Did Jesus Wear Designer Robes

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Did Jesus Wear Designer Robes
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Gesù indossava forse capi firmati?
J. Kwabena Asamoah-Gyadu
Trinity Theological Seminary, Legon, Accra. Ghana
[Introduzione del curatore]
La crescita sensazionale del cristianesimo non occidentale in tutta l’Africa è largamente dovuta
alle fiorenti Nuove Chiese Pentecostali [più avanti NPC. n.d.t.]. I giovani dei centri urbani,
caratterizzati da una mobilità verso i ceti sociali più elevati, sono attirati dal loro stile di
adorazione: dinamico, espressivo ed esuberante. Ma come si spiega la ricerca di benessere,
potere e successo da parte delle NPC? Perché il vangelo della prosperità, importato
dall’Occidente, ha trovato un così fertile terreno in Africa?
Questa esplosione del materialismo tipico dell’Occidente, spiega Kwabena Asamoah-Gyadu,
professore della scuola biblica del Ghana, echeggia in generazioni segnate dalla religione tribale.
Secondo il pensiero tradizionale, l’offerta ritualizzata di preghiere e decime contribuisce a legare
le forze del male. In cambio, il donatore di tali offerte ha il diritto di aspettarsi “benedizioni”
tangibili.
Possiamo però chiederci in che stato questa mentalità lascia le povere popolazioni rurali e le altre
persone sofferenti ed emarginate? In che modo [i fautori di questa dottrina] sono pronti a
sostenere il peso del fallimento, del dolore e della delusione, che caratterizzano il destino di
milioni di persone nel continente? Come sono equipaggiati a sostenere il costo del discepolato?
Asamoah-Gyadu ci offre alcuni esempi dell’interpretazione biblica data dai promotori della
prosperità (che dà luogo a seri problemi teologici) per poi puntare verso un approccio più
equilibrato per la chiesa Africana. Egli ci ricorda che il Vangelo di Gesù Cristo non glorifica la
povertà né la prosperità, ma ci conduce alla liberazione, al perdono, alla grazia e al risanamento
spirituale.
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Per migliaia di credenti in Ghana, Jericho Hour (lett.“L’ora di Gerico”) è il luogo adatto se si è
alla ricerca di un miglioramento tangibile. Fondato nel 1998, questo incontro di preghiera, in cui,
secondo il motto, “immense soluzioni attendono i tuoi immensi problemi”, è guidata dalla Action
Chapel International dell’Arcivescovo Nicholas Duncan-Williams nella Prayer Cathedral
(Cattedrale della Preghiera) sulla Spintex Road, ad Accra. Il giovedì tremila persone si recano
alla cattedrale, dove vengono incoraggiati a pregare per sperimentare miglioramenti negli affari e
nell’occupazione, per viaggi intorno al mondo, per denaro da spendere in case e automobili, per
trovare una moglie o un marito o per avere figli e, in caso si trovino ostacoli, per una vendetta su
coloro che ne sarebbero i responsabili spirituali.
Quando fu fondata da DuncanWilliams nel 1979 con il nome di Christian Action Faith Ministry
International (Ministero Cristiano Internazionale Azione e Fede), la chiesa fu la prima di una
serie di chiese Pentecostali che da quel momento si svilupparono in Ghana e in tutta l’Africa. Il
suo mentore africano era il defunto Benson Idahosa della Nigeria che, prima di morire verso la
fine degli anni ’90, conferì a se stesso i titoli di “Professore” e “Arcivescovo”. Il passaggio di
DuncanWilliams da “Pastore” a “Reverendo Dott.” a “Vescovo” e ora ad “Arcivescovo” riflette
la sua crescente influenza, anche se questa ascesa deve essere letta anche come un esempio
lampante delle benedizioni che egli stesso promette nella sua predicazione a coloro che
esercitano la loro fede.
Le conquiste di DuncanWilliams non consistono soltanto in titoli. Anche se il suo matrimonio,
durato 26 anni, è finito con il divorzio nel 2005 dopo gli sforzi di riconciliazione molto
pubblicizzati e mediati dal pastore americano T.D. Jakes, nel 2008 si è risposato con una
importante diplomatica afroamericana diventata imprenditrice. Il loro stile di vita, che
comprende una casa ad Accra ampiamente descritta come uno splendido palazzo, potrebbe non
essere del tutto eccezionale negli Stati Uniti. In Ghana però le dimostrazioni palesi di benessere
economico sono solitamente tipiche dei politici, dei quali si pensa che arrivino al successo
economico rubando dall’erario pubblico, e questo fa si che i pettegolezzi e le dicerie sul conto
della coppia siano praticamente inevitabili.
