dicembre/gennaio - Centro Culturale Candiani

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dicembre/gennaio - Centro Culturale Candiani
0113
Anno VIII, numero 01 dicembre 2012 / gennaio 2013
Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 17 R.S. del 26/05/2006
direttore responsabile: Roberto Ellero
Mensile edito dal Comune di Venezia | Centro Culturale Candiani
redazione e amministrazione: Centro Culturale Candiani, P.le Candiani, 7
30174 Venezia Mestre | T. 041 2386111 | F. 041 2386112
http://www.centroculturalecandiani.it | [email protected]
venerdì 21 dicembre, ore 18.00
I FORTUNATI CHE SI AFFACCIANO A UN NUOVO MONDO
Finissage della mostra
ESPIRITU MAYA.
GUATEMALA TRA MISTICISMO
E TRADIZIONE
con Patrizia Marchesi Tondino
(Associazione Pachamama 444)
Sara Pompanin
(Astrologa karmica)
Kiki Dellisanti (marimba)
Degustazione di cioccolato a cura
di Antica Drogheria Carberlotto
Ingresso libero
direttore: Roberto Ellero | redazione: Elisabetta Da Lio
hanno collaborato a questo numero: Tiziana Agostini, Donatella Boldrin, Paola Bruna,
Giorgio Conti, Claudio Donà, Arianna Doria, Michele Gottardi, Adriano Iurissevich, Solenn Le Marchand,
Giorgio Molinari, Cristina Morello, Guido Rumor, Francesca Sangalli, Mauro Varotto
progetto grafico: StudioLanza | Stampa: Arti Grafiche Venete
S
NEW
dicembre/gennaio
CANDIANI
IL LUNGO VIAGGIO DI TIZIANO TERZANI
Le Parole Altre: il lungo viaggio di Tiziano Terzani è ispirato alla vita e al pensiero di uno dei più amati giornalisti e scrittori del ventesimo secolo: Tiziano Terzani.
Lo spettacolo che vede la partecipazione straordinaria di Angela Terzani Staude è un viaggio multimediale
portato sulla scena e ripercorso come in un sogno, tra musica e immagini e narrazione, in un concerto/
spettacolo dove le composizioni di Francesco Bruno spaziano attraverso le molteplici espressioni del jazz
moderno, conducendo l’ascoltatore attraverso i luoghi, i suoni e la storia dei popoli protagonisti della vita
del grande giornalista e scrittore e della sua idea di pace.
Angela Terzani Staude narra il lungo viaggio di Tiziano Terzani, commentando anche significativi contributi
video tratti dalle Teche RAI, nei quali Tiziano affronta con straordinaria attualità alcuni dei grandi interrogativi ai quali l’umanità cerca di dare una risposta. Il chitarrista Francesco Bruno, compositore e arrangiatore
delle musiche, si esibisce insieme a musicisti del calibro di Luca Pirozzi, Pierpaolo Principato, Iginio De
Luca e Tommaso Carlini.
Sullo schermo scorrono video inediti, realizzati in diverse parti del mondo e proposti in forma di video
artistici curati da Giovanni Bruno.
Africa, Siberia, Cina, Vietnam, America Latina, India e Stati Uniti, narrati da artisti che con questo originale
progetto, hanno voluto raccontare il lungo viaggio di Tiziano Terzani come fosse un loro sogno, ma con
suoni e immagini. Con altre parole.
Dal suo esordio nel 2009 ad oggi lo spettacolo è andato in scena registrando sempre il tutto esaurito, nel
2011 è stato rappresentato con grande successo al Teatro della Pergola di Firenze e al Festival della Casa
del Jazz di Roma. Grande inoltre il successo editoriale del cofanetto multimediale pubblicato dal gruppo
L’Espresso – La Repubblica.
giovedì 13 dicembre, ore 21.30
LE PAROLE ALTRE
Il lungo viaggio di Tiziano Terzani
con Angela Terzani Staude e Francesco Bruno Ensemble
Associazione Culturale Hangar e Video Eikon produzioni televisive
Narrazione e commenti di Angela Terzani Staude
Musiche originali di Francesco Bruno eseguite dal “Francesco Bruno Ensemble”
Giovanni Bruno video
Francesco Bruno chitarra
Pierpaolo Principato pianoforte
Luca Pirozzi contrabbasso
Iginio De Luca percussioni
Tommaso Carlini batteria
auditorium quarto piano
ingresso: intero 10 euro – ridotto 8 euro
Biglietti in vendita alla biglietteria del Centro e online sui siti
www.centroculturalecandiani.it e www.biglietto.it (diritto di prevendita 1 euro)
1 I fortunati che si affacciano a un nuovo mondo / Le parole Altre 2 Not Only For Kids / Wunderkammer / Da grande voglio essere felice / Che sì che no 3 Mostre / La città di Carlo Preti / Venezia Forma Mentis
4 Spettacoli / Ri-Midia / Jazz Groove / Indie Voices 5 Spettacoli / Massimo Bubola / D’Amore, di Politica / Giorno 177 / In memoriam Etty Hillesum 6 Scaffale aperto / Incontri con gli autori / Le vicine di casa
/ Fortuny e Wagner / From Tradition To The Future 7 Videoteca / Il cinema di Roman Polanski / Il giovane disabile, la famiglia, la società / Schermo d’autore / Incontri - Confronti sulla Sostenibilità 8 Agenda
NOT ONLY FOR KIDS >>
UNA STANZA DI MERAVIGLIE PER I BAMBINI
La Camera delle Meraviglie mira a raccogliere e a strutturare le diverse, ma ancora rare, esperienze
relative al tema della creazione artistica dedicata ai piccolissimi e al loro primo “incontro” con l’arte.
Cinque stanze, allestite negli spazi espositivi del terzo piano del Centro Culturale Candiani, disegnano
un percorso emozionale alla scoperta dello “spazio delle meraviglie”. Cinque installazioni dotate di un
valore estetico autonomo, microcosmi che raccontano e ascoltano storie, ambienti sonori, malleabili
e duttili, che fanno da eco all’intervento individuale, originale e diretto dei bambini nel loro percorso
di attraversamento di queste “macchine” curiose.
Ogni installazione è un luogo in cui il bambino può entrare, guidato dalla naturale curiosità di conoscere
il mondo circostante, per scoprirne i segreti. Una dimensione estetica e creativa che si apre e si offre
al bambino che guarda, ascolta, tocca, gioca. Il bambino sceglie liberamente di fare questa esperienza: interagendo con l’opera, mette in gioco il suo corpo, le sue capacità in divenire per interpretare il
mondo. L’adulto, in questo frangente è una presenza discreta, un osservatore attento e non ingombrante
che, nel caso, suggerisce, aiuta. L’adulto non guida il gioco, semmai lo agevola quando è necessario.
NOT ONLY FOR KIDS
sabato 22 dicembre, ore 17.00
DA GRANDE VOGLIO ESSERE FELICE
Il Libro con gli stivali
con
Susi Danesin
Anna De Franceschi
Gaetano Ruocco Guadagno regia
Alberto Nonnato scenografia
Finalista 3a Edizione Zona Franca Festival Internazionale
per le nuove generazioni
Premio Scenario Infanzia
Premio Speciale Osservatorio Critico Studentesco
Età consigliata: dai 7 anni in su
auditorium quarto piano
ingresso: biglietto unico 5 euro
Biglietti in vendita alla biglietteria del Centro e on line sui siti
www.centroculturalecandiani.it e www.biglietto.it
(diritto di prevendita 1 euro)
Dall’11 gennaio al 12 febbraio 2013
WUNDERKAMMER
Camera delle meraviglie
Installazioni interattive per un incontro fra arte e infanzia
di Ezio Antonelli, Piero Fenati, Elvira Mascanzoni
produzione
Drammatico Vegetale – Ravenna Teatro
Glitterbird, Art for the very young
Età consigliata:
L’attività si rivolge principalmente ai bambini dai 3 ai 10 anni.
Alle scolaresche sono riservate le mattine dei giorni feriali
previa prenotazione obbligatoria.
Nei pomeriggi, il sabato e la domenica il percorso è visitabile
da singoli e gruppi che saranno accompagnati da un operatore,
è consigliata la prenotazione.
Scolaresche (scuole dell’infanzia e scuole primarie)
da martedì a venerdì performance guidate
1° turno ore 9.00
2° turno ore 10.30
Solo su prenotazione tel. 041 2386113
Su richiesta è possibile prenotare anche visite pomeridiane
ingresso: biglietto unico 3 euro, gratuito insegnanti e
accompagnatori.
Singoli visitatori
da mercoledì a venerdì performance guidate
turno unico ore 17.00
sabato e festivi
1° turno ore 15.00
2° turno ore 16.30
Apertura straordinaria martedì 12 febbraio
turno unico ore 17.00
È consigliata la prenotazione tel. 041 2386126
ingresso: biglietto unico 5 euro, gratuito accompagnatori.
sala Paolo Costantini terzo piano
sabato 12 e domenica 13 gennaio, ore 16.00 e 17.30
CHE SI CHE NO
Opera per bimbi da 2 a 5 anni
di Pietro Fenati
con Pietro Fenati, Elvira Mascanzoni
Koro Izutegui musiche originali
Luigi Lidonnici oboe
produzione Drammatico Vegetale – Ravenna Teatro
UN PERCORSO IN CINQUE STANZE
I. Il paesaggio riflesso
Un ritaglio di deserto attende i piccoli visitatori. Le piccole mani curiose toccheranno quel piano di solido liquido che sfugge alla presa. Piccole dita segnano
la sabbia di linee e di squarci di luce, disegnando universi colorati con l’apporto di varie sostanze traslucide, trasparenti, riposte ai lati in piccoli scrigni, come
tesori preziosi della materia. Una grande opera di piccoli artisti andrà formandosi con rapidi gesti decisi, riflessa in un grande quadro all’orizzonte. Un paesaggio
riflesso, da loro stessi creato, li accoglierà a fantasticare nel loro stesso sogno.
II. Il vento che canta/corre nel cielo
Prima una piccola gita in bicicletta, alla scoperta del vento, energia che va, che non ti viene incontro, ma ti sorpassa e ti scarmiglia i capelli. E più pedali e
più lo fa, agitando un mondo sospeso a fili invisibili, esili piume volanti che disegnano l’aria. Poi si soffia, con la bocca, con le mani e coi piedi, energia per
energia. Attraversando fessure in morbide pareti, si entra curiosi, aspirati nel ventre di un mondo flessibile, dalle ombre leggere. Col naso all’insù, seguiamo i
moti leggeri provocati dall’aria e dalla rincorsa dei soffi di suoni: un cinguettio di uccellifischietti, variopinto moto da noi sospinto attraverso anime di coccio.
III. Lo specchio di Alice
Una casetta fatta di specchi, un poco strana, più grande dentro che fuori.
Chi osa entrare in questo doppio e multiplo, senza una fine apparente, scopre di non poter cadere, anzi, può come volare in uno spazio fantastico. Niente
paura! La tua immagine riflessa ti è sempre compagna. E poi tutto intorno scorgi spazi lontani, terre, acque, piante e animali… e cose misteriose, che quando
ti muovi appaiono improvvise, vicino a te, dove prima non c’erano, oppure scompaiono. Nel crocevia di contraddittori mondi possibili, il gioco interroga la
realtà e le bugie. Il corpo e lo sguardo si fanno domande e interagiscono alla ricerca della verità vera.
