NX la Contax che mancava
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NX la Contax che mancava
Test Il catalogo Contax si arricchisce di una reflex in grado di soddisfare un gran numero di fotografi per il prezzo più abbordabile, per l'accuratezza delle soluzioni tecniche e naturalmente per la qualità delle ottiche Zeiss. NX la Contax che mancava Da qualche tempo Contax non aveva in catalogo un apparecchio di classe medio alta, in grado di attirare l’interesse di chi vuole entrare in un sistema fotografico di prestigio, o di diventare il secondo corpo macchina nella borsa del professionista e del fotoamatore esperto. Il recente modello NX riempie questa lacuna. Curiosi del nuovo nato della famiglia l'abbiamo sottoposto a una prova sul campo, affrontando le normali difficoltà che s'incontrano nella fotografia generica: quella che va dal ritratto, al paesaggio, alla ripresa macro. Come è oramai abitudine della maggior parte degli importatori, la Contax NX è venduta con il classico zoomino, che va dal moderato grandangolare da 28mm al medio tele da 80mm, capace anche della ripresa a distanza ravvicinata. Una gamma di focali in grado di far fronte alla maggior parte delle situazioni fotografiche generiche. Considerato che l'apparecchio è venduto con tale ottica, ci è sembrato giusto considerare anche l'obiettivo il Carl Zeiss Vario-Sonnar 3,5-5,6/28-80mm co- me parte integrante dell'apparecchio nella sua configurazione base. Contax NX partecipa in tutto del sistema Contax, perciò utilizza tutta la gamma di obiettivi Zeiss della casa e non solo quelli per il 35mm. Grazie all'anello adattatore Nam-1 può montare quelli dedicati al medio formato della Contax 645, senza rinunciare a nessuna delle prestazioni. Aspetto ed ergonomia Il design è quello caratteristico Contax: prevalenza della linea retta e dell'angolo poco smussato. Il risultato è un aspetto serio e con quel tanto di aggressivo, che non guasta. Questa rimarrebbe solo una considerazione estetica se non avesse riscontro anche nella praticità d'uso e nella ergonomia generale. Seguendo anche in questo la tradizione Contax, le superfici della carrozzeria, rigorosamente coperta di gomme antiscivolo e vernici antigraffio nero opache, risultano molto pulite, senza evidenti sporgenze dovute a bottoni e ghiere. Non fosse per le relative indicazioni, incise in bian- co, la presenza dei comandi passerebbe inosservata. Per l'estetica questo è certo un vantaggio. Talora non lo può essere per la praticità. Non è il caso della Contax NX, come vedremo più avanti. Alla sinistra del pentaprisma troviamo un ben dimensionato selettore a cinque posizioni. Le prime due, indicate da un cerchietto bianco e da uno verde, consentono di scegliere istantaneamente tra due modalità generali di funzionamento pre-impostate. Immaginiamo di avere impostato la modalità autofocus a scatto continuo, l'esposizione a priorità dei diaframmi, la lettura esposimetrica a segmenti e anche una sovraesposizione di 0,3 valori EV. Tale impostazione viene automaticamente memorizzata e ci permette di effettuarne una seconda, ad esempio autofocus a scatto singolo, esposizione a priorità dei tempi, lettura esposimetrica su tutto il campo con preferenza al centro e sottoesposizione di 0,5 EV. Ebbene, senza staccare l'occhio dal mirino, spostando semplicemente la levetta del selettore, possiamo passare da una La vista dall'alto mette in rilievo la forma squadrata del pentaprisma, relativamente alto rispetto al corpo della fotocamera. Sulla destra ben visibile l'ampio display . Sulla sinistra del pentaprisma la ben dimensionata ghiera per passare velocemente da una modalità di esposizione all'altra ( cerchietto bianco e verde), la posizione che abilita le ghiere a selezionare i modi di funzionamento (SET), la posizione per impostare manualmente gli ISO, e la posizione per abilitare le ghiere a impostare le funzioni personalizzate (CF) . all'altra istantaneamente, senza dover ripetere i vari settaggi. Segue