Sermone Lugano Natale 25 dicembre 2016

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Sermone Lugano Natale 25 dicembre 2016
Testo: Luca 2:8-20
LUG NATALE 25 dicembre 2016
Tema: I primi a divulgare la Notizia che è nato il Salvatore
Natale ci ricorda il più grande avvenimento della storia.
Il Messia (Cristo), l’atteso da secoli dai Giudei, finalmente era arrivato.
Nacque da una ragazza vergine, di nome Maria, discendente del re Davide,
la quale concepì per opera dello Spirito Santo (per questo è chiamato Figlio di Dio),
e rimase vergine finché non ebbe partorito il suo primo figlio che Giuseppe
chiamò Gesù (che significa Salvatore), il nome che gli aveva dato l’angelo
prima ancora che fosse concepito (Mt 1:21; Lc 2:21).
Luca nel capitolo 2:1-7 del suo vangelo narra la nascita di Gesù.
v. 6-7 “Mentre (Maria e Giuseppe) si trovavano a Betlemme (per il censimento), giunse
il giorno del parto, e 7 Maria diede alla luce il suo primo figlio, lo fasciò e lo pose
in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nella locanda del villaggio”.
Gesù, l’atteso Salvatore, nacque di notte, all’insaputa di tutti.
Chi furono i primi ad essere informati della nascita del Salvatore?
Non l’imperatore Cesare Augusto, non il Governatore Quirino, non Erode,
non i religiosi (il sommo Sacerdote, i Sadducei, i Farisei, gli Scribi,
i capi sacerdoti), non i sapienti.
Nessuno aveva idea di ciò che era avvenuto in quella notte a Betlemme.
Nessuno sapeva che era nato il Salvatore, nemmeno le persone che erano
accanto a quella stalla. Solo gli angeli in cielo lo sapevano, e gli uomini
sulla terra a cui Dio ha voluto rivelarlo (perché così gli è piaciuto, Mt 11:25).
Chi erano quegli uomini? v. 8-14 “In quella stessa regione (vicino a Betlemme)
c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro
gregge. 9 E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore
risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. 10 L'angelo disse loro:
«Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il
popolo avrà: 11 "Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il
Cristo, il Signore. 12 E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in
fasce e coricato in una mangiatoia"». 13 E a un tratto vi fu con l'angelo una
moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14 «Gloria a Dio nei
luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce!»
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Un angelo (forse l’Angelo Gabriele, lo stesso che apparve a Zaccaria, e a Maria)
venne dal cielo per annunciare la Buona Notizia della nascita di Gesù
a dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia
al loro gregge.
Quei pastori erano persone semplici, di basso livello socio-economico,
con poca istruzione e anche disprezzati, ma uomini umili di cuore.
Credevano in Dio, erano tra quelli che aspettavano il Messia promesso.
Gesù è venuto per gli umili. Un sabato, nella sinagoga a Nazaret, Gesù
lesse dal profeta Isaia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me: mi ha scelto per
evangelizzare i poveri; mi ha mandato ad annunciare la liberazione ai prigionieri,
il recupero della vista ai ciechi; per liberare gli oppressi dai loro oppressori
e per proclamare il tempo in cui Dio salverà tutti coloro che si rivolgono a lui”.
Poi aggiunse: “Questa Scrittura si è avverata oggi davanti a voi” - in altre
parole: “Io sono Colui del quale parla qui il profeta Isaia” (Lc 4:18-19, 21).
1 Cor 1:28 “Il Signore ha scelto le cose umili, quelle che il mondo disprezza e che
non tiene in alcun conto (per es. quei pastori), per ridurre a niente quelle che il
mondo considera importanti” (per esempio l’Imperatore, il sommo Sacerdote).
v. 10 L'angelo disse ai pastori: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia
di una grande gioia che tutto il popolo avrà:
La Buona Notizia era questa: v. 11 "Oggi, nella città di Davide (Betlemme),
è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore.
La buona Notizia è per tutti: per tutto il popolo d’Israele (innanzitutto),
ma anche per tutti i popoli del mondo (cfr Mt 28:19).
“Salvatore” significa liberatore. “Signore” è la massima autorità.
Non è possibile avere Cristo come Salvatore
e non voler sottomettersi alla sua guida (Lc 6:46).
Un Salvatore che ci libera da cosa? Quali sono le aspettative della gente?
Non c’è garanzia in questa vita che saremo liberati dall’insoddisfazione,
dall’ansia, dalla povertà, dalla malattia, dalla sofferenza, dai problemi.
C’è chi ha tutto in questa vita (salute, soldi, successo, bella vita,
soddisfazione, e non ha problemi particolari).
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In questo caso la Buona Notizia non gli serve? Invece no, la Buona Notizia
serve a tutti: ricchi e poveri, sani e malati, colti e ignoranti,
persone importati e persone comuni.
Gesù è venuto per liberarci dall’ira di Dio e dall’inferno
(cioè dalla punizione per i nostri peccati). È tutti ne hanno bisogno.
Gesù è venuto per salvarci dalla morte spirituale
che è la separazione eterna da Dio.
Gesù è venuto per liberarci dal dominio del peccato.
Ci ha dato lo Spirito Santo che ci rende capaci di resistere
e di vincere il peccato in questa vita.