IV. Gli occhi che ascoltano l’acqua
L’acqua ci parla mentre scorre fra le dita, basta saperla ascoltare.
Riverberi visivi e sonori accompagnano il gioco rapido e fuggente di gocce di perla che cadono in liquidi riflessi, fuggevoli come sguardi.
Da due fontane, occhi di specchio, sgorgano lacrime. Ma sono di gioia. Anche coi piedi, in un fluido mondo specchiante, sussurriamo parole da ascoltare
con gli occhi.
V. Il bosco fantastico
Immagini proiettate disegnano alberi su una foresta di bianche bande, sospese e leggere. Mosse dalla brezza del nostro passaggio, queste fronde verticali
s’aprono morbide, svelano tenere luci di nidi d’uccelli che cantano. Nei pressi scopriamo strumenti capaci d’imitarli.
Un bosco fantastico prende vita. Fermiamo lo scricchiolio dei passi per ascoltare l’eco dei nostri suoni che richiamano quelli del bosco e dei suoi abitanti,
antichi e nuovi. È bello perdersi nel bosco e “trovarsi” in un mondo di suoni.
DA GRANDE VOGLIO ESSERE FELICE
Il lavoro nasce come progetto di riscrittura scenica de Il libro di tutte le cose di Guus Kuijer: il protagonista di questo testo è il piccolo Thomas di nove
anni, un bambino come molti con un padre severo e violento che crede in un Dio altrettanto rigido.
Nonostante tutto Thomas ha la ferma consapevolezza che da grande vuole diventare felice.
Per ottenere il suo obiettivo Thomas capisce che deve necessariamente superare le sue paure perché “si è felici solo quando si smette di avere paura”.
La storia di Thomas, intensa, emozionante e allo stesso tempo divertente, viene raccontata all’interno di una seconda cornice drammaturgica, dove due
angeli atipici ripercorrono e rivivono le paure di Thomas con l’intento di superare le proprie. Da questa doppia narrazione prenderanno vita le figure
fondamentali che aiuteranno il piccolo ad affrontare in prima persona la vita: le irriverenti vicine di casa, l’egocentrico sacerdote, la sincera Eliza, il
nonno solitario e la travolgente zia Pie.
L’utilizzo di una modalità clownesca restituisce le vivide immagini che abbondano nel testo cariche di una comicità diretta e genuina.
CHE SÌ CHE NO
È brutto… è bello / È buono… è cattivo / È mio… sì che è mio / È mio… no che è mio / Che sì… che no… / Che no… che sì… /
Lo voglio… che è buono / Non lo voglio… che è cattivo / Non lo voglio… che è brutto / E brutto però è buono /
Che sì che lo voglio / Che sì… che no… / Che no… che sì… /
È bianco… no… è nero / È buio… allora è brutto / È nero… allora è brutto / È bianco… allora è brutto / E allora… che sì… che no /
Che no… che è giallo / Che sì… che è grigio / Che no… che sì… / Che sì… che no… /
È grosso… ho paura / È grande… mi piace / Ho fame… che sì / Ho sete… che no
Che no che non mi piace / Che sì che mi piace / Che sì che lo rompo / Che sì che è tutto mio
Che sì che me l’hai rotto / Che sì che un po’ è anche tuo / Giochiamo? / Che sì.
Età consigliata: da 2 a 5 anni
auditorium quarto piano
ingresso: biglietto unico 5 euro
Biglietti in vendita alla biglietteria del Centro e on line sui siti
www.centroculturalecandiani.it e www.biglietto.it
(diritto di prevendita 1 euro)
I suoni, i gesti, gli sguardi delle emozioni di Elvira, Koro e Piero, alle prese con la materia di cui sono fatti i sogni. Un colore che sporca una carta, una
mano che fruga nella sabbia, un pezzo di legno che cade per terra e... poche parole.
Il bambino guarda, ascolta, tocca tutto quello che ha attorno a sé e, facendo delle semplici scelte, scopre e interpreta il mondo; intanto cresce.
Nel suo eterno presente passa da un sì ad un no, da un no ad un sì.
Questo è bello questo è brutto, mi piace non mi piace, lo voglio non lo voglio.
Da un apparente banale sì-no costruisce, passo dopo passo, un mondo complesso di relazioni con le persone e le cose.
Di questo parla lo spettacolo, cercando la sostanza o l’essenza delle cose; trascurando gli orpelli che rischiano di sommergere il bambino e trasformarlo
da soggetto attivo della società in oggetto di consumo.
MOSTRE >>
TITOLO
LA DIMENSIONE FANTASTICA DELLA CITTÀ DI CARLO PRETI
C’era una volta un pittore che viveva nella città più dipinta del mondo, Venezia.
Ma lui decise che era molto più bella Mestre, la città vicina.
Vicino a Mestre c’era Marghera, lì non c’erano palazzi o cattedrali, come a Venezia, ma fabbriche,
gru, cisterne e bidoni, tanti bidoni.
E poi i semafori, quanto erano belli i semafori con il loro sguardo seducente.
Vicino a Mestre c’era Mirano, con una bellissima piazza per giocare un bellissimo gioco, il gioco
dell’oca!
Questa potrebbe essere la fiaba di Carlo Preti.
La realtà è l’apparire sulla scena artistica veneziana di un nuovo pittore e grafico all’inizio degli
anni Settanta del Novecento, che sorprende subito per la maturità e la compiutezza della sua opera,
dalla cifra stilistica inconfondibile.
In lui si trovano felicemente uniti il gusto della figurazione, anche astratta, caratteristica del pittore,
con l’essenzialità del tratto, tipica del grafico.
LA CITTÀ DI CARLO PRETI
Promossa da
Assessorato alle Attività Culturali del Comune di Venezia
e Fondazione del Duomo di Mestre
Dal 2 al 23 dicembre 2012
sabato 1° dicembre, ore 17.00
Inaugurazione mostra
orario:
dal mercoledì al venerdì 15.30 – 19.30
sabato e festivi 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30
chiuso lunedì e martedì
sala espositiva secondo piano
ingresso libero
Nella sua produzione si coglie la grande lezione degli artisti che hanno segnato il cammino figurativo, a partire dal magistero del colore tipico di Venezia
e l’inclinazione narrativa del Carpaccio.
Il primo soggetto con cui Carlo si impone sono i bidoni, che inequivocabilmente alludono al barattolo del Tomato Campbell’s, che assieme al ritratto a
colori di Marilyn Monroe rappresenta l’immagine più nota della pop art. Se la pop art tende alla serializzazione, anche per denunciare la deriva mercantile
della società, opposta è la ragione che muove Preti: recuperare quanto la produttività industriale considera rifiuto per renderlo degno di attenzione,
perché uscito da mani operose. Il passaggio successivo è riattivare la dimensione fantastica nella ordinarietà della vita quotidiana, per restituire dignità
e poesia agli oggetti domestici, in un mondo sempre più materiale.
La città lagunare entra nei quadri di Carlo con discrezione, è la bricola, il faro del Cavallino, meglio ancora il paesaggio industriale dei cantieri navali e
delle fabbriche di Porto Marghera, per creare un rapporto simpatetico con le gru, le cisterne, le ciminiere che contornano case, chiese e palazzi.
Grande viaggiatore, nei suoi quadri si trovano altre connessioni liquide, le chiatte olandesi, i ponti del paesaggio mentale di Van Gogh. La ricerca cromatica si dispiega poi in forma di ombrelli, biciclette, semafori, zucche e mollette. Egli predilige gli oggetti alle persone, ma fa dell’oca un personaggio
in carne ed ossa. La dimensione ludica racchiude il senso dell’arte di Carlo Preti, sintetizzata nel titolo di una fortunata mostra Silenzio, si gioca.
A Mirano si continua a giocare all’oca nel segno di Carlo, per pensare e divertirsi.
L’indicazione che riceviamo è guardare alle cose anche sgraziate della vita trovando in loro un colore di bellezza.
Tiziana Agostini
TRENT’ANNI DI BIANCO E NERO A LIVELLO UMANO
PER UNA FOTOGRAFIA AD ALTEZZA D’UOMO
VENEZIA FORMA MENTIS
Retrospettiva di una Città
Fotografie di Giorgio Molinari
Dal 19 gennaio al 17 febbraio 2013
venerdì 18 gennaio, ore 18.00
Inaugurazione mostra
orario:
dal mercoledì al venerdì 15.30 – 19.30
sabato e festivi 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30
chiuso lunedì e martedì
sala espositiva secondo piano
ingresso libero
Immaginatevi il “Fotopiano”: una città schematica e parcellizzata, analizzata dal vitreo globo oculare di un estremo indagatore iperacuto. Raffiguratevi
una visione aerea spiata, sbirciata da distanti cieli zenitali; e poi, un’osservazione puntigliosa, ma necessariamente distaccata. Pensate alle lucide riprese
fotogrammetriche, con la loro restituzione ottica, avulsa e inconsapevole, proveniente da un empireo estraneo, caustico e imparziale.
Sono riproduzioni asettiche del visibile: che delineano i profili, che scolpiscono i dettagli, che congelano i particolari freddamente, senza comprenderli.
Un sovrastante occhio alieno che ci guarda ci osserva ci scruta, senza riconoscerci, disinteressato com’è all’individuabilità delle persone, alla vivente
personalità degli animi. Immaginatevi ancora una volta il “Fotopiano”, ma subito dimenticatelo! Lasciate il colore scientificamente ineccepibile, quanto
cromaticamente sterile; ineluttabilmente insipido, tanto è impeccabile e, definitivamente, nitido. Ora scendete a livello umano. Osservate l’individuale.
Calatevi nel personale. In una parola, individuate la personalità!
Ponetevi allora determinatamente e – per una volta – senza incertezze o indugi, ad altezza d’uomo. E guardatelo quest’uomo, interloquendo con lui; parlandogli senza ambagi. Allora riuscirete ad osservare, e magari a comprendere, nel suo espressionismo quasi astratto – ma mai estraniante – l’esistenziale
trama di un racconto socio-ambientale partecipe e coinvolto; di un nuovo sguardo documentario motivato e “concernente”; di un’indagine “militante”
sulla realtà veneziana, perseguita con una sensibilità espressiva e una visione interpretativa portata ai confini con l’irrealtà.
Venezia Forma Mentis è la storia di un’ammaliante isola ammalata, abbrunata e tenebrosa, gravata di tragicità immanente, vista però da un occhio trascendentale. Si veste di una fotografia grassamente inchiostrata, sovraccaricata di un denso pigmento calcografico, intrisa di un bianconero saturo nei
bassi toni infossati, dai quali emergono - incavati - i ritagli gessosi delle alte luci.
