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Lunedì
31 Maggio 2004
IL TIRRENO
Calafuria come il Baltico per Tomas
il globetrotter amico di Bergkamp
TOMAS
DANILEVICIUS
T
Tomas Danilevicius. 1,90
per 85 kg. Ruolo: attaccante,
posizione centrale (maglia n. 9).
È nato il 17 luglio 1978 a
Klaipèda (Lituania). La sua
carriera comincia nella sua città
con la squadra degli Atlantas
dove a 16 anni debutta in serie
A. Nella stagione 95-96, inizia il
suo girovagare in Europa, passa
al Beveren (Belgio) dove rimane
sei mesi per trasferirsi a Bruges
dove rimane per due anni. Torna
in Russia per giocare nella
Dinamo Mosca, 13 partite e 5 gol
il suo ruolino. Emigra
nuovamente, prima in Svizzera,
a Losanna (7 partite e 4 reti), poi
in Scozia nel Dunfermline (3
gettoni), all’Arsenal (2 pr.), per
ritornare al Beveren dove
esplode segnando 12 reti in 30
gare. Lo nota la Fiorentina che
lo porta in Italia per un periodo
di prova, ma poi decide di
accettare l’offerta di Spinelli.
L’anno scorso in amaranto è
sceso in campo 21 volte
realizzando una rete. In questa
stagione il suo scout è di 21
presenze, 4 uscite e 14 entrate,
per 868 minuti. 1 ammonizione
ed 1 espulsione a Bari. Ha una
media voto di 6.13. Il suo
contratto scade nel 2005.
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omas Danilevicius ha il volto di un protagonista dei Peanuts e l’eloquio calmo, riflessivo, pieno, del giramondo che tanto
ha visto e molto ha da raccontare. Globe trotter della pedata, attaccante di peso, oltre che
nella natia Lituania ha giocato in Belgio, in
Scozia, a Londra, a Mosca. È a Livorno da due
anni e in riva al Tirreno si è trovato benissimo. «Sono nato a Klaipeda, una città di duecentomila abitanti e amo i centri di media
grandezza. Londra è affascinante, ti permette
di assistere a molti musical, il tipo di spettacolo che preferisco. Mosca è bellissima, enorme,
piena di gente e confusione. Preferisco, però,
realtà più a misura d’uomo come Bruges, la
Venezia del Nord, o Livorno. Sono un uomo
del Baltico e Livorno assomiglia tanto alla
mia città, che si distende lunga lunga sul mare, è tranquilla e a misura d’uomo».
Tomas da noi ha vissuto due anni importanti per la sua crescita umana e professionale.
«Mi sono calato nel modo italiano di vivere e
di pensare, ho mangiato alla vostra maniera e
mi è piaciuto molto. Ho una casa in via Calzabigi e ho molti amici. La gente mi vuole bene.
Non mi sono mai sentito uno straniero». Si è
trovata bene a Livorno anche Lina, la moglie,
bionda e un fisico da mannequin. La coppia lituana ha una figlia di 22 mesi, Elze, pure lei
biondissima e con splendidi occhi celesti.
Oltre al calcio, la grande passione di Danilevicius è la pesca. «Mio padre mi ha portato a
pescare fin da piccolo. In barca, da riva, in mare o sul lago, sui fiumi. L’importante era avere una canna in mano. Ogni volta che torno in
Lituania, passo le vacanze a pescare, anche
d’inverno, facendo il buco nel ghiaccio e calando filo e amo. Mi sembra di tornare bambino,
mi rilasso. È una bella sensazione».
Danilevicius legge molto, romanzi lituani, e
adora il cinema. «Parlo inglese e mi piace seguire i film in lingua originale. I miei attori
preferiti sono Denzel Washington, Anthony
Hopkins, Robert De Niro e Mel Gibson. Ascolto musica di ogni genere, dall’opera al pop, fino, come ho già detto, ai musical. Adoro quelli scritti e musicati da Rice e Webber. Prima
di arrivare a Livorno, di cantanti conoscevo
solo Eros Ramazzotti, Laura Pausini e Toto
Cotugno. Ora sono più preparato, ho cominciato ad apprezzare tutta la musica italiana, i
preferiti sono Vasco Rossi e Claudio Baglioni».
Dei grandi calciatori del passato, Danilevicius mette in prima fila gli olandesi. «Ho cominciato a giocare a 10 anni, a 16 ho esordito
in serie A nell’Atlantas di Klaipeda. Seguivo
con particolare attenzione il campionato olandese. Sognavo di diventare bravo come Cruijff, Van Basten o Gullit, ho ammirato tanto il
Toto Schillaci protagonista dei Mondiali del
1990. Non sono mai diventato un fuoriclasse,
comunque qualche soddisfazione me la sono
tolta. Ho giocato a fianco di Dennis Bergkamp
nell’Arsenal, un campione frenato da mille ossessioni e paure. La più conosciuta è quella di
volare. Mi disse che una volta ci ha provato, è
salito sull’aereo, poi, terrorizzato, chiese di
scendere. Da quel momento, ha fatto le trasferte solo in pullmann, in treno o in auto e per
questo certe volte non è stato neppure convocato in Champions League o in nazionale».
Un perentorio stacco di testa di Danilevicius
«Tomas Danilevicius ha trovato la strada sbarrata da due
bomber straordinari come Protti e Lucarelli. Si è comunque ritagliato un suo spazio, segnando dei gol belli, come quello di testa
al Messina. I due anni a Livorno, l’esperienza del nostro campionato gli ha fornito una serie di strumenti importanti, lo ha sicuramente fatto crescere come calciatore. L’ho visto molto migliorato rispetto allo scorso anno. Ha capito l’importanza del movimento senza palla ed è cresciuto anche nelle capacità di controllo e palleggio. È un ragazzo serio, sereno, che è benvoluto dai
compagni e dalla tifoseria».
Il lituano innamorato: vorrei restare qui a vita
Il lituano, quello che rimane in perenne
attesa e quando viene chiamato in causa tira fuori prove convincenti. E offre pure
delle chicche niente male come la rete segnata a Messina che aveva permesso al Livorno di cullare a lungo il sogno di una clamorosa vittoria nell’inferno giallo-rosso
(poi ci penserà Racalbuto...) o quelle con il
Pescara e il Venezia, dopo aver lottato duramente nel vivo delle difese avversarie.
Tomas, il lituano. Ha sempre gioito alla
sua maniera. «Livorno mi ama e io amo Livorno. Vorrei restare qui a vita». Lo dice
sempre ogni volta che viene intervistato.
Ha saputo migliorare il suo bagaglio tecnico e diventare un attaccante «cattivo».
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