ed affrontare il tema della utilizzabilità
delle intercettazioni, principale (anche se non unica) fonte degli
elementi di accusa.
L’avvio delle indagini
L’esistenza di un clan camorristico denominato clan Stolder è stata
storicamente accertata dalla sentenza di condanna emessa in data
17.7.1997 dalla VII Sezione Penale Corte di Appello di Napoli,
passata in giudicato in data 20.07.1999, con la quale il medesimo
Stolder Raffaele veniva condannato per l’associazione di tipo
mafioso da lui organizzata ai fini della commissione di furti e rapine
sfruttando la rete fognaria, nonché della commissione di reati nel
settore degli stupefacenti, fatti commessi in Napoli nel novembre
1991 con condotta perdurante al momento dell’esercizio dell’azione
penale.
Tra i condannati figurano anche due indagati il cui coinvolgimento
nella presente indagine emerge dalle intercettazioni telefoniche ed
ambientali, ovvero Ferriero Patrizia (la moglie) e Colurciello
Salvatore (cfr. sentenza allegata agli atti).
Come è agevole rilevare, la sentenza si ferma ad un periodo storico
antecedente di ben dieci anni quello ora in contestazione con la
formula “accertato nel maggio 2009 con condotta perdurante” e
tuttavia il provvedimento divenuto irrevocabile attesta la esistenza
sin dagli anni ‘90 di un gruppo camorristico promosso dallo Stolder,
con l’ausilio della moglie, consentendo su tale base di innestare gli
ulteriori elementi raccolti nel corso delle indagini richiamate nella
richiesta del P.M., ovvero le intercettazioni e le contestuali
tradizionali attività di investigazione (osservazione, pedinamento,
controlli su strada ai fini della identificazione degli interlocutori delle
conversazioni intercettate, acquisizione di documentazione,
assunzione informazioni) svolte dal Centro Operativo della DIA di
Napoli.
Ed invero, proprio a seguito della espiazione della pena inflitta con
la sentenza di condanna sopra ricordata, Stolder Raffaele in data
11.3.2008 è stato scarcerato.
Nel medesimo contesto viene sottoposto alla misura della
sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Napoli
adottato nei suoi confronti dal Tribunale di Napoli Misure di
Prevenzione, confermato dalla Corte di Appello in data 28.5.96 (cfr.
provvedimenti in atti e verbale di sottoposizione alla misura datato
11.3.08 redatto presso il Commissariato di Sulmona).
La circostanza è colta dagli investigatori per verificare l’attuale
operatività del gruppo facente capo allo Stolder che, nonostante il
periodo di detenzione del capo, aveva continuato a rimanere
compatto sul territorio intorno alla figura della moglie del detenuto,
Ferriero Patrizia, la quale (secondo quanto relazionato dagli
investigatori) aveva anche subito in quegli anni un processo per
aver indotto medici del Policlinico ad affermare la incompatibilità del
marito con lo stato di custodia cautelare in carcere.
Così i verbalizzanti organizzano un servizio di osservazione nel
giorno in cui lo Stolder deve essere scarcerato, accertando che alle
ore 10:15 circa si avvicina al cancello dell’Istituto Penitenziario, la
Casa Circondariale di Sulmona (ove lo Stolder è ristretto),
un’autovettura modello Opel Zafira 2.0 16v DTI, di colore grigio,
targata CB ..., con a bordo quattro persone che si fermano a circa
100 mt. dall’ingresso del carcere. Alle ore 10:30 circa, si avvicina
alla Opel un’altra autovettura modello Mazda 1.3 TD, di colore
azzurro, targata DG ..., intestata a Stolder Alessio (figlio di
Raffaele) con una sola persona a bordo. Tutti scendono dalle
macchine e si fermano a parlare, poi effettuando una serie di
telefonate con i propri telefoni cellulari. Alle ore 10:55,
sopraggiunge una pattuglia di P.S. con i colori d’Istituto, più altra
autovettura con targa di copertura, la quale si ferma dinanzi alla
garitta di accesso all’Istituto di Pena, al fine di accompagnare lo
Stolder Raffaele appena scarcerato presso il locale commissariato
per la sottoposizione alla misura di sorveglianza. Nel momento in
cui lo Stolder esce dal carcere, alcuni dei soggetti che erano a
bordo delle auto sopra indicate si avvicinano per farsi notare dallo
Stolder e ciò consente di procedere alla immediata identificazione
dei presenti. Si accerta così che a bordo della Opel Zafira sono
Ferraiuolo Gennaro, figlio di Stolder Antonietta (sorella di Raffaele),
Ivone Gustavo (classe 1966), Ivone Gaetano (classe 1978) e
Tubelli Biagio (classe 1968), mentre a bordo della Mazda è Stolder
Alessio. Tutti sono invitati a recarsi presso il commissariato in via
Sallustio, ove gli investigatori notano l’autovettura Lancia Y 1.3 MJ
16V, di colore blu, targata CY ..., da loro già conosciuta per essere
in uso a Ferriero Patrizia, che infatti è a bordo dell’auto. A circa 100
metri, sulla carreggiata opposta, angolo via Cavriani, si notano due
soggetti a bordo di una Fiat Punto, di colore bianco, targata CR...,
intenti a guardare verso la Ferriero. Gli stessi sono identificati,
previa intesa con la P.S. Sulmona, da una pattuglia all’uopo inviata,
in Morra Giuseppe (classe 1952) passeggero e Improta Luigi (classe
1952) conducente. Alle ore 12:30, altra pattuglia di PS procede al
controllo, sempre in via Sallustio, di autovettura Mini Cooper,
targata CJ ..., con a bordo due soggetti, identificati in Stolder Alain,
figlio di Raffaele e Imperatore Rosaria, nato a Napoli il 12.06.1984,
ivi residente in C.so Garibaldi n.240, e Stolder Ivanfilippo, figlio di
Raffaele e di Ferriero Patrizia, nato a Napoli il 02.05.1988, ivi
residente in Vico Palazzo Due Porte n.16.
Alle ore 13:30, Stolder Raffaele esce dal commissariato e sale a
bordo dell’autovettura Lancia Y in uso alla moglie e insieme si
recano in una strada adiacente ove incontrano tutti gli occupanti
delle autovetture indicate, salvo Morra e Improta.
Tutti, a bordo delle rispettive autovetture, si dirigono verso lo
svincolo autostradale della Napoli/Roma e rientrano presso le
rispettive abitazioni. Alle ore 18:00 del medesimo giorno, tuttavia,
lo Stolder deve recarsi presso il Commissariato di P.S. di Napoli
Vicaria Mercato come prescrittogli al momento della sottoposizione
alla misura di prevenzione con obbligo di soggiorno. L’occasione
viene colta dai verbalizzanti per installare a bordo dell’auto Lancia Y
in uso a Ferriero Patrizia idonea apparecchiatura per captare le
conversazioni ambientali autorizzate con decreto n. 1250/08
emesso dal G.I.P. in data 11.3.08 a convalida del decreto urgente
disposto dal P.M.
Le intercettazioni. Considerazioni preliminari sulla utilizzabilità
Come già evidenziato sopra, l’indagine si sviluppa proprio sulla base
delle intercettazioni che consentono di individuare e monitorare nel
tempo le diverse utenze cellulari in uso allo Stolder nonché quelle in
uso ai propri interlocutori.
In via preliminare occorre verificare la correttezza delle operazioni
compiute.
Il P.M. ha depositato i decreti con i quali sono state autorizzate le
intercettazioni, nonché gli atti allegati e richiamati nei predetti
provvedimenti, dalla cui lettura si evince la piena utilizzabilità, sotto
il profilo del rispetto delle regole procedurali, dell’attività svolta.
Ed invero:
- con decreto urgente 1250/08 emesso dal p.m. in data 11.03.08,
convalidato ritualmente dal g.i.p., viene disposta l’intercettazione
delle conversazioni all’interno dell’auto Lancia Y targata CY ... in
uso alla moglie di Stolder Raffaele, Ferriero Patrizia, perché il
marito appena scarcerato viene ritenuto dagli investigatori in
contatto con i propri affiliati, nonostante la detenzione, proprio
attraverso i colloqui con la moglie (a sua volta resasi molto attiva
per ottenerne la scarcerazione anche con perizie false);
- con decreto n. 1425/08 in data 21.3.08 è autorizzata la
intercettazione sulla utenza fissa, installata presso l’abitazione dei
coniugi Stolder, 081..., intestata al figlio Stolder Ivan Filippo,
utenza rivelatasi utile per la individuazione delle ulteriori utenze
entrate in contatto con gli Stolder che, secondo quanto comincia ad
emergere dalla ambientale dell’auto Lancia, sono in fase di
riorganizzazione;
- sulla scorta delle emergenze delle predette intercettazioni è
autorizzato, con decreto n. 1559/08, emesso in via urgente dal
p.m. e convalidato dal g.i.p. in data 1.4.08, l’ascolto delle
conversazioni sulla utenza 349 ... risultata in uso a Ferriero
Patrizia;
- con decreto 1636/08 emesso in data 4.4.08 in via urgente dal
p.m. e convalidato in data 5.4.08 dal g.i.p. è disposta la
intercettazione su tre utenze cellulari emerse dal monitoraggio della
utenza fissa: 1) 331..., la prima delle numerose utenze cellulari in
uso allo Stolder Raffaele; 2) 334 ... la utenza in uso a Ferraiuolo
Gennaro, nipote di Stolder Raffaele in quanto figlio di Salvatore e
Stolder Antonietta (sorella di Raffaele); 3) la utenza 333 ... in uso
ad Esposito Antonio (nato il 16.9.78) titolare del bar in Piazza
Principe Umberto 8/B, coniugato con Stolder Nunzia, figlia di
Raffaele. Quest’ultima utenza è individuata sulla base della
ambientale del 18.3.08 quando in auto Stolder Raffaele e la moglie
commentano che devono parlare con Nunzia ed Antonio dal
momento che quest’ultimo ha la possibilità di contattare un politico
perché è “il periodo in cui si va a parlare con tutti i politici” (cfr.
ambientale n. 93 ore 16.53 del 18.3.08) e dopo una settimana
giunge sulla utenza fissa degli Stolder una telefonata di Antonio,
genero dello Stolder, che usa in tale circostanza il numero cellulare
sopra indicato;
- con decreto 2232/08 del 15.5.08 è autorizzata la intercettazione
ambientale presso l’abitazione dei coniugi Stolder essendo emerso
dalle intercettazioni che la casa viene utilizza come luogo di
incontro degli associati per discutere della organizzazione delle
attività illecite in corso e, come si vedrà, è proprio questa una delle
intercettazioni più importanti al fine di verificare l’operatività del
gruppo;
- con decreto 3053/08 del 4.7.08 è autorizzata, prima dal p.m. in
via urgente e nella stessa data dal g.i.p., la intercettazione di
numerose utenze, ovvero: 333 ...e 331... (intestate entrambe a
soggetti inesistenti e ritenute in uso a Marotta Salvatore), 334 ...
(in uso a Colurciello Salvatore), 339 ... (intestata a Carbone
Carmelina ed in uso a tale Luigi, prima identificato in Improta Luigi
e poi in Di Maio Luigi), 349 ...(intestata ed in uso a Mango
Vincenzo), 334 ... (intestata ed in uso a Santaniello Salvatore), 339
... (intestata ed in uso a Giulio Giaquinto), 334 ... (intestata ed in
uso a Salice Salvatore). Le predette utenze sono state individuate
sempre attraverso le intercettazioni sulla utenza fissa e sui cellulari
in uso allo Stolder Raffaele, a seguito di contatti per fissare
appuntamenti nella abitazione, che consentivano altresì agli
investigatori di predisporre servizi di osservazione al fine di
individuare coloro che fisicamente si recavano poi
all’appuntamento. Unica utenza per la quale la individuazione
dell’usuario inizialmente effettuata non ha trovato corrispondenza è
quella relativa al Luigi che gli investigatori hanno ritenuto
inizialmente di poter attribuire a Improta Luigi (identificato nel
corso del servizio di osservazione organizzato nel giorno della
scarcerazione dello Stolder Raffaele) anche se, poi, ascoltando le
conversazioni e verificandone il contenuto con ulteriori indagini i
medesimi verbalizzanti hanno verificato che la utenza è in uso a Di
Maio Luigi, fabbro;
- segue il decreto 3114/08 del 14.7.08 avente ad oggetto la nuova
utenza in uso a Stolder Raffaele 331..., emersa dalle pregresse
intercettazioni;
- con decreto 3392/08 del 29.7.08 sono intercettate ancora due
utenze cellulari, 339 ... e 366..., che lo Stolder usa
alternativamente, a seconda degli interlocutori, sempre nella
speranza di eludere eventuali controlli da parte degli investigatori, e
deve dirsi che il tentativo resta vano proprio per la continuità con la
quale gli investigatori procedono a monitorare le utenze che via via
emergono come maggiormente significative ai fini della indagine in
corso;
- con decreto 3563/08 del 13.8.08 sono autorizzate le
intercettazioni sulle utenze cellulari ulteriori emerse nel corso delle
operazioni già in corso, ovvero 366 ... in uso a Stolder Raffaele (del
quale ormai i verbalizzanti individuano la voce), 334 ... intestata
alla società DIXON srl ed in uso a Marotta Salvatore, 338 ...
intestata ed in uso a Tambone Eugenio, 331 ... intestata a tale
Kapoor nato in India ed in uso a Fiandra Bruno, 331 ... intestato a
tale Tharanga nato in India ed in uso a Improta Giuseppe, 338 ...
intestata a De Luca Vincenzo ed in uso a tale Antonio, poi
identificato nel corso dell’ascolto in Pangione Antonio, 340 ... in uso
a tale Rosario non identificato, nonché le intercettazioni ambientali
all’interno dell’auto Fiat 500 CS ..., auto notata dai verbalizzanti
parcheggiata in via Niutta nei pressi del vico Palazzo a due Porte n.
16 ove si trova l’abitazione dello Stolder, risultata intestata a Del
Prete Antonio e della quale si parla nel corso delle ambientali
all’interno di casa Stolder;
- segue il decreto 3879/08 adottato in via urgente dal P.M. in data
11.9.08 e convalidato dal G.I.P. in data 12.9.08, avente ad oggetto.
1) le utenze 333 ... e 338... in uso a tale Pippo identificato nel
Castiglia Giuseppe controllato in data 8.9.08 nei pressi
dell’abitazione dello Stolder; 2) 392 ... intestata alla società s.r.l. IN
di Gattafoni Paola con sede in provincia di Macerata ed in uso a tale
Mimmo, individuato in La Manna Domenico sulla base delle verifiche
effettuate in data 27.8.08 presso l’Hotel Ramada ove il predetto
Mimmo riferiva aver alloggiato, nonché sulla base di attività di
osservazione presso l’abitazione dello Stolder in occasione di
appuntamenti presi al telefono; 3) 335 ... intestata alla Impresit
2000 s.r.l. in uso a Vallefuoco Francesco, originariamente
identificato nel Casciello Francesco; 4) 366 ... in uso a soggetto non
identificato;
- con decreto 4071/08 emesso in via urgente dal P.M. in data
23.9.08 e convalidato dal G.I.P. in data 24.9.08 sono intercettate le
utenze: 1) 335 ... intestata ed in uso aBenedettini Moreno, 2)
347 ... intestata a Giardi Erik di San Marino ed in uso a tale
Giovanni poi identificato in Abete Giovanni, 3) 335 ... intestata ed
in uso a Zavoli Roberto, 4) 339 ... intestata ed in uso a La Manna
Domenico, nonché le conversazioni in ambientale nell’ auto Alfa
Romeo 147 DG ... nella disponibilità di La Manna Domenico e
nell’auto Audi A6 San Marino J ... nella disponibilità di Vallefuoco
Francesco;
- con decreto 4589/08, emesso dal GIP in data 23.10.08 a
convalida del decreto urgente del P.M., si intercetta la utenza
392... in uso a D’Amore Gennaro, cognato di Vallefuoco Francesco,
la cui partecipazione ai fatti oggetto di indagine si evince dalla
intercettazione della utenza in uso al Vallefuoco quando questi
contatta il gruppo facente capo a Stolder inviando come
intermediario il cognato Gennaro. In una occasione il medesimo
Gennaro contatta per un appuntamento l’utenza in uso a Giaquinto
Giulio, (già monitorata), con il cellulare sopra indicato che viene
immediatamente sottoposto ad intercettazione;
- con decreto 4643/08 il P.M. in via urgente in data 24.10.08 ore
14.55 dispone la intercettazione della utenza 334 ... in uso a
Stolder Raffaele, emersa da un contatto con la utenza di D’Amore
Gennaro, al quale pure lo Stolder suggerisce di cambiare le schede.
Il decreto del P.M. è convalidato nei termini (25.10.08 ore 13.15)
dal G.I.P.;
- con decreto 4830/08 emesso in via urgente dal p.m. in data
4.11.08 e convalidato dal G.I.P. nella medesima data è intercettata,
sempre sulla base dei contatti monitorati sulla utenza del D’Amore
(che non ha ancora cambiato scheda), la utenza 366 ... intestata ad
un soggetto nato in Ceylon ma in uso a Stolder Raffaele il quale gli
riferisce di aver da poco in uso la utenza con la quale lo ha
contattato e chiede all’interlocutore se ritenga “sicura” anche la
sua;
- con decreto 5070/08 emesso in via urgente dal P.M. in data
13.11.08 e convalidato dal G.I.P. in data 14.11.08 sono stati
intercettate le utenze: 1) 334 ... intestato ad un soggetto nato in
India ma in uso ad un soggetto con l’accento napoletano, emersa a
seguito della intercettazione del cellulare monitorato di Stolder che
prende contatti con un gruppo operante nella zona dell’Italia
settentrionale per conto del quale il predetto soggetto con accento
napoletano (non meglio identificato all’epoca) fa da tramite; 2) 366
... in uso intestato ad un cingalese ma in uso a Ferriero Rosaria,
cognata dello Stolder, la cui partecipazione attiva al gruppo emerge
dalle indagini sulla rapina ai danni dell’avv. S. V.;
- con decreto 5669/08 disposto dal G.I.P. in data 13.12.08 sono
state autorizzate le intercettazioni sulle seguenti utenze individuate
sulla base del monitoraggio delle utenze già intercettate: 1) 340...
in uso a Stolder Raffaele (intestata a Manzo Giuseppe); 2) 331... in
uso a Ferraiuolo Gennaro (intestata a Fresta Sebastiano; 3) 334...
in uso a Colurciello Salvatore (intestata a Corvino Donato); 4) 334
... in uso a Mango Vincenzo (intestata a soggetto straniero); 5)
366... in uso a Santaniello Salvatore (intestata a soggetto
straniero); 6) 334... in uso a Fiandra Bruno (intestata a tale Jaliya
Yamaha, straniero); 7) 334... in uso ad Improta Giuseppe
(intestata al medesimo Jaliya della utenza in uso al Fiandra), 8)
338 ... in uso a Giglio Gennaro (intestata a De Bernardo Carmela);
9) 334 ... ritenuta in uso allo Stolder e poi, dall’ascolto delle
conversazioni, rivelatasi in uso a La Manna Domenico (intestata a
soggetto straniero), 10) 392 ... in uso a Vallefuoco Francesco;
- con decreto 429/09, emesso di urgenza dal P.M. in data 23.1.09 e
convalidato dal G.I.P. in data 24.1.09, è stata infine di nuovo
disposta la intercettazione ambientale all’interno dell’auto in uso a
Vallefuoco Francesco, AUDI A/6 targata San Marino J... essendo
emerso che il soggetto manteneva contatti non solo con lo Stolder
ma con soggetti campani e di altre regioni utilizzando la predetta
auto per incontri nel corso dei quali discutere di attività illecite (la
intercettazione ambientale era stata già svolta con decreto n.
4071/08).
Tutti i decreti risultano ritualmente motivati anche, ma non solo,
con espresso richiamo alle annotazioni allegate nelle quali si da
piena contezza delle indagini in corso e, per i decreti urgenti, delle
specifiche ragioni della urgenza.
Sempre con riguardo alla utilizzabilità in questa sede delle
intercettazioni giova evidenziare che agli atti mancano le bobine
delle registrazioni ma sono allegate le trascrizioni effettuate dai
verbalizzanti nonché i riassunti contenuti nei brogliacci.
Sul punto va ricordata la sentenza delle Sezioni Unite Penali 22
aprile – 27 maggio 2010 n. 20300 che risulta qui rilevante sotto
due profili:
1) anzitutto ha ribadito il principio consolidato secondo il quale nella
fase cautelare è possibile utilizzare il contenuto delle intercettazioni
telefoniche, anche se compendiate in brogliacci, ovvero riportate in
forma riassuntiva, pur se non trascritte o sommariamente trascritte
con semplici riferimenti riassuntivi (nella motivazione si richiamano
le sentenze della Cassazione Sez. 4°, 26 maggio 2004, n. 39469;
Sez. 6°, 28 marzo 2002, n. 20715/2003; Sez. 6°, 3 marzo 2000, n.
1106; Sez. 1°, 28 aprile 1999, n. 3289). Sullo stesso tema ha
precisato altresì che l’omesso deposito del brogliaccio non è
sanzionato da alcuna nullità, o inutilizzabilità, delle intercettazioni
(Sez. 6°, 26 novembre 2009, n. 49541; Sez. 4°, 21 gennaio 2004,
n. 16890), in quanto il deposito di cui al quarto comma dell’art. 268
c.p.p. rientra nella procedura finalizzata alle successive operazioni
di stralcio eventuale e di trascrizione da effettuarsi in
contraddittorio delle parti, ai fini dell’inserimento nel fascicolo per il
dibattimento, come tale del tutto distinta dalla procedura
incidentale de libertate, ove non di deposito è a parlarsi, ma di
allegazione agli atti posti a fondamento della misura. Trattasi,
perciò, di incombenti a finalità diverse, con scansioni temporali non
coincidenti (l’epoca del deposito, invero, prescinde del tutto da
quella di celebrazione del procedimento cautelare di regola
anteriore) e con oggetti non necessariamente coincidenti: il
deposito riflette tutto il materiale relativo alle operazioni, nel
mentre la allegazione ai fini cautelari può riguardare solamente le
trascrizioni sommarie del contenuto delle comunicazioni o gli
appunti raccolti durante le intercettazioni (Sez. Un., 27 marzo
1996, n. 3; Sez. Un., 20 novembre 1996, n. 21/1997; Sez. VI, 8
ottobre 1998, n. 2911; Sez. VI, 3 giugno 2003, n. 35090);
2) proprio partendo da tali presupposti le Sezioni Unite hanno
richiamato la sentenza della Corte Costituzionale dell’8-10 ottobre
2008, n. 336 che ha dichiarato la illegittimità costituzionale dell’art.
268 c.p.p. nella parte in cui non prevede che, dopo la notificazione
o l’esecuzione dell’ordinanza che dispone una misura cautelare
personale, il difensore possa ottenere la trasposizione su nastro
magnetico delle registrazioni di conversazioni o comunicazioni
intercettate, utilizzate ai fini dell’adozione del provvedimento
cautelare, anche se non depositate. La Suprema Corte chiamata ad
intervenire, nel mutato quadro normativo determinato dalla
pronuncia della Corte Costituzionale ha stabilito il principio secondo
il quale il diritto di accesso alle registrazioni che spetta al difensore,
dopo la esecuzione della ordinanza cautelare, deve essere
esercitato mediante richiesta da inoltrare al pubblico ministero che
procede. Sul tema le Sezioni Unite così motivano testualmente
“Nella sua disponibilità materiale e giuridica, difatti, si trovano i
documenti in questione nella fase delle indagini, come
puntualmente rilevato da Sez. VI, 7 maggio 2009, n. 28386, cit.; e
solo il pubblico ministero è in grado di procedere alla selezione delle
registrazioni all’uopo rilevanti, nell’intero contesto di tutte quelle
effettuate, ad individuare solo quelle poste a fondamento della
richiesta della misura cautelare ed a verificare, quindi, gli eventuali
limiti al rilascio delle copie richieste, in relazione alla tutela della
riservatezza di altri soggetti estranei ai fatti, le cui conversazioni
siano state captate, o a contenuti delle registrazioni che non siano
rilevanti ai fini che occupano. In tal senso anche Sez. III, 30
settembre 2009, n. 41256; sostanzialmente Sez. V, 24 giugno
2009, n. 39930; Sez. VI, 26 marzo 2009, n. 19150”.
Superate quindi le questioni procedurali si può scendere nell’esame
del merito della richiesta in relazione ai singoli capi di imputazione.
Attuale esistenza ed operatività del clan Stolder
Configurabilità dell’associazione contestata al capo A)
La contestazione riguarda il periodo immediatamente successivo
alla scarcerazione di Stolder Raffaele, già condannato per essere
promotore del clan omonimo (come ricordato in premessa), il quale
appena rimesso in libertà prende immediatamente contatti con i
suoi affiliati, organizzando una serie di attività delittuose sul
territorio da lui controllato.
Senza scendere qui ad esaminare i reati fine (sui quali occorre
soffermarsi nel trattare dei relativi capi di imputazione), va subito
detto che le intercettazioni offrono un complesso ed articolato
panorama di relazioni con altri clan e di attività di intimidazione
tipiche di una organizzazione di stampo camorristico a
dimostrazione che il vecchio boss non ha perso tempo a riprendere
le fila di un gruppo, fondando anzitutto sul contributo di persone
rimaste a lui maggiormente legate, nonostante la lunga detenzione,
anche - ma non solo – in virtù dei vincoli parentali.
Ed invero l’esame di alcune delle tantissime intercettazioni, che si
rilevano dai brogliacci allegati alla segnalazione, solo in parte
trascritte dai verbalizzanti, ma tutte di estremo interesse, consente
di verificare l’esistenza di un’organizzazione stabile di persone
facenti capo allo Stolder, dedita alla commissione di reati (in
particolare furti e rapine, oltre che estorsioni), caratterizzata da
struttura gerarchica e potere di intimidazione anche nei confronti di
altri gruppi o soggetti criminali.
La lettura in ordine cronologico delle trascrizioni effettuate vale a
ricostruire con precisione i fatti a dimostrazione di quanto sopra
indicato sin dai primi momenti della scarcerazione dello Stolder.
Già all’indomani della scarcerazione dello Stolder Raffaele nell’auto
Lancia Y la moglie Ferriero Patrizia si rivolge ad un uomo (non
identificato) e si intercetta la conversazione n. 40, delle ore 16.53
del 12.03.08 nel corso della quale la donna chiede di “ritrovare”
un’auto che è stata “presa”, ovvero sottratta.
La conversazione rivela che la donna è a conoscenza degli ambienti
criminali ove si ricettano le auto rubate, tant’è che l’uomo discute
con lei con estrema naturalezza e non esita a mettersi a
disposizione. Invero la donna gli dice “devo trovare una macchina..
si sono presi in via Pietro Colletta…ieri mattina con le chiavi
dentro…dentro ad un parcheggio….una Peugeot 206 celeste”.
L’interlocutore le risponde “una 206…ma non è una macchina di
scasso…hai capito?..non è una macchina che ci compriamo…”. La
donna continua “se la sono presa con le chiavi vicino… a parcheggio
stava … stava proprio a Pietro Coletta…non in mezzo al Trianon… il
ragazzo non teneva spazio e la mise lì…il parcheggiatore”. L’uomo
ribatte “signora questa non è una macchina di scasso…la può
tenere qualcuno in mano…ma non è venuto nessuno….da
stamattina” e ripete “…la tengono in mano … Non è venuto
nessuno, questa giornata… se dovessero arrivare… a
disposizione…”.
Dopo qualche giorno si intercetta la conversazione n.93, delle ore
16.53 del 18.03.08 sempre all’interno dell’auto Lancia Y tra Ferriero
Patrizia (P) e Stolder Raffaele detto Lello (L) le cui voci sono state
individuate dai verbalizzanti. Risulta che un “cinese” si è rivolto a
loro per intercedere con Vittorio e lo Stolder commenta con la
moglie, la quale è d’accordo con lui, che se il giovane si comporta
bene ed è opportunamente guidato, può vincere la storia del
cognome che si porta dietro (cognome oramai associato ad un clan
perdente, i cui storici esponenti da tempo hanno collaborato con la
giustizia, come risulta dai provvedimenti giudiziari in atti).
Questo il contenuto testuale:
L: Uaaa!! Stavano proprio distrutti … quel cinese….brava
gente.....ma che peste!!! Madonna mia...quell’altro là...il
cineseP: sono limitati … E’ gente limitataL: si! Lo so!P: loro …non
sono, né carne né pesceL:….loro mi raccomandavano assai il fatto
di Vittorio….loro a quello ci tenevano …il fatto di
Vittorio…dice…quello….quello è quello che è .... purtroppo mò,
ormai, si chiama Giuliano ma quello bastasse che fosse un uomo
non sarebbe niente... si comportasse ad uomo ... sarebbe
guadagnato … Ma se si comporta una chiavica…?
P: vabbè!! Può darsi pure che……guidato….
L: si!!...Perchè il fatto che si chiama Giuliano, che cazzo c’entra?....
P: non c’entra proprio niente!!!!..
L: che cazzo c’entra, che si chiama Giuliano...si chiama
Giuliano..ma se è un ragazzo in gamba e poi ..si chiama Giuliano?
…il padre è morto ...almeno ufficialmente!!!....ufficialmente…..
I verbalizzanti sottolineano che risulta chiaro dal contenuto della
conversazione il riferimento a Pio Vittorio Giuliano classe 86, figlio
di Carmine e di Stolder Amalia residente nella zona di Forcella (via
Forcella n.26).
Ancora sempre nell’auto Lancia Y si intercetta la conversazione
n.124 delle ore 16:25 del 20.03.2008 tra Stolder Raffaele, la moglie
Patrizia ed un’altra donna non identificata nel corso della quale i
due coniugi esprimono giudizi su una famiglia criminale (non si
comprende il nome della stessa). Lo Stolder dice “...invece...don
Peppe Mallardo mi diceva che era una buona famiglia...” e Patrizia
“appartengono ad una famiglia di Casal Di Principe”. Stolder
continua “pure a Giugliano … a Casal di Principe ed a Giugliano ...
loro stanno bene con il Mallardo, me lo disse Peppe … me lo disse”.
Nel prosieguo Stolder chiede alla moglie quanto le ha dato quella
persona che sta con loro in macchina e Patrizia risponde 1.500
euro.
Quindi sempre Stolder chiede alla moglie “ma Gennarino dove è
andato adesso? ....quello, doveva andare al rione a prendermi una
cosa di soldi!”.
Nello stesso contesto, due ore dopo, si intercetta la conversazione
n. 129 (ore 18:12 del 20.03.2008) nel corso della quale Stolder
Raffaele chiede alla moglie se c’è “qualcuno dietro che li scorta” e la
donna risponde affermativamente.
E’ evidente che il soggetto appena scarcerato ha riallacciato i
rapporti con il territorio e ragiona con la moglie della situazione
attuale delle altre “famiglie” operanti nelle zone circostanti, oltre
che di “somme di danaro” da riscuotere.
Peraltro, lo Stolder ritiene di dover essere “scortato” e la moglie ha
provveduto in tal senso.
Ma ancora sul tema dei rapporti con gli altri clan si riporta la
conversazione n. 290 delle ore 17:48 dell’1.04.2008 sempre
all’interno dell’autovettura Lancia Y tra i due coniugi, le cui voci
sono ben note ai verbalizzanti.
Stolder “…hanno fatto venire quei zulù... qua sono arrivati quelli di
Miano...... di là quelli di San Giovanni ... vedi un po’ questi zulù... si
sono fatti prendere Napoli da questi zulù...tutti zulù sono..”.
Patrizia “ora, per esempio,.... sai cos'è che non condivido? ... se
era uscito un altro, che era di là ... sempre di Forcella ..... dice
oggi ci sto io.... apposta ...ma era di Forcella!!!... non era di un
altro paese ... per quanto riguarda quel Gennaro, a me piaceva
molto!!... non faceva abusi...
Stolder “qua, si dovrebbe fare una pulizia.... la sera per la mattina”.
E’ evidente il riferimento (che tornerà in altre conversazioni)
all’ingerenza dei gruppi di Secondigliano in una zona ritenuta il
cuore di Napoli e la insoddisfazione per la circostanza che a Forcella
(zona storica del clan Giuliano) siano subentrate persone che non
sono nel quartiere.
Stolder comincia a meditare sul da farsi.
A riprova dei rapporti di forza della famiglia Stolder, dopo la
scarcerazione del capo, è la conversazione n.325 delle ore 11:53
del 03.04.2008 quando a bordo della Lancia Y sono Ferriero Patrizia
e la cognata Stolder Assunta (chiamata per nome e riconosciuta
dagli investigatori), nel corso della quale Patrizia afferma “perchè
lui dice: Lello, qua a noi c’è gente di Forcella che ci vuole bene …ma
ce ne sta altra che ci odia…. aspettavano a te che uscivi, perchè
aspettavano te che uscivi …perchè diceva…no! …che tu venivi qua
dietro e ce ne cacciavi ….a me ed a Eugenio … disse Lello: e perché
avrei dovuto cacciarvi? … perchè loro dicevano che avevano invaso
il campo di Lello …..quello, Giulio, prima di aprire il garage, è
venuto da me…..” .
Risulta evidente da tale conversazione che:
- esiste un “campo” ove opera lo Stolder Raffaele, chiamato Lello
dalla moglie, ovvero un territorio che non può essere occupato da
altri;
- un gruppo di Forcella attendeva la scarcerazione dello Stolder per
mandare via Giulio ed Eugenio in quanto avrebbero invaso il
territorio predetto;
- la moglie di Stolder aveva invece autorizzato lei stessa Giulio ad
aprire il garage e quindi non vi era stato alcun abuso.
In poche battute si dipinge la situazione di alcuni quartieri di Napoli
ove per aprire attività commerciali non ci si rivolge agli organi
pubblici per le autorizzazioni, ma al rappresentante del gruppo
dominante nella zona. Dal riferimento al garage ed ai nomi Giulio
ed Eugenio, i verbalizzanti identificano il primo in Giaquinto Giulio
ed il secondo in Tambone Eugenio in quanto proprio sotto
l’abitazione dello Stolder si trova il Garage di Eugenio Tambone e
Giulio Giaquinto. Peraltro questi due soggetti saranno a loro volta
interlocutori dello Stolder come si vedrà infra.
Continuando nell’esame cronologico delle conversazioni risulta
confermato il ritrovato potere carismatico dello Stolder ed invero
nella conversazione n.370 delle ore 17:53 del 05.04.2008 l’uomo a
bordo dell’auto riferisce alla moglie di essere stato avvicinato da
persone le quali gli hanno detto che, per qualsiasi problema, sono a
sua disposizione. Patrizia risponde che nei pressi del bar la gente di
strada, quando è successo qualche problema, si è messa a
disposizione, pensando che il locale e l’attività fossero dello Stolder.
In effetti gli investigatori hanno verificato che il genero dell’uomo,
Esposito Antonio, gestisce un bar, chiamato Bar DAVID, in Napoli
alla Piazza Principe Umberto 8/bis.
Nel medesimo contesto Stolder dice “Umberto è venuto!… Umberto
è venuto!.. Umberto, il fratello di coso… là …ora è venuto un’altra
volta! ..mi è venuto a portare l’imbasciata… ora è venuta la sorella
e me lo ha detto … ha detto se ne parla lunedì …e quello si è fatto
buttare 40 mila euro dentro … ha detto Umberto … ha detto: se ti
posso essere utile” Patrizia chiede “comanda?” e Stolder risponde
“con quelli là però … era un periodo che sta di casa … da
vent’anni…. però essendo che lui stava lì, gliela hanno data in mano
a lui”.
Ma la moglie dello Stolder si interessa anche delle vicende di
eventuali “pentimenti”, come risulta dalla conversazione n. 476
delle ore 12:43 del 14.04.2008 a bordo della Lancia Y tra la donna
e tale Totore che chiama la Ferriero “zia”.
Totore “zia…hai saputo niente, il fatto del o’ Ndrink .. se veramente
è questo fatto?”
Patrizia “no… non è vero”
Totore: non è vero?..
Patrizia: no!!…inc…
Totore: quell’altro scemo di o’ Filoscio ... quell’altro pentito della
Sanità nuovo là…. non è venuto creduto.. perché quell’altro che
facemmo l’agguato…a tutti e due..sono andate le guardie ed hanno
detto ma tu davvero…?… e lui ha detto: …io non so proprio niente di
queste cose!!.. … Hai capito che tarantelle?”.
Quindi Totore esce dall’auto per andare a parlare con qualcuno per
far votare la zia Patrizia Ferriero.
E’ interessante evidenziare che nel commentare di eventuali nuovi
“pentiti” si parla di un agguato che il gruppo fece ai danni di
qualcuno che aveva iniziato a collaborare e che poi aveva
opportunamente ritrattato.
Lo Stolder si interessa dei detenuti con i quali ha preso contatti in
carcere. A dimostrazione di ciò è la conversazione n. 480 delle ore
14:57 del 14.04.2008 quando la moglie a bordo della Lancia Y
riferisce a tale Gigino di un impegno del marito.
Questo il contenuto rilevante:
Gigino: ma dove doveva andare adesso…nel Vasto doveva
andare..?Patrizia: dall’avvocato di Ciruzziello, perchè gli ha
promesso che s’interessava quando stava in galera… disse vado a
parlare io con l’avvocato tuo… e questo ha Ricciulli, quello che sta a
via Torino,… nel Vasto..G: …ma Ciruzziello chi?… quello di sopra il
Rione? P: …bravo! ..si!..inc…G: …e, quello, non è
uscito?…P: …quando mai!!! …quello sta inguaiato!!… povero Dio…
allora.. poichè tu, te lo ricordi,… quello è veramente un bravo
ragazzo…G: …come..P: …allora disse: …il minimo che posso fare mi
ha chiesto di andare a parlare con l’avvocato e non me la sento di
non farglielo ... e, perciò, è andatoCiò dimostra la considerazione
della quale gode lo Stolder cui ci si rivolge anche per trattare con i
propri difensori (sebbene egli non sia né un parente nè un legale).
Allo Stolder si rivolgono anche per chiedere consigli su come
comportarsi in caso di torti subiti ed è sintomatica la conversazione
n.585, delle ore 12:23 del 22.04.2008 quando nell’auto Lancia Y,
alla richiesta di un consiglio sulla possibilità di presentare una
denuncia, Stolder Raffaele replica all’interlocutore:
“…noi stiamo in mezzo alla strada… riguardo al fatto delle denunce
.... queste cose qua ...non deve proprio esistere nella famiglia
nostra”.
In effetti per una famiglia camorristica rivolgersi alla giustizia
sarebbe un controsenso ed una dimostrazione di debolezza.
Addirittura ci si rivolge allo Stolder per assicurarsi la presenza di
cantanti ad una festa. In tale senso sono le conversazioni n. 965
delle ore 21:13 del 16.05.2008, intercettata sull’utenza in uso a
Patrizia Ferriero e n. 896 delle ore 18:57 del 19.05.2008,
intercettata sull’utenza in uso a Stolder Raffaele, il quale discute
con Carmine Ivone (identificato dai verbalizzanti come agente di
cantanti neomelodici) di una festa da organizzare per la quale si
sono rivolti a lui per assicurare la presenza di alcuni cantanti. Nella
conversazione n. 902 delle ore 23:18 (sempre del 19.05.2008),
intercettata sull’utenza in uso a Stolder Raffaele, Ivone Carmine
conferma la presenza dei cantanti, precisando che gli hanno
assicurato la presenza per “rispetto” nei confronti dello Stolder.
Ma una famiglia camorristica trova la sua ragione di esistere nella
commissione di reati in via esclusiva nella zona di proprio
competenza ed in tal senso sono significative le prime
intercettazioni relative ad una forma di imposizione della fornitura
di merce da parte di Ferraiuolo Gennaro, la cui utenza è stata
individuata ed intercettata proprio per i suoi rapporti con la famiglia
Stolder. Il predetto è, come si vedrà infra, dei soggetti più attivi nel
gruppo e proprio sulla sua utenza sono registrate le seguenti
telefonate:
- n.1709 ore 09:18 del 25.04.2008 intercettata sulla utenza
monitorata di Ferraiuolo Gennaro il quale compone il numero
081..., attivo presso la Pizzeria Trianon di Piazza Colletta n. 44/46
Napoli e chiede a tale Peppe se ci sono i pomodori. Quest'ultimo
risponde che ci sono già tre, quattro, casse di pomodori.
Gennaro chiede, allora, chi gli stia portando i pomodori e la
conversazione prosegue così
Gennaro: ma chi glieli sta portando …don Peppe questi
pomodori.....?
Peppe: ..non lo so...
G: come ...state voi la mattina lì...P: si ma la mattina io vado via
alle 9:30 … 10.....G: ma se io questa settimana non glieli ho
portati ... c'è qualcun altro che glieli sta portando questi pomodori
la mattina?P: io personalmente non lo so...vi dico una
fesseriaG: dove sta Ciro!... chiamatemi Ciro...
P: Ciro sta giù nel laboratorio...fate una cosa Gennà... chiamate tra
un'ora... quello sta sopraG: fra un'ora?
P: si, tra un'ora sale sopra...
- n.1710 ore 09:19 del 25.04.2008 quando, immediatamente dopo
la precedente telefonata, Ferraiuolo non soddisfatto della risposta
ricevuta chiama tale Oliva e si svolge tra Ferraiuolo Gennaro (G) e il
suo interlocutore chiamato Oliva (O) il seguente dialogo:
G: Oliva .. ma dove li ha presi Ciro .. questi pomodori nella
pizzeria?...
O: e che ne so io....
G: ha quattro casse di pomodori... dove le ha prese?....
O: boh non lo so....inc... e una cosa che si deve chiarire con lui
questa.. a me mi fa il biglietto non mi mandare oltre questo perchè
te le mando indietro... io che devo fare...
G: no! ma dico questi pomodori, da dove li ha presi?..si può
vedere, si può domandare dove li ha presi?..si può vedere si può
domandare dove li ha presi questi pomodori?..O: a chi devo
domandare?...
G: a lui!! .. a lui proprio!!..O: vabbè..G: scusa, noi i pomodori glieli
abbiamo portati giovedì passato, Oliva ! …e, come cazzo fa a tenere
altre quattro cassette per terra, questo???O:boh..G: mi stai
capendo?....
O: si ... ma scusa lui a me mi fa il biglietto..... mi devi portare solo
questo... se poi lui se lo va a comprare ad un'altra parte .. e una
cosa che si deve chiarire... scusa..
G: si! ma dico.. scusa, tu ora stai scendendo.. e, puoi, parlare tu
con questo Ciro e gli chiedi Ciro a te i pomodori chi te li sta
portando?.. a chiederglielo solo senza fare nessuna discussione
...e poi è un cazzo che mi devo piangere io … solo questo ti chiedo
solo questa cortesia ..gliela puoi chiedere?.. perchè è impossibile
che da giovedì scorso tieni ancora altre quattro cassette di
pomodori.. quando poi, noi, te ne abbiamo portate sei... dove
sfaccimma le stai pigliando questi pomodori..? hai capito che dico
io?.... per sapere .. giusto per capire....... per capire... per capire
questo figlio di puttana ... se i pomodori li sta pigliando ad un'altra
parte.. perchè è impossibile Oliva...O: sicuro...G: è sicuro.. io
devo vedere... io devo vedere .. perchè questo che cazzo sta
capendo...Come si vedrà oltre il Ferraiuolo Gennaro è convinto che
nessuno possa opporsi o venir meno ad un patto stretto con gli
esponenti del clan ed è uno tra i più attivi nell’invogliare Stolder ad
azioni di forza.
In ogni caso, il fulcro dell’attività del clan, al pari di quanto
avveniva un tempo (è impressionante la continuità leggendo la
sentenza di condanna in atti), nonostante il decorso degli anni e la
lunga detenzione, resta comunque quello della organizzazione di
furti in grande stile, con metodi idonei per entrare negli istituti di
credito, nei negozi e negli appartamenti di persone possidenti,
attraverso le fogne.
Significative sono soprattutto le conversazioni intercettate presso
l’abitazione della famiglia Stolder, ove in maniera più libera, a
differenza di quanto avviene al telefono, si discute di “colpi” da
effettuare, di tecniche da aggiornare con i nuovi ritrovati tecnologici
e di obiettivi, intervallando tali conversazioni con significativi
commenti sul mondo criminale nel quale gli interlocutori sono
inseriti.
Risulta opportuno chiarire che i verbalizzanti hanno avuto modo di
controllare e di sottoporre ad intercettazioni le utenze cellulari dei
soggetti le cui voci sono individuate nel corso delle ambientali e
quindi le loro individuazioni vocali devono ritenersi pienamente
attendibili.
Tutto ciò premesso, a dimostrazione della esistenza di un gruppo
stabile operante sul territorio con i poteri della omertà e della
intimidazione, nascenti da vincoli storici mai cessati, dedito alla
commissione di reati contro il patrimonio e con la leadership dello
Stolder, meritano di essere lette le seguenti ambientali:
- n. 723 ore 17:11 del 03.05.2008 (intercettata a bordo della
Lancia Y) quando Stolder Raffaele, in macchina con la moglie, parla
del lido Il Gabbiano di Posillipo ed esplicitamente dice “...a questi
qua pure li fa cacciare i soldi Gennaro”, esplicito riferimento ad
un’attività estorsiva in corso;
- n. 15 delle ore 17:49 del 23/05/2008 presso l’abitazione dello
Stolder, tra questi, Totore (identificato dal nome e dalla voce di
Marotta Salvatore) e tale Enzo i quali discutono dell'utilizzo della
bombola dell'ossigeno. Raffaele dice che vorrebbe andare a Roma,
ma è un rischio in quanto non può spostarsi per l'obbligo di dimora.
Aggiunge che se dovesse decidere di andare a Roma incontrerebbe
Terribili Mario il quale “si mette a disposizione, ci da tutto, ci deve
dare per forza.......” e continua raccontando di non vederlo da
quando “lo hanno arrestato.... a lui, lo arrestarono un poco
prima...... lo arrestarono nel '91.....”. Nello stesso contesto parla
dell’interessamento profuso con Carmine Ivone per l’intervento dei
cantanti ad una festa.
Alla posizione 07.16 quando Enzo facendo riferimento ad un centro
sportivo racconta “...ha detto ...se li avessi ....te li darei subito,
subito”. Raffaele ribatte “erano ottomila euro, di cui il 40% 50% lo
doveva dare a Patrizia”. Enzo riprende a raccontare “poi, gli ho
detto: dobbiamo parlare un poco ....lo abbiamo portato dietro là
....stava facendo l'allenamento....lo scemo”. Raffaele lo interrompe
di nuovo per dirgli “a sto’ cornuto lì sopra sai a chi ci portai?.... a
Maradona...con l'amicizia di Palummella ... quello stava bene, stava
bene anche con quell'inguacchiato di mio cognato....stava proprio
bene ... con Carnevale li portai lì sopra perchè all'inaugurazione del
coso....uscì su tutti i giornali quel cesso...dopo un poco aveva un
sacco di abbonati...tutti i ragazzi che andavano lì ad iscriversi”.
Enzo chiede “diecimila euro ci ha dato?..... come ha detto Totore
…”. Interviene Marotta Salvatore per dire “io li ho rifusi i soldi”.
Enzo riprende il racconto “....erano sette, otto, di loro, indovina che
hanno fatto? .... siamo andati al lato di sopra, abbiamo domandato
… no quello non ci sta ... poi abbiamo visto un altro ragazzo il quale
ci ha detto: vedi, deve stare dietro la segreteria … siamo andati lì
dietro, ..stavano tutti....”. Marotta aggiunge “stavano un cofano di
loro”. Raffaele commenta le doti di questa persona, che in gioventù
era un forte giocatore e che, adesso, ha dei campetti di calcio.
Marotta interviene a sua volta per dire “comunque, Enzuccio,....
hanno cacato tutti quanti”. Stolder replica “ora bisogna vedere il
coso del fratello dove sta...”. Enzo risponde “il fratello già me l'ha
detto dove sta” e Marotta conferma “quello si è cantato tutto”. Enzo
riprende “io gli ho detto: tu diglielo per imbasciata tua... che siamo
venuti qua...ce la prendiamo con tutti quanti gli ho detto... se, tra
una settimana non porti i soldi”. Marotta Salvatore interviene per
aggiungere le minacce profferite “sappiamo dove ti dobbiamo
venire a prendere” e quindi conclude “li tengono i soldi comunque”.
Stolder commenta “come … quelli sono ricchi sono, ma poi
quell'altro a me che me ne fotte... tu devi guardare la casa mia....
scornacchiato che non sei altro ....con il garagista te li devi
prendere ... ma poi, se era onesto, ...parlava con il garagista...
....io devo dare i soldi a questo ...ma io penso che le case valgono
di più ... quello, gli davano i soldi anche a lui .....quello, perchè
Patrizia ha preso un ingrippo, perchè io me la facevo una passata
per il garage... ....io gli avrei detto: senti un poco ... le case
valgono di più ...tu mi devi dare di più!!! ...io ho perso tanto... ora
mi dai il 50% a me … e, poi, te la vedi tu e lui ...perchè a quello io
gli posso solo staccare la testa ....invece Patrizia si è ingrippata
così.... e..... lasciamo perdere...”. Enzo dice “il calcolo loro, sai
qual'è stato? ... sai qual'è stato Lelluccio?... ha detto: vabbè, ma
quello, quando esce da carcerato?... ha detto” e Marotta aggiunge
“ma quello, mica solo lui si è fatto questo calcolo, ...mica solo lui”,
Raffaele osserva “Eh … che si credevano che io non uscivo più”.
Dai riferimenti colti nel dialogo gli investigatori individuano il
Centro Sportivo nel Centro Virgilio s.r.l. ubicato in Napoli, via Tito
Lucrezio Caro n. 61 (Posillipo), il cui amministratore si identifica in
Improta Luca, figlio di Gianni, che di fatto lo gestisce.
Gli investigatori hanno esaminato Improta Luca e lo zio Improta
Salvatore, Presidente dell’Associazione Sportiva Virgilio, ma gli
stessi non hanno riferito alcuna minaccia, sebbene sia rimasta
confermata la descrizione degli uffici come risultante dalla
ambientale (cfr. verbali di sommarie informazioni del 14.7.08).
Sempre nel corso della medesima ambientale (n. 15) Stolder
Raffaele riprende a parlare con i suoi interlocutori di un “colpo” da
effettuare e afferma “...ora dobbiamo vedere come dobbiamo fare a
sfondare questo coso ....ora dobbiamo tenere tutte le cose qua
...dobbiamo tenere i ferri... ....perchè non li possiamo tenere
sparpagliati....dobbiamo tenere tutto, a portata di mano, perchè
questo è tutto un altro posto, il coso è qua e, quell'altro, è da
un’altra parte” e continua “io penso che, con un trapano ed una
prolunga, lì lavoriamo bene …a scassare il pozzetto no! …a farlo da
capo non conviene”. Totore interviene per dire “la prolunga la tiene
Salvatore a casa” e Stolder continua “quella, l’unica cosa.. pigliamo
…ad allargare il pozzetto non ci vuole niente … con due o tre buchi,
a fianco …bum! …bum!...bum!..., poi facciamo la stessa tarantella
con lo sportello … però, stavolta, invece di farlo … che fa così, lo
portiamo fino a sopra”. Totore pone dei problemi tecnici e
suggerisce di chiamare “il fabbro” ed aggiunge “noi dobbiamo
essere sicuri che deve essere una cosa che non si deve muovere
mai e mai più! …perché se viene qualche controllo, poi dove
vedono…”. Stolder afferma “ma, noi facciamo le lastre… facciamo le
lastre di ferro!!! ..chiamiamo ad Enzuccio … mettiamo le staffe
sotto… noi allarghiamo per entrare dentro … noi mettiamo le staffe
di ferro…..”.
Totore: …..che ce ne fotte zio….un giorno in più… un giorno
mancante…che teniamo da vedere!!! Però tu poi, hai capito com’è
bello? …tre persone da lì ed il resto delle persone se ne vanno a
lavorare in un altro posto … a lavorare… io, quel posto lo vedo
proprio bello….una volta cambiato il tubo, stai una bellezza lì!!!
…quando lo vanno a pensare … tu passi per sotto”.
Stolder continua “quello, il coso, verrebbe buono …. io li buco con la
miccia… ci metto i perni…. il carrello sotto… uno scalino, con il
carrello incastrato dentro….i… mettiamo i cuscinetti sui binari… hai
capito come facciamo?!? …hai capito?? …mettiamo i binari di ferro…
con il carrello sopra i binari di ferro… appoggiato…. ci fai il buco,
con il carrello …la mascherina…..”;
- n.16 ore 18:35 del 23/05/2008 (abitazione Stolder) in prosieguo
della conversazione precedente quando lo Stolder Raffaele fa
riferimento alla possibilità di entrare in un palazzo e di prendere
“due piccioni, con una fava…” e così continua la discussione:
Raffaele:…appena entri, nella ciotola ci sono le chiavi della casa
della sorella.….ma poi abbiamo la chiave della cassaforte, la chiave
della casa del padre … la chiave della cassaforte, se non ci sta,
pigliamo cannello e coso e la tagliamo….pigliamo le coperte e la
roba le mettiamo a terra….pigliamo le lenzuola…..
Enzo: …ci leviamo le scarpe per
camminare..Raffaele: …mettiamo....in modo che non si sente
niente..quello è buono se sta sopra, così incominciamo a fare un
tentato…Enzo: …quello là sopra c'è tutta roba antica....
…omissis…
Raffaele: …la cosa bella è che stanno attaccati...hai capito?....
Enzo: …quella, se esce, la pigliamo per i capelli e la portiamo nella
via di dentro!!!!
Raffaele: …quello, se ci sta la chiave, scassavamo il muro ed
entravamo...poi, una volta che abbiamo svacantato a quei due,
...se ci sta il figlio al piano terra, io e Giannino... quello Giannino
porta pure buono augurio...
Enzo: …portiamocelo zio.....
Totore: lo facciamo pieno, là sopra zio,...o no..tu che
dici?!Enzo:vogliamo mettere una scommessa?? …ci giochiamo
qualche orologio?Raffaele: ..ha il valore...io penso di un centomila
euro..
Enzo: …tu...centomila e tu?Totore: io, penso un 500mila
euro Insomma scommettono su quanto potrà fruttare loro il colpo
che stanno organizzando ed è impressionante constatare (ma lo si
vedrà meglio con i reati fine contestati) come la strategia posta in
essere sia esattamente quella che venti anni prima il medesimo
Stolder poneva in essere e per la quale era stato condannato
espiando una lunga detenzione.
Il carcere in questo caso non ha assolto alla funzione rieducatrice,
ma ha rafforzato il potere di chi non si è piegato alla giustizia,
dimostrando di poter affrontare il carcere senza perdere il suo
prestigio.
Così prosegue la intercettazione:
E: io ti dico una cosa….. allora levando le casse da mezzo...tutto
questo….. se ha la roba antica, lì sopra, no?!..
R: ma, non ne tiene roba antica..assai!!! …già, me l'ha detto..E:
,,,già te la detto? ….sicuro?R: ,,,non ne ha roba antica!!!....
E: già te l'ha detto?... sicuro...la sa vedere la roba antica
Gennaro?....comunque se tiene anche questa roba antica, no..R:
…non ce l'ha!..
S: …non lo tiene! ….allora saranno un 250...Lo Stolder Raffaele
propone di uscire per fare un sopralluogo ed aggiunge “…andiamo a
vedere se sono partiti... quelli dovevano partire oggi o domani?
Mo, vediamo,....sicuramente il ponte che mo viene delle settimana
prossima se ne vanno sicuro.. ora andiamo a vedere se questi ci
stanno. Te la devi portare appresso stasera …..la cosa buona sai
quale sarebbe??? ...quella di andare ad urto! ... pigliare tutti i
ferri... li montiamo e tutto coso... se quello non ci sta entriamo
proprio dentro....lì ci presentiamo con un vestito….”. Enzo
interviene per dire “me lo dai a me un vestito, perchè io il vestito
non c'è l'ho....vanno bene queste scarpe qua ....allora lo dai a me
il vestito...”. Enzo dice allo Stolder “tu non venire…..” e l’uomo “no
…per il sopralluogo”. Quindi suggerisce di chiamare dalla cabina per
verificare la presenza delle persone a casa ed uno dei presenti dice
di fare “cancelletto 31 cancelletto” così il numero esce sempre
anonimo.
Stolder decide “se quello non ci sta, lo facciamo stanotte …lo
facciamo…”
- n.18 delle ore 19:58 (sempre del 23/05/2008 nell’abitazione
Stolder) quando Raffaele Stolder rimane in casa con la moglie
Patrizia Ferriero, Salvatore Colurciello (identificato dalla voce) il
figlio Ivanfilippo e la nipote Patrizia jr. Lo Stolder riprende a parlare
del colpo che vorrebbe provare nella medesima serata. Quindi
racconta di quanto ha discusso prima con Totore (identificato nel
Marotta ed uscito con Enzo per il sopralluogo) e dice: ….oggi, ho
comprato certi attrezzi..... con i soldi mi desti...oggi, ho comprato
dei manometri, ho speso 150 euro....allora, domani, li montiamo e
io non li ho mai usati, mi fa piacere così imparo...allora fai una cosa
gli ho detto io: ce la vediamo noi.....poi, domani, fammi una
cortesia, devi venire un pò prima..., in modo che ci montiamo i
ferri.....lui mi ha detto: ma io, dammi per l'una, me ne devo
andare... io gli ho detto: non ci stanno problemi ... se, caso mai
non ci stai domani, ce la vediamo sempre noi!!! ...comunque, lo
hanno trovato nel parco .....sono arrivati con la macchina lì.... ci
sono arrivati con la macchina lì ...s'è sbattuto sano, sano, ...non ha
voluto sapere niente!! ...boh...”. La moglie interviene “ma, quello è
un essere particolare...”.
Stolder Raffaele: ma non va bene ....non va bene ... non ... perchè
ha le capacità ….ma se ne può pure andare....Patrizia: perchè, se
gli altri se la prendono tu... li devi avvisare ... abbiamo un rispetto
reciproco.....
Stolder dice a Colurciello, chiamandolo Sasà, di avvisare Gennarino
che lui ha sostenuto 300 euro di spese, aggiungendo “tanto lui, ha
detto che ci fa un regalo vicino” e interviene Patrizia “devi dire
Gennarì....inc... incomincia a prendere… se ti servono altri...”;
- conversazione n.73 ore 07:45 del 24.05.2008 (abitazione Stolder)
nel corso della quale Stolder Raffaele parla con Marotta Salvatore e
Colurciello Salvatore (identificati dai verbalizzanti). Lo Stolder
racconta le sue amicizie con personaggi della criminalità siciliana,
amicizie che si sono concretizzate durante il periodo di detenzione.
Stolder: ….tu domanda, Salvatore Pillera è una persona….. e, se ti
serve qualcosa, vai a nome mio…. vai dalla famiglia, perchè la
famiglia mi conosce bene, noi facevamo il colloquio insieme e,
quello, ha un sacco di cose a livello commerciale e, poi, tengono
amicizie con i Corleo... sono amici loro …questo qua, è assai
portato lì, perchè è una persona apposto!!! ….hai capito? ….è una
persona.... tu, glielo dici: …mio zio, è Raffaele Stolder quello che
stava a Sulmona con il parente vostro … gli mandi i saluti, per me
...ha una villa a Catania, in un parco, dove abitano tutte persone
importanti, avvocati, magistrati... e tiene la discesa a mare... ha un
sacco di piante tropicali....ha anche una discoteca....questo tiene
due ergastoli... per due omicidi....
Quindi lo Stolder si rivolge a Colurciello e gli raccomanda di riferire
“…che zio Raffaele gli manda i saluti e di dirgli che si scusa se, sino
ad adesso, non si è fatto sentire”. Lo Stolder quindi commenta con i
due la collaborazione di Peppe Misso e Zapata sottolineando con
soddisfazione che gli stessi si contraddicono;
- conversazione n.181 delle ore 10:24 del 29.05.2008 (abitazione
Stolder) quando lo Stolder Raffaele parla con Colurciello Salvatore.
Questo il contenuto del dialogo:
R: ….siamo andati, due o tre volte, dentro alla Sanità, dal vecchio,
da Totonno... però, alla fine, non abbiamo preso le chiavi, perchè
quello ...è un lavoro grosso...S: ….ma che è l'elicottero?….(in
sottofondo si sente passare un elicottero della Polizia)
R: …avranno fatto un'altra rapina! ...non sono andati a parlare con
Umberto…. perchè, per esempio Umberto … però Umberto,
Umberto ha il potere di darci le misure delle casse di come si
aprono e tutto coso ….perchè, al posto di perdere, per esempio,
due ore ..io ci perdo tre quarti d'ora! ..hai capito? …invece di due
ore.. è un'altra cosa perchè lui ti da i dati precisi di dove sta il
blocco del termobloc…. dove sta il blocco della combinazione ..dove
è meglio operare la serratura!!! ..perchè lui faceva
questo...bloccava ...faceva la manutenzione delle casse..…..e me lo
deve dire per forza, in quanto ha una tabaccheria ... e la
tabaccheria se ne va proprio. Ove si nutrissero dubbi sulle modalità
con le quali lo Stolder opera e sul tipo di intimidazione interna ed
esterna sulla quale si fonda il gruppo l’ultima frase pronunciata dal
soggetto chiarisce il carattere camorristico;
- n.199 ore 18:40 del 29.05.2008 (abitazione Stolder) nel corso
della quale sempre con i medesimi Colurciello Salvatore (S) e
Marotta Salvatore (SM) Stolder (R) discute di colpi da
organizzare:
R: il bar non ha l'allarme fuori?SM: il bar ha quello della
metropolitana…R: il bar sta sulla mano della metropolitana, io parlo
su quest'altra mano della banca..la gioielleria.. quella la serranda è
vecchia come stava, senza..SM: il buco vicino alla serranda ci
stava?...sta davanti?..S: no!SM: non ci sta più !?!?...madonna
mia!!!.. madonna mia!!! e che lavoro ...madonna mia….…omissis…
SM: ….lo sai che bisogna guardare lì?...se viene la vigilanza...
R: …ma non puoi vedere, perchè è scuro... mettiamo il tendone
scuro e scuro rimane!!! ...noi stiamo a casa di Enzuccio, come
quello sta arrivando...noi partiamo ....di mattina sicuro …perchè
non si sente niente!!! ….quello ha certe vetrate......noi andiamo lì...
dopo che abbiamo bloccato lì, apriamo lì... noi della parte di sopra,
non ce ne passa neanche per il cazzo, tanto noi ce ne fuggiamo per
sotto.....domani lo dobbiamo attenzionare..... il cugino di Gennaro
… la lavanderia è vicina e conosce a quelli lì...allora non hai capito?
...don Carminiello si chiama il guardaporte ..mi ha detto tutto...
…mi ha detto fate il lavoro ...mi ha detto, ora li metto sotto
controllo, fate fare a me ci vediamo domani….
SM: domani, ce ne facciamo dueRaffaele Stolder parla del percorso
fognario da fare:
R:…il connettore più facile, che teniamo per correre, è
quello...capito o no? ….se noi lo possiamo evitare, è molto meglio..
….se lo possiamo evitare ..se non lo possiamo evitare, non facciamo
tutto il giro!!!.. ma se lo possiamo evitare....SM: ... allora, tu vuoi
salire da qua, un'altra volta al TribunaleR: ….voglio provare quella
che gira subito per Forcella.... ….la prima proprio …. voglio vedere,
un poco, a salire dove ci porta... perchè se abbiamo la persona che
ci prende... …contemporaneamente, o ci facciamo venire a
prendere al lato di sopra, o pigliamo questa qua, .. se riusciamo, ci
andiamo a fare anche quella di sopra...SM: si! Ma quella è piena di
acqua.!!!.R: ….però, può essere anche!!!... tu lo sai, come sono
fatte? …all'improvviso si possono ...allora, o ci buttiamo sopra, .. io
però mi farei prima questa... il buongiorno si vede dal mattino...
quando abbiamo fatto, quattro cinquecento metri,... vediamo
l'avviata, vuol dire che è una mala avviata ..... però può essere...
SM: …si! Ma, dobbiamo comprare le tute ....i calzerotti, li ho
comprati .... le magliette, le ho comprate …
R: …io mi faccio dare i soldi e vai subito da quello della macchina
.. ti porti ad Antonio ... poi, faccio andare su internet e faccio fare
l'assicurazione tramite internet, hai capito? ….con il nome suo,
come se lui fosse residente proprio, …hai capito che fa? …fa vedere
che lui è residente proprio...
Con il tempo le tecniche per depistare le indagini si sono affinate
grazie all’uso di Internet che consente di creare dati irreali;
- conversazione n.199, delle ore 20:39 (sempre in data 29.05.2008
nell’abitazione) nel corso della quale lo Stolder istruisce i presenti
“…voi lo sapete!!! ..noi cerchiamo di fare le cose ad un certo livello
..però, a volte, capita la porta che da problemi…. allora, è
opportuno che una che va a fare la chiave ….va a fare la chiave,
per fatti suoi, ci consegna la chiave e, noi facciamo il resto davanti
…avete capito com'è??? ...ognuno fa il mestiere suo”;
- conversazione n.199, delle ore 08:39 del 30.05.2008 (abitazione
Stolder) nel corso della quale Raffaele Stolder parla con la moglie
Patrizia di un’intermediazione per un “siciliano” che ha acquistato
una “fabbrica di scarpe”. Dal riferimento ai rapporti con la Sicilia ed
alla fabbrica di scarpe gli investigatori risalgono alla individuazione
di La Manna Domenico che gestisce la società denominata “IN”
s.r.l. con sede in Corridonia (Macerata) viale Dell'Industria e con
una seconda sede in Milano, in via Spartaco, avente come oggetto
sociale: la compravendita all’ingrosso di articoli di abbigliamento, la
cui amministratrice risulta essere Gattafoni Paola, suocera di
Cimarori Marco, socio del La Manna Domenico. Ed invero la
intercettazione ambientale sempre n.199 delle ore 14:39 (più
avanti riportata) e le intercettazioni telefoniche del mese di agosto
(riportate più avanti) rivelano che è proprio il predetto La Manna ad
avere contatti con un gruppo di siciliani per un affare che interessa
lo Stolder.
Questo il contenuto rilevante del racconto dello Stolder alla moglie
“perchè lui avrebbe da fare un recupero, no? ...no! …vuole pagare!
..però vorrebbe delle condizioni migliori... perché, quando vennero
l'altra volta, tempo fa, … questi che hanno prelevato l'azienda nelle
Marche, delle scarpe, tramite lo Scellone si incontrarono con questi
qua, verso Cervinara ...secondo me, staranno sicuramente
appoggiati agli Schiavone … questa gente qua... e, questo
Mazzarella invece di creare equilibri ...di fare il moderatore ...non
fece altro che riempire di minacce... …quelli, se ne andarono e non
conclusero niente, perchè quelli hanno un debito con queste due
fabbriche.. hai capito com’è? ……e, allora, dice questo qua: …io ho
rilevato ...dice, questo siciliano, ...io ho rilevato... voglio pure
sistemare i debiti di questi che ho rilevato però, naturalmente, lo
devo fare in modo che mi è conveniente, che mi è congeniale,
...posso pagare... perché, se loro mi minacciano a me, non me ne
frega proprio ….Io li posso minacciare, anche io a loro …e succede
solo bordello.. ….dice: però, se c'è un modo, con qualcuno, per
farli ragionare ...io vengo e ci parlo ...hai capito com'è?? ...allora,
io dissi: …sentite, io in seconda battuta, non mi ci metto ... dissi, io
...però pensai a Marco...hai capito? ...pensai a questo Marco e
dissi: …ora quasi, quasi, gliela mollo a lui questa patata bollente,
perchè visto che Marco, Marco, ci teneva tanto a incontrare ….
Marco, per il fatto dello zio .....hai capito?? …perchè questo è un
amico di Marco ... vedete un poco se... hai capito? …questi,
sicuramente, stanno quelli lì, in mezzo.Va sottolineato che Marco
viene identificato nel Boccia Marco, figlio naturale di Cutolo
Raffaele, che gli investigatori individuano quale anello di
collegamento con i siciliani, proprio sulla base delle successive
intercettazioni del mese di agosto.
Presso l’abitazione interviene alla pos. 1.40 dell’ambientale n.199
ore 08:39 (sempre del 30.05.2008) Colurciello Salvatore
(identificato dai verbalizzanti) con il quale Raffaele discute di
percorsi sotterranei e di luoghi di accesso alle fogne tali da
consentire la perpetrazione di furti.
Questo il contenuto del dialogo tra Raffaele Stolder (R) e Colurciello
Salvatore (S)
R: …quello lì. sta ad angolo. quello murato S: ..quello, appena
entri nel vicolo, sulla destra...come entri il vicolo..R: ….come entri il
vicolo...S: …però quello ti porta solo giù ed arriva fino al Banco di
Napoli... mi ha detto: vai in mezzo a via dei Cimbri... già stanno
fatti i buchi che ti portano fino al Vomero, ti portano dove vuoi tu…
dobbiamo camminare per sotto....
R: e, che, ci hai parlato a fare con questo?S: no! Perchè quello mi
ha detto di sbariare lì vicino... ma quello è buono non ti
preoccupare!R: ..si! Ma tu, non devi parlare con questa gente …
che ha detto via...
S: …dove sta Nicola il barbiere scendi e cammini, in piedi, ed arrivi
dove vuoi tu...
R: ….dove sta il barbiere?S: …dove sta, quello del lavaggio, che ieri
stava qua... lì vicino, sta Nicola il barbiere ...stanno certi negozi,
scendono giù, …già stanno fatte le botole e tutto cose!!! ….cinque
anni fa…. ….arrivi pè tutt’ partiR: …e che ne sa lui?...che arriva a
via Duomo…. cose...S:…le ha fatte lui!!! ..le ha fatte lui..R:…si!
Come fa a sapere?? ... lo può pensare..S:…scendi appresso a lui..le
ha fatte lui, insieme al padre..R: …e chi ce l'ha il deposito?S:…il
deposito, non lo so di chi è ... poi, comunque, li studiano sempre a
livello di qualche fuga, hai capito com'è? ...per esempio… già è
stato fatto, per tutte parti, ...ho comprato delle cose laterali, glieli
misi dietro, però camminavamo per tutta via Duomo, in piedi..R:
,,,a via Duomo, non si cammina in piedi..
S: eh??R: …a via Duomo, non si cammina in piedi..Intanto li
raggiunge Marotta Salvatore (SM) sempre identificato dalla voce:
SM: ….buongiorno….S: ciao, Totore….
R: …perciò! E’ inutile! Perché, poi, se non si può prendere il
deposito dove vai lì in mezzo...
S: sta chiuso il deposito!!R: ma te lo ha fatto vedere qual'è?...
S: no! Non me lo ha fatto vedere…. perché?....
R: ma sono abbandonati, questi depositi?S: si! mi ha detto che
stanno chiusi! ..a fianco a Nicola il barbiere..SM: …deve stare
proprio, nei pressi di via Dei Cimbri..S: …bravo! Ti ricordi dove
stava il ristorante una volta..., …dove sta, appena vai a via Duomo,
ad entrare dentro.. ...e lì, sta Nicola il barbiere... lì sta Nicola, il
barbiere…R: …e quale deposito è?S: ….il deposito non lo so!
....insomma, ..nei pressi di questo Nicola il barbiere...da lì si
scende..R: …quello ti ha visto sbariare???...S: …quello deve fare
anche il ferro!!! .....mi ha detto se è qualcosa... così...così...così...
R: …il deposito già sta...S:….mi ha detto: ….vai a vedere...a via
Tribunali…..R: …ed a quell'altro lato non lo sa…..S: …scende giù..R:
… ma, se scendi giù, sta la botola di via Tribunali..S: …e, quello mi
ha detto...però, mi ha detto:…a quell'altro lato, chiudi con il
cemento.. e, poi, non puoi camminare più R: …comunque, dove non
si cammina più è dove siamo andati noiS: …dove sei andato tu.R:
….però, quello lì, Rosario, ha detto che cammina…. che sta proprio
il coso. che porta nelle fogne direttamente….S: …e, allora, non lo
so!R: ...dobbiamo vedere se ce l'ha Gianfranco, il deposito… li hai
come è..…..perchè, quello di cui tu mi parli, è un deposito vecchio….
perchè quello è muro…è muro lì.S: …già è stato murato..
R: …perciò dobbiamo vedere meglio...
S: …senti! …devo vedere anche questo, di via dei Cimbri...
R: …senti! Una volta che ci hai parlato, fatti dire anche qual'è il
deposito! Così prendiamo a Rosario e ci prendiamo il deposito...
diglielo di venire subito … perchè gli devo chiedere due, tre cose..S:
..già, glielo ho detto!!! ..vedi, che sta aspettando a te,
..così....così....così...Gli interlocutori passano a discutere di
autovetture da utilizzare.
R: …ma, non è che marca quella macchina???SM: ..a marcare, non
marca!!!R: ..io vorrei una macchina più piccola...la tieni già in
faccia alla testa di legno... ma, poi, ce la fa a camminare o
dobbiamo...SM: … ha il buco …la possiamo scendere…
R: …si deve andare un attimo dal fabbroRaffaele Stolder continua a
discutere con Colurciello e con Marotta del deposito (ore 10:39) ed
è presente anche tale Pasquale non identificato (indicato con la
lettera U)
R:…dobbiamo vedere quanto è grande e quanto va trovando…
S: …è piccolo!! Secondo me è piccolo!!U: …comunque, dobbiamo
salire il vico... quello che hai detto tu!!! E usciamo nel vicariello a
fianco..più sopra...però più sopra lì... poi scende le scale e dieci
metri sulla destra e scendi...passiamo al vico appresso…..S: ..ora,
non mi ricordo, se ci fermò qualche muro!!!…
R:…Salvatore comunque l'unica cosa che ti raccomando...il lavoro
deve essere fatto per bene...tu lo sai che noi, no, facciamo...noi
siamo genteU: …non esiste proprio!! ..Lello..R: …no!! …io ti parlo
bello!! …chiaro, chiaro!!!….
S: …ma, non ti preoccupare proprio!!!
R: …noi, siamo gente che andiamo a rischiare con il nostro …e,
quando vengono ci trovano ... ci trovano quelli lì.. …ci trovano
questi qua ..ci trovano quelli che vengono appresso.U: …il
problema, non te lo devi creare proprioR: ….io te lo dico proprio
perché, abbiamo fiducia … Hai capito? ... e sei una persona del
quartiere a cui vogliamo bene … Io, già te lo volevo dire primaR:
…comunque sta una “botola allagata” che non si è voluta alzare di
nessuna maniera!!!
S: …in questa botola, c'è una scalinata che scende giù...
U: …appena si entra nel coso tuo, ci sta una scalinata, ci sta una
scala proprio... si scende giù…
S: …io l'ho murata..
R: …abbiamo trovato..abbiamo girato nel vico tuo.. ..abbiamo
girato... però abbiamo trovato, oltre a questa botola, giù in fondo
allagata,...quadrata, ...una botola antica, quadrata, ..poi ci sta un
poco prima un basso murato...…omissis…
R: …è possibile mai, che oltre a questo basso non ci sta un
sottoscala per dentro ad un palazzo??? ...perchè io dico, che il
basso, minimo ci chiedono due, o trecento euro ….poi ti faccio
vedere.. …tanto ti chiedono...…omissis…
Nel corso della medesima lunga ambientale n. 199 Stolder Raffaele
parla ancora con i due Salvatore (Colurciello e Marotta) ai quali si
aggiunge Ferraiuolo Gennaro. L’argomento è sempre quello del
deposito da recuperare accanto a Nicola il barbiere.
S: …è tutto vuoto!!! sotto è tutto vuoto!!!.. saranno un trecento
metri a scendere e duecento a salire, però è tutto
abbandonato!!! R: …no! Però ci sta un problema!! ..là, se ne sono
scese le fogne!!!...
S: …ma quando mai.!!!.R: …se ne sono scese!!! Perciò, hanno
chiuso dentro ai palazzi!!!...
S: …il palazzo...fuori il palazzo, c'è la botola... …dentro …sotto…
bum!!…bum!! …ed entriamo nella bancaAlle ore 14:39 sempre
nell’ambito dell’ambientale n. 199 del 30.05.2008 si aggiungono
altri soggetti non tutti identificati con i quali lo Stolder parla di
nuovo di Ciro Mazzarella detto Scellone e della intermediazione per
Marco e in particola risulta significativo questo dialogo tra Stolder
Raffaele (R) ed un interlocutore non identificato (U)
R:…quello ha preso i contatti con Marco, ha mandato una
persona...ha mandato una persona a parlare con questi qua …una
persona sua!!! ...il siciliano è venuto ha parlato del più e del meno..
di cose che spiegherà lui a te.. e, praticamente, dobbiamo parlare
con Marco ... sta Marco che ci tiene tanto ed ha mandato qualche
imbasciata per Marco. Lui ha iniziato un’attività in provincia di
Caserta, il Siciliano ha avuto dei problemi professionali tempo fa
successe che, molto tempo fa, si era rivolto allo Scellone il quale,
invece di moderare, a suo modo di fare, ha fatto un errore e sue
persone andarono a parlare e questi non lo pensarono proprio, ora
questo qua. … La Manna, ha rilevato e, tramite voi e tramite Marco,
si può arrivare a questi qua e parlarne commercialmente …..e,
questi, vogliono addivenire ad un accordo…. allora, se ci sta
qualche conoscenza....
U:…ci sta il responsabile sulla zona di Aversa, ex cutoliano, Esposito
GiuseppeR: …prendiamo un appuntamento, per parlarci, gli
mandiamo qualche imbasciata da parte di Marco... perché, quando
io sentii il fatto dello Scellone…Quindi il gruppo riprende a parlare
della organizzazione di furti.
- conversazione n.320 ore 09:14 del 31.05.2008 (abitazione
Stolder) nel corso della quale anzitutto lo Stolder commenta con i
presenti che durante il periodo di reclusione la moglie era quella
che manteneva le redini economiche dell'organizzazione (concetto
che sarà poi espresso anche nella successiva ambientale n. 517).
Quindi Stolder parla con un altro soggetto, presente nell’abitazione,
Totore, riconosciuto dalla voce come Marotta Salvatore, al quale
riferisce che il giorno prima aveva avuto modo di parlare con
Gennaro per un percorso di ritorno che hanno fatto ed alla
deviazione di alcuni tubi, che girano “nel vicolo del ferraro” (fabbro)
e camminano per 6/7 metri sino ad una botola quadrata che loro
avevano provveduto ad alzare per verificare la profondità del
percorso.
Commentano una rapina perpetrata a Giugliano, parlano di trapani
e di punte particolari per effettuare fori, di un colpo da realizzare in
serata e dei mezzi di trasporto da utilizzare.
Alle ore 11:04 rientra a casa Ferriero Patrizia. Stolder parla quindi
con il figlio Alessio e gli rappresenta che, questa sera, dovranno
andare un furto in un appartamento, specificando che tale colpo è
finalizzato solo a far quadrare i bilanci e che lui da circa 30 anni non
faceva un colpo in un appartamento e che la zona è molto difficile e
pericolosa.
In ogni caso egli afferma “come facciamo noi, quelli li facevano i
controlli, però non ci hanno mai trovato…. poi, quando abbiamo
fatto i lavori, lasciamo i ferri dentro, tutto coso …..la calce... pure…
che tieni un poco così... perché, ci stanno un cofano di buchi che
sono stati appilati .... quindi, praticamente, adesso non ci fanno
caso più... tra quelli che hanno appilato per finta e quelli che
hanno appilato per vero... quindi, passano inosservati... pure che
butti la calce, quella si asciuga... ormai la fogna..... soltanto i
buchi... quelli, non se ne accorgono… hai capito com'è? .... per noi
è facile noi portiamo un 60 X 60…no? ...facciamo il buco!!! ...
facciamo quattro buchi, con il trapano a batteria!!! ...bum bum
bum!!! ...quando è la mattina, che abbiamo lavorato, fino ad una
certa ora... mettiamo... pigliamo la cassa …po’! po’! po’!....
pigliamo..... bruuuuu ….e, ce ne andiamo ....passa il controllo, non
vede un cazzo!!! …hai capito?.... poi, si deve evitare,
assolutamente, di far venire i controlli nei cunicoli... perchè nei
cunicoli si controlla di più ... mandano giù a controllare....”Intanto
arrivano a casa Ferraiuolo Gennaro e tale Angioletto.
Lo Stolder rivolto a loro, parlando di un altro soggetto, afferma
“mo’ ti spiego quale è la cosa...io sto...abbiamo fatto una serie di
lavori insieme, quando lui stava in difficoltà..... lui è bravo a fare le
cose sue... perchè mi accelera, in quanto al posto di mettermi a
sbariare ….a mettermi a fare i ferri.....mi prende i ferri, me li fa
trovare …..allora mi accelera, di parecchio e, poi, mi aggiorna di
parecchio, per tutto il tempo che ci sono mancato …”.
Raffaele parla di un deposito, che a lui interessa, che attualmente è
nella disponibilità di una società di Milano (gli investigatori lo
identificano nel deposito in via dei Cimbri di cui si parla nel corso
della lunga ambientale n. 199). Quindi discute di altri particolari di
un colpo da effettuare con il coinvolgimento di tale Patrizio, di un
acquaiuolo e di tale Cacaglio.
Dalla pos. 30 Stolder commenta con i presenti l’aumento dei
controlli di polizia e riferisce“ieri, stavano certi stranieri parlando
con Giulio... ora sotto il palazzo e stavano vedendo la casa ...
arrivarono le guardie e chiesero i documenti….”. Commentano che
probabilmente proprio la presenza degli extracomunitari determina
l’intensificarsi dei controlli. Nell’abitazione sono presenti Marotta
Salvatore e Colurciello Salvatore che partecipano alla discussione e
sono pertanto riconosciuti dalla voce, oltre che dal nome.
I presenti decidono di andare al Camposanto che si trova accanto
allo stadio San Paolo e Stolder Raffaele dice che si farà prestare la
vespa da Giulio;
- conversazione n.320 ore 17:16 (continua l’ambientale del
31.05.2008 a casa Stolder) nel corso della quale lo Stolder riferisce
al suo interlocutore di rivolgersi in caso di necessità a Salvatore
Pillera (di cui ha già parlato nella ambientale n. 73 del 23.5.08) e
spiega che questi ha una villa sulla spiaggia, con numerose piante
tropicali, ha un cognato che installa i pali della Telecom ed un altro
che produce frigoriferi industriali e ha a Catania un grosso
capannone.
Nel corso della medesima ambientale si parla di tale “ò figlio rò
mosciu”, aggiungendo che “è il genero di Peppe Lento”, nonché di
tale Patrizio che opera ai quartieri spagnoli.
Gli investigatori hanno identificato Lento Giuseppe, nato a Napoli il
10.03.1945, ivi residente nel quartiere di Montecalvario, suocero di
Egizzo Patrizio coniugato con la figlia Concetta;
- conversazione n.320 ore 23:14 (continua l’ambientale del
31.05.2008 a casa Stolder) nel corso della quale discutono tra loro
Stolder Raffaele, Ferriero Patrizia, Esposito Antonio, Colurciello
Salvatore, Ferraiuolo Gennaro, tutti identificati dalle voci e dai
nomi.
Alla pos. 49 si parla di realizzare un colpo nella mattina del giorno
dopo, ma alla pos. 1.38.30 Ferraiuolo Gennaro dice di anticipare il
colpo e di andare subito perché “si possono prendere 8-9 mila
euro”. Lo Stolder afferma di avere già nella sua disponibilità le
chiavi della porta di ingresso;
- conversazione n.364 ore 05:57 dell’1.06.2008 (abitazione
Stolder) nel corso della quale in sottofondo si sentono rumori di
ferri e Stolder dice all'interlocutore non individuato con certezza di
aver preso la pellicola da mettere nelle mascature e racconta di altri
soggetti che a Caserta ebbero difficoltà ad aprire la porta, per cui
avevano trovato tanto oro ma dovettero lasciare tutto e fuggire per
il sopraggiungere delle "guardie". Nella medesima ambientale i
presenti parlano di giraviti ed altri strumenti idonei allo scasso
facendo riferimento al fatto che si trovano “nella 500”, ovvero nella
Fiat 500 targata CS..., nella materiale disponibilità del gruppo e
pure soggetta ad intercettazione (come da decreto 3563/08 sopra
richiamato);
- conversazione n.366 ore 12:42 dell’1.06.2008 (abitazione
Stolder) nel corso della quale Stolder Raffaele parla con la moglie
Ferriero Patrizia e le mostra qualcosa dicendole che non hanno
trovato "danaro contante", solo "pochi dollari", un "orologio molto
importante", un “Panaray un Daytona.... un grande orologio, molto,
molto, importante” e aggiungendo “anche ieri, dalla figlia, abbiamo
trovato otto orologi, abbiamo trovato più roba da lei che dal padre”.
Sempre lo Stolder riferisce di un "fucile grosso", molto bello ma
“troppo grosso” evidentemente non utilizzabile per loro attività
illecite. Stolder riferisce ancora di aver avuto delle spese e di aver
dato “200 euro a Totore … 50 euro a chi sti ccà, 500 euro a Totore
glieli ho prestati io…”. Lamenta ancora di non aver trovato danaro
contante ma solo pezzi belli “quelle brocche... quella guantiere,
tutte lavorate... belli pezzi.....” e poi commenta anche con la moglie
il furto commesso a Caserta da altri amici, i quali hanno aperto una
cassa e tra le asciugamani avevano trovato due pistole, una 3,57
ed una 44, molti scatolini di brillanti, pacchi di soldi, tanto da
riempire tre/quattro sacchi di refurtiva, ma poi erano intervenute le
"guardie" ed erano stati costretti ad abbandonare tutto;
- conversazione n. 366 ore 16:44 (sempre dell’1.06.2008 in casa),
mentre il padre con i figli guarda la televisione. Alle 17:09 squilla il
citofono e Alessio risponde a tale "Gennaro" che il padre sta
riposando. Stolder Raffaele sente la conversazione e dice di far
salire Gennaro che lo chiama “zio”; i verbalizzanti ipotizzano possa
essere identificato nel nipote Cerbone Gennaro, (figlio della sorella
Maria), al quale Raffaele chiede informazioni circa una "bombola" e
sulla possibilità di reperirla più piccola (anche se poi in serata lo
Stolder fa riferimento al nipote Ferraiuolo Gennaro con il quale,
come si vedrà, in genere discute di attrezzi). Nel corso della
conversazione il giovane spiega, tecnicamente, come miscelare
l'aria ed il gas, a secondo del metallo da tagliare. Stolder Raffaele
chiede spiegazioni a Gennaro circa i tipi di gas e cannelli di ultima
generazione, nonché come sia possibile tagliare la ghisa. Gennaro
consiglia a Raffaele di fare una verifica su internet e di fare una
ricerca per "lancia termica". Immediatamente il figlio Alessio si
attiva per una ricerca su internet e chiama anche il fratello
Ivanfilippo. Stolder osserva che, nel caso riesca a trovare il
materiale idoneo su internet, può andarlo a prendere in qualsiasi
parte di Italia. Presente in casa è anche Totore (non identificato)
che commenta con Raffaele un furto perpetrato da lui, Gennaro ed
Enzuccio;
- conversazione n.366 ore 20:42 (continuazione dell’ambientale
dell’1.6.08) nel corso della quale Stolder Raffaele dice alla moglie
Patrizia di aver detto a Gennaro di recuperare i "ferri, i manometri,
le bombole, i tubi e tutte le altre cose”. Nel medesimo contesto il
predetto Gennaro viene chiamato anche “Trombone” alias che i
verbalizzanti attribuiscono a Ferraiuolo Gennaro. Intanto si sente
parlare da più soggetti presenti di una porta con quattro mandate e
sul modo per aprirla; uno dei presenti dice che tra poco andrà
nuovamente là dentro e gli dirà se è "tutto a posto".Raffaele
riprendendo il discorso sulla refurtiva mostratele la mattina dice alla
moglie Patrizia che l’orologio lo prenderà lui, in quanto se lo merita,
poiché si è “fatto un mazzo tanto” e, commenta che, con il passare
del tempo, “queste cose” valgono sempre di più;
- conversazione n.366 ore 10:42 del 2.06.2008 (continua
l’ambientale in casa Stolder) nel corso della quale si sente la voce
di Stolder Alessio il quale dice “sfonda tutto cosa!! ..... si porta a
temperatura il pezzo e, con una botta di ossigeno, si sfonda tutto
cosa, si taglia tutto.. come ho letto le descrizioni, ce l'hanno i vigili
del fuoco... per fare gli interventi che crollano.... ci hanno fatto più
di 50 colpi, soltanto il mese passato... hanno aperto un bancomat,
come fosse un formaggino e si sono presi 157mila euro da dentro..
cose da niente....”. Evidentemente riferisce quanto ha appreso da
Internet (la ricerca gli era stata sollecitata il pomeriggio
precedente, come da parte dell’ambientale 366 sopra riportata).
Si sentono parlare, tra di loro, due soggetti, che si chiamano
entrambi Totore e sono individuati in Colurciello e Marotta; i due
litigano su chi avrebbe dovuto “prendere i ferri”.
I presenti commentano con Patrizia Ferriero le notizie sui giornali
relativi ad una relazione di Bidognetti Francesco detto Cicciotto, di
Casal di Principe. Totore chiede “ma ce l'ha i figli con questa
..Bidognetti Cicciotto?” e la donna risponde “tre figli, tiene ... è
sposata con questa che sta sopra alla fotografia... fammi vedere
che giornale tieni? Questo era il compagno della moglie ... poi la
moglie morì... perchè era malata e lui si è messo con questa..... io
sono stata un sacco di volte a casa sua... però.... ma io, secondo
me, questa si teneva a qualcuno…. questa.... qualche cesso, più
cesso di lei ... perchè quella è brutta ..a villa... na coscia sopra
un'altra... all'improvviso... i soldi non sono niente... fino e mò te li
sei mangiati …è qualche guardia, secondo me”;
- conversazione sempre n. 366 ore 14:42 (continua ambientale del
2.06.08) quando suona il citofono e rientra in casa Raffaele Stolder
con altro soggetto, chiamato Giulio che i verbalizzanti hanno poi
identificato in Giaquinto Giulio, la cui utenza telefonica pure è stata
monitorata.
La conversazione tra i due è a voce bassa ed in parte coperta
dall'audio TV. Tuttavia i verbalizzanti sentono Stolder Raffaele dire
a Giulio di fare un "sopralluogo" presso un palazzo, prendendo
l'ascensore e passando dal garage. Lo Stolder aggiunge che “questa
persona” ha una Mercedes 200, vecchio tipo, di colore marrone e gli
raccomanda di non chiudere la porta del garage, in quanto
altrimenti non può più salire dalle scale. Alle ore 14:35 circa Giulio
va via;
- conversazione n. 366 ore 18:42 (continua ambientale del
2.06.08) quanto Stolder parla con Marotta Salvatore di depositi che
Tambone Eugenio può procurare e che possono essere utilizzate
come “basi” e della necessità di “fare colpi” per comprare
attrezzatura migliore. Alla conversazione partecipano anche
Ferriero Patrizia e tale Peppe.
I presenti parlano del “figlio di Pierino”, che si chiama Rino, il quale
sarebbe in grado di far fruttare più soldi dal colpo. Stolder parla
della moglie di Pierino e la indica con il nome di Carmela. Da questi
riferimenti anagrafici il Rino viene identificato in Giglio Gennaro,
figlio idi Pietro, vedovo di Carmela Di Bernardo.
Nello stesso contesto Stolder commenta gli omicidi dei Casalesi,
dicendo “…secondo me, li sta facendo fare Cicciotto per non perdere
di credibilità”. Parla negativamente del libro Gomorra e di Roberto
Saviano e del giudice che ha passato le carte allo scrittore. La
moglie, commentando un’intervista rilasciata dalla Carrino, osserva
che la donna aveva astio nei confronti di Cicciotto (ribadendo il
giudizio negativo dato nel corso della mattinata;
- conversazione n. 403 ore 10:08 del 03.06.2008 (abitazione
Stolder) nel corso della quale Stolder Raffaele parla con Giaquinto
Giulio e con Colurciello Salvatore, osservando che quando si deve
fare un colpo, si devono curare tutti i particolari, perchè quelli sono
importanti.
Stolder dice che alcuni oggetti possono essere regalati ad un
avvocato o ad un professore per “il fatto di tuo fratello” rivolto al
Giaquinto, il cui fratello secondo quanto relazionato dai
verbalizzanti nella segnalazione era stato colpito da infarto. Sempre
Stolder parla di un cestello d'argento per lo champagne e chiede a
Colurciello Salvatore quanto possa valere.
Salvatore Colurciello dice nel corso della conversazione “dobbiamo
ricominciare subito … siamo fermi da troppo tempo” e quindi passa
in rassegna il bottino e riferendosi ad orologi ne stima il valore
“questo è oro, questo è al quarzo”.
Successivamente, con il figlio Alessio, Stolder parla di utilizzare il
figlio di Gigino come testa di legno cui intestare un’ auto e per la
stipula delle assicurazioni dice che ne dovrà parlare con Giulio;
- conversazione n.403 ore 18:08 (continua l’ambientale del 3.6.08)
nel corso della quale Stolder Raffaele fa riferimento alla possibilità
di entrare attraverso un finestrone e poi con il figlio Alessio discute
di “trapani con diamante”. Interviene alla conversazione Salvatore
Marotta il quale parla di “anelli di oro bianco” ed aggiunge:
“…abbiamo avuto 4500 euro, 360 grammi di oro, collane di corallo
o perle…”. Si parla di un cestello dello champagne. Quindi gli
interlocutori fanno riferimento alla necessità di organizzare “la
macchina per il buco”.
Si indica ancora il nome di tale “Lello Fusco” come “negoziante
ricettatore” del quale Marotta Salvatore dice “stava sotto il
pacchero”.
Lo Stolder con i figli ed il Marotta commenta di otto persone, che si
sono divise 21mila e 650 euro e Raffaele osserva “…proprio
niente”. Intanto contano e dividono soldi, quando alla pos. 36.18
squilla il citofono ed arriva una persona alla quale non vogliono far
vedere quello che stanno facendo. Commentano di dare dei soldi “ai
ragazzi giù” e fanno riferimento al figlio di Tambone Eugenio,
nonché a Giuliano Pio Vittorio, figlio di Amalia Stolder.
Stolder Raffaele si allontana con il Marotta e poi, quando i due
rientrano, vengono contati ancora altri soldi;
- conversazione n. 403 ore 20:08 (continua l’ambientale del 3.6.08)
nel corso della quale Stolder Raffaele dice di dover andare da Paolo
Rubino per Giulio Giaquinto, facendo riferimento al chirurgo presso
la clinica Montevergine di Mercogliano (AV), con il cui segretario
sono state intercettati numerosi contatti per fissare appuntamenti.
Giaquinto Giulio commenta che il fratello, adesso, sta meglio. Dopo
un po’ Giulio si allontana ed in casa restano Stolder Raffaele con i
due Salvatore (Colurciello e Marotta) ai quali il primo riferisce che
bisogna cacciare dei soldi per un locale e parla di Gennarino (come
chiama il nipote Ferraiuolo) il quale aveva dato la disponibilità per i
muratori, ma che lui gli ha detto di aspettare.
Raffaele poi commenta con la moglie che, se Gennarino deve
prendere i muratori, “che siamo tre, o che siamo quattro... non
cambia assai … facciamo vedere che glielo diciamo a Totore tanto lo
sapevamo che quello diceva di no... allora facciamo vedere che
glielo diciamo a Gennarino... se Gennarino dice di no ...allora
diciamo altri 40-50 euro, ciascuno .... nel frattempo, noi gli
abbiamo dato la quota, quella là…” ed ancora “quanto disse, che ci
volevano per il notaio?...700-800euro.... ...ora ha detto 900 ... ora
gli abbiamo dato 240 euro ciascuno.. per tre, quanti sono?.....nel
frattempo ha 720 euro in mano”. Interviene Alessio il quale dice
che Totore “sparte tutto, compresi quelli di cui parlava qua....”.
Ferriero Patrizia riprende il figlio al quale dice di non intervenire in
queste discussioni e, quindi, la donna ribadisce con il marito, che i
figli in queste discussioni non devono intervenire.
Stolder Raffaele dice che, da questo momento in poi, non presterà
soldi a nessuno “proprio a Colurciello… mo, ti dico una cosa, non mi
cercare niente, perchè non hai niente più …bello chiaro, chiaro, te
lo dico ...che, hai capito?....….tu, proprio ieri, mi hai detto: dammi
un momento duecento …. io li ho presi dai soldi quelli miei e te li
ho dati... adesso che cazzo c'entra questo fatto qua ..mi ha detto
com'è? …te la stai pigliando.... e com’è, che me la sto prendendo?
…perchè, mi sembra che mi stai facendo un favore...tu mi stai
dando i cosi, che ti ho portato...”
Raffaele sempre rivolto alla moglie “ora, praticamente, con i soldi
che abbiamo cacciato….. ora, è come se non ci fosse rientrato
niente … però, adesso, ci sono dieci mila euro per le spese che li
ho messi a terra.... perchè qua, altrimenti, non se ne parla proprio
… questo, adesso, in una maniera o in un'altra, sentendo
Colurciello, ha sbagliato….ha parlato alle mie spalle….. non deve
fare una cosa del genere …ha fatto una figura di merda ….io, perchè
non l'ho sentito, altrimenti lo avrei sputato in faccia”. La Ferriero
chiede al marito che cosa abbia detto Colurciello. Il marito continua
ad inveire “lo buttavo per tutte le scale ....” e quindi spiega cosa ha
detto “ma se è così a me conviene andare a rubare le macchine ....
che te li pigli a fare questi soldi del locale …allora sei scemo ...o si
crede che se li prende e poi, dopo, me li porta indietro, quello?
…come se li prende, così se li porta... se, poi dopo, non se ne fa
niente...” e continua “pure il fatto delle 200 euro, che io gli ho
prestato ieri ..ma vedi la testa che gli fa dire...mi ha deluso ..ma
non ha mai fatto questo”. Interviene il figlio Alessio il quale dice che
Colurciello si è lamentato per il fatto che il padre “non si è fatto
dare i soldi” da Salvatore Marotta. Stolder Raffaele ribatte “e a lui,
che cazzo se ne frega? ...comunque se lui se ne vuole andare…. a
me, non me ne passa neanche per il cazzo ...perchè una persona
così, non me l'aspettavo proprio ...tu, comunque, hai fatto bene a
dirmi questo fatto …..perchè, poi, quando si sparla, non sta bene
...perchè, me lo deve dire in faccia a me ... anche perché, non sta
neanche all'altezza ...non sta più all'altezza di prendersi le
macchine!!! ...hai capito com'è ....perchè, ammesso e concesso
che ci spartiamo questi quattro pidocchi dei diecimila euro….. i
10000 euro che abbiamo tolto da mezzo... perchè poi, i ferri, come
si comprano? ...hai capito com'è? ...a che cazzo serve spartirci i
soldi? ....e, poi, i soldi a Gennarino della macchina, si devono dare
per forza....non me lo aspettavo proprio!”.Alla po. 21.55 parlando
con la moglie lo Stolder dice, a proposito di Gennarino, “quello, ne
è un altro che, ieri, diceva una cosa e oggi ne dice un'altra ....ma,
non ci scassasse il cazzo ....ieri, mi disse che i ferri non erano tanti
....invece è venuto proprio con l'intento di dividersi i soldi... poi,
dopo il fatto dei soldi, mi ha detto….. ci dai qualcosa ai ragazzi?”.
Patrizia giustifica il comportamento di Gennaro dicendo che,
comunque, il ragazzo è andato avanti ed indietro e lo Stolder
ribatte “si …lo so … ma sono pidocchi...io non li so neanche
dividere... quello quando mi ha detto di dare qualcosa ai ragazzi...
io avevo dato 2500 euro ....ho dato, li ho anche nascosti però
quello se li era presi i 2500... mi sono rotto le palle
….proprio...questi fanno schifo, tutti quanti”. Stolder aggiunge nel
corso della medesima ambientale che deve dare anche i soldi a quel
pidocchioso di “Enzuccio” e parla di un regalo, fatto ad una
persona. Stolder Raffaele dice che Totore aveva riferito che questa
persona aveva fatto espressamente richiesta di un regalo e lui ha
preso un orologio e glielo ha dato. Il medesimo Totore poi aveva
riferito a Giulio che sarebbe stato opportuno vedere prima la
quotazione e poi Colurciello aveva detto che il regalo era stato
“troppo buono”.
Stolder Raffaele con la moglie fa il conto di quello che ha dato e che
deve ancora dare “il primo, che i 500euro… li ha avuti lui ....no..no..
ma, io gli volevo dare anche qualcosa in più....Patrizia ...ma non ci
stanno proprio ...quello si è reso conto ... allora, fa una cosa
..quello pulisce e ci mettiamo la bottiglia dentro (si tratta di un
cestello per champagne) e così appariamo il fatto del regalo e di
Giulio .... il fatto che io sono uscito no... e lo vado a trovare ... e,
poi, parlo con il fratello di Giulio che ha avuto un intervento e,
domani, ci andiamo... poi, ha voluto anche i soldi del locale ….
allora, non la fare la società con me, levati davanti alle palle, che
razza di modo è? com'è? … noi parliamo di soldi frutto delle spese
sostenute, sino ad adesso ….si deve comprare la roba... quello, alle
spalle, ha detto: allora quello tiene scritto stronzo che caccia i soldi
delle spese ...se noi facciamo il conto, non dobbiamo dividere nulla
...quello caccia, caccia, caccia.... ma se tu ti metti con carta e
penna ... 300, 200, 300, alla fine diventano soldi... così, quello di
Fuorigrotta, sentendo a lui... quello ha detto vicino a Totore,
sempre alle mie spalle, ....allora, io devo avere i soldi dei ...inc...
perchè ha iniziato Colurciello prima... però, alle spalle, ..io non so
niente ...dice che ha detto… addirittura ...allora, io me ne vado a
rubare le macchine.... e vattene …che me ne fotte a me... io sono
andato a fare una stronzata, per colpa loro....ma chi la faceva
questa stronzata...”. Ed ancora “gli dovevo dare i cosi a questo qua
dietro ...io andavo trovando a Gennarino ... pure il fatto di Marco si
deve parlare ... io già glielo ho accennato ... quando che Marco e il
... guarda che Gennaro si è fatto sette anni di carcere... sette anni
si è fatto.... ed è stato per colpa loro ...quelli, lo accusarono proprio
…. che ti credi? che cosa è successo? ...quindi, si mette una cosa
ed un'altra cosa, hai capito o no?”.
Ancora più avanti lo Stolder riprende con la moglie la discussione
“guarda caso, la stessa tarantella mia, la sta facendo Claudio ...per
esempio io, a Claudio, non l'ho pensato proprio più”.
Frattanto giunge Santaniello Salvatore, identificato dai verbalizzanti
attraverso il riferimento al cognato Vincenzo, ovvero il fabbro
Mango Vincenzo, che ne ha sposato la sorella, nonché al nome
Totore con il quale Raffaele lo interpella dicendogli se lui non ha
intenzione di partecipare, rimangono amici come prima, ma non
deve venire meno quando assicura la sua presenza. Il Santaniello
dice “Lello deve morire mio figlio, io sto a piedi ... a piedi ...la sera
non ho orari … a piedi sto andando a lavorare, a piedi ...ora ho
tenuto un pò il problema di mia mamma....tengo la mamma … lo
sai quella ha avuto un ictus ed io la devo portare a fare le terapie
però io lo stesso ma mica ti ho abbandonato”. Raffaele ribatte "non
mi hai abbandonato? ….mi hai preso solo per culo...mi hai detto,
dieci volte, sto arrivando … sto arrivando ed io ad aspettare come
uno scemo”. Santaniello “Lellu’ è perchè non ho orari...” Lo Stolder
si lamenta del comportamento del cognato Vincenzo e Santaniello
“ma io a Vincenzo me lo sto raccomandando”.
Stolder “ma non c'è bisogno che lo raccomandi ... perchè quello,
comunque, si sta facendo il mazzo tanto, appresso a noi ...hai
capito com'è?? ....ci sono dei momenti che....”. Interviene Patrizia
Ferriero che invita Salvatore a cenare con loro. Salvatore dice di
non avere fame, ma Stolder Raffaele gli dice di sedersi e di
mangiare.
Santaniello parla di una persona che è partita e che gli ha riferito di
essere stata onorata di aver parlato con lui. Stolder chiede se
questa persona appartenga a Enzo Romano e a Peppe Lento; quindi
parlano di tale Patrizio, genero del Lento, che è un bravo ragazzo.
Stolder parla di macchine che hanno perso e aggiunge che ne
avevano trovata una a Sondrio, ovvero di una Twingo che poteva
essere modificata. Stolder discute della possibilità di intestare la
macchina della sorella Anna “a doppione”, per evitare di far
risultare i passaggi di proprietà.
Quindi spiega “ci vogliono i soldi per intestarla? ….allora
praticamente invece di spendere tutti questi soldi … pigliamo una
macchina marciante....”. Parlano quindi di vari tipi di macchina e
della necessità di modificare un’auto, attraverso un taglio della
carrozzeria (la macchina con il buco della quale si parla anche in
altre conversazioni, per entrare ed uscire dalle fogne senza essere
visti).
Sopraggiunge Ferraiuolo Gennaro al quale Raffaele dice che ha
lasciato Salvatore, a piedi, sui Miracoli, evidentemente parlando di
Marotta Salvatore che abita al vico Nunziatella ai Miracoli.
Ferraiuolo racconta “sono andato, un attimo a Secondigliano,
perchè volevano stroppiare al figlio di Ciro della pizzeria …. ieri
hanno litigato ragazzi e ragazzi e sono intervenuti questi
scissionisti in mezzo” (si ricorda che Ferraiuolo cura i “rapporti”
con Ciro Leone del Trianon, come evidenziato nelle intercettazioni
sopra ricordate).
Gennaro (Ferraiuolo) e Salvatore (Santaniello) parlano di tale
Peppe che Gennaro definisce viscido aggiungendo “ora, per fare un
recupero a Biagio … ha dato 5000 euro ...inc...niente di meno che
va a fare un recupero in mano a Biagio ... io gli ho detto: Biagio, tu
hai preso un impegno con Lelluccio sul recupero di 5000 euro ...lui
mi ha detto che, purtroppo, li aveva presi ... io ho chiamato
Enzuccio e gli ho detto: senti tu, a Peppe, non lo devi chiamare più
…in quanto Peppe non deve vedere più una lira … perchè è andato,
una volta, da Totore il Gassusaro…. e Totore il Gassusaro è Totore il
Gassusaro…(alias di Torino Salvatore) ...una volta con Peppe
Misso….e Peppe Misso è Peppe Misso”.
Si parla di argomenti vari relativi a vari soggetti e quindi alla pos.
1.12 Stolder Raffaele parla con Gennaro e lo invita a contattare
Giulio in quanto è lui “che conosce a quelli lì”. Gennaro risponde
"….li ho chiamati, a quelli della Telecom ... ho chiamato perchè
vedete io sono andato da Michele.... gli ho detto: Michele, tu come
stai facendo? … e lui mi ha detto che ha chiamato e che il giorno
appresso....”. Stolder lo interrompe “tu, è inutile che ti esaurisci...
quando vedi la mala avviata...avvia a fare la richiesta delle
macchinette e, poi, si aspetta... tanto, oltre le spese non vai, che
cazzo te ne fotte”. Gennaro: “lo so zio! …ma, io, lo sai come sono
fatto ... e che, quando, io inizio a fare una cosa... mi piace di
portarla a termine… mi piace...”
Raffaele: “si …ma tu ora, che vuoi fare??? ... si buttano le
macchinette dentro... Con quello del bar, che hai fatto? ...hai
parlato con quel cristiano?”
Gennaro: “eh! ...mi disse che non era cosa.... i soldi... i 25.000
euro”
Raffaele: “contanti? ... e se la andasse a vendere lui”Gennaro: “e
se la va a vendere lui, in quanto io, buono, buono, i soldi i 25.000
euro...”.
Quindi Gennaro spiega che una persona, detta il Nano, era andata
al bar e il titolare gli aveva detto che aveva intenzione di aprire il
locale sopra al Vico della Pace, mettendo tutti i gazebo fuori.
Gennaro aggiunge che la somma necessaria per questa attività è di
24.000 euro e che comunque la persona prima gli aveva detto “va
bene, poi ti faccio sapere…” e poi aveva risposto che “non lo
possiamo fare”, motivo per il quale aveva telefonato a Pasquale e
questi lo aveva richiamato “dopo una giornata di telefonate” e gli
aveva detto “Gennaro, tu mi devi scusare, non mi devi scusare...
Pasquà...tu stavi ... tenevi un mutuo.. io sono venuto lì e ti ho
risolto il problema... e nè, tanto meno, ti ho portato il conto ... non
mi servivano e non te li sono venuto a cercare ...il 31 in banca ed io
lo devo coprire... mi ha detto: io, sabato, vengo e ti porto i soldi …
a posto ...allora, tu mi hai telefonato, sabato alle tre, e .... ma
perchè avessi...inc...Pasquà... ma, perché, io ti ho fatto una
monnezza... lui mi ha detto: no! ...ma mi devi scusare!... io sono
andato a fare un assegno.. lo sono andato a cambiare... perchè io
mi sono messo a disposizione ed anche tu ti devi mettere a
disposizione con noi ...mi hai accolto ...mi hai portato avanti ed
indietro e questo nessuno te lo toglie .. quello che hai fatto... però
che tu mi vuoi prendere per il culo ...no... comunque io gli ho
detto: no, Pasquale, io domani voglio i soldi ... a me, domani
mattina, mi devi dare i soldi ….mi ha detto che vorrebbe venire,
anche a casa, in quanto mi ha detto poi io con te ho fatto una
brutta figura... io, in quattro mesi, non gli ho mai cercato....” e
sempre Gennaro riferisce che una persona gli aveva detto “quando
esce Lello poi, mi raccomando, quando esce Lello, non è che poi
non mi vuoi bene più?”.
Stolder Raffaele riprende il discorso sui lavori da fare e parla con
Santaniello (ancora presente) della necessità di trovare una
persona a cui intestare una macchina; Salvatore fa riferimento ad
un vecchio che lui conosce.
Successivamente Ferriero Patrizia parla con Gennaro, mentre
Stolder Raffaele parla con Salvatore; i primi due parlano di scarpe,
mentre gli parlano di botole. Le due conversazioni si sovrappongono
e non sono chiare.
Dopo aver parlato di varie famiglie criminali (Moccia, Bidognetti),
Stolder Raffaele raccomanda a Santaniello di prendere una Twingo
e spiega come operare con l'auto in modo da potere scendere nelle
fogne. Afferma “noi, ci dobbiamo alzare... dobbiamo camminare
con le gambe di questo ... dobbiamo tirare .. e, dobbiamo
rimanere seduti”. Inoltre Stolder ricorda al medesimo Salvatore che
bisogna mandare i soldi ad Enzuccio (il cognato Mango Vincenzo, di
cui si è parlato all’inizio dell’ambientale).
Alla pos. 1.40, Stolder Raffaele parla di caveau, di ferri da lavoro e
di timer con Ferraiuolo Gennaro e dopo un poco Salvatore va via.
Ferraiuolo Gennaro parla del cattivo rapporto che ha con la madre
(Stolder Antonietta) e lo zio dice che queste cose non devono
esistere; parlano poi di Stolder Rosa e Raffaele commenta “diglielo
a Rosa … che i soldi se li è presi tuo fratello vatteli a prendere da
lui... diglielo: …ha detto così Lello proprio così deve dire... i soldi
non devi dare niente a nessuno.... andate da lui ...proprio così devi
dire....non glieli deve dare altrimenti me la prendo anche con
Biagio.....non gli deve dare niente ... il recupero a Biagio ...ma che
stiamo scherzando ...io piglio a quello, che è venuto qua sopra ed
abbusca anche lui”.
Gennaro ribadisce che le questioni che nascono con la madre sono
dovute a pettegolezzi con le sorelle. Lo zio da soldi al nipote
Gennaro;
- conversazione n. 403 ore 22:08 (continua l’ambientale del
03.06.2008) quando sono presenti Raffaele Stolder ed il nipote
Ferraiuolo Gennaro del quale i verbalizzanti individuano con
certezza la voce. Ci sono altri soggetti non identificati. I presenti
discutono della ripartizione di soldi da dare ai "ragazzi che hanno
lavorato" e tra questi si fa il nome di “Enzo”. I verbalizzanti
ipotizzano che si tratti di Mango Vincenzo perché Stolder riferisce di
aver parlato con il cognato ed afferma che lui ha alzato la macchina
sul ponte. Invero nella stessa giornata egli ha parlato con
Santaniello Salvatore cognato del Mango. Nel corso della
conversazione Ferraiuolo Gennaro apprende sempre dallo Stolder
Raffaele che 700 euro sono del fratello. I verbalizzanti annotano
che Raffaele, fratello di Gennaro, fa il parcheggiatore nei pressi
della Pizzeria Trianon. Alle 22:21 arriva Gigino (che i verbalizzanti
individuano nel De Maio Luigi). Si sente poco dopo le 22:30 la voce
di Esposito Antonio, marito di Nunzia Stolder (figlia di Raffaele e
Ferriero Patrizia) .
Ferriero Patrizia avvisa Raffaele che le guardie stanno loro
“addosso”. Un altro soggetto presente propone allo Stolder di
andare a Marano, ma Raffaele gli risponde che lui non può uscire
dal comune di residenza e che se le "guardie" lo fermano a Marano
pensano che è andato lì per incontrare i Nuvoletta. Patrizia dice di
aver avuto la sensazione di essere seguita anche dall'estetista.
Raffaele afferma che loro “si stanno facendo l'attività con la 500” e
non gli sembra di essere stato notato, ma la moglie è insospettita
dal fermo dei figli sulla sua autovettura. Stolder
Raffaele commenta con altro soggetto l'eventualità di andare
dall'avvocato per segnalare il rinvenimento sull'autovettura della
microspia. Egli sostiene che sono state fatte intercettazioni abusive
e vuole far chiedere dal legale le copie delle trascrizioni delle
conversazioni intercettate. Quindi conclude che sono passati 45
giorni da quando furono fermati a Giugliano e, quindi, non è
possibile che siano ancora intercettati.
Patrizia commenta il fatto che le guardie hanno controllato anche il
“garagista”, (ovvero Pangione Antonio). L’uomo va via ed in casa
restano gli Stolder e la nipote “Patty”.
Stolder Raffaele dice alla moglie Patrizia che “Totore Colurciello”
non era tanto d’accordo sul coinvolgimento di “quell'altra persona”
mentre lui, invece, sarebbe anche d’accordo nel guadagnare una
percentuale minore dei proventi delle loro attività, anche il 25%
invece del 35%.
Parlano anche di “Gigino” e di “Gennaro” che avrebbe guadagnato
più soldi del previsto dall'acquisto e passaggio della Fiat 500,
motivo per il quale aveva esortato Gennaro a pagare
l'assicurazione. Lo Stolder osserva che lui si sta muovendo con
molta circospezione e che si sposta, continuamente, in modo da
rendere complesso il controllo da parte delle forze di polizia che non
riescono a capire cosa stia facendo. Per questo motivo anche il
giudice una volta letti i rapporti dovrà sicuramente dargli ragione.
Con la moglie lo Stolder ipotizza di andare ad abitare ad un piano
terra, in modo tale da muoversi con maggiore facilità ovvero di
chiedere ai condomini di utilizzare il terrazzo del palazzo.
Quindi lo Stolder parla di una casa e di un capannone di un
avvocato che vorrebbe acquisire, tramite l'interessamento di
“Giulio” e del fatto che questo legale si sarebbe impaurito dalla
proposta. Aggiunge che, quando avrà modo di incrociarlo, non lo
saluterà così si impressionerà ancora di più. Parla, poi, di
percentuali di soldi e di relative spese da dividere ed aggiunge che,
da oggi in poi, si segnerà pure il pacchetto di sigarette.
Quindi i due coniugi visionano degli oggetti (anelli, collane, orologi)
valutandone il valore.
Lo Stolder chiede al figlio Alessio di inserire sul computer alcuni
appunti relativi al valore degli oggetti asportati e delle ripartizioni
dei proventi ai complici, ma il figlio gli rappresenta che è meglio
non lasciare traccia, in quanto ci sono alcuni programmi che
possono accedere anche ai "file" con la password.
Quindi, Raffaele, chiede alla moglie di procurargli un blocnotes per
scrivere degli appunti.
Poi, Raffaele ed il figlio Alessio, parlano di “bombole di ossigeno,
carrelli, trapani e punte” e il padre raccomanda al figlio di stare
attento se esce con la Fiat 500 perchè è senza assicurazione.
Gli chiede ancora di fare una ricerca su internet per il "gas
acetilene", le funzioni del CO2 con l'ossigeno, le atmosfere, i
cannelli e gli spunti sulle istruzioni, così comincerà a comprare tutta
l'attrezzatura, aggiungendo che esistono delle bombolette che
contengono già l'ossigeno con l'acetilene.
La conversazione è rilevante perché dimostra che lo Stolder ha
individuato la microspia sulla autovettura Lancia Y, per cui è
evidente che usa l’accortezza di procedere a bonifiche; utilizza la
sua forza di intimidazione per procedere ad acquisto di immobile
per il tramite di terze persone, ovvero interessando tale Giulio (da
identificare come si vedrà meglio in seguito nel Giaquinto);
- conversazione n. 517 ore 10:59 del 04.06.2008 (abitazione
Stolder) nel corso della quale i verbalizzanti individuano le voci di
Ferraiuolo Gennaro, Marotta Salvatore, Stolder Ivanfilippo e Stolder
Raffaele. Ferraiuolo, in particolare, dice che Giulio non lo ha
chiamato più per la locazione di un locale ubicato in via Pietro
Colletta.
