CONVEGNO ANACI 21 MAGGIO 2010 1. IMPIANTI TERMICI

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CONVEGNO ANACI 21 MAGGIO 2010 1. IMPIANTI TERMICI
Per. Ind. ANGELO PARMA
Viale Lombardia, N. 66 - 21053 CASTELLANZA - VA - Tel. 0331-504928 - Fax 0331-464945
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CONVEGNO ANACI 21 MAGGIO 2010
Relatore: Per. Ind. A. Parma
LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI IMPIANTI DI PRODUZIONE E DI UTILIZZAZIONE DEL
CALORE IN REGIONE LOMBARDIA – aspetti tecnico/normativi e tecnico/pratici
prescrizioni – incentivi – opportunità
1.
IMPIANTI TERMICI CENTRALIZZATI
SIAMO AL MESE DI FEBBRAIO, l’Assemblea del Condominio ha deliberato di
sostituire il vecchio gruppo termico per la prossima stagione;
SIAMO A FINE STAGIONE RISCALDAMENTO, il Terzo Responsabile o
l’Ispettore della Provincia o entrambi hanno accertato che il vecchio gruppo
termico ha un rendimento inferiore al minimo richiesto e pertanto deve essere
tassativamente sostituito per la prossima stagione;
SIAMO AL 20 DICEMBRE, improvvisamente il vecchio gruppo termico collassa
irrimediabilmente, senza alcuna possibilità di ripararlo!
CHE FARE ??
NORMALMENTE SUCCEDE CHE:
NEL PRIMO CASO, abbiamo tutto il tempo per affidare al nostro termotecnico di
fiducia l’esecuzione di accurata diagnosi energetica/studio di fattibilità e la
progettazione definitiva dell’intervento di sostituzione del generatore e di
razionalizzazione dell’impianto di produzione del calore, senza ovviamente mai
trascurare l’impianto di utilizzazione del calore. Abbiamo tutto il tempo di attuare
tutti gli interventi finalizzati all’accessibilità alla defiscalizzazione del 55% (per il
momento l’ultima scadenza è al 31.12.2010, poi si vedrà).
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NEL SECONDO CASO, abbiamo una precisa necessità se non una precisa
imposizione di Legge di procedere in tempi più stretti. Con l’aiuto del nostro
termotecnico di fiducia o comunque sempre ed in ogni caso con l’aiuto del terzo
Responsabile o di qualificata ditta impiantistica di fiducia, saremo ancora in grado
di definire in tempo utile tutto l’iter progettuale e l’elenco opere ed avremo anche la
possibilità di valutare più preventivi.
NEL TERZO CASO: non abbiamo scelta, Natale e Capodanno incombono: ci
possiamo solo affidare al terzo responsabile o ad altra ditta impiantistica di
nostra fiducia; non c’è nemmeno il tempo di fare un’Assemblea straordinaria o di
esaminare più preventivi: bisogna correre, in qualche caso bisogna trovare un
fornitore o la ditta che ti può seguire per sostituire al volo la caldaia … poi…, le
carte, i progetti … le diagnosi energetiche .. le faremo dopo!!.
MAGARI SCOPRIREMO … (dopo) che avevamo una caldaia da 400 kW,
l’abbiamo sostituita di corsa con una nuova caldaia sempre da 400 kW (per
non sbagliare), quando invece, con un banalissimo conteggio basato sui
consumi storici di combustibile, avremmo scoperto subito che ne bastava
una da 200 kW. Magari scopriremo anche che, contando tutti i caloriferi
(…dopo!, per esempio quando andiamo ad individuare e certificare le loro potenze
termiche nominali per metterci i ripartitori di calore), questi erano in grado di
erogare complessivamente non più di 180 kW (con acqua a 80°C).
E……. GUARDA CASO, il collega termotecnico, subito dopo, incaricato di
redigere l’allegato B ed anche obbligatoriamente l’attestato di certificazione
energetica (se oltre i 100 kW), scopre che la potenza di punta da assegnare è
esattamente di 170 kW. Non lo invidio …. per come dovrà dannarsi per
approcciare il caso …!