la posizione indicata con la sigla SET, che consente di eseguire i vari settaggi con le ghiere multifunzione presenti alla destra del pentaprisma. Seguono le posizioni che danno accesso all'impostazione manuale della sensibilità e della personalizzazione delle funzioni. Il pentaprisma, dotato dell'oramai consueta slitta con i contatti per i flash dedicati, contiene, nel tettuccio, un flash ribaltabile Sulla destra del pentaprisma un ampio display LCD consente di impostare con facilità tutti i menu di funzionamento. La visibilità di tutte le indicazioni è buona. In questo momento il display indica, leggendo da sinistra destra che: sono stati scattati 6 fotogrammi, siamo nella modalità autofocus a scatto singolo ( SAF), la sensibilità impostata è quella automatica DX, la modalità di esposizione è a priorità di diaframma (AV), la lettura esposimetrica è del tipo a segmenti, la batteria è mezza scarica, il sensore autofocus selezionato è quello centrale, l'avanzamento della pellicola è a scatto singolo, non sono state introdotte correzioni alla esposizione. La ghiera di selezione anteriore si aziona facilmente con le dita della mano che impugna la fotocamera. manualmente in alto. Sulla destra del pentaprisma spicca l'ampio display in cui possiamo leggere tutte le indicazioni riguardanti i modi di funzionamento dell'apparecchio. Davanti vediamo tre pulsanti: servono, rispettivamente per l'auto bracketing, per accedere ai modi di funzionamento e per illuminare il display quando si fotografa di notte o in condizioni di luce scarsa. Davanti ai tre pulsanti l'interruttore generale con, in più, la posizione di blocco per l'esposizione automatica e, al centro il pulsante di scatto. Dietro il display altri tre comandi: il joystick per attivare uno dei cinque sensori dell'autofocus, la ghiera multifunzioni posteriore e il pulsante per attivare la messa a fuoco, indipendentemente dal pulsante di scatto. Sul davanti i pulsanti sono due solamente: a destra, sotto l'obiettivo quello per la visualizzazione della profondità di campo, a sinistra, a metà del corpo, il pulsante di sblocco dell'obiettivo. Sul lato sinistro il A partire da sinistra: il comodo joystick per la selezione del sensore di messa a fuoco, la ghiera multifunzione posteriore a forma di rullo zigrinato, il pulsante per attivare la messa a fuoco senza premere a metà corsa il pulsante di scatto. La ghiera selettrice posteriore ha una inconsueta forma a rullo. E' molto facile da azionare, anche con la fotocamera all'occhio. La presa per il telecomando è nella parte posteriore, a sinistra in basso. Il pulsante di scatto è coassiale all'interruttore generale, che funge anche da interruttore per il blocco della esposizione automatica. Si aziona con un dito, anche con la fotocamera ad altezza d'occhio. cursore con blocco per l'apertura del dorso e, sotto, la presa esterna del flash. Sulla sinistra, dietro e in basso, la presa per il telecomando. Infine, sotto, il coperchio a vite per l'alloggiamento batterie e il pulsantino per il riavvolgimento manuale della pellicola. I comandi nella pratica A prima vista l'ergonomia sembrava buona. L'impressione è stata confermata nella pratica. L'apparecchio si tiene bene in mano, grazie alla impugnatura ben sagomata, che comprende non solo la classica impugnatura anteriore, ma anche una sagomatura del dorso, così che sia l'indice che il pollice siano liberi di azionare, rispettivamente, la ghiera anteriore e i comandi posteriori, senza che, per questo, il fotografo debba distogliere l'occhio dal mirino. Un innegabile vantaggio che si riflette in una più veloce operatività. Malgrado i vari comandi siano poco sporgenti, si azionano molto facilmente e sen- za incertezze di funzionamento. Due, fra tutti, sono particolarmente soddisfacenti: il joystick per impostare la zona di lettura dell'autofocus e la ghiera posteriore per la selezione dei modi. Entrambe si manovrano con il pollice, senza difficoltà. Qualche riserva, invece, sulla