Stolder Raffaele fa riferimento ad un “lavoro enorme” da realizzare
nel mese di agosto, con la complicità di siciliani ed aggiunge che “i
siciliani”, quando organizzano un lavoro, hanno la gente interna, i
guardiani ed i cassieri e, quindi, il rapporto con questi ultimi “si
deve mantenere buono”.
Gennaro commenta “zio, da parte nostra, oltre quello che stiamo
facendo .... vediamo cosa ha fatto Marco”; quindi parla della
scarcerazione di Moccardi Pietro e si chiede come abbia fatto ad
uscire; Stolder Raffaele dice che sono usciti tutti quanti, salvo
Ciruzzo.
Stolder Raffaele, alla pos. 37, parla di spostare una macchina al
Vico della Pace, per fare un buco e poi comunica che, secondo lui,
le guardie gli stanno preparando qualcosa contro.
Raffaele parla di soldi che ha dovuto spendere, per perpetrare i
colpi e dei soldi che ha cacciato Gennaro per l’acquisto di cannelli,
di manometri e di apparati radio.
Raffaele parla di un “colpo” da fare con una macchina (pos. 42) e
dice “ora, con questa macchina, facciamo un salto di qualità
enorme … non l'ha mai fatto nessuno con una macchina così
perfetta ... lo sai come viene? .. gliel'ho spiegato ... si devono
smontare i sediolini…. si devono togliere le staffe, da sotto, ....poi,
mettono quelle cose delle cucine... praticamente, no?,. ..noi stando
seduti, no? ..pigliamo i sediolini con le mani e facciamo (rumore)
ed andiamo a finire indietro al cofano ... e creiamo lo spazio a terra
..alziamo e ce ne scendiamo!!! ... hai capito come viene? … si
bloccano i sediolini e possiamo anche camminare e fare un'altra
cosa, ….poi, siccome viene un servizio perfetto, a noi ci serve la
Twingo! …si deve solo spostare la marmitta ed un pò di fili….. …poi,
viene una bella botola.. ..è bassa! la facciamo abbassare, un altro
poco, la macchina …le scendiamo un altro poco gli
ammortizzatori....ce la compriamo per cazzi nostri, facciamo
l'assicurazione sopra... hai capito? ...ed incominciamo a lavorare
per tutte parti perchè, poi, ci incominciamo a muovere …vediamo
gli obiettivi”.
Stolder Raffaele fa quindi riferimento a “quello a Fuorigrotta” che
procura loro qualsiasi cosa.
Si discute di una macchina da utilizzare per fare un buco, che deve
essere acquistata tramite il figlio di Gigino. Quindi comunica che
alle ore 13:00 deve andare dal fratello di Giulio (Giaquinto) che è
ricoverato in ospedale.
Partono quindi una serie di commenti negativi sulla sorella Rosetta;
sul marito Fernando Schelemmer, il quale gli deve dare dei soldi e
spera che uscirà presto; sulla moglie di Ciro Stolder, Lebro Maria, la
quale viene definita “viscida”.
Quindi lo Stolder ribadisce un concetto già espresso (cfr.
ambientale n. 320 ore 9:14) ovvero che, durante la sua detenzione,
la moglie Patrizia, ha fatto di tutto per portare avanti la famiglia.
Alla pos. 56.35, Raffaele Stolder, continuando la sua
argomentazione relativamente alla famiglia Giuliano, afferma che
non è buona e di conseguenza anche le sue sorelle.
Dice che lui ha provato a tutti, nel senso di individuazione di
personaggi che possano godere di stima ed aggiunge che deve solo
provare il figlio di Amalia, quando esce, (ovvero Pio Vittorio
Giuliano) e Maurizio. Inoltre afferma che bisogna impegnarsi a far
riappacificare la sorella Antonietta con il figlio Gennaro (Ferraiuolo),
perché “quando succedono dei disguidi nella nostra famiglia, la
discussione si deve chiudere subito”.Stolder Raffaele continua
commentando ancora la microspia scoperta in macchina ed in
particolare afferma che il figlio Alessio con Marco era andato da
Corrado con la Lancia Y munita di GPS e “questa storia deve finire”
per cui deve rivolgersi al suo difensore in quanto la intercettazione
è illegittima e si deve far dare tutte le trascrizioni che hanno.
Quindi parla del deposito nei pressi di via dei Cimbri, dove
dovranno essere posizionati i ferri per lavorare;
- conversazione n.517 ore 14:59 (continua l’ambientale del
04.06.2008) nel corso della quale lo Stolder in casa distribuisce
soldi e fa riferimento alla “paranza”, nominando anche Enzuccio.
I presenti contano soldi e si individua la voce di Colurciello
Salvatore il quale afferma di aver provveduto a pagare le bollette;
- conversazione n.520, delle ore 18:31 del 04.06.2008 (abitazione
Stolder) nel corso della quale si individuano le voci di Marotta
Salvatore e di Colurciello Salvatore i quali discutono in Stolder
Raffaele di “microspie”. Stolder dice che occorre chiedere a Modesto
per il prezzo di un’apparecchiatura. Si parla quindi di un congegno
venduto dai cinesi ovvero di un sensore che funziona via radio
come allarme. Uno dei presenti afferma che lui aveva un congegno
simile in una villa a Castelvolturno. Accanto ai soliti discorsi sulle
migliori tecniche per affrontare i furti rispetto alle moderne
tecnologie (lo Stolder recupera in fretta i 16 anni circa di
detenzione), nel corso del pomeriggio il boss a dimostrazione dello
stile con il quale opera il suo gruppo parla di uno scippo avvenuto
nella sua zona e racconta di un incontro con gli autori del
medesimo. Sul punto ricorda quello che ha detto loro “la dovete
finire mo!! ve lo dico …ho delle pistole, a portata di mano, vi sparo
proprio ... ora mi avete rotto proprio le palle ..... qua si deve
finire... ora si vanno ad avvisare questi femminielli ed a questi altri
stranieri”. Quindi egli afferma che bisogna contattare direttamente
le persone che hanno fittato ai “femminielli” per dire loro che se
questi continuano a fare “casino”, lui li “spara proprio”. In
particolare lo Stolder indica Gennarino come colui che fitta le case
agli stranieri. Stolder continua riferendo che li stava uccidendo e
che lo hanno fermato, altrimenti lo avrebbe fatto e ripete “…li
spariamo proprio …. proprio, con la 38”;
- conversazione n.520, ore 20:31 (continua l’ambientale del
04.06.2008), nel corso della quale Stolder Raffaele parla con il
genero, Esposito Antonio, del fatto che è stato dall'avvocato e ad
un collaboratore ha riferito il problema della microspia all'interno
della Lancia Y. Stolder afferma che anche quando sono andati a
mangiare da Corrado, c'erano le guardie, che seguivano Alessio e
Marco quando andavano a prendere qualcosa nella macchina.
Stolder quindi ricorda di essere stato dall’elettrauto amico “ora
basta, ora … d'accordo con l'amico mio elettrauto e gli dico, tu parla
chiaro per quello che trovi”, apprendendo così dall'elettrauto che vi
erano microspie e per questo motivo la macchina dava problemi.
Stolder quindi continua a raccontare che l'avvocato gli aveva riferito
di far fare un'attestazione del rinvenimento della microspia da chi la
ha trovata. Stolder Raffaele ricorda che in data 22.04.08 a
Giugliano erano stati fermati. In ogni caso chiederà le trascrizioni di
tutte le conversazioni, da quella data fino ad adesso e commenta
che le guardie vanno anche nel garage. In casa è presente tale
Angioletto che Ferriero Patrizia invita a cena chiamandolo per
nome. Angioletto declina l’invito perché deve andare a casa del
Califfo; poi lo si sente dire che prima andrà da Patrizio e gli dirà che
Raffaele gli vuole parlare. Il medesimo Angelo dice a Raffaele di
stare attento perchè “sta pieno di guardie” e quindi propone di
accompagnarlo al rione Traiano. Stolder Raffaele dice di dover
andare al Cardarelli. Angelo commenta che sta lavorando al
massimo un’ora con la tecnica del “picchia” e “fuggi”, ma mai di
sabato e aggiunge di essere sottoposto all’obbligo della firma al
commissariato Vicaria.
In casa la nipote Patrizia jr afferma di voler vedere la fiction
Carabinieri, ma lo Stolder interviene per “educarla” e le spiega che
queste cose non si devono vedere in quanto il nonno è allergico e
se solo sente la parola Carabinieri o Polizia sta male. Quindi
commenta con il figlio Alessio e con Angelo ancora in casa la
criminalità albanese, particolarmente feroce ed in grado di uccidere.
Angelo racconta del figlio Alessandro che va negli stati Uniti e che si
dedica all’attività di “pacchista” cedendo cellulari. I presenti
discutono dei controlli dei Falchi e della Polfer;
- conversazione n.520, ore 10:31 (l’ambientale 520 continua la
mattina del 05.06.2008) quando Stolder Raffaele, in casa con la
moglie Patrizia Ferriero, riceve la visita di tale Aurelio.
In particolare si registra la seguente conversazione:
Aurelio: …noi stiamo lavorando con certi ragazzi che sono quattro
cinque anni... una volta, ogni tanto, loro cercano la
collaborazione...
Raffaele: …ma fanno anche le casse?Aurelio: …si!!!.. però le fanno
con il martello
Raffaele: …con il martello pneumatico?
Aurelio: …eh!!...però cercano i lavori introvabili, …cercano ...
perchè se, logicamente tu tieni un appartamento sopra come... loro
sono molto bravi negli antifurti perchè loro, per esempio, tagliano i
cavi, tagliano hai capito com'è ... lavorano.....tagliano i cavi....poi
vengono le guardie...però loro non toccano niente ancora … la
tengono già l'apertura per entrare quando vengono le guardie
vedono che è tutto a posto... e se ne vanno.. poi suona un'altra
volta e vengono un'altra volta, finchè non si scocciano e non vanno
più...loro si buttano dentro..Raffaele: ....scassano la porta.?!?..
Aurelio: ..hai capito come lavorano?
Raffaele: …embè sto fatto è interessante!..io faccio i ponti con la
batteria e non arriva più il segnale...capito com'è??.
Quindi, nel prosieguo:
Aurelio: ….io ..comunque a livello lavorativo a disposizione però a
livello per esempio che devo scendere non sono proprio in
grado..non sono proprio in grado!..
Raffaele: …no! comunque basta che ci dai una mano...
Quindi lo Stolder chiede informazioni su alcuni “percorsi fognari”,
abbassando la voce, e parla di botole in via Tribunali e via Pietro
Colletta. Aurelio dice di non essere aggiornato in quanto ci sono i
lavori della Metropolitana. Stolder ricorda percorsi sotterranei in
San Biagio dei Librai e San Gennariello;- conversazione n. 520, ore
12:31 (continua l’ambientale del 05.06.2008) quando in casa sono
Stolder Raffaele, Ferraiuolo Gennaro e tale Attilio. Alla pos. 57 si
individua anche la voce di Colurciello Salvatore il quale mostra dei
campanelli da utilizzare come segnale per avvertire loro, nel caso
dovessero arrivare le “guardie” e fa riferimento a telecomandi da
mettere sulla stessa frequenza. I presenti discutono dei loro
trascorsi e Ferraiuolo ricorda un agguato nel 1988. Poi trattano di
progetti futuri, tra i quali anche la possibilità di impegnarsi nel
riciclaggio di francobolli falsi fabbricati a Latina da far circolare.
Stolder consiglia di andare a Roma al ristorante da Gabriele, per
mettersi in contatto con Terribili Mario, al quale si deve riferire che
lui gli manda i saluti e che appena può lo raggiunge (già indicato il
Terribili nella ambientale n. 15 del 23.5.08 arrestato nel suo stesso
periodo).
Nel corso della medesima ambientale lo Stolder discute proprio con
il Ferraiuolo Gennaro (sempre individuato dalla voce) di alcuni reati
verificatisi alcuni giorni prima nella zona della Maddalena a Forcella
e, facendo riferimento ad un furto di un Rolex, afferma: “….si deve
vedere chi è perché io lo debbo stroppiare”. Il Ferraiuolo interviene
per dire “comunque, si deve fare in modo che questi, che fanno gli
scippi, devono sapere che se fanno gli scippi vengono stroppiati da
me, proprio...”; lo Stolder replica: “…andiamo da chi ha fatto lo
scippo ...se li hai visti, lo sai chi sono ....andiamo da chi ha fatto lo
scippo, se lo conosciamo, se non ci conosce, lo pigliamo per le
orecchie e gli diciamo non ti permettere mai più”. Ferraiuolo
conclude”bisogna mandarli solo all'ospedale ….ora vado anche
sopra ai Quartieri, perchè anche lì, si stanno rubando gli orologi”;
- conversazione n. 520 delle ore 16:31 (continua l’ambientale in
data 5.06.2008) nel corso della quale si individua con certezza la
sola voce dello Stolder che discute di percorsi fognari e di buchi da
fare, di sotterranei, della zona degli Orefici, del ponte di San
Severino e di un punto d'ingresso per i sotterranei alle spalle del
Fraime. Un paio di ore dopo (alle ore 18:31) Stolder è certamente
insieme con Marotta Salvatore con il quale parla di una gioielleria
da svaligiare, probabilmente ubicata nei pressi del Museo, di
cannelli, e pareti da sfondare, di buchi e di trapani nonché di un
punto d'ingresso ubicato tra Port’Alba e via San Sebastiano. I due
fanno riferimento ad un colpo da provare domenica mattina,
individuando l’obiettivo come vicino al deposito di Eugenio. Si
discute di una botola a via Roma, che scende nelle fogne ove in
passato lo Stolder incontrava “varie batterie”; del Banco San Paolo
ubicato nei pressi della Torretta e della Pescheria Gigione; di una
banca in via San Pasquale a Chiaia;
- ambientale n.557 ore 16:53 del 07.06.2008 (abitazione Stolder)
nel corso della quale gli investigatori individuano le voci di Stolder
Raffaele, del figlio Ivanfilippo, di De Maio Luigi chiamato Gigino e di
due altri soggetti di cui uno di nome Antonio. Alla posizione 04.14
Gigino parla con Raffaele di un avvenimento in cui è coinvolto tale
Gerry Gallo. Un’altra persona dice a Gigino che questo ha
intenzione di pagare perchè ha molte possibilità altrimenti “gli spara
in testa”. Gigino allora, rivolta a questa persona, dice “voi
abbuscate i soldi e Raffaele si va a pigliare le tarantelle per te?”.
Stolder afferma “adesso bisogna prima sparare e poi bisogna
parlare……adesso non ci sta più niente da fare…questa è tutta
merda…lo sapete che fanno si prendono il coraggio della droga …
poi vanno a finire in carcere e non hanno più la droga e perdono il
coraggio”. Alla conversazione partecipa Giaquinto Giulio che parla di
“rispetto” e del fatto che “lui fa il salumiere, ma ha il rispetto di
tutti”;
- conversazione n.579 delle ore 21:01 dell’8.06.2008 (abitazione
Stolder) nel corso della quale lo Stolder è in compagnia di
Ferraiuolo Gennaro con il quale si riprende il discorso su presenze
non gradite nella loro zona. Infatti si sente il Ferraiuolo affermare
che sarà proprio lui personalmente a dire che in quella casa non
vogliono nessuno e che bisogna “farli mettere paura”, perché se ne
vadano. Stolder dispone che Ferraiuolo Gennaro contatti Francesco,
il quale abita nel palazzo, per far in modo che le persone siano
allontanate. Ferraiuolo ha un sistema efficare: “le persone
dovranno essere prese a cazzi in faccia”. Nel corso della medesima
ambientale, presente anche la Ferriero, lo Stolder affronta anche il
tema delle spese del gruppo, facendo riferimento all’altro elemento
tipico delle associazioni camorristiche, ovvero la cassa comune per
provvedere alle esigenze dei detenuti. I verbalizzanti hanno
riportato testualmente una frase dello Stolder “avevamo fatto un
discorso … mica di guadagnare noi … di portare sulle spese qualche
carcerato che doveva avere qualche cosa ...omissis…. perché,
naturalmente….io ho dato le magliette ai figli miei ed il resto le ho
mandate tutte ai carcerati…. al di fuori di quello che ho messo a
disposizione… omissis…. ai tempi miei ….. quando vanno le cose
buone…. si mandava pure a loro … ai carcerati…. non c’era il
problema … perché quelle sono cose fatte bene… mandi una cosa
ad un carcerato… mandi una cosa fatta bene”;
- conversazione n.703 delle ore 09:01 del 09.06.2008 (abitazione
Stolder) nel corso della quale Stolder Raffaele discute di un
sopralluogo che ha compiuto il giorno prima, di un colpo da
realizzare e del “piano operativo” consistente nel praticare dei
“buchi” salendo a “Mezzocannone” e seguendo in tal modo un
percorso fognario in cui si cammina sempre in piedi. Si sente
parlare della Banca Antonveneta e di cassette di sicurezza. In
particolare Stolder discute con Peppe di concrete modalità
operative.
Peppe: …..Se mi dai un poco di carta e penna ti dico subito dove
sta...ti faccio capire subito!!!
....la piazza...salendo per qua … la piazzetta sta il palazzo in
mezzo... e stanno due vichi da qua e di la.. il vico sopra, la destra,
...il vico....hai capito qual'è? ...questa è la piazza!! ...a,
fianco,....quella nostra, noi dobbiamo fare così, dobbiamo scendere
e dobbiamo prenderla per dietro...altrimenti, dobbiamo farla
direttamente...Raffaele: …io tengo solo, un unico dubbio, che non
gira la dietro..
Peppe: …come gira..Raffaele: …gira?...
Peppe: …perchè ha anche il...laterale....
Raffaele: …quella che arriva....Peppe: …gira ..come non
gira...Raffaele: …tanto, quella si vede ancora…Peppe: ….scusa,
deve girare per forza, altrimenti quei due vicarielli dove
spaziano??...
Raffaele: …l'unica cosa…. dobbiamo andare vicino al segno dove
facemmo i buchi dobbiamo bucare da sotto ...noi, allora, bucammo
da sopra...ma ora mettiamo la lancia e la buchiamo da sottoEd
ancora:
Raffaele: …per arrivare lì, non ci vuole niente!!!... per arrivare da
quell'altra là si deve camminare
Peppe: …per quell'altra, bisogna fare il giro per dietro,...dobbiamo
salire per Mezzocannone e, ce ne dobbiamo andare!!!...R: …non ci
stanno problemi, però?....
P: …per niente!! …perché, noi camminiamo sempre all'erta...R:
…sempre in piedi.???..P: …sempre in piedi!!.... solamente, sopra
San Sebastiano, è un poco... è tantella…. vedi...R: ….a noi, che ce
ne fotte!!!...
P: …ci dobbiamo buttare dentro all'uovo...noi la chiamiamo l'uovo
quello là…..R: ….mo, dobbiamo vedere come ci dobbiamo
organizzare!!! ...insomma, per oggi, facciamo tutto!!! ....perchè
oggi, dobbiamo fare i ferri!!!......dobbiamo fare una bella
lancia!!!...ora dobbiamo prendere le misure..P: …si! Ma, se non
andiamo sopra il posto...R: …secondo me, dobbiamo prendere ....la
fune… quella che esce rigida in modo che, caso mai....
P: …c'è anche quello elettrico......quello, che quando arriva in
faccia, ti da il metraggio….R: …ma quello, nelle fogne, si fa una
munnezza...sta roba..P: …lo dobbiamo pigliare in una busta di
plastica..R:…quella sotto San Biagio dei Librai, quanto è alta?P:
…oltre un paio di metri!!!..
R: …un paio di metri di altezza??..e, a quanti metri di profondità, la
teniamo quella cosa?P: …ma io, secondo me,...perchè dove noi
scendiamo .. se ci mettiamo in quella la, saranno un tre metri, poi
metti quella la che teniamo sopra...un metro e dieci, un metro e
venti …..due metri è quella di sotto!!! …. io penso che, saranno un
paio di metri di terrapieno..R: ….se noi arriviamo...ce le facciamo
tutte quante... perchè quelli non capiscono dove saliamo...non
trovano segni!!!P: comunque quelli si incominciano a cautelare
...perchè, quella zona la…
R: comunque, è a furto, no a rapina!!!!..
P: …quelli là, hanno messo mano solo a quella Banca
Antonveneta,.. quando si chiamava Antonveneta..., qualche volta
l'hanno fatta però!!! …non so, se sono andati per dentro al
palazzo... hai capito com'è.???.. Comunque, stanno le
cascette… R: le cascette non le hanno aperte?...
P: no!..no!...hanno perso solo il tempo per prendersi i soldi...R:
….quello, lì, ci sono belle cascette io le conosco....350/400 cascette
in due cassefortiP: …facciamo così, Lello…R: ….incominciamo a
prendere tutta la roba che abbiamo comprato!!!..P: …verso le 1617 anche perché, alle 21:00, sta la partita...R: …alle 5 è tardi..
P: …verso le quattro
R: …noi possiamo farle, anche tutte e due!!!! …che ce ne
importa!!!...
P: ….perdiamo un sacco di tempo poi!!!...
R: …e, che ce ne importa!!! …ce le togliamo da mezzo!!! ….sai
perchè Peppe??? .. perchè dobbiamo fare i “ferri”...perchè...P: …si!
Ma noi ci dobbiamo vedere la partita..
R: …e, ce la vediamo!!!P: …ce la vediamo insieme ....perchè se noi
scendiamo alle quattro (ndr alle 16:00)…..
R: ..ma noi possiamo fare, anche alle tre (ndr alle 15:00)
P: ..come?R: …alle tre (ndr 15:00) facciamo!!!.. alle tre!!! ..in
modo che, noi ci organizziamo tutto,..poi..
P: …poi, chiudono le banche...facciamo chiudere le banche!!! ..può
succedere qualcosa!!! …hai capito perché??? ...a chiusura...R: …noi
prendiamo la radio delle guardie l'accendiamo e ...ci mettiamo la
radio delle guardie nelle orecchie!!! …ora la mando a comprare un
minuto .....aspetto che vengono questi qua.. …pigliamo sti ferri!!!...
…poi ti spiego!!! …perchè...se troviamo complicazioni a “San Biagio
dei Librai”... se troviamo complicazioni...
P: …dove possiamo lavorare prima???...R: …noi, ora valutiamo
quale si può portare a termine!!! ..se a San Biagio dei Librai, sta
come si deve, lì è un regalo!!! ...quello è proprio un regalo che
abbiamo avuto!!! ..allora, la leviamo i teloni presto, presto, ….se le
fogne sono collegate...facciamo sto coso...bum! bum!! ….lo
schiattiamo!!! ...e, ci facciamo il colpo, poi dopo, ci facciamo
quell'altro la ....P: ….eventualmente la facciamo per sopra...R:
…ma, poi, il materiale dove lo mettiamo?P: …ma quello è poco!!!
..lo puoi smaltire nella cunetta... …lo smaltiamo sopra... …dobbiamo
avere solo la fortuna di portarla a termine lì... …che non abbiamo la
verifica...R: …..si!! Ma dobbiamo trovare un posto, per buttare la
munnezza..P: ….ma tu, il posto…..il posto… quello è!!!... tu lo puoi
smaltire solo...nella cunetta... un paio di bagnarole... la.. …un paio
di bagnarole la.... quello funziona lo stesso!! Non ti preoccupare!!!
...quella …la cunetta è grossa, sotto...R: …ma non ci
stanno?....dove uno può incasare tutto dentro?...P: …se lo
troviamo, tanto meglio!!!...R: ….no! Perché, se troviamo un
controllo, poi che facciamo???...ci chiudiamo! Buttiamo un pò di
calce sopra..P:arrivati sul posto, decidiamo quello che dobbiamo
fare!!...o no??..R: …un volta che stiamo sotto… con la stessa...
…possiamo andare sopra...P: …è logico!!!....
R: …a fare la verifica, pure sopra... …dobbiamo fare tutte e due!!!
...sono tre, non sono due, ...perchè dobbiamo vedere la forza del
martello...P: ma, quello è un poco di tufo, Lelluccio...R: …si! Ma noi,
lo facciamo forte, hai capito com'è?? ..perchè se acchiappi
qualcosa.. quello...P: …si! Ma quello è un poco di tufo!!!...
R: …ma, a noi, ci può servire anche per altre cose. Hai capito una
volta che lo dobbiamo fare?? ...lo facciamo fare dal fabbro!!!
...quello del C. Garibaldi. Tu lo conosci a quello delle radio?P:
…no!!!...lo sanno loro!!
R: …ci vediamo alle tre..P: …si!! Va bene!! Ci vediamo alle tre!!
...ora devo correre a casa da mio figlio, che ho il ragazzo con la
febbre....voglio andare a vedere un poco...R: …è capitato che
Totore. mio nipote, non sta bene ...quell'altro ha problemi a casa..
…hai capito com'è? ....questo sta succedendo!!!.... questo è tutto!!
...uno ha litigato con la moglie e ha il bordello a casa e un altro non
sta bene...P: Totore ha la prostata infiammata…Parlano del
cognato di tale Ceccio, di sopra i Miracoli; Peppe afferma che
Marotta Salvatore è il cognato del Ceccio, di sopra ai Miracoli e
Peppe, a livello di rapina, è bravo “ma a livello di buchi… meno....”
Stolder Raffaele conclude parlando di un lavoro grosso, con 15
persone, indicate come “persone di famiglia”, per cercare di portare
serenità alla “gente nostra”.
Stolder teorizza che le persone “estranee” devono essere chiamate
solo se si tratta di grandi lavori e prospetta la possibilità di “fare dei
colpi in altra regione”, che conoscono bene, sempre attraverso le
fogne; aggiunge che quando era latitante lavorava anche lì.
Stolder Raffaele commenta, tra l’altro, che ora stanno
commettendo “colpi” per organizzarsi ed in questa ottica ha
commesso anche “un colpo in appartamento” ma per necessità in
quanto da 40 anni “non faceva un appartamento”. Attualmente
hanno agganciato i "romani" che sono bravi.
Stolder riferisce anche che la moglie Patrizia gli ha ricordato di
pagare Gigino, cosa di cui si era proprio dimenticato. Quindi sempre
parlando con Peppe del colpo sopra progettato Stolder dice che è
importante aprire il deposito per posare “i ferri”.
Questa ambientale è particolarmente significativa perché rivela
l’intento dello Stolder che, detenuto da molti anni, deve rimettere in
sesto il gruppo, composto da almeno 15 persone fidatissime ovvero
“di famiglia” ovvero affiliati, ed ha bisogno di recuperare
immediatamente somme di danaro, motivo per il quale prima di
procedere alle attività principali (quelle storiche del suo gruppo
sulle quali, come da sentenza passata in giudicato già citata) è
costretto a dedicarsi a “lavori” che giudica minori;
- conversazione n. 704 delle ore 11:10 del 09.06.2008 (abitazione
Stolder) nel corso della quale Stolder Raffaele si rivolge a Gigino,
individuato (per il nome, l’attività e la voce) dai verbalizzanti in De
Maio Luigi, detto l’elettricista, con il quale discute di lavori elettrici
ed in particolare di fili elettrici; Stolder dice che il filo elettrico è
“attaccato vicino ad Aurelio” e chiede a Gigino come nasconderlo
meglio. Quindi si riprende a parlare della organizzazione di un
colpo, in quanto si sente Stolder Raffaele consigliare di usare il
trapano, parcheggiando la 500 vicino al garage, così mentre una
persona trapana, l'altra accende ogni tanto la 500. Quindi fa
riferimento alla disponibilità del fabbro, sempre pronto a collaborare
con loro, il quale porterà anche “quell'altro”. In questo contesto
Stolder nomina tale Giannino che deve ricevere il pagamento per la
“chiave particolare”. Si sentono poi più voci e quindi Stolder indica
ai presenti il numero di scarpe per l'acquisto delle stesse e parla in
maniera specifica dell'acquisto di “batterie e stivali”;
- prosegue l’ambientale n. 704 alle ore 13:10 sempre del
09.06.2008 e Stolder Raffaele è in compagnia di Ferraiuolo Gennaro
e di Colurciello Salvatore con i quali discute di “radio trasmittenti”
per ascoltare le conversazioni delle Forze di Polizia;
- conversazione n.786 delle ore 08:41 del 10.06.2008 (abitazione
Stolder) nel corso della quale Stolder, dopo aver commentato la
presenza delle forze di polizia alla Sanità, discute con Marotta
Salvatore e con la moglie Ferriero Patrizia di “buchi” e del “colpo”
da realizzare. I presenti commentano del figlio di Pierino che ha
portato “un lavoro da fare ad una gioielleria”. Stolder spiega di
essersi recato presso la gioielleria e di aver notato “due blindate”
ed un deposito sotto, nella zona Orefici. Quindi confida di aver
commesso una leggerezza, ovvero di essere passato a piedi per gli
Orefici, facendosi vedere dalle telecamere, anche se aveva messo
“cappello e occhiali”. Stolder si raccomanda di mantenere il riserbo
su questo “colpo” e fa riferimento ad una macchina che è stata
modificata; quindi aggiunge che Gennaro gli deve portare
l'assicurazione della 500 (auto che è stata poi monitorata).
Comunica che sono iniziati i lavori sotto la fogna e che comunque
c'è stato il problema dell'acqua che ha allagato le fogne e Totore
ha aperto un by pass. Stolder poi afferma che sta aspettando “i
ferri” da Bruno e Marotta dice che Gennaro ha le chiavi;
- prosegue l’ambientale n.786 alle ore 10:41 sempre del
10.06.2008, quando in casa sono Stolder Raffaele e Colurciello
Salvatore, che discutono tra loro dei soliti argomenti, ovvero dei
“buchi” che sono in corso di realizzazione, di un negozio nel quale
bisogna entrare aprendo la serranda, appena Gennaro è pronto, di
Peppe che conosce bene il tragitto nelle fogne, di “buchi, tutti
intorno al Banco di Napoli”.
Alla pos. 42.48 squilla il citofono e giunge presso l’abitazione De
Maio Luigi detto Gigino con il quale lo Stolder Raffaele parla di
problemi elettrici relativi ai “colpi” da fare. In tale contesto il
medesimo Stolder esterna la sua preoccupazione di essere
intercettato telefonicamente (si ricorda che ha già individuato la
microspia all’interno dell’auto) e quindi discute delle schede cellulari
da cambiare e della possibilità di recuperare telefoni al Rione
Traiano. De Maio afferma che potrebbe recuperali anche a
Secondigliano, rubati.
Dalla pos. 50.00 Stolder riprende a bassissima voce a parlare di un
colpo da effettuare usando un flex, giungendo ai caveau all'interno
delle fogne.
Marotta Salvatore ad un certo punto interviene per dire “dobbiamo
iniziare a fare il buco, qua sotto...altrimenti non lo iniziamo a fare
mai sto buco...”. Stolder Raffaele ribatte che con la macchina
occorre andare a vedere come devono fare per arrivare sotto casa
sua. I due discutono di “gemelli” che possono essere utilizzati,
proprio per il fatto che si somigliano per confondere eventuali
testimoni (i verbalizzanti ipotizzano che si tratti dei gemelli
Salvatore e Gianluca Prinno). Stolder afferma che manderà uno di
loro a fare una passeggiata “dove sta il fosso”; ipotizza di utilizzare
per uno specifico reato soggetti che operano in altre “batterie”
Sempre con il Colurciello, Stolder parla di persone che stanno con
“quelli di San Giovanni ” i quali, tra le altre cose, non danno i soldi
ai carcerati;
- continua l’ambientale n. 786 delle ore 14:42 del 10.06.2008
quando lo Stolder parla con Colurciello Salvatore, con Marotta
Salvatore e De Maio Gigino. Stolder commenta la presenza di
“cimici” nell’auto di Patrizia, aggiungendo che porterà l’auto da
Modesto per farla ripulire. Quindi si parla di “cavalli di ritorno” al
quartiere Connolo e di tale Bocchetti che ha preso una vespa ai
Miracoli e Stolder afferma che bisogna dare una lezione a chi fa
queste cose. Quindi ripete la sua strategia: bisogna iniziare con i
“piccoli colpi” e poi mirare ai “grandi colpi”.
Si commentano i comportamenti dei Misso ed in particolare uno dei
presenti afferma che Zapata chiese una parte di un colpo realizzato
da altri e Stolder chiede “…ma tu, gliel'hai data?...”. Non si
comprende la risposta, ma comunque si comprende che si parla poi
di Michelangelo e degli abusi commessi da quest’ultimo. Stolder
comunque afferma che ora il tempo è passato e loro non
rappresentano più un problema. I presenti discutono della
possibilità di intraprendere attività commerciali e Stolder, che
vorrebbe aprire una gioielleria, suggerisce di parlarne con Peppe.
Colurciello riferisce che una “persona di Marcianise” deve dare
120mila euro ad un suo amico e Stolder interviene dicendo che
vedrà di intervenire per il recupero, mediante gli “amici di
Marcianise”. Quindi Colurciello parla di commercio di gioielli.
Sale una persona non individuata dai verbalizzanti che manda a
Stolder i saluti di “persone della Sanità per il recupero di un
motorino e di una macchina”;
- continua ancora l’ambientale n.786 alle ore 18:41 (sempre del
10.6.08) quando Stolder Raffaele chiede a Marotta Salvatore di
portare le radio per sentire le forze dell'ordine. Marotta dice di aver
provveduto a comprare delle schede nuove, a dimostrazione della
circostanza che gli indagati cambiano spesso il numero telefonico
loro in uso, al fine di rendere difficoltose le attività tecniche nei loro
confronti;
- ambientale n.879 delle ore 11:56 dell’11.06.2008 (abitazione
Stolder) nel corso della quale lo Stolder manifesta il suo scontento
nei confronti di Marotta Salvatore e di Ferraiuolo Gennaro.
Interviene un soggetto chiamato Enzo (che i verbalizzanti non lo
individuano con certezza nel Mango Vincenzo) il quale osserva che
bisogna stabilire una distribuzione di compiti.
Stolder Raffaele racconta di aver ricevuto la visita, il giorno prima,
di una persona agli arresti domiciliari, che aveva lasciato a casa una
persona somigliante. Poi Stolder riprende la sua invettiva contro
Gennaro che si deve togliere da mezzo e non deve partecipare ai
colpi.
Alle ore 13:53 alla pos. 1.39 Raffaele Stolder parla con Colurciello
Salvatore di “buchi e di misure” ed alla conversazione partecipa
anche Gigino (che viene interpellato nel corso della conversazione).
Si distingue la voce di Marotta Salvatore che parla di “manicotti e di
guanti” e della zona di Gianturco, dove il gruppo ha acquistato
anche delle magliette. Interviene alla discussione anche Fiandra
Bruno. I presenti commentano di essere ormai vicini all’obiettivo e
lo scavo sta a buon punto. Ferraiuolo Gennaro, la cui presenza è
individuata in quel momento, afferma che gli altri hanno fatto il
buco in 11 secondi. Stolder commenta che“gli specialisti” per il
colpo ci sono ed ora serve solo un muratore. Qualcuno fa il nome di
Russo Gaetano, ma Ferraiuolo e Stolder ribattono che si trova in
carcere per estorsione. Stolder si rivolge quindi a Gigino e gli chiede
se è stato messo il filo della corrente lì sotto; Gigino risponde che vi
sono due fili, uno nero ed uno bianco, ed uno è stato messo sotto la
botola.
Alle ore 13:56 interviene Colurciello Salvatore il quale mostra
preoccupazione per l’incolumità dello Stolder e riferisce a Ferriero
Patrizia di far capire al marito che “non deve camminare a piedi”;
- prosegue l’ambientale n. 879 ore 15:56 quando Stolder Raffaele
discute con Antonio e Salvatore Santaniello dei dettagli operativi
per realizzare un colpo con il coinvolgimento dei “gemelli” (ovvero
Prinno Salvatore e Gianluca). Dopo un po’ interviene Peppe
(individuato in Lento Giuseppe) con il quale Stolder Raffaele parla
del percorso nella fogna; Peppe osserva che la fogna da via San
Sebastiano prende tutta la zona dei Decumani ed aggiunge che ha
percorso anche un po’ di strada all'aria ed ha preso dei punti di
riferimento. Stolder Raffaele chiede se è troppo lungo arrivare da
sotto, direttamente da Forcella, e Peppe risponde che lo hanno
fatto, insieme, l'altro ieri e si è potuto rendere conto.
Intanto rientra Santaniello Salvatore, che era uscito, e riferisce di
aver acquistato l'abbigliamento “per il colpo” e lo si sente far
riferimento a “guanti” e “magliette”.
Santaniello Salvatore afferma che ha contattato un parcheggiatore
dal quale ha saputo che c'erano delle guardie sulla zona del colpo
che stavano appostati. Discutono se andare a fare un sopralluogo
l’indomani mattina sul presto. Peppe afferma che, domani mattina,
alle 8.00, andrà a casa di Raffaele;
- prosegue l’ambientale n. 879 ore 17:56 quando si sente parlare di
un tabaccaio ai Quattro Palazzi, che ha una cassaforte ed un
antifurto che si attiva quando si alza la serranda; di un notaio con
lo studio nella stessa zona che abita al v.co Acitillo. Gli investigatori
lo individuano nel notaio Claudio Tafuri sulla base di talune
informazioni che i presenti scambiano tra loro sulla presenza di un
solo figlio che torna tardi a casa nel fine settimana mentre i genitori
vanno nel casa di vacanza, ma il palazzo ove abita è sorvegliato da
una guardia giurata.
Santaniello Salvatore che propone il colpo fornisce indicazioni a
Stolder Raffaele aggiungendo anche che, allo studio, ci sono cinque
donne e tale Vittorio, il quale ha le chiavi, mentre il notaio non c‘è
mai. Stolder e Santaniello discutono della possibilità di aspettare il
figlio giù al palazzo quando rientra, oppure presso il garage a via
Cilea quando posa la macchina, per poi entrare con lui
nell’appartamento. In casa è anche Colurciello Salvatore che va
via.
Rimangono in casa insieme allo Stolder ed al Santaniello due
soggetti individuati dalle voci in Fiandra Bruno e Marotta Salvatore
e con i presenti lo Stolder Raffaele parla della organizzazione di un
altro “colpo” facendo riferimento ai “ferri” che stanno nel deposito,
ad un martello pneumatico da portare di riserva; che bisogna
lavorare di giorno e che “una cassaforte la schiattano e una la
aprono”. Al colpo Stolder afferma che dovranno partecipare loro
quattro ed aggiunge che ha fatto preparare una macchina in modo
che “apri lo sportello e te ne vai nella fogna…”; la macchina è
munita di assicurazione per 5 giorni e con la stessa si possono fare
buchi da tutte le parti.
Si riprende a parlare del notaio Tafuri del quale lo Stolder fa il
nome apertamente affermando che Totore (Santaniello) sa tutto di
lui. Totore dice di aver preso le tute ed un altro soggetto chiamato
Peppe afferma che comunque “la cosa si farà domani”, sempre se il
tempo è buono (il riferimento alle condizioni meteorologiche induce
a ritenere che si parli di un “colpo” attraverso la rete fognaria).
Nella medesima ambientale lo Stolder Raffaele dice di dover
mandare della roba in carcere.
La conversazione continua rivelando i rapporti del medesimo con gli
altri clan napoletani e in particolare Raffaele dice che tale Armando
gli ha riferito di una persona che sta in Brasile (ove è stato
arrestato qualche tempo dopo proprio Mazzarella Ciro) e che lì
comanda perchè la polizia lo protegge; quindi commenta di Peppe
Misso (collaboratore) che potrebbe contraddire quello che racconta
Giuliano (altro collaboratore).
Stolder Raffaele parla di una visita ricevuta da un soggetto agli
arresti domiciliari pure interessato alla loro organizzazione e con
esperienza tanto da aver partecipato ad un “colpo” ad una banca
con un bottino di due miliardi e mezzo.
In relazione a questi profitti elevati, Stolder teorizza “devi atterrare
tutto e poi devi uscire dal paese quanto più presto è possibile … poi
devi far passare un po’ di tempo e devi pensare come fare un po’ di
commercio per fare uscire i soldi” ed ancora sul punto “devi
pensare a fare un commercio..no...una volta che li hai atterrati devi
pensare a come fare un commercio per portarti i soldi…lo devi far
fare a gente normale e li fai trasportare a loro senza che neanche
loro lo sanno…”. Quindi si riprende a parlare del colpo che stanno
preparando nelle fogne e Stolder fa il nome di Santaniello Salvatore
come partecipe (pos. 1.47.33)
- prosegue l’ambientale n. 879 ore 19:56 dell’11.06.2008 quando
Raffaele Stolder commenta con Esposito Antonio uno scippo,
verificatosi in via Pietro Colletta: “fecero lo scippo… mo ..vedi... ora
sono spariti proprio... ho preso a tutti i due o tre...li ho avvisati e
adesso non si vedono proprio più...”, sempre a dimostrazione del
controllo del territorio;
- ambientale n. 949 ore 09:00 del 13.06.2008 quando Stolder
Raffaele chiede alla moglie Ferriero Patrizia, di acquistare sgabelli,
per portarli nei sotterranei, in quanto nella giornata di ieri, uno si è
sfasciato. Quindi Stolder discute con Colurciello Salvatore di una
piantina, di percorsi fognari e di buchi da fare. I due parlano di una
persona che non sta bene fisicamente e Salvatore dice che ieri
Raffaele “a quello non lo doveva proprio far scavare”.
Alle ore 11.00 Stolder e Colurciello parlando di ulteriori dettagli e si
comprende che sono in procinto di andare perché si sente Ferriero
Patrizia dire “ma, perché, non mangiate un attimo e poi andate?”.
Stolder intanto osserva che bisogna far mettere i “cannelli” da suo
genero ( Esposito Antonio), installandoli nella macchina e quindi
riferisce alla moglie la mappatura dei sotterranei della rete
fognaria;
- ambientale n.1022 delle ore 09:29 del 14.06.2008 quando Stolder
Raffaele parla con un soggetto delle misure che ha preso facendo
riferimento a “….4 metri dal tombino al palazzo e 2.10 metri
dall'angolo del palazzo all'obiettivo…”; poi racconta di aver preso
cognizione dello spessore del muro portante del palazzo di 50 cm.
Quindi un soggetto commenta con Stolder e con la Ferriero la
presenza di “guardie” nella zona che hanno parcheggiato la
macchina “lì dietro” e poi sono andati a piedi, fermandosi a
guardare nel “vicolo”. Stolder chiede se guardavano verso di loro e
l'uomo risponde di no
Stolder Raffaele continua a parlare dei rilievi effettuati e degli errori
fatti circa misurazioni prese in precedenza. Il medesimo spiega i
lavori che dovranno fare loro per poi aspettare che il fabbro faccia
il suo lavoro;
- ambientale n.1109 delle ore 07:29 del 15.06.2008 (abitazione
Stolder) quando lo Stolder commenta con la moglie che sta
provando a chiamare Bruno e Pino che non rispondono e quindi si
recherà a firmare (è sottoposto lo Stolder come già evidenziato alla
sorveglianza speciale). Commenta che Peppe (Misso) ha accusato
anche Eduardo (Contini) per il fatto del Camposanto mentre lui
aveva saputo che era coinvolto un altro soggetto;
- ambientale n.1185 delle ore 18:39 del 16.06.2008 (abitazione
Stolder) nel corso della quale Esposito Antonio parla con il suocero
Stolder di lavori di ristrutturazione del suo bar (è titolare del Bar
David alla Piazza Principe Umberto). Si sentono poi Santaniello
Salvatore, Ferriero Patrizia e Stolder Raffaele commentare l’arresto
del cognato di Cicciotto. Salvatore dice che ha saputo che forse
anche Cicciotto (soprannome di Bidognetti Francesco) si pente e
Raffaele ribatte “ma quando mai”. Patrizia interviene “ma quelle
sono anche ipotesi, in quanto uno dice che ha da sperare più” e
Stolder “ma, non lo pensare proprio … Totò, quello è una persona
apposto”. Santaniello Salvatore ricorda che Cicciotto è stato in
carcere, insieme a lui, nel 93. In casa giunge Ferraiuolo Gennaro
riconosciuto dalla voce il quale racconta di aver incontrato uno che
stava con i Misso e di aver saputo che alcuni della Masseria sono
passati con gli Scissionisti.
I presenti, tra i quali si individua anche Fiandra Bruno, parlano del
problema delle intercettazioni e delle telecamere che ci sono,
nonché di un ispettore dei Decumani, che è un magnaccio. Raffaele
racconta a Gennaro che è stato fermato dai Falchi;
- ambientale n. 1268 ore 08:58 del 17.06.2008 (abitazione Stolder)
nel corso della quale Ferriero Patrizia dice a Colurciello Salvatore
che “il pescivendolo fuori al Loreto non vuole pagare e bisogna
intervenire”. In particolare, la donna afferma “domani intorno alle
10:30 vuoi andare fuori al Loreto? da...inc... voi già lo
conoscete...hai capito Totò ... ti fa vedere dove sta il pescivendolo
.....quello che non vuole dare i soldi”. Colurciello dice “il ragazzo...”
e la donna “eh il ragazzo...poiché quello non ci sta dando i soldi...
hai capito? si deve intervenire....devi dirgli quando deve venire
questo a prendersi i soldi...”. La conversazione evidenzia il ruolo
attivo della Ferriero, oltre che quello del Colurciello, rivelando
altresì la commissione di attività estorsiva. Nel corso della
medesima ambientale Colurciello Salvatore racconta che ieri mentre
stava nei giardinetti ha visto le guardie; quindi, rispondendo ad una
domanda dello Stolder Raffaele, intervenuto alla conversazione, (se
i cellulari possono essere intercettati quando non c'è campo)
afferma che bisogna togliere solo le batterie per non far sentire.
Raffaele chiede notizie di Salvatore Marotta che sta male ed ha
problemi con la moglie; da tale riferimento resta confermato il
riferimento a Marotta Salvatore. Stolder Raffaele riprende a parlare
del problema della microspia all'interno dell'auto. Colurciello
Salvatore gli chiede se ha controllato bene nella macchina e Stolder
risponde di si anche se comunque farà ricontrollare;
- ambientale n.1299 ore 10:34 del 18.06.2008 (abitazione Stolder)
quando Totore (identificato nel Marotta) riferisce a Stolder che Pino
ha subito un incidente ed è in ospedale; Stolder chiede alla moglie
se sia salito Bruno e la donna risponde di no. I due coniugi parlano
di vicende relative ad abitazioni delle quali dispongono. In
particolare Patrizia parla di Assunta (sorella di Raffaele) che aveva
comprato un immobile senza più pagare il proprietario; Raffaele
commenta che anche se l'immobile va all'asta nessuno si
permetterebbe di parteciparvi sapendo che appartiene a lui. Si
commentano ancora notizie giornalistiche su dichiarazioni dei
collaboratori e la Ferriero teme di essere coinvolta in un litigio tra
donne, poi sfociato in omicidio;
- prosegue l’ambientale n.1299 ore 16:34 del 18.06.2008
(abitazione Stolder) quando si sente Raffaele dire “….guarda, sei tu
che hai offerto il lavoro a questi qua … quindi, questo qua sta
confuso... noi lavoriamo in sicurezza e ci guardiamo bene tutto...
noi dovunque andiamo teniamo una cosa... o forse pensa che noi
siamo gente allo sbando... noi non siamo allo sbando”. Dal
prosieguo si comprende che lo Stolder parla di un soggetto che “ha
i ferri”, alla quale sta meditando di pagare i ferri, in modo da
svincolarsi completamente da lui. Gli investigatori ipotizzano che si
tratta di Marotta Salvatore che non sarebbe preciso negli impegni
assunti, ma per la verità tenuto conto dell’ambientale successiva è
verosimile si tratti piuttosto di Santaniello Salvatore che ha il
cognato fabbro.
Alle successive ore 18:34 Stolder parla di nuovo con la moglie di
una persona che si vuole tirare indietro e che per lui va bene
purché gli dia i “ferri”. Stolder osserva che il soggetto potrà
garantire anche dall'esterno il suo appoggio, anche per la questione
dei quadri e in particolare fa riferimento ad un dipinto della scuola
napoletana che potrebbe valere due milioni di euro;
- ambientale n.1327 ore 08:49 del 19.06.2008 (abitazione Stolder)
nel corso della quale Stolder Raffaele riferisce ad un altro soggetto
presente che Totore si sta “tirando indietro” e secondo lui deve
avere solo contatti con il cognato e gli deve dare i ferri che ha il
fabbro. In ogni caso gli dovrebbe far sapere il fatto del quadro che
dovrebbe essere venduto ad un romano dal quale potrebbe recarsi
con Massimo ed altre 4/5 persone.
Stolder Raffaele parla ancora con altro soggetto di materiale che
serve al fabbro per lavorare e il nuovo interlocutore parla di “miccia
grossa, miccia piccola e trapano”. Stolder gli riferisce che stanno
lavorando sia Enzuccio che Ciro.
Alle ore 12:49 Raffaele è in compagnia di Colurciello Salvatore,
Marotta Salvatore e tale Pino (individuato in Improta Giuseppe). I
presenti parlano di un caveau, da fare al più presto, in quanto
questo è un periodo di fuoco, di una fogna e di segnali radio.
Stolder osserva che ormai nel territorio di Forcella sono circondati
da gente di San Giovanni, di Barra e di Ottaviano che hanno
importato solo tradizioni barbare (ribadisce un concetto già
espresso nell’ambientale n. 290 delle ore 17:48 dell’1.04.2008
nell’auto Lancia Y).
Colurciello Salvatore afferma che bisogna darsi da fare ed invero
tutti si pongono il problema che possano arrivare altre batterie a
fare il colpo prima di loro.
Osservano che Enzo, il fabbro, ha preparato “le lance” (termiche) e
commentano di una rapina consumata quella stessa mattina nella
zona degli Orefici. I verbalizzanti hanno accertato che proprio in
quella stessa data era stata commessa la rapina ai danni della
gioielleria Giannotti, Vico Strettola agli Orefici, attraverso la rete
fognaria
Ferriero Patrizia chiede quanto possano aver sottratto; le
rispondono che possono aver preso circa 400-500 mila euro.
Stolder è sempre più preoccupato che altre “batterie” di rapinatori,
che utilizzano la “rete fognaria”, possano utilizzare i medesimi
percorsi e “buchi” da loro effettuati. Stolder Raffaele quindi
commenta che al massimo lunedì, verso le cinque, si scende per
fare le ultime cose e predispone un piano in modo che le forze di
polizia non possano accorgersi del fatto che stanno effettuando il
buco.
- ambientale n. 1442 ore 07:40 del 20.06.2008 (abitazione Stolder)
nel corso della quale Stolder Raffaele dice di aver ricevuto
un’imbasciata da parte di Attilio il quale ha riferito di Mario che non
sta bene con la testa, nonché di un latitante in Spagna che avrebbe
intenzione di incontrare lui. I verbalizzanti ipotizzano che si parli di
Bosti Patrizio arrestato in Spagna nell’agosto 2008. Di questo
latitante Stolder commenta che è una persona interessante ed “un
figlio di puttana”.
Raffaele fornisce al suo interlocutore la utenza in uso a Colurciello
(poi monitorato ovvero il 334 ...) e afferma che deve recarsi nel
pomeriggio al Cardarelli per far visita al fratello di Giaquinto Giulio.
In casa si sentono inizialmente anche le voci di Ferriero Patrizia e di
Alessio. Poi alla pos. 1.45 sale un uomo che chiama Raffaele “o’
zio” e gli dice stanno aspettando la persona che porta il “trapano”
e, quindi, commenta che “quelli di ieri”, si sono arricchiti “si sono
fatti 70 -80 mila euro” (riferimento alla rapina gioielleria Giannotti
del 19.6.08). Stolder afferma che il lavoro che devono fare loro è
più importante e se riescono ad aprire la piccola cassaforte
prenderanno un “tumulo di roba”. Stolder si preoccupa dei controlli
e dice che occorre andare a togliere “quella cosa” e si devono
“prendere le misure precise…” aggiungendo che devono trovare “…o
qualcosa di legno, per vedere di incastrare... i chiodi... oppure di
plastica, perchè di ferro è troppo pesante....” e ancora “…con un
paio di pezzotti, li incastriamo…. o di legno, o di plastica, dobbiamo
vedere...”;
Intanto arriva un altro uomo chiamato Totò.
Stolder afferma che nel colpo sarà coinvolto anche Gennaro del
Vomero, il garagista che ha la gamba rotta, ed ancora ribadisce la
importanza del loro lavoro perché andranno a colpire un grossista.
Alle ore 09:40 Stolder Raffaele è in casa con Marotta Salvatore e
Colurciello Salvatore con i quali afferma che Peppe li deve portare
sull'ingresso della fogna, mentre Gennaro controllerà la zona
all'esterno.
Raccomanda ad uno dei due di stare attento quando parla al
telefono in quanto già le forze di polizia gli sono addosso, ma
bisogna contattare Enzuccio il fabbro e nel pomeriggio andrà da lui
anche Gennaro. Quindi precisa che ora c'è bisogno di quattro
persone e cioè di due persone che bucano e di due che puliscono il
materiale di risulta.
Colurciello insiste perché si intervenga subito e Stolder osserva che
manca solo l'intervento del “fabbro Enzuccio” (ovvero Mango
Vincenzo). Poi racconta che sta avendo molte spese e sta pagando
sia le magliette che altro, ribadendo che il colpo è ai danni di un
grossista che tiene molto alla sicurezza e che utilizza sempre
apparecchiature sofisticate.
Alle ore 11:40 sono presenti Ferriero Patrizia e Giulio Giaquinto al
quale la donna chiede se ha trovato il marito e l’uomo, che è
appena entrato in casa, riferisce che sta giù. Quindi Giulio si rivolge
a Patrizia e chiamandola “zia” le dice che le lascerà i telefoni.
Patrizia chiede se siano tutti quanti, ma Giulio risponde che sono
soltanto i due suoi. Patrizia si informa se ci sia anche Pino e Giulio
risponde che ancora deve arrivare e racconta che le “magliette ed i
calzini, di cui uno nero e l'altro bleu” li hanno trovati nel “deposito
di Antonio”.
Alle ore 15:40 in casa sono presenti Stolder Raffaele con Totore,
Bruno (Fiandra) e Pinuccio (Improta) che parlano di tale Gioacchino
chiedendosi se stia con i Mazzarella o con i Sarno; uno sostiene che
stia con i Mazzarella ed un altro risponde che “si tratta di tutta
munnezza”.
Parlano dei casalesi e del blitz Spartacus. Quindi i presenti
riprendono a parlare del lavoro in corso sotto le fognature.
Alle ore 17:40 Stolder Raffaele, parlando con un soggetto (il quale
riferisce di vendere calzini), racconta che, per salvare le persone, si
era accollato tutto “ho fatto di tutto per far tornare indietro quel
cornuto, quel farabutto cornuto e non è tornato indietro,
nonostante mi sono accollato tutto io” e quindi fa riferimento al
coinvolgimento del fratello.
I due soggetti parlano della loro storia criminale vantando i lunghi
periodi di detenzione senza alcun cedimento. L’interlocutore dello
Stolder afferma di non sopportare “l'infamità” e Stolder fa
riferimento ad una persona, con i baffi, che se ha un mandato di
cattura sicuramente si pentirà, nonostante “lo hanno fatto arricchire
quelli per strada”. Stolder aggiunge di essere stato sempre assolto
per associazione mafiosa e mostra all’interlocutore la microspia
montata sulla Lancia Y, raccontando del controllo subito in Mugnano
di Napoli, con Gennaro Montuori e della meraviglia per non essere
stato arrestato. L’uomo dice allo Stolder di stare attento e di usare
la testa. Stolder gli chiede se possa “sistemare” il figlio Ivan
all'interno di una “sala Bingo”. Restano di intesa che si
risentiranno.
Nel medesimo contesto parlando con altri soggetti lo Stolder
discute di una porta blindata e di un muro all'interno di
un’associazione dove, ad arte, con costruzioni di travi in ferro,
hanno occultato armi e droga;
- prosegue l’ambientale n. 1442 alle ore 09:40 del 21.06.2008 (la
mattina dopo) quando Stolder Raffaele continua a parlare dei lavori
che stanno facendo e mano a mano arrivano altri soggetti. Ad un
tratto Raffaele dice “guardate Gigino … è venuto anche se è
malato!”. Quindi afferma che il lavoro non è stato fatto molto bene
e si poteva fare meglio, in quanto i fili si vedono ed anche Enzuccio
il fabbro ha detto che il filo si poteva far passare da un'altra parte
perché “Ciccio, il ferraro” ha paura della corrente. Si continua a
discutere delle modalità operative del “colpo” ovvero di una scala e
del fatto che troveranno tutto asciutto. Intanto arriva Gigino al
quale fanno tutti gli auguri (è San Luigi) e Raffaele parla dello
spostamento di alcuni tubi e dello smontaggio di uno sportello, che
si deve fare nel più breve tempo possibile. Uno dei presenti chiede
a Raffaele dove si prende la corrente e questi risponde che si
prende al bar (il genero è titolare del ndr bar David, presso il quale
dovrebbe trovarsi l’obiettivo).
Si discute di una porta blindata e Stolder afferma “Quello Totore
Santaniello è bravo pure con il ferro, il cognato di Enzuccio quello
sa fare tutto, però ha il posto di lavoro impegnativo nella
metropolitana”. Gli investigatori hanno accertato che il Santaniello
lavora con una impresa di pulizia all’interno della Metropolitana.
In casa sono presenti anche Giulio, tale Pasquale e Luigi.
Alle ore 11:40 Raffaele parla con le persone presenti e si sente la
voce di Santaniello Salvatore con il quale si commenta il furto
perpetrato agli Orefici, passando per un “by-pass” dentro a Porta
Nuova che potrebbe collegarsi a S. Biagio dei Librai.
Intanto squilla il citofono ed arriva Gennaro (individuato nel
Ferraiuolo). Si continua a discutere del “lavoro” da effettuare. Alla
pos. 53.00 Santaniello Salvatore dice a Stolder Raffaele
testualmente “Lellù a San Pietro a Patierno c'è un vecchietto, ha un
negozio di divani, ho accompagnato una mia collega di lavoro a
prendere dei divani per la casa. Mi ha chiesto se tu stavi ancora in
carcere, io gli ho detto no, è uscito. Questo si chiama Don
Salvatore. Questo ti conosce perchè ha detto che prima abitava in
vico Pace….” e poi chiede ad un altro “Totore, accompagnami un
attimo a casa”.
Alla pos. 1.06.00 Raffaele parla di soldi che ha dato “220 euro si è
preso Pasquale, 20 euro in più, poi mi ha detto che Totore
Santaniello non si è preso niente”.
In casa entra tale Angioletto il quale racconta che, vicino alla
Vesuviana, è stato rincorso da persone a bordo di motociclette, che
lo esortavano a restituire la “pantofola” borseggiata poco prima.
Racconta, ancora, che queste persone passano e spassano sotto il
balcone della sua abitazione. Continua dicendo: “pensavo che
questi erano le guardie, ma quando gli ho detto brigadiere io non
ho fatto nulla, loro mi hanno risposto: ma quale brigadiè ... ci devi
restituire il portafoglio”. Si lamenta perchè qualcuno ha fatto il suo
nome a queste persone che lo stanno cercando e li definisce
“guappi”. Raffaele Stolder gli dice che è stato Luciano Mazzarella;
Angioletto risponde di conoscerlo anche lui e comunque giura di
non aver preso nulla. Commenta che tale Linuccio “ha fatto più il ...
ti sparo non ti sparo …, io gli ho risposto: Linù, tu non spari a
nessuno e sono venuti dieci di loro”. Dopo uno scambio di battute
incomprensibili, a causa del televisore a volume alto, Angioletto,
continua dicendo: “ha picchiato il mio amico nel palazzo, quelli sono
stati i marocchini, loro lavorano là. Sotto il balcone è venuto
Linuccio e altri chiatti, chiatti. Mi volevano picchiare. Io gli ho
risposto, non fate rumore altrimenti arrivano le guardie e mi
arrestano, me ne sono scappato e sono venuto qua…”;
- ambientale n.1526 ore 08:19 del 24.06.2008 (abitazione Stolder)
nel corso della quale Raffaele dice alla moglie Patrizia che, verso le
14:30-15, andrà Modesto che porterà un tecnico, aggiungendo che
lui forse non ci sarà. Patrizia è contrariata e il marito le risponde
“ma che ti incazzi a fare? ... se ci sono, le leviamo”. E’ evidente
che lo Stolder teme che vi siano microspie anche a casa.
Invero non si registrano più conversazioni presso l’abitazione, ove
come già accaduto per l’auto le microspie sono individuate, e
l’attenzione degli investigatori si concentra sulle utenze cellulari che
vengono monitorate.
Gli investigatori sul punto evidenziano, ad ulteriore dimostrazione
del carattere associativo, l’utilizzo di schede SIM aventi
numerazione sequenziale, il più delle volte intestate a persone
inesistenti, straniere e/o irreperibili. In particolare una delle utenze
in uso a Stolder Raffaele, la 331...(autorizzata con decreto
3114/08) è differente di una sola cifra rispetto a quelle in uso a
Fiandra Bruno, che utilizza il numero 331..., e ad Improta
Giuseppe, che ha l’utenza 331.... Tutte e tre sono progressive.
Significative conversazioni sono intercettate anche a bordo dell’auto
Fiat 500 in uso al gruppo Stolder, come si vedrà nel trattare dei
reati fine oggetto di specifiche contestazioni. Qui si ricorda
l’ambientale n. 848 ore 16:48 del 04.10.2008 quando Ferriero
Rosaria (sorella di Patrizia) si trova in macchina con Santaniello
Salvatore e un uomo (non identificato) il quale commenta che non
trova giusto il fatto che Stolder li abbia mandati ad “imporre, a
questo ragazzo, che è un bravo ragazzo, 5000 euro. Il soggetto
continua dicendo che lo Zio sta sbagliando, poiché loro dovrebbero
tagliare la testa a quelli che, quando lui era in carcere, si sono presi
il suo patrimonio; aggiunge che sta sbagliando anche perchè le
persone che stanno intorno a lui e che gli danno il pane se le deve
tenere buone, altrimenti non lavoreranno più con lui.
Occorre sottolineare che le intercettazioni sulle utenze in uso allo
Stolder Raffaele ed ai suoi affiliati proseguono sino al gennaio 2009
e secondo quanto si legge nei brogliacci che compongono il volume
3 degli allegati alla informativa dell’8.6.2009 il medesimo tipo di
contatti, sin qui evidenziato, continua in maniera ininterrotta tra i
medesimi soggetti per tutto il periodo, segno che la chiusura delle
intercettazioni non coincide con la cessazione dell’attività oggetto
delle indagini ancora in pieno svolgimento.
Le intercettazioni rivelano altresì ulteriori attività illecite alle quali il
gruppo è dedito, sottolineando ancora una volta il carattere
camorristico dell’associazione.
Alcune conversazioni, relative all’acquisto e la gestione di immobili
da parte del gruppo facente capo a Stolder Raffaele, che si avvale
di metodi naturalmente illegali, sono fortunatamente registrate in
ambientale, quando gli interlocutori (non sapendo ancora di essere
intercettati) parlano con maggiore libertà rispetto ai contatti
telefonici ove tutti sono consapevoli dei maggiori rischi, nonostante
la cautela (già sopra evidenziata cfr. ambientale n.786 ore 18:41
del 10.6.08) di cambiare schede di frequente.
Qui vale la pena di esaminare sempre in ordine cronologico le
intercettazioni, ambientali e telefoniche, relative all’attività di
riciclaggio posta in essere dal gruppo Stolder nel settore
immobiliare:
- ambientale n.100 ore 22:01 del 27.03.2008 (abitazione Stolder)
nel corso della quale Esposito Antonio (il genero) parla con la
suocera Ferriero Patrizia di un appartamento che è stato liberato
aggiungendo che “hanno avuto le mazzate”. Poi chiede alla Ferriero
cosa abbia fatto ieri a Roma e la donna risponde che ha un contatto
con tale Pasquale per delle case da visionare;
- ambientale n.325 ore 11:53 del 03.04.2008 intercettata
all’interno della Lancia Y quando la Ferriero Patrizia parla con la
cognata Assunta Stolder la quale chiede consigli su un mutuo da
accendere sulla casa perché ha il dubbio “e se poi non riesco a
comprare niente e se ne vanno i soldi?”, ma la Ferriero ribatte “no!
Il fatto… tu non li devi proprio toccare! ..tu invece compri qualcosa
all’asta… e compri per poco.. non li tocchi proprio..finchè non
compri qualcosa” aggiungendo “io lo farei se fossi in te!! Ora noi
abbiamo cercato in tutte le maniere di farlo, sulla casa mia …con
Giulio”. La Stolder chiede “ma che ha fatto Giulio con il fatto… qua
giù?”. La Ferriero “non ne so niente”. Stolder Assunta propone
“vediamo di fare qualcosa ... così magari ce lo prendiamo io e te…lo
vendiamo, lo fittiamo..”. Ferriero Patrizia comincia a dire “quello
mo’ venne sopra Giulio …”, ma la Stolder la interrompe per
sottolineare “tu mo’ come adesso dello scornacchiato non ti devi
mettere proprio paura”. E così continua:
Patrizia: no! E, che mi devo mettere paura….
Assunta: Giulio ha detto vicino a me che lui….
Patrizia:Giulio ed Eugenio se lo volevano comprare facendo il
mutuo.. perchè noi abbiamo la possibilità .. che lo paghiamo
ventimila euro abbiamo la possibilità di prenderne ottanta… diceva:
noi facciamo un mutuo e poi non lo paghiamo più … che ce ne fotte
… poi disse al proprietario: no … forse non hai capito questo o me
lo compro io o non se lo compra nessuno … allora Giulio ed Eugenio
vennero sopra allora io dissi: fai una cosa! Chiama a questo che si
vende il coso e digli che me lo compro io”.
E’ quindi evidente che Giulio socio di Eugenio (ovvero i due titolari
del garage sotto l’abitazione dello Stolder, Giaquinto e Tambone)
sono interessati per conto del gruppo all’acquisito di un immobile ed
il proprietario è stato minacciato; per dare precedenza al loro
interesse la moglie di Stolder dice di riferire al proprietario che è lei
stessa interessata all’acquisto;
- telefonata n.62 ore 16:29 del 07.04.2008 intercettata sulla utenza
333 ... in uso ad Antonio Esposito nel corso della quale l’uomo
contatta una donna extracomunitaria, di nome Tina, avvisandola
che è arrivato il “pigione”;
- telefonata n. 74 alle successive ore 21:16 (sempre del 7.4.08)
quando sulla medesima utenza in uso ad Esposito Antonio giunge la
chiamata di una donna straniera alla quale Antonio riferisce che
Vincenzo le ha mandato l'assegno di 700 dollari, corrispondenti a
445 euro che andrà a cambiare in banca;
- telefonata n. 223 delle ore 19:13 del 10.04.2008 intercettata sulla
utenza in uso ad Esposito Antonio nel corso della quale questi
chiede ad un uomo straniero se ha trovato la casa ed alla risposta
negativa gli dice che “si dovrebbe liberare qualcosa per il mese
prossimo” e, quindi, potrebbe cambiare casa;
- ambientale n. 448 ore 15:01 del 11.04.2008 intercettata
all’interno dell’auto Lancia Y mentre in macchina sono Ferriero
Patrizia e il marito Stolder Raffaele ed entra in auto un uomo il
quale riferisce allo Stolder di avere problemi con delle persone che
hanno in fitto una sua proprietà; Stolder risponde che quando vuole
lui ci andrà a parlare; l'interlocutore lo ringrazia e va via.
In questo caso non si tratta di un immobile appartenente al gruppo,
ma di un “piacere” che viene chiesto al boss da persona che ne
conosce l’autorità nel quartiere e che proprio per questo motivo si
rivolge a lui per la risoluzione di problemi di fitto;
- telefonata n. 458 ore 18:42 del 12.04.2008 intercettata sulla
utenza in uso ad Esposito Antonio nel corso della quale tale
Giovanni contatta Antonio per la questione di “magazzino in mezzo
alla piazza” ove Antonio intende realizzare un bar con musica dal
vivo. I verbalizzanti hanno accertato che in piazza Principe Umberto
n.6, poi trasferitosi al civico n. 8/B, è il bar DAVID, gestito
dall’Esposito, marito di Stolder Nunzia, figlia di Raffaele. Deve
essere sorto qualche problema perché Giovanni dice ad Antonio che
“bisogna picchiarlo”;
- telefonata n. 794 ore 15:48 del 15.04.2008 intercettata sulla
utenza 334 ... in uso a Ferraiuolo Gennaro nel corso della quale uno
straniero chiede a Gennaro “se c'è qualcosa” e Gennaro gli
risponde che per domani pomeriggio c'è qualcosa alla Maddalena
dove sta la pizzeria Trianon;
- ambientale n.339 ore 12:00 del 16.04.2008 (abitazione Stolder)
nel corso della quale Ferriero Patrizia contatta al telefono una
società immobiliare dicendo di essere interessata ad un
appartamento in via Postica Maddalena, ma evidentemente ha
sbagliato agenzia e difatti si registra la successiva conversazione,
sempre in ambientale, n. 340 delle ore 12:03 quando la Ferriero
parla con un’altra immobiliare e chiede informazioni sulla vendita
dell'appartamento in via Postica Maddalena 36. Si comprende che il
prezzo è intorno ai 300.000 euro e Patrizia chiede un
appuntamento per vedere l'appartamento che si trova nel primo
palazzo sulla sinistra venendo dai Tribunali. Patrizia da il suo
numero di cellulare 346 ...;
- telefonata n. 961 ore 12:02 del 17.04.2008 intercettata sulla
utenza di Ferraiuolo Gennaro quando Tambone Eugenio lo contatta
per chiedergli un monolocale per un amico. Gennaro risponde che
ha solo una casa pronta per fine mese;
- telefonata n. 1426 ore 20:42 del 18.04.2008 intercettata sulla
utenza 333 ... in uso ad Esposito Antonio nel corso della quale Alì
gli chiede notizie della casa e Antonio gli risponde ancora non ha
niente ma lo contatterà lui stesso appena sarà disponibile una casa;
- telefonata n. 305 ore 15:27 del 21.04.2008 intercettata sulla
utenza 331 ... in uso a Stolder Raffaele nel corso della quale
Stolder parla con Totore della “intestazione” di un bene e di un
appuntamento “da prendere per mercoledì”. Ne parleranno da
vicino;
- telefonata n.1718 ore 21:23 del 25.04.2008 intercettata ancora
sulla utenza di Esposito Antonio che parlando con zia Maria fa
riferimento a persone che sarebbero dovute andare via da un
appartamento in affitto. Antonio spiega che non sapeva nulla di
queste persone perché l’appartamento era “tenuto” da Giovanni. La
zia ha chiamato per informare Esposito che “perchè stavano anche i
bravi ragazzi che li volevano picchiare”, ma non gli sa dire se ora
quelle persone sono andate via ed Antonio la ringrazia per la
informazione e dice testualmente “poi non lo sapevo proprio che
questi erano là dentro ... che quello lo tiene Giovanni …hai fatto
bene e infatti ho chiamato a Giovanni e gli ho detto Giovanni è
vero che proprio tu l'affitti, ma chi ti autorizza a mettere queste
persone dentro? ... gli ho detto, comunque, ti do un giorno di
tempo fai uscire tutti quanti di fuori ...”;
- telefonata n.1918 intercettata sulla utenza 333 ... in uso a
Esposito Antonio ore 12:11 del 30.04.2008 nel corso della quale
una dipendente Enel chiede informazioni circa la richiesta di un
contratto di fornitura elettrica in via Postica Maddalena nr. 49
intestato a Idramogimova Zarita, affermando che il contratto è
tornato indietro. Esposito risponde che il contratto era privo di
numero civico e per questo motivo non era stato recapitato. Risulta
evidente da questa telefonata che l’interessamento della Ferriero
all’acquisto dell’immobile (come da intercettazioni del 16.4.08
appena sopra riportate) si è concretizzato in pochi giorni;
- telefonata n. 2100 ore 15:10 del 04.05.2008 intercettata sulla
utenza in uso ad Esposito Antonio che riferisce a Giovanni che i
ragazzi non hanno preso niente, ma Giovanni ribatte che dovrà
dare soldi ai proprietari degli appartamenti perchè qualcosa manca;
- telefonata n. 3316 ore 12:43 del 16.05.2008 intercettata sulla
utenza 334 ... di Ferraiuolo Gennaro nel corso della quale questi
contatta uno straniero e gli chiede se gli serva ancora
l'appartamento. Concordano di risentirsi;
- telefonata n. 947 ore 14:18 del 15.05.2008 intercettata
sull’utenza cellulare in uso a Ferriero Patrizia (349 ...) nel corso
della quale la donna, che da poco ha acquistato un immobile,
chiede al genero Antonio di passare un attimo da casa perché deve
chiedergli una notizia relativa ad una casa della Curia, ubicata nei
pressi della sua abitazione.;
- segue sullo stesso tema l’ambientale n. 912 ore 15:57 del
15.05.2008 (autovettura Lancia Y) quando Patrizia, parlando al
telefono, riferisce che Antonio le aveva detto che quel locale lo
aveva fittato la Curia;
- telefonata n. 949 ore 15:59 sempre del 15.05.2008 intercettata
ancora sulla predetta utenza cellulare in uso alla Ferriero Patrizia
che parla con il marito Raffaele, il quale le riferisce di essere andato
a vedere un magazzino che è stato ancora affittato ma è oggetto di
trattative. La donna ribatte che le è stato riferito che la Curia ha
affittato. Raffaele le risponde che della cosa si sta interessando
Antonio e che per i ragazzi è una cosa interessante. Nel corso della
medesima telefonata Raffaele dice alla moglie che c'è un'altra
abitazione per la quale chiedono 300 euro al mese ammobiliata e
che intanto hanno preso le chiavi per vederla, ma che la caparra è
un po’ alta;
- telefonata n. 382 ore 11:02 del 16.05.2008 intercettata sulla
utenza cellulare in uso a Stolder Nunzia (338 ....) quando Stolder
Raffaele contatta la figlia perchè non riesce a rintracciare il marito
Antonio al quale aveva dato incarico di interessarsi per quelle
abitazioni di proprietà della Curia. Nunzia risponde che il marito
aveva provato a chiamare il prete ma non lo aveva trovato.
Raffaele esorta la figlia a sollecitare il marito, in quanto vorrebbe
dare gli appartamenti ad Alessio ed Ivanfilippo (gli altri due suoi
figli);
- qualche minuto (ore 11:06) dopo si intercetta sulla utenza
cellulare in uso ad Esposito Antonio (333 ...) la telefonata n. 2745
quando Esposito Antonio comunica al suocero Raffaele Stolder che
ha un appuntamento in giornata; Raffaele lo esorta a risolvere la
situazione dell'affitto;
- telefonata n. 3457 ore 19:30 del 17.05.2008 intercettata sulla
utenza di Ferraiuolo Gennaro il quale parla con uno straniero e gli
chiede se la persona sia arrivata. Lo straniero risponde di no e
quindi concludono che insieme aspetteranno Roberto. Lo straniero
chiede se può dare la camera al fratello e Gennaro risponde che
adesso andrà là e ne parleranno;
- telefonata n. 3323 ore 15:48 del 19.05.2008 intercettata sulla
utenza di Ferraiuolo Gennaro che viene contattato da “Peppe del
garage di via Benedetto Cairoli” il quale discute del “pigione” che
deve essere pagato da un cittadino cinese. Peppe fa da
intermediario per il pagamento e spiega a Gennaro si trovarsi con il
cittadino extracomunitario chiamato Luciano che lavorava con lui
nel garage insieme al fratello, sottolineando che nel garage c'è
Stolder Alain che ha portato la motocicletta da lui;
- telefonata n. 3383 ore 19:00 del 25.05.2008 intercettata sulla
utenza di Ferraiuolo Gennaro nel corso della quale uno straniero
riferisce a Gennaro che delle persone hanno detto al fratello di
uscire dall'abitazione. Interviene al telefono una donna alla quale il
Ferraiuolo dice di non essere lui il proprietario e comunque non è il
caso di parlarne al telefono;
- ambientale n. 320 ore 21:14 del 31.05.2008 (abitazione Stolder,
già in parte riportata sopra) nel corso della quale Stolder Raffaele
discute (alla pos. 21.49) con Armando dei mobili di don Peppino
che sono stati sequestrati e che lui ha intenzione di prendere per sé
e così si esprime testualmente “tutto quello che ha Palmieri ...
Peppe Misso … tutto coso.... domani al pescivendolo la casa…. io
immediatamente faccio venire ...ed incomincio a svuotare...
incomincio a svuotare tutto coso ...poi se c'è da occupare piglio e la
faccio occupare da qualche famiglia bisognosa ... vado a prendere
proprio a quelli lì inguaiati proprio che tengono ... e li portiamo in
questa casa hai capito? Poi le case a via Settembrini ... le case, i
depositi, i magazzini mi interessano proprio assai ....devo far
occupare tutto ... non si devono vendere niente ... a costo di
prendere la gente in mezzo alla strada... no... a costo di prendere
la gente da mezzo la strada a gratis e li butto dentro ... non me ne
importa proprio ... faccio le chiavi ... per la miseria non gli faccio
vendere niente....voglio vedere come se lo vende...hai capito che
fanno ....”;
- telefonata n. 4717 ore 13:28 del 03.06.2008 intercettata sulla
utenza in uso a Ferraiuolo Gennaro il quale chiede a tale Ciro le
chiavi di casa di Assunta perchè ci sono persone che la devono
affittare;
- ambientale n.579 ore 21:01 dell’8.06.2008 (abitazione Stolder)
nel corso della quale Stolder dispone di mandare Gennarino a dire
che quando andranno nella casa lui deve dire che la casa è già stata
presa. Quindi i presenti parlano di altre “case della Curia” ed
Esposito Antonio fa il nome di “padre Gigi” e poi riferisce di una
casa che una persona ha avuto per pochi soldi.
Dopo un po’ Stolder Raffaele dice a Gennaro di contattare
Francesco, che sta nel palazzo, per dirgli che le persone dovranno
essere allontanate. Gennaro (Ferraiuolo) si esprime in maniera
cruda, ribadendo che la casa non sarà presa da nessuno e Raffaele
ripete che se domani riescono a cacciare “a calci nel mazzo a quelli
lì” allora si prenderanno tutto; prenderanno anche la casa sopra,
abbandonata, la aggiusteranno e, quindi, diventerà loro. Alla
discussione partecipa Ferriero Patrizia che parla di una stanzetta
che “spunta” in quel palazzo;
- ambientale n. 786 ore 10:41 del 10.06.2008 (abitazione Stolder)
quando proprio Stolder Raffaele racconta al suo interlocutore che
Giulio li ha minacciati e glielo ha detto che proprio Raffaele Stolder
vuole la casa. L’interlocutore osserva “ma io la devo dare ai cinesi,
come faccio?”. Raffaele ribatte che i “depositi”(per il fitto) “ce li
prendiamo noi”;
- ambientale n.879 ore 19:56 dell’11.06.2008 (abitazione Stolder)
quando, nel discutere con Esposito Antonio e con la moglie delle
attività di falsificazione dei capi di abbigliamento nella zona, si fa
riferimento alla necessità di “accaparrarsi” delle case della Curia. Gli
investigatori hanno accertato la esistenza di un contratto di
locazione di un fabbricato, registrato presso l’ufficio del Registro
Napoli 1 in data 07.10.2008, a nome Stolder Alessio, stipulato con
l’Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero di cui è stata
acquisita la scrittura privata (allegato 13 D) per l’importo di
4.800,00 euro all’anno. Nel corso della medesima ambientale alle
ore 21:56 si riprende l’argomento del reinvestimento del danaro tra
Stolder Raffaele, Giaquinto Giulio e Ferriero Patrizia che parlano di
case che possono ottenere attraverso l’assegnazione a persone
invalide, di vendite di case all'asta e di battute ed in particolare di
terza battuta. Giulio garantisce di avere delle persone al tribunale
che possono aiutarli dietro il pagamento di somme di denaro e fa i
nomi di tali “Piero e di Totore ”, come soggetti che lavorano al
Tribunale. Nel medesimo contesto parlano di una lite che ha
coinvolto i Mazzarella (altro clan storico della zona) e Stolder
Raffaele commenta “sono sempre loro che vengono da me”;
- ambientale n. 1268 ore 17:58 del 17.06.2008 (abitazione Stolder)
quando discutono Stolder Raffaele, Ferriero Patrizia, Giaquinto
Giulio, Eugenio Tambone e il nipote di Stolder Ferraiuolo Gennaro di
una questione di soldi in quanto Gennaro chiede almeno i soldi per
le spese ed in questo contesto Eugenio dice che la battuta si è
chiusa a 14.000 euro, motivo per il quale i verbalizzanti deducono
che si tratti di vendita all’asta cui i soggetti hanno partecipato. A
conferma di tale ricostruzione giova evidenziare che nel prosieguo,
dopo una serie di contrasti, si sente Raffaele fare conti e ripetere la
cifra di 14 mila euro; i presenti commentano di una casa che valeva
80 mila euro, ma Eugenio e Giulio “se lo chiamarono e gli fecero
capire che il prezzo si doveva abbassare” (pos 1.56). Alle
successive ore 19:58 Tambone Eugenio, Ferraiuolo Gennaro sono a
casa dello Stolder e si aggiunge la voce di Colurciello Salvatore.
Con questi soggetti Raffaele commenta che deve mandare qualcuno
all'ospedale; la moglie Patrizia chiede “perchè che ha detto?” e
Raffaele risponde”ha detto che non ha i soldi” ...li ha il figlio i soldi…
gli devo solo fare uscire il sangue per tutte parti….io ti faccio
quattro buchi…io ti uccido....mi ha detto: adesso, non li ho posso
cacciare …solo duemila, adesso, che vado a lavorare...” e ancora “il
figlio non glieli vuole far cacciare i soldi … gli ho detto: adesso, ti
dico una cosa neanche un bicchiere d'acqua ...un bicchiere d'acqua
e ti taglio la testa ... proprio la testa ti taglio …a te ed ai figli tuoi
....scordatevelo proprio …gli ho detto: ora, blocco tutti i fabbri …i
muratori ...chiunque …nessuno deve andare …....poi voglio vedere
come se l'aggiusta la casa ....deve mandare i soldi.... il figlio non ce
li vuole far dare...quelli hanno sbagliato hanno dato i soldi in mano
al figlio ....quelli li dovevano dare a me ....quelli, sono certi puzza
fame zozzosi … deve mandare i soldi ....proprio una figura di
merda.... la prima scusa che mi danno, li mando all'ospedale a tutti
e due”. Patrizia interviene per calmare il marito “va bene
l'importante è che mandano i soldi e non si perde tempo” e quindi
spiega che queste persone si sono fatte fare un mutuo e, poi, non
vogliono pagare e ciò era avvenuto prima della scarcerazione del
marito. Raffaele parla di una casa che è stata acquistata o locata da
una persona che ha un compagno pregiudicato al quale sta dando
soldi, busta paga falsa, documenti falsi per farlo risultare
incensurato ed alla fine ha avuto 80 mila euro, in mano, è andato in
banca e la casa vale 130mila “quella munnezza di Enzuccio”. Quindi
aggiunge che da quando è uscito già hanno preso le mazzate un
paio di volte ed una volta era intervenuto con un soggetto che
stava picchiando Eugenio; il soggetto aveva risposto che doveva
avere dei soldi e Stolder gli aveva risposto, secondo il suo racconto,
“fino a quando ci sono io …abusi non ne puoi fare più ... levatevelo
proprio dalla testa” e nella discussione interviene Ferriero Patrizia
che fa riferimento sempre ad Enzuccio che avrebbe preteso mille
euro al mese. Si discute quindi di una casa che vale 130 mila euro e
poi Raffaele osserva che Enzuccio va a parlare con la gente che lui
conosce, si fa fare i lavori e non paga, ma da quando lui è uscito
queste persone che fanno estorsioni devono smettere (si intende
se le fanno per loro personale interesse). Ferriero Patrizia con il suo
intervento consente di comprendere i motivi dello scontro: invero
confronta quanto sta accadendo con Enzuccio, (che ha preso una
casa e non vuole rispettare l’accordo preso) con quella di chi si
rivolge a qualcuno per prendere le pensioni e testualmente “io te la
faccio prendere ma poi non devi andare per la via legale ... solo
che quando prendono i soldi ... se noi abbiamo fatto un patto …
ora sarà quello che vuoi tu …..un’estorsione”. Raffaele ribatte che
ha trovato una casa per 80 mila euro “ma non si meritano
niente....si sono presi tutto il vico”. Commentano di controlli svolti
dalle forze di polizia nelle case di Eugenio e Giulio e Raffaele
commenta che si è trattato di un blitz contro gli extracomunitari ai
quali le case sono state date in fitto;
- ambientale n.1299 ore 10:34 del 18.06.2008 (abitazione Stolder)
nel corso della quale Raffaele si lamenta con la moglie del
comportamento scorretto tenuto da un soggetto per una casa che
gli interessava, soggetto che si è messo 10 euro in tasca. Patrizia
parla di Assunta che aveva comprato un immobile e, poi, non ha
più pagato il proprietario. Raffaele commenta che se anche
l'immobile va all'asta, nessuno si permetterebbe di parteciparvi
sapendo che questi appartiene a lui”;
- n. 2070 ore 21:54 del 23.08.2008 intercettata sull’utenza 339 ...
in uso a Giaquinto Giulio che contatta Antonio Pangione sulla
utenza 334 ..., il quale lavora presso il garage di Eugenio Tambone
e Giulio Giaquinto (quello ubicato sotto l’abitazione di Stolder
Raffaele).
Antonio dice “uè Giulio …ti ho chiamato prima..perché stavo nel
garage…all’improvviso mi ha chiamato Lello da sopra…mi ha detto
di andare dentro dai cinesi…stava anche Cesare …così ho bussato
alla porta, no … le ho detto che non deve venire … ti hanno avvisato
i padroni…adesso io chiamo i padroni e ti faccio andare via…mi ha
detto abbi pazienza chiama a Giulio e diglielo anche a Giulio
…..Cesare ha chiamato il padre”. I verbalizzanti evidenziano che il
figlio di Tambone Eugenio si chiama Cesare. Giaquinto risponde che
i cinesi devono essere cacciati. Pangione poi gli riferisce “comunque
hanno sparato qua lo sai?…. mi ha detto Cesare…che se non mi
sbaglio hanno sparato a Sasà…hai capito?… pure, ieri sera, ma io
non ho sentito niente…invece, oggi, ho sentito verso le 20:30…ma
parecchie botte”. Giaquinto cerca di troncare la discussione
ripetendo “va bene dai….” per chiudere un discorso
compromettente al telefono;
- n.2118 21:22 del 25.08.2008 intercettata ancora sulla utenza in
uso a Giaquinto con il medesimo Pangione Antonio nel corso della
quale Giaquinto chiede “che ti volevo dire….Lello sopra…tutto a
posto?….” e Pangione risponde “si, si è calmato perché non sta
venendo nessuno più…se sapessi quanta gente veniva ed andava,
certe altre facce nuove…esagerato”.
Giaquinto chiede ancora “ma poi quella storia lì si è apparata?” e
Pangione “si..si..si!”.
Giaquinto ancora “ma da chi è provenuto da lui o da qualche
altro?….” e specifica “il fatto del nipote…”. Pangione “si è apparato
in quanto sta venendo anche lui tutti i giorni, sta salendo sopra
anche lui, tutti i giorni….sta andando dallo zio tutti i giorni…sta
venendo….adesso sta sopra…..quello, adesso, è anche il nome di
Patrizia”. Giaquinto insiste per sapere “ma è provenuto da lui è
provenuto?” e Pangione risponde di si. I verbalizzanti sulla base di
questi dati ipotizzano che Amirante Salvatore, il quale in quei giorni
si reca dallo Stolder e che è suo nipote (in quanto figlio della sorella
Annamaria), sia il Sasà cui si fa riferimento nella telefonata sopra
riportata.
Sebbene non via sia riscontro alla ipotesi, che i verbalizzanti hanno
formulato sulla base di fonte confidenziale inutilizzabile, tuttavia
resta il dato delle conversazioni dalle quali si evince che vi è stata
una sparatoria all’esito della quale una situazione con il Lello si è
“apparata”.
Da quanto sin qui evidenziato, in relazione alla gestione di beni
immobili, acquistati con il provento di furti, rapine ed estorsioni,
principale attività monitorata dalle intercettazioni sopra indicate,
emerge il carattere camorristico del gruppo nelle modalità della
gestione, con fitti al nero a soggetti stranieri ai quali lo sfratto viene
intimato a “mazzate”, oltre che nelle modalità di acquisizione
attraverso attività di intimidazione (cfr. ambientale in auto 325 del
3.4.08; ambientali in casa n. 1268 del 17.6.08 e n. 1299 del
18.6.08), o di corruzione (cfr. ambientale in casa n. 879
dell’11.6.08) o creando situazioni di fatto volte ad ostacolare la
efficacia dell’attività di polizia traendo anzi profitto dalle stesse (cfr.
ambientale in casa n. 320 del 31.5.08).
Tuttavia il gruppo facente capo a Stolder Raffaele non ricicla i
proventi illeciti solo in immobili, ma si inserisce anche nel settore
delle attività commerciali, in particolare nel settore delle
scommesse, come rivelato dalle seguenti intercettazioni molto
esplicite sul punto:
- ambientale n. 368 ore 16:59 del 05.04.2008 (ambientale Lancia
Y) nel corso della quale Ferriero Patrizia parlando con la sorella
Rosaria le chiede di riferire a tale don Carminiello, titolare
dell’Autoflash e di un locale adiacente, che il marito Raffaele
Stolder, insieme al dentista Gianfranco, è interessato ad aprire un
punto di scommesse. Patrizia spiega anche che lo stesso Gianfranco
ha chiesto la partecipazione di Raffaele perchè “vuole stare quieto”.
I verbalizzanti annotano che l’Autoflash si trova in via S. Antonio
Abate n. 1 a Napoli nei pressi di via Foria;
- telefonata n.16 ore 15:12 del 07.04.2008 (utenza fissa presso
casa Stolder) nel corso della quale tale Pasquale contatta Raffaele
per prendere appuntamento. Stolder parla poi con una donna di
una società da costituire con Ferraiuolo Gennaro;
- telefonata n. 196 ore 15:47 dell’8.04.2008 intercettata sulla
utenza 334 ... in uso a Ferraiuolo Gennaro che contatta Tonino
(sulla utenza 339... intestata a Esposito Ciro che talvolta risponde
al posto di Tonino, come annotato dagli investigatori). Tonino è in
compagnia di Lello e Gennaro gli chiede di accompagnarlo dai
Vaccaro. Tonino ribatte che non ci stanno più i “Vaccaro, ma i
Grasso”. Gli investigatori spiegano che nella zona Vasto Arenaccia
operava la ditta Vaccaro e nella zona di Fuorigrotta la GRASSO
Renato & Francesco opera nel settore della distribuzione di
videogiochi.
Gennaro osserva “com'è io ho parlato con questi del Betting e mi
hanno detto che ci sono i Vaccaro..”. Antonio ripete “il Betting e sta
pure Pasqualino… Pasqualino a Caciotta... sono solo i Grasso e non
ci sono più i Vaccaro...”. Gennaro chiede “ah.... dove lo tengono
l'ufficio i Vaccaro?” e Antonio risponde “nel Vasto” (il Betting è un
gruppo che si occupa di scommesse);
- ambientale n. 379 ore 20:28 del 18.04.2008 (abitazione Stolder)
quando tale Carmine parla con Ferriero Patrizia. Il predetto Carmine
viene identificato dagli investigatori in Russo Carmine nato a Napoli
il 16.02.1954, titolare della società AUTOFLASH s.a.s. di Russo
Carmine & C. s.a.s., ubicata in Napoli Largo S. Antonio Abate n. 1,
ove hanno sede i locali commerciale che interessano allo Stolder
come risulta dalla conversazione in auto n. 368 sopra riportata.
L’uomo riferisce alla donna che lui è in pensione ed ha lasciato
l’attività relativa alle auto. Patrizia gli dice che un suo amico
dentista le aveva parlato di un locale che Carmine, bravissima
persona, concedeva in fitto. L’uomo risponde che il locale grande è
già affittato ad una pasticceria e che ha concluso il contratto 25
giorni fa, mentre per quello piccolo gli hanno dato 1000 euro di
acconto, ma non ha ancora concluso nulla. La donna ripete che quel
locale lo deve dare a lei. L’uomo precisa che il proprietario non è lui
ma una persona in America. Patrizia rivela che deve aprire con il
suo amico dentista un punto SNAI. Carmine le risponde che
telefonerà al proprietario per chiedere l'autorizzazione, dovendo
chiedere la modifica della categoria in C2. La donna insiste, dicendo
che se c'è bisogno di autorizzazioni o di soldi non ci sono problemi;
- telefonata n.1374 ore 12:23 del 22.04.2008 intercettata sulla
utenza in uso a Ferraiuolo Gennaro che contatta tale Corrado per
riferirgli di fermarsi un attimo per “il fatto del bar”, mentre bisogna
interessarsi per “il fatto del biliardo” e per quello del “Betting”,
anche perchè per quel locale riuscirà a fare un passaggio di licenza.
Corrado risponde che ne darà notizia al ragioniere;
- telefonata n. 1432 ore 17:47 del 22.04.2008 (utenza Ferraiuolo)
nel corso della quale Ferraiuolo Gennaro chiama di nuovo Corrado
per chiedergli se si sia informato, aggiungendo che la zia Assunta
“vuole mettere a Vittorio”. Gli investigatori, tenuto conto dei
rapporti di parentela, annotano che la zia Assunta deve identificarsi
in Stolder Assunta, sorella di Raffaele, madre di Giuliano Pio
Vittorio. Corrado risponde che parlerà con il ragioniere e gli farà
sapere l’indomani;
- telefonata n. 2006 ore 14:50 del 29.04.2008 (utenza Ferraiuolo)
quanto Gennaro di nuovo contatta Corrado per chiedere se vi siano
novità. Corrado risponde “Allora, penso che domani vengo con
quell'amico mio così parliamo delle percentuali e tutto sulle
scommesse ... poi per quanto riguarda partita IVA e Camera di
Commercio già l'ha fatta pure il ragioniere, adesso se domani me la
dai io te la porto pure ... che l'originale te lo tieni tu e gli diamo le
fotocopie a questo amico ... mo’ vediamo domani, io adesso vedo
se lui domani è disponibile, penso di si e veniamo un attimo. Io ti
chiamo prima di venire … Gigi stiamo venendo”. Gennaro concorda;
- telefonata n.2122 ore 08:55 del 30.04.2008 (utenza Ferraiuolo)
quando Gennaro contatta Corrado per l’appuntamento e
l’interlocutore gli precisa che la richiesta deve essere fatta per
apertura di Internet Point e di un bar;
- telefonata n. 2674 ore 10:05 del 07.05.2008 (utenza Ferraiuolo)
quando Corrado contatta Gennaro al quale dice che la sua
convivente Enrichetta Gratino ha una partita IVA aperta; Gennaro
chiede se sia quella dell'ortofrutticolo e Corrado ribatte che se ha
già una partita aperta, non ne può aprire un’altra per l'Internet
Point. Dalla conversazione risulta che la partita IVA è la numero
05578841214. Ferraiuolo Gennaro dice che la Gratino non è iscritta
alla Camera di Commercio e con questa partita IVA non ha mai
fatto una fattura e non ha mai lavorato. Corrado chiede se la può
variare dall'ortofrutta ad Internet Point ed in alternativa bisogna
intestarla ad altra persona o unire all'Ortofrutta anche l'Internet
Point. Emerge che l’ortofrutta si trova a via P. Colletta al civico 41 e
Gennaro propone di unire alla partita le due attività e poi osserva
che lui fornisce le pizzerie ma che non ha mai redatto fatture.
Sempre Gennaro afferma che a mezzogiorno ha appuntamento con
il proprietario del locale dove deve aprire l’Internet Point.
Concordano per la variazione dell’attività oggetto della partita IVA;
- telefonata n. 2680 ore 11:32 del 07.05.2008 (utenza Ferraiuolo)
nel corso della quale Corrado riferisce a Gennaro di aver preparato i
documenti e li lascerà da Bruno “quello che sta affianco a lui”;
quindi aggiunge che deve andare presso lo studio Varriale a
prendere la partita IVA di Enrichetta e la documentazione. Manca
ancora la iscrizione alla Camera di Commercio, ma vi sta
provvedendo il ragioniere di Corrado;
- telefonata n. 3096 ore 09:23 del 13.05.2008 (utenza Ferraiuolo)
nel corso della quale l’interlocutore (non identificato) conferma a
Gennaro che la variazione è avvenuta e che provvederà per la
Camera di Commercio. Gennaro gli ricorda di fare la richiesta anche
del bar, sempre in via Annunziata dove hanno aperto la partita
IVA.. L'uomo gli dice che lo farà in settimana;
- telefonata n. 3761 ore 19:48 del 23.05.2008 (utenza Ferraiuolo)
quando Gennaro riferisce a Corrado che il ragioniere gli ha detto
che è tutto operativo. Corrado precisa che bisogna aspettare
comunque l'ok della Camera di Commercio e domani incontrerà
“l'amico delle scommesse”;
- telefonata n. 4043 ore 09:57 del 28.05.2008 (utenza Ferraiuolo)
quando Gennaro chiama il ragioniere il quale gli comunica che la
ricevuta della Camera di Commercio è pronta ed aggiunge che è
stato autorizzato l'Internet Point e la possibilità di mettere le
macchine. Gennaro risponde che lui vorrebbe aprire un
EUROBETTING come un suo amico.
Sul punto gli investigatori da un controllo documentale presso il
Commissariato di P.S. di Vicaria Mercato verificano l’apertura di un
centro di scommesse, denominato BETTING, con due accessi: il
primo da via Pietro Colletta nr.76 e l’altro da via Ottavio Tupputi nr.
4/6, ovvero nelle immediate adiacenze dell’abitazione di Stolder
Raffaele. Durante un controllo amministrativo dell’esercizio in data
11.03.2009 venivano identificati Galiani Gennaro ed Errico
Salvatore;
- ambientale n.320 ore 19:15 del 31.05.2008 presso l’abitazione
Stolder (già in parte riportata sopra) quando alle ore 20:51 suona il
citofono ed in casa entra Armando al quale Raffaele dice che adesso
darà qualcosa che gli hanno portato dalla Polonia; nel corso della
conversazione tra i due, per quanto rileva ai fini della richiesta del
P.M., va sottolineato che Raffaele chiede ad Armando chiarimenti in
ordine a delle "macchinette" che sono nella sua bottega ed insieme
discutono sulle modalità da attuare per restituire dette
"macchinette". Raffaele rivela il suo interesse a gestire in prima
persona il "business". Armando gli riferisce che uno dei Vaccaro gli
aveva prospettato l'eventualità di comprare le "macchinette" e
quindi spiega i guadagni giornalieri, provento dell'utilizzo di tali
apparecchiature (videopoker). E’ interessante evidenziare che nel
discutere di questa sua attività Armando ricorda di essersi rivolto
per lo sconto di assegni a tale Tonino o’ Biondo e dopo quattro anni
si erano presentati Tonino o Economico e o’ Biondo a pretendere gli
interessi. Un giorno si presentò anche o’ Vaccaro che entrò nel suo
esercizio e levò le spine delle "macchinette" per un assegno non
pagato per il quale aveva subito minacce dovendo pagare poi 5000
euro. E’ uno scenario che fa comprendere bene in quale contesto ci
si muova. Alle ore 21:14 (sempre ambientale 320) Raffaele e
Armando continuano a discutere di questioni relative ai videopoker.
Tra l’altro Stolder Raffaele incarica Armando di parlare con un’altra
persona dicendogli che ha parlato bene di lui, quindi aggiunge
“glielo spieghi, anche per vedere un poco se si poteva
ridimensionare il fatto di questa percentuale hai capito? allora, può
darsi che sentendo il nome mio e tutto … i cosi tu glieli butti là ...
poi gli dici ... pure se, caso mai, me li dovessi prendere ...come mi
disse il Vaccaro ...mi piglio le macchinette e vi faccio un regalo e
leviamo... tu digli che ... io a Lello non glielo ho detto però ve lo
dico a voi, bello chiaro, chiaro, poichè mi hanno staccato le
macchinette, mi hanno staccato le cose ...io sono un uomo di vita,
so come si campa… poiché io non ne ho parlato con Lello, perchè
altrimenti Lello veniva da voi a parlare… perchè voi avete una cosa
di affetto trentennale ...lui si è fatto la galera e non ha mai parlato
di lui ... però visto che trovandomi a parlare con lui ed ha parlato
molto bene di voi ed ha detto qualsiasi cosa... però, poiché io,
adesso, sto in difficoltà mi consigliate di fare come ha detto quello
di comprare le macchinette e tengo un pensiero per voi … capito o
no?”. Stolder si esibisce in un esempio di politica criminale, della
serie come ottenere ciò che si vuole facendo spendere il proprio
nome ad altri con delicati accenni ai pregressi rapporti, al silenzio
serbato in carcere, al potere ancora in vita.
Armando risponde “quando uscì la legge..loro pigliarono ...quando
venivano a fare i conti a me mi davano l’11% lì … Mimmo doveva
fare la persona… quello che è ... visto che io appartenevo a te ...
poiché stava con i Vaccaro e sapeva che appartenevo a te allora
doveva dire ma davvero è ... invece loro che facevano mi davano il
12% i furbi ...quando venne la Finanza dentro ha visto che le
macchine non stavano collegate e mi hanno fatto un bel verbale e
una bella denuncia... quindi se sapevano che appartenevo a te ...”.
A questo punto interviene nella discussione la Ferriero che chiede
spiegazioni e il marito le racconta “…perchè questi qua, gli hanno
fatto anche un imbroglio, gli davano il 12%, dicendogli che le
macchinette erano legali, che erano collegate con la Finanza...
invece, poi, andò la Finanza e gli fece il mazzo tanto a lui… però
quando è uscito… gli hanno dato il 60% a lui ed il 40 a loro, però
nel frattempo c'era stato un anno di truffa ... poi è successo che gli
hanno staccato le macchinette per un periodo... poi ci stanno
portando ... poi gli hanno detto compratevelo” ed a questo punto
Raffaele ripete alla moglie il discorso che ha suggerito all’Armando
“poi, adesso, parlando con lui ho saputo che siete amico e adesso
lui mi ha detto di parlare con Mimmo e fatemi comprare le
macchinette e poi, io me la vedo con voi, visto che siete amico di
Lello…. hai capito com'è?”;
- ambientale n. 403 ore 20:08 del 03.06.2008 (abitazione Stolder)
quando Stolder Raffaele parla con Ferraiuolo Gennaro al quale dice
“tu, è inutile che ti esaurisci... quando vedi la mala avviata ... avvia
a fare la richiesta delle macchinette e poi si aspetta .... tanto, oltre
le spese non vai, che cazzo te ne fotte”.
Gennaro “lo so zio …ma, io, lo sai come sono fatto ... e che,
quando, io inizio a fare una cosa... mi piace di portarla a termine…
mi piace...”
Raffaele “si! …ma tu ora, che vuoi fare??? ... si buttano le
macchinette dentro... …..con quello del bar, che hai fatto? ...hai
parlato, con quel cristiano?...”
Gennaro “mi disse che non era cosa....” aggiungendo poi che
chiedeva 25000 euro in contanti. Sempre Gennaro dice che
“quando il Nano andò nel bar, lui disse che il bar non aveva
intenzione di aprirlo lì, ma sopra al Vico della Pace, sotto là ...e che
metterà tutti i gazebo fuori…. hai capito come?” (la conversazione
prosegue con il riferimento al recupero di un credito da parte del
Gennaro già riportata sopra nel commentare le ambientali in casa
Stolder);
- ambientale n.557 ore 10:50 del 07.06.2008 (ambientale Stolder)
nel corso della quale Marotta Salvatore parla di rapporti con Grasso
Renato in relazione all’installazione di videopoker e di possibili
percentuali di guadagno per loro. Stolder interviene affermando che
lui ha già iniziato attività con Ferraiuolo Gennaro in via Annunziata
(cfr. conversazione precedente quando si parla di “macchinette”).
Stolder Raffaele parla quindi del locale di via Annunziata che
gestisce con Gennaro e poi fa riferimento ad un locale da fittare in
Largo Sant’Antonio Abate, dicendo “…noi il locale o paghiamo poco
o non lo paghiamo proprio”. Si ricorda che la famiglia Grasso è
quella di fornitori di videopoker di cui alla telefonata n. 196
dell’8.4.08 sulla utenza del Ferraiuolo Gennaro (sopra riportata);
- telefonata n.1375 ore 19:19 del 21.06.2008 intercettata sulla
utenza cellulare 331... in uso a Stolder Raffaele nel corso della
quale Raffaele contatta Santaniello Salvatore, il quale sta lavorando
in un piano bar, nei pressi del Corso Umberto, individuato nell’ICE
ART Gallery, e gli dice che nel locale arriverà il figlio e poi passerà
lui a pagare. Salvatore lo interrompe per precisare che lì gli devono
dare tutto e che non si deve fare problemi. Raffaele commenta che
si può vedere “di farlo insieme” ed a chiarire a cosa si riferisca
aggiunge che con l'intervento loro il locale “lo fanno salire in
paradiso”. Inoltre riferisce che sempre presso il locale ha mandato
molti commercianti che andranno a nome suo. A dimostrazione che
si parla proprio del pub ICE ART GALLERY si registra la successiva
telefonata n. 1382 delle ore 22:59 quando nella stessa serata il
figlio Alain chiama il padre Raffaele (sulla utenza di quest’ultimo
sopra indicata) e gli dice che sono stati al pub e sono stati bene;
nel corso della telefonata fa riferimento alle opere all’interno del
locale che sono state realizzate dal cognato del gestore del pub,
scultore di ghiaccio, e di uno schermo gigante all'interno del pub.
Raffaele dice che se va bene potranno entrare, anche loro, in
società con il gestore.
Il contenuto delle conversazioni sopra commentate rende evidente
l’interesse del gruppo Stolder ad inserirsi in attività lecite e rende
altresì palesi le modalità intimidatorie alle quali il medesimo gruppo
fa ricorso anche quando si dedica all’attività di riciclaggio dei
proventi illeciti nel settore imprenditoriale.
Si è già osservato come il clan facente capo allo Stolder Raffaele si
occupi di furti, rapine, estorsioni, ma ulteriori intercettazioni
rivelano altresì l’esistenza di un altro settore illecito al quale il
medesimo gruppo comincia a prestare interesse, ovvero quello del
traffico di stupefacente, sia pure per il tramite di un altro
sottogruppo.
Le intercettazioni significative sotto questo profilo non hanno
consentito di verificare se gli accordi presi si siano concretizzati o
siano rimasti – almeno all’epoca delle indagini – ancora allo stato di
intese preliminari.
Tuttavia che vi siano state quanto meno intese preliminari è
rivelato da una serie di conversazioni che vanno ricordate in
quanto offrono un ulteriore squarcio sulla composizione
dell’associazione, rivelando la esistenza di altri partecipi, e
sulla portata dei contatti con altri gruppi criminali operanti
non solo nel napoletano, ma tra Milano e Palermo.
Un primo riferimento ad un “lavoro enorme” da intraprendere nel
mese di agosto con la complicità dei “siciliani” è nella ambientale n.
517 ore 10:59 del 04.06.2008 intercettata nell’abitazione dello
Stolder che ne parla con Ferraiuolo Gennaro e Marotta Salvatore
affermando altresì che “i siciliani, quando organizzano un lavoro,
hanno la gente interna, i guardiani ed i cassieri e, quindi, il rapporto
con questi qua si deve mantenere buono”. Gennaro risponde “zio,
da parte nostra, oltre quello che stiamo facendo… e poi aggiunge
“vediamo cosa ha fatto Marco”.
Nel mese di agosto, a conferma di quanto preannunziato dallo
Stolder, vengono registrate numerose conversazioni tra il
medesimo Raffaele e La Manna Domenico, un soggetto di origine
siciliana il quale fa da intermediario per un incontro con alcuni
siciliani. Va precisato che il soggetto viene chiamato Mimmo dallo
Stolder e viene identificato con certezza nel La Manna sulla base
delle verifiche effettuate in data 27.8.08 presso l’Hotel Ramada ove
il predetto riferiva allo Stolder di aver alloggiato nel corso della
telefonata n. 156 intercettata su utenza Stolder (telefonata che
sarà riportata infra).
Le telefonate che qui si indicano sul tema in esame sono tutte
intercettate sulla utenza “dedicata” ai rapporti con il La Manna,
ovvero la 366 ..., una delle tante in uso a Stolder Raffaele
individuate nel corso delle indagini e poi a sua volta abbandonata,
come si vedrà:
- telefonata n. 15 ore 11:05 dell’1.08.2008 quando Stolder Raffaele
chiama Mimmo (identificato poi nel La Manna) e quest’ultimo, dopo
i convenevoli, gli chiede “ascolta …domani mi fanno sapere dove
incontrarci e a che ora…per quella storia là….”. Stolder a sua volta
“ha chiamato quel mio amico?…è riuscito a rintracciarti?”. Mimmo
riferisce “per quel fatto lì…per quel fatto su di agosto non se ne sa
assolutamente niente…non ne sa niente nessuno…quindi …se ci
fossero delle novità poi ti faccio sapere…”. Stolder lo sollecita “no
…vedi qualcosa…qualcosa di positivo…vediamo di muovere un
poco…..”. Mimmo chiede “al limite al limite…non lo so…..chi mi puoi
mandare tu”. Stolder risponde “ti mando qualcuno non ci sono
problemi” e poi chiede “che gli dico a quest’amico qua?” e Mimmo
“eh fammi chiamare…gli dici che entro domani mi dicono dov’è
l’appuntamento giù a casa mia … già si stanno interessando…..hai
capito?”;
- segue la telefonata n. 16 nello stesso giorno (1.8.08) alle ore
20.53 quando Stolder contatta ancora Mimmo il quale dice “non ho
avuto ancora nessuna risposta…sto aspettando una telefonata
…entro domani ..dopodomani….mi devono dire qualche cosa”.
Stolder ribatte “e dopo ci provo io a trovarlo… che ti volevo dire…”.
Mimmo ripete “...perché sta aspettando l’appuntamento hai
capito?”. Stolder chiede “ah ...ma non ti ha chiamato quel mio
amico?” e Mimmo risponde di no. Intanto Stolder riferisce che sta
cercando la persona che deve raggiungerlo. La Manna precisa
“lunedì…lunedì….mi fanno sapere per l’appuntamento” ed aggiunge
“lunedì possono scendere massimo per martedì”. Stolder propone di
richiamarlo ma La Manna risponde “no, ma io non so niente …quindi
è inutile parlarne per telefono….io ci faccio
l’appuntamento….domani….trovo chi devo parlare….e questo qua mi
ha detto: aspetta Mimmo ti chiamo io….perché lui deve andare da
lui….hai capito?… quello di là….lui mi ha detto aspetta un
attimo….appena è … mi dice che devo mandarglieli e me li mandi
direttamente a casa mia….va bene?”. Concludono di risentirsi per
lunedì;
- tuttavia il giorno dopo, domenica 02.08.2008, segue la telefonata
n. 23 alle ore 13.06 quando Stolder Raffaele chiama Mimmo La
Manna per dirgli “è appena venuto quel mio amico….io ho detto
adesso tento di chiamarlo….”. Mimmo risponde “e io sto aspettando
ancora...”. Stolder gli passa l’amico al telefono e così a dialogare
con il La Manna interviene un altro soggetto al quale La Manna
riferisce “ascolta…io ho mandato…diciamo l’imbasciata….e mi han
detto…che entro lunedì ..mi fanno sapere a che ora incontrarsi
giù…..vanno direttamente dall’amico… ci pensa lui”. L’uomo
risponde “ti chiamiamo lunedì va bene?… e ci fai sapere”. Al
telefono ritorna lo Stolder al quale La Manna dice “vedo di fare una
scappata in questi giorni”. Stolder “e fatti questa scappata … mi hai
detto che hai il fatto dei mobili là?”. La Manna risponde che vedrà in
settimana, ma Stolder lo sollecita “e vediamo anche sto fatto dei
mobili e tutte le cose” e poi chiede conferma dell’altra vicenda
“allora lunedì.? Chiudi sta situazione?”. La Manna promette “lunedì
questo qua gli faccio l’appuntamento giù”;- telefonata n. 33 ore
16:29 del 06.08.2008 quando Mimmo La Manna riferisce a Stolder
“quella persona che eri interessato, mi senti? è un attimo fuori...
però se c'è lui la cosa è risolta, quindi mi ha detto: non fare
muovere a nessuno per ora … Io penso di essere giù, il giorno 11,
12 ….Lui mi ha detto che rientra il giorno 11, mi senti? … perchè
sai, si può muovere, non si può muovere, perchè ha problemi
all'ospedale, capito? …però risolviamo al 100%. Io il giorno 11 sono
giù. Vado direttamente io a questo punto pure... quindi senti
qua...digli di temporeggiare... perchè se vanno giù non concludono
niente, te lo dico prima...”. Stolder gli chiede “no, va bene...ma tu
adesso di qua quando passi ?” ed aggiunge “perchè potevo parlare
pure per te … per la cosa che mi dicesti no?”. La Manna
“si...si...si..dammi ... guarda io passo, prima di andare giù,
passo...quindi in settimana spero questa settimana, massimo
all'inizio della prossima settimana e poi lunedì sono giù. Ci
vediamo...comunque digli di aspettare che la cosa la risolviamo, va
bene? … dicci di non avere premura. Hanno aspettato, aspettano
altri 10 giorni”. Stolder afferma “glielo dico, vado io di persona oggi
a dirglielo”. Il La Manna ripete il concetto secondo il quale
risolveranno tutto e si interesserà lui stesso, ma bisogna
“temporeggiare un attimo”; poi aggiunge “e per quanto riguarda il
resto...e...dammi un po' di giorni...”. Programmano un incontro di
persona per la settimana successiva;
- telefonata n. 48 ore 12:47 del 13.08.2008 quando, passata una
settimana, Stolder contatta La Manna il quale gli dice subito “senti
io penso che stasera parto…domani ci vediamo”, ma Stolder gli
passa qualcuno al telefono e quindi parla con Manna il medesimo
soggetto della telefonata del 2.8.08 al quale La Manna riferisce
“ascolta… per quel problema lì…io ho già interessato…già ci
conoscono le persone è tutto…solo che chi se ne deve interessare è
fuori e rientra il 18” ed aggiunge “io domani sono da voi…..così
parliamo …mi presenti queste persone che si devono comprare
sto….sto….sto…..sta casa … che gli hanno dato l’anticipo e tutte
cose…..così noi il 18 già possiamo fissare l’appuntamento…il 18 il 19
quando sarà…..comunque non ti preoccupare…me ne sto
interessando io….voglio esserci io….hai capito?” e quindi ripete “io,
comunque, domani sono giù….”. L’uomo risponde “ti aspettiamo”.
Interviene al telefono Stolder e La Manna ribadisce che partirà in
serata e il giorno dopo sarà da lui; quindi aggiunge “così stiamo un
poco insieme e poi me ne devo scendere a Palermo…..sto
indeciso…..se andare prima là o là….caso mai faccio tutta una tirata
perché andare prima là è impossibile”. Stolder chiede “ma tu passi
una giornata con noi?” e La Manna risponde che sarà una mezza
giornata aggiungendo “mi devo vedere anche con un amico
nostro…..così può essere che ti viene a salutare anche
lui….uno che è qui a San Marino ... che ha una società a San
Marino”. Stolder afferma “è buono eh….proprio stamattina ho
parlato di questo paese…io lo adoro”. La Manna continua “e
non c’è…io, domani, sono con un amico di San Marino .…un
amico nostro …tuo …mio….”. Stolder comprende e non
aggiunge altro. Si salutano in maniera molto affettuosa.
Queste telefonate rivelano che:
- è in corso una trattativa per un affare da concludere in Sicilia, cui
è interessato in maniera specifica un “amico” dello Stolder e nel
quale il La Manna fa da intermediario;
- i rapporti tra Stolder e La Manna sono pregressi e non si limitano
a questa trattativa ma riguardano altre vicende di cui non si può
mai parlare apertamente al telefono.
Stolder nello stesso periodo e con altra utenza (la 331...) contatta
un altro soggetto al quale si presenta come lo Zio:
- telefonata n. 347 ore 20:33 del 19.08.2008 quando contatta un
soggetto (che gli investigatori identificano poi in Rigotti Silvio) al
quale si presenta così “ciao sono lo zio…”; poiché l’altro non lo
riconosce, aggiunge “uè sono io….mo’ te ne sei andato da
qua…sono lo zio…”. L’interlocutore lo riconosce e Stolder continua
“che volevo dire ma se ne è andato già l’amico nostro?… ma c’è
anche quell’altro amico quello bassino?”. L’interlocutore risponde
che sono presenti entrambi ed allora Stolder dice che vuole parlare
con quest’ultimo da vicino: “si….se può passare …gli devo chiedere
un attimo una cosa….perché è una cosa proprio dove sta lui no…sto
fatto ..questo fatto che avevo detto io….sto fatto della signora
qua….”. L’uomo risponde “va bene adesso gli faccio l’imbasciata e
così scendiamo e passiamo un’altra volta”;- telefonata n. 350 ore
12:43 del 20.08.2008 quando Stolder contatta il medesimo
interlocutore delle precedente telefonata e lo saluta chiamandolo
Silvio che di nuovo non lo riconosce per cui Stolder è costretto ad
aggiungere “sono lo zio sono…”. Stolder gli chiede se sia a Napoli e
ricevuta risposta affermativa dice “ti dovrei chiedere una cosa per
il Bassino….gli dovrei fare un attimo un’imbasciata… se passi un
attimo mi fai una cortesia e grazie”.