VEDIAMO ALLORA cosa può fare subito l’amministratore Condominiale
direttamente o comunque con un piccolo aiuto da parte del conduttore
dell’impianto termico, ovvero Terzo Responsabile dell’impianto medesimo.
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L’AMMINISTRATORE E/O IL TERZO RESPONSABILE, se presente da almeno
3/4 anni, hanno in mano un dato fondamentale: i consumi storici medi annui di
combustibile: in caso di impianto per solo riscaldamento si utilizzerà direttamente
il valore medio annuale. In caso di impianto per contemporaneo servizio di
riscaldamento e produzione di acqua calda, se non si dispone di un
contatore di calore sull’impianto di produzione di acqua calda, si farà una
stima di riduzione del 30% sul consumo medio annuo. Si prende quindi il
consumo storico medio annuale (dal 1° gennaio al 31 dicembre) e lo si moltiplica
per 0,7.
SI STIMA IN PRIMA ISTANZA la potenza termica utile di punta da assegnare
al nuovo generatore che si andrà ad installare, come segue, nelle 3 diverse
ipotesi e avendo ben chiaro che un metro cubo di gas ed un litro di gasolio si
equivalgono energeticamente in quanto entrambi con potere calorifico
inferiore di 9,95 kWh.
PRIMO CASO: impianto a radiatori che può funzionare solo 14 ore al giorno e
si prevede di inserire un nuovo generatore con rendimento a tre stelle.
La potenza termica utile nominale da prevedere sarà data dalla relazione:
Qn = m3 (o litri)x9,95/184x0,85x0,5x14 ovvero, riducendo, sarà semplicemente:
Qn = m3 (o litri) x 0,00909
Qualche esempio:90 kW con 10.000 m3 – 182 kW con 20.000 – 455 kW con 50.000
SECONDO CASO: impianto a pannelli o in presenza di qualunque altra
situazione che, per zona climatica e/o di componenti di impianto (per esempio
impianto a caloriferi con regolazione climatica locale e contatori di calore)
consente il funzionamento per 24 ore al giorno e si prevede di inserire un
nuovo generatore a tre stelle.
La potenza termica utile nominale da prevedere sarà data dalla relazione:
Qn = m3 (o litri)x9,95/184x0,85x0,5x24 ovvero, riducendo, sarà semplicemente:
3
Qn = m (o litri) x 0,0053
Qualche esempio:53 kW con 10.000 m3 – 106 kW con 20.000 – 265 kW con 50.000
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TERZO CASO: impianto a radiatori o a pannelli dove si prevede di inserire un
nuovo generatore con rendimento a quattro stelle, a condensazione e dove
con i componenti obbligatori di impianto richiesti (come vedremo dopo), si
può funzionare per 24 ore al giorno.
La potenza termica utile nominale da prevedere sarà data dalla relazione:
3
Qn = m (o litri)x9,95/184x0,95x0,5x24 ovvero, riducendo, sarà semplicemente:
Qn = m3 (o litri) x 0,00474
3
Qualche esempio:48 kW con 10.000 m – 94,8 kW con 20.000 – 237 kW con 50.000
BENE……. ora, con un po’ di pazienza, andiamo a riassumere quelle che sono le
principali prescrizioni di legge in materia di sostituzione dei generatori di calore.
Valuteremo le prescrizioni della legge Regionale .. la D.G.R. 8/8745 del
22.12.2008 (che non differiscono sostanzialmente dal DPR 59 del 2 aprile
2009 – Regolamento di attuazione del D.Lgs. 192/05).
VEDIAMO IN PRIMO LUOGO le definizioni più importanti della DGR 8/8745
che ci riguardano specificamente per l’argomento trattato, quando si
sostituisce il gruppo termico o anche quando ci si allaccia ad una rete di
teleriscaldamento.
GENERATORE DI CALORE - DGR 8/8745 - Art. 2 cc)
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RISTRUTTURAZIONE DI UN IMPIANTO TERMICO - DGR 8/8745 - Art. 2 zz)
SOSTITUZIONE DI UN GENERATORE DI CALORE - DGR 8/8745 - Art. 2 ddd)
Si osserva: in quanto domanda ricorrente, si precisa che quando si sostituisce un
generatore di calore che serva oltre che per riscaldamento anche per la
produzione di acqua calda sanitaria, non è prescritto di realizzare sistemi
alimentati da fonti energetiche alternative/rinnovabili (per esempio solare
termico) che coprano il 50% del fabbisogno di A.C.S. La richiesta (Art. 6.5
della DGR) riguarda esclusivamente i nuovi impianti termici o la loro
ristrutturazione.
VEDIAMO QUINDI GLI ADEMPIMENTI RICHIESTI … per la semplice
sostituzione di generatori di potenza termica utile fino a 100 kW:
Il rendimento termico utile a pieno carico (100% della potenza termica utile) dovrà
essere maggiore o uguale a (90 + 2 log Pn ) % (… sono le così dette caldaie a
3 stelle).
Qualche esempio: 35 kW, η > 93,1% - 70 kW, η > 93,7% - 100 kW η > 94,0%
Devono essere presenti (salvo l’accertata non fattibilità tecnica) dispositivi di
regolazione automatica della temperatura ambiente “locale per locale” (quindi
valvole termostatiche per i caloriferi e da valutare caso per caso per impianti
a pannelli). Per impianti termici centralizzati occorre una centralina di
termoregolazione per ogni generatore di calore.
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Occorre verificare la corretta equilibratura del sistema di distribuzione ed
intervenire, se necessario, per eliminare gli eventuali squilibri.
Si osserva: salvo casi eccezionali o porzioni di impianto intasate, si
raggiunge comunque il risultato adottando pompe elettroniche con decisa
riduzione della portata dell’acqua di mandata impianto ed inserendo valvole
termostatiche a bassa inerzia termica tipici interventi da attuare peraltro
inevitabilmente se si sceglie di inserire nuovi gruppi termici a
condensazione
Ove tecnicamente possibile, occorre realizzare gli interventi necessari per
permettere la contabilizzazione del calore e la termoregolazione per singola unità
immobiliare, impiegando apparecchiature che possiedano errore di misura, nelle
condizioni di utilizzo, inferiori al 5%.
Occorre trattare l’acqua impiegata negli impianti termici, secondo quanto previsto
dalla norma UNI 8065: questa prescrizione è aggiuntiva rispetto al D.P.R. 412/93
per gli impianti con potenza complessiva maggiore o uguale a 350 kW.
VEDIAMO ANCHE LE PRATICHE TECNICO BUROCRATICHE … in caso di
semplice sostituzione di generatori di potenza termica utile fino a 100 Kw:
Un professionista abilitato redige la pratica tecnico-amministrativa di Legge 10/91
(in Lombardia trattasi dell’allegato B alla predetta d.g.r.) ove dimostra che
l’intervento sarà eseguito nel rispetto dei requisiti previsti dal legislatore stesso.
Una ditta abilitata esegue la sostituzione del generatore di calore e i relativi
interventi correlati e rilascia le relative dichiarazioni di conformità di cui al D.M.
37/08 (ex Legge 46/90).
VEDIAMO QUINDI GLI ADEMPIMENTI ULTERIORI RICHIESTI … per generatori
di potenza termica utile oltre 100 kW.
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Oltre a tutto quanto già richiesto per i generatori fino a 100 kW, oltre al fatto
che il rendimento di produzione minimo richiesto pari al 95,2 % per un
generatore da 400 kW non aumenta più per potenze oltre i 400 kW, cambia
solo l’iter tecnico burocratico. Si osserva: vedremo che per la concessione
della defiscalizzazione 55% è richiesto di dotarsi anche di pompe
elettroniche, ma queste sono in ogni caso già sempre previste dal
progettista attento per poter esercire correttamente le valvole termostatiche.
Si richiede pertanto che:
Un soggetto avente titolo rediga una diagnosi energetica dell’edificio nella quale
si individuano gli interventi “efficaci sotto il profilo dei costi” con i relativi tempi di
ritorno degli investimenti e i possibili miglioramenti di classe energetica dell’edificio.
Un professionista iscritto all’elenco dei certificatori della Regione Lombardia rediga
l’attestato di certificazione energetica (di seguito denominato A.C.E.).
Si osserva: il professionista non può essere il progettista, l’esecutore
dell’intervento e/o chi ha eseguito la diagnosi energetica; non può essere
l’amministratore o il proprietario dello stabile e/o di singoli appartamenti del
Condominio
INFINE
LE
OPPORTUNITÀ
DI
ACCESSO
ALLA
VEDIAMO
DEFISCALIZZAZIONE 55% … per interventi eseguiti entro il 31.12.2010
Per sostituzione di generatori di qualsiasi potenza:
− si tratterà esclusivamente di inserire un gruppo termico con rendimento a
quattro stelle, a condensazione al posto di quello a tre stelle, in quanto
comunque dobbiamo già provvedere ad eseguire tutto il resto per via delle
prescrizioni fin qui viste, quali:
- l’installazione di dispositivi di regolazione della portata su tutti i corpi scaldanti
(valvole termostatiche in caso di radiatori);
- l’impiego di bruciatori modulanti;
- l’adozione di pompe elettroniche (come già detto: occorrono sempre!)
- la regolazione diretta sul bruciatore della caldaia.
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2.
IMPIANTI TERMICI AUTONOMI
VEDIAMO INFINE GLI ADEMPIMENTI RICHIESTI … per gli impianti autonomi
Nella DGR all’Art. 6.1 secondo capoverso, si prescrive:
Si osserva: se si trasforma un impianto centralizzato in singoli impianti
autonomi, abbiamo eseguito una vera e propria ristrutturazione e pertanto
siamo anche obbligati a produrre il 50% di acqua calda con fonti
energetiche rinnovabili, come prescritto all’art. 6.5
Nella DGR, tuttavia, nel caso di mera sostituzione di un generatore di calore
inferiore a 35 kW, all’Art. 6.2, lettera f), si prevede che:
IL GROSSO PROBLEMA, quando si cambia una caldaietta autonoma a gas
metano, anche per gli effetti delle prescrizioni degli Art. 6.2 lettera a) e 6.3
lettera a) della D.G.R. che mettono nei guai l’utente, il suo installatore
professionalmente corretto e che coinvolgono la responsabilità
dell’amministratore condominiale per le parti Comuni, è sintetizzato nella
prossima tabellina riassuntiva degli adempimenti richiesti.
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QUANDO LA VECCHIA CALDAIETTA ATMOSFERICA A GAS SI ROMPE, e la
dobbiamo sostituire al volo (in particolare se siamo attorno al 20 dicembre)
si prospettano solo queste due possibilità:
- se siamo in presenza di camini di scarico fumi individuali dobbiamo
necessariamente inserire una caldaia almeno a tre stelle, quindi in pratica,
al momento, solo ed esclusivamente una caldaia a tiraggio forzato e
camera stagna;
- se siamo in presenza di canne fumarie collettive ramificate (le così dette CCR)
possiamo ancora (anzi: dobbiamo per forza!) inserire una caldaia a gas
atmosferica che abbia comunque il requisito di rispetto del rendimento minimo
richiesto al 30% del carico, pari a 85+ 3 Log Pn (in pratica 89,1 % per una 24
kW e 89,4 % per una 30 kW).
IL PROBLEMA GRAVE che certamente coinvolge anche la responsabilità
dell’amministratore condominiale, quando l’utente è costretto a cambiare
al volo la caldaia che si è rotta irreparabilmente, è che:
- molto spesso, ancor oggi, non è ben noto se siamo in presenza di camini di
scarico fumi individuali o di C.C.R. (quindi parte comune condominiale);
- se l’installatore con un po’ di esperienza riesce a capire che siamo in presenza
di una c.c.r. non potrà far altro che reinserire una caldaia atmosferica, Ma la
CCR, se non è stata verificata, può risultare completamente inefficace e
quindi, al di là del possibile pericolo, di fatto impedirà il regolare funzionamento
della nuova caldaia a causa del continuo inserimento del sensore fumi;
- se l’installatore non ha una certa esperienza, può succedere che si vada a
inserire una caldaia a tiraggio forzato con tutte le conseguenze del caso.
Qualche elemento in più lo vedremo con l’argomento canne fumarie
successivo alla mia relazione.
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3.
L’IMPIANTO DI UTILIZZAZIONE DEL CALORE
QUALCHE CENNO, PRIMA DI CONCLUDERE, sull’importanza che assume
(al di là di ogni imposizione o incentivazione di legge) l’ammodernamento
e/o la razionalizzazione dell’impianto di utilizzazione del calore sul
miglioramento delle prestazioni energetiche.
INTANTO OCCORRE FARE IL CENSIMENTO COMPLETO delle tipologie e
delle potenze termiche nominali installate affidando ad un termotecnico
qualificato questo compito. La individuazione e la certificazione delle potenze
installate è fattibile sia con l’individuazione precisa della marca e modello dei
corpi scaldanti presenti sia con la metodologia fornita dalla norma UNI 10200
(impianti di riscaldamento centralizzati – ripartizione delle spese di
riscaldamento). Ricordiamoci che comunque questa acquisizione di dati è
fondamentale per la corretta programmazione e collocazione dei ripartitori
di calore che peraltro in pratica sono prescritti all’Art. 6.7 della D.G.R.
QUESTA INDAGINE TECNICA CI DARÀ LA POSSIBILITÀ DI:
- accertare se siamo in presenza di situazioni gravemente anomale non
correggibili con l’intervento di riequilibratura generale garantito dalle
nuove valvole termostatiche che verranno posizionate;
- verificare anche la tipologia dell’impianto di distribuzione di calore, tutte le sue
diramazioni e le eventuali anomalie cui si potrà porre rimedio.
UN SOLO ESEMPIO PER CONCLUDERE, relativo a un progetto di
riqualificazione eseguito dal sottoscritto in un condominio in Castellanza
amministrato da un Vs. collega presente in sala, e con intervento eseguito
da installatore qualificato, nel settembre 2009:
- Trattasi di un edificio costituito da due scale con complessive 32 unità
immobiliari, con impianto di produzione del calore costituito da sotto-centrale di
teleriscaldamento che era stata installata l’anno prima;
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- in presenza di vecchi termoconvettori con impianto di distribuzione costituito da
colonne verticali monotubo, i Condomini si lamentavano di forti squilibri di
temperature ambiente e di zone fredde. In passato qualcuno aveva ritenuto
opportuno aumentare la potenza del generatore (senza ovviamente alcun
successo in quanto con caldaia da 400 kW a fronte di termoconvettori censiti
per complessivi 135 kW con acqua a 85/75 °C) oltre che ad aggiungere un
gruppo di pompe gemellari ausiliarie sul collettore di mandata di una delle due
scale
- il sottoscritto riesegue il fabbisogno termico ed una ditta termoidraulica
qualificata provvede a sostituire i termoconvettori con caloriferi in alluminio per
complessivi 170 kW, tutti dotati di nuove valvole di derivazione a quattro vie,
monotubo, con testine termostatiche ad alta efficienza;
- all’inizio di quest’ultima stagione di riscaldamento si provvede a disattivare non
solo il gruppo gemellare pompe ausiliarie, ma anche il gruppo gemellare
ordinario di circolazione, lasciando solo in funzione la pompa a servizio del
circuito secondario della sottostazione di teleriscaldamento che, da sola,
con una portata molto minore di quelle precedenti in gioco, garantisce la
corretta distribuzione ad ogni calorifero;
-
- i Condomini non avvertono più problematiche di cattive distribuzioni di
temperatura ambiente o mancanza di prestazioni. Da una prima analisi
sembra che si sia risparmiato circa il 15 % rispetto all’energia primaria
fornita nella scorsa stagione, peraltro a fronte di un maggior numero di
gradi giorno di quest’ultima stagione rispetto alla precedente.
GRAZIE A TUTTI PER LA CORTESE ATTENZIONE
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