Le problematiche della città, sempre irrisolte, anzi drammaticamente aggravate, ne mantengono costante e cocente il messaggio d’urgente attualità. Di
qui la traduzione e la scomposizione strutturale, degli elementi grafici e compositivi dell’immagine, in un inquadratura che pur cristallizzata, nella sua
instabile e precaria staticità, per spiegarsi e redimersi, frequentemente si protende in un impeto dinamico – quasi energetico – secondo linee di fuga
sfuggenti lungo le diagonali che creano un senso d’equivoco squilibrio, in un inquieto sbilanciamento destabilizzante che insinua il dubbio, che genera la
riflessione, che suscita la ribellione. Una luce cupa e buia si propaga flebile, ma persistente, da queste immagini sulla città lagunare. Non appaia assurda
e paradossale la pretesa di avvolgere – e coinvolgere – Venezia illuminandola con una luce esigua e persino fioca; ammantandola di un’atmosfera cupa o,
addirittura, tetra. Questa scelta, dovuta principalmente a un’innata visione pessimistica, ci è parsa però davvero necessaria per trasmettere un’emozione
viva, una sensazione di disagio e una reazione vigile ed accorta, presso l’occhio smaliziato di un osservatore sempre più distaccato e distratto. Nella
convinzione – ch’è anche una speranza – di poterlo finalmente scuotere dalla sua letargica posizione di smodata passività visiva e cercare di proteggerlo
fortunosamente dal torpore qualunquista, da un disimpegno civile miope ed ottuso e da un disamore per la propria città ormai sempre più dilagante.
Venezia Forma Mentis nasce dunque da una luce scura ma è rischiarata da una drammatica percezione visionaria; da un’indole espressiva fomentata e
pervasa da un epocale senso d’inquietudine; da un esistenziale angoscia interiore. È un nuovo profilo razionale – per quanto possa apparire irreale; un
ritagliato identikit ideale del malessere di Venezia. Il ritratto di una città dalla fisionomia bella e dolente, narrata in rigorose forme simboliche, descritta in
ambiziose cornici emblematiche, veduta e rivisitata attraverso nebulose atmosfere fortemente individuali.
Venezia Forma Mentis: un flebile lucore che si accende, dopo anni di oscurità, come una scintilla palpitante e rivelatrice per illuminare – in un’inedita
versione, in una replica reinterpretata – la scena drammatica di un impellente attualità ormai giunta al suo atto conclusivo. Una rischiarata ribalta di luce
che faccia perlomeno auspicare – se non presagire – un prossimo mirabile chiaroscuro visibile, illuminato da una nuova sensibilità, contro il costante
oscuramento dell’individualità delle coscienze.
Giorgio Molinari
SPETTACOLI >>
RI-MIDIA, QUANDO MIDIA HA IL SUO SEQUEL
Dopo il successo di Midia, primo episodio di una trilogia che gioca sul rapporto tra la complessità
dell’uomo e la semplificazione di esso attraverso i mezzi di comunicazione, Giovio 15 rilancia la sfida
con Ri-Midia, presentato in anteprima all’interno della rassegna LET – Liberi Esperimenti Teatrali,
al Teatro Cometa OFF di Roma.
Il progetto della trilogia, di cui lo spettacolo è la seconda tappa, vuole essere un appuntamento
fisso della compagnia Giovio 15, vero sfogo comico per gli attori e gli spettatori, ma soprattutto
spunto di riflessione per la quotidianità avvelenata che vediamo riflessa e distorta nei messaggi
pubblicitari, nei programmi televisivi e purtroppo persino nella politica.
Ri-Midia è il sequel dei nostri redivivi e sempre protagonisti attori della generazione mediatica,
alle prese con una serie feroce e a tratti ributtante di sketch sulla vita, le invidie, i malesseri, le
inconcludenze del nostro presente.
Saltellando audacemente tra la satira e il dramma il trio si è trasformato in un quadrumvirato di
folli artisti post moderni incaricati di fraternizzare con le tematiche del nostro vivere quotidiano.
sabato 1° dicembre, ore 21.00
RI-MIDIA
(L’apocalisse)
Produzione Giovio 15
di Francesca Sangalli
regia di Alex Cendron
con Eliseo Cannone, Alex Cendron, Serena Di Gregorio e
Laura Pozone
in collaborazione con Ecate
con il contributo di Fondazione Cariplo
La sfida è ancora una volta la provocazione, usata come arma per smascherare la superficialità e l’ipocrisia della società in cui viviamo, attraverso
soprattutto un linguaggio dalla comicità caustica che deve al cabaret solo tempi e struttura. Il resto è una lista di interrogativi, mai risposte...
“Il nostro primo obiettivo è ridare al teatro il suo originario senso d’arte di gruppo. Tutti i ruoli sono ugualmente importanti: dal drammaturgo agli attori,
dal regista ai tecnici ai costumisti. Questa è l’idea che muove Giovio 15, che l’ha fatta nascere. Il resto si costruisce sul lavoro e sull’improvvisazione,
sempre con un gran rispetto del testo, della scrittura.”
Francesca Sangalli
auditorium quarto piano
ingresso: biglietto unico 5 euro
Biglietti in vendita alla biglietteria del Centro e on line sui siti
www.centroculturalecandiani.it e www.biglietto.it (diritto di
prevendita 1 euro)
JAZZ GROOVE
in collaborazione con Circolo Culturale Caligola
sabato 15 dicembre, ore 21.30
Orchestra Jazz del Veneto
direzione di Maurizio Camardi
arrangiamenti di Ettore Martin e Pietro Tonolo
Gianluca Carollo tromba, flicorno
Gastone Bortoloso tromba
Beppe Calamosca trombone, fisarmonica
Luca Moresco trombone basso
Ettore Martin sax tenore
Pietro Tonolo sax tenore e soprano
Michele Polga sax contralto
Giovanni Masiero sax baritono
Marco Ponchiroli pianoforte
Michele Calgaro chitarra
Marco Privato contrabbasso
Tommaso Cappellato batteria
auditorium quarto piano
ingresso: intero 8 euro – ridotto 5 euro
(Candiani Card, studenti, CinemaPiù)
Biglietti in vendita alla biglietteria del Centro
mercoledì 19 dicembre, ore 21.30
Earl Bynum & As We Are & Cora “Sister” Armstrong
Gospel & Spiritual
Earl Bynum voce, pianoforte
Cora Harvey Armstrong voce, pianoforte
Clara Jackson voce
Virginia Young voce
Zion Charity basso
Simone Richardson batteria
auditorium quarto piano
ingresso: intero 13 euro – ridotto 10 euro
(Candiani Card, studenti, CinemaPiù)
Biglietti in vendita alla biglietteria del Centro e on line sui siti
www.centroculturalecandiani.it e www.biglietto.it
(diritto di prevendita 1 euro)
venerdì 7 dicembre, ore 21.30
INDIE VOICES
in collaborazione con Macaco Records
Alessandro Grazian
Armi
auditorium quarto piano
ingresso: biglietto unico 3 euro
Biglietti in vendita alla biglietteria del Centro e on line sui siti
www.centroculturalecandiani.it e www.biglietto.it
(diritto di prevendita 1 euro)
GOSPEL AND SPIRITUALS: ALLE RADICI DEL JAZZ
La prima stesura del programma del ciclo autunnale di Jazz Groove presentava come ultimo di cinque appuntamenti l’esibizione di una delle voci emergenti dell’odierno panorama musicale africano, quella di Fatoumata Diawara, nata in Costa d’Avorio, cresciuta in Mali e residente a Parigi. L’improvvisa
cancellazione – quando il materiale promozionale della rassegna era già stato stampato – dell’intera tournée italiana è giunta come un fulmine a ciel sereno.
Ma, anziché chiudere anzitempo la programmazione di Jazz Groove, si è preferito sostituire “Fatou” con ben due concerti, entrambi in linea con gli assunti
tematici della rassegna. Vi saranno quindi in dicembre una nuova serata dedicata al jazz italiano, in programma sabato 15, che vedrà la prima esibizione
ufficiale della neo-costituita Orchestra Jazz del Veneto diretta da Maurizio Camardi, ed un suggestivo appuntamento prenatalizio con la musica religiosa
afroamericana, che avrà per protagonista mercoledì 19 un eccellente gruppo gospel proveniente dalla Virginia, guidato dal cantante-pianista Earl Bynum.
L’Orchestra Jazz del Veneto nasce dall’idea del sassofonista Maurizio Camardi – presidente e fondatore della Scuola di Musica Gershwin di Padova – di
riunire in un organico stabile i più importanti jazzisti dell’area veneta, coinvolgendo almeno una trentina di solisti che si esibiranno con differenti organici
in relazione ai diversi repertori proposti, con l’obiettivo di far conoscere il fecondo movimento jazzistico veneto ed i suoi esponenti più rappresentativi,
non solo in Italia, ma anche e soprattutto all’estero. La costituzione di un’orchestra stabile regionale corona un lavoro di molti anni e premia sia il talento
dei jazzisti che l’entusiasmo degli appassionati del nostro territorio. Dopo un’anteprima tenutasi lo scorso luglio a Padova, questa del Candiani è la prima
esibizione pubblica ufficiale dell’orchestra, che si è appena costituita grazie ad un contributo della Regione del Veneto. L’OJV affiderà in quest’occasione
la scelta del repertorio e gli arrangiamenti ai sassofonisti Ettore Martin e Pietro Tonolo. Verranno presentati brani originali, ma anche composizioni di
Wayne Shorter e Charles Mingus.
Se il jazz italiano si è da tempo conquistato un posto di primo piano nel panorama internazionale, non è superfluo ricordare che le sue radici affondano
nel jazz americano e, andando ancor più a ritroso, nel blues così come nei canti gospel e spirituals. Earl Bynum cantante e musicista, ma anche produttore, autore ed insegnante, già direttore del Virginia Mass Choir, tornerà in Italia con la sua storica formazione As We Are e presenterà, come nel 2011,
una delle più interessanti voci femminili della costa orientale, Cora Harvey “Sister” Armstrong. Il valore aggiunto rappresentato da una cantante di così
grande talento e carisma, consente a Bynum di dar vita ad un’esibizione di notevole intensità e suggestione, dove la tradizione del gospel si sposa alla
perfezione con arrangiamenti moderni ed originali. Con il gruppo As We Are, che lui stesso ha fondato, Bynum ha sin qui pubblicato tre dischi: Just for
me (2000), My change has come (2004) e Open my heart (2009). La cantante e pianista Cora Harvey Armstrong è attiva sulla scena musicale americana
da oltre trent’anni. Ha diretto il Virginia State Gospel Ensemble, partecipando alla realizzazione dell’album Everyday with Jesus. Nell’ultimo decennio ha
insegnato in molti workshop internazionali e collaborato con cori importanti. Cantante con un timbro caratteristico, quasi baritonale, la Armstrong riesce a
trasmettere in concerto tutta l’energia della tradizione musicale religiosa afroamericana ed a coinvolgere il pubblico come poche altre interpreti sanno fare.
Claudio Donà
ASPETTANDO INDIE VOICES IN COMPAGNIA DI ALESSANDRO GRAZIAN
Torna Indie Voices, la rassegna del Candiani che dà spazio alla musica indipendente italiana e straniera. L’edizione 2013, in programma dal 22 al 24
febbraio con artisti di fama nazionale ed internazionale, sarà anticipata da una serata speciale, venerdì 7 dicembre, che vedrà protagonista il cantautore
padovano Alessandro Grazian con il suo nuovo disco, Armi, uscito il 5 ottobre in Italia.
Dopo essersi messo in discussione e avere rimescolato le carte Grazian ha scritto di getto, a partire dall’estate scorsa, questo nuovo disco in cui confluiscono contenuti finora inediti nella sua discografia: suggestioni shoegaze e psichedeliche, pulsazioni ritmiche e sintetizzatori, testi diretti e decisamente
meno aulici. Dunque non più solo raffinatezza ed evocazione ma anche atmosfere sporche e incalzanti.
In qualche modo Armi è la naturale ma non scontata reazione al percorso compiuto fin qui da Grazian e di tutta la sua produzione è sicuramente il disco
più in fase con il proprio tempo e con i nostri giorni. La visione romantica e decadente del mondo e il desiderio di essere salvati che caratterizzavano la
sua poetica precedente lasciano lo spazio alla volontà di essere protagonisti del proprio riscatto e alla consapevolezza di doversi battere per raggiungerlo.
I testi delle canzoni sono più comunicativi e le parole raccontano dalla presa di coscienza del proprio ruolo e del prezzo che hanno certi percorsi di vita.
È una presa di coscienza che si trasforma in un atto di volontà e quindi in azione.
L’azione si compie con delle armi e qui le armi sono quelle della volontà e dell’ispirazione. Indie Voices e Alessandro Grazian, cantautore tra i più noti della
scena indipendente italiana, vi daranno poi appuntamento dal 22 al 24 febbraio per scoprire altri artisti di fama nazionale ed internazionale.
Solenn Le Marchand
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TITOLO
VENTI, MA NON LI DIMOSTRA.
MASSIMO BUBOLA PRESENTA IL SUO NUOVO ALBUM
Del poeta e musicista veronese, tra i più grandi autori di canzoni, il ventesimo album prosegue un
percorso unico nel nostro paese, quello legato alla musica rock e folk d’autore iniziato nel 1976 con
l’LP Nastro Giallo, che ha regalato alla musica italiana grandi successi, da Volta la Carta a Il Cielo
d’Irlanda, da Marabel a Fiume Sand Creek, da Niente passa invano a Camicie Rosse, da Doppio Lungo
Addio a Don Raffaè.
In questo ultimo lavoro che si può definire come una serie di Instant Songs, Massimo ha preso spunto
da episodi realmente accaduti durante l’anno. Racconta il presente con ballate che sono “short movies”, con il suo stile semplice e complesso al contempo, immaginifico ed efficace.
Col chitarrista Chivilò come coproduttore, l’album, dalla musicalità elettro-acustica – sedici anni di
sodalizio con la Eccher Band – contiene ballate elettriche e tex-mex, blues (uno scritto con Beppe
Grillo), ballate folk e country, oltre a un paio di liriche di argomento amoroso ed un soul finale che dà
sabato 19 gennaio, ore 21.00
MASSIMO BUBOLA
In alto i cuori
auditorium quarto piano
ingresso: biglietto unico 7 euro
Biglietti in vendita alla biglietteria del Centro e on line sui siti
www.centroculturalecandiani.it e www.biglietto.it
(diritto di prevendita 1 euro)
venerdì 25 gennaio, ore 21.30
D’AMORE, DI POLITICA
Un disco e uno spettacolo
Testi e musica di Adriano Iurissevich
Arrangiamenti Daniele Novello, Stefano Gajon e
Davide Michieletto
Adriano Iurissevich chitarra e voce
Stefano Gajon clarinetto e tastiere
Daniele Novello chitarre, tastiere, fisarmonica
Davide Michieletto batteria
Matteo Toso percussioni
Daniele Vianello contrabbasso
auditorium quarto piano
ingresso: biglietto unico 3 euro
Biglietti in vendita alla biglietteria del Centro e on line sui siti
www.centroculturalecandiani.it e www.biglietto.it
(diritto di prevendita 1 euro)
il titolo all’album. Tre anni di lavoro e undici brani selezionati, fanno di questo album un punto di forza e di riferimento per la canzone d’autore per l’efficacia
della poetica e dell’interpretazione, le sonorità, il rigore stilistico. In Alto i Cuori, un disco di caratura internazionale, da gennaio verrà portato in concerto da
Massimo Bubola con la sua storica Eccher Band. Tra classici e nuovi brani un vero spettacolo di musica e grande poesia è assicurato.
LA POLITICA, L’AMORE, LA RICERCA DELLA FELICITÀ. L’IDENTITÀ,
GLI INVASORI, LE RAGIONI DEL PRESENTE, IL FUTURO
Ci siamo dimenticati che la politica, nasce come ambito e fondamento di civiltà, luogo di dialettica funzionale, necessità condivisa di un sistema di
regole e principi che rendano possibile, utile e virtuoso il vivere in comunità. La politica nasce quindi da una matura presa di coscienza e considerazione
dell’esistenza dell’altro, quell’esterno simile a noi con cui si comparte un comune destino di umanità e vita e di tutti noi come altri, è un moto verso l’altro.
Non è forse così anche per l’amore? Accostamento ardito, ingenuo, utopico? Forse, anzi, sicuramente, ma come non pescare nell’utopia, nel sogno, in
una possibilità e bisogno di felicità insieme e non contro, l’energia e la speranza di un mondo migliore, la riscoperta di motivazioni originarie dimenticate.
“...Ma soprattutto avevano il vizio, questi strani esseri di questo strano pianeta, di non saper fare distinzioni tra eros e politica: amavano allo stesso
modo il piacere di avventurarsi a con-fondere il proprio corpo e il proprio esistere con quelli di un qualche Altro (che pensavano e scrivevano con la
maiuscola), e la passione di unirsi a molti altri per inventare nuovi modi di stare al mondo: progettando, discutendo, lottando...”
(dalla prefazione al disco di Roberto Tessari)
Il concerto/spettacolo prevede, oltre all’esecuzione dal vivo dei brani del CD, stralci di poesie, citazioni e considerazioni, nonché la proiezione di immagini
tratte dai videoclip realizzati dalla regista Nadine Birghoffer. Adriano Iurissevich è stato finalista alla XXIV edizione del Premio Misicultura con la canzone
Bar di Venezia e finalista al Premio Videoclip Italiano 2011 di Muzu Tv con il clip Capro espiatorio.
Adriano Iurissevich
GIORNO DELLA MEMORIA 1 /
JOHANN GEORG ELSER, IL TALENTO DI VEDERE LONTANO
GIORNO DELLA MEMORIA
sabato 26 gennaio, ore 18.00
Giorno 177
uno spettacolo di e con Marcello Serafino
Associazione Culturale T.I.R.TeatroInRivolta
Lucia Falco regia
Liberamente ispirato alla storia di Johann Georg Elser
ingresso: biglietto unico 5 euro
giovedì 31 gennaio, ore 17.30
In memoriam Etty Hillesum – Diario 1941-43
“Abbiamo lasciato il campo cantando”
con Paola Bruna e Lidia Fiorenzano
Silvia Pasqualato, Cristina Simioni, Raffaella Terrin
Associazione Culturale ‘Studio Insieme’
ingresso: biglietto unico 5 euro
auditorium quarto piano
Biglietti in vendita alla biglietteria del Centro e on line sui siti
www.centroculturalecandiani.it e www.biglietto.it
(diritto di prevendita 1 euro)
Io Johann Georg Elser, in un giorno lontano aprii gli occhi e mi apparve il futuro. Vidi aerei lanciare bombe, e prigionieri condotti a morire, e svastiche
issate sulle macerie...
Partendo da questa storia realmente accaduta, Lucia Falco e Marcello Serafino precipitano il pubblico all’interno del campo di concentramento di Dachau,
luogo ove Elser venne imprigionato dopo la cattura.
Utilizzando l’anarchico tedesco come ideale “Virgilio”, Giorno 177 è uno spettacolo che racconta l’inferno glaciale dei campi nazisti, gli esperimenti medici
cui erano costretti donne e uomini, il lavoro durissimo, il sogno della fuga. Una messa in scena essenziale, un solo attore a impersonare le infinite facce
del dolore e della speranza, un costante gioco tra musica, rumore e movimento. Giorno 177 fa arretrare la parola innanzi al corpo, rendendola essenziale,
minuta e precisa, esaltando nel contempo l’anatomia del protagonista, lasciando raccontare la storia dai suoi nervi, dai suoi muscoli, dal suo respiro.
Un modo, diverso, per liberare emozioni, che rende la pelle, la carne e il volto sorgenti di immagini. Il meccanico rituale della conta dei giorni, il lavoro
forzato a contatto con le pietre, la pioggia che scivola sui vetri, gli esperimenti di resistenza alla pressione atmosferica, al congelamento e alle scariche
elettriche, il tunnel segreto scavato centimetro dopo centimetro, la fuga sognata e mai realizzata, sono capitoli diversi e paralleli all’interno della storia
di Elser, frammenti di una quotidianità chiusa dal filo spinato, eppure instancabilmente ad un passo dal cielo.
Quello che colpisce della figura di Elser, è come un singolo uomo abbia potuto avere una visione talmente chiara di quello che avrebbe portato il nazismo, con i suoi cinquanta milioni di morti e la distruzione di intere città. Un dono che si potrebbe definire come “il talento di vedere lontano”, o come
“la capacità di farsi veggenti”. Una prerogativa, sublime, mortificata e racchiusa dalla scansione dei numeri: sette minuti, per fallire il sabotaggio della
storia moderna, e 177 giorni, per chiudere gli occhi e seppellire l’incubo di Dachau oltre le palpebre.
GIORNO DELLA MEMORIA 2 /
UNA CARTOLINA DA ETTY HILLESUM
Una cartolina postale datata 7 settembre 1943 fu trovata giorni dopo da alcuni contadini lungo la linea ferroviaria che si diramava verso Auschwitz da
Westerbork, ultima tappa del tragico itinerario degli ebrei olandesi verso i campi di sterminio. La cartolina portava il nome della destinataria e a costei
i contadini la spedirono. Si trattava della più cara amica di Etty Hillesum, la quale aveva lasciato cadere la cartolina da quel treno della morte per dare
testimonianza della fine che si prospettava per la sua famiglia e per tutte le creature stipate nel convoglio. Ad Auschwitz Etty morirà il 30 novembre 1943
e a lei, che volle essere “un balsamo per molte ferite”, il Centro Culturale Candiani in collaborazione con l’Associazione Culturale ‘Studio Insieme’ intende
rendere omaggio unendo l’evento di oggi alle celebrazioni per la “Giornata della Memoria”. Attraverso pagine del Diario 1941-43 e brani dalle Lettere
di Hillesum, le performer della Compagnia teatrale stabile ‘Studio Insieme’ daranno voce all’ansia spirituale di colei che fu ed è considerata un ‘cuore
pensante’, un vero balsamo, ancor oggi, per la comune difficoltà del vivere. Di quanto la drammatica storia della breve vita di Etty fosse strettamente
intrecciata alla tragedia immane della Shoah gli appassionati e lucidi scritti danno testimonianza, così come rivelano l’esigenza da parte della giovane
donna di farsi memoria di quel destino di massa di cui era ben consapevole. Eppure, innamorata della vita e dell’amore, Etty mai perderà la fiducia nel
prossimo e, pur sprofondata nell’orrore più nero, mai la speranza in un mondo migliore. La sua indomabile forza era nella sua religiosità, talmente profonda da portare molti cristiani ed ebrei olandesi (e di tutto il mondo essendo i suoi scritti famosi quanto il Diario di Anna Frank) a rivendicare Hillesum
come la quintessenza di cristianesimo ed ebraismo. ‘Abbiamo lasciato il campo cantando’’ scriveva, tra l’altro, Etty nella sua cartolina d’addio. L’eco di
quel canto sarà ora qui guida interiore per la trattazione di tragici fatti storici e per tradurre i suoi scritti in luminose lezioni di vita.
Paola Bruna
scaffale
scaffale
apertoaperto
SCAFFALE APERTO
Incontri con gli autori
martedì 11 dicembre, ore 18.00
Presentazione del libro Due uomini, forse
tre. Storie di uomini in guerra, di moto e
di motori (Edizioni DBS, 2012)
di Claudio Fasolo.