Di nuovo con la utenza dedicata (la 366 ...) Stolder contatta il La
Manna e si intercetta la telefonata n.118 ore 10:36 del 23.08.2008
quando La Manna afferma “io scendo oggi proprio … perchè se non
scende … quella persona ora è arrivata e adesso stiamo vedendo di
interessare, no perché noi stiamo vedendo di interessare
direttamente loro hai capito?… perché a quanto pare… questi qua
sono quattro… quattro …. quattro…poi non voglio essere …da quello
che mi hanno fatto sapere … gentaglia, dai, poi non lo so … ho visto
una persona che mi ha detto che questi non sono brava gente dai
…. questo però resta tra me e te perché devo approfondire hai
capito?”. Stolder commenta “no e perché ti ho detto qual è la cosa
... loro spendono, spendono il nome della gente …hai
capito….questa gente….”. La Manna concorda sul fatto che abbiano
avuto un comportamento sbagliato e quindi afferma che gli farà
sapere qualcosa più tardi perché ora ha un appuntamento; quindi
chiede “all’amico nostro, lo hai visto ..si?” e Stolder risponde “si sta
qua”. La Manna invia i saluti a lui ed a tutti.
Alle ore 20.15 del medesimo giorno (23.8.08) con altra utenza
(331...) Stolder chiama il suo interlocutore Silvio (telefonata n.
484) e, questa volta appena dice “sono lo zio” viene riconosciuto.
Stolder gli chiede di andare a casa sua e Silvio acconsente “e, come
scendo al lato vostro…mi vengo a fare una passeggiata…perché
non sto qua….”. Stolder lo sollecita “è una cosa urgente però”.
Silvio risponde “si zio appena scendo …da …mi vengo a fare una
passeggiata….da voi….”. Stolder ribadisce la urgenza.
La notte, ovvero alle ore 00.36 del 24.08.08, Stolder con la utenza
dedicata (la 366 ...) chiama La Manna (telefonata n. 127) il quale si
giustifica “scusami ti dovevo chiamare ieri pomeriggio poi ho
lasciato il telefono in un posto…. Senti io domani sera sono su…lì da
te… ci ho parlato…poi ci mettiamo d’accordo domani…. che martedì
ho già fatto l’appuntamento per sti ragazzi…va bene?”. Stolder
chiede “a che ora arrivi?” e La Manna “io arrivo verso le 09:30 le
dieci in aereo perché faccio una scappata e poi devo ripartire
subito…perché devo rientrare in azienda…”. Stolder gli chiede di
fargli un colpo di telefono appena arriva e quindi “ti mando a
prendere là … al solito posto?”. La Manna risponde “bravo…io
arrivo in aeroporto che ho la macchina all’aeroporto….che vengo
direttamente là …mi vieni a prendere e così ci vediamo.. e ti dico
quello che ti devo dire…” e quindi chiede “per il resto tutto a
posto?” ed aggiunge “ma come sta andando con quello là?”.
Stolder risponde “no tutto a posto ... mo’ ne parliamo….in questi
giorni ne dobbiamo parlare…”. La Manna chiede“ma c’è…buoni
buone…affari?”. Stolder risponde “no probabilmente si può chiudere
il fatto della società…mo vediamo…”. La Manna commenta
“buono….ora è un periodo che stiamo tutti in mezzo alla strada…”.
Stolder “io il giorno 28 … ma io ti ho detto cerca di fare questo fatto
commerciale,…no… tu ti tieni una cosa…ci fai due assegni… ma non
esiste proprio questo fatto…tu lo sai..l’hai capito se li avevo te li
davo subito…”. La Manna risponde “fratello ma non lo dire neanche
per scherzo…il problema è che voglio pure guadagnarlo per fare in
fretta”. Stolder continua “no ma te l’ho detto….quello…la
buon’anima che è morta ci ha fatto un guaio..ci ha fatto….e poi ti
dico quello che è capitato a me …poi esci pazzo”.
Nelle successive telefonate lo Stolder continua ad alternare l’uso
delle utenze cellulari nella sua disponibilità (entrambe monitorate)
a seconda del suo interlocutore:
- telefonata n. 512 ore 11:07 del 24.08.2008 (utenza 331...)
quando Stolder contatta Silvio e gli chiede “puoi venire?”. Silvio
risponde “il tempo che scendo a Napoli”. Stolder “e vieni proprio
per chiudere il fatto di questa faccenda…per chiudere il fatto
commerciale…”;- telefonata n.128 ore 19:43 del 24.08.2008
(utenza 366 ...) quando Stolder viene contattato dal La Manna il
quale spiega “io sto tornando dall’aeroporto in quanto non sono
potuto partire….perché c’era problema di folla di posti…..devo
partire dopodomani…allora a questo punto..tu puoi dirgli a Marco
che quei signori con cui hanno la riunione su …se possono fare una
scappata a Palermo…martedì… in mattinata ce la fanno loro ad
essere a Palermo?”. Stolder risponde “non lo so io dopo lo chiamo
e poi ti chiamo?”. La Manna concorda “e mi fai sapere
…bravo…martedì in mattinata poi gli dico dove ci vediamo…in centro
caso mai”; quindi aggiunge “poi io vengo martedì sera
purtroppo…... e poi ci incontriamo noi….con loro poi martedì
mattina mi ci incontro a Palermo…loro vengono in aereo
vengono….in macchina?”. Stolder “adesso vediamo” e chiede “ma ci
sei anche tu quando vengono loro?”. La Manna “eh si difatti ne
approfitto….così…vediamo se sto palazzo, sta società che devono
rilevare ... vediamo se …loro…già l’acconto…..e devo essere io
presente per vedere quali sono i problemi …hai capito?”. Stolder
ripete che chiamerà subito Marco e lo richiamerà (o farà chiamare)
più tardi;
- telefonata n. 518 alle ore 20:37 del medesimo 24.8.08 (utenza
331...) quando Stolder chiama Silvio (individuato dalla voce) e gli
dice “ti volevo dire che il rappresentate stasera non viene…però ha
detto che chiama …chiama …per fare..per fare un appuntamento
diretto….può venire qualcuno…che ci parliamo?”. Silvio risponde
“eh, zio, mo vedo di venire io più tardi…”. Stolder “eh …però lui
chiama penso verso le dieci….chiamerà…in modo che prendete
appuntamento perché ci sta da prendere appuntamento
direttamente sul luogo” e quindi aggiunge “se può farlo lui un salto
… però l’importante è che venite…. non so come fare a
confermarglielo…non so niente…”. Silvio conferma che passerà e
Stolder gli ricorda “e poi mi doveva mandare…mi doveva mandare il
fatto del motorino….”. Silvio risponde di essere con la moglie al
momento, facendo intendere di non poter parlare oltre;
- telefonata n.130 ore 22:27 sempre del 24.08.2008 (utenza 366
...) quando Stolder contatta La Manna e gli comunica “ho detto di
chiamarti direttamente… no perché non è riuscito a venire …perchè
è rimasto un poco intasato nel traffico…ha detto così che ti chiama
e prende direttamente appuntamento con te….”. La Manna ripete
che l’appuntamento è per martedì, ma Stolder ripete “si ed ora
glielo dici tu …quello ti chiama… ti chiama e ti accordi con lui”e poi
chiede “quando ci vediamo noi?”. La Manna risponde “io vengo su …
dopo domani sera…”;
- telefonata n. 131 ore 23:01 (poco dopo la precedente e sulla
stessa utenza) quando Stolder parla di nuovo con il La Manna che
lamenta “non mi ha chiamato nessuno”. Stolder si meraviglia
“ancora ti ha chiamato ...” e La Manna “no, al limite digli che caso
mai mi chiama domani mattina… così ci mettiamo
d’accordo…facciamo un incontro qua”. Stolder chiede “verso che ora
ti faccio chiamare?”. La Manna risponde “verso le dieci e
mezzo/undici”;
- telefonata n. 525 ore 23.03 quando Stolder, appena salutato il La
Manna e cambiato cellulare (331...), contatta subito Silvio per dirgli
“uè sono lo zio…. uè aspettavo … il rappresentante aspettava che lo
chiamava e non l’ha chiamato…come mai?”. Silvio risponde “Zio ma
non è venuto Marco….? io gli ho fatto l’imbasciata perché io non ci
stavo … sto con mia moglie…ho detto guarda lo Zio ha detto se
puoi passare…mi ha detto vabbè allora vado io”. Stolder riferisce a
sua volta “eh, un paio di ore fa ha mandato il cognato…no…io gli ho
mandato il telefono…ma non ha chiamato proprio…..non ha
chiamato a quell’amico…”. Silvio risponde “va bene adesso lo
chiamo io…. Mo’ lo chiamo e glielo dico”. Il giro di telefonate
riportato rivela che Stolder Raffaele:
- fa da tramite per un affare da concludere in Sicilia tra La Manna
(definito al telefono “il rappresentante”) e Marco, contattando Silvio
a sua volta in contatto con il predetto Marco;
- si rende parte attiva per garantire l’affare tanto vero che fornisce
a Marco, per il tramite di altro soggetto (il cognato), il telefono per
contattare La Manna;
- con La Manna ha un diverso e più articolato rapporto che
riguarda, tra l’altro, l’organizzazione di altre attività per le quali
devono incontrarsi da vicino.
Significative sono altresì le successive telefonate:
- n.536 ore 10:09 del 25.08.2008 (utenza -331...) quando Stolder,
immediatamente riconosciuto come lo Zio, chiama Silvio il quale gli
riferisce “ieri chiamai Marco….è passato?”. Stolder risponde “no …
non è passato…ma la cosa….la cosa….. io ho chiamato fino a tardi
all’amico … all’amico ... il rappresentante, no, lui aspettava una
chiamata per l’appuntamento e praticamente non l’ha chiamato
proprio…. perché …per sapere come deve andare sta cosa… è
questo…. tutto il fatto…”. Silvio “e mo’ scendo allora…zio mo’
scendo al lato vostro”. Stolder “perché mo’ lui mi aveva detto … io
ieri, no, l’ho chiamato fino a tardi… poi per una cosa di
delicatezza…dissi io, facciamo una cosa, quando ti posso chiamare
… disse lui…dopo le dieci domani …sarebbe stamattina…. lui ce l’ha
il numero… solo per vedere, se si deve fare o non si deve fare ….
perché se si deve chiudere non fa niente”.Silvio parla di un altro
soggetto interessato “no..no.. quello se ne deve scendere quell’altro
lì” e Stolder ribatte “eh lo so…. però poiché questo qua giù sta per
due giorni … dopo non è possibile più …perché ci sta la convenienza
che ci sta proprio lui di persona” (si comprende dalle precedenti
telefonate che La Manna garantisce con la sua presenza). Silvio
“allora lo facciamo andare stesso oggi a quello”. Stolder
raccomanda che Marco chiami per prendere appuntamento. Silvio
dice “allora scendo io, al lato vostro, perché io sto a Ponticelli….mo
scendo dai….”;
- telefonata n. 132 alle ore 11.03 dello stesso giorno (25.8.08,
utenza 366 ...) quando La Manna chiama Stolder che lo saluta
come “fraterno amico mio” e gli dice di non aver ricevuto ancora
nessuna telefonata, comunicandogli altresì “comunque al limite gli
dice che per me domani mattina ci possiamo vedere a Palermo….eh
io sono qua….io sono rimasto apposta …perché voglio vedere caso
mai se ci sono presente anche io…vediamo se si può risolvere
questa cosa hai capito?….. il notaio non c’è…però al limite …
andiamoci ci andiamo a parlare e vediamo chi sono hai
capito?”. Stolder “sicuramente, sicuramente, ce la fai al 100%”. La
Manna aggiunge “ti saluta mio zio eh” e Stolder di rimando “lo devi
abbracciare forte, forte, …poi, quando è possibile vederlo, sarebbe
…sarebbe una gioia enorme io gli voglio proprio un bene…a livello
di affetto proprio”. La Manna lo interrompe “aspetta un attimo” e si
sente che risponde ad un’altra telefonata “ehi, Pippo, dimmi….”;
- telefonata n. 134 sempre nello stesso giorno, dopo quale ora (ore
13.22, utenza 366 ...) quando Stolder contatta di nuovo La Manna.
In attesa della risposta di quest’ultimo in ambientale si sente
Raffaele parlare con un soggetto accanto al quale dice “i siciliani
non sono come i napoletani… loro sono diversi…quello deve fare un
favore ….io gli ho detto di portarsi il telefono…”. Alla risposta di La
Manna, Stolder dice “uè ciao finalmente … ho detto speriamo che si
è portato il telefono…”. La Manna “e te lo dissi che me lo portavo il
telefono… dimmi”. Stolder “ho la persona…questo qua …il
rappresentante no….mo te lo passo... per fare un appuntamento…”.
Al telefono subentra l’uomo chiamato Silvio al quale La Manna
dice “senta io mi trovo a Palermo…dovevo partire …ma comunque
sono rimasto…lei domani mattina può essere qui”. L’uomo risponde
“mio cugino parte stasera con la nave…e, domani mattina, sta a
Palermo…”. Concordano un appuntamento per le nove del mattino
dopo. L’uomo dice il cugino arriverà al porto verso le 6.00/7.00, ma
il La Manna precisa che non potrà essere a Palermo prima delle
9.00 e concorda di incontrare il cugino dell’interlocutore presso il
bar di fronte all’uscita del porto. La Manna chiede di riparlare con
Lello (Stolder) al quale riferisce “allora noi, domani mattina, ci
vediamo e poi domani sera ci vediamo noi altri a Napoli….”. Stolder
concorda e poi dice “vedi …vedi alla meglio… e chiudiamo”. La
Manna ci tiene a specificare “c’è tutto l’interessamento lo sai…solo
che…” e Stolder lo blocca “lo so assolutamente…”. La Manna ripete
“domani sera io verso le dieci sono a Napoli…e ci vediamo”;
- telefonata n. 144 ore 13:46 del 26.08.2008 (utenza366 ...)
quando il La Manna contatta lo Stolder per dirgli “sono stato con i
ragazzi ora li sto aspettando per pranzare…però ancora…..ma tu ce
l’hai il suo numero?” e, poiché Stolder non comprende, ripete “già
ci siamo visti….siamo stati insieme ora si stavano lavando e devono
venire al ristorante, sto aspettando ma ancora non
arrivano”. Stolder risponde “io ho un numero….però non so se è
quello là…ora te lo do”. La Manna dice “prova a chiamarlo tu…senti
io intanto stasera…alle nove e mezzo parto da Palermo ed alle dieci
e mezzo sono a Napoli….ci vediamo un attimo che poi devo
partire”. Stolder “si ..mi chiami quando arrivi … però no?” e La
Manna “certamente…..appena arrivo ti chiamo….e mi fai venire a
prendere caso mai in albergo”. Stolder quindi ritorna al motivo della
telefonata del La Manna “ok…..adesso provo un attimo a chiamare
sto amico” e La Manna “bravo…prova a chiamarlo e ci dici …vedi
che ti stanno aspettando al ristorante….per sapere”;
- telefonata n.149 ore 13:50 (pochi minuti dopo la precedente e
sulla stessa utenza) quando Stolder comunica a La Manna “l’ho
chiamato ma è staccato il numero” e quindi chiede “ma c’era anche
Silvio con loro?… si un ragazzo di nome Silvio” e La Manna risponde
“no c’era un ragazzo robusto…non lo so chi è … ed una ragazza”.
Stolder chiede “ma ha già tardato parecchio?” e La Manna
“no…all’una e mezza ci dobbiamo vedere, no, non è tanto….io sto
con le persone che devono andare via hai capito?”. Stolder si
arrabbia “ma chi cazzo lo capisce a questo” e La Manna lo
tranquillizza “vabbè…non ti preoccupare…ci vediamo stasera…noi”;
- telefonata n. 156 ore 14:23 (sempre stessa data e stessa utenza)
quando Stolder parla di nuovo con La Manna che gli dice “li sto
chiamando…ma hanno il telefono staccato però….li sto aspettando
al ristorante…..ma tu non hai il numero di telefono di quello che è
con loro?….Gennaro mi pare …si chiama….” ed aggiunge “la ragazza
come si chiama…quella lì la moglie di Marco”. Stolder risponde di
non averlo. La Manna intanto racconta “va bene …allora niente….sto
a tavola con l’amico nostro che era anche amico della
buon’anima….”. Stolder “si …ma ti ha dato…e me lo saluti
caramente…”. La Manna “te l’ho già salutato…..ha anche le
fotografie …ora me le da…”. Stolder si mostra preoccupato “mi
dispiace molto…mi dispiace di questo fatto…non vorrei…..”. La
Manna lo interrompe “ha le fotografie di Marco….ora me le faccio
dare…”. Stolder riprende il suo discorso “ho detto così…..ma non è
che è capitato qualcosa a questo?”. La Manna “no …penso di
no….perché andavano in albergo….no perché forse … ora ho visto
che ci sono delle chiamate…io provo a chiamarlo ma il telefono ce
l’ha staccato”. Stolder chiede “perché non provi a chiamare in
albergo…fammi sta cortesia”. La Manna ribatte “io non so qual è
l’albergo…ora mi tocca…. tornare di nuovo la perché io non so qual
è l’albergo … va bene dai….io stasera sono al Ramada”.
Gli investigatori accertano che a Napoli, ove La Manna dovrà
incontrarsi con Stolder, presso l’abitazione di quest’ultimo esiste
l’Hotel Ramada ed organizzeranno un servizio di osservazione in
data 27.8.08 nel corso del quale individueranno La Manna
Domenico uscire dall’Hotel per recarsi, a piedi, presso l’abitazione di
Stolder Raffaele.
Intanto Stolder sempre in data 26.8.08, allarmato dalla mancata
presenza di Marco, della moglie e di Gennaro all’appuntamento con
La Manna e con i siciliani al ristorante, contatta alle ore 14.25,
ovvero subito dopo la telefonata con La Manna, con la utenza di
solito utilizzata per parlare con quest’ultimo, Silvio (telefonata n.
157) e si presenta sempre come “lo Zio” chiedendo “che ti volevo
dire ma mica ci sei tu giù dal nostro amico?”. Alla risposta negativa,
Stolder continua “eh! ma, quello che sta giù, no,….ha tentato già
di chiamarti quattro, cinque, volte …sono stati giù tutta la
mattinata….adesso avevano un appuntamento giù in un ristorante e
questo sta con delle persone a tavola… adesso sono le una e mezzo
e questo ancora non va”. Silvio ribatte “ma quello sta proprio lui
là” e Stolder “Gennaro si chiama”. Silvio insiste “e pure…Marco sta
lì”. Stolder ripete “ed allora com’è …non sta andando al
ristorante…quello lo stanno aspettando”. Silvio promette “e mo
chiamo un attimo…mo vedo se lo rintraccio sopra al telefono”.
Stolder insiste “chiamalo e fammi sapere…vedi tutti i numeri che
hai…perché quelli stanno lì…quelli ci tengono per queste
cose….capito”. Silvio “non vi preoccupate …adesso chiamo subito”.
Dopo due minuti, alle ore 14:27, Silvio chiama lo Stolder sulla
stessa utenza da cui è stato contattato (telefonata n. 158) e gli dice
i motivi del ritardo “ho chiamato … hanno avuto un fermo
lì….mentre stavano andando lì…li stavano quasi per far andare e li
stavano raggiungendo al ristorante…se lo potete rintracciare in
modo che lo avvisate pure…stavano andando lì ed hanno
avuto…..avete capito?”.
Immediatamente Stolder contatta il La Manna (telefonata n. 159
ore 14.29, stessa utenza) che gli dice “a posto mi hanno
chiamato…..stanno arrivando”. Stolder comunica “hanno avuto un
piccolo problema”. La Manna cambia discorso e chiede se Stolder
sia al mare. Lello risponde di essere a casa. La Manna chiede
ancora “ma con l’amico nostro …quello di San Marino ti sei
visto?”. Stolder risponde “il 28, ho l’appuntamento” e poi
aggiunge, ritornando al discorso principale, “va bene…poi, mi
aggiorni”.
Alle ore 23.39 sempre del 26.8.08 si intercetta sempre sulla utenza
366 ... la telefonata n. 182 quando La Manna contatta lo Stolder
per dirgli “sono appena arrivato….niente ho deciso che mi fermo
qui a dormire….quindi caso mai ci vediamo domani con calma”.
Concordano di sentirsi l’indomani sul presto. La Manna chiede “senti
Marco che fa …rientra con la nave…ne sai niente …lo hai sentito?”.
Stolder “non lo so non mi ha chiamato”. La Manna continua “no
perché mi pare che erano indecisi se salire in macchina o con la
nave….è capace che sono partiti con la macchina e alle 6 sono
qua…”. Stolder chiede “tutto bene?”. La Manna risponde “si…l’unica
seccatura è che sono arrivato qua ho chiesto ad un posto di blocco
di accompagnarmi mi hanno accompagnato e poi quando sono
arrivato in albergo mi hanno fermato…. documenti…controlli
…guarda ti dico”. Stolder commenta “ma che stupido”. La Manna
ripete che comunque è tutto a posto.
La mattina del 27.8.08, alle ore 08:52, Stolder chiama con la solita
utenza il La Manna (telefonata n. 183) il quale dice che ha un
appuntamento per le ore 10.00 e, quindi, si preparerà e lo
raggiungerà; poi si accorderanno al telefono per stabilire ove
incontrarsi.
Alle ore 08:57 con la diversa utenza in uso in quel periodo, la
331..., Stolder contatta Santaniello Salvatore (telefonata n. 618) e
gli chiede se oggi hanno un appuntamento alle 10:00, in quanto
così gli ha detto quell'amico che sta dormendo qui. Salvatore
risponde che l'appuntamento è per domani ed aggiunge che il
Pescatore ieri non si è presentato ed anche a telefono non ha mai
risposto. Salvatore spiega che il telefono di questi è quasi sempre
spento.
Alle ore 09:54 Stolder chiama con la stessa utenza (telefonata n.
622) tale Pasquale al quale chiede di rintracciare suo nipote per
farlo andare a casa sua in quanto c'è il rappresentante dei mobili
che tra poco andrà via.
Alle ore 10:16 sulla diversa utenza -366 ... si intercetta la
telefonata n. 185 nel corso della quale La Manna contatta Stolder e
gli dice “ciao caro io sono qua sotto….guarda…ti ho portato il
giornale…”.
Alle ore 10:57 si intercetta sulla utenza 331... la telefonata n.625
Stolder chiama Santaniello Salvatore al quale chiede di
accompagnare “il rappresentante”.
Gli investigatori, come già accennato, nella medesima data del
27.8.08 alle ore 10:00 si recano in via Galileo Ferraris, presso
l’Hotel RAMADA, al fine di accertare se vi avesse pernottato un
soggetto di origini siciliane a nome Domenico. Dalla consultazione
dell’elenco dei nominativi delle persone alloggiate, si individua La
Manna Domenico, nato a Palermo il 09.12.1961, residente
anagraficamente in Milano, Piazza Insubria nr.24, già tratto in
arresto il 14.07.1993 sulla base delle dichiarazioni rese da un
collaboratore di giustizia che lo descriveva come stretto
collaboratore della famiglia Fidanzati a Milano; di nuovo arrestato in
data 11.2.04 nell’ambito di una indagine per spaccio di notevoli
quantitativi di stupefacenti provenienti dalla Colombia e dalla
Turchia che vedeva agire in concorso La Manna e i fratelli Fidanzati.
Si organizza quindi un servizio di osservazione e La Manna,
descritto come soggetto di corporatura robusta, alto 1.80 circa,
calvo, viene visto alle ore 10.15 giungere a piedi, da via Pietro
Colletta, con un giornale in mano per recarsi in Vico Palazzo Due
Porte al civico nr.16, ove è l’abitazione di Stolder Raffaele; vi si
trattiene per circa mezz’ora, e poi viene accompagnato nei pressi
dell’Hotel Ramada. Verso le ore 12:00 circa, il La Manna esce
dall’albergo per recarsi al vicino garage dove, dopo pochi minuti, si
allontana a bordo di un’autovettura Alfa Romeo 147, di colore nero,
targata DG-271-PG a bordo della quale è stato controllato al
momento dell’arrivo a Napoli alle ore 23:14 in via Lucci (come
peraltro il medesimo La Manna commenta nella telefonata n. con lo
Stolder). L’auto viene seguita sino allo svincolo autostradale di
Caianiello, dopo che ha imboccato il raccordo autostradale di via G.
Ferraris e si è diretta, a velocità sostenuta, in direzione Nord, sulla
A/1 Napoli Roma.
Nella medesima giornata del 27.8.08 alle ore 19:37 Stolder
Raffaele contatta con la utenza 331... il soggetto chiamato Silvio
(telefonata n. 646) al quale si presenta sempre come lo zio
venendo immediatamente riconosciuto. Stolder chiede “volevo
sapere solo se era tutto ..se quelli erano tornati…”. L’uomo risponde
“si tutto a posto….quello è tornato stamattina…poi ha sceso anche
una cosa per voi”. Stolder commenta “si lo so…. ma a me il
pensiero solo per sapere com’era andato…”. L’uomo risponde che
sono partiti la sera sul tardi con la macchina per cui “si è andato a
riposare”. Stolder racconta “quello stamattina è stato qua con me…
è stato….quella persona di giù….è passata da qua e poi se ne è
andato…..e quello aveva la macchina all’aeroporto”. Silvio “eh si me
lo diceste…ci vediamo più tardi zio?”. Stolder risponde “vabbè….si a
me, mi fa piacere,…. a me interessa che è tutto a posto e che il
viaggio è andato bene”.
Il giorno dopo (28.8.08) alle ore 19:00 si intercetta sulla utenza
366 ... la telefonata n. 189 quando La Manna chiama Stolder al
quale rivela “sono stanco…minchia…sono a Bari…sono salito sono
sceso…ora sono qui per lavoro…ti volevo dire …dunque….lo hai
visto l’amico nostro …quello….”. Stolder risponde “si….si sono
scambiati tutti i dati…ora vedono il da farsi”. La Manna riferisce “gli
dici invece che io sto provando a chiamarlo ma non mi risponde
quello lì, che è venuto a Palermo…gli dici che è tutto a
posto…possono andare direttamente giù dove sono stati l’ultima
volta …gli portano pure che hanno assegni … cose che non ha
pagato…può essere?”. Stolder risponde di si e La Manna continua
“se li portano giù … dice che hanno sistemato tutto e si vanno
a…non lo so….si metteranno d’accordo…non lo so di preciso…me lo
hanno detto al telefono …hai capito? mi hanno detto ... digli che
possono venire giù….già sono stati….”. Stolder gli dice “perché non
ti pigliavi quello che ti serviva e ti….inc”, ma La Manna ribatte “io
non lo so…come gli fa il pagamento…se gli da la casa ... hai
capito?….comunque, a Palermo, sono a disposizione per sistemargli
questa cosa … dopo di che … allora un’altra cosa io l’altro giorno te
l’ho detto che c’era una ragazza che mi ha aspettato, no, poi è
venuta in albergo a cercarmi…..me lo ha detto uno che questa qua
mi cercava di mattina presto…..ora, poiché questa mi rompe le
scatole …devo stare…”. Stolder osserva “è naturale….ma io non ho
capito…perché andare in questi posti?…la cosa migliore è non
andarci …è meglio evitare”.
E’ facile rilevare, sul piano logico, che La Manna riferisce a Stolder,
con una metafora, di aver compreso di essere sotto controllo e di
dover prestare attenzione alla polizia che egli chiama “ragazza”.
Invero basta tener conto del contenuto delle pregresse
conversazioni (ove mai si è parlato di una ragazza, ma si è parlato
di un controllo di polizia nella telefonata n. 182 del 26.8.08),
nonché degli accertamenti svolti dalla polizia presso l’albergo
Ramada per esaminare il registro dei clienti, al quale il soggetto fa
riferimento in maniera evidente quando dice che è andata di
mattina presto a cercarlo in albergo.
Ma ancora più chiaro diviene poi il discorso sulla necessità di essere
cauti.
Nel corso della telefonata La Manna dice in ambientale ad un
soggetto accanto a lui “lo sai con chi sto parlando? … aspetta..che ti
passo un amico tuo … dici ciao e basta…” e al telefono rivolto allo
Stolder “senti questo è quell’amico comune che mi ha detto che ti
viene a salutare….questa mi viene dietro…” Stolder ribadisce “e
perciò dobbiamo evitare….questo amico quando me lo porti…io non
ho capito chi è….”. La Manna risponde “quello di cui io ti avevo
parlato ..il paesano tuo che conosci da tanti anni….non te lo
ricordi…”. Stolder “si… vabbè ci vediamo da vicino allora”. La Manna
“senti…io però ti dico una cosa…purtroppo io non scendo per ora
perché ho da fare qua … difatti tu quando ti ci vedi con lui
purtroppo gli dici che io alla festa non ci posso andare… faglielo
sapere tu…ci dici…poi lo chiamo… sai questa seccatura che mi sta
addosso…”. Stolder concorda e La Manna continua “e tu caso
mai..invece ..a lui…quando lo vedi….ah siccome a me mi si è rotto il
telefono…a me….a limite mi mandi il telefono tu……hai capito?”.
Stolder chiede “si….al numero quello lì ti posso sempre
chiamare…ce l’hai sempre?”. La Manna risponde “a questo
chiamami a questo…..chiami a questo numero … no quello no….
Quello non lo toccare…..questo qua chiamai sempre… e poi quando
lo cambiamo mi dai all’altro…hai capito?” ed aggiunge “poi se hai
urgenza io scendo subito non c’è problema….solo che per ora è
meglio che sto un poco qua…hai capito?…. mi sono
spiegato?….però non c’è niente lo sai è solo amicizia…solo che….sta
ragazza è una rottura di coglioni”. Stolder “si ma io già lo sapevo
che ti rompeva i ciglioni….la cosa migliore è che la prossima volta
evita proprio”. La Manna ripete “si, si, evito proprio…è venuta di
mattina presto” e Stolder lo interrompe “si, fanno sempre così”,
mentre La Manna continua “poi sono uscito…me ne sono andato… e
lì c’era un ragazzo che mi ha detto vedi che è venuta questa…ti
cercava… hai capito… voleva sapere e a destra e a sinistra….non
vorrei che magari mi è venuta dietro e mi ha visto….ma non
credo…” e subito dopo si affretta a chiarire “ma pure…. Noi ci
conosciamo da una vita…”. Stolder commenta “ma a chi vogliono
rompere le palle…. Ma è meglio proprio evitare”. La Manna riprende
il principale discorso “va bene …..allora gli dici che vanno giù e che
è tutto sistemato” e poi “a Franco lo chiamo io e glielo dico che non
posso venire per la festa e che non mi posso muovere…hai capito?
…non voglio offendere ..perché è una cosa importante…poi
spiegaglielo tu…lo chiamo io…..e poi fammi sapere lui martedì è su
che poi mi incontro con lui martedì”. Stolder manda un saluto
all’amico che sta in quel momento con La Manna.
Subito dopo aver parlato con La Manna ed avendo questa volta di
nuovo l’accortezza di cambiare utenza (usa la 331...), Stolder
contatta alle ore 19.10 (sempre del 28.8.08 telefonata n. 656)
Silvio al quale si presenta come lo Zio lamentando “ma stavo
aspettando…ma come mai non è venuto nessuno…”. Silvio risponde
“non è venuto perché … perché poi ve lo spiego da vicino
…zio…”. Stolder continua “si….però c’è stata la chiamata dal
commercialista, no, ed ha detto che l’accordo è tutto a posto, no,
l’accordo che avevano fatto si può andare giù e chiudono tutto il
contratto come avevano chiesto loro… così va il contratto mi hanno
chiamato e mi hanno detto voi oltre tutto l’altro fabbricante mi
hanno detto di mandargli subito il numero perché gli sta bene
anche a lui…quello che mi ha chiamato mi ha detto che non sono
riusciti a rintracciarli…”. Silvio risponde “va bene Zio allora io vengo
più tardi da vicino”. Stolder ripete “si perché dicono che potete
andare anche subito … come avevano chiesto tutto bene”. Silvio
ripete che ne parleranno da vicino.
Alle ore 19:07 sempre nella stessa giornata (28.8.08) si intercetta
sulla utenza 366 ... la telefonata n. 190 quando La Manna contatta
lo Stolder e gli dice “sono sempre io…fammi una cortesia….digli al
tuo parente …allo sbarbato…quello giovane…di mandarci il numero
di telefono a quello di Catania ..che sta aspettando a loro”. Stolder
chiede “ah….a quello la che tu gli ha presentato l’altro giorno?”. La
Manna conferma “Bravo …bravo”. Stolder “sempre a questo qua
grassottello” e La Manna di nuovo conferma “si al
grassottello…all’amico nostro”. Stolder ripete “si a questo qua che
io adesso gli devo parlare”. La Manna continua “bravo ... bravo… e
digli che quando vogliono possono andare giù…gli portano quello
che devono portare, con le cose sistemate e chiariscono … non lo so
i pagamenti come li faranno. Hai capito?. Può darsi che glieli danno
tutti subito, perché mi hanno chiamato da Palermo poco fa e mi
hanno detto digli che è tutto a posto… qua possono venire e stiamo
a disposizione”.
Il giorno dopo (29.8.08) alle ore 12.19 di nuovo sulla stessa utenza
366 ... giunge allo Stolder una telefonata (n. 193) da La Manna
Domenico il quale dice “sono arrivato alle quattro di notte ieri…. è il
lavoro…che vuoi….ho fatto Taranto, Bari a vedere alcune fabbriche
…ma al ragazzino lo hai visto?”. Stolder risponde di no e La Manna
si meraviglia “da quando è arrivato non lo hai visto ancora?”.
Stolder ripete “no…perché ho parlato con un suo amico…con il
rappresentante….però fino a mo…. avrà avuto qualche
contrattempo per quello che sta facendo”. La Manna “e digli …li ha
portati…”. Stolder risponde “no me li ha mandati…i cosi erano
buonissimi…erano”. La Manna ribatte “e no…che c’entra, no, perché
l’amico nostro…che gli ho presentato sta aspettando che lo
chiama…loro….eh…”. Stolder risponde “glielo l’ho mandata
l’imbasciata e probabilmente verrà dopo…appena io gli dico deve
chiamare la Calabria”. La Manna osserva “bravo, così magari mi
chiami….no perché ho provato a chiamarlo sul suo numero ma non
risponde….almeno se è quello”. Stolder dice “me la vedo io e ti
chiamo io”. Dopo alcuni convenevoli, La Manna nel salutare
aggiunge “ah piuttosto caso mai se ci ..inc..a quello della festa
…ah… tu lo vedi prima della festa?”. Stolder risponde “lo chiamo…lo
chiamo dopo” e La Manna “vabbè se no lo chiamo io…più tardi lo
chiamo io…però se hai occasione di vederlo…glielo spieghi bene
…bene la situazione”. Stolder precisa “no a vederlo no…perché
quello è impegnatissimo, adesso…. chiamalo tu … però lo chiamo
anch’io”. Quindi Stolder si informa “ma tu vieni dopodomani?”. La
Manna risponde “no…no…. non mi voglio muovere perché….. è
meglio che mi sto qua hai capito?… c’è sta storia di questa
femmina qua che mi perseguita”. Stolder ribatte “comunque se
vieni il problema non esiste in quanto non vai da lei…hai
capito?….com’è….”. La Manna osserva “si lo so….sai cos’è … è che
questa qua mi viene dietro…e quindi…. se io vengo, io vado sempre
lì…appositamente…perché io…lei non mi deve rompere le scatole”.
Stolder concorda “e certo tu lavori che te ne frega”. La Manna
continua “e difatti…solo che è meglio stare un po’ più tranquillo” e
quindi aggiunge “nulla di strano…nulla di strano che io più tardi
devo partire per Milano….per questa storia qua…perché glielo devo
dire a suo padre…. che questa qua mi sta rompendo le scatole…. si
è proprio chiaro l’ho vista qua in giro …un po’ dovunque….mi sa che
ci sta…questa…”. Stolder conclude “vabbè poi si chiarisce la cosa….
ti chiamo … ti chiamo e ti faccio sapere”.
E’ evidente che con il termine “femmina” ci si riferisce alla “polizia”
e ciò è reso ancora più evidente dalla telefonata n. 287 sulla utenza
366 ... alle ore 10:00 del 03.09.2008 quando La Manna contatta
Stolder e si sfoga “….in tre giorni mi hanno fermato sei o sette volte
non ne posso più….guarda…”. Stolder commenta “e, vabbè, ma
quello è quando incominciano a prendere la fissazione”. La Manna
“e lo so … ma la macchina … che cazzo ne so…poco fa mi hanno
controllato di nuovo….mi hanno rotto i ciglioni guarda…senti…ti
volevo dire lo sbarbato lo hai sentito?…. il ragazzo lì…quello…”.
Stolder risponde “sto ancora aspettando in verità….”. La Manna non
è contento “si però….avevano un impegno con quello lì che gli
avevo presentato … stanno aspettando il numero di telefono che
avevano urgenza… quello che chiama a me….minchia…io che al
telefono….. poi la gente pensa male” ed aggiunge “chiamalo.. glielo
dici….giù ci devono andare ci vanno….non lo so ci facciano
sapere….”. Stolder ribatte “si lo so ma io sono tre quattro giorni che
sto facendo…questo avanti ed indietro…. appositamente … in
quanto ho avuto..un po’ di disguidi qua… in quanto adesso sto
aggiustando…”. La Manna comprende “ah ..ah…adesso tutto a
posto?”. Stolder “quasi…. però a questo qua gliel’ho detto duemila
volte…gliel’ho detto prima di te …mi ha detto:.zio… adesso vengo…
mo che viene, glielo dico: ma che cosa avete fatto?….non ci
capisco niente”. La Manna insiste “hanno preso un impegno con
questo ragazzo….capito …non so.. si devono vedere per una casa
…per fittare una casa … manco lo chiamano … quello deve partire
….poi quello ha i suoi problemi….hai capito….. se loro prendono
l’impegno è bene altrimenti niente….capito”. Stolder chiede “ma
loro hanno il numero di questo qua?” e La Manna “hanno il numero
e gli devo mandare il loro numero per sentirsi hai capito?….ma
questo da due settimane…”. Stolder conclude “adesso glielo dico
…adesso lo richiamo….glielo dico che deve venire urgentemente in
quanto qua mi hanno chiamato…”. La Manna ripete “io ho provato
a chiamare al suo numero ma niente …ma adesso non chiamo
più…ho provato qualche volta…”. Stolder lo interrompe “no, no,
quel numero lì lo ha tolto…. Io ce l’ho un altro numero”. La Manna
allora “non mi dare niente….parlaci tu…glielo dici…. Che dovete fare
vi dovete vedere ..non vi dovete vedere….hai capito?….poi se gli
dici se a Palermo scendono non scendono perché lì è tutto fatto”.
Stolder risponde “si gliel’ho detto….gliel’ho detto al ragazzo in
quanto quello più grande sono parecchi giorni che non riesco a
vederlo…per delle cose loro…. Non so che cavolo c’è….perciò io
prima di chiamare te ho chiamato lui….perché ho pensato qualcosa
del genere …ho pensato ma che cazzo sta succedendo….”. Stolder
dice “perché caso mai…sai io che cosa volevo fare? …lo volevo
prendere proprio per farti parlare…per dirgli parla”, ma La Manna
ribatte “no..no…parlaci tu..e lo stesso….capisco che hanno problemi
ma lo devono chiamare a quello…..senti gli devono dire…noi
abbiamo problemi la casa …la casa delle vacanze che so …hai
capito?”; Stolder domanda “la casa la doveva prendere quello qua o
loro là?”. La Manna “non so…mi pare la casa…poi ti spiega lui hai
capito?”. Stolder passa ad altro argomento “senti poi noi qua
stiamo vedendo il fatto con l’amico nostro per vedere di chiudere
qualcosa…”. La Manna comunica “si io oggi mi ci vedo…più tardi mi
ci vedo…”. Stolder dice “eh stiamo aspettando per vedere di
chiudere qualcosa…stasera ha un appuntamento per un mio amico
…per delle macchine… per delle cose così….hai capito?”. La Manna
afferma “va bene io sono mercoledì a Roma”. Stolder ritorna al
precedente argomento “io sono mortificato per questa storia….ma
detto tra noi ..come si permettono…”. La Manna li giustifica “sono
giovani…”, ma Stolder ribatte “se uno prende un impegno prende
un impegno….uno gli sta facendo una cortesia…”. La Manna dice di
spiegarlo a loro concludendo “se può essere bene …se no niente….
in quanto quello lì chiama me…. e poi ed io non so cosa dirgli….gli
dico non l’ho sentito sto provando a cercarlo…”. Stolder dice “va
bene scusa Mimmo…. a te non manca modo di dirgli qualcosa….. a
questo qua….so che hanno avuto dei problemi…”. La Manna
concorda “si, si… poverino…. Vedi tu se sono disponibili altrimenti
niente…”.
Nella stessa giornata (3.9.08) Stolder con la sua utenza (sempre la
366 ...) alle ore 14:02 (telefonata n. 289) contatta Silvio
presentandosi come “lo zio” per chiedergli cosa abbia fatto. L’uomo
risponde “prima siamo passati da lì….c’erano i nipoti vostri e ci
hanno detto che non ci stavate….eravate uscito…”. Stolder afferma
“no …sto aspettando….sto aspettando in quanto mi ha chiamato
l’amico nostro…no…sta uscendo quella cosa…hai capito com’è”.
L’uomo risponde “ora vado da lui…da quel compagno nostro
…bassino lì….da quel parente nostro…. che sta lì sopra ..lì…”.
Stolder afferma “e vabbè … caso mai anche se devo venire io a
qualche parte non c’è problema … mi vieni a prendere e ce ne
andiamo…” ed insiste “è una cosa importante…capito … si fa una
brutta figura hai capito com’è…questo è il problema”. L’uomo
comprende “mo vado subito da lui e glielo vado a dire va bene?”.
Stolder continua “io ho dovuto chiamare addirittura da un numero
privato…capito?”. L’uomo risponde “ho capito…ma noi prima siamo
passati, i nipoti vostri hanno detto che non ci stavate….ve l’ho
detto….ora passo un attimo da lui allora….ho capito…allora ora
passo un attimo da lui zio…va bene?”. Stolder “aspetto” e l’uomo
“va bene…poi vengo da vicino …vengo”. Stolder ripete “va bene ok
…aspetto …anche se devo venire a qualche parte vengo io… dico se
è il caso…mi vieni a prendere e ce ne andiamo….vengo a qualsiasi
posto”.
In serata alle ore 21:41 si intercetta sempre sulla utenza sopra
indicata la telefonata n. 299 quando La Manna contatta Stolder il
quale gli riferisce “è venuto sbarbato…no”. La Manna “si ho
visto….poco fa mi hai chiamato tu?”. Stolder conferma. La Manna
osserva “si lo so ma lì non conviene nessuna parte” e Stolder
continua “te l’ho lasciato anche sulla segreteria…ti avevo lasciato…”.
La Manna commenta “si te l’ho detto che ti chiamavo io….perché
su quello te l’ho detto…” Stolder allora “ti volevo dire … io o ti do il
numero … mi ha dato il suo numero nuovo no…. e che lui vuol
sapere come regolarsi”. La Manna chiede “a Palermo?” e Stolder
“sia lì… che là, le due cose che mi hai detto…”. La Manna “non ne
hanno parlato loro…. si sono visti di persona….vabbè dammi il
numero che lo chiamo”, ma poi concordano che è meglio se Stolder
fa contattare il La Manna sulla utenza dalla quale ora sta parlando.
Così alle ore 21:43 si intercetta, sempre sulla medesima utenza
dello Stolder, la telefonata n. 300 diretta all’uomo individuato nel
Silvio delle precedenti conversazioni al quale Stolder dice “mi fai la
cortesia lo chiami al numero che hai?” ed aggiunge “il numero
dell’amico nostro di giù”. Silvio risponde “va bene …il numero che
ha …”. Stolder ripete “il numero che hai tu…finale…inc…. poi, mi fai
sapere”.
Alle ore 22:33 Stolder richiama Silvio (telefonata n. 301 del 3.9.08)
per sapere se siano riusciti a mettersi in contatto. Silvio risponde
“se non mi sbaglio si è sentito….” e precisa “io mi sono dovuto
spostare un momento a Ponticelli…però si è sentito con l’amico
nostro…..se non mi sbaglio…si vedono per domani….domani
sera…”. Stolder osserva “quella è una cosa importante … è una cosa
di linearità, di serietà…solo questo poi il resto”. Silvio ripete
“no…no…quando voi avete staccato…lui subito ha chiamato e lui
subito ha risposto là”. Stolder precisa “quello sta attaccato
appositamente per farsi sentire no”. Silvio racconta “e quello subito
si sono messi a parlare …hanno parlato una decina di
minuti….insieme….poi si sono dovuti spostare un attimo dallo zio a
Ponticelli….”.
In sintesi sino al 3.9.08 gli investigatori attraverso le intercettazioni
hanno potuto verificare che:
- vi è stato, con la intermediazione di Stolder e di La Manna, un
incontro a Palermo tra Marco (persona per conto della quale Silvio
fa da interlocutore con Stolder), Gennaro e una ragazza (che La
Manna indica come la moglie di Marco);
- all’esito di tale incontro, Marco ha preso contatti con una persona
siciliana e la trattativa si è conclusa felicemente motivo per il quale
occorre concordare le modalità di pagamento e di consegna, ma i
napoletani non si sono fatti sentire e ciò allarma La Manna che ha
fatto da tramite con i siciliani e che si rivolge per spiegazioni a
Stolder che ha fatto da intermediario per i napoletani;
- dopo diverse telefonate di sollecito finalmente Silvio comunica a
Stolder che il contatto è stato ripreso. Si sottolinea che
l’interlocutore di Stolder viene chiamato per nome una sola volta
nel corso della telefonata n. 350 del 20.8.08 intercettata sulla
utenza 331... e poi viene individuato dalla voce e dal contenuto
delle conversazioni lette in sequenza.
E’ in questo contesto che assume valore la perquisizione effettuata
presso l’abitazione di Esposito Simona (vedova di Vitale Vincenzo)
mentre è in compagnia di Boccia Marco in data 06.09.2008, svolta
a seguito di indagini della 6° Sezione della Squadra Mobile di Napoli
ed all’esito della quale i predetti sono tratti in arresto perché trovati
in possesso di una pistola calibro 7,65 con matricola punzonata
completa di caricatore contenente 6 cartucce; 23 cartucce calibro
38 special; 2 cartucce calibro 7,65 parabellum; 6 involucri
contenenti complessivamente grammi 578,71 di cocaina allo stato
quasi puro; materiale per il taglio ed il confezionamento della
sostanza stupefacente; la somma contante di euro 3250,00 (cfr.
verbale allegato 12F alla segnalazione della DIA).
Va sottolineato che alla perquisizione risulta presente altresì Girone
Gennaro, il quale viene controllato in data 8.9.08 in compagnia del
siciliano Castiglia Giuseppe.
Durante la perquisizione sopra indicata viene altresì rivenuto un
appunto con il seguente contenuto: “Marco caro ieri ha telefonato
Mimmo ha detto i suoi amici - che si stanno interessando del tuo
problema recupero su li ha rincontrati a Milano - loro scendono a
(PA) dal 30 luglio sono disponibili lì per questo recupero per cui
questo è il numero di Mimmo 366 ...– 366 ... – chiama e conferma
l’appuntamento a (PA) con lui e i suoi amici”.
Orbene la utenza 366 ... è proprio quella in uso al La Manna
Domenico nelle telefonate con lo Stolder sopra indicate, il quale a
sua volta usa la utenza dedicata a tale contatto ovvero la 366 ...
(numero in sequenza con il numero della utenza del La Manna, a
conferma della contiguità tra i due soggetti).
Vi sono quindi elementi concreti per ritenere che il Silvio delle
telefonate sia da identificare in Rigotti Silvio, a sua volta oggetto di
indagini da parte della Squadra Mobile perché in contatto con
Boccia Marco (figlio naturale di Raffaele Cutolo), e che sia proprio
Boccia lo sbarbato che si è recato a Palermo con la donna e con
Gennaro (Girone) e che il Manna ha presentato ai suoi amici
siciliani. Quale sia l’oggetto degli affari trattati dal Boccia e
dell’acquisto che il medesimo deve effettuare è rivelato dal
sequestro della cocaina.
Ciò rende chiari i motivi per i quali il La Manna è sempre molto
cauto nel parlare al telefono e quando è costretto a dire qualcosa in
più usa l’accortezza di fare riferimento all’acquisto di una casa,
anche se poi, di fronte alle domande dello Stolder, ribadisce che è
meglio che gli interessati ne parlino di persona.
E’ altresì evidente che vi sono problemi di “recupero credito” non
avendo rispettato l’impegno di pagamento e non essendo per
questo motivo conclusa la transazione sulla quale i “siciliani”
avevano comunque concluso un accordo che deve essere rispettato.
Ma a confermare ulteriormente tali conclusioni sono le
intercettazioni immediatamente successive all’arresto di Boccia
Marco e di Esposito Simona tra Stolder Raffaele e La Manna
Domenico. E valga il vero:
- telefonata n.317 ore 19:57 del 07.09.2008 utenza 366 ... quando
La Manna contatta Stolder e gli dice “ascolta …dunque..io….fratello,
io i ragazzi ho provato a chiamarli, ma non li ho trovati…dice che
sono andati giù …ma non hanno trovato quella persona….perché
erano, un poco, seccati…. Io ho detto perché scusa….perché non
hanno chiamato me….allora io, adesso, ci sto mandando un’altra
persona….subito….in quanto noi quando prendiamo impegni noi li
dobbiamo portare alla fine ….non è che facciamo queste
figure…sicuramente ci sarà stato un disguido!! …ora, una persona
sta scendendo, parte domani mattina e nel pomeriggio è giù da
voi… tu ..al tuo parente, hai come rintracciarlo?”. Stolder riferisce
“ora cerco di rintracciarlo….vedi che questo, però, …ha avuto un
problema ...ha avuto….ha avuto, proprio un problema …sta…”. La
Manna chiede “ma è rintracciabile o no?” e Stolder risponde “lui,
adesso, no …l’altro amico suo, penso di si … provo a chiamarlo e
poi ti faccio sapere…. perché a lui lo hanno spedito”. La Manna si
mostra incredulo “ah …ho capito?” e Stolder è costretto a dire
apertamente “è stato arrestato”. La Manna chiede “e per che cosa
non si sa?”. Stolder risponde “no … ho visto sul giornale…che lo
hanno arrestato…ma….”. La Manna si preoccupa “ma è una cosa
grave?” e Stolder risponde di no. La Manna conclude “allora, fa una
cosa, ti mando direttamente il numero a quell’amico mio….è un
fratello come noi….ora facciamo una cosa….io te lo mando
giù….aspetta che ti do il suo…”. Stolder lo blocca “aspetta un
attimo…adesso voglio vedere una cosa…..voglio vedere prima se
trovo a questo … hai capito com’è?”. La Manna si
raccomanda “chiamami dopo mezzanotte, caso mai… perché io, sto
uscendo ed il telefono lo lascio….va bene?” e poi chiede “ma a quel
Gennaro pure lo hanno arrestato?…. a quel Gennaro, il suo
compagno, pure lo arrestarono?”. Stolder risponde “no..no…solo a
lui”. La Manna quindi propone “allora, vedi di rintracciare a quel
Gennaro”, ma Stolder afferma “no, io a quello non lo rintraccio… io
rintraccio solo quell’altro suo amico….ho solo il numero di quell’altro
suo amico…”. La Manna osserva “va bene! Allora, tramite l’altro
amico suo,….. rintracciamo Gennaro no?….”. Stolder risponde
“penso di si…” e poi chiede “e, poi, che cosa gli dico?”. La Manna
“gli dici che sta scendendo una persona, che si deve incontrare con
voi….va bene?”. Stolder propone di far chiamare direttamente il La
Manna, che chiede “su questo numero?…. fammi chiamare….”.
Stolder lo blocca “aspetta un attimo, dammi il tempo che chiamo a
questo….subito”;
- telefonata n. 318 ore 20:01 (sempre del 7.9.08) sulla stessa
utenza dello Stolder che chiama l’uomo identificato in Silvio sempre
presentandosi come lo zio e dicendo “mi dispiace di quanto è
capitato…vediamo un poco il da farsi….ti volevo dire no …. mi ha
chiamato il nostro amico…no ….mi ha detto così….”. L’interlocutore
lo blocca subito “ci vediamo da vicino”. Stolder sollecita “se vieni
subito…perché dovremmo chiamarlo un momento a questo”.
L’uomo chiede “un quarto d’ora …venti minuti” e precisa di non
avere il numero di telefono ripetendo “ci vediamo noi da vicino va
bene?”. Stolder acconsente “va bene …mo glielo dico”;
- telefonata n. 812 ore 20:06 (sempre dello stesso giorno)
intercettata sulla utenza pure monitorata dello Stolder, ovvero la
331..., che viene usata stavolta per chiamare La Manna al quale
comunica “io l’ho trovato…lui è molto meticoloso … mi ha detto zio
vengo da vicino e vengo tra 15 - 20 minuti…preferisco venire da
vicino…”. La Manna intanto ha elaborato un piano “tu domani a
pranzo….. io ti do un numero…te lo mando da questa persona a
pranzo..e tipo…quello di Catania…. quell’amico nostro che tu
conosci…e lo metti in contatto con lui…..no perché è per la storia di
Palermo scusa…”. Stolder ribatte “ho capito…ma io preferivo
aspettare che questo viene per vedere…come fare… perché voglio
vedere lui che disponibilità hanno ….non lo so io…”. La Manna
insiste “va bene si però poiché con lui questo ragazzo aveva anche
un impegno hai capito…quindi tu organizza un appuntamento e mi
dici dove mandarlo…quello quando viene ….più tardi a che ora?”.
Poi accetta di aspettare venti minuti la telefonata della persona
rintracciata dallo Stolder e quindi porta con sé il cellulare;
- telefonata n.813 ore 22:00 (ancora del 7.9.08) intercettata sulla
utenza 331 ... quando Stolder ricontatta Silvio per rimproverarlo
essendo passati ben più dei venti minuti “che hai fatto”.
L’interlocutore “uè zio mi ha chiamato un momento la parente…eh”.
Stolder “no ..perché io avevo un attimo appuntamento con…..con
quello là…con quello là di giù no …perché caso mai lo
chiami…perché lui ha detto così….è nato …. è nato un equivoco
praticamente e non si sono incontrati…”. L’uomo risponde di saperlo
e Stolder continua “eh …e però….mi ha detto che però non ci
stanno problemi in quanto avrebbe provveduto….provvedeva
diversamente ..no.. capito?…. e mo come vogliamo fare?”. L’uomo
risponde “o più tardi…o vengo domani mattina….sicuro…..perché sto
facendo certi servizi alla parente”. Silvio dice di non avere il numero
di telefono della persona in contatto con lo Stolder il quale insiste “e
se passi io te …. perché lui adesso si è portato il telefono … ma
questo è mo per farvi chiudere questa storia….capito com’è?”. Silvio
ribatte “e mo vedo…se…. E mo chiamo un attimo a quell’altro là e
vedo se….perche quello se non mi sbaglio ce l’ha là”. Stolder a
scanso di equivoci dice “finisce con 154….”. Silvio “vabbè adesso
chiamo quell’altra persona…”. Stolder ripete “perché lui se lo è
portato con lui il telefono appositamente …perché ha detto
così…che rimedia …che ci sta la persona che scende e risolve sto
problema insomma…”. Silvio afferma “va bene adesso chiamiamo a
quell’altro parente nostro”;- telefonata n. 322 ore 23:44 (sempre
del 7.9.08) intercettata sulla utenza 366 ... che viene usata dallo
Stolder per chiamare il La Manna e riferirgli del colloquio avuto con
il ragazzo “l’ho chiamato e gli ho detto ….guarda che devi venire…e
lui mi ha detto che non poteva venire in quanto stava vedendo il
fatto per questa…la moglie … la famiglia di questa…sta facendo un
servizio per la ragazza….e mi ha detto che avrebbe cercato il
numero per chiamarti….perché non gliel’ho voluto dare per
telefono hai capito com’è?”. La Manna concorda “ho capito..hai fatto
bene….no ma questo qua gli devi dare…casomai ... casomai questo
numero”. La Manna riferisce “comunque senti domani….ad ora di
pranzo arriva sta persona…lì giù da te….che ti deve portare degli
indirizzi dove loro si devono rivolgere” e poi aggiunge “al limite io lo
do a te l’indirizzo…che dici?… è un amico poi lo conosci poi vedi….”.
Stolder acconsente, ma non è molto convinto tanto vero che
propone di dargli il numero del ragazzo “così tu lo chiami”. Quindi lo
detta “366 … 38501”, ma si ferma osservando “ma no…questo è il
tuo però” e quindi cerca la utenza giusta “366 ...”. La Manna chiede
“come si chiama ?” e Stolder risponde “si chiama come il
Cavaliere”. La Manna dice che si presenterà come “l’amico di
Marco”. Stolder lo corregge “gli devi dire che l’ho chiamato per lo
zio…..gli devi dire ..lo zio sta aspettando una telefonata….mi ha
dato il numero direttamente…poi mi richiami?”. La Manna risponde
che lo richiamerà ed aggiunge “no perché c’è questo qua che
arriva…e quindi ci dobbiamo…”. Stolder afferma “e perciò sto
facendo questo..altrimenti me la vedevo io…il mio problema è che
questo qua non lo ritrovo…hai capito com’è….va a finire che non lo
trovo, domani…allora è meglio avere la certezza di trovarlo
adesso…”. La Manna conclude “va bene allora provo a chiamarlo
adesso … semmai ti richiamo…al limite aspettiamo domani…al
limite questo qui deve scendere deve portare degli indirizzi…al
limite te li lascia a te o ci mandi a qualcuno hai capito?”. Stolder
mostra rincrescimento per gli imprevisti e La Manna risponde “ma
figurati fratello mi dispiace per lui…. Speriamo che fa, in fretta….” E
chiede “ma coso che ha combinato lì… ma è seccante…la cosa che
lo hanno preso è seccante?…”. Stolder risponde “eh! un poco si!…un
poco….insomma…”;
- telefonata n. 323 ore 23:57 del 7.09.2008 intercettata sulla
utenza 366 ... sulla quale arriva allo Stolder la comunicazione del
La Manna “apposto l’ho sentito..gli ho dato il numero di telefono di
quell’altro la e si mettono in contatto loro…va bene?” e sempre La
Manna aggiunge “poi noi con calma ci vediamo…va bene?”. Stolder
chiede quale numero di telefono porterà, ma La Manna ribatte “io
vengo direttamente..non c’è problema”. Stolder allora precisa “no,
dico lui che scende, …ce l’ha il mio numero ….questo amico….?”. La
Manna risponde “non ce l’ha il tuo numero…gli ho dato il numero di
questo qua …è meglio, per ora, evitare…viene in via del tutto
eccezionale” e Stolder “non c’è problema, te l’ho detto, era solo per
chiudere questa storia….hai capito?”. La Manna commenta
l’accaduto “ma, poi, non ho capito, sono andati giù e non hanno
trovato a nessuno, ma a me mi pare strana sta cosa … boh … ma,
poi, non mi hanno chiamato più…scusa…erano giù ..ma perché non
mi hanno chiamato a me, scusa….io, il telefono ce l’ho sempre
acceso…. mi raccomando, chiamami per qualsiasi cosa…poi mi
hanno detto che li hanno beccati in autostrada, si è incontrato con
un amico mio che era pure là e mi ha detto che non aveva trovato
nessuno….allora è andato a Milano…l’ho fatto parlare con chi
doveva parlare per riprendere l’appuntamento a Palermo…. Va bè
però penso che in settimana scendono a Palermo….con calma”.
Stolder dal canto suo commenta che lui stesso vorrebbe capire
meglio e per questo avrebbe voluto parlare con il “soggetto che
scende” e poi, dopo aver ascoltato il compagno, conclude “ma, a
me, sembrano mille anni che si leva sta storia di mezzo…. vai per
fare un favore…no”. La Manna aggiunge “lo dobbiamo portare a
termine…poi specialmente ora….” e Stolder ribatte “questo è il
nostro modo di fare …però hai capito o no…bisogna vedere pure …a
volte..a volte è meglio lasciare perdere…..”.
La Manna continua “ormai ci siamo presi un impegno…e
quindi…siccome si sono smosse delle persone è giusto che ora ci
vadano…e concludano.. sta transazione….hai capito?”. Stolder
osserva “in particolare che è capitato sto problema a questo..no…”
e La Manna “e questo mi dispiace ….quindi a maggiore ragione
dobbiamo concludere questa cosa….”. Concordano di risentirsi
appena avranno “risolto” la situazione e La Manna sul punto
commenta “che poi dobbiamo vedere che caso mai cambiamo il
telefono…” trovando Stolder assolutamente d’accordo “eh ..ma
questo senz’altro per forza”. Poi sempre Stolder si raccomanda
“però fammi sapere….fammi sapere se è il caso…dai il numero a
questo amico…perché se scende lo ospito io non c’è problema…”. La
Manna specifica che il soggetto “è di passaggio” e comunque gli
farà sapere;
- telefonata n. 31 ore 11:29 del 12.09.2008 intercettata sulla
utenza 338 .... in uso a Castiglia Giuseppe (una delle due
monitorate con decreto 3879/08) che, contattato dal La Manna, lo
rimprovera per non essere riuscito a mettersi in contatto prima “ma
sempre che dormi…”. La Manna ribatte “e no ... non ho campo”.
L’uomo continua “ho chiamato anche in ufficio…ma dov’è il
direttore….ma sempre che dorme….” e La Manna precisa “sono
rientrato da Milano ieri….”. L’uomo chiede “l’hai ricevuto il
messaggio?” e quindi spiega di essere andato a trovare un amico,
di aver raggiunto un accordo “e ci siamo scesi un poco di ceramica
di Caltagirone” aggiungendo “io sono quasi arrivato…. Vedo la
situazione e poi riparto… stavolta, se faccio in tempo, passo da te
così prendiamo un caffè…..anche perché ti devo parlare”. La Manna
precisa “se hai qualche problema vai da mio zio”;
- telefonata n. 67 ore 20:48 sempre del 12.09.2008 quando il La
Manna contatta Pippo (Castiglia) e commenta con lui l’incontro con i
napoletani. La Manna chiede “me l’hai salutato il picciotto?…. mi
conosce quello?….. quello bassino è …”. Pippo risponde in maniera
affermativa e spiega “no poi quello mi ha portato da
Massimo…..capito?…e Massimo…..”. La Manna lo interrompe
bruscamente alzando la voce mentre Pippo sta per dire da chi lo
aveva accompagnato Massimo e chiude il punto “…va bene….va
bene … a Massimo, me lo hai salutato?”. Pippo risponde “certo che
te l’ho salutato…io ci dissi io sono un fratello….ci dissi…. Gli dissi di
Mimmo …di Franco…”. La Manna riferisce di essere molto amico del
padre di Massimo e Pippo “ah va bene allora domani gli dico di
salutartelo”. Pippo continua a raccontare “io a mezzogiorno mi vedo
con loro…. E poi cerco di venire da te….oh minchia mi è costato
2000 euro… per girare….”. La Manna “e fatti dare i piccioli non ho
capito … scusa”. Pippo risponde “poi me li faccio dare dai napoletani
non ti preoccupare”;
telefonata n. 79 ore 12:10 del 13.09.2008 sempre sulla utenza di
Pippo che riceve una telefonata da tale Gennaro e gli chiede
“Gennaro….allora? …Gaspare, è qui vicino a me…puoi parlare
tranquillamente….allora lui dice ... lui dice che riguardo le scarpe …
voi non gli avete mandato niente…né scarpe né niente…aspetta, un
attimo, che mi avvicino qua…eh! …che lui non sa niente…che te li
deve dare il Biondo dice … poi, dice: ma, Enzo chi? e dice … il
Porcello … quello di Scampia ….io non lo so se lo chiamano il
Porcello…”. Gennaro risponde di si (i verbalizzanti annotato che
Girone Gennaro è soprannominato il Porcello). Pippo continua “ora
sai cosa faccio…te lo passo…” ma Gennaro ribatte “no allora …qua
non ci sta niente da passare…questo sta portando negativa….si sta
portando negativa…. E ti do la mia parola d’onore…la parola d’onore
te la do io che questo sta portando negativa … perché gli impegni
che si era preso…li sa bene gli impegni che si era preso….a parte il
Biondo … ma lui sa bene l’impegno che si era preso…”. Pippo
risponde “ma lui dice che aveva un impegno per 40mila euro…” e
Gennaro precisa “46…più una casa..una casa che lui ci ha portato a
vedere e lui ci ha detto scegliete quale volete…”. Pippo chiede “la
casa o il magazzino…” e Gennaro “la casa…la casa…” ed aggiunge “il
resto è del biondo….ed allora… la casa è l’impegno che si è preso
lui”. Pippo chiede “ah! ..ah!…ma tu i 176 da chi li dovevi
prendere?”. Gennaro “allora, i 176… il nostro amico li ha calcolati
per la casa…perché disse che la casa disse che la doveva vendere
lui…non la dovevamo vendere noi” e continua “allora, se lui
vendeva la casa…dal ricavato della casa …rimanevano 130 mila
euro…perché lui la casa l’ha valutata 210…ottanta c’erano di mutuo
sopra…la casa restava 130mila…mo, quando andammo a parlare
con il nostro amico, …disse il nostro amico, allora la casa se la
vende lui …il mutuo se lo paga lui… a voi vi da solo i soldi….queste
sono le parole…”. Pippo chiede “e l’amico chi era?…. che ha parlato
per queste cose?…Franco…”. Gennaro risponde “e lo sa, il nostro
amico di fuori …si, stava anche Franco davanti….”; chiarisce che
presenti all’accordo “stavamo io, Marco, Mimmo e c’era il nostro
amico bassino…. e lui disse queste parole”. Pippo sentito ciò
afferma “allora te lo passo un attimo…un minuto…..tanto e’
tranquillo il telefono”. Il telefono passa a Gaspare al quale Pippo
raccomanda di stare tranquillo (“Gaspare …ti vuole
salutare….tranquillo”). Gennaro anzitutto si scusa “mi dispiace solo
che non posso scendere …altrimenti stavo pure io …in quanto è
morto mio suocero e non sono potuto scendere” e poi arriva alla
questione “allora, Gaspare …qua nessuno sta chiedendo niente di
più…solo l’impegno che tu ti sei preso….l’impegno della casa, che ci
hai portato a vedere…”. Gaspare nega “ma quando mai non dire
bugie….quattro sei … l’impegno che mi sono preso io, è 4 e 6…”.
Gennaro insiste “più la casa che ci hai portato a vedere…non ce la
possiamo inventare”. Gaspare conclude “qua ci sono delle persone
..le chiamiamo e vediamo se è come di tu o no”. Ritorna il telefono
a Pippo al quale Gennaro dice “allora lui si è preso l’impegno dei 4 e
6…si possono avere questi 4 e 6”. Pippo concorda “va bene allora
gli dico di darvi questi qua”. Gennaro continua “poi riguardo alla
casa la chiariamo questa cosa perché è un bugiardo….mi devi
credere…è bugiardissimo….questo non merita di stare in Sicilia a
questo lo devono cacciare….questo è un bugiardo proprio….solo
l’impegno dei 4 e 6 però li deve mandare adesso….Pippo….li deve
mandare, adesso, perché non voglio aspettare più …sto aspettando
da un anno e mezzo”;
- telefonata n. 80 ore 12:16 del 13.09.2008 sempre sulla
medesima utenza in uso al Castiglia che riceve una chiamata da La
Manna il quale gli riferisce “Pippo…..qua purtroppo ci sono problemi
grossi eh…problemi grossi ….non so in ordine a che cosa…qua,
minchia, ci stanno fermando a tutti …. quindi, noi andiamo lì come
situazione commerciale per sistemare questa cosa a questi e questi
chissà come sono combinati, questi qua di Napoli … quindi dico una
cosa……ma tu sei andato da solo lì?”. Pippo risponde “io sono con
lui….Gaspare dice che non sa nulla e non c’entra nulla”. La Manna
chiede “con lui chi?… con Gennaro …” e Pippo precisa “sono con
Gaspare…”. La Manna ribatte “ma io non li conosco a quelli…ma di
Napoli chi c’è?….”, Pippo risponde “nessuno”. La Manna spiega
“ecco, allora, poiché noi dobbiamo sistemare una situazione
commerciale … tu mi devi fare una gentilezza Pippo…no, gli dici:
…vacci tu, perché sono affari tuoi ….ci deve andare lui …per
questo….per questo ti dico, senti qua, … a Franco lo hanno
fermato…non so perché…lo bloccarono in Questura a te ti
fermarono a Napoli…noi facciamo cose regolari … loro dicono che
avevano dei problemi …non so che genere di attività svolgono …
uno può intercedere, ma fino ad un certo punto, quindi, se loro
hanno problemi….se la sbrigano loro….scendono e se la sbrigano
loro…”. Pippo osserva “ma siccome avete parlato voi l’ultima
volta…” e La Manna “si….ho parlato io …ma non ho detto che
dovevano rompere le scatole a te…eh ..vacci a parlare …perché
non sappiamo come stanno le cose….per questo hai capito?…. allora
ti dico: molla tutto … ci dici …ci fai l’appuntamento…quello lì con la
Golf, l’hai visto tu?”. Pippo ripete che c’è solo Gaspare ma La Manna
specifica che intendeva far riferimento all’appuntamento a Napoli e
Pippo risponde che c’era Gennaro, motivo per il quale La Manna
osserva che il medesimo Gennaro “prende la macchina e
scende…..tanto a noi non interessa niente la cosa Pippo … è una
situazione commerciale e se la devono sbrigare loro…..uno non può
intercedere….ma non può dire vacci tu….tu non ci devi andare”.
Pippo comincia a dire “non per me…”, ma La Manna lo blocca
“no…per me niente…perché io non ci sarei andato…se la devono
sbrigare loro…”. Pippo chiede “allora, non li possiamo favorire
questi amici?” e La Manna risponde “si…..ma se la devono sbrigare
loro”. Pippo “ma come fanno a sbrigarsela loro se non vanno
tramite amicizie?”. La Manna “ma se già l’abbiamo sistemata e
discussa lì sotto Pippo…”. Pippo “qua dicono che non hanno
sistemato niente…vabbè”. La Manna grida “vabbè
…esatto…Pippo….Pippo….. mi devi capire a me! quando
parlo….Pippo” e Pippo “che faccio me ne vado che dici?”. La Manna
risponde “si ci dici … molla tutto… ma se sanno tutto…. Ma
scusa….Pippo…..ma scusa tu ne sai niente della discussione?”.
Pippo che ancora non comprende lo scopo della telefonata risponde
“si…me l’hanno spiegata” e La Manna insiste “si ma la situazione
commerciale …pagamenti…. cosa….. ne sai niente?… no … io
neanche ne so niente, so che hanno un credito giù per
un’attività…non lo so ..di salumi…di profumi…non so neanche che
cazzo è…..quindi tu adesso che ti hanno detto vacci tu….gli dici
no….perché sono cose vostre e ve le dovete sbrigare voi….poi com’è
che non hanno sistemato niente…giù già sanno…che loro sanno i
pagamenti…noi che ne sappiamo….che ci interessa, a noi altri,
..Pippo….”. Pippo osserva “ma siccome che io quando ti ho
incontrato…che mi mandasti tu a Napoli…siamo scesi qui per i
pagamenti…abbiamo girato e non abbiamo avuto nessun
pagamento…vedi che io gli ho detto che hanno girato per un giorno
e se ne sono andati senza pagamento”. La Manna ripete “lo
so…dato che l’appuntamento c’è e tutto è fatto … io non lo
so…..facci l’appuntamento con gli interessati …e piglia e fagliela
sbrigare da questo Gennaro … Pippo, questi sono……. attenzionati
dagli sbirri io non ne voglio sapere niente … Pippo… io lavoro …tu
lavori …e Franco lavora ….hai capito?…..è una cosa che interessa
loro …io la cortesia l’ho fatta…..ora devi fare l’appuntamento… così
ci fermano a tutti lascia stare per ora….”. Pippo è incredulo “ah ah
…addirittura” e La Manna “e si Pippo perché a me mi hanno
fermato a Napoli e non capisco perché…ora ho capito
perché…perché uno fa un favore alla gente…..non sapendo di che
cosa si tratta….”. Pippo chiede “ma a Franco hanno fermato?” e La
Manna “allora niente capisti Pippo?”. Pippo “minchia e che c’entra
quello… mah”. La Manna “tu lo hai chiamato…e quindi anche
tu….chissà che pensano questi…..te lo dico….” e ripete “tu lo hai
chiamato e quelli chissà cosa pensano……non sappiamo di che si
tratta….c’è in mezzo Franco…senti noi abbiamo dato delle…..non so
neanche in che settore…”. Pippo risponde “vabbè ho capito poi ne
parliamo”.La Manna “bravo…bravo….poi lo chiami”. Pippo “mo parlo
con Gaspare …gli faccio dare l’appuntamento e tutte cose…poi ci
andiamo tutti in mezzo”. La Manna si raccomanda “spiegalo anche
a loro …..agli amici miei…..spiegala questa discussione…mettili al
corrente giustamente …. vedi che qua è successo un problema …
fagli l’appuntamento a quello … vediamo di sistemare sta cosa
tranquillamente i pagamenti….saranno affari loro….però”. Pippo
commenta “a me, Franco mi disse di scendere …perché altrimenti
manco scendevo….lo capisti?”. La Manna lo ammonisce “fermati ti
dissi…..basta…..”.
A questa telefonata segue un messaggio testuale (sms) che La
Manna spedisce al Castiglia (intercettazione n. 87 ore 14:57 del
13.09.2008) “Il fermo del nostro amico non centra nulla con noi e
poi non ho mai parlato di cose illecite per tl x cui ci sono rimasto
male xk* e stato lui a mandarmi dall'amico e sistemare x non
mancare alla vostra parola…”
E’ evidente che La Manna è preoccupato per le indagini in corso per
cui da un canto cerca di ridurre eventuali danni in caso di
intercettazione, spiegando a chiunque in ascolto nella ultima
telefonata che lui non sapeva nulla di intese sottostanti tra soggetti
che ha messo in contatto solo per amicizia nei confronti di
entrambi, e dall’altro blocca ogni ulteriore iniziativa dei siciliani in
quanto i napoletani sono sotto controllo della polizia ed avere
contatti con loro a Napoli può coinvolgerli nella indagine.
Il primo a dimostrare che la tesi della estraneità del La Manna è
falsa è proprio il suo interlocutore Pippo, il quale non avendo
compreso la gravità della situazione (ovvero il pericolo di essere
monitorati) ci tiene a sottolineare che proprio La Manna lo aveva
mandato a Napoli per fare in modo di concludere un’intesa tra le
parti e si chiede il perché di questo improvviso cambiamento di
strategia. Ed invero il cambiamento del La Manna è repentino e
netto se confrontato con il tenore delle precedenti conversazioni
con lo Stolder e con la sua disponibilità ad essere presente
all’accordo iniziale in qualità di garante per un’operazione
assolutamente sicura.
La verità è che la vicenda non si è conclusa né rapidamente né per
il verso giusto, tanto vero che i napoletani sono tratti in arresto per
droga, il La Manna ha contezza, sia pure in un momento
successivo, di quanto è stato sequestrato (tra cui il biglietto con la
sua utenza) e trae alcune conclusioni sulla concreta possibilità di
essere stato intercettato, tenuto conto dei controlli subiti da lui, da
Franco a Milano (identificato come si vedrà nel Vallefuoco) e da
Castiglia Giuseppe.
Invero quest’ultimo, suo interlocutore nella telefonata ora
esaminata, è stato sottoposto a controllo da personale del
Commissariato di P.S. Mercato in data 8.9.2008 nei pressi
dell’abitazione di Palazzo Vincenzo mentre era insieme a
Girone Gennaro (il soggetto presente alla perquisizione
nell’abitazione della Esposito e del Boccia), Rigotti Silvio
(identificato nel Silvio interlocutore dello Stolder per conto
del Boccia) e Pilla Ferdinando, legato a Palazzo Vincenzo da
vincoli di parentela.
La Manna non ha assolutamente torto a temere che possano
essere svelati dagli investigatori i traffici illeciti nascosti
dietro una attività apparentemente lecita che giustifica i
viaggi in giro per l’Italia, ma che non giustifica il tenore delle
sue conversazioni con lo Stolder sopra ampiamente riportate
e commentate.
Tali conversazioni sono importanti non solo e non tanto per
la transazione che il Boccia Marco ha concluso con i siciliani,
tra mille problemi e difficoltà, che hanno raggiunto l’apice
con l’arresto del Boccia e della sua compagna, quanto per gli
stretti rapporti che lo Stolder ha con lo Zio siciliano del La Manna, il
suo impegno a operare di intesa con il medesimo La Manna in
relazione ad una serie di attività che vedono come protagonista
anche il Franco di San Marino, residente a Milano, cui si fa
riferimento, sia pure sempre con molta cautela, nelle telefonate.
Peraltro quale sia il tipo di legame esistente tra i soggetti coinvolti
nei vari affari di cui discutono La Manna e Stolder è la stessa
significativa espressione usata dal primo nella telefonata n. 317
utenza 366 ... quando nel fare riferimento ad un soggetto che
invierà a Napoli dice “è un fratello come noi”. Si badi non afferma
che è un commerciante come noi (peraltro lo Stolder appena
scarcerato e da allora costantemente monitorato non risulta svolge
alcuna attività imprenditoriale), ma usa il termine “fratello”, che in
gergo sta a indicare il vincolo di sangue che lega i partecipi alle
organizzazioni di stampo mafioso o camorristico.
In conclusione, tenuto conto di tutti gli elementi sin qui evidenziati,
non vi possono essere dubbi in ordine alla esistenza attuale di un
gruppo, fondato sui vincoli della omertà e della intimidazione,
dedito alla commissione di furti in grande stile, rapine, estorsioni,
riciclaggio e con l’ambizione di estendere la propria operatività ad
altri settori ed in altre regioni.
Tuttavia il quadro indiziario, già grave e poderoso in relazione alle
intercettazioni di carattere generale sulla vita quotidiana del
gruppo, si arricchisce ulteriormente con le verifiche che è stato
possibile compiere in relazione a singole vicende delittuose.
Si tratta di reati fine in relazione ai quali gli investigatori hanno
potuto acquisire elementi concreti circa la individuazione della
condotta programmata (e realizzata quanto meno a livello di
tentativo) ed hanno potuto individuare le individuali responsabilità
consentendo in tal modo al P.M. di formulare specifiche
contestazioni.
La rapina alla Banca Unicredit ed i connessi reati di armi. Capi B e
B2 contestati a Marotta Salvatore
In data 25.01.2008 attraverso la rete fognaria alcuni soggetti
riescono ad accedere ai locali della Banca Unicredit, agenzia di
Napoli, Piazza Medaglie d’Oro n.32.
La vicenda è oggetto di denuncia presentata nella medesima data
presso il Comando Cc. Vomero dal direttore dell’Istituto di credito,
Sora Francesco, il quale racconta che i soggetti, mediante minaccia
con armi, ingiungevano a lui ed al cassiere di aprire la cassaforte e,
dal momento che loro rappresentavano difficoltà, li
schiaffeggiavano. Il Sora indica che i soggetti utilizzavano radio
trasmittenti, tute blu impermeabili, passamontagna e uno di loro,
nel momento in cui il responsabile di sala portò la chiave per aprire
il bancomat, con notevole accento napoletano aveva detto “Ah,
finalmente….ce la sognavamo la notte questa chiave”.
I rapinatori riuscivano ad impossessarsi della somma di euro
393.909,41 a seguito dell’apertura automatica delle casseforti,
tenendo nel frattempo il personale sotto minaccia di pistole del tipo
semiautomatico.
Il reato risulta commesso in epoca anteriore alla scarcerazione dello
Stolder e tuttavia costituisce oggetto di una conversazione
ambientale e precisamente se ne parla nel corso della lunga
intercettazione n. 199 ore 16:39 del 30.05.2008 quando
nell’abitazione di Stolder Raffaele Marotta Salvatore, individuato
dalla voce, fa riferimento alla dinamica di una rapina, da lui
perpetrata, in una banca ed in particolare ricorda: “ …lo sai…la
cassa delle banche, come fa, quando si sblocca?... fa din din
din...din...din ... io gli dissi: apri immediatamente questa cosa ...
piglia la chiave ... piglia la chiave... …gli dissi: …tu, a questi qua ti
puoi fare … non a me... - …apri immediatamente …. Si è sbloccata
la cassa … Apri... pigliò la chiave e lui mi disse: ma ci manca
quell'altra chiave … chiama il vice direttore… chi è quello?
..dissi…venne e gli dissi: l'altra chiave? e lui mi disse: …ce l'ho nella
cassa …. gli diedi uno schiaffo!!! …lo buttai nel muro …tu ti fai a
questi scemi, vedi? …non a me … io gli dissi … e mi presi tutti i soldi
e me ne andai”. Il contesto nel quale avviene questo racconto è
proprio quelle delle rapine perpetrate entrando nelle banche
attraverso le fogne ed invero lo stesso Stolder dopo aver parlato del
percorso da compiere, afferma “tu, ti ricordi quando bucammo alla
banca dell'Agricoltura? …sta ancora quello che rubava nel bancone
nell'orefice”. Salvatore Marotta commenta “comunque non andiamo
agli Orefici, non scherzare proprio negli orefici, già quando ci sono
le donne a me non piace, mi piacciono gli uomini! Dimmi quello che
vuoi tu, ma quando mi sono capitate le donne, ho dovuto sempre
spaccare, sempre per forza, la testa per farle stare zitte!! Hai
capito? Appena mi mandano uno strillo, mi mandano in ansia
…..allora, tà! E, non le faccio parlare più! Hai capito che faccio...”.
Nello stesso contesto Stolder racconta una serie di colpi che in
passato ha fatto con la collaborazione di persone che montavano le
casseforti e con delle guardie giurate che lavoravano presso le
gioiellerie.
Il racconto di Marotta coincide con le modalità della rapina
denunciata dal direttore dell’agenzia Unicredit e risulta elemento di
accusa significativo ove si tenga conto che la esplicita ammissione
di avervi partecipato viene resa dal Marotta proprio mentre si sta
organizzando un altro “colpo” con modalità analoghe (cfr. si veda
l’intero contenuto dell’ambientale n. 199 riportata nella parte
generale sul reato associativo).
Si deve pertanto concludere per la sussistenza dei gravi indizi in
ordine alla sussistenza dei reati di rapina aggravata e di porto e
detenzione di armi come accertati dai Cc. Vomero e dalla denuncia
presentata dal Sora, nonché in ordine alla responsabilità personale
del Marotta Salvatore che ha confessato la sua partecipazione.
Il tentato furto aggravato ai danni di M. B.. Capo C contestato a
Stolder Raffaele, Colurciello Salvatore, Di Mauro Antonio, Improta
Giuseppe, Quinzio Nicola, Ferriero Patrizia.
Già dal maggio 2008 si intercettano, sempre presso l’abitazione
della famiglia Stolder, significative ambientali relative in maniera
specifica alla pianificazione di un furto presso l’abitazione di una
famiglia residente ai Colli Aminei.
Queste le conversazioni rilevanti:
- ambientale n. 15 del 23.05.2008 ore 17:49 quando alla pos.
05.33 Stolder Raffaele rivolto a tale Enzo (non identificato) afferma
“tengo la sensazione che se ne va quello dei Colli Aminei ... ma
chissà perchè .... ma tengo la sensazione che se ne va anche
quello”. Enzo risponde “eh! Ora andiamo a fare un giro anche lì
sopra”. Stolder continua “se quello se ne va, si deve acchiappare a
Giannino, altrimenti lo facciamo una chiavica ... ora deve venire
...ora ci dobbiamo smontare la mascatura, .....perchè secondo me,
a tenere la chiave della cassaforte, ci conviene...”;
- ambientale n. 16 sempre del 23.05.2008 ore 18:35 quando
Stolder dice ai presenti che vuole uscire per andare fare un
sopralluogo ai Colli Aminei e ancora aggiunge che vuole controllare
se ci sono i proprietari perchè lui ha saputo che devono partire
“andiamo a vedere se sono partiti... quelli dovevano partire oggi o
domani? .... mo’ vediamo....sicuramente il ponte che mo’ viene,
dalla settimana prossima se ne vanno sicuro... ora andiamo a
vedere se questi ci stanno ...te la devi portare appresso stasera
…....la cosa buona, sai quale sarebbe? ...quella di andare ad urto...
pigliare tutti i ferri... li montiamo e tutto coso ... se quello non ci
sta, entriamo proprio dentro....lì ci presentiamo con un vestito....”.
Un interlocutore interviene “ti serve qualche vestito? perchè io un
vestito c'è l'ho!”. Interviene Enzo (individuato come il precedente
interlocutore della ambientale n. 15) per dire “me lo dai a me un
vestito, perchè io il vestito non c'è l'ho....vanno bene queste
scarpe qua? ....allora lo dai a me il vestito”. I presenti parlano di
serrature e Stolder Raffaele fa il nome di M. B.;
- ambientale n. 17 sempre del 23.5.2008 ore 19:25 quando sono
individuate le voci di Stolder Raffaele, Marotta Salvatore e il
predetto Enzo. Stolder programma “io mi metto sopra il 50cc, con il
casco, con la giacca, tutto così, mi piglio il mister di Giannino, la
vesparella sua... e, voi state con la 500”. Enzo cerca di dissuaderlo
ad andare con loro “tu, è meglio che non vieni proprio”, ma Stolder
insiste “io, devo andare a vedere una cosa ...devo andare a
vedere...” ed aggiunge “perchè se non ci sono, io apro e vado
dentro...”. Enzo ribatte “ed io, vengo dietro di te” e poi nel corso
del colloquio aggiunge “se tu ti vuoi prendere tutto, tu da lì sopra
non mi fai uscire, perchè io mi prendo anche la roba antica, te lo
dico già da adesso...” Stolder a sua volta “insomma, quello che
tengono... qualche quadro lo tengono ... hanno qualche orologio
antico... ma non ha assai roba ...non è...la casa, non è grossa
assai........comunque, noi la roba antica la sappiamo vedere ... la
cosa più importante sai qual’è? aprendo, se ci stanno le chiavi, in
punta di piedi, apriamo la cassaforte ed in quel caso interveniamo
io e Giannino, perchè si tratta del bottino più grosso... e, poi,
un’altra casa non va lasciata, perchè se quello non ci sta, quello a
fianco ci dobbiamo fare ... anche a quello perchè, altrimenti, dice:
com'è a pà ed a mio fratello si ed a me no...no … Perchè, poi, quelli
possono pensare che quello ha dato la base...”. I presenti ridono
alla battuta dello Stolder ed Enzo dice “quello, quello giù, pure ha
parecchia roba....”. Stolder continua “poi è importante … perchè
quello così da quello giù non c'è stato e, quindi, questa è stata una
batteria che ha fatto completo e, quindi,... hai capito o no?
...quindi, tuteliamo anche a quello che ci ha fatto vedere...”.
Stolder dice che si vestirà ed Enzo “allora, io non ho capito … tu
adesso, sali sopra ed io devo aspettare giù?”. Stolder risponde “se
quello non c'è ..dobbiamo aprire per forza ... perchè se non ci sta
...non ci sta no?”. Enzo ribatte “io è meglio che non vengo proprio,
quando sono questi fatti... perchè, quando io non salgo da una
parte, mi fai stare solo male”. Poi Enzo dice “mi sono dimenticato i
guanti di lattice... me li devo comprare...” e Stolder “ora ce li
andiamo a prendere, un attimo, alla farmacia...li andiamo a
prendere alla farmacia, un minuto...” e dà incarico a qualcuno di
comprarne un pacco intero. Stolder chiede quindi le chiavi del
motorino che si trova nel garage ed è in questo momento che i
verbalizzanti individuano la voce di Marotta Salvatore che
commenta la struttura di una serratura, mentre Stolder parla di
bombole. Marotta commenta ridendo: “...prove tecniche”.
Stolder si dice convinto che non ci sia e propone di mettere una
fischer vicino alla porta (una sorta di tassello). Qualcuno parla
anche di una pistola. Stolder chiede se bisogna andare per la
tangenziale o per fuori e gli interlocutori gli rispondono “per fuori” e
quindi i presenti discutono delle modalità con le quali trasportare
l'attrezzatura da utilizzare;
- ambientale n. 18 ancora del 23.05.2008 ore 21:58:26 quando
Stolder riferisce a chi è presente che gli altri sono andati a fare un
sopralluogo sul luogo del furto. Nel corso della conversazione
commenta che a lui “i panni vecchi” gli servono per lavorare,
perchè altrimenti deve vestire in modo da non essere notato. Egli
quindi osserva che probabilmente sarebbe stato opportuno seguire
le vittime per vedere dove parcheggiava l’auto. Alla pos 23.37
squilla il citofono e Raffaele dopo qualche minuto dice “sono loro ...
ci stanno”. Un soggetto sale in casa e spiega a Stolder le difficoltà
riscontrate per poter entrare, della presenza di un cane e di un
guardiano, nonché delle persone presenti. Il medesimo soggetto
propone di tentare nel pomeriggio del giorno dopo. Alla discussione
partecipa Ferriero Patrizia la quale osserva “...ma perchè la
mattina, non va bene?”. L’uomo risponde che nel pomeriggio il
parco è chiuso e la Ferriero insiste “va bene ma anche la mattina
sta chiuso il parco?”. Stolder propone di agire alle tre del
pomeriggio per poter poi riprovare la sera. L’uomo intanto afferma
“andiamo un'altra volta, aspettiamo il momento buono e facciamolo
stasera”.
I presenti, tra cui la Ferriero, discutono dello stato dei luoghi e
parlano in particolare di un piano terra, di un piano superiore e
concordano con la proposta iniziale della Ferriero di incontrarsi la
mattina presto del giorno dopo. Stolder si pone il problema del
buon funzionamento del manometro del gas ed aggiunge che, se
non dovesse funzionare, bisogna comprarne uno nuovo. Gli altri (la
Ferriero e l’uomo) discutono dell'entrata del parco e di chiedono se
lo stesso sia aperto o chiuso, ipotizzando il coinvolgimento del
custode.
Evidentemente, tuttavia, quel fine settimana le vittime non si
allontanano dalle loro abitazioni e quindi il progetto del furto
riprende nel mese di agosto quando sono intercettate conversazioni
che di nuovo riguardano l’abitazione di un soggetto residente ai
Colli Aminei che dai riferimenti colti dai verbalizzanti è identificato
proprio in quel M. B., già nominato dallo Stolder nelle precedenti
ambientali, residente in Napoli al viale Colli Aminei n. 493, scala
“B”, piano 2°, interno 18, rappresentante di gioielli.
Queste le intercettazioni significative in ordine alla vicenda in
esame:
- telefonata n.357 ore 23:42 del 20.08.2008 intercettata sull’utenza
cellulare 331 ..., in uso a Stolder Raffaele il quale contatta tale Pino
sulla utenza 331..., intestata a THARANGA Maith, nato in India,
utenza in sequenza con quella in uso allo Stolder, ugualmente
sottoposta ad intercettazione e risultata in uso a Improta Giuseppe.
Stolder dice a Pino di fare una corsa “sopra là”, ove sono diretti
anche Totore ed il meccanico. Pino lamenta di non essere stato
avvisato e chiede di quale Totore si tratti, ovvero se sia
Giacchetella; Stolder risponde che è l’altro Totore e Pino dice di
aver capito affermando “ò Capellone”, soprannome con il quale
scherzosamente viene indicato Santaniello Salvatore, che è calvo.
Stolder ripete che loro stanno già andando sul posto e lo invita a
raggiungerli, in quanto il meccanico ha detto di non avere problemi
a sbloccare “quella cosa”. Pino assicura che li raggiungerà ed invita
Raffaele a chiamarli per dire loro di aspettarlo al distributore di
benzina;
- segue la telefonata n.371 ore 01:42 del 21.8.08 intercettata sulla
medesima utenza dello Stolder che compone la utenza dell’Improta
(quella sopra indicata) che suona libera ma nessuno risponde ed in
ambientale si sente Stolder dire “là Dario non ce la fa a trovare le
frequenze” perchè ha le batterie scariche;
- alle successive ore 01:46 si intercetta la telefonata n.374 quando
Stolder prova a richiamare Improta e in ambientale dice “questa
radio si sente ancora meglio”;
- alle ore 01.47 con la telefonata n. 375 Stolder fa un altro
tentativo di chiamare l’Improta e intanto parla di una radio che si
sente bene e di una trasmittente nascosta dietro al cruscotto
dell'auto;
- alle ore 01:48 con la telefonata n. 376 di nuovo si registra un
tentativo di chiamata alla utenza dell’Improta ed in ambientale
Stolder dice a qualcuno accanto a lui che se non troveranno
nessuno possono chiamare Ernesto ed aggiunge “sta la blindata e
stanno tutte le tapparelle chiuse”;
- alle ore 02:15 si intercetta la telefonata n. 55 questa volta
intercettata su altra utenza (ugualmente monitorata) in uso allo
Stolder ovvero la 366 ..., che con la stessa contatta la utenza 333
... intestata a Quinzio Nicola al quale dice “…era solo per sentire....
si sente bene no?...”. Il chiamato conferma;
- alle ore 08:50 Stolder di nuovo con la utenza 331 ... prova a
contattare l’Improta (telefonata n. 402) e in ambientale parla della
necessità di portare anche delle “chiavi cinesi”;
- alle ore 08:51 si registra la telefonata n. 403 sulla utenza 331 ...
quando finalmente Stolder parla con Pino e gli comunica che il
meccanico è andato. Gli investigatori annotano che il meccanico è il
modo con il quale Stolder talvolta si riferisce al Santaniello il quale
saltuariamente svolge attività di meccanico presso l’officina di
Mazzacano Antonio. Stolder aggiunge che è andato anche Totore il
falegname e mancano quattro metri. Di nuovo Pino chiede se ci sia
Giacchettella ed a questo punto Stolder passa il telefono a
Colurciello Salvatore al quale Pino riferisce che li sta raggiungendo.
Ulteriori intercettazioni significative per l’attività in corso riprendono
nel tardo pomeriggio e continuano nella notte del 21.08.2008:
- telefonata n.68 ore 19:06 intercettata sulla utenza in uso allo
Stolder 366 ... quando il medesimo parla con Tonino il quale ha in
uso la utenza l’utenza 339 ..., intestata ad una cittadina brasiliana,
ed è identificato dagli investigatori in Di Mauro Antonio detto o
Cacaglio. Tonino riferisce allo Stolder che non riesce a contattare
Pino. Stolder risponde che avevano pensato di andare durante
l'orario della partita. Tonino dice che, eventualmente, possono
andare solo i “compagni e Totore” perchè hanno la chiave, salgono
e vedono se funziona. Stolder ribatte che loro ci tenevano a
farglielo sapere, ma Tonino risponde di non preoccuparsi, perchè lui
non ha mai pensato a queste schifezze, l'importante è che loro
entrano ed è tutto a posto;
- telefonata n. 70 ore 23:03 intercettata tra le utenze di cui alla
comunicazione precedente e nel corso della quale Tonino dice a
Stolder Raffaele che, fra venti minuti, lui starà là; poi gli chiede se
ha preparato la forbice e la radiografia;
- telefonata n. 410 ore 23:04 intercettata sulla utenza 331...
sempre in uso allo Stolder e che utilizza per comunicare con la
utenza intestata a Quinzio Nicola al quale riferisce che si vedranno
tra poco; Nicola chiede a Raffaele di far portare una “radiografia ed
una forbice”.
Tenuto conto delle conversazioni intercettate, gli investigatori
chiedono l’intervento di una pattuglia della Polizia di Stato per un
controllo all’interno del civico n. 493 di viale Colli Aminei. La
pattuglia blocca, ancora vicino alla porta dell’appartamento n. 18
scala B piano 2°, due persone che, alla vista degli agenti, tentavano
di allontanarsi per le scale. I medesimi sono identificati in Di Mauro
Antonio ed Improta Giuseppe i quali nella immediatezza dichiarano
di essere due ladri occasionali. L’appartamento risulta essere quello
di M. B., assente al momento dell’intervento.
Dalla perquisizione personale del Di Mauro emerge che il medesimo
è in possesso di un telefono cellulare con la scheda 339 ... dal cui
esame risulta che tra le ultime 10 chiamate fatte/ricevute sono
memorizzate le utenze: 333 ... in uso a Quinzio Nicola, 366 ...
intestata a Stolder Raffaele, 331... in uso ad Improta Giuseppe.
Inoltre nei pantaloni è rinvenuta una borsetta di colore nero
contenente:13 grimaldelli, in metallo, di vario genere e grandezza;
una chiave inglese da 10; una chiave marca Silca per serratura
blindata, limata in alcuni punti, utilizzata come doppione, per
tentare di aprire la porta di ingresso dell’interno n.18 e che
combaciava con la serratura della porta in questione, come
accertato dai verbalizzanti nella immediatezza che riescono con la
stessa ad effettuare un giro completo; kit di modifiche per
dentellatura di chiavi.
Improta Giuseppe viene trovato in possesso di una borsetta di
colore marrone, che porta a tracollo, contenente una lima in ferro,
priva di manico; una lastra radiografica utile ad aprire la porta dopo
aver forzato la serratura blindata, lastra già utilizzata in quanto
piegata in alcuni punti; un paio di forbici; un paio di calzini, tipo
fantasmini, di colore blu; appunti vari ed agenda, con vari numeri
telefoni e nominativi, acquisiti in fotocopia; un telefono cellulare
con all’interno una scheda SIM avente numero 331..... Su tale
utenza sono intercettate le conversazioni con lo Stolder Raffaele
sopra riportate a dimostrazione che il Pino con il quale il predetto
discutere del “colpo” è proprio l’Improta. Il dato peraltro conferma
altresì la correttezza delle conclusioni sui gli investigatori erano
giunti già sulla base delle pregresse intercettazioni, individuando la
vittima del M. B. residente ai Colli Aminei.
I predetti indagati sono stati denunziati in stato di libertà ed il
materiale è stato sequestrato ad eccezione dei cellulari
immediatamente restituiti.
Al viale Colli Aminei, a circa 150 metri dal civico 493, viene
individuata un’autovettura Alfa Romeo 156, targata CY-724-TW, di
colore grigio, intestata a Castaldi Annalisa ed indicata dallo stesso
Di Mauro Antonio come l’auto nella sua disponibilità e di cui ha le
chiavi. A seguito di un’ispezione sull’auto i verbalizzanti accertano
che nel vano portiera lato guida vi sono numerose altre chiavi
sempre per serrature di porte.
A circa 100 metri dall’obiettivo dell’azione criminosa, in
atteggiamento di attesa, gli investigatori individuano due soggetti,
uno dei quali uno viene riconosciuto in Colurciello Salvatore. Per
avere ulteriore certezza, viene richiesto l’intervento di un’altra
pattuglia di polizia in zona, che identifica i due soggetti in
Colurciello Salvatore (classe 59), di professione installatore di
casseforti, in possesso della utenza 334 ... e Quinzio Nicola, che
risulta avere in uso l’utenza 333 ..., memorizzata sul cellulare del
Di Mauro e comunque in contatto con lo Stolder.
Durante il controllo, sulle utenze in uso agli indagati, si registrano
le seguenti telefonate:
- n. 411 ore 00:45 del 22.8.2008 intercettata sulla utenza 331... in
uso allo Stolder quando si sente in sottofondo la radio della Polizia
che evidentemente l’uomo ascolta;
- n.76 ore 00:47 intercettata sull’altra utenza dello Stolder, la
366..., utilizzata per avvisare Quinzio Nicola che c'è stata una
chiamata su quella zona; Nicola risponde che è stato fermato con
Salvatore;
- n.417 ore 01:07 intercettata sulla utenza 331 ... quando in
ambientale si sente la radio della Polizia, dalle quali Stolder
comprende che si parla della zona, ma non comprende il tipo di
intervento;
- n. 420 ore 01:15 (ancora utenza 331 ...) quando in ambientale si
sente la radio della Polizia e Stolder commenta che egli spera non
sia successo niente, aggiungendo che, per questo motivo, lui
preferisce sempre rischiare di persona;
- n. 2057 ore 01:51 intercettata sulla utenza 334 ... in uso a
Santaniello Salvatore che contatta un’utenza mentre in sottofondo
si sente Stolder Raffaele conversare con uomo il quale gli sta
spiegando che le guardie sono scese dalla macchina a piedi e sono
entrati nel viale dove loro “avevano il lavoro”;
- n.2060 ore 02:18 intercettata sulla utenza 334 ... quando
Santaniello Salvatore contatta Stolder Raffaele per dirgli che ha
preso la macchina e all'interno c'è anche il telefono, aggiungendo
che l’altra auto dell'altro amico loro “sta parcheggiata bene”;
- n.88 ore 02:22 intercettata sulla utenza 366 ... in uso allo Stolder
il quale in ambientale dice “ora che è tutto tranquillo conviene
togliere tutte le auto dalla zona”;
- n.2062 ore 03:02 intercettata sulla utenza 334 ... in uso al
Santaniello al quale Stolder chiede se sia sicuro che la macchina
non c’è. Salvatore risponde di aver fatto dieci volte il giro ma che
l'auto non ci sta;
- n.2070 ore 06:50 intercettata sulla utenza 334 ... in uso al
Santaniello che chiama Stolder il quale gli dice che è tutto a posto e
che “loro due stavano già qui”;
- n. 90 ore 08:03 intercettata sulla utenza 366 ... in uso a Stolder
Raffaele che contatta Quinzio Nicola e lo esorta a gettare il
cellulare.
Sulla base degli elementi desumibili dalle intercettazioni e dalle
indagini di cui alla segnalazione della Squadra Mobile del 22.8.08 si
possono dire sussistenti i gravi indizi di colpevolezza nei confronti
di: 1) Stolder Raffaele, che è la mente dell’operazione ed è colui
che convoca i complici e dirige le altrui operazioni, tenendosi
peraltro in contatto radio con la polizia; 2) Colurciello Salvatore,
detto anche Giacchetella, la cui voce viene registrata nella
telefonata sopra riportata n. 403 (utenza 331... ), il quale è
presente sul posto con lo Stolder la mattina del 21.8.08 quando
Pino (Improta) gli comunica che li sta raggiungendo ed è altresì
presente con il Quinzio Nicola (come rivelato dal controllo nei
confronti dei predetti) proprio mentre è in corso l’operazione volta
ad aprire la porta dell’abitazione del Muto con tutto il gruppo pronto
ad intervenire per segnalare eventuali pericoli ovvero per aiutare ad
aprire la cassaforte e portare via gli oggetti; 3) Quinzio Nicola che
non solo è presente sul posto ma è in continuo contatto con lo
Stolder sia il 21 notte che la notte successiva (quando interviene la
polizia) e in particolare lo sollecita a portare la radiografia e le
forbici, attrezzi che servono, come si desume dalle ambientali
riportate nella parte sull’associazione per aprire le porte blindate,
ed inoltre la sua utenza è memorizzata sul cellulare dell’Improta tra
le dieci comunicazioni più recenti; 4) Di Mauro Antonio e 5)
Improta Giuseppe sono colti sul fatto mentre cercano di forzare la
porta del Muto, ammettono il tentativo di furto aggravato ma
cercano di farlo passare come una iniziativa estemporanea tacendo
dei retroscena risultanti dalle intercettazioni.
Dubbi invece devono sollevarsi con riguardo alla partecipazione al
tentativo così come accertato da parte della Ferriero Patrizia che gli
investigatori indicano come partecipe attiva alle varie discussioni
relative alla vicenda. In realtà la Ferriero partecipa sicuramente ad
una conversazione nel mese di maggio quando ella stessa propone
di organizzare il colpo ai Colli Aminei, sfruttando il fine settimana
tra maggio e giugno, nella mattina piuttosto che nella notte.
Certamente ciò dimostra che la donna è partecipe alle attività del
gruppo e non ha un ruolo di mera spettatrice, ma non è sufficiente
per ritenere che la stessa abbia poi in concreto dato il suo
contributo al tentativo così come poi posto in essere a distanza di
oltre due mesi.
La rapina ai danni dei coniugi S. V.-Y, con sequestro di persona ed
armi. Capi D, D1 e D2 contestati a Stolder Raffaele, Ferriero
Rosaria, Fiandra Bruno, Improta Giuseppe
Nella sera del 25.9.08 l’avvocato S. V. e la moglie Y denunciano
presso la Questura di Napoli che alle ore 19:50 mentre si trovavano
all’interno dello studio legale in via Sant’Aniello a Caponapoli n. 13
la Marfè, intenta a scrivere al computer, improvvisamente vedeva
entrare cinque persone a volto coperto da passamontagna, tutte
armate di pistole che puntavano contro di loro; una aveva anche un
coltello e diceva alla donna in dialetto napoletano “…calma, calma,
non ti muovere che non ti succede niente…”. La Marfè si bloccava,
ma diceva di non aver alcuna somma di danaro, mentre i rapinatori
rovistavano nei vari cassetti e nella sua borsa. Uno dei malviventi le
afferrava il braccio e la conduceva nello studio del marito che
intanto si accasciava al suolo perché sofferente al cuore. La Marfè
sentiva uno dei malviventi dire “sono andati a casa” rivolgendosi ad
un soggetto rimasto con lui e constatava che i due uomini erano in
contatto mediante radio trasmittenti con altri complici i quali si
erano recati presso l’abitazione. La donna si preoccupava molto
tenuto conto del fatto ch in casa c’erano la mamma anziana e la
figlia, ma aveva poi modo di comprendere che i complici non erano
riusciti ad individuare con precisione l’appartamento per cui erano
andati via. I due rapinatori rimasti nello studio, dopo averli
nuovamente minacciati, si allontanavano, uno alla volta. A quel
punto si affacciavano alla finestra per chiedere aiuto ed in quel
momento passava una pattuglia della Questura (cfr. verbale di
denunzia a firma S. V. e Y).
Il giorno dopo viene denunciato da Z, figlia dei coniugi S. V. - Y, il
tentato furto commesso quella stessa sera del 25.9.08 presso
l’abitazione della famiglia S. V., denuncia raccolta negli uffici della
Squadra Mobile della Questura di Napoli – Sezione Antirapina. La
giovane riferisce di essere rientrata presso l’abitazione alle ore
20.00 e di aver citofonato alla nonna, per farsi aprire il portone.
Entrata nell’androne del palazzo, si era accorta che dietro di lei
erano entrate altre due persone, le quali avevano aperto
nuovamente il portone con delle chiavi. Si avvicinava all’ascensore
per salire al 3° piano e raggiungere la sua abitazione, ma sempre
stando attenta a dove fossero diretti i soggetti entrati dopo di lei.
Giungeva al 3° piano e notava che l’ascensore veniva nuovamente
prenotata, per cui saliva la ulteriore rampa di scale esistente per
raggiungere l’abitazione, rampa protetta da una cancellata in ferro
che ella aveva richiuso. La giovane precisa che al 3° piano esistono
due accessi al piano superiore, uno che porta a due appartamenti
ed un altro, quello protetto da un cancello in ferro, che porta
all’abitazione sua e dei genitori. Richiudeva quindi il cancello di
protezione, ma attendeva sull’uscio della porta ove il cane la
raggiungeva per salutarla e notava che le due persone, prima
notate nell’androne, avevano raggiunto, insieme con una terza, il
piano ed erano passate davanti al cancello proseguendo per salire
per l’altra rampa di scale. Dopo alcuni minuti i soggetti ritornavano
sui loro passi e si fermavano davanti al cancello. Uno di loro era in
contatto mediante ricetrasmittente con altra persona e sentiva la
frase “qui tutto bene”. Nel frattempo la nonna raggiungeva la
ragazza sull’uscio di casa e, appresa da quest’ultima la presenza di
individui sospetti, si rivolgeva a loro chiedendo chi fossero e cosa
cercassero. Il soggetto munito di radiotrasmittente la rassicurava
affermando di essere della Polizia di Stato, invitando le donne a
rientrare in casa per non intralciare il loro lavoro. La giovane
tuttavia si tratteneva sull’uscio della porta fino a quando gli
individui non si allontanavano. Dopo poco la giovane riceveva la
telefonata della mamma e apprendeva che i genitori avevano da
poco subito una rapina (cfr. denuncia del 26.9.08 a firma Z).
Il giorno 27.9.08 si reca presso la Questura l’avvocato S. V. per
integrare la denuncia, dichiarando testualmente “ritengo che gli
autori del delitto siano persone che conoscono bene il mio nucleo
familiare. Dico questo in quanto i malfattori conoscevano bene
anche le nostre abitudini e dove abitiamo. Infatti, e senza farci
alcuna domanda, poco dopo essere entrati, uno di loro ha subito
preso la borsa di mia moglie, da dove ha prelevato le chiavi della
mia abitazione. Poi, e senza farci capire nulla inizialmente, mentre
due di loro sono rimasti con noi a sorvegliarci, gli altri 3 complici si
sono diretti direttamente alla mia abitazione dove avrebbero dovuto
effettuare l’altra rapina, che per fortuna non è avvenuta. Infatti gli
stessi hanno desistito dal perpetrare il reato in quanto, dopo essere
giunti fuori il cancello di protezione che ho sistemato fuori alla
rampa di scale che li separa dall’ingresso dell’abitazione, i
malfattori sono notati da mia figlia e mia suocera, che si sono
insospettite. Poiché sulla rampa di scale vi era anche il cane di mia
figlia che abbaiava contro di loro, i malviventi hanno ritenuto
opportuno fuggire per evitare, evidentemente, che altri inquilini
dello stabile si allarmassero. All’interno dell’abitazione non
custodisco ingenti somme di danaro contante, ma comunque ho
una cassaforte il cui contenuto non so quantificare con precisione,
ma sono tutti i gioielli di famiglia….omissis... Per quanto riguarda i
contenuti delle comunicazioni radio, non so dirvi in maniera
letterale le frasi pronunciate, ma nelle comunicazioni tendevano a
tranquillizzarsi a vicenda dicendo che era tutto a posto, che tutto
era tranquillo” (cfr. verbale. del 27.9.08).
In data 11.10.08 personale della Squadra Mobile di Napoli esamina
quale persona informata sui fatti l’avvocato Santanastasio Antonio,
presente all’interno dello studio al momento della rapina nella sua
qualità di collaboratore. Il Santanastasio ricorda che verso le ore
19.30 erano entrate alcune persone nello studio, di cui non sapeva
precisare il numero, specificando di averne visto bene solo uno il
quale, dopo essere entrato, gli aveva subito intimato di stendersi a
terra con la faccia verso il basso, motivo per il quale non aveva
potuto osservare nulla. Solo per un attimo aveva alzato la testa per
vedere cosa stesse accadendo, ma il rapinatore accanto a lui gli
urlava di abbassare subito la testa e con la mano gli spingeva
violentemente il capo sul pavimento, tanto da procurargli una
contusione, che non aveva ritenuto di farsi medicare in ospedale.
La rapina era durata diverso tempo ma a lui non era stato sottratto
nulla, in quanto i rapinatori miravano agli incassi dell’avvocato il
quale saltuariamente li portava a casa. Nel corso della rapina, uno
dei malfattori prelevava le chiavi di casa dell’avvocato dalla borsa
della moglie e lui aveva modo di sentire che era diretto
all’abitazione. I soggetti comunicavano tra loro con ricetrasmittenti
per verificare che non vi fossero imprevisti. Invero, nel momento in
cui qualcuno segnalava un problema gli altri decidevano di andare
via. Dopo pochi minuti giungeva la polizia, e lui stesso provvedeva
ad accompagnare uno degli agenti presso l’abitazione dell’avvocato
(cfr. verbale s.i. dell’11.10.08).
Sin qui i fatti come descritti dalle vittime, fatti che trovano una
piena corrispondenza nelle intercettazioni in corso all’interno
dell’autovettura Fiat 500 in uso a Stolder Raffaele.
Queste le ambientali rilevanti:
- n. 459 ore 18:57 del 25.09.2008 nel corso della quale si sente un
uomo la cui voce viene individuata in quella di Fiandra Bruno che
comunica tramite radiotrasmittente con un altro soggetto al quale
chiede se riesca ad ascoltarlo “break a canale … mi senti?” e l’altro
risponde in senso affermativo dopo avergli detto di venire avanti;
- n. 460 ore 19:11 quando in auto si sentono le voci di Stolder
Raffaele e di una donna che discutono tra loro. Un uomo, poi
chiamato Rosario, interviene “se andiamo diritti, andiamo sopra a
tutto e ci troviamo quasi al policlinico, andiamo per dentro....”.
Stolder concorda “si, ci conviene andare dritti Rosario”. Si sente
suonare il clacson e quindi Rosario dice “qua stanno i pompieri giù?
la vedi … tu te lo ricordi il palazzo?”. Stolder chiede ad un altro “o'
Chiatto, qual'è il palazzo?” e questi risponde “quello là dentro o più
avanti”. Si sente Stolder dire dopo un poco “il palazzo è questo,
Totore il motorino, dove lo metti, al di sopra del marciapiede?”. Si
sente la voce della donna ma non si comprende cosa dica, sebbene
si registri con chiarezza la risposta dello Stolder “si, adesso ti
facciamo vedere il palazzo! ...o' Chiatto ti facciamo vedere .. un
po’… le.....”. La donna interviene “si, tu, mi aspetti all'interno... hai
preso la roba?”. Stolder afferma “stanno due scalini così! Li vedi?
Hai capito?”. La donna dice “fammi uno squillo, vedi se sta
aperto....”. Stolder dice “quello.....se posso chiamare... è stato a
mangiare a casa mia, siamo dello stesso quartiere proprio, io abito
qua e a....... scusa Rosetta ma a chi stai chiamando?” e si sente la
voce di un’altra donna, ovvero quella chiamata Rosetta, che
risponde “…alla ragazza”. Stolder le intima “..e, chiudi! Falla
arrivare nel palazzo!”. Rosetta ribatte “no! no! a quella….”, ma
Stolder la interrompe “ma tu non hai nessun numero di telefono?
…Lello….qualcuno, Maurizio?”. La risposta di Rosetta non si sente.
Dopo un poco Stolder dice (evidentemente rivolto a chi è alla guida
dell’auto) “vai un po’, più indietro, un po' più avanti… fai in modo
che nessuno si può mettere…”;- alle ore 19:26 Stolder Raffaele con
la utenza 366 ... contatta la utenza in uso a Ferriero Rosaria alla
quale dice di raggiungerlo un attimo (telefonata n. 686) La utenza
aggancia la cella n.222014535726904 che ha copertura propria
sulla zona dove è lo studio S. V.;
- intanto continua l’ambientale n. 460, quando Fiandra Bruno,
rimasto nella Fiat 500, comunica tramite radio ricetrasmittente con
Stolder Raffaele, che nel frattempo è sceso dall’autovettura
Bruno FIANDRA: …vieni avanti… Raffaele STOLDER: …parla bene!
Vedi, è tutto a posto fuori?
Bruno FIANDRA: ........tutto a posto fuoriRaffaele STOLDER:
…bene! Stai attento con la radio ...noi abbiamo la situazione in
mano ...passo...Bruno FIANDRA:….va, beneRaffaele STOLDER:
…va bene? ...passo....
Bruno FIANDRA: …va bene..
Raffaele STOLDER: ...in....
Bruno FIANDRA:…va bene..tutto a postoRaffaele STOLDER: ….apri
gli occhi facci sapere....
Bruno FIANDRA:….va bene ........
Dopo qualche minuto:
Bruno FIANDRA:….vieni avanti.....
Raffaele STOLDER:....guardaci bene.....
Bruno FIANDRA: …tutto positivo....Raffaele STOLDER:….tieni anche
contatto con l'altro amico che è rimasto sopra....passo...Bruno
FIANDRA: ….va bene...
Dopo qualche minuto:
Raffaele STOLDER: break! Break! ....apri…passo...
Bruno FIANDRA: …vieni avanti...Raffaele STOLDER: ..break! break!
..mi senti?....Bruno FIANDRA: …vieni avanti....
Uomo: ….forte e chiaro....
Raffaele STOLDER: …vieni un momento qua, interno, passo.....
Bruno FIANDRA: …vieni avanti.....
Dopo qualche minuto:
Bruno FIANDRA: …vieni avanti.....
Raffaele STOLDER: break! Break! ... apri bene gli occhi …passo...
Bruno FIANDRA: …vieni avanti.....
Raffaele STOLDER: …apri bene gli occhi … passo....Bruno
FIANDRA: …va bene....
Raffaele STOLDER: break! Break! …mi senti?....
Bruno FIANDRA: …vieni avanti...Raffaele STOLDER: non ti
sento....Bruno FIANDRA: …io ti sento bene...Raffaele STOLDER: mi
senti?....
Bruno FIANDRA: …vieni avanti....Raffaele STOLDER: …tutto a
posto?....
Bruno FIANDRA: …tutto a posto!....
Dopo qualche minuto:
Bruno FIANDRA: …vieni avanti....Uomo: …gli altri, tutto
bene?Bruno FIANDRA: …tutto bene...Uomo: ok! ..passo...Dopo
qualche minuto
Uomo: break! Break!....Bruno FIANDRA: …vieni avanti....Bruno
FIANDRA: …va bene....U:break! Break!...
Bruno FIANDRA: …vieni avanti.... stanno venendo...U: …fai
presto...
Bruno FIANDRA: break a canale! Break a canale! Mi senti?...U: …ti
sento...
Bruno FIANDRA: …fate presto.....
Raffaele STOLDER: ....inc....
Bruno FIANDRA: …fai presto...devi fare presto....
Raffaele STOLDER:…ti sento, passo....Bruno FIANDRA: ..fai presto
… devi fare presto....U: …sali un attimo...Raffaele
STOLDER: …break …mi senti??....
Bruno FIANDRA: …vieni avanti....
Raffaele STOLDER: …passa da sopra, scendi da sopra!.....inc.....
Si sente che l’auto è in movimento ed il conducente suona
ripetutamente il clacson.
Quindi si registrano le seguenti comunicazioni:
Bruno FIANDRA: …ti sto bussando!! …non mi stai sentendo??Pino
IMPROTA: …non ho potuto prendere il motorino, ci sono le
guardie...