I segni della fede
Le Nuove Chiese pentecostali (NPC) africane enfatizzano la prosperità di qualsiasi genere.
Benessere, salute, successo e profitti sempre in crescita nel business sono desiderati, tenuti in
grande conto e ostentati pubblicamente come segni del favore di Dio. In questo nuovo tipo di
Cristianesimo successo e ricchezza sono gli unici segni genuini (che attestano) la fede.
È un movimento che non manca del supporto di alcuni brani scelti della Scrittura, proprio come
movimenti cristiani altrove nel mondo posseggono i loro versi preferiti. I predicatori della
prosperità citano la Terza lettera di Giovanni al versetto 2: “Carissimo, io prego che in ogni cosa
tu prosperi e goda di buona salute, come prospera l’anima tua”. L’interpretazione che viene data
di questo auspicio di benessere generale sostiene che non solo Dio garantirà ai suoi fedeli i loro
bisogni primari, ma anche che essi vivranno nelle comodità e nel lusso. Abramo, che era ricco in
bestiame, greggi e oro (Gn 13:2), è un’altra figura solitamente citata ed un accento speciale è
posto sulla sua disponibilità a pagare la decima a Melchisedec, un modello della “semina” che le
chiese della prosperità incoraggiano. Dato che lo stesso apostolo Paolo ci dice che “la
benedizione di Abramo” è destinata a raggiungere i gentili (Gl 3:14), per quale motivo i cristiani
non dovrebbero vivere in condizioni analoghe di benessere ed influenza?
Il movimento della prosperità trova terreno fertile per le proprie radici anche nella religione
tradizionale africana. Le veglie di preghiera e i campi di guarigione sono l’equivalente cristiano
dei santuari tradizionali dove le persone potrebbero andare per farsi rivelare il proprio destino e
per risolvere i propri “problemi spirituali”. Il messaggio della prosperità risuona insieme alle idee
religiose africane intrise di credenze tradizionali nella causalità mistica. Le offerte, come anche
le preghiere, sono usate come azioni rituali che contribuiscono a fare accadere le cose.
Le tradizioni africane credono fortemente nell’esistenza di forze invisibili, specialmente potenze
malevoli, e anche nell’efficacia di azioni rituali per annullare le forze del male. Quando manca la
prosperità, le spiegazioni che solitamente sono date nelle chiese africane, a parte il non poter
pagare una decima alla chiesa come segno della propria fede, tirano in ballo forze demoniache,
maledizioni e fatture più che il peccato individuale del cristiano. Le chiese offrono “l’unzione
per la vendetta” per aiutare a smantellare ogni trappola spirituale posta da familiari e parenti
invidiosi. Molti servizi di culto nelle chiese carismatiche includono preghiere di imprecazione,
con un desiderio di vendetta talvolta allarmante. Durante un culto, dopo aver pronunciato
maledizioni sui familiari responsabili della loro “mancanza di miglioramento nella vita”, ai
membri di chiesa fu chiesto di muovere la loro gamba destra in avanti, sbattere il piede sul
pavimento, e gridare: “Da oggi esco dalla povertà nel nome di Gesù”.
I cristiani carismatici in Africa all’origine non avevano l’intenzione di creare un cristianesimo
“africano” culturalmente contestualizzato. Ma lo scambio ritualizzato di decime e benedizioni è
assolutamente simile all’orientamento tradizionale dei sacrifici religiosi africani. Le somme
richieste possono essere molto precise. In un esuberante incontro di risveglio presso il
Charismatic Evangelistic Ministry del Ghana, un evangelista disse che coloro che volevano
essere benedetti da Dio dovevano tirare fuori 240 dollari ciascuno. Come si giunse a quella cifra?
“Dio provvederà un miracolo in 24 ore nelle vite di coloro che potranno pagare”.
Apparentemente, l’ammontare di queste indulgenze in stile preRiforma era di 10 dollari l’ora.
Lasciai il culto pensando a cosa ne sarebbe stato dei tanti ghanesi che non hanno tutti quei soldi.
Poco spazio per i poveri
Tutto sommato ho una visione positiva del cristianesimo carismatico ed anche di alcuni aspetti
della sua enfasi sulla prosperità. Il Pastore Mensa Otabil della Chiesa Centrale Internazionale del
Vangelo esorta le persone a fare qualcosa per la loro situazione di miseria. Alcuni di loro offrono
con sincerità testimonianze incoraggianti, come il membro della chiesa di Otabil che ha
comprato una macchina nuova con i risparmi di tre mesi, allorquando smise di bere. Queste
nuove chiese hanno chiaramente contribuito alla crescita del cristianesimo non occidentale con
uno stile di lode e adorazione dinamico, espressivo ed esuberante che si confà alla gioventù
africana residente nelle città, caratterizzata da una mobilità verso le classi sociali più elevate.
