Visita d`istruzione in Provenza e Camargue 21

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Visita d`istruzione in Provenza e Camargue 21
Giovanna I di Napoli e Federico IV di Aragona e con l’assenso di Papa Gregorio XI che
pose fine al conflitto dei Vespri siciliani. Nel 1791, durante la rivoluzione francese,
la città venne occupata militarmente e votò per l’annessione alla Francia,
ufficializzata nel 1797 dal Trattato di Tolentino.
Palazzo dei Papi
Il Palazzo dei Papi fu contemporaneamente residenza papale, luogo di culto, fortezza e sede amministrativa
Il ponte di Avignone
Il ponte di Saint-Bénezet, secondo la leggenda, fu edificato da un giovane pastore
di nome Bénezet per ordine divino. Dapprima il progetto non venne nemmeno
considerato dal re cui il pastore aveva chiesto di poterlo costruire, ma infine il re
propose di accettare la richiesta di Bénezet a patto che egli riuscisse a spostare un
gigantesco masso. L’impresa ebbe buon frutto e il ponte fu edificato. Completato
nel 1185 e più volte ricostruito, ne restano oggi solo quattro arcate e una cappella
per via di varie inondazioni.
Abbazia di Senanque
La chiesa abbaziale verrà consacrata nel 1178. Seguì la costruzione di nuovi edifici,
sempre in sequela dei dettami provenienti dalla Casa Madre cistercense Cîteaux.
Le architetture sono uno splendido esempio di architettura romanica: la chiesa
abbaziale, il chiostro, il dormitorio, la sala capitolare ed i camini (di cui restano
solo due comignoli), definiscono il contorno dell’austero luogo. Nel XVII secolo
venne aggiunto il refettorio, a seguito del crollo di parte degli edifici a causa di
uno smottamento. La chiesa rimase incolume, monumento di rara bellezza e scevrità, così come i capitelli delle colonne del chiostro, adornate da semplici foglie in
rilievo, non offrono motivo di distrazione.
La pianta della chiesa è a croce latina, con un’abside proiettata oltre le stesse mura perimetrali. Inusuali si presentano la facciata est e nord, così costituite
anche per la conformazione stessa del terreno che le ospita. Assai particolare è
l’ingresso, posto sul lato sud, che presenta solo due porte laterali, vestigia dell’ingresso separato per Conversi e Laici; è assente una grande porta che introduca
alla navata centrale. Conseguenza della tipologia d’uso della struttura, i monaci
usufruiscono di un ingresso secondario che immette direttamente nell’edificio
passando dal chiostro.
Baux de Provence
I Signori di Les Baux esercitarono un vasto controllo in Provenza per diversi secoli,
assicurandosi fama ed onori. Malgrado la loro potenza, i signori di Baux vennero
sconfitti dai Conti di Provenza nel XII secolo e si estinsero nel 1426 con la morte
di Alice de Baux o del Balzo, contessa d’Avellino ed ultima signora di Les Baux.
Il castello di Les Baux accolse numerosi trovatori ed aveva un propria corte, rinomata per la finezza, la cultura e lo spirito cavalleresco.
La signoria di Les Baux venne integrata prima nella Contea di Provenza e poi nella
corona di Francia. La città, diventata un centro del protestantesimo, fu protagonista
di una rivolta contro lo Stato soppressa dal cardinale Richelieu nel 1632 che
ordinò l’abbattimento del castello e delle mura della città.
La città, nel 1642, venne concessa alla famiglia Grimaldi, reggente il Principato
di Monaco, come marchesato francese. Oggi, il titolo di Marquis des Baux rimane
alla famiglia Grimaldi, anche se sotto l’aspetto amministrativo la città è completamente affidata alla Francia. Il titolo viene tradizionalmente portato dall’erede al
trono del principato monegasco.
Nel 1822 il minerale denominato bauxite venne scoperto presso Les Baux dal
geologo Pierre Berthier.