Bruno FIANDRA: …senti,.......che dobbiamo fare?Pino IMPROTA:
eh! …dobbiamo andare via, dobbiamo aspettare?Bruno FIANDRA:
…dobbiamo aspettare a loro...?Pino IMPROTA: eh! come fai … io
mi sono dimenticato il mezzo ... non posso tornare indietro....
Bruno FIANDRA: …eh! Dopo torniamo a prenderlo!Pino IMPROTA:
…hai capito, che tarantelleBruno FIANDRA: …che cosa è
successo?Pino IMPROTA: sono arrivato fuori alla porta……
Bruno FIANDRA: …ch'è successo?Pino IMPROTA: ….sono arrivato
fuori alla porta e stava la vecchia con la figlia … le ho avute di
faccia con la radio..., ha preso il cane e sono rientrate all'interno,
hai capito, ha avuto a Lello di faccia, con la radio in manoBruno
FIANDRA: …ma sono scesi quelli, da là sopra? ….che dobbiamo
fare? …dobbiamo aspettare?Pino IMPROTA: ...ma qua così…. io
ho il guanto addosso ed il passamontagna……Bruno FIANDRA:
….butta tutto a terra, senza farti vederePino IMPROTA: …ma qua
no vai più avanti ….qua no … Ci sono le telecamere della
bancaBruno FIANDRA:…mi sto preoccupando per loro...Pino
IMPROTA: ….sono andati viaBruno FIANDRA: …sicuro?
......niente ancora, aspetta, adesso lo andiamo a prendere.Pino
IMPROTA: ….ma, dobbiamo posare la roba?Bruno
FIANDRA:….non ti preoccupare!!! Lascialo stare dove sta. Dopo
andiamo a prenderlo, non se lo prendono il motorino….Pino
IMPROTA: .....troppo vicino!Bruno FIANDRA: …lascia stare … va
bene cosi!...prendi il cartone!Pino IMPROTA: .................
Bruno FIANDRA: ….hai preso i documenti? Si? ......togli i fogli da
dentro!Bruno FIANDRA: ….mica c'è scritto qualcosa sopra?
...............che peccato…Pino IMPROTA: ..........io gli ho dato un
cazzotto!Bruno FIANDRA:…hai fatto benePino IMPROTA: io
facevo “abbassa la faccia a terra e lui non la abbassava … l’ho
sbattuto con la testaBruno FIANDRA:....le chiavi della casa..........
Pino IMPROTA: .... Napoli, per senza niente!Bruno FIANDRA:.
...............
Pino IMPROTA: ….stai zitto, tre, quattro volte….
Intanto si intercettano nel medesimo contesto una serie di
telefonate su una ulteriore utenza in uso allo Stolder Raffaele
ovvero la 366 ...:
- n. 687 ore 20:29 quando lo Stolder, che prova a contattare la
utenza in uso al Fiandra ed in ambientale dice “...la tenevi tu la
radio....” e poi chiede “le chiavi dove stanno?”;
- n. 688 ore 20:31 quando di nuovo lo Stolder prova a chiamare ed
in ambientale, mentre attende la risposta del chiamato, dice di
essere preoccupato che qualcuno di loro possa aver lasciare delle
impronte, nonché per il fatto e che hanno dimenticato le chiavi “del
mezzo”. In particolare dice “dove sfaccimm’ l'hanno messa, adesso,
sta radio.... possibile mai che Bruno si portava la radio
addosso?” ed ancora “quando è venuto con te nella macchina?.....
quello portava il mezzo! …come stava con te?.... Uha!! Che banda
di scalmanati!!! …madonna mia.... ma poi, il bello di Dio ...non sia
mai Dio, hanno lasciato qualche mano vicino.... la sfaccimma della
gente!!! ...uno lascia il mezzo! ....un'altra la radio”; - n. 689 ore
20:33 quando si nuovo Stolder prova a contattare Fiandra Bruno e
in ambientale si sentono le voci di Colurciello Salvatore e Ferriero
Rosaria che discutono animatamente con lo Stolder;
- n. 690 ore 20:49 quando Stolder parla con Fiandra Bruno delle
radio trasmittenti che non trovava e aggiunge “mi hai mandato al
manicomio … la cosa… la cosa... che senti le partite…dove....l'avete
messa giù… stavo andando al manicomio ..non la trovavo”. Bruno
risponde “eh! Le ho messe giù ... mo’mo’ ho finito di correre ed ho
visto la chiamata ... mo’ sto finendo di correre…. va bene”;- n. 692
ore 20:54 quando Stolder viene contattato da Improta Pino al quale
dice di averlo cercato perché “il fatto che si era dimenticato la cosa
...poi me l'ha data... la radietta...”; Improta comprende a volo
“ah!”. Stolder continua “ci sentiamo domani dai” e Improta “non ti
scordare di prendere il motorino”.Orbene, ponendo a confronto il
racconto delle vittime con il contenuto delle conversazioni
intercettate proprio mentre avveniva la rapina allo studio
dell’avvocato, con la sottrazione delle chiavi di casa che avrebbe
dovuto consentire ai rapinatori di appropriarsi del più sostanzioso
bottino presente nell’abitazione, risulta evidente – anche alla luce
della verifica, tramite la cella agganciata, della zona ove il cellulare
dello Stolder si trova nella fase iniziale del delitto (ore 19:26
quando contatta la cognata) – che i rapinatori sono proprio: 1)
Stolder Raffaele il quale dirige ed organizza il gruppo che deve
operare con lui e poi materialmente si reca prima presso lo studio e
poi presso l’abitazione (come riferisce Improta a Fiandra); 2)
Improta Giuseppe la cui voce viene identificata dai verbalizzanti nel
momento in cui comunica tramite radio trasmittente con Fiandra
aggiornandolo sullo svolgimento dei fatti ed ammettendo di essersi
recato prima presso lo studio (ove ha percosso il collaboratore
intimandogli di stare a terra e abbassare la testa) sia presso
l’abitazione ove lui e Stolder si sono trovati di faccia, protette da un
cancello, figlia e suocera (dell’avvocato); 3) Fiandra Bruno che
rimane nella Fiat 500 a fare da vedetta e mantiene i contatti con gli
altri complici che si sono recati presso lo studio, avvisandoli in
maniera frenetica della necessità di allontanarsi, proprio nel
momento in cui si sta avvicinando una Volante della Polizia (la
stessa che poi interviene quando le vittime si affacciano alla
finestra).
Sul posto è presente, alle ore 19:11 ed alle ore 19:26, anche la
donna individuata dalla voce in Ferriero Rosaria (sorella di Patrizia)
e tuttavia non è chiaro quale sia stato il suo ruolo nella vicenda: se
abbia quindi partecipato attivamente alla rapina ovvero si sia
interessata di altro (alle ore 20:33 discute animatamente con
Stolder e con Colurciello Salvatore, nei cui confronti non vi sono
elementi per collegarlo alla vicenda in esame). A suo carico non
possono dirsi sussistenti i gravi indizi.
Quanto ai reati configurati, al di là della rapina aggravata dal
numero delle armi, dalle più persone riunite e travisate e dalla
commissione presso un luogo privato, rapina che ha avuto ad
oggetto principalmente le chiavi dell’appartamento e quanto
rivenuto nella borsa della Marfè, e al di là dei connessi reati di armi,
sono da ritenere sussistenti altresì gli estremi del sequestro di
persona, avendo trattenuto le tre vittime presenti nello studio per
tutto il tempo necessario agli altri tre rapinatori di recarsi presso
l’abitazione ove doveva essere sottratto quanto ivi custodito
dall’avvocato.
Sul punto, giova ricordare il costante insegnamento della Suprema
Corte secondo il quale “il reato di sequestro di persona è assorbito
in quello di rapina aggravata previsto dall'art. 628 c.p., comma 3,
n. 2 solo quando la privazione della libertà personale abbia una
durata limitata al tempo strettamente necessario all'esecuzione
della rapina, ma non quando si protragga anche dopo la
consumazione della stessa” (di recente Cass. Sez. II, sentenza
5.5.2009 n. 24837; Sez. II, sentenza 8.4.2010, n. 16332).
Nel caso di specie i rapinatori si impossessano del contenuto della
borsa della Marfè e due di loro, di intesa con gli altri (con i quali
restano in contatto con le trasmittenti) continuano a mantenere
bloccati i soggetti presenti nello studio, oramai quando la rapina
allo studio si è conclusa, solo per consentire ai complici di effettuare
il furto nell’appartamento.
La rapina ai danni di X, con sequestro di persona ed armi. Capi E,
E1, E2 contestati a Stolder Raffaele, Ferriero Patrizia, Ferriero
Rosaria, Ferraiuolo Gennaro, Fiandra Bruno, Improta Giuseppe
In data 22.11.2008 X contatta la polizia per denunciare una rapina
avvenuta presso la sua abitazione alle ore 00:35 quando alcuni
individui con volto travisato ed armati entravano nell’abitazione in
via Pietro Colletta n. 35 (di fronte la pizzeria Trianon).
Personale di polizia, immediatamente intervenuto sul posto,
apprende da X che uno dei rapinatori gli aveva detto di conoscere
bene le abitudini della sua famiglia, che da oltre un anno e mezzo
controllavano ed avevano saputo dell’esistenza di una cassaforte e
di oggetti preziosi da una collaboratrice della moglie, dietro
pagamento di una somma di denaro pari a 15.000 euro. Dopo aver
compiuto l’atto criminoso i quattro uomini, sempre sotto la
minaccia di armi, imbavagliavano e legavano polsi e caviglie, sia di
X che ... , con fascette in plastica, che venivano sequestrate sul
posto, e quindi lasciavano l’abitazione. Sempre nella immediatezza
X aveva ricordato di aver sentito una comunicazione via radio “c’e’
movimento? …stai ascoltando la zia?”. Sentito a sommarie
informazioni nella immediatezza presso il Commissariato Vicaria
Mercato il denunciante dichiara che mentre si trovava nella sua
abitazione, intento a guardare la televisione, udiva la porta di casa
aprirsi ed entravano tre persone travisate, due delle quali armate di
pistola, che minacciandolo chiedevano le chiavi della cassaforte. Al
suo rifiuto, sempre tenendolo sotto la minaccia delle armi, si
recavano nella zona ove era la cassaforte e la aprivano con la
fiamma ossidrica, asportandone tutto il contenuto. A tal fine,
mediante radio convocavano altre due persone in grado di
scassinare la cassaforte, al cui interno erano denaro ed oggetti
preziosi per un valore complessivo di circa 130.000 euro. Uno di
loro, mentre procedevano ad aprire la cassaforte, diceva una frase
che lo aveva colpito “ascolta la radio della zia.…”.
Una più dettagliata denuncia viene presentata da X sempre nella
giornata del 22.11.08, qualche ora dopo. Nella stessa si legge che
verso le ore 00:35, mentre era in casa sul divano guardando la
televisione, ad un tratto udiva la porta di ingresso aprirsi con le
chiavi e vedeva entrare tre persone di cui due armate di pistola
modello Beretta, come quelle in uso alle Forze di Polizia,
rispettivamente di colore brunito ed argento. I soggetti erano
mascherati con passamontagna di colore blu e cappello scuro,
avevano guanti scuri ed impermeabile di colore scuro,
presumibilmente blu. Erano in possesso di due radio
ricetrasmittenti funzionanti e collegate con almeno due persone che
si trovavano all’esterno dell’appartamento, ovvero una era sotto il
portone dell’abitazione e l’altra era lo studio della moglie Fortunato
Adriana Anna Silvia, in Piazza Municipio n. 4, come aveva modo di
comprendere da quanto riusciva ad ascoltare delle comunicazioni
radio. I soggetti si tenevano costantemente aggiornati circa la
situazione stradale e le frequenze radio della polizia. Uno dei tre
rapinatori convocava a mezzo ricetrasmittente almeno un altro
complice allo scopo di aprire la cassaforte con la fiamma ossidrica.
Nel corso della rapina, i rapinatori sostenevano di aver pedinato
tutti i membri della famiglia da circa un anno e mezzo, e davano
prova di ciò rivelando di sapere che la suocera era vissuta in
Argentina per un lungo periodo, di conoscere l’attività della moglie,
del suo studio professionale e delle cliniche nelle quali opera, del
furto da lei subito presso lo studio nel dicembre 2007, della scuola
frequentata dalla loro figlia e dei suoi spostamenti nonché della sua
attività professionale. Gli stessi rapinatori affermavano di aver
comprato le informazioni per la somma di 15.000 euro da una delle
segretarie di mia moglie. Dopo aver svaligiato la casa gli stessi
comunque rimanevano in costante ascolto radio tra di loro e con le
frequenze della Polizia, quando intorno alle 01:20 in fretta
ammanettavano ed imbavagliavano lui ed il figlio, dopo aver
tagliato i fili del telefono di casa e sequestrato il cellulare del figlio.
Solo quando erano riusciti a liberarsi da alcune fascette di plastica e
dai bavagli avevano chiamato il 113. X aggiunge che durante la
rapina due rapinatori venivano chiamati con i nomi Franco e Marco
e gli stessi, prima di allontanarsi, si impossessavano di alcuni
borsoni del figlio (cfr. denuncia del 22.11.08).
In data 05.12.2008, gli ufficiali del Commissariato PS Vicaria, su
specifica delega del P.M., procedono a sentire nuovamente il
denunciante su alcune circostante specifiche ed in particolare X in
tale occasione precisa che avevano subito in passato, precisamente
il giorno 17.12.2007, un altro furto all’interno dello studio medico
della moglie Fortunato Adriana Anna Silvia ubicato in Piazza
Municipio 4 ed utilizzato anche come sede operativa della s.r.l.
I.D.F., furto denunciato presso il commissariato P.S. di Napoli S.
Ferdinando. Nella circostanza furono sottratti dalla cassaforte a
muro, che venne sradicata dalla parete, oltre 300 mila euro in
contanti, di pertinenza della società, di cui solo poche persone
avevano conoscenza. Tra queste, vi erano alcune dipendenti della
società della moglie, ovvero Cannavale Rita, De Simone Paola,
Daniele Daniela, Masi Tullia, Bove Assunta A seguito di ciò, le
dipendenti vennero licenziate, ma poi furono nuovamente assunte
Masi Tullia come segretaria e Bove Assunta come collaboratrice
domestica. La Bove frequenta la loro famiglia da circa 15 anni e
lavora sia presso l’abitazione che presso lo studio della moglie. Sa
che la stessa ha una sorella di nome Enza, che ha i capelli biondi ed
abita nel quartiere di Forcella, la quale aiuta il padre nella vendita
in strada di pizze fritte, nei pressi dell’abitazione in vico Zuroli n.
10, e conosce molto bene la loro famiglia. Vi sono poi altre due
sorelle di nome Giuseppina ed Antonella ed un fratello di cui non
conosce il nome; il cognome della madre è Durante.
X precisa inoltre che, per accedere al palazzo ed aprire la serratura
elettrica, bisogna digitare un codice noto solo ai condomini, che
all’epoca del fatto corrispondeva al numero 1610, oppure bisogna
utilizzare le chiavi. Il portone non presentava alcun segno di
effrazione dopo la rapina e, pertanto, i malfattori erano in possesso
o del codice o della chiave. Il codice era noto anche alla Bove
Assunta, che aveva anche le chiavi del portone.
I rapinatori erano entrati dalla porta d’ingresso aprendola con una
chiave.
Circa un mese prima dell’accaduto erano state notate persone
estranee sul ballatoio della sua abitazione, motivo per il quale
aveva dato una copia delle chiavi al figlio ed alla Bove per chiudere
completamente la serratura. In precedenza, entrambi avevano una
chiave che consentiva loro di accedere solo nel caso in cui la
serratura non fosse stata chiusa con le mandate.
Sul punto X racconta un episodio specifico: la Bove, nonostante in
possesso della nuova chiave, non aveva chiuso con le mandate la
porta di casa e quando il dottore glielo aveva contestato aveva
risposto di non aver mai ritirato la chiave nuova, mostrando a
prova di ciò una chiave posta in un vassoio in cucina; tuttavia
questa era una vecchia chiave dello studio della moglie e pertanto
si posero alla ricerca della copia della chiave dell’abitazione fatta
per la Bove ritrovandola solo quattro o cinque giorni prima della
rapina nella stanza del figlio. La circostanza veniva contestata alla
Bove che non sapeva dare alcuna spiegazione La donna era a
conoscenza del fatto che, nella cassaforte a muro, ubicata nel
corridoio, occultata dietro ad un quadro, erano custoditi gioielli e
danaro contante in quanto spesso, la stessa, era presente alle loro
conversazioni.
X ha infine precisato che le radio ricetrasmittenti, attraverso le
quali comunicavano i malviventi erano una di colore nero ed
un’altra di colore grigio, la prima più grande della seconda. Aveva
ricordato le frasi “questi stanno facendo i furbi”, frase detta
quando lui aveva riferito di aver smarrito le chiavi della cassaforte,
“….sali con la borsa…”, “…..senti che dice la zia….” Il malvivente che
parlava via radio con gli altri complici, si spostava di continuo e
quindi non sempre riusciva a sentire tutte le frasi esatte. Aveva
sostenuto che almeno uno degli altri complici fosse sotto il palazzo
perché quando fu chiamato per aprire la cassaforte con la fiamma
ossidrica salì dopo un paio di minuti circa. Era stato poi uno dei
rapinatori a dirgli che un complice trovava sotto lo studio della
moglie, con una radio ricetrasmittente, al fine di controllarne gli
spostamenti. In diverse occasioni la moglie aveva parcheggiato la
propria auto in piazza Calenda, di fronte al teatro Trianon, lasciando
le chiavi al parcheggiatore abusivo, solitamente presente, un
giovane di grossa corporatura, alto 1,75 circa (cfr. verbale
informazioni del 5.12.07).
Nella stessa circostanza, giunge negli uffici del Commissariato il
figlio Federico, il quale, intervenendo nella verbalizzazione
aggiunge che uno dei malfattori aveva preso un cioccolatino su un
mobile del salotto e alzò il passamontagna per mangiarlo
mostrando gli occhi chiari, forse azzurri ed un grande naso; era
colui che veniva chiamato Franco. Un altro rapinatore “aveva il
dorso curvo”, era alto mt. 1,80 circa ed era quello che dava le
istruzioni ai suoi complici, facendo da capo. I guanti da loro
indossati erano di gomma spessa, di colore nero. Il giovane
aggiunge di essere in grado di riconoscere il soggetto chiamato
Franco.
Così in data 14.1.09 X viene chiamato ad effettuare una
individuazione fotografica e riconosce nella foto di Fiandra Bruno
quella del soggetto aveva alzato il passamontagna per mangiare il
cioccolatino, e si faceva chiamare Franco; era alto mt. 1,80 e
dimostrava un’età di circa 30 anni. Non aveva avuto modo di
vedere in viso nessun altro soggetto, perché tutti travisati da
passamontagna. I rapinatori, appena entrati, avevano subito
chiesta della cassaforte a muro e, senza ricevere da loro alcuna
indicazione, dopo pochi secondi si portavano direttamente nel
corridoio andando a vedere dietro al quadro che la celava (cfr.
verbale di individuazione fotografica del 14.1.09).
Sin qui i dati acquisiti dalle dichiarazioni delle due vittime presenti
alla rapina, riscontrati dal sequestro delle fascette usate per legarli
rinvenute dal personale di polizia intervenuto nella immediatezza
presso l’abitazione.
Le intercettazioni in corso sulle utenze in uso allo Stolder Raffaele
ed ai soggetti a lui collegati rivelano significativi elementi che
consentono – anche alla luce di obiettive risultanze dovute ai
contestuali accertamenti di polizia – di individuare alcuni dei
partecipi alla rapina ai danni di X.
Queste le telefonate di rilievo esaminate alla luce delle annotazioni
di polizia e dei brogliacci allegati:
- telefonata n. 658 ore 14:30 del 21/11/08 intercettata sulla utenza
366 ... in uso allo Stolder Raffaele che contatta la utenza 366 ... in
uso a Ferriero Rosaria (ugualmente monitorata) nel corso della
quale si sentono degli squilli e in ambientale Stolder Raffaele dice
che sta provando a contattarla ma stranamente non risponde;
- telefonata n. 570 ore 16:50 sempre in data 21.11.08 tra le due
utenze sopra indicate, quando nuovamente Stolder prova a
contattare la cognata e in attesa che la stessa risponda dice in
ambientale “ora dove lo metto? È tutto bagnato … dobbiamo solo
spostare la roba dal lato di là”;
- telefonata n. 674 ore 18:18 (stesso giorno) sulla medesima
utenza dello Stolder che contatta Santaniello Salvatore con il quale
discute di una macchina WW Polo che è stata sistemata ed è stata
venduta ad un soggetto che ha dato già un acconto di 2000 euro;
poi i due parlano di un’altra auto che Stolder vuole avere subito per
“provarla”. Santaniello obietta che sta piovendo e Stolder ribatte
che “quella cosa” sta nella macchina. Santaniello chiarisce che lui
può portare l’auto ma qualcuno lo deve poi riaccompagnare. Stolder
risponde che va bene e che lo aspetta;
- telefonata n. 675 ore 18:20 (stesso giorno) sempre intercetta
sulla utenza sopra indicata in uso allo Stolder e diretta alla utenza
366 ... in uso a Ferriero Rosaria (cui corrisponde il progressivo n.
45) quando si sente la voce di Stolder Raffaele, in ambientale, dire
“quelli videro parcheggiare uno là dietro … una …. nuova, nuova …
ci stanno pure le chiavi e deve stare dentro al parcheggio …. lo
tratteniamo con la scusa dei soldi …cambia tutto … una volta pigliati
questi qua...incomincia di un’altra maniera la vita”; - telefonata n.
679 ore 20:28 quando finalmente Stolder riesce a parlare con
Ferriero Rosaria con la quale discute di una prenotazione in un
albergo che la donna ha provato a fare da una cabina telefonica e i
due concordano di incontrarsi da vicino il giorno dopo;
- telefonata n. 680 ore 20:32 quando Ferriero Rosaria contatta con
la sua utenza quella dello Stolder e gli chiede se deve passare dopo
cena da lui. Stolder risponde in maniera criptica di valutare lei
stessa se passare da lui;
- telefonata n. 681 successive ore 20:36 intercettata sempre sulla
366 ... in uso a Stolder Raffaele il quale contatta Fiandra Bruno e
gli chiede coma vada la macchina. Bruno risponde che i freni
fischiano, ma la macchina va bene. Stolder si lamenta del
comportamento di Salvatore (evidentemente Santaniello) il quale
aveva preso 150 euro per aggiustarla. Bruno risponde che,
probabilmente, il fischio può dipendere dal fatto che sta piovendo
ed i freni sono bagnati;
- telefonata n 682 ore 20:56 (stessa utenza dello Stolder) quando
Fiandra contatta Stolder chiamandolo “zio” e gli dice di essere sulla
salita di Pianura, prima di casa sua, e la macchina si è spenta e non
riparte più. Fiandra dice di non poter lasciare l’auto in strada e
spiega dove si trova, aggiungendo che la batteria non da segni di
vita. Stolder risponde che manderà qualcuno in soccorso;
- telefonata n. 683 successive ore 21:01 ancora intercettata sulla
utenza 366 ... in uso allo Stolder e diretta alla utenza 334 ... in uso
a Fiandra Bruno (utenza successivamente monitorata) nel corso
della quale Stolder chiede all’interlocutore se è il caso di fargli
portare dei cavi. Bruno risponde che va bene così e Stolder gli dice
che dopo è meglio che vada da lui, altrimenti perde troppo tempo;
- telefonata n. 685 ore 21:03 tra le due utenze sopra indicate
quando Fiandra chiama Stolder per dirgli che sta arrivando il
suocero dal lavoro ed ha i cavi della macchina; Stolder si
raccomanda di fargli sapere;
- telefonata n. 686 ore 21:04 sempre tra le stesse utenze quando
Stolder contatta Fiandra per chiedergli se dopo passare da lui.
Fiandra risponde che cenerà qualcosa e poi andrà. Stolder gli dice
di fare presto perché si sono dimenticati di fare “quello di cui
avevano parlato”;
- telefonata n. 689 ore 21:23 tra le predette utenze quando Fiandra
comunica che l’auto non va proprio e quindi occorre che qualcuno lo
passi a prendere. I due parlano ancora dell’auto e alla fine Stolder
si arrabbia e dice che non è il caso di pensare ancora alla macchina
ma “ad altre cose”;
- telefonata n. 690 ore 21:28 quando sempre con la medesima
utenza Stolder contatta Santaniello Salvatore che non risponde ed
in ambientale si lamenta con qualcuno accanto a lui che ha preso i
soldi per aggiustare l’auto che non funziona e neanche risponde al
telefono;
- telefonata n. 692 ore 22:18 quando Stolder contatta Fiandra (le
utenze usate sono le medesime) e quest’ultimo gli dice che sta
arrivando;
- telefonata n. 693 ore 23:28 (intercettata con il progressivo n. 52
sulla utenza 366 ... in uso a Ferriero Rosaria) quando la cognata
Rosaria chiama Stolder e gli dice che sta andando da lui;
- telefonata n.694 successive ore 01:02 del 22.11.08 intercettata
sulla utenza 366 ... in uso a Stolder Raffaele che viene contattato
dalla utenza di Fiandra Bruno ed in ambientale si sente la voce di
Improta Giuseppe dire ad un soggetto che si trova con lui,
chiamandolo Ciro, di aprire il palazzo.
Intanto alle ore 01:20 del 22.11.2008 una pattuglia, in normale
servizio di perlustrazione, transitando in Piazza Calenda, all’altezza
della Farmacia Mura 14, notano una Fiat 500 di colore blu targata
AV705RH, parcheggiata con due persone a bordo, che sono
identificate in Ferraiuolo Gennaro e Ferriero Rosaria. Secondo
quanto si legge nell’annotazione di polizia allegata agli atti
l’attenzione degli operanti viene attirata dal fatto che, alla vista
della volante, la donna scende dall’auto e si incammina in direzione
di via Pietro Colletta entrando nella traversa adiacente il teatro
Trianon, per poi ritornare indietro, mentre l’uomo, restando
nell’autovettura, si volta per dare le spalle agli agenti. Dopo
qualche minuto da tale controllo, la locale Sala Operativa chiede
l’intervento in via Pietro Colletta 35 presso X, della Volante Como
Vicaria 11 per rapina con sequestro di persona.
Il dato risulta particolarmente significativo perché proprio al
momento del controllo di polizia (ore 01:20) l’azione dei rapinatori
in contatto via radio con i complici subisce un’improvvisa
accelerazione (come dichiarato da X) tanto che gli stessi si
affrettano a legare ed imbavagliare le vittime e si allontanano
subito.
Peraltro si intercettano le seguenti telefonate nella fase successiva:
- telefonata n.53 ore 01:43 (sempre del 22.11.08) intercettata sulla
utenza 366 ... in uso a Ferriero Rosaria che prova a contattare lo
Stolder che non risponde e dice in ambientale“evidentemente Lello
ha lasciato il telefono sopra”;- telefonata n.54 ore 01.44
intercettata ancora sulla utenza in uso a Ferriero Rosaria che in
ambientale, parlando con un altro uomo identificato nel Ferraiuolo
Gennaro, dice “...come.... stavano dentro quando ha detto …sali
con la borsa, perchè questi qua stanno facendo i furbi ... sali con la
borsa ....sali con la borsa…”. Ferraiuolo “mannaccia!
...mannaccia!” e Rosaria continua “eh! Sono andata a prendere la
borsa, sopra dalla Zia e l'ho portata là…. Patrizia ha preso sonno”.
Ferraiuolo “là fuori, con il ponte radio .... sopra l'anima di papà....”.
Rosaria “e, non ce l'ho la radio...che devo fare!!!...... oì nemmeno il
telefono…”. Ferraiuolo “Massimo, se n'è andato proprio?”.
Rosaria “Massimo sta sopra”. Ferraiuolo “pure lui, sopra
sta?”. Rosaria conferma (“eh”). Ferraiuolo “il palazzo sta aperto, se
voglio andare io?” e Rosaria risponde “non lo so”.
La utenza della Ferriero Rosaria in questo arco temporale aggancia
sempre la cella di copertura della zona ove la rapina è stata
consumata e ove sono stati controllati lei ed il Ferraiuolo che
evidentemente, dopo la conclusione della rapina, continuano a
restare in zona cercando di parlare con lo Stolder per conoscere gli
esiti.
Ed invero la conversazione in ambientale intercettata tra Ferriero
Rosaria e Ferraiuolo Gennaro coincide perfettamente con quanto
riferito dai denuncianti in relazione all’intervento di un ulteriore
complice con i mezzi per forzare la cassaforte e con la frase “stanno
facendo i furbi” che la Ferriero riferisce aver percepito quando
“stavano dentro” e lei stessa era andata a prenderla e l’aveva
portata “là”. I due lamentano di non avere più il collegamento radio
e non sanno come regolarsi, anche perché Stolder non risponde al
telefono.
Risultano i gravi indizi di colpevolezza in relazione ai reati contestati
a carico di 1) Ferriero Rosaria e 2) Ferraiuolo Gennaro che
evidentemente svolgono il ruolo di pali, pronti ad avvisare i complici
nell’appartamento in caso di imprevisti (e difatti alle ore 01:20
avvisano della presenza della pattuglia); 3) Stolder Raffaele, che
convoca Ferriero Rosaria la quale dopo le fasi concitate della rapina
cerca di contattarlo a sua volta; 4) Fiandra Bruno che viene
convocato dallo Stolder con la telefonata delle ore 21:01 dopo aver
testato la efficienza di un’auto ed è individuato in foto da X tra i
rapinatori come colui che si era tolto il passamontagna per
mangiare un cioccolatino.
Non sussistono gravi indizi a carico di Improta Giuseppe in
considerazione della unica conversazione che lo vede protagonista
senza tuttavia che sia possibile comprendere se sia proprio lui la
persona che accede all’abitazione per scassinare la cassaforte,
posto che non vengono in questo caso intercettate le chiamate
radio ed è vero che alle ore 01:02 egli cerca di contattare al
telefono lo Stolder, da una utenza che nel brogliaccio gli
investigatori indicano come in uso al Fiandra, ma Stolder non
risponde e dunque non si ha modo di verificare se il portone del
palazzo che Improta chiede di aprire sia proprio quello ove è in
corso la rapina.
Ugualmente esistono elementi di forte sospetto nei confronti di
Bove Assunta, tenuto conto delle dichiarazioni dei denuncianti e
della circostanza, sottolineata dagli investigatori, che ella abita
nello stesso quartiere ed a breve distanza dallo Stolder. Si tratta di
sospetti e correttamente non viene formulata alcuna richiesta a
carico della Bove, sebbene risulti altresì che la mamma della Bove,
che si identifica in Durante Angela, svolge l’attività di collaboratrice
domestica presso l’abitazione degli Stolder ed è in costante contatto
con la Ferriero Patrizia.
Se questi elementi non sono sufficiente per procedere a carico della
Bove o della Durante non si può certo ritenere raggiunto un quadro
indiziario grave nei confronti della predetta Ferriero Patrizia di cui si
parla, nelle intercettazioni qui riportate, solo per dire che “ha preso
sonno”.
Quanto alla configurabilità dei reati, in relazione alla sussistenza del
sequestro di persona valgono le considerazioni sopra svolte con
riguardo alla rapina nello studio S. V., posto che anche in questo
caso i soggetti sono stati legati e privati della libertà dopo la
conclusione della rapina e per evitare che fosse chiamata la polizia,
essendo stata segnalata la presenza di una Volante in zona.
La tentata rapina ai danni della FINMAZZA. Capo F contestato a
Stolder Raffaele, Ferriero Rosaria, Fiandra Bruno, Esposito Antonio,
Marotta Salvatore, Schiavon Gianfranco.
Il chiaro contenuto di alcune conversazioni intercettate consente di
desumere che il gruppo capeggiato da Stolder Raffaele comincia già
nel mese di giugno del 2008 a pianificare un “colpo” da portare a
segno nei confronti di una società di pegni che in maniera piuttosto
esplicita viene indicata nella FINMAZZA.
Sul punto valgono alcuni passi dell’ambientale n. 520 intercettata in
data 4.6.2008 nell’abitazione dello Stolder:
- ore 18:31 quando Stolder Raffaele parla di un colpo da
organizzare e descrive la ubicazione della società di pegni in via
Cesare Rosaroll “…quando andate sopra….no? ..ed entrate dentro
da questo ... vedete che, affianco, ci sta una specie di corridoio ….
quei balconi sono tutti i suoi ... quei balconcini ... quello è un
albergo ... quello ... quello è interessante ... è interessante, quella
stanza proprio tiene la telecamera, proprio quando entrate nel
palazzo ... quello che ha d'interessante è la controsoffittatura ...
perciò poi, in un secondo momento, dobbiamo vedere come
dobbiamo fare per fare il buco nel muro perchè, se tiene la
controsoffittatura, anche l'albergo questo è finito, perchè noi
facciamo il buco nella controsoffittatura e lo pigliamo e ce lo
mangiamo! ... facciamo queste due cose ... poi, vediamo, tiene una
cassa, che più o meno si vede, quando sta un poco aperta la porta.
.. e sono piene tutte e due, ha due o tre casse, tutte piene... è
assurdo”. In quel frangente in casa i verbalizzanti individuano le
voci di Marotta Salvatore e di Colurciello Salvatore.
Marotta in particolare dice di aver chiesto ad Enzuccio, il fabbro,
delle cose che costano 650 e si mettono vicino all'orecchio per
sentire tutto quello che dicono le persone. I presenti parlano quindi
di apparecchiature per far scattare l’allarme. Stolder in questo
contesto parla, tra l’altro, di “microspie” da collocare, dove fare i
colpi, per sapere quando aprono le casse e quando parlano con la
sicurezza;
- ore 20:31 quando in casa si individuano le voci di Stolder Raffaele
e del genero Esposito Antonio. Quest’ultimo racconta al suocero che
un dipendente dell’Hotel PRATI aveva chiamato la Municipalità
affinchè venisse effettuata una disinfestazione ed una
derattizzazione nella zona ed inoltre parla di un parcheggiatore che
opera proprio dinanzi al predetto hotel. Stolder chiede “ma chi è
questo padrone dell’Hotel PRATI?? …ma non ti puoi informare chi è
questo padrone dell’Hotel Prati?”. Esposito risponde “io, il padrone
dell’hotel PRATI non lo conosco …. io conosco il vecchio…”. Stolder
chiede “il vecchio, sarebbe quello con i baffi?” e poi si informa “ma
quell’albergo, no… le stanze ce l’ha, solo al primo piano?”. Esposito
risponde “quello là ha un magazzino giù dove ha fatto la reception
… poi tiene la casa al secondo, al terzo e quarto piano … però da
Enzo si sale per il secondo piano … poi, stesso per là dentro avrà
fatto una scala, dove si sale per le stanze, quelle sopra di qua e
quelle sopra di la……comunque, tutto il bordello, tiene una ventina
di stanze…”. Stolder spiega il suo interesse “io vorrei sapere se
sono stanze o se sono amministrazioni … Hai capito? … al primo
piano… dove sta ò impegnatore …. Perché tiene pure una
scrivania… “. Esposito risponde “al primo piano, non si vede proprio
che cos’è” e Stolder ripete “tiene pure una scrivania”. Esposito
specifica “perchè quello sta al secondo piano” e Stolder “ci sta una
stanza con la scrivania, al primo piano… sta la gente affacciata,
ogni tanto… sai dove stanno affacciati? …. al lato… al lato
dell’albergo, verso il palazzo, al lato di la … perché dentro
all’albergo … però dall’altra parte, in testa al palazzo, appartiene
all’albergo….”.
L’ambientale di cui sono stati riportati due stralci è importante
perché rivela che lo Stolder, tra i vari progetti criminosi di cui
discute con i suoi affiliati, prende subito di mira la FINMAZZA, come
si desume dai chiari riferimenti alla società di pegni (“o’
impegnatore”) che si trova al primo piano dello stesso stabile in via
Cesare Rossaroll ove si trova l’hotel Prati e, così come descritto
dallo Stolder, ha un bancone di accoglienza clienti, con vetri
blindati, che è possibile scorgere dal pianerottolo del primo piano.
Peraltro i verbalizzanti hanno effettuato un sopralluogo che ha
consentito di riscontrare quanto con precisione viene detto nel
corso dell’ambientale con riguardo alla ubicazione della sede della
società di pegni. Invero, come inizialmente descritto dallo Stolder,
salendo al primo piano, vi è un corridoio che conduce alle stanze
dell’albergo, ove è anche situata un’entrata secondaria della
FinMazza; la società ha poi una serie di balconcini che sono visibili
da tutte le angolazioni dello stabile in questione; sullo stesso piano
vi sono le stanze dell’Hotel Prati ed una porta secondaria di accesso
è attigua ad una stanza, la numero 102; al primo piano è installata
una telecamera di sicurezza; nel corridoio che conduce alle stanze
dell’albero, al piano primo, è presente una controsoffittatura (quella
che lo Stolder vuole bucare per “mangiarseli”); dal pianerottolo del
medesimo piano si intravede una cassaforte accanto al bancone.
Va sottolineato che il genero Esposito Antonio, di cui viene
riconosciuta la voce, è in grado di fornire tali indicazioni poiché
gestisce un bar, denominato DAVID situato in Piazza Principe
Umberto, proprio di fronte allo stabile ove sono l’albergo e la
società.
I progetti sulla FinMazza sembrano perdersi nel mare di altre
iniziative che il gruppo sta portando avanti, su vari fronti, come
dimostrato dalle intercettazioni ricordate nel trattare del reato
associativo e da quelle ulteriori rilevabili dai brogliacci presenti nel
volume 3 degli allegati alla segnalazione DIA.
Tuttavia nel mese di novembre 2008 di nuovo il discorso ritorna
sulla società di pegni.
Gli investigatori indicano alcune conversazioni intercettate tra
Stolder Raffaele e tale Franco il ragioniere, non napoletano, nel
corso delle quali il primo rappresenta la necessità di una
collaborazione per un colpo da realizzare, conversazioni che sono in
qualche modo legate agli sviluppi dell’attività svolta dalla Ferriero
Rosaria presso l’hotel Prati.
E sul punto giova ricordare le seguenti intercettazioni:
- telefonata n. 78 ore 22:20 del 7.11.2008 intercettata sulla utenza
366 ... in uso allo Stolder che viene contattato da una cabina
pubblica (utenza 049 ...) di Abano Terme, provincia di Padova, in
via Giacomo Puccini n. 2 da un soggetto non napoletano al quale
Stolder rappresenta di aver reclutato del personale per fare “un
colpo”. I due restano di intesa che si sentiranno per accordarsi;
- telefonata n.136 ore 11:58 dell’8.11.2008 intercettata sulla
medesima utenza dello Stolder che viene chiamato da un soggetto
non identificato il quale fa riferimento ad una persona, con la quale
Stolder dice di aver parlato la sera precedente (è quindi evidente il
riferimento all’interlocutore non napoletano), e il chiamante
specifica che la persona “non è libera”. I due discutono della
possibilità di concordare degli incontri “a metà strada”. Il soggetto
precisa che ora lui vedrà quella persona ed insieme contatteranno
lo Stolder. Quest’ultimo ribadisce la sua urgenza di parlare con la
predetta persona e precisa di chiederle se “può andare da
lui” perché ha “un colpo da fare”. Il chiamante chiede quanto tempo
dovrà rimanere la persona e Stolder risponde che “è già tutto
pronto”; - telefonata n. 144 ore 16:33 sempre dell’8.11.2008
quando, come annunziato, sulla utenza dello Stolder il soggetto di
cui alla precedente chiamata contatta lo Stolder e gli passa la
persona con la quale si è incontrato e che dalla voce risulta essere
l’interlocutore dello Stolder della telefonata n. 78 (sopra riportata).
Stolder chiede all’uomo se può spostarsi per andare a Napoli e
realizzare “qualche colpo”. L’uomo risponde che deve rientrare per
mezzanotte a casa. Stolder chiede se possano incontrarsi da vicino
e l’interlocutore afferma di essere stato nel posto “dove è stato il
fratello”. Parlando di altri soggetti da contattare e di pregresse
situazioni. Stolder afferma in questo contesto che lui adesso ha una
“bella equipe” e dispone di apparecchiature tecnologiche che gli
velocizzano il lavoro per “fare” appartamenti e negozi;
- telefonata n. 235 ore 01:58 dell’11.11.2008 quando Stolder
Raffaele chiede a Ferriero Rosaria “ma come mai non gira?”.
Rosaria risponde “fa mezza ... la metà fa pure lo scatto, si sente
pure il rumore..metà, ma non apre”. Stolder chiede “e che pensi?”.
Rosaria “e che penso? O Marco deve fare qualche modifica, o sa lui
… mò domani, mò sto fatto che è? …..che problema è?”. Stolder
commenta “secondo me, ne dovevamo portare un pò di più di
queste cose… eh? …mannaccia la miseria puttana”. Rosaria riferisce
“e, poi, ho visto un’altra cosa quando sono venuta … la signora
affianco a me non c'era… eh! ho visto la chiave appesa …”. Stolder
prontamente “e allora fattela dare domani” e Rosaria concorda “e
..mo mi sono affacciata e neanche .. ho visto tutto chiuso…. mò,
domani mattina, se la signora affianco a me non ci sta, mi faccio
dare quella là”. Stolder “eh! te la fai dare, mo.. mo… vediamo come
dobbiamo fare ….eh” e insiste “eh! Domani, passatene di la! …
ja”aggiungendo “comunque qualsiasi cosa trova una scusa, hai
capito? …. eh! così te la fai dare … e se no va a finire che dopo non
troviamo”. Rosaria ribadisce che se vede che la signora non c’è
chiederà di spostarsi. Stolder ripete “ti raccomando domani…” e
Rosaria “eh! Gesù che mi dimentico?”. Stolder continua “fai la solita
cosa … e vediamo un pò vediamo un pò se casomai giù domani si
avvistassero ste cose… se le potessimo prendere direttamente di là
capito? … se, distrattamente, le tenessero appoggiate.. hai capito?
… ti pare?! …e vedi pure se, la dietro, stessero… stessero
infilate….”. Rosaria risponde “ah, è normale … Io guardo sempre”.
Stolder continua “non si può mai sapere …quello...”. Rosaria “quella
è la prima cosa che io vedo”. Stolder “e quello che avvista,
avvista… no? gli fai vedere qualcosa e se avvista qualche mazzetta
prendi e te lo prendi…. hai capito?”. Si salutano.
La telefonata, ora riportata, rivela che il colpo che Stolder ha in
corso è proprio quello ai danni della finanziaria FinMazza, in
considerazione del fatto che dai riferimenti contenuti nel dialogo tra
Stolder e Ferriero Rosaria si evince chiaramente che la donna si
trova presso un albergo e sta provando ad aprire una serratura. I
verbalizzanti, peraltro, hanno verificato sui registri delle presenze
dell’Hotel Prati, ovvero l’albergo che si trova nello stesso stabile
della società, che una donna con il nome di Adaggio Vincenza (poi
come si vedrà infra identificata nella Ferriero Rosaria) dal 6.11.08
occupava una camera dell’albergo e proprio il giorno successivo alla
telefonata chiedeva di passare dalla stanza 101 alla stanza 102;
- telefonata n. 240 successive ore 10:32 (la mattina del medesimo
11.11.2008) sempre sulla utenza in uso allo Stolder che riferisce
all’interlocutore, (colui che fa da tramite con il soggetto della zona
di Padova), di aver rintracciato “quelli là” i quali arriveranno tra 8 -
9 giorni. In maniera criptica lo invita a ricordare il motivo. Nel corso
della telefonata chiede all’interlocutore di vedere il fatto
del “ragioniere” per verificare quando potranno incontrarsi a metà
strada. L’uomo risponde che glielo dirà subito e chiede se Stolder
intenda parlargli da vicino. Stolder afferma che sarebbe meglio fare
così anche per provare i tempi degli spostamenti e propone di far
partire il ragioniere di mattina presto. Dopo aver di nuovo parlato
delle persone che devono muoversi tra 7/8 giorni, Stolder ritorna a
parlare della persona che invece vuole far giungere a Napoli e
discute della possibilità che quando “quello” arriverà a Napoli potrà
prendere un taxi e farsi portare al posto convenuto;
- telefonata n. 268 ore 17:51 (stessa data) quando sulla utenza di
Stolder giunge la chiamata del precedente interlocutore il quale dice
di aver da poco lasciato il ragioniere, con il quale aveva provato
anche a chiamarlo, ma non Stolder aveva risposto. L’uomo gli
consiglia di pianificare un incontro a metà strada e gli suggerisce
Firenze Nord, aggiungendo “però, adesso domani ho
l'appuntamento per le cinque e ti fai trovare con il telefono pronto
che stiamo telefonando da parecchio, poi lui aveva da fare e se ne è
andato”. Restano quindi d’accordo di risentirsi per domani alle ore
17:00/17:30.
Intanto, nella notte, si intercettano contatti continui tra Fiandra
Bruno, che utilizza la scheda telefonica dello Stolder (366 ...) e
Ferriero Rosaria la quale alloggia, come rivelato dalla telefonata n.
235, proprio nello stabile ove si trova la finanziaria presa di mira
dal gruppo.
Così alle ore 01:17 (telefonata n. 270) Fiandra Bruno chiama
Ferriero Rosaria per dirle che sta andando da lei; poi alle ore 01:47
(telefonata n. 273) prova di nuovo a chiamarla e in attesa che
risponda dice a qualcuno accanto a lui di chiudere l’apparecchio
radio altrimenti “si sente da dentro al telefono”. Alle ore 02:02
(telefonata n. 277) Rosaria contatta il Fiandra Bruno dicendogli che
hanno lasciato “tutto aperto” e possono entrare aggiungendo che
una seconda porta scricchiola e fa rumore. Fiandra risponde che ora
andrà con lo “zio” (così come in segno di rispetto viene chiamato lo
Stolder). Alle ore 02:08 (telefonata n. 278) Ferriero Rosaria
consiglia al Fiandra di mettere “il motorino di fronte” così lo potrà
sorvegliare lei. Alle ore 02:15 sempre Rosaria avvisa Fiandra
(telefonata n. 279) che c’è la polizia in giro ed ha fermato un
soggetto con uno scaletto nella macchina. Successivamente, però,
ore 02:17 Rosaria richiama per dire che è “pulito” (telefonata n.
280). Alle ore 02:19 Fiandra chiede a Rosaria se può andare e la
donna risponde “niente di meno” (telefonata n. 282). Alle ore 02:20
Fiandra prova a contattare di nuovo la donna e in sottofondo si
sente la voce di Stolder Raffaele che gli dice che devono “mettersi
di fronte” (telefonata n. 283). Alle ore 02:21 Fiandra riferisce a
Rosaria che “è tutto chiuso”, ma la donna ribatte “vedi che ho
messo il fazzolettino”. Fiandra ripete che è chiuso e le chiede di
scendere ad aprire. In sottofondo si sente Stolder Raffaele alterato
che intima “deve scendere un attimo” (telefonata n. 285). Alle ore
02:30 (telefonata n. 287) Rosaria chiama Fiandra per avvisarlo“si
sta muovendo l'ascensore” e devono stare attenti. Fiandra risponde
che se ne andrà a casa. Alle ore 02:46 Fiandra contatta la Ferriero
per dirle che “la persona” è stata vista e vi è una seconda porta
rimasta aperta. Rosaria dice che non è riuscita a chiudere ed ora se
la persona sale può vedere la porta aperta e si può insospettire
(telefonata n. 291). Qualche secondo dopo (telefonata n. 292)
Fiandra chiede a Rosaria se la seconda porta ha la serratura e
discutono della prima porta, dove la donna aveva messo il
fazzoletto. Bruno chiede a Rosaria (chiamandola per nome) quale
porta abbia lasciato aperta e le dice di vedere cosa fa lui. In
sottofondo si sente la voce di Stolder che suggerisce. Fiandra quindi
riferisce alla donna che se il soggetto dovesse chiedere come mai la
porta stava aperta, lei deve risponde che doveva prendere un po’
d'aria.
Alle ore 02:59 (telefonata n.293) Fiandra chiama Rosaria che gli
comunica “sta giù” e Stolder in sottofondo chiede se sente parlare.
La risposta arriva dopo qualche minuto quando alle ore 03:15
Rosaria comunica a Fiandra che il soggetto “ha la televisione
accesa”.Si rinvia l’operazione.
Puntuale, secondo quanto annunziato nella conversazione n. 268,
giunge la telefonata n. 325 alle ore 17:20 del 12.11.08 intercettata
sulla utenza dello Stolder e proveniente dalla utenza 334 ...
(intestata ad un cittadino indiano ma in uso al soggetto con
l’accento napoletano in contatto con il soggetto residente nella zona
padovana). Si sente la voce del medesimo interlocutore della 268
dire “aspetta, adesso subito te lo passo, due minuti …hai capito?
Statti vicino al telefono”. Stolder chiede “se devo aspettare… ti
chiamo dopo?”. L’interlocutore “No! No! Quello, adesso se ne deve
andare, aspetta sta qua, adesso te lo passo ... un attimo ... sta
venendo ... tieni, tieni …Franco …”. Quindi la conversazione
continua tra lo Stolder ed il soggetto chiamato Franco il quale dopo
i convenevoli dice “Ascolta… noi ci vedessimo a metà strada, hai
detto che devi parlami, no? Perché, a venire giù ... se per venire sai
… per i discorsi… io vengo senza fiatare… un attimo ...però se ... inc
... possiamo fare a metà strada, per ciascuno, come avevamo detto
è meglio per discutere. Cosa dici?”. Stolder risponde “Ti volevo dire,
adesso io sto facendo un sacco di casino per chiudere questa storia
che ti ho mandato a dire ... ho detto così … adesso sto seguendo
questa storia che ti ho mandato a dire e, praticamente, mi hanno
detto che, tra otto giorni, questo tizio scende e ci da tutto, ci da
tutto la ditta, le marche tutto ...”. Franco interviene“... il materiale,
ho capito ...” e Stolder continua “l'esclusività a noi ci da ...così ha
detto”. Franco chiede “cos'è Adidas?” e ripete dal momento che
Stolder non ha compreso “sono Adidas? Ho detto, scarpe ...”.
Stolder conferma “si tutta questa roba qua ed altre marche ...”.
Franco afferma “ho capito... Tu vorresti che ci dobbiamo sentire,
quando ci dà l'esclusiva del contratto ...”. Stolder allora chiarisce “si
… gli parlo del contratto e tutto, poi, caso mai ci fai una corsa
direttamente. Vai proprio sul posto! Hai capito com’è? … e veniamo
a parlare, poi, a parte questo, probabilmente ci potrebbe stare un
altro ... inc ... da chiudere … allora, se c'è questa cosa da chiudere,
io non so se tu hai la disponibilità di venire presto, hai capito
com’è? ... Magari dopo subito te ne andresti ...”. Franco chiede “la
disponibilità di venire presto, ma entro otto giorni?”. Stolder
risponde “non lo so! E’ una cosa che si chiude al momento, non lo
so adesso! Sto vedendo un po’ una ... devo chiedere, un momento,
una pratica ...”. Franco ripete “ho capito! Allora, tu vorresti che
venissi là? Direttamente?”. Stolder precisa “ma, se c’hai il tempo,
perchè se non c’hai il tempo, non fa niente! Questa è una cosa ... a
me fa piacere a livello affettivo, hai capito? Perchè ...”. Franco lo
interrompe “si, ho capito … Ho capito ... però, se la cosa è tua
importante da fare io vengo ...va bene”. Stolder conclude “Allora,
facciamo così, io se questa cosa si chiude … se questa cosa si
chiude, tu vedi un po’se puoi fare questa volata…… perché, la cosa,
ora ti spiego... di mattina, prestissimo, però per fare ... inc ...
ragioniere hai capito com’è? …Poi, si fa l'orario di apertura, magari
verso ……verso le dieci può darsi che chiudiamo il contratto e, dopo,
dopo chiuso il contratto, praticamente, puoi subito andartene … hai
capito? …C’è un problema di orario, sia di notte, che di mattino,
perchè bisogna aspettare... che questi vengono … tiene in mattina il
mercato …hai capito?”. Franco risponde “si, ho capito! Senti, a che
ora dovrei essere là?”. Stolder risponde “è un casino! Perchè si
tratta che noi dovremmo …… dovremmo andare su, verso le due,
……due e qualcosa ... di notte ……però… poi aspettare, aspettare
che si fa tutto il mercato, tutta la mattinata e si può fare dalle dieci,
dieci e mezza ... hai capito? ... se, ti è fattibile ... non lo so …se
non ti è fattibile, non fa niente”. Franco risponde che ci penserà.
Stolder sottolinea “Naturalmente, è una di quelle cose come
facciamo sempre, fatta bene”. Franco risponde “si, si ho capito.
Come quando abbiamo chiuso quel contratto quella volta”. Stolder
“si .. si è una specie di quel contratto”.Franco “Ho capito …Stai
attento ad una cosa … Fra quando dovrei? …otto giorni, sette
giorni?”. Stolder risponde “No … può darsi che pure che sia a
giorni” e ripete “può darsi pure che si chiude in un paio di giorni
…un paio di giorni o al massimo all'inizio della prossima settimana”.
Franco osserva “perchè io, all'inizio, proprio all'inizio, lunedì, dovrei
andare all'assistenza sociale, capito? C’ho, anche la firma”. Stolder
poi precisa “... quell'altra cosa non c'è problema perchè è proprio
da voi …quindi, praticamente, stiamo lì”. Franco dice “comunque, a
me mi starebbe bene anche l'altro fatto perchè, ……hai capito?
Adesso, valuto le due cose, perchè se proprio il primo giorno della
settimana, devo trovare la maniera di ... trovare questo sistema
qua, hai capito? Però, adesso, adesso vediamo, va bene. Tu quanto
prima, mi avvisi?”. Stolder conferma “si … ti avviso... possiamo
anche chiudere ... inc ... non oltre martedì”. Franco si convince “va
bene, non oltre martedì, va bene” e aggiunge “se è martedì,
sarebbe meglio”. Stolder ipotizza che possa realizzarsi anche
giovedì o venerdì e Franco ribatte che per lui “è la stessa cosa di
martedì”. Stolder conclude “va bene … adesso vedo se ci riusciamo
... ci sentiamo”. Franco chiede ancora “Ascolta! Quanto tempo
prima avvisi?” e Stolder risponde “ti avviso, almeno un giorno
prima …Stiamo, proprio a chiusura …hai capito? ... ho fatto anche il
mercato”.
Il termine “contratto” è evidentemente un termine in codice
riferibile all’attività illecita cui entrambi gli interlocutori sono dediti
tenuto conto del contesto nel quale viene utilizzato (ove si parla di
una “cosa” dello Stolder cui lo Schiavon è disposto a partecipare se
è importante), nonché di quanto in maniera più esplicita si discute
nella telefonata n. 144 dell’8.11.08 (sopra riportata).
Alle ore 23:36 sempre del 12.11.08 si intercetta la telefonata n.
576 sull’utenza 339 ..., in uso a Stolder Raffaele, il quale mentre
attende che il chiamato risponda, parlando con un soggetto accanto
a lui, descrive nel dettaglio la zona da percorrere per raggiungere,
in altro modo, proprio i locali della predetta società “…vedi solo
dove stanno ... se fai la strada così ... ti fai la ….Duchesca, dietro
la Carriera Grande, dentro il vicariello ... con Antonio, spezzi
dentro al vicariello, stai di rimpetto all'albergo ... Carriera Grande…
ti rimane…. il vicolo di fronte ... la banca verosimilmente …. sta
vicino sta ... vedi”.
Tenuto conto della circostanza che alle ore 22:57 Rosaria Ferriero
ha contattato lo Stolder per dirgli che lo stava raggiungendo
(telefonata n. 337 sulla utenza 366 ... riportata nell’allegato 7 vol.
3° segnalazione DIA), i verbalizzanti ipotizzano che lo Stolder parli
con la sorella della moglie Patrizia, la cui utenza cellulare viene
posta sotto controllo.
Alle ore 14:46 del 13.11.08 viene intercettata la telefonata n. 370
sulla utenza 366 ... in uso allo Stolder contattato dalla utenza 334
... in uso al soggetto che fa da intermediario con il Franco residente
nella zona di Padova. Stolder gli comunica “come sono rimasto è
l’unico sistema …adesso abbiamo un inghippo che dobbiamo
superare e, poi, abbiamo finito … se superiamo questo inghippo
allora è qualcosa di buono … hai capito?”. L’uomo gli dice che il
“ragioniere vuole venire con la macchina” e che lui ha pensato in
quella occasione di farlo incontrare con un altro “compagno” dello
Stolder con il quale si vedevano sempre in modo che “a lui lo va a
prendere là”.
La notte tra il 13 e il 14 novembre di nuovo Stolder riprova a
realizzare quello che non gli era riuscito la notte tra l’11 ed il 12.
Invero nella serata di nuovo Stolder prende contatti con Ferriero
Rosaria per chiederle se qualcuno deve andare a prenderla
(telefonata n. 396 ore 21:27) e poi per chiedere “se sta andando e
se ha preso il borsellino” (telefonata n. 397 ore 22:52).
Dalle ore 22:59 lo Stolder, sempre con la medesima utenza
monitorata 366 ... prova di continuo a contattare la utenza in uso a
Fiandra Bruno e, mentre attende la risposta, si lascia andare ad una
serie di commenti con chi sta accanto a lui, che sono registrati in
ambientale. Così lo si sente dire “domani mattina se piove così chi
monta ad una parte … e chi monta da un’altra parte … non me ne
fotto proprio questa è la serata giusta” (telefonata n. 398); poi
aggiunge che lui può andare “con Totore e basta” in quanto “lei ci
verrà ad aprire” (ore 23:02 telefonata n. 399); si lamenta di aver
già superato la somma di 700/800 euro perché “sono dieci giorni
che vanno lì dentro” (ore 23:02 n. 400); suggerisce di parcheggiare
l’auto “in modo che andiamo lì con i mezzi” (ore 23:11 n. 402);
parla di un abbigliamento da indossare in un bar per evitare
infiltrazioni di acqua, ovvero di una “tuta da sopra al pantalone” e
di una “visiera con il casco” (ore 23:11 n. 403).
Finalmente alle ore 23:38 Fiandra risponde che sta arrivando
(telefonata n. 405).
Alle ore 00:53 Stolder contatta la cognata Ferriero Rosaria per
chiederle se quando è arrivata lì c’era “il vecchio o quell’altro”. La
donna risponde “c’è quello di ieri sera” ed aggiunge che “questo
della notte la giornata non la fa … la fa solo la femmina” (telefonata
n. 406).
Alle successive ore 01:58 Stolder chiama Rosaria per sapere se “è
pulita fuori” ed aggiunge di trovarsi con quello che la “chiama
sempre”; quindi le dice di andare a vedere in punta di piedi e poi di
chiamarli (telefonata n. 410). Invece è sempre Stolder che
ricontatta la cognata (telefonata n. 411 ore 02:11) e la donna lo
informa che “quello sta dormendo” e aggiunge che “vicino ai
cassetti ci sono dei piccoli catenacci”.
La chiamata successiva, riportata nel brogliaccio allegato, è quella
della mattina alle ore 07:18 quando Stolder parla con la Ferriero
per chiederle chi faccia il turno nella serata e la donna risponde che
dovrà chiedere ed aggiunge che l’altra sera c’era, poi la mattina
non c’era e poi quella notte era stato presente. Stolder si lamenta
che le persone non sono andate e neanche ieri sera “quel pasticcio
di merda non è andato”.
Seguono nei giorni successivi una serie frenetica di telefonate tra
Stolder, Bruno Fiandra, Colurciello Salvatore (detto Giacchetella,
come sopra evidenziato), Santaniello Salvatore, Marotta Salvatore.
Nel corso di tali conversazioni (come riportate nel brogliaccio, di cui
all’allegato 7 del volume 3) si parla di una Skoda sulla quale sono in
corso lavori meccanici per modificarla e per dotarla di radio
trasmittenti più sofisticate, nonché di appuntamenti da prendere
per parlare da vicino, di situazioni da cogliere nel giorno di festa,
della necessità di stare fermi se c’è troppa confusione, di chiavi per
aprire un palazzo, ovvero si trattano di argomenti in perfetta linea
con l’attività delittuosa oggetto del gruppo (furti e rapine in negozi
e appartamenti), tuttavia non vi sono riferimenti specifici al colpo ai
danni della FinMazza.
Il giorno 17.11.08 ore 12:03 sempre dalla utenza 334 ... giunge la
telefonata del soggetto che fa da interlocutore con la persona detta
“ragioniere” di nome Franco della zona di Padova il quale dice che
“il ragioniere voleva sapere notizie per il colpo” e Stolder risponde
che adesso ha “un problema tecnico” che sta risolvendo con degli
esperti ed aggiunge che “la cosa è meravigliosa” (telefonata n.
520).
Ed ancora il giorno 18.11.08 alle ore 14:34 si intercetta tra le due
utenze predette la telefonata n. 578 quando Stolder contatta il suo
referente nella regione veneta e gli dice che “per quella cosa ancora
niente” perché stanno ancora cercando di risolvere un problema
tecnico.
In maniera esplicita si ritorna a parlare dell’hotel Prati dal 21.11.08,
quando anzitutto lo Stolder chiede alla Ferriero Rosaria di
procurargli una nuova scheda telefonica (come si desume dalla
telefonata n. 642 delle ore 9:36 quando la donna si giustifica per
non aver trovato la SIM e Stolder dice di dover comunicare
qualcosa ad una persona, a motivare la sua urgenza della scheda).
Evidentemente lo Stolder secondo una consuetudine evidenziata
anche nelle fattispecie già trattate cambia continuamente utenza
per cercare di eludere eventuali intercettazioni.
Tuttavia, una significativa conversazione viene registrata sulla
utenza 366 ... in uso alla Ferriero Rosaria (frattanto monitorata)
quando alle ore 20:28 del 21.11.2008 si intercetta la telefonata n.
679 nel corso della quale Rosaria comunica a Stolder Raffaele “senti
io ho chiamato là …la tiene occupata fino a lunedì, la 102”. Stolder
chiede “Quelle altre là, sono tutte quante occupate?”. Rosaria
risponde “Ha detto che poi ci sono le camere le camere molto più
avanti”. Stolder “tutte quante occupate?” e Rosaria “no … sta
proprio giù a tutto è non è buono là”, a significare che una camera
libera c’è ma non è in posizione buona come la 102, che si ricorda è
proprio la camera adiacente i locali della società FinMazza. Stolder
chiede “va bene, ma che l'hai prenotata?” e Rosaria “Ho detto va
bene allora vi ritelefono, allora, perché non lo so se …”. Stolder “no
… ok chiamalo e prenotala”. Rosaria chiede “per stasera o per
lunedì?”, raccontando “ho detto … non lo so se arriva questa sera o
per lunedì. Ha detto, no, non vi preoccupate, per lunedì è libera
quella là dove siete stata voi”. Stolder precisa “e …bene tu fai una
cosa prenotala”. Rosaria allora conclude “Va bene dopo vado
un’altra volta alla cabina telefonica e la vado a chiamare” e
aggiunge “eh, poi sono stata due ore e mezza vicino al parrucchiere
se no non mi finiva la macchina…”. Stolder risponde che non
comprende quanto la donna dica perché non si sente bene al
cellulare (“Non ci capisco niente là non si sente”). Rosaria ripete
“ah, no, sono stata due ore e mezza vicino al parrucchiere se no
non mi finiva la macchina…” e Stolder “Non ti preoccupare, ma io
sono rimasto col pensiero perché non ti ho sentita tutta la
giornata…ho detto ultimamente è andata a fare…”. Rosaria risponde
“per non mi portare il telefono appresso, me lo ero dimenticato
sopra, poi ho detto mo che scendi, vicino alla ragazza, portamelo,
invece quella che ha fatto? Se lo è messo dentro alla borsa, non me
l'ha rimasto dentro, e mo ho dovuto aspettare a lei per
chiamare…però non sono andata di fretta perché comunque di là
non ci stava libera, hai capito? …va bene e che devo fare io. Poi ci
vediamo domani eh, ci vediamo domani, in modo che vengo da
vicino, perché poi lunedì, mi devo andare a fare anche i capelli
un'altra volta, hai capito?”. Stolder si raccomanda “va bene, ma
chiamalo però”. Rosaria poi dice “eh, non ti preoccupare poi ti
faccio sapere dai…”. Poi discutono della possibilità di vedersi subito
dopo (cosa che avverrà come rivelato dalla vicenda X).
Per quanto qui interessa, è evidente che lo Stolder sta portando
avanti il suo progetto ai danni della FinMazza e per realizzarlo ha
disposto l’invio di Ferriero Rosaria (che partecipa attivamente ai
reati del gruppo) presso l’albergo al fine di prenotare proprio la
camera 102 (quella per intendersi sul medesimo corridoio delle
porte di accesso alla finanziaria).
Intanto si fa sentire il soggetto che usa la utenza 334 ... e che fa da
tramite con il“ragioniere” della zona di Padova (telefonata n. 719
del 22.11.08 ore 18:24). Stolder gli dice che lunedì mette “mano
alla cosa e martedì … mercoledì gli farà sapere” ed aggiunge che a
lui interessa solo “che gli risolve la cosa tecnica”. Il chiamante
risponde che “lui” (il ragioniere) non ha problemi per i giorni ed è
indifferente se è lunedì o martedì, “basta che lo sa due giorni
prima” (proprio come affermato nella precedente conversazione tra
il padovano e lo Stolder). Stolder risponde di non preoccuparsi
perché lo chiamerà.
Significative di un’attività di preparazione in corso sono le seguenti
intercettazioni, sulla utenza della Ferriero:
- telefonata n.72 ore 16:43 del 24.11.08 quando Stolder Raffaele
chiama Ferriero Rosaria alla quale dice di prendere un telefono
economico con la scheda e poi di comunicarlo a lui;
- telefonata n.75 ore 17.28 stesso giorno quando la Ferriero chiama
Stolder e gli dice di aver trovato una scheda non intestata, ma di
non aver trovato il telefono. Stolder si arrabbia e la rimprovera
ammonendola a non parlare in questi termini per telefono; Ferriero
risponde che, dopo, andrà da lui;
- telefonata n. 76 successive ore 19.39 quando la Ferriero comunica
a Stolder che è tutto a posto e che l'ha “confermata per domani
sera”;
- telefonata n.78 ore 16.11 del 25.11.2008 quando Fiandra Bruno
contatta Ferriero Rosaria per chiederle se si incontreranno la sera;
Fiandra in particolare chiede alla donna se “se la sente” e poi
aggiunge di averle preso un telefono.
Tenuto conto delle intercettazioni dalle quali gli investigatori
desumono che il gruppo è prossimo ad intervenire presso la società
(la 102 è stata prenotata), dispongono per un rafforzamento dei
controlli di prevenzione nella zona interessata tra Piazza Principe
Umberto, Via Firenze e Corso Novara disponendo una maggiore
frequenza nel transito di pattuglie radiomobili.
Al fine di acquisire ulteriori elementi sulla camera prenotata dalla
Ferriero Rosaria, nonché di riscontrare il contenuto delle
intercettazioni e di verificare i tempi di azione, gli investigatori
svolgono altresì accertamenti presso le strutture alberghiere situate
nelle immediate adiacenze dei percorsi indicati dallo Stolder alla
Ferriero. Il giorno 28.11.08 alle ore 15:30 presso la reception
dell’Hotel Prati in via Cesare Rossaroll 4 si accerta che dal giorno
26.11 la stanza 102 è occupata da una donna, Adaggio Vincenza,
che il giorno 25.11 aveva alloggiato nella 102 e poi si era fatta
spostare nella 102.
Nei giorni dal 3 al 5 dicembre 2008 viene predisposto un servizio di
osservazione nei pressi dell’Hotel Prati.
Alle ore 11:00 del 03.12.2008 una donna, individuata dai tratti
somatici nella Ferriero Rosaria, esce dal portone dell’albergo e si
dirige, a piedi, verso Piazza Principe Umberto, ove viene persa di
vista. I verbalizzanti specificano di non averla sottoposta a controllo
per non pregiudicare il prosieguo delle attività.
Non si registrano tuttavia altri eventi di rilievo e così in data
5.12.08 gli investigatori decidono di svolgere una più approfondita
verifica presso l’Hotel Prati. Mostrano quindi al personale
dell’albergo presente al momento del controllo, - ovvero ....., .......,
......, ....... -, la fotografia di Adaggio Vincenza, acquisita presso
l’ufficio carte di identità del Comune di Napoli, ma nessuno dei
dipendenti riconosce la donna, dichiarando di non averla mai vista
prima. Il dato riscontra quanto risultante dalle intercettazioni e
dall’attività di osservazione del 3.12.08, ovvero che la donna
presentatasi in albergo come Adaggio Vincenza è in realtà Ferriero
Rosaria.
Nella medesima circostanza si accerta, attraverso l’analitica
consultazione del registro di passaggio delle consegne dei portieri,
acquisiti in copia, la pregressa presenza di Adaggio Vincenza anche
in data 6.11.08 sempre presso la stanza 102, camera più attigua
alla società FinMazza, come risultante dai rilievi fotografici
raffiguranti la rampa di scala che conduce al 1° piano, nonché una
delle due porte di accesso all’istituto che risulta parzialmente celata
da una tendina scorrevole ed il corridoio, attiguo, che conduce alla
stanza 102.
I verbalizzanti evidenziano che proprio mentre la Ferriero è
alloggiata in quella camera si registrano i contatti con Fiandra
Bruno, altro componente del gruppo Stolder.
Le indagini proseguono.
Nella mattina del 16.1.2009 alle ore 12:30 i verbalizzanti si recano
nuovamente presso la sede dell’Hotel Prati ed apprendono dal
portiere d’albergo .... e dall’addetto alle pulizie ... che verso le ore
10:30 circa erano stati notati passare dinanzi alla portineria
dell’albergo sei uomini, vestiti con tute e cappellini di colore blu,
provenienti dall’ingresso condominiale. In particolare lo ...
raccontava che i predetti, nell’incrociarlo durante la discesa degli
ultimi gradini, alzavano tutti l’avambraccio in modo da coprire il
volto, come se volessero evitare di frasi riconoscere. Insospettiti da
questo comportamento, i dipendenti interpellavano i titolari della
FinMazza e gli altri condomini del palazzo, ma nessuno riferiva di
aver chiamato questi uomini, anche se i gestori della società
ricordavano di aver notato uno strano movimento nei pressi della
loro porta secondaria.
Personale del commissariato P.S. Vicaria Mercato, in data
19.01.2009 esamina sul punto il titolare della società, ...., il quale
denuncia anzitutto un episodio pregresso ricordando che la notte
del 18.12.08, verso le ore 03:30, presso la sede della società di cui
è amministratore in via C. Rosaroll, erano stati visti alcuni individui
uscire di corsa dal portone, come riferitogli dal portiere d’albergo e
dall’addetto alle pulizie. Il .... specifica che agli uffici della sua
società, ubicati al 1° piano, è possibile accedere da due ingressi
adiacenti sul pianerottolo: uno, situato sulla rampa di scale, e l’altro
nel corridoio in comune, che conduce anche ad alcune stanze
dell’Hotel Prati. In quella circostanza, gli stessi portieri d’albergo
accertavano che la serratura del portone condominiale, interno, era
stata forzata dagli ignoti malfattori.
Successivamente, precisamente in data 16.1.09, verso le ore
10:30, mentre si trovava negli uffici con alcuni collaboratori, tra cui
la sorella ....., ....... e ......., avevano modo di sentire lo scatto della
serratura elettrica di apertura della porta secondaria, ovvero quella
situata nel corridoio che conduce ad alcune stanze dell’Hotel Prati.
...... immediatamente era corso vicino alla porta, mentre lui (.....)
chiudeva subito la seconda porta intermedia tra l’ingresso e la zona
di lavoro. Il ...... aveva modo di notare che la porta secondaria era
stata aperta e constatava la presenza di più persone, ferme sul
pianerottolo esterno, tutte indossanti tute scure e cappellini, in
possesso di borsoni. Con prontezza richiudeva la porta e tornava
indietro; lui (.....) apriva la seconda porta interna per farlo entrare
e quindi la richiudeva. Il ..... gli riferiva che la luce esterna alle
scale era spenta e non aveva meglio potuto vedere i volti delle
persone che si trovavano sul pianerottolo. Successivamente, i due
dipendenti dell’albergo presenti erano saliti per chiedere se fosse
tutto a posto, dal momento che avevano notato sei persone uscire
di corsa, indossanti tute blu e cappellini, le quali si erano coperti il
volto con le braccia nel transitare dinanzi alla loro portineria ed
erano usciti dal portone condominiale che conduce in via C. Rosaroll
(cfr. verbale a firma di Mazza Gaetano del 19.1.09).
Quest’ultimo episodio è chiaramente commentato da Ferraiuolo
Gennaro, nel corso della telefonata n. 2837 del 20.1.09 ore 15:47
quando nel rispondere al telefono, in ambientale commenta “le
guardie se ne sono scese e loro sono scesi dopo due minuti, con i
borsoni in mano e fuggivano avanti”. Detto ciò risponde al telefono.
Il Ferraiuolo fa riferimento alla presenza di guardie in zona che si
sono allontanate e dopo due minuti erano scesi anche i compagni
che correvano con i borsoni in mano, particolare significativo
proprio perché il .... riferisce che il suo dipendente ...... gli aveva
riferito che i soggetti avevano dei borsoni.
Va detto che la contestazione in esame pone un duplice problema:
quello della qualificazione giuridica e quello della individuazione
delle personali responsabilità.
Sotto il primo profilo deve evidenziarsi che gli atti posti in essere
nel tempo integrano senza dubbio gli estremi del tentativo in
quanto gli stessi si rivelano idonei e diretti in modo non equivoco a
introdursi nei locali della società per sottrarre, mediante effrazione
e scassinando le casseforti, i valori tenuti in custodia (trattasi di
società di pegni). Si ricorda, in estrema sintesi, che tali atti sono
costituiti: 1) dai diversi soggiorni della Ferriero presso l’albergo sito
nel medesimo stabile della società, al fine di verificare orari e turni
del personale nonché sistemi di sicurezza, nonché per consentire
dall’interno l’accesso ai complici, 2) dai sopralluoghi effettuati da
Fiandra Bruno e da Stolder Raffaele, per verificare i problemi tecnici
da risolvere considerata la presenza di telecamera, due porte di
accesso, diverse casseforti; 3) l’iniziativa intrapresa in data
16.1.09, certamente riferibile al gruppo tenuto conto
dell’abbigliamento (le tute che i soggetti sono soliti indossare e di
cui si parla in diverse intercettazioni) e del successivo commento
del Ferraiuolo riferibile all’episodio.
Ad una prima disamina, la condotta sembrerebbe integrare gli
estremi del tentato furto aggravato (che comunque consente la
misura cautelare richiesta), ma a ben guardare il numero dei
soggetti coinvolti (con riguardo al momento finale dell’intervento
del 16.1.09), la consapevolezza di intervenire in uno stabile
continuamente custodito perché nello stesso è sito un albergo (e
quindi vi è sempre un portiere di albergo di turno), il tentativo di
intervento realizzato proprio al mattino quando certamente c’era
qualcuno all’interno della società, fanno ritenere – anche alla luce
del modus operandi del gruppo – che la condotta era volta in
maniera inequivocabile a usare minaccia alle persone presenti per
ottenerne la collaborazione o il silenzio.
Qualcosa tuttavia non procede nel verso giusto (i pali hanno
avvistato forse una volante passare, come sembrerebbe desumersi
dalle parole del Ferraiuolo, oppure le vittime hanno reagito con
improvvisa prontezza) motivo per il quale i sei uomini si
allontanano velocemente, desistendo dall’azione. Si tratta tuttavia
di una desistenza non volontaria bensì dettata da circostanze
sfavorevoli venutesi a creare. La pressione delle forze di polizia
nella zona (che su indicazione della DIA era stata aumentata per le
intercettazioni in corso), il tempestivo continuo intervento del
portiere d’albergo, del quale evidentemente non avevano ottenuto
la connivenza, sono tutti elementi che hanno indotto il gruppo a
non reiterare il tentativo divenuto ormai troppo rischioso, specie
dopo essere stati quasi colti sul fatto in data 16.1.09.
La desistenza volontaria implica una valutazione che deve essere
indipendente da fattori esterni suscettibili di influire sulla
determinazione dell’agente (cfr. Cass. Sez. I n. 11865 del 18.3.09)
Il reato è pertanto configurabile.
Sono stati acquisiti, sulla base degli elementi sin qui accertati, gravi
indizi di colpevolezza a carico di 1) Stolder Raffaele, quale
organizzatore del colpo che egli sta programmando dal mese di
giugno; 2) Ferriero Rosaria, che ha partecipato alle attività di
sopralluogo prestando la sua collaborazione dall’interno dello
stabile, offrendo una base nella sua stanza 102; 3) Fiandra Bruno
che accompagna lo Stolder nei sopralluoghi.
Altro soggetto che l’accusa ritiene coinvolto nella vicenda è
Schiavon Gianfranco, ovvero il soggetto che: risiede nella zona del
padovano (come dimostrato dall’uso della cabina telefonica in
Abano Terme), viene in una occasione chiamato con il nome
Franco, anche se in generale al telefono lo si interpella come
il “ragioniere”. Il medesimo, sempre secondo quanto risulta dalle
telefonate sopra riportate, è stato detenuto nello stesso carcere del
fratello dello Stolder Raffaele, è attualmente libero ma sottoposto a
misura restrittiva che gli impone di rientrare nell’abitazione entro le
ore 24:00 e di andare a firmare in determinati giorni. Sulla base dei
predetti elementi gli investigatori individuano il soggetto nello
Schiavon Gianfranco (nato il 25.3.62) residente a Padova,
scarcerato per indulto e sottoposto alla misura dell’obbligo di
presentazione alla Questura di Padova nei giorni di martedì e
giovedì, accompagnato dall’obbligo di permanenza nell’abitazione
tra le ore 23:00 e le ore 06:00.
Con lo Schiavon lo Stolder parla di almeno due colpi, ovvero uno da
realizzare nella zona in cui il medesimo si trova, per cui non vi sono
problemi per lui di spostamento, l’altro invece da realizzare a
Napoli, per il quale il soggetto deve far in modo da allontanarsi
dalla sua zona, andando “direttamente sul posto” per andarsene
subito dopo.
Come si legge nella lunga telefonata n. 325 già sopra riportata,
dalle parole dello Stolder si comprende che bisogna essere pronti
dalla “mattina prestissimo” per poi aspettare “l’orario di apertura” e
magari “verso le 10:00” si può “fare il contratto” e dopo lui può
subito andare via; il problema è che “bisogna aspettare che questi
vengono …tiene in mattina il mercato”e, quindi, indica i seguenti
orari di intervento “dovremmo andare su verso le due, le due e
qualcosa di notte, poi aspettare che si fa tutto il mercato … tutta la
mattina e si può fare dalle 10.00/10.30”.
La telefonata è importante perché, sebbene intervenga a distanza
di oltre due mesi (12.11.08) rispetto al tentativo del 16.1.09, già
delinea i tempi di intervento, rispondenti ai sopralluoghi preliminari
di Stolder e Fiandra tutti collocabili tra la mezzanotte e le due di
notte ed all’orario in cui i sei uomini erano pronti ad intervenire,
ovvero proprio le ore 10.30 (quando l’agenzia dei pegni ha avviato
la sua attività).
Schiavon, già in questa prima conversazione, ove si concretizza
l’attività da compiere, dopo un primo momento di perplessità, dal
momento che entro mezzanotte deve rientrare a casa ed ha il
problema della firma, accetta di partecipare tanto vero che per il
suo tramite (il soggetto napoletano che dialoga per suo conto con lo
Stolder) egli si tiene aggiornato sui progressi del piano che viene
rinviato di volta in volta per problemi tecnici che lo Stolder sta
ancora risolvendo.
Dalle intercettazioni lette nel loro complesso emerge che:
1. i contatti sono reiterati nel tempo tra i due, sia pure con la
intermediazione di un terzo, e coincidono sempre con i periodi di
permanenza della Ferriero presso l’hotel, a dimostrazione
dell’adesione piena e perdurante dello Schiavon pronto ad
intervenire;
2. quanto viene accertato in data 16.01.09 è, sotto il profilo
dell’orario, in perfetta rispondenza con quanto riferito dallo Stolder
allo Schiavon al fine di sollecitarne la partecipazione con possibilità
di immediato rientro a Padova.
La mancanza di intercettazioni con il predetto, poco prima del
tentativo posto concretamente in essere, non costituisce argomento
di segno contrario posto che lo Stolder nel frattempo ha cercato
una nuova utenza per prendere contatti.
Va sottolineato che lo Schiavon viene chiamato dallo Stolder per un
“colpo” che viene ritenuto importante a ragione della specifica
“professionalità” del medesimo soggetto che Stolder ha avuto modo
di apprezzare nei pregressi rapporti che emergono dalle
intercettazioni e della quale necessita, dal momento che nella
telefonata n. 719 del 22.11.08 Stolder (che ha concordato i giorni
con la Ferriero e li comunica al napoletano che fa da intermediario
con lo Schiavon) specifica espressamente che a lui interessa “che
gli risolve la cosa tecnica”.
Tutti gli elementi in fatto evidenziati consentono di affermare che lo
Schiavon ha accettato di essere presente al “colpo” e tenuto conto
della professionalità riconosciutagli dallo Stolder questa sua
adesione sebbene non possa dirsi decisiva (il “colpo” era già
progettato) ne ha comunque rafforzato la determinazione,
spingendo il gruppo ad affrettare i tempi, nonostante le difficoltà
incontrate. Sotto questo profilo, deve ritenersi concretizzato il
consapevole apporto causale all’evento (in questo caso non
realizzatosi per cause indipendenti dalla volontà) e la prova è data
dalla medesima adesione. In altri termini, questo giudice ritiene che
ai fini dell’affermazione di responsabilità a titolo di concorso siano
acquisiti elementi univoci e concordanti quanto all’adesione al
progetto delittuoso da parte dello Schiavon con specifico riguardo al
colpo ai danni della FINMAZZA ed alla offerta reiterata nel tempo
del proprio contributo tecnico. Non a caso nel corso dell’ultima
telefonata intercettata tra Stolder e il soggetto che opera come
intermediario dello Schiavon, quest’ultimo ribadisce che il
“ragioniere” è pronto purchè sia avvisato due giorni prima e Stolder
lo rassicura circa il fatto che lo chiamerà.
Non risultano invece gravi indizi di colpevolezza a carico di Marotta
Salvatore, il cui intervento nella iniziale ambientale del mese di
giugno non sembra significativa per consentire di ritenerlo partecipe
alla successiva attività, come poi evolutasi nel tempo. Non vi sono,
infatti, altri specifici elementi a suo carico in relazione alla vicenda
in esame così come non vi sono elementi specifici a carico
dell’Esposito Antonio al quale il suocero si limita a richiedere
informazioni in maniera del tutto generica, tanto vero che i
successivi sopralluoghi sono effettuati grazie alla Ferriero Rosaria.
Certamente, proprio parlando con lo Schiavon, lo Stolder si vanta di
aver creato una bella “equipe”, che gli investigatori hanno
individuato nelle diverse intercettazioni, grazie anche a contestuali
attività di controllo (che saranno esaminate nelle singole schede),
ma non è possibile sulla base degli elementi riguardanti la tentata
rapina in esame verificare quali tra i soggetti della equipe, oltre
Fiandra e Ferriero, abbiano partecipato.
L’aggravante di cui all’art. 7 legge 203/91 contestata in
relazione ai reati fine
L’aggravante in esame trova fondamento nelle medesime
intercettazioni sin qui riportate dalle quali si ricava che le attività
illecite organizzate dallo Stolder ed oggetto di specifica
contestazione erano poste in essere con la specifica finalità,
condivisa da tutti i partecipi, di agevolare l'attività dell’associazione
di stampo camorristico le cui casse dovevano essere rimpinguate
con immediati significativi profitti al fine di poter ulteriormente
investire in ulteriori e significative attività per poter crescere.
E’ lo stesso Stolder che nelle lunghe ambientali intercettate presso
l’abitazione (prima che lui la facesse bonificare) spiega che lui “i
colpi li sta facendo per organizzarsi” (cfr. ambientale n. 703
ricordata nella parte sul clan) e nella stessa ottica discute con chi
vorrebbe la immediata distribuzione dei profitti mentre il capitale
serve per investire in apparecchiature moderne per agevolare lavori
più importanti (ai danni di istituti di credito e gioiellerie) in
programma per il futuro (così chiaramente nelle ambientali 403 e
704, già riportate sopra).
Gli affiliati d’altro canto chiedono solo il rimborso delle spese a loro
volta sostenute e comunque sottostanno alla logica del gruppo,
tenuto conto della condivisione degli interessi criminali che li porta
a sostenere le scelte del loro capo, rispettosi del vincolo di
gerarchia caratterizzante l’associazione. Peraltro come ogni clan
occorre, sempre per affermare il proprio potere e la solidità dei
vincoli, anche provvedere alle esigenze dei detenuti che, secondo
l’insegnamento di Stolder, costituisce un elemento per valutare le
capacità del clan e la sua serietà (cfr. ambientale n. 579 riportata
sopra).
Di Mauro e Schiavon, chiamati rispettivamente a rispondere dei
reati ai capi C e F, non sono tra gli affiliati – sempre come si evince
dalle intercettazioni – ma sono degli specialisti ai quali lo Stolder si
affida in relazione alla loro pregressa conoscenza. Si desume
tuttavia, proprio dalle conversazioni, che gli stessi conoscono bene
la posizione dello Stolder, quale capo di un gruppo organizzato di
“compagni”, ed hanno già in passato “lavorato” con lui. I medesimi
sono quindi consapevoli di agire nell’interesse del clan e
condividono tale finalità per loro profitto e per “rispetto” nei
confronti dello Stolder.
Le considerazioni svolte sulla persistenza dei legami tra lo Stolder e
i suoi fedelissimi, rimasti uniti intorno alla figura di Stolder Patrizia
che ha continuato a gestire le attività della “famiglia” portandola
avanti, consentono di affermare che anche la rapina commessa dal
Marotta, poco prima della scarcerazione del suo capo, è stata
realizzata anche con la finalità di agevolare la ripresa del gruppo
essendo imminente il ritorno del boss sul territorio.
I legami del clan Stolder con il gruppo Vallefuoco.
Configurabilità dei reati contestati al Capo I)
Sempre dalle intercettazioni mirate a individuare l’ambito di
operatività del clan Stolder, come sopra delineato, emergono
significativi contatti con un altro soggetto, sulla cui specifica attività
delittuosa pure si concentrano le indagini in considerazione del suo
modo di rapportarsi con lo Stolder, presentandosi come esponente
di un proprio gruppo.
Contatti tra Vallefuoco Francesco ed il gruppo Stolder
Per la prima volta entra in scena con la telefonata n.48 ore 12:47
del 13.08.2008, intercettata sulla utenza 366 ... in uso allo
Stolder, un soggetto indicato come residente a San Marino e
comune amico degli interlocutori Stolder Raffaele e La Manna
Domenico. Si tratta della telefonata già riportata nel trattare del
reato associativo nel corso della quale La Manna parla con Boccia
Marco per l’affare da discutere a Palermo, ma poi nel salutare lo
Stolder (che ha fatto da intermediario per Boccia) gli dice tra l’altro
“mi devo vedere anche con un amico nostro …. così può essere che
ti viene a salutare anche lui….uno che è qui aSan Marino ... che ha
una società a San Marino…”. Stolder capisce a volo “è buono
è….proprio stamattina ho parlato di questo paese…io lo adoro…”.
La Manna ripete “domani sono con un amico di San Marino .…un
amico nostro …tuo …mio….”.
Sempre per la prima volta la voce di questo comune amico (poi
identificato nel Vallefuoco Francesco) viene registrata nella
telefonata n.326, delle ore 20:24 del 16.08.2008 intercettata sulla
utenza 331... in uso allo Stolder Raffaele ma nella circostanza
utilizzata da Santaniello Salvatore (individuato dalla voce) il quale
dice al suo interlocutore chiamandolo Francesco “e segnatelo
un’altra volta Francesco … può darsi che non te lo sei segnato
bene”. Francesco risponde “aspetta un attimo…….stammi a sentire
… digli all’amico nostro che lo va cercando anche Mimì … Mimì lo
sta cercando da stamattina….” aggiungendo “ha detto….no perché
io ho detto vicino a lui che io adesso ci sarei andato da vicino …
perché tanto sto a due o tre kilometri …mi ha detto: Franco fammi
chiamare …”. Salvatore risponde “mo’ lo faccio chiamare”. Franco
chiede quindi, ritornando al tema iniziale della conversazione, al
Santaniello di ripetere il numero di telefono che evidentemente
aveva sbagliato a scrivere. Santaniello detta “334 ...” (utenza già
posta sotto controllo dal 4.7.08 e risultata in uso al Santaniello del
quale i verbalizzanti conoscono bene la voce).
Si giunge quindi alla telefonata n. 67 ore 06:55 del 18.08.2008
intercettata sulla utenza 366 ... nella disponibilità dello Stolder il
quale dice al La Manna di aver provato a chiamarlo un paio di volte,
ma La Manna risponde “e lo so …solo, che questo telefono non lo
avevo….ti volevo dire: hai visto a quello lì di San Marino?”.
Stolder risponde “si, si, è venuto”.
La Manna aggiunge “perchè mi cercava …ha provato a cercarti ma
non rispondevi”. Stolder ripete che si sono incontrati e “aspetto fra
un paio di giorni…aspetto sempre che arriva il commercialista….”.
Parlano poi dell’affare di Palermo che vede coinvolto il Boccia.
Di nuovo La Manna si interessa di sapere come procedono i contatti
dello Stolder con l’amico comune come risulta dalla telefonata
n.118, delle ore 10:36 del 23.08.2008 intercettata sempre sulla
utenza 366 ... nel corso della quale – oltre a parlare dell’affare
siciliano – La Manna chiede “all’amico nostro, lo hai visto ..si?”.
Stolder risponde “si sta qua”. La Manna invia i saluti.
Ancora in data 26.08.2008 alle ore 14:29 (telefonata n. 159)
Stolder con la sua utenza (sempre l’ultima indicata) contatta La
Manna che gli chiede “ma con l’amico nostro …quello di San
Marino ti sei visto?”. Stolder risponde “il 28, ho
l’appuntamento…”. La Manna risponde in maniera laconica “ho
capito” senza aggiungere altro.
L’incontro si realizza perché nella telefonata n.189 ore 19:00 del
28.08.2008 La Manna contatta Stolder Raffaele sulla utenza 366 ....
Inizialmente parlano di altro e nel corso della conversazione, già
riportata nel trattare degli affari che vedono coinvolto il clan
Stolder, il La Manna lamenta di essere sotto controllo da parte della
polizia che ha chiesto di lui all’Hotel Ramada ove ha alloggiato.
Quindi, La Manna dice di non poter scendere a Napoli e chiede “tu
quando ti ci vedi con lui? …purtroppo gli dici che io alla festa non ci
posso andare…”. Stolder risponde “ora glielo dico” a dimostrazione
che è in contatto con il soggetto. La Manna insiste “faglielo sapere
tu…ci dici…poi lo chiamo… sai questa seccatura che mi sta
addosso”. Dopo aver di nuovo rappresentato la esigenza di evitare
controlli di polizia che li possano collegare, La Manna alla fine ripete
(facendo anche il nome) “poi a Franco lo chiamo io e glielo dico che
non posso venire per la festa e che non mi posso muovere…hai
capito?… non voglio offendere ... perché è una cosa importante…poi
spiegaglielo tu… lo chiamo io…..e poi fammi sapere lui martedì è su
che poi mi incontro con lui martedì”.
Significativa è tuttavia la telefonata che intercorre (la prima ed una
delle pochissime tra quelle registrate) direttamente tra Franco (poi
identificato nel Vallefuoco) e Stolder Raffaele, ovvero la n. 736 ore
15:08 del 01.09.2008 intercettata sulla utenza dello Stolder 331....
Si riporta la trascrizione della medesima come allegata dai
verbalizzanti che con la lettera F indicano Franco (Vallefuoco) e con
la lettera R indicano Raffaele (Stolder)
F: pronto?….
R: pronto…F: pronto!…R: ciao Franco!…
F: chi è….R: sono Raffaele …F: chi Raffaele ?……
R: sono Lello ..Franco… Lello di Napoli….
F: Lello?…R: di Napoli….F: uè Lello…ciao…R: uè ciao come
stai….F: bene e tu come stai?R: e non c’è male!…..F: dimmi….
R: che dici?…no ti ho chiamato…erano venuti a trovarmi gli amici
miei..no…per questa cosa commerciale qua…e volevano sapere
qualcosa …ma tu stai a Napoli? …stai fuori adesso?F:sto a Napoli ...
sto a Napoli …. però me ne vado stanotte adesso….
R: eh e perché non fai un salto se te ne vai stanotte?…così…perché
loro hanno trovato tutto… vogliono solo una cosa … vogliono
chiarire … vogliono solo una delucidazione su un passaggio no…F: e
stammi a sentire … e ci vogliamo vedere tra un paio di ore
però?….R: e tra un paio di ore?…
F: eh ti chiamo su questo numero?….
R: si, si…chiamai qua…..
F: va buono….
R: ci vediamo tra un paio di ore allora:::F: va bene Lello…
R: ciao, ciao…ti abbraccio…F: ciao pure a te.Segue infatti la
telefonata n. 741 intercettata sulla medesima utenza alle ore 17:23
quando Franco comunica allo Stolder di essere “fuori al vicolo” della
sua abitazione e Stolder gli dice di lasciare l’auto nel garage
sottostante. I due però concordano di spostarsi a piedi in un altro
luogo.
Sono cautele specifiche che mal si conciliano con la necessità di
discutere di un normale affare commerciale, ma che in generale lo
Stolder adotta quando deve approfondire tematiche illecite. Si
ricorda sul punto che lo Stolder non si fida a parlare né in macchina
né in casa, ove già ha individuato, proprio come emerso nel corso
delle intercettazioni, ad effettuare due bonifiche scoprendo le
microspie.
Sempre tra i medesimi interlocutori si intercetta la telefonata n.
766 alle ore 14:46 del 2.09.2008 quando Franco Vallefuoco
comunica allo Stolder, che lo riconosce immediatamente, il
seguente messaggio “l’imbasciata … la risposta che ti dovevo dare
te la do giovedì …perché domani rientra dall’estero e giovedì lo
incontro”. Stolder chiede conferma “va be’ allora gli dico a loro che
se ne parla giovedì?”. Franco precisa “giovedì nel primo pomeriggio
ti do la risposta … si o no … perché lui torna domani sera dall’estero
… quello è andato a prendere delle macchine per la concessionaria
sua e mi ha detto: Franco io sto fuori … e torna domani sera ed io
ci parlo”. Stolder dice “il fatto delle macchine eh …”e Franco
conferma “si … si il fatto delle macchine è … quello sta andando a
comprare un bel parco di macchine … in Germania”. Stolder lo
interrompe per chiedere “sei arrivato?”. Franco risponde “stesso ieri
sono arrivato … sto lavorando da ieri”. Stolder scherza “tu tieni
quell’aereo … quella macchina è di quella maniera ….quant’è 3000
quella cosa?” facendo riferimento alla potenza dell’AUDI A/6 a
bordo della quale il soggetto viaggia. Franco tuttavia spiega “no,
fratello mio (“frate a me”) lo sai che è … che io devo fare le tappe
per strada perché avendo l’agenzia, no, mi trovo a salire … tengo le
città mano mano e me le faccio pure”. Stolder quindi gli chiede “sai
qualcosa sull’Abruzzo?” e Franco risponde in senso affermativo, per
cui Stolder gli riferisce di conoscere delle persone in zona “ a livello
di professionisti che si possono interessare…”.Così continua la
telefonata come trascritta dai verbalizzanti (R sta per Raffaele
Stolder e F per Franco Vallefuoco)
R: allora, poiché, io glielo ho detto…poiché quello fa commercio…fa
un po’ di tutto….no, allora io gli ho detto, caso mai ti vuoi
interessare anche di qualcosa, tipo pratiche…e, lui, mi ha detto
perché no…basta che si guadagna dice…..F:…la prima cosa che
dobbiamo fare e che dobbiamo guadagnare altrimenti non facciamo
niente…. allora tu fai una cosa al fratello tuo…stammi a sentire!! Tu
fagli una telefonata e digli che, martedì prossimo,…io quando
salgo…mi lasciasse il numero, …io lo chiamo e mi vedo a Pescara in
quanto io, quando, salgo faccio la Pescara… hai capito?…io mi trovo
a passare da lì……
R: martedì prossimo!…F: eh! Io scendo venerdì a sera…mi faccio
sabato e domenica a casa. Lunedì ho tre o quattro appuntamenti
con gli avvocati miei … e martedì, mattina, passo da lì…..R: si…..
F: e tu glielo dici…vedi, ti chiama questa persona, che ti chiama a
nome mio….R: si ……
F: e, io, passo da lì e parlo con lui…..
R: va bene!!! ..per vedere un poco…è sempre un punto di
riferimento … Hai capito o no?…lui ha una commerciale lì a terra lì
e, poi, lui ha la carne francese … a proposito mi ero dimenticato…mi
ha detto che una carne francese lo…inc….poi, io, non ne capisco
tanto di questa carne…dice che ha bei prezzi all’ingrosso…voleva
anche se gli potevamo presentare un po’ di acquirenti….F: fratello
..stammi a sentire a me…prendimi un appuntamento…gli devi dire
che, quando io vado, lui si propone ed io mi propongo, io gli do le
cose mie e lui mi da le cose sue…R: no, perché io te lo dico
…perché questa è una persona interessante, a noi ci serve questa
persona…F: allora stiamo a posto… perché se me lo presenti tu
allora io vado a cento all’ora ..perché me lo hai presentato
tu….R: ok….
F:…e, stammi a sentire un’altra cosa,…come mi stai dicendo il fatto
dell’Abruzzo, a me mi serve in Umbria, ..in Toscana,…in Lombardia,
…nelle Marche, …mi serve in tutta Italia….mo, se tu hai la gente
fidata tua, che io mi posso fidare….tu basta, che mi fai i
contatti…..perché io e te siamo una cosa…e con loro faccio in un
altro modo….
R: ok…
F: va bene?….. possono anche lavorare loro e ci lasciano le
percentuali a me e a te….R:…si, poi l’approfondiamo questa
cosa….perché questa è una cosa che possiamo
benissimamente….pure anche sul Lazio, c’è il lavoro?….F: eh!
Come io ho una squadra mia che sta a San Marino…lì…tengo
quattordici pratiche da fare…R: ah…..
F : poi un’altra cosa…lo sai dove mi interessa assai, assai,
assai….R: dove?…..
F: in Emilia Romagna….R: eh! Possiamo vedere ….certo che
possiamo vedere….
F: Rimini, Riccione, Faenza, Modena…..
R: certo che possiamo vedere…possiamo vedere….
F: e, lo so, tu sei grosso….R: possiamo vedere lì, poi vediamo dai….
F: noi, io e te, ci sentiamo giovedì…R: noi, queste pratiche qua,
non abbiamo guardato ancora niente...per mezzo di queste
tarantelle…F: però lo sai, a me che cosa interessa, ….che
stamattina mi ha chiamato?….Lello…mi ha chiamato la persona,
quello lì di San Pietro,….vuole sapere la risposta, il fatto di San
Pietro,…io non so cosa dirgli a questo….perché io, a questo, non so
cosa dirgli…..anche perché io la pratica ce l’ho da un mese e
mezzo…R: mo, vediamo un poco….comprenderai che la cosa che è
capitata…non dobbiamo andare ancora a nessuna cosa….hai capito
com’è…ancora dobbiamo soluzionare….F: …e, questo
coso….R:…questa è la storia, perciò non ci siamo
allungati….però….F: …mo che inizi, la prima, falla a San Pietro….
R: eh…F: hai capito?…..
R: va bene…F: innanzitutto quella è la più grande come pratica…no
…è proprio grande…e, poi, gli do anche questa risposta a questo
cliente….che ha anche altre quattro da darmi….hai
capito?….vabbuò!! aspetto a te….poi ci vediamo giovedì
dai…..R: ok……io voglio vedere se dice qualche nome …hai capito
com’è….
F: e quello, quello è…R: voglio vedere se fa qualche cosa del
genere…F: va bene…se lì, ti serve qualcosa…..io ho anche lì
qualcosa….però io ho dato le cose a Salvatore…. Va bene che tu sei
compagno a me…ma lì, anche, sono compagni a me…quindi, tu, per
qualsiasi cosa… non crearti nessun problema…tu basta che me lo
dici ed io ti faccio la presentazione…R: va bene ok…F: va bene?….
R: okF: ti voglio bene …ciao Lello…R: ciao pure io…
La telefonata è di particolare interesse perché rivela il
rapporto molto stretto tra Stolder e Vallefuoco tra i quali
esiste un patto particolare, in virtù del quale discutono di
proventi che possono essere realizzati da altri soggetti,
disponibili a prestare la loro attività commerciale per conto
del Franco spalleggiato dallo Stolder che è “uno grosso” e lo
può introdurre negli ambienti giusti.
D’altro canto anche Franco rivendica di avere buoni
compagni, come lo Stolder, ai quali può presentare
quest’ultimo. Si parla di una pratica di San Pietro, grossa,
che Stolder ha rinviato per il sopraggiunge di alcuni
problemi ma che porterà avanti e per la quale Vallefuoco lo
sollecita.
Si tratta comunque di “guadagnare soldi” per il Vallefuoco come
rivelato dalla conversazione che segue alle ore 21:46 quando viene
intercettata la telefonata n. 775 (sempre del 2.09.08 e sempre sulla
medesima utenza) ancora tra Raffaele Stolder (R) e Franco
Vallefuoco, così riportata nel brogliaccio (allegato 7 volume 3)
F. PromtoR ue’ FrancoF. buonaseraR buonasera … mi ha chiamato
Salvatore che non era capace di trovare il numeroF e vabbè tu
basta che vedevi sopra al telefono … io ho fatto le chiamateR e mo’
io ho cercato ma non sono molto pratico con questi cosi … non mi
applico proprio …. Sono i figli miei … mia moglie che sono
capaciF allora stammi a sentire … la persona che deve venire
giovedì … neanche a farlo apposta … io ho posato il telefono ed il
suo socio mi ha portato la persona R si ..
F hai capito?R si … però io voglio trovare la persona qua che gli
deve spiegare bene la questione da vicino … cosa vuole … di cosa
deve acquistare … la persona mi ha fatto una serie di domande alle
quali io non sapevo cosa rispondere … allora io ho detto: aspetta un
momento io faccio l’appuntamento … viene da vicino … lui mi ha
detto: per me queste operazioni qui … perché io ne ho fatto a
centinaia … mo vedi tuR va bene allora io adesso glielo dicoF vedi
tu e fammi sapere … io lo vedo anche domani alle 11
R io adesso lo chiamo io … vedo se ti vuole chiamare?F come vuoi
tu ohi Lello
R no, per non darti fastidio … se è possibile dopo ti faccio
chiamareF Lello non dire scemarie …. quando ci sta da guadagnare
soldiR ma che c’entra
F non mi dai mai fastidio … quando vuoi tu R ora lo chiamo …
F aspetto una chiamataR vabbuò ciaoIl giorno dopo (3.9.08) alle
ore 10:00 si intercetta la telefonata n.287 sulla diversa utenza 366
... in uso allo Stolder che viene contattato da La Manna Domenico
al quale Stolder riferisce “senti poi noi qua stiamo vedendo il fatto
con l’amico nostro per vedere di chiudere qualcosa…”. La Manna
risponde “si io oggi mi ci vedo…più tardi mi ci vedo…”. Stolder
continua “eh stiamo aspettando per vedere di chiudere qualcosa …
stasera ha un appuntamento per un mio amico … per delle
macchine… per delle cose così…. hai capito?”. La Manna
risponde “va bene io sono mercoledì a Roma…”.A conferma di
stretti rapporti fra i tre soggetti (Stolder, La Manna e Vallefuoco) si
intercetta ancora la telefonata n. 818 dell’8.09.2008 sulla utenza
331 .... nel corso della quale Stolder Raffaele chiama La Manna
Domenico e, dopo i convenevoli, Stolder gli riferisce “è passato il
nostro amico … è passato di qua gli ho dato il telefono”. La Manna
risponde facendo riferimento a Boccia Marco, ma Stolder gli fa
capire che non intende riferirsi a lui “no … no, il nostro amico
questo qua di sopra … l’amico”. La Manna comprende “ah si si” e
Stolder continua a raccontare “gli ho dato tre cosi …. uno per te,
uno per lui e uno per me”. La Manna commenta “perfetto”. Stolder
risponde “hai capito? …. Mi ha detto che ti vedeva adesso”. La
Manna conferma “stasera mi vedo … più tardi mi ci
vedo”. Stolder “si, appena lo riceve da un colpo” e ripete “appena …
mi chiami”. La Manna comprende (“perfetto”) e Stolder comincia a
dire “è meglio non …” La Manna lo interrompe “va bene”. Dalla
frase pronunciata nella seconda parte della conversazione (appena
lo ricevi … mi chiami) si comprende che il “coso” consegnato per il
La Manna è un telefono cellulare da usare per conversazioni
riservate.
Sino a questo momento, i contatti sono diretti tra gli interessati, ma
- probabilmente anche a causa delle nuove utenze procurate dallo
Stolder per tutti e tre (come risulta dalla precedente telefonata –
non si registrano più comunicazioni tra Stolder e Vallefuoco, bensì
emergono ulteriori contatti tra Giaquinto Giulio, soggetto legato allo
Stolder la cui utenza 339 .... è sottoposta a intercettazione dal
4.7.08, e tale Gennaro, poi identificato nel D’Amore, la cui utenza
329-1742630 sarà poi monitorata dal 22.10.08.
Queste le principali telefonate:
- n. 3102 ore 12:08 del 27.09.2008 quando Gennaro D’Amore
contatta Giaquinto Giulio chiamandolo per nome “Giulio” e
presentandosi a sua volta “sono il cognato di Franco”.Giulio
comprende a volo “il cognato di Franco? si dimmi”. Il D’Amore
spiega “sto venendo a Napoli e devo consegnare certe ..inc… ai
compagni nostri … ci vediamo un attimo dentro all’ospedale?….”.
Giulio chiede “tra quanto tempo?” e D’Amore “il tempo…una
mezz’oretta…il tempo che arrivo lì…”;- n. 3113 successive ore
17:05 quando Giulio contatta il D’Amore per dirgli “senti mi puoi
rintracciare Franco…”. Il chiamato risponde “no Franco non ci
sta…sono Gennaro…”. Giulio insiste “eh senti a me serve
urgentemente in quanto io devo dare una risposta se è tutto a
posto e io devo fare un’imbasciata urgente…. prima di mezzogiorno
a me servono i numeri di conto corrente delle società….”. Gennaro
(D’Amore) dice “Giulio te l’ho spiegata già stamattina come sta la
cosa…domani prima di mezzogiorno non possiamo fare
niente…dopodomani prima di mezzogiorno non ci sta
Franco….”.Giulio chiede “embè come dobbiamo fare?” e Gennaro
risponde “e come dobbiamo fare ..noi abbiamo parlato stamattina…
la settimana prossima di tempo ce la dobbiamo prendere”;
- n. 3162 ore 18:47 del 29.09.2008 quando Gennaro (D’Amore)
chiama Giulio (Giaquinto) presentandosi “sono Gennaro, Giulio …..”
e chiedendo “quando ti serve la persona per firmare?”.Così
prosegue la telefonata nel corso della quale interviene anche Franco
Vallefuoco
Giulio: senti a me mi servono conto corrente e inc….Gennaro: cosa
ti serve?…Giulio: tu me la puoi portare la persona?…
Gennaro: come …a te quando ti serve la persona?…Giulio: a me va
bene anche domani….Gennaro: aspetta ti passo un attimo a
Franco…Interviene il Vallefuoco al telefono indicato con le iniziali FV
FV: buona sera amico mio..
Giu: uè Franco sono stato con il pensiero…FV: io in verità ti ho
chiamato anche stamattina…ti ho chiamato stamattina per fare
avvisare che era tutto a posto…Giu: e quello è importante…tutto a
posto è?….
FV: eh! sti cazzi! tutto a posto!…qua in giro fanno un cofano di
fotografie uah all’anima di sant’An….…
Giu: davvero?….FV: si! mi sono andato a fare una visita
all’ospedale…chissà che cazzo hanno capito…vabbè! ..non fa
niente…stammi a sentire una cosa….Giu: ma, dentro all’Ascalesi, ci
stanno le fotografie?….FV: a me, mi fecero il fermo, mentre stavo
aspettando…passarono sopra alla motocicletta…ci date i
documenti…chissà che cazzo si pensavano…a me mi fecero il
fermo…uà io gli dissi che sfaccimma di traffico sta qua … ohi Lello
… giusto..Giu: ah!..ah!…ho capito ho capito!!!FV: no! ...perché io
avvisai, per non vederci … ma stava già di fronte, invece a me mi
presero … che cosa fai qua…dacci i documenti…Giu: ho
capito!!!…Franco sentimi a me….FV: vabbè le solite puttanate …
allora sto amico quando deve scendere?…
Giu: allora a cento cento stiamo a posto… a me mi serve il numero
di conto corrente e …inc… e poi dobbiamo chiarire bene la
situazione…FV: a te, ti serve la presunzione di firma?…Giu: si! …ma
non serve a niente Franco…perciò dobbiamo parlare da vicino con la
persona pure….perché qua, è pronto tutto coso…FV: va bene!
sabato….
Giu: ma, nel frattempo che viene sabato…mettiamo i numeri di
conto corrente ABI e CAB della società….perché già glieli avrei
dovuti portare oggi a mezzogiorno e non sono andato per non fare
vedere…capito?….FV: aspetta ..io qua tengo il responsabile
suo….(Franco chiede ad un interlocutore, accanto a lui, se ha il CAB
ed ABI)…mi ha dato un’altra cosa in mano… quella di Somma ….hai
capito?…Giu: e, quando, me le fai capitare?….
FV: (Franco rivolgendosi all’interlocutore, che sta accanto a lui,
chiede quando sia disponibile ad andare giù con loro)…mi ascolti un
attimo Giulio ?…Giu: si! dimmi….FV.: domani mattina, ti faccio
scendere Gennaro, mio cognato … perché io, comunque, devo
andare a fare altre carte… e ti faccio incontrare con lui…va
bene…Giu: mi fai incontrare?…ah! ma viene qua domani?….
FV: lo faccio scendere domani mattina, presto, da qua……
Giu: e mi porti anche la persona…..
FV: ti faccio incontrare con mio cognato, non ti
preoccupare…Giu: conto corrente e tutto coso…FV: Giulio, domani
mattina, sta mio cognato a Napoli ….a mezzogiorno, alle una, sta a
Napoli…
Giu: ok! allora… ciao..
FV: ciao!..salutami a ….. (non dice il nome, ma si comprende che
deve trattarsi dell’amico comune già sopra indicato nel Lello);
- telefonata n. 3309 ore 15:43 del 03.10.2008 quando D’Amore
Gennaro contatta Giaquinto Giulio presentandosi sempre con il
proprio nome (“sono Gennaro”) e gli dice “mi sono dimenticato di
chiedere una cosa a Lello … volevo sapere un attimo quelle carte
che gli abbiamo dato dal paese…come stavano le cose?….”. Giulio
risponde “e non lo so….sta facendo un servizio…”. Gennaro “ho
capito….tu più tardi, penso che lo vedi, no?…e mi fai chiamare e mi
fai sapere…..”. Giulio chiede “il fatto del libretto della macchina?” e,
tuttavia, quando Gennaro risponde di no, Giulio ripete “eh! il fatto
del libretto…”. Allora Gennaro comprende e sta al gioco “il fatto del
libretto a San Pietro lì”. Giulio continua “eh! Si! ..mo vediamo in
quanto qualcosa ci sarà…perché sembra che hanno quasi
svincolato il fatto del sequestro del libretto di circolazione ….poi ti
faccio sapere”.
Si ricorda che di San Pietro si parla come di una pratica
importante nella telefonata tra Vallefuoco e Stolder sopra
riportata (n. 766 del 2.9.08) e ciò dimostra come il
riferimento al “libretto di circolazione” sia solo un codice per
occultare al telefono la natura dell’affare.
Ed invero le conversazioni intercettate rivelano senza
dubbio:
- la esistenza di un patto tra Stolder e Vallefuoco che vede
coinvolti anche La Manna, Santaniello Salvatore, Giaquinto e
D’Amore, patto destinato ad estendersi in tutta Italia ed a
durare nel tempo, attraverso uno scambio di “conoscenze”;
- in particolare il Giaquinto è coinvolto in un’attività
commerciale, per la quale va costituita una società e vanno
preparati i documenti con l’ausilio di una persona di fiducia
del Vallefuoco;
- i soggetti mostrano timore a parlare al telefono, fissano
appuntamenti di persona, recandosi in zone diverse dalle
loro abitazioni e temono i controlli di polizia.
La natura dell’accordo tra gli indagati resta tuttavia sin qui
oscuro e ciò induce gli investigatori ad intercettare le utenze
risultate in uso al Vallefuoco e l’auto AUDI A6 sulla quale è
solito viaggiare per la sua attività.
Ciò consente di comprendere quale sia la reale
professionalità del Vallefuoco e in quale contesto si
collochino, nello specifico, i suoi rapporti con lo Stolder.
Sotto quest’ultimo profilo a bordo dell’auto si intercettano
significative conversazioni che svelano quanto nelle
telefonate era solo accennato.
Ed invero, relativamente ai rapporti con il clan Stolder (ma
come si vedrà l’attività del Vallefuoco è molto più ampia),
giova ricordare le seguenti ambientali:
- n. 21 ore 18:53 del 23.10.2008 quando in macchina con
Vallefuoco c’è D’Amore Gennaro il quale parla con il cognato
di schede da recapitare a Raffaele Stolder;
- n. 28 ore 11:27 del 24.10.2008 quando Vallefuoco è in
macchina con la sua compagna Esposito Lucia e giunge sul
telefono viva voce una telefonata di La Manna Domenico il
quale dice vorrebbe incontrare Franco da vicino;
- n. 37 ore 08:05 del 25.10.2008 quando in macchina si
registrano le voci di Vallefuoco Franco e D’Amore Gennaro il
quale dice che deve incontrare quella persona, che sta ad
Ottaviano, presso Quirino Beracci, persona che ha fatto
sempre questo e che sta “coperto, dagli ex del clan Alfieri”.
Franco parla del rapporto con Franco Di Tella e dice di aver
ammonito quest'ultimo per il fatto che si deve dare da fare
come lui. Aggiunge, a proposito della moglie del Di Tella, che
a lui non piace che nella società ci sia una donna. In questo
contesto, D’Amore riferisce al Vallefuoco che “Lello a
Napoli” vorrebbe lavorare e che gli deve dare non si
comprende cosa, perché Vallefuoco lo interrompe per dire
“dagliele così abbiamo solo rapporti se serve e se non
serve”. Quindi Vallefuoco chiede a Gennaro come è stata
risolta la questione “delle sigarette” e Gennaro risponde che
quando arrivano le sigarette all'aeroporto “alcune casse
vanno per mezzo…” Sempre il D’Amore afferma che Raffaele
vuole risolvere “la questione delle sigarette” o attraverso il
“duty free” o attraverso “un passaggio alla dogana” ed
aggiunge che il medesimo Raffaele “gli ha fatto una
cazziata”. Racconta che chi mette la parola sul tavolo è
sempre lui. I due interlocutori parlano di problemi che
possono nascere e che comunque vanno risolti e quindi
discutono di percentuali che vanno date a Raffaele Stolder;
- n. 76 ore 11:58 del 27.10.2008 quando Vallefuoco Franco è in
auto con tale Gigino e riceve una telefonata da Gennaro D’Amore;
poco dopo, alle ore 12:06, il medesimo D’Amore richiama per
riferire che ha chiamato un soggetto, ma quello ha detto che vuole
parlarne da vicino. Il contenuto di questa telefonata trova
spiegazione nella precedente (n. 31) intercettata, pochi minuti
prima (alle ore 12:03), sulla utenza del D’Amore, la 392-..., quando
il medesimo contatta Stolder Raffaele, sulla utenza 334 ... e gli
chiede “Lello dimmi una cosa…via San Giorgio Vecchio sta lì”. Lello
risponde “via San Giorgio Vecchio …non lo so…. qua sta via San
Giorgio ai Mannesi…no Vecchio … Vecchio non la conosco”. Gennaro
ribatte “no, perché io ho il navigatore mi ha portato lì, il navigatore
mi ha portato proprio li dietro…. il navigatore mi ha portato dietro
da te, via San Giorgio Vecchio….”. Stolder risponde “ed ora
domandiamo….ma tu, stai qua … stai?”. D’Amore risponde “no,
volevo sapere, se ci potevo andare a spendere da questo
Donnarumma Giovanni”. Stolder risponde “e non lo so…ma perché
non me lo dici da vicino?….Genni …. è meglio da vicino ….questi ..sti
cosi ... sono belli e cari … questi capiscono sempre una cosa per
un’altra”. E’ evidente quindi che D’Amore riferisce al Vallefuoco il
messaggio ricevuto da Stolder sulla opportunità di parlare da
vicino;
- ambientale n. 611 ore 16:09 del 02.12.2008 (Audi A6) quando
Vallefuoco in auto con Lucia Esposito riceve una telefonata da La
Manna Mimmo ed alla fine riferisce a Lucia che i siciliani hanno
problemi a Napoli e ".... li vogliono sparare..." (da quanto osservato
sopra si comprende il riferimento alla vicenda Boccia per la quale
sono sorti problemi);
- ambientale n.639 ore 20:04 del 03.12.08 quando Vallefuoco è in
macchina con D’Amore Gennaro. I due parlano della pratica in cui
debitore è Romano “quello dello spirito” e D’Amore riferisce che i
padroni della fabbrica sono i nipoti di Ciccio Mallardo, ovvero
“Ciccio, di Carlantonio”. Vallefuoco si meraviglia che i nipoti di
Mallardo si rivolgano a loro per un recupero, a titolo di piacere. I
due parlano poi di un impegno preso da una persona per un credito
di 70.000 euro a Catania, e sembra che la cosa non sia andata a
buon fine. D’Amore dice che questo soggetto non risponde più al
telefono e Vallefuoco risponde che la “sorella” di questa persona è
andata a Napoli già altre volte e si sono incontrate all’Hotel
Ramada. Quindi Franco chiede perché non ci è tornato visto che
adesso è andato a Napoli. Gennaro gli spiega che le cose nella
zona, adesso “..non stanno proprio bene..”. Vallefuoco osserva “”si,
ma è un fatto di questi giorni” e, poi, Gennaro parla esplicitamente
di “ò Lello”che non può scendere dall’abitazione, ripetendo che a
Forcella le cose non stanno bene. Dal contenuto del dialogo si
comprende che i due soggetti sono a conoscenza della
intermediazione prestata dallo Stolder e dal La Manna per la
vicenda che interessa il Boccia Marco (di cui si è trattato prima).