Ma proprio a causa della sua enfasi sul benessere materiale, il cristianesimo carismatico in Africa
è largamente rimasto un fenomeno cittadino. Il suo messaggio ha poco da offrire ai molti giovani
africani che vendono gomme da masticare, caramelle, banane, noccioline e dolci fritti per
sbarcare il lunario. Per gli africani, una religione valida e da seguire è sempre stata collegata a
qualcosa che conduce al potere, alla vitalità e all’abbondanza. Ma le NPC perseguono
aggressivamente solo ciò che può essere identificato con livelli di materialismo nordamericani, e
infatti il movimento della prosperità ha avuto origine dal movimento Parola di Fede dei
televangelisti americani come Kenneth e Gloria Copeland, Mike Murdoch e Kenneth Hagin.
Non è raro per i pastori che intendono avere delle nuove automobili sostenere che Dio li ha
guidati a dare la loro vecchia auto a qualcun altro, solitamente a un membro di chiesa. Dopo
pochi giorni dal “suggerimento divino”, una macchina più lussuosa appare e i membri di chiesa
la guardano fieramente come un segno visibile della benedizione di Dio sulla vita e sul ministero
dell’uomo o della donna di Dio.
Se queste chiese danno poco spazio ai poveri veri, lasciano poco spazio anche per l’impegno che
dovrebbe affrontare i duri temi legati al costo del discepolato, al fallimento, al dolore e alla
delusione, che rappresentano il destino di milioni di persone nel continente africano. Una chiesa
in Ghana ha cambiato il proprio nome da “Via del Calvario” a “[Chiesa] Internazionale della
Raccolta” [lett. “dei Mietitori” n.d.t.] perché, come mi spiegò uno dei responsabili, la parola
“Calvario” suonava troppo negativa nella vita dei membri di chiesa. Fino a poco tempo fa, alcuni
cristiani carismatici non consideravano nemmeno il Venerdì santo perché, nella loro mente,
veniva associato al dolore e alla sofferenza.
Per coloro che sono ormai disincantati nei confronti del Cristianesimo più posato, silenzioso e
teologicamente ortodosso delle chiese missionarie storiche, il vangelo della prosperità offre
un’alternativa attraente: un futuro positivo, possibilità e successo. Cercare queste cose non è
fuori luogo.“La casa del Signore” è sempre stato un luogo dove le persone cercano il suo
intervento per i loro bisogni spirituali e materiali. Il problema è un approccio unilaterale a una
religione che lascia i poveri, gli emarginati e coloro che non hanno avuto successo senza alcun
segno della loro fede in Dio. Quale testimonianza si può offrire dunque ai poveri e agli sventurati
del mondo? Essi potranno solo pensare che mancano della fede attribuita a Jabes o,
semplicemente, che stanno ingannando Dio non pagando fedelmente le decime.
Dove il vangelo del successo non funziona, la gente va alla ricerca di interventi soprannaturali.
Nel modo di pensare africano, ciò che è reale è in primo luogo la dimensione spirituale, e le forze
della globalizzazione, onnipresenti e competitive, sono una manifestazione dell’attività
demoniaca che si è considerevolmente estesa anche grazie ai problemi dell’immigrazione e alla
presenza dei funzionari del consolato. Molti africani vedono i viaggi internazionali come una via
verso la ricchezza (e molti predicatori della prosperità, come DuncanWilliams, hanno residenze
in Occidente e cercano di fare in modo che i propri figli nascano in Occidente, così da assicurare
loro una doppia cittadinanza).
Così i profeti delle NPC si specializzano nel pregare affinché vengano rilasciati visti a coloro che
supplicano Dio. Non molto tempo fa uno di loro si presentò presso l’Ambasciata italiana ad
Accra, predicando a coloro che, facendo una lunga fila, attendevano di ricevere un visto per
l’estero, e assicurando che la potenza di Dio avrebbe permesso loro di avere visti sicuri. Unse
con olio di oliva ogni cartelletta di plastica che conteneva i documenti necessari perché
ottenessero quello che lui chiamava “il favore del funzionario consolare”. Non è raro sentire di
visioni in cui alcuni pastori vedono angeli che distribuiscono biglietti aerei della KLM o della
British Airways ai membri della loro congregazione. All’interno di alcune di queste chiese, le
preghiere per i viaggi all’estero sono ora solo al secondo posto dopo le richieste di guarigione
nella lista delle suppliche dei credenti. E quando l’alternativa è un pericoloso viaggio per mare
dalla Libia alla Spagna?