ghiera anteriore. A fotocamera attivata, la sua rotazione comanda la sovra/sottoesposizione intenzionale e proprio la facilità con cui cade sotto le dita, porta talora a muoverla involontariamente, con i risultati facilmente immaginabili. E' vero, nel mirino compare una scala luminosa, in cui si vede il valore di sovra/sottoesposizione impostato, ma l'indicazione può passare inosservata, quando si è compresi nella composizione dell’inquadratura o nella ricerca del momento migliore per scattare la foto. Forse una rotazione più dura non avrebbe guastato. Non è però un difetto grave. E, a piccolo difetto, piccolo pregio: il pulsante per il riavvolgimento manuale della pellicola. Per ragioni di sicurezza, tutti lo affondano in un forellino, difficilissimo da raggiungere. Ed è una, non sempre fruttuosa, ricerca di una matita, con la cui punta azionarlo. Niente di tutto ciò nella Contax NX, grazie a una soluzione semplicissima. Il pulsantino, come al solito, è annegato nella carrozzeria, ma una scanalatura consente all'unghia dell'indice, o del pollice se preferite, di raggiungerlo facilmente. Buona anche l'idea di dotare l'apertura del dorso di un blocco al cursore, in modo da evitare aperture accidentali. Azionabile, con le dita della mano sinistra che regge la fotocamera, senza staccare l'occhio dal mirino, il pulsante per il controllo della profondità di campo. Lo zoomino Abbiamo considerato lo zoomino parte integrante dell'apparecchio: vale la pena darne una piccola descrizione. Dimensioni relativamente contenute, apertura variabile da f/3,5 a f/5,6 a seconda della focale impostata, indicazioni della distanza di mes- Sul tettuccio del pentaprisma trova posto il flash incorporato. La sua estrazione non è automatica, bensì manuale. Per impostare la messa a fuoco manuale, oppure quella automatica, è necessario azionare il cursore posto sul barilotto dell'obiettivo, lato sinistro. Accanto troviamo anche il cursore per passare dalla messa a fuoco normale a quella macro. La regolazione del flash incorporato avviene mediante un selettore visibile solamente dopo aver alzato la parabola. Vista dall'alto dell'obiettivo Vario-Sonnar 28-80 fornito come obiettivo normale. sa a fuoco, della focale e dei valori di si aspetta da un apparecchio della sua diaframma chiaramente visibili. Sulclasse. Prestazioni oneste, di buon lila sinistra, tra la ghiera dello zoom e vello, in grado di soddisfare le esigenze quella della messa a fuoco, troviamo di qualsiasi fotografo, anche professiodue cursori: uno serve a commutare nista. la messa a fuoco da manuale ad auto- Il bocchettone degli obiettivi è molto ampio. In basso Il corpo macchina è robusto, fatto per matica, e viceversa; l'altro a bloccare si notato i contatti d'oro che permettono il dialogo tra sopportare un uso anche rude. I prol'obiettivo sulla posizione Macro. Ciò, l'obiettivo e il corpo macchina. Da non dimenticare grammi di esposizione e messa a fuoco tuttavia, è possibile solamente quan- che il motore di messa a fuoco è dentro l'obiettivo. sono efficienti. Il sensore di messa a fuodo lo zoom è impostato sulla focale co è un CCD a cinque punti, e occupa massima di 80mm. Su tutte le altre founa buona superficie al centro della incali inutile tentare: non è possibile. quadratura. Ognuno dei cinque punti può Sia nel modo manuale, che in quello essere selezionato singolarmente. Ciò automatico, la messa a fuoco avviene bili con i grandangolari. E proprio a peta- consente di comporre l'inquadratura anche con il movimento di gruppi interni. Ciò con- li è il paraluce fornito di serie che, con raf- con il soggetto decentrato e non rinunciasente di usare in completo automatismo finatezza tutta Contax, è rivestito interna- re all'autofocus. Senza il sensore a punti sequalsiasi tipo di filtro: dal polarizzatore ai mente da uno speciale velluto, per elimi- lezionabili, quando il soggetto è decentrafiltri digradanti. Una volta scelta la posi- nare eventuali riflessi