Significativo è il riferimento al La Manna che viene indicato come la
“sorella” dello Stolder, ma la cui indicazione risulta certa dal
riferimento all’incontro presso l’hotel Ramada, ove gli investigatori
hanno accertato aver preso alloggio La Manna in occasione dei suoi
incontri con Stolder, peraltro con una attività che ha suscitato
l’allarme del La Manna (come rivelato dalle telefonate con Stolder
riportate nel trattare del reato di cui al capo A);
- ambientale n.644 ore 13:56 del 04.12.2008 (Audi A6) nel corso
della quale Vallefuoco Franco in auto con Marika Carcas parla di
schede e di una persona nervosa per alcuni arresti, sul punto
Franco commenta “...a Milano, hanno arrestato otto persone, tra
cui anche due di Mimmo”; - ambientale n.1012 ore 22:09 del
27.12.2008 quando Vallefuoco Franco in auto con Esposito Lucia
parla di “Forcella e di Raffaele Stolder” precisando che egli evita di
andare sotto casa sua, in quanto già lo hanno visto un paio di volte
e rischia che gli danno l'associazione, aggiungendo che gli hanno
fatto un sacco di fotografie. I due sono a Napoli perché Vallefuoco
indica il Ponte di Casanova e la Maddalena dicendo alla donna che lì
vendono solo il falso;
- ambientale n. 685 ore 10:28 dell’8.12.2008 (Audi A6)
quando Vallefuoco Franco è in auto con tale Giacomino il
quale gli chiede “ma, come fai con questi recuperi?” e
Franco risponde “se non pagano, abbuscano” ed aggiunge
“io lavoro con Forcella e con i Casalesi”;
- ambientale n. 686 successive ore 11.00 (Audi A6) quando
Vallefuoco Franco conversando, nella sua autovettura, con
tale Mario gli dice “....ho tre ditte di costruzioni, con i
“Casalesi” e con queste faccio il subappalto per la questione
del cemento….”;
- ambientale n. 726 ore 13:13 dell’11.12.2008 (Audi A 6) nel corso
della quale Vallefuoco dice “stamattina tiene dieci pistole
sopra ... va a fare l'incontro con Secondigliano ... andate a piedi e
poi aggiunge: “…ora si deve preoccupare lui di dove sei tu.....”;
- ambientale n. 893 ore 13:14 del 21.12.2008 (Audi A6) quando
Vallefuoco in auto con Lucia Esposito parla di un regalo avuto
dalla “gente di Forcella” e di regali, avuti da“Secondigliano”,
facendo riferimento a soggetti che hanno magazzini ed hanno
“avuto le pistole” da lui;
- ambientale n.1019 ore 11:53 del 28.12.2008 (Audi A6) nel corso
della quale Vallefuoco dice alla sua interlocutrice Lucia che,
all'interno dell'Ascalesi, lavorano lo zio Vincenzo Mingione e Ciro
Falco, che sono suoi amici. Si sottolinea che l’ospedale Ascalesi è il
luogo ove si incontrano Giulio Giaquinto e Gennaro D’Amore (come
si desume dalle pregresse intercettazioni). Vallefuoco aggiunge che
in quella zona i locali pagano il fitto del locale, più la tangente;
- n. 1025 ore 01:23 del 29.12.2008 quando sempre in auto con
Esposito Lucia Vallefuoco dice a Lucia che ci sono “clan e che lui sta
in pace con tutti” e poi ci sono i “cani sciolti” . Lui stesso si è
dissociato dai Bruscianesi ed ora non appartiene più al sistema.
Inoltre racconta che, quando è andato da Lello, ha fatto
l'imbasciata al parcheggiatore dicendogli di riferire che lui era
arrivato. Si vanta di poter andare a Secondigliano senza problemi
perché lui si può muovere dovunque. Spiega che se, per esempio,
deve andare alla Maddalena, si informa su chi la comanda lì e,
quindi, lo contatta in modo da far vedere che è presente anche lui
lì;
- n.1079 ore 14:28 del 31.12.2008 quando Vallefuoco, parlando
con un soggetto non identificato, gli chiede se conosce “una
persona pulita alla quale fare un mandato per fare lavorare lui sulla
zona di Napoli”. Vallefuoco racconta di un recupero nella zona San
Carlo, dove le persone hanno detto “…se, noi fossimo andati
un’altra volta, ci avrebbero messi nella busta di plastica...” e quindi
anche Lello era andato dalla persona e le aveva portato la busta
dicendo “…di voler vedere, come li mettevano nelle buste.....”;
- n.1081 ore 17:12 del 31.12.08 quando in macchina Vallefuoco è
con un altro soggetto chiamato Salvatore. Vallefuoco parla al
telefono con Esposito Lucia e dopo riferisce a Salvatore che lui, con
questa ragazza, sta convivendo e per tale motivo ha preso in affitto
un'abitazione a Modena ed ha aperto una nuova sede della ISES, a
Castelfranco Emilia, dove lui è presente il lunedì ed il martedì,
mentre il mercoledì solitamente si trattiene a Rimini edil giovedì
sta a San Marino. Il venerdì, invece, è solito recarsi a Palermo
dove ha aperto un altro ufficio, mentre il sabato e la domenica si
reca a Napoli. Vallefuoco aggiunge di aver acquistato anche
un bar ristorante, che ha pagato 400 mila euro che si trova a
San Marino, proprio vicino al forno dei suoi fratelli; poi,
elenca tutte le altre attività nelle quali ha fatto investimenti,
ovvero una ditta, con la quale fa l’ingrosso idraulico; due
ditte di costruzioni con le quali compra i terreni, costruisce e
vende.
Racconta che proprio in mattinata ha inviato alcune mail a
delle immobiliari, per la messa in vendita di dodici villette a
schiera, di 180 metri ciascuna, di cui due le avrebbe tenute
per sé, intestandole una al fratello Gigino e un’altra alla
moglie (poi identificata in Panico Tina). Il Vallefuoco riferisce
di voler costruire anche su Rimini, dove ha un ottimo affare per le
mani, con l'80% di reddito anche se pèrò non ha ancora ottenuto la
concessione e dove, per iniziare, dovrà fare un investimento da 4
milioni di euro. Quindi afferma “... io sopra, sto anche avendo
...soldi ...inc...mi danno il 20%, che cazzo me ne frega”. Salvatore
ribatte “basta che stai coperto, se no' te le mettono in culo, quegli
scemi ...” e Vallefuoco ribatte “noo ... ma, tu lo sai con chi sto
lavorando? … ma lo sai, con chi sto lavorando?... inc ... io sto
lavorando con i casalesi e con ... “. Salvatore ribatte “ma dove? …là
a Rimini… statevi attenti”. Vallefuoco continua “solo a che a me
non mi devono mai cercare di fare droga e mai cercare di fare
prostituzione, il resto ... faccio le cose che sono bravo a fare, quello
che sono bravo a fare, cioè sto in mezzo alla strada ... a Rimini, sto
in mezzo alla strada ... cioè io, a Rimini, ho 45 ragazzi con me, 45
non uno, 45 ... tengo 26 Casalesi con me ...spartono sopra ...inc...
però, sulle mie ditte, sto solo io, hai capito? … le società mie, sono
le mie e nessuno le tocca … però con loro ... loro mi passano i soldi
….e lì vogliono il ... quando io, ho qualche problema, prendo la mia
squadra e ce li mando sotto….. oppure, chiamo loro ...” ed ancora
racconta “poi ho quelli che hanno preso il posto di Gigino Giuliano….
Lelluccio Stolder ... è un fratello proprio ... a Secondigliano, lo
stesso sto bene ... là sopra, ci sono tutti cani sciolti, hai capito?
….là sopra là” Salvatore, che evidentemente è del medesimo
ambiente, risponde “lo so …la è un poco ... va bene…più sopra vai,
più ci sono i cani sciolti”. Vallefuoco continua a raccontare “adesso
presi un tipo, che io ci sono sceso il 24 mattina, ... quello si andava
a prendere i soldi dalle mani dei nostri paesani a Reggio Emilia ...
mi chiamarono i nostri paesani e mi dissero: Franchitiè … perché
questo è una persona ...ed dissi: ..ma chi è? .. mi dissero: adesso
se ne è andato, ci abbiamo dato 1000 euro a testa... …fecero una
riunione, tutti i fabbricanti di Brusciano, tutti i costruttori di
Brusciano, fecero 1000 euro per ciascuno, hai capito quanti ne
erano di loro? ...erano 60/70 di loro ... alla faccia del cazzo ... inc
... gli dissi come si chiama questo? ... accussì, accussì, ... va bene
... inc ... a Barra ... quando è stato il 26, sono andato a Barra, sono
andato da Giovanni e gli ho detto: Giovanni sentimi… ma stai
lavorando tu a Reggio Emilia? ...lui disse di no ed io: …chi
comanda? gli dissi: vedi che ngopp’... inc... si stanno pigliano i soldi
a nome vostro e lui, disse: …ma tu, che stai dicendo?. Io gli dissi:
…hai capito bene!!! ... io, oggi, all'una e mezza, sono sceso a casa,
hanno ucciso uno in mezzo alla strada ... questo stava a casa di
uno ... mi hanno portato questa persona a casa ... ed io.... gli diedi
uno scurzetton’ a mano piena, com'e' entrato, un ragazzo di due
metri…… gli dissi: …compagno mio…ma, a Barra, lo sanno che ti
stai prendendo i soldi a......? E lui: no, ma sai…. perchè io, sto in
mezzo alla strada….non in mezzo alla strada… in senso che sto
dentro o’ sistema….in mezzo alla strada, che non sto lavorando… ed
io, gli dissi: ..embè! …e vai prendendo i soldi, vai a nome ...” e
Salvatore completa “... dei compagni!”. Vallefuoco continua
“comunque, alla fine dei conti, dopo aver parlato due ore con lui e
con i quattro che me l'hanno portato, l’ho preso a lavorare con
me…… mi ha detto fammi lavorare, fammi guadagnare qualcosa ...
io, i ragazzi, li ho tutti a mensile… tengo tutti quanti a mesate ... a
Gennaro, a Giovanni …a Gigino … tutti quanti a mesate…tengo a
Gennaro ò pescatore, tengo a fratem’ Gigino …”. Quindi Vallefuoco
parla con la moglie Tina al telefono e poi riceve una telefonata da
un uomo, detto Coca Cola, il quale gli da conferma dell'avvenuta
prenotazione, a nome di Daniela Serra, la direttrice della Coca Cola.
Vallefuoco racconta al suo interlocutore che lui sta valutando,
insieme al Salvatore Coca Cola che l’ha telefonato, di acquistare
uno stabilimento di acqua minerale a Riccione, che gli hanno
proposto. Racconta che, per rilevare questa azienda, ci
vogliono un milione di euro ma per sistemarla ce ne vogliono
altri due; per tale trattativa, sta valutando unitamente alle
finanziarie che lavorano per lui, direttamente con i padroni,
non con i direttori delle finanziarie, al fine di valutare che
tipo di investimento fare. Vallefuoco aggiunge che lui può
avere finanziamenti fino a 12 milioni di euro ma che,
trattandosi di acque minerali, deve valutare il piano di
rientro di questo eventuale investimento. Seguono argomenti
personali non rilevanti;
- ambientale n. 672 ore 14:38 del 14.03.09 quando Vallefuoco, in
auto con Esposito Lucia, parla al telefono con Gennaro, ma non a
viva voce per cui si sentono solo le frasi pronunziate da Franco il
quale chiede notizie di un incontro che Gennaro ha avuto con
“Napoli” ed in particolare chiede “lei che ha detto?...” ed
ancora “ma loro come la vedono la cosa ... fattibile? gli è piaciuta
l'operazione.......a me quello che interessa sono i pensieri della
fidanzata mia”. Fa riferimento ad una cifra pari a 40mila, 50mila
euro sulla quale vanno calcolare le percentuali. In tale contesto
Vallefuoco dice “o’ Lello subito ha messo...” e rivolto alla donna in
ambientale commenta che le percentuali sono buone, i tratterebbe
di 4 -5 milioni di euro, pari ad 80 mila euro al mese;
- ambientale n. 679 ore 12:38 del 15.03.09 (il giorno successivo)
quando Vallefuoco Franco parla al telefono con il D’Amore e si
arrabbia per il fatto che, dopo l’incontro tra Paolo e Raffaele
Stolder, Gennaro ha fatto a Paolo troppe domande ed aggiunge
“questi, si possono impressionare”. Vallefuoco con Lucia Esposito,
che è in macchina con lui, rivela che prenderà un sacco di anni di
carcere in quanto è contornato da gente sprovveduta. Testualmente
afferma “il contatto con Lello ... l'anello tra me e lui ….è lui… ma
loro, a lui, non lo vogliono”. Lucia concorda “effettivamente sono
cose delicate”. Vallefuoco dice che Gennaro, ha accompagnato
Paolo, da questa persona e che, poi, voleva sapere gli accordi
presi”. Lucia commenta “ma, non ha capito che lui deve fare solo il
tassista?” e aggiunge “la prossima volta gli devi dire: devi fare il
tassista”. Vallefuoco commenta che si deve dare una mossa, in
quanto ha le guardie addosso e gli scemi attorno e se fa la
combinazione di tutte e due le cose “mi fanno arrestare” motivo per
il quale conclude “a quello non lo devo comandare più…. a quello lo
devo mettere solo nell'ISES e basta”. Lucia lo rimprovera “si vabbè,
ma certe cose le devi fare tu”. Vallefuoco risponde “ma come le
faccio io?....io a Gennaro non lo posso mandare a Forcella in quanto
ha i precedenti…. e se lo vedono a Forcella lo arrestano...” (poi
specifica che fa riferimento a Gennaro o Capocchia) e spiega che
bisogna cambiare strategia “tanto le guardie non sanno neanche chi
sono”. Intanto richiama il D’Amore e Vallefuoco gli ribadisce che lui
gli ha messo una persona in macchina per farla parlare con quelle
persone e che, poi, lui non deve fare domande delicate e non
doveva parlare dell'operazione. Vallefuoco di nuovo si sfoga con
Lucia dicendo che è sempre lui che gli crea problemi, in quanto se
avesse mandato o’ Capocchia tutto questo non si sarebbe verificato
ma, non lo può mandare, in quanto “sta pieno di precedenti” e
neanche il fratello può mandare, perchè “sta messo peggio di
Gennaro” nel senso che, è molto curioso. Vallefuoco commenta i
“controlli di guardie” che ci sono su da lui, ma sono “guardie di
Reggio Emilia” e osserva che bisogna andare via da dove stanno ad
alloggiare.
In conclusione, tenuto conto del tenore complessivo delle
conversazioni intercettate ed in particolare dell’ambientale
n. 1081, si ricava agevolmente che il Vallefuoco presta la sua
attività per conto dei clan che gliene fanno richiesta sotto un
duplice profilo, ovvero quello del recupero credito e quello
del reinvestimento dei proventi illeciti. A tal fine dispone di
45 uomini, tutti regolarmente da lui stipendiati, e di una
serie di finanziarie con i cui “padroni”, i reali titolari, discute
degli investimenti da effettuare e delle percentuali di
profitto.
Il medesimo Vallefuoco ammette, sempre nella 1081, di aver
da ultimo concluso accordi con Stolder Raffaele che ha preso
a Forcella il posto dei Giuliano e sottolinea che Stolder per
lui è un “fratello proprio” (nell’ambientale 672 lo definisce
“la fidanzata sua”).
Si ricava altresì da tutte le intercettazioni che il tramite per i
suoi rapporti con lo Stolder, avendo Vallefuoco timore di
comparire troppo e temendo di essere già stato osservato e
fotografato presso l’abitazione di quello, è D’Amore
Gennaro, persona fidata ma troppo curiosa che egli utilizza
in quanto immune da precedenti a differenza da tale
Gennaro o’ Capocchia (identificato in Esposito Gennaro).
Gli affari trattati con lo Stolder, che a sua volta si avvale dei
suoi uomini, come Santaniello Salvatore e Giaquinto Giulio,
riguardano forme di investimento in società da creare con
persone “pulite” ed in grado di assicurare profitti ulteriori
investendo capitali provento dei reati.
L’ambientale 1081 è proprio la chiave che consente di
comprendere tutte le altre intercettazioni, le quali assumono
tutte un significato logico e uniforme.
Così è evidente l’interesse a conoscere commercianti in tutta
Italia per nuovi investimenti manifestato dal Vallefuoco con
lo Stolder nella telefonata n. 766 ed acquistano altresì
significato le ulteriori richieste di dati relativi al conto
corrente di una società avanzate da Giaquinto Giulio che
nell’ambito del clan Stolder si occupa proprio del riciclaggio
(si veda ad esempio l’ambientale 679 riportata nella parte
relativa all’associazione). D’altro canto è sempre Stolder a
riferire che lui ha ben chiaro come trattare i proventi dei
delitti commessi nella ambientale n. 879 dell’11.6.08 ore
17:56 quando afferma che bisogna “atterrarli” e poi con il
tempo investirli in società con prestanome (ambientale
riportata nel trattare dell’attività di riciclaggio
dell’associazione contestata al capo A).
Ma a conferma di quanto sin qui emerso, vanno ricordati gli
ulteriori elementi emergenti dagli accertamenti svolti dagli
investigatori sulle attività del Vallefuoco e sui suoi contatti
con alcuni dei soggetti che pure emergono dalle ambientali
già riportate.
Anzitutto è stato verificato che:
- l’auto Audi A6 targata ....., utilizzata dal Vallefuoco, è
intestata alla società Finanziaria sammarinese FINCAPITAL,
con sede in Dogana, via A Gangi n. 66, Repubblica di San
Marino, il cui amministratore è identificato in Zonzini Oriano,
nato a San Marino il 22.07.1971 (società proprietaria) ed è
noleggiata dalla società ITECNICI, con sede in Falciano,
Strada degli Angiari n. 25 della Repubblica di San Marino, le
quali, con specifica delega datata 4.4.2008, autorizzavano il
Vallefuoco Francesco all’utilizzo; - la società ISES è una
società di recupero crediti sammarineseche svolge la sua
attività di recupero crediti soprattutto sul territorio nazionale senza
alcuna autorizzazione italiana. A tale società subentra la I.SE.S
Italia, le cui quote di amministrazione risultano ripartite tra Panico
Giustina, moglie del Vallefuoco Francesco ed il cognato D’Amore
Gennaro. Gli investigatori hanno consultato il sito ufficiale della
ISES (www.ISES-sm.com) e nella home page è indicata la
società ZA.VA. Group ovvero un gruppo facente capo a Zavoli
Roberto e Vallefuoco Francesco (come da visura di cui
all’allegato n.14 d);
- il bar MOD’S KAFE’ ove spesso i soggetti si incontrano e del
quale il Vallefuoco vanta di essere reale proprietario è un
esercizio commerciale ubicato nel territorio della Repubblica
di San Marino, in via degli Aceri n. 14, gestito da Zavoli Lara,
figlia di Zavoli Roberto, e da Pregnolato Fabrizio.La
ricostruzione dell’attività del gruppo Vallefuoco
L’esistenza di una stabile organizzazione facente capo a
Vallefuoco Francesco per l’attività di recupero crediti e di
riciclaggio risulta da numerose intercettazioni autorizzate
sulle utenze mano a mano individuate in uso all’indagato,
che tuttavia risulta sempre piuttosto cauto nell’uso del suo
telefono.
Di estremo interesse si sono rivelate comunque le intercettazioni
disposte sulla utenza in uso al suo principale interlocutore, Zavoli
Roberto, nonché quelle effettuate a bordo dell’auto AUDI A/6 che
non è intestata al Vallefuoco (come sopra evidenziato) ma è
utilizzata dal medesimo per gli spostamenti connessi alla sua
attività.
Si è avuto già un assaggio di quale sia l’impegno professionale del
Vallefuoco, ma ulteriori elementi si ricavano dalle seguenti
registrazioni, evidenziando che le stesse sono riportate in ordine
cronologico al fine di ricostruire in maniera plastica ed evidente
l’intreccio dei rapporti ed il loro contenuto, nel corretto contesto
storico:
- telefonata n. 246 del 26.09.2008 ore 09:19 intercettata sulla
utenza 335... in uso a Zavoli Roberto il quale contatta Vallefuoco
Francesco sulla utenza 335 .... intestata alla s.r.l. IMPRESIT 2000
(pure intercettata) per discutere della scadenza di alcuni assegni.
Vallefuoco gli dice di chiamare Livio e prendere appuntamento al
Mods Kafè;
- telefonata n. 555 del 30/09/2008 ore 09:17 intercettata sempre
sulla utenza dello Zavoli che viene contattato dalla utenza del Mods
Kafè dalla figlia Lara che informa il padre del fatto che la banca non
ha liquidità. Il padre le dice di fargli fare assegni circolari, da 10mila
euro ciascuno e 32 mila in contanti;
- telefonata n. 571 ancora del 30.09.2008 ore 10:47
intercettata sulla utenza dello Zavoli che contatta Marika
Carcas, segretaria I.SE.S., la quale riferisce di avere con sé
gli assegni e di essere in fila in Tribunale; - telefonata n. 572
successive ore 10:48 quando sulla utenza di Zavoli giunge
una chiamata di Vallefuoco Franco il quale chiede a Roberto
di contattare Francesco della cucina e dirgli di chiamare.
Roberto replica che Francesco è lì da lui e Vallefuoco si
infuria e gli intima di dire a Francesco di raggiungerlo al bar.
Si sente Zavoli dire all’uomo con lui di raggiungere
Vallefuoco al bar, dove ritirerà anche gli assegni. Poi il
medesimo Zavoli informa Vallefuoco che Marika è in ritardo
e Vallefuoco, di nuovo infuriato, ribatte che c'è la persona
che “ha portato i cosi da giù”;
- telefonata n. 573 successive ore 10:58 quando Vallefuoco
contatta Zavoli Roberto sulla utenza in uso a quest’ultimo e lo
informa di aver provveduto lui, personalmente, a pagare Francesco
con i soldi che gli erano stati portati su da Napoli e, quindi, aveva
anche detto a Francesco (il cuoco del Mod’s Kafè) di recarsi da lui a
ritirare gli assegni;
- telefonata n. 584 ore 12:18 (stesso giorno e stessa utenza)
quando Zavoli contatta di nuovo Carcas Marika segretaria
I.S.E.S. sulla utenza 333 ... e le chiede a che punto sia. Marika
afferma di essere ancora in Tribunale e di avere gli assegni.
Roberto dice a Marika che, quando finirà, dovrà andare in Ufficio;
- telefonata n. 590 ore 12:30 tra le stesse utenze nel corso della
quale Carcas Marika dice a Roberto Zavoli di aver terminato
in Tribunale e Roberto avvisa la donna che la persona verrà
alle due e lei gli dovrà consegnare gli assegni;- telefonata n.
3620 ore 12:48 dell’1.10.2008 intercettata sulla utenza del
Vallefuoco che contatta un soggetto chiamandolo “zio”, al quale
rappresenta che gli sta passando al telefono, una persona di Casal
di Principe, suo socio in Italia. La persona che interviene al telefono
si presenta come Franco Di Tella. Lo zio parla di certificati SOA che
verranno chiesti, per il tramite di una persona di sua conoscenza,
che poi gli presenterà. I due parlano di un appalto sulla autostrada
A3 Salerno Reggio Calabria. Concordano di incontrarsi a San
Benedetto del Tronto, per trattare la questione. Lo Zio dice che
questa persona, che provvederà a richiedere la SOA, è anche
titolare di una ditta per la fornitura del ferro, a nome STRAFERRO
Centro Italia, ed anche di società denominate SOFER ed ITALFERRO
CARPENTERIA. In tale occasione Vallefuoco fa da intermediario tra
il Di Tella di Casal di Principe e tale Zio affinchè questi presenti al
primo una società il cui titolare si presti ad avanzare. per suo conto,
una richiesta SOA per partecipare ad un subappalto per un lavoro,
già aggiudicato, pari ad un importo di 56 milioni di euro relativo a
lavori da effettuarsi sulla autostrada A3 Salerno Reggio Calabria;
- telefonata n. 982 ore 12:08 del 04/10/2008 intercettata sulla
utenza dello Zavoli che viene contattato dalla utenza 335 .....
intestata a Livio Bacciocchi al quale Zavoli riferisce che l'ha
chiamato Franco il quale sta venendo da Torino e gli ha chiesto di
ricordargli di un assegno, da coprire dell’importo di 14.500 euro che
andrebbe sostituito con altri assegni. Livio chiede conferma che gli
altri assegni siano liberi e di un importo non superiore ai 12.000
euro.Fissano appuntamento a lunedì;
- telefonata n. 1072 del 06/10/2008 ore 07:51 intercettata sulla
utenza in uso allo Zavoli Roberto nel corso della quale questi
avvisa Vallefuoco che il fax è arrivato. I due discutono di assegni
postdatati e di assegni falsi;
- telefonata n. 1074 successive ore 08:34 sempre sulla utenza
dello Zavoli che chiama lo studio di Bacciocchi Livio sulla
utenza 0549 .... e gli dice di portare gli assegni;
- telefonata n. 4555 ore 17:37 sempre del 06.10.2008 intercettata
sulla utenza del Vallefuoco che parla con Zavoli Roberto di
un’attività lavorativa da realizzare insieme. Vallefuoco pretende
che Zavoli gli dia un numero di telefono perché non è uno
sprovveduto e sa quello che dice e quello che deve fare. Discutono
di argomenti non rilevanti e poiZavoli riferisce notizie sull’attività
della ISES che si svolge, per la maggior parte, a Rimini e non a San
Marino. Vallefuoco risponde di saperlo perchè a San Marino è solo
una piccola parte; Zavoli dice che a San Marino è solo il "nero" che
si fa e Vallefuoco lo blocca, ammonendolo di stare zitto in quanto,
se qualcuno li sta sentendo, chi sa cosa pensa. Zavolidevia il
discorso.
Vallefuoco poi gli raccomanda di “lavorargli” bene a “quello”
e Zavoli lo rassicura su come ha organizzato la
cosa. Zavoli riferisce ancora di una situazione insostenibile a casa,
per la quale ha detto a Livio che lui può essere pure protestato, ma
la moglie e la figlia non devono essere toccate e quindi parla di
assegni che dovranno essere coperti. Vallefuoco spiega di dire
a Livio di aver parlato con lui che al momento non sta a Rimini,
perchè ha la moglie in ospedale ma che, appena uscirà dalla sala
operatoria, ancora prima che la dimettano, andrà da lui “molto
incazzato”. Zavoli risponde che riferirà tutto;
- telefonata n. 1157 del 06/10/2008 ore 18:39 intercettata sulla
utenza dello Zavoli al quale Vallefuoco dice che deve preparare
subito gli assegni altrimenti sono rovinati ed aggiunge che li deve
fare in modo che, dopo sei mesi, devono scadere ogni 15 giorni;
- telefonata n. 1191 del 07/10/2008 ore 09:37 (utenza Zavoli)
quando Bacciocchi contattaZavoli e gli chiede i tempi di arrivo di
“quegli assegni”. Zavoli Roberto gli dice che arriveranno entro la
giornata e Livio gli rappresenta che non ci dovrebbero essere
problemi, in quanto non ci sono protesti e, quindi, appena li
avranno, andranno avanti;
- telefonata n. 1197 successive ore 10:20
(utenza Zavoli) quando Zavoli contatta Vallefuoco al quale chiede
di inviargli gli assegni;
- telefonata n.1247 ore 15:58 del 07.10.2008 (utenza Zavoli)
quando sempre Zavoli contatta Vallefuoco Franco al quale riferisce
di essere andato da Livio e “la cosa si può fare”, ma non con la
società NUOVA RINASCENTE, in quanto è piccola. Roberto aggiunge
che per Montelicciano ci vuole una ditta più grande, che faccia un
fatturato molto alto. Vallefuoco risponde che bisogna riferire a
Franco e quindi parla di una ditta che potrebbe fare al caso loro.
Zavoli poi dice a Franco di chiamare Pino e spiega che di gente
come lui non si fida, in quanto è messa “male, male, veramente”.
I verbalizzanti hanno accertato che LA NUOVA RINASCENTE
COSTRUZIONI s.r.l., con sede legale in Caserta alla via Roma 105,
primo piano scala B, iscritta in data 08.11.2005 al registro delle
imprese di Caserta al numero REA CE-225046, inizio attività in
data 15.12.2005 ha ad oggetto: “Lavori generali di edifici” e
l’amministratrice si identifica in Mosto Dora, moglie del Di Tella
Francesco, ovvero colui che parla con lo Zio contattato da
Vallefuoco (telefonata n. 3620 utenza Vallefuoco);
- telefonata n.1278 ore 18:51 del 07.10.2008 (utenza Zavoli) nel
corso della quale Zavolicontatta Vallefuoco per dirgli che è uscito
adesso da Livio e che si deve “sistemare Riccione” in quanto
“vogliono Riccione a tutti costi” e ripete le parole riferite
a Livio “quelli di giù sono interessati a Riccione e che bisogna farlo
per forza in quanto Franco si sta incazzando”. Quindi Zavoli spiega
che lui ce la fa solo per la questione di Montelicciano (appalto per Di
Tella), ma non per Riccione.
Su quest’ultimo tema Vallefuoco insiste perché Roberto
(Zavoli) ribadisca a Livio che “quelli di giù sono assolutamente
interessati a Riccione”;
- telefonata n. 1279 ore 19:00 del 07.10.2008 (utenza Zavoli)
quando Vallefuoco chiamaRoberto e, dopo argomenti non rilevanti,
discutono della possibilità di realizzare lavori tramite Livio
(Bacciocchi). Vallefuoco chiede il numero di telefono
di Livio ma Zavoli gli risponde che non usa più il cellulare. Parlano
poi di tale" Leo" che Zavoli ha sentito per il fatto della Romania.
Zavoli fa riferimento ai bilanci della società NUOVA RINASCENTE e
dice che ci vorrebbe una società con un bilancio da 2milioni di euro.
Vallefuoco ribadisce che dovrebbe intervenire Francesco
(evidentemente Di Tella Francesco marito dell’amministratrice).
Parlano, poi, della I.S.E.S. e Zavoli Roberto dice che lui sta
guardando “cose da 2milioni di euro” dove c'è un ricavo del 40%,
aggiungendo che vorrebbe far pagare la costruzione aLivio ed
esortando l’interlocutore a portare “su” una ditta adeguata;
- telefonata n. 1353 dell’08/10/2008 ore 14:17 utenza Zavoli, che
riceve una chiamata dallafiglia
Lara la quale dice al padre di avere un assegno in scadenza sul suo
conto personale, fatto dalla società ITECNICI. Il padre parla di un
blocchetto di assegni e di un conto aperto presso
la FINCAPITAL da una terza persona;
- telefonata n. 1356 successive ore 14:21 quando Lara richiama il
padre dalla utenza delbar MOD’S’ e gli comunica alcune scadenze;
- telefonata n. 1360 successive ore 14:28 quando Zavoli con la sua
utenza monitorata parla con il Vallefuoco per riferire che la figlia
Lara gli ha detto di avere un assegno in scadenza
della FINCAPITAL; Zavoli parla anche di nove assegni da 14mila
euro, aggiungendo che andrà da una persona per chiedere
spiegazioni. Franco lo esorta ad andare in banca e fargli sapere.
- telefonata n. 1366 successive ore 14:45 quando sulla sua
utenza Zavoli riceve un’ulteriore chiamata da parte della figlia, che
usa l’utenza del bar MOD’S, e le assicura che coprirà gli assegni;
- telefonata n.1372 successive ore 15:04 quando Zavoli con la sua
utenza contatta Vallefuoco e gli dice che Livio non ha voluto
leggere il suo messaggio e spiega che la figlia e la moglie devono
uscire da tutte le “scritture”. Aggiunge che Livio ha ritirato gli
assegni ma ce ne sono altri in scadenza. Vallefuoco cerca di
cambiare discorso, ma Zavoli insiste e ripete che il suo messaggio
non l'ha voluto neanche leggere e “tremava come una foglia”
dicendogli che, se voleva, poteva incontralo su. Il Vallefuoco ribatte
che adesso manderà un messaggio alla moglie e gli chiederà un
appuntamento. Ed infatti alle ore 15:14 sul cellulare in uso al
Vallefuoco si registra in uscita per la utenza intestata a Fantini
Monica, moglie diBacciocchi Livio, il seguente messaggio
(chiamata n. 4895) “Ciao gli dici al dott. Livio che domani farò il
possibile per far dimettere mia moglie e che venerdì arrivo su per
prendere esclusivamente un caffè con lui”;
- telefonata n. 1438 del 09/10/2008 ore 07:57
quando Zavoli contatta lo studio di Livio Bacciocchi e gli dice di
non chiamare Franco che è fuori. Livio vuole sapere da Zavoli se
gli assegni arriveranno. Zavoli gli risponde che tra una mezz'oretta
glielo farà sapere ma Livioribatte che comunque scadono il 10 e
precisa che se ci sono problemi glielo deve far sapere entro domani
così lui avviserà chi di dovere. Lamenta che non possono vivere in
questo modo. Precisa che l'appuntamento è per domani alle 08:00
e che non richiamerà Franco;
- telefonata n. 1440 successive ore 08:01 quando Zavoli con la sua
utenza chiama Vallefuoco Franco e gli dice di aver parlato
con Livio al quale ha detto di non richiamarlo, ma in ogni caso
quello lo aspetta per domani mattina alle 08:00 al suo studio.
Franco chiede come mai questi assegni non arrivino e Roberto
spiega che, trattandosi di "taglio San Marino", ci mettono qualche
giorno in più. Franco sollecita Zavoli a preparare tutto per
portarglielo e poi ripete che deve dire a Livio “Franco ha detto che
Riccione si deve fare”.Zavoli ribatte di averglielo già detto ieri e
Franco lo esorta a dirglielo nuovamente;
- telefonata n. 1465 successive ore 10:47 quando Zavoli contatta la
segretaria della ISES che lo informa dell'arrivo di certi assegni;
- telefonata n. 1499 successive ore 13:53 quando tale Fabio, che
utilizza l’utenza 347-..... intestata alla s.r.l. GIEFFE SERVICE, via
Cesare Cantù 104, San Marino, chiama Zavoli Roberto e gli
dice che prima delle 15:00 ha bisogno di “quella
roba…”. Zavoli chiede “gli assegni?” ed alla risposta affermativa di
Fabio dice che sono pronti e glieli porterà al suo ufficio;
- telefonata n. 1506 successive ore 16:06 quando Roberto
Zavoli contatta Vallefuoco per dirgli che è tutto a posto, è andato
da Livio ed ha portato tutto alla FINCAPITAL per cui domani
mattina gli cambieranno i soldi. Ha messo tutto lì, dove c'è
l'assegno di Fabio Carretti, ed ha cambiato un assegno trattenendo
500 euro di interessi, così “si sono messi in tasca” 1500 + 500,
2000 euro. Aggiunge che l’assegno sarà onorato perché è un
soggetto diSan Marino. Quindi spiega che chiamerà Gennaro per
chiedergli la posizione; poi leggerà quella cosa e lo richiamerà.
Franco spiega di avergli scritto poche cose. Roberto dice che,
comunque, devono vedersi per parlare meglio da vicino ed infine
aggiunge che gli porterà anche “quella apparecchiatura tua e
mia”; - telefonata n. 5081 successive ore 17:01 intercettata sulla
utenza del Vallefuoco che, mentre attende al telefono la risposta del
chiamato, parlando in ambientale con tale Ernesto dice “se ci sta
qualche amico che ha bisogno…una ventina di pezzi li puoi pure
prendere… magari facciamo qualche buona azione ad amici
carcerati….”;
- telefonata n. 1555 del 10/10/2008 ore 08:27 (utenza Zavoli)
quando Vallefuoco Franco chiama Zavoli Roberto con il quale
discute di assegni e di tale Oriano che sta creando problemi ad un
altro il quale ha detto a Roberto che vuole fermarsi e mettere un
punto alle cose, in quanto l'impossibile l'ha fatto e di più non può
fare. Franco concorda e chiede se ha saputo qualcosa per
Riccione. Zavoli risponde che alle 09:00 chiamerà la Loris e
cercherà di capire chi sono gli altri. Vallefuoco chiede se gli ha
ricordato che loro hanno già dato un acconto e Zavoli ripete che lui
ha risposto di aver già fatto tutto il possibile;
- telefonata n. 1564 successive ore 09:23 (utenza Zavoli)
quando Zavoli contatta lo studio del notaio Bacciocchi il quale
dice che per quegli assegni che gli ha dato lo ha chiamato la banca
la quale ha voluto i nominativi di tutti quanti ed ha riferito che la
persona, intestataria del conto, risulta averlo aperto da soli tre
giorni e, quindi conclude “ma qui saltiamo tutti ... ma te ne rendi
conto?”. Zavoli risponde che lo richiamerà tra 10 minuti
ma Livio insiste “adesso, la cosa urgente è coprire questi assegni”
e proverà a convincere Oriano dicendogli che il titolare operava già
su altri conti. Successivamente Livio spiega che vaglierà
l'opportunità di fare un richiamo perché “adesso ci stanno
guardando a vista … quindi quando presentiamo qualcosa, ci
guardano ...perchè siamo a filin in tutte le banche ...Qui, saltiamo
tutti per aria, se non troviamo il modo di eliminare i cazzi di assegni
che ho ... allora ... ci guardi un secondo e, poi, ci vediamo qui...”;
- telefonata n. 1571 successive ore 09:56 quando Zavoli contatta
Vallefuoco per dirgli di aver dato un'occhiata a tutto e che non ce la
fa a coprire, aggiungendo che adesso glielo andrà a dire
(evidentemente a Livio). Vallefuoco gli chiede di mandargli via fax
copia di tutti gli assegni in scadenza;
- telefonata n. 1572 successive ore 10:01 quando Zavoli chiama lo
studio di Bacciocchi Livio al quale rappresenta ce ne è uno in
scadenza relativo a Zavoli Roberto il 10/10. Liviogli dice di
ascoltarlo e di aspettare un attimo. Si allontana dal telefono per
prendere documenti e ritorna dicendo “noi abbiamo... quelli di tua
figlia del 10 ..i due richiamati.....”. Segue un elenco di assegni
relativi alla società ITECNICI di Zavoli Lara ed altri assegni che
devono essere richiamati. Livio dice che, adesso, proverà a far
chiamare un’altra banca, maZavoli risponde di aver già preso
appuntamento lui per lunedì con una banca italiana.
IlBacciocchi lamenta di non saper come fare, in quanto ha dovuto
rimandare i pagamenti del mese scorso e non hanno potuto pagare
le rate di FINCAPITAL su IMPRESIT perchè non avevano i
soldi. Zavoli ripete che darà un’occhiata e poi lo richiamerà. Si
osserva per inciso che la IMPRESIT è la società intestataria di una
delle utenze cellulari del Vallefuoco;
- telefonata n. 1576 successive ore 10:13 quando Zavoli contatta
Vallefuoco Franco per dirgli che quegli assegni lui (Livio) li ha
richiamati e che entro le 14:00 gli farà avere la documentazione.
Vallefuoco afferma che da questo momento bisogna dire “stop agli
assegni” ed aggiunge che gli unici che devono essere pagati sono
quelli di “Luigi giù” e “quelli regolari” della ISES. Quindi chiede
a Roberto di mandargli gli assegni di Zavoli Roberto e
di ITECNICI per pianificare un programma di copertura con lui.
Aggiunge che domenica mattina sarà su;
- telefonata n. 1580 successive ore 10:28 quando Bacciocchi
Livio chiama Zavoli Robertoper chiedergli di andare con la figlia
Lara alle 11:00 alla FINCAPITAL in modo che Orianoprenderà i
quattro assegni con i quali richiamare e coprire i quattro assegni
loro (dei dueZavoli, padre e figlia). Bacciocchi suggerisce di non
dire niente di quegli altri e chiede quando potranno incontrarsi
anche con Franco. Zavoli risponde che potranno vedersi
lunedì.Livio raccomanda di rispettare l’appuntamento (che fissa
alle ore 10:00 perché prima deve stipulare un rogito) perché loro
oramai sono “giunti ad un bivio”;
- telefonata n. 1594 successive ore 12:15 quando Zavoli riferisce a
Vallefuoco (che è andato a trovare la moglie ricoverata in ospedale)
di essere stato chiamato da Livio e di essere andato
alla FINCAPITAL per richiamare due assegni suoi ed uno della
Lara. Riferisce cheLivio (evidentemente Bacciocchi) ha chiesto un
incontro per lunedì. Franco dice che ci andrà da solo a questo
incontro e chiede di mandargli un resoconto degli assegni.
Poi Zavolispiega di aver dovuto utilizzare fondi per il cantiere di
Montelicciano della società ITECNICIper pagare gli operai;
- telefonata n. 1904 del 14/10/2008 ore 12:00 quando Zavoli parla
con tale Sauro il quale riferisce che gli sono arrivati degli assegni;
- telefonata n. 1956 successive ore 17:45 quando Zavoli contatta
la Carcas Marika segretaria I.S.E.S. e le dice di scaricare i dati su
una pennetta, in quanto lui vuole sapere la situazione degli
assegni;
- telefonata n. 1969 successive ore 18:34 quando Roberto
Zavoli riferisce a Vallefuoco che Matteo domattina porterà gli
assegni;
- telefonata n. 2093 del 15/10/2008 ore 17:15 quando Zavoli dice
a Vallefuoco che Matteo ha fatto gli assegni. Vallefuoco riferisce di
avere “quello di Casale”. Roberto dice che Liviodeve andare lì, ma
lui gli ha detto che domani c'è un altro assegno da quattordici che
va giù.Roberto dice che si sono visti con “Riccione” ed hanno
definito tutto e che domani Daniele andrà ad interessarsi per i
documenti delle banche. Vallefuoco commenta che, portando a casa
Riccione, lui si farà dare dagli “amici suoi” una parte della loro
azienda, perché i lavori che hanno in Italia sono molto più forti della
loro azienda; pertanto, invita Roberto ad andare avanti con la ditta
di Ferrara e che nel caso faranno diversamente;
- telefonata n. 2157 del 16/10/2008 ore 09:38 (sempre
utenza Zavoli) nel corso della quale Vallefuoco riferisce a Roberto
che sta andando a Verona ed a Brescia, mentre Zavoli a sua volta
dice che andrà alla FINCAPITAL per quegli assegni. Vallefuoco
afferma che, al ritorno, passerà per Bologna e si farà dare da
Franco ciò che gli deve. A tal proposito racconta di aver portato
Franco e gli “altri amici” in un ristorante, a San Giovanni Persiceto,
il cui proprietario è sposato con una napoletana. Quindi afferma che
sta aspettando i “ragazzi” ovvero “…il cognato Gennaro e la Marika,
nonché l'altro Gennaro che doveva andare a prendere l'avvocato e
tornare giù”. Vallefuoco racconta ancora di aver incontrato nella
serata di ieri “amici di Bologna” pugliesi, che non vedeva da alcuni
anni, con i quali ha parlato a lungo di lavoro per il loro tornaconto;
- telefonata n. 2161 successive ore 09:48
quando Zavoli contatta Zonzini Oriano sulla utenza 0549... e gli
dice che ha alcuni assegni da portargli, intestati alla Lara per San
Marino.
Oriano gli domanda se ha i dati del traente e Roberto risponde di
si;
- telefonata n. 2219 successive ore 12:06
quando Livio contatta Zavoli Roberto e gli dice di
avvisare Oriano che alle due gli porterà tutto, precisando che sono
assegni di San Marino e assegni “buoni” della Eurocommercial
Bank;
- telefonata n. 2645 del 21/10/2008 ore 09:39 quando Vallefuoco
chiama Zavoli con il quale parla di assegni che bisogna andare a
prendere presso Dora Mosto (moglie del Di Tella Francesco);
- telefonata n. 2663 successive ore 10:25 quando Vallefuoco dice
allo Zavoli che manderà i suoi ragazzi a Firenze e da Dora Mosto
per prendere gli assegni;
- telefonata n. 2664 successive ore 10:26 quando Vallefuoco detta
a Zavoli il numero della moglie di Franco Di Tella, Dora Mosto alla
quale deve dire di farsi dare assegni con le date che lui le riferirà
relative al passaggio della società NUOVA RINASCENTE a Riccione;
- telefonata n. 2671 successive ore 10:48 quando Vallefuoco
chiama Zavoli per dirgli nuovamente di chiamare Dora alla quale
deve spiegare la questione del passaggio della società a Riccione e
deve dire che gli assegni li deve dare in garanzia alla FINCAPITAL.
Vallefuoco ribadisce che devono portare la stessa tesi nel parlare
con Dora;
- telefonata n. 2682 successive ore 11:14 quando Zavoli chiama
sulla solita utenza cellulare (... prima con Carcas Marika e poi con
Lara alla quale chiede alcune scadenze di assegni post-datati al
mese di marzo 2009 e spiega che gli servono per farsi fare assegni
da Dora Mosto da far girare, a garanzia, sulla FINCAPITAL;
- segue la telefonata n. 2685 ore 11:19 quando Zavoli
Roberto contatta la Mosto sulla utenza a lei intestata (335 ...) e le
detta le date per la compilazione di alcuni assegni: “04.03.09,
10.03.09, 19.03.09, 24.03.09 e 30.03.09”. Zavoli dice che ogni
assegno lo deve fare dell’importo di 12 mila euro. Dora chiede a chi
intestarli e Zavoli risponde di non intestarli, in quanto non sa se
intestarli alla FINCAPITAL o, a lui, direttamente;
- segue la telefonata (sempre del 21.10.08) ore 2713 quando
Franco Di Tella contatta, con la utenza cellulare intestata alla Nuova
Rinascente (335... ), l’utenza monitorata dello Zavoli Roberto al
quale dice che Gennaro ha preso “le cose”;
- telefonata n. 6897 ore 22:13 del 21.10.08 intercettata sulla
utenza 335 ... in uso al Vallefuoco che parla con Esposito Lucia e le
racconta che sta valutando di aprire una nuova agenzia I.SE.S. a
Modena, dicendole di avvisare il titolare di alcuni locali commerciali.
Vallefuoco spiega che se il contratto lo registrerà lui non pagherà
l'IVA, in quanto San Marinese. I due discutono sull'eventualità di
intestare il contratto alla donna la quale dice di svolgere l'attività di
amministratrice di condomini con un socio con il quale divide i
proventi.
Franco invoglia la donna a lasciare questa collaborazione e le spiega
quale sarà la sua funzione all'interno della I.S.E.S., precisandole
che avrà a sua disposizione anche un avvocato. L’uomo indica gli
uffici della I.SE.S ubicati in Napoli, Firenze, Rimini e San Marino, la
cui gestione amministrativa viene curata da Marika e spiega che
agli agenti non da alcuna provvigione, ma la loro paga è
commisurata alla concretizzazione delle pratiche di recupero crediti.
I rappresentanti svolgono, quasi tutti, anche altre attività e quindi,
potendo contare su altre entrate, possono portare a compimento le
pratiche che vogliono. Racconta che quando iniziò la sua
attività aveva solo 500 euro nelle tasche, mentre oggi ha un
patrimonio di cinque società, di cui ognuna con sette uffici.
Vallefuoco parla della sua segretaria Marika che è la persona
di cui più si fida, è anche la sua confidente ed è colei che
“mantiene” la sua “borsa”. Racconta che il padre di Marika è
un agente di polizia penitenziaria in pensione che lui ebbe
modo di conoscere 12 anni prima, originario di Benevento,
che la ragazza ha 29 anni e lui la conosce da 4 anni; era
fidanzata con un ragazzo e quando rimase incinta lui la
picchiava per farla abortire. Quando gli fu presentata da
alcuni amici di Rimini e seppe del comportamento del
fidanzato, nella stessa serata, davanti a tutti, lo picchiò e gli
fece fare 6 mesi di ospedale. Marika perse comunque il
bambino e cominciò a frequentare il bar sotto casa sua a
Rimini. Le chiese se volesse lavorare per lui e la plasmò per
assecondarla alle sue esigenze. Sempre il Vallefuoco
racconta che Marika si “era messa” con lo Zavoli per motivi
di soldi, ma quando ha cominciato a lavorare con lui e si è
resa conto che i soldi erano suoi (del Vallefuoco) e solo
formalmente i conti correnti erano intestati Zavoli e dietro
alle società ITECNICI, MOD'S, I.SE.S c’era solo il nome di
Franco lo aveva lasciato ed era andata a casa sua
spiegandogli tutto quello che faceva lo Zavoli, tanto da
conquistarsi la sua fiducia. Vallefuoco precisa che quando
venne a sapere che lo Zavoli aveva utilizzato i suoi soldi,
quelli delle società, impose di restituirli tutti. Quindi
Vallefuoco racconta il suo rapporto con lo Zavoli che un
giorno lo aveva invitato a casa e dopo avergli detto che
nella zona lo indicavano come “mafioso” aveva pianto
raccontandogli di avere una impresa di costruzione con un
fabbricato di 58 appartamenti ed una settimana di tempo per
procurare 13milioni di euro di debiti nei confronti di due
persone. Il giorno dopo, Vallefuoco lo chiamò, si fece
presentare le due persone a cui doveva dare i soldi e andò a
parlare con loro. Queste volevano prendere tutti gli averi
dello Zavoli e farlo protestare, ma in due giorni riuscì ad
evitargli i problemi e lo risanò "zero a zero". Lo fece entrare
in società con lui e da quel momento Zavoli è intestatario di
un conto sul quale sono 50 mila euro che però sono al 50%
suoi; Vallefuoco aggiunge di avere la visura dei suoi conti
"on-line" ed ogni sera li va a controllare per timore
che Roberto possa utilizzare i suoi soldi. Vallefuoco dice che,
oramai, qua sopra, quando vedono Lucia, vedono lui, “quindi
Napoli”, pertanto sgarri non gliene faranno;
- telefonata n. 2775 del 22/10/2008 ore 08:32 (utenza Zavoli)
quando Roberto riferisce a Franco Vallefuoco che gli assegni della
Dora non vanno bene perchè sono “non trasferibili”;
- telefonata n. 2777 successive ore 09:03 quando Zavoli parla
con Bacciocchi Livio per avvisarlo che gli assegni che ha portato
sono “non trasferibili” e vedrà cosa potrà fare, aggiungendo che c'è
una scadenza da 14.500 euro;
- ambientale n. 10 ore 12:20 del 22.10.2008 (AUDI A6) nel corso
della quale Vallefuoco parla con una persona del 20% mensile che
riscuote come interesse sul debito non pagato e rinegoziato. Quindi
parla al telefono viva voce con tale Claudio il quale dice che gli
manderà i documenti; Franco risponde che ha bisogno di assegni,
in quanto sta facendo una “figura di merda, con quelli di Napoli”.
Claudio gli dice che gli vuole firmare le cambiali, ma Franco
risponde che vuole gli assegni;
- telefonata n. 2832 successive ore 13:46 (sempre del 22.10 e
sempre su utenza Zavoli) quando Roberto chiama Franco
Vallefuoco e gli annuncia che alle tre andrà da Livio a parlare di
assegni e parleranno anche di lavoro;
- telefonata n. 2893 del 23/10/2008 ore 09:01 (utenza Zavoli)
quando Roberto riferisce a Vallefuoco di essere andato da Livio e
che, tra mezz’ora, gli diranno di quegli assegni (consegnati e sui
quali stanno acquisendo notizie, come si comprende dalla
telefonata successiva) mentre per altri da coprire lui vorrebbe
utilizzare “quelli dell'altra volta”;
- telefonata n. 2911 successive ore 10:05 quando Zonzini
Oriano con la utenza 0549... contatta Zavoli Roberto (sulla
utenza monitorata) e gli dice di aver fatto le ricerche su quegli
assegni “non trasferibili” verificando che hanno dei problemi,
mentre per “quegli altri” gli farà sapere;
- telefonata n. 2946 successive ore 13:04 quando Livio
Bacciocchi parla con Zavoli Roberto e gli dice che lui “non è in
grado assolutamente e bisogna dirglielo” e poi “non mettetemi in
croce, perché già siamo in croce, io quel foglio l'ho preso e l'ho
buttato via”.Livio precisa che non è in grado di richiamare i vari
assegni e che bisogna farsi venire altre idee, spiegando che lui è a
disposizione, “ma non per queste somme qui, che sono una roba…
ma stiamo scherzando”;
- telefonata n. 2962 successive ore 16:07 quando Zonzini
Oriano contatta lo Zavoli e gli dice che “quelli della GARDENIA”
vanno bene;
- telefonata n. 2976 successive ore 18:42 quando Zavoli sempre
con la sua utenza parla conLivio, il quale riferisce di essere stato
contattato da Oriano che vuole essere anche lui presente
all’appuntamento presso per la sera. Livio dice di rimediare gli
“assegni della GARDENIA” che vanno bene, più gli altri, anche se
non arriveranno a quella cifra;
- telefonata n. 2979 successive ore 18:49 (sempre del 23.10.08)
quando Zavoli contatta la utenza cellulare in uso alla Carcas Marika
della ISES e parla con Vallefuoco Franco il quale dice che manderà
i ragazzi giù. Roberto ricorda a Francesco che ha un appuntamento
là alle ore 08,00 e spiega che Oriano sta andando da Livio ma
quest’ultimo non vuole che Orianoveda che loro si
incontrano. Roberto fa quindi riferimento agli “assegni della
GARDENIA”, che vanno bene e li vorrebbe per cambiarli e far fronte
alle scadenze di fine mese. Vallefuoco risponde che ha solo un
assegno della GARDENIA da cinquemila euro. Robertodice che
vuole vedere solo se questa ditta è pulita. Vallefuoco Franco
risponde di si. Decidono di incontrarsi al MODS KAFÈ;
- ambientale n. 23 ore 22:01 del 23.10.2008 (Audi A6) quando
Vallefuoco parlando in macchina con tale Gigino riferisce di un
discorso fatto con tale Arturo “ …Arturo, so del rapporto che hai
con delle persone ... Napoli e Caserta sono un pò amareggiate
perché qualcuno sta pestando i piedi ad un nostro collaboratore …
tu sai bene io con chi collaboro qui sopra e sai bene che io non sono
una pedina sola sulla scacchiera ... allora se la persona che noi
abbiamo qua su viene rotta i coglioni ….a noi non interessa che lui
mangia o non mangia …. a noi interessa che non s’inceppa il
meccanismo ... se si inceppa questo meccanismo e non abbiamo
più dove attingere..... noi dobbiamo attingere da un'altra parte ....
però se si inceppa per colpa mia vengono fino a qua e mi sparano
in testa …se si inceppa per colpa tua, vengono qua e ti sparano in
testa … siccome qua in tutto siete trentamila abitanti a Napoli
siamo …. facciamo due milioni tra cui 500mila sono delinquenti a
noi hanno mandato… tu lo sai che noi a Napoli ...loro a Napoli
sfidano il governo… no? ....figurati se si mettono paura di quattro
carabinieri gendarmi... allora…. state innestando un meccanismo
che non va bene ….politica..... fate quello che cazzo volete ... vi
volete rompere i coglioni tra di voi?.....Fate quello che volete
....tenete fuori Livio Bacciocchi.... tenete fuori Livio
Bacciocchi da tutta questa merda che state creando ....perchè se
si inceppa quella persona, lui mangia lo stesso ... ma sono gli altri
che non mangiano più....e ti dico che se arrivano incazzati quassù,
creano problemi compà .....riferisci a qualcuno come stanno le
cose.....mi dispiace che ti ho fatto venire fino a qua ...ma io ti sento
amico a metà, perché ti conosco da venti giorni….. adesso che
siamo più amici .... la prossima volta che ti devo fare
un'imbasciata...... vengo a casa tua..... Franco io riferisco mi ha
detto .... Ti dico una cosa sii molto delicato quando dici queste cose
ma allo stesso tempo sii anche incisivo … perché a volte anche il
portalettere non è vero che non porta pene”; - telefonata n. 2998
del 24/10/2008 ore 06:35 quando Vallefuoco parla
con Zavoli(chiamandolo sulla utenza monitorata) e gli dice di aver
bisogno di assegni. I due si risentiranno più tardi;
- telefonata n. 3026 successive ore 09:44 quando Livio dalla
utenza del suo studio contatta lo Zavoli (sempre sulla utenza
monitorata 335 ....) e gli domanda se riescono a rimediare gli
assegni della GARDENIA. Roberto dice che è andato, ma gli
assegni non ci sono ancora.Livio afferma che quindi hanno solo gli
assegni di quel Massoni e che gli assegni della RINASCENTE hanno
subito già due protesti. Zavoli ribatte che ha restituito i predetti
assegni. Livio dice che entro le 14,30 Roberto deve portare altri
cinque assegni e faranno l'operazione come “tecnica”.
Livio aggiunge che in settimana deve riferire qualcosa alla BSM
(Banca di San Marino) e deve fare un ammortamento su
trent’anni, con un buon tasso, senza ipoteca sull'immobile, in modo
che, un domani, qualsiasi banca può fare un ulteriore finanziamento
di un milione di euro, con apertura di ipoteca. Livio confida di poter
riuscire con la predetta banca.
- telefonata n. 3036 successive ore 11:01 quando Zavoli riferisce a
Vallefuoco che Livio lo ha chiamato e gli ha chiesto, per oggi,
alcuni assegni di quel blocchetto da portare adOriano. Francesco
gli dice di aspettarlo, in quanto lui sta passando per prendere le
pratiche;
- ambientale n. 366 ore 11:27 (sempre del 24.10.2008) quando
nell’auto AUDI A/6, parlando con una persona non identificata con
lui in auto, Vallefuoco afferma (riferendosi a se stesso) che lui è
una persona che deve risultare immacolata, che il lavoro suo lo
fanno gli altri ed aggiunge “secondo te posso mai portare la pistola
addosso?”;
- telefonata n. 3081 successive ore 19:24 quando Zavoli dice al
Vallefuoco che ha parlato con il dottore e gli ha prospettato le
soluzioni. Vallefuoco riferisce di aver parlato a sua volta con la terza
persona e gli ha detto che se vuole venire su può farlo, ma
nell'azienda non vuole donne ed aggiunge di aver detto a Franco
che lui parla anche “casalese”, anche seRoberto non lo capisce
molto. Vallefuoco afferma che devono far rientrare 670 mila euro di
assegni che hanno fuori. Roberto ribatte che la guerra la dovranno
fare lunedì mattina;
- ambientale n. 45 ore 11:05 del 26.10.08 (Audi A6) quando in
auto con D’Amore Gennaro Vallefuoco Franco dice, a proposito delle
teste di legno (ovvero intestatari fittizi), “le stacchiamo ….le cape di
legname”;
- ambientale n. 176 successive ore 15:40 (Audi A6) quando
Vallefuoco parlando con ZavoliRoberto discute di transazioni
fittizie, intestate a Gennaro, in modo che accodano gli assegni che
gli stanno dando; dopo un’ora circa (ore 16:46) sempre nell’Audi
A6 Vallefuoco contatta di nuovo al telefono Roberto (Zavoli) e gli
riferisce di aver parlato con Oriano, il sindaco della finanziaria, per
l'operazione di cui gli aveva anticipato la
mattina; Roberto commenta che bisogna trovare una ditta per
avere i soldi (come riferito dai verbalizzanti nella segnalazione a
bordo dell’auto il Vallefuoco ha il telefono a viva voce);
- telefonata n 3200 del 27/10/2008 ore 09:12 (utenza Zavoli)
quando Oriano Zonzinicontatta Zavoli Roberto per dirgli che ha
dato un’occhiata a quei “tre assegni” e vuole notizie per preparare il
contratto;
- telefonata n. 3201 successive ore 09:14 quando Zavoli contatta
Vallefuoco Franco e gli comunica che lo ha chiamato Oriano per i
“tre assegni”. Roberto specifica che ITECNICI e ZAVOLI sono
pieni, quindi o usano la ISES o il MODS KAFÉ; Franco risponde di
farli con laISES;
- telefonata n. 3202 successive ore 09:16 nel corso della
quale Zavoli parla con Zonzini Oriano e gli dice di fare
l’operazione con la ISES in quanto è lui
l'amministratore. Oriano gli chiede una copia della
licenza ISES. Zavoli specifica che il conto ISES lo ha nell'istituto di
credito IBS (Istituto Bancario Sammarinese). Oriano chiede se
vuole un bonifico o un assegno e che, in quest'ultimo caso, lo può
girare sulla ISES per poi fare quello che deve fare. Zavoli gli
chiede di fare tre assegni piccoli da dodici. Oriano dice che glieli
farà da più banche e Zavoli afferma che li verserà tutti lì;
- telefonata n. 3206 successive ore 10:01 quando Zonzini
Oriano chiama Zavoli Roberto e gli dice che può andare da lui
alle 11.00 (segno evidente che per quell’ora gli assegni sono
pronti);
- telefonata n. 3236 successive ore 13:07 quando con sulla utenza
monitorata dello Zavoligiunge la chiamata dalla utenza 333 ...,
intestata a Luciano Luigi, nato a Napoli il 16.12.72, e il predetto
Luigi chiede gli assegni da quale banca siano stati emessi. Zavoli
Roberto dice che sono stati emessi dalla Banca Agricola
Commerciale di San Marino;
- ambientale n. 80 ore 17:15, sempre del 27.10.2008 (audi A6)
quando Vallefuoco Francesco si vanta che, a quello lì, dove ha fatto
il recupero “….solo io lo potevo fare....perchè è un uomo dei
siciliani” ed aggiunge che contattò Mimmo La Manna “ed a
quell'altro” per dire “vedi, che sto andando da questo... e, loro, mi
risposero: …che ti serve? ed io gli dissi: mi deve dare i soldi … ..e
loro alzarono il telefono chiamarono la persona e gli dissero: oh!
Vedi che sta venendo Franchitiello .... chiuse il telefono io andai e
mi pagò .. .perchè per la questione dei siciliani è necessario che
intervenga qualcuno che abbia la loro cultura....”;- ambientale n.
85 ore 21:22 ancora del 27.10.2008 (Audi A6) quando in macchina
Vallefuoco riceve la telefonata da Mimmo La Manna, al quale dice
che mercoledì andrà da lui;
- telefonata n. 3332 del 28/10/2008 ore 09:05 quando Livio
Bacciocchi dalla utenza dello studio contatta quella (monitorata)
di Zavoli Roberto e questi gli comunica un appuntamento, ovvero
“per Franco va bene per giovedì mattina verso le ore
08:00”. Livioafferma esplicitamente che loro, non avendo la
capacità economica, devono fare in modo di presentare assegni con
soggetti diversi, che vengono a scontare gli assegni o, altrimenti,
farsi finanziare in Italia dalle banche con l'immobile di
Montelicciano;
- telefonata n. 3335 successive ore 09:11 quando Zavoli contatta
Vallefuoco Francesco per dirgli che Livio ha comunicato che ci
devono pensare loro o con Montelicciano o con gli assegni.
Francesco dice a Zavoli di fare subito una vendita di un
appartamento con Gennaro e di non dargli niente al rientro del
leasing;
- telefonata n. 3338 (utenza Zavoli) successive ore 10:02 quando
Vallefuoco contatta Zavolie gli chiede se ha chiamato per il fatto
del rogito. Roberto risponde che ci andrà oggi alle ore 14:00.
Vallefuoco dice che ha pensato di fare due vendite per questo mese
e per il mese prossimo e propone quali acquirenti il cognato
Gennaro e tale Fabio Carretta o altra persona di fiducia; aggiunge
che bisognerà fare un rientro di tutti gli assegni che hanno fuori e
che, per il resto, gli spiegherà da vicino cosa ha pensato di fare;
- telefonata n. 3340 (utenza Zavoli) successive ore 10:13
quando Livio Bacciocchiutilizzando la utenza 390... dice a Zavoli
Roberto di essere preoccupato per la fine del
mese. Roberto risponde che daranno via due appartamenti di
Montelicciano. Livio ribatte che non glieli finanziano i due
appartamenti e afferma che loro hanno l'idraulico, che potrebbe
presentare altri assegni, più i cinque lì, poi il Cervellini ed altri
cinque. Afferma che bisogna muoversi con piccole operazioni, con
persone a loro vicine;
- telefonata n. 3413 (sempre utenza Zavoli) ore 17:31(ancora del
28.10.08) quandoRoberto Zavoli contatta lo studio
del Bacciocchi e gli chiede quanto possono cambiare leditte
sammarinesi. Livio risponde “…cinque assegni da dodici, in
quanto i privati devono fare la comunicazione” e aggiunge che
possono avere assegni di privati. Zavoli chiede “girati a loro e loro
li cambiano …anche se qualcuno cambia le fatture?”. Livio risponde
di no e spiega che la finanziaria deve accettare solo assegni
trasferibili, mentre le banche non hanno questo limite;
- ambientale n.106 ore 20:26 del 28.10.2008 (Audi A6) quando
Vallefuoco è in macchina con Carcas Marika e con Gigino.
Vallefuoco dice a Marika di chiamare Mimmo La Manna al quale
riferisce poi lui stesso che alle 23.30 starà a Rimini. Mimmo
risponde che lo richiamerà, tra un attimo. Quindi La Manna
richiama e chiede se devono vedersi a Rimini nord o a Rimini sud.
Vallefuoco risponde che si devono vedere a casa sua. Giunge quindi
una telefonata diZavoli Roberto al quale Vallefuoco dice che alle
23:30 ha i siciliani al “bagno 124” e bisogna avvisare anche i
“ragazzi”;
- ambientale n. 112 ore 00:17 del 29.10.2008 (Audi A6) quando
Vallefuoco in macchina con Esposito Lucia le parla di rapporti
negativi con alcuni “catanesi” e poi dice di aver avuto un bigliettino
con i nomi, ma lui avendo visto una pattuglia delle forze dell'ordine
se ne era disfatto;
- ambientale n. 121 ore 16:35 sempre del 29.10.2008 (Audi A6)
nel corso della quale Vallefuoco
Franco in auto con Gigi, individuato nel Luciano Luigi di Napoli della
telefonata n. 3236 (sopra riportata), parla di una persona che
quando era detenuta lui ha mantenuto e che, poi, quando è uscita
di prigione, ha detto: Franco ...qualsiasi cosa a disposizione.
Racconta poi di essersi arrabbiato con “i vari Gennaro Esposito e
Gigino Pannone” che non lo avevano avvisato della presenza delle
guardie e specifica poi “stanotte siamo stati fino alle 01:30 con i
siciliani sopra al lungomare ... fino alle 01:30 ... dalle 23:30... mica
qualcuno ha avvisato che c’erano le guardie ... i siciliani vanno
fuggendo … quei due sono latitanti .... me lo volete dire che stanno
le guardie ....perchè noi stiamo facendo un certo lavoro qua sopra
... allora, li devo tenere sempre su campo di guerra”. Vallefuoco
ripete che si è arrabbiato con loro, perchè non lo hanno avvisato e
perchè non stanno con gli occhi aperti. Poi commenta
di Bacciocchi Livio osservando che è anche penalista e che,
comunque, è una persona ben vista ma che, se non si sta
attento, Livio gli fa pigliare 40 anni di carcere ed aggiunge “....se
vede che va nello stretto ... e, poi, qua è ben visto... è ben
messo.....”; - telefonata n. 3551 successive ore 17:19 (ancora del
29.10.08) sulla utenza dello Zavoli che contatta tale Matteo
dall’accento siciliano sulla utenza 339 ... intestata a Marchese
Matteo nato a Lentini (SR) il 03.10.1970, al quale Roberto chiede
“quella roba… ancora niente?” e Matteo risponde di no e poi
aggiunge "…quello della caldaia ha detto che, venerdì, mette a
posto tutto, prima non arriva il pezzo….". Roberto dice che a lui
serve la sua roba e precisa “stasera mi serve” ed ancora “ce l'hai
dietro te?”. Matteo ribatte “no! …ma sei fuori?”. Roberto dice che si
vedranno, questa sera e che si troverà giù al bar e di portarla dietro
(telefonata criptica in cui certamente non si parla di pezzi di
ricambio con la espressione “roba”);
- telefonata n. 3569 successive ore 19:46 quando Zavoli
Roberto viene contattato da Livio Bacciocchi che utilizza la utenza
335 ... . Roberto gli dice che deve coprire il fine mese altrimenti
verrà protestato. Livio ribatte che dalla fine del mese scorso si è
esposto di 290.000 euro ed al Consiglio di Amministrazione lo
hanno “fatto nero”. Roberto gli annunzia che, domani mattina,
Franco andrà a prendere un caffè con lui alle ore
8:00. Liviorisponde che ci sarà, ma è meglio che non si fanno
vedere in giro e si possono incontrare da lui; gli spiegherà cosa
stanno facendo i “loro amici in giro”, perché anche queste
chiacchiere in giro lo stanno danneggiando. A conferma parla di un
fido di 100.000 che non gli hanno dato. Sempre Livio chiede
a Roberto di avere, per la mattina successiva, una
programmazione di tutte le scadenze e spiega che metteranno in
ammortamento Montelicciano e Marco fino a giugno non farà
iscrizioni. Livio si lamenta, con Roberto, del fatto che non riescono
a trovare neanche gli assegni. Livio dice che con due milioni di
euro di valore non trovano chi li finanzia in quel modo. I due si
vedranno domani mattina;
- telefonata n. 3596 del 30/10/2008 ore 10:15 quando Zavoli parla
con Oriano Zonzini degli assegni in scadenza e dice che si devono
pagare quelli del trenta;
- telefonata n. 3632 successive ore 15:58 sulla utenza
di Zavoli che viene chiamato dallo studio Bacciocchi il quale gli
dice che ha discusso degli assegni in scadenza ed ha
convintoOriano a fare una sorta di cessione. Restano fuori solo gli
assegni italiani, che scadranno più in là. Zavoli chiede se si
possono fare gli assegni intestati ad una ditta e girati liberi come gli
ultimi che hanno cambiato. Livio risponde affermativamente, ma
sarebbe meglio che gli assegni li presentasse un altro in modo che
non ci sia collegamento. Livio fa l'esempio dell'idraulico che
potrebbe presentare cinque o sei assegni. Roberto chiede se può
far girare assegni italiani, con l'idraulico.
Livio dice che, cinque assegni, da dodicimila euro cadauno, glieli
possono far fare e sarebbe opportuno trovare anche altre persone.
Sempre Livio aggiunge che domani mattina andranno a togliere
tutti gli assegni sanmarinesi;
- telefonata n. 8715 ore 17:34 (sempre del 30.10.2008)
intercettata sulla utenza 335... in uso a Vallefuoco Francesco che,
evidentemente dopo l’incontro della mattina (come da
appuntamento risultante dalla telefonata 3569 utenza Zavoli),
parla con Livio Bacciocchi mostrandosi scontento del
comportamento di quest’ultimo. Testualmente dice: “ascoltami un
attimo solo una domanda ti voglio fare, una
domanda…magari…capisco se … ma sono stato infelice a parlare
stamattina?....ho parlato napoletano? no…perché se sono stato
infelice.... ripeto…perché non ho capito se hai capito”. Livio cerca
di giustificarsi “Franco ascoltami bene …io tutto quello …”, ma
Vallefuoco lo interrompe ed afferma che lui vuole sapere solo
“domani…posso sapere se domani vado protestato?... dimmi si o
no”. Livio risponde “scusa, noi stiamo facendo tutto quello che
posso fare…Franco …ma ti rendi conto che domani mattina andiamo
a tirare via tutti gli assegni di San Marino… io non stampo soldi
Franco ....io, se mi date una mano, come ho detto a Roberto”.
Vallefuoco tuttavia ripete “posso dire una cosa?.... una cosa….
Tranquillamente, la sto chiedendo ….sono stato infelice? …o rivengo
e te lo dico...”.
Livio ribatte “Franco non ragionare con me, in questo modo
…perché non sono un bambino…eh ... ho cinquant’anni …abbi
pazienza” ed aggiunge “io non ho capito né male, né diversamente
…. noi ci stiamo adoperando a più non posso … a più non posso…”.
Vallefuoco riprende “no perché adesso sto guardando Roberto che
sta piangendo ... non ho capito … mi ha detto: ho parlato
con Livio…”. Livio si ribella “ascoltate, non facciamo il gioco delle
parti!!! … abbiate pazienza … allora, ascolta a me Franco … io sto
diventando matto dietro a sta situazione …va bene? … mi sto,
letteralmente, rovinando … mi sto rovinando non solo la salute…ma
anche la finanziaria … che, fino ad ora, è una finanziaria che è
apposto con i conti … invece, adesso, è diventata una finanziaria
che è una merda …..perchè in questo anno …e, tu, lo sai bene
…tutti i soldi che sono usciti!!! …voi, con me, non mi avete detto
mai le cose come stanno!!! …mai! ...perchè se ci fosse stato il
problema del fine mese ….io ve l’ho detto subito …guardate il mese
scorso… ce l’ho fatta ….ma, il mese prossimo, non ce la faccio se
non mi date gli assegni”. Vallefuoco risponde “non mi dire queste
cose, perché io e te siamo stati sempre chiari! ….tu
forse…”. Livio ribatte “ma lascia stare …non dire così …perché se
dici, in questo modo, vuol dire che parliamo due lingue diverse ...
non è vero … parliamo la stessa lingua …io vi sto dando una
mano….ne ho parlato, prima, con Roberto”. Vallefuoco ha un dubbio
“Livio, ma non è che questo discorso ti sta servendo, forse, a farlo
sentire” e aggiunge, alle proteste del Livio, “se sei leale, in tutto,
vuol dire che i discorsi che abbiamo fatto, sono ben altri ….che tu
dici, che le cose non le sai …e le vuoi dire adesso”. Livio cambia
argomento e dice “non ho la bacchetta magica …è questo che ti
voglio dire”. Vallefuoco risponde “anch’io sono leale in tutto…ti sto
solo dicendo una cosa … io le cose non le posso sapere un giorno
prima … io sono venuto, educatamente da te la settimana
scorsa”. Livio risponde “no! Franco ….ascolta a me …non finire
solo quel discorso lì … io ti ho detto: Franco, tutto, non ci riusciamo
…datemi assegnini…. 5 assegnini di quell’importo lì ….con soggetti
diversi e vediamo che cosa posso fare…. ma te l’ho detto o non te
l’ho detto?”. Vallefuoco lamenta “il giorno prima, Livio … il giorno
prima lo dici a me?”. Livio ripete “Franco! Franco! quando io ho
fatto l’operazione dei 290.000 euro ….l’ho detto a te….l’ho detto
a Roberto …guarda, che il mese prossimo…. quando è venuto fuori
che quei 290.000 euro non servivano a coprire gli assegni del
mese… perché io pensavo che quell’operazione servisse a coprire
tutti gli assegni che nel mese di ottobre erano stati emessi …ho
detto: ma, quelli non servivano a coprire quegli assegni lì?
...no!…noi piano piano …abbiamo fatto altre operazioni per oltre
200.000 euro in copertura di quegli assegni …ma io non li posso
rimediare tutti sti soldi …non ci sono ...allora io ti ho detto che
l’unica strada che possiamo rimediare …ma, a quella cifra non ci
arriviamo, è quello di fare piccoli assegni, di clienti diversi…io, ho
parlato prima …”. Vallefuoco arriva al punto “non li ho …non li ho
per domani”. Livio dice che aveva proposto a Roberto un’altra
soluzione e Vallefuoco propone di parlarne da vicino. Livio spiega
“fammi parlare un secondo … abbi pazienza… sono nella
stanzina…non sono nell’ufficio….sono nella mia stanzina…quella
piccolina … stai sereno…che se parlo è perché posso… io non parlo
davanti alla gente di queste cose ….io sono leale Franco …ma,
molto leale ...allora …io ho detto che, domani mattina, quelli di San
Marino li togliamo tutti con quell’operazione che abbiamo fatto….ho
detto a Roberto …Roberto sii chiaro …dimmi, esattamente, come
siamo messi … che assegni abbiamo …e quali sono …
eventualmente se posso chiamare io quei signori se posso chiamare
io i beneficiari e chiedere una proroga … perchè tutto non ce la
facciamo .....perchè, domani, andiamo a togliere 170 mila euro
…tutti quelli di Roberto …della figlia, dei ITECNICI …che cosa
debbo fare io?.....” e continua “avevo detto
a Roberto stamattina Roberto dimmi esattamente quando
scadono … ma alcuni il 31…vabbè ... se è per il 31 domani
abbiamo già una giornata … dimmi, poi, se posso riuscire a
chiamare qualcuno … però siate chiari con me perchè io ho bisogno
di vedere se riusciamo a programmare un’uscita …..perchè se no …
se salta Zavoli o viene protestato uno di quegli assegni
…FINCAPITAL è rovinata …perché la banca gli chiede il rientro di
tutti e non li ha ….no…tu lo sai questo ... vuoi che io non abbia
interesse a metterla a posto…porco di un cane”. Vallefuoco osserva
“io voglio solo una cosa da te! …te l’ho detto stamattina con rabbia
…Livio, io finisco i rapporti lavorativi con te a dicembre …li finisco….
mi tolgo dai coglioni ….io e te ci vediamo solo perché siamo amici e
basta ….non voglio più rapporti lavorativi”: Livio ripete che lui
chiede solo chiarezza ed aggiunge “io a volte non capisco quando
parla Roberto …o non sono chiaro io ….Roberto con questo siamo
apposto con tutti gli assegni di ottobre?...mi ha detto si….quello dei
290 mila … perché gli ho detto che deve rinviare altri
pagamenti….però, almeno il mese di ottobre, siamo a
posto….invece dopo tre giorni…abbiamo dovuto fare altre operazioni
per coprire altri 240mila euro e passa…tu lo sai perché .... li vedi lì
... adesso io facendo miracoli…prostituendomi…sono riuscito a fare
un’operazione che toglie tutti gli assegni vostri di San Marino…ho
fatto un miracolo”. Vallefuoco osserva “quello sarebbe il minor
guaio” e Livio ribatte “no…non è il minor guaio…perché tu non devi
pensare più agli assegni …cazzo….è chiaro….” E continua “la
possibilità di rimediare altri soldi, domani, non c’è …perché
abbiamo già fatto un’operazione vergognosa …io ho detto a Roberto
…Roberto…io non lo so questi assegni chi li ha fatti, quando li
hanno fatti… però cerchiamo di programmarli … perché se qualcuno
che li ha avuti io lo conosco…”. Vallefuoco si riprende “allora,
qualcosa la posso fare anch’io! …qualcosa posso fermare
anch’io!”. Livio continua “ho detto…e lui mi ha detto che andava
bene …. a quell’idraulico italiano, che ora non ricordo il nome…..e
lui mi ha detto … quelli va bene…. Io gli ho detto: guarda noi li
facciamo andare bene anche se lui non è residente … adesso non
mi ricordo il nome di quell’idraulico…”. Vallefuoco suggerisce
“Matteo” e Livio va avanti “ha detto un cognome ….con una
situazione di questo genere, li facciamo andare bene …intanto,
rimediameli subito…. intanto con quelli copriamo qualcosa … però,
intanto, Matteo deve andare lì …vincolato senza di te, senza
nessuno … in modo che è un’operazione autonoma che non fa
cumulo con il vostro…. piano, piano, ce la facciamo”. Vallefuoco si
tranquillizza “va bene…così mi sta bene…. Livio così mi sta
bene…te lo ripeto le rotture di coglioni le avrai solo fino a
dicembre, per cercare di tirarci fuori da questa
storia…”. Livio risponde “Franco, io ti dico solo due cose ….uno…
non mi venire con le macchinette che servono a non registrare….
.perchè tu non mi conosci a me…”. Vallefuoco “io ti voglio
conoscere fuori dall’ufficio…a me non mi devi rompere i coglioni…io
in quell’ufficio non mi sento a mio agio….ma come te lo devo
dire…”. Livio continua “allora se mi registrano….non credo perché
io ho fatto le bonifiche”. Vallefuoco afferma “io ho fatto dei lavori
per te, che io so che non devo stare tranquillo …..capisci? ….sei tu
che non mi vuoi capire a me …perché se tu mi capissi…al volo
…tante cose, non me le faresti ripetere”. Livio afferma “allora,
ascolta Franco … io vorrei capire anche…come facciamo ad
organizzare il rientro di tutta questa roba….dopo”. Vallefuoco
ribatte “io non ce la faccio con il tempo … io sto dietro a finanziarie
italiane da dove dare Montelicciano a pieno prezzo…. però sono i
tempi…perché io non devo andare a svendere per coprire …andiamo
nella merda, se devo andare a svendere per coprire”. Livioosserva
“allora, io ho lottato con Roberto quando abbiamo ereditato quei 4
5 milioni di debiti che aveva sulla IMPRESIT (società cui è
intestata la utenza 335 ... )….no…se io sapevo lì per lì, che c’era
una situazione di questo tipo ….ci si organizzava diversamente…lo
abbiamo fatto, un anno e mezzo fa …ma io non l’ho fatto per
guadagnare…”. Vallefuoco risponde “Livio, ma io questo lo
so”. Livio “allora, dai …perchè non me lo avete detto?”. Vallefuoco
risponde “perché non ce lo ha detto!!!...capisci?” e conferma che
neppure lui lo sapeva. Poi Livio osserva “adesso non è il momento
giusto …adesso non abbiamo la capacità …però io piano piano ce la
faccio …vedi….io ho ottenuto la proroga al 30 giugno come
iscrizione di ipoteca … poi riesco ad ottenerla ancora … quel bene è
libero….su quel bene si possono fare diverse cose da qui a fine anno
…capisci, cosa ti voglio dire? ….ma io le cose non le so … un conto è
dire ci sono degli assegni che scadono … e un conto è dire è un
debito …. però io, mi chiedo, dove sono andati a finire tutti questi
soldi”. Vallefuoco “allora, io ti faccio dire che cazzo di assegni
erano…..e, poi, ti faccio sapere perché ho preso tempo fino a
dicembre ... perchè erano dilazionati….ma da un anno e mezzo
fa…..”. PoiLivio commenta “io non ho capito che Roberto stesse in
queste difficoltà economiche …io pensavo che quelle somme
venissero utilizzate per operazioni immobiliari …e mi andava anche
bene …a dire la verità …perché, a quel punto lì, con la IMPRESIT si
doveva organizzare con persone diverse”. Vallefuoco spiega di aver
dovuto pagare due anni e mezzo di interessi avendo rilevato il
debito di Zavoli e Livio ribatte che se lo avesse saputo avrebbe
organizzato diversamente. Vallefuoco insiste “Livio, ho capito ...
ma adesso siamo in una situazione che io sto quasi agli sgoccioli e
non mi voglio andare ad impelagare gli ultimi due mesi dove di là
devo dare conto e di qua devo dare conto …capisci? …ecco, perché
mi sto arrabbiando”. Livio si limita a commentare “io ho paura
che Zonzini va in tilt”;
- telefonata n. 8720 ore 18:14 del 30.10.2008 (utenza 335 ... in
uso a Vallefuoco) quando Di Tella Franco chiama Vallefuoco il quale
gli parla di problemi economici derivanti da assegni e rimesse
bancarie presentate che lui vorrebbe risolvere coprendo solo i titoli,
tralasciando tutti gli altri debiti, cosa che gli farebbe fare una
bruttissima figura con le persone che devono avere i soldi. Il
Vallefuoco dice che è da questa mattina che sta correndo e non sa
se sarà in grado di risolvere tutto. Di Tella afferma che, se riesce ad
aspettare qualche giorno, potrà dargli una mano in quanto il 5
venturo devono rientrargli 40 - 50 mila euro. Vallefuoco lo
interrompe affermando, con tono adirato, che i soldi li deve
cacciare chi ha preso i patti e non si spiega per quale motivo
“questa persona” sta facendo il “pezzo di merda.....” (si capirà dalle
successive intercettazioni che il riferimento è sempre
alBacciocchi). Aggiunge che ci sono 500 appartamenti, già pronti,
che però non riescono, né a vendere, né a fittare. Di Tella propone
un incontro con altre persone che Vallefuoco dice di non voler più
vedere;
- telefonata n. 8728 ore 19:42 del 30.10.2008 (utenza 335 .... in
uso a Vallefuoco) quando Panico Tina chiede al marito Vallefuoco
come stiano le cose e Franco risponde che l'appuntamento è per
domani mattina. Tina commenta che Livio “giustamente, sta in
difficoltà anche lui”;
- telefonata n. 3681 del 31/10/2008 ore 08:35 (utenza Zavoli) nel
corso della quale Robertodice a Vallefuoco che oggi riuscirà a
coprire gli assegni e poi, lunedì, vedranno. Spiega inoltre di aver
avuto una conversazione con Livio, che il giorno prima non gli ha
risposto e gli ha riattaccato il telefono, ma oggi andrà
in FINCAPITAL con Lara per prendere gli assegni. Franco chiede
se lui riuscirà ad avere anche dei liquidi ma Roberto risponde di
no. Vallefuoco commenta che a novembre rappresenteranno
a Livio tutte le altre incombenze;
- telefonata n. 3695 successive ore 11:41 (utenza Zavoli) nel corso
della quale Zavoli dice alla figlia che alle ore 15.00 dovrà andare
con lui da Livio Bacciocchi, in quanto ha fatto richiamare tutti gli
assegni che avevano fuori. Roberto dice che vuole ritirare anche le
firme di Fabrizio (il genero) e di tutti gli altri per cui Oriano gli ha
detto di andare da Livioper autenticare le firme;
- ambientale n.181 ore 23:36 del 03.11.2008 (Audi A6) quando
Vallefuoco è in macchina e parla al telefono con Esposito Lucia alla
quale riferisce che i ragazzi hanno appuntamento con dei rumeni.
Poi la richiama per avvisarla che i suoi ragazzi hanno il borsello a
differenza di quanto aveva sostenuto Laura, per cui sospetta che
qualcuno lo voglia “tirare da qualche parte”. Lo hanno chiamato i
ragazzi e gli hanno detto di non fermarsi a nessuna parte, ma di
recarsi all'uscita dell'autostrada di Bologna. Franco aggiunge che
Salvatore non lo trovano e la donna (Laura) non risponde più al
telefono. Lucia domanda a Franco se dietro di lui ha qualcuno e
Vallefuoco risponde di no in quanto ha i ragazzi a Carpi a dieci
chilometri da lui. Si salutano (la medesima conversazione è
intercettata sulla utenza del Vallefuoco, telefonata n. 9216 ore
23:42) e dopo qualche tempo Vallefuoco ricontatta la compagna
per avvisarla che i suoi ragazzi stanno davanti a lui. Racconta che,
come aveva sospettato, si sono presentati dei rumeni, con i quali
aveva avuto un litigio, due tre anni prima, che lo stanno aspettando
ed hanno preso un ragazzo che lavora con lui e lo tengono fermo lì,
finché lui non arriva (la conversazione è intercettata anche sulla
utenza del Vallefuoco, telefonata n. 9217 ore 23:54);
- ambientale n. 182 ore 23:56 del 03.11.2008 (Audi A6), nel corso
della quale Vallefuoco contatta Esposito Lucia al telefono e si
registra contestualmente sulla utenza cellulare del medesimo (335
....) la telefonata n. 9218 quando Vallefuoco racconta che Salvatore
gli aveva mandato un messaggio scrivendogli di un litigio avuto in
una piazza. Solo ora lui ha capito che Salvatore si riferiva al litigio
che il Vallefuoco stesso aveva avuto, in passato, con i rumeni nella
piazza di Lonate dove mandarono “a due di loro in ospedale”.
Vallefuoco ritiene che abbiano sequestrato Salvatore e teme lo
abbiano anche picchiato; aggiunge che anche Laura si trova con
Salvatore e lui ha provato a chiamarli entrambi ma ha risposto tale
Loran il quale gli ha detto che lo sta aspettando dove si sono visti
l'ultima volta. Franco dice a Lucia che adesso ha tutte e cinque le
macchine dei suoi ragazzi avanti a lui e le sta parlando in quanto ha
una rabbia dentro da scaricare. Spera che non abbiano "scassato"
Salvatore, in quanto avevano il suo telefono in mano ed hanno
risposto loro;
- telefonata n.9219, delle ore 00:03 del 04.11.2008 (utenza ... in
uso al Vallefuoco) nel corso della quale Vallefuoco dice che i rumeni
vogliono incontrarlo e che egli si trova nei pressi di Campogalliano e
Lucia gli spiega la strada;
- SMS registrato alle ore 00:47 del 04.11.2008 n. 9222 sulla utenza
del Vallefuoco “ciao franci stasera ho avuto paura ma non tanto
per tutte quelle armi ma per la rabbia che avevi negli occhi dio mio
quando vi ho visto stasera tutti fare quello che ho visto 6 unico e
molto furbo questo ne ero certa. Spero che lo hai capito che dovevo
dire quello che ho detto io ti rispetto nell’anima”;
- SMS registrato alle ore 00:54 del 04.11.2008 n. 9226 “E digli alla
tua compagna che mi dispiace se ho detto qualcosa su di lei. Ed è
molto fortunata stare con un uomo come te e permettimi di dire
che la invidio . .ciao tvb in bocca al lupo”;- telefonata n.9232 ore
01:06 del 04.11.2008 (utenza del Vallefuoco) quando Vallefuoco
contatta Esposito Lucia per dirle che è tutto a posto, anche se
Salvatore è in ospedale e ha fatto accompagnare Laura a
Desenzano, in quanto loro le hanno fatta male sul viso. Laura gli ha
mandato un SMS;
- telefonata n. 9237 successive ore 01:09 tra Vallefuoco ed
Esposito Lucia alla quale ha girato il messaggio di Laura. Franco si
chiede come mai sia successa questa cosa dopo tre anni ed
aggiunge di essere rimasto "di merda", quando ha visto Laura con il
viso tagliato e Salvatore tumefatto dalle botte. Franco racconta che
tutto è successo a Desenzano. Ora si trova su di un'area di servizio
della A1, unitamente ai suoi “uagliuni” (ragazzi), e si compiace del
fatto che essi si siano trovati nei pressi, a sua disposizione. Franco
racconta che, appena si è avvicinato all'autovettura, Salvatore gli è
cascato in braccio, mentre un'altra autovettura con altri rumeni si
era nascosta, a breve distanza, dietro ad un camion.
All'appuntamento inizialmente aveva pensato di andare da solo ma
quando ha visto la donna, tutta sfregiata, non ha capito più niente.
Franco riferisce ancora due di loro, che non c'entravano proprio
niente, li hanno "scassati" ed adesso sono stati ricoverati
all'ospedale di Bologna. Si trova in zona per aspettare siano
dimessi. Totore sicuramente dimenticherà quello che gli hanno
fatto ma loro no. Vallefuoco non sa spiegarsi come mai i rumeni a
distanza di tre anni siano ritornati per vendicarsi. Racconta che,
comunque, ha fatto loro “un bel regalo” e solo ad uno non l'hanno
toccato. Durante la telefonata improvvisamente comincia a ridere e
spiega a Lucia che uno dei suoi ragazzi sta mimando uno dei
rumeni che appena stava scendendo è stato bloccato con la testa
nello sportello e subito dopo ripete “hanno avuto il regalo dentro la
macchina”. Franco fa quindi capire di essere armato, ma Lucia lo
interrompe, dicendogli che ne riparleranno da vicino;
- telefonata n. 9293 successive ore 01:47 (utenza Vallefuoco)
quando Franco, tra l’altro, comunica a Lucia che ha mandato Totore
a Napoli in quanto è uscito dall'ospedale con una decina di punti;
- telefonata n. 3942 del 04/11/2008 ore 09:05 (utenza Zavoli) nel
corso della quale Zavolicontatta lo studio del Bacciocchi il quale
gli dice che hanno conteggiato tutti gli assegni, tranne quelli con
scadenza 30 novembre e 31 dicembre del 2008 e richiameranno
tutti gli assegni italiani, fino a gennaio, dando la liquidità per la
gestione di 30.000,00 euro. Robertoriferisce che
al Mod's apriranno anche la discoteca. Livio dice
che Oriano richiameràRoberto per vedersi in mattinata anche con
Lara;
- telefonata n. 3943 successive ore 09:12 quando Zavoli ripete a
Vallefuoco quanto detto daLivio, ma Vallefuoco risponde di
chiamare a Livio e dirgli che sta salendo anche lui in quanto a loro
serve il contante;
- telefonata n. 3945 ore 09:17
quando Zavoli contatta Bacciocchi per riferirgli che Franco vuole il
contante. Livio risponde che disponibilità non ne hanno e quindi
deve andare in porto assolutamente il finanziamento con POLIS e
magari riuscirà a recuperare contante per 60.000,00 euro anziché
per 30.000;
- ambientale n.184 ore 12:53 del 04.11.2008 (AUDI A 6) quando
Vallefuoco è in macchina con Luciano Luigi e gli parla dei suoi
precedenti penali per rapina. Quindi chiama sul telefono Claudio di
Cervia e gli lascia un messaggio sul cellulare 320... dicendogli con
tono minaccioso che deve “restituire i soldi” e spiega a Gigi che ha
prestato 10 mila euro a questo soggetto. Franco lo richiama e parla
con Claudio “Claudio mi hai detto dieci minuti ... mi stai prendendo
per il culo ...”. Claudio si giustifica dicendo che solo ora aveva
acceso il telefono. Franco, a voce alta e con tono adirato, domanda
a Claudio cosa deve fare e aggiunge “io mi metto in macchina e
vengo a Bologna, adesso”. Claudio dice di non avere i soldi “se non
li ho che cosa faccio, mi ammazzo? Va bene, mi ammazzo! Mi
ammazzo” e Vallefuoco risponde “eh! fallo, Claudio perché lo faccio
io, fallo”. Vallefuoco riceve un’altra telefonata da tale Gigi
l'avvocato al quale racconta il contenuto delle telefonata
precedente;
- telefonata n. 4042 del 04/11/2008 ore 15:28
(utenza Zavoli) quando Lara contatta il padre che le dice di andare
in banca e di farsi fare degli assegni circolari, che si possano girare,
ovvero cinque assegni da 10 mila euro, cadauno, per il totale di 50
mila euro intestati a lei ed a Panico Giustina (moglie di Vallefuoco
Francesco). Lara dice che, in banca, vogliono la residenza di Panico
Giustina. Roberto dice di dire Panico Giustina Brusciano, Napoli,
con causale “finanziamento soci”;
- ambientale n. 186, e ore 21:02 del 04.11.2008 (Audi A6) nel
corso della quale Vallefuoco ritorna con Esposito Lucia a
commentare quanto accaduto con i rumeni. Dopo una telefonata
con il D’Amore, Vallefuoco parla con Lucia di tale Franco che “lo
tiene a Bologna” ed è di Casale di Principe e con riguardo a lui Lucia
domanda: “sparò di traverso?”. Vallefuoco conferma “”eh, non
l'avevo mai visto un’azione così veloce devo dire la verità”. Lucia
commenta “ma, poi, Franco nel parcheggio del ...” e Vallefuoco la
interrompe “e che me ne fotte ci arrestavano, ieri, ieri, mi
potevano anche sparare”. Lucia chiede il tempo impiegato e
Vallefuoco risponde “”dieci minuti, cinque minuti, il tempo che
arrivammo, ma frazione, quando scendemmo” ed aggiunge che
quelli non ebbero neppure il tempo di aprire la macchina; quindi
spiega “quella gliela aprirono i ragazzi miei la macchina gli
buttarono le botte sopra le gambe, bum! Bum! ….un cuofano…”;
l’uomo commenta che quello che guidava “quello è meglio che
moriva, a vedere la morte con gli occhi e non ti prendere è brutto
... la pensi tutti i giorni ... poi sono cazzi dei suoi. Sono stati troppo
ingenui e troppo sicuri di loro, si pensavano che stavano quattro
cinque di loro, ubriachi, ma poi ubriachi, fatti”;- seguono nella
mattinata del 5.11.08 le telefonate sulla utenza di Zavoli
Roberto che sta cercando di recuperare gli assegni
sui ITECNICI (telefonata n. 4127 ore 9:29) e tramite la
figlia Lara (telefonata n. 4170 ore 12:08) che si trova in banca; poi
alle ore 12:40 Marika Carcas chiede a Zavoli Roberto se ha il
libretto degli assegni della ISES; Roberto risponde di si, perché ha
dovuto utilizzarlo per un assegno. La donna dice che le serve un
assegno firmato per pagare l'ingegnere della sicurezza;
- telefonata n. 9828 ore 08:37 del 06.11.2008 (utenza Vallefuoco)
nel corso della quale Gennaro chiede a Franco se deve segnare nel
computer le pratiche di Catania. Franco risponde che le pratiche di
Catania sono da mettere nelle agende personali e non nel
computer. I due parlano di pratiche da mettere nella cassaforte.
Gennaro si preoccupa di controlli in ufficio e Franco dice che spera
che adesso i controlli non ci saranno;
- ambientale n.199 ore 08:23 del 07.11.2008 (Audi A6) nel corso
della quale Vallefuoco riferisce al suo interlocutore che, lunedì, ha
dato 20.000 euro ad una persona e che gli deve dare il 20% al
mese e, poi, parla di 1.500 euro di interessi, ogni 10mila euro, al
mese;
- telefonata n. 4635 del 10/11/2008 ore 15:03 (utenza Zavoli) nel
corso della quale Vallefuoco chiede a Zavoli se ha fatto “quel coso
che gli ha detto”; Roberto risponde di si e che sta andando,
adesso, alla FINCAPITAL. Roberto chiede a Franco cosa deve fare
per gli assegni di Pierluigi, in quanto lì ci va di mezzo il suo nome.
Vallefuoco gli risponde che Pierluigi ha bisogno di cambiarne
almeno uno e che verranno coperti;
- telefonata n. 4745 dell’11/11/2008 ore 10:57 (utenza Zavoli) tra
Vallefuoco e Zavoli che discutono delle vicende in corso ed in
particolare Franco dice che ha mandato un fax
allaFINCAPITAL per un assegno da dodici di un’azienda italiana
con scadenza a dicembre.Roberto dice che gli assegni
della FINCAPITAL li farà girare sulla ISES. I due parlano di un
appuntamento con tale Christian. Roberto afferma che lo stanno
chiamando anche da Riccione per l'albergo;
- telefonata n. 4765 dell’11/11/2008 ore 12:38 (utenza Zavoli) nel
corso della quale Laradella ISES comunica a Zavoli che
manderanno un elenco di “un sacco di assegni, che non sono
segnati”. In particolare Lara afferma che nel conto Orizzonte per le
scadenze dei mesi di ottobre, novembre e dicembre, mancano
alcuni assegni;
- telefonata n. 4810 sempre dell’11.11.08 ore 16:44 quando sulla
utenza dello Zavoli giunge la chiamata di Vallefuoco al quale il
primo dice di aver messo sul piatto anche Montelicciano ed ha
avuto conferma che si può fare tutto. Quindi riferisce che Riccione è
meglio di Cesena, che l'azienda di Claudio Ferrari non è buona e
che a Paolo il commercialista come prima operazione vende
Montelicciano e lo venderanno quattro volte. Vallefuoco si
raccomanda di dire a Christian che per invogliarlo comprerà 200
mila euro di telefonini, che ha già venduto.Roberto a sua volta
comunica a Franco che per FINCAPITAL adesso deve chiamare
Tonti, per farlo venire su con assegni trasferibili, in modo che
domani mattina alle ore 9:00 firmerà e si farà tutto come ISES. Va
osservato che nel corso delle indagini sono stati acquisiti in copia
(attività del 6.3.09) assegni senza indicazione del beneficiario
firmati da Tonti Pierluigi amministratore unico e socio della ZARA
s.r.l. società di Taormina avente ad oggetto attività alberghiere;
- telefonata n. 4930 del 12/11/2008 ore 10:27 (utenza Zavoli) nel
corso della quale Roberto Zavoli parla con Oriano Zonzini il
quale gli dice che ha preso le informazioni, ma esse non sono un
granché, quindi per quell'importo gli suggerisce di farglielo fare
libero ed intestatoISES. Roberto dice che la persona non li ha
liberi, ma li ha così. Oriano ribatte che, allora, ci vuole il
modulo. Roberto dice che tra dieci minuti andrà da lui insieme alla
persona.Oriano chiede di Franco e Roberto risponde che Franco
arriverà all'una (ore 13:00);
- telefonata n. 4940 del 12/11/2008 ore 12:14 nel corso della
quale Lara della ISES parla con Zavoli e gli dice che i prossimi
assegni scadranno sul conto dei ITECNICI e che, controllando
bene, dovrà versare almeno 5.000 euro per rimanere all’interno
del fido di 10.000;
- seguono nella data del 14.11.2008 una serie di telefonate tra la
utenza dello Zavoli(monitorata) e quella della ISES per la
predisposizione di assegni (due da 2.500 ognuno nella telefonata n
5256 ore 15:08) e si parla del cambio di altri in altre conversazioni
(ad esempio si fa rifermento ai primi due di un gruppo di venti con
varie scadenze nella telefonata n. 5957 delle ore 21:00 quando
Monica Fantini che usa la utenza 0549 ... parla con Zavoli);
- ambientale n.395 ore 08:06 del 20.11.2008 (AUDI A 6) nel corso
della quale Vallefuoco, in auto con la fedele Marika Carcas e con
Gigi (identificato nel La Gioia), che è appena arrivato all’aeroporto,
contatta al telefono Mimmo La Manna al quale dice di trovarsi nella
sua terra e che andrà dall'avvocato Marco Romeo e glielo saluterà;
- telefonata n. 5997 del 21/11/2008 ore 10:59 (utenza Zavoli) nel
corso della quale Robertoriferisce al Vallefuoco che è stato a
Riccione e Paolo il commercialista si è comportato bene; poi
dovranno richiamare tutti gli assegni italiani;
- telefonata n. 6493 del 25/11/2008 ore 20:02 (utenza Zavoli) nel
corso della quale Zavolidice a Monica che aspettava Luigi, in
quanto oggi avrebbe concluso e avrebbe dovuto dare il contante
per riavere gli assegni;
- telefonata n. 6534 del 26/11/2008 ore 10:24 (utenza Zavoli) nel
corso della quale Vallefuoco domanda se Livio può fare un
trasferimento da un amministratore ad un altro.Roberto risponde
che pensa di si, ma comunque si informerà;
- telefonata n. 6556 successive ore 12:45 (utenza Zavoli) nel corso
della quale Monicariferisce a Roberto Zavoli che una persona ha
detto che gli assegni sono tornati indietro perché non sono buoni e
che al limite andranno a ritirargli il bar. La donna domanda
aRoberto se ha parlato con Franco della vendita della
ditta. Roberto risponde che chiuderanno questa e, poi, passeranno
all'altra;
- telefonata n. 6663 del 27/11/2008 ore 12:58 (utenza Zavoli) nel
corso della quale Vallefuoco apprende da Roberto che sta
aspettando lo chiamino e deve vedere come intestare gli assegni ed
a chi, in quanto “non è che passano tutti”. Franco gli dice di
chiamare Livio per chiedere e di fargli sapere perchè è
importante;
- telefonata n. 6666 successive ore 13:04 (utenza Zavoli)
quando Roberto contatta lo studioBacciocchi e parla con Livio al
quale dice che hanno degli assegni da incassare ma non sa se
intestarli a Zavoli Roberto o ISES o altro. Livio risponde che
bisogna chiamare Orianoin quanto non devono superare dei
parametri. Roberto dice che scadranno tra quattro, cinque mesi;
- telefonata n. 6671 successive ore 13:10 (utenza Zavoli) nel corso
della quale Vallefuoco Franco comunica a Roberto che ha parlato
con Christian, il quale ha detto che loro faranno gli assegni con una
società che hanno comprato, in comproprietà, con un’altra società
svizzera; la società deve essere italiana e, quando va allo sconto,
non debbono sorgere problemi. Franco dice che gli ha chiesto di
mandare un fax, che lui (Roberto), a sua volta, dovrà mandare
subito ad Oriano per prendere informazioni;
- telefonata n. 6694 ore 14:54 (utenza Zavoli) quando Vallefuoco
dice a Roberto di mettere “pagamento telefoni”, come causale
assegni;
- telefonata n. 6709 ore 16:00 (utenza Zavoli) nel corso della
quale Zavoli Roberto parla con Giacomi Oriano intestatario della
utenza 334 ... il quale comunica, in maniera criptica che gli sono
arrivati, che va giù tra un'oretta e glieli rimanda. Roberto chiede
informazioni per i soldi che in serata deve prendere quel ragazzo.
Giacomi risponde che lui non ha assegni;
- telefonata n. 6726 ore 16:44 (utenza Zavoli) quando Zonzini
Oriano comunica a Zavoli le informazioni richieste, ovvero che è
una società immobiliare, non tratta discorsi di telefonia o cose di
genere, ma non ha protesti, né pregiudizi e che in banca non sono
conosciuti, in quanto il conto ordinario è di recente apertura.
Interviene al telefono Vallefuoco e conZonzini discutono del fatto
che le quote della società in argomento sono di due società, una
italiana e una svizzera. Zonzini riferisce che Nobile Daniele è
amministratore unico. Vallefuoco chiede se Zonzini si sia informato
dalla direttrice della banca; Zonzini ripete che la società Euro Uno
è stata presentata in banca da altre persone, ma il conto aperto è
nuovo, per cui il suo consiglio è di non prenderli. Vallefuoco Franco
ribatte che lui conosce chi c'è dietro e che
provvederà. Zonzini afferma ancora che il capitale sociale della
Euro Uno è di diecimila euro, ma ne ha versati solo 2.500,00;
- telefonata n.14167 ore 08:51 del 28.11.2008 (utenza 335 .... in
uso al Vallefuoco) nel corso della quale Vallefuoco parla con
Christian e gli riferisce che Livio è alle strette, ci sono le circolari
bancarie che lo mettono in difficoltà e ha necessità di assegni in
quanto “è già da parecchio che sta facendo girare sempre lo stesso
assegno”. Vallefuoco aggiunge che, se vuole, gli può dare anche
l'appartamento;
- telefonata n.6817 del 28/11/2008 ore 11:33
(utenza Zavoli) quando il Vallefuoco, nel comporre il numero
telefonico, in ambientale, dice ad una donna accanto a lui “io ti
metto una ditta in faccia, ti apro una ditta, ... te la metto in faccia
e facciamo girare le fatture sopra, perché un domani che ho
bisogno degli assegni... da sfruttare sopra a quell'azienda,
capito”Zavoli Roberto risponde alla chiamata e Vallefuoco gli
chiede di sapere con precisione cosa serve per il fine mese,
aggiungendo che 70 li ha fatti. Zavoli risponde che a loro servono
340.000 euro tra assegni, stipendi e tutto, lasciando in giro quegli
assegni che non interessano. Precisa che hanno lasciato indietro
80/100.000 euro il mese scorso. Vallefuoco risponde che ha parlato
adesso con Livio ed ha fatto settanta di assegni che, adesso,
porterà;
- telefonata n. 6833 successive ore 13:53 (sempre del 28.11.08)
quando Zavoli con la sua utenza contatta Carcas Marika
della I.SE.S. ed al telefono interviene Vallefuoco Franco il quale
riferisce a Zavoli di avere il 99% ed ha risolto. Zavoli parla di
Christian, ma Vallefuoco ribatte che lui “ha fatto con Napoli e sono
344 e 7” e adesso farà i fax ad Oriano.Roberto dice che deve
andare da Monti ed a Cattolica a portare i fogli. Vallefuoco precisa
che dal 15 al 20 febbraio ha bisogno dei soldi che sta mettendo
adesso, in quanto deve coprire le scadenze che gli hanno fatto gli
“amici suoi”. Roberto dice che li porterà là ma che non firmerà
niente in quanto non si fida più. Discutono di questa ulteriore
operazione per la quale è meglio tirarsi indietro se non danno nulla.
Vallefuoco ribadisce che “i quattrocento qui”, massimo per il 28
febbraio, andranno restituiti.
Vallefuoco Franco dice a Roberto di vedere se riesce “a portare a
casa” una società da una terza persona con la quale Franco dovrà
parlare mercoledì alle 15:00 di recupero crediti;
- telefonata n. 6865 del 28/11/2008 ore 17:17 (utenza Zavoli)
quando Roberto riferisce a Vallefuoco di aver portato tutto a
Politore Paolo e di avergli detto che entro lunedì vuole una risposta
e vuole che gli porti Oriano il sindaco (così viene chiamato
Giacomi). Vallefuoco afferma che da Oriano vuole i due assegni,
perché terza persona verrà a riscuotere lunedì, motivo per il quale
ora sta a Rimini e sta aspettando la telefonata di Oriano;
- telefonata n. 6866 successive ore 17:19 (utenza Zavoli) nel corso
della quale Robertocontatta Giacomi Oriano e gli dice che lunedì
alle ore 16,00 dovranno andare dal commercialista e lunedì “quel
signore vuole i soldi”. Oriano dice che lui non ha assegni e che
lunedì gli spiegherà anche questo;
- telefonata n. 6877 successive ore 18:16 (utenza Zavoli)
tra Zavoli e Vallefuoco il quale dice che ha risolto il problema dei
“non trasferibili”e che porterà gli assegni dove gli altri potranno
prendere il libretto degli assegni senza dicitura “non trasferibile”
pagando quindici euro.
Vallefuoco quindi annunzia che lunedì mattina passerà
da Roberto per consegnargli le varie cose, in quanto fino a
mercoledì non ci sarà, essendo impegnato a Milano.
Roberto chiede a Franco cosa deve dire a Monica (Fantini, la
moglie di Bacciocchi), in quanto quest'ultima lo chiama. Vallefuoco
risponde che stanno facendo il recupero e che ieri le ha fatto dare
mille euro e mercoledì devono portare i soldi; quindi deve
avvisare Monicache hanno riscosso, ma realmente i titoli sono stati
portati al cambio e che ci vuole una settimana. Zavoli è
preoccupato perché sono coinvolte quattro banche e sono andati
fuori termine con gli assegni, ma Vallefuoco gli dice di non
preoccuparsi che lunedì avranno i soldi;
- telefonata n. 6892 successive ore 19:55 (utenza Zavoli)
quando Zavoli contatta Lara sulla utenza cellulare 328...
della ISES e le dice che Franco passerà a lasciarle gli assegni,
lunedì mattina e poi ritornerà mercoledì;
- telefonata n.6963 del 30/11/2008 ore 14:15 (utenza Zavoli)
quando Vallefuoco riferisce aRoberto che aspetterà domani
mattina l'aperture delle banche per quei blocchetti;
- telefonata n. 7023 dell’01/12/2008 ore 11:57 (utenza Zavoli) nel
corso della quale Zonzini Oriano conferma a Zavoli che gli è
arrivato il fax ma loro non possono più prendere “i non trasferibili”,
in quanto la banca centrale non li autorizza, li autorizza solo se
sono occasionali, ma già ne hanno fatto tre e quindi per un po’ non
si possono fare. Zonzini dice che Franco gli ha mandato il fax per
235.000 euro ma lui già da venerdì gli aveva detto che non poteva
prendere gli assegni non trasferibili. In particolare riferisce che sta
valutando: un assegno di D’Amore Gennaro di 12.000 libero, del
30.03.2009, e sta aspettando le informazioni dalla banca in
relazione ad assegni di Carcas Regnaud Marika, assegni liberi, per
un totale di 35.800 euro, a tre assegni liberi di Cunsolo Antonio da
2.100 ciascuno ed a quelli firmati Vallefuoco sui conti BS per un
totale di 65.000 euro. Precisa che sta aspettando di sapere se la
banca li prenderà;
- telefonata n. 7024 dell’1/12/2008 ore 11:59 (utenza Zavoli)
quando Roberto riferisce a Vallefuoco che Oriano non può
prendere gli assegni non trasferibili. Franco ribatte che è stato in
banca a cambiare il blocchetto degli assegni e li ha presi senza
dicitura, per cui gli assegni sono tutti liberi. L’uomo precisa di
trovarsi a Roma;
- telefonata n. 7026 successive ore 12:00 (utenza Zavoli)
quando Zavoli contatta Zonziniper riferirgli quanto detto da
Franco che sta arrivando “su” con assegni liberi. Robertospecifica
che sono “cinque più cinque” ognuno da dodicimila, più gli altri di
cui gli aveva parlato prima;
- telefonata n. 7027 successive ore 12:10 (utenza Zavoli) quando
tale Maurizio chiamaRoberto per dirgli che Oriano lo ha chiamato e
gli ha detto che non riusciva a venire, in quanto oggi deve portare
la figlia in comunità per cui ha detto di rinviare a mercoledì. Si
comprende che si parla di altro Oriano, ovvero del Giacomi di cui
alle pregresse telefonate.Zavoli insiste che Oriano doveva portare
anche gli assegni per Franco e glieli doveva portare questa mattina,
per cui conclude “che non venga giù con un assegno postdatato,
perchè lo ... hai già capito”. Poi Zavoli domanda a Maurizio se
quello è conoscente del direttore della Banca delle Marche. Maurizio
risponde che lui sa che un socio ha un'amicizia col direttore della
banca. Zavoli chiede di far andare il socio a parlare con lui, alle ore
16,00, perché “per lui o è si, o è no” e se si vuole fare
quell'operazione lassù, ci vuole qualcuno che sappia cosa dire, no
raccontare le favole;
- telefonata n. 7033 successive ore 12:59 (sempre dell’1.12.08)
quando Vallefuoco contattaZavoli (sulla utenza monitorata) e gli
dice che, per ogni nominativo, riescono a cambiare, massimo,
sessantamila euro e che lui ha due conti, uno nel Banco di Napoli
San Paolo e un altro alla Cooperativa di Ravenna e potrebbe
prendere sessanta da un conto e sessanta da un altro conto, per
portarli allo sconto. Zavoli precisa che per ogni persona fisica si
possono cambiare cinque assegni da 12.000 euro ciascuno e
comunque farà una telefona per assicurarsene;
- telefonata n. 7035 successive ore 13:03 (utenza Zavoli) nel corso
della quale Robertoriferisce a Vallefuoco di non essere riuscito a
parlare con Zonzini ma ricorda che, per ogni persona, si possono
portare allo sconto massimo 60.000,00 euro;
- telefonata n. 7051 successive ore 15:29 (utenza Zavoli) quando
Marika Carcas riferisce aZavoli Roberto che gli porterà gli
assegni. Roberto afferma che ha bisogno di Franco in quanto ha
parlato con la FINCAPITAL e lì “fanno gli stupidi” poiché non
cambiano più tutti gli assegni;
- telefonata n. 7057 successive ore 16:11 (utenza Zavoli)
quando Roberto Zavoli parla con Vallefuoco degli assegni accettati
dalla FINCAPITAL e precisa che di D’Amore Gennaro prendono
uno da euro 12.000 e di D’Amore Giuseppe ne prendono quattro da
12.000; inoltre prendono due da 12.000,00 di Vallefuoco
Giuseppina. Franco ribatte che adesso chiameràLivio Bacciocchi;
- telefonata n. 7062 successive ore 17:02 (utenza Zavoli) quando
Vallefuoco parla conZavoli della possibilità di lottizzare
Montelicciano nelle vendite. Zavoli nel corso della conversazione
dice che, per ora, hanno ricavato uno sconto di 147.000 euro e “per
il forno” ne hanno preso 37.000 (da altre telefonate non riportate
qui ma presenti nel brogliaccio si ricava che i fratelli Vallefuoco
gestiscono un forno);
- telefonata n. 7064 successive ore 17:04 (utenza Zavoli) nel corso
della quale Zonzini Oriano dice di aver visto le fotocopie degli
assegni, ma mancano gli altri. Roberto risponde che li porterà
domani mattina. Zonzini precisa che per il nominativo D’Amore
Gennaro lo ha chiamato Livio e che per adesso chiuderanno questa
prima fase di 147.100,00, poi faranno l'altra fase con il resto dei
titoli di D’Amore Gennaro;
- telefonata n. 7086 successive ore 19:53 (utenza Zavoli)
quando Roberto Zavoli comunica a Lara (ISES) che i soldi per fine
mese arriveranno, ma non tutti e Franco ha fatto fare gli assegni
anche alla Marika per scambiarli, mentre l'operazione che doveva
essere fatta era tutta un’altra con Livio. Zavoli lamenta che Franco
con lui non parla nonostante abbia un capitale di 2.500.000 ed è lui
che rischia. Ha preferito fidarsi di Christian di sopra e domani
mattina vedranno cosa si può coprire. Adesso sta pensando di
dividere in tre tronchi Montelicciano;
- telefonata n. 7095 del 02/12/2008 ore 08:56, utenza in uso
allo Zavoli il quale riferisce al suo interlocutore che ha assegni e
ricevute bancarie che scadevano il 30 (evidentemente novembre)
su ITECNICI;
- telefonata n. 7097 successive ore 09:32
(utenza Zavoli) quando Zavoli parla con Vallefuoco Franco, che gli
chiede se si recato da Oriano, ma Roberto ribatte che non aveva
nulla da portare ad Oriano, in quanto ha solo quei sei assegni di là
giù. Vallefuoco afferma che Oriano gli cambierà una parte degli
assegni questa mattina, mentre domani alle ore 10,00, faranno un
altro cambio (si comprende che si tratta dello Zonzini che si
occupa del cambio degli assegni). Roberto dice che gli “assegni di
Napoli”, non gli bastano per coprire gli assegni in scadenza.
