PROGETTO COMUNITA` MADRE-BAMBINO DI
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PROGETTO COMUNITA` MADRE-BAMBINO DI
PROGETTO COMUNITA’ MADRE-BAMBINO DI LANZO TORINESE ASSOCIAZIONE MISERICORDIA SpA (SOCIETA’ PER AMORE) Nel 1997,io e altri amici volontari, abbiamo dato vita all’associazione di volontariato Misericordia SpA (Società per Amore) con sede a Caselle Torinese per dare un valore giuridico ad un progetto di assistenza a prostitute e detenuti. Per 5 anni tutti i Venerdì abbiamo fatto le ronde notturne per incontrare queste ragazze vittime della tratta. Negli ultimi anni abbiamo sentito il bisogno di dar vita ad un progetto che desse aiuto ed una speranza concreta a donne e madri con i loro bambini provenienti dall' Africa. Non riuscivamo più a rimanere indifferenti di fronte alle immagini trasmesse dai telegiornali di queste persone in cerca di una speranza e di un luogo di pace. Abbiamo preso contatti con organizzazioni che da tempo si occupavano di accoglienza ai richiedenti asilo politico e con la Prefettura di Torino. Subito è stato chiaro che, nonostante l'urgenza di case per ospitare queste persone, non bastava solamente proporsi. Occorreva partecipare ad un bando pubblico. La nostra associazione, per questioni burocratiche, non aveva possibilità di parteciparvi. Grazie a due cooperative, che ci hanno aiutato, abbiamo potuto partecipare al bando pubblico costituendo con queste una ATI (Associazione Temporanea d’Impresa). Arrivare fino qui è stato difficile come scalare una montagna. Infatti la partecipazione al bando è stata piuttosto travagliata al punto che alcuni giorni prima della chiusura dello stesso, convinti di non riuscire a prendervi parte, abbiamo scritto un e-mail a chi con tanta pazienza ci aveva seguito dicendo che " Nonostante la buona volontà e la voglia di fare qualcosa di bello, siamo costretti a ritirarci". E quando tutto ormai sembrava concluso ed eravamo convinti di arrenderci, è arrivata la disponibilità a poter concorrere con chi aveva i titoli. La partecipazione al bando si conclude positivamente e dopo alcuni mesi pieni di ostacoli ed incertezze giunge il gran giorno: a metà Ottobre 2015 c’è stato l’arrivo delle prime tre madri con i loro tre bambini (due di un anno e una di 4 anni) ospitati nella nostra comunità di Lanzo Torinese. La sensazione prevalente in quel momento era lo stupore di quella situazione ed un apparente senso di normalità. Mettere a disposizione un po’ del proprio tempo ed uno spazio per persone in difficoltà non è poi un’impresa così anormale. La scelta delle mamme con i bambini non è stata casuale ma voluta. Infatti queste donne hanno necessità di un luogo creato apposta per loro con determinate caratteristiche e che le proteggesse da possibili speculazioni attuate da persone senza scrupoli. Questa scelta comporta un impegno di risorse economiche ed energie non indifferenti ma allo stesso tempo ci ha regalato molte soddisfazioni. I bambini riempiono la casa con la loro innocenza e la loro spensieratezza riuscendo a cancellare le difficoltà che ogni giorno incontriamo. Riceviamo quotidianamente delle sensazioni e sollecitazioni che ti mettono a dura prova. Ad esempio se andiamo al supermercato, i bambini, come tutti i loro coetanei vogliono tutto ciò che attira la loro attenzione e se li vedono sulle giostrine è naturale che anche loro chiedano di volerci salire sopra, incuriositi da quella macchina piena di luci e colori che non avevano mia visto prima. Dire di no a tutte le loro richieste, purtroppo non è facile. Le storie di queste persone meritano di essere raccontate per essere conosciute da tutti. Sono storie di persone che decidono