E un giorno, in cielo, saremo anche liberati dalla presenza del peccato.
L’angelo aggiunse: v. 12 “E questo vi servirà di segno: troverete un bambino
avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia"» (L’angelo non ordinò ai pastori di andare
a Betlemme - disse solo da che cosa avrebbero riconosciuto il bambino).
v. 13 “E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che
lodava Dio e diceva: 14 «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli
uomini ch'egli gradisce!»
Pace in terra si intende “pace con Dio” (Rom 5:1).
Agli uomini che egli gradisce non significa “agli uomini che lo meritano”,
ma significa “agli uomini che Dio salva per la sua misericordia” (Ef 1:5; Tito 3:5).
Come hanno reagito i pastori al messaggio dell’angelo?
Dopo che gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori
spontaneamente cominciarono a dirsi l’un l’altro:
v. 15 «Venite! Andiamo a Betlemme, andiamo a vedere quello che è successo
e che il Signore ci ha fatto sapere».
I pastori hanno sentito dall’angelo la Buona Notizia (Dio si è compiaciuto di rivelargliela).
Hanno creduto alla Buona Notizia.
Hanno reagito subito, senza nessun dubbio, senza nessun indugio.
niente li ha trattenuti, o distratti, avevano un senso di urgenza.
Hanno lasciato le loro pecore (alla custodia di chi, non sappiamo),
e sono andati in fretta a Betlemme
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(Dovettero fare 2-3 chilometri di cammino per arrivare al villaggio di Betlemme).
Non sappiamo come hanno fatto a trovare il neonato (chi cerca Gesù, lo trova).
L’unico segno particolare per riconoscere il bambino era:
“troverete un bambino fasciato in una mangiatoia (v. 12) (Dio in una mangiatoia).
Nessuno ha mai coricato un neonato in una mangiatoia.
v. 16 “Sono andati in fretta, pieni di entusiasmo, e hanno trovato
Maria e Giuseppe e il bambino adagiato nella mangiatoia”.
Con molta probabilità c’è stata un’ampia conversazione tra i pastori e Maria
e Giuseppe. Avranno raccontato tutte le cose che hanno visto e sentito
in quella notte: l’angelo, la luce, la notizia, la moltitudine di angeli.
E quando ebbero finito il loro racconto, anche Maria e Giuseppe
probabilmente avranno raccontato la loro storia, cosa è avvenuto a loro.
Dopo aver sentito tutto questo, i pastori se ne andarono dalla stalla
pieni di gioia, e di gratitudine e cominciarono a divulgare quello che era
stato loro detto di quel bambino (dall’angelo e da Maria e Giuseppe).
v. 17 “e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino”.
Raccontarono a tutti, senza vergogna e senza indugio,
che è nato il Salvatore, Cristo, il Signore.
Raccontarono probabilmente il loro vissuto e quello di Maria e Giuseppe.
Questi pastori sono stati i primi evangelisti del N.T.
La reazione della gente che ha ascoltato i pastori
v. 18 “E tutti quelli che sentivano il messaggio dei pastori
rimanevano meravigliati”
Sarebbe bello se nel v. 18 fosse scritto: “E tutti quelli che sentivano
il messaggio dei pastori, andarono subito a vedere il bambino”.
Invece no, le persone continuarono a fare le loro cose.
Nessuno si mosse per andare a cercare il Salvatore.
Oggi succede la stessa cosa (a Natale si sente di più parlare di Gesù,
si ascoltano e si cantano i canti di Natale, ma finisce tutto lì).
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Sono rare le persone che cercano il Salvatore per essere salvate.
v. 20 “E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello
che avevano udito e visto, com’era stato loro annunziato”.
Tornarono al loro lavoro, ma con un cuore pieno di gioia e di gratitudine.
Ecco una delle ragioni del culto alla domenica: i credenti si riuniscono
per lodare e glorificare Dio per le cose che ci ha rivelato nella sua Parola
e per le cose che abbiamo sperimentato (il perdono, la salvezza).
Ecco una ragione per non mancare al culto.
Rinunciamo piuttosto ad altre cose, ma non al culto.
Anche senza parole, con l’esempio, insegniamo ai bambini
e alla nuova generazione che valore / importanza, priorità diamo al culto
(il cui scopo è soprattutto quello di onorare, lodare e glorificare Dio insieme)
(Sal 78:5-8; 1 Pt 5:2-3; Ebr 10:24-25).
Non veniamo al culto per farci intrattenere o per sentirci meglio.
Ma veniamo al culto per dare lode e gloria a Dio (insieme).
Veniamo al culto per pensare non a noi stessi,
ma a Dio, e al Signore Gesù Cristo.
Così facendo, torneremo a casa dal culto arricchiti e soddisfatti.
Le cose che caratterizzano i veri credenti:
1) credono alla Parola di Dio (come i pastori)
2) sono pieni di gioia perché sono salvati (come i pastori).
3) divulgano ovunque la Buona Notizia
che Cristo è il Salvatore (come i pastori).
4) lodano e glorificano il loro Salvatore (come i pastori)
(con un cuore pieno di gioia e di gratitudine
sia da soli in privato, sia insieme agli altri al culto).
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