Vallefuoco ribatte che in mattina avrà anche gli assegni del forno.
Roberto dice che li dovrà portare questa mattina, altrimenti salterà,
in quanto servono 132/133. Vallefuoco risponde che questa mattina
già hanno fatto un cambio di 140mila euro.Roberto precisa che
non sono 140, in quanto nei 140 erano compresi anche gli assegni
del forno e quelli di Marika. Vallefuoco chiude il discorso con un
laconico “sto arrivando”;
- telefonata n. 7262 del 03/12/2008 ore 15:56 (utenza Zavoli)
quando Zonzini Orianocomunica a Roberto che gli assegni vanno
bene e domani gli darà gli assegni circolari.Roberto risponde che
gli farà sapere come ripartire gli importi;
- telefonata n. 7283 successive ore 16:36 (utenza Zavoli) quando
Vallefuoco apprende daRoberto che l’indomani mattina deve
portare gli assegni alla FINCAPITAL e gli verranno cambiati in
assegni circolari da dieci;
- telefonata n. 7311 successive ore 17:42 (utenza Zavoli)
quando Roberto domanda a Vallefuoco quanto è il totale degli
assegni. Franco risponde che “l'ha aggiustato” ed il totale degli
assegni è 120 ovvero dieci assegni da dodici;
- telefonata n. 7369 del 04/12/2008 ore 10:34 (utenza Zavoli) nel
corso della quale Robertodice a Vallefuoco che l'assegno con la
data 08 non va bene, in quanto ci devono essere minimo sette
giorni lavorativi, tra i vari assegni e ne avevano dato già un altro
datato 15. Franco dice a Roberto che ne possono dare un altro e
che il libretto degli assegni del San Paolo lo ha Gennaro che al
momento è andato a prendere Luigi all'aeroporto;
- segue dopo pochi minuti (ore 10:36) tra le medesime utenze e gli
stessi soggetti la telefonata n. 7370 nel corso della quale Franco
ripete a Roberto che Gennaro ha il blocchetto addosso con quattro
foglietti e chiede, quindi, di verificare se possono cambiare ancora
assegni;
- telefonata n. 7495 del 05/12/2008 ore 09:30 quando Lara
della ISES comunica a Zavoliche c'è Angelo che lo aspetta in
ufficio per la M.G. COSTRUZIONI. Roberto dice che gli possono
dare due assegni posdatati;
- telefonata n. 7745 del 09/12/2008 ore 10:22 (utenza Zavoli)
quando giunge allo Zavoli un SMS dalla ISES “Qui non ci sono più
blocchetti assegni né tuoi né ITECNICI”;
- telefonata n. 7746 successive ore 10:25 quando Carcas Marika
contatta Zavoli Roberto e gli dice di aver fatto i conteggi “…un
assegno di 800 della ISES di San Marino e 185 in contanti….”. La
donna gli chiede di venire giù anche per firmare assegni per gli
stipendi.Roberto risponde che andrà alle ore 14:00 in quanto ha
anche appuntamento con Franco;
- ambientale n. 695 ore 11:18 del 09.12.08 (Audi A6) quando
Vallefuoco Franco è in auto con Lucia Esposito e parla al telefono
con Gennaro D’Amore il quale fa riferimento ad una persona, che
ha il telefono intestato al suocero e commentano di un soggetto che
vuole denunciarli. Vallefuoco quindi racconta a Lucia che alcuni
direttori di banca quando smascherano una truffa prendono il 5%
della somma che poteva essere truffata e, poi, due anni di pensione
anticipata. Afferma poi che lui fa truffe con i finanziamenti e con le
compravendite fittizie o con titoli; spiega che lui mette le ditte e gli
amministratori, mette i bilanci, poi fa le richieste e ottiene fidi dalle
banche. Vallefuoco rappresenta che è sua intenzione far scomparire
i titoli e parla del trasferimento di titoli, spiegando ancora che
bisogna pompare su una banca per prendere credibilità; il
meccanismo è sottile “basta che si impara, ma è facile ....
all'Unicredit di Bologna, gli hanno fatto passare un fido, con inc...
che rilascia fidejussioni da un milione di euro a 100 milioni di euro”.
Racconta di un’operazione di intesa con una persona che prendeva
il 30%; quindi racconta di un soggetto di Modena che aveva un
sacco di outlet ed è il figlio del neurochirurgo Marchi, ma “si è
mangiato tutto” e Vallefuoco commenta che ha fatto “una bella
situazione, con uno dei suoi magazzini”. Quindi il Vallefuoco parla al
telefono con Andrea al quale dice che le persone passeranno da lui
in quanto ora stanno facendo un recupero a Venezia e scendendo
passeranno da lui;
- ambientale n.733 ore 15:35 dell’ 11.12.08 (Audi A6) quando
Vallefuoco contatta Zavoli Roberto al quale dice di
chiamare Moreno Benedettini per un incartamento; dopo poco
ilMoreno chiama solo per annunciargli che lo richiamerà per
inserirlo “in una conferenza”, ove sarà anche “quella persona”.
Quindi Moreno richiama e passa al telefono tale Bruno il quale
riferisce che “hanno fatto un'analisi della questione che gli hanno
mandato”. I due interlocutori parlano di titoli, fuori corso, il cui
prezzo è di 7000 dollari ciascuno e del fatto che ne servono, per
una transazione, almeno 1000-2000-5000-10000. Vallefuoco parla
del titolo ELECTROBRAS e, quando la telefonata si chiude, contatta
subito dopo il commercialista Francesco al quale riferisce quanto
appreso dal predetto Bruno ed aggiunge che “lui può venderli a
9000 dollari”;
- ambientale n.734 ore 15:55 dell’11.12.08 (Audi A6) nel corso
della quale Vallefuoco parla al telefono di titoli e di passaporti
necessari per una transazione in Brasile;
- ambientale n. 735 successive ore 15:59 (Audi A6) quando
Vallefuoco chiama Francesco Pietrangeli, commercialista, con il
quale discute (ma non in viva voce) di un’operazione da 8 mila
dollari e Franco chiede quanto spetterà a loro, riferendo poi che sta
andando a Milano e chiede l’invio in serata dei seriali dei titoli via email. Poi Vallefuoco viene contattato daZavoli Roberto al quale, in
vivavoce, riferisce che gli arriveranno i seriali dei titoli e che
daranno 10mila euro. Vallefuoco contatta il commercialista
Pietrangeli Francesco al quale chiede di mandare, oltre ai seriali,
anche le copie dei titoli. Dalla intercettazione n. 733 si desume che
i titoli di cui si parla sono quelli della ELECTROBRAS società di
erogazione di energia elettrica brasiliana. I verbalizzanti
evidenziano che altra azienda dello stesso mercato finanziario
denominata PETROBRAS è stata oggetto di emissione sul mercato
di titoli obbligazionari, da parte della UBS Bank, ma i titoli si sono
poi rivelati fasulli;
- ambientale n.743 successive ore 19.01 (Audi A6) quando
Vallefuoco, in auto con Esposito Lucia, parla al telefono di Livio
Bacciocchi commentando che “se gli danno i soldi lo fa” e
aggiungendo ancora che “se a Livio gli danno 50.000 euro poi lui li
da in mano alla moglie”. Vallefuoco chiede al suo interlocutore,
chiamandolo Massimo, se Livio gli ha presentato Di Matteo,
segretario di Livia Turco, rappresentante di una ditta di antiquariato
per conto delBacciocchi, il quale (sempre per quanto riferito dal
Vallefuoco) in Italia ha ditte di antiquariato per un milione di euro in
su;
- ambientale n. 808 ore 11:14 del 14.12.2008 (AUDI A6) quando
Vallefuoco, parlando con un soggetto con lui in auto, gli dice
“...Gigino …. io devo stare tranquillo con i ragazzi là sopra,
certamente la mosca per il naso non ce la facciamo passare, però
non è che mi voglio andare a rompere con un muro di cemento,
perchè noi siamo una goccia nel mare di fronte a loro, cioè, io c’ho
sette, otto, ragazzi che si mettono anche con i ferri addosso, però
... io mica li mando al macello, non esiste proprio, io li tengo come
figli, fratelli non esiste proprio; - ambientale n. 825 ore 19:23 del
15.12.08 (AUDI A6) quando Vallefuoco, mentre è in auto con Lucia,
parla al telefono (viva voce) con Zavoli Roberto il quale riferisce di
una società da costituire con 3 milioni di capitale. Vallefuoco dice
che l’indomani dovrà chiamare un banchiere della Credem e deve
fare un appuntamento con il medesimo. Zavoli racconta che ha
chiamato Oriano al quale ha detto che deve prendere un
appuntamento con Livio; i due discutono di bonifici e di assegni
che devono essere inviati da Zavoli Roberto a Vallefuoco Franco.
Quest’ultimo osserva che per lui sarebbe meglio che gli facesse
avere i contanti e comunque conclude che gli farà prendere
appuntamento con il fratello Luigi e Giovanni Abete, ai
quali Roberto darà i titoli. Poi Vallefuoco contatta Esposito Gennaro
al quale dice che Zavoli Roberto gli deve dare degli assegni e del
contante;
- ambientale nr.833 ore 16:15 del 16.12.08 (Audi A6) quando
giunge una telefonata, da parte della segretaria I.SE.S., Marika
Carcas, la quale parla, in vivavoce, con il Vallefuoco, per riferirgli
che nella pratica che erano andati a prendere dalla Grecia, ci sono
tre fogli, di cui due fotocopie di tre assegni, scritti in greco
dell'importo di 760mila e 500 euro. Vallefuoco ribatte di aver
chiesto una traduzione giurata del foglio che hanno loro e la
segretaria conferma che le hanno dato un foglio dal quale si evince
che “questa persona riconosce questo debito ed aveva queste
cambiali a scadenza ad ottobre e novembre”, ma non si riesce a
capire chi è il creditore, in quanto è scritto in greco. Vallefuoco
chiede se sulla traduzione sia riportato il nome ma la donna spiega
“il sottoscritto Kristas......, poi c'è il nome della società GALAXIAS,
che con la presente riconosce il debito, da prestito, per
l'ammontare complessivo di euro 760mila e 500..., ma non c'è
scritto il nome del creditore....”. Vallefuoco le chiede se tale
nominativo sia rilevabile dall'assegno ma la donna ripete che sul
titolo il nome è scritto in greco;
- ambientale n.838 ore 11:03 del 17.12.08 (Audi A6) quando
Marika Carcas chiama al telefono per discutere di un’altra
situazione particolare, ovvero a detta di Livio vi sono fatture
relative ad un debito della TECNOEDIL nei confronti della
EDILCONSTRUCTION, mentre quest’ultima non ha mai avuto
rapporti con la prima;
- ambientale n. 854 ore 10.08 del 18.12.2008 (Audi A6) nel corso
della quale, parlando al telefono con tale Luigi, Vallefuoco dice che
lui lavora solo con le banche di San Marino e fa business; è
titolare di ISES in varie città tra cui Palermo, Napoli e San Marino,
di ditte all’ingrosso e titolare di una ditta che si chiama TEA. I due
concordano di incontrarsi il giorno dopo. Vallefuoco aggiunge di
avere conti in giro per l'Italia e fa riferimento a sette sedi, alla
possibilità di aprire conti correnti, nonché agli sconti per i
pagamenti che lui riesce ad ottenere;
- ambientale n. 864 ore 20:08 del 18.12.2008 (Audi A6) quando
Vallefuoco è in macchina con un soggetto che i verbalizzanti
identificano in Gigino Pannone, il quale racconta che una volta è
andato a fare un “cavallo di ritorno” e ricorda che, insieme a
Gennaro D’Amore, entravano nei negozi e li “pigliavano a schiaffi”
per farsi pagare. Vallefuoco, dal canto suo, afferma di avere un
appuntamento con una persona, alla quale deve portare i nomi di
una serie di società e aggiunge “se questo si tira indietro, abbusca
dentro al bar”;
- ambientale n. 872 ore 14:25 del 19.12.2008 (Audi A6) nel corso
della quale Vallefuoco Franco in auto con Lucia commenta di una
persona che lavorava con Alberto Mazzarella e che sta facendo
l'estorsioni nella zona. Vallefuoco dice che chiamerà qualcuno “a
Barra” per informarsi. I due discutono di una richiesta di tangente
avanzata nei confronti di un loro conoscente; parlano poi di una
persona che sta lavorando con tale Rocco e che ha l'affidamento ai
servizi sociali, di un fratello di questi che sta a Torino e fa le rapine,
nonché di un altro, che fa sempre le rapine, ma sta a Napoli. Come
annunciato Vallefuoco contatta Antonio di Barra e gli chiede notizie
di tale Remigio, ovvero se è un “amico” o un “cane sciolto” ed
aggiunge che ora sta a Correggio ed è andato a chiedere i soldi a
chi non doveva chiedere. Vallefuoco conclude che se la persona non
è collegata né a Giovanni Punt e Curtiell (soprannome del capo
clan Aprea Giovanni) né a Peppe ò Sgueglia “allora noi lo mandiamo
a prelevare dalla gente di Forcella”;
- ambientale n. 890 ore 20:14 del 20.12.2008 (Audi A6) quando
Vallefuoco parla al telefono con il fratello Gigino di tale Ruggiero,
detto o Zingariello, che “appartiene a questi di San Pietro a
Patierno” e che deve dare dei soldi a Lamberto il quale gli ha fornito
merce per 100 mila euro, concedendogli di pagare a 60 o a 90
giorni. Vallefuoco conclude che Ruggiero deve dare i soldi altrimenti
si presenta a casa sua anche con il benestare delle “persone di
dove abita lui”;
- ambientale n. 891 ore 22:25 del 20.12.08 (Audi A6) quando
Vallefuoco parla con Lucia di una persona di Isernia che dava
fastidio a Mimmo La Manna ed a Marco e spiega alla donna “le
persone di strada non si comportano così ... le persone di strada si
comportano bene”. Quindi racconta che il soggetto lo aveva
chiamato e voleva fare il “guappo” con lui, ma Vallefuoco non si era
scomposto e gli aveva detto chiaramente che “quelli che gli
avevano fatto la truffa gliel'hanno fatta in quanto gliel'aveva detto
lui in quanto le persone lavoravano per lui”. In ogni caso Vallefuoco
conclude che ha organizzato un incontro per la vigilia di Natale e
che non gli prenderà “neanche una lira”. Vallefuoco racconta che
Marco (e da tale racconto si desume che si tratta del socio del La
Manna, ovvero Cimarosi Marco) della In prima aveva la ditta
BARBARA S.r.l., che faceva sette otto milioni di euro di fatturato e
questa persona di Isernia faceva le cinte e Marco lo aveva sempre
pagato. Vallefuoco quindi parla di Mimmo che è indagato e che
mantiene a “17 di loro, tutti carcerati”, ogni mese ed aggiunge che
sicuramente “gli staranno facendo chissà quante fotografie”.
Vallefuoco racconta che in una circostanza, quando fu messo a
confronto con delle persone che lo potevano riconoscere ebbe
paura. Ora lui vuole fare “le truffe eleganti” e chiede a Lucia se lei
sia “pulita” (ovvero senza precedenti penali). L’uomo aggiunge che
fino ad ora ne ha concretizzate “tre o quattro, mirate” e che “da lui
vanno le persone che stanno per saltare e che vogliono chiudere in
bellezza, facendosi qualcosa di soldi...” ed a lui piace “fare questi
ambaradan....” spiegando che lui vende “tutti ...i titoli della
persona con retroattività ...nel senso che se la persona fa
l'operazione nell'anno perde ma se la fa con un anno ed un giorno,
allora quei soldi li scompaiono”. Vallefuoco afferma che “per fare le
truffe, si deve conoscere la legge” e “queste cose, le fanno
tutti...” anche perché “se una persona è brava a fare un milione di
euro e, poi, viene protestata....è lo stesso protesto come se lo
avesse fatto per un euro... dopo cinque anni, il protesto
decade.....e diventi pulita e puoi aprire anche i conti correnti......
però, bisogna stare attenti a non farla fraudolenta la truffa....”
chiarendo che “non deve essere premeditata....nel senso che non
deve risultare che è stato programmato ... deve risultare che lui
aveva intenzione di pagare, ma poi non ha potuto più
pagare....quindi, fa un esempio e dice che, se si è preso dei soldi da
una finanziaria…. poi dice che non ha potuto pagare più....” ed
ancora spiega “se uno si compra una gru, con rate di 10 mila euro
al mese,...le prime le fai di tre mila euro.....le prime le paghi e,
poi, denunci che si sono rubati la gru......”. Fa riferimento alla sua
intenzione “di farlo su un lavoro edile” ma ha bisogno di trovare
“una testa di legno”, come la sua (di Lucia) amica Clotilde disposta
ad investire 7-8 mila euro, alla quale vorrebbe proporre l'apertura
di un'azienda con conto corrente “per poi portarla avanti per un
poco di mesi.... e poi mandarla in banca, quando lo dice lui....”.
Quindi Vallefuoco chiede a Lucia come si presenti la donna “se è
credibile” ed aggiunge “le creiamo una società e le intestiamo venti
conti correnti”;
- ambientale n.901 ore 10:05 del 22.12.2008 (Audi A6) quando
Vallefuoco è in macchina con Lucia e con un soggetto non
identificato al quale confida che lui ha per le mani tutto, tranne la
droga, e che ora avrebbe dovuto incontrare Mimmo, ma questi gli
ha detto che sta ancora a Jesi ed aggiunge “ha dietro anche i
sfaccimm’ delle guardie … va a finire con Mimmo… veramente ci
facciamo Natale ... sta uscendo un bel sole, perchè ci dobbiamo
fare Natale al fresco!!! …non ho capito?”; - ambientale n. 943, ore
14:23 del 24.12.2008 (Audi A6) quando, in auto con un soggetto
individuato dai verbalizzanti nel D’Amore Gennaro, Vallefuoco
discute di una possibile fuga e spiega “noi rischiamo di andare
carcerati”. D’Amore dice di aver riferito a Gigino Pannone che, in
caso di “sinistro”, lui non penserà a nessuno ed ha sempre 50 euro
nel portafogli pronto per prendere un treno;
- ambientale n.1023 ore 00:05 del 29.12.2008 (Audi A6) quando
Vallefuoco, in auto con Esposito Lucia, le confessa di essere stato
ricercato per tentato omicidio e si nascondeva nel treno che portava
a Monaco; poi era stato sottoposto allo stub, ma lo avevano fatto
alla mano sbagliata, dal momento che lui è mancino. L’episodio non
è stato verificato ma qui non rileva se non al fine di sottolineare
come l’argomento del periodo sia la “fuga” ed il rischio di essere
arrestati, sentendo la pressione degli investigatori;
- ambientale n.1030 successive ore 12.04 quando Vallefuoco
confida a Lucia di essere preoccupato per lo zio Vincenzo che,
comunque, è il suo prestanome e spera non sia arrestato. Aggiunge
di avere riportato conteggi su un blocchetto che ha dato ad una
persona che, se dovesse succedere qualcosa, deve continuare a
mandare i soldi “sempre a quell’indirizzo”;
- ambientale n. 1035 successive ore 22:04 (Audi A6) quando
Vallefuoco, sempre in auto con la Esposito, parla
della FINCAPITAL e del fatto che, se verrà chiamata dai
carabinieri, laFINCAPITAL dirà che gli assegni falsi glieli ha dati
Franco Vallefuoco; egli vuole evitare questo “in quanto ha altre
tarantelle”; - ambientale n.1079 ore 14:28 del 31.12.2008 (Audi
A6) nel corso della quale – oltre a riferire di un episodio relativo a
Lello di Napoli (come riportato sopra) – riferisce a Lucia Esposito di
essere stato contattato da Remigio (di cui si parla nell’ambientale
872 sopra riportata) il quale gli ha detto “di non saperne nulla” ed è
andato nello studio e si è messo a piangere, accompagnato dai suoi
paesani, e gli aveva detto che lui apparteneva a Rocco ma anche a
Nicola, il fratello di Lucia. La donna chiede se Remigio conoscesse la
persona sottoposta all'estorsione e Franco dice che deve verificare
l'attendibilità di quanto gli aveva riferito Gennaro perché, nel caso
in cui non fosse vera la questione dell'estorsione, allora deve dare
soddisfazione a “quelli” in quanto ha fatto “rischiare grosso a quello
lì” che è stato portato da lui da quattro uomini;
- ambientale n. 1139 ore 12.14 del 03.01.2009 (Audi A6) quando
Vallefuoco parla al telefono con il fratello Gigino, il quale gli passa
tale Isidoro. Vallefuoco chiede a quest'ultimo se ha “la disponibilità
di società” ed alla risposta affermativa rappresenta che gli
interesserebbero società edili e/o commerciali, in quanto lui ha
delle persone che possono lavorare come amministratori. Aggiunge
che ne potranno parlare da vicino e lo sollecita ad attivarsi per
procurarsi una società “grande, molto grande, per un fatturato
molto elevato”. Isidoro ribatte di aver già una simile società e
Vallefuoco gli chiede una visura camerale;
- ambientale n.1143 successive ore 12:43 (Audi A6) quando
Vallefuoco riceve una telefonata dal fratello Gigino, il quale dice di
avere il numero di telefono di Pasquale per un incontro da fissare
per giovedì. Franco chiede se conosce il nome della persona; il
fratello risponde che ha interessi in San Marino e lui gli ha
spiegato che al fratello le "molliche" non interessano. Concordano di
parlarne meglio da vicino. Nel corso dell’ambientale Vallefuoco
parla (non è specificato con chi) di nuovo del suo intervento relativo
alla presunta estorsione compiuta da Remigio come si desume da
quanto viene trascritto testualmente “dobbiamo andare mò, mò da
quello che te lo ha detto... con tutto il rispetto che ho per i
compagni miei della Barra... ...ci sono dei compagni di Barra che gli
hanno detto che io sono compagno loro ... tant'è che mi ha
chiamato e stava piangendo, mi ha detto Franchitiè.. ma io non so
proprio niente.. ma che vado a prendere io... e che mi vado ad
uccidere con le mani mie.... cioè mi prendo i soldi da mano a gente
con il nome della Barra ... ha detto io fatico qua, fatico con il
cognato di un certo Gennaro che è paesano a te... a me, me lo ha
detto proprio Gennaro questo fatto..... hai capito chi è Gennaro... è
Gennaro D’Amore... il figlio di Natale, il fratello di
Sorrento...quando faceva il carabiniere.... ha detto: Franchitiell ...
ma stiamo dando i numeri... ma quando mai io lavoro.... come
infatti lui lavora con Rocco ò Peccatore”. Letta alla luce della
precedente ambientale 1079 si comprende che D’Amore Gennaro è
colui che ha riferito al Vallefuoco della estorsione compiuta da
Remigio ad una persona a loro legata, motivo per il quale il
predetto si è dovuto giustificare affermando di non aver compiuto
estorsioni a nome del clan di Barra;
- ambientale n.1203 ore 13:28 dell’8.01.2009 (Audi A6) quando
Vallefuoco in auto con la moglie Tina Panico le dice che la macchina
ha fatto 110 mila km in 8 mesi; parla di Gennaro o Pescatore,
D’Amore, per fare dei servizi. Vallefuoco spiega che i Casalesi
vogliono a lui quando si devono fare gli appuntamenti e non altre
persone; commenta poi che Gigino di Acerra è in gamba;
- ambientale n.1204 successive ore 14:27 quando, ancora in auto
con la moglie, Vallefuoco parla al telefono con Roberto Zavoli il
quale dice di avere un appuntamento con una persona di Caserta.
Franco ribatte che deve dirgli che il suo socio è di Napoli ed il suo
compare è di Casal di Principe;
- ambientale n. 1212 successive ore 22:25 nel corso della quale al
Vallefuoco, che continua il suo viaggio in auto con la moglie,
quest’ultima esprime una sua preoccupazione “non succede nulla
che porti i soldi all’estero, dal mio conto che ho in Italia?”.
Vallefuoco risponde “dobbiamo cambiare 20 mila euro di assegni
per noi, dei quali 10 li prendiamo noi e 10 li prendi tu”;- ambientale
n. 18 ore 11:56 del 30.01.09 sempre nell’Audi A6, (nuovamente
monitorata con il secondo decreto 429/09) nel corso della
quale Zavoli Roberto commenta con Christian il fatto che
Vallefuoco Franco ha il telefono sotto controllo per la questione
degli assegni non trasferibili con cifre spropositate.
Da questo momento le conversazioni di rilievo sull’attività del
Vallefuoco e del suo gruppo sono intercettate sempre a bordo
dell’AUDI A 6 nuovamente sottoposta a intercettazione. Queste le
ambientali più significative (riportate per stralci):
- n.24 ore 14:00 del 30.01.2009 quando Vallefuoco parla
di acquisto di armi a San Marino;
- n.35 ore 09:44 del 31.01.2009 quando Vallefuoco fa riferimento a
“pistole finte, che vengono modificate per sparare...”. Lucia che è
con lui chiede “ma non si sciolgono?” e Vallefuoco risponde di no;
- n. 43 ore 16.12 sempre del 31.01.09 quando Vallefuoco, ancora
in auto con la Esposito, riceve una telefonata da Livio
Bacciocchi al quale parla di persone, amiche sue, che hanno una
ditta, un casinò virtuale a Termoli, che hanno bisogno di scontare
200mila euro. Liviorisponde che in una volta non si può fare.
Vallefuoco ribatte che loro chiedono un assegno di 120 mila ed uno
da 80 mila e Livio risponde che lo può fare in 5 assegni. Vallefuoco
gli comunica di aver preso appuntamento per lunedì mattina nel
suo ufficio e gli lascerà solo la documentazione;
- n.60 ore 11:20 del 02.02.2009 quando Vallefuoco parla al
telefono con Marika Carcas, alla quale dice di chiamare il 113, dopo
aver saputo che fuori alla sede c'è gente che non piace alla donna;
Vallefuoco precisa se le dovessero chiedere di lui, deve dire che era
un cliente. Marika richiama Franco al quale comunica che li ha
chiamati (evidentemente gli uomini del 113), ma i soggetti sono
ancora lì, con auricolari e con giubbini. Successivamente Vallefuoco
contatta D’Amore Gennaro e gli dice di andare subito in ufficio; poi
fa contattare da Lucia un’altra persona, di cui non si comprende il
nome, alla quale riferisce di stare lontano. Quindi richiama Gennaro
e gli dice di “aprire gli occhi” quando arriva allo studio in quanto
“c'è molto traffico”. Marika contatta Vallefuoco per avvisarlo che c’è
“la Marisa” che lo sta aspettando. Franco risponde di “mandarle il
telefono”; - n.66 successive ore 13:24 quando Vallefuoco parla al
telefono con Tina Panico e le dice che sta vedendo cose che non gli
piacciono ed aggiunge che si è allontanato ad una decina di
chilometri dagli uffici;
- n. 68 successive ore 15:46 quando Vallefuoco parlando stavolta
con la compagna Esposito Lucia si lamenta del gran movimento di
guardie “che non lo fanno muovere”e sospetta che sia proprio
qualcuno a lui vicino che gli “ha fatto mettere addosso le guardie”;
- n.102 ore 11:00 del 03.02.09 quando di nuovo in auto con la
compagna Vallefuoco parla di una persona per la quale si doveva
fare un recupero “che però non doveva risultare”, perchè lo doveva
fare “a livello di mezzo alla strada”. Vallefuoco parla di una ditta di
Casavatore e di un lavoro da 400mila euro; spiega che si trattava di
persone che stavano a Napoli e poi si sono trasferite a Marano. Egli
conclude il racconto dicendo che tuttavia il recupero non poteva
essere fatto, in quanto si trattava di “gente del sistema”;
- n. 119 delle ore 09:38 del 04.02.09 quando Vallefuoco parla al
telefono comunicando al suo interlocutore che quando “scende a
Napoli vedrà quell'assegno” spiegando che ha i titoli a Napoli; poi fa
esplicito riferimento ad assegni che devono essere portati allo
sconto. Vallefuoco prende appuntamento al telefono con tale
Gianfranco a Forlì e poi parla al telefono con Rosa, che gli dice che
“sono stati da Romano Costruzioni” ed aggiunge che una terza
persona “vuole fare la fattura alla ISES in quanto vuole dimostrare
alla sua azienda il motivo per il quale ha avuto i soldi da loro”.
Vallefuoco suggerisce di fare a loro una cessione del credito; Rosa
ribatte che con la cessione del credito “la fattura la dobbiamo fare
noi a lui”, mentre il soggetto ha dichiarato che Franco Vallefuoco gli
ha dato 25 mila euro e quindi “lui deve fare una fattura a noi”. I
due discutono dell’importo della fattura e della società a cui nome
farla. Vallefuoco propone la Lord Service, ma Rosa dice che la
persona voleva fare la fattura a San Marino per non pagare l'IVA.
Franco suggerisce allora di farla fare ai ITECNICI e ne parleranno
da vicino. Al Vallefuoco giunge una telefonata di D’Amore Gennaro
e gli comunica di essere stato chiamato da Roberto per partire.
Giunge una seconda telefonata del D’Amore il quale dice che da lui
c'è Oriano Giacomi e glielo passa al telefono. L’uomo dice a
Vallefuoco che gli ha portato gli assegni, ma chiede la cortesia di
“rinnovare per altri mesi”. Vallefuoco chiede notizie dell'azienda e
gli dice “di portargli la ditta su”. Poi Gennaro chiede se deve portare
con lui anche Francesco;
- n.121 successive ore 11:11 quando Vallefuoco parla al telefono
con una donna e le dice che il suo uomo “è un figlio di puttana e
che lo ha messo nelle puttanate”. La donna ribatte se sa da quanto
tempo sta lì; Vallefuoco risponde di saperlo bene avendogli
mandato i soldi. Vallefuoco spiega poi a Lucia Esposito, in macchina
con lui, che la donna è di Andria e che il marito ha scontato venti
anni di galera. Aggiunge che l'uomo ha commesso un omicidio “non
da sistema ... perchè se lo avesse fatto da sistema sarebbe stato
mantenuto”. Sempre secondo il suo racconto, Vallefuoco lo aveva
aiutato conoscendolo da tempo ed avendo anche intrattenuto
corrispondenza nel carcere con lui. Appena era stato scarcerato si
erano incontrati e Vallefuoco era rimasto con lui tre giorni. Dopo 4 5 mesi l’uomo lo aveva richiamato per dirgli che si trovava agli
arresti domiciliari per un residuo pena in relazione ad una vecchia
sentenza e, per tale motivo, aveva problemi economici. Vallefuoco
gli aveva inviato dei vaglia senza pensare di chiedere la restituzione
perché “lui quando da i soldi ai carcerati non è che glieli devono
tornare indietro”. L’uomo dopo un po’ gli aveva “proposto”via fax
dove un camion per 5mila euro e sul camion c’erano 70 televisori al
plasma e 80 frigoriferi “quelli americani”, anche se “non gli fece
avere tutto, ma solo parte” e lui invece di mandargli 5 mila euro,
gliene diede 6 mila;
- n. 125 successive ore 18:35 (sempre del 4.2.09) quando
Vallefuoco dice ad Esposito Lucia, con lui in macchina, che bisogna
prendere i faldoni con bilanci e fatture della ELLESSE e si devono
portare a Modena. Racconta che “loro” sono andati da lui a dirgli
che si fidano di lui e se ne lavano le mani. Vallefuoco aggiunge che
“a loro” interessa che lui garantisca i 130 mila euro con quel
direttore di banca e gli hanno dato carta bianca; poi aggiunge che
loro hanno detto a Franco che gli danno i soldi e lui metterà un
commercialista “dentro.....a questa situazione” ed afferma di dover
intestare qualcosa anche a Lucia. Poi aprirà due/tre conti correnti
per espandersi su Reggio Emilia e Modena ed aprire quanti più conti
correnti e possibile. Quindi Vallefuoco prosegue “sai che facciamo,
con 10mila euro apriamo un conto ....ci facciamo dare il blocchetto
e vediamo se ci danno 5mila euro di fido.... allora facciamo 10mila
+ 5 ... sono 15mila ... pigliamo e facciamo un assegno a vista e ci
ritiriamo 10 mila euro dalla banca…poi, andiamo ad aprire il conto
ad un'altra parte....facciamo lo stesso giochino, ...quando siamo
riusciti ad aprire 4/5 conti, abbiamo 40-50 mila euro di fido e, poi,
possiamo incominciare a muovere 40-50mila euro di soldi....”. In
questo modo ha disponibilità di soldi, come se fossero contanti, fa
girare i soldi e crea bilanci da 700mila euro. Vallefuoco quindi dice
di aver bisogno di un capannone o di un deposito e di una stanza,
da arredare con una scrivania e presso la quale lui lascerà un
ragazzo per lo scarico ed il carico. Alla domanda di Lucia su dove si
debba trovare il locale, Vallefuoco risponde a Novellara (RE) e
spiega che deve essere un posto vicino, in quanto deve avere tutto
sotto controllo. Aggiunge che lui ha “i ragazzi, che sanno quello
devono fare”. Lucia chiede “ma la roba, perchè non la scarichi
a San Marino” e Vallefuoco risponde che non è possibile perché
quando va a comprare e dice che è di Ancona con una sede a
Modena, per garantire tranquillità deve solo risultare a Novellara,
anche se poi la manderà aSan Marino;
- n. 139 ore 17:57 del 05.02.2009 quando Vallefuoco parla di un
recupero crediti da effettuare ad Afragola e spiega a Lucia, in
macchina con lui, che lì non può procedere in quanto ci sono i
Moccia;
- n. 140 successive ore 18:23 quando Vallefuoco, sempre con Lucia
Esposito in macchina, parla di un uomo che ha negozi in Toscana e
che ha la possibilità di aprire conti correnti. Lucia chiede “ma io non
ho capito quelle cambiali che gli hai fatto” e Franco risponde “allora,
quelle cambiali erano il pagamento di una persona ... Antonio Verdi
... io ho fatto le cambiali e le ho messe lì ... sono trenta
cambiali.....da 5mila euro l'una .... 15 mila euro.....quando sarà il
momento che io aprirò la ditta e vado sui conti correnti, io alla
banca gli chiedo lo sconto cambiario … sai, come funziona lo sconto
cambiario?....no? .....se tu sei uno che sta nel giro degli assegni con
cambiali .... va a chiedere un castelletto alla banca ....le dici senti,
io siccome questo è il fatturato mio ... io raccolgo a cambiali ...a
me, mi serve un castelletto dove io ti porto le cambiali a scadenza
e tu mi anticipi i soldi .... il 20% se lo tiene la banca in mano ... poi
al momento in cui viene pagata la cambiale, la banca ti da il resto
dopo che si è preso l'interesse che si deve pigliare, il 17 il 18%, te
lo da … quando gli hai portato 150 mila euro di cambiali la banca
te ne da 120, allora io chiedo lo sconto cambiario e quello fatture
..factoring... ed in più mi deve dare il castelletto per gli
assegni......allora quando voglio scontare gli assegni mi deve
scontare anche gli assegni ... allora io cerco in una banca lo sconto
cambiario ed in un’altra lo sconto fatture... in un’altra gli
assegni......quando hai fatto lo sconto assegni....te lo tieni bravo
lì....metti gli assegni....allora mi devo coltivare bene le banche ...
ieri ho messo in gioco 70-80 mila euro miei ...in questa operazione
ho messo 70-80 mila euro miei .... poi, se riesco a vendere
Montelicciano metto 250 mila euro e li metto sui conti....perchè
quando hai messo 50mila euro, su 5 banche, no? ....su ogni banca
si raddoppiano...”; - n. 148 ore 10:10 del 06.02.2009 quando
Vallefuoco parla al telefono con la moglie Tina (Panico) e le ricorda
che bisogna pagare i ragazzi precisando “Gennaro D’Amore 2500
euro, Luigi Vallefuoco 2500, Luigi Pannone 1500, Gennaro o
Capocchio (identificato nell’Esposito dai verbalizzanti) 1500 euro,
Francesco D’Amore 1300 euro, Enzo Tancredi e Milena 3500, Ciro
Galasso 1500, Giovanni Abete, Rosa Moccia”;- n. 149 successive
ore 11:00 quando Vallefuoco chiamaRoberto Zavoli al quale dice
che Livio sta provando a contattarlo per cui chiede a Robertodi
riferirgli che non lo deve chiamare. Dopo pochi
minuti Roberto richiama Vallefuoco al quale dice che quello (Livio
Bacciocchi) lo vuole incontrare. Zavoli invita Franco a stare
attento. Vallefuoco ribatte che “lo tirerà nella merda insieme a lui,
se lo mette nei casini...”. Cade la linea e Zavoli ricontatta
Vallefuoco al telefono e gli dice che ha ricevuto un suo messaggio
ove è scritto che “…non lo chiamerà più....”;
- n.234 ore 11:39 del 12.02.2009 quando Lucia in macchina con
Vallefuoco lo rimprovera “ma noi facciamo tanto per non far
figurare e poi diamo ISES con il numero tuo sopra?”facendo
evidentemente riferimento alla pubblicità della società su Internet
visionata dagli investigatori (come evidenziato in premessa);
- n. 342 ore 18:21 del 18.02.2009 quando Vallefuoco è in auto con
Esposito Lucia, ma dietro di lui sono altri compagni, come si
desume dal fatto che li contatta al telefono per chiedere di
verificare se sono seguiti da un'Audi A3 bianca e, quindi, comunica
loro di mettersi lontano da lui e di avvicinarsi solo “quando la
persona viene”. Gli investigatori individuano l’interlocutore della
telefonata in esame e di quelle che seguono nell’Esposito Gennaro
che il Vallefuoco ricontatta per chiedere di nuovo della presenza di
un’Audi A3 bianca e per discutere dell’appuntamento alla Tamoil.
Vallefuoco esorta Gennaro ad avvicinarsi all'Audi A3 e poi di
allontanarsi per controllare “se gli vanno dietro” e, quindi,
commenta con Lucia “sono guardie”.
Gennaro al telefono fa presente che è la macchina del suo
interlocutore ad avere “il problema”. Vallefuoco e Lucia concordano
quello che dovranno dire in caso di un controllo di polizia, facendo
riferimento ad un incontro in un bar con una persona. La donna
appare preoccupata e suggerisce di chiamare Daniele per
concordare le versioni da dare, in caso di fermo di polizia. Intanto
la donna fornisce indicazioni a Franco sul percorso, esortandolo ad
andare direttamente da Daniele. Dopo una telefonata del
Vallefuoco, i due scendono dall'auto e dopo qualche tempo Lucia vi
risale e risponde al telefono di Franco parlando in vivavoce con
Gennaro Esposito (come viene individuato dai verbalizzanti) e gli
dice che loro si trovano in via S. Allende, zona industriale, e Franco
è sceso per parlare con delle persone;
- n. 344 successive ore 18:50 quando Vallefuoco parla a sua volta
al telefono con Esposito Gennaro il quale dice di essere dietro di lui;
Vallefuoco chiede se hanno perso quella macchina che gli stava
dietro e si dice sicuro di avere “le guardie dietro”. Esposito poi gli
comunica al telefono che loro hanno parcheggiato “dal lato di
sopra”. Vallefuoco e la sua compagna scendono dall’auto;
- n. 358 ore 17:52 del 20.02.2009 quando Vallefuoco dice a Lucia
che quel Pasquale deve prendere una “paliata” e gliela farà fare
stesso da quelli là, dai casalesi, che lo devono picchiare davanti a
lui;
- n. 362 ore 09:06 del 21.02.2009 quando Esposito Lucia chiede al
Vallefuoco, con il quale si trova in auto, cosa ha detto Paolo e “se
l’operazione è ancora in corso”. Vallefuoco risponde che Paolo gli ha
fatto capire che alcuni dei “componenti l’operazione” “andranno a
finire in galera”. Vallefuoco commenta che a lui queste persone non
piacciono perchè “quando c'è fame di soldi o prima o poi si va a
finire nei guai” e lui non ha intenzione di essere coinvolto in quanto
ha già precedenti per estorsione, riciclaggio e contraffazione di
valuta e se va in galera buttano le chiavi. Aggiunge che non si fida
dei componenti dell'operazione, che per la sete di 100 euro sono
capaci di farsi sfuggire un business di un milione di euro. Fa
riferimento a tale Oscar, pure partecipe all’operazione, che è stato
sempre un imprenditore e che ora non ha i soldi per le sigarette e
con lui si è comportato “da cornuto e da vigliacco” in quanto gli ha
dato due assegni rubati; per questo motivo lui lo ha lasciato senza
macchina, senza uomini ed aggiunge che, se succede qualcosa, lui
dirà che ha fatto il contratto e che li ha accompagnati con la
macchina ma non sa loro cosa stanno combinando e li ha solo
presentati. Vallefuoco continua a ripetere che egli teme che Oscar
potrà fare guai perchè “assetato di soldi”;
- n. 369 successive ore 13:00 quando Franco osserva che ha
“sotto a lui” 20.000 euro e parla dell’incontro con Daniele e con tale
Gennaro del gruppo dei Casalesi. Quindi Vallefuoco racconta “ma,
hai capito? …quello vengono sotto ... quello era un.... inc.le.....
qualche problema ... in qualche campagna.... perchè ho visto che è
stato lasciato nella casa in campagna...... qualche segnalato o
qualche latitante, hai capito ... quante persone di giù stanno da
queste parti mamma mia non ne hai idea”; - n. 388 ore 20:11 del
22.02.2009 quando Vallefuoco racconta alla sua compagna Lucia di
una persona che lui aveva come modello e che apparteneva ai
Misso, una famiglia perdente che non gli aveva dato fiducia
dicendogli che doveva andare solo a lavorare. Vallefuoco ribadisce
che per quella persona ha sempre un grande rispetto anche se in
carcere lui stava in fazione opposta alla sua;
- n. 390 ore 09:31 del 23.02.2009 quando Vallefuoco parla al
telefono con il fratello Luigi di una persona che continua a lavorare
per lui, ma deve stare un poco lontano “in quanto bisogna appurare
la situazione e capire da che cosa proviene”; - n. 418 ore 18:49 del
25.02.09 quando Vallefuoco parla al telefono con Monica (Fantini,
moglie di Livio Bacciocchi) e le dice che l’indomani salterà il
conto corrente della figlia di Roberto Zavolie adesso non riesce a
parlare con Livio perché non ha il suo numero di telefono,
aggiungendo di essere sicuro di avere il telefono sotto controllo.
Quindi chiede alla donna di chiedere al marito un ultimo sforzo e
poi gli leverà tutta “la merda dai coglioni”....gli toglierà tutti i
“casertani ed i napoletani dai coglioni... ...li farà scendere
giù”. Monica gli chiede perchè si occupi tanto di Roberto e Lara e
Vallefuoco afferma che a lui non interessano le due persone, ma
“tutto quello che gira intorno a loro”. Monica ripete di non
comprendere per quale motivo si esponga così tanto per loro e
Vallefuoco, tenuto conto della insistenza della donna nel voler
sapere “cosa c’è dietro”, afferma “lascia stare.....lascia stare queste
domande... a me quello che interessa è che non saltano i conti e
non si fanno figuracce”. Vallefuoco aggiunge che è necessario
che Livio chiami Roberto e spiega “ormai, Livio ha fatto tanto
per Roberto .... e che lui lo sa che ha fatto tanto...anzi di
più....”. Monica ribatte che nel cantiere sono pieni di debiti lasciati
da Roberto e che anche loro hanno una famiglia con 4 figli. In ogni
caso dirà a Livio quanto riferitole da Vallefuoco. Quest’ultimo ripete
che il marito “ha fatto trenta e facesse trentuno e che non gli
facesse saltare questa situazione che Roberto e Lara hanno” e,
quindi, cerca di farle comprendere la realtà del suo
interessamento “non so se mi capisci fino in fondo…? ... prendi
Proietti, quando lavorava per Livio, ....adesso è la stessa cosa
per Roberto in questo giro… ok?” ed aggiunge “se, Proietti, avesse
fatto una cazzata ne avrebbe risposto Livio … in tutti i sensi.... ed
adesso, è la stessa cosa”. Vallefuoco ripete che a lui di Roberto e
Laranon interessa, ma interessa “quello, che sta intorno a loro” e
“Livio, deve fare un ultimo sforzo per mantenere questo anello
concatenante … adesso, c'è un ambaradan”. Vallefuoco afferma
che Roberto può anche saltare, ma Roberto non ha nulla, ma
“loro” volevano sapere da lui di chi è la colpa, per cui “Livio deve
risolvere con la banca e con laFINCAPITAL” ed aggiunge “Livio le
conosce le cose....sa, le cose come stanno...” e dopo ciò
“con Livio non si avranno più rapporti”. Vallefuoco fa riferimento ad
assegni che sono di “amici di Napoli”. Monica chiede “ma ci vai tu
di mezzo?” Vallefuoco risponde che sono persone che fanno brutte
figure e che non sono abituate a farle;
- n. 423 ore 08:35 del 26.02.2009 quando Vallefuoco parla con la
compagna Lucia della moglie Tina la quale gli ha detto che ci sono
solo assegni, ma non ci sono soldi liquidi;
- n. 424 successive ore 09:05 quando Vallefuoco spiega a Lucia
“allora, io vengo a cambiare dieci euro da te......e tu mi dai 9
dollari e mezzo ... poi io piglio questi nove dollari e mezzo ...
distribuisco ad altre persone due dollari ed a me in tasca mi restano
sette dollari e mezzo” per cui a lui “su un milione di euro restano 50
mila euro … il 5% ...” senza che lui compaia in alcun modo;
- n. 440 ore 08:53 del 28.02.2009 quando Vallefuoco parla in auto
con Abete Giovanni (dipendente ISES di Brusciano individuato dai
verbalizzanti) e racconta dell’appuntamento che è stato seguito in
diretta dagli investigatori attraverso le ambientali del giorno 18
febbraio. Vallefuoco ricorda “io tenevo appuntamento alle 18 fuori
alla pompa di benzina ... io dissi vicino ai due Gennaro alle 17 ci
vediamo anche per camminare con le spalle coperte ... quattro
pattuglie in borghese sulla pompa con “quelli lì” e “due macchine
dei Casalesi”....cioè, io, sulla pompa trovai i Casalesi e le
guardie…” e continua “io dissi a Gennaro di vedere se portavo le
guardie appresso ... Gennaro si porta tutte e quattro le pattuglie
appresso usciamo dalla macchina ... escono dalla macchina quattro
cinque persone il più piccolo era quanto una vacca di due quintali
.... con dei giubbini che avevano i ferri dietro .... come scendo
dalla macchina io metto la mano sul marsupio ... vado vicino,
questo piglia e mi guarda e mi dice: Franco, di Napoli? ...ed io gli
dissi: e, tu, chi sei? ... mi disse: io, mi chiamo Renato e sono il
cugino dei...inc.....io gli dissi…ma va a fare i bucchini ... lo dissi
avanti a quello che doveva dare i soldi e quello che doveva avere i
soldi quando quello vide questa scena disse: ma che cosa è
successo qua? … mi disse Renato: tu sei il compariello di mio
cugino ... si è saputa la voce, tramite i Casalesi… ed io gli dissi: ed
adesso, che dobbiamo fare ... i soldi che io prendo da qua devono
andare giù, ora te la piangi tu ...sono cazzi tuoi .... tu mi dici
Franchitiello qua il recupero non si deve fare ..io non lo
faccio!....però sappi che se ne vanno i soldi a tuo cugino ed al
compare mio.... Renato disse: me la vedo io”. Il racconto continua
“io presi il telefono, quello che uso per chiamare loro, e gli dissi:
adesso ti passo una persona…...e finì lì …. il giorno dopo, io andai
dai Casalesi ... e gli dissi che lì stavo per loro ... e se quelli non lo
pagavano lui a loro non poteva dare nulla”. Quelli gli avevano
risposto “vai piano, piano ... ora lo mandiamo a chiamare … Renato
fu mandato a chiamare e poi mi disse: Franco io abito a questo
posto per qualsiasi cosa a disposizione ... io gli dissi: a me,
Renato, non serve nulla ... comunque, la stessa cosa pure a
te.....tu stai a Casale... oramai, apparteniamo alla stessa fascia….e
gli dissi: ed ora, il 2, lui deve scendere giù, …mi disse….che lo
hanno mandato a chiamare…”;
- n. 226 ore 18:36 dell’11.02.2009 quando Vallefuoco racconta a
Lucia Esposito, sempre con lui in macchina, che Gennaro si è
presentato ad un ristoratore descritto come “un chiattone con i
capelli lunghi” e gli ha detto “ma, sei tu Gabriele? … senti, noi non
abbiamo niente contro a te... però non ti presentare più a
Novellara….perchè, se ti presenti a Novellara ...ti uccido a terra in
Novellara”. Vallefuoco racconta che Gennaro gli ha riferito che
questa persona non parlava ma ha incominciato a tremare ed è
scoppiato a piangere. Gennaro allora gli aveva detto “vedi che a
Novellara c'è un certo tipo... Franco.... che ti taglia la testa”.
L’uomo si era giustificato dicendo che lui, a Novellara, non ci
andava mai; frattanto aveva detto alle dipendenti del ristorante di
chiamare i carabinieri e così continua il racconto “con Gennaro c'era
Gigino che stazionava vicino alla porta ed ha sentito … quando il
chiattone è andato per uscire, fuori la porta Gigino gli ha messo la
pistola in bocca.... Gennaro è andato vicino e l'ha picchiato”.
Le conversazioni sin qui riportate rivelano in maniera chiara
il duplice modus operandi del gruppo facente capo al
Vallefuoco che da un canto effettua recuperi credito per
conto dei clan (di Napoli e di Casal di Principe), reinvestendo
il loro danaro in attività nel nord Italia e dall’altro effettua,
come lui stesso afferma, “truffe eleganti” creando false
fatture ed una serie di “castelletti” di assegni senza
copertura, utilizzando anche il danaro affidatogli dai clan
(con il loro consenso) per ottenere maggiori profitti. Che non
si tratti di mere vanterie del Vallefuoco è dimostrato dalle
intercettazioni ricordate nella parte iniziale di questo capitolo
relativamente ai reali contatti con il clan Stolder (tanto vero che le
indagini sul gruppo Vallefuoco sono iniziate proprio in relazione a
questi contatti) e, con riguardo all’attività truffaldina, alle
intercettazioni con soggetti parimenti coinvolti come Zavoli
Roberto, Zonzini Oriano, Livio Bacciocchi, con il quale i patti
erano chiari (cfr. telefonata n. 8715 intercettata sulla utenza 335...
in uso a Vallefuoco) anche se poi sono sorti problemi dal momento
che questi non ha evidentemente accettato alcune operazioni
avventate e soprattutto non ha gradito il coinvolgimento di persone
della camorra (come si evince dall’ambientale 418 del 25.2.09 già
riportata).
Un ulteriore riscontro tuttavia viene acquisito grazie alla
collaborazione dei Cc. di Termoli.
Ed invero, secondo quanto riportato nell’annotazione della DIA, in
data 6.03.2009 dall’ascolto delle conversazioni n. 517 delle ore
11:00, n. 520 delle ore 11:38 e n. 525 delle ore 12:33, intercettate
all’interno dell’Audi A/6 targata San Marino ....., in uso a
Vallefuoco Francesco, emerge che il soggetto è diretto nella zona
della stazione ferroviaria di Termoli (CB) per incontrare alcuni
individui al fine di procedere ad un recupero crediti, dal momento
che “un pezzo di merda non gli aveva pagato un assegno”. I Cc di
Termoli, allertati dalla DIA di Napoli, organizzano un servizio di
osservazione, controllo e pedinamento del Vallefuoco.
Si accerta in tal modo che Vallefuoco entra nel bar Strike Café in
Termoli alla via IV Novembre n.9/A presso il quale sono già seduti
ad un tavolo due giovani alti, atletici e con accento campano, i quali
sulla base degli atti relativi ai pregressi controlli di polizia sono
identificati in Abete Giovanni e Pannone Luigi. Il Vallefuoco si reca
in una sala riservata a discutere con un soggetto individuato nel
Gullotta Antonio, titolare della ditta individuale Casinò Point di
Gullotta Antonio, il quale in data 02.11.2007 aveva ceduto la sua
carica di socio accomandatario si dell’impresa TERMOLI GIOCHI
s.a.s. di Gullotta Antonio e Zinni Giuliano, sia dell’impresa PLANET
BET s.a.s al socio Zinni Giuliano. I Cc. di Termoli ascoltano che i
due soggetti nella saletta riservata del bar parlano di assegni da
emettere a favore di Panico Lucrezia e dell’istituto Banca San Paolo
IMI. In particolare, riescono a sentire che Vallefuoco Francesco
conversa al telefono e dice all’interlocutore di “avvisare il suo
direttore di banca di fare un bonifico di 8.000,00 euro per Termoli
altrimenti avrebbero perso tutto”.Quando il Vallefuoco, concluso
l’incontro, esce dal locale per salire a bordo della sua auto i Cc.
decidono di procedere al controllo del soggetto e lo sottopongono a
perquisizione personale, trovandolo in possesso di un manganello
telescopico estensibile, in metallo, di lunghezza complessiva di cm.
55, avente impugnatura in gomma, di colore nero, nonché di
documentazione che è stata acquista in copia e trasmessa alla DIA
per l’esame della medesima.
La stessa è costituita da:
- numerosi assegni di vario importo emessi a favore del medesimo
Vallefuoco Francesco;
- una fattura datata 19.12.2008 emessa dall’azienda Caldari Yur”
nei confronti di MOD’S Club Kafe;
- delega della FINCAPITAL S.A. con sede in Dogana via A. Giangi
n. 66 San Marino a firma del Direttore Zonzini Oriano e
dalla ITECNICI S.r.l., con sede in Falciano Strada Degli Angariari
n. 25 San Marino a firma dell’amministratore unico Zavoli
Lara con la quale si autorizza Vallefuoco Francesco, nato il
22.06.1967 a Brusciano a condurre il veicolo AUDI A/6 targa
RSM ....;
- vari assegni senza il nominativo del beneficiario e con firma
illeggibile;
- una cambiale di euro 17.000 con data di emissione 06.03.2009,
senza data di scadenza e senza il nome del beneficiario, con due
firme illeggibili e timbro della CASINO’ POINT S.r.l di Termoli;
- assegno bancario della Deutsche Bank sportello di Frattamaggiore
(NA), datato 10.06.2009 con importo di euro 21.416,95 a beneficio
di GECA s.r.l. e a firma illeggibile e timbro della MISTER Tutto
S.r.l., con timbro della stanza di compensazione di Milano del
14.01.2009 e indicazione che la firma illeggibile non corrisponde;
- assegno bancario della Banca Popolare di Lanciano e Sulmona
filiale di Termoli, datato 18.03.2009, di euro 25.000/00, con firma
illeggibile, e copia del predetto con la testuale dichiarazione scritta
a penna: “rinnovo il prestito di euro 42.000,00 con questo assegno
bancario di Euro 25.000,00 corretto in data 18.03.2009 con
aggiunta di un effetto bancario cambiario di Euro 17.000,00 con
scadenza 18.03.2009. con impegno entro il 14.03.2009 di
effettuare il saldo o in parte con accordo tra le parti” riportante il
timbro di CASINO POINT S.r.l. e firma illeggibile; estratto conto
relativo al c/c 3652 11041484 di Vallefuoco Francesco riportante il
saldo contabile di euro 4.859,870;
- atto di fideiussione della società ITALIA Confidi con beneficiario
BANCA GARIGE S.p.A. con importo a garanzia coperto da
pennarello nero ed allegati una carta d’identità di Guarini Raphaelle
Claudine, estratto conto della banca Popolare di Ancona inviato alla
PLS S.r.l. di Ancona; visura camerale della predetta. PLS S.r.l.,
bozza di proposta di atto di garanzia dell’ITALIA CONFIDI per Euro
200.000;
- foglio con scritto a penna: “Società Opere Edil PLS ….. elenco
clienti principali (fatto) Banche d’appoggio RE stanno lavorando” e
spillato sopra biglietto da visita del Direttore Luigi Bettini del Banco
S. Geminiano e S. Prospero della filiale di Castelfranco Emilia;
- mandato per il recupero del credito emesso dalla SAFIL s.r.l. alla
I.S.E.S. s.r.l., nei confronti della MOBELHAUS s.r.l. di Reggio
Emilia, con allegato carteggio attinente il contenzioso tra le due
imprese;
- due cambiali a firma Vicino Francesco, titolare di impresa
individuale a Caltagirone nel settore della rosticceria; 12) cambiale
di euro 2.800 datata 15.12.2008, senza scadenza, senza
indicazione del beneficiario, senza indicazioni del debitore, con
firma illeggibile;
- foglio con scritta a penna: “Rimini 17.12.208 – Franco ho messo
nella busta €. 2.000,00 anziché €. 2.500,00 i 500,00 € di
differenza li ho inseriti nei titoli, se però questo non è possibile, e
dovrai crearti problemi, appena sei qui sistemiamo. Intanto grazie.
Saluti Francesco”;- due assegni banca Carim - Cassa di Risparmio
di Rimini ciascuno dell’importo di euro 7.750 a firma Grassi Renato,
senza indicazione del beneficiario;
- assegno del Monte dei Paschi di Siena, datato 31.01.2009 con
importo di euro 5.000 senza nominativo del beneficiario, a firma
illeggibile e timbro GARDENIA S.r.l. con scritta “da farsi pagare
Claudio”;
- assegno delle Poste Italiane Filiale di Forlì datato 15.01.2009,
importo di euro 7.500,00 a firma illeggibile senza il nominativo del
beneficiario, con scritta a penna: “restituito Oriano”;
- assegno della Banca Carim – Cassa di Risparmio di Rimini S.p.A.
Filiale di Villa Verucchio, senza nome del beneficiario – con scritta a
penna: “Luigino”; carta di identità di Bartoli Mirella;
- regole riguardanti l’attività degli agenti e delle collaboratrici della
ISES Italia S.r.l. riportate su un foglio, tra cui la regola “per gli
agenti è tassativo non soffermarsi negli uffici”;
- ordine di richiamo effetti a richiesta del cliente in riferimento a
EDIL CASA – Evangelisti Gabriele;
- assegno del Credito Cooperativo società cooperativa Filiale di
Rimini – Banca Malatestiana, datato 06.03.2009 di euro 10.000,00,
a beneficio di Cunsolo Antonio;
- foglio con riportati, a penna, importi di assegni, contanti e
scadenze; due assegni delle Poste Italiane Filiale di Forlì con
importo di euro 6.500 senza il nome del beneficiario che riportano
la scritta a penna “rimpiazzati con altri due da 9.500,00 l’uno;
- due assegni delle Poste Italiane Filiale di Forlì dell’importo di euro
9.500,00 senza il nome del beneficiario che riportano la scritta a
penna “i 2 assegni da € 9.500,00 sostituiscono questi, in più ci
sono 1.000,00 che dovevi a loro (Angela V.)”;
- assegno delle Poste Italiane Filiale di Forlì dell’importo di euro
7.500 senza il nome del beneficiario e con firma illeggibile;
- varie ricevute di stazioni di servizio;
- tre atti di protesto cambiario richiesti dalla Banca Toscana Agenzia
di Lanciano nei confronti dell’obbligata MARA S.r.l. via B. Cellini n.
86;
- documentazione della Banca Popolare di Torre del Greco attinente
il portafoglio commerciale di Vallefuoco Giuseppina, con allegate
fotocopie di otto effetti cambiari di euro 500,00 cadauno, emessi a
favore di Firniani Enrico dal debitore Ferretti Mary via Turati 42,
San Benedetto del Tronto;
- autorizzazione del Comune di Rimini all’installazione di mezzi
pubblicità rilasciata in favore di Pastore Francesco;
- documenti relativi ai dati della società CIEFFE GROUP S.r.l.;
- atti relativi alla ISES tra cui il carteggio relativo ad un recupero
crediti da parte di una società greca Galaxias;
- due fogli A4 con fotocopie di sei assegni a favore della. NERUDA
s.r.l.;
- fax relativi a pratiche curate dalla ISES;
- documentazione relativa a dati catastali nel comune di Monte
Crimano di immobili iscritti a nome di Zavoli Roberto;
- visura camerale ed atto costitutivo della società FARGO s.a.s. di
Zavoli Roberto & c.;
- fax della FINCAPITAL con data 01.12.2008 a firma del direttore
della FINCAPITALZonzini Oriano, con indicazione quali
destinatari Franco e Roberto della I.S.E.S, nonché utenza
telefonica 0549 ..., avente quale contenuto un elenco di assegni
presentati della ISESche possono essere accettati per lo sconto
dalla soc. FINCAPITAL, ovvero quattro assegni a firma di D’Amore
Giuseppe dell’importo di Euro 12.000,00 cadauno della Banca di
Credito Popolare (assegni bancari liberi – senza il nominativo del
beneficiario), un assegno a firma di D’Amore Gennaro, per l’importo
di euro 12.000,00 del San Paolo Banco di Napoli (assegno bancario
libero - senza indicare il nominativo del beneficiario), due assegni a
firma di Vallefuoco Giuseppina di euro 12.000,00 cadauno, della
Banca di Credito Popolare (assegni bancari liberi senza indicare il
nominativo del beneficiario), tre a firma di Cunsolo Antonio
dell’importo di euro 2.100,00 cadauno della Banca Popolare
dell’Emilia Romagna (assegni bancari liberi senza indicare il
nominativo del beneficiario), tre assegni a firma di Carcas Regnaud
Marika, di cui due dell’importo di euro 8.000 cadauno ed uno
dell’importo di euro 3.800 tutti dell’Unicredit Banca (assegni bancari
liberi - senza indicare il nominativo del beneficiario), tre assegni
della società Vallefuoco s.r.l. di cui due di euro 14.000 cadauno, ed
uno di euro 9.000 dell’Istituto Bancario Sanmarinese (assegni
bancari liberi - senza indicare il nominativo del beneficiario - con
timbro della società sulla firma di traenza). La nota termina con la
scritta: “Rimaniamo in attesa di ricevere i titoli per perfezionare la
pratica”;
- sette fogli con dati relativi a contabilità della società ITECNICI e
MONTELICCIANO, scadenza assegni Zavoli IBS., scadenze
assegni Lara e Fabrizio; leasing e finanziamenti richiesti
a FINCAPITAL, Leasing Sammarinese, Aset Banca per totale di
euro 1.462.500,00; scadenze assegni
società ITECNICI, ISES, ZAVOLI ROBERTO, prospetto
spese ISES Italia s.r.l., Prospetto spese ISES RSM s.r.l. – tot.
197.097,44; a penna è riportata l’annotazione: “scadenze assegni
vari (emessi) delle soc. ITECNICI, ISES eZAVOLI
Roberto (società estere Sammarinesi) per l’importo
complessivo di €. 400.800,00, nei mesi da gennaio a Maggio 2009”
e sono riportati i nominativi dei beneficiari degli assegni ovvero
Marchese Matteo, Cervellini Stefano, Carcas Reugnaud Marika,
D’Amore Giuseppe, D’Amore Gennaro, Vallefuoco Giuseppina,
Vallefuoco s.r.l.”.
Dall’esame delle annotazioni sui sette fogli risulta che la provvista
dei depositi dei conti correnti bancari dei predetti nominativi
proviene, almeno in parte, dalle società estere sammarinesi
ITECNICI, I.SE.S e dalla impresa ZAVOLI Roberto.
Successivamente i conti correnti vengono utilizzati per l’emissione
di assegni; questi ultimi tramite la stessa societàI.SE.S.
sammarinese vengono portati allo sconto della società
sammarinese FINCAPITAL, dalla quale il Vallefuoco riceve
assegni circolari liberi, analoghi a denaro contante, che possono
essere cambiati in Italia, senza consentire la individuazione della
provvista economica all’origine;
- diversi assegni emessi da differenti istituti di credito senza il
nominativo del beneficiario, a firma illeggibile del traente oppure
con firma e timbro GEST STARS di D’Amore Giuseppe;
- assegno Unicredit Banca senza il nominativo del beneficiario a
firma di Carcas Regnaud Marika, con accanto i dati della Carcas
(nata a Benvenuto il 05.02.1979) ed è indicato l’importo di €.
8.000,00, ripetuto quattro volte, con annotate le seguenti date di
scadenza 15.03.2009 – 30.03.2009 – 15.04.2009 - 30.04.2009 e
l’importo totale di 35.800,00, per cinque assegni emessi a nome di
Carcas Reguaud Marika;
- assegno Banco di Napoli di Brusciano senza il nominativo del
beneficiario, a firma di Vallefuoco Rosa, con i dati di Vallefuoco
Rosa (sorella di Francesco) e con l’annotazione della cifra di 12.000
ripetuta per le seguenti scadenze: 01.04.2009 (assegno indicato) –
10.04.2009 – 30.04.2009 – 01.05.2009 – 30.05.2009; sotto è
riportata la scritta “X un totale di 60.000,00”;
- due assegni della Banca di Credito Popolare filiale di Brusciano
entrambi senza il nominativo del beneficiari e con firma del traente
D’Amore Giuseppe;
- 27 assegni emessi da istituto di credito diversi, senza nominativo
del beneficiario a firma di Tonti Pier Luigi, Antonio Consolo,
D’Amore Gennaro, Vallefuoco Giuseppina, firma illeggibile
con timbro Vallefuoco s.r.l., D’Amore Giuseppe, Carcas Reguaud
Marika;
- copia della carta d’identità e della tessera sanitaria di D’Amore
Gennaro, nato a Brusciano il 12.01.1968;
- copia della carta d’identità rilasciata dal Comune di Verucchio a
Grassi Renato e del codice fiscale, nonché due fogli fotocopiati
relativi a verifiche sull’attività del Grassi;
- foglio manoscritto “….Io Verdi Antonio, nato il 31/03/1950 a
Bucino (AR) eseguo pagamento di 1000 (mille) pantaloni per
€.18,00 cadauno per un totale di €. 18.000,00 (diciottomila euro)
con effetti, da €. 3000,00 cadauno al mese a partire dal 25 ottobre
2008 a finire il 25 Marzo 2009. Debitore io Verdi Antonio intestati
allo Sig. Dilani Rueuro e da lei girati per mia garanzia al Sig.
Franco Vallefuoco. Caleurano 18.09.2008 in Fede (firma). Io Sig.
Ruero Dilani ho firmato n.6 cambiali per garanzia di Verdi Antonio
Ruelani”. Con firma e timbro: “MARTILLA di VERDI Antonio viale
della Repubblica 44 – Sesto Fiorentino (FI) P.I. 02166800488…”;
- due fogli relativi alla maratona di Torino, con annotati alcuni
nominativi;
- alcune mappe dell’Europa scaricata da Google;
- documentazione varia tra cui lettera avente ad oggetto: “diffida
dell’Agenzia I.SE.S S.r.l. e costituzione in mora – Sael srl/ Schoning
Sarl” relativa al recupero del credito di €.119.616,27;
- documenti relativi alla società SAEL s.r.l.;
- documenti relativi alla società SCHONING s.a.r.l.
Vallefuoco si preoccupa del controllo subito e della documentazione
rinvenuta dai Cc. come dimostrato dalla intercettazione ambientale
n. 688 ore 08:49 del 16.03.2009 (AUDI A/6) nel corso della quale
Vallefuoco, in auto con Esposito Lucia, parla al telefono ed al suo
interlocutore riferisce che ha già parlato con Livio e gli ha detto che
gli assegni dei due D’Amore, Gennaro e Giuseppe, nonché quelli di
Vallefuoco Giuseppina, devono essere ritirati dall’operazione di
“sconto”, in quanto quest’ultimi non possono essere messi nei
casini. Vallefuoco aggiunge che per la Marika Carcas già lo hanno
fatto. Poi Vallefuoco parla al cellulare con Zavoli Roberto e
ribadisce che gli assegni dei tre predetti nominativi devono
scomparire, in quanto loro hanno fatto degli assegni di cortesia e
non devono “essere messi nelle tarantelle”. Vallefuoco ripete che
“questi nominativi devono stare fuori da questa storia” e quindi
attende notizie. Nel corso di questa telefonata dice a Roberto che
ne ha parlato con Oriano al quale ha detto che questi assegni
vanno ritirati tutti, come ha pattuito con Livio, senza attendere
alcun piano Il primo interlocutore del Vallefuoco è stato
quindiOriano Zonzini. Vallefuoco chiede quindi ad Esposito Lucia di
mandare un messaggio telefonico a Monica (Fantini Monica,
moglie di Livio Bacciocchi) e le detta testualmente: "dici
a Livio che, questa mattina, abbiamo parlato con Oriano dei nostri
rapporti e che deve richiamare la restante parte dei titoli di Napoli,
di D’Amore Gennaro, D’Amore Giuseppe e Vallefuoco Giuseppina,
come da accordi presi tra di noi, te e Livio. Qualcuno,
avvisasseOriano”.La donna chiede chi sia Oriano e Vallefuoco
risponde “è il Presidente che loro tengono, la testa di legname che
loro hanno nella finanziaria sua, nella FINCAPITAL”.
Vallefuoco parla poi al cellulare con Marika Carcas e le chiede di
fargli sapere se l'assegno postale di diecimila euro di Oriano il
sindaco (ovvero Giacomi) è stato pagato ed aggiunge che l'assegno
di Casinò Point è stato pagato.
Vallefuoco spiega a Lucia che gli assegni servivano per scontarli in
banca in modo che la persona si sarebbe limitata a passargli i soldi
della banca mentre, dal momento che ora si dovranno ritirare dallo
sconto, questa persona potrà dire di aver messo 50 mila euro dalla
sua tasca. Vallefuoco riferisce ancora che attraverso questa
persona “lui ha dei prestiti, caricati su di un suo capannone,
ubicato in San Marino, di circa 200 mila euro”. La preoccupazione
del Vallefuoco per il controllo subito emerge altresì dall’ambientale
n. 679 delle ore 12:38 del 15.03.09 (Audi A6), già riportata sopra
nel trattare dei rapporti con il clan Stolder, nella parte in cui
lamenta di essere circondato da persone che parlano troppo, come
D’Amore Gennaro, e che gli possono far prendere “un sacco di anni
di carcere” perché“ha le guardie addosso e gli scemi attorno... se
fa la combinazione di tutte e due le cose …mi fanno arrestare”.
Ma nonostante le preoccupazioni, il Vallefuoco continua a
mantenere i suoi rapporti criminosi e pur cercando di adottare
cautele in relazione alle vicende in corso non riesce a fare a meno
di vantarsi del gruppo di ragazzi alle sue dipendenze, come rivelato
dalle seguenti ambientali:
- n. 68 ore 01:17 dell’8.03.2009 a bordo dell’Audi A6 quando
incontra un soggetto che gli dice di essere stato con “gli amici suoi”
. Vallefuoco a bassa voce lo esorta a non parlare e lo invita ad
andare a prendere un caffè. I due escono dall’auto e quando vi
risalgono Vallefuoco dice al suo interlocutore che lui ha la zona di
Rimini ed ha a disposizione una quarantina di “uaglioni” (ragazzi).
Vallefuoco racconta quindi di un episodio relativo ad un incontro
con una persona che disse di essere di Barletta e si definì “guappo”
e vedendo Esposito Lucia disse di averla vista in compagnia di tale
Gabriele. A tale proposito Vallefuoco riferisce che i "suoi ragazzi",
tempo addietro, andarono da questo Gabriele ed a lui ed al fratello
o’ Chiattone “li fecero nuovi, nuovi... li struppiarono …a chiagnere”.
Poi continua “a me, i Casalesi ... la zona di qua me la vogliono dare
in mano a me, ma questa è una zona loro, che me ne importa a
me... io sto così bello a Rimini..., mo’ il mese che verrà, me ne
vado, io Lucia, il mese prossimo, me ne vado proprio”.
L’interlocutore commenta che quel soggetto aveva sbagliato perché
“prima di parlare, doveva pesare la persona che aveva di fronte” e
Vallefuoco ribatte ridendo dice che quella sera non gli sparò solo
per passare un guaio. L’interlocutore racconta a sua volta che,
quando si presentarono i ragazzi al suo ristorante, dicendogli che li
mandava Franco lui si mise subito a disposizione; quando gli
chiesero notizie di un “soggetto di Andria e/o di Bari”, inizialmente
non comprese di chi stessero parlando, ma, poi, indicò il tavolo ove
stava pranzando. Vallefuoco chiede cosa disse questa persona
quando i suoi ragazzi andarono via e l’interlocutore risponde che
raccontò che i ragazzi gli avevano detto che doveva chiedere scusa
a Franco. Da più di tre anni non ha visto più visto quel Gabriele al
suo ristorante;
- n. 696 ore 13:00 del 16.03.2009 (AUDI A6) nel corso della quale
Vallefuoco è con Di Tella Francesco ed Esposito Lucia. Il Di Tella
invita Vallefuoco a pranzare con lui ed insiste precisando di essere
con “quello di San Cipriano” e con “quello di Casale”;
- n. 700 successive ore 14:06 del 16.03.2009 nel corso della quale
Vallefuoco, rimasto in auto con la compagna le spiega i motivi della
insistenza del Di Tella “ci tenevano che io pranzassi con loro....
poiché io ce l'ho con Pietro..... perchè pensavano che io non volessi
stare per mezza sua ... allora se la metti su questa cosa, gli ho
detto, sei un pezzo di merda in quanto me ne devo andare per
forza, in quanto ho gente nell'ufficio... e lui mi ha detto: Franco, 10
minuti, a me interessa che ti siedi a tavola 10 minuti .... poi mi
dovevo sedere perché io con Renato non ci ho mai mangiato
insieme...”. La donna osserva “lo sai che io, non me lo ricordavo
più,...io mi ricordavo ...a me rimase più impresso quell'altro, quello
più basso con l'orecchino….”. Vallefuoco risponde “è quello Renato”
ed aggiunge “amore lo sai con chi abbiamo avuto a che fare ed io
non lo sapevo?....e neanche io lo sapevo? con il capo zona di
Modena ....Renato, è il capo zona dell'Emilia Romagna”. La donna
chiede “quell’altro lì invece?” e Vallefuoco “è uno dei suoi
ragazzi....uà è un armadio”. Lucia chiede ancora “ma sta qua?” e
Vallefuoco risponde “sta qua a Castelfranco ... però io conosco il
padre Ciccio che ha il bar........omissis....quando giù mi chiedono le
quote, sai io come gli dico, gli ho detto, chiedetele a Renato ... no
… no, mi ha detto, .... eh, no..no ... che cosa … e che gliele do io?”
e continua “è O Ninn’....è o Ninn’ …che oggi tu, non volendo, ci sei
entrata…..che stando con me lì ... adesso sei guardata dalla gente
in mezzo alla strada… non si abbassano il cappello…. in quanto il
cappello non si porta più .....io vengo trattato per come tratto
...allora da dove stiamo noi, fino a Rimini, qualsiasi problema è
risolto...il numero del referente ce l'ho... diglielo a tuo fratello che,
se ha bisogno, noi ci stiamo ....questo è sempre per fare una
cortesia.....”;- n. 588 delle ore 15:46 del 19.03.2009 quando
Vallefuoco in auto con Lucia Esposito fa riferimento ad uno studio di
recupero credito di Palermo, dove sono stati arrestati tre soggetti,
che lavoravano per quello studio tra cui anche tale Marco Romeo
con il quale lui ha contatti (come da ambientale 395 del 20.11.08);
- n. 750 ore 19:04 del 19.03.09 quando nell’auto Audi A6 sono
D’Amore Gennaro e tale Lello i quali parlano di una guardia, amica
loro, che è stata sospesa dal servizio per la questione di assegni
falsi. Poi D’Amore spiega al Lello il meccanismo per cambiare i
“bond” ovvero “sono soldi che l'America ha lasciato durante la
guerra ...sono depositi che facevano loro qua...hai capito?....sono
depositi che esistono...” e che si utilizzano in questo modo “te li
mettono a garanzia su determinate cose.... allora, pigliano e li
monetizzano... loro, appena tengono la mazzetta ... in un giro di sei
mesi ... prendiamo 80mila euro a settimana....sono movimenti che
fanno i direttori a Lugano ed in Svizzera... li levano e poi li mettono
su un'altra cosa….. li fanno girare....se riusciamo a fare un conto di
10 milioni di euro, che riesce a reggere per 40 giorni virtualmente,
in 40 giorni facciamo …. 40 giorni facciamo 90 milioni di
euro.....sono operazioni che si fanno tra Lugano e l'Argentina....”;n. 782 ore 17:33 del 20.03.2009 quando in auto sono Vallefuoco
e Zavoli Roberto. Il primo chiede quando debba agire
e Roberto gli risponde di aspettare, in modo da vedere come va
durante la settimana, dal momento che la persona “deve togliere
tutte le firme e il capannone deve liberarlo lui”. Aggiunge che l'altra
settimana è stato in banca a fermare tutto. Vallefuoco ribatte che
quando andrà dentro, ci andrà per ammazzarlo, ma per
ammazzarlo realmente e lamenta che questa persona si è permessa
di dire che ha dato quattro milioni di euro mentre “erano soldi
loro”. Zavoli dal canto suo ribatte che tutti questi soldi non li ha
visti, ma erano due milioni e settecentomila euro e che, se loro
coprono tutti gli assegni, i soldi sono loro.
Vallefuoco afferma che le ipoteche le hanno loro e Zavoli concorda
dicendo che quella persona ha dato solo una mano a far girare i
soldi. Sempre Zavoli racconta che aveva detto che avrebbe
intestato un palazzo al Vallefuoco ed invece li ha presi in giro e sta
facendo terra bruciata intorno a loro. Vallefuoco afferma che lunedì
vorrebbe mandare, subito, “una squadra a rompergli una gamba o
un braccio e fargli arrivare il messaggio di fare pulizia a tutto lo
sporco che ha fatto a lui” e spiega che se non faranno così questa
persona non si muoverà mai. Zavoli dice che a Montelicciano, il
soggetto deve fare una scrittura con laBanca Agricola o Leasing
Sammarinese e deve rientrare lui il debito con trenta al mese;
continua sostenendo che lui gioca sporco e che alla moglie gli è
anche scappato che sta comprando un attico a
Riccione. Zavoli infine conclude che se questa persona avesse
caricato tutto su di lui, gli avrebbe fatto saltare
la FINCAPITAL. Roberto dice che il soggetto sa come sono
messi, tanto vero che la banca continua a far maturare le rate (la
banca ha chiamato la moglie per una rata) nonostante i conti siano
chiusi e lui non gli ha fatto sapere nulla. Sempre Zavoli continua
affermando che questa persona “mangia fin quando c'è da
mangiare e non gli importa niente degli altri” e per richiamare tre
assegni gli ha fatto firmare titoli per cinquantamila euro.
Correttamente gli investigatori ritengono che il soggetto, mai
nominato, al quale gli interlocutori fanno riferimento sia Bacciocchi
Livionei cui confronti si ripropongono i medesimi problemi registrati
nelle conversazioni in un altro periodo critico, ovvero quello
dell’ottobre 2008. Peraltro la successiva ambientale conferma che si
tratta del Bacciocchi;
- n. 787 successive ore 20:29 quando in auto sono ancora
Vallefuoco Francesco e Zavoli Roberto ed il primo dice al secondo
di creare una società nuova. I due parlano di un carabiniere che ha
fatto assegni per Roberto Zavoli. Quest’ultimo dice al Vallefuoco
di non operare a San Marino se deve spezzare un braccio a Livio
Bacciocchi, ma “deve caricarlo in macchina, a Riccione, e lo deve
tenere per 4 ore e poi, lo deve scaricare e la gente non deve vedere
niente..... non lo deve fare a San Marino ... .altrimenti vanno da
lui”. Vallefuoco risponde che lo farà prendere. Zavoli conferma che
uscirà ed andrà da qualche parte e che bastano venti minuti e
nessuno se ne accorgerà;
- n. 851 ore 10:04 del 26.03.2009 quando Vallefuoco in auto con
Esposito Lucia si lamenta sempre del comportamento di Livio. Nel
corso dell’ambientale aggiunge testualmente (secondo la
trascrizione fatta dai verbalizzanti) “ma che devo fare un'estorsione
al governo nel vero senso della parola ... quello è un avvocato è un
notaio ... ci deve mandare carcerati a tutti quanti?....riesci a capire
.... ma poi con i soldi che ha quello...che è poi la cosa che io ho
sempre pensato.....ma gli facesse male a quello prendere 500 mila
euro e di darli in mano ad un clan e dirgli che devono togliergli
davanti al cazzo a quei due ... ha risparmiato e si è tolto a due
davanti al cazzo....ho anche esagerato....oggi ce ne vogliono
diecimila .... che gli devo dire me li devi dare e basta … in cambio
di che cosa?....qua non stiamo parlando di 50mila euro o 100mila
euro ...qua si parla di un milione di euro.......i soldi lui ce li ha dati
.... abbiamo fatto i cazzi nostri.....non dobbiamo fare i vigliacchi ...
ma non posso dire neanche che ce li ha regalati”;- n. 1233 ore
11:05 del 24.04.2009 quando Vallefuoco in auto chiama al telefono
un soggetto, in viva voce (che i verbalizzanti individuano
in Benedettini Moreno, ma non in maniera certa) il quale dice
“allora con la scheda prendi un documento qualsiasi ... di chi cazzo
ti pare a te ... vai al negozio Telecom e lo attivi … la scheda
ricaricabile quando l'hai attivata fai una ricarica da 10
euro….ok...quando, hai fatto la ricarica da 10 euro... mi chiami e mi
dici...guarda il numero della scheda è questo … perchè io il numero
della scheda non lo so....il numero della scheda è questo … ed ho
ricaricato i 10 euro....da quel momento lì io lo faccio cancellare dal
terminale ..ok ...lo faccio cancellare dal terminale e tu fai quel che
cazzo che vuoi ... il numero è inesistente ... dopo è ricaricabile però
è inesistente”; - n.1306 ore 11:55 del 27.04.2009 quando
Vallefuoco in auto con la Esposito Lucia riceve una telefonata da un
soggetto che detta una utenza 081..., corrispondente a quella della
ditta MECNOTECNICA MERIDIONALE di Sant’Arpino Caserta. La
medesima Esposito contatta Annibale per chiedergli fatture della
MECNOTECNICA e gli detta il numero di Gennaro, 331...; subito
dopo lei stessa contatta Gennaro per dirgli che lo chiamerà
Annibale, responsabile della SAPA. Vallefuoco fa riferimento ad un
appuntamento, per il giorno dopo alle ore 11:00, negli uffici di
Rimini e parla di ditte che vengono dalla Svezia. La donna contatta
un’altra persona alla quale dice che deve andare a prendere
Pietrangeli e lo deve accompagnare alle ore 11:30 all'ufficio di
Rimini. Quando la macchina giunge a destinazione, Lucia chiede a
Vallefuoco: “ma chi ci sta in quest'ufficio che, ogni volta, mi lasci in
macchina?”; - n.1307 successive ore 12:37 quando, di nuovo in
auto con Lucia, Vallefuoco parla di tale Di Corato che Renato ha
mandato a chiamare; poi aggiunge che anche in Calabria se la
vedranno loro; parla della società PLS e dell'apertura di conti
correnti a Marsiglia da un milione e mezzo di euro attraverso una
Banca Unificata, cui partecipa anche la Banca Intesa;
- n.1341 ore 13:52 del 29.04.09 quando Vallefuoco in auto con la
Esposito commenta alcuni nominativi presenti nella rubrica di uno
dei telefoni mobili utilizzati da Franco. Lucia chiede se deve
cancellare il numero di Mimmo e Vallefuoco risponde che deve
segnare il numero di Mimmo e dice “Mimmo nuovo..nuovo...”. Lucia
legge altri nomi per sapere se cancellare i relativi numeri, ovvero
Michele di Bari, Michele Papa, Michele di Zaccaria, Mario Musella,
Marco Cimorosi (socio del La Manna Domenico) e Marco della IN
(sempre il Cimorosi).
Vallefuoco chiama al telefono tale Gennaro Aprea per dirgli che lui
ha avuto mandato per fare recuperi crediti nei suoi confronti e,
precisamente, presso un negozio che si chiama “Il tendone di
Aladino”. Vallefuoco aggiunge che si devono incontrare, devono
prendere un caffè ed il problema lo risolveranno “basterà che si
fanno …le cose a compagnelli”. Vallefuoco propone all’Aprea che se
vuole gli potrà dare, a sua volta, i suoi crediti, ma deve fornirgli le
fatture o le bolle ed in questo modo, a sua volta, lui potrà vantare
dei crediti. Vallefuoco conclude dicendo che aspetta una telefonata
e ricorda che il debito ammonta a 380 mila euro. Chiusa la
telefonata, Vallefuoco dice a Lucia che Gennaro gli ha detto che lui
lo sa di avere debiti con “gente pesante” della zona. La donna
risponde di sapere che questo Gennaro ha un ingrosso e smercia la
roba di.... (ma si interrompe). Durante il viaggio in auto Franco
indica a Lucia un negozio e dice che, una volta, si è presentato da
questa persona che aveva un’auto Porsche e prima lo picchiò e poi
si prese il Porsche. Era una persona, che aveva l'outlet, era di
Bologna e si chiamava Marchi (ove si legga la conversazione n.695
del 09.12.08 sopra riportata è evidente il riferimento al figlio del
neurochirurgo);
- n. 1375 ore 22:53 del 01.05.09 quando, in auto con Esposito
Lucia, Vallefuoco racconta che Marika ha fatto “dei recuperi” ed in
una circostanza lui ha nascosto la pistola nelle sue mutande; poi
parla di Roberto (Zavoli) con il quale in passato ha avuto
discussioni per la movimentazione dei conti correnti che,
comunque, lui conosceva. Vallefuoco precisa di aver provveduto ad
estromettere il socio di Roberto Zavoli, tale Pino di Foggia.
Ricorda che una volta, mentre era con Zavoli, incontrarono questo
ex socio in un locale. Zavoli cominciò ad inveire contro Pino e
accanto a loro erano delle guardie, motivo per il quale lui
(Vallefuoco) gli disse di stare calmo “ma, secondo te, questi con chi
se la prendono…. secondo te? ...con me che già mi tengono
sott'occhio”. Vallefuoco conclude dicendo che Zavoli prese prima gli
schiaffi da lui e poi dai ragazzi suoi;
- n. 1575 ore 17:45 del 12.05.2009 nel corso della quale Vallefuoco
e la Esposito parlano di una guardia che si chiama Massimo. La
donna commenta che le “guardie sono infami…sono state, sempre,
infami”, ed aggiunge che a lei da fastidio che Franco possa avere
dei contatti con una guardia affermando altresì che lui deve evitare
di figurare e che deve evitare di presentarsi come “Franco
Vallefuoco”. Sempre la donna continua così “tu come ti presenti?
....come Gennaro”. Vallefuoco ribatte “ma loro non lo sanno che io
sto dentro all'agenzia?” e Lucia risponde “una cosa che lo sanno,
che lo possono immaginare …ed un'altra e che glielo dici tu” per cui
gli suggerisce di stare attento dal momento che “sta nell'occhio del
ciclone” e con quella persona lui non ci deve parlare, ma deve far
parlare Gennaro D'Amore. La donna osserva che questa persona
sta facendo troppe domande “ed un motivo ci sarà”. Vallefuoco
risponde “le guardie stanno addosso ai calabresi ed addosso ai
baresi e si pensano che questi hanno i contatti con me....” e
continua “questa persona non va trovando a me ... solo che questi
qua si credevano che avevano un collegamento con me ...perchè
questi stanno facendo i recuperi in nero e pensano che glieli sto
dando io i recuperi ... lo sanno che io ho l'agenzia di recupero ...lo
sanno ...lo sanno informalmente ... lo sanno che ci sono io, dietro
...ma è meglio che non hanno la conferma .... io gli dico che mio
cognato, Gennaro, va cercando la collaborazione .... e sono amico
di Massimo .... .finchè io … loro sanno che, se io faccio le cose,
come le devo fare, loro a me il cazzo non me lo rompono ... hai
capito o no? .... è così perché anche la Questura immagina che ci
sto io dietro ... mica non lo immagina che ci sto io dietro?... se la
Questura volesse capire chi sta dietro …ci mette tre secondi ...hai
capito?... e mi viene a rompere il cazzo?... secondo te, possono mai
credere che tutto sia di Gennaro?”. Vallefuoco aggiunge che lui
conosce un ispettore di polizia che aveva una relazione con Lara
(la figlia di Zavoli);
- n.1594 ore 11:06 del 13.05.2009 nel corso della quale Vallefuoco
Franco contatta tale Francesco che si trova accanto a Gennaro
Esposito al luogo dell’appuntamento. L’uomo gli chiede a cosa gli
serva la fidejussione e Vallefuoco risponde “per scontarla in banca”.
L’uomo chiede presso quale banca e Vallefuoco risponde che la
consegnerà a diverse banche, tra cui la Banca Unicredit, la
Popolare di Ancona, la Banca delle Marche, la Cassa di Risparmio di
Prato. L’uomo dice che loro sono in grado di dare una fidejussione
da un milione di euro. Vallefuoco risponde che è meglio non parlare
al telefono e ne riparleranno da vicino.
Dopo un po’ Zavoli Roberto contatta Vallefuoco e gli dice di un
appuntamento con “quella persona” alle ore 14:00, mentre un’altra
non è riuscito a trovarla.
Successivamente Vallefuoco contatta Zavoli al quale chiede se c’è
“un pezzo di banca dove possono scontare la fidejussione della
Banca di Roma”. Roberto chiede la provenienza della fideiussione e
Vallefuoco risponde che arriva da Roma e si tratta di una
fidejussione nazionale “quasi bancaria”. Zavoli risponde che
s'informerà. e quando si vedranno lunedì gli farà sapere, spiegando
che una fidejussione con un consorzio può essere usata come
collaterale, mentre una bancaria può essere usata come sconto
all'estero se si tratta di un gruppo primario. Vallefuoco gli chiede un
“test di una banca” in grado di fargli sapere se c'è un altro istituto
che è in grado di scontarla. Zavoli risponde che non bisogna
rompere gli equilibri e che non è semplice.
Vallefuoco ribatte che ha necessità di farlo sapere a quelle persone.
Quindi Vallefuoco contatta Esposito Gennaro per dirgli di chiedere
alla persona che è con lui se si tratta di una fidejussione bancaria,
assicurativa o consorzio. Gennaro chiede e poi riferisce a Franco
che si tratta di consorzio bancario. Chiusa la telefonata, Vallefuoco
chiede a Lucia di scrivere aRoberto, a Bologna, che si tratta di una
fidejussione da consorzio bancario. Quindi Vallefuoco informa tale
Enzo che ha risolto con un consorzio bancario di Roma;
- n. 1596 successive ore 12:06 quando Vallefuoco, in auto, parla al
telefono con la moglie Tina Panico di un prestito chiesto da Gilda e,
quindi, chiede a Tina quale disponibilità di contanti abbiano. Tina
risponde che hanno 100 mila euro contanti. Vallefuoco afferma che
bisogna darle il prestito e che in cambio lui “…si prenderà un
appezzamento di terreno....”. Tina ribatte che Gilda ha valutato il
terreno in 80 mila euro “ma è molto”;
- n 1613 ore 09:50 del 14.05.2009 nel corso della quale Vallefuoco
parla al telefono con il fratello Luigi che è in contatto con un
dipendente di una banca di nome Claudio. Luigi dice a Francesco
che deve parlarne lui in quanto si tratta di un “fatto grosso” e gli
comunica di trovarsi a Nola alla Banca Popolare di Novara.
Vallefuoco chiede di prendere un appuntamento con la persona
della banca intorno alle 16:30. Luigi chiede “ma noi, come società,
che cosa abbiamo?” e ne nomina una ma non si comprende quale.
Franco risponde“no …ne abbiamo anche altre”. Luigi afferma che c'è
bisogno di una ditta credibile, vecchia come la ITECNICI di San
Marino. Franco risponde che con ITECNICI non è possibile proprio
perché la sede è a San Marino. Luigi però dice “aspetta che
chiedo” e si rivolge a Claudio accanto a lui per sapere se
l’operazione possa esser compiuta con una società diSan Marino.
Vallefuoco Franco, dall’altro capo del telefono, lo interrompe e gli
dice di lasciare stare con la società ITECNICI e di procedere con la
PLS aggiungendo che ha anche un'altra società e quando scenderà
la farà vedere a Paolo. Luigi gli dice che la persona che è con lui tra
24 giorni gli farà avere lo sconto bancario ed aggiunge che gli ha
detto che se le ditte sono a San Marino non è un problema. Franco
allora dice al fratello di chiedere a Claudio di informarsi se ci sono
problemi per il fatto che lui ha già dei prestiti con una ditta, per 40-
50 mila euro. Franco poi afferma che vorrebbe operare con la
SIMOS, perché la Global bisogna lasciarla perdere, mentre la
SIMOS ha un fatturato di 3 milioni di euro;
- n.1614 successive ore 10:09 quando Vallefuoco Francesco
continua a parlare al telefono con il fratello Luigi della ditta SIMOS,
di factoring e di sconti bancari da organizzare con Claudio che si
trova accanto a Luigi. Proprio Claudio, intervenuto al telefono,
suggerisce di attivare la linea di credito presso il loro istituto “e
lavorare con il loro istituto”. Franco spiega che lui deve prima
rientrare con le fatture scontate, su altri conti accesi presso gli altri
istituti. Claudio chiarisce che non li deve chiudere all'improvviso.
Franco ribatte che a lui fa più piacere lavorare con i compagni.
Claudio afferma che lui ha la possibilità di lavorare sia su Napoli che
su Roma e chiede a Franco per lui cosa sia più comodo. Franco
risponde che per lui è la stessa cosa, tanto lavora sia su Napoli, che
su Roma. Franco riprende a parlare con il fratello Luigi con il quale
concorda di lavorare con la ditta SIMOS e non con la società PLS, in
quanto il fatturato della SIMOS è più alto. Franco afferma che,
comunque, anche su quello della PLS gli serviva per uno sconto da
20-30mila euro. Luigi in ambientale si rivolge a Claudio e gli chiede
se si può fare uno sconto di 20 -30mila euro. Claudio risponde che
può arrivare anche a 60 mila euro;
- n. 1642 ore 09:47 del 15.05.2009 quando Vallefuoco, in auto,
riceve una telefonata sul cellulare da La Manna Mimmo al quale dice
di trovarsi in banca e gli detta un numero di conto corrente:
“.............92”. Mimmo chiede quanto ha provveduto a versare e
Franco risponde “…45mila euro…”. Mimmo ribatte “ma … non ne
potevi versare di più?”. Franco si giustifica dicendo che ne aveva
300mila, ma li dovrà scendere a Napoli;
- n. 1697 ore 07:47 del 18.05.2009 quando Vallefuoco Francesco è
in auto con Gennaro D'Amore al quale confida che gli hanno ritirato
la patente, contestandogli l'art.126, provvedimento finalizzato ad
evitare l'espatrio. Franco aggiunge che ora la sua carta d'identità
non è più valida per l'espatrio per cui da oggi in poi, in caso di
controllo, darà il nome del fratello Luigi;
- n.577 ore 20:42 dell’8.06.2009 nel corso della quale Vallefuoco in
auto con Esposito Lucia commenta un dialogo avuto con tale
Carminiello che gli avrebbe detto “Franchitiell... te lo giuro, io mi
pensavo che quello faceva l'uomo ... veniva vicino a te e ti dava
qualcosa di soldi … e poi, tu, lo so come sei fatto, pigliavi dei soldi e
mi li davi ... e quello che mi davi ... davi io, sabato, quando
andavo a fare il colloquio con mio fratello, glieli mettevo alla
porta....” e lui (Franco) gli aveva risposto “aspè ...mo ti dico una
cosa ... al di là di questo... se devi andare a fare il colloquio da tuo
fratello... e non tieni i soldi... mi chiami ed io … te li do io 3-400
euro da metterci alla porta a tuo fratello perchè vicino ai carcerati
non ti devi creare problemi, perchè se non li tengo li faccio uscire
.... però che questo mi deve dare i soldi... mi deve dare i soldi....
che i soldi ai carcerati si devono dare e che lui, anche se non li ha,
li fa uscire...”.
Questi i dati fattuali ricavabili dalle indagini svolte che sono stati
riportati nella loro evoluzione storica e che rivelano in questo modo,
sulla base della semplice lettura, i legami esistenti tra gli indagati e
le attività oggetto del loro interesse.
Considerazioni giuridiche
Come già evidenziato, la contestazione al capo I) è in realtà
duplice, perché da un canto riguarda la partecipazione
all’associazione diretta da Vallefuoco Francesco e dall’altro il
concorso esterno all’associazione di stampo camorrista contestata
al capo A), ovvero al clan Stolder, della cui esistenza si è già
trattato.
Due sono le questioni da affrontare sotto il profilo giuridico:
- se sia configurabile il reato di cui all’art. 416 c.p. in assenza di
elementi specifici per la contestazione di reati fine;
- se sia configurabile il concorso esterno dei partecipi di
un’associazione semplice ad un’associazione di stampo mafioso.
Quanto al primo quesito la risposta affermativa è semplice, dal
momento che diversamente si negherebbe la natura stessa di reato
di pericolo pacificamente riconosciuta ai delitti associativi previsti
dal legislatore proprio in relazione alla esigenza primaria di
garantire l’ordine pubblico nel momento stesso in cui nasce una
organizzazione che abbia finalità e capacità di commettere una
serie di delitti, prima ancora che gli stessi siano commessi.
Non vi è dubbio che l’associazione di cui all’art. 416 c.p., in questo
differenziandosi dalla più ampia previsione dell’art. 416 bis c.p.,
deve avere quale proprio scopo quello “di commettere più delitti”,
ma il legislatore sanziona la formazione e la permanenza di un
vincolo associativo continuativo tra almeno tre persone e ne indica
lo scopo ma non richiede certamente la commissione in concreto
dei reati fine i quali, ove commessi ed accertati, sono solo una
“spia” della esistenza dell’associazione.
Tuttavia, nel rispetto dei principi fondamentali della materialità e
della offensività del reato, è evidente che ai fini della configurabilità
del reato non può ritenere sufficiente la prova del mero accordo tra
i partecipi ma occorre la verificare la predisposizione comune dei
mezzi occorrenti per la realizzazione del programma delinquenziale.
In altri termini, occorre dimostrare:
- un vincolo tendenzialmente permanente, o comunque stabile,
destinato a durare anche oltre la realizzazione dei delitti
concretamente programmati;
- l’ampiezza del programma criminoso che distingue il reato
associativo dall'accordo che sorregge il concorso di persone nel
reato;
- l’esistenza di una struttura organizzativa, sia pur minima, ma
idonea e soprattutto adeguata a realizzare gli obiettivi criminosi
presi di mira (Cass. Sez. I sent. n. 10107 del 1998).
Ciò premesso, la prova della esistenza dell’associazione contestata
al capo I) è nel caso di specie ampiamente raggiunta attraverso le
intercettazioni e la contestuale attività di investigazione.
E valga il vero:
- le conversazioni registrate vanno dal settembre 2008 al marzo
2009 e danno conto della pregressa esistenza di rapporti tra
Vallefuoco Francesco, Zonzini Oriano, Zavoli
Roberto,Bacciocchi Livio, consentendo altresì, attraverso i
racconti del Vallefuoco alla sua compagna, di ricostruire il momento
in cui il vincolo tra i predetti soggetti venne a crearsi, vale a dire
quando Zavoli Roberto, trovandosi in difficoltà economica si
rivolse al Vallefuoco del quale conosceva i legami con la malavita
organizzata, e quest’ultimo colse l’occasione per ampliare i suoi
contatti (cfr. ambientale n. 6897 del 21.10.08 sopra riportata). La
vicenda trova conferma negli accertamenti svolti, tenuto conto del
fatto che dal 2005, come risulta dalla scheda anagrafica allegata
agli atti, Zavoli è titolare di un’impresa individuale di costruzioni,
quella per la quale è andato in crisi, mentre in data 25.9.08
compare come amministratore della I.S.E.S., società di consulenza
e di recupero crediti facente capo a Vallefuoco Francesco.
Quest’ultimo, come dal medesimo dichiarato in numerose
conversazioni, si occupava già di recupero credito con un gruppo di
“ragazzi” alle proprie dipendenze ponendo in essere vere e proprie
attività intimidatorie. Per la verità il medesimo Vallefuoco descrive il
sistema del doppio binario dei recuperi, indicando accanto a quelli
leciti, i recuperi che non “devono risultare” e per i quali occorre
adoperare le maniere forti (cfr. ambientale n. 102 del 3.2.09 sopra
riportata). Lo stesso Vallefuoco si vanta di avere alle sue
dipendenze ben 45 persone tutte stipendiate, nel descrivere la sua
duplice attività, di recupero crediti e di reinvestimento di danaro
proveniente dai clan camorristici dei casalesi e di Napoli (cfr. la
significativa ambientale n.1081 del 31.12.08 sopra riportata).
Vallefuoco, che ha già un suo gruppo ed ha già in corso una serie di
investimenti per conto terzi, con Zavoli ha la possibilità di
compiere un ulteriore salto di qualità, entrando nel circolo
della FINCAPITAL, la finanziaria che opera a San Marino e fa
capo a Bacciocchi Livio e Zonzini Oriano. La FINCAPITAL ha
sede nella Repubblica di San Marino alla via Alfonso Giangi 66 –
47891 Dogana, tel. 0549 ...e fax 0549 ... e tra i componenti del
Consiglio di Amministrazione figurano come consigliere Fantini
Monica (moglie delBacciocchi), come Direttore Generale Zonzini
Oriano e come sindaco Zavoli Sandra. La reale titolarità della
finanziaria appartiene al Bacciocchi come rivelato dal Vallefuoco
nell’ambientale n. 688 del 16.3.09 e come ammesso dal
medesimo Bacciocchi nella telefonata n. 8715 ore 17:34 del
30.10.2008. Attraverso la FINCAPITAL il Vallefuoco ha la
possibilità di porre in essere ulteriori operazioni del genere descritto
minuziosamente nelle ambientali n. 125 e 140 del 4.2.09, ovvero
“truffe eleganti” per usare una espressione del medesimo indagato
(ambientale 891 del 20.12.09). Sebbene i rapporti tra i soggetti
non siano sempre tranquilli, tuttavia vanno avanti come dimostrato
dalle conversazioni del gennaio (n. 43) e del febbraio (n. 418) del
2009. In particolare l’ambientale 418 dimsotra che i contrasti
nascevano dal fatto che il Bacciocchi non aveva gradito il
coinvolgimento nei loro affari dei casalesi e dei napoletani, di cui
pure era a conoscenza, portando avanti il programma criminoso
anche con operazioni azzardate che avevano messo in difficoltà il
buon nome della sua finanziaria, senza la quale tutto sarebbe
crollato;
- le intercettazioni rivelano tutte, altresì, l’ampiezza del programma
criminoso, che viene realizzato di volta in volta con società diverse
e con appoggi bancari presso istituti italiani (cfr. da ultimo
ambientale n. 1613 del 14.5.09). Il contenuto delle conversazioni
ha trovato puntuale riscontro nella mole di documentazione
rinvenuta in possesso del Vallefuoco in data 6.3.09, sopra indicata
proprio per la sua rilevanza. Non va sottovalutato che il Vallefuoco
coltiva i suoi rapporti con altri imprenditori in difficoltà disposti a
cedere il loro nome (si consideri la vicenda di Claudio Ferrari di
Cesena o quella cui si fa esplicito riferimento al magazzino del figlio
del neuchirurgo Marchi, ambientale n. 695 del 09.12.08) e
accarezza l’idea di creare una società che veda anche la Esposito
Lucia come prestanome (cfr. ambientale n. 891 del 20.12.08), oltre
a ipotizzare l’immediato coinvolgimento di un’amica di questa (cfr.
ambientale n. 891 del 20.12.08), sempre nel contesto degli stretti e
stabili legami creati con Zavoli Roberto, con i suoi fedelissimi, tra i
quali certamente figurano Marika Carcas e D’Amore Gennaro, con
soggetti di elevate capacità finanziarie,
come Bacciocchi e Zonzini (sul rilievo di Bacciocchi nel
meccanismo si ricorda, tra le altre, l’ambientale n. 23 ore 22:01
del 23.10.2008);
- la struttura posta in essere è certamente ben organizzata,
potendo contare 1) sulla apparenza di una lecita società di recupero
crediti con sede sociale a San Marino, ma operante con agenzie a
Rimini, a Castelfranco Emilia, a Brusciano in provincia di Napoli ove
sono effettuati rilievi fotografici e servizi di osservazione che
evidenziano la presenza del Vallefuoco e di alcuni dei suoi più stretti
collaboratori, oltre alle agenzie non autorizzate alle quali pure il
Vallefuoco fa riferimento, come quella di Palermo (cfr. ambientale
1081 del 31.12.08); 2) sul sostegno del reale titolare e del direttore
della finanziaria FINCAPITAL; 3) sulla disponibilità di soggetti che
volontariamente (perché affiliati o parenti) oppure in maniera
coartata (perché gravati da debiti della cui riscossione è interessata
la ISES) aprono conti corrente, firmano assegni, richiedono fidi e
prestano all’occorrenza garanzia con il fatturato delle loro imprese
(se imprenditori).
I reati fine non sono stati accertati, ma non perché non siano stati
già commessi in passato o progettati per il futuro, bensì per al
contrario per la difficoltà di individuare le numerosissime operazioni
finanziarie in atto in considerazione della gran mole di dati acquisiti
e di verifiche bancarie da compiere, sulla base di elementi concreti
che già risultano dall’esame delle registrazioni trascritte cui si
rinvia. In ogni caso è palese che l’attività sia strutturata per
organizzare truffe, anche con false fatturazioni (cfr. sul punto
ambientale n. 176 del 26.10.08, telefonate intercettate
sull’utenza Zavoli nn. 3335 e 3337 del 28.10.08, n. 4765
dell’11.11.08, ambientale n. 119 del 4.2.09), riciclare danaro
proveniente da gruppi camorristici meridionali operanti al Nord e
per recuperare crediti con metodi violenti, che la Suprema Corte
ritiene per se stessi sproporzionati rispetto alla finalità da
conseguire e tali da sfociare nella estorsione (Sez. VI, 23.11.2010
n. 41365). Peraltro dalle intercettazioni risultano anche elementi
significativi per ritenere che i soggetti realizzassero attività di usura
nel momento in cui, acquisito il credito da riscuotere, lo
rinegoziavano pretendendo una cifra secca (cfr. telefonata n. 1499
del 9.10.08) ovvero interessi anche del 20% mensili (cfr.
ambientale n. 10 del 22.10.08).
In conclusione deve ritenersi configurabile l’associazione come
contestata al capo I) essendo dimostrata la disponibilità e l’impegno
permanenti a svolgere determinati compiti, da parte di ben più di
tre persone, al fine di realizzare fatti delittuosi. Come insegna la
giurisprudenza è sufficiente che tale adesione dia vita a un
organismo il quale, indipendentemente da eventuali forme esterne,
sia in grado di avere una volontà autonoma rispetto a quella dei
singoli e di svolgere una condotta collettiva, sintesi delle condotte
individuali, al fine di realizzare il programma criminoso. Da ciò
infatti derivano il danno immediato per l’ordine pubblico ed il
pericolo per i beni che costituiscono l’oggetto giuridico dei delitti
programmati, poiché l’impegno collettivo, consentendo di utilizzare
immediatamente gli uomini disponibili e le strutture appositamente
predisposte, agevola la realizzazione dei delitti-scopo.
Alla luce di tutti gli elementi esaminati, deve essere affermato
pertanto che l’associazione promossa dal Vallefuoco non solo si è
costituita, ma ha anche operato in concreto realizzando una
molteplice serie di attività illecite.
Va affrontato, a questo punto, il secondo quesito, ovvero quella
dell’ammissibilità del concorso esterno in associazione di stampo
camorristico da parte degli affiliati alla predetta associazione.
Anche in questo caso la risposta deve essere affermativa in quanto,
a ben guardare, è evidente che si tratta di due associazioni
strutturalmente diverse, promosse e dirette da soggetti differenti e
con finalità che nettamente distinguono le due fattispecie: l’una
(quella contestata al capo A) opera sul territorio napoletano con la
forza di intimidazione e di omertà che promana dal vincolo stesso
esistente tra gli associati ed è finalizzata alla acquisizione del
dominio del territorio nel settore degli affari illeciti e nel settore
imprenditoriale e immobiliare, mentre la seconda (il gruppo
Vallefuoco contestato al capo I) opera a livello nazionale per la
realizzazione di reati nel settore economico e finanziario, ovvero
truffe, estorsioni, riciclaggio.
Trattandosi di fattispecie diverse, non vi è alcun motivo per
escludere, in linea di principio, e salvo a verificare i gravi indizi per
ciascun indagato, che gli affiliati al gruppo Vallefuoco possano
rispondere di concorso esterno nel gruppo camorristico Stolder.
Non vi è alcun dubbio, d’altro canto, che il gruppo Vallefuoco abbia
una propria autonomia e che proprio in ragione di ciò non si
configuri essa stessa come associazione di stampo mafioso o
camorristico. Sul punto si condivide la ricostruzione dell’accusa,
conforme peraltro ai principi giurisprudenziali storicamente
affermati (cfr. per tutte Cass. Sez. II sent. n. 5386 del 1994)
secondo i quali le due associazioni previste dal codice penale agli
artt. 416 e 416 bis si distinguono tra loro, oltre che per l'oggetto
del programma criminoso, per la forza di intimidazione del vincolo
associativo che costituisce elemento strutturale della seconda
associazione e non già una modalità della condotta associativa,
tanto vero che non necessariamente deve essere utilizzata dai
singoli associati né estrinsecarsi di volta in volta in atti di violenza
fisica e morale per il raggiungimento dei fini alternativamente
previsti dalla disposizione incriminatrice, in quanto ciò che
caratterizza l'associazione di tipo mafioso e le altre a questa
assimilate è la condizione di assoggettamento e di omertà che da
detta forza intimidatrice, quale effetto, deriva per il singolo sia
all'esterno che all'interno dell'associazione.
Se in tale schema si inserisce in maniera perfetta l’associazione
contestata al capo A), per l’associazione facente capo al Vallefuoco
emerge invece la esistenza di un gruppo che ha certamente contatti
con altri gruppi camorristici, ma che collabora con ciascuno di essi
per un settore specifico, quello del riciclaggio e dei recuperi crediti
da effettuare nel nord Italia, senza una propria autonoma forza di
intimidazione, bensì “spendendo” la forza derivante dal gruppo per
conto del quale si opera di volta in volta.
In altri termini, dal quadro generale che si desume dalle indagini
sopra indicate, il Vallefuoco ha creato una propria struttura
organizzata in grado anzitutto di operare le “truffe eleganti”, per
guadagnare profitti da reinvestire in usura ed estorsioni; questa
medesima struttura viene messa a disposizione del gruppo
camorristico che ne richiede i servizi ed in tal caso il suo potere
deriva dai contatti con il predetto gruppo.
Lo stesso Vallefuoco sottolinea l’importanza di mostrarsi in giro con
determinati personaggi o di spendere il loro nome per acquisire
maggiore forza, ma si tratta di un tipo di forza che non deriva
direttamente dal vincolo associativo che esiste tra i suoi associati,
bensì proviene dall’esterno.
I gruppi camorristici che mirano ad infiltrarsi nelle attività
economiche e finanziarie nel Nord e nel Centro Italia e che hanno
bisogno di reinvestire i propri ingenti profitti, eludendo i controlli
sulla origine dei capitali, hanno interesse ad avvalersi di chi conosce
i meccanismi finanziari ed ha contatti propri con il mondo bancario
e della imprenditoria.
Si ritiene, sotto questo profilo, altresì configurabile in relazione
all’associazione promossa dal Vallefuoco l’aggravante di cui all’art.
7 legge 203/91 in quanto il gruppo è organizzato non solo al fine di
commettere reati contro il patrimonio e l’economia, bensì anche con
la specifica finalità di agevolare i gruppi di stampo mafioso,
palermitani e catanesi, nonché quelli di stampo camorristico dei
casalesi e del napoletano nel settore del riciclaggio.
Venendo ad esaminare in maniera specifica la contestazione del
concorso esterno nel clan Stolder come contestato, deve in linea di
principio premettersi che la veste di concorrente esterno è assunta
da chi, non inserito stabilmente nella struttura organizzativa
dell'associazione mafiosa e privo dell'affectio societatis, fornisce
tuttavia un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo.
Deve tuttavia trattarsi di apporto che abbia una effettiva rilevanza
causale ai fini della conservazione o del rafforzamento delle
capacità operative dell'associazione (o, per quelle operanti su larga
scala, di un suo particolare settore e ramo di attività o articolazione
territoriale) e sia comunque diretto alla realizzazione, anche
parziale, del programma criminoso della medesima.
In sintesi, il concorso “eventuale” o “esterno” nei reati associativi è
certamente configurabile, anche se a tal fine è richiesto: 1) che
sussistano tutti i requisiti strutturali che caratterizzano il nucleo
centrale significativo del concorso di persone nel reato; 2) che il
dolo del concorrente esterno investa, nei momenti della
rappresentazione e della volizione, da un lato tutti gli elementi
essenziali della figura criminosa tipica e dall’altro il contributo
causale recato dal proprio comportamento alla realizzazione del
fatto concreto, con la consapevolezza e la volontà di interagire,
sinergicamente, con le condotte altrui nella produzione dell'evento
lesivo del “medesimo reato”; 3) che l'indagine sulla responsabilità si
sviluppi con un accertamento di natura causale, che viene così a
svolgere una funzione selettiva delle condotte penalmente rilevanti
e per ciò delimitativa dell’area dell'illecito (Cassazione, Sez. VI, 25
febbraio 2010, n. 7651).
Ammessa pertanto la correttezza della contestazione, sulla base dei
principi ora enunciati dovranno essere esaminate le singole
posizioni, alla cui trattazione si rinvia.
L’associazione di cui al capo H)
Le intercettazioni autorizzate sulle utenze in uso al gruppo Stolder
hanno rivelato, come già evidenziato per il capo I), i contatti del
clan con altri soggetti ai quali gli affiliati si rivolgono per ottenere,
sempre nel settore dell’illecito, servizi in materie nelle quali non
sono esperti.
Una di queste materie è quella della predisposizione di documenti
falsi.
Risulta così da alcune conversazioni che gli affiliati riescono ad
ottenere finanziamenti ed altri benefici sulla base di
documentazione falsificata.
Ed è proprio seguendo l’attività dell’indagato Giaquinto Giulio, il
quale cura per conto dello Stolder i rapporti con settori finanziari e
lavorativi, che emerge una ulteriore figura ovvero quella di Salice
Salvatore, indicato come il suocero di Ferraiuolo Gennaro, la cui
utenza, ovvero la 334 ... viene sottoposta ad intercettazione.
La vicenda riguarda i contatti del gruppo Stolder con un sindacalista
(vicenda riportata nella scheda di Ferraiuolo Gennaro) e qui
interessa sottolineare (nel richiamare quanto descritto nella scheda
del Ferraiuolo) che Salice Salvatore viene interpellato per fare in
modo che una persona con la quale il gruppo Stolder ha stipulato
un patto riceva in prestito la somma di 4.000,00 euro in contanti
entro 24 ore.
Dalle intercettazioni sulla utenza del predetto Salice Salvatore
risulta che il medesimo elabora, con l’aiuto di altri soggetti,
richieste di finanziamenti ad istituti finanziari, previa presentazione
di documentazione falsa. Le richieste sono presentate in particolare
attraverso la società di assicurazione MARASS di Marigliano
Gaetano con sede in via Novara.
Il meccanismo è semplice: il gruppo reperisce buste paga ed
imposta pratiche di finanziamento consegnate a Marigliano Gaetano
(titolare della MARASS) o a tale Rosa (sua dipendente), che
formalmente le inoltrano a varie società finanziarie. Queste, al fine
di accertare che il soggetto richiedente il finanziamento sia
realmente dipendente della ditta o società che ha emesso la busta
paga, provvedono a contattare le ditte, attraverso il numero di
telefono comunicato nella pratica di finanziamento. Tale numero,
però, è nella disponibilità proprio di un collaboratore del Salice, tale
Manuele, il quale provvede a garantire alle società finanziarie la
veridicità delle informazioni presenti sulla documentazione. Le
finanziarie, confortate dal controllo, autorizzano l’erogazione del
denaro.
Queste le telefonate significative trascritte dai verbalizzanti ed
intercettate sulla utenza cellulare 334 ... in uso a Salice Salvatore:
- n. 245 ore 19:41 del 07.07.2008 nel corso della quale Salvatore
Salice dice al suo interlocutore Manuele che lo ha chiamato la
persona che gli deve portare le carte. Manuele risponde che si
stanno sbloccando le pratiche e devono aspettare solo la chiamata
per sbloccare i soldi; aggiunge che in serata porterà qualche
pratica, facendo il nome De Luca. Salvatore gli dice che la deve
passare con la CAREFIN;
- n. 260 ore 21:27 del 07.07.2008 quando Salice riferisce al suo
interlocutore che al 90% la pratica è passata. Gli chiede quindi di
consegnare delle carte che penserà poi lui a far passare;
- n. 477 ore 19:49 del 10.07.2008 nel corso della quale Salice
Salvatore chiede all’interlocutore “il numero”. L’interlocutore chiede
di dove sia il Di Tonno e Salice risponde “Dei Sette Palazzi” e lo
avvisa che Francesco gli sta mandando una cosa della Moto GM di
cui è intestatario “un amico mio Cicciotto è proprio lui ... però lui
lavora là con Moto GM ....devi scrivere solo l'intestazione sopra....”.