parassiti. to, bisogna mettere a fuoco sul soggetto pozione, siamo sicuri che, con la messa a fuosto al centro del fotogramma, bloccare la co, il filtro non ruoterà, fornendo effetti non Cosa offre messa a fuoco e rifare l'inquadratura sevoluti. La messa a fuoco interna permette Con la sola estetica, o con la sola ergono- condo la composizione desiderata. Ciò è anche di usare i paraluce cosiddetti " a pe- mia non si fanno le fotografie. Le presta- fattibile quando il soggetto è fermo, ad tali" cioè asimmetrici, altrimenti impossi- zioni della fotocamera sono quelle che ci esempio nella foto di paesaggio, di ritratto Molto utile, quando il soggetto è decentrato, il sistema di sensori autofocus selezionabili. L'immagine e la simulazione di quello che vedeva il fotografo all'atto dello scatto a destra non richiedono molti commenti. Vetrate a specchi e texture a griglia, una situazione difficile per i sistemi di messa a fuoco automatica. Quello della Contax NX l'ha superata bene, come si può vedere da questa immagine. Altra foto difficile per l'autofocus: l'acqua della fontana, oltre a non presentare contrasti è in movimento. Anche in questo caso il sistema non ha avuto esitazioni. Bravo chi riesce a dire quale delle due foto, realizzate una dopo l'altra, è stata realizzata con la lettura a segmenti o con quella su tutto il campo, con preferenza al centro. Il sistema di esposizione a segmenti è quello che dà i risultati migliori, anche in situazioni difficili come questa. posato, di still life. Diventa praticamente impossibile quando il soggetto è in movimento. E' in questo caso che viene utile selezionare, per la messa a fuoco, il sensore che cade sul soggetto. L'operazione è immediata, grazie al joystick presente sul retro azionato facilmente con il pollice. Un quadratino rosso, che s'illumina sullo schermo di messa a fuoco, indica esattamente, di volta in volta, la zona di lettura. La lettura esposimetrica avviene con tre diverse modalità: spot, su tutto il campo con preferenza al centro e valutativa a segmenti. Sta al fotografo scegliere quella maggiormente adatta alla situazione di ripresa. Anche se, a nostro parere, la lettura valutativa a segmenti sostituisce quella su tutto il campo con preferenza al centro. Tant'è: anche in altre fotocamere abbiamo questa ridondanza di sistemi che poi, nella pratica, si equivalgono. Importante, per poter scattare buone fotografie, è il modo con cui risultano visualizzate tutte le impostazioni. Due sono i livelli di visualizzazione nella Contax NX. C'è quello che possiamo chiamare totale, dato dal grande display a cristalli liquidi posto alla destra del pentaprisma e quello parziale nel mirino. Il primo serve principalmente a visualizzare il me- nu delle varie impostazioni, tra le quali il fotografo sceglierà quelle che giudica più adatte, e imposterà con le ghiere multifunzione. Le varie opzioni sono indicate con chiarezza. Quelle scelte, una volta impostate, rimangono visualizzate nel display a fotocamera accesa. A fotocamera spenta, invece, viene solamente indicato la stato di carica delle batterie, il numero dei fotogrammi scattati e l'impostazione della sensibilità: DX oppure valore ISO impostato manualmente. Nel mirino sono visualizzate solamente le impostazioni in uso. Nel vetro smerigliato, abbiamo visto, compare il sensore AF selezionato. Alla base dell'inquadratura, alcuni led verdi indicano, partendo da sinistra, il numero dei fotogrammi scattati, il pronto flash, la spia dell'avvenuta messa a fuoco, il diaframma, il tempo, e la modalità di lettura esposimetrica. Se si aziona la ghiera anteriore si attiva la sovra/sottoesposizione intenzionale, il cui valore si legge in una scala graduata che compare, sempre alla base della inquadratura, a fianco della indicazione del tempo di scatto. Tutte le indicazioni sono chiaramente visibili, anche quando la luce ambiente è forte. In una fotocamera del livello Contax non poteva mancare una funzione che, altre marche, offrono