Visita d’istruzione
in
Provenza e Camargue
21 - 24 aprile 2015
Orange
Teatro
Edificato in epoca augustea, tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., deve la sua
fama all’ottima conservazione della scena e del muro retrostante, che raggiunge
un’altezza di 37 m e una lunghezza di 103 m Luigi XIV lo elogiò come il più bel
muro del suo regno. La decorazione della scena e le statue appartengono ad un
rifacimento dell’epoca di Antonino Pio. I blocchi sporgenti in cima al muro, sulla
facciata esterna, erano utilizzati per fissare il velario che proteggeva gli spettatori
dal sole.
Il teatro segue lo schema tradizionale del teatro romano, con i gradini della cavea
(37 file per 9.000 spettatori circa) disposti a semicerchio intorno all’orchestra.
La cavea è in parte sostenuta da sostruzioni, e in parte si addossa alla collina di
Sant’Eutropia.
Arco Trionfale
Eretto in tarda età repubblicana
(49 a.C.) a seguito della vittoria dei
romani sui Cimbri e sui Teutoni, nel
25 venne consacrato dall’imperatore
Tiberio per ricordare le gesta dei
veterani della II legione Gallica
e celebrare la loro vittoria contro la
flotta di Marsiglia sotto Cesare.
È’ collocato all’ingresso della città,
sulla via Agrippa, costruita da Agrippa
verso Lione, con funzioni di porta
monumentale.
Si tratta di un arco a tre fornici
(il più antico conosciuto di questa
tipologia) con doppio attico e corpo
centrale sporgente. Presenta colonne
addossate sormontate da una trabeazione con frontoni sopra il fornice centrale e
sui fianchi: sui fianchi all’interno del frontone è inserito un arco.
Vi si trova una ricca decorazione scolpita (trofei di armi, trofei navali, scene di
battaglia) con rilievi insolitamente privi di incorniciatura, inseriti nella tradizione
artistica locale che già da tempo aveva accolto influssi dell’arte ellenistica e romana.
Arles
Anfiteatro
Conosciuto con il nome di les Arènes, l’anfiteatro fu edificato intorno all’80 d.C.,
addossato al fianco settentrionale della collina dell’Hauture, con orientamento
diverso rispetto a quello del tracciato urbano. Le sue dimensioni, 136 x 107 m,
sono di pochissimo superiori a quelle della vicina Arena di Nîmes e lo rendono uno
dei più imponenti anfiteatri romani ancora esistenti.
Nel Medioevo divenne una vera e propria cittadella fortificata e vi furono
innalzate quattro torri.
Chiesa di Saint Trophime
Fu edificata nel XII secolo, rimodellando
una precedente basilica del V secolo
dedicata a santo Stefano protomartire,
a sua volta costruita nei pressi
dell’antico foro della città per trasferirvi
la sede cattedrale. Vide diverse fasi
costruttive: la chiesa oggi visibile
fu edificata tra il 1100 e il 1152, e
dedicata a Saint Trophime (San
Trofimo), ritenuto primo vescovo
della città. Nel 1178 l’imperatore
Federico I Barbarossa vi venne
incoronato re di Arles. La chiesa ha
un’alta navata centrale a cinque campate, fiancheggiata da strette navate laterali.
Una cupola copre lo spazio all’incrocio del transetto, presso il quale è stato elevato
il campanile. Il portale centrale è riccamente scolpito con una raffigurazione del
Giudizio universale nella lunetta.
Vaucluse
A Fontaine-de-Vaucluse soggiornò a lungo Francesco Petrarca, che sarebbe stato
ispirato proprio dal torrente Sorga (Sorgue in francese) per i famosi componimenti
dedicati a Laura, come Chiare, fresche et dolci acque.
Nimes
Arena
L’Arena di Nîmes è un anfiteatro romano. Si tratta di uno dei maggiori anfiteatri
nel suo genere, e anche di uno tra i meglio conservati, tanto che in Francia è
riconosciuto come monumento storico di Francia dal 1840[1] e che viene ancora
utilizzato regolarmente per spettacoli vari.