L’interlocutore chiede se possa “mettere il telefono” per Di Tonno e
Salice risponde di no perché “è quel ragazzo ... te l'ho spiegato chi
è … non sia mai....lo mettiamo con un’altra cosa ... poi te la do io
una cosa”. Concordano di incontrarsi;
- n. 749 ore 17:00 del 14.07.2008 quando Gaetano contatta
Salvatore Salice e chiede notizie di documenti di tale Parmigiani e
di buste paghe;
- n.761 successive ore 17:39 nel corso della quale di nuovo
Gaetano contatta Salice al quale chiede buste paga per acquistare
cose e poi rivenderle;
- n. 836 ore 12:45 del 16.07.2008 nel corso della quale Salice
chiede ad una donna di nome Rosa se la pratica ha problemi e Rosa
gli risponde di si, perché la finanziaria ha chiamato il numero della
ditta ed una persona ha risposto di non conoscere il signore. Rosa
aggiunge che la finanziaria fa la prima telefonata alla ditta perché
adesso stanno facendo i controlli su tutti i fronti;
- n. 840 successive ore 12:47 nel corso della quale Salice riferisce a
Manuele che hanno chiamato per Paolino e loro gli hanno detto che
non lavora lì. Manuele ribatte che hanno chiamato per Di Tonno,
ma non per Paolino. Salvatore gli comunica il numero di Rosa,
ovvero 081..., e gli consiglia di parlare direttamente con lei della
pratica;
- n. 843 successive ore 12:53 quando Salice parla con Rosa della
pratica che non è stata fatta “passare” dalla finanziaria. La donna
commenta che anche lei ha chiamato il numero 081 ..., ma
risponde una donna. Salice risponde che ora proverà lui;
- n. 857 successive ore 13:17 nel corso della quale Salice parla con
Gaetano Marigliano e quest’ultimo gli dice che nella pratica che gli
ha dato c’era il numero 081 .... Salice ribatte che il numero giusto è
081 ..., ovvero il numero al quale risponde Manuele. Marigliano, a
conferma di quanto ha detto, invita l’interlocutore ad andare a
vedere la pratica che gli ha portato lui e, quindi, visto che gli ha
comunicato un numero sbagliato la pratica è stata bocciata;
- n. 874 ore 19:40, sempre nella medesima giornata (16.07.2008)
e sempre sulla stessa utenza del Salice, nel corso della quale questi
avvisa Manuele che quando chiamerà la CARIPASS per il
finanziamento deve dire che la signora ha preso un paio di giorni di
ferie. Manuele risponde che farà così
- n.1210 ore 18:02 del 24.07.2008 nel corso della quale Salice
Salvatore parla con Marigliano Gaetano, individuato dal nome con il
quale viene chiamato e dalla voce, e questo è il contenuto della
conversazione trascritta dai verbalizzanti:
Salvatore: ma che hai fatto...non ti sei fatto sentire più.... non
hai fatto...non mi hai fatto sapere niente piùGaetano: eh Totore
....questa serie di documenti ... aspettiamo a settembre .... perchè
mi faccio io la cosa .... e non ho preso niente più .... inc ...ce la
fai...ce la facciamo a farne un altro?Salvatore: che hai
detto?Gaetano: ce la facciamo a farne qualcun altro?Salvatore:
e tenevamo a quello là che tu dicesti lo volevi portare da
Tufano...Gaetano: e quello ... ancora deve scendere sta
fuori....ancora deve scendere...perchè dicemmo noi...senti con i
soldi....non è cosa ancora....dissi...andiamo da Tufano ... disse
lui.... e mo’ che scendo da fuori...vieni con noi e ci prendiamo due o
tre televisoriSalvatore: ehGaetano: hai capito ...mo dovrebbe
scendere domani ....lunedì me lo porto un attimo da te e me lo
porto con me....
Salvatore: va bene dai..va bene dai....ok....facciamo a questo... e
poi a settembre incominciamo con i prestiti ...dai
Gaetano: perchè tu dicesti...a settembre me la vedo io ... è una
cosa mia … allora noi non andiamo più in mano questi
qua.....facciamo direttamente una cosa nostraSalvatore: va
bene- n. 2980 ore 12:43 del 08.09.2008 quando Salice contatta un
altro soggetto identificato in Simmi Fabio Luca sulla base del nome
con il quale viene chiamato e del riferimento alla sua società
EDILSIMMI. Questo il contenuto della trascrizione (F per Fabio
Simmi e S per Salice Salvatore)
F: pronto….S: Fabio !!….
F: ciao Totò ..buongiorno…S: ciao.. buongiorno…senti Fabio ... vedi
che dopodomani, no, il 10 viene il fratello di Gennaro a prendersi i
soldi…
F: va bene….
S: viene Lello…il Chiattone ... lo sai quello del parcheggio…F: va
bene….
S: perché ho litigato malamente con lui per il fatto…perché mi
rimandò ... mi rimandò…vicino a me fatti i fatti tuoi ... mo’ vado io
…. hai capito allora io gli ho detto veditela tu…senti un po’ ..come
società che cosa abbiamo…come società?….
F: niente ancora….S: quella là di cosa l’hai tolta di
mezzo?….F: quale?…S: quella li che avevamo … di Roma la…F: qual
è quella di Roma?…S: quella lì che tu tenevi di Roma lì come si
chiamava?….
F: EdilSIMMI….S: no EdilSIMMI…come si chiamava??F: qual
è?S: l’ultima Fabio …quella lì che tu ti pigliasti…facemmo il
documento lì…F: qual è Totò quella di Roma?….S: quella lì che tu ti
portasti da Roma…F: ma con quella non abbiamo potuto più fare
nulla….è rivenuto quello…S:eh! …quella società lì …come si chiama
?…
F: eh! …ho capito! ..ma adesso non me la ricordo non ce l’ho
presente…S: quella che tu ci desti anche il numero di telefono a
quello….F: si ma se la è ripresa quello…Totò …S:quale…F: la
Edilcolonna…dici tu….S: eh! la Edilcolonna…si
F: e se la è ripresa quello Totò ..S: ed adesso non ce l’hai lì sopra
se dobbiamo fare….F: no, ha tutto lui….S: e come devo fare se
devo fare qualche busta…F: tocca vedere…tocca vedere la partita
IVA…tocca vedere…S: eh ed adesso ce l’ho sopra al coso qua…F: ce
l’hai?…
S : tengo quella la ….sempre questa qua diciamo la Edilcolonna…la
mettesti sopra al computer mi hai capito ?…F: ah ce l’hai il
programma…S: eh…F: eh io non ce l’ho il programma…tu ce
l’hai…S: si sta sopra al computer…sta…F: e che devi fare?..vedi
tu..S: e caso mai dopo ti chiamo e vediamo….
- telefonata n. 3797 ore 17:37 del 24.09.2008 nel corso della quale
parlano di nuovo Salice Salvatore (S) e Simmi Fabio Luca (F)
F: Totò ….S: uè dimmi..F: ho fatto a posto…S: mo vengo io da te
..vengo io da te …F: a casa?…
S: si..stai a casa tu?…F: si ti aspetto ciao…- telefonata n.3972, delle
ore 16:08 del 29.09.2008 nel corso della quale parlano ancora
Salice Salvatore (S) e Simmi Fabio (F)
F: uè Totò …
S: allora segna!!…F: si…S: GRCLSN72P12F839TF: allora ascolta ...
io lo faccio con la EdilSIMMI…S:si falla una cosa che ci serve solo
per aprire i conti in effetti…
F: eh a lui pure?….S: a lei fallo con la ditta quella di coso a
lei…F: quale?….
S: quella lì di Bortolozzi la ..come si chiama….F:ahh a lei…S: eh a
lei la metti come addetta alle pulizie della ditta di Bortolozzi…F: e
lui solo come…coso..vabbè…S: a lui mettilo come carpentiere
perché io gli faccio aprire solo il conto perché poi io dopo a
finale…voglio vedere di fargli una cosa più bella….
F: ciao….- telefonata n.3973 successive ore 16:33 quando di nuovo
Salice contatta Simmi e questo è il contenuto integrale, sempre
come trascritto dai verbalizzanti:
Salice (S) e Simmi (F)
F: pronti….S: Fabio !!!F: pronto….S: senti Fabio allora …alla
moglie…F: ehS: stampale anche il CUD … fammi sta cortesia …
perché le hanno cercato anche il CUD….F: e non ce l’ho il
programma…Totò ..S: non lo tieni il programma?…F: no…S: va
bene adesso vedo di farglielo fare da questo scemo….
F: il CUD non ce l’ho il programma …lo scarico da Internet e lo
faccio da Internet….non hai capito allora…S: ho capito…..ma lo
possiamo fare da me il CUD?…F: no….ma perché ti serve subito?….
S: no, il CUD mi serve tra qualche giornoF: ma tra qualche giorno
lo abbiamo…domani mi mettono la linea….
S: e va bene dai….F: vienitelo a prendere è pronto…..Totò la
fotocopia ricordati….
S: si, ora mi porto la fotocopia di questo….
- telefonata n. 4013 ore 11:52 del 30.09.2008 quando Salice (S)
contatta Simmi (F)
F: si….S: Fabio ..senti fammi una cortesia…fammi pure quella busta
di ieri….fammi anche quella di settembre in quanto adesso sto con
la persona in banca…e vanno cercando…F: a nome di…..
S: tutti e due….Greco e Bonavolontà…..F: ancora deve uscire
settembre!S: no falle …oggi ne abbiamo trenta e quello domani
glieli porta hai capito?…..F: ma il 5 rilasciano le buste paghe!…S: eh
ma sai che è …e che questo hai fatto il rilascio il giorno 26…hai
capito?….F:no..no..il giorno 5…S: il giorno 5…vabbè ma gliela
possiamo fare adesso….coso….F: si gliela facciamo ma prima del 5
non la può …perché si sanno che le finanziarie ogni 5 del
mese….S: si vabbè ma tu fagliele a tutte e due…..daiF: e dopo
gliele faccio ciao….S:ok..ciao ciao….- telefonata n.4181 ore 11:06
del 03.10.2008 di nuovo tra Salice (S) e Simmi (F)
F: si….
S: Fabio …F: Totò buongiorno..ciao…S: ma ieri ti ho chiamato ma
avevi il telefono spento?….F: si …ce l’ha mio nipote all’ospedale…ce
l’ha mio nipote…S: ah?….F: ho il ragazzino all’ospedale mio
nipote…S: ah ho capito…Omissis….
F: lunedì mattina viene la Telecom…la Fastweb….perché la Telecom
ha già fatto tutto….S: ho capito….F: va bene….S: mi fai quella
busta?….F: dopo te le faccio….
S: non così almeno gliela do a questo….
F: ciao caro un bacio…..
- telefonata n.4306 ore 17:02 del 06.10.2008 ancora tra Salice (S)
e Simmi (F)
F: si…S: Fabio ..F: ehh….
S: dimmi…F: ma a settembre l’abbiamo fatta…S: ah??F: ma a
settembre a questo gliela abbiamo già fatta…S: a chi?F: a Irace…..
S: no gli hai fatto agosto…
F: ho settembre….S: fagli anche agosto…fagli agosto e
settembre….F: e poi?…S: e poi c’è quella di Bonavolontà
Paola…F: chi è?…..S: Bonavolontà Paola…F: e che gli devo
fare…?S:quella lì di settembre….hai capito Fabio ?…F: come si
chiama questa?….S: quella lì che tu già hai…Bonavolontà
Paola..quella lì che gli dovevi fare di settembre…F: e che gli devo
fare a questa?..S:eh a questa …perché la banca le ha cercato
settembre…F: sarebbe
Buonavolta…..S: BuonavolontàF: Buonavolta…..
s: come si chiama Buonavolta Paola……F: aspetta un
attimo…….80145S: ah….F: le abbiamo fatto luglio….
S: no gli hai fatto solo..eh luglio ed agosto le hai fatto…F: e che le
devo fare settembre?…..
S: si le deve fare settembre..perché la banca le ha chieste tutte e
due….F: eh ed invece ad Irace cosa devo fare?…S: ad Irace falle
agosto e settembre…F: tutte e due le devo fare?…S:si falle le
stesse.…come stanno….in effetti ad Irace la devi fare stabile in
quanto quella è la ditta sua…..- telefonata n. 4312 ore 17:46 del
06.10.2008 (utenza Salice) tra i medesimi interlocutori, Salice (S) e
Simmi (F)
F: si…S: Fabio … le hai fatte?….F: le sto facendo ..le ho quasi
finite!!…S: va bene adesso allora ti mando FrancescaI verbalizzanti
annotato che la figlia del Salice si chiama Francesca
- telefonata n. 4744 ore 17:19 del 13.10.2008 (utenza Salice) tra
Salice (S) e Simmi (F), trascritta nella parte in cui, dopo argomenti
personali, si discute di quanto interessa le indagini:
S: lo tieni tu il programma?F:quale programma…S: quello lì di
Mancini … quello lì che facemmo la cosa di dove lavoro io …. (i
verbalizzanti annotano che il Salice lavora in ASIA)
F: si…S: la tieni tu….
F: come…S: la possiamo stampare una cosa tale e quale….allora
caso mai dopo passo per te….F: dopo non ci sono domani…..
..omissis…..
F: va bene adesso te la stampo…..
S: e ti voglio far vedere una cosa adesso passo un attimo per te….
- telefonata n. 4810 ore 13:09 del 14.10.2008 ancora tra Salice (S)
e Simmi (F)
F: Totò ..S: Fabio ,..
F: lo hai fatto il foglio?….
S:lo fatta fare questa copia … dopo te la mando…F: a posto…S: hai
capito?….
F: va bene!…
S: però guarda un poco dove sta..la scadenza..no dietro ..davanti…
è rimasto un piccolo segno….F: e va bene non fa niente…..
- telefonata n.4849 successive ore 20:17 sempre tra Salice (S) e
Simmi (F)
S: Fabio …F: ma Totò che cosa mi hai mandato….tutto….S: ah?….
F: ma che cosa ha fatto quel mongoloide…S: e così ha fatto… se
vedessi che cosa ha combinato…ieri…vicino a me..non mi chiamare
più…
F: ma vattene a fare in culo…..ma, glielo hai detto a questo uomo
di merda…
S: eh non mi chiamare più in quanto ho problemi … non mi
chiamare più in quanto tengo problemi …hanno spiccato il mandato
di cattura…….e a chi vuoi rompere il cazzoF: eh…S: va
bene…comunque…metti qualcosa sopra…. e poi può
andare……..però….F: e mo così faccio….
S: e butta un poco di caffè sopra…tanto lì lo ha aggiustato bene
dall’altra parte…F: eh ho visto…- telefonata n. 4858 ore 11:08 del
15.10.2008 di nuovo tra Salice (S) e Simmi (F)
F: si…S: Fabio …F: si…S: che cosa hai fatto..hai fatto
attivare?…F: si ho mandato il fax e attivano entro 24
ore…S: ah?…F: entro la giornata lo attivano…S: ah va bene tutto a
posto la cosa?…F: eh l’ho dovuta passare con il bianchetto..S: che
hai detto….F: l’ho dovuta fare con quello che cancella….con il
bianchetto..S: ho capito…..comunque tutto a posto…...omissis….
Infine gli investigatori indicano, al fine di ricostruire le attività nelle
quali il Salice è coinvolto, ulteriori telefonate sulla utenza
monitorata del soggetto. Queste telefonate sono raggruppate
perché riguardano un prestito ad interessi usurari:
- n.594 ore 13:05 del 12.07.2008 quando Patrizia riferisce al Salice
che le si è bloccato il bancomat ed il figlio sta ad Ischia e gli
servivano dei soldi. Salvatore gli dice che lui tornerà lunedì e che si
potranno sentire lunedì;
- n. 599 ore 13:13 del 12.07.2008 quando Salice riferisce ad
Angelo che ha chiamato la sorella Patrizia e che gli ha chiesto dei
soldi perchè le si è bloccato il bancomat, ma lui non crede più a
nessuno e non le darà più niente. L'uomo risponde che fa bene;
- n.660 ore 06:49 del 14.07.2008 quando dalla utenza di Patrizia
arriva il seguente SMS “Scusate don Salvatore ma * importante mi
fate quel piacere mi telefonate grazie Patrizia”;
- n.1379 ore 14:40 del 30.07.2008 quando sempre dalla utenza di
Patrizia arriva un SMS di ringraziamenti “Grazie di tutto siete
sempre gentile ho un assegno circolare che cambio domani mattina
dove dobbiamo vederci”;
- n. 1423 ore 12:05 del 31.07.2008 nel corso della quale Salice
chiama Patrizia, la quale riferisce di trovarsi a Calata Capodichino. I
due concordano di vedersi ai Ponti Rossi. Patrizia chiede 800 euro
per la fine di agosto e promette che a settembre ne restituirà 1000
euro. I verbalizzanti calcolano il tasso di interessi pari al 25%
mensile.
Questi gli elementi indicati nella segnalazione e negli allegati che
devono essere considerati al fine di valutare la esistenza
dell’associazione come contestata.
Orbene certamente il Salice, entrato nella indagine in quanto
suocero di Ferraiuolo Gennaro che lo coinvolge in un accordo che il
suo gruppo ha stipulato con un sindacalista (si ripete che sulla
vicenda si rinvia alla scheda del Ferraiuolo), è al centro di
un’attività illecita che pone in essere di intesa con Gaetano
(Marigliano) e con altri soggetti non identificati (Manuele e Rosa)
nonché a partire da settembre con il coinvolgimento di un altro
soggetto che egli già conosce, ovvero Simmi Fabio Luca.
Le intercettazioni, lette nel loro succedersi, consentono di ritenere
accertato che il gruppo coordinato dal Salice coopera per la
concessione di finanziamenti a favore di soggetti che non hanno i
requisiti, mancando di regolare attività lavorativa e quindi di uno
stipendio fisso che possa garantire la restituzione. Difatti a
conferma di ciò occorre considerare i seguenti argomenti che si
desumono dalle conversazioni:
- quando il 16 luglio sorge un problema per una pratica di
finanziamento che non è stata accettata emerge, dal susseguirsi di
telefonate, che i soggetti che si devono attivare sono Rosa, che
segue lo svolgimento della pratica, Manuele che risponde al
telefono fornendo le garanzie alla finanziaria sul lavoro indicato
sulla pratica, Marigliano che provvede ad inoltrare la pratica e
Salice che procura i nominativi;
- dalla telefonata n. 245 del 7.7.08 si ricava che il gruppo opera
stabilmente perché si fa riferimento a diverse pratiche in corso,
alcune delle quali prossime a “sbloccarsi” ovvero ad essere
finanziate, ed i soggetti interessati sono sempre Salice ed il
medesimo Manuele delle telefonate del 16 luglio;
- a conferma del punto che precede giova evidenziare che anche
dalla telefonata n. 840 del 16.7.08 i medesimi interlocutori fanno
riferimento a due pratiche in corso, ovvero quella del Paolino (per il
quale Manuele è stato regolarmente chiamato) e quella del Di
Tonno (per la quale è sorto il problema del numero sbagliato);
- il gruppo è in crescita dal momento che Salice, il quale attende
che altri gli portino le “carte”, da settembre si organizza per
realizzarle per conto proprio con la collaborazione di persona che
entra sulla scena, ovvero Simmi Fabio Luca: tanto si desume dalla
telefonata n.1210 del 24.7.08 quando Marigliano Gaetano riferisce
al Salice “perchè tu dicesti...a settembre me la vedo io...è una cosa
mia....allora noi non andiamo più in mano questi qua.....facciamo
direttamente una cosa nostra…” e puntuali da settembre si
intercettano numerose telefonate con il Simmi capace di disporre di
dati e di software per redigere buste paga e CUD.
Non si può quindi negare la esistenza dell’associazione finalizzata
alla commissione di truffe e falsi, mentre quanto alla usura viene
indicato un unico elemento che riguarda una sola vicenda che vede
coinvolto il Salice (e sempre solo riguardante il Salice è l’episodio
relativo al prestito al sindacalista come riportato nella scheda
Ferraiuolo). Invero il termine “prestiti”usato da Salice con Gaetano
nella telefonata n. 1210, tenuto conto del contesto generale, è
riferibile alla ripresa delle pratiche di finanziamento da settembre
con una gestione completamente autonoma.
Non vi sono elementi per affermare che Simmi conosca gli altri
componenti del gruppo ma è certamente consapevole di agire
nell’ambito di un’associazione, tanto vero che il medesimo in una
occasione lamenta con il Salice un’attività non adeguata svolta da
uno dei complici nella telefonata n. 4849.
In relazione al reato in esame deve negarsi la possibilità di
configurare l’aggravante di cui all’art. 7 legge 203 in quanto manda
qualsiasi elemento per ritenere che il gruppo facente capo al Salice
operi con modalità di tipo camorristico o al fine di agevolare il clan
Stolder. Unico collegamento con tale clan è rappresentato proprio
dalla persona del Salice che, nella sua qualità di suocero di un
affiliato, viene messo al corrente di un accordo del clan al quale è
invitato a partecipare (cfr. vicenda riportata nella scheda
Ferraiuolo), ma non vi è alcuna prova né che partecipi realmente a
tale accordo né che il sostegno richiesto sia ascrivibile all’attività
dell’associazione finalizzata a truffe e falsi.
Schede relative ai singoli indagati (secondo ordine alfabetico)
Premessa
E’ opportuno premettere i principi ai quali ci si atterrà nella
valutazione delle posizioni degli indagati ai quali è stata ascritta la
partecipazione ad una delle associazioni in contestazione.
Secondo il consolidato orientamento della giurisprudenza la
condotta tipica del delitto di partecipazione ad associazione
criminosa si concreta nel compito o nel ruolo, anche generico, che il
soggetto svolge o si è impegnato a svolgere, nell'ambito
dell'organizzazione, per portare il suo contributo all'esistenza e al
rafforzamento del sodalizio criminoso, con la consapevolezza e la
volontà di far parte dell'organizzazione condividendone le finalità.
La Suprema Corte ha sottolineato che, per la integrazione del reato
in esame, occorre la consapevolezza del soggetto di avere assunto
un vincolo associativo criminale che permane al di là degli accordi
particolari relativi alla realizzazione dei singoli episodi delittuosi
(cfr. Cass. Sez. I sent. n. 1332 del 1991), vale a dire la
consapevolezza di inserirsi in un’associazione criminosa e di
innestare la propria condotta nell'assetto organizzativo ed operativo
di essa (cfr. Cass. Sez. V sent. n. 2543 del 1993).
In quest’ottica, la giurisprudenza di legittimità ha altresì evidenziato
che “per ritenere sussistente la compartecipazione al delitto di
associazione per delinquere, non è sufficiente l’accordo per la
realizzazione di uno o più delitti tra quelli che formano oggetto del
comune programma di delinquenza; occorre invece la
dimostrazione della volontà dell’agente di entrare a far parte
dell'associazione e apportare un concreto contributo alla
realizzazione del comune scopo criminoso per la realizzazione del
quale l'associazione è stata costituita”(Cass. Sez. VI sent. n. 16164
del 1989). Ed invero è necessario che vi sia da parte dell’agente la
coscienza e la volontà di compiere un atto di associazione e la
commissione di uno o più delitti programmati dall’associazione non
dimostra automaticamente l’adesione alla stessa.
La partecipazione all’attività delittuosa conforme al piano
associativo costituisce solo un elemento indiziante di grande
rilevanza ai fini della dimostrazione della appartenenza ad essa
quando attraverso le modalità esecutive ed altri elementi di prova
possa risalirsi all'esistenza del vincolo associativo e quando la
pluralità delle condotte dimostri la continuità, la frequenza e
l'intensità dei rapporti con gli altri associati.
Da quanto sin qui osservato discende, con riguardo alla prova
dell’adesione del soggetto all’associazione per delinquere, che “una
volta accertato il carattere penalmente illecito di un determinato
organismo associativo, la spendita di una qualsiasi attività in favore
di esso, con il beneplacito di coloro che nel medesimo organismo
operano già a livello dirigenziale, non può che essere
ragionevolmente interpretata come prova dell'avvenuto
inserimento, per facta concludentia, del soggetto resosi autore di
detta condotta nel sodalizio criminoso, nulla rilevando che, secondo
le regole interne di quest'ultimo, la medesima attività non implichi,
invece, di per sé, il titolo di sodale” (Cass. Sez. I sent. n. 11344 del
1993).
Ai fini della prova della consapevolezza di partecipare e di
contribuire attivamente alla vita di un'associazione, - nella quale i
singoli associati, con pari coscienza e volontà, fanno convergere i
loro contributi, come parte di un tutto, alla realizzazione del
programma comune, - non è richiesta la conoscenza reciproca di
tutti gli associati, poiché quel che conta è la consapevolezza e
volontà di partecipare, assieme ad almeno altre due persone aventi
la stessa consapevolezza e volontà, ad una società criminosa
strutturata e finalizzata secondo lo schema legale. (Cass. Sez. I
sent. n. 7462 del 1985).
Analoghe valutazioni valgono non solo per l’associazione prevista e
punita dall’art. 416, bensì anche per quella di cui all’art. 416 bis
c.p. Ed invero, una volta dimostrata la sussistenza di una
organizzazione caratterizzata da un apparato strutturale strumentale basato sull'intimidazione, sull'assoggettamento e
sull'omertà, e da almeno una delle finalità indicate dalla norma,
occorre, per affermare la responsabilità del singolo, provare la sua
consapevole appartenenza al sodalizio e la sua adesione al
programma associativo.
La condotta punibile deve considerarsi realizzata se risultano
dimostrati, sul piano oggettivo, l’inserimento strutturale del singolo
in una siffatta organizzazione e, sul piano soggettivo, l’affectio
societatis, cioè la consapevolezza e la volontà di far parte
dell'illecito sodalizio, condividendone gli scopi.
Tuttavia, la giurisprudenza di legittimità ha sottolineato che “la
condotta di partecipazione consiste nel contributo, apprezzabile e
concreto sul piano causale, all'esistenza ed al rafforzamento
dell'associazione e quindi alla realizzazione dell'offesa degli interessi
tutelati dalla norma incriminatrice”. (Cass. Sez. VI sent. n. 7627 del
1996) e, quindi, “fa parte di una associazione mafiosa chi presti un
consapevole contributo alla vita del sodalizio di cui conosca le
caratteristiche, sapendo di avvalersi della forza di intimidazione del
vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento e di
omertà che ne derivano per realizzare i fini previsti dall'ultima parte
del terzo comma dell'art. 416 bis c.p.” (Cass. Sez. VI sent. n. 5649
del 1997).
Poiché il disvalore penale del fatto si impernia sulla stabile
permanenza del vincolo associativo fra almeno tre persone, e sulla
convergenza della loro volontà verso la realizzazione del comune ed
indeterminato programma criminoso, ne consegue che il contributo
del singolo deve essere finalizzato a cooperare alla permanenza
dell'organizzazione associativa, e non solo alla realizzazione di uno
dei fini specifici del sodalizio.
Essendo esclusa la perseguibilità di meri atteggiamenti psicologici,
la prova della partecipazione del singolo all'associazione di tipo
mafioso non può esaurirsi nella dimostrazione di un'adesione
monosoggettiva di carattere formale o ideale, ma deve estendersi
alla verifica dell'apporto, anche minimo ma comunque non
insignificante, arrecato alla vita dell'associazione.
Ai fini della realizzazione della condotta tipica prevista dall'art. 416
bis c.p. è sufficiente l'inserimento del soggetto nella struttura
organizzativa dell'associazione, con la relativa assunzione di un
ruolo e di talune funzioni all'interno della stessa.
Non occorre, invece, la prova che il partecipe abbia concretamente
esplicato le funzioni assegnategli, poiché l'inserimento del singolo
nel tessuto organizzativo del sodalizio si risolve in un rafforzamento
dell'associazione, i cui esponenti acquistano la possibilità di
avvalersi di quel soggetto quando sia utile ricorrere alla sua opera
(cfr. sul punto Cass. Sez. I sent. n. 13008 del 1998, secondo cui “ai
fini dell'affermazione di responsabilità di taluno in ordine al reato di
partecipazione ad associazione di stampo mafioso, non occorre la
prova che egli abbia personalmente posto in essere attività di tipo
mafioso, essendo, al contrario, sufficiente la sola sua aggregazione
a un'organizzazione le cui obiettive caratteristiche siano tali da farla
rientrare nelle previsioni dell'art. 416 bis c.p.”).
La soglia minima del contributo partecipativo penalmente rilevante
è ravvisabile nella manifestazione di impegno, con cui il singolo
mette le proprie energie a disposizione dell'organizzazione
criminale, ampliandone la potenzialità operativa.
Un contributo partecipativo consistente nella seria manifestazione
di disponibilità in favore dell'associazione mafiosa è certamente
ravvisabile nell'ipotesi in cui il soggetto abbia prestato
il "giuramento" di mafia, poiché un simile atto solenne assume
valore vincolante all'interno del sodalizio criminoso.
In proposito, la Suprema Corte (Cass. Sez. I sent. n. 11307 del
1993) ha tuttavia rilevato che “in tema di reati di associazione è del
tutto irrilevante, ai fini del riconoscimento o meno dell'intervenuta
adesione di taluno al sodalizio criminoso, il fatto che, secondo le
regole proprie di quest'ultimo, il soggetto non sia da considerare un
associato a pieno titolo, dovendosi invece aver riguardo soltanto
all'obiettività della sua condotta, onde verificare se essa sia o meno
rivelatrice, alla stregua della logica e della comune esperienza, di
una adesione che, nei fatti, si sia comunque realizzata” (v. anche
Cass. Sez. I sent. n. 4355 del 1994 secondo cui "ai fini della
sussistenza del reato di partecipazione ad associazione criminosa di
tipo mafioso non bisogna avere riguardo alle modalità di
organizzazione interna del gruppo criminoso, ma valutare sotto un
profilo esterno e con riferimento a regole di esperienza e non alle
regole del sodalizio, se sussista, o non, la partecipazione diretta nel
gruppo, in base ai rapporti che sussistono fra i vari soggetti, e
l'attività a favore del gruppo, nella consapevolezza della sua
esistenza, da parte del soggetto indagato, seppure qualificato come
esterno").
A tale conclusione si perviene sulla base dell’esame della struttura
oggettiva della fattispecie incriminatrice, che delinea una condotta
tipizzata in funzione della sua idoneità causale rispetto all’evento
giuridico. E’ stato infatti evidenziato che "la condotta di
partecipazione all'associazione per delinquere di cui all'art. 416-bis
c.p. è a forma libera, nel senso che il comportamento del partecipe
può realizzarsi in forme e contenuti diversi, purché si traduca in un
contributo non marginale ma apprezzabile alla realizzazione degli
scopi dell'organismo: in questo modo, infatti, si verifica la lesione
degli interessi salvaguardati dalla norma incriminatrice, qualunque
sia il ruolo assunto dall'agente nell'ambito dell'associazione; ne
consegue che la condotta del partecipe può risultare variegata,
differenziata, ovvero assumere connotazioni diverse, indipendenti
da un formale atto di inserimento nel sodalizio, sicché egli può
anche non avere la conoscenza dei capi o degli altri affiliati essendo
sufficiente che, anche in modo non rituale, di fatto si inserisca nel
gruppo per realizzarne gli scopi, con la consapevolezza che il
risultato viene perseguito con l'utilizzazione di metodi mafiosi"
(Cass. Sez. II sent. n. 4976 del 1997).
Quanto ai requisiti del concorso esterno in associazione di stampo
mafioso si richiamano le considerazioni giuridiche svolte nel relativo
paragrafo della parte relativa al capo I).
Sulla base di questi principi e riletti gli elementi con riguardo alle
specifiche contestazioni, segue la trattazione delle singole posizioni
in ordine alfabetico.
BACCIOCCHI LIVIO Sono a lui contestati i reati di cui al capo I)
nella duplice qualità di promotore insieme con il Vallefuoco
dell’associazione finalizzata al riciclaggio ed alle truffe, nonché di
concorrente esterno nell’associazione di stampo camorristico
facente capo a Stolder Raffaele.
Viene contattato sulle utenze 335... e 054- , intestate
all’avvocato Livio Bacciocchi, via XXIII Settembre 132, San
Marino.
A suo carico sono alcuni rilevanti elementi che qui si ricordano per
sintesi, essendo stati già riportati e commentati nella parte relativa
ai gravi indizi in relazione alle contestazioni al capo I.
Bacciocchi è il maggiore azionista e l’effettivo unico proprietario
della FINCAPITAL, società finanziaria con sede nella Repubblica
di S. Marino. A tale conclusione deve giungersi alla luce degli
accertamenti compiuti dagli investigatori, che ne relazionano
nell’annotazione finale, nonché del contenuto di talune
intercettazioni.
In particolare dalle verifiche documentali risulta che
la FINCAPITAL sita nella Repubblica di San Marino alla via
Alfonso Giangi 66 – 47891 Dogana, tel. 0549 ... e fax 0549 ..., tra i
componenti del Consiglio di Amministrazione vede la moglie
del Bacciocchi Fantini Monicae quale direttore generale Zonzini
Oriano il quale dalle intercettazioni risulta sottoposto alle direttive
del Bacciocchi, che nel corso della telefonata n. 8715 del
30.10.2008, intercettata sulla utenza del Vallefuoco, parla della sua
finanziaria che era in condizioni sane e poi è diventata “una
merda”.
Da numerose intercettazioni risulta che proprio attraverso la
finanziaria del Bacciocchiveniva realizzata attività di riciclaggio di
ingenti somme di denaro, provenienti da truffe o da clan
camorristici, attraverso alcuni semplici meccanismi che si ricavano
dalle conversazioni tra Bacciocchi e Vallefuoco, tra Vallefuoco e
Franco Di Tella di Casal di Principe, tra Vallefuoco e Stolder (che
per definire da vicino i dettagli tecnici si avvalgono di D’Amore
Gennaro e di Giaquinto Giulio), nonché dalle ambientali in auto tra
Vallefuoco e la sua compagna Esposito Lucia, sorella di Nicola, per
conto del quale lavora tale Remigio nel settore delle estorsioni nella
zona modenese (come risulta dai commenti in auto
nell’ambientale1079 del 31.12.08).
I meccanismi sono correttamente descritti nella segnalazione:
- si aprono vari conti correnti, intestati a società e/o a persone
fisiche di fiducia, e il denaro disponibile sugli stessi (oggetto di fido
e/o proveniente dalla criminalità) viene passato ad altre società,
attraverso continue operazioni di false fatturazioni utilizzate altresì
per sconti bancari proprio con la FINCAPITAL;
- si consegnano alla FINCAPITAL assegni bancari, senza
indicazione né del nome del beneficiario né della data di emissione,
affinchè Bacciocchi e Zonzini valutino come e quando cambiarli
con assegni circolari o con danaro contante da reinvestire;
- si procede a richieste di finanziamento per l’esecuzione di
transazioni commerciali “fittizie”(come nel caso del complesso
Montelicciano i cui immobili sono utilizzati più volte per vendite
simulate a soggetti compiacenti).
In realtà, il gruppo realizza una duplice finalità: da un canto fa
circolare danaro senza che si possa verificarne la provenienza e
dall’altro lo moltiplica usufruendo di tale disponibilità per acquisire
fidi presso vari istituti di credito con i quali dare vita ad altre
operazioni del medesimo tipo, mediante società con
movimentazioni irreali destinate alla bancarotta (come
testualmente riferisce il Vallefuoco alla Esposito precisando che è
importante che non risulti la fraudolenza della bancarotta
nell’ambientale 891 del 20.12.08).
Il Bacciocchi è pienamente coinvolto come rivelano le numerose
telefonate (già tutte riportate nella parte generale) che tra ottobre
e dicembre 2008 si intrecciano tra Zavoli Roberto, Vallefuoco
Francesco e Bacciocchi Livio. Ad esempio si segnala la telefonata
n.1506 del 9.10.08 quando esplicitamente Zavoli riferisce al
Vallefuoco di essere andato daLivio e di aver portato tutto
alla FINCAPITAL, per cui gli cambieranno i soldi l’indomani..
Talvolta però nascono intoppi, come in questo caso (cfr. telefonata
n. 1564 del 10.10.08 quando Bacciocchi riferisce a Zavoli che la
banca ha verificato che il soggetto intestatario del conto sul quale
versare gli assegni risulta averlo aperto da tre giorni, per cui vuole
controllare i nominativi).
Sempre le telefonate intercettate in questo periodo rivelano che il
meccanismo si è in qualche modo inceppato perché il desiderio di
operare sempre con maggiori somme, anche con la copertura delle
organizzazioni camorristiche alle spalle, fa giungere il gruppo ad un
punto di rottura, attirando su di loro i sospetti degli istituti di
credito.
Di ciò si rende ben conto il Bacciocchi che ha da salvaguardare il
suo buon nome a San Marino, ove svolge la sua attività di legale,
e che pertanto si lamenta sia con Zavoli che con Vallefuoco,
decidendo in qualche modo di prendere le distanze.
In questo contesto, le conversazioni nel corso delle
quali Bacciocchi discute con Zavoli o con Vallefuoco, che ad una
prima distratta lettura sembrerebbero dimostrare la sua estraneità,
costituiscono una forte conferma della sua partecipazione al
programma delittuoso.
Ed invero inizialmente il Bacciocchi si prodiga in suggerimenti (cfr.
telefonata 3340 intercettata sulla utenza in uso a Zavoli
Roberto in data 28.10.08 quando afferma che bisogna compiere
piccole operazioni con persone vicine), pur sottolineando la
indisponibilità ad anticipare le somme di danaro per coprire assegni
oggetto di controllo. Vallefuoco, che non è stupido, comprende
subito che il Bacciocchi sta per abbandonare lui e Zavoli per
salvare se stesso, e da qui l’accesa discussione intercettata in data
30.10.08 sulla utenza 335 ... in uso al Vallefuoco (telefonata n.
8715) nel corso della quale quest’ultimo tiene a precisare che
il Bacciocchi ha sempre saputo come “stavano le cose” e non può
tirarsi indietro. Bacciocchi, che nella parte iniziale della telefonata
aveva decisamente preso le distanze, non ribatte alle parole del
Vallefuoco cambiando piuttosto registro, in quanto si limita a dire
che aveva chiesto solo degli assegni ulteriori a copertura. La
telefonata è importante perché, ben consapevoli entrambi di parlare
di attività illecite quando si incontrano, il Bacciocchi rassicura il
Vallefuoco di aver fatto bonificare l’ufficio ed aggiunge che in quel
momento sta parlando chiuso in uno stanzino. Entrambi
evidentemente si sentono più tranquilli sulle utenze cellulari che
ritengono essere riservate (Vallefuoco cambia la sua
periodicamente e Bacciocchi non rivela a nessuno la sua utenza
personale, utilizzando peraltro anche utenze intestate allo studio
legale).
Il Vallefuoco non è comunque soddisfatto della condotta
del Bacciocchi del quale comincia a sospettare, tanto da dirgli che
entro dicembre chiuderà i loro rapporti.
Ciò naturalmente non avviene tanto che in data 31.1.09 si ha modo
di intercettare una telefonata fatta dal telefono in viva voce
installato nell’auto AUDI A/6 sottoposta ad intercettazione
ambientale con un secondo decreto. La telefonata n. 43 del 31.1.09
(già riportata nella parte generale) rivela che Bacciocchi è ancora in
contatto con il Vallefuoco che gli propone ulteriori irregolari
operazioni di sconto.
Permane tuttavia la sfiducia tanto che Vallefuoco si lamenta
con Zavoli del fatto cheBacciocchi lo contatti sulla sua utenza
cellulare (conversazione nr. 149 del 6.02.09 intercettata a bordo
dell’Audi A6) aggiungendo che se lo danneggerà in qualche modo
“se lo tirerà nella merda con lui”.
Vallefuoco sa che può farlo perché il Bacciocchi è ben consapevole
che agli affari sono interessati i gruppi camorristici che investono
nelle iniziative imprenditoriali il danaro in contanti del quale,
proprio attraverso la intermediazione della finanziaria, si occulta la
provenienza, moltiplicandone peraltro l’ammontare attraverso le
operazioni di assegni portati allo sconto e di fidi aperti su vari
istituti di credito.
Significativa della consapevolezza della disponibilità del gruppo nei
confronti della criminalità organizzata è la telefonata n.1278 del
7.10.08 intercettata sulla utenza delloZavoli il quale riferisce a
Vallefuoco di aver ripetuto più volte a Livio, presso il cui studio si è
recato, che “quelli di giù” sono interessati a Riccione e bisogna
assolutamente portare a termine l’operazione (l’operazione di
Riccione tenuto conto del succedersi delle telefonate e del
coinvolgimento della Nuova Rinascente interessa il gruppo dei
casalesi). Ancora più esplicita è la conversazione n. 418 del
25.02.09 quando in viva voce a bordo dell’Audi A6 Vallefuoco
riferisce a Monica Fantini, moglie di Bacciocchi, che ritiene di
avere il telefono sotto controllo per cui non può parlare
direttamente con il marito al quale chiede di fare un ultimo sforzo
perché poi “gli toglierà tutti i casertani ed i napoletani dai
coglioni...”. Alla donna il Vallefuoco precisa di non essere
interessato al benessere di Zavoli e di Lara, quando al proprio
essendo costoro solo prestanome come Proietti lo era per il marito.
Il Bacciocchi ha stretto un legame che non può essere spezzato
solo perché ci si vuole mettere in salvo e, seguendo i metodi delle
persone con le quali di solito collabora, il Vallefuoco ipotizza di dare
una lezione al compagno che ha pensato di lasciarli in difficoltà (cfr.
telefonate in viva voce n. 782 e 787 del 20.3.09 intercettate a
bordo dell’AUDI A 6).
Ed invero, appena qualche mese prima, il Vallefuoco aveva
sottolineato la importanza che ilBacciocchi, definito suo
“collaboratore”, aveva per il meccanismo con il quale operavano,
come chiaramente si desume dalla ambientale n. 23 del 23.10.2008
(Audi A6) quando parlando con tale Gigino rivela di aver detto ad
un soggetto che sta creando problemi alBacciocchi a San
Marino che le persone che sono accanto a lui (napoletani e
casertani) sono dispiaciute per questi problemi perché non deve
incepparsi il meccanismo e se dovessero sorgere problemi queste
persone “sparano in testa” a chi risulta responsabile.
Da quanto sin qui evidenziato deve concludersi per la sussistenza a
carico del Bacciocchi di gravi indizi di colpevolezza in relazione alla
sua qualità di partecipe all’associazione promossa dal Vallefuoco
Francesco, aggravata dall’art. 7 legge 203/91.
Non vi sono però elementi per ritenerlo promotore insieme con il
Vallefuoco rispetto al quale mantiene una posizione subordinata,
mettendo a disposizione la sua finanziaria e le sue personali
conoscenze ma sempre nell’ambito delle iniziative decise dal
Vallefuoco.
Non risulta peraltro alcun indizio che colleghi personalmente
il Bacciocchi allo Stolder tanto da poterlo considerare concorrente
esterno nel clan Stolder.
CARCAS MARIKA
Sono a lei contestati i reati di cui al capo I) per essere partecipe al
gruppo facente capo al Vallefuoco per aver, nella qualità di
segretaria della ISES e di preposta alla gestione contabile, svolto
un’attività funzionale alla realizzazione degli scopi illeciti
dell’associazione concorrendo così anche nel reato di cui all’art.
416 bis c.p. in relazione al clan Stolder.
A suo carico si evidenziano gli elementi richiamati in sintesi
segnalando quanto già riportato nel trattare della configurabilità
delle fattispecie delittuose che costituiscono oggetto della
contestazione al capo I).
Anzitutto, dall’esame della documentazione sequestrata al
Vallefuoco a Termoli in data 6.3.09, risulta il suo nome tra coloro
che firmavano assegni emessi su conti correnti, loro fittiziamente
intestati, aperti al duplice fine di riciclare proventi illeciti e di
ottenere fidi secondo il meccanismo truffaldino descritto nella
scheda relativa a Bacciocchi Livio. A conferma di ciò l’analisi di
sette fogli manoscritti riportanti la contabilità e le date di scadenze
di assegni vari emessi a favore della medesima Carcas (fogli pure
acquisiti in copia) ha consentito agli investigatori di verificare che la
provvista dei depositi dei conti correnti bancari di Carcas Regnaud
Marika (oltre che di Marchese Matteo, Cervellini Stefano, D’Amore
Giuseppe, D’Amore Gennaro, Vallefuoco Giuseppina) proviene
dalle società sammarinesi ITECNICI, I.S.E.S e ZAVOLI
Roberto. In altri termini, la Carcas versa sul proprio conto corrente
assegni emessi in suo favore da una delle società facenti capo al
Vallefuoco ed allo Zavoli e, quindi, a sua volta emette assegni che
tramite la stessa I.S.E.S. vengono portati allo sconto della società
sammarinese FINCAPITAL, dalla quale Vallefuoco, sempre per il
tramite dello Zavoli, riceve assegni circolari liberi da cambiare in
Italia con danaro contante, eludendo ogni indagine sulla
provenienza dei fondi investiti dalla criminalità e al tempo stesso
moltiplicandone in maniera artificiosa il valore. Il Vallefuoco sa bene
la importanza della documentazione che i Cc. di Termoli hanno
avuto modo di esaminare e proprio per questo motivo si attiva
con Bacciocchi e Zonzini per far ritirare dalla operazione di sconto
anzitutto i due assegni D’Amore e gli assegni di Vallefuoco
Giuseppina, posto che quelli di Marika sono tra i primi ad essere
ritirati (conversazione n.688 del 16.03.2009 intercettata nell’auto
AUDI A/6 grazie al telefono viva voce). E’ evidente che tra i tanti
assegni il Vallefuoco si preoccupa di far ritirare quelli relativi alle
persone a lui strettamente legate, tra le quali si colloca la indagata.
Ed invero è proprio Vallefuoco Francesco che delinea la posizione
della Carcas nella telefonata n. 6897 del 21.10.08 intercettata sulla
utenza 335... , in uso al medesimo Vallefuoco, che la descrive come
persona di assoluta fiducia nonché in particolare come “colei che
mantiene la sua borsa”, chiarendo che la Marika avendo compreso
che tutte le società formalmente intestate allo Zavoli
Roberto facevano capo a lui gli aveva svelato i movimenti
dello Zavoli compiuti ad insaputa del Vallefuoco, diventando da
quel momento la sua persona di fiducia in tutte le sue attività.
A conferma di ciò si ricordano le conversazioni (pure già riportate
nella parte generale) n. 106 del 28.10.08 intercettata nell’AUDI A/6
quando Vallefuoco in auto con Gigino e con Marika Carcas dice a
quest’ultima di chiamare La Manna Domenico (soggetto legato alla
mafia siciliana) con il quale deve fissare un appuntamento a Rimini
per un incontro con i “siciliani”; n. 395 del 20.11.08 intercettata
sempre nell’AUDI nel corso della quale si comprende che Vallefuoco
è in auto con Gigi e con Marika Carcas e si trova in Sicilia, ovvero
nella terra di La Manna (per usare una espressione di Vallefuoco)
che egli provvede a contattare; n. 644 del 4.12.08 intercettata
sull’auto Audi A6 quando Vallefuoco con la Carcas commenta i
controlli di polizia; n. 60 del 2.2.09 intercettata nell’auto Audi A/6
quando Vallefuoco impartisce direttive alla Carcas su quanto dovrà
dire in caso di controlli di polizia, avendo notato davanti all’agenzia
la presenza di persone sospette (che egli ritiene essere agenti di
polizia come rivelato dalle conversazioni successive); n. 1375
dell’1.5.09 intercettata nell’AUDI A/6 quando Vallefuoco rivela alla
sua compagna che la Marika ha eseguito recuperi crediti per conto
suo e, a dimostrazione del genere di recuperi di cui sta parlando,
aggiunge che in una occasione lui nascose la “pistola nella sue
mutande”.
La Carcas è colei che “tiene la borsa” ovvero:
- gestisce la contabilità come dimostrato dalle telefonate
(numerose) tra lei e lo Zavoli Roberto intercettate tra ottobre e
novembre 2008 quando Zavoli la contatta per essere
continuamente aggiornato sulla situazione degli assegni in
circolazione (si rinvia sul punto a quanto riportato con riguardo al
capo I);
- partecipa alla attività di usura pure posta in essere dal Vallefuoco,
sempre quale ulteriore forma di riciclaggio, come rivelato dalle
conversazione n. 121 del 4.2.09 intercettata dal telefono viva voce
nell’AUDI A/6 tra la Carcas ed il Vallefuoco nel corso della quale i
due discutono dei titoli che un debitore Giacomi Oriano sta
consegnando alla donna per ottenerne il rinnovo per cui a fronte di
15.000 euro giunti a scadenza per una proroga al 31 marzo si farà
rilasciare due assegni da 9.500 ciascuno.
Sussistono quindi i gravi indizi di colpevolezza a suo carico in
relazione alla partecipazione all’associazione a delinquere facente
capo a Vallefuoco Francesco aggravata dall’art. 7 legge 203/91,
tenuto conto della piena consapevolezza della metodologia
adoperata dal Vallefuoco per la commissione di affari illeciti con il
sostegno di esponenti di gruppi di criminalità organizzata di stampo
mafioso.
Non vi sono invece elementi per ritenere il concorso
nell’associazione del clan Stolder con il quale non risulta a carico
della Carcas alcun contatto diretto.
COLURCIELLO SALVATORE
Sono a lui contestati i reati di cui ai capi A), nella qualità di
partecipe al clan Stolder, e C (tentato furto aggravato Muto).
Alla identificazione certa del Colurciello quale Salvatore o Totore
affiliato al clan si giunge:
- quando in data 27.06.08 alle ore 12:25 viene annotata la
presenza sotto l’abitazione dello Stolder Raffaele di Fiandra Bruno,
Colurciello Salvatore e Marotta Salvatore (cfr. annotazione inserita
nell’allegato 19 volume 2° segnalazione);
- in occasione del tentativo di furto aggravato ai danni di Muto
quando l’indagato viene controllato insieme con Quinzio Nicola che
comunica allo Stolder in tempo reale il controllo di polizia subìto
(cfr. quanto riportato al capo C);
- quando in data del 21.08.08 ore 12:13 sono effettuati rilievi
fotografici relativi alla presenza del Colurciello presso l’abitazione
dello Stolder dalla quale viene visto uscire in compagnia di un
soggetto non identificato ed avvicinarsi ad un’auto Fiat Punto 75 tg.
..........P risultata intestata a Caruso Rita che i verbalizzanti
indicano come sua convivente (cfr. annotazione inserita
nell’allegato 19 volume 2° segnalazione).
D’altra parte il Colurciello, come risulta dalla sentenza in atti, risulta
già condannato quale affiliato al clan Stolder, per cui sotto il profilo
logico, non essendo mai cessata la associazione, appare naturale
che alla scarcerazione del capo abbia ripreso a collaborare
attivamente con il medesimo (lui stesso peraltro era stato
scarcerato nel marzo 2007 per effetto del condono).
L’indagato è detto Giacchetella per distinguerlo dagli altri Totore
presenti nel gruppo (come Marotta e come Santaniello, quest’ultimo
talvolta scherzosamente chiamato capellone in quanto calvo).
Non vi possono essere dubbi sulla attribuzione del soprannome al
Colurciello tenuto conto del dato risultante in maniera chiara dalla
telefonata n. 403 del 21.8.08 utenza Stolder (riportata nella parte
relativa al tentato furto ai danni d M. B.) quando lo Stolder
all’interlocutore, che ha chiesto di Giacchettella, passa il proprio
cellulare al Colurciello del quale i verbalizzanti conoscono bene la
voce avendo peraltro proceduto al monitoraggio di due utenze in
uso al medesimo (334 .. e 334 ...) individuate sempre tramite i
contatti con lo Stolder. Giova sul punto evidenziare che la prima
utenza viene dettata dallo Stolder al suo interlocutore nel corso
della ambientale n. 1442 del 20.6.08 ore 7:40 intercettata
nell’abitazione Stolder (riportata nella parte generale sul capo A).
Le intercettazioni nelle quali compare il Colurciello sono numerose e
sono tutte indicate nella parte generale. Dalle stesse emerge la
piena partecipazione come persona di fiducia a tutte le iniziative
illecite del gruppo, oltre alla accertata partecipazione al reato di cui
al capo C per il quale si rinvia a quanto evidenziato nella parte
relativa.
Solo a titolo esemplificativo si ricordano le seguenti registrazioni
effettuate presso l’abitazione della famiglia Stolder: n. 18 del
23.5.08 quando viene invitato a portare dei soldi a Gennarino e si
discute degli attrezzi da acquistare; n. 75 del 24.5.08 quando
partecipa alla discussione sulla organizzazione dei colpi da
effettuare; n. 181 del 29.5.08 quando discute di un colpo che il
capo sta organizzando con la complicità “forzata” del titolare di una
tabaccheria; n. 199 del 29.5.08 quando si discute con altri affiliati
sempre del tema sui colpi da realizzare; n. 366 del 2.6.08 e n. 520
del 4.6.08 sullo stesso tema; n. 517 del 4.6.08 quando partecipa
alla distribuzione dei soldi effettuata dal capo a dimostrazione che è
uno stipendiato dal clan; n. 786 del 10.6.08 e n. 949 del 13.6.08 in
cui si parla di percorsi fognari e buchi da effettuare; n. 1327 del
19.6.08 quando i presenti discutono della necessità di velocizzare i
loro interventi per evitare di essere preceduti altro gruppo. Da
sottolineare in maniera particolare, perché elimina ogni dubbio sulla
consapevole e fattiva appartenenza al clan camorristico, è
l’ambientale n. 786 del 10.6.08 nel corso della quale la moglie di
Stolder, Ferriero Patrizia, discute con Colurciello della estorsione ai
danni di un pescivendolo che deve essere portata avanti dal
medesimo.
Sussistono pertanto a carico del Colurciello i gravi indizi di
colpevolezza in relazione ai reati a lui ascritti.
D’AMORE GENNARO
Sono a lui contestati i reati di cui al capo I quale partecipe
all’associazione facente capo dal Vallefuoco che lo utilizza per i suoi
contatti con la criminalità organizzata a Napoli e, pertanto, quale
concorrente esterno del clan Stolder.
Egli è residente in via Pescatori a Brusciano e probabilmente per
questo motivo viene chiamato il Pescatore per individuarlo e
distinguerlo dall’altro Gennaro (Esposito) pure partecipe alle attività
del gruppo; viene inoltre indicato come il cognato di Vallefuoco (lui
stesso si presenta come cognato di Franco o in tal modo fa a lui
riferimento il Vallefuoco) ed invero egli è coniugato con Panico
Antonietta, sorella di Giustina moglie del Vallefuoco.
In data 26.1.09 viene costituita la I.S.E.S. Italia S.r.l., CF 037 ...
con sede in via Flaminia n.171 Rimini e tra i soci figurano Panico
Giustina (con euro 9.900) e D’Amore Gennaro (con euro 100). Il
D’Amore è anche amministratore unico della società. Sul punto va
precisato che già da prima la I.S.E.S. con sede in San
Marino operava come agenzia di recupero crediti con sedi in Emilia
Romagna ed a Brusciano.
Sulla individuazione del D’Amore va altresì ricordata l’annotazione
dell’8.10.08 quando viene controllato insieme con il Vallefuoco
Francesco, oggetto di un servizio di osservazione, essendo emerso
dalle intercettazioni in corso che tale Franco, la cui utenza cellulare
era monitorata, si sarebbe recato a trovare la moglie in ospedale.
Ed invero alle ore 15:00 in Avellino i verbalizzanti individuano l’auto
AUDI A/6 in uso a Vallefuoco Francesco parcheggiata nei pressi del
locale ospedale. Alle ore 15:30 escono dall’ospedale Moscati due
uomini che salgono a bordo dell’auto. Si procede a farli controllare
da una pattuglia dei Cc. in zona verificando così che insieme con il
Vallefuoco Francesco è D’Amore Gennaro (nato Brusciano il
12.1.68) ed il figlio minore del Vallefuoco.
E’ sempre il Vallefuoco a descrivere nel corso di un’ambientale
intercettata nell’AUDI A/6 in data 15.3.09 (n. 679, riportata nella
parte generale) il ruolo del D’Amore parlando con la compagna
Esposito Lucia. Ed infatti, dopo aver chiuso una telefonata con il
cognato nel corso della quale lo aveva rimproverato di aver fatto
troppe domande a tale Paolo sull’esito dell’incontro con Lello a
Napoli, dice che lui è “il contatto con Lello ... l'anello tra me e lui”,
pur aggiungendo che parla troppo e per questo non è gradito.
Vallefuoco teme che il predetto D’Amore possa essere intercettato e
possa fargli prendere così molti anni di carcere, motivo per il quale
continua dicendo “lo devo mettere solo nell’I.S.E.S. e basta”. Nel
corso della medesima ambientale, ad escludere ogni possibile
equivoco sulla identificazione del D’Amore, quale suo tramite con lo
Stolder, il Vallefuoco fa riferimento ad un altro Gennaro, pure suo
collaboratore, in relazione al quale tuttavia dice “io a Gennaro non
lo posso mandare a Forcella, in quanto ha i precedenti…. e se lo
vedono a Forcella lo arrestano”. E, dopo aver parlato di nuovo al
telefono con il D’Amore che viene ancora rimproverato perché non
è opportuno “fare domande delicate”, il Vallefuoco ripete alla
compagna che non avrebbe avuto questi problemi se avesse
mandato o Capocchia (soprannome di Gennaro Esposito), ma questi
ha molti precedenti. Sul punto va sottolineato che il D’Amore
Gennaro risulta incensurato mentre l’Esposito è pregiudicato.
In quel periodo il Vallefuoco, come risulta dalla lettura delle altre
conversazioni intercettate, è molto preoccupato avendo compreso
di essere oggetto di controlli di polizia e temendo di poter essere
arrestato, tanto da doversi tenere pronto a lasciare la propria
abitazione.
Ciò giustifica il suo malumore per l’eccessiva loquacità del D’Amore
Gennaro (mentre evidentemente lui si ritiene al sicuro nella
macchina intestata a società sammarinese), ma resta il fatto che
lo definisce tramite con lo Stolder e persona di fiducia
nella I.SE.SPeraltro il nome del D’Amore Gennaro risulta dalla
documentazione acquisita in copia a Termoli in data 6.3.09 quale
firmatario di alcuni assegni e beneficiario di altri analogamente a
quanto evidenziato per Carcas Marika ed allo stesso modo per lui si
preoccupata il Vallefuoco facendo in modo che gli assegni
compromettenti vengano ritirati.
Certamente D’Amore, pur figurando come amministratore della
ISES Italia non ha poteri autonomi ma agisce seguendo le direttive
del capo, come rivelato dalla ambientale n. 119 del 4.2.09 quando
il Vallefuoco riceve la telefona dal D’Amore che gli passa al telefono
Giacomi Oriano con il quale Vallefuoco discute ed al quale il
medesimo avanza le sue richieste, decidendo in un momento
successivo un rinnovo del debito ad interessi usurari (circostanza
evidenziata nel trattare nella scheda della Carcas).
Il D’Amore non riceve lo stipendio per la qualità rivestita, ma riceve
il mensile al pari degli altri “ragazzi” come risulta dall’ambientale n.
148 del 6.2.09 (Audi A6) quando riferisce alla moglie che “bisogna
pagare i ragazzi” e tra costoro indica Gennaro D’Amore per 2500
euro.
Estremamente significative dell’effettivo ruolo del D’Amore, come
descritto dal Vallefuoco alla compagna, sono le intercettazioni (tutte
riportate nella parte generale) che dimostrano i continui contatti tra
l’indagato ed esponenti del clan Stolder. Si ricordano qui in
particolare le telefonate intercettate sulla utenza in uso a Giaquinto
Giulio n.3102 del 27.09.2008, n. 3162 del 29.09.2008 e n.3309del
03.10.2008 per prendere appuntamenti in relazione ad una
operazione finanziaria da compiere con la intermediazione di altri
soggetti “puliti”; la telefonata n. 31 intercettata sulla utenza
monitorata del D’Amore quando in data 27.10.08 contatta lo
Stolder, nonché le ambientali intercettate nell’auto AUDI A/6
quando il Vallefuoco riceve in viva voce telefonate dal D’Amore
Gennaro che lo aggiorna sui contatti con Lello di Napoli, n. 21 del
23.10.08, n. 37 del 25.10.2008, n. 76 del 27.10.08, n. 672 del
14.03.09.
Significative sono altresì le ambientali n. 37 del 25.10.08 e n. 639
del 3.12.08 entrambe intercettate tra il Vallefuoco ed il D’Amore
insieme nell’auto AUDI A/6. Nel corso della prima D’Amore
sottolinea la piena consapevolezza dei rapporti con le organizzazioni
criminali nella parte in cui riferisce di dover incontra una persona
protetta dagli ex del clan Alfier, riceve a sua volta le confidenze del
cognato circa il comportamento del Di Tella e racconta della volontà
di Lello a Napoli di commerciare in sigarette di contrabbando
eludendo i controlli doganali; nel corso della seconda i due
discutono di un recupero crediti per il quale il Vallefuoco ha ricevuto
incarico dai nipoti di Ciccio Mallardo, boss del clan omonimo e della
situazione napoletana di tensione dopo i contatti tra il La Manna
controllato all’hotel Ramada e lo Stolder che ha timore di uscire di
casa.
Ancora sono da segnalare le ambientali n.1203 dell’8.01.09 (Audi
A6) quando Vallefuoco riferisce alla moglie che i Casalesi vogliono
prendere appuntamenti con Gennaro il Pescatore, ovvero il cognato
D’Amore che lui utilizza per tali servizi e n. 440 del 28.2.09 (Audi
A6) quando racconta all’interlocutore Giovanni Abete dell’incontro
avuto con i casalesi presso una pompa di benzina quando a fargli
da scorta vi erano i due Gennaro, ovvero D’Amore ed Esposito,
come dimostrato dalle precedenti intercettazioni registrate proprio
mentre il Vallefuoco si reca all’appuntamento e chiede ad uno dei
Gennaro di depistare l’auto che li sta seguendo e che teme sia della
polizia.
Sussistono alla luce di tutti gli elementi sin qui evidenziati i gravi
indizi di colpevolezza in relazione ad entrambe le contestazioni
indicate al capo I) essendo evidente che il D’Amore non solo è
pienamente inserito nell’associazione promossa dal Vallefuoco ma
svolge anche un ruolo significativo in relazione alle attività illecite di
contrabbando e di riciclaggio per conto del clan Stolder.
DE MAIO LUIGI
E’ a lui contestato il reato di cui al capo A), nella qualità di
partecipe.
Dalle intercettazioni in corso sulle utenze in uso allo Stolder emerge
che egli è in contatto con tale Gigino che usa la utenza 339 ...,
inizialmente attribuita ad Improta Luigi (altro indagato). Tuttavia,
dall’ascolto delle telefonate intercettate sulla utenza ritualmente
monitorata, emerge che Gigino è di frequente in contatto con la
utenza 346 ... per parlare con la moglie Elvira e la figlia Teresa. La
predetta utenza risulta intestata appunto al figlio De Maio Armando.
Se ne desume che Gigino è proprio De Maio Luigi che le forze di
polizia conoscono anche con il soprannome di “Gigino l’elettricista”,
con il quale viene chiamato anche nel corso delle ambientali dagli
altri indagati.
Ed invero il De Maio è stato già oggetto di indagini in passato
proprio perché Stolder Raffaele, durante il periodo della sua
pregressa latitanza, utilizzava un documento recante le generalità
del De Maio Luigi che venne all’epoca inserito negli archivi di polizia
come alias dello Stolder.
I medesimi investigatori riconoscono che spesso Stolder e la moglie
di questi, Patrizia, contattano il De Maio come elettricista per la
risoluzione di problemi tecnici relativi alla loro abitazione, ma il
soggetto è altresì chiamato come elettricista del gruppo nei
“colpi” che vengono organizzati dal capo.
Significativa in tal senso è la partecipazione agli incontri intercettati
in ambientale presso l’abitazione Stolder, quando gli affiliati
discutono chiaramente di attività da compiere per accedere,
attraverso gli scavi effettuati nelle fogne, agli obiettivi da colpire.
Si ricordano qui le conversazioni riportate nella parte generale sulla
configurabilità del reato di cui al capo A e riguardanti la posizione
del De Maio, ovvero: la n 704 del 9.6.08 quando lo Stolder si
rivolge al De Maio problemi elettrici da risolvere per l’utilizzo di un
trapano in quanto il filo elettrico non deve essere visto (come si
evince dalle intercettazioni di quel giorno Stolder sta organizzando
un colpo da realizzare passando per le fogne); la n. 786 del
10.6.08, quando il De Maio parla anche di telefoni e schede nuove
che può recuperare a Secondigliano; la n. 879 dell’11.06.2008
quando si continua a parlare dello scavo in corso e del colpo da
realizzare, sempre in presenza del Gigino De Maio al quale Stolder
si rivolge per i fili elettrici messi sotto la botola; la n. 1442 del
21.06.2008 quando all’arrivo di Gigino Stolder, che pure si
compiace per il fatto che partecipi alla riunione nonostante sia
ammalato, tuttavia lo rimprovera per come è stato posizionato il
filo, dal momento che il fabbro ha paura della corrente.
Con riguardo all’ambientale n. 1442 la individuazione del Gigino nel
De Maio, oltre che dalla obiettiva circostanza che con il medesimo si
parla del filo elettrico volante per i lavori da effettuare sotto la
botola, risulta riscontrata dal riferimento al suo stato di salute. E
sul punto si ricordano le seguenti telefonate:
- n. 5718 ore 13:16 del giorno 14.06.2008 utenza 334 ...in uso a
Ferraiuolo Gennaro quando Gennaro contatta Gigino il quale
afferma di avere la pleurite e di doversi curare. Gennaro gli chiede
quando si potrà presentare e l'uomo gli risponde “non prima del
fine settimana”, perchè si deve curare;
- n. 1391 ore 19:35 del giorno 23.06.2008 utenza 331 ... in uso a
Stolder Raffaele il quale lamenta che Gigino non si sia presentato.
Gigino risponde che è ancora in cura e vuole evitare uscire. Stolder
insiste e Gigino gli dice che non ce la fa a “salire le scalette”.
Stolder gli chiede se lo può spiegare ad Antonio, il muratore, che si
trova lì in quanto è una cosa urgente, altrimenti non si può aprire il
“magazzino”. Gigino gli risponde che domani mattina andrà sul
presto da Stolder (dal momento che lo Stolder non ha un’attività
commerciale è evidente l’utilizzo di un termine allusivo all’opera di
scavo in corso risultante dalle ambientali).
Costituisce elemento gravemente indiziante la partecipazione alle
riunioni presso l’abitazione dello Stolder il quale, da poco
scarcerato, sta riorganizzando il proprio gruppo e in primo luogo, al
fine di rafforzarlo, ha incominciato a realizzare colpi per fare soldi e
rimetterlo in sesto, avvalendosi esclusivamente di persone della
“famiglia” (così lo stesso Stolder si esprime nella ambientale n. 703
nella mattina del 9.6.08, parlando con tale Peppe).
Peraltro il De Maio non mette a disposizione del gruppo solo la sua
“professionalità” come elettricista, ma si propone anche per il
recupero di cellulari nuovi a Secondigliano, quando Stolder si
confida con lui circa i suoi timori di poter essere intercettato.
E’ una persona di fiducia del capo e degli altri affiliati che
apertamente discutono con lui ed in sua presenza dei problemi del
clan.
Sussistono pertanto a suo carico i gravi indizi di colpevolezza in
relazione al reato di cui al capo A).
DI MAURO ANTONIO.
E’ a lui contestato il reato di cui al capo C (tentato furto aggravato
Muto), avendo il P.M. evidenziato che a suo carico sono solo gli
elementi relativi alla partecipazione al delitto in relazione al quale fu
fermato insieme ad Improta Giuseppe e non risulta pregressi
rapporti con il gruppo Stolder.
Deve quindi ritenersi che Tonino o Cacaglio, come viene chiamato il
Di Mauro, non sia uno dei compagni, ma un soggetto che è stata
chiamato per la realizzazione di una chiave adeguata ad aprire la
porta dell’abitazione della vittima. Ciò si desume chiaramente dalla
telefonata n. 68 ore 19:06 intercettata sulla utenza366 ... in uso
allo Stolder che lo avvisa del fatto di aver deciso l’immediato
intervento e Di Mauro risponde che possono anche andare “solo i
compagni” dal momento che hanno la chiave. Stolder ribatte che
per una questione di correttezza ci teneva a farglielo sapere,
rivolgendosi a lui come persona esterna e non come suo affiliato.
Tuttavia, poi si rende necessaria la presenza del medesimo Tonino
perché evidentemente, tenuto conto degli attrezzi a lui sequestrati,
occorreva ulteriormente intervenire sulla chiave.
Si tratta comunque di uno dei professionisti esterni, al pari di
Schiavon, ingaggiati dallo Stolder.
A suo carico in relazione al reato come contestato al capo C sono i
gravi indizi già indicati nel trattare del delitto, gravi indizi per i quali
tuttavia il medesimo è stato già denunciato e condannato con
sentenza in primo grado, secondo quanto si desume dal certificato
dei carichi pendenti.
DI TELLA FRANCESCO
Sono a lui contestati i reati di cui al capo I nella qualità di stabile
referente della struttura associativa per le operazioni compiute
nell’interesse del clan dei Casalesi e, quindi, quale concorrente
esterno del clan Stolder.
Dagli accertamenti svolti sul conto del Di Tella Francesco, nato a
Casal di Principe, risulta che:
- è amministratore unico dal 24.11.86 della società EdilTella s.r.l.
avente ad oggetto lavori di costruzione edifici con sede alla via
Roma 149 a Caserta;
- è coniugato con Mosto Dora titolare a sua volta di un’impresa
individuale per la gestione di un servizio commerciale nel settore
alimentare con sede legale a Caserta;
- la medesima Mosto Dora figura dal 21.10.05 come amministratore
unico della società La Nuova Rinascente Costruzioni s.r.l. con sede
Caserta alla via Roma n. 105 costituita tra Mosto Dora per la quota
di 18.000 euro e Mosto Antonio per la quota di 2000 euro ed avente
ad oggetto lavori di edilizia in generale.
I numerosi riferimenti contenuti nelle conversazioni alla società
Nuova Rinascente Costruzioni ed alla moglie Dora hanno consentito
agli investigatori di identificare con certezza nell’attuale indagato il
Franco di Casal di Principe che opera con il Vallefuoco partecipando
all’attività illecita come descritta nelle schede relative a Bacciocchi
Livio e Carcas Marika e facendo altresì da tramite per il riciclaggio
con i Casalesi.
Con specifico riferimento alla posizione del Di Tella giova richiamare
per sintesi, tenuto conto che tutte le intercettazioni sono state
riportate nel trattare dei reati contestati al capo I, le seguenti
conversazioni:
- telefonata n. 3620 dell’1.10.08 intercettata sulla utenza 345 ... in
uso al Vallefuoco nel corso della quale il Vallefuoco contatta tale Zio
e gli passa al telefono una persona di Casal di Principe che definisce
“suo socio in Italia” e la medesima si presenta allo Zio come
“Franco Di Tella” discutendo con lui di un appalto sulla autostrada
A3 Salerno Reggio Calabria e di una attestazione SOA che potrà
essere richiesta da una persona conosciuta dallo Zio per partecipare
ad un subappalto;
- telefonata n.1247 del 7.10.08 intercettata sulla utenza di Zavoli
Roberto che riferisce al Vallefuoco di essere andato
da Bacciocchi e “la cosa si può fare, ma non con la società Nuova
Rinascente” perché troppo piccola e per Montelicciano occorre una
ditta con un fatturato molto alto. Vallefuoco ribatte che bisogna
parlarne con Franco (Di Tella in considerazione del riferimento alla
Nuova Rinascente);
- telefonata n. 2664 del 21.10.08 intercettata sulla utenza in uso
a Zavoli Roberto quando Vallefuoco gli detta la utenza in uso alla
moglie di Franco Di Tella per dirle le date degli assegni da fare
relative al passaggio della società Nuova Rinascente a Riccione.
Sullo stesso tema sono le telefonate n. 2671, n. 2682, n. 2685
dello stesso giorno quando Zavoli parla direttamente con la Mosto
Dora. Va sottolineato che il 7.10.08 il Vallefuoco parla
con Zavolidell’interesse di “quelli di giù” per Riccione e, tenuto
conto del trasferimento in corso di una società nel settore della
edilizia proprio a Riccione, è ragionevole ritenere che l’operazione
interessante per i casalesi sia proprio questa;
- telefonata n. 3026 del 24.10.08 intercettata sulla utenza in uso
a Zavoli Roberto nel corso della quale Bacciocchi riferisce che gli
assegni della RINASCENTE hanno subito già due protesti
e Zavoli ribatte che sono stati restituiti;
- ambientale n.37 del 25.10.08 (Audi A6) quando Vallefuoco
parlando con il D’Amore Gennaro sottolinea di aver richiamato il Di
Tella “che si deve dare da fare come lui” e commenta di non gradire
la presenza della moglie nella società che Franco ha creato;
- telefonata n. 8720 del 30.10.08 intercettata sull’utenza 335 .... in
uso al Vallefuoco che viene chiamato dal Di Tella ed insieme
discutono dei problemi che sono sorti per assegni e rimesse
bancarie presentate che il Bacciocchi non vuole coprire per intero. Il
Di Tella gli dice che tra qualche giorno potrà dargli una mano in
quanto “devono rientrargli 40 - 50 mila euro”, ma Vallefuoco rifiuta
sdegnosamente perché farà in modo da far rispettare i patti a chi li
ha presi;
- ambientale n.186 del 4.11.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco
racconta alla Esposito di uno scontro che lui ed i suoi ragazzi hanno
avuto con un gruppo di rumeni (la vicenda viene intercettata quasi
in diretta) e a tale proposito indica tra i presenti Franco dicendo, sul
conto di questi, che “lo tiene a Bologna ed è di Casale di Principe” e
confermando che sparò di traverso ed in maniera velocissima;
- ambientale n.1204 dell’8.01.09 (Audi A6) quando parlando al
telefono con Zavoli Robertoche deve incontrare una persona di
Caserta gli suggerisce di dire che il suo socio è di Napoli ed il suo
compare è di Casal di Principe (paese di provenienza del Di Tella);.
- ambientale n. 696 del 16.03.2009 (Audi A6) di particolare rilievo
perché viene registrata la voce del medesimo Di Tella Francesco in
macchina con il Vallefuoco e la compagna di quest’ultimo (Esposito
Lucia) quando l’indagato insiste perché Vallefuoco partecipi ad un
pranzo con lui affermando di essere con “quello di San Cipriano” e
con “quello di Casale”. A dimostrazione che si sta parlando di
esponenti del clan dei casalesi Vallefuoco nella successiva
ambientale n.700 delle ore 14:06 del 16.03.09 commenta con la
Esposito la presenza di Renato (esponente dei casalesi come si
desume dalle intercettazioni del 28.2.09 in particolare l’ambientale
n. 440), che viene definito dal Vallefuoco come “capozona di
Modena”e gioisce per l’importante aggancio che ha realizzato e per
i contatti ad alto livello che ora può vantare facendo altresì il nome
di o Ninno (Iovine Antonio boss dei casalesi).
Si tratta di elementi che dimostrano come il Di Tella sia stabilmente
in contatto con il Vallefuoco, si renda sempre disponibile per ogni
tipo di attività (violenta od economica), costituisca il tramite con il
clan dei casalesi, contribuisca alle attività di riciclaggio con le sue
società.
Ciò consente di ritenere a suo carico la prova della partecipazione
all’associazione del Vallefuoco con l’aggravante contestata.
Non vi è però alcun elemento di prova a suo carico per ritenerlo
concorrente nel reato di cui all’art. 416 bis c.p. per il clan Stolder.
ESPOSITO ANTONIO
E’ a lui contestato il reato di cui al capo F (tentata rapina
FINMAZZA) in relazione al quale si è già evidenziato che le richieste
del P.M. risultano piuttosto contraddittorie in quanto per Marotta ha
ritenuto la desistenza volontaria, mentre per lo Schiavon ha ribadito
la sussistenza dei gravi indizi nella parte relativa alle singole
posizioni.
L’Esposito non è affatto menzionato nel riferire delle singole
posizioni, non si comprende se per dimenticanza o quale volontà di
non chiedere alcuna misura (sebbene poi la richiesta sia fatta
formalmente per tutti gli indagati in relazione ai reati loro ascritti).
Vanno comunque per l’Esposito richiamate le considerazioni svolte
in relazione al capo F quanto alla insussistenza di elementi per
ritenerlo partecipe alla tentata rapina a lui contestata.
Va evidenziato che anche dalle altre intercettazioni relative alla
posizione dell’Esposito Antonio risulta che egli, al pari di Giaquinto o
di Stolder Rosaria, non si occupa personalmente delle rapine e dei
furti, quanto piuttosto delle proprietà nelle quali il gruppo reinveste
proventi illeciti.
Sul punto però non vi è alcuna richiesta da valutare.
ESPOSITO GENNARO
Sono a lui contestati i reati di cui al capo I) nella qualità di
partecipe all’associazione promossa e guidata da Vallefuoco
Francesco e, quindi, concorrente esterno nel clan Stolder.
In relazione alla sua identificazione come Gennaro o Capocchio
devono essere lette due intercettazioni che al tempo stesso ne
dimostrano la intraneità al gruppo Stolder.
La prima è l’ambientale n. 148 del 6.2.09 (Audi A6) quando
Vallefuoco in auto ricorda alla moglie chiamandola al telefono che
devono essere pagati i ragazzi e indica Gennaro D’Amore con il
nome ed il cognome, mentre indica Gennaro o Capocchio come
colui che deve ricevere, al pari di Pannone Luigi, la somma di 1500
euro.
La seconda è l’ambientale n. 679 del 15.03.09 (Audi A6) quando
Vallefuoco lamenta il comportamento troppo curioso e loquace del
D’Amore Gennaro che fa da tramite con Stolder, e dice di non poter
mandare Gennaro o Capocchia per i suoi precedenti.
Orbene tra i collaboratori I.SE.S figura quale altro Gennaro, oltre
il D’Amore, proprio l’indagato Esposito Gennaro che ha precedenti
per estorsione e per rapina.
Si potrebbe obiettare che l’Esposito riceva uno stipendio ed esegua
le direttive del Vallefuoco in quanto dipendente di una società che
pur essendo formalmente nella titolarità di altri è di fatto nella reale
disponibilità del Vallefuoco senza che per questo motivo lui debba
ritenersi associato.
Tuttavia in senso contrario si evidenzia che, al di là di quanto già
osservato nella parte relativa alla ricostruzione dell’associazione a
delinquere in ordine alla strumentalità dellaI.S.E.S. rispetto a tutti i
reati oggetto del programma criminoso, la prova della adesione a
tale programma da parte dell’Esposito è costituita dalle
intercettazioni dalle quali si desume l’attività di scorta svolta dal
medesimo indagato, vale a dire:
- dall’ambientale n. 121 del 29.10.2008 (Audi A6) quando
Vallefuoco fa riferimento testualmente all’attività di scorta svolta
dall’Esposito e dal Pannone riferendo testualmente che “i vari
Gennaro Esposito e Gigino Pannone non lo hanno avvisato che ci
stavano le guardie” mentre lui era con i siciliani tra cui vi erano due
latitanti;
- dall’ambientale n. 342 del 18.02.09 (Audi A6) quando Vallefuoco
in auto con la compagna nota di essere seguito da una Audi A3
bianca e quindi contatta Gennaro Esposito per verificare se l’auto
davvero li segua e che si tratti proprio dell’Esposito lo si ricava dal
fatto egli parla in viva voce al telefono sia con Vallefuoco
avvisandolo che la sua macchina “ha un problema” sia poi con la
Esposito Lucia che gli comunica dove si trovano, sia di nuovo con
Vallefuoco per avvisarlo che si trova dietro di lui (ambientale n.
344, delle successive ore 18:50). Ed inoltre raccontando l’episodio
in macchina ad Abete Giovanni gli riferisce che dovendo incontrare i
casalesi aveva convocato i due Gennaro per “camminare con le
spalle coperte” (ambientale n. 440 del 28.02.09).
Ma l’Esposito è coinvolto anche nell’attività diretta alle operazioni
truffaldine e di riciclaggio del gruppo come rivelato dalla ambientale
n. 825 del 15.12.08 (Audi A6) quando Vallefuoco contatta al
telefono Esposito Gennaro per dirgli di andare da Zavoli a
prelevare assegni e contanti, nonché dall’ambientale n.1594 del
13.05.09 (Audi A6) quando Vallefuoco parla con lui al telefono in
viva voce e si comprende che l’Esposito si è recato da una persona
di nome Francesco che vuole sapere a cosa serva la fideiussione
richiesta e Vallefuoco risponde che deve “scontarla in banca”,
precisando poi che la consegnerà a diverse banche e, sempre nel
corso della medesima ambientale, Vallefuoco, dopo essersi
informato con Zavoli sulle opportunità concrete di scontare la
fideiussione, contatta l’Esposito perché chieda quale tipo di
fideiussione sia e l’Esposito in tempo reale gli comunica che si tratta
di “consorzio bancario”.
Il gruppo di fedelissimi è indicato nella telefonata n. 2157 del
16.10.08 intercettata sulla utenza in uso a Zavoli Roberto quando
Vallefuoco gli riferisce che sta andando a Verona ed a Brescia e
passerà per Bologna e sta aspettando “i ragazzi”, indicando il
cognato Gennaro, la Marika, l'altro Gennaro che doveva andare a
prendere l'avvocato e tornare giù.
Sussistono pertanto i gravi indizi di colpevolezza a carico
dell’Esposito Gennaro in ordine al reato di cui all’art. 416 c.p.
aggravato dall’art. 7 legge 203/91 come contestato.
Non sussiste invece alcun elemento per ritenerlo concorrente
esterno del clan Stolder con il quale non risulta alcun contatto
diretto.
FERRAIUOLO GENNARO
Sono a lui contestati i reati di cui ai capi A), nella qualità di
partecipe al clan Stolder, E, E1, E2 (rapina aggravata, sequestro
persona ed armi X).
E’ il nipote di Stolder Raffaele in quanto figlio della sorella
Antonietta e compare sulla scena delle indagini sin dall’11.3.08,
quando insieme ad altri si reca a Sulmona per scortare lo zio a
casa.
E’ uno dei principali interlocutori dello Stolder che lo utilizza come
persona di fiducia rendendolo partecipe a tutti i settori ai quali il
clan si interessa. Ed invero, oltre agli elementi indicati nel trattare
della vicenda X - ove si sono già analizzati i gravi indizi di
colpevolezza a carico del Ferraiuolo -, devono ricordarsi alcune delle
ambientali, intercettate presso l’abitazione dello Stolder e già
riportate nella parte generale, dalle quali emerge la molteplice
attività svolta per il gruppo dall’indagato e la sua piena adesione
alle finalità camorristiche del gruppo.
Si richiamano solo a titolo di esempio le seguenti ambientali:
- n. 199 del 30.5.08 quando Ferraiuolo Gennaro, detto anche
Gennarino, discute di botole e buchi da realizzare;
- n. 320 del 31.5.08 quando discute di un “colpo” da realizzare
anche con la partecipazione di un esterno e poi della possibilità di
“anticiparlo”;
- n. 520 del 5.6.08 nel corso della quale commenta con Stolder la
necessità di impedire con la forza reati commessi sul territorio
senza l’autorizzazione del boss;
- n. 579 dell’8.6.09 quando discute di persone da cacciare con
violenza dalle loro case;
- n. 517 del 4.6.08 quando partecipa ad una discussione sui buoni
rapporti da mantenere con “i siciliani” (che si tratti proprio del
Ferraiuolo si ricava dalla circostanza che quando va via Stolder
commenta con la moglie che deve far in modo che il giovane si
riappacifichi con la mamma Antonietta);
- n. 1185 del 16.6.08 quando discute con gli altri affiliati dei
controlli di polizia in corso.
A conferma che i verbalizzanti conoscono bene la voce del
Ferraiuolo e quando la conversazione si protrae riescono sempre ad
individuarlo correttamente, giova ricordare in particolare la lunga e
significativa ambientale n. 403 del 3.6.08 nel corso della quale: 1)
il Gennaro (individuato appunto nel Ferraiuolo) fa riferimento ai
suoi problemi con la madre ed a tali contrasti aveva fatto
riferimento lo zio nella n. 517 specificando il nome Antonietta della
madre del giovane; 2) quando lo Stolder procede in serata alla
distribuzione dei soldi tra gli affiliati riferisce a Gennaro che una
parte è per il fratello parcheggiatore (ed i verbalizzanti annotano
che Ferraiuolo Gennaro ha un fratello di nome Raffaele che fa il
parcheggiatore, nei pressi della pizzeria Trianon).
L’ambientale n. 403 rivela in maniera completa il ruolo del
Ferraiuolo il quale anzitutto giustifica il ritardo con il quale è giunto
dicendo di essere andato a Secondigliano a risolvere un problema
per il figlio del titolare del Trianon il quale aveva litigato con dei
ragazzi ed erano intervenuti gli Scissionisti. La circostanza dimostra
già di per sé il prestigio di cui gode il Ferraiuolo per essere
comunque un affiliato ad un clan napoletano. La discussione
prosegue parlando male di tale “Peppe” del quale non ci si può
fidare completamente e che, a detta del Ferraiuolo, per “un
recupero” ha ricevuto da Biagio 5000 euro, soldi per i quali Biagio
aveva assunto un impegno con Lelluccio, motivo per il quale lui
stesso aveva affrontato Biagio dicendo che Peppe non avrebbe
dovuto ricevere più nulla. Nella medesima ambientale Gennaro
parla con lo Stolder dell’attività che il gruppo intende intraprendere
con riguardo alla installazione di macchinette videopoker.
Va sottolineato che numerose intercettazioni vedono proprio il
Ferraiuolo partecipe delle attività di riciclaggio dei proventi illeciti
che il gruppo realizza non solo nel settore degli immobili (acquistati
e gestiti con la forza della intimidazione), bensì anche attraverso
l’inserimento nel settore delle attività imprenditoriali, in particolare
in quello delle scommesse (come rivelato ad esempio dalla
telefonata n 196 dell’8.04.2008 intercettata sulla utenza 334 ... in
uso a Ferraiuolo Gennaro riportata nella parte generale).
Nella stessa ambientale n. 403 Ferraiuolo parla inoltre dell’acquisito
di un bar e di un recupero crediti compiuto presso tale Pasquale.
Dopo essersi trattenuto a discutere con la moglie dello Stolder,
riprende la discussione con il capo e con Santaniello Salvatore in
relazione a caveau, attrezzi da lavoro da acquistare e timer.
L’ambientale è perfettamente coerente con il ruolo variegato del
Ferraiuolo con il quale lo zio ha un rapporto di fiducia, anche se non
gli risparmia rimproveri
Il Ferraiuolo risulta altresì coinvolto nelle attività estorsive, come
rivelato dalle telefonate n. 1709 e n. 1710 intercettate sulla utenza
dell’indagato, riportate nel trattare del reato di cui al capo A) e
nelle quali si fa riferimento alla imposizione di fornitura di merce al
titolare del Trianon, ed ancora più chiaramente come rivelato dalle
ambientali intercettate nell’auto Lancia Y quando Stolder chiede alla
moglie dove si trovi Gennarino che lui aveva mandato al Rione a
prendere soldi (n.124 del 20.03.08) e quando le indica il Lido Il
Gabbiano di Posillipo e dice che “Gennaro” fa cacciare i soldi anche
“a questi qua” (n. 723 del 03.05.08).
Ma ulteriori elementi a carico del Ferraiuolo si ricavano da una
vicenda che attiene ad un accordo del gruppo Stolder con un
sindacalista, vicenda che vede coinvolto anche il suocero del
Ferraiuolo, Salice Salvatore (il medesimo al quale è contestato il
reato al capo H).
Queste sono le telefonate rilevanti:
- n. 1917 ore 20:47 del 01.07.2008 intercettata sulla utenza 349 ...
in uso a Ferriero Patrizia che viene utilizzata dallo Stolder per
contattare Giaquinto Giulio al quale riferisce che l’indomani alle ore
15.00 hanno un appuntamento “per il fatto del sindacato”;
- n. 1513 ore 10:47 del 07.07.2008 intercettata sulla utenza 331...
in uso allo Stolder il quale apprende da Santaniello Salvatore che
l'appuntamento “con quello del sindacato” è alle ore 14.30 con
Antonio, Nunzia, Gennaro ed il suocero, già individuato per i
contatti con Ferraiuolo Gennaro nella persona di Salice Salvatore, la
cui utenza 334 ... risulta monitorata dal 4.7.08. Stolder Raffaele
risponde che non riesce a rintracciare Gennaro, ma Santaniello
ribatte che lo ha sentito lui e che si vedranno alle 14.30 “sotto al
Trianon”;
- n.296 ore 15:35 dell’8.7.08 intercettata sulla utenza in uso a
Salice Salvatore nel corso della quale Ferraiuolo Gennaro chiede a
Salvatore se alle 16.00 può scendere per l'appuntamento con il
sindacalista. Salvatore gli risponde che si sta occupando di una
pratica per un finanziamento. Gennaro insiste che non possono fare
brutta figura e che si stanno vedendo tutti, sotto al Trianon,
specificando che, oltre a Salvatore Santaniello e Maurizio Mosca,
sarà presente anche “lo Zio”.
Salice Salvatore chiede il nome del sindacalista e, dopo averlo
appreso (“Franco Napolitano”) ribatte che ora si informerà sul suo
conto;
- n. 306 successive ore 15:46 (utenza Salice) quando Salice
riferisce a Gennaro Ferraiuolo che si è informato e che Franco
Napolitano è un “ex sindacalista della CIL” e lui lo cacciò dalla sua
azienda quando arrivò nel suo circolo, perchè “mangiava solo” ed
attualmente è vice sindaco di Vallo di Nola. Il Salice aggiunge che
vorrebbe “un’altra volta inserirsi nel giro”, ma allo stato non è
nessuno;
- n. 310 successive ore 15:56 (utenza Salice) quando Ferraiuolo
riferisce al suocero Salvatore di aver parlato “con loro” che hanno
confermato quanto appreso sul conto del sindacalista che tuttavia
ha preso un impegno “con loro” e lo dovrà mantenere. Salvatore
ribatte che, comunque, è un sindacalista e quindi deve avere
sempre un tornaconto, in termini economici, in relazione al numero
degli iscritti. Gennaro ribadisce che lo ha chiamato lo zio ed insiste
nel chiedere a Salvatore di scendere e di spiegare tutto allo zio,
indicando l’appuntamento alle ore 16.30, sotto al Trianon, per
parlare con Salvatore (Santaniello) e Raffaele (Stolder, lo zio di
Gennaro) che poi dovranno andare all'ufficio di Franco (il
sindacalista) sul Rettifilo;
- n. 175 successive ore 16:16 intercettata sulla utenza 334 ... in
uso a Santaniello Salvatore al quale Ferraiuolo spiega la necessità
di convincere il suocero ad accettare un accordo con il sindacalista
e afferma “io ti vorrei far parlare anche con mio suocero …io ho
capito sia il discorso che hai fatto tu e sia quello che ha fatto il
suocero ... perchè il suocero.... Totò sai perchè sto premendo io...?
perchè il suocero è portatore di gente...allora... perchè questo qua
solo nel circolo suo prende settanta ottanta voti...una quarantina li
prende a Miano…. però è una cosa che ti deve far capire mio
suocero ... perchè ora mio suocero ha detto che questo io lo faccio
andare da dentro al circolo ....io gli ho detto che quello ha preso un
impegno ... allora io gli ho detto: fai una cosa ….alle 16:30 vai giù
al Trianon... e parla pure tu e Totore” ed aggiunge “perchè Totò
...se, noi dobbiamo credere a una cosa, è meglio che ci crediamo
tutti quanti”. Salvatore concorda “è normale ... però io ti voglio dire
una cosa... io adesso sto parlando con te e non tuo suocero ... sto
Franco, no, una volta è come dice tuo suocero .... però, adesso, da
un po’ di tempo, lui si è preso tutte altre sembianze e cose mo’ …
per di più abbiamo parlato prima io e lui ... io gli dissi: io ti faccio
parlare ... e lui: no…no...non ci stanno problemi... poi ha parlato...
poi si conoscono con certa gente.....e, quindi, la cosa ora è tutta
differente ... hai capito?”. Gennaro insiste “perchè tu non glielo fai
capire pure a mio suocero? ...perchè mio suocero è una persona
che ci serve... perchè mio suocero è uno che porta i voti ... Totò ...
che storto o morto porta un centinaio di voti e mica sono
malamente? ....un centinaio di iscritti a tredici euro al mese, ....
perchè uno che si scrive al sindacato ..deve pagare la quota di
tredici euro al mese”. Salvatore “è normale ... anche io li pago ....io
ne pago 10” e Gennaro continua “a fine anno, sono soldi Totò ....
mi stai capendo?”. Salvatore ribatte “però a noi, non è per i
soldi...”. Gennaro “no ... Totò non per i soldi ...quelli fanno un altro
tipo di discorso... perchè tu, i discorsi loro li sai quali sono ..no? ...
e, quindi, è meglio che glielo spieghi anche al suocero... perché, a
me, fa piacere che mio suocero sta in mezzo”. Santaniello Salvatore
conferma che ne parlerà con il suocero di Gennaro, ma non
comprende tanti dubbi perché “ma quello che voglio dire io...
l'impegno che lui si è preso..... e mo’, senza offesa, adesso, non è
che sta avendo a che fare con gli scemi ... se mi dice che è A è A
adesso può anche cadere il mondo ..no....lui deve mantenere gli
impegni e fa quello che deve fare...”. Gennaro se ne dice convinto
ed aggiunge “per noi il discorso si porta sempre a termine” e poi
continua sulla opportunità di inserire il Salice “perchè tenendo
anche il suocero a fianco … io lo so bene questo qua ... quello sarà
anche un mongoloide su certe cose ma su queste cose qua è una
persona preparata”.
Non si comprende quale sia stato l’impegno preso dal Napolitano,
ma è certo che il gruppo ritiene importante portarlo avanti, tanto
vero che quando il Napolitano invia un messaggio sulla utenza
monitorata di Santaniello Salvatore chiedendo 4000,00 euro in
contanti (telefonate nn.703 e 704 ore 12:51 del 20.07.2008),
Santaniello gli assicura che non vi sono problemi. Difatti contatta
Stolder Raffaele chiedendo a Lello di chiamare Gennaro per fare il
piacere “ a quel compagno nostro … a Franco” (telefonata n. 729
ore 09:33 del 21.07.2008, utenza Santaniello). Stolder si attiva per
mettersi in contatto con Gennaro, come riferisce al Santaniello
subito dopo (telefonata n.1809 ore 09:37 sempre del 21.07.2008,
utenza 331... in uso allo Stolder) e, quindi, conferma a Santaniello
che Gennaro parlerà con il suocero (telefonata n.741 ore 13:25 del
21.07.2008 utenza Santaniello). Santaniello si preoccupa di
rassicurare il predetto Franco che dice di avere “una certa pressione
addosso” (telefonata 742 ore 14:13 del 21.07.2008 utenza
Santaniello). Le successive conversazioni dimostrano che Gennaro è
andato a parlare con il suocero a Secondigliano (telefonate 743 ore
15:33 e 748 ore 17:38 del 21.07.2008).
Il giorno dopo come preannunziato dal Santaniello, Ferraiuolo
Gennaro si reca a portare i soldi (cfr. telefonate n.765 ore 20:49
del 21.07.2008 e n. 767 ore 10:02 del 22.07.2008).
La vicenda dimostra, ancora una volta, l’inserimento del Ferraiuolo
in un gruppo con il quale l’impegno preso deve esser rispettato
(“per noi il discorso si porta sempre a termine”).
Sussistono pertanto i gravi indizi di colpevolezza a carico di
Ferraiuolo Gennaro in relazione ai reati a lui ascritti.
FERRIERO PATRIZIA
Sono a lei contestati i reati di cui ai capi A), nella qualità di
partecipe al clan che prende il nome dal marito, C (tentato furto
aggravato Muto), E, E1, E2 (rapina aggravata, sequestro persona
ed armi X).
Quanto ai reati fine, gli elementi di accusa sottolineati dai
verbalizzanti e ripresi dal P.M., sebbene rivelino l’attiva
partecipazione della Ferriero alle riunioni degli affiliati, nonché la
condivisione degli interessi illeciti del gruppo, tuttavia non
consentono di ritenere che la indagata abbia apportato alla loro
organizzazione e/o realizzazione un personale contributo.
Ed invero, la semplice proposta di recarsi nel parco ove si trova
l’abitazione del Muto la mattina piuttosto che la sera, fatta nel
corso di una discussione avvenuta due mesi prima del tentativo
posto poi in essere, non costituisce elemento idoneo a considerarla
concorrente nel reato di cui al capo C), mentre i suoi rapporti con la
collaboratrice domestica che lavorava presso l’abitazione della
famiglia X, domestica nei cui confronti non si va oltre il sospetto,
non consentono di ritenerla coinvolta nella vicenda di cui ai capi E,
E1, E2.
Diversa valutazione deve essere compiuta con riferimento alla sua
qualità di partecipe al clan Stolder in quanto dalle intercettazioni
risulta il suo ruolo di stretta collaboratrice del capo.
La Ferriero, infatti, non si limita ad ascoltare le confidenze del
marito da buona moglie di un boss, ma condivide e partecipa
all’attività del gruppo del quale è stata - soprattutto per la sua
specifica attività nel settore del riciclaggio e delle estorsioni – la
guida durante il periodo in cui lo Stolder era detenuto.
A dimostrazione di ciò si richiamano, per sintesi essendo riportate
già nel trattare del reato associativo, alcune delle conversazioni
intercettate.
Anzitutto è il medesimo Stolder, da poco scarcerato, che riconosce
il valore della Ferriero, quando nel corso delle ambientali presso
l’abitazione, n. 320 del 31.5.08 e n. 517 del 4.6.08, riconosce con i
suoi interlocutori che la moglie ha preso le redini economiche del
gruppo ed ha portato avanti la “famiglia” nonostante l’assenza del
capo. Ed invero solo in questo modo è spiegabile come dopo una
detenzione durata circa 15 anni Stolder si ritrovi a dirigere un
gruppo per riprendere esattamente il discorso criminale lì dove lo
aveva interrotto.
Si ricordano poi le intercettazioni che rivelano l’autorevolezza della
donna ed il suo specifico interesse nel settore economico:
ambientale n. 40 del 12.3.08 quando si reca presso un ricettatore
per il recupero di un’auto rubata e viene riconosciuta come
esponente del gruppo (ambientale auto Lancia Y); n. 93 quando
commenta il comportamento dei cinesi ed il futuro di Pio Vittorio
Giuliano (ambientale casa); n. 124 del 20.3.08 quando afferma di
aver ricevuto 1.500 euro da una persona per conto del marito
(ambientale auto Lancia Y); n. 129 del 20.03.08 quando dimostra
di essersi occupata della scorta al marito ed a lei (ambientale
Lancia Y); n. 325 del 3.4.08 quando parlando con la cognata
Stolder riferisce che fu chiesto a lei il permesso per aprire il garage
sotto casa; n. 366 dell’1.6.08 e n. 403 del 3.6.08 quando esamina
la refurtiva e la valuta insieme con il marito, con il quale nella
medesima ambientale del 3.6.08 aveva discusso della distribuzione
dei soldi tra gli affiliati; n. 579 dell’8.6.08 quando partecipa alla
discussione sui soldi da inviare ai detenuti.
Ancora più significative e tali da completare il quadro indiziario
rendendolo grave sono, infine, le intercettazioni nel corso delle
quali la Ferriero: 1) si occupa in prima persona di una estorsione
inviando Colurciello Salvatore ad intervenire con il pescivendolo
fuori al Loreto che non vuole pagare (ambientale n. 1268 del
17.6.08 presso l’abitazione); 2) partecipa all’attività diretta
all’acquisto di immobili con modalità intimidatorie (cfr. ambientale
n. 3255 del 3.4.08 nella Lancia Y, n. 879 dell’11.6.08 presso
l’abitazione); 3) partecipa attivamente al recupero di locali ove
aprire un punto scommesse con un dentista che ha accettato la
società con Stolder per stare tranquillo (cfr. ambientale n. 368 del
5.4.08 nella Lancia Y e n. 379 del 18.4.08 presso l’abitazione).
Sussistono pertanto i gravi indizi in relazione al reato di cui al capo
A).
FERRIERO ROSARIA
Sono a lei contestati i reati di cui ai capi A), nella qualità di
partecipe al clan Stolder, D, D1, D2 (rapina aggravata, sequestro
persona ed armi S. V. - Y), E, E1, E2 (rapina aggravata, sequestro
persona ed armi X), F (tentata rapina aggravata Finmazza).
Gli elementi a suo carico quale partecipe al clan si ricavano
anzitutto da quelli indicati con riguardo alle singole fattispecie di
reato a lei contestate, con due precisazioni sul punto:
1) la Ferriero Rosaria è raggiunta da gravi indizi di colpevolezza sia
in relazione alla rapina X i sia in relazione alla tentata rapina
Finmazza, ma il p.m. - senza alcuna motivazione ed in maniera
contraddittoria rispetto alla posizione dello Schiavon – ha chiesto la
misura cautelare solo per la rapina X e la rapina S. V. – Y. In ogni
caso gli elementi a carico della Ferriero indicati nella parte relativa
alla vicenda FINMAZZA sono utili per comprendere la continuità di
rapporti tra la donna ed il gruppo;
2) nella parte relativa al reato di cui ai capi D, D1, D2 non si sono
ritenuti sussistenti i gravi indizi di colpevolezza a carico della
Ferriero mancando elementi univoci che la ricolleghino al reato in
corso, sebbene dalle intercettazioni della medesima sera
(ambientale n. 460 Fiat 500; telefonate n. 686 quando Stolder con
la sua utenza 366 ... contatta la utenza in uso a Ferriero Rosaria e
n. 689 quando, mentre Stolder contatta Fiandra Bruno, in
ambientale discutono la predetta Ferriero e Colurciello) risultino
contatti continui tra lo Stolder, la donna ed il Colurciello Salvatore a
dimostrazione che la stessa era comunque impegnata in una delle
molteplici attività illecite organizzate dal gruppo.
Sulla corretta individuazione della Ferriero, della quale i
verbalizzanti riconoscono la voce, va sottolineato che,
contestualmente alle intercettazioni indicate con riguardo alla
vicenda X, precisamente alle ore 01:20 del 22.11.2008 una
pattuglia procedeva al controllo di Ferriero Rosaria a bordo di una
Fiat 500 in compagnia di Ferraiuolo Gennaro. Peraltro la medesima
è stata vista uscire dall’Hotel Prati come evidenziato nel trattare del
capo F (cui si rinvia).
A carico della indagata vi sono due ulteriori elementi che valgono a
dimostrare la continuità del suo impegno con il gruppo criminale,
ovvero: l’ambientale intercettata a bordo della Fiat 500 n. 848 del
04.10.08 quando Ferriero Rosaria in macchina con Santaniello
Salvatore e un uomo non identificato partecipa ai commenti sulla
condotta dello “Zio” il quale non punisce con forza adeguata chi lo
ha defraudato quando era in carcere e non premia chi è rimasto
sempre accanto lui; l’ambientale n. 368 del 5.4.08 intercettata
nell’auto Lancia Y quando la sorella Patrizia le chiede di riferire un
messaggio da parte dello Stolder a tale don Carminiello, in
relazione ai locali per l’apertura di un punto scommesse cui il
marito è interessato.
Giova sottolineare che la utenza 366 ... in uso alla Ferriero Patrizia,
individuata proprio sulla base dei continui contatti con Stolder
Raffaele, è stata monitorata consentendo di verificare la sua
completa dedizione alle attività del gruppo (si veda la serie continua
di telefonate riportate con riguardo alla vicenda FINMAZZA).
Sussistono pertanto i gravi indizi di colpevolezza a carico della
Ferriero Patrizia per tutti i reati a lei ascritti ad eccezione dei reati
di cui ai capi D, D1 e D2.
FIANDRA BRUNO
Sono a lui contestati i reati di cui ai capi A), nella qualità di
partecipe al clan Stolder, D, D1, D2 (rapina aggravata, sequestro
persona ed armi S. V. e Y) E, E1, E2 (rapina aggravata, sequestro
persona ed armi X), F (tentata rapina FINMAZZA).
I gravi indizi a suo carico in relazione alla partecipazione ai reati a
lui contestati (esaminati nel trattare dei predetti reati) sono già di
per se stessi significativi dell’inserimento del Fiandra nel gruppo di
quei 15 fedelissimi con i quali lo Stolder sta organizzando furti e
rapine per rimettere in sesto il clan accrescendone il potere
economico, come risulta dall’ambientale in casa Stolder n. 703 del
9.6.08 (già più volte ricordata nel corso della motivazione). E’
proprio in questa ambientale che Stolder chiarisce come i suoi
interlocutori abituali siano le persone rimaste a lui fedeli con le
quali ha deciso di riconquistare il pieno potere sul territorio.
Tra coloro che partecipano alle riunioni a casa del capo figura
appunto il Fiandra che, al di là degli elementi già indicati con
riguardo ai reati fine (che qui si richiamano), partecipa alle
discussioni sui “colpi” da organizzare, con riferimento ad obiettivi
concreti (banche, gioiellerie, abitazione del notaio Tafuri), sui
rapporti con le altre famiglie criminali, sui timori per i controlli di
polizia in corso.
Si ricordano in particolare le ambientali: n. 879 dell’11.06.2008
(che ha inizio dalla mattina e continua nel pomeriggio sempre con
la presenza del Fiandra); n. 1185 ore 18:39 del 16.06.2008; n.
1442 ore 07:40 del 20.06.2008 (lunghissima ambientale nel corso
della quale si affronta anche il tema delle intercettazioni).
Il gruppo ha ragione di temere di essere nel mirino degli
investigatori che sono riusciti, attraverso un’attività continuativa di
monitoraggio delle diverse utenze in contatto tra loro, ad
individuare i cellulari in uso ad alcuni affiliati che per la frequenza
dei loro rapporti con il capo sono state sottoposte a
intercettazione.
Così è stata intercettata la utenza 331 ... intestata a tale Kapoor
nato in India e risultata in uso a Fiandra Bruno, utenza rispetto alla
quale si sottolinea che ha un numero sequenziale con la utenza
9627946 di Stolder Raffaele e con la utenza 96 ... di Improta
Giuseppe (altro indagato). Inoltre Fiandra utilizza anche la utenza
334 ... in uso a Fiandra Bruno (intestata a tale Jaliya Yamaha) con
numero sequenziale con la utenza 334 ... sempre in uso ad Improta
Giuseppe ed intestata al medesimo Jaliya.
Quanto alla individuazione del Fiandra Bruno quale partecipe alle
riunioni presso l’abitazione dello Stolder vanno ricordate due
annotazioni di polizia riportate nell’allegato 19 volume 2° della
segnalazione DIA, ovvero quella del 27.06.08 ore 12.25 quando
sotto l’androne del palazzo ove abita lo Stolder, in vico Palazzo Due
Porte n. 16, si identifica il Fiandra Bruno mentre si trattiene con
Colurciello Salvatore e Marotta Salvatore e quella del 19.08.08
relativa al controllo di Fiandra Bruno notato da due agenti della
Sezione Antirapina mentre suona il citofono del palazzo sopra
indicato anche se poi alla vista degli agenti cerca di allontanarsi.
Sussistono, pertanto a carico del Fiandra Bruno i gravi indizi di
colpevolezza in ordine ai reati a lui ascritti.
GIAQUINTO GIULIO
E’ a lui contestato il reato di cui al capo A) nella qualità di partecipe
al clan Stolder.
In relazione alla sua certa identificazione quale partecipe alle
riunioni degli affiliati e quale usuario delle utenza 339 ...sottoposta
a intercettazione sono le seguenti annotazioni:
- del 9.07.08 ore 12.30 quando viene individuato mentre esce dal
suo negozio di alimentari in via Pietro Colletta n. 63 con Tambone
Eugenio per recarsi a piedi in vico Palazzo Due Porte, uscendo dal
vicolo dopo 5 minuti a bordo di una Vespa Piaggio, sempre con il
Tambone, e prendendo la direzione verso via Della Bolla per entrare
in un altro vicolo ove viene perso di vista. Nel medesimo arco
temporale sulla utenza del Giaquinto sono intercettate alcune
telefonate ed in particolare alle ore 14:59 a parlare dalla predetta
utenza è proprio il Tambone, (telefonata n. 285), a conferma della
circostanza che il Giulio che in genere la ha in uso (ovvero
Giaquinto) era in compagnia di Eugenio Tambone. Entrambi erano
in contatto con tale Fabio individuato, sulla base dei riferimenti
contenuti nelle telefonate, in Scielzo Fabio titolare dell’esercizio
commerciale Caffè del Centro Antico in via B. Croce n. 15 (cfr.
annotazione DIA del 9.7.08 allegato19/d volume 2°). Sul punto si
ricorda che il codice fiscale di Scielzo Fabio viene dettato per una
pratica di finanziamento con documenti falsi curata nel suo
interesse (cfr. telefonata 329 del 10.7.08 utenza Giaquinto);
- del 22.07.08 quando Giaquinto viene individuato in via Pietro
Colletta nei pressi del suo negozio di alimentari intento a discutere
con Tambone Eugenio e Massimo Lai che risulta essere
interlocutore di Giulio in alcune telefonate intercettate proprio sulla
utenza monitorata in uso al medesimo (allegato 19/f e telefonate
che saranno riportate di seguito);
- del 10.09.08 quando alle ore 13.45 i verbalizzanti individuano
sempre in via Pietro Colletta il Giaquinto intento a dialogare con
Tambone Eugenio e successivamente alle ore 16:00 in vico Palazzo
Due Porte n. 16 nel piazzale antistante il palazzo ove abita lo
Stolder e dinanzi al garage ivi ubicato sono individuati mentre
chiacchierano tra loro Giaquinto Giulio, il fratello Ciro, il figlio
Cesare di Tambone Eugenio, il guardiano del garage Pangione
Antonio. Giova evidenziare che il Pangione è l’interlocutore del
Giaquinto nella telefonata n. 2070 del 23.08.2008 quando gli invia
un messaggio per conto di “Lello” su alcuni “cinesi” che devono
essere cacciati e lo avvisa di una sparatoria che vi è stata in zona e
n. 2118 del 25.08.2008 quando Giaquinto chiede se “da Lello
sopra” sia tutto a posto (cfr. annotazione del 10.9.08 inserita
nell’allegato 19/i e telefonate riportate nella parte generale);
- in data 19.11.08 alle ore 11.15 circa in via Pietro Colletta nei
pressi del negozio alimentari gestito dal Giaquinto Giulio i
verbalizzanti identificano Ferraiuolo Gennaro, Tambone Eugenio,
Grieco Alessandro intenti a chiacchierare con il Giaquinto; alle ore
12:15 in Piazza Calenda il medesimo Giaquinto è identificato
mentre chiacchiera con Stolder Assunta (sorella di Raffaele e moglie
di Giuliano Salvatore), Ferraiuolo Gennaro e Tambone Eugenio
(annotazione del 19.11.08 inserita nell’allegato 13 volume 2° della
segnalazione).
Dalle ambientali intercettare presso l’abitazione dello Stolder vi
sono numerosi riferimento alle condizioni di salute del fratello di
Giulio, cui lo Stolder mostra particolare interessamento, tanto vero
che nella ambientale n. 403 del 3.6.08 nell’esaminare la refurtiva di
un “colpo” da poco effettuato afferma, rivolto a Giulio presente con
lui e con il Colurciello, che alcuni oggetti possono essere regalati al
professore “per il fatto di tuo fratello”. Ed invero nel corso della
medesima ambientale fa riferimento esplicito al cardiologo Rubino
Paolo che ha assistito, su interessamento del medesimo Stolder, il
fratello di Giulio colpito da infarto e ricoverato presso l’ospedale
Cardarelli (cfr. ambientali n. 517 del 4.6.08 e n. 1442 del 20.5.08).
La vicenda del fratello consente di identificare il Giulio partecipe agli
incontri o comunque nominato dagli altri affiliati nell’indagato
Giaquinto. Ed invero proprio nella ambientale n. 517 poco prima il
Ferraiuolo Gennaro lamenta che Giulio non gli abbia dato più notizie
per un locale in via P. Colletta.
Giaquinto Giulio risulta, altresì, in società con Tambone Eugenio,
gestore di un garage sito proprio sotto l’abitazione della famiglia
Stolder, ma anche questa attività è svolta sotto l’egida della
famiglia (come rivelato dalla Ferriero Patrizia alla cognata Assunta
nell’ambientale n. 325 del 3.4.08).
Il tema delle due ambientali da ultimo citate consente di
approfondire il ruolo del Giaquinto nel clan, dal momento che egli
non risulta coinvolto nelle attività materiali volte alla commissione
dei reati di rapina e di furto e tuttavia è presente, come già sopra
evidenziato (ambientale n. 403), nel momento in cui si valuta il
bottino.
Invero il suo compito è anzitutto quello di occuparsi del riciclaggio
del bottino:
- occultandolo come risulta dalla ambientale n. 403 ore 08:08 del
03.06.2008 quando Stolder gli chiede se ha la possibilità di
occultare orologi rubati;
- interessandosi degli acquisti immobiliari per conto del clan, come
risulta dalla ambientale nella Lancia Y n. 325 del 3.4.08 e dalle
ambientali in casa Stolder n. 879 dell’11.6.08 e n. 1268 del 17.6.08
(tutte riportate nella parte relativa alla ricostruzione dell’attività del
clan con riguardo allo specifico settore del riciclaggio). Vale qui la
pena di ricordare che nell’ambientale n. 879 fa riferimento a sue
personali conoscenze in Tribunale per favorire il gruppo
nell’acquisto di immobili all’asta;
- svolgendo interventi nella gestione dei predetti immobili, come
risulta dalla telefonata n. 2070 del 23.8.08 intercettata sulla utenza
del Giaquinto e da inserire nel contesto delle modalità con le quali
gli affiliati Stolder ottenevano gli sfratti (vicenda pure esaminata nel
trattare del reato di cui al capo A);
- occupandosi del reinvestimento in società “pulite” come risulta
dalle telefonate che lo vedono protagonista, sempre per conto del
capo Lello Stolder, nei rapporti con il gruppo Vallefuoco. Si
ricordano ad esempio le telefonate n. 3102, 3113 e 3162
intercettate sulla utenza in uso allo Giaquinto riportate ed inserite
nel contesto generale delle attività del gruppo Vallefuoco (si rinvia
alla trattazione del capo I). Qui si sottolinea che come per il
Vallefuoco agiva quale portavoce il D’Amore Gennaro così per lo
Stolder operava Giulio Giaquinto (oltre Santaniello Salvatore).
Altro compito affidato al Giaquinto è quello di procurare, attraverso
propri contatti, documenti falsi al fine di agevolare pratiche di
finanziamento in assenza di presupposti, sempre nell’interesse del
gruppo.
Queste le conversazioni rilevanti, intercettate sulla utenza 339 ... in
uso a Giulio Giaquinto:
- n.234 ore 16:35 dell’8.07.2008 Susy parla con Giulio per
chiarimenti in ordine ad un prestito nell’interesse di tale Maria Luisa
per l’importo di 15.000 euro;
- n.240 successive ore 16:40 quando Giulio riferisce a Susy che
servono le buste paghe di maggio e giugno;
- n. 241 successive ore 17:17 quando Giulio parla con
l’interlocutore (poi identificato nel Lai Massimo) e gli dice “diciamo
per il lavoro che teniamo noi...no...cioè riesci a fare anche la busta
paga...”. L’uomo risponde di no. Giaquinto insiste “se io ti do per
esempio le copie ... io tengo le buste paghe mie, no, le devi fare
tale e quale....dobbiamo cambiare solo per esempio...anziché
marzo..maggio...e giugno...”. L'uomo risponde che pensa di poterlo
fare. I due concordano di incontrarsi alle ore 20:00 fuori al negozio
per parlare da vicino;
- n. 242 successive ore 17:19 quando di nuovo Giulio parla con
Massimo, il quale utilizza l’utenza 331..., per chiedergli se abbia i
fogli e la stessa carta. Massimo risponde in senso affermativo.
Nella medesima giornata dell’8.7.08, evidentemente dopo che
Giaquinto ha incontrato Massimo (l’appuntamento era fissato per le
20:00), segue la telefonata n.1582 ore 21:16 intercettata sulla
utenza 331... in uso allo Stolder Raffaele tra Giaquinto Giulio e Lello
il quale chiede al primo se ha preso “la carta”. Giulio risponde che
non ha trovato Peppe, ma che domani mattina gli risolverà il
problema, in quanto verranno degli amici “di là” ai quali ha fatto
anche il nome di Lello. Lello afferma che adesso chiamerà anche “il
papà di questo” in quanto ha saputo come si chiama il figlio. Giulio
ripete di aver risolto tutto e quando gli amici verranno farà
presente loro che é stato Lello a mandarlo “dagli amici del
Carmine”. E’ evidente quindi l’interesse dello Stolder nella vicenda.
Seguono sul tema della variegata attività dell’indagato sono le
telefonate:
- n. 329 ore 14:25 del 10.07.2008 (utenza Giaquinto) nel corso
della quale Giulio raccomanda a Peppe la pratica che adesso
chiameranno e sottolinea che si tratta di “un servizio che stanno
facendo al suo compagno Raffaele”; poi fa dettare da Eugenio il
codice fiscale per ottenere il tabulato. Eugenio detta al Peppe
....BA76D11F...., codice fiscale risultato essere di Scielzo Fabio
titolare del bar in via Benedetto Croce 15;
- n. 487 ore 14:56 del 14.07.2008 (utenza Giaquinto) nel corso
della quale Giaquinto Giulio fuori cornetta parla con Peppe accanto
a lui di una società che si occupa di fallimenti; Giulio dice di dargli
la società in modo che “se la vede lui”.
Ancora significativa del rapporto che lega Giaquinto Giulio quale
persona di fiducia allo Stolder è la conversazione telefonica n.1118,
delle ore 12:48 del 29.07.2008, intercettata sempre sulla sua
utenza, quando parla con Maria, moglie di Massimo Lai, che utilizza
l’utenza 335... , intestata a Lai Domenico, e con la quale intrattiene
una relazione sentimentale (come si evince dalla intercettazione
n.1611 ore 15:09 del 9.8.2008 quando fa riferimento anche al
marito Massimo).