solamente sui modelli top di gamma. Si tratta della personalizzazione delle funzioni. Non è indispensabile alla buona riuscita della fotografia, ma può aiutare. Impostato su CF il selettore, situato alla sinistra del pentaprisma, mediante le due ghiere multifunzione si possono selezionare le modalità d'uso alle quali siamo più abituati. Sono venti e vanno dalla regolazione del tempo d'illuminazione del display, alla esclusione/attivazione del beep dell'autofocus, al riavvolgimento automatico della pellicola terminata e simili. La prova sul campo Oggi tutte le fotocamere di un certo livello offrono le stesse prestazioni. Una grande quantità di prestazioni che, però, vanno verificate nell'uso pratico. In genere i risultati sono buoni, e non si trova più la fotocamera che non mantiene quanto prometteva.. Talora il cuore della fotocamera stessa, cioè i sensori e i vari componenti della parte elettronica sono prodotti da terzi, che li vendono anche a costruttori di fotocamere concorrenti. E' l'elettronica, bellezza! direbbe un ipotetico Bogart appas- Effetto silhouette, con il soggetto dietro un telo bianco. Lettura esposimetrica a segmenti, messa a fuoco automatica. Malgrado la situazione difficile la fotocamera si è comportata bene. Un grappolo di bacche contro il cielo. Esposimetro e autofocus non hanno avuto esitazioni: il risultato è buono. Sotto: sulla posizione grandangolare e in pieno controluce si notano le immagini fantasma del foro del diaframma. Anche il contrasto si abbassa. Lettura esposimetrica a segmenti, pannello bianco di schiarita. Ripresa in controluce e flash di schiarita. Le due luci, quella naturale e quella del flash incorporato si sono amalgamate perfettamente. sionato di fotografia. Ma a componente uguale non sempre corrispondono prestazioni uguali. Il singolo componente fa parte di un tutto, che va dall'ergonomia, alla disposizione dei comandi, addirittura alla visione particolare che il progettista ha della fotografia e che si riflette nella costruzione dell'apparecchio. Quindi le differenze tra una fotocamera e l'altra esistono. Contax ha una tradizione da rispettare, fatta non di innovazione a tutti i costi, quanto di accorto perfezionare quanto è già sperimentato e diffuso. Per rendersene conto, basti pesare agli anni, impiegati dalla casa prima di proporre una reflex autofocus. Nella Contax NX, come sempre, l'innovazione consiste nel miglioramento e nella affidabilità. Ottima impressione ci ha fatto il sistema di lettura autofocus articolato su cinque punti. L'area che riescono a coprire è vasta, e anche la composizione fotografica più strana cade nell'area di lettura di uno dei sensori. Un autofocus efficiente è anche quello che riesce a mettere a fuoco velocemente e non si lascia ingannare da soggetti dif- ficili, come superfici specchiate, oppure con griglie di elementi verticali oppure orizzontali. La velocità di reazione dell'autofocus, con lo zoomino in dotazione, è molto buona. L'obiettivo è dotato di motore di messa a fuoco interno. Ciò elimina i ritardi, dovuti alla trasmissione del movimento dal corpo macchina all'obiettivo mediante perni e ingranaggi, come accade in altre fotocamere della sua classe. Anche in condizioni di luminosità scarsa la risposta dell'autofocus è di ottimo livello e non assistiamo a quel continuo, indeciso aggiustamento che si verifica in altre macchine. La Contax NX possiede tre sistemi di lettura esposimetrica. Tutti e tre non ci hanno creato difficoltà. Ci era sembrata un po' ridondante la disponibilità di un sistema di lettura a segmenti e uno su tutto il campo con preferenza al centro. Abbiamo provato a scattare foto allo stesso soggetto con i due sistemi, senza riscontrare differenze significative tra la foto scattata con un sistema e quella scattata con l'altro. Edo Prando Quanto costa La Contax NX,venduta assieme allo zoom Zeiss Vario Sonnar 28-80 costa 1712 Euro Distributore: Fowa, via Tabacchi 29, 10132 Torino, tel. 011 81441; www.fowa.it