di scappare per sfuggire dalla fame, dalla guerra, dalle violenze e dai soprusi per cecare di dare un futuro ai propri figli. La storia più toccante che abbiamo incontrato fino ad ora è stata quella di una giovane donna incinta che aveva deciso di scappare dalla Nigeria, dalle violenze e dalla fame insieme a suo marito. Dopo mesi di viaggio partorisce in Libia. Riesce ad imbarcarsi con la sua bambina alla volta dell'Italia. Il marito avrebbe dovuto seguirla in seguito ma purtroppo è deceduto nel successivo tentativo di raggiungere la nostra nazione. Un’altra storia toccante è stata quella di una donna di 23 anni che ha deciso di fuggire dal Mali per proteggere la figlia di 6 anni dalla volontà del padre di sottoporla all' infibulazione. Storie tristi che a sentirle raccontare non si può rimanere indifferenti. Queste donne arrivano a casa nostra ma alcune, attirate da opportunità di lavoro in altri paesi, dopo alcuni mesi decidono di andare via ed altre invece decidono di rimanere con noi e provare a costruirsi un futuro in Italia. Questa piccola casa di 6 posti vede arrivare ed andare via persone ricche di desideri e di speranze. Appena si libera un posto, e confermata la nostra disponibilità, veniamo contattati dal centro di accoglienza temporaneo degli immigrati di Settimo Torinese per andare a prendere una nuova persona. Quello, per noi, è un momento emotivamente molto intenso. Il più delle volte la scelta delle persone da accogliere viene fatta dalla Prefettura. Quando arrivi in questo centro vedi quante persone ci sono che aspettano una collocazione. Veniamo a conoscenza e vediamo con i nostri occhi storie di ogni tipo: donne con bambini (alcuni piccolissimi) che non trovano una sistemazione oppure zio con nipote (unici sopravvissuti della famiglia) che aspettano una casa in cui poter vivere. Ci misuriamo così con la triste realtà, siamo estremamente piccoli e con pochi mezzi e le persone che sarebbero da accogliere sono tante ma non riusciamo ad offrire una collocazione a tutti. Così accompagniamo a casa chi possiamo. Il più delle volte queste persone arrivano senza una valigia, senza scarpe ne calze, vestite con poco, con un estremo bisogno di una doccia ed un letto per dormire per recuperare giorni e giorni di insonnia. Insomma prive di tutto, completamente disorientate ed affidate a perfetti sconosciuti. Prive di tutto ma non della loro gioia. Questa è una loro caratteristica, la gioia. E noi, spesso, ricchi di tutto e poveri di gioia. E’ raro vederle tristi e quando accade rimaniamo stupiti. Dopo mesi dalla nascita di questa esperienza un primo bilancio e d'obbligo. Ci siamo quindi domandati come abbiamo fatto ad arrivare fino al giorno d’ oggi. Se pensassimo al solo aspetto economico perderemmo il sonno e ci assalirebbe il panico. Affrontiamo i problemi come fanno loro che si alzano al mattino senza sapere cosa mangeranno a pranzo senza farsi turbare dalla circostanza e vivono il momento con serenità e con speranza. Dobbiamo dire tanti "GRAZIE" alle persone che ci hanno sostenuto e che hanno deciso di mettere a disposizione il loro tempo per far nascere laboratori di pittura, uncinetto, ricamo e prodotti da forno (pane e biscotti) per offrire un impiego alle ospiti della nostra comunità. In conclusione vorremmo condividere uno slogan/domanda della nostra associazione: "CHE MONDO SAREBBE UNA SOCIETÀ SENZA AMORE?" La risposta dovrebbe far allargare come una macchia d' olio il bisogno di cercare un luogo, una dimensione, dove vi sia pace, gioia ed amore facendoci sentire per un momento un po’ tutti migranti verso una terra migliore. Luigi Ronzulli Infermiere iscritto Collegio IPASVI di Torino