Giulio confida alla donna di avere un problema e così si esprime
“non è che non posso fare niente....e Lello si fida molto di me....poi
va a parlare con troppa gente....e l'unica cosa e che me ne devo
solo andare...solo quello è il problema io ... e che ho fatto .... me
ne devo solo andare....qua purtroppo non posso stare più...ora si è
rimandato a settembre il fatto di questo garage....mi deve dare un
milione di euro..e niente di meno....se ne parla a settembre....io
andai a parlare con lui e gli dissi senti firmiamo un
compromesso...che tu te lo pigli sicuro...e dammi un acconto e
mettiamo tutto per iscritto che tu mi dai per esempio centomila
euro... e poi quando è a settembre mi liquidi i 900.000 euro...mi
disse lui da sopra la mano ..disse ...disse ... perchè non si può fare
tutto a settembre?...io gli dissi si ..ma a me chi me lo dice a me che
tu a settembre te lo pigli ...e lui ...chi te lo ha detto .. io ho detto
che me lo compro..io quando è settembre ottobre vengo e
liquidiamo tutto...”.
L’idea del Giaquinto è quella di ritirarsi perché “lì non sta più
bene”, ma la donna pur sollecitandolo a “levarsi di mezzo” gli
suggerisce di “stare attento e di non sbagliare”.
Costituisce dato notorio che non è semplice allontanarsi da un
gruppo di stampo camorristico, specie quando si è conoscenza degli
interessi economici del medesimo, come nel caso del Giaquinto il
quale, peraltro, sempre a testimoniare il suo pieno inserimento nel
clan (tra quelle 15 persone fedelissime di cui all’ambientale 703 già
cit. nel trattare della posizione del Fiandra), viene in maniera
estemporanea anche utilizzato per altri compiti, come rivelato dalla
ambientale n. 366 del 2.6.08 quando alle ore 14:20 in casa Stolder
arriva Giulio Giaquinto e Stolder Raffaele dopo aver discusso con lui
a bassa voce gli chiede di effettuare un sopralluogo in un palazzo
dove abita una persona che ha una Mercedes marrone nel garage
del medesimo palazzo, nonché dalla ambientale n. 1442 del
20.6.08 quando alle ore 11:40 in casa Stolder arriva Giulio
Giaquinto il quale avvisa Ferriero Patrizia che lascerà i suoi due
cellulari presso l’abitazione per poi allontanarsi, non prima di aver
aggiunto che stanno aspettando Pino e che hanno trovato “i due
calzini” nel deposito di Antonio.
Vanno altresì richiamate le intercettazioni relative ad un patto
stipulato tra il gruppo Stolder ed un sindacalista, riportate nella
scheda di Ferraiuolo Gennaro.
Alla luce di tutto quanto sin qui evidenziato deve concludersi per la
sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico del Giaquinto in
relazione al reato contestato.
IMPROTA GIUSEPPE
Sono a lui contestati i reati di cui ai capi A), nella qualità di
partecipe al clan Stolder, C (tentato furto aggravato Muto), D, D1,
D2 (rapina aggravata, sequestro persona ed armi S. V. e Y), E, E1,
E2 (rapina aggravata, sequestro persona ed armi X).
Sono stati già esaminati i gravi indizi a carico dell’Improta con
riguardo alle vicende relative al tentato furto Muto ed alla rapina ai
danni dei coniugi S. V. e Y.
Correttamente il P.M. ha escluso la sussistenza dei gravi indizi in
relazione alla partecipazione ai reati contestati per la vicenda X in
quanto a suo carico è una sola conversazione intercettata alle ore
01:02 quando egli prova a contattare con la utenza del Fiandra lo
Stolder che tuttavia non risponde (telefonata n. 694) per cui non si
ha modo di verificare se sia proprio lui il soggetto che sale
nell’appartamento.
In ogni caso anche questo elemento, sebbene non sufficiente a
richiedere la misura cautelare per i reati ai capi E, E1, E2, risulta
significativo dei particolari rapporti che lo legano a Stolder Raffaele
ed al Fiandra Bruno (le cui posizioni sono state sopra esaminate).
Gli stessi elementi valutati in relazione alle altre due vicende
contestategli consentono di ritenerlo tra i 15 soggetti fedelissimi
che lo Stolder nella fase immediatamente successiva alla sua
scarcerazione utilizza per rafforzare il controllo del territorio
(secondo quanto il capo stesso dichiara nell’ambientale 703 del
9.6.08 presso la sua abitazione).
Va osservato inoltre che:
- la utenza 331... in uso a Improta Giuseppe, come confermato
dalle intercettazioni disposte sulla stessa, ha un numero
sequenziale con la utenza ....946 di Stolder Raffaele e con la utenza
...7945 di Fiandra Bruno (altro indagato). Inoltre Improta utilizza
anche la utenza 334 ... (intestata a tale Jaliya Yamaha) con numero
sequenziale con la utenza 334 ... in uso a Fiandra Bruno pure
intestata al medesimo Jaliya;
- sono intercettate alcune significative ambientali dalle quali risulta
che il medesimo Improta, chiamato Pino e individuato come il figlio
di Luigi, partecipa alle riunioni nell’abitazione Stolder tra cui si
ricordano la: n.1327 del 19.06.08 quando alle ore 12.49 discute
con lo Stolder, Colurciello Salvatore e Marotta Salvatore di un
lavoro da fare nelle fogne per arrivare ad un caveau e da finire in
fretta prima che intervengano altri; n. 1442 del 20.06.08 quando
alle ore 15:40 discute degli altri gruppi criminali nella zona e dei
lavori di scavo in corso nella fognatura.
Sussistono pertanto a carico dell’indagato i gravi indizi di
colpevolezza in ordine ai reati di cui ai capi A, C, D, D1, D2, per i
quali la misura viene richiesta. Va ricordato, tuttavia, che con
riguardo al capo C il medesimo indagato è stato già denunciato e
condannato con sentenza in primo grado, secondo quanto si
desume dal certificato dei carichi pendenti.
LA MANNA DOMENICO
Sono a lui contestati i reati di cui al capo I) nella qualità di
partecipe all’associazione promossa e diretta dal Vallefuoco
Francesco e, quindi, di concorrente esterno nel clan Stolder.
Occorre preliminarmente evidenziare che nei confronti del La Manna
manca una specifica indicazione del ruolo svolto e, tuttavia, è
possibile ricostruire la condotta ascrittagli alla luce delle condotte
genericamente indicate nella prima parte della imputazione
medesima ove viene descritta l’attività dell’associazione, nonché
alla luce degli elementi indicati nel corpo della richiesta.
Con riguardo al La Manna, va anzitutto evidenziato che, nell’esporre
gli elementi a suo carico, l’accusa ha sottolineato il legame del
soggetto con la mafia siciliana, in conformità a quanto
rappresentato dagli investigatori nella segnalazione, laddove sono
indicati i precedenti giudiziari dell’indagato e sono evidenziati alcuni
passaggi di ambientali nel corso delle quali il Vallefuoco si riferisce
a La Manna come persona che gestisce anche un proprio gruppo:
cfr. ambientale n. 891 del 20.12.08 Audi A6 quando parlando di
Mimmo (La Manna), che è sottoposto a controlli di polizia, afferma
che “mantiene a 17 di loro, tutti carcerati, ogni mese”. Ciò
naturalmente non esclude in linea di principio che l’indagato possa
anche rispondere di partecipazione all’associazione promossa dal
Vallefuoco.
Nella motivazione della richiesta, il P.M. lo indica come colui che
nell’ambito del predetto gruppo svolge un ruolo stabile quale
tramite tra il Vallefuoco ed i “siciliani” per le attività illecite
dell’associazione (così come il Di Tella fa da tramite con i casalesi).
In questo ruolo opera nei due settori illeciti principali: da un canto è
il referente per l’attività di recupero crediti svolta dal Vallefuoco a
Palermo, dall’altro organizza gli incontri tra il Vallefuoco ed il
gruppo dei “siciliani” che vogliono riciclare al Nord i loro proventi
illeciti.
Quanto al primo settore giova premettere che esistono precisi
elementi dai quali si desume che il Vallefuoco è impegnato
nell’attività di recupero crediti a Palermo ed a Catania ed invero:
1) è in contatto con lo studio legale Romeo, il cui nominativo, con
indirizzo e cellulare, viene comunicato con sms dal cellulare in uso a
Carcas Marika al cellulare 335 ... intestato alla IMPRESIT 2000 ed in
uso al Vallefuoco (intercettazione n. 1987 ore 12:40 del 23.09.2008
SMS “avv. Romeo Salvatore piazza Giovanni Amendola 43 90141
Palermo. 333 ...”) e la utenza indicata nel messaggio viene
contattata dal Vallefuoco che parla con Marco il quale riferisce che
ci sono novità di cui si deve parlare da vicino ed “in maniera
privata”;
2) nel corso della telefonata n. 9828 del 6.11.08 intercettata sulla
utenza IMPRESIT in uso al Vallefuoco questi afferma che le
“pratiche di Catania” devono essere inserite nelle agende personali
e non nel computer, ed i relativi incarti da custodire nella
cassaforte, nella speranza che non vi siano controlli in ufficio;
3) tra gli atti acquisiti in copia dai Cc. di Termoli in data 6.3.09
risultano anche alcuni fax relativi all’aggiornamento pratiche ISES e
tra questi vi sono anche fax trasmessi dallo studio ROMEO di
Palermo all’I.SE.S.
Orbene, proprio il Vallefuoco si vanta della sua capacità di
effettuare recuperi crediti in Sicilia, grazie all’intervento di soggetti
del posto che usano la loro autorità, come risulta dall’ambientale n.
80 del 27.10.2008 (audi A6) quando afferma “solo io lo potevo
fare....perchè è un uomo dei siciliani...” e in tale contesto
(l’ambientale è riportata nel trattare del reato di cui al capo I) fa
esplicitamente il nome di Mimmo La Manna come persona che
aveva contattato per una operazione, ricordata a titolo di esempio.
Ma che si tratti di un contatto stabile e non occasionale lo rivelano
le parole “per la questione dei siciliani, è necessario che intervenga
qualcuno che abbia la loro cultura”, a significare che per il recupero
crediti in Sicilia può contare su alcuni soggetti in maniera stabile.
Uno di questi soggetti è anche tale Marco dello studio legale Romeo
presso il quale il Vallefuoco svolge la sua attività per le pratiche
I.S.E.S. siciliane (quelle che non devono risultare dai computer) e il
La Manna è inserito in questo rapporto, secondo quanto risulta dalla
conversazione intercettata nel corso dell’ambientale n. 395 del
20.11.08 quando, giunto in Sicilia, a bordo della sua auto contatta
Mimmo La Manna per riferirgli che si trova nella sua terra e andrà
dall'avvocato Marco Romeo, al quale porterà i suoi saluti.
Da tali elementi si può già ricavare che La Manna costituisce
realmente uno stabile e consapevole referente dell’associazione
relativamente alla gestione dei recuperi credito svolta facendo
ricorso al potere di intimidazione delle organizzazioni mafiose locali,
che egli è evidentemente in grado di invocare.
Tuttavia vi sono altri elementi a carico del La Manna quale tramite
con i “siciliani” per conto dei quali fissa appuntamenti importanti
per il Vallefuoco. Unio di questi incontri è quello che avviene nella
sera del 28.10.08, data in cui si intercetta l’ambientale n.106 ore
20:26 nell’Audi A6 quando Vallefuoco chiede alla sua fedele
collaboratrice Marika di contattare Mimmo La Manna; questi a sua
volta chiama il Vallefuoco e gli chiede dove debbano incontrarsi se
“a Rimini nord o a Rimini sud”, ma Vallefuoco risponde “a casa
mia”. Immediatamente dopo comunica a Zavoli che alle ore 23:30
ha “i siciliani al Bagno 124” e gli dice di avvisare anche i “ragazzi”.
Tale incontro viene commentato altresì nell’ambientale n.121 ore
16:35 del 29.10.2008 quando a bordo dell’Audi A6 Vallefuoco svela
che i “ragazzi” i quali dovevano fare da scorta non avevano
segnalato la presenza della polizia mentre lui era insieme con i
“siciliani” con i quali “noi stiamo facendo un certo lavoro qua sopra”
e bisogna stare sempre all’erta.
Ora, i lavori organizzati dal Vallefuoco, per i quali si parla da vicino
ed occorre massima cautela, sono quelli che riguardano il riciclaggio
il danaro provento di attività illecita, come rivelato dal contesto
generale delle intercettazioni e come si desume, in particolare per i
“siciliani”, dalla ambientale intercettata in data 15.05.09 n.1642 ore
09:47, quando sempre a bordo dell’Audi A6 Vallefuoco riferisce a La
Manna, che gli detta un numero di conto corrente, (ovvero lo
.....310192), di aver versato 45 mila euro. La Manna ritiene che
sarebbe stato preferibile versare di più ma Vallefuoco spiega che
300 mila dovrà consegnarli “a Napoli”. Tenuto conto che per Napoli
il Vallefuoco opera nel settore del riciclaggio per investimenti da
realizzare con restituzione di danaro pulito (secondo il meccanismo
già descritto più volte nella parte generale e nelle schede Bacciocchi
e Carcas) è evidente da tale conversazione che questo è anche il
settore nel quale La Manna si muove con “i siciliani”.
Peraltro, a conferma che l’indagato è pienamente inserito
nell’associazione, sono da ricordare le conversazioni dalle quali
risulta che egli è a conoscenza dei contatti tra lo Stolder e il
Vallefuoco, tenendosi aggiornato sugli sviluppi di accordi in corso: si
ricordano ad esempio le telefonate n. 67 delle ore 06:55 del
18.08.2008, n. 189 ore 19:00 del 28.08.08, intercettate entrambe
sulla utenza 366 ... in uso allo Stolder (la n. 189 è quella nel corso
della quale La Manna tra l’altro informa Stolder con linguaggio
cifrato di essere oggetto di controlli di polizia motivo per il quale
non sarà presente alla festa del Vallefuoco).
D’altro canto La Manna aggiorna il Vallefuoco sulla sfortunata
transazione in corso tra i napoletani ed i siciliani, come risulta
dall’ambientale n. 611 delle ore 16:09 del 02.12.2008 quando,
dopo aver incontrato il La Manna, Vallefuoco in auto riferisce alla
compagna Esposito Lucia che i siciliani hanno problemi a Napoli
tanto che “li vogliono sparare” (sui ritardi e gli imprevisti relativi
all’affare droga tra i siciliani e napoletani si richiama quanto
ampiamente evidenziato nella parte sul reato di cui al capo A).
Sempre a conferma degli stretti legami del La Manna con il
Vallefuoco, si ricorda altresì che l’indagato risulta titolare di
un’attività commerciale in Corridonia (Macerata) gestita dalla IN srl
(cfr. annotazione relativa all’attività di osservazione svolta nei
confronti del La Manna nelle date del 6 e 7.10.08 quando è stato
visto all’interno dei locali dell’esercizio commerciale sito nel Palazzo
Zenith di viale dell’Industria).
Dagli accertamenti svolti dalla DIA, risulta che la società
denominata “IN” s.r.l. con sede in Corridonia (Macerata) viale
Dell'Industria ha anche una seconda sede in Milano, in via
Spartaco, ed ha come oggetto sociale la compravendita all’ingrosso
di articoli di abbigliamento; amministratrice risulta essere Gattafoni
Paola, suocera di Cimorosi Marco, socio del La Manna Domenico. Lo
Stolder commenta in ambientale nella propria abitazione con la
moglie (n.199, ore 08:39 del 30.05.2008), a proposito di
un’intermediazione per un “siciliano” che ha acquistato una
“fabbrica di scarpe”, che il siciliano aveva rilevato nelle Marche le
fabbriche di scarpe di un imprenditore indebitato nei cui confronti vi
erano state pressioni della camorra dei Mazzarella e che aveva
confidato allo Stolder di poter minacciare a sua volta i Mazzarella o
farli ragionare per un nuovo accordo.
Orbene nella rubrica della scheda telefonica del Vallefuoco è inserito
il socio del La Manna, Marco Cimorosi, indicato come Marco della IN
(cfr. ambientale n.1341 ore 13:52 del 29.04.09 Audi A6), quando la
rubrica viene sfogliata dalla compagna Lucia del Vallefuoco per
segnare il numero di Mimmo “nuovo nuovo”.
Ulteriori intercettazioni confermano che il Vallefuoco è in contatto
costante con il La Manna: telefonata n.326 del 16.08.2008 (utenza
Stolder) quando riferisce al suo interlocutore che Mimì sta cercando
di contattare Lello senza riuscirvi, mentre lui lo incontrerà da
vicino; ambientale n.28 del 24.10.2008 (Audi A6) quando La Manna
contatta al telefono (messo in viva voce) in macchina il Vallefuoco
per chiedergli un incontro confermando al suo interlocutore che è
tutto a posto in Sicilia; ambientale n. 901 ore 10:05 del
22.12.2008 (Audi A6) quando Vallefuoco fa riferimento ad un
incontro con Mimmo, il quale gli ha comunicato che sta ancora a
Jesi ed ha ancora dietro le “guardie” tanto che Vallefuoco teme di
poter trascorrere con Mimmo “Natale al fresco” e sul punto occorre
precisare che già da tempo il La Manna aveva comunicato al
Vallefuoco di essere controllato dalla polizia e più di recente il
medesimo D’Amore Gennaro gli aveva riferito che la situazione a
Napoli era sempre più difficile tanto che La Manna non era potuto
andare a casa dello Stolder (cfr. ambientale n. 639 ore 20:04 del
3.12.08 Audi A6).
Dal complesso degli elementi esaminati, sussistono quindi gravi
indizi per ritenere La Manna Domenico stabilmente inserito con il
ruolo di intermediario tra il gruppo del Vallefuoco ed i siciliani per le
operazioni di recupero crediti con metodo mafioso e per le attività
di riciclaggio.
A diversa conclusione deve giungersi con riguardo alla
contestazione di essere concorrente esterno nel clan Stolder in
quanto il P.M. contesta tale reato all’indagato in relazione alla
medesima attività spiegata per il gruppo Vallefuoco, ovvero quale
partecipe di tale associazione.
In senso contrario deve osservarsi che il La Manna ha contatti con
lo Stolder nella sua qualità di partecipe ad un gruppo di
“siciliani” dedito al traffico di stupefacenti, come rivelato dalle
conversazioni tra i due per la vicenda a lungo trattata con
riferimento al reato di cui al capo A) quando si è evidenziato che
Stolder opera per i “napoletani” mentre La Manna opera per i
“siciliani” in relazione ad una transazione illecita che, alla luce delle
indagini contestuali e delle argomentazioni svolte nella parte
generale (cui si rinvia), aveva ad oggetto una partita di sostanza
stupefacente.
Ne consegue, quanto al concorso esterno con il clan Stolder, che
non può ritenersi corretta la contestazione mossa al La Manna,
collegata, si ripete, alla sua stessa qualità di partecipe
all’associazione Vallefuoco, mentre il concorso riguarda il tema del
traffico di stupefacenti riguardante il La Manna per i suoi contatti
con la criminalità siciliani.
MANGO VINCENZO
E’ a lui contestato il reato di cui al capo A) nella qualità di partecipe
al clan Stolder.
Mango è spesso citato nelle intercettazioni come “Enzuccio il
fabbro” ed opera continuativamente con il gruppo Stolder mettendo
a disposizione la sua specifica competenza di fabbro.
Sulla sua identificazione giova evidenziare che:
- gli interlocutori associano nel corso delle ambientali il nome
Enzuccio con quello di Totore e difatti dagli accertamenti svolti dalla
DIA Mango risulta aver sposato la sorella di Santaniello Salvatore,
Anna;
- i verbalizzanti hanno individuato la officina per la lavorazione del
ferro in via Bartolomeo Capasso n. 2 in uso al Mango e in data
22.7.08 alle ore 11.15 verificano che la stessa è chiusa
(annotazione del 22.7.08 inserita nell’allegato 19 volume 2°
segnalazione DIA);
- sulla base delle intercettazioni in uso allo Stolder ed ai soggetti a
lui vicini è stata individuata la utenza 349 ... intestata proprio a
Mango Vincenzo come utenza sulla quale viene contattato Enzuccio
il fabbro e dalle successive attività di intercettazioni è emerso che il
medesimo, al pari degli altri associati, ha anche in uso la utenza
334 ... intestata a soggetto straniero.
Significative sono anzitutto una serie di intercettazioni ambientali
presso l’abitazione dello Stolder:
- dall’ambientale n. 403 ore 20:08 del 3.6.08 si ricava che egli
lavora per il gruppo e si impegna anche se non sempre i risultati
sono soddisfacenti per lo Stolder che vorrebbe accelerare i tempi
(come risulta dalle altre intercettazioni riportate nella parte
generale). Ed invero parlando con il Santaniello Salvatore fa
riferimento al comportamento del cognato Vincenzo e Santaniello
ribatte di “esserselo raccomandato”, ma il boss ribatte che non è
questione di impegno “perchè quello, comunque, si sta facendo il
mazzo tanto, appresso a noi”. Nella stessa sera alle ore 22:08 con il
nipote Ferraiuolo Gennaro indica Enzo tra i "ragazzi che hanno
lavorato" da pagare ed a tal proposito fa riferimento al fatto di aver
parlato con il cognato;
- a conferma del fatto che lo Stolder, per la organizzazione dei
“colpi” che servono a rimpinguare le casse del clan ed accrescerne i
mezzi per operare (come riferito dal medesimo capo, cfr. ambientali
403, prima dell’arrivo del Santaniello e n.703 delle ore 09:01 del
09.06.2008), conta molto sulla collaborazione di Enzuccio il fabbro,
è l’ambientale n. 15 delle ore 17:49 del 23.5.08 quando, nel
discutere con Totore (Marotta) della necessità di lavorare con “un
trapano ed una prolunga” senza rompere il pozzetto per rifarlo, ma
allargandolo e facendo poi “la stessa tarantella con lo sportello”,
alle obiezioni del suo interlocutore sulla necessità che il lavoro sia
fatto in modo da non far notare nulla, ribatte che lui chiamerà il
fabbro e poi ancora aggiunge “chiamiamo ad Enzuccio … mettiamo
le staffe sotto… noi allarghiamo per entrare dentro … noi mettiamo
le staffe di ferro”;
- ancora decisivo risulta l’impegno per il gruppo del Mango
dall’ambientale n.1327 ore 12:49 del 19.06.08 quando viene
indicato “Enzo il fabbro” come la persona che ha preparato “le
lance”. Il riferimento alle lance ed all’uso che se ne deve fare lo si
ricava dalla precedente parte della medesima ambientale n. 1327
che ha inizio alle ore 8:49 nel corso della quale Stolder, sempre
impaziente e non soddisfatto dei suoi uomini, commenta che Totore
Santaniello deve avere solo contatti con il cognato e gli deve dare “i
ferri”che ha il fabbro; quindi alle 12:49 Colurciello Salvatore (del
quale i verbalizzanti conoscono bene la voce) esprime la necessità
di intervenire tempestivamente per realizzare il colpo prima che
intervengano “altre batterie”ed in questo contesto Stolder fa
riferimento alle lance preparate dal fabbro. Sulla necessità di lance
termiche e sulla urgenza di reperire il materiale, motivo per il quale
chiede anche a figlio Alessio di fare una ricerca su Internet giova
ricordare l’ambientale n.366 ore 16:44 del 01.06.2008 (riportata
come le altre nella parte generale);
- nel corso dell’ambientale n.1022 ore 09:29 del 14.06.08 Raffaele
spiega all'interlocutore i lavori da svolgere indicando le misure
rilevate (parla di quattro metri dal centro del tombino all’interno del
magazzino). Dalla conversazione si comprende che si sta
esaminando la mappa delle fogne rilevando dei punti per orientarsi
e quindi lo Stolder, dopo aver discusso dei loro compiti, aggiunge
che dovranno aspettare che “il fabbro” faccia il suo lavoro;
- a conferma di chi sia “il fabbro” interessato alla organizzazione di
un colpo è l’ambientale n. 1442 ore 07:40 del 20.06.2008 quando
Stolder afferma che bisogna contattare “Enzuccio il fabbro” e c'è
bisogno di quattro persone, due persone che bucano e di due che
puliscono. Colurciello insiste perché si intervenga subito e Stolder
osserva che manca solo l'intervento del “fabbro Enzuccio”. Quando
nel corso della mattinata arriva Gigino l’elettricista Stolder lamenta
con lui che il lavoro poteva essere realizzato in modo che i fili non si
vedessero ed aggiunge che “Enzuccio, il fabbro” riteneva che il filo
(della prolunga per il trapano) doveva passare da un'altra parte
anche per dare maggiore sicurezza a Ciccio “il ferraro” che ha paura
“della corrente”. Sempre nel corso della discussione Stolder afferma
che Totore Santaniello è bravo pure con il ferro e ripete in concetto
indicandolo come “il cognato di Enzuccio”.
Al di là delle ambientali sin qui ricordate (e riportate per intero nella
parte generale), le intercettazioni telefoniche confermano i contatti
assidui nel tempo del Mango con lo Stolder rispetto al quale ha una
posizione di subordinazione tipica dell’affiliato.
Sono evidenziate nella segnalazione della DIA le telefonate nel
corso delle quali Pangione Antonio, soggetto che lavora nel garage
sotto l’abitazione dello Stolder gestito da Giaquinto Giulio e
Tambone Eugenio, contatta con la sua utenza (monitorata dagli
investigatori) Enzo Mango per dirgli che Lello Stolder ovvero lo “zio”
chiede di lui e deve andare subito a casa sua (telefonate n. 26 ore
10:58 del 02.09.2008; n.38 ore 14:36 del 16.09.2008; n.130 ore
09:20 del 02.10.2008; n.139 ore 10:31 del 06.10.2008; n.147 ore
09:06 dell’8.10.2008; n.148 ore 12:54 dell’8.10.2008 quando
Pangione sollecita il Mango dicendo che “lo zio” lo sta aspettando
“giù al palazzo”).
Va sottolineata la particolare cautela con la quale Stolder, che pure
conosce da tempo il Mango, cognato del Santaniello, prende
contatti con il medesimo, evitando di chiamarlo personalmente e
usando come tramite il Pangione Antonio. Si tratta peraltro di
telefonate brevissime con le quali il Pangione si limita ad inviare il
messaggio della necessità che il Mango si rechi da Lello Stolder che
più spesso non viene indicato con il nome ma con l’appellativo “Zio”
in segno di rispetto. Il Mango non pone domande ma si limita ad
assicurare la sua presenza.
Tuttavia è proprio il medesimo Stolder Raffaele a svelare l’oggetto
dei suoi contatti con il Mango quando con la telefonata n.750 del
28.09.08, intercettata sulla utenza 331 ... nella sua disponibilità,
riferisce a tale Antonio Festante che deve vendere una macchina
perché ha parlato “con il fabbro” che gli ha detto che la macchina
non è compatibile e, tenuto conto delle ambientali intercettate in
precedenza, si comprende che si fa riferimento a macchine da
modificare per calarsi nelle fogne senza farsi notare. La tecnica è
descritta nell’ambientale n. 879 ore 17:56 del 11.06.2008 quando
Stolder riferisce ai presenti nel corso di una riunione nella sua
abitazione che è stata preparata una macchina “…apri lo sportello e
te ne vai nella fogna…”
I rapporti dell’indagato con il gruppo Stolder non si limitano all’arco
temporale sin qui esaminato (tra giugno e ottobre 2008), ma
continuano per tutta la durata delle intercettazioni.
Sul punto si richiamano le telefonate registrate sulla utenza 366 ...
in uso allo Stolder quando a far data dal 12.11.08 si intrecciano una
serie di telefonate tra il capo ed una serie di suoi complici, tra i
quali il medesimo Mango Enzo (contattato sulla sua seconda
utenza), con riguardo ad un’auto non utile da vendere e di un’altra
auto da modificare (situazione analoga a quella rappresentata nella
telefonata n. 750). In particolare Stolder contatta il Mango alle ore
17:47 del 12.11.08 (telefonata n. 328) sollecitandolo a recarsi ad
un appuntamento e poiché il Mango ha il furgone gli darà la vespa;
poi alle successive ore 19:28 (telefonata n. 333) parla con
Santaniello Salvatore, tra l’altro, di una macchina da vendere e di
una macchina che il cognato del Santaniello, Enzo, porterà
all’elettrauto; seguono una serie di telefonate del giorno dopo
quanto Enzo Mango viene mandato dal meccanico a vedere un’auto
che Mango non riesce a trovare (n. 348, 350, 352). Così Stolder
invia dal meccanico Fiandra Bruno (telefonata n. 387 ore 17:40) e
successivamente parla con Santaniello per dirgli che si deve “fare la
macchina” (tel. n. 389 ore 17:50). Nel medesimo giorno alle ore
18:50 Mango Enzo assicura allo Stolder di aver portato l’auto
dall’elettrauto (tel. 394). Il giorno dopo (14.11.08) Stolder parla
con Mango di un’auto da in vendita (tel. n. 423), macchina diversa
evidentemente da quella di cui il medesimo Stolder parla con
Santaniello Salvatore (n. 460) e con lo stesso Mango (n. 471 del
15.11.08) per risolvere una questione particolare, ovvero la
necessità che la radio non resti accesa quando il motore sia spento
o almeno sia installato un interruttore per spegnerla). Che si parli di
auto diverse è reso palese dalla telefonata n. 481 del 15.11.08
quando Santaniello comunica a Stolder di una macchina che è
pronta e di una Polo che è in vendita.
Significativa dei lavori particolari svolti dal Mango è la telefonata n.
532 del 17.11.08 quando Stolder contatta Enzo per alcuni “pezzi”
che vanno tagliati ed in particolare per un pezzo che Enzo doveva
portare per conto di Stolder da un tornitore per farlo tagliare; nella
successiva n. 536 Enzo Mango comunica a Stolder che il cognato
sta andando a “portarglieli”ed in tale circostanza Stolder gli chiede
“una lamina” e sempre di una lamina si parla nella telefonata n.
574 del 18.11.08 quando il boss invita a procurarne una che vada
bene sottolineando che è “importante anche se la devono
comprare”. Finalmente in data 20.11.08 Mango comunica di aver
visto la lamiera che costa 180 euro e quindi proverà a chiedere se
la trova presso un suo amico e sul punto Stolder afferma che la
lamiera “è sottile ed è buona per fare la copertura” (telefonata n.
612), Il contenuto della conversazione viene riferito dallo Stolder al
Fiandra al quale dice che la lamiera per la copertura è stata trovata
ma costa troppo (tel. 614). Ancora sul tema della lamina è la
telefonata n.630 sempre del 20.11.08 quando il Mango commenta
di aver ricevuto dal suo amico quella più sottile possibile, che
Stolder non giudica comunque adeguata ed i due parlano di pezzi di
acciaio che Mango ha procurato. Stolder osserva le “corte” devono
metterle da parte per un’altra cosa, mentre gli altri pezzi sono per
quelli grossi. Queste sono solo alcune delle telefonate riportate
nell’allegato 7 del volume 3° informativa DIA 8.6.09 il cui
significato va interpretato alla luce dell’unica attività svolta dallo
Stolder e dai suoi uomini in quel periodo (come evidenziato nella
parte sul capo A).
Tutto ciò consente di ritenere sussistenti i gravi indizi di
colpevolezza a carico del Mango Vincenzo in ordine al reato
ascrittogli.
MARIGLIANO GAETANO
E’ a lui contestato il reato di cui al capo H) in quanto associato con
Salice Salvatore e Simmi Fabio con il compito di presentare, tramite
la propria società di assicurazione MARASS con sede in via Novara,
richieste di finanziamenti ad istituti finanziari, sulla base di
documentazione falsa, procurata dai due altri associati.
Si richiamano a suo carico i gravi indizi di colpevolezza
rappresentati nel trattare del capo H) per il quale, lo si ricorda, è
stata esclusa l’aggravante di cui all’art. 7 legge 203/91.
MAROTTA SALVATORE
Sono a lui contestati i reati di cui ai capi A, nella qualità di partecipe
al clan Stolder, B, B2 (rapina aggravata Unicredit), F (tentata
rapina FINMAZZA).
Marotta Salvatore è uno dei più assidui interlocutori dello Stolder ed
è tra coloro che partecipano attivamente alle riunioni presso
l’abitazione del capo. Difatti, proprio nel corso di una questi incontri
per discutere dei “colpi” da organizzare, egli racconta di una rapina
effettuata poco tempo prima (n. 199 del 30.5.08).
Il P.M., pur avendo nella contestazione incluso anche il Marotta tra
gli indagati per la tentata rapina in danno della Finmazza, ritiene
tuttavia il medesimo non punibile in relazione a tale reato per
desistenza volontaria.
In realtà, sebbene il Marotta sia individuato tra coloro che
partecipano all’incontro nel corso del quale lo Stolder anticipa il suo
progetto di agire nei confronti di una società di pegni che ha sede
nei pressi del bar del genero Esposito Antonio, tuttavia non vi è
alcun elemento dal quale desumere che il medesimo indagato sia
stato poi incluso nella squadra che ha realizzato il tentativo, tenuto
conto del lungo lasso di tempo trascorso e della circostanza che nel
corso delle successive intercettazioni con il Marotta non si parla più
di questo colpo.
Resta tuttavia il dato che lo Stolder per tutte le attività che intende
realizzare discute quasi sempre con il Marotta ritenuto
evidentemente uomo di esperienza, come dimostra la sua stessa
capacità di organizzare una rapina ai danni di una banca durante la
detenzione del capo, per la ricostruzione della quale si richiama
quanto evidenziato nella parte relativa ai reati fine.
Molteplici sono le ambientali che testimoniano quanto sin qui
rappresentato e si tratta di conversazioni tutte riportate nel trattare
della configurabilità del clan Stolder.
Qui giova citarne alcune nel corso delle quali il Marotta Salvatore
dimostra la sua qualità di soggetto esperto e di uomo di fiducia
dello Stolder nel settore dei furti e delle rapine ai danni di istituti di
credito, gioiellerie, rappresentanti di preziosi, con il quale il capo si
confronta di continuo ragionando di scavi, percorsi nelle fognature,
attrezzi da utilizzare, caveau ai quali accedere: così nelle ambientali
15 e 16 del 23.5.08; 199 del 29.5.08 e del 30.5.08; 320 del
31.5.08; 366 del 2.6.08; 1327 del 19.6.08. Si sottolinea che
nell’ambientale 199 della mattina del 30.5.08 il Marotta partecipa
alla discussione relativa in maniera specifica alla realizzazione di
una macchina con il buco da parcheggiare in prossimità di una
botola per accedere alle fogne senza essere visti (come peraltro si
desume dalle successive ambientali in cui si tratta dei punti ove
sistemare l’auto modificata).
In particolare, nel discutere della organizzazione dei colpi, il
Marotta affronta con lo Stolder e gli altri soggetti presenti anche il
tema dei cellulari ai quali bisogna stare attenti, delle schede nuove
da procurarsi, delle radio con le quali captare la presenza in zona
delle forze di polizia: così nella lunga ambientale n. 520 del 4.6.08
e del 5.6.08, ove il Marotta fa riferimento a congegni cinesi per
verificare la presenza della polizia, oltre che ritornare, nel
pomeriggio del giorno dopo (il 5.6.08), a parlare in concreto delle
attività in corso. Sempre sul tema delle schede telefoniche nuove
da procurare per eludere eventuali intercettazioni e dell’uso di
ricetrasmittenti il Marotta interviene nell’ambientale n. 786 del
l0.6.08.
Il Marotta partecipa altresì alle discussioni sulla distribuzione dei
soldi effettuata dallo Stolder che vorrebbe tenere da parte la
maggior parte del bottino per la crescita del gruppo con nuovi
investimenti ma d’altro canto deve garantire uno stipendio ai propri
compagni: così ambientale 403 del 3.6.08.
A dimostrazione del suo pieno inserimento nel gruppo camorristico
giova ricorda altresì le seguenti intercettazioni: n. 15 del 23.5.08
quando alle ore 17:49 quando Marotta (individuato dalla voce) con
Stolder e tale Enzo discute di una estorsione ai danni del Centro
Sportivo Virgilio compiuta in nome del clan; n. 557 del 7.6.08
quando fa riferimento ai suoi rapporti con tale Grasso Renato per la
installazione di macchinette videopoker ed il capo rappresenta di
aver già in corso un progetto con Ferraiuolo discutendo però con il
medesimo Marotta dei locali per aprire un punto scommesse; n.
520 ore 18:31 del 4.6.08 nella parte in cui si discute della necessità
di allontanare gli scippatori dalla zona anche a costo di ucciderli.
D’altra parte, nelle ambientali vi è spesso il ricordo di attività svolte
insieme anche in passato a conferma dello stretto legame del
Marotta con il boss, come risulta in maniera esplicita nella parte
dell’ambientale n. 199 del 30.5.08 ore 16:39 riportata con riguardo
al reato di cui al capo B, ambientale nel corso della quale il Marotta
chiarisce altresì la condivisione dei metodi violenti, affermando che
quando ci sono le donne spacca loro la testa per non farle
parlare.
Quanto alla sua identificazione, effettuata sulla base del
riconoscimento vocale da parte dei verbalizzanti, va ricordato a
conferma che:
- in data 27.06.08 alle ore 12:25 è stato identificato nell’androne
del palazzo lo Stolder con Fiandra Bruno e Colurciello Salvatore;
- nel corso dell’ambientale n. 1268 del 17.6.08 Stolder chiede al
suo interlocutore notizie di Marotta Salvatore apprendendo che il
medesimo sta male ed ha problemi con la moglie, circostanza che
ne confermano la individuazione secondo quanto annotato nella
segnalazione.
In ogni caso i verbalizzanti indicano con certezza la voce di Totore
come quella del Marotta solo in determinate ambientali, ovvero
quelle sopra indicate, e la individuazione della voce nasce anche
dall’ascolto delle telefonate intercettate sulle utenze 333 ..., 331 ...
e 334 ... nella sua disponibilità monitorate per i contatti con le
utenze già sottoposte a controllo nel corso della indagine.
Sussistono pertanto i gravi indizi di colpevolezza a carico del
Marotta Salvatore in relazione ai reati di cui ai capi A, B e B2.
PANICO GIUSTINA
Sono a lei contestati i reati di cui al capo I) nella qualità di
partecipe all’associazione promossa e diretta dal Vallefuoco
Francesco e, quindi, di concorrente esterno nel clan Stolder.
L’accusa la indica come preposta alle attività logistiche e di
supporto del sodalizio.
A carico della indagata sono quattro ambientali particolarmente
significative:
1) n. 148 del 6.02.09 (Audi A6) quando Vallefuoco la chiama al
telefono per dirle che bisogna pagare i ragazzi e le indica i
nominativi e le somme di danaro da dare a ciascuno;
2) n. 66 del 2.02.09 (Audi A6) quando parlando della Panico
Vallefuoco riferisce alla Esposito che la donna gli aveva detto che
c’erano solo assegni, ma non soldi liquidi ed aggiunge che quando
era stato detenuto una delle sorelle aveva detto a Tina che doveva
sopportare la vita della moglie di un camorrista;
3) n.1596 del 13.05.09 (Audi A6) quando Vallefuoco telefona alla
Panico per chiederle quale sia la disponibilità di contanti avendo
chiamato Gilda per ottenere un prestito e discute con lei della
contropartita da richiedere.
4) n. 1212 dell’8.1.09 (Audi A6) quando, in macchina con il
Vallefuoco, la Panico manifesta timore per il fatto che sta portando i
soldi prelevati dal suo conto in Italia all’estero e il marito le
risponde che devono cambiare 20 mila euro di assegni e di questi
“10 li prendiamo noi e 10 li prendi tu”, nel senso che dieci assegni
saranno emessi esclusivamente a suo nome e dieci a nome degli
altri associati.
Da tali conversazioni si evince che la donna ha la disponibilità delle
somme di danaro che il marito utilizza per l’attività del gruppo.
Sebbene non risulti che ella abbia il potere di gestire sotto il profilo
“amministrativo” la cassa dell’associazione (attività che si
attribuisce alla Carcas), è evidente che si tratta di una persona
della quale il Vallefuoco si avvale per la custodia e la distribuzione
dei soldi da svolgere secondo le sue direttive.
Deve essere sottolineato che la indagata viene nominata come
Tina, ma alla individuazione certa si giunge proprio perché la
medesima Tina è anche indicata come la moglie del Vallefuoco,
coniugato con Panico Giustina.
Il rapporto di coniugio potrebbe essere valutato a difesa della
donna, ritenendo che la stessa, piuttosto che partecipe
dell’associazione, si limiti a compiacere il marito.
Tuttavia che la stessa operi come associata al gruppo e non come
moglie risulta dalle seguenti argomentazioni.
Anzitutto, la Panico, che versa gli stipendi ai soggetti indicati dal
marito, sa perfettamente quale sia la loro attività ed invero Fanco
Vallefuoco commenta con lei le attività ed i pregi di Gennaro o
Pescatore e di Gigino di Acerra ed in tale contesto nomina i
“casalesi” per dire che gli stessi vogliono Gennaro per gli
appuntamenti (cfr. ambientale n.1203 ore 13:28 dell’8.1.09 Audi
A6).
In secondo luogo in presenza della moglie il Vallefuoco parla
apertamente delle attività in corso (cfr. ambientali n. 8728 del
30.10.08, n.1203 e n. 1204 dell’8.1.09), anche se sul punto si
potrebbe obiettare che altrettanto fa con la compagna Esposito
Lucia la quale tuttavia non viene ritenuta associata.
Orbene che l’accusa non abbia ritenuto di muovere contestazioni
alla Esposito non significa che la stessa non sia da ritenere intranea
al gruppo e le intercettazioni indicate nelle ordinanze emesse per i
reati di estorsione aggravata dal g.i.p. di Bologna (emesse in data
15.3.11 e 15.6.11 allegate agli atti) fanno ritenere che si debba
propendere per considerarla partecipe. In secondo luogo mentre la
Esposito, almeno all’epoca delle intercettazioni indicate nella
richiesta del P.M., è ancora “corteggiata” dal Vallefuoco non solo
come compagna bensì anche come “prestanome”, ma non risulta
abbia accettato tale ruolo, la Panico già da tempo ha aderito al
progetto del Vallefuoco e, difatti, la stessa figura:
- quale intestataria degli assegni circolari utilizzati per le truffe ed il
riciclaggio, come rivelato dalla ambientale n. 1212 citata sopra,
nonché dalla telefonata n. 4042 del 4.11.08 quando Zavoli
Roberto riferisce a Lara di assegni circolari da farsi rilasciare a
nome suo e di Panico Giustina, la cui residenza è a Brusciano,
Napoli e gli assegni devono avere come causale “finanziamento
soci”;
- quale socia per 9.900,00 euro di capitale della I.S.E.S. Italia
S.r.l., CF ......50401, con sede in via Flaminia n.171 Rimini,
costituita in data 26.01.2009 tra la Panico e D’Amore Gennaro
(sulla cui attività si richiama quanto evidenziato nella relativa
scheda) che ne è anche amministratore unico.
Ma vi è di più.
La donna è altresì partecipe delle intese esistenti tra il Vallefuoco ed
il Bacciocchi, come rivelato dalla telefonata n.8728 delle ore 19:42
del 30.10.2008 intercettata sull’utenza cellulare 335 ..., in uso a
Vallefuoco al quale la donna chiede notizie su come vadano “le
cose” e mentre il marito si limita a rispondere di avere
appuntamento per l’indomani mattina la donna fa il nome di Livio e
commenta “giustamente, sta in difficoltà anche lui”.
A tutto ciò deve aggiungersi che il rapporto tra i due coniugi deve
ritenersi a tutti gli effetti un rapporto di affari dal momento che
l’uomo convive stabilmente con un’altra donna e quindi anche sotto
questo profilo è da escludere che la Panico abbia agito solo come
moglie devota.
Deve concludersi quindi per la sussistenza dei gravi indizi di
colpevolezza a carico della Panico Giustina in ordine al reato
associativo ascrittole al capo I).
Sebbene la donna risulti altresì consapevole dei rapporti del
Vallefuoco con la criminalità organizzata, non emergono contatti
diretti o attività svolte per il clan Stolder per cui non possono
ritenersi sussistenti i gravi indizi per il concorso esterno in tale
clan.
PANNONE LUIGI
Sono a lui contestati i reati di cui al capo I) nella qualità di
partecipe all’associazione promossa e diretta dal Vallefuoco
Francesco e, quindi, di concorrente esterno nel clan Stolder.
Occorre preliminarmente evidenziare che nei confronti del Pannone
(al pari di quanto osservato per La Manna) manca una specifica
indicazione del ruolo svolto e, tuttavia, è possibile ricostruire la
condotta ascrittagli alla luce delle condotte indicate nella prima
parte della imputazione, ove è descritta l’attività dell’associazione,
e degli elementi evidenziati nel corpo della richiesta ove è indicato il
ruolo.
Ed invero, da quanto sottolineato nella motivazione della richiesta
con riguardo alla posizione del Pannone, emerge che egli viene
individuato come uno dei “ragazzi” che operano per conto del
Vallefuoco, regolarmente stipendiati, gli fanno da scorta e si
occupano con atti di violenza del recupero crediti, attività che,
come più volte sottolineato, il Vallefuoco realizza con metodo
mafioso.
I gravi indizi a suo carico sono costituiti dai seguenti elementi:
- viene identificato dai Cc. di Termoli in data 6.3.09 mentre si trova
seduto nel bar Strike Cafè in Termoli, alla via IV Novembre n.9/A ,
insieme con Abete Giovanni, ovvero nello stesso bar dove in una
sala riservata poco distante Vallefuoco incontra un altro soggetto
(identificato nel Gullotta Antonio, imprenditore della zona). La
circostanza non è priva di rilievo posto che sia l’Abete che il
Pannone risultano tra i collaboratori della I.S.E.S. società gestita di
fatto dal Vallefuoco quale copertura dei suoi illeciti affari. Peraltro
proprio in quella circostanza il Vallefuoco viene trovato in possesso
di documentazione compromettente (come indicato nel trattare del
reato di cui al capo I);
- nel corso dell’ambientale n.148 del 06.02.2009 (Audi A6)
Vallefuoco comunica alla moglie, al telefono, che bisogna pagare i
ragazzi ed indica tra questi Luigi Pannone al quale viene
riconosciuta la medesima somma (1500 euro) attribuita a Gennaro
o Capocchio ovvero Esposito Gennaro;
- il suo nome emerge anche nell’ambientale n. 121 del 29.10.2008
(Audi A6) quando Vallefuoco lamenta che “i vari Gennaro Esposito e
Gigino Pannone non lo hanno avvisato che ci stavano le guardie”,
mentre lui era a colloquio con i “siciliani” per un certo lavoro da
organizzare “qua sopra”;
- lo stesso Pannone viene individuato dai verbalizzanti come
interlocutore del Vallefuoco nell’ambientale n. 864 del 18.12.08
(Audi A6) quando ricorda di un “cavallo di ritorno” che ha realizzato
e delle circostanze in cui, insieme a Gennaro, era entrato in qualche
negozio prendendo a schiaffi chi non voleva pagare, tanto vero che
restando in argomento il Vallefuoco commenta che ora ha un
appuntamento con una persona per una serie di società e se la
persona si tirerà indietro “abbusca dentro al bar”;
- nel corso dell’ambientale n. 226 ore 18:36 del 11.02.2009 (Audi
A6) Vallefuoco, raccontando alla compagna le gesta dei suoi
ragazzi, riferisce che Gigino, il quale si trovava con Gennaro per
una estorsione ai danni di un ristorante, avendo sentito che il
titolare voleva chiamare i carabinieri gli aveva messo “la pistola in
bocca”. Da quanto emerso dalle precedenti conversazioni non è
difficile identificare Gigino del Pannone.
Sussistono pertanto a suo carico i gravi indizi di colpevolezza in
relazione al reato di partecipazione all’associazione promossa dal
Vallefuoco.
Non vi sono elementi per ritenerlo concorrente esterno nel clan
Stolder.
QUINZIO NICOLA
Sono a lui contestati i reati di cui ai capi A nella qualità di partecipe
del clan Stolder e C (tentato furto aggravato Muto).
Come correttamente evidenziato dal P.M. nei suoi confronti non
risultano elementi diversi da quelli relativi al tentato furto a lui
contestato ed oggetto di segnalazione di reato della Squadra
Mobile.
Non risultano pertanto raggiunti i gravi indizi di colpevolezza in
relazione al reato di cui al capo A), fermo restando la gravità degli
elementi a suo carico per il reato di cui al capo C.
SALICE SALVATORE
E’ a lui contestato il reato di cui al capo H) in quanto associato con
Marigliano Gaetano e Simmi Fabio per la predisposizione di richieste
di finanziamento con documentazione falsa che, tramite la società
di assicurazione MARASS di Marigliano, venivano inoltrate agli
istituti finanziari.
Si richiamano a suo carico i gravi indizi di colpevolezza
rappresentati nel trattare del capo H) per il quale, lo si ricorda, è
stata esclusa l’aggravante di cui alla lett. 7 legge 203/91.
SANTANIELLO SALVATORE
E’ a lui contestato il reato di cui al capo A), nella qualità di
partecipe al clan promosso e diretto da Stolder Raffaele.
La identificazione del Santaniello, quale partecipe alle riunioni che
quotidianamente si svolgono in casa Stolder subito dopo la sua
scarcerazione, si fonda sui seguenti dati:
- nel corso dell’ambientale n. 403 del 3.6.08 Stolder parla con
Salvatore del cognato Vincenzo che sta lavorando con loro e, come
evidenziato nella scheda del Mango Vincenzo, si tratta del fabbro
cognato di Santaniello Salvatore, (Mango ne ha sposato la sorella
Anna), al quale spesso si fa riferimento con il nome di Enzuccio il
fabbro parlandone come il cognato di Santaniello;
- a conferma del punto che precede nel corso dell’ambientale n.
1442 del 21.06.08 ore 9:40 parlando della organizzazione di un
“colpo” da effettuare mediante il passaggio per le fogne e
discutendo della necessità di mettere uno sportello e di aprire una
porta blindata, Stolder Raffaele dice testualmente “quello Totore
Santaniello pure è bravo con il ferro, il cognato di Enzuccio quello
sa fare tutto però ha il posto di lavoro impegnativo nella
metropolitana”. I verbalizzanti annotano che in effetti Santaniello
Salvatore risulta assunto da un’impresa di pulizia che lavora
all’interno della Metropolitana;
- viene identificato in data 19.10.08 alle ore 10:30 circa quando,
nel corso di un controllo di alcuni soggetti intenti a chiacchierare
dinanzi al garage sottostante l’abitazione dello Stolder in vico
Palazzo Due Porte n. 16, i verbalizzanti vedono uscire dal civico 16
l’indagato il quale affermava di essersi recato a salutare Stolder
Raffaele (annotazione del 19.10.08 inserita nell’allegato 13 del
volume secondo della segnalazione);
- viene identificato in data 26.11.08 alle ore 17:15 dalla P.S. Vicaria
Mercato mentre chiacchiera con Stolder Raffaele in via Pietro
Colletta, ed a breve distanza è notata Ferriero Patrizia a bordo
dell’auto Lancia Y sottoposta ad intercettazione (almeno sino a
quando non viene fatta bonificare dallo Stolder).
Nonostante il lavoro ottenuto con la ditta di pulizia, il Santaniello
non è poi così impegnato da trascurare i suoi doveri di affiliato e
partecipa, sia pure qualche volta ritardando, agli incontri con il capo
come rivelato anzitutto proprio dall’ambientale n. 403 cit. nel corso
della quale il Santaniello afferma di non aver abbandonato i suoi
doveri giustificando i ritardi con la malattia della madre. Da
sottolineare che nel corso della medesima ambientale si parla di
auto da modificare, di intestazioni fittizie e, all’arrivo di Colurciello,
anche di una vicenda connessa ad un recupero crediti, per poi
riprendere a discutere proprio con il Santaniello delle modalità con
le quali modificare un’auto Twingo.
Santaniello nel corso degli incontri partecipa attivamente alla
organizzazione dei “colpi”, dimostrando una specializzazione nelle
attività da svolgere nei condotti fognari.
In tal senso si ricordano le ambientali (già riportate nella parte
generale e qui solo citate) n. 879 ore 17:56 dell’11.6.08 e n. 1442
ore 11:40 del 21.6.08, nonché le telefonate intercettate sulla
utenza 366 ... in uso allo Stolder riportate nell’allegato 7 volume 3°
della segnalazione, con particolare riguardo al periodo dal 12.11.08
(la n. 333 è la prima telefonata in cui Stolder contatta il Santaniello
per sapere cosa ha fatto con la macchina) al 20.11.08 quando si
registrano una serie di contatti tra Santaniello Salvatore, Bruno
Fiandra, Marotta Salvatore, Mango Enzo e lo Stolder (riportati nella
scheda del Mango) relativamente alla modifica di un’auto, cui il
Santaniello si occupa di intesa con i compagni e principalmente con
il cognato Enzo che valuta gli interventi da effettuare per l’uso che
a loro interessa. Il Santaniello viene incaricato di parcheggiare la
predetta auto al “solito posto” (come gli dice di fare Stolder nella
telefonata n. 481 del 15.11.08).
Peraltro giova ricordare che nel trattare del tentato furto ai danni
del Muto sono riportate anche significative conversazioni dalle quali
si desume come, insieme con lo Stolder subito dopo l’intercento
della polizia, si trovi proprio il Santaniello Salvatore che si occupa
anche di recuperare un’auto con a bordo un cellulare (cfr.
telefonata n. 2057 intercettata sulla utenza in uso al Santaniello
334 ... e telefonate successive).
Il Santaniello si interessa altresì del settore delle estorsioni, come
rivelato dalla ambientale n. 848 del 4.10.08 intercettata a bordo
dell’auto Fiat 500 quando insieme con Ferriero Patrizia ed un altro
soggetto si commenta sia pure criticamente la richiesta di 5000
euro che devono avanzare per conto del capo, nonché dalla
telefonata n. 1375 del 21.6.08 intercettata sulla utenza cellulare
331... in uso a Stolder Raffaele quando si fa riferimento all’esercizio
commerciale ICE ART Gallery ove il figlio del boss Alain si reca
senza pagare e sul quale il gruppo ha messo gli occhi per inserirsi
nella gestione
Ma vi è di più.
A dimostrazione della particolare fiducia goduta dall’indagato va
ricordato che il medesimo è uno dei pochi che Stolder pone in
contatto con La Manna Domenico (cfr. telefonate del 27.8.08 n. 18
utenza 366 ..... e n. 618 utenza 331 ... riportate nella parte
generale) e con Vallefuoco Francesco (cfr. telefonata n. 326 del
16.8.08 quando Santaniello usando il cellulare 331... dello Stolder
comunica la sua utenza al Vallefuoco per i prossimi contatti).
Infine il Santaniello è tra i soggetti coinvolti nel patto con il
sindacalista, patto che con loro non può essere violato, di cui si è
trattato nella scheda di Ferraiuolo Gennaro.
Sussistono quindi gravi indizi a carico del Santaniello in relazione al
capo A).
SCHIAVON GIANFRANCO.
E’ a lui contestato il reato di cui al capo F).
In ordine ai gravi indizi di colpevolezza a suo carico si rinvia a
quanto osservato nel trattare della specifica contestazione.
Il P.M. per il coindagato Marotta sostiene la non punibilità del
tentativo per desistenza, per Ferriero Rosaria non avanza alcuna
richiesta mentre per Stolder e Fiandra non svolge rilievi particolari.
Tuttavia, sia pure in maniera contraddittoria espressamente ritiene
responsabile lo Schiavon del reato ascrittogli e quindi la richiesta
finale (che riguarda tutti gli imputati per tutti i reati in
contestazione) deve ritenersi non solo formalmente formulata, ma
anche sostenuta in motivazione.
Questo giudice, peraltro, ha già evidenziato l’assenza degli elementi
della desistenza volontaria per il reato in esame nella parte in cui si
è esaminato il capo F).
SIMMI FABIO LUCA
E’ a lui contestato il reato di cui al capo H) in quanto associato con
Salice Salvatore e Marigliano Gaetano per la predisposizione di
richieste di finanziamento con documentazione falsa che, tramite la
società di assicurazione MARASS di Marigliano, venivano inoltrate
agli istituti finanziar.
Si richiamano a suo carico i gravi indizi di colpevolezza
rappresentati nel trattare del capo H) per il quale, lo si ricorda, è
stata esclusa l’aggravante di cui alla lett. 7 legge 203/91.
STOLDER RAFFAELE
Sono a lui contestati i reati di cui ai capi A), nella qualità di capo e
promotore del clan, C (tentato furto aggravato Muto), D, D1, D2
(rapina aggravata, sequestro persona ed armi S. V. e Y), E, E1, E2
(rapina aggravata, sequestro persona ed armi X), F (tentata rapina
aggravata Finmazza) e G (violazione sorveglianza speciale).
Si è già detto nel trattare del capo A) che l’associazione di stampo
camorristico – in situazione di quiescenza, ma mai sciolta - con la
scarcerazione di Stolder Raffaele si riorganizza per riprendere in
maniera piena le propria attività illecite ed ampliare la portata del
controllo sul territorio, tenuto conto della ridotta influenza del clan
Giuliano.
Quanto già emerge in tal senso dalle chiare ambientali presso
l’abitazione dello Stolder, che impartisce direttive agli uomini che
operano nel suo nome e per suo conto, trova conferma ed ulteriore
riscontro nelle parole di altro indagato, Vallefuoco Francesco, il
quale afferma che Lello Stolder ha preso il posto di Luigi Giuliano a
Forcella nel corso dell’ambientale n. 1081 del 31.12.08 intercettata
nell’AUDI A 6 di Vallefuoco (riportata con riguardo al capo I).
In relazione alla fattiva partecipazione ai reati fine dell’associazione
valgono le considerazioni già svolte nella parte relativa agli stessi,
ma qui vale la pena sottolineare che lo Stolder organizza e
promuove una serie di ulteriori furti e rapine che non sono stati
contestati in maniera analitica, tenuto conto della mancanza di
elementi specifici utili ad individuare con certezza gli obiettivi.
Tuttavia nelle intercettazioni si parla chiaramente dei tracciati delle
fogne, del materiale che occorre per agire presso istituti di credito e
gioiellerie, degli appuntamenti fissati per i sopralluoghi. Si discute
altresì dei bottini, a dimostrazione che altri colpi vanno a segno, al
di là di quelli contestati, e quindi le conversazioni relative ad una
molteplicità di furti e rapine non restano solo a livello di
chiacchiere, ma si traducono in realtà (cfr. ambientale n.366 ore
12:42 del 01.06.2008 riportata nella parte generale relativa al
reato di cui al capo A).
Ma lo Stolder, appena scarcerato, riprende le redini anche
dell’attività estorsiva a dispetto di chi riteneva che non sarebbe mai
tornato sul territorio (cfr. sul punto ambientale n.15 ore 17:49 del
23.5.08 presso la sua abitazione riportata nella parte generale).
Sempre nella sua qualità di capo, con un nome che continua a
destare quel rispetto generato dal timore, Stolder si attiva per
acquisire il controllo sugli acquisti degli immobili sequestrati messi
all’asta (cfr. ambientali del 17 e del 18 giugno in relazione ad un
acquisto, in particolare la 1299 tutte sopra riportate).
Egli inoltre, sempre tramite persone di fiducia, discute dell’acquisto
di attività economiche, cercando di inserirsi in particolare nel
fruttuoso mercato delle scommesse e delle macchinette videopoker.
Significativi del suo ruolo di capo sono altresì i contatti con 1) La
Manna Domenico, esponente della mafia siciliana, che con lui
discute sia di una vicenda relativa all’acquisto di una partita di
droga da parte di soggetti raccomandati dallo Stolder, sia di
investimenti da realizzare con un soggetto di San Marino; 2) con
Vallefuoco Francesco, promotore e capo di un’autonoma
associazione, con il quale discute di investimenti da effettuare
tramite terze persone.
A ben guardare la maggior parte delle intercettazioni (ambientali o
telefoniche) vede come protagonista lo Stolder il quale
evidentemente non ha perso il suo smalto dopo la lunga
detenzione, che semmai ne ha accresciuto il prestigio.
Egli, come tutti i capi, ha il suo attendente cui si rivolge per ogni
tipo di incombenza minore, preferendo non esporsi in prima
persona. Sul punto si richiamano le seguenti intercettazioni:
- n. 155 ore 10:24 del 12.11.2008 intercettata sulla utenza 334...
in uso a Stolder Raffaele il quale riceve una telefonata da Giglio
Gennaro che utilizza l’utenza 338 ..., intestata alla madre De
Bernardo Carmela, sottoposta a sua volta ad intercettazione. Nel
corso della telefonata si parla di documenti da preparare; Giglio
precisa di non aver chiamato per evitare comunicazioni telefoniche.
Stolder dice che deve sempre provare a contattarlo;
- n. 156 ore 10:30 immediatamente successiva e tra le stesse
utenze di cui sopra nel corso della quale Giglio dice a Stolder che gli
farà sapere tra poco e Stolder lamenta che la “persona di fuori” non
gli ha fatto sapere più niente. Giglio risponde che ci penserà lui
direttamente, in quanto il nipote gli fa perdere solo tempo;
- n. 164 ore 18:48 del 17.11.2008 intercettata tra le predette
utenze in uso a Stolder Raffaele e Giglio Gennaro al quale il primo
comunica che è riuscito a fargli avere un attestato di lavoro,
sottolineando che sebbene servisse anche a lui, aveva preferito
farlo per Gennaro il quale andrà a trovarlo il giorno dopo. I
verbalizzanti hanno accertato che il Giglio Gennaro, figlio di Pietro e
De Bernardo Carmela, risulta assunto da Mazzacano Antonio,
titolare di officina meccanica situata nei pressi dell’abitazione dello
Stolder. Nella segnalazione si evidenzia che Giglio era sottoposto
alla misura dell’obbligo di dimora nel comune di San Giorgio a
Cremano ed era stato autorizzato a spostarsi, unicamente per
motivi di lavoro, presso l’officina meccanica del Mazzacano Antonio,
proprio grazie all’attestato ottenuto attraverso l’interessamento
dello Stolder. Le telefonate sopra indicate rivelano il concreto
interessamento del capo per i propri “amici”.
Ed invero che il Giglio sia persona di fiducia dello Stolder lo
dimostrano le successive conversazioni tra i medesimi intercettate
sulla utenza 338 ... , in uso a Giglio Gennaro che viene convocato
dallo Stolder per discutere da vicino a casa o viene chiamato per
incombenze di vario genere. Queste le telefonate significative:
- n.4 ore 09:29 del 18.12.2008 Stolder Raffaele con la utenza 334
... chiama Gennaro Giglio il quale si limita a dire “mo’ vengo”;
- n. 8 delle successive ore 14:24 (stessa data 18.12. 08) nel corso
della quale Giglio comunica allo Stolder Raffaele che lo ha
contattato “ho rintracciato quell’amico… mo lo sto aspettando e
viene”. Stolder chiede “ma è andato mio nipote lì?” e Giglio “sono
andato io! ….quale, tuo nipote..” ed aggiunge che il nipote dello
Stolder “io non l’ho visto proprio….ho fatto anche l’imbasciata del
fatto di Antonio…gliel’ho detto a don Gennaro…hai capito?”. Stolder
chiede “quando vieni ?” e Giglio “eh mo …sto aspettando a questo”;
- n.50 ore 07:54 del 20.12.2008 sempre tra le stesse utenze sopra
indicate quando Stolder Raffaele contatta Giglio per dirgli, di buon
mattino, “che ti volevo dire …vuoi chiedere a sto signore, se sto
salottino è a divano letto….”. Giglio risponde “si mo, glielo
domando” aggiungendo “ci vediamo dopo”. Stolder chiede
“l’appuntamento con la signora, a che ora lo hai fatto?”. Giglio “alle
10:30, la devo chiamare”. Stolder “no, ma io dico qua”. Giglio “si,
ma lo devo chiamare prima io, alle 10:30 e, poi, lui mi fa sapere e
viene”. Stolder “io dico il fatto della signora, per il fatto dei regalini
che dobbiamo fare…”. Giglio “mo’ passa per te e, poi, andiamo
giù”; - n.54 delle successive ore 11:42 (sempre del 20.12.08) nel
corso della quale Giglio comunica a Stolder Raffaele che lo ha
richiamato “sto qua, in quanto mi ha chiamato il meccanico…
perché è venuta quella parente mia a trovarmi…hai
capito?....”.Stolder “embè …stai là, stai?”. Giglio “si, vabbè ..ma
tutto a posto …ma, adesso, vuoi far scendere tua moglie, che
andiamo a vedere i regali?”. Giglio spiega a Stolder dove la moglie
debba raggiungerlo “allora ci vediamo sai dove?!...così le faccio
posare anche la macchina…ai Quattro Palazzi dove sta la Strike…lo
sai dove sta la Strike?....allora ai Quattro Palazzi a scendere verso
via Marina …….diglielo… dove sta la Strike… sulla strada che porta
fuori la Marina”. Si dirà che la moglie di Stolder doveva acquistare i
regali di Natale come è normale, ma non è altrettanto normale che
una persona che dovrebbe trovarsi al lavoro presso un meccanico
faccia invece da accompagnatore alla Ferriero Patrizia;
- n. 450 ore 22:07 del 08.01.2009 (sempre tra le stesse utenze
dello Stolder e del Giglio) nel corso della quale Stolder lamenta di
aver chiamato anche prima senza aver ricevuto risposta. Giglio
spiega di non aver sentito il cellulare che era nella tasca del
giubbotto. Quindi Stolder comunica “perché non scendi presto
domani…devi passare un attimo per il lattaio”. Giglio chiede “la
compagna mia?” e Stolder “eh! lo vai a vedere…”, ma poi specifica
“ma no quello lì… lì in mezzo… quell’altro là……ò Pelato…” e si
raccomanda di fare presto, prima delle 08,00 ovvero almeno per le
7:30;
- n. 461 ore 16:42 del 09.01.2009 (stesse utenze sopra indicate)
nel corso della quale Stolder chiama il Giglio che si limita a dire “sto
venendo”;
- n. 476 ore 11:35 del 12.01.2009 (stesse utenze sopra indicate)
nel corso della quale Stolder chiama per chiedere “ma dove stai?....
ma, non vieni?”e si lamenta “hai detto mezz’ora …un’ora …non sei
venuto proprio più”. Giglio risponde “sono stato un attimo lì
..un’oretta ..un’oretta e mezza…mo me ne vengo”;
- n.507 ore 10:57 del 14.01.2009 quando Stolder con la sua utenza
sopra indicata chiama il Giglio sulla utenza monitorata e questi gli
risponde di essere al lavoro, dal meccanico;
- n.527 ore 17:13 del 15.01.2009 (sempre tra le utenze sopra
indicate) nel corso della quale Stolder Raffaele contatta Giglio il
quale, sentita la voce dello Stolder, dice immediatamente “sono
andato un attimo agli Orefici ….poi, al Duomo e, poi, vado lì….”.
Stolder lo sollecita “vedi di fare presto ... in modo che parliamo un
attimo”;
- n.528 delle successive ore 19:19 (sempre del 15.1.09) quando
Stolder ricontatta Giglio per dirgli “aspettavo che mi chiamavi….ti
sei fatto il giro…mi facevi sapere”. Giglio risponde “sono andato”.
Stolder chiede “ma te ne stai andando?” e Giglio “si…..ci vediamo
domani?”. Stolder concorda ma prima di chiudere la telefonata
domanda “ma è a posto a posto?”. Giglio “si ..si …tutto a posto”.
Stolder “lo hai accompagnato e lo hai salutato?......il Chiatto dove
sta?.... io aspettavo il Chiatto hai capito?.....per sapere”. Giglio
risponde di non sapere dove di trovi il Chiatto e poi aggiunge “e,
mo vado a vedere se sta a casa?”. Stolder “e vedi un poco”;
- n.531 ore 19:29 (sempre del 15.1.09) quando un impaziente
Stolder chiama Giglio “uè..uè…dove stai?”. Giglio risponde “senti
sono sotto casa ..ma questo non c’è”. Stolder gli dice “ma vieni un
attimo…si vieni un attimo” e Giglio obbedisce “mo’ vengo”;
- n.552 ore 10:41 del 20.01.2009 quando Stolder Raffaele chiama
Giglio Gennaro il quale dice che sta andando “dall'amico suo” e poi
andrà da lui;
- n.578 ore 09:11 del 22.01.2009 sempre tra le stesse utenze, ma
Giglio chiamato come sempre dallo Stolder (di cui i verbalizzanti
conoscono bene la voce) interpella quest’ultimo con il nome di
Domenico. Stolder dispone che Giglio passi dalla mamma di Ciccio
per fargli sapere se andrà da lui. Il chiamarsi, quando si parla al
telefono, con nomi diversi è un escamotage al quale il gruppo
capeggiato dallo Stolder fa spesso ricorso (si vedano le telefonate
riportate nell’allegato 7 volume 3° della segnalazione) ed al quale
fanno ricorso gli affiliati tutti nel corso delle rapine (si veda quanto
riportato con riguardo alla rapina X.
Si ricorda che nel corso della ambientale n. 366 del 2.6.88 lo
Stolder parlando di un colpo da organizzare fa riferimento a Rino
come persona in grado di far fruttare più soldi dal colpo, ed indica il
predetto come il figlio di Pierino, al quale era morta la moglie
Carmela, fornendo proprio quei dati anagrafici che hanno consentito
di identificare Giglio Gennaro quale persona di fiducia del capo e
suo intermediario.
Resta qui da verificare gli elementi a sostegno del capo G non
trattato nella parte generale in quanto relativo al solo Stolder.
Questi risulta sottoposto alla misura di prevenzione della
sorveglianza speciale con provvedimento divenuto irrevocabile in
data 9.6.97, emesso dalla Corte d’Appello di Napoli, per un periodo
residuo di anni 2, mesi 9 e giorni 18, con obbligo di soggiorno nel
comune di Napoli. (provvedimento acquisito agli atti con nota del
15.7.11)
Giova ricorda che al momento della scarcerazione, nei confronti
dello Stolder fu formalmente ripristinata la misura per il periodo
residuo sopra indicato ed invero il soggetto fu immediatamente
sottoposto agli obblighi della sorveglianza dalla PS di Sulmona (cfr.
verbale dell’11.3.08 ore 12:00 inserito nell’allegato 15 volume 2
della segnalazione)
Ebbene dalle intercettazioni emerge chiaramente che il predetto
vincolo non lo ha mai limitato, avendo egli ripreso immediatamente
contatti con il gruppo dei suoi vecchi affiliati, recandosi anche fuori
dal comune di Napoli. In particolare nel pomeriggio del 22.04.2008,
a seguito di conversazioni intercettate sull’autovettura Lancia nella
sua disponibilità, gli investigatori organizzano un servizio di
osservazione in Mugnano di Napoli, avendo modo di constatare che
lo Stolder, con la moglie ed il figlio Ivanfilippo, si recano presso
l’abitazione di Montuoro Gennaro in via C. Pavese 3 Traversa n. 2/A
a Mugnano di Napoli. In tale occasione lo Stolder è controllato da
personale della P.S. di Giugliano, con il quale gli investigatori
concordavano un occasionale controllo.
Questa tuttavia è solo una delle circostanze nel corso delle quali lo
Stolder viola le prescrizioni dal momento che in maniera costante e
continua frequenta soggetti con precedenti penali e/o di polizia, con
i quali organizza e commette reati, per i quali correttamente è stata
contestata altresì l’aggravante di cui all’art. 7 legge 575/1965.
In conclusione devono ritenersi raggiunti i gravi indizi di
colpevolezza per tutti i reati contestati allo Stolder.
VALLEFUOCO FRANCESCO
Sono a lui contestati i reati di cui al capo I quale di capo e
promotore dell’associazione dedita all’attività di riciclaggio e
recupero crediti con metodi violenti, nonché quale concorrente
esterno nel clan Stolder, del quale è lo stabile interlocutore nel
settore del riciclaggio.
Nel corso delle indagini sono state individuate le utenze cellulari
335..... e 392 ...... come utenze in uso ad un soggetto, di
nome Franco, di San Marino in contatto con Stolder Raffaele ed i
suoi fedelissimi, comune amico del La Manna, per un’operazione
finanziaria da compiere.
Come già evidenziato nella scheda relativa al D’Amore, dall’ascolto
delle telefonate sulla prima delle suindicate utenze, è emerso che il
soggetto si sarebbe recato a trovare la moglie in ospedale. Ed
invero alle ore 15:00 dell’8.10.08 in Avellino i verbalizzanti
individuano l’auto AUDI A/6 con targa di San Marino, risultata in
uso a Vallefuoco Francesco (la cui foto è affissa sul parabrezza)
parcheggiata nei pressi del locale ospedale. Alle ore 15:30 escono
dall’ospedale Moscati due uomini che salgono a bordo dell’auto. Si
procede a farli controllare da una pattuglia dei Cc. in zona
verificando che si tratta di Vallefuoco Francesco (nato a Brusciano il
22.6.67) e di D’Amore Gennaro (nato Brusciano il 12.1.68).
Nell’annotazione si legge che presso l’ospedale risulta ricoverata
Panico Tina, moglie del Vallefuoco che al momento del controllo è
con il figlio minore (annotazione allegato 19/m volume 2°
annotazione DIA).
Individuata l’auto in uso al Vallefuoco, viene organizzato un servizio
in data 21.10.08 a Rimini ove l’indagato si sarebbe recato per
incontrare delle persone.
Difatti i verbalizzanti localizzano l’AUDI A/6 parcheggiata nei pressi
dell’Hotel Merano e vi collocano il dispositivo GPS; alle ore 00:30
del 22.10.08 vedono il Vallefuoco a bordo dell’auto raggiungere la
propria abitazione in Rimini al viale Regina Margherita. In tale
occasione installano la microspia all’interno dell’auto (annotazione
allegato 19/p volume 2° annotazione DIA).
In data 6.3.09 il medesimo Vallefuoco viene osservato all’interno
del bar Strike Cafè in Termoli, alla via IV Novembre n.9/A, intento a
parlare con Gullotta Antonio, imprenditore della zona, scortato
come sempre da alcuni dei suoi ragazzi, in particolare da Abete
Giovanni e Pannone, seduti poco distante.
Non vi possono essere pertanto dubbi sulla sua identificazione
quale usuario delle utenze cellulari a lui attribuite e quale
interlocutore delle conversazioni a bordo dell’auto con la quale
abitualmente si sposta in giro per l’Italia.
L’attività dell’associazione è raccontata nelle lunghe ambientali con
la Esposito Lucia, quando rivela come abbia salvato dai
debiti Zavoli Roberto, assumendo in cambio il controllo delle
società di quest’ultimo utilizzate per le “truffe eleganti” che egli è in
grado di organizzare, vantando rapporti di forza con imprenditori,
nonché di solidarietà e collaborazione con organizzazioni
camorristiche e mafiose, in particolare “casalesi”, napoletani
identificati nel clan Stolder e “siciliani”.
Devono ritenersi richiamate con riguardo alla posizione del
Vallefuoco tutte le intercettazioni e le attività investigative riportate
nel trattare del capo I.
Qui va solo evidenziato che i racconti fatti dal Vallefuoco alla
compagna non sono mere vanterie, perché sono riscontrati dalle
altre intercettazioni telefoniche ed ambientali con i coindagati e con
altri associati non identificati, dalle attività di osservazione e
controllo poste in essere dai verbalizzanti, che hanno portato
all’acquisizione in copia di documentazione rilevante per la
comprensione delle telefonate con Zavoli Roberto e
conBacciocchi Livio, dai contatti diretti del Vallefuoco con lo
Stolder e con gli affiliati di tale clan come Santaniello Salvatore.
Così quando parlando in auto con tale Salvatore delle attività in
corso afferma che Lello Stolder, il quale ha preso il posto dei
Giuliano, è per lui come un fratello non si tratta di vanteria bensì di
realtà. Allo stesso modo deve ritenersi attendibile e riscontrata
l’ammissione del Vallefuoco, resa nel corso della medesima
ambientale (parlando sempre con Salvatore), di operare con 45
“ragazzi” di cui 26 casalesi e spiega che loro gli passano i soldi per
riciclarli aggiungendo poi che quando nella sua attività ha qualche
problema “prendo la mia squadra e ce li mando sotto”
(cfr. ambientale n.1081 ore 17:12 del 31.12.08).
Non va dimenticato che il medesimo Vallefuoco è stato raggiunto da
due ordinanze di custodia cautelare: la prima per essere
gravemente indiziato di aver commesso estorsioni , in concorso tra
gli altri, tra i quali Esposito Gennaro (pure indagato per il capo I),
presentandosi a nome dei casalesi tra novembre 2010 e gennaio
2011 nella zona di Rimini ( cfr. ordinanza G.I.P. Bologna del
15.3.11, confermata dal Tribunale per il riesame sia pure per una
delle due estorsioni contestate); la seconda per essere gravemente
indiziato, sempre in concorso con altri tra cui la compagna Esposito
Lucia ed il cognato D’Amore Giuseppe, per aver tramite lo schermo
della società I.S.E.S proceduto al recupero di crediti mediante
attività violenta e sempre presentandosi a nome dei casalesi (cfr.
ordinanza GIP Bologna del 15.6.11).
Il quadro che emerge dalla indagine in esame è più vasto (e
probabilmente ha richiesto un tempo maggiore per essere
rielaborato) ma ha consentito di verificare il ruolo di promotore e
capo di una vasta associazione per delinquere che opera in tutto il
territorio nazionale.
Non occorre aggiungere altro (anche perché si dovrebbe ripetere
quanto già esposto con riguardo al capo I) per ritenere sussistenti i
gravi indizi di colpevolezza a carico del Vallefuoco che rivela in tutte
le conversazioni il suo ruolo di promotore e di capo.
Le intercettazioni confermano altresì gli stretti legami creasti in
maniera stabile con il clan Stolder, previo accordo con il capo
Stolder Raffaele grazie al quale ha contatti stabili, direttamente o
per il suo tramite D’Amore Gennaro, anche con gli affiliati
Santaniello Salvatore e Giaquinto Giulio.
ZAVOLI ROBERTO Sono a lui contestati i reati di cui al capo I
quale partecipe all’associazione diretta da Vallefuoco Francesco e
preposto in particolare ai rapporti tra Vallefuoco e Bacciocchi,
nonchè socio insieme al primo della ZA.VA. Group, impiegata per il
perseguimento dei fini illeciti dell’associazione.
A suo carico sono le numerose e significative telefonate intercettate
sulla utenza 335 ... a lui intestata ed individuata proprio sulla base
dei contatti con la utenza del Vallefuoco già monitorata.
Dalle predette telefonate, riportate tutte nella parte relativa alla
ricostruzione dei fatti contestati al capo I, emerge la piena
partecipazione dell’indagato alle truffe organizzate dal Vallefuoco ed
all’attività di riciclaggio per conto di clan camorristici, nonché la
condivisione dei metodi violenti.
La sua storia peraltro è raccontata dal Vallefuoco alla compagna
Esposito Lucia, nel corso della telefonata n. 6897 ore 22:13 del
21.10.2008 intercettata sulla utenza 335 ...., in uso a Vallefuoco
Francesco, il quale spiega alla donna che Marika aveva intrecciato
una relazione con lo Zavoli solo per danaro, ma poi aveva scoperto
che, anche se i conti correnti erano intestati Zavoli, questi non era
l’effettivo proprietario, perché nelle
società ITECNICI,MOD'S, I.SE.S, era presente in maniera
predominante Vallefuoco. La donna lo aveva lasciato e si era recata
da lui (Vallefuoco) per riferirgli che Zavoli prelevava danaro a sua
insaputa sui conti correnti, danaro che Zavoli poi dovette
restituire.
Sin qui potrebbe sembrare che lo Zavoli sia una vittima, ma la
telefonata continua e Vallefuoco racconta che l’uomo lo considera
un modello da imitare, chiarendo anche che fu proprio Zavoli a
contattarlo per chiedergli, conoscendo le sue amicizie malavitose, di
“indurre” i suoi creditori a desistere dalle loro richieste; in tale
contesto gli aveva rappresentato di avere una impresa di
costruzione con un fabbricato di 58 appartamenti ed i creditori gli
avevano concesso una settimana di tempo per pagare il debito di
13 milioni di euro, aggiungendo che se fosse stato protestato
avrebbe perso ogni suo bene ed anche la possibilità di aprire conti
corrente a San Marino. Vallefuoco lo aiutò e da quel momento
entrarono in società ed i soldi che figurano sul conto
corrente Zavoli, testualmente “sono di Franco e Roberto".
In maniera del tutto coerente Vallefuoco accenna alla difficile
passata situazione economica dello Zavoli nella conversazione n.
418 del 25.02.09 quando in macchina con il telefono viva voce
parla con la moglie di Bacciocchi affinchè induca il marito ad
aiutarli ancora una volta perché “Livio ha fatto tanto
per Roberto”. Monica parla di un cantiere pieno di debiti lasciato
da Roberto e Vallefuoco la asseconda ma insiste nelle sue richieste
evidenziando che lui non si preoccupa di Roberto e della figlia
Lara bensì di tutti loro, perché “prendi Proietti quando lavorava
per Livio ....adesso è la stessa cosa per Roberto in questo giro”.
A riscontro di quanto sin qui evidenziato vanno letti gli accertamenti
svolti dalla DIA in relazione alla posizione dello Zavoli (allegati
14/d) dai quali risulta che:
- la I.S.E.S. risulta costituita in San Marino, sede legale alla via
Strada degli Angariari n. 25, con iscrizione al REA (repertorio
economico amministrativo) in data 1.10.08; con atto del 25.9.08
viene nominato amministratore Zavoli Roberto con agenzie a
Rimini e Castelfranco, mentre ancora prima della iscrizione al REA
(secondo quanto risulta dalla annotazione del 17.9.08) i
verbalizzanti individuano auto con targa di San Marino presso una
agenzia I.S.E.S. di Brusciano di Napoli alla via Galileo Galilei n. 23
ove sono eseguiti rilievi fotografici che riprendono lo stabile con la
scritta I.S.E.S. e le targhe delle autovetture;
- dalla consultazione del sito ufficiale della ISES (http://www.ISES-
sm.com), nella home page è indicata la società “ZA.VA. Group”
ovvero un gruppo facente capo a Zavoli Robertoe Vallefuoco
Francesco in società tra loro proprio come riferito dal Vallefuoco
(agli atti è la stampa della home page);
- Zavoli Roberto risulta altresì titolare di una impresa individuale
con sede legale in Montegrimano (frazione Montelicciano) la cui
attività ha avuto inizio in data 16.5.05 per la costruzione edifici.
Agli immobili di Montelicciano fanno riferimento nelle loro
conversazioni tra ottobre e novembre 2008, nel momento in cui
occorre coprire gli assegni secondo la richiesta di Bacciocchi,
controllato dalle banche ed entrato in difficoltà, Zavoli e Vallefuoco
concordando in ordine alla necessità di effettuare “vendite doppie”
a soggetti loro vicini (cfr. ad esempio telefonate n. 3338 del
27.10.08, n. 4765 dell’11.11.08 intercettate sulla utenza
dello Zavoli).
Peraltro, nella telefonata Vallefuoco nomina con la Esposito anche
il MOD’S e la ITECNICIcome società di cui è titolare con
lo Zavoli e sul punto i verbalizzanti hanno accertato che:
- il Mod’s Club Kafè, sito della Repubblica di San Marino, via
Strada Degli Aceri n.14 risulta formalmente gestito da Zavoli
Lara (figlia di Roberto) e da Pregnolato Fabrizio. Tuttavia parlando
con il Bacciocchi (contattato sulla utenza del suo studio
legale) Zavoli Roberto fa riferimento al Mod’s dicendo che ora
“apriranno una discoteca” (telefonata n. 3942) mentre il Vallefuoco
vi fa riferimento come locale accanto al forno dei fratelli che ha
acquistato (cfr. ambientale n.1081 del 31.12.08 mentre è nell’Audi
A6 con tale Salvatore non meglio identificato). Il Mod’s è il luogo
degli incontri tra il Vallefuoco e lo Zavoli secondo quanto risulta
dalle intercettazioni ed alcuni suoi dipendenti (la stessa Lara, il
cuoco) sono utilizzati per la emissione di assegni;
- ITECNICI s.r.l. è una società di servizi immobiliari con sede
in Falciano – Strada Degli Angariari n. 25 San Marino ovvero la
medesima sede indicata per la ISES, ed è rappresentata
dall’amministratore unico Zavoli Lara. Il nome della società risulta
negli appunti sugli assegni acquisititi in copia in data 6.3.09 nella
disponibilità del Vallefuoco Francesco. Con riferimento alla ITECNICI
che, come si evince anche dalle telefonate dell’indagato con gli altri
associati, viene utilizzata per emettere assegni a copertura di altri
assegni (tutti scoperti) è stato già evidenziato che la stessa risulta
aver noleggiato dalla FINCAPITAL rappresentata da Zonzini Oriano
l’auto AUDI A/6 targa RSM J... in uso al Vallefuoco (quella
monitorata) in favore del quale entrambi firmavano
un’autorizzazione all’uso. L’atto rivela documentalmente gli intrecci
esistenti tra le società ed i soggetti indagati.
Il vincolo associativo nasce dalla volontà di cooperare insieme per
realizzare un programma criminoso condiviso, ma non esclude che
vi possano essere momenti di contrasto ed anzi è proprio nelle
situazioni di crisi che emerge il legame illecito.
Così a dimostrazione della forte condivisione dei metodi da parte
dello Zavoli Roberto (che quindi ha effettivamente preso a
modello il Vallefuoco) vanno indicate le telefonate nel corso delle
quali a fronte di un comportamento scorretto del Bacciocchi, che
in un momento di difficoltà si vuole tirare indietro (profilandosi
all’orizzonte svantaggi maggiori rispetto ai vantaggi), i due soci
discutono su come comportarsi nei confronti del terzo e proprio
lo Zavoli, dopo aver consigliato al Vallefuoco di aspettare
l’evoluzione della situazione ed aver discusso con lui di una società
nuova da aprire, conclude che se bisogna dare una lezione
(“spezzare un braccio”) al Bacciocchi bisogna farlo fuori da San
Marinoprelevandolo con l’auto e portandolo in un luogo isolato
(cfr. ambientali in auto n. 782 e 787 del 20.3.09).
Il discorso di una nuova società da inserire nel sistema del giro di
assegni e fatture scontate dalla FINCAPITAL era stato già
affrontato da Zavoli Roberto con Livio Bacciocchi come risulta
dalla telefonata n. 1247 del 07.10.2008 (utenza Zavoli)
quando Roberto racconta a Franco che Livio ha detto che “la cosa
si può fare”, ma non con la società NUOVA RINASCENTE (facente
capo a Di Tella) perché per Montelicciano occorre una ditta con
fatturato maggiore.
La telefonata, al pari di altre (come la n. 1278 del 7.10.08
quando Zavoli e Vallefuoco sottolineano che quelli di giù vogliono
“Riccione”), rivela due profili: 1) Zavoli è sempre colui che in prima
persona si reca a parlare con il Bacciocchi che, come rivelato
anche da successive intercettazioni, non gradisce essere visto con il
Vallefuoco, che ha fama di “mafioso”, (come Vallefuoco stesso
afferma) e preferisce avere contatti con Zavoli, imprenditore,
contatti che può giustificare (Bacciocchi rivela di temere di essere
oggetto di indagini tanto da aver fatto bonificare da microspie il suo
studio e non usa abitualmente il cellulare, cfr. telefonata 1279 del
7.10.08 utenza Zavoli); 2) Zavoli è pienamente consapevole della
complessità del programma criminoso che con un meccanismo già
descritto nelle schede personali di Bacciocchi e Carcas consente di
far circolare assegni senza copertura, lucrare dai fidi bancari e al
tempo stesso riciclare danaro di gruppi camorristici attraverso
società inserite nel medesimo sistema.
Sulla consapevolezza degli accordi, gestiti questi in prima persona
dal Vallefuoco (a ciascuno la propria competenza), con gruppi
mafiosi e camorristici sono le ambientali n.106 ore 20:26 del
28.10.08 (Audi A6) quando Vallefuoco avvisa al
telefono Zavolidell’appuntamento con i “siciliani” e della necessità
di chiamare i “ragazzi” (poi risulterà che sono Esposito Gennaro e
Panico Luigi); n. 1204 ore 14:27 dell’ 8.1.09 (Audi A6) quando
Vallefuoco dice al telefono allo Zavoli di sottolineare alla persona
con la quale ha appuntamento che “il suo socio” è di Napoli ed il
“suo compare” è di Casal di Principe.
Sono pertanto a suo carico i gravi indizi di colpevolezza in ordine
alla partecipazione all’associazione del Vallefuoco aggravata dall’art.
7 legge 203/91.
Non risultano elementi per ritenere, invece, che egli si sia inserito,
sia pure come concorrente esterno, nella specifica stabile intesa
creata con il clan Stolder.
ZONZINI ORIANO Sono a lui contestati i reati di cui al capo I nella
qualità di partecipe e promotore svolta nel ruolo di direttore
generale della FINCAPITAL, società utilizzata per il perseguimento
del programma illecito del gruppo di cui fanno parte il titolare
dellaFINCAPITAL Bacciocchi e gli imprenditori Zavoli e
Vallefuoco.
Si è già evidenziato più volte come proprio la documentazione
relativa alla disponibilità dell’AUDI A 6 da parte del Vallefuoco riveli
plasticamente l’intreccio tra FINCAPITAL, titolare dell’auto,
e ITECNICI, che la noleggia, autorizzando entrambe Vallefuoco a
guidarla.
Quale sia il ruolo di Zonzini in questo intreccio lo spiega, come
sempre, il medesimo Vallefuoco Francesco quando nel corso
dell’ambientale n. 688 ore 08:49 del 16.03.2009 (AUDI A 6), dopo
aver comunicato al telefono al suo interlocutore di aver già parlato
conLivio per dirgli che gli assegni, dei due D’Amore, Gennaro e
Giuseppe, e quelli di Vallefuoco Giuseppina “devono essere ritirati
dall’operazione di sconto”, come è già accaduto per la Carcas,
riferisce a Zavoli Roberto (sempre al telefono) di aver comunicato
ad Oriano gli assegni da ritirare, come già pattuito con Livio. Si
comprende quindi che il primo interlocutore del Vallefuoco è
appunto Oriano interessato allo sconto degli assegni ed il
riferimento è specifico ad alcuni assegni che sono stati acquisiti in
copia in data 6.3.09 dai Cc. di Termoli perché nella disponibilità del
Vallefuoco il quale giustamente si preoccupa delle indagini che
possono derivarne. Peraltro Vallefuoco detta, sempre nel corso
dell’ambientale 688, un messaggio per Monica (la moglie di Livio
Bacciocchi) con il quale si ribadisce che è stato detto ad Oriano di
ritirare la restante parte dei titoli di Napoli, di D’Amore Gennaro,
D’Amore Giuseppe e Vallefuoco Giuseppina, ed è opportuno che lei
o Livioavvisino anche loro Oriano degli accordi presi. Esposito
Lucia, dopo aver scritto il messaggio, chiede chi sia Oriano e
Vallefuoco lo definisce come il Presidente “che loro tengono” ovvero
la testa di legno che Bacciocchi ha posto nella sua finanziaria,
laFINCAPITAL. Ma Zonzini non è una testa di legno priva del
tutto di influenza in quanto, come dimostrato dalle intercettazioni e
dalla stessa documentazione acquisita in data 6.3.09 (e poi oggetto
di contatti tra i soggetti coinvolti), egli fornisce un contributo
estremamente significativo, mettendo a disposizione del gruppo le
sue nozioni tecniche ed i suoi rapporti con le banche al fine di
orientare l’attività dei due “imprenditori”, volta a superare possibili
difficoltà nello sconto di assegni, nonché al fine di tenere fuori dai
guai la FINCAPITAL, oggetto di interesse comune, come lo stesso
Vallefuoco ammette quando dice che senzaBacciocchi smettono di
mangiare tutti (ambientale n. 23 del 23.10.08 Audi A6).
Il ruolo di Zonzini non è affatto secondario dal momento che egli
assicura il supporto tecnico per evitare di essere scoperti e per
correre ai ripari in caso di crisi.
In tal senso depongono proprio le telefonate relative alla urgenza di
coprire un certo numero di assegni portati allo sconto e sui quali
sono stati svolti accertamenti.
Si pensi ad esempio alle telefonate
- n. 3632 del 30.10.08 (utenza Zavoli) quando Bacciocchi rivela
di aver convinto Oriano a fare “una sorta di cessione”;
- n. 7023 dell’1.12.08 (utenza Zavoli) quando il
medesimo Zonzini Oriano comunica aZavoli che la banca
centrale autorizza a scontare solo occasionalmente assegni non
trasferibili, regola che aveva già comunicato a Franco il quale gli
aveva “mandato il fax per 235.000 euro” e fa riferimento alla
valutazione in corso di un assegno libero di D’Amore Gennaro,
assegni liberi della Carcas, di Cunsolo Antonio e assegni Vallefuoco.
Questa telefonata trova riscontro nel fax
della FINCAPITAL dell’1.12.2008, a firma del direttoreOriano (è
scritto solo il nome, ma è chiaro si tratti di Zonzini) che ha come
destinatari Franco e Roberto della. I.S.E.S. (ovvero Vallefuoco
e Zavoli. Zonzini comunica che possono essere accettati per lo
sconto 4 assegni del D’Amore Giuseppe, uno del D’Amore Gennaro,
due di Vallefuoco Giuseppina, tre di Cunsolo Antonio, due di Carcas
Regnaud Marika e due della società VALLEFUOCO s.r.l. con la scritta
finale “rimaniamo in attesa di ricevere i titoli per perfezionare la
pratica …”;
- n. 8715 del 30.10.08 (utenza 335 ... Vallefuoco)
quando Bacciocchi e Vallefuoco parlano della crisi che si è venuta
a creare con la finanziaria per gli assegni non accettati dalla banca
centrale e si ipotizza, quindi, di far firmare altri assegni per importi
minori ad altri soggetti, tra cui tale Matteo l’idraulico, facendola
figurare come “operazione autonoma”.Livio che propone questa
soluzione aggiunge tuttavia “io ho paura che Zonzini va in tilt” a
sottolineare che chi dovrà occuparsi dei dettagli tecnici sarà proprio
lo Zonzini e l’operazione da compiere non si prospetta semplice;
- le telefonate intercettate sulla utenza Zavoli in data 10.10.08
quando Roberto e Franco discutono di difficoltà frapposte
dallo Zonzini (n. 1555), che poi, come rivelato
dalBacciocchi allo Zavoli, risultano fondate sul dato obiettivo che
la banca ha voluto vedere chiaro sui nominativi dei firmatari degli
assegni avendo verificato che uno di essi aveva aperto il conto da
tre giorni e quindi bisogna convincere Oriano a procedere
ugualmente (n. 1564), e questi si convince dichiarandosi disposto
ad accettare alcuni assegni (n. 1580);
- le telefonate n. 2962 del 23.10.08 (utenza Zavoli)
quando Zonzini Oriano comunica che possono essere accettati gli
assegni della Gardenia e n. 2976 (utenza Zavoli)
quandoBacciocchi ribadisce lo stesso messaggio ed aggiunge
che Oriano vuole partecipare all’incontro fissato tra loro in serata.
E’ pur vero che nella successiva telefonata n. 2979Zavoli, nel
riferire a Vallefuoco che Oriano sta andando da Livio, aggiunge
che questi non vuole che Oriano assista al loro incontro, ma ciò
non significa affatto che lo Zonzini sia estraneo alle iniziative
illecite, bensì solo che il Bacciocchi cerca di tenerlo all’oscuro di
alcuni rischi che Zonzini corre in prima persona in quanto direttore
responsabile. Ed invero è Zonzini il soggetto che prepara i contratti
e che poi li firma, come risulta dalle telefonate n. 3200, 3201 e
3202 del 27.10.08 (utenza Zavoli, riportate nel trattare del capo
I) seguendo le direttive dello Zavoli, il quale a sua volta si consulta
con il Vallefuoco, ed è sempre lo Zonzini che comunica
allo Zavoli le difficoltà sugli assegni presentati e suggerisce il modo
per riparare (cfr. telefonate intercettate sulla utenza Zavoli tra l’1
ed il 3.12.08, per le quali si rinvia a quanto evidenziato per il capo
I).
Si deve pertanto concludere per la sussistenza dei gravi indizi di
colpevolezza in ordine alla partecipazione all’associazione del
Vallefuoco aggravata dall’art. 7 legge 203/91, come contestata al
capo I, con esclusione della qualità di promotore non essendo
emerso che egli abbia con la propria condotta svolto un’attività di
espansione della associazione.
Le intercettazioni rivelano solo che egli ha il compito di frenare
dove ci si spinga troppo oltre (per evitare di rovinare tutto) e di
approntare le soluzioni tecniche, sempre secondo gli accordi presi
da Vallefuoco, Bacciocchi e Zavoli.
Non risultano elementi per ritenere che egli si sia inserito, sia pure
come concorrente esterno, nella specifica stabile intesa creata con il
clan Stolder, in quanto non emerge che egli abbia avuto contezza
dello specifico coinvolgimento di tale clan negli affari trattati nel
settore del riciclaggio.
Esigenze cautelari
Richiamando quanto sin qui evidenziato in relazione ai gravi indizi,
è evidente che la questione delle esigenze cautelari si pone solo per
quegli indagati in relazione ai quali i gravi indizi sono stati ritenuti
sussistenti e idonei a determinare l’adozione di una misura
cautelare personale.
Ciò esclude la posizione di Esposito Antonio perchè mancano i gravi
indizi in relazione all’unico reato ascrittogli), nonché quella di Di
Mauro Antonio perché nei suoi confronti la misura è stata richiesta
per il capo C in relazione al quale si sta procedendo a suo carico in
un diverso procedimento, che dal certificato dei carichi pendenti
risulta già concluso con sentenza emessa in primo grado alla data
del 12.4.11. E’ escluso pertanto che questo giudice possa adottare
una misura cautelare per il medesimo fatto, sia pure diversamente
circostanziato.
Analoga considerazione va svolta per Improta Giuseppe in ordine al
capo C, perché anche a suo carico si è proceduto insieme con il Di
Mauro (secondo quanto risulta dai carichi pendenti). Tuttavia
all’Improta sono contestati altresì ulteriori reati.
Orbene risulta opportuno anzitutto valutare le posizioni degli
indagati di cui al capo A).
Si tratta di Stolder Raffaele, al quale viene contestata la qualità di
capo, nonché dei soggetti ai quali è contestata la qualità di partecipi
di un’associazione criminale di stampo camorristico estremamente
pericolosa e radicata sul territorio.
Ed invero nonostante la lunga detenzione del capo, grazie anche ai
vincoli parentali di alcuni associati i quali hanno potuto fare da
tramite tra il boss e la zona controllata, l’associazione ha ripreso a
pieno ritmo le sue attività illecite di nuovo sotto il comando dello
Stolder Raffaele deciso a conquistare maggiore potere, tenendo
conto del declino dell’altra famiglia camorristica operante in zona,
ovvero quella dei Giuliano (come si evince dalle ambientali presso
la sua abitazioni e come ribadito dal Vallefuoco nell’ambientale n.
1081 nella sua auto).
L’ampiezza del programma criminoso - si va dalle rapine, ai furti,
alle estorsioni, alla intermediazione per il traffico di stupefacenti, al
controllo delle attività di vendita di immobili all’asta, al riciclaggio
con la creazione di società pulite o l’inserimento in attività già in
corso - desta sconcerto per il desiderio, che lo Stolder rende palese,
di guadagnare gli anni persi, desiderio condiviso dai suoi associati
che lo invogliano a essere duro con chi aveva pensato di poter
approfittare della sua assenza forzata da Napoli.
Il timore, che poi si traduce nella consapevolezza (a seguito della
scoperta di microspie nell’abitazione e nella macchina Lancia Y) di
essere oggetto di indagini, non blocca e non intimorisce il gruppo
che continua imperterrito la sua attività elaborando specifiche
cautele, come la continua modifica delle utenze cellulari usate,
l’utilizzo di ricetrasmittenti per comunicare senza cellulari, l’uso di
apparecchiature per intercettare le comunicazioni di polizia.
Orbene, se quindici anni di detenzione dello Stolder e la sua
sottoposizione alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di
residenza all’atto della scarcerazione non hanno neppure scalfito il
suo potere e quello del gruppo a lui fedele, non si vede come
possano aver influito i due anni trascorsi tra la conclusione delle
indagini e la richiesta del P.M.
Giova ricordare che in numerose ambientali si fa riferimento alla
disponibilità di armi ed all’uso che si è disposti a fare non solo nel
corso delle rapine, ma anche per affermare il controllo sul territorio
colpendo coloro che commettono reati senza permesso, sia pure
reati minori come “gli scippi”, allo stesso modo di come
colpirebbero chi non vuole pagare le tangenti o chi non lascia gli
appartamenti del gruppo quando Stolder o i suoi collaboratori lo
decidono.
L’entusiasmo nel programmare e commettere reati, la
consapevolezza che nulla potrà mai fermarli, la volontà di prevalere
sugli altri (società civile e società criminale), secondo quanto
emerge dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali, non possono
lasciare dubbi sulla esistenza in concreto della pericolosità sociale
che per il reato in contestazione è presunta dalla legge.
Un solo indagato esprime dubbi sulla eccessiva sicurezza dello
Stolder, che parla troppo, ed è il Giaquinto che tuttavia è
preoccupato piuttosto per se stesso, ma non esita comunque a
svolgere la sua attività nel settore del riciclaggio e degli acquisti
degli immobili all’asta in nome e per conto del clan, mantenendo
altresì contatti con gli esponenti del gruppo Vallefuoco.
La pervicacia nella commissione di reati contro il patrimonio e
contro la persona è peraltro confermata dai gravi e reiterati
precedenti penali a carico di tutti gli associati al clan Stolder nei
confronti dei quali il P.M. ha richiesto la misura cautelare della
custodia cautelare.
L’unico incensurato è Mango Vincenzo che tuttavia, dietro
un’apparente lecita attività lavorativa, non esita a mettere a
disposizione del clan, in maniera stabile e continuativa, le proprie
competenze tecniche prodigandosi in consigli e rivelandosi sempre
pronto ad eseguire gli ordini del capo.
Ferriero Rosaria, la cognata dello Stolder risulta gravata da un
unico precedente penale (favoreggiamento) ma la sua pericolosità
emerge in ogni caso dalle intercettazioni evidenziate nella sua
scheda personale, nonché dalla partecipazione alla rapina X ed alla
tentata rapina ai danni della FINMAZZA per la quale il P.M. non ha
richiesto alcuna misura per la Ferriero, ma i cui elementi
dimostrano comunque la piena disponibilità della donna anche ad
assumere falsa identità, così come rivelano i suoi stretti legami non
solo con lo Stolder ma anche con gli altri affiliati.
Si deve pertanto concludere che in relazione al reato di cui al capo
A) ed ai reati fine aggravati dall’art. 7 legge 203/91,
rispettivamente ascritti agli indagati e per i quali sono stati ritenuti
sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, le esigenze cautelari
presunte dalla legge non sono escluse da alcun elemento di segno
contrario.
Unica misura adeguata risulta, per volontà legislativa, quella della
custodia in carcere nei confronti degli indagati Stolder, Colurciello,
Ferriero Rosaria, Ferriero Patrizia, Fiandra, Improta, Mango,
Marotta, Giaquinto, Ferraiuolo, Santaniello, De Maio.
Vanno quindi esaminate le posizioni di Quinzio Nicola e Schiavon
Gianfranco.
Per il Quinzio, il P.M. pur avendo formalmente richiesto la misura
per tutti i reati ascritti, nella motivazione ha escluso la sussistenza
dei gravi indizi per il reato di cui al capo A e, quindi, per tale
fattispecie la richiesta non deve ritenersi formulata.
Resta tuttavia a suo carico il reato di tentato furto pluriaggravato
commesso ai danni di M. B., furto programmato ed eseguito
nell’ambito delle attività delittuose poste in essere per rimpinguare
le casse del clan e per consentirne la maggiore espansione. Il
Quinzio non ignora che il furto si colloca in questo ambito perché
egli lo esegue proprio seguendo le direttive dello Stolder con il
quale è in stretto contatto. L’indagato risulta gravato da precedenti
penali e da carichi pendenti anche recenti e, pertanto, tenuto conto
della gravità della condotta non possono per il mero decorso del
tempo ritenersi cessate le esigenze cautelati presunte dal
legislatore a ragione della contestazione di cui all’art. 7 legge
203/91.
Analoghe considerazioni vanno svolte per lo Schiavon il quale
risulta gravato da precedenti per bancarotta fraudolenta e
circonvenzione di incapaci (non a caso è chiamato il ragioniere), ma
è persona con la quale, secondo quanto emerge dalle
intercettazioni, lo Stolder ha una vecchia consuetudine di rapporti.
Ed invero con il medesimo Schiavon il boss ha in programma più
attività, e tra queste chiede la collaborazione, ove possibile, per un
“colpo” che deve essere svolto dopo che il soggetto ha ultimato il
“mercato”, in orario che poi è risultato essere quello del tentativo ai
danni della FINMAZZA concretizzato in data 16.1.09. Ciò che
colpisce è la disponibilità immediata dello Schiavon a dare il proprio
contributo sulla base di meri cenni telefonici e nonostante, come
egli stesso dichiari, sia sottoposto a misura coercitiva personale.
Significative della pericolosità del soggetto sono proprio le
telefonate n. 144 dell’8.11.08 e n. 325 del 12.11.08 intercettate
sulla utenza 366 ... in uso allo Stolder.
Non può negarsi la gravità della condotta dello Schiavon che si
mette a disposizione per “una cosa importante” e accetta di
arrivare all’orario convenuto per dare il suo contributo ed andare
via, sollecitando poi egli stesso notizie per essere pronto ad
intervenire (eludendo la misura alla quale è sottoposto). La
contestazione dell’aggravante di cui all’art. 7 legge 203/91 pure
ritenuta per tale indagato comporta per volontà del legislatore,
tenuto conto dell’assenza di motivi idonei ad escludere la
pericolosità sociale, l’adozione della misura cautelare della custodia
in carcere.
Si ritiene opportuno a questo punto esaminare la posizione degli
indagati in ordine ai reati di cui al capo I .
La gravità delle condotte emerge risulta dalle intercettazioni
telefoniche ed ambientali dalle quali risulta l’adesione ad un
programma indeterminato di reati contro il patrimonio commessi
peraltro nella consapevolezza di agire con la forza e/o per conto di
organizzazioni criminali di stampo mafioso infiltratesi nelle regioni
dell’Italia centro settentrionale, inquinando l’economia sana con
assegni fatti circolare senza copertura e con l’inserimento in società
“pulite” in appalti ed in attività lecite per riciclare capitali di clan
mafiosi e camorristici in modo da occultarne la provenienza
delittuosa, il tutto accompagnato da attività di recupero crediti con
il metodo mafioso.
Il promotore ed il capo è il Vallefuoco Francesco, già gravato da un
precedente per estorsione e raggiunto di recente da ordinanze di
custodia cautelare per ulteriori estorsioni, ma non minori
responsabilità hanno il suo socio Zavoli Roberto che non ha
esitato a prendere a modello il Vallefuoco condividendone metodi e
finalità, nonché professionisti incensurati
come Bacciocchi e Zonzini che hanno messo a servizio del gruppo
le loro competenze e la loro finanziaria, senza il cui apporto la
principale attività dell’associazione non sarebbe stata possibile.
Accanto a costoro a fare il “lavoro sporco”, ovvero fare da scorta e
riscuotere crediti, con disponibilità ad usare armi e violenza, oltre
che mettere il proprio nome sugli assegni, sono D’Amore Gennaro
che viene utilizzato anche per mantenere i contatti con il clan
Stolder proprio in ragione della sua incensuratezza (e pertanto deve
rispondere insieme con il Vallefuoco anche del reato in concorso
esterno nel clan), Di Tella Francesco che costituisce il tramite con i
casalesi, La Manna Domenico che costituisce il tramite con i
“siciliani”, Pannone Luigi ed Esposito Gennaro che fanno parte del
gruppo di “ragazzi” formalmente inseriti nell’ISES e tuttavia
impiegati per le attività di controllo del territorio.
Una menzione particolare merita la Carcas Marika la quale è la
persona di fiducia del Vallefuoco, cura la gestione amministrativa e
contabile della ISES pienamente consapevole delle attività illecite
per le quali la medesima società viene utilizzata, accompagna il
Vallefuoco negli incontri con i siciliani, firma gli assegni senza
copertura emessi su conti corrente fittizi, esegue le direttive
dello Zavoli e non esita, quando occorre, a partecipare alle attività
violente (in una occasione occulta sulla sua persona la pistola del
Vallefuoco). Non si può dire che la incensuratezza escluda da sola la
spiccata pericolosità sociale della indagata.
Analoghe considerazioni devono essere svolte per Panico Giustina,
altra persona di fiducia del Vallefuoco, la cui incensuratezza è posta
al servizio dell’attività del gruppo, tenuto conto del suo ruolo
principale di intestataria di conti corrente e della società I.S.E.S.
Italia.
Tenuto conto della aggravante contestata e per la quale sono stati
già esaminati i gravi indizi, unica misura adeguata – anche per
coloro che risultano incensurati – è la custodia cautelare in
carcere.
Infine resta da esaminare la posizione degli indagati di cui al capo
H) Salice, Simmi e Marigliano i cui precedenti penali testimoniano lo
stabile inserimento nel settore delle truffe e dei falsi.
Nei loro confronti, essendo stata esclusa l’aggravante di cui all’art.
7 legge 203/91, risulta adeguata la pena degli arresti domiciliari
con divieto di comunicare con persone diverse dai conviventi,
trattandosi di misura idonea ad escludere la reiterazione del reato
che può essere applicata in considerazione dell’assenza di condanne
per evasione.
Occorre infine sottolineare che la severità delle sanzioni penali
previste in relazione ai fatti ascritti e la concreta pericolosità di tutti
gli imputati – quasi tutti peraltro gravati da precedenti penali - sono
ostative alla concessione della sospensione condizionale della pena.
Visti gli artt. 291 e segg.
P.Q.M.
Ordina agli ufficiali e agli agenti della polizia giudiziaria di procedere
alla cattura di:
Stolder Raffaele (capi A, C, D-D1-D2, E-E1-E2, F)
Bacciocchi Livio (capo I limitatamente al reato di cui agli artt.
416, 2° comma c.p. 7 l. 203/91)
Carcas Regnaud Marika (capo I per il reato di cui agli artt. 416, 2°
comma c.p. 7 l. 203/91)
Colurciello Salvatore (capi A, C)
D’Amore Gennaro (capo I)
De Maio Luigi (capo A)
Di Tella Francesco (capo I per il reato di cui agli artt. 416, 2°
comma c.p. 7 l. 203/91)
Esposito Gennaro (capo I limitatamente al reato di cui agli artt.
416, 2° comma c.p. 7 l. 203/91)
Ferraiuolo Gennaro (capi A, E-E1-E2)
Ferriero Patrizia (capo A)
Ferriero Rosaria (capi A, E-E1-E2)
Fiandra Bruno (capi A, D-D1-D2, E-E1-E2, F)
Giaquinto Giulio (capo A)
Improta Giuseppe (capi A, D-D1-D2)
La Manna Domenico (capo I per il reato di cui agli artt. 416, 2°
comma c.p. 7 l. 203/91)
Mango Vincenzo (per il capo A)
Marotta Salvatore (per i capi A, B-B2)
Panico Giustina (capo I limitatamente al reato di cui agli artt. 416,
2° comma c.p. 7 l. 203/91)
Pannone Luigi (capo I limitatamente al reato di cui agli artt. 416, 2°
comma c.p. 7 l. 203/91)
Quinzio Nicola (capo C)
Santaniello Salvatore (capo A)
Schiavon Gianfranco (capo F)
Vallefuoco Francesco (capo I)
Zavoli Roberto (capo I limitatamente al reato di cui agli artt. 416,
2° comma c.p. 7 l. 203/91)
Zonzini Oriano (capo I limitatamente al reato di cui agli artt. 416,
2° comma c.p. 7 l. 203/91)
tutti sopra generalizzati in relazione ai reati ascritti (come
specificati in parentesi) e di condurre immediatamente i medesimi
in istituto di custodia con le modalità dettate dall’art. 285 comma 2,
per ivi rimanere a disposizione di questo Ufficio.
Ordina altresì agli ufficiali e agli agenti della polizia giudiziaria di
sottoporre Marigliano Gaetano, Salice Salvatore, Simmi Fabio Luca
sopra generalizzati in relazione al reato loro ascritto (capo H) alla
misura degli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni che i
medesimi indicheranno all’atto della esecuzione della presente
misura ai sensi dell’art. 284 comma 1, per ivi rimanere a
disposizione dell’Autorità Giudiziaria con divieto di comunicare con
persone estranee ai familiari conviventi.
Rigetta la richiesta di misura cautelare nei confronti degli indagati
Di Mauro Antonio ed Esposito Antonio in relazione ai reati loro
rispettivamente ascritti.
Rigetta la richiesta nei confronti degli indagati Bacciocchi Livio,
Carcas Regnaud Marika, Di Tella Francesco, Esposito Gennaro, La
Manna Domenico, Panico Giustina, Pannone Luigi,Zavoli Roberto,
Zonzini Oriano in ordine al reato di cui agli artt. 110 - 416 bis c.p.
contestato al capo I; Ferriero Patrizia per i capi C, E-E1-E2; Ferriero
Rosaria per i capi D-D1-D2 (per il capo F non vi è richiesta);
Improta Giuseppe per il capo C (per i capi E-E1-E2 non vi è
richiesta); Marotta Salvatore per il capo F (per il quale in realtà non
vi è richiesta); Quinzio Nicola per il capo A (per il quale in realtà
non vi è richiesta).
Manda alla Cancelleria di trasmettere immediatamente la presente
ordinanza in duplice copia al P.M. che ha richiesto la misura, per la
esecuzione.
Manda alla Cancelleria per gli ulteriori adempimenti di competenza.
Napoli, 01.09.2011
Il Cancelliere
Il Giudice
Isabella Iaselli
Trasmessa copia al P.M. dr.
il
per la esecuzione.
INDICE DELLA MOTIVAZIONE
Premessa
La complessità delle contestazioni pag. 7
L’avvio delle indagini
pagg. 7-9
Le intercettazioni. Considerazioni preliminari sulla
utilizzabilità
pagg. 9-14
Attuale esistenza ed operatività del clan Stolder
Configurabilità dell’associazione contestata al capo A)
pagg. 14 - 94
La rapina alla Banca Unicredit ed i connessi reati di armi. Capi B e
B2 contestati a Marotta Salvatore
pagg. 95 - 96
Il tentato furto aggravato ai danni di M. B.. Capo C contestato a
Stolder Raffaele, Colurciello Salvatore, Di Mauro Antonio, Improta
Giuseppe, Quinzio Nicola, Ferriero Patrizia.
pagg. 96-102
La rapina ai danni dei coniugi S. V. e Y, con sequestro di persona
ed armi. Capi D, D1 e D2 contestati a Stolder Raffaele, Ferriero
Rosaria, Fiandra Bruno, Improta Giuseppe
pagg. 102 109
La rapina ai danni di X, con sequestro di persona ed armi. Capi E,
E1, E2 contestati a Stolder Raffaele, Ferriero Patrizia, Ferriero
Rosaria, Ferraiuolo Gennaro, Fiandra Bruno, Improta
Giuseppe
pagg. 109 - 115
La tentata rapina ai danni della FINMAZZA. Capo F contestato a
Stolder Raffaele, Ferriero Rosaria, Fiandra Bruno, Esposito Antonio,
Marotta Salvatore, Schiavon Gianfranco.
pagg. 115 - 129
L’aggravante di cui all’art. 7 legge 203/91 contestata in relazione ai
reati fine
pagg. 129 - 130
I legami del clan Stolder con il gruppo Vallefuoco. Configurabilità
dei reati contestati al Capo I)
Contatti tra Vallefuoco Francesco ed il gruppo Stolder
pagg. 130 - 146
La ricostruzione dell’attività del gruppo Vallefuoco
pagg.
146 - 198
Considerazioni giuridiche
pagg. 198 - 203
L’associazione di cui al capo H)
pagg. 203 - 213
Schede relative ai singoli indagati (secondo ordine alfabetico)
Premessa
pagg. 213 - 216
BACCIOCCHI LIVIO
pagg. 216 – 219
CARCAS REGNAUD MARIKA
pagg. 219 - 221
COLURCIELLO SALVATORE
pagg. 221 - 222
D’AMORE GENNARO
pagg. 223 - 225
DE MAIO LUIGI
pagg. 225 - 226
DI MAURO ANTONIO
pagg. 226 - 227
DI TELLA FRANCESCO
pagg. 227- 229
ESPOSITO ANTONIO
pagg. 229
ESPOSITO GENNARO
pagg. 229 - 231
FERRAIUOLO GENNARO
pagg. 231 - 235
FERRIERO PATRIZIA
pagg. 235 - 236
FERRIERO ROSARIA
pagg. 236 - 237
FIANDRA BRUNO
pagg. 237 - 238
GIAQUINTO GIULIO
pagg. 238- 242
IMPROTA GIUSEPPE
pagg. 242 - 243
LA MANNA DOMENICO
pagg. 243 - 246
MANGO VINCENZO
pagg. 246 - 250
MARIGLIANO GENNARO
pagg. 250
MAROTTA SALVATORE
pagg. 250 - 252
PANICO GIUSTINA
pagg. 252 - 254
PANNONE LUIGI
pagg. 254 - 255
QUINZIO NICOLA
pagg. 255
SALICE SALVATORE
pagg. 255
SANTANIELLO SALVATORE
pagg. 255 - 257
SCHIAVON GIANFRANCO
pagg. 257
SIMMI FABIO
pagg. 257
STOLDER RAFFAELE
pagg. 258 - 262
VALLEFUOCO FRANCESCO
pagg. 262- 264
ZAVOLI ROBERTO
pagg. 264 - 267
ZONZINI ORIANO
pagg. 267 - 269
Esigenze cautelari
pagg. 269 - 273
Dispositivo
pagg. 273 - 274
-
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