Partecipano all’incontro Paolo Apice e
l’autore.
giovedì 20 dicembre, ore 18.00
Presentazione del libro
Gli artisti nella nuova Babilonia (da Joseph
Kosuth a Jeff Koons) (Supernova, 2012)
di Guido Sartorelli.
Partecipa all’incontro Riccardo Caldura
e l’autore
sala seminariale primo piano
ingresso libero
DUE UOMINI, FORSE TRE. Storie di uomini in guerra, di moto e di motori
Nella grande guerra sui monti a nord del massiccio del Grappa, si combatte e si
muore, per conquistare a caro prezzo qualche metro di pendio di terra e roccia.
Un paio di decenni dopo nel nord dell’Africa, gli eserciti si scontrano per controllare
le sterminate distese di sabbia del deserto.
Uomini e mezzi di diverse nazioni lottano su campi di battaglia diversi, cercando di
affermare la loro superiorità sugli avversari. Questa è la storia di due o tre uomini,
che hanno combattuto la Prima e la Seconda Guerra mondiale.
Ma le loro storie e i loro diversi destini, pur senza conoscersi e senza volerlo, si
sono comunque incrociati, muovendosi con le moto, girando con i motori dei carri
armati e volando con gli aerei. E alla fine di tutte queste strane coincidenze, la morte
è arrivata, in modo diverso, ma uguale a quella di tutti gli altri uomini, buoni o cattivi che fossero. Quel che resta del genio militare di Erwin Rommel e del coraggio
del pilota tedesco d’aerei da caccia Kurt Niederhagen, riposa in un camposanto.
Ma il soldato germanico dell’Alpenkorps o del battaglione del Württemberg, che
ha perso un Pfennig in terra straniera, sarà mai esistito?
E quale fine avrà poi fatto veramente?
Claudio Fasolo di professione non fa lo scrittore e pertanto non ritiene, né ha la pretesa, di esserlo, perché di mestiere per vivere fa l’impiegato comunale. E preferisce essere preso soltanto per uno che ogni
tanto racconta qualche storia, con qualche dettaglio tecnico. Questa è la sua seconda esperienza narrativa, il suo primo lavoro – Storie di un anno o poco più – è uscito nel 2010.
In precedenza ha scritto, nell’arco di tempo di un trentennio, di argomenti di vario genere che hanno a che fare con la montagna. Questi articoli sono usciti, nella maggioranza dei casi, sulla stampa sociale del
Club Alpino Italiano. La sua vita è divisa tra Venezia, la città dove lavora, e il luogo speciale di Col dei Bof, sito nella valle di Seren del Grappa, dove risiede, quando può.
È socio del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna).
GLI ARTISTI NELLA NUOVA BABILONIA. (da Joseph Kosuth a Jeff Koons)
Tra le tante definizioni che si danno dell’arte la più veritiera è, per Guido Sartorelli,
quella secondo cui essa è lo specchio della società.
In questo libro egli presenta due gruppi di sue opere appartenenti agli anni Settanta
e al primo decennio del Duemila. Opere molto diverse tra di loro nella forma e nei
contenuti, così come profondamente diversi sono i momenti sociali che le hanno
prodotte. L’Autore accenna anche alle vicende artistiche, intrecciate a quelle sociali,
che uniscono i due diversi momenti, con contraddizioni e conflitti, conquiste e
sconfitte, cosicché sulle pagine del libro scorrono intrecciati avvenimenti artistici
e sociali, definibili come epocali: dalla “sparizione dell’arte” (momentanea) in
corrispondenza del Sessantotto, alla sua “resurrezione” in corrispondenza del
“riflusso” politico e culturale degli anni Ottanta, fino all’attuale gigantismo delle
opere di molti tra i più celebri artisti, in corrispondenza del protagonismo sempre
più urlante e condizionante dei media e della globalizzazione (stampa, televisione,
internet), delle bibliche migrazioni che fanno del mondo di oggi una gigantesca
Babilonia, dove anche gli artisti si trovano a vivere sempre muniti, comunque e
in ogni caso, della volontà di contrastare il micidiale e devastante luogo comune.
Guido Sartorelli, artista visivo appartenente all’area concettuale, ha realizzato una settantina di mostre personali nelle principali città italiane e in alcune città europee. Ha partecipato a moltissime collettive
e video rassegne in Gallerie pubbliche e private in Italia e all’estero (Austria, Gran Bretagna, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cina). Nei primi anni Settanta è stato tra i pionieri della video-arte in Italia,
disciplina che dal 2003 al 2009 ha insegnato presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, Facoltà di Lettere. Questo è il suo quarto libro che pubblica per Supernova. Guido Sartorelli lavora e vive a Venezia.
LE VICINE DI CASA
in collaborazione con Centro Donna Comune di Venezia e
l’Associazione Le Vicine di Casa
martedì 18 dicembre, ore 17.30
Architetture del desiderio
Incontro con Sandra Bonfiglioli (urbanista)
e Anna Di Salvo (La Città Felice di Catania e
rete nazionale Le Città Vicine)
venerdì 11 gennaio, ore 17.30
La forza femminile
Incontro con Federica Giardini (docente di
filosofia politica all’Università “Roma Tre”)
venerdì 18 gennaio, ore 17.30
Per un’economia della riconoscenza
Incontro con Loredana Aldegheri e Maria
Teresa Giacomazzi (Mag - Società Mutua
per l’Autogestione di Verona)
sala seminariale primo piano
ingresso libero
sabato 1° dicembre, ore 18.00
FORTUNY E WAGNER
Il wagnerismo nelle arti visive in Italia
in collaborazione con Fondazione Musei
Civici di Venezia e l’Associazione Amici di
Wagner di Venezia
Presentazione della mostra
Partecipano all’incontro Walter Hartsarich,
Tiziana Agostini, Daniela Ferretti,
Paolo Bolpagni, Claudio Franzini
sala conferenze quarto piano
ingresso libero
FROM TRADITION TO
THE FUTURE
People and Places in the 20th century
English Literature
in collaborazione con l’Università Popolare
di Mestre
martedì 4 dicembre, ore 17.30
T.S. Eliot’s The Waste Land
Relatore in lingua inglese Michael Gluckstern
martedì 15 gennaio, ore 17.30
Film in cycle of talks on 20th cent English
Literature
Relatore Michele Serra
martedì 14 febbraio, ore 17.30
J. B. Priestley, A. J. Cronin and
James Hilton, three great novelists
Relatore in lingua inglese Michael Gluckstern
martedì 12 marzo, ore 17.30
Tolkien’s The Lord of the Rings and C.S.
Lewis’s Narnia
Relatore in lingua inglese Michael Gluckstern
martedì 9 aprile, ore 17.30
Naipaul (A Bend in the River) and Ishiguro
(The Remains of the Day)
Relatore in lingua inglese Michael Gluckstern
sala seminariale primo piano
ingresso libero
BUONE PRATICHE DI “VICINANZA”
Erano i primi anni Novanta. C’era la guerra in ex Jugoslavia. Alcune donne di un
quartiere di Mestre si riunirono per parlare insieme del dramma che stava capitando
poco lontano dalle loro case e chiedersi che cosa potevano fare. Fu allora che tutte
capirono quanto fossero importanti le relazioni di amicizia, di fiducia e solidarietà fra
vicine e vicini di casa non solo per abitare insieme in uno stesso spazio con agio,
ma anche per salvarsi la vita. Da lì sono partite Le Vicine di casa, che, costituitesi
in associazione nel 1992, hanno cercato di raccontare e diffondere il più possibile
in città il senso di una pratica che è politica, perché rende capaci di affrontare,
senza perdere forze e speranze, i problemi enormi del mondo contemporaneo, di
mediare conflitti e fare ordine nei rapporti familiari e sociali, di ascoltare le giovani
generazioni, incoraggiandole a non rinunciare ai propri desideri.
Le Vicine di casa oggi sono donne che si prendono cura non solo della propria
casa, ma del quartiere, della città in cui vivono, dando valore al sapere che nasce
dall’esperienza e continuando a tenere aperto uno spazio pubblico dove invitano figure
autorevoli a prendere la parola su questioni che ritengono di estrema importanza
e attualità. Con questo spirito, l’Associazione Le Vicine di casa, in collaborazione
con il Centro Donna del Comune di Venezia e il Centro Candiani, ha organizzato
tre incontri pubblici per riflettere sulle seguenti tematiche: i processi positivi di
cambiamento che modificano a livello profondo le città contemporanee, portando
alla luce le “architetture del desiderio”; la vera natura della forza femminile, leva
delle grandi trasformazioni in corso; le condizioni e i criteri di una nuova economia che sappia collocarsi oltre l’attuale crisi economica e doni coraggio, spirito
di iniziativa, senso di efficacia a chi lavora per modificare radicalmente le logiche
del potere e del danaro.
FORTUNY E WAGNER. Il wagnerismo nelle arti visive in Italia
In occasione del bicentenario della nascita di Richard Wagner (Lipsia, 1813 - Venezia,
1883), che ricorre nel 2013, viene presentata al Museo Fortuny una grande mostra,
frutto di un lungo lavoro di ricerca intorno all’influenza, a livello iconografico ed
estetico, che il compositore tedesco e il fenomeno del “wagnerismo” esercitarono
sulle arti visive in Italia tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Un tema mai fatto oggetto di studi mirati né di eventi espositivi.
Il wagnerismo fu un’autentica moda culturale, che, nelle sue varie espressioni
(letterarie, musicali, pittoriche), godette di una diffusione vasta e penetrante. Nel
campo delle arti visive, fu una delle manifestazioni più tipiche del gusto estetico a
cavallo tra XIX e XX secolo, fra tardo-Naturalismo, Simbolismo e Liberty.
Personaggi e vicende dei drammi musicali di Wagner (valchirie, nibelunghi, fanciullefiore, Parsifal, Sigfridi, Tristani…) ricorrono ampiamente nei dipinti, nelle sculture,
nei disegni, nelle stampe, nelle illustrazioni e nelle cartoline di quegli anni, in Italia
come nel resto d’Europa. Un ruolo di protagonista assoluto, in questo ambito, spetta
a Mariano Fortuny (1871-1949), autore di un Ciclo wagneriano comprendente 46
dipinti (tutti di proprietà del museo) e numerose incisioni, per la prima volta qui
esposti integralmente. Il Museo Fortuny è la sede ideale per una mostra come
questa: Mariano Fortuny, spagnolo di nascita ma veneziano d’adozione, sentì molto
forte l’ascendente della figura di Richard Wagner; il quale, a sua volta, ebbe con la
città lagunare un rapporto intenso, trascorrendovi lunghi periodi della propria vita.
A cura di Paolo Bolpagni, con l’allestimento di Daniela Ferretti, la mostra – che si
realizza anche con la collaborazione dell’Associazione Amici di Wagner di Venezia
- si sviluppa negli ambienti tra il piano terra, il primo e il secondo piano nobile di
Palazzo Fortuny, e presenta oltre 150 opere tra dipinti, incisioni, disegni e sculture,
più una sezione documentaria con libri, riviste, illustrazioni e cartoline.
Al centro dell’attenzione è il nucleo delle opere di Fortuny (di cui alcune inedite e
molte restaurate per l’occasione), che sono messe a confronto con quelle di altri
artisti italiani dell’epoca (Lionello Balestrieri, Giuseppe Palanti, Cesare Viazzi, Eugenio Prati, Gaetano Previati, Alberto Martini, Adolfo Wildt…), che si ispirarono a
Wagner o alle atmosfere simboliste e misteriose evocate dalla sua musica.
È inoltre in mostra una rara gouache di Mario de Maria, bozzetto preparatorio per
il famoso ritratto perduto della figliastra di Wagner, ed è possibile ammirare la
maquette del Teatro di Bayreuth, realizzato da Fortuny nel 1903 e recentemente
oggetto di un delicato intervento di restauro finanziato da Venice Foundation.
A completamento del percorso espositivo, e per attestare l’influsso dell’immaginario wagneriano anche sugli artisti contemporanei, è presentata una selezione di
opere di importanti autori internazionali come Joan Brossa, Anselm Kiefer, Antoni
Tàpies e Bill Viola.
TRA TRADIZIONE E FUTURO
È diventata una consuetudine negli ultimi anni la serie di conversazioni in inglese tenute da Michael Gluckstern.
Fino alla primavera del 2013 daremo uno sguardo ad alcuni scrittori di prosa, versi e teatro nel Regno Unito del Novecento. Cercheremo anche di inserire gli scrittori
nel loro contesto geografico, politico, sociale e storico e di immaginare quale sia il loro posto fra tradizione e futuro.
Fra gli scrittori trattati saranno due autori di racconti immortali, James Barrie, il creatore di Peter Pan, e Kenneth Grahame, The Wind in the Willows; Rupert Brooke,
Wilfred Owen, Laurence Binyon e Siegried Sassoon, poeti della Grande Guerra; T.S. Eliot, il poeta inglese più importante del suo secolo; scrittori di libri di grandissimo
successo, dotati di notevole capacità narrativa, A.J. Cronin, James Hilton e J.B. Priestley; poi il mondo della fantasia con C.S. Lewis, creatore di Narnia, e J.R. Tolkien,
autore di The Lord of the Rings.
Michael Gluckstern è stato Console Britannico a Venezia per dieci anni; ama molto la storia e la letteratura. Egli si presenta con un uno stile di inglese che può essere
compreso da chiunque abbia una discreta conoscenza della lingua.
videoteca
IL CLANDESTINO POLANSKI
Come Roman Polanski stesso ricorda nel recente documentario A Film Memory
(Andrew Braunsberg, 2011) la sua vita è stata quella del Fuggiasco (Carol Reed,
1946), in fuga dal Male ma anche – dopo il tragico 1969 dell’uccisione di Sharon
Tate – da sé (“a lungo non sono stato più me stesso”). Fuggiasco e clandestino a
sé e agli altri, il giovane ebreo Roman lo è stato sin dall’inizio, dalla sua adolescenza
nel ghetto di Varsavia, durante l’occupazione nazista, segnata dalla deportazione e
dalla morte dei giovani amici e della madre ad Auschwitz, dalla prigionia del padre
sopravissuto e tornato da Mauthausen alla fine della guerra. Da quel momento
Polanski ha mostrato di aver appreso l’arte – dolorosa quanto necessaria – di
sapersela cavare da solo, tra fughe e continue palingenesi. Un’esperienza esistenziale che si riversa nel suo cinema, tutto all’insegna della sopravvivenza e della
resistenza, di cui Il pianista diventa il paradigma eponimo, un cinema che anche
quando ci scherza su delinea sempre i contorni del Male, lo esorcizza a tratti ridendo
(Per favore non mordermi sul collo), altre volte mettendone in risalto i pregiudizi
sociali (Chinatown, Carnage), più spesso cogliendone i diversi aspetti della vita
quotidiana (Tess, L’inquilino del terzo piano), grotteschi o al limite della follia. Il
IL CINEMA DI
ROMAN POLANSKI
clandestino è la figura classica del cinema di Polanski sin dall’esordio de Il coltello
nell’acqua: in ognuno dei suoi film egli vi affida il compito di far esplodere delle
tensioni accumulate e latenti, che giungono all’apice nel Pianista. Ma il tema del
vagabondare esistenziale, in cui in filigrana traspare la figura dell’ebreo errante,
caratterizza – sia pure con esiti alterni – la produzione di Polanski degli anni ’80-’90:
si pensi a Frantic o a Tess, non solo due riletture, di Hitchcock e di Hardy, ma vere
e proprie allegorie dello spaesamento unite al rimpianto per un mondo perduto,
idealizzato nella irreale magia delle origini. Con la figura del pianista Szpilman (ispirato
all’omonimo concertista Wladislaw e ai ricordi giovanili del regista), Polanski dona
al suo personale vagabondare erratico una dimensione collettiva, allarga all’Olocausto il suo dramma individuale. Il rimedio, l’antidoto a questo perenne dissidio
tra Bene e Male – come nei migliori romanzi d’appendice ottocenteschi – alla fine
c’è. È l’arte, e in particolare il cinema, ad assumere la funzione catartica di ridare
libertà e dignità ai protagonisti del dramma della Storia, dando nel contempo alle
immagini il valore reale della testimonianza.
Michele Gottardi
DISABILITÀ, FAMIGLIA E SOCIETÀ. CINQUE FILM PER RIFLETTERE
Se è vero che in tempi normali la condizione del disabile è difficile in tempi di crisi
economica si complica ancora di più. Molto spesso le famiglie si trovano da sole a
dover gestire le problematiche in relazione ai tagli della assistenza sanitaria, a quelli
della pubblica istruzione che investono la riduzione degli insegnanti di sostegno e
incidono sulla partecipazione del giovane alla vita scolastica, di conseguenza anche
sul suo ingresso nella società e nel mondo del lavoro.
Al cinema ci sono degli esempi contraddittori, come quello del film francese
Quasi amici, grande successo di botteghino, che se da una parte vuole superare
l’atteggiamento pietistico rispetto alla disabilità, dall’altra mette in scena un ricco
paraplegico e un emarginato della periferia parigina, chiaro che il rapporto tra di
loro è “fuori dal comune”, la vita del disabile nella realtà quotidiana è molto diversa.
Come si vede nel film dell’89 di Jim Sheridan Il mio piede sinistro che celebra la
storia di Christy Brown, interpretato da un eccezionale Daniel Day Lewis, figlio di
una famiglia poverissima irlandese che riesce a superare le avversità del suo handicap quasi totale e grazie al suo unico arto utilizzabile diviene scrittore e pittore.
L’adolescenza è trattata con molta attenzione dagli autori italiani i cui film fanno da
fulcro alla rassegna: in Le chiavi di casa Gianni Amelio, racconta il riavvicinamento
di un padre al figlio disabile dopo averlo rifiutato al momento della nascita.
In Come prima Mirko Locatelli traspone in film la sua storia personale e la dura
accettazione della disabilità sopravvenuta per un incidente in motorino a 17 anni,
che modifica i rapporti con i familiari, gli amici il mondo. Sempre gli adolescenti
sono protagonisti di Crisalidi altra opera di Locatelli, con le loro aspettative. La
scuola, l’amore, l’amicizia, il futuro... sono argomenti che per qualunque adolescente implicano dubbi, sofferenze, timori, entusiasmi, ma come le vivono disabili
e non disabili?
Le difficoltà quotidiane che vivono i malati di Parkinson e di Alzheimer e dei loro
familiari, a confronto con le scalate alle più alte vette del mondo in 10 Mountains,
10 Years di Jennifer Yee, un avventura che serve a raccogliere fondi per la ricerca
contro le malattie neurodegenerative.
Le varie realtà della rete di Spazio Mestre Solidale, a cui fanno riferimento i Parkinsoniani Associati promotori della iniziativa, invitano a riflettere sul fatto che le
associazioni di volontariato svolgono un ruolo importante nel momento attuale per
cambiare prospettiva e portare avanti insieme, con forza, un progetto di società
in cui le istanze di chi vive la disabilità, sia in prima persona che come familiare,
siano degnamente rappresentate.
Guido Rumor (Parkinsoniani Associati)
LËN – PENSIERI E STORIE DI TRE ARTISTI GARDENESI
Chi nasce in montagna conosce prima e forse meglio di altri il senso di una natura
onnipossente, che travalica sempre, nei suoi tempi, nel suo modo di manifestarsi,
la misura di gran lunga più ridotta del tempo e dei sentimenti propri dell’uomo.
Questo è un grande privilegio, come ben sappiamo, che conferisce agli individui
che ne sono portatori un senso di appartenenza molto solido, perché fondato sulla
magia ineffabile dei luoghi aviti, e quindi nel contesto sociale di appartenenza, una
propria invidiabile legittimità fondata sul diritto di nascita: ed è nello stesso tempo
una specie di maledizione, perché dalla montagna, a pena di una abiura irrevocabile,
percepita dal singolo come il tradimento dei valori più veri, non ci si può più staccare.
Gli artisti della montagna, scultori come questi tre bravi gardenesi di evidente
talento, pittori - a partire, e perché no?, da Segantini - o anche scrittori come era il
“nostro” Mario (Rigoni Stern), avvertono in maniera particolarmente acuta il senso
di questa dedizione a valori tanto eterni quanto difficilissimi da comunicare nella
INCONTRI - CONFRONTI SULLA SOSTENIBILITÀ
Un progetto degli Archivi della Sostenibilità Università Ca’ Foscari Venezia
in collaborazione con Centro Culturale Candiani
Coordinamento scientifico: Giorgio Conti
L’Italia è una nazione prevalentemente montuosa, 54% del territorio, dove i residenti sono
solo il 13%, a fronte di una media europea del 30%. All’abbandono e marginalizzazione
delle Terre alte ha fatto seguito l’affermarsi delle politiche per l’istituzione di Parchi naturali, spesso in aree antropizzate da millenni. Questa nuova monocoltura dello sviluppo ha
prodotto, a volte, ingenti problemi di carattere idrogeologico, perdita di biodiversità e di
paesaggi ecoculturali identitari. Inoltre i paesaggi montani sono caratterizzati dall’avanzamento disordinato della boscaglia, la più cospicua trasformazione del paesaggio italiano
del XX secolo, venendo a creare una sorta di “deserto verde”.
Oggi si sta affermando un cambiamento di visione, una politica che non “preserva” l’ambiente dall’antropizzazione ma che “conserva” i paesaggi eco culturali favorendo le attività
sostenibili e tradizionali. Il caso dei terrazzamenti di Valstagna rappresenta una buona pratica
di recupero partecipato e interculturale degli agro-ecosistemi marginali e abbandonati.
Giorgio Conti
mercoledì 5 dicembre, ore 17.30
PICCOLE TERRE E GRANDI PROGETTI CONDIVISI
Paesaggi eco-culturali montani: dall’abbandono alla
ri-qualificazione sostenibile, partecipata e interculturale
loro pienezza. Nella loro ricerca, ci comunicano gli esiti del loro dilemma, sempre
a metà strada tra le tentazioni del mercato, e quindi del perseguirsi più o meno
consapevole degli stereotipi del “tipico” di montagna, e quelle sempre in agguato
dell’isolamento più caparbio a contatto con una natura deificata che, nei grandi
geli e nelle grandi solitudini del mondo alpino, finisce però con l’inselvatichire e,
quel che è peggio, immalinconire un po’.
Questo film, nella sua ricerca rigorosa di testimonianze intime e anche molto
autentiche di questa estetica della montagna nella sua versione più contemporanea, permette di mettere a fuoco gli aspetti diversi di questo dialogo interiore,
nell’espressione di tre artisti nei quali ogni uomo della montagna ritroverà qualche
cosa di proprio. Soprattutto quanti sanno, e in montagna sono ancora moltissimi,
che cosa c’è dentro un pezzo di legno.
Gianni Rigoni Stern e Giovanni Kezich
Piccola terra è il prodotto della collaborazione tra Dipartimento di Geografia dell’Università
di Padova, Comune di Valstagna e Gruppo Terre Alte del Club Alpino Italiano. Il notevole
riscontro popolare e i successi di critica riscossi dal documentario (1° premio al Festival
Internazionale Cinemambiente di Torino 2012, miglior reportage giornalistico al 60° Trento
Film Festival, numerosi altri riconoscimenti minori) si devono certamente in primis alla
sensibilità e maestria registica di Michele Trentini e Marco Romano, cui si affianca il valore
straordinario di Fazzoletti di terra, il “documentario nel documentario” di Giuseppe Taffarel,
girato esattamente cinquant’anni prima negli stessi luoghi.
Tema centrale attorno al quale ruotano le vicende dei protagonisti è il ritorno a un rapporto
diverso con la terra, dettato non da logiche economiche ma da più profonde motivazioni
simboliche, che accomunano le traiettorie apparentemente diversissime dei protagonisti
e fanno intuire cosa possa davvero essere un “terzo Veneto”, dopo la fuga dalla miseria
e la rincorsa degli schèi: dalla città, dal lontano Maghreb, dal volto industriale o turistico
della montagna il ritorno a una marginalità che si fa risorsa, libera in quanto non asservita,
ricca in quanto povera di imperativi economici. È questo il volto delle “montagne di mezzo”
interessate dalle iniziative di adozione di terrazzamenti in abbandono: un’alternativa alle
retoriche urbanocentriche, solo apparentemente contrapposte, della wilderness e della
specializzazione turistico-industriale. Una montagna dal volto umano che chiede soltanto
di poter essere se stessa.
Mauro Varotto
Presentazione e discussione del film Piccola Terra
(2012, 54’) di Michele Trentini e Marco Romano
Partecipano al dibattito Michele Trentini (regista)
Mauro Varotto (Università di Padova)
Aziz Wahbi (cittadino di Valstagna)
sala conferenze quarto piano
ingresso libero
martedì 4 dicembre, ore 21.00
Il coltello nell’acqua (Noz w wodzie,
Polonia, 1962, 94’)
martedì 11 dicembre, ore 21.00
Repulsione (Repulsion, Gran Bretagna,
1965, 105’, V.M. 18)
martedì 18 dicembre, ore 21.00
Cul-de-sac (Gran Bretagna, 1966, 111’,
V.M. 14)
giovedì 20 dicembre, ore 21.00
Per favore… non mordermi sul collo (The
Fearless Vampire Killers, Gran Bretagna,
1967, 107’, V.M. 14)
martedì 8 gennaio, ore 21.00
Rosemary’s Baby (USA, 1968, 137’, V.M.
14)
giovedì 10 gennaio, ore 21.00
Macbeth (The Tragedy of Macbeth,
Gran Bretagna, 1971, 141’, V.M. 14)
martedì 15 gennaio, ore 21.00
Che? (What?, Italia, 1972, 115’)
giovedì 17 gennaio, ore 21.00
Chinatown (USA, 1974, 131’)
martedì 22 gennaio, ore 21.00
L’inquilino del terzo piano (Le locataire,
Francia, 1976, 125’, V.M. 14)
giovedì 24 gennaio, ore 21.00
Tess (Francia/Gran Bretagna, 1979, 185’)
martedì 29 gennaio, ore 21.00
La morte e la fanciulla (The Death and the
Maiden, Francia/Gran Bretagna, 1994, 107’)
giovedì 31 gennaio, ore 21.00
Il pianista (The Pianist, Francia/Germania/
Polonia/Gran Bretagna/Olanda, 2002, 148’)
sala conferenze quarto piano
ingresso riservato ai soci CinemaPiù
2012 / 2013 (valida sino al 30 giugno 2013
- tessera ordinaria 30 euro, studenti 20
euro in vendita alla biglietteria del Centro)
È consigliata la prenotazione.
IL GIOVANE DISABILE,
LA FAMIGLIA, LA SOCIETÀ
L’Associazione “Parkinsoniani Associati
Mestre Venezia e Provincia Onlus” in collaborazione con l’Assessorato Politiche
Sociali e Rapporti con il Volontariato, e
la rete delle Associazioni di Volontariato
“Spazio Mestre Solidale”
Coordinatore della Rassegna: Guido Rumor
venerdì 11 gennaio, ore 17.30
Il mio piede sinistro (My Left Food, Gran
Bretagna, 1989, 106’) di Jim Sheridan
Intervengono Antonino Marra Presidente
Associazione “Parkinsoniani Associati” e
un referente del Coordinamento Spazio
Mestre Solidale.
venerdì 18 gennaio, ore 17.30
Le chiavi di casa (Italia, 2004, 105’)
di Gianni Amelio
Intervengono rappresentanti
delle Associazioni AIPD e ANFFAS
venerdì 25 gennaio, ore 17.30
Schermo d’autore. Incontri con i registi
in collaborazione con Officina Film
Come prima (Italia, 2004, 60’) e
Crisalidi (Documentario, Italia, 2005, 45’)
di Mirko Locatelli
Alla proiezione saranno presenti il regista
Mirko Locatelli e la sceneggiatrice Giuditta
Tarantelli
venerdì 1° febbraio, ore 17.30
10 Mountains, 10 Years (USA, 2010, 78’)
di Jennifer Yee (v.o. sottotitolata)
Intervengono rappresentanti di UILDM-Ve
Onlus, AISM, Alzheimer
sala conferenze quarto piano
ingresso libero
SCHERMO D’AUTORE
Incontri con i registi
in collaborazione con Studio Liz
venerdì 14 dicembre, ore 21.00
Presentazione e proiezione documentario
Lën – Pensieri e storie di tre artisti
gardenesi (Italia, 2012, 52’)
di Elia Romanelli
Saranno presenti Elisa Pajer,
produttrice e il regista.
sala seminariale primo piano
ingresso libero
agenda
Candiani
INFORMAZIONI
CENTRO CULTURALE CANDIANI
Piazzale Candiani 7
30174 Mestre Venezia
Tel. 041 2386126 - Fax 041 2386112
www.centroculturalecandiani.it
Biglietteria / Informazioni
da martedì a domenica:
10.30 - 12.30 / 15.30 - 22.00
Chiuso lunedì e
dal 25 dicembre al 6 gennaio
Tel. 041 2386126
* Vendita dei biglietti degli spettacoli
alla biglietteria del Centro e
on line sui siti
www.centroculturalecandiani.it
e www.biglietto.it
(diritto di preventita 1 euro)
Videoteca di Mestre
(Aderente all’AVI Associazione
Videoteche-Mediateche italiane)
da martedì a venerdì
09.00 - 13.00 / 14.00 - 17.00
Chiuso lunedì, sabato, festivi e
dal 25 dicembre al 6 gennaio
Tel. 041 2386138
[email protected]
Ingresso riservato ai soci CINEMAPIÙ
Tessera ordinaria 30 euro
Studenti 20 euro
validità un anno
(sino al 30 giugno 2013)
in vendita alla biglietteria
del Centro Culturale Candiani
Arca dei Videogames
Le postazioni potranno essere
utilizzate, previa prenotazione,
da martedì a venerdì
secondo 3 fasce orarie:
9.00-11.00 / 11.00-13.00 / 15.00-17.00
incluse le postazioni Wii,
PlayStation Move e Kinect Xbox 360
Prenotazioni:
Tel. 041 2386138
[email protected]
Chiuso lunedì, sabato, festivi e
dal 25 dicembre al 6 gennaio
Navigazione Internet
Ufficio Informazioni e Videoteca
nei rispettivi orari di apertura
Ingresso riservato ai soci
Candiani Card
La tessera costa 15 euro per 15 ore
Ogni successiva ricarica
10 euro per 15 ore
Segreteria Ludomedialab
martedì, mercoledì, giovedì
e venerdì: 10.00 - 12.00
martedì: 15.00 - 17.00
Tel. 041 2386113
[email protected]
Si ricorda che non è consentito
l’ingres­so in sala a spettacolo iniziato.
sabato 1 dicembre
sala espositiva II piano, ore 17.00
LA CITTÀ DI CARLO PRETI
Inaugurazione mostra
sala conferenze IV piano, ore 18.00
FORTUNY E WAGNER
Il wagnerismo nelle arti visive in Italia
Presentazione della mostra
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
MESTRE COMICS 2012
Cineforum
Bleach: Memories of Nobody
di Abe Noriyuki (2006, Giappone, 90’)
ingresso libero
auditorium IV piano, ore 21.00
RI-MIDIA
(L’apocalisse)
ingresso: biglietto unico 5 euro
Biglietti già in vendita*
martedì 4 dicembre
sala seminariale I piano, ore 17.30
FROM TRADITION TO THE FUTURE
People and Places in the 20th century English
Literature
T.S. Eliot’s The Waste Land
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 18.00
SCUOLA DI FILOSOFIA PER ADULTI
Kant: Seconda Critica
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL CINEMA DI ROMAN POLANSKI
Il coltello nell’acqua (Noz w wodzie,
Polonia, 1962, 94’)
ingresso soci CinemaPiù
mercoledì 5 dicembre
sala conferenze IV piano, ore 17.30
INCONTRI-CONFRONTI SULLA SOSTENIBILITA’
Piccole terre e grandi progetti condivisi
ingresso libero
giovedì 6 dicembre
sala seminariale I piano, ore 17.30
ELSA MORANTE
Segni
in collaborazione con Centro Donna – Comune di
Venezia, Biblioteca Civica di Mestre e Università
Popolare di Mestre
L’isola di Arturo (1962, 92’) di Damiano Damiani
Introduce Cristina Morello
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
FILMONTAGNA
Selezione dal Film Festival della Lessinia 2012
in collaborazione con la Sezione CAI di Mestre
Carnia 1944, un’estate di libertà (Italia, 2012,
49’) di Marco Rossitti
ingresso soci CinemaPiù e C.A.I.
venerdì 7 dicembre
auditorium IV piano, ore 21.30
INDIE VOICES
Alessandro Grazian
Armi
ingresso: biglietto unico 3 uro
Biglietti già in vendita*
martedì 11 dicembre
sala seminariale I piano, ore 18.00
SCAFFALE APERTO
Incontri con gli autori
Presentazione del libro Due uomini, forse tre.
Storie di uomini in guerra, di moto e di motori
(Edizioni DBS, 2012) di Claudio Fasolo.
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL CINEMA DI ROMAN POLANSKI
Repulsione (Repulsion, Gran Bretagna, 1965,
105’, V.M. 18)
ingresso soci CinemaPiù
giovedì 13 dicembre
sala seminariale I piano, ore 17.30
TRA TRADIZIONE E FUTURO – PENSARE AL
PRESENTE
in collaborazione con l’Università Popolare di Mestre
Partecipano all’incontro Maurizio Scarpari e
Giancarlo Vianello
Coordina Massimo Donà
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
FILMONTAGNA
Selezione dal Film Festival della Lessinia 2012
in collaborazione con la Sezione CAI di Mestre
Caterina e il magico incontro (Italia, 2012, 49’)
di Loris Mora
Peak, un mondo al limite (Italia/Germania, 2011,
91’) di Hannes Lang
ingresso soci CinemaPiù e C.A.I.
auditorium IV piano, ore 21.30
LE PAROLE ALTRE
Il lungo viaggio di Tiziano Terzani
ingresso: intero 10 euro – ridotto 8 euro
Biglietti già in vendita*
venerdì 14 dicembre
sala conferenze IV piano, ore 17.30
MESTRE E I SUOI PERSONAGGI
Giobatta Zampironi
in collaborazione con il Centro Studi Storici
di Mestre
Zampironi: dalla chimica dei composti naturali
alla Green Chemistry
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 17.30
IL GIOVANE DISABILE, LA FAMIGLIA, LA SOCIETÀ
Il mio piede sinistro (My Left Food, Gran Bretagna, 1989, 106’) di Jim Sheridan
ingresso libero
auditorium IV piano, ore 21.30
D’AMORE, DI POLITICA
Un disco e uno spettacolo
ingresso: biglietto unico 3 euro
Biglietti già in vendita*
sala seminariale I piano, ore 17.30
LE STRADE DELLA RAGIONE
in collaborazione con l’UAAR Circolo di Venezia
“I doni e le feste” visti sotto l’aspetto
sociologico e antropologico
a cura di Cathia Vigato e Marta Duthika Scarpa
ingresso libero
sabato 12 gennaio
sala auditorium IV piano, ore 16.00 e 17.30
NOT ONLY FOR KIDS
Che sì che no
Opera per bimbi da 2 a 5 anni
ingresso: biglietto unico 5 euro
Biglietti già in vendita*
sabato 26 gennaio
auditorium IV piano, ore 18.00
GIORNO DELLA MEMORIA
Giorno 177
ingresso: biglietto unico 5 euro
Biglietti già in vendita*
sala seminariale I piano, ore 21.00
SCHERMO D’AUTORE
Incontri con i registi
Presentazione e proiezione del documentario
Lën - Pensieri e storie di tre artisti gardenesi
(Italia, 2012, 52’) di Elia Romanelli
ingresso libero
sabato 15 dicembre
auditorium IV piano, ore 21.30
JAZZ GROOVE
Orchestra Jazz del Veneto
ingresso: intero 8 euro – ridotto 5 euro (Candiani
Card, studenti, CinemaPiù)
Biglietti già in vendita
martedì 18 dicembre
sala seminariale I piano, ore 17.30
LE VICINE DI CASA
Architetture del desiderio
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 18.00
SCUOLA DI FILOSOFIA PER ADULTI
L’Idealismo
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL CINEMA DI ROMAN POLANSKI
Cul-de-sac (Gran Bretagna, 1966, 111’, V.M. 14)
ingresso soci CinemaPiù
mercoledì 19 dicembre
auditorium IV piano, ore 21.30
JAZZ GROOVE
Earl Bynum & As We Are & Cora “Sister”
Armstrong
Gospel & Spiritual
ingresso: intero 13 euro – ridotto 10 euro (Candiani Card, studenti, CinemaPiù)
Biglietti già in vendita*
giovedì 20 dicembre
sala seminariale I piano, ore 18.00
SCAFFALE APERTO
Incontri con gli autori
Presentazione del libro Gli artisti nella nuova
Babilonia (da Joseph Kosuth a Jeff Koons)
(Supernova, 2012) di Guido Sartorelli.
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL CINEMA DI ROMAN POLANSKI
Per favore… non mordermi sul collo
(The Fearless Vampire Killers, Gran Bretagna,
1967, 107’, V.M. 14)
ingresso soci CinemaPiù
venerdì 21 dicembre
sala Paolo Costantini III piano, ore 18.00
I FORTUNATI CHE SI AFFACCIANO A UN NUOVO
MONDO
Finissage mostra Espiritu Maya.
Guatemala tra misticismo e tradizioni
ingresso libero
sabato 22 dicembre
auditorium IV piano, ore 17.00
NOT ONLY FOR KIDS
Da grande voglio essere felice
ingresso: biglietto unico 5 euro
Biglietti già in vendita*
martedì 8 gennaio 2013
sala conferenze IV piano, ore 18.00
SCUOLA DI FILOSOFIA PER ADULTI
Schelling
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL CINEMA DI ROMAN POLANSKI
Rosemary’s Baby (USA, 1968, 137’, V.M. 14)
ingresso soci CinemaPiù
mercoledì 9 gennaio
sala conferenze IV piano, ore 16.30
15° MESTRE FILM FEST
Palmares
in collaborazione con l’Associazione Amici dei
Musei e Monumenti Veneziani
ingresso libero
giovedì 10 gennaio
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL CINEMA DI ROMAN POLANSKI
Macbeth (The Tragedy of Macbeth, Gran Bretagna, 1971, 141’, V.M. 14)
ingresso soci CinemaPiù
venerdì 11 gennaio
sala seminariale I piano, ore 17.30
LE VICINE DI CASA
La forza femminile
ingresso libero
domenica 13 gennaio
auditorium IV piano, ore 16.00 e 17.30
NOT ONLY FOR KIDS
Che sì che no
Opera per bimbi da 2 a 5 anni
ingresso: biglietto unico 5 euro
Biglietti già in vendita*
martedì 15 gennaio
sala seminariale I piano, ore 17.30
FROM TRADITION TO THE FUTURE
People and Places in the 20th century English
Literature
Film in cycle of talks on 20th cent English
Literature
Relatore Michele Serra
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL CINEMA DI ROMAN POLANSKI
Che? (What?, Italia, 1972, 115’)
ingresso soci CinemaPiù
giovedì 17 gennaio
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL CINEMA DI ROMAN POLANSKI
Chinatown (USA, 1974, 131’)
ingresso soci CinemaPiù
venerdì 18 gennaio
sala seminariale I piano, ore 17.30
LE VICINE DI CASA
Per un’economia della riconoscenza
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 17.30
IL GIOVANE DISABILE, LA FAMIGLIA, LA SOCIETÀ
Le chiavi di casa (Italia, 2004, 105’)
di Gianni Amelio
ingresso libero
sala espositiva II piano, ore 18.00
VENEZIA FORMA MENTIS
Fotografie di Giorgio Molinari
Inaugurazione mostra
sabato 19 gennaio
sala seminariale I piano, ore 17.30
ESODO IN ARMENIA
Terra delle pietre urlanti
“Io sono armeno, antico come questa
montagna di Ararat”
Incontro a cura dell’Associazione Esodo
Intervengono Baykar Sivazliyan (Presidente
dell’Unione degli Armeni d’Italia) e Minas Lourian
(Centro Studi e Documentazione della Cultura
Armena)
ingresso libero
auditorium IV piano, ore 21.00
MASSIMO BUBOLA
In alto i cuori
ingresso: biglietto unico 7 euro
Biglietti già in vendita*
martedì 22 gennaio
sala seminariale I piano, ore 17.30
LE STRADE DELLA RAGIONE
in collaborazione con l’UAAR Circolo di Venezia
Agnosticismo/Ateismo: due modi di non credere
o come vivere e pensare senza dei
a cura di Marina Maruzzi
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 18.00
SCUOLA DI FILOSOFIA PER ADULTI
Hegel: la Fenomenologia dello spirito
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL CINEMA DI ROMAN POLANSKI
L’inquilino del terzo piano (Le locataire, Francia,
1976, 125’, V.M. 14)
ingresso soci CinemaPiù
giovedì 24 gennaio
sala seminariale I piano, ore 17.30
TRA TRADIZIONE E FUTURO – PENSARE AL
PRESENTE
in collaborazione con l’Università Popolare di Mestre
Partecipano all’incontro
Nicola Cisternino e Luigi Viola
Coordina Massimo Donà
ingresso libero
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL CINEMA DI ROMAN POLANSKI
Tess (Francia/Gran Bretagna, 1979, 185’)
ingresso soci CinemaPiù
venerdì 25 gennaio
sala conferenze IV piano, ore 17.30
IL GIOVANE DISABILE, LA FAMIGLIA, LA SOCIETÀ
Schermo d’autore. Incontri con i registi
Come prima (Italia, 2004, 60’) e Crisalidi (Documentario, Italia, 2005, 45’) di Mirko Locatelli
ingresso libero
martedì 29 gennaio
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL CINEMA DI ROMAN POLANSKI
La morte e la fanciulla (The Death and the
Maiden, Francia/Gran Bretagna, 1994, 107’)
ingresso soci CinemaPiù
giovedì 31 gennaio
auditorium IV piano, ore 17.30
GIORNO DELLA MEMORIA
In memoriam Etty Hillesum - Diario 1941-43
“Abbiamo lasciato il campo cantando”
ingresso: biglietto unico 5 euro
Biglietti già in vendita*
sala conferenze IV piano, ore 21.00
IL CINEMA DI ROMAN POLANSKI
Il pianista (The Pianist, Francia/Germania/
Polonia/Gran Bretagna/Olanda, 2002, 148’)
ingresso soci CinemaPiù
MOSTRE
Fino al 23 dicembre 2012
ESPIRITU MAYA
Guatemala tra misticismo e tradizioni
Fotografie di Luca Rinaldini
sala Paolo Costantini III piano
orario: da mercoledì a venerdì 15.30 – 19.30
sabato e festivi 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30
lunedì e martedì chiuso
ingresso libero
Dal 2 al 23 dicembre 2012
LA CITTÀ DI CARLO PRETI
sala espositiva II piano
orario: da mercoledì a venerdì 15.30 - 19.30
sabato e festivi 10.30 - 12.30 e 15.30 - 19.30
chiuso lunedì e martedì
ingresso libero
Dal 19 gennaio al 17 febbraio 2013
VENEZIA FORMA MENTIS
Retrospettive di una Città
Fotografie di Giorgio Molinari
sala espositiva II piano
orario: da mercoledì a venerdì 15.30 – 19.30
sabato e festivi 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30
lunedì e martedì chiuso
ingresso libero
NOT ONLY FOR KIDS
Dall’11gennaio al 12 febbraio 2013
WUNDERKAMMER
Camera delle meraviglie
Installazioni interattive per un incontro fra arte
e infanzia
Scolaresche
(scuole dell’infanzia e scuole primarie)
da martedì a venerdì performance guidate
1° turno ore 9.00
2° turno ore 10.30
Solo su prenotazione tel. 041 2386113
Su richiesta è possibile prenotare anche visite
pomeridiane
ingresso: biglietto unico 3 euro, gratuito
insegnanti e accompagnatori.
Singoli visitatori
da mercoledì a venerdì performance guidate
turno unico ore 17.00
sabato e festivi
1° turno ore 15.00
2° turno ore 16.30
Apertura straordinaria martedì 12 febbraio
turno unico ore 17.00
È consigliata la prenotazione tel. 041 2386126
ingresso: biglietto unico 5 euro, gratuito
accompagnatori.
LUDOMEDIALAB
in collaborazione con Soggetto Venezia
Dal 4 al 13 dicembre
Forme e formati
Dal 5 al 14 dicembre
Libro pop-up
NEW MEDIA EDUCATION
Dall’8 al 15 gennaio
Lab Videoludico
Dal 17 al 24 gennaio
Lab Videoludico
Dal 29 gennaio al 5 febbraio
Lab Videoludico