Venne costruita verso la fine del secolo I per divertire la popolazione della città e
dei suoi dintorni con gli spettacoli tipicamente romani come i combattimenti di
gladiatori.
Strutturate a doppio ordine dorico, le arcate sono ritmate al primo livello da pilastri
ed al secondo da semicolonne. L’edificio ha una pianta ellittica, lunga 133 m e
larga 101.[6] Raggiunge un’altezza di 21 metri ed ha una capienza di 13000 posti
a sedere. Ai tempi della romanità, la capienza era comunque parecchio maggiore.
Maison Carrée
La Maison Carrée è un tempio romano, uno dei templi antichi meglio conservati.
Venne costruito tra il 19 e il 16 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa e venne dedicato
ai figli dello stesso Agrippa e di Giulia, figlia di Augusto, Gaio e Lucio Cesari,
adottati dal nonno come propri eredi e che morirono entrambi in giovane età.
Marco Vipsanio Agrippa venne influenzato dalle opere già realizzate a Roma,
come il tempio di Apollo sotto il Campidoglio.
Il tempio deve il suo ottimo stato di conservazione al fatto di essere stato
riutilizzato come chiesa cristiana nel IV secolo. Il suo nome in francese
(letteralmente “Casa quadrata”) è dovuto all’utilizzo arcaico del termine carré
con il significato di “quadrangolare”, in questo caso “rettangolo”, in riferimento
alla pianta dell’edificio. Le dimensioni sono 26 m di lunghezza, 13 m di larghezza
e 17 m di altezza.
Saintes Maries de la mer
Il nome attuale risale al 1838. Le “Marie” che danno il nome al paese sono Maria
Maddalena, Maria Salomé e Maria Jacobé, che secondo la leggenda sarebbero
arrivate in questi luoghi assieme alla serva Sara, dopo aver vagato in mare su una
barca priva di remi. Le statue delle tre donne si trovano nella chiesa del paese: le
due Marie raffigurate sulla barca, scultura che viene portata in processione nella
ricorrenza dello sbarco, mentre a Sara, diventata la patrona dei gitani, è dedicata
la statua nella cripta.
Diverse leggende narrano che una barca sulla quale si trovavano molti seguaci
di Gesù di Nazaret in fuga dalla Palestina (oltre alle tre Marie, Marta, Lazzaro,
Massimino, la serva Sara la Nera) approdasse su questi lidi dopo le prime persecuzioni in patria e che qui questi personaggi portassero il credo cristiano. Accadde,
questo, nel 48. Monumento principale del paese, la chiesa ha da sempre avuto
un importante funzione strategica ancor prima che religiosa. Costruita tra i secoli
IX e XI come una vera e propria fortezza serviva come torre di avvistamento e per
proteggere gli abitanti dai pirati saraceni che allora imperversavano nella regione.
È composta da un’unica navata dritta, priva di ornamenti, ed è alta 15 metri. Sul
tetto c’è un passaggio per la ronda con feritoie e merli. Le feritoie sono presenti
anche sui muri perimetrali. Su una facciata laterale è presente una croce della
Camargue.
All’interno è presente anche un pozzo di acqua dolce
Avignone
Avignone è conosciuta come antica città papale, a seguito della scelta di Papa
Giovanni XXII nel 1316 di farne la propria sede. In totale otto papi
governarono sul seggio cittadino, dei quali due scismatici, risiedendo nel
castello detto “Palazzo dei Papi” che fu progressivamente ampliato dai vari
pontefici. Dopo la partenza dei papi, la città - che continuò, con il circostante
Contado Venassino, a fare parte dello Stato della Chiesa - fu governata da un
legato pontificio e quindi da vice-legati. Come exclave straniera in Francia beneficiò di
un notevole ruolo in campo commerciale e finanziario.
Il 20 agosto 1372 ad Avignone venne firmato il famoso trattato di pace da