La grazia attraverso la sofferenza
Il vangelo di Gesù Cristo, con le sue promesse di liberazione, perdono, grazia e ristoro, non potrà
mai essere un vangelo della povertà. Ma proprio come la Bibbia non glorifica la povertà, così
essa non esalta nemmeno l’avidità. Le Scritture ci avvertono costantemente del fatto che la
ricerca di interessi mondani ci può fare trascurare i valori più profondi del Regno di Dio. Eppure,
questo è proprio ciò che accade nelle interpretazioni bibliche favorite dai promotori della
prosperità. La “benedizione di Abramo” a cui si riferisce l’apostolo Paolo in Galati 3:14 è spesso
invocata per giustificare preghiere per il benessere materiale, ma io non ho mai sentito un
predicatore della prosperità includere la seconda metà del verso “e ricevessimo, per mezzo della
fede, lo Spirito promesso”.Ci si lascia sfuggire il significato che per Paolo aveva la Pentecoste,
intesa come un potente atto di Dio, con il quale lo Spirito Santo riunisce le nazioni grazie a una
testimonianza comune.
Sostenere, come fanno predicatori fra cui DuncanWilliams, che siccome la Bibbia dice che la
veste di Gesù era senza cuciture e che i soldati ai piedi della croce tirarono i dadi a sorte per
spartirsela, che “Gesù indossava abiti lussuosi” è leggere nelle Scritture qualcosa che in realtà
non esiste. Persino l’asino con il quale Gesù entrò a Gerusalemme è stato reinventato in alcuni
sermoni come la Cadillac o la MercedesBenz dell’epoca. Questo significa semplicemente
sacralizzare l’avidità e la cupidigia umane. Gesù, di fronte a un simile atteggiamento, dopo la
richiesta di Giacomo e Giovanni di avere una posizione privilegiata nel regno divino, rispose ai
propri discepoli “Non sarà così fra di voi”.
A parte famosi divorzi, raramente si sente parlare delle storie di coloro che sono andati incontro
a fallimenti nonostante pagassero decime e offerte. Una grande compagnia privata di trasporti
ghanese è fallita anche se il suo proprietario era il principale sponsor di un programma televisivo
carismatico. Non hanno uditorio coloro la cui testimonianza consiste nella grazia di essere fedeli
nel matrimonio, nonostante uno dei due coniugi sia alcolizzato, o dove Dio ha dato la forza di
affrontare delle perdite dolorose.
Eppure la volontà di Dio in circostanze difficili non è sempre quella di tirarci fuori ma di
accompagnarci attraverso di esse. Con le parole del salmista “anche quando camminassi nella
valle dell’ombra della morte, non temerei alcun male perché tu sei con me” (Salmo 23:4); e nel
Salmo 73:26, “La mia carne e il mio cuore possono venir meno, ma Dio è la rocca del mio cuore
e la mia parte di eredità, in eterno”. Lo stesso San Paolo aveva una “spina nella carne” che non
gli fu tolta. Egli visse con questa spina continuando a non rivendicare i suoi diritti, ma solo per
grazia.
“Rafforzati da ciò che ci è capitato e dalle testimonianze degli altri” ha scritto Tom Smail in The
Cross and the Spirit (La Croce e lo Spirito) “possiamo facilmente arrivare a vedere noi stessi
come persone che vivono in un mondo di Potenze soprannaturali che ci porta di trionfo in
trionfo, dove il debole e desolato sofferente del Calvario è stato lasciato alle spalle, o per lo
meno ha smesso di dominare la scena”. Le NPC hanno cambiato il volto del cristianesimo
africano una volta per tutte, in diversi modi. Ma hanno molta strada da percorrere prima di poter
presentare un messaggio che rappresenti in modo veritiero Gesù Cristo e la sua croce. Con le
parole di Bernardo di Chiaravalle, possiamo dire: “Gesù, Tu, gioia dei cuori amorevoli/ Tu, fonte
di vita, Tu, luce dell’umanità; / dalla più grande gioia che il mondo possa dare, /noi vuoti ancora
torniamo a Te”.
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Kwabena Asamoah-Gyadu è professore associato di teologia Pentecostale/carismatica e
Cristianesimo africano presso il Trinity Theological Seminary a Legon, Accra in Ghana. Ha
prestato il proprio servizio come esperto negli Stati Uniti presso la Divinity Shool di Harvard
(2004) e presso il